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Information technology
settembre 201548
La webusabiLity
agli errori, idoneo alla persona-
lizzazione e all’apprendimento.
Quando un sito web viene pro-
gettato in maniera ottimale, assi-
cura che i risultati delle ricerche
di informazioni piuttosto che gli
acquisti effettuati dall’utente sia-
no stati ultimati in maniera velo-
ce, accurata e completa.
Perché massimizzare l’usabilità di un sito?Un livello scarso di usabilità crea
frustrazione e disagio, al punto
Cos’è l’usabilità di un sito web? Ecco una sintesi concreta delle sue caratteristiche e come ottenerla
Renée Bernhard L a weB UsaBility, o
facilità d’utilizzo di
un sito, è un elemento
fondamentale per il
coinvolgimento e la soddisfazio-
ne dell’utente. il termine usabili-
tà è definito nell’iso 9241 al capi-
tolo 11 come il grado di facilità
con il quale “può essere usato un
sito per raggiungere obiettivi
con efficacia, efficienza e soddi-
sfazione, in uno specifico conte-
sto d’uso”. il capitolo 10 spiega
come il sito deve essere idoneo al
suo compito e autodescrittivo,
controllabile dall’utente, confor-
me alle aspettative, tollerante
49settembre 2015
so resistente a modifiche al sito che
comportano un cambio nella navi-
gazione); conoscere i motivi più
frequenti che hanno portato alla
visita del sito e organizzarli in mo-
do conforme; assicurare la relativa
rapidità dell’interfaccia, bilancian-
do la funzionalità e i contenuti con
gli elementi grafici dinamici, evi-
tando quindi pagine in formato
pdf o numerosi loghi al posto di
contenuti organizzati e facilmente
reperibili.
Alcuni esempil’architettura del sito dovrebbe
essere intuibile dai titoli e dai ca-
pitoli presenti già dalla home pa-
ge. Pertanto, un sito nel settore
moda dovrebbe mostrare i conte-
nuti non solo per “collezione” ma
anche per categoria e oggetto di
abbigliamento.
all’utente frequente dello stesso
sito, dovrebbero essere offerte
scorciatoie di navigazione per
raggiungere la sua meta senza
troppi passaggi come per un ine-
sperto. spesso i siti pubblici si
interfacciano con diversi tipi di
utenti senza differenziazione an-
che quando, per frequenza d’uso,
non lo sono.
l’ottimizzazione non può prescin-
dere dai device – smartphone, ta-
blet, pc – perché influisce nella scel-
ta delle priorità delle informazioni
sulle pagine del sito. È insufficiente
“travasare” il contenuto del sito
creato per pc in un formato ridotto
per smartphone, ma vanno consi-
derati i limiti e l’utilizzo di ogni
strumento: piccolo schermo, predi-
sposizione per un’informazione
breve o dati pesanti ecc.
Sito ottimizzatoil termine “ottimizzato” sugge-
risce una meta raggiunta anzi-
ché un percorso di soluzioni gra-
duali e messe a punto, verifiche
e modifiche. le caratteristiche di
un sito ottimizzato sono prima
di tutto un linguaggio naturale,
un dialogo rassicurante e sugge-
alla concorrenza o a un call cen-
ter, soluzione quest’ultima più
onerosa da gestire. l’usabilità
quindi è una leva irrinunciabile e
competitiva per coinvolgere il vi-
sitatore, fornire informazioni, as-
sisterlo e favorire la sua fedeltà.
Le priorità il progettista di un sito ha, insieme
al management aziendale, il com-
pito indispensabile di controllare
che questo sia idoneo alle esigenze
dell’utente finale in modo che non
lo abbandoni prematuramente.
le tre priorità per rendere un sito
idoneo sono: conoscere bene l’u-
tente e le sue esigenze – ad esem-
pio, l’utente sporadico, quello fre-
quente, il portatore di handicap
(fabbisogno di audio o di assisten-
za in tempo reale), l’anziano (spes-
che l’utente insoddi-
sfatto si rivolge altro-
ve, ad esempio passa
Un livello scarso di usabilità crea frustrazione
e disagio, al punto che l’utente insoddisfatto si
rivolge altrove
rimenti in caso di errore (evitan-
do l’uso di “attenzione!” bensì
evidenziando visivamente l’er-
rore); compiti semplici e brevi
per ottenere i risultati desidera-
ti; tecniche per riconoscere il
percorso dell’utente nel sito co-
me elementi grafici coerenti, ri-
correnti e consistenti; percorsi di
navigazione in linea con le atte-
se e l’expertise dell’utente e infi-
ne la rapidità: un secondo mas-
simo per caricare il sito; 0,3 se-
condi circa per dare all’utente la
sensazione di immediatezza
della risposta; circa cinque se-
condi per accedere a una pagina.
Information technology
settembre 201550
Migliorare il sito: da dove iniziarePer migliorare il sito aziendale si
deve iniziare dalla conoscenza
di cosa cerca l’utente e si proce-
de con il come attraverso diverse
verifiche. i dati rilevati dal sito
stesso e dal server mostrano la
provenienza dell’utente e le pa-
role di ricerca utilizzate, indica-
tori del motivo della visita. tra-
mite Google si possono analiz-
zare le parole più frequenti di
ricerche che hanno portato traf-
fico al sito. il web server log (il
registro del traffico al sito) iden-
tifica la provenienza dell’utente
(tecnicamente dell’indirizzo),
che cosa ha cercato e quando. il
page tagging (genera i cookie)
identifica univocamente l’uten-
te e il suo comportamento sul
sito.
l’azienda stessa è fonte di dati
preziosi per conoscere il motivo
della visita. si può chiedere agli
addetti della propria rete di ven-
dita informazioni circa cosa cer-
cano gli acquirenti. ascoltare le
telefonate dei propri call center
aiuta a capire le richieste più fre-
quenti, probabilmente le stesse
che generano visite al sito. Os-
servare la concorrenza è interes-
sante ma non è detto che sia effi-
cace.
individuate le priorità di conte-
nuto, o i problemi di navigazio-
ne, varie tecniche di ricerca su
un campione ridotto o ampio
rappresentativo dell’utenza so-
no molto utili. Queste ricerche
servono per capire il modo più
idoneo a mostrare l’informazio-
ne e, con modifiche conseguenti,
raggiungere l’interattività più
efficace. le tecniche di ricerca
spaziano dall’analisi del movi-
mento degli occhi (eye tracking) a
chiedere a un campione di asse-
gnare delle priorità al contenuto
del sito per migliorarne l’archi-
tettura, a chiedere di esprimere
il parere prima o durante l’uso di
una pagina del sito e poi analiz-
zare il risultato. si possono an-
che mostrare due varianti della
stessa pagina web e analizzare le
reazioni, o introdurre un ele-
mento come un messaggio pro-
mozionale e analizzarne l’im-
patto sull’usabilità della pagina.
il trucco, quindi, è conoscere co-
sa cerca l’utente, capire gli aspet-
ti che facilitano l’uso del sito e
non affrontare tutte le problema-
tiche del sito simultaneamente.
il continuo miglioramento è la
chiave del successo.
I must dell’usabilitàLe esigenze di una buona usabilità sono:
un linguaggio naturale e comprensibile usato anche da persone inesperte, soprat-
tutto se è un sito rivolto al pubblico o al consumatore e non solo all’utente business.
La resistenza al linguaggio naturale è caratteristica dei siti del settore pubblico e
purtroppo spesso di aziende rilevanti1. È essenziale quindi la presenza di un motore
di ricerca che colga le terminologie nel linguaggio naturale per poi produrre risulta-
ti in ordine dei termini più frequentemente cliccati2;
dati precisi e organizzati, facilmente visibili, e poche immagini che distraggono dal
contenuto;
informazioni, tecniche e immagini didascaliche e non meramente di intrattenimento,
soprattutto per il settore retail. Questo fattore, abbinato all’ottimo servizio clienti,
determina il successo anche in settori inaspettati3.
1 Un esempio: chi desidera pagare l’utenza elettrica sul sito enel.it deve cercare un’icona in basso a destra che corrisponde a ”mercato di maggior tutela”, servizi, privati.
2 Ad esempio, cercando “viabilità” sul sito autostrade.it, tra i 662 risultati per data, il più saliente è “pro-getti”, non la percorribilità.
3 Zappos, rilevata da Amazon, vende scarpe con sette immagini per ogni articolo; la prova, prima dell’ac-quisto, non è più imprescindibile.
L’usabilità è una leva irrinunciabile e competitiva per coinvolgere il visitatore, fornire informazioni, assisterlo e favorire la sua fedeltà