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Pag. 1 /44 Bargnano di Corzano 29/09/2013 Corso di sicurezza, e norme inerenti ai Laboratori di Chimica Rev 1.1 Claudio Corti

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Corso di sicurezza, e norme

inerenti ai

Laboratoridi

Chimica

Rev 1.1 Claudio Corti

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Links

Normativa sulla Sicurezza:

http://www.ispesl.it/norme/accessibile/main.aspx#http://sicurezzasullavoro.inail.it/CanaleSicurezza/Normativa.html#wlp_Normativa

Segnaletica di sicurezza:

http://www.itispanella.it/sicurezza%20chimica/cartelli%20di%20pericolo.pdfhttp://www.unimi.it/cataloghi/prevenzione/Segnaletica_di_salute_e_sicurezza_27-01-09_%28agg.81-08%29-2.pdfhttp://www.unibo.it/NR/rdonlyres/CA1A693E-901D-4D98-BE1E-513B1B04AC69/241197/chimico_2012.pdf

Schede di sicurezza prodotti chimici da laboratorio:

http://www.zetalab.it/schede/schedeA.html

Pronto Soccorso:

http://www.valtenesisoccorso.org/Formazione/LINEE%20GUIDA%20DI%20PRIMO%20SOCCORSO.htmhttp://www.valtenesisoccorso.org/Formazione/CorsoBLS.htm

Sicurezza in laboratorio. Fonti bibliografiche:

http://www.volta.ts.it/downloads/Sicurezza%20nel%20Laboratorio%20di%20Chimica.pdfhttp://www.dsch.units.it/scienzebio/Sicurezza2003.htmhttp://www.itispanella.it/sicurezza%20chimica/valutazione_rischio_lab_chimico.htmhttp://www.itispanella.it/sicurezza%20chimica/manuale_rischio_chimico.htmhttp://www.itchiavari.org/sicurezza/regol_labchim.htmlhttp://www.unimi.it/personale/prevenzione_sicurezza/2610.htmhttp://old.unipr.it/arpa/smedprev/SicurezzaLaboratori.pdfhttp://www.chimica-online.it/download/norme-sicurezza.htmhttp://www.ipcgolgi.it/cms/wp-content/uploads/2010/12/Documento-Valutazione-Rischi_Rev_4_2009.pdf

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Tipologia degli incidenti

1) Meccanici2) da Reagenti

Nel Laboratorio di Chimica gli incidenti possono essere di due tipi: quelli puramente meccanici (una caduta per scivolamento, un taglio da un vetro rotto) e quelli che coinvolgono reagenti chimici (ustioni da acido, sensibilizzazioni da contatto). Incidenti in cui sono coinvolti reagenti chimici hanno la priorità in quanto è indispensabile allontanare quanto prima il reagente a contatto con la persona.Per fare questo si usa, ove possibile, acqua di rubinetto o si spazzola via il reagente dalla pelle e dai vestiti. In caso di contatto con gli occhi è urgente ricorrere alle cure di un medico o al pronto soccorso.

UN LABORATORIO CHIMICO PUÒ ESSERE ESTREMAMENTE PERICOLOSO PER LA PROPRIA INCOLUMITÀ E PER QUELLA DEGLI ALTRI SE NON SI PRESTANO LE DOVUTE CAUTELE

Le cause principali degli incidenti nei laboratori chimici sono molteplici tuttavia possono essere sostanzialmente ricondotte alle seguenti:

1) scarsa conoscenza, 2) distrazione, 3) troppa sicurezza, 4) incoscienza.

FONTI DI PERICOLO TIPO DI PERICOLO

manipolazione di reattivi

chimici

avvelenamenti ed intossicazioni anche mortali, esplosioni, ustioni, ustioni e ferite agli occhi, eritemi della pelle, allergie, corrosioni della strumentazione e degli indumenti,...

uso di apparecchiature in vetro esplosioni, ferite da taglio, schegge, ustioni,...

uso di apparecchiature elettriche scosse, incendi, ustioni, stato di shock,...

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NORME DI LABORATORIOAl fine di prevenire gli incidenti è assolutamente indispensabile che in un laboratorio chimico si operi tenendo conto di alcune fondamentali precauzioni: la maggior parte di esse sono normali norme di buonsenso, di logica e di educazione, altre risultano essere più specifiche.

Le norme qui riportate non sono elencate necessariamente in ordine di importanza; inoltre è possibile che condizioni di pericolosità si possano verificare anche al di fuori dei casi qui prospettati.

1) Indossare il camice: rappresenta una protezione da incendi e sostanze pericolose: deve essere facilmente sfilabile.

2) Indossare gli occhiali di sicurezza: gli occhi sono la parte più delicata del corpo e vanno difesi con occhiali in plastica resistente agli urti che vanno indossati sempre perché eventuali lesioni possono derivare non solo quando si compiono manipolazioni pericolose ma anche come conseguenza di operazioni pericolose compiute da altre persone. Si deve prestare particolare attenzione soprattutto quando si opera con prodotti potenzialmente tossici, infiammabili, esplosivi o che possono sprigionare vapori anche solo irritanti.

3) Indossare guanti protettivi quando si opera con sostanze pericolose: di solito sono fatti in lattice di gomma e sono monouso. Attenzione che, soprattutto se sono bagnati, possono risultare scivolosi per cui è più facile perdere la presa.

4) Indossare scarpe grosse e resistenti in modo da proteggere i piedi dalla caduta accidentale di reattivi e recipienti. Non indossare i sandali senza le calze.

5) Chi porta i capelli lunghi cerchi di raccoglierli, ad esempio con un nastro, per minimizzare il pericolo di impigliarsi, o di rovinarli con qualche reattivo o di farli cadere in qualche recipiente o, peggio, di bruciarli.

6) Avere ben chiaro ed in forma scritta tutto lo schema delle operazioni da svolgere prima di iniziare qualunque esperienza: non iniziare alcun esperimento se si ha qualche dubbio in merito: programmare tutta la sequenza delle operazioni da svolgere e preparare ordinatamente ed in tempo tutta l'attrezzatura da usare.

7) Non prendere mai iniziative isolate ed alternative a ciò che l'esperimento prevede : qualunque modifica va discussa preliminarmente col docente, che deve sempre supervisionare lo svolgimento dell'esperimento in assenza del quale non può più essere continuato.

8) Non restare mai soli in laboratorio: un incidente anche di lieve entità può diventare serio se si è soli e non si interviene con immediatezza e decisione.

9) Non ingombrare i passaggi né le porte né le zone in cui sono presenti i mezzi antincendio . In caso di emergenza si potrebbe verificare di dover evacuare velocemente i locali.

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10) Prendere visione della posizione del quadro elettrico principale e di quelli secondari, dei mezzi antincendio, delle porte di sicurezza, delle valvole di controllo dell'acqua e del gas : in caso di reale pericolo, se si è colti dal panico, è più difficile ragionare e trovare la loro posizione.

Farsi spiegare il funzionamento dei sistemi di sicurezza.

11) Lavorare in ambienti sufficientemente arieggiati. Molte reazioni chimiche necessitano di reattivi o sviluppano prodotti volatili pericolosi perché tossici o irritanti; è dunque necessario lavorare in ambienti in cui tali prodotti possano diluirsi a sufficienza

12) Avvertire sempre preventivamente l’insegnante ed i colleghi se si è allergici a certi prodotti chimici. Ad esempio talune persone manifestano allergia all’aspirina e ad i suoi precursori e derivati.

13) Se per qualunque motivo si avverte un senso di malessere, allontanarsi immediatamente dal banco di lavoro avvertendo i colleghi vicini ed il docente.

14) Non cercare di nascondere gli effetti di un incidente anche se ritenuto di lieve entità. La persona che subisce un infortunio talvolta lo sottovaluta ( o lo sopravaluta) per motivi psicologici. Avvertire sempre il docente ed i colleghi vicini. Tra l’altro, il docente è obbligato per legge ad avvertire gli organi competenti in caso di incidente.

15) Avvertire sempre il docente ed i colleghi vicini se si intende iniziare un’operazione che possa comportare qualche rischio potenziale.

16) Leggere sempre con molta attenzione le etichette dei recipienti prima di usarne il contenuto. Essere assolutamente certi dell’identificazione della sostanza presente nel recipiente. Manipolare o mescolare sostanze incognite può essere estremamente pericoloso. Ogni recipiente deve portare una etichetta che identifichi inequivocabilmente il suo contenuto almeno con il nome e/o la formula e le precauzioni d'uso.

In caso di dubbio non usare assolutamente il contenuto di un recipiente !

17) Lavorare sotto la cappa aspirante indossando anche gli occhiali di sicurezza soprattutto quando si usano sostanze pericolose, tossiche, solventi organici, acidi e/o alcali concentrati, o si seguono reazioni che sviluppano gas tossici o maleodoranti o che siano esotermiche o potenzialmente esplosive.

18) Non consumare cibi o bevande in laboratorio: il pericolo maggiore deriva dalla possibile contaminazione del cibo o della bevanda con sostanze tossiche. In secondo luogo è possibile che si verifichi la contaminazione dei reattivi col cibo.

19) Non usare i recipienti adoperati per gli esperimenti per introdurvi cibi o bevande: non è detto che essi siano perfettamente puliti, inoltre certi residui chimici possono essere assorbiti dal vetro e rilasciati lentamente dopo qualche tempo.

20) Non fumare: può essere causa di incendi dato che molti solventi organici sono infiammabili.

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21) Non assaggiare, né toccare assolutamente i reattivi con le mani né annusarli: numerose sostanze sono irritanti, caustiche, velenose, ..., e possono anche essere assorbite dalla pelle. Gli effetti possono manifestarsi anche dopo qualche tempo.

Non seguire pertanto i cattivi esempi dati da certi protagonisti di film, che fanno gli attori e non gli scienziati !

22) È tassativamente vietato prelevare liquidi con pipette aspirando con la bocca: usare sempre propipette automatiche o aspiratori in gomma: il liquido potrebbe finire in bocca, soprattutto se nella pipetta si formano bolle d'aria, con conseguenze potenzialmente drammatiche.

23) Lavarsi frequentemente ed accuratamente le mani: spesso inavvertitamente, nonostante le precauzioni, si tocca qualche residuo che poi potrebbe venire a contatto con la bocca o gli occhi dando irritazioni o peggio.

24) Tenere pulito ed in ordine il proprio banco di lavoro: lasciare sul banco solo l'attrezzatura indispensabile per lo svolgimento dell'esperienza in corso. Alla fine dell'esperienza riporre l'attrezzatura usata dopo averla pulita. Accertarsi di aver chiuso il rubinetto dell'acqua e del gas, se sono stati usati.

25) Usare con attenzione la vetreria:

1) si possono prendere forti scottature perché la vetreria calda non è visivamente distinguibile da quella fredda;

2) il vetro può facilmente rompersi in frammenti molto taglienti.

Se la vetreria è calda, prenderla con le apposite pinze o con dei guanti sufficientemente grossi o con uno straccio o con un pezzo di carta opportunamente sagomato. Riscaldare e far raffreddare lentamente la vetreria che altrimenti potrebbe rompersi.

I frammenti di vetro sono molto taglienti: per raccoglierli usare le stesse precauzioni adoperate per maneggiare la vetreria calda.

Se un' apparecchiatura è danneggiata non adoperarla assolutamente ma buttarla nell'apposito contenitore per la raccolta della vetreria rotta.

26) Quando si prepara una soluzione diluita di un acido o di un idrossido, partendo da acidi o idrossidi concentrati, aggiungere questi all'acqua lentamente ed agitando in continuazione e mai il contrario: prestare somma attenzione soprattutto quando si ha a che fare con H2SO4 concentrato o

con NaOH o KOH solidi: quando questi composti vengono mescolati con H2O si sviluppa una grande

quantità di calore ed in conseguenza di ciò la soluzione si riscalda molto velocemente (reazione esotermica). Attenzione: la soluzione può raggiungere il punto di ebollizione quasi istantaneamente e mettersi a schizzare pericolosamente.

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27) Non scaldare su fiamma libera liquidi infiammabili (esempio solventi organici): i loro gas potrebbero incendiarsi. Adoperare i mantelli riscaldanti elettrici.

28) Non rivolgere l'apertura dei recipienti verso altre persone perché il liquido potrebbe schizzare.

29) Non indagare su eventuali perdite di gas usando una fiamma: se c'è una effettiva perdita si può generare un incendio: usare le apposite soluzioni saponose.

30) Prestare attenzione alle apparecchiature sotto tensione elettrica: non toccare le strumentazioni elettriche con le mani bagnate, assicurarsi che non ci siano fili scoperti sotto tensione. In caso di potenziale pericolo staccare la corrente operando dal quadro elettrico generale la cui collocazione deve essere nota a tutti i frequentatori del laboratorio.

31) Non tenere in tasca oggetti appuntiti o taglienti come forbici, coltelli o tubi di vetro: in caso di urto o caduta possono diventare pericolosi.

32) Rimanere al proprio posto e muoversi solo lo stretto indispensabile. Ciò vale soprattutto se è in corso una reazione chimica e se si sta riscaldando qualcosa. Non girare tra i banchi e non toccare la strumentazione che non si conosce: oltre ad esser pericoloso e dannoso per se e per gli altri, tale fatto può causare inconvenienti agli altri frequentatori del laboratorio.

33) Lavorare su quantità limitate di sostanze per limitare i pericoli in caso di incidente.

34) Non appoggiare mai recipienti, bottiglie o apparecchiature vicino al bordo del tavolo: quando meno uno se lo aspetta tendono a cadere giù.

35) Afferrare saldamente e con tutte le precauzioni del caso i recipienti contenenti i reattivi quando devono essere mossi da un posto ad un altro. Non tenerli distrattamente ma sostenere i recipienti mettendo una mano sul loro fondo. Non afferrare le bottiglie per il tappo.

36) Tenere le apparecchiature elettriche lontane dall'acqua: in caso di contatto della parti sotto tensione con acqua si può prendere la scossa.

37) I rifiuti e gli scarti del laboratorio

Premesso che non si deve inquinare l'ambiente, i rifiuti e gli scarti devono essere raccolti in maniera differenziata per il loro successivo smaltimento.

- I rifiuti di tipo comune come carte, stracci, guanti monouso,..., purché non sporchi di reattivi chimici pericolosi, vanno gettati in appositi contenitori metallici non troppo grandi per evitare pericolosi accumuli.

- I residui della vetreria rotta vanno messi in un contenitore a parte per essere smaltiti dopo essere stati ben puliti (Attenzione a non tagliarsi).

- I residui dei solventi vanno raccolti assieme per essere eventualmente distillati e riciclati.

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- I residui dei prodotti chimici possono essere messi assieme agli altri scarti solo dopo che ci si è accertati che non possano dar luogo a reazioni esotermiche e nocive.

- Gli scarti infiammabili vanno raccolti in contenitori metallici per poter essere o ricuperati o successivamente bruciati all'aria aperta o negli inceneritori adatti.

- I solventi alto bollenti e poco infiammabili possono essere messi in larghi recipienti e lasciati evaporare all'aria: ciò vale soprattutto per i solventi organici immiscibili con H2O e di alta densità che

se fossero gettati nel lavandino non verrebbero diluiti dall'H2O ma resterebbero nei giunti a gomito

dei tubi di scarico concentrandosi pericolosamente e corrodendo gli scarichi stessi.

- Gli acidi e le basi possono essere gettati negli scarichi solo dopo loro diluizione con molta acqua, in piccole porzioni e facendo poi scorrere altra acqua a lungo per evitare reazioni esotermiche e la corrosione dei tubi dello scarico.

- Le sostanze nocive devono essere neutralizzate con opportuni reagenti, quindi bruciate o sotterrate in discariche speciali autorizzate.

- Le sostanze che reagiscono violentemente con H2O (come i metalli alcalini e gli idruri) vanno

distrutte con reagenti opportuni. (Esempio: Na viene distrutto con etanolo o metanolo).

- Particolari norme sono prescritte per l'eliminazione di sostanze particolarmente pericolose come l'amianto (noto cancerogeno) e per l'uso, la detenzione e l'eliminazione di sostanze radioattive.

Ogni laboratorio chimico dovrebbe avere degli scarichi speciali collegati con un impianti di depurazione in modo che gli scarti vengano opportunamente trattati, separati e smaltiti a seconda delle loro caratteristiche.

Preziosi suggerimenti sulle norme del comportamento da seguire in laboratorio, sul trattamento dei reattivi e sulle norme antinfortunistiche in generale sono rintracciabili su numerosissime pubblicazioni nazionali ed internazionali specializzate nel settore della sicurezza e prevenzione, pubblicate dall'Ente Nazionale Prevenzione Infortuni e dall'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro. Un elenco di tali riviste si trova, di solito, in appendice ai libri di testo specifici per il laboratorio chimico.

38) Non introdurre cibo, bevande, sigarette elettroniche, tabacco, sigarette, ecc., a meno che tali alimenti/bevande non siano oggetto dell'analisi in corso, ma in tale caso è necessario sapere, che dal momento del loro ingresso nella struttura del laboratorio, non vanno ASSOLUTAMENTE più considerate edibili, sono quindi da trattare come alimenti/bevande potenzialmente inquinati.

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Links utili riguardanti la sicurezza

http://www.cgil.it/saluteesicurezza/

http://www.diario-prevenzione.it/

http://utenti.lycos.it/claudiogiacalone/

http://www.ispesl.it/cancerogeni/index.htm

http://www.ispesl.it/

http://vigilidelfuoco.it

Altri Links (sulla sicurezza)

http://www.itchiavari.org/sicurezza/regol_labchim.html

http://www.unimi.it/personale/prevenzione_sicurezza/2610.htm

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DPI (Dispositivi di Protezione Individuale)

La funzione di questi dispositivi è quella di ridurre i rischi che si possono correre nella normale pratica, di un laboratorio di chimica.

Occhiali di sicurezza

La funzione primaria, degli occhiali di sicurezza è quella, di prevenire il contatto tra prodotti chimici e le mucose congiuntivali (occhi).

Il Camice

Il camice offre difesa contro schizzi di sostanze chimiche, inoltre entro una certa misura protegge anche dalle fiamme.

Deve essere di cotone (spesso), in modo da poter resistere all'attacco degli acidi, ed essere il quanto più possibile resistente alla combustione. Sono quindi da evitare in assoluto, camici in materiale sintetico che per loro natura sono molto facilmente infiammabili.

Per far si che il suo uso sia efficace bisogna;-Che lo stesso sia sempre abbottonato completamente.-Deve avere gli elastici alle maniche.-Deve arrivare fino al ginocchio.-Di colore bianco, per evidenziare subito contatti con sostanze.

Guanti

Posso essere di vario materiale, a seconda dei rischi connessi all'esperimento in corso e quindi alla protezione specifica necessaria (calore/fiamma/sostanze chimiche tossiche e/o caustiche)

Altri DPI

Posso essere di varia natura a seconda delle necessità.Ad esempio cuffie copricapo, lacci per capelli, traverse di materiale resistente, copri-scarpe.

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Etichette

(Frasi R)/(Frasi S)

Sono state introdotte da una normativa europea e riguardano l’etichettatura dei prodotti chimici pericolosi. Sono costituite da una serie di numeri intervallati da trattini (-) o da sbarrette (/) e possono essere raggruppati a formare frasi più complesse. Ad ogni numero è associata una frase in un elenco che descrive il tipo di rischio e/o le procedure di sicurezza da attuare quando si maneggia quel determinato prodotto

(Frasi H)/(Frasi P)

Con l'entrata in vigore del Regolamento (CE) n° 1272/2008 sono state introdotte, al posto delle frasi R le Frasi H (Hazard statements, Indicazioni di pericolo) e, al posto delle frasi S, le Frasi P (Precautionary statements, consigli di prudenza). Il concetto di base non cambia: una serie di numeri che fanno riferimento a frasi standardizzate a livello internazionale.

R5. ELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO

R 1 Esplosivi allo stato secco.

R 2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di ignizione.

R 3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di ignizione.

R 4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.

R 5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.

R 6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria.

R 7 Può provocare un incendio.

R 8 Può provocare l'accensione di materie combustibili.

R 9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.

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R 10 Infiammabile. [Sostanze e preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è uguale o superiore a 21 °C e minore o uguale a 55 °C]

R 11 Facilmente infiammabile. [Sostanze e preparati che possono facilmente infiammarsi in seguito a un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo l'allontanamento di tale sorgente. Sostanze e preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è inferiore a21°C ma che non sono estremamente infiammabili.]

R 12 Estremamente infiammabile. [Sostanze e preparati liquidi che hanno punto di infiammabilità inferiore a 0° C e un punto di ebollizione (o, nel caso di un intervallo di ebollizione, il punto iniziale di ebollizione) inferiore o uguale a 35 'C. Sostanze e preparati gassosi che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a contatto con l'aria.]

R 14 Reagisce violentemente con l'acqua.

R 15 A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili.

R 16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti.

R 17 Spontaneamente infiammabile all'aria.

R 18 Durante l'uso può formare con l'aria miscele esplosive/infiammabili.

R 19 Può formare perossidi esplosivi.

R 20 Nocivo per inalazione.

R 21 Nocivo a contatto con la pelle.

R 22 Nocivo per ingestione.

R 23 Tossico per inalazione.

R 24 Tossico a contatto con la pelle.

R 25 Tossico per ingestione

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R 26 Molto tossico per inalazione.

R 27 Molto tossico a contatto con la pelle.

R 28 Molto tossico per ingestione.

R 29 A contatto con l'acqua libera gas tossici.

R 30 Può divenire facilmente infiammabile durante l'uso.

R 31 A contatto con acidi libera gas tossico.

R 32 A contatto con acidi libera gas altamente tossico.

R 33 Pericolo di effetti cumulativi.

R 34 Provoca ustioni.

R 35 Provoca gravi ustioni.

R 36 Irritante per gli occhi.

R 37 Irritante per le vie respiratorie.

R 38 Irritante per la pelle.

R 39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.

R 40 Possibilità di effetti irreversibili.

R 41 Rischio di gravi lesioni oculari.

R 42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione.

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R 43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle.

R 44 Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato.

R 45 Può provocare il cancro.

R 46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie

R 48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.

R 49 Può provocare il cancro per inalazione.

R 50 Altamente tossico per gli organismi acquatici.

R 51 Tossico per gli organismi acquatici.

R 52 Nocivo per gli organismi acquatici.

R 53 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico.

R 54 Tossico per la flora.

R 55 Tossico per la fauna.

R 56 Tossico per gli organismi del terreno.

R 57 Tossico per le api.

R 58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente.

R 59 Pericoloso per lo strato di ozono.

R 60 Può ridurre la fertilità.

R 61 Può danneggiare i bambini non ancora nati.

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R 62 Possibile rischio di ridotta fertilità.

R 63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati.

R 64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno.

R 65 Può causare danni polmonari se ingerito.

Combinazioni delle frasi R

R 14/15 Reagisce violentemente con l'acqua liberando gas estremamente infiammabili.

R 15/21 A contatto con l'acqua libera gas tossici estremamente infiammabili.

R 20/21 Nocivo per inalazione e contatto con la pelle.

R 20/22 Nocivo per inalazione e ingestione.

R 20/21/22 Nocivo per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.

R 21/22 Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione.

R 23/24 Tossico per inalazione e contatto con la pelle.

R 23/25 Tossico per inalazione e ingestione.

R 23/24/25 Tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.

R 24/25 Tossico a contatto con la pelle e per ingestione.

R 26/27 Molto tossico per inalazione e contatto con la pelle.

R 26/28 Molto tossico per inalazione e per ingestione.

R 26/27/28 Molto tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.

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R 27/28 Molto tossico a contatto con la pelle e per ingestione.

R 36/37 Irritante per gli occhi e le vie respiratorie.

R 36/38 Irritante per gli occhi e la pelle.

R 36/37/38 Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle.

R 37/38 Irritante per le vie respiratorie e la pelle.

R 29/23 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione.

R 39/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle.

R 39/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione.

R 39/23/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle.

R 39/23/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione.

R 39/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione.

R 39/23/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.

R 39/26 Molto tossico: pericolo di effetti molto gravi per inalazione.

R 39/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle.

R 39/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione.

R 39/26/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con

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la pelle.

R 39/26/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione.

R 39/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione.

R 39/26/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione , a contatto con la pelle e per ingestione.

R 40/20 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione.

R 40/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle.

R 40/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione.

R 40/20/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle.

R 40/20/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione ed ingestione.

R 40/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione.

R 40/20/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.

R 42/43 Può provocare sensibilizzazione per inalazione e contatto con la pelle.

R 48/20 Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per inalazione.

R 48/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle.

R 48/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione.

R 48/20/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per

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inalazione e a contatto con la pelle.

R 48/20/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e ingestione.

R 48/21/22 Nocivo: pericolo di' gravi danni atta salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione.

R 48/20/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alta salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.

R 48/23 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione.

R 48/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata, a contatto con la pelle.

R 48/25 Tossico: pericolo di gravi danni atta salute in caso di esposizione prolungata per ingestione.

R 48/23/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a contatto con la pelle.

R 48/23/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione ed ingestione.

R 48/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle e per ingestione.

R 48/23/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.

R 50/53 Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico.

R 51/53 Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico.

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R 52/53 Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente di 19

S

6. ELENCO DEI CONSIGLI DI PRUDENZA

S 1 Conservare sotto chiave.

S 2 Conservare fuori della portata dei bambini.

S 3 Conservare in luogo fresco.

S 4 Conservare lontano da locali di abitazione.

S 5 Conservare sotto... (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante).

S 6 Conservare sotto... (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante).

S 7 Conservare il recipiente ben chiuso.

S 8 Conservare al riparo dall'umidità.

S 9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato.

S 12 Non chiudere ermeticamente il recipiente.

S 13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande.

S 14 Conservare lontano da... (sostanze incompatibili da precisare da parte del produttore).

S 15 Conservare lontano dal calore.

S 16 Conservare lontano da fiamme e scintille - Non fumare.

S 17 Tenere lontano da sostanze combustibili.

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S 18 Manipolare ed aprire il recipiente con cautela.

S 20 Non mangiare né bere durante l'impiego.

S 21 Non fumare durante l'impiego.

S 22 Non respirare le polveri.

S 23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosoli [termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del produttore].

S 24 Evitare il contatto con la pelle.

S 25 Evitare il contatto con gli occhi.

S 26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico.

S 27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati.

S 28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente ed abbondantemente con... (prodotti idonei da indicarsi da parte del fabbricante).

S 29 Non gettare i residui nelle fognature.

S30 Non versare acqua sul prodotto.

S 33 Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche.

S35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni.

S36 Usare indumenti protettivi adatti.

S37 Usare guanti adatti.

S 38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto.

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S 39 Proteggersi gli occhi/la faccia.

S 40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto usare ... (da precisare da parte del produttore).

S 41 In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi.

S 42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto [termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del produttore].

S 43 In caso di incendio usare ... (mezzi estinguenti idonei da indicarsi da parte del fabbricante. Se l'acqua aumenta il rischio è precisato: "Non usare acqua).

S 44 In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile, produrre l'etichetta).

S 46 In caso d'ingestione consultare immediatamente il medico esibendo il contenitore o l'etichetta.

S 47 Conservare a temperatura non superiore a ....°C (da precisare da parte del fabbricante).

S 48 Mantenere umido con ... (mezzo appropriato da precisare da parte del fabbricante).

S 49 Conservare soltanto nel recipiente originale.

S 50 Non mescolare con ... (da specificare da parte del fabbricante).

S 51 Usare soltanto in luogo ben ventilato.

S 52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati.

S 53 Evitare l'esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso.

S 56 Smaltire questo materiale e relativi contenitori in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali autorizzati.

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S 57 Usare contenitori adeguati per evitare l'inquinamento ambientale.

R 58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente.

S 59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero o il riciclaggio.

S 60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi.

S 61 Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in materia di sicurezza.

S 62 Non provocare il vomito: consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l'etichetta.

Combinazioni delle frasi S

S 1/2 Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini.

S 3/7 Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco.

S 3/9/14 Conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da ... (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante).

S 3/9/14/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato lontano da ... (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante).

S3/9/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato.

S3/14 Conservare in luogo fresco lontano da... (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante).

S7-S8 Conservare il recipiente ben chiuso e al riparo dall'umidità.

S7-S9 Tenere il recipiente ben chiuso e in luogo ben ventilato.

S7/47 Tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a ...°C (da precisare da parte del fabbricante).

S20-S21 Non mangiare, né bere, né fumare durante l'impiego.

S24-S25 Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle.

S29-S56 Non gettare i residui nelle fognature.

S36-S37 Usare indumenti protettivi e guanti adatti.

S36-S37-S39 Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.

S36-S39 Usare indumenti protettivi adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.

S37-S39 Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.

S47-S49 Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a... °C (da precisare da parte del fabbricante).

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Normativa Italiana

R.D. 9 gennaio 1927, n. 147. Approvazione del regolamento speciale per l'impiego dei gas tossici GT Successive modifiche e integrazioni elenco gas tossici.

R.D. 12 maggio 1927, n. 824. Approvazione del regolamento per la esecuzione del R.D.L. 9 luglio 1926, n. 133 1, che costituisce l'associazione nazionale per AP il controllo della combustione.

D.P.R. 13 febbr1981, n.341. Modificazioni all'art. 4, primo comma, del regio decreto 12 maggio 1927, n. 824, in materia di omologazione di apparecchi a pressione e generatori di vapore o di gas.

R.D. 8 giugno 1931,n.773Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. GT

R.D. 27 luglio 1934, n. 265. Approvazione del testo unico delle leggi TU sanitarie.

D.P.R. 27 aprile 1955 n. 547. Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro Si, PI

D.P.R. 19 marzo 1956 n. 303. Norme generali per l'igiene del lavoro. Sa

D.M. 28 luglio 1958. Presidi chirurgici e farmaceutici aziendali. G, Sa, Si

D.M. 12 sett. 1958. Istituzione del registro degli infortuni. G, Si i

D.P.R 30 giugno 1965, n.1124. Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. AO

Legge 13 luglio 1966, n.615. Provvedimenti contro l'inquinamento atmosferico Em

D.M.1 dicembre 1975. Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione. AP

Legge 22 dic. 1975,n.685. Disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. Prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza St

Circ. 12 giugno 1979,n.46. Normativa tecnica generale per la prevenzione da ammine aromatiche nell'industria. - SP (AA)

D. M. 5 marzo 1981. Recepimento della Direttiva CEE n. 76/767 sugli apparecchi a pressione. AP

Circ. 4 giugno 1981,n.61. Applicazione della Circolare n. 46 del 12 giugno 1979 concernente normativa tecnica generale per la prevenzione da ammine aromatiche nell'industria. (AA) SP

D.P.R. 10 sett. 1982,n.962. Attuazione della direttiva (CEE) n. 78/610 relativa alla protezione sanitaria dei (CVM) lavoratori esposti al cloruro di vinile monomero SP .

D.P.R. 24 mag. 1988,n.203. Attuazione delle direttiva CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360, 85/203 concernenti norme in materia di qualità dell'aria, relativamente a specifici inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell'art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183. Em

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D.P.R 24 mag. 1988, n.216. Attuazione della direttiva CEE n. 86/467 recante sesta modifica della direttiva CEE n. 76/769 concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri, relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di talune sostanze e preparati pericolosi, ai sensi dell'art. 15 della I. 16 aprile 1987, n. 183. SP (PCB/PCT) (PCB, PCT)

D.P.C.M. 21 luglio 1989. Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni, ai sensi dell'art. 9 della legge 8 luglio 1986, n. 349,per l'attuazione e l'interpretazione del D.P.R. 24 maggio 1988, n. 203, recante norme in materia di qualità dell'aria relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto da impianti industriali. Em

Legge 5 marzo 1990, n. 46. Norme per la sicurezza degli impianti. si G, Im,

D.M. 12 luglio 1990. Linea guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di emissione. Em

Direttiva 9113221CEE 29.5.1991 (non recepita in Italia). Valori limite di esposizione professionale del (TLV) . SP

D.P.R. 25 luglio 1991. Modifiche all'atto di indirizzo e coordinamento in materia di emissioni poco significative e di attività a ridotto inquinamento atmosferico, emanato con decreto del Presidente del consiglio dei Ministri in data 21 luglio 1989. Em

D.Lgs.15 agosto 1991, n. 277. Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE in materia di protezione dei lavoratori contro rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell'art.7 della legge n. 212/90. Ru, Sa, SP

D.Lgs. 27 sett. 1991,n.311. Attuazione delle direttive n. 87/404/CEE e n. 90/488/CEE, in materia di recipienti semplici a pressione, a norma dell'art. 56 della legge 29 dicembre 1990, n. 428. A-P

D.Lgs. 25 gen. 1992, n. 77 Attuazione delle direttive n. 88/364/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i (NAB) rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici, e biologici durante il lavoro. SP

D.M. 26 agosto 1992. Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica. PI, Sc

D.Lgs. 4 dic. 1992,n.475. Attuazione della direttiva 89/686/CEE del DPI Consiglio del 21 dicembre 1989 in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivo di protezione individuale.

D.Lgs. 3 marzo 1993, n. 91. Attuazione della direttiva 90/219/CEE concernente l'impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati. Bio

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D.M. l'marzo 1995. Attuazione della direttiva 94/51/CE della Commissione del 7 novembre 1994 recante adeguamento al progresso tecnico della direttiva 90/219/CEE del consiglio sull'impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati.

D.Lgs. 3 marzo 1993, Attuazione della direttiva 90/220/CEE n. 92. concernente l'emissione deliberata

nell'ambiente di microrganismi geneticarnente modificati. Bio

D.M. 28 febb. 1995. Attuazione della direttiva 94/15/CE 1994 recante adeguamento al progresso tecnico della direttiva 90/220/CEE sull'emissione deliberata nell'ambiente di microrganismi geneticamente modificati.

D.P.R. 13 aprile 1994, n. 336 Regolamento recante le nuove tabelle delle malattie professionali nell'industria e nell'agricoltura AO .

D.M. 5 sett. 1994 Elenco delle industrie insalubri di cui all'art. 216 del testo unico delle leggi sanitarie (aggiornamento) TU

D.Lgs. 19 sett. 1994,n.626. Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e MMC, 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. G, Si, Sa, VDT, CAN, BIO

D.Lgs.19 marzo 1996,n.242. Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttiva comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

D.Lgs. 4 agosto 1999,n.359. Attuazione della direttiva 95/63/CE che modifica la direttiva 89/655/CEE relativa ai requisiti minimi di sicurezza e salute per l'uso di attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori.

Dir. 961941CE del 18.12.96 (non recepita in Italia) Testo aggiornato del D. L. 5 febbraio 1997, n. R 22 pubblicato su G.U. del 28.11.1997 Valori limite di esposizione professionale TLV. SP,

D.M. 5 febbraio 1998. Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22. R

D.L. 25 febbraio 1998. Modifiche al decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, recante attuazione della direttiva 93/32/CEE concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose. SP, CE

D.M. 1 aprile Regolamento recante la definizione del R 1998, n. 145. modello e dei contenuti del formulario di accompagnamento dei rifiuti ai sensi degli articoli 15, 18 comma 3, lettera e), e comma 4, del D.L. 5 febbraio 1997, n. 22.

D.Lgs. 16 luglio 1998,n.285. Attuazione di direttiva comunitarie in materia di classificazione, imballaggio ed etichettatura dei preparati pericolosi, a nonna dell'art. 38 della legge 24 aprile 1998, n. 128. SP, CE

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D.M. 4 agosto 1998, n. 372. Regolamento recante norme sulla riorganizzazione del catasto rifiuti. Testo aggiornato del D. L. 5 febbraio 1997, n. R 22 pubblicato su G.U. del 28.11.1997. R

D.M. 5 febbraio 1998. Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22. R

D.L. 25 febbraio 1998. Modifiche al decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, recante attuazione della direttiva 93/32/CEE concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose SP, CE

D.M. 1 aprile 1998, n. 145. Regolamento recante la definizione del modello e dei contenuti del formulario di accompagnamento dei rifiuti ai sensi degli articoli 15, 18 conuna 3, lettera e), e comma 4, del D.L. 5 febbraio 1997, n. 22. R

D.Lgs. 16 luglio 1998,n.285. Attuazione di direttiva comunitarie in materia di classificazione, imballaggio ed etichettatura dei preparati pericolosi, a norma dell'art. 38 della legge 24 aprile 1998, n. 128. SP, CE

D.M. 4 agosto 1998, n. 372. Regolamento recante norme sulla i riorganizzazione del catasto rifiuti. R

D.M. 5 agosto 1998,n.363. Regolamento recante norme per l'individuazione delle particolari esigenze delle università e degli istituti di istruzioni universitaria ai fini delle norme contenute nel decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni ed integrazioni. G, Un

D.M. settembre 1998. Disposizioni relative alla classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose, in recepimento della direttiva 97/69/CE. SP, CE

L. 9 dicembre 1998,n.426. Nuovi interventi in campo ambientale. R

Direttiva CE 991 38, 24.04.99. (fissa nuovo limite per l'esposizione al CVM(non recepita in Italia) SP (CVM)

C. M. 29.04.99, n. 34. Lavoro Indumenti di lavoro e dispositivo di protezione individuale. DPI

D.L. 1 1 maggio 1999, n. 152. Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. Ef

D.M. 7 Luglio 1999. Disposizioni relative alla classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose, in recepimento della direttiva 98/73/CE. SP, CE

A. C. G. I. H. (ed. annuali) Threshold Limit Values and Biological Exposure Indices. TLV

UNICHIM - Manuale n. 19211 La sicurezza nei laboratori - Linee guida AP per l'utilizzo di gas compressi erogati da bombole.

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Pittogrammi – Segnaletica

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CLASSIFICAZIONE DELLE SOSTANZE CHIMICHE IN BASE ALLA LORO PERICOLOSITÀ

CLASSIFICAZIONE DELLE SOSTANZE CHIMICHE IN BASE ALLA LORO PERICOLOSITÀ

La maggior parte delle sostanze chimiche presenta un grado più o meno elevato di pericolosità che è legato alle loro proprietà chimico-fisiche.

Quando si intende compiere una operazione che coinvolga la manipolazione di reattivi e prodotti chimici è fondamentale conoscere approfonditamente tali loro proprietà per poter prevedere quali particolari precauzioni devono essere osservate per lavorare in sicurezza.

Le informazioni di natura chimico-fisica possono essere desunte dalle etichette che devono esser sempre presenti sui contenitori.

Il metodo di prevenzione migliore è sempre l'informazione.

La legge prevede che sulle etichette siano riportati almeno i seguenti dati:

1) nome della sostanza,

2) nomi del produttore e del distributore,

3) simboli ed indicazioni di pericolo, frasi di rischio (R) e consigli di prudenza (S).

SOSTANZE ESPLOSIVE (E)

Sono classificate come tali le sostanze che possono esplodere in determinate condizioni sperimentali, in particolare per esposizione a fonti di calore, e che sono più sensibili del nitrobenzene agli urti ed agli attriti.

Esplosione: reazione chimica o cambiamento di stato che avviene in un intervallo di tempo molto breve e che genera un notevole innalzamento di temperatura e generalmente una grande quantità di gas.

La sua pericolosità è principalmente data da:

a) vampata di calore che può provocare ustioni anche molto gravi, l' incendio di vapori, liquidi e solidi, la fusione e la sublimazione dei solidi, l'espansione dell'aria con onda d'urto, lo spostamento ad alta velocità di corpi solidi;

b) produzione incontrollata di sostanze nocive a causa dell'alta temperatura che si sviluppa.

Attenzione: alcuni reattivi, di per sé non esplosivi, tendono a decomporsi per dare sostanze esplosive per semplice esposizione all'aria ed alla luce: per questo caso bisogna prestare particolare attenzione

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ai prodotti ossigenati come i perossidi (H2O2 ad esempio), ed ai solventi organici come etere dietilico,

etere diisopropilico, tetraidrofurano.

Alcune sostanze quando sono seccate possono esplodere molto facilmente.

- possono esplodere per semplice urto: perclorato di ammonio, acido picrico, 2,4-dinitrofenilidrazina, dicromato di ammonio, 2,3,6-trinitrofenolo, .....

Certe sostanze di per sé non pericolose lo possono diventare se vengono mescolate con altre: prestare dunque particolare attenzione quando si eliminano i rifiuti versandoli nel lavandino o negli appositi contenitori.

Ad esempio, se si gettano nel lavandino residui di acetone (solvente molto infiammabile, di larghissimo uso industriale, adoperato anche per asciugare velocemente la vetreria in laboratorio), assicurarsi di far scorrere molta acqua per lavare bene gli scarichi ed evitare la formazione di vapori infiammabili ed esplosivi.

- Possono esplodere se mescolati con combustibili: i perclorati di Na, K, Mg, Ba, i nitrati, i bromati, i persolfati di Na e K, il perossido di benzoile, etc,.....

- Possono esplodere per semplice riscaldamento: acido perclorico, perclorati, azidi, ipocloriti organici, diazo composti, N-cloroammine,...

Si deve cercare di evitare l'uso delle sostanze esplosive e quando non se ne può proprio fare a meno, usarne la quantità minore possibile.

Prestare somma attenzione ed adoperare tutti gli accorgimenti necessari, maneggiarle sotto cappa indossando occhiali ed usando schermi protettivi.

Le sostanze esplosive vanno tenute in locali isolati, arieggiati e lontani da quelli in cui sono conservate le sostanze infiammabili.

SOSTANZE INFIAMMABILI (F)

Si definisce combustione la reazione spontanea ed esotermica nella quale una sostanza riducente (il combustibile) reagisce con un ossidante (il comburente che di solito è l'O2 presente nell'aria) e viene

parzialmente o completamente ossidata da questi.

Ad esempio nella combustione degli idrocarburi contenenti C e H si formano sempre come prodotti CO2 e H2O e calore: benché la reazione sia spontanea (DG < 0) tuttavia è talvolta necessario

innescarla (ad esempio riscaldando con la fiamma di un fiammifero) perché l'energia di attivazione è piuttosto elevata:

esempi

metano: CH4 + 2 O2 CO→ 2 + 2 H2O + calore

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butano: C4H10 + 13/2 O2 --> 4 CO2 + 5 H2O + calore

Il fenomeno, dunque, avviene solo se sono co-presenti 3 distinti fattori:

1) combustibile (riducente);

2) comburente (un ossidante come O2);

3) sorgente di accensione con temperatura sufficiente a superare l'energia di attivazione e quindi ad innescare la reazione (fiamma libera, urto, sfregamento, scintilla, riscaldamento, luce, ...).

Esistono varie categorie di sostanze infiammabili:

a) solidi che s'infiammano per accensione e che continuano a bruciare anche se la sorgente di accensione viene allontanata.

b) liquidi con temperatura di infiammabilità < 21 °C.

c) gas che si infiammano per semplice contatto con l'aria a pressione atmosferica (1 atm).

d) sostanze che a contatto con aria umida o con H2O danno gas infiammabili (esempio Na, K).

Tutte queste sostanze vanno tenute lontano da fonti di calore, fiamme o scintille, aria (c) ed umidità (c e d). Vanno conservate in recipienti chiusi e riempiti per non più di 3/4 del loro volume totale e posti in ambienti ben ventilati.

L'infiammabilità è caratterizzata da tre parametri:

1) Punto di infiammabilità (flash point): è la temperatura minima alla quale, a pressione di 1 atm, la sostanza produce vapori in una quantità tale da dare una miscela con l'aria che in contatto con una scintilla o una fiamma può infiammarsi o esplodere.

2) Temperatura di ignizione o autoaccensione (ignition temperature): è la temperatura minima richiesta per iniziare e auto-sostenere la combustione di una miscela dei vapori della sostanza, indipendentemente dalla sorgente di calore.

3) Campo di infiammabilità: intervallo di composizione della miscela aria - sostanza in cui quest’ultima è infiammabile.

Particolarmente pericolose sono le sostanze che hanno flash point al di sotto della temperatura ambiente: queste non devono essere mai lasciate allo scoperto se non in presenza di adeguata ventilazione.

È buona norma di sicurezza tenere in laboratorio solo la quantità minima indispensabile di prodotti infiammabili.

Le sostanze infiammabili vanno riscaldate o evaporate con estrema cautela, sempre sotto cappa e ben

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lontano dalle fiamme libere, da scintille, da motori elettrici e da piastre molto calde.

Per motivi di sicurezza l'etere dietilico non va evaporato ma distillato in modo che i suoi vapori non si disperdano nell'ambiente ma siano raffreddati, condensati e raccolti in un recipiente.

Certe sostanze si ossidano all'aria fino a raggiungere spontaneamente la temperatura di ignizione: ad esempio P bianco, PH3, certi composti metallorganici, alcuni metalli quando sono finemente suddivisi

come Mg, Al, Ni: queste sostanze vanno conservate in atmosfera di gas inerte (N2 o Ar).

I metalli alcalini (Na, K, Li) ed alcuni idruri metallici vanno tenuti rigorosamente lontani dall'acqua e dall'umidità perché reagiscono molto violentemente con essi formando H2 che si può incendiare per

il calore della reazione.

In tabella sono riportati il punto di infiammabilità, la temperatura di ignizione ed il campo di infiammabilità per alcuni solventi di comune reperibilità nei laboratori.

specie p. infiammabilità °C T ignizione°C c. infiammabilità %

acetone -17 537 2.6 - 12.8

etere dietilico -29 180 1.8 - 48.0

etanolo 14 425 3.5 - 15.0

metanolo 10 464 7.3 - 36.0

benzene -11 562 1.4 - 8.0

toluene 4.4 536 1.4 - 6.7

Dalla tabella si evince che l'etere dietilico è tra i solventi più pericolosi dal punto di vista dell'infiammabilità.

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SOSTANZE COMBURENTI O OSSIDANTI (O)

Provocano una reazione esotermica quando vengono a contatto con altre sostanze soprattutto se infiammabili: possono incendiare le sostanze combustibili.

Esempi di comburenti:

O2 puro o in miscela nell'aria, nitrati, clorati, .....

Valgono le stesse norme valide per le sostanze infiammabili e vanno tenute ben lontano da quest'ultime, in ambienti esterni resistenti all'esplosione.

SOSTANZE TOSSICHE (T)

Sono sostanze che a seguito di ingestione o inalazione o assorbimento attraverso la pelle possono essere causa di gravi danni alla salute ed anche di morte. Molte sostanze sono tossiche, tuttavia l'entità dei loro effetti sull'organismo dipende fortemente da alcuni fattori qui sotto elencati:

1) natura della sostanza;

2) quantità introdotta nell'organismo;

3) intervallo di tempo di contatto con la sostanza.

Sono stati definiti i valori limite di esposizione a molte sostanze in base a dati epidemiologici e di laboratorio che sono raccolte in apposite pubblicazioni.

TLV (Treshold Limit Value): è la massima concentrazione di una certa sostanza alla quale una persona può esser esposta giornalmente (per 8 ore) o settimanalmente (40 ore) senza risentire di alcun danno.

TLV-STEL (Short Term Exposure Limit): è la massima concentrazione di una certa sostanza alla quale una persona può esser esposta per un tempo di 15 minuti al massimo senza risentire di alcun danno. Talora tali limiti sono superabili se poi la persona rimane a lungo lontano dall'esposizione a tale sostanza in modo che il suo organismo abbia il tempo per smaltirla.

TLV - C (Ceiling): è la concentrazione che non deve mai essere superata in ogni caso.

Una esposizione troppo lunga a certi prodotti chimici (esempio solventi organici come benzene o Pb e Hg) può causare degli avvelenamenti cronici che rientrano nelle malattie professionali. Gli effetti nocivi di tali sostanze sono talora avvertibili solo a lunga scadenza, quando il danno è ormai irreparabile. Si comprende dunque come in questi casi la prevenzione risulta essere la migliore soluzione.

Seguire rigorosamente le istruzioni riportate sulle etichette dei contenitori. Evitare di respirare i vapori, di toccare e di ingerire tali sostanze, lavorare in ambienti ben ventilati o meglio sotto la cappa, in casi particolarmente pericolosi si richiede l'uso della maschera antigas, usare gli occhiali protettivi ed i guanti, lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, non usare solventi organici per pulirsi da una eventuale contaminazione, perché questi potrebbero sciogliere la sostanza e disperderla facilitando il

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suo assorbimento attraverso la pelle. Accertarsi che ogni eventuale residuo sia stato eliminato dai recipienti e dal banco di lavoro.

Le sostanze tossiche devono essere conservate in recipienti sigillati posti in armadi chiusi a chiave e con l'indicazione del pericolo molto ben visibile.

SOSTANZE CORROSIVE (C)

Sono quelle che esercitano azione distruttiva sui tessuti vivi e sulle attrezzature: evitare assolutamente il contatto con la pelle, gli occhi e la bocca. Rientrano in questa categoria tutti gli acidi e gli alcali concentrati più comuni: esempio H2SO4, HNO3, HCl, HF, HClO4, NaOH, KOH, LiOH, CaO, NH3,...

E' obbligatorio l'uso degli occhiali di protezione, e dei guanti. Se sono volatili usare la cappa aspirante.

Vanno conservate in recipienti chiusi e di materiale in ogni caso opportuno. Ad esempio NaOH si conserva in recipienti di plastica e non di vetro che viene intaccato.

SOSTANZE RADIOATTIVE (R)

Sono capaci di emettere radiazioni ionizzanti. Esistono norme di legge molto severe e specifiche per la loro conservazione, manipolazione e smaltimento. Gli operatori devono essere muniti di opportuni dosimetri personali e gli ambienti devono possedere sistemi di isolamento adeguati: la contaminazione ambientale può essere catastrofica e gli effetti a lungo e breve termine mortali.

SOSTANZE NOCIVE (Xn)

In seguito ad inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo provocano danni limitati. E' necessario seguire le prescrizioni riportate nelle etichette e seguire le indicazione date per l'uso delle sostanze corrosive. Ad esempio è nocivo KMnO4.

SOSTANZE IRRITANTI (Xi)

Possono provocare reazioni infiammatorie ed allergiche in seguito a contatto con la pelle. E' necessario seguire le prescrizioni riportate nelle etichette e seguire le indicazione date per l'uso delle sostanze corrosive. Ad esempio è irritante il solvente tetraidrofurano.

Dal 1981 sono state aggiunte ulteriori categorie di rischio a quelle già esistenti:

ESTREMAMENTE INFIAMMABILI

Liquidi con punto di infiammabilità < 0 °C e T ebolliz. < 35 °C.

MOLTO TOSSICHE

Sostanze che per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono provocare lesioni gravi e la morte.

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PERICOLOSE PER L'AMBIENTE

Sostanze che possono provocare grave rischio a breve o lungo tempo per l'ambiente.

CANCEROGENE

Sostanze che per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza. L'informazione sull'azione cancerogena presunta o certa di alcune sostanze viene, purtroppo, spesso sottovalutata o trascurata dalle ditte produttrici ed anche dai libri di testo. Come prima cosa si deve cercare di sostituire l'uso di tali sostanze con quello di altre meno pericolose: se ciò non è possibile allora usare tutte le norme di buon senso, cautela e prevenzione adatte, tra le quali ricordiamo: adoperare estrema cautela e parsimonia nel loro uso e stoccaggio, indossare sempre i guanti e gli occhiali, maneggiare i recipienti sotto cappa, evitare qualunque contatto ed inalazione dei vapori, prestare attenzione particolare alla distruzione dei residui, aggiungere sui contenitori etichette supplementari di avvertimento, etc.

Le etichette dei contenitori di tali sostanze di solito portano la specificazione di rischio R45 "Può causare il cancro".

Ulteriori informazioni, tra le quali le tabelle aggiornate delle sostanze sospette, sono pubblicate da enti internazionali come ad esempio Agency for Research on Cancers (J.Melnikov ed altri., Carcinogens and Mutagens in Undergraduate Laboratory, J.Chem. Educ., 58 A11 (1981)).

TERATOGENE

Sostanze pericolose per la sviluppo del feto.

MUTAGENE

Sostanze pericolose per la sviluppo normale delle cellule.

FRASI DI RISCHIO E DI PRUDENZA

Sulle etichette si trovano, oltre ai simboli appena visti, delle sigle inizianti per R (frasi di rischio) e/o S (frasi di prudenza) che mettono sull'avviso e danno utili consigli a chi opera con tali sostanze.

Ad esempio R1 = sostanza esplosiva allo stato secco, R12 = altamente infiammabile, R41 = rischio di gravi lesioni agli occhi, R46 = sostanza che può provocare alterazioni genetiche ereditarie, S1= tenere sotto chiave, S3 = tenere in luogo fresco, S30 = evitare al prodotto il contatto con l'acqua, S37 = usare i guanti, ....

E' necessario tener presente che certe sostanze possono appartenere contemporaneamente a più categorie di pericolosità.

Nei laboratori, di solito, si trovano dei posters con le frasi di rischio e di prudenza di uso più comune.

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ESEMPI DI ALCUNE SOSTANZE COMUNI NEI LABORATORI E MOLTO TOSSICHE (T+)

L' ingestione, l' inalazione dei vapori ed il contatto con la pelle vanno evitati nella maniera più categorica: (comunque non verranno usati in questo corso di Laboratorio di Chimica).

Anche per sola inalazione dei vapori: Br2, CS2, BF3, ...

Anche per sola inalazione dei vapori o per contatto con la pelle: CCl4, BeSO4, (CH)3SO4, ....

Anche per sola inalazione dei vapori o ingestione: P4(bianco), BCl3, Tl2SO4,....

Anche per sola ingestione: NaN3, As2O3, PtCl4, ....

Per ingestione, inalazione dei vapori o contatto: HF, KCN, NaCN, HgCl2, HgO, C6H5NO, ....

SOSTANZE CHE NON RIPORTANO IN ETICHETTA AVVISI DI PERICOLOSITÀ

Anche se un recipiente contenente una sostanza non porta avvisi di pericolosità, si devono fare alcune importanti considerazioni in merito alle precauzioni da prendere per il suo uso.

1) L'organismo di ogni persona può essere sensibile, in diverso modo, all'esposizione a sostanze chimiche, che per alcuni possono apparire innocue, mentre, per altri, sono pericolose. Il corpo umano di alcune persone sviluppa improvvise e pericolose allergie nei confronti di certe sostanze, anche comuni, che si possono manifestare anche dopo tempi lunghi con irritazioni, bruciori, lacrimazione, tosse, difficoltà di respirazione,..., e che nei casi più gravi possono essere anche mortali. Sono ben note e documentate le gravi forme di allergia di certe persone per la comune aspirina (acido acetilsalicilico) o per i farinacei o per la puntura di un insetto, come il calabrone, che per taluni è mortale.

2) Oltre a ciò, si deve considerare che quotidianamente vengono sintetizzati centinaia di nuovi composti e che quindi, non tutti vengono testati sufficientemente prima di essere posti in commercio.

3) I metodi di sintesi ed i criteri di valutazione della purezza e della pericolosità adottati per le sostanze, che si trovano in un laboratorio chimico possono essere molto diversi da quelli adoperati per la preparazione delle stesse sostanze specificatamente destinate ad uso alimentare. Ciò significa che, per esempio, l'alcol etilico adoperato come solvente in laboratorio potrebbe essere di derivazione sintetica e contenere impurezze, anche se in minima quantità, altamente tossiche per l'organismo, mentre l'alcol etilico destinato ad usi alimentari deve derivare per legge esclusivamente dalla fermentazione naturale di carboidrati ed essere prodotto seguendo metodologie e norme di igiene ben precise.

4) Talora i reattivi apparentemente innocui sono conservati vicino a bottiglie di sostanze pericolose e possono essere stati inquinati inavvertitamente con una spatola o una pipetta.

La normativa più recente prevede finalmente che i reattivi chimici vengano venduti accompagnati da una scheda di sicurezza: essa deve contenere una serie di indicazioni utili, tra le quali:

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1) precisa identificazione del prodotto e delle sue proprietà principali;

2) pericoli a cui si può andare incontro nel suo maneggio;

3) misure di pronto soccorso;

4) misure antincendio;

5) manipolazione e stoccaggio;

6) protezione individuale;

7) informazioni tossicologiche;

8) informazioni ecologiche e sullo smaltimento;

9) informazioni sul trasporto.

È opportuno ricordare che:

LE SOSTANZE CHE NON RIPORTANO IN ETICHETTA AVVISI DI PERICOLOSITÀ SONO SEMPRE E COMUNQUE DA CONSIDERARE COME POTENZIALMENTE PERICOLOSE E QUINDI DA TRATTARE CON LA MASSIMA ATTENZIONE !

In dettaglio possiamo ricondurci, al cibo bevande ecc, una volta introdotti nel laboratorio di chimica.

Vedi art.38) pag.8

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Schede di sicurezzaLe schede di sicurezza sono redatte in maniera standard e rispetto alle etichette costituiscono un sistema di informazione più completo ed approfondito per quanto attiene ai rischi associati all'impiego degli agenti chimici. Ogni scheda di sicurezza deve contenere 16 voci distinte dalla lettura delle quali si ottengono informazioni molto utili per una corretta manipolazione di quella sostanza chimica. Come qualunque altro sistema informativo devono essere lette e consultate sempre PRIMA dell'inizio di una qualsiasi operazione o manipolazione.

Nelle schede di sicurezza devono essere presenti le seguenti voci:

1)Elementi identificativi della sostanza e della società produttrice2)Composizione della sostanza3)Identificazione dei pericoli4)Misure di pronto soccorso5)Misure antincendio6)Provvedimenti in caso di dispersione accidentale7)Manipolazione ed immagazzinamento8)Controllo dell'esposizione e protezione individuale9)Stabilità e reattività10)Proprietà fisiche e chimiche11)Informazioni tossicologiche12)Informazioni ecologiche13)Smaltimento14)Informazioni sul trasporto15)Informazioni sulla normativa16)Altre informazioni

Da questo link:

http://www.zetalab.it/schede/schedeA.html

è possibile visionare le schede dei dati di sicurezza dei reagenti in uso.

E' opportuno eseguire questa ricerca per tempo e comunque prima di ogni esperimento, per ogni reagente che verrà utilizzato, nel corso della futura esperienza.Verranno quindi visionate le schede in oggetto, in modo da conoscere nel dettaglio, i rischi connessi all'uso delle specifiche sostanze.

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Primo Soccorso

Primo non ledere (ovvero se non si sa esattamente cosa fare, per non peggiorare la situazione, meglio limitarsi ad informare gli altri (docenti/ATA/altri allievi) ed eventualmente, e solo se il caso lo necessiti, i primi soccorsi 118/115/112.)

SOSTANZE CHIMICHE NEGLI OCCHI

Gli occhi sono molto delicati per loro natura, per cui è necessario indossare sempre gli occhiali di sicurezza e nel malaugurato caso di incidente è necessario intervenire nel minor tempo possibile.

Cercare di togliere quanto prima la sostanza estranea dall'occhio lavandolo con molta H2O fredda:

successivamente a seconda della natura della sostanza agire come segue:

Acido negli occhi: lavare ripetutamente con una soluzione al 2% di borace (borato di sodio Na2B4O7)

e successivamente con molta H2O.

Basi negli occhi: lavare ripetutamente con una soluzione all' 1-2% di acido borico e successivamente con H2O.

Frammenti di vetro negli occhi: lavare brevemente, bendare con bendaggio leggero per tenere l'occhio chiuso.

In tutti i casi, chiedere l'intervento immediato di un medico.

E' possibile usare i bagnetti ottici presenti in laboratorio funzionanti sia ad acqua che a borace e ad acido borico.

USTIONI

1) Da calore secco (oggetti caldi, fiamme)

Per piccole ustioni senza lacerazione della pelle, raffreddare con acqua, spalmare la parte colpita con pomate apposite (esempio Foille) ed applicare una fasciatura leggera.

Per ustioni più gravi, immergere la parte ustionata in H2O fredda per qualche tempo per calmare il

bruciore, togliere tutto ciò che potrebbe causare problemi per il possibile gonfiarsi della parte colpita (anelli, scarpe, orologio, etc), bendare leggermente senza applicare pomate, non rompere le bolle eventualmente formatesi, non applicare cerotti sulla pelle, chiamare il medico.

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2) Da elettricità

Di solito si osserva una zona scura sulla pelle: chiedere l'intervento del medico perché si possono esser verificati gravi danni in profondità non percettibili all'esterno.

3) Da acidi

Lavare abbondantemente con H2O la parte colpita: togliere gli indumenti inquinati usando i guanti:

lavare con una soluzione all' 1-2% di bicarbonato di sodio ed ancora con H2O, quindi bendare. Se la

ferita è estesa, chiamare un medico.

4) Da basi

Come per il caso degli acidi ma lavare con una soluzione all' 1-2% di acido borico o con 0.5% di acido acetico.

TAGLI

In caso di piccole ferite, cercare di togliere eventuali frammenti lasciando sanguinare per qualche secondo la ferita. Disinfettare e bendare. Se la ferita è grave, chiamare un medico e nel frattempo controllare l'emorragia comprimendo i lembi della ferita ed applicando a monte un laccio emostatico che va allentato di tanto in tanto.

INGESTIONE DI SOSTANZE TOSSICHE

Può accadere che del liquido arrivi alla bocca perché schizza da qualche recipiente o perché si sta usando una pipetta aspirando con la bocca anziché usando la propipetta in gomma, azione che, si ribadisce, è assolutamente vietata.

Se non si è ingerito il liquido, sputare immediatamente e sciacquare la bocca con abbondantissima acqua. Se si è ingerito, chiamare il medico e nel frattempo agire a seconda dei casi:

ingestione di acido: bere molta H2O, seguita da latte di magnesio (sospensione di ossido di magnesio

in acqua), non far vomitare l'infortunato perché l'acido risalendo alla bocca potrebbe causare ulteriori gravi ustioni.

ingestione di basi: bere molta H2O, seguita da succo di limone o arancio, o soluzioni diluite di acido

citrico: come sopra, non far vomitare l'infortunato.

ingestione di sali di metalli pesanti: bere latte o chiara d'uovo.

avvelenamento da gas, portare l'infortunato in luogo aperto e ventilato o erogargli ossigeno.

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ASSORBIMENTO CUTANEO DI SOSTANZE TOSSICHE

Attenzione: l'avvelenamento da assorbimento cutaneo è tra i più subdoli, perché può anche essere molto lento e manifestarsi dopo lunghi tempi, quando magari non si è più in contatto diretto con le sostanze pericolose che lo hanno provocato, per cui diventa difficoltoso capirne le cause. Anche in questo caso, la prevenzione è la migliore difesa.

In caso di contagio, lavare la parte colpita con un getto di H2O fredda e con sapone, risciacquando a

lungo.

Evitare l'uso di solventi organici per lavare la parte colpita perché questi rischiano di funzionare da veicolanti per la sostanza tossica e di favorirne l'assorbimento cutaneo.

STATO DI SHOCK

Spesso l'infortunato cade in uno stato di shock che si manifesta con stato di debolezza fisica, pallore, respiro affannoso, sudorazione fredda, vertigini, nausea, visione confusa, ansia e paura. In attesa del medico, che va urgentemente chiamato, far distendere l'infortunato con i piedi leggermente alzati e col capo piegato di lato, coprirlo, e non lasciarlo solo ma parlargli cercando di rassicurarlo.

SVENIMENTO

Quasi sempre lo svenimento è dovuto alla temporaneo calo di afflusso di O2 al cervello. Slacciare gli

abiti dell'infortunato attorno al collo ad al petto, coprirlo, girargli il capo di lato assicurandosi che la lingua non ostruisca il passaggio dell'aria in gola. Se l'infortunato smette di respirare, praticargli la respirazione artificiale.

N.B. La mancanza di O2 al cervello anche per pochi minuti può provocare danni irreparabili.

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Indice

Pag Argomento

02 Link utili e fonti bibliografiche (Sicurezza.pdf)

03 Tipologia degli Incidenti

04 Norme da osservare nel laboratorio di Chimica

09 Links (sicurezza)

10 DPI (Dispositivi di Protezione Individuale)

11 Etichette (Frasi R) (Frasi S) / (Frasi H) (Frasi P)

23 Normativa Italiana

27 Pittogrammi/Segnaletiche

31 Classificazione delle sostanze in base alla loro pericolosità

40 Schede di sicurezza (prodotti Chimici)

41 Primo soccorso

44 Indice

29/09/2013 Rev 1.0 prima versione 30/09/2013 Rev 1.1 (Corretti due Broken Link)

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