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1 Universita' per gli stranieri "Dante Alighieri" di Reggio Calabria e Associazione Mnemosine ente accreditato dal Miur alla formazione Anno Accademico 2016/17 Corso di Specializzazione Biennale DSDS0215 D.M. N. 509 del 3 novembre 1999 e D.M. N. 270 del 22 ottobre 2004 in "Autori si diventa: come insegnare a tutti l'arte dello scrivere" attraverso la metodologia didattica cooperativa e la motivazione allo studio

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Universita' per gli stranieri "Dante Alighieri" di Reggio Calabria e Associazione Mnemosine

ente accreditato dal Miur alla formazione

Anno Accademico 2016/17

Corso di Specializzazione Biennale

DSDS0215D.M. N. 509 del 3 novembre 1999 e D.M. N. 270 del 22 ottobre 2004

in

"Autori si diventa: come insegnare a tutti l'arte dello scrivere"

attraverso la metodologia didattica cooperativa e la motivazione allo studio

Tutor Candidato

Dott.ssa Lina Cannata dott.ssa Antonella Dall'Omo

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da Scrivere e pubblicare libri in classe di Judy Green, Editrice Eirckson

COME SI APPROCCIA IL MONDO DEGLI AUTORI

Per avere degli alunni che seguono, che hanno voglia di fare, che si propongono nelle attività di lettura e di scrittura, non serve che stimolarli, incoraggiarli e motivarli.

Il libro, da quel corpo estraneo e pedante che viene percepito come un obbligo, un fardello, una cosa noiosa ed inutile, deve trasformarsi in un oggetto del desiderio, in una presenza accattivante che ci aiuta a scoprire cose fantastiche perchè ci aprono la mente, ci danno dei saperi a noi altrimenti sconosciuti, ci danno delle conoscenze con le quali possiamo noi stessi studenti passare all'essere protagonisti.

Il testo in questione fornisce senza tanti preamboli regole chiare e dirette su come e cosa impegnare il gruppo di lavoro in classe.

Innanzitutto la classe e la stessa scuola deve rappresentare un luogo dove si possono trovare e quindi leggere i migliori libri del mondo; per migliori libri del mondo si intende tutti i libri validi che sono stati scritti da scrittori capaci che hanno scritto con l'intento di fare degli ottimi lavori. Si dà al ragazzo quindi merce buona (inutile perdere tempo con prodotti scadenti) per partire con il piede giusto dentro un viaggio che sappiamo come possiamo iniziarlo ma non sappiamo come finirà.

I libri devono potere trattare di vari argomenti, devono essere interdisciplinari, devono essere scritti con un linguaggio chiaro e comprensibile, anche se devono potere prevedere diversi generi e diversi stili. Ne consegue che la biblioteca deve prevedere libri per dsa e per bes, libri per audiolesi o ipovedenti, libri per iperattivi o disturbati mentali.

Il gruppo di lavoro (quindi si presuppone tutta la prassi legata alla cultura del lavorare insieme e del vedere nello scambio reciproco un punto di forza e non certo una di perdita di tempo) deve cominciare a riflettere proprio sui diversi linguaggi, che spazieranno dalla narrativa al saggio storico, dalla fiaba all'articolo giornalistico, dal genere horror al tema religioso, dalla poesia alla prosa, ..., andandoli a incasellare dentro uno schema (mappa mentale o tabelle) magari arricchita di disegni, illustrazioni, vignette, commenti, impressioni personali.

Si dice subito ai ragazzi che si sta facendo tutto questo perchè si vuole portare la classe alla stesura di un proprio libro, dando il chiaro messaggio che tutti possiamo diventare scrittori, e che lo scrivere è una abilità/competenza che si può acquisire e coltivare, soprattutto dentro un team che si divide i compiti, che si supporta, che si confronta e che si stimola.

Non ci si deve spaventare del carico di lavoro previsto; il tempo e la capacità organizzativa di un buon team docenti che sanno pianificare e monitorare le situazioni e le problematiche emergenti, possono fare esattamente quel che serve, ossia far passare il messaggio dominante che occorre stare dentro una intelligenza creativa, verso un pensiero divergente, critico ed autocritico, dove gioca un ruolo importante l'insight, l'attimo dell'illuminazione, il genio imprevisto, la capacità di immaginare e di inventare strade nuove.

Dopo avere scoperto i vari generi letterari gli studenti devono andare a ragionare sui testi sezionandoli come se fossero composti da arti separati facenti parte di un unico

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corpus: di ogni libro/racconto/articolo devono catalogare i personaggi, la trama, il contesto, il problema e la soluzione.

Tutto questo procedere comporta dal punto di vista didattico attività di brainstorming, di ricerca materiale, di abbozzamento, di confronto, di riflessione, di pausa, di ripresa, di richiesta d'aiuto, fino ad arrivare alla fase della consegna, per cui ogni scrittore necessita di un editore e di un redattore. Il libro costruito dalla classe come ogni libro che si rispetta può prevedere una dedica, una fotografia di gruppo e delle illustrazioni a completamento.

Il libro, una volta entrato nel giro delle biblioteche e delle librerie (in questo caso potrebbero essere le stesse scolastiche, per iniziare) viene accompagnato nella sua fase di pubblicizzazione e presentazione.

Straordinario il senso di realizzazione che può impadronirsi dei ragazzi, che si sentono responsabili ed orgogliosi di avere creato il loro libro, la loro storia, il loro pensiero, e che si sentono già pronti per il libro successivo.

E' chiaro che dentro questo mondo del far fare, del dare fiducia, del dare credito, del ritenere possibile e migliorabile ogni processo ed ogni competenza, che non distingue (pur distinguendolo) l'alunno bes dal cosiddetto normodotato, che non pregiudica il dsa ma lo giustifica nel consegnargli il suo spazio a propria misura, dentro il quale potrà fare affidamento anche su risorse collettive (magari anche provenienti dalla stessa famiglia), non c'è posto per il pregiudizio, per la discriminazione, per atteggiamenti negativi che disabilitano fin dall'inizio la possibilità di aprire porte condannandole a rimanere chiuse.

Una volta posta la prima pietra, le altre seguiranno.

Si può pensare e passare dalla sedia dell'autore al fare ricerche sugli autori stessi: chi sono, cosa hanno scritto, come lo hanno scritto, come si lega la vita reale con lo scrivere, cosa ci è piaciuto/interessato e cosa meno, le parole nuove scoperte, le idee nuove che ci fanno venire in mente, ..., è tutto un subbuglio di pensieri, considerazioni, valutazioni in corso d'opera.

Da un approccio generico si può passare ad un approccio più approfondito, quindi si fa una selezione degli autori che in assoluto più ci piacciono, e tra questi se ne può scegliere uno.

Una volta individuato il soggetto da approfondire, di lui vogliamo scoprire tutto; dalla sua biografia alla sua storia artistica, dai suoi libri al suo pensiero, dai suoi aneddoti alle sue conquiste/momenti di prova. La ricerca si può arricchire con considerazioni geografiche e storiche di appartenenza; si possono aggiungere oggetti tipici del suo paese o della sua cultura; si possono aggiungere dei video che si legano all'autore stesso o allo stesso contenuto trattato.

Inutile dire che per conoscere bene uno scrittore occorre leggere quello che ha scritto, e dunque un grande spazio dovrà essere riservato alla lettura, che può essere fatta a voce alta dalla stessa insegnante, o dagli stessi alunni che avessero una buona capacità di lettura/espressione orale (perchè anche l'udito e non solo l'occhio vuole la sua parte).

Se ci fossero alunni ipovedenti, o lesi nell'udito, o lesi nella mobilità, è ovvio che bisogna mettere in campo tutta una serie di strumenti appositi che sono stati ampiamente descritti nei saggi legati ai moduli. Per i non udenti il linguaggio lis ( e sarebbe perfetto il maestro anch'esso non udente), per i cechi il metodo braille di lettura/scrittura ed

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opportuni video ingranditori. Ovviamente c'è tutta un'attenzione che va riservata all'ambiente, agli spazi, alle esigenze ergonomiche dell'abitare. Per non parlare della cultura dell'accogliere e dell'includere, che certo non viene mai abbastanza raccomandata o piuttosto vissuta e incarnata.

L'opera dell'insegnante può provvedere a tenere acceso l'interesse e l'impegno, oltre che il carico emotivo/partecipativo, proponendo giornalmente/settimanalmente delle massime di vita, delle perle di saggezza, prese qui e là dai tesori che gli autori ci hanno lasciato in eredità sempriterna.

Pensiamo alla bacheca dell'autore, o all'organizzare un vero e proprio incontro con lo stesso, nel caso di autori ancora viventi.

In questo caso occorre anche preparare un piano di intervista, e simpatici saluti di accoglienza e di congedo da comporre sullo stile della rima, qualcosa di scherzoso che possa fare sorridere e rendere speciale un giorno di per sè importante.

Il testo propone anche cinque attività leggère che possono aiutare nella gestione di questo lungo e complesso cammino e che sarebbero:

l'albero degli autori famosi il giorno dopo giorno il confronto le collezioni il sondaggio popolarità

Dal primo caso a scendere: i ragazzi vanno a mettere su un albero stilizzato e messo in classe i loro autori letti o in lettura e l'insegnante chiede loro quali libri hanno scritto; il docente chiede agli alunni le cose che hanno saputo/imparato a fare e le cose dove incontrano delle difficoltà, andandole a registrare dentro un cartellone condiviso, che viene di volta in volta aggiornato; i ragazzi si confrontano sulle diversità che si possono incontrare tra i vari testi in lettura; i ragazzi parlano delle loro collezioni di libri letti e devono pensare a come stilare un elenco, ad una copertina illustrata che raffiguri i libri preferiti, o disegnandola o recuperando immagini dalla rete, e al titolo da dare a questo indice; l'insegnante indaga su quale sia l'autore più popolare o meno popolare tra quelli discussi in classe.

Ad un certo punto la docente riserva uno spazio anche alla ricerca personalizzata; lavorare in team non significa che devono sparire le attività dei singoli. Potrebbe essere che un alunno in particolare mostri uno spiccato interesse per un autore specifico; bene, è l'occasione giusta per invitarlo a fare un lavoro in solitaria, di cui poi renderà conto alla classe. Questa necessità del lavoro in solitaria può anche essere utile per contestualizzare alunni speciali, con particolari tipologie di apprendimento, per le quali i tempi del lavorare da solo sono meglio congeniali.

E' chiaro che lavorare da solo non significa che ci si deve dimenticare di questa presenza e di questa risorsa; quindi meglio precisare l'ossimoro solo apparente "da soli ma in compagnia."

E' anche interessante la possibilità/proposta di scrivere ad un autore per chiedere curiosità particolari o dubbi, o altro, che però deve nascere da un bisogno sentito e reale e non forzato o costruito. Deve essere spontaneo, anche se magari incoraggiato e guidato.

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Bisogna spiegare all'alunno che non serve fare domande di cui si sa già in merito, e che per procedere in tal senso occorre visionare le eventuali interviste a cui l'autore è già stato sottoposto e di cui ha già dato risposta.

Le lettere devono essere di singoli e non del gruppo classe, dove si rischierebbe di cadere in domande generiche, distratte e demotivanti nella risposta.

Nè l'autore nè l'alunno hanno bisogno di perdere tempo, e dunque se si vuole fare una cosa che la si faccia al meglio.

La classe potrebbe nel tempo andare a creare un archivio dove conservare tutti gli autori studiati, i loro profili, le loro curiosità, i premi ricevuti..., e mettere tutte queste risorse al servizio di altre classi, di altre scuole, dentro un sistema di rete.

Mai come oggi che siamo nell'era del digitale mi viene da sognare una scuola di campagna, ancora legate alle tradizioni, agli usi e costumi dei nonni, ai dialetti, alla salvaguardia del territorio, dove i bambini e i ragazzi imparano a vivere il loto tempo e il loro luogo, con tutte le sue bellezze naturali ed artistiche presenti e da scoprire.

Mai come oggi che l'antico mondo agreste e contadino, piuttosto che montano o di frontiera è in pericolo, aspirerei ad insegnare in un contesto non urbano, dove regnasse il tempo delle stagioni con le sue naturali esigenze e con la sua ciclicità.

Dentro questo mondo fatto di silenzio come di occasioni di incontro, elargirei gli strumenti della tecnologia come veri gioielli da indossare in pieno giorno, quando gli altri prima di loro e meno fortunati ne sono rimasti privi e sacrificati, in modo da vincere le antiche barriere del tempo e dello spazio.

Non è l'avvento del digitale che ci può portare via il gusto del passato e del ricordo, ma semmai è l'uso sapiente del digitale che va raccomandato per fomentare e diffondere antiche abitudini e saperi, fino a che se ne è ancora in tempo, fino a che i nostri vecchi che hanno vissuto le storie del tempo immobile e del tempo tragico, abbiano la forza e la memoria di raccontarcele.

Ecco il grandioso ruolo del libro, quello di conservare e salvaguardare il tempo passato dall'essere dimenticato e buttato via.

Nell'evenienza di dovere invitare a scuola il nostro autore prescelto, occorre predisporre un evento curato nei minimi particolari, che abbia tutte le possibili garanzie di successo, che lasci un buon ricordo nei ragazzi come nell'ospite, e che permetta la pianificazione di un incontro successivo con un nuovo ospite.

Trovarsi di fronte in carne ed ossa il creatore dei nostri racconti preferiti può essere di grande incoraggiamento per i giovanissimi scrittori in erba; è pur vero che il rischio di cadere nella banale e nella scontato è sempre incombente, dunque è necessario preparare i ragazzi a questa giornata speciale, facendoli coinvolgere al massimo alle necessità del caso.

Infine si può pensare alla settimana del libro; la scuola organizza una settimana intera dedicata alla celebrazione della lettura; dentro questa settimana le attività potrebbero essere dal vestirsi come uno dei personaggi librari al rappresentare breve scenette teatrali collegate al personaggio; dall'indire un festival della poesia all'invitare a creare segnalibri, testi, filastrocche; dalla sessione di lettura collettiva allo scambio dei libri; dal

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censurare la tv all'indossare una spilla che recita "Nella settimana della lettura ci si dedica interamente al leggere"; dall'indire gare di ortografia all'indire quiz sulle favole; dall'inventarsi cruciverba sui libri al proporre il gioco "Indovina il libro che..."; dall'andare in gita nel paese natio di un autore all'organizzare un incontro con lo stesso...

MA ECCO COME SI PORTA I RAGAZZI A DIVENTARE AUTORI

Siamo in un contesto di scuola media di primo grado; già questa è un'età in cui si ha un'adeguata autonomia ed i ragazzi, se ben organizzati e motivati all'impegno, dimostrano di saper produrre degli eccellenti lavori, sia nella parte di scrittura che nella parte di illustrazione.

Che cosa occorre fondamentalmente?

La fiducia in se stessi, la fiducia nel proprio insegnante, la voglia di mettersi alla prova, il piacere di mettere le mani in pasto alla scrittura.

Se ci sono questi ingredienti, allora possono seguire il bisogno di un'aula, di una stampante, di uno scanner, della rete, di un pc, del tempo necessario e di tanti tanti tanti libri, tante tante tante idee, tanta tanta tanta carta.

Si può invitare alcuni genitori a sopperire a certe necessità, là dove la presenza di un responsabile può risultare efficace, e comunque deve essere vista con occhio positivo dagli stessi ragazzi.

L'insegnante è sempre quella figura magica che c'è e non c'è, che è sempre presente ma sempre dietro gli scenari, nello spazio di fondo.

Supervisore, controllore, guidatore del traffico, facilitatore di risposte, risolutore di dubbi, suggeritore di soluzioni, artefice del far sentire capaci, del far apparire e rendere tutto realizzabile.

La cosa che rende questi giovanissimi entusiasti è il sentirsi liberi, soddisfatti, autonomi, rilassati, creativi, superimpegnati...e poi anche nel vedersi riconosciuti nel loro sforzo.

Ricordiamo che la motivazione vincente è sempre quella interiore e non quella esteriore, che ricerca l'approvazione altrui, ma saremmo degli ipocriti nel ritenere superfluo, in questo contesto, il parere degli altri. Uno scrittore può essere anche bravissimo, ma se non vende, se non ha un riconoscimento di pubblico, rimane una perla sconosciuta.

Questo non deve accadere ai ragazzi, che in qualche modo, aldilà delle loro possibili vendite sul mercato, comprendono di avere realizzato qualcosa di buono che li ha fatti crescere, misurare, sperimentare.

Sul fronte tecnologico e non solo occorrono: un programma di videoscrittura e uno di impaginazione o di grafica; ogni genere di cancelleria; cartoncini spessi e semilucidi; materiali vari; aghi da rammendo e spago; forbici, nastro e colla; graffette e postit; cucitrici; dizionari e libri di grammatica; copioni di come potrebbe essere il lavoro finito.

Sul fronte psicologico e relazionale occorre dare tempo al tempo, piena libertà di organizzarsi e riflettere, produrre idee, ragionarle, modificarle in corso d'opera.

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Le parole d'ordine devono essere elasticità/flessibilità (da ambo i fronti), pazienza,fantasia e rigore, dove per rigore si intende la certezza dell'impegno che ogni alunno va a spenderci dentro.

Si ritorna ancora una volta sull'utilità di coinvolgere le famiglie: ai genitori va spiegato quello che i ragazzi stanno facendo a scuola, i genitori stessi devono venire capitalizzati per la loro stessa funzione di educatori; va detto loro, magari con una adeguata lettera di presentazione del progetto, che i buoni scrittori sono stati tutti buoni lettori, e che loro potrebbero dedicare un pò di tempo (se ne hanno o se intendono trovarlo) alla lettura ad alta voce nei confronti dei loro figli.

Leggersi un racconto a mente, o sentirlo leggere a voce alta, come recitato, non è esattamente la stessa cosa.

E' come dire che andare a teatro e vedersi lo spettacolo sarebbe uguale che vederlo da casa in televisione.

Si può pensare ad una sorta di giornalino di classe che puntualmente rendiconta alle famiglie lo sviluppo delle attività, le difficoltà incontrate, i miglioramenti acquisiti.

Si può pensare all'uso classico delle bacheche, degli striscioni, delle vetrine qui e là sparse per la scuola. Si può pensare alla loro presenza come ad una sorta di pubblico in miniatura, un pubblico di prova, che viene sperimentato nella preparazione dei testi; è ovvio che va loro spiegato che collaborare non significa sostituirsi e che gli artefici del tutto devono rimane sempre i ragazzi.

Si può pensare ad inviti, a serate organizzate, a biblioteche scolastiche dove gli stessi genitori possono recarsi e trovare il libro che cercano o di cui hanno bisogno. Una biblioteca doppia, pensata per i ragazzi e pensata per la famiglia.

Ci si accorgerà infine di quanto possono risultare preziosi i loro consigli nella fase finale di pubblicazione, quando i ragazzi dovranno confezionarsi il libro per renderlo divulgabile e leggibile. Certo, un libro artigianale, ma non per questo meno importante. Anzi!

Bene, se i nostri ragazzi devono diventare autori, devono innanzi tutto decidere di quale argomento parlare. Le possibilità sono: partire da un interesse personale; partire dalla stagione e legare ad essa una serie di attività, da quelle legate al periodo, a quelle legate alla tradizione, e così via; partire da un evento significativo che si presta ad essere raccontato ed allargato; partire da un fatto di cronaca che ci porta a riflettere certe tematiche e certi altri documenti/testi che possiamo riprendere ed approfondire...

Partire insomma da dove si voglia e si decide, purchè si parta.

Per fare un esempio concreto, immaginiamo che i ragazzi vogliano scrivere sull'autunno; si può invitare a raccontare che cosa accade in questa stagione, ossia cosa fanno le persone ad ottobre, cosa accade agli animali, e a scuola, e alla natura, e agli alberi, e al tempo, e cosa accade nel mondo sportivo, in televisione, nelle ricorrenze....?

Non solo immaginando ma anche facendo le stesse cose che andiamo a raccontare, ossia, stiamo dicendo che il bosco cambia colore e che cadono le foglie? Allora andiamo a fare una passeggiata nel bosco, e osserviamolo, raccogliamo le foglie per poi studiarle, raccogliamo le bacche, i frutti di bosco, prendiamo appunti, facciamo fotografie, facciamo

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schizzi, disegni, lasciamoci ispirare dalla stessa natura e dalla sua impareggiabile bellezza.

E ancora: cosa hanno detto gli altri prima di noi su questa stagione? quali le poesie che più ci sono piaciute? e i disegni? le illustrazioni? la copertina? l'indice? gli inserti? la bibliografia? la dedica?...

Ma da dove prendono le idee gli autori? Il testo propone una classifica dei dieci luoghi migliori per trovare ispirazioni, e sono:

il partire da altri libri l' adattare canzoni tradizionali particolarmente sentite (ma forse vale più per la

cultura americana) i ricordi d'infanzia l'immaginazione i sogni la famiglia l'amicizia la vita reale, eventi che accadono i luoghi da visitare o visitati la televisione, i film visti

E se poi si viene assaliti dai dubbi e dalla paura di non essere all'altezza? E' normale, anche i grandi scrittori devono affrontare il rischio di non avere idee buone, di avere dei momenti di vuoto, e così via. Occorre sempre incoraggiare, far capire all'alunno che non deve preoccuparsi, che deve solo stare tranquillo, provarci, fare dei tentativi, che prima o poi troverà quello giusto.

Le sei strategie per alimentare il pensiero creativo sono:

pensare stendere un elenco di interessi creare una mappa concettuale fare degli schizzi parlare e confrontarsi annotare le idee su un taccuino

Se i pensieri volano, le parole vanno a piedi, quindi è necessario raccogliere le ali del pensiero prima che sfugga nell'etere, concretizzandolo nelle parole.

I possibili interessi dei bambini, se vogliamo rimanere in un contesto per i più piccoli, potrebbero essere: lo sport preferito, l'hobby preferito, un posto speciale, qualcosa di speciale che ho fatto, cosa vorrei fare da grande, i miei amici, dove vivo, da dove vengo, il mio animale o cucciolo preferito, questioni ambientali, la mia famiglia.

Scelto il tema, i bambini/ragazzi devono creare una mappa mentale che raffiguri tutti i nodi che andranno a far parte del libro; l'insegnante mostra alla classe come nasce una mappa mentale, e tanto per essere pratici la disegna alla lavagna o la mostra sulla lim.

Per esempio, la mappa mentale legata a questo libro, ci dice l'autrice, sarebbe stata la seguente

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Il senso della paura di non farcela, di non avere nulla da dire, di non riuscire a fare qualcosa di bello, affligge tutti, sempre, persino gli scrittori abili e ormai collaudati.

Un nuovo libro è sempre un nuovo libro, è sempre un salto nel vuoto, è sempre un rischio, ma guai se ci si lasciasse vincere dal timore di fallire, nessuno scriverebbe più nulla, e perderemmo delle meravigliose occasioni di realizzazione.

Anche parlare, parlarsi, confrontarsi, e non solo leggere, aiuta molto a trovare idee e a dare forma alle idee.

Quando ormai il nostro libro potrà essere considerato finito, occorrerà poi trovargli un titolo, che rappresenta una decisione di per sè di non poco conto; il titolo giusto farà vincere o non vincere una certa pubblicazione, nel titolo si concentra tutto, si concentra la nostra aspettativa e il nostro pensiero più profondo.

Per fare questo è utile convocare il gruppo classe; gli alunni devono imparare a gestire riunioni di gruppo, perchè chi sa dirigere sa anche partecipare, come dice l'autrice in un punto del testo, e come spesso hanno modo di constatare gli stessi insegnanti durante le loro lezioni di classe.

Prima della pubblicazione definitiva, c'è tutto il duro lavoro di revisione e correzione delle bozze; è senz'altro in questo passaggio che si concentra il ruolo specifico del docente, che fin dall'inizio ha dovuto agire dietro le quinte, cercando sempre d iavere sotto controllo le situazioni in sviluppo.

Che poi dire avere sotto controllo non significa che i ragazzi non hanno libertà di spaziare, ma che nella loro libertà di decidere ed organizzare c'è sempre l'insegnante come coach dei ragazzi.

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Il ruolo del redattore comporta infinite necessità tra cui potremmo elencare i segunti verbi: incentivare, sviluppare, incoraggiare, stimolare, assecondare, promuovere, spronare, incitare, esortare, provocare, riconoscere, animare, persuadere, invogliare, suggerire, sostenere, formare, ...

L'insegnate fa un pò tutte queste cose... e nello specifico, dopo avere letto e riletto il libro, deve andare a suggeire parti che vanno eliminate o chiarite/migliorate e al contrario parti che vanno meglio allargate ed approfondite.

Le dieci domande che un redattore si deve sempre porre sono:

il titolo attira l'attenzione del lettore? chi leggerà il lavoro? per chi scrivo? il concetto principale è chiaro? quello che ho scritto ha senso? le ide esposte seguono un ordine logico? sono state utilizzate parole interessanti per il lettore? sono state introdotte le immagini che possono fare meglio

capire/coinvolgere? la conclusione è buona? vi sono errori di ortografia-punteggiatura? il testo è chiaro e ben fatto?

Dopo questo lavoro di supervisione, non può mancare il punto di vista degli stessi alunni, quindi il testo va posto al giudizio anche dei compagni, che per fare questo si dividono in coppie e fanno discussione e confronto.

Il momento delicato e sostanziale della revisione è parte integrante della creazione del libro; si potrebbe dire che mentre nella fase di creazione ci sono ancora molto incertezze e tutto è in divenire, nella fase di revisione è come se il libro avesse già superato il primo step della sua crescita, e viene affidato alle sapienti cure di persone esperte che ne sanno fare un prodotto migliore, senza dubbio vincente, sempre che la materia prima lo permetta.

Insomma, redattore ed autore fanno parte della stessa squadra e si devono dare reciprocamente la massima fiducia.

Anche la procedura di correzione ha il suo fascino; l'insegnante può periodicamente proporre agli alunni dei testi appositamente contenenti errori, ed invitarli a correggerli, giusto per tenerli allenati e per creare l'occhio dell'errore.

In tutte queste fasi, che possono anche richiedere molto tempo, per cui non bisogna mai avere fretta, indispensabile sarà il computer (e la rete), questo nostro indispensabile attrezzo che ci facilita la scrittura e la stessa lettura, per non dire la stessa correzione, e che arricchisce il lavoro di creazione di numerosi stimoli aggiuntivi.

I ragazzi ne vanno pazzi, dunque utilizziamolo alla grande, appena ci è possibile, e rendiamolo il nostro tramite speciale tra il tempo casa e il tempo scuola.

Ecco invece una serie di simboli che vengono utilizzati come linguaggio formale condiviso nella correzione delle bozze:

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Ogni libro che rispetti ha una parte illustrativa importante: tanto la parte di scrittura deve essere curata nei minimi particolari, tanto la parte di racconto visivo deve essere pensata a progettata sulla veste dell'abito raccontato.

Ricordiamoci delle varie competenze, e dei diversi stili di apprendimento, tra cui appunto quello legato all'immagine, al gusto estetico del colore e della forma, al gusto satirico della vignetta, al gusto onirico del disegno fantasioso/intimista, al gusto fantascientifico del disegno futuristico...

A molti bambini piace disegnare, e dunque questa tendenza al disegno va assolutamente sfruttata e ricondotta per vie traverse anche all'apprendiemento del lingua, dell'ortografia, della stessa geometria, della proporzione, dell'orientamento spaziale, della scoperta dei simboli, dell'esprimersi per codici...

Sul fronte della tecnica, si deve consigliare ai bambini l'uso delle matite colorate o della tempera, che danno possibilità di un tratto pulito e sempre molto vivace. Evitare quindi i colori ad olio o a cera perchè lasciano aloni.

Utile organizzare un incontro con l'esperto di illustrazioni, che può dare subito degli ottimi avvisi e consigli.

Una nota va spesa sullo stile che può spaziare dal genere fumettistico al genere reale/naturalistico.

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Per arrivare a dei buoni risultati anche nel campo visivo, occorre spendere del tempo per allenare le abilità e competenze espressive: proporre quindi esercizi dove gli alunni si devono concentrare una volta sulla scelta dei colori, una volta sulla scelta del tratteggio, una volta sulal scelta della superficie su cui lavorare, una volta sulla scelta delle forme, e quindi fare riflettere sulla composizione in opera.

Per esempio, se sto raffigurando la scena di una pagina del mio libro, mi devo chiedere: dove vado a collocare il mio protagonista? ci voglio mettere tanti particolari o voglio metterci poche cose che siano meglio distinte? come devo fare per dare risalto ad un particolare piuttosto che ad un altro?...

E ancora: per chi sto realizzando i miei disegni? per un pubblico piccolo o adulto? perchè se sto lavorando per un pubblico piccolo dovrò realizzare disegni semplici e immediati, diversamente dovranno essere quelli per i grandi che apprezzano i particolari e dunque la ricchezza di note figurative.

E ancora: come vado a distribuire le illustrazioni nel testo? Alla fine avrò pagine dove al testo si unisce la figura, altre fatte di sole figure, e altre ancora fatte di sole parole.

L'opera deve risultare gradevole nel suo complesso, nel suo sguardo d'insieme, e dunque anche questa parte del lavoro prevede revisioni, ripensamenti, aggiustamenti continui.

Utile proporre la tecnica dello story board, ossia di mettere in scena una serie continuativa di figure che vanno a raccontare la storia.

Per chi non amasse in modo particolare il disegno può essere utilizzata la tecnica del collage; si possono ritagliare ed incollare materiali e figure varie, e spesso tra le varie possibilità ci si stupisce dell'effetto finale a sorpresa.

Anche la grafica merita tutta la nostra attenzione: per grafica si intende la scelta del carattere, lo stile di impaginazione, lo stile di visualizzazione.

Per capirci, si invitano i ragazzi a guardare i libri letti e a scegliere quello che a loro piacerebbe di più.

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E poi ancora, vogliamo avere due pagine per foglio? immagini alternate al testo? immagini accompagnate da piccole note? immagini ai lati e il testo nel mezzo?...

Anche la dimensione del libro deve essere ragionata secondo l'uso; se è destinato ai bambini piccoli, anche il libro dovrà avere piccole dimensioni, per essere manovrabile e sotenuto. Viceversa se destinato ai grandi.

Da non trascurare la pratica del lettering, ossia del giocare con le lettere che vengono scelte per forma, colore, stile, ma anche inventate e create con programm di scrittura, per cui per esempo si potranno mettere le lettere dentro gocce d'acqua o dentro le foglie e via dicendo, a seconda del contesto da illustrare.

La lettera iniziale di ogni capoverso potrà essere pensata con uno stile particolare.

Le pagine si possono arricchire dei filetti, ossia tratteggi lineari che vanno a rappresentare delle specie di cornici intese come abbellimento e completamento al racconto.

Quando i ragazzi vanno a progettare la pagina dell'autore, senz'altro si potranno sentire al settimo cielo: decideranno quale figura esporre di se stessi per rendersi visibili nella loro opera, ed anche in questa occasione avranno la possibilità di confrontarsi e valutare.

Il primo piano deve sempre rimanere sulla copertina, che insieme al titolo rappresenta il biglietto di presentazione del nostro libro.

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I consigli per creare copertine originali sono:

incollare le immagini su basi colorate sfuttare effetti di contrasto aggiungere un filetto creativo realizzare una copertina tridimensionale (soprattutto per i bambini piccoli) utilizzare materiale a tema (esempio se parlo di cucina posso utilizzare la

pasta) inserire effetti speciali che possono rendere la copertina originale

Passando alla fase di rilegatura ecco quattro semplici modi per rilegare:

graffettare insieme tutte le pagine incollare le pagine su cartoncino e graffettare i cartocncini piegare ogni pagina a metà e incollare tutti i retri piegare ogni pagina ed applicare una cucitura al centro utilizzare del nastro o della stoffa utilizzare la stessa rilegatrice scegliere se unire il lato sinistro o il lato superiore del foglio infine proteggere il libro con cartoncini rigidi o plastificati

Ecco, la nosta opera d'arte è completa. Può essere consegnata alla biblioteca della scuola o del Comune, nel caso si fosse in presenza di un progetto comunale.

E la valutazione? Siamo in un contesto scolastico e questo aspetto della valutazione non può essere trascurato e lasciato al caso.

Anzi, più che mai deve essere sottoposto ad un iter chiaro e ben comunicato.

E' ovvio che solo alcuni dei nostri piccoli autori da grande potrà decidere di fare proprio questo mestiere. Tuttavia questa attività che ha visto coinvolto tutti avrà lasciato delle abilità e delle competenze in ogni singolo partecipante; chi avrà raggiunto competenze relazionali, chi artistiche/estetiche, chi cooperative, chi espressive, chi naturalistiche/scientifiche, a seconda del tema trattato, e chi ancora storiche, legate alla memoria, legate alla capacità di osservazione, di fare sintesi, di fare ricerca, di fare satira, di fare dialettica ( parola grossa tuttavia non fuori luogo).

Le possibili tecniche di valutazione possono essere:

il portfolio gli incontri individuali i commenti dell'insegnante i questionari

La valutazione deve essere un processo attento e corretto, non deve lasciare motivi di malcontento e di equivoci; nel valutare si deve sempre pensare a dire le cose giuste, nel modo migliore, dove l'approvazione può essere esaltata e la critica deve essere sempre costruttiva e amorevole.

Ecco un esempio di questionario valutativo:

di frequente talvolta raramente Se raramente

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spiega perchè

Investe tempo ed energie nel lavoro

Dagli schizzi e bozze si evince la comprensione

Il lavoro risponde agli obiettivi

Il lavoro mostra un progresso

Applica le abilità apprese anche in altre aree

Lavora in autonomia

Lavora bene in gruppo

Possiede buone abilità di scrittura

E' creativo

Lavora in modo attento

Usa il tempo in modo oculato

Trae vantaggio dalle occasioni di apprendimento

E ancora ecco come valutare il lavoro fatto:

NOME...............................................................................................DATA........................

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PROGETTO.......................................................................................................................

Assegnare un punteggio da 1 a 6 dove 1=deludente 2=aldisotto delle attese 3=risponde alle aspettative 4=aldisopra delle attese 5= ottimo 6=eccellente

Idee e sviluppo: chiara esposizione delle idee 1 2 3 4 5 6

Struttura delle frasi: le idee sono esposte in frasi complete 1 2 3 4 5 6

Punteggiatura: uso appropriato della punteggiatura 1 2 3 4 5 6

Ortografia: l'ortografia prevista è corretta 1 2 3 4 5 6

Vocabolario: utilizzo di parole appropriate 1 2 3 4 5 6

Elementi visivi: chiari e dettagliati o appropriati 1 2 3 4 5 6

Abilità di eseguire le indicazioni: si è attenuto alle indicazioni avute 1 2 3 4 5 6

Ricerca: mostra di avere approfondito e di conoscere il soggetto di studio

1 2 3 4 5 6

Aspetto generale: il progetto è accurato e completo 1 2 3 4 5 6

Creatività: il progetto dimostra una linea di pensiero creativa 1 2 3 4 5 6

Punteggio da 20 a 29 (73-79%) da 30 a 39 (80_89%)

da 40 a 50 (90-100%)

voto

Commenti ............................................................................................................................................................................................................................................................................................

Bene, il nostro libro è stato scritto, pubblicato e valutato.

Non resta che festeggiare, e non possiamo non organizzare una bella cerimonia, in un clima festoso, con rinfresco, festoni e palloncini colorati.

Potrebbe seguire una serie di conferenze di giovani autori nelle quale i giovani protagonisti si mettono in mostra, si fanno conoscere, vanno a stimolare altri giovani che potrebbero diventarlo, innescando una rete vivente di buone pratiche.

Alle conferenze dei giovani autori possono seguire i seminari organizzati dai docenti che a questa importante esperienza hanno partecipato e contribuito.

Scrivere è per uno scrittore il mestiere più bello del mondo.

E per chi volesse cimentarvisi a proprio rischio e pericolo, qui può essere visualizzato un video su come realizzare libri in rete, a costo zero:

https://kdp.amazon.com/signin?language=it_IT&ref_=kdpgp_p_it_psg_gt_ad6

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Ma questo è ancora un altro discorso, utile per un altro libro.

Brevi note conclusive

E' curioso, tutte le volte che mi riprometto di approfondire la mia non sviluppatissima abilità nell'insegnare la matematica, cosa di cui sono perfettamente consapevole, scopro o mi inciampo nell'ennesimo libro fantastico sulla scrittura, e naturalmente la mia vocetta interiore mi dice "Ma cara, non puoi lasciartelo sfuggire, lo devi assolutamete leggere, chissà che cose meravigliose ti farà comprendere..."

E così sono sempre qua, a parlare di parole, di libri, di racconti, di come fare innamorare i bambini/ragazzi della scrittura e della necessaria lettura...

Ecco come è nata la scelta di questo piccolo saggio tra i miliardi di argomenti che avrei potuto scegliere o preferire; un piccolo saggio che non fa altro che ripercorrere il tracciato disegnato dalla Green, e rivisto con le mie lenti di interpretazione.

E' un'ipotesi di lavoro che consiglio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado.

Ringrazio tutti gli autori che hanno la bella virtù di scrivere e di donarci le loro perle di saggezza.

Ringrazio tutti i docenti che hanno partecipato a questo corso formativo.

Bibliografia

Uno di loro, Fabrizia Bugini e Gruppo Asperger Onlus, editore Erickson

Giochi con le storie, Beniamino Sidoti, editore La Meridiana

Famiglia e scuola, Alessandra La Marca, Armando Editore

Non calpestate i nostri diritti, Il battello a vapore Unicef, Piemme junior

Prima educare, Luigi Monti e Cecilia Bartoli, edizioni La Meridiana

Voler apprendere per imparare a pensare, Alessandra La Marca, Palumbo

Studiare da 30 e lode con il minimo sforzo, Geraldine Price, Pat Maier, Franco Angeli le comete

La scuola facendo , E-tutor, Pier Cesare Rivoltella, Carocci Faber

Imparare a insegnare, Michele Baldassarre, Carocci

Progettare per competenze, Guida Planet, Giunti Scuola

Favoloso, guida dell'insegnante classi 1-2-3, editrice LA SCUOLA primaria

La scuola degli idioti, Kamran Nazeer, Rizzoli

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Il patto formativo nelle scuole lombarde: monitoraggio e prospettive- Proposte di progetto

Contro il fanatismo, Amos Oz, Feltrinelli

Dire la pratica, la cultura del fare scuola, Ricerca, Bruno Mondadori

Come educare il potenziale umano, Montessori, Garzanti Elefanti

La crisi dello Stato, Brunello Taddei, Greco&greco

L'arte di insegnare, Isabella Milani, Vallardi

L'autoeducazione, Montessori, Garzanti

La dislessia e i disturbi specifici di apprendimento Annali della PI, Le Monnier

Asino chi non legge?, S. Federici, V. Corsi, M.E. Locatelli, Pearson

Linee guida per il DDAI (adhd) e i DSA, SINPIA, Erickson

Le storie di zia Lara, Nelly Meloni, Educazione e Rieducazione, Edizioni Magi

Il tutoring, K. Topping, Edizioni Erickson

99 idee per lavorare in gruppo, E. Dreyer e K, Harder, Edizioni Erickson

Didattica e gestione della classe, Emmer ed Evertson, Edizioni Pearson

Scrivere e pubblicare libri in classe, J. Green, Edizioni Erickson

I bisogni educativi speciali, Santo Di Nuovo, Giunti Scuola

Bambini disattenti e iperattivi, A.Capodieci, C.Cornoldi, Giunti Scuola

Autostima e fiducia in se stessi, Connie Palladini, Franco Angeli, Le Comete

Grammatica primitiva, M.Colli, G.Mauri e Saviem, Edizioni Erickson