La Voce Forense. Nov. 2013

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ANNO XV - NUMERO 1 NOVEMBRE 2013 L’AVVOCATURA A DOPPIA VELOCITÀ Perchè in Italia si approvano norme che aumentano la disuguaglianza a discapito dei giovani? di Lucio Biancardi Nel film “I cento passi”, Peppino Impastato, personaggio scomodo che da radio aut denunciava spe- culazioni e affari di mafia, non- chè l’ipocrisia di un perbenismo finto borghese, faceva un di- scorso incontestabile: a furia di osservare le molteplici brutture che caratterizzano le nostre peri- ferie, si finisce per convincersi, con disperata rassegnazione, che tutte le cose hanno una loro lo- gica. In una delle parti più belle del film, il protagonista dice più o meno così: “fanno ste case schifose con le finestre in allumi- nio i muri di mattone vivo. Poi la gente ci va a vivere, ci mette i fiori, i gerani, e dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio. C’è, esiste, nessuno si ricorda più come era prima e non riesce più a pensare come sarebbe potuto essere”. Ci abituano a qualsiasi forma di bruttura, dalle case con le finestre in alluminio alla disuguaglianza diffusa. Non ci stupisce più che lo stato sociale accresca le disugua- glianze invece di ridurle, nè l’esi- stenza di pensioni d’oro assegnate a chi ha versato la metà di quanto riceve, mentre i giovani precari vengono sacrificati sul- l’altare della flessibilità La ras- segnazione e l’ineluttabilita del proprio destino serpeggiano anche tra gli avvocati e ancora di più tra i giovani. Essi risultano penalizzati da una produzione le- gislativa che si rincorre come im- pazzita, gli avvocati appaiono bravi a difendere i diritti dei pro- pri clienti, ma non sono in grado di difendere i propri. Si assiste, per esempio, in assenza anche di posizione contraria del Consiglio Nazionale Forense, alla nuova bozza dei parametri diramati dal Ministro della Giustizia che, per le cause di valore più basso, risul- tano mortificanti e vergognosi. L’Associazione Nazionale Fo- rense, viceversa, ha osservato che: “lo schema di regolamento contenente i nuovi parametri fo- rensi, prevede condizioni peggio- rative soprattutto per i giovani, che notoriamente seguono, per es- sere agli inizi della carriera, cause di minor valore”. Per le contro- versie fino a 1100 euro, che du- rano circa due anni, sono riconosciuti non più di 300 euro di compenso, molto meno di quanto si riconosce ad un imbian- chino!! Continua a pag. 6 Le condizioni dei detenuti, prospettive di reintegro nella società: il segretario nazionale dei radicali Italiani scrive alla voce forense di Mario Staderini Il messaggio alle Camere con cui il Presidente della Repub- blica ha richiamato il Parlamento rispetto all’obbligo giuridico, po- litico e morale dell’ltalia di uscire dalla condizione di flagranza cri- minale determinata dallo stato in cui versano le nostre carceri e il sistema giustizia. La sentenza pilota Torreggiani vs Italia adot- tata in gennaio dalla Corte euro- pea dei diritti dell’uomo che fissa nel maggio 2014 il termine entro il quale risolvere il sovraffolla- mento carcerario. La recente sentenza della Corte costituzio- nale sulla possibilità di paraliz- zare l’esecuzione della pena qualora non siano rispettati i di- ritti umani. I continui richiami che da trent’anni riceviamo dal Con- sigli d’Europa e dalla Corte di Strasburgo per l’irragionevole durata dei processi. Sono questi i quattro pilastri nazionali e inter- nazionali da cui partire per rico- struire I’ infrastruttura giustizia e lo Stato di diritto, la vera priorita’ che la politica ancora non ac- cetta di affrontare, ad eccezione di Marco Pannella e dei Radicali. L’attenzione dei media - a fasi molto alterne - prevalentemente alla questione carceri, con nu- meri da far paura e violazione dei diritti umani da regimi dittatoriali, non deve però servire a rimuo- vere il problema complessivo della bancarotta del Continua a pag. 6

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La Rivista del Sindacato Forense di Napoli

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ANNO XV - NUMERO 1 NOVEMBRE 2013

L’AVVOCATURA A DOPPIA VELOCITÀPerchè in Italia si approvano norme che aumentano la disuguaglianza a discapito dei giovani?

di Lucio Biancardi

Nel film “I cento passi”, Peppino

Impastato, personaggio scomodo

che da radio aut denunciava spe-

culazioni e affari di mafia, non-

chè l’ipocrisia di un perbenismo

finto borghese, faceva un di-

scorso incontestabile: a furia di

osservare le molteplici brutture

che caratterizzano le nostre peri-

ferie, si finisce per convincersi,

con disperata rassegnazione, che

tutte le cose hanno una loro lo-

gica. In una delle parti più belle

del film, il protagonista dice più

o meno così: “fanno ste caseschifose con le finestre in allumi-nio i muri di mattone vivo. Poi lagente ci va a vivere, ci mette ifiori, i gerani, e dopo un po’ tuttofa parte del paesaggio. C’è, esiste,nessuno si ricorda più come eraprima e non riesce più a pensarecome sarebbe potuto essere”.

Ci abituano a qualsiasi forma di

bruttura, dalle case con le finestre

in alluminio alla disuguaglianza

diffusa. Non ci stupisce più che lo

stato sociale accresca le disugua-

glianze invece di ridurle, nè l’esi-

stenza di pensioni d’oro

assegnate a chi ha versato la metà

di quanto riceve, mentre i giovani

precari vengono sacrificati sul-

l’altare della flessibilità La ras-

segnazione e l’ineluttabilita del

proprio destino serpeggiano

anche tra gli avvocati e ancora di

più tra i giovani. Essi risultano

penalizzati da una produzione le-

gislativa che si rincorre come im-

pazzita, gli avvocati appaiono

bravi a difendere i diritti dei pro-

pri clienti, ma non sono in grado

di difendere i propri. Si assiste,

per esempio, in assenza anche di

posizione contraria del Consiglio

Nazionale Forense, alla nuova

bozza dei parametri diramati dal

Ministro della Giustizia che, per

le cause di valore più basso, risul-

tano mortificanti e vergognosi.

L’Associazione Nazionale Fo-

rense, viceversa, ha osservato

che: “lo schema di regolamento

contenente i nuovi parametri fo-

rensi, prevede condizioni peggio-

rative soprattutto per i giovani,

che notoriamente seguono, per es-

sere agli inizi della carriera, cause

di minor valore”. Per le contro-

versie fino a 1100 euro, che du-

rano circa due anni, sono

riconosciuti non più di 300 euro

di compenso, molto meno di

quanto si riconosce ad un imbian-

chino!!

Continua a pag. 6

Le condizioni dei detenuti, prospettive di reintegro nella società:

il segretario nazionale dei radicali Italiani scrive alla voce forense

di Mario Staderini

Il messaggio alle Camere concui il Presidente della Repub-blica ha richiamato il Parlamentorispetto all’obbligo giuridico, po-litico e morale dell’ltalia di usciredalla condizione di flagranza cri-minale determinata dallo stato incui versano le nostre carceri e ilsistema giustizia. La sentenzapilota Torreggiani vs Italia adot-tata in gennaio dalla Corte euro-pea dei diritti dell’uomo che fissanel maggio 2014 il termine entroil quale risolvere il sovraffolla-mento carcerario. La recentesentenza della Corte costituzio-nale sulla possibilità di paraliz-zare l’esecuzione della penaqualora non siano rispettati i di-

ritti umani. I continui richiami cheda trent’anni riceviamo dal Con-sigli d’Europa e dalla Corte diStrasburgo per l’irragionevoledurata dei processi. Sono questii quattro pilastri nazionali e inter-nazionali da cui partire per rico-struire I’ infrastruttura giustizia elo Stato di diritto, la vera priorita’che la politica ancora non ac-cetta di affrontare, ad eccezionedi Marco Pannella e dei Radicali.L’attenzione dei media - a fasimolto alterne - prevalentementealla questione carceri, con nu-meri da far paura e violazione deidiritti umani da regimi dittatoriali,non deve però servire a rimuo-vere il problema complessivodella bancarotta del

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ANNO XV - NUMERO 1 | LA VOCE FORENSE NOVEMBRE 2013PAGINA 2

di Maria Licenziati

Il 20 settembre scorso,presso il nostro Tribunaleper i Minorenni, è statainaugurata “l’aula diascolto protetto per i mi-nori”. L’aula è stata realiz-zata con il contributoanche della regione Cam-pania su iniziativa del So-roptimist International,nota associazione femmi-nile nata negli USA nel1921 e che “opera, attra-verso progetti, per la pro-mozione dei diritti umani,l’avanzamento della con-dizione femminile e l’ac-cettazione delle diversitae che si riconosce nelloslogan “donne per i di-ritti-diritti per le donne”;in sala erano presenti laPresidente Nazionale del-l’Associazione F. Pozzo-lini e quella del club diNapoli P. Scialoja. Il tuttoè stato possibile anchegrazie all’interessamentodella collega Daniela Fa-rone, che ha coinvoltotantissimi operatori deldiritto minorile in questaavventura: dotare nume-rosi Tribunali per i mino-renni d’Italia di quellastruttura che è l’aula diascolto protetto del mi-nore; come Napoli, in-fatti, così tante altre sedigiudiziarie ne erano an-cora sfornite, e ciò in di-spregio degli esplicitirichiami della conven-zione di Lanzarote per laprotezione dei minoridall’abuso e dallo sfrutta-mento sessuale, ratificatain italia il 23 ottobre

2012, che obbliga tutti iTribunali ad allestirespazi forniti di appositiimpianti di videoregi-strazione, ed arredati inmodo consono ad acco-gliere un bambino vit-tima, o solo testimone diuna violenza in modo dapermettere al giudice diassumere una testimo-nianza’ sottraendo il mi-nore alla pubblicità dellaudienza-e senza costrin-gerlo a subire confrontodiretto con le altre partidel processo e soprat-tutto con il presunto abu-satore, un’aula collegatacon una diversa stanza incui si trovano le partiprocessuali e gli avvo-cati.

La Pozzolini mi spiegavache questa iniziativa eranata proprio da una espe-rienza diretta di ascoltodi un minore in un tribu-nale, grazie alla qualeaveva compreso I’ impor-tanza di uno spazio ade-guato, e quindi decisocon le altre socie senza in-dugio di sposare questacausa a livello nazionalecome vera e propria mis-sion dell’associazione. Misono chiesta come maiuna lacuna così gravenelle nostre strutture giu-diziarie e soprattuttoquali potessero esserne lemotivazioni e le conse-guenze. Una prima ri-sposta mi è stata fornitaproprio dalla Pozzolini:la carenza dell’ aula pro-tetta “costringe” i tribu-nali a “esternalizzare” il

servizio con enormicosti; è stata questa con-siderazione unita al ri-sparmio che avrebbecomportato la dotazionedi ciascun tribunaledell’aula in questione, amotivare ancor più l’as-sociazione. In tempi ditagli alla giustizia, chehanno portato tante mo-difiche alla geografiagiudiziaria, dando unosguardo alle cifre cheverrebbero risparmiatedotando ogni strutturadi aule protette, si puòvedere con chiarezza,come l’utilizzo delle ri-sorse sia ben lontano dal-l’essere ottimizzato. E senon deve meravigliare ilfatto che un’associazione‘di genere”, ponendosida osservatore esternosia riuscita ad indivi-duare una via intelli-gente per procurarerisparmio alla macchinagiudiziaria, un nodoassai rilevante in terminidi costi e utilizzo deifondi, fa però specie,piuttosto, pensare cheproprio dall’interno avolte certi passaggi sfug-gano del tutto alle auto-rità competenti che a taleottimizzazione sono pre-posti, che danno rilievoad altre priorità.

Negli interventi che sisono succeduti nell’aulanon sono mancate le ri-flessioni e gli spunti:dall’entusiasmo per le si-nergie positive che il pro-getto ha messo in campo,alle amare considera-zioni sulla situazione diprecarietà della vita giu-diziaria e della società ci-vile in punto di minori:Buonajuto, presidentedella Corte di Appello diNapoli, ha parlato di“eventi che aprono ilcuore alla speranza in unmomento critico”; Mar-tusciello, ProcuratoreGenerale della Repub-blica ha plaudito alla ini-ziativa di rilevanzaenorme (ho sorriso

quando ha evidenziatocon sorpresa il fatto chele donne avessero dimo-strato sempre più neglianni una capacità di im-pegno “se non superioreormai pari a quella degliuomini (!) Nel suo inter-vento Francesco Caia,Presidente dell’Ordinedegli Avvocati di Napoli,non ha potuto non ricon-durre tutti all’attualità diun quadro sconfortantedove le risorse non sonorazionalizzate in manieraintelligente, anche se havoluto incoraggiare a co-gliere segnali positivi cheemergono pur in questomomento difficile propriodal contributo dell’Avvo-catura. Si è inoltre sottoli-neato l’impatto di quellache è una crisi culturalepiù che economica (sipensi che il reato di abusosul minore è stato perse-guito solo nel ‘96, si trattaquindi di processi di cam-biamento culturale assailenti).lnfine un appello:nel nostro territorio, cheaveva una forte tradizionepedagogica e di ascolto, siregistrano dati allarmantiin crescita: minori cuivengono somministratitranquillanti, o portatoridi disturbi e disagi gravi,in numero sempre mag-giore, dati che sono un ri-chiamo forte ad unaassunzione di responsabi-lità che non risparmianessuno, in primo luogonoi avvocati operatori diquesta materia.

Tutte le considerazioni chesi sono svolte in questagiornata lasciano apertauna serie di domande: laprima più generaleriguarda il perchè ancoraoggi associazioni umani-tarie e volontaristichesiano chiamate a sop-perire enormi carenze delpubblico, _ cui com-peterebbero adempimentidi tal genere. La seconda,più specifica, riguardale motivazioni per lequali a tali carenze

queste amministrazioninon pongano rimedio. Laterza più concreta attieneal senso di una iniziativadi questo genere, in unmomento in cui le sortistesse del nostro Tri-bunale per i Minorenni ela sua ubicazione sonomesse in discussione, trat-tandosi di una strutturagià del tutto inefficienteper tutta una serie di as-petti legati alla logisticaed alla organizzazione,che pongono a duraprova tutti gli operatoricoinvolti quotidiana-mente ... Un’ultima no-tazione mi sia consentitasu una suggestione piùpersonale: ...quando misono avviata a visitarel’aula ho certo apprezzatola perfezione dei supportitecnologici e l’ambientenuovo tinteggiato difresco ed arredato conmobili moderni, maquando poi ho riflettutosul fatto che si trattava diuno spazio ambiente per iminori che potrebbe es-sere utilizzato, come sug-gerito da alcuni, ancheper l’ascolto in sede civile,per il quale pure mancanodel tutto aule adeguate enon asettiche e squallidecome quelle in cui oggi siprocede all’audizione, miè parso che il colore aran-cione delle pareti ed ilquadro con i fiori di VanGogh, grande autore cheperò da sempre sug-gerisce emozionali inquietudini, non rendesse gius-tizia al clima di serenitàcui un minore, già cosìprovato avrebbe diritto, enon ho potuto fare ameno di pensare che an-cora una volta si è ragio-nato da adulti per unluogo che agli adulti nonè destinato, e mi sonodetta che, nonostante lemigliori intenzioni, forsesi è mancata una occa-sione ...

TRIBUNALE PER I MINORI DI NAPOLI:inaugurata l’aula di ascolto per i minori

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ANNO XV - NUMERO 1 | LA VOCE FORENSE NOVEMBRE 2013PAGINA 3

AL TRIBUNALE DI NAPOLI NORD:UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA

di Angela PiIato

Il giorno che ho deciso direcarmi presso il Tribu-nale di Napoli Nord si-tuato ad Aversa, nonpensavo di andare incon-tro ad un’avventura dallanatura tragicomica ... Pro-venendo dall’asse me-diano, ho cercato diseguire delle indicazioniche mi avevano dato al-cuni colleghi aversani, iquali mi avevano assicu-rato l’esistenza di cartelliche indicavano dove erasituato il nuovo Tribunale:in realtà detti cartelli por-tavano tutti al vecchio Tri-bunale di Aversa, nelcentro cittadino. Con unpò di elasticità mentale,ho pensato che forse sitrovava un pò più avanticonsiderato che molti par-lavano di un’uscita del-l’Asse mediano denominata“Aversa Nord”. Ho conti-nuato un pò alla cieca, pro-seguendo diritto sullo“stradone”, ivi presente,fino a che mi sono ritrovataa Teverola. A quel puntomi sono resa conto di aversbagliato strada, e tor-nando indietro, ho notatouna biforcazione con l’in-dicazione, finalmente, delTribunale. La prima im-pressione non è stata nega-tiva, perchè è decisamente

un bel posto ... una reggiarispetto ai condominidove normalmente sog-giornano le aule di Giusti-zia! Detto questo, inizio achiedere ai pochi presentidove si depositavano ledenunce querele... mi in-dicano subito di andareverso degli ascensori si-tuati sulla destra rispettoall’entrata.. ma era buio egli ascensori erano fuoriuso, e le scale non porta-vano da nessuna parte. Mirendo conto di aver sba-gliato e mi reco a sinistradove c’erano solo dueascensori funzionati eanche molto lentamente..mi sono domandata qualesarebbe stata la situazionea “pieno carico” e guar-davo con angoscia lescale, modello Castelca-puano. Finalmente rag-giungo la Procura dellaRepubblica, che era inpieno trasloco, con perso-nale impegnato a siste-mare scatoloni e scrivaniein un salone enorme. Mifanno entrare in una stan-zetta per il deposito delladenuncia a mano, pren-dono i miei dati e alla miadomanda: ... “ma neppureun timbro mi mettete?”; lacancelliera mi dice candi-damente: ...”mica ce l’-hanno dati”. Insisto allorache la mia denuncia

venga almeno trascrittanel registro ...e dopo miainsistenza, provvedono,dicendomi di tornare traun paio di mesi per fareun 655 cpp... Mi reco,dunque, al terzo piano,dove c’erano le cancelleriedel settore civile e notouna fila lunghissima adun ufficio che raccoglieva,memorie, istanze per lavolontaria giurisdizione,mobiliare, immobiliare efallimentare. Mi metto a curiosare in giro e vedotante aule estremamentecarine dove si suppone alloggeranno i magistraticonsiderato che hannoanche i servizi igienici e ledocce... (possono essereutili in assenza di con-dizionatori.’. ). Noto che le aule eranostate assegnate solo ad 8giudici a fronte dei 64promessi dalla Cancel-lieri, e così mi trovo,scatto una Foto del calen-dario delle udienze da inviare ai miei amici diFacebook sul gruppo “rin-vii uffici giudiziari’’.Scatto pure una foto al cor-tile, dove stavano eseguendoi lavori di asfaltatura ed im-mortalo anche il bellissimocortile interno. Individuofinalmente in un corridoioil Ruolo generale dovec’era una lunga fila, con al-

cune cancelliere e torno in-dietro. Mi incuriosisce una can-celleria situata non in unastanza, ma in mezzo alcorridoio, dove non c’eranessuno, dall’altra partec’era una cancellata cheostruiva l’accesso al restodella reggia. Poichè ho un problemacon il mio cellulare, cheera stato appena revision-ato, non mi rendo contoche parte uno scatto... hoimmortalato il pavimento,ma tant’è mi spunta allespalle una cancelliera, se-guita da un nutrito nu-mero di colleghi cheurlando mi chiede, checosa stia facendo.. Lerispondo “niente”, ma leicon tono sempre più alter-ato mi domanda se sonouna giornalista o cos’altro...Inizialmente la guardoun pò perplessa, credendoche scherzasse.., mi quali-fico comunque dicendoche sono un avvocato e leiinvece di calmarsi, inizia adirmi che ho scattato dellefoto e che era vietato, per-chè loro già stanno fintroppo “incasinati e sottopressione.. Le rispondoche non è colpa sua diquanto sta succedendo, ...ma la cancelliera (... sup-pongo che sia tale perchenon si è qualificata). Midice che io ho interrottoun pubblico servizio e chedobbiamo recarci dalProcuratore della Repub-blica per una denuncia neimiei confronti, Inizio aguardarla sempre più alli-bita, facendole vedereanche le quattro foto deltutto innocenti che avevofatto, ma la cancellieracontinua ad urlare di-cendo di seguirla al pianodi sotto. Ho cercato di allontanamiin una stanza, dicendoleche stava esagerando, eche non avevo interrottonessun servizio, attesoche il Tribunale ancoranon funzionava e solodue cancellerie eranoaperte. A quel punto lacancelliera, mi ha seguitoe prendendomi per un

braccio mi ha portatoverso le scale e mi ha dettodi scendere al secondopiano, dove vi erano gli uf-fici della Procura. L’ho se-guita domandandomifino a che punto “sarebbearrivata”. Giunti in Procura, la can-celliera mi presenta alcarabiniere e ad altre per-sone presenti come unadelinquente in gonnella,che aveva osato fotogra-fare lo stato dei luoghi,per metterli in ridicolo di-cendomi che dovevo es-sere denunciata alProcuratore. Nell’attesa,qualcuno presente misuggerisce di cancellare lefoto cosa che ho fatto tran-quillamente, dato cheavevo fotografato i pavi-menti. Successivamente mi si èavvicinato un signore chesi è qualificato come vice(forse del Procuratore?)per sapere cosa fosse suc-cesso... il tutto nel mezzodi un trasloco, con gliscatoloni che ci passavanosulla testa. Alla fine sisono scusati dell’ac-caduto, imputando il fattosuccesso al clima generaledi tensione... Tutto si è risolto a taral-lucci e vino ...come ognicosa che succede in Italiaed in questo modo che nelnostro paese si fanno le ri-forme ... In realtà la cosa,che più mi ha infastidito,non è stato neppure lacancelliera isterica dallaquale mi aspetterei unminimo di scuse, ma ilfatto che nessuno e dicoproprio nessuno dei col-leghi lì presenti ha fattoniente per difendermiMorte tua vita mea! Giusto per concludere, hocercato invano nei piani ditrovare una toilette, eranotutte senza luce, e nonfunzionava nulla. Per do-vere di cronaca, l’unicache funzionava si trovavaa piano terra, a serviziodegli ufficiali giudiziari,ed erano sporchissime epromiscue ...NON midilungo oltre !!

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L'idea del convegno, tenutosi loscorso 27 giugno presso 1'Audi-torium del nuovo Palazzo diGiustizia di Napoli su organiz-zazione del locale Consiglio del-l’ordine in collaborazione con ilSindacato forense di Napoli, con lapartecipazione dell'arcivescovopartenopeo, SS. EE. il Card.Crescenzio Sepe, e la lectio magis-tralis del presidente emerito dellaCorte Costituzionale, prof.Francesco Paolo Casavola, è sortaa margine di un confronto, quasiaccademico, su "Diritto e Rivo-

luzione - Le origini dellatradizione giuridica occidentale"di Harold J. Berman, a propositodella felice tesi dell'Autore, per-altro significativamente discuola anglosassone, sul fonda-mento cristiano del pensierogiuridico occidentale, da lui rin-venuto nella cd. riforma gregori-ana. In effetti, aldilà di - credo - legit-tima perplessità sulla correttezzadell'uso del termine 'sepa-razione' piuttosto che di quello,invero più preciso, di 'dis-

tinzione', fra sfera religiosa esfera politica, nonchè del ter-mine 'rivoluzione' in luogo diquello di 'riforma', più perti-nente ad uno sviluppo teoreticoche giunge al Dictatus Papae inlogica conseguenzialità alla teo-ria delle due spade di Gelasio,risalente già al quinto secolo, iltesto è sembrato spuntoadeguato alla celebrazione del-l'anniversario della ammissionecostantiniana della religione cris-tiana tra quelle lecitamenteammesse al culto dell’Impero,come momento di definitiva af-fermazione al dibattito politicoistituzionale della eccezionale edinnovativa tesi evangelica del"date a Cesare quel che è di Ce-sare ed a Dio quel che è di Dio". Proprio partendo, infatti, dallaautonomia delle due sfere, reli-giosa e politica, è possibilecogliere le linee di sviluppo delpensiero giuridico occidentale, in-trinsecamente basato sul person-alismo cattolico e sullaantropologia teologica di unuomo che è stato fatto ad immag-ine e somiglianza di Dio. E' da questo teomorfismo, in ef-fetti, che si può declinare, da unlato, la titolarità in capo all'uomodi diritti che gli sono innati; dal-l'altro, la commensurabilità delreale, creato come 'cosmos', sec-ondo l'ordine razionale di un Diocreatore che pone in esso delle re-gole - che neppure Lui potrebbenon rispettare, pena la contrad-dizione con il Suo stesso Logoscreatore - che sono la fonte dellanorma, cioè di ciò che è normale,coerente con detto ordine e lesue regole.

Ne discende, pertanto, la teoriadei diritti naturali, come frutto diuna lettura intrinseca alla naturadell'uomo e delle cose e non arbi-traria legislazione devoluta allamaggioranza di turno ovvero allaconiugazione del desiderio as-surto a fonte della norma e pegnodi quel positivismo giuridico cherappresenta piuttosto la ricadutagiuridica del soggettivismo e, fi-nalmente, del nichilismofilosofico. Al contrario, la consapevolezzadella propria natura, insieme lib-era e razionale, fonda la temper-anza del pensiero giuridicooccidentale, che autolimita lasua sfera d'azione all'interno diquesto quadro di ordine dellecose, che esso intende preservareed arricchire e non piuttostosovvertire e ricreare, nella co-scienza del proprio carattere dimero transito terreno. E’ in altre parole l’immagine, giàpropria della mistica islamicadel XI secolo (poi purtroppoabortita dalla ortodossia dellaSunna) dell’uomo che vive edopera avendo davanti Dio, a de-stra il Paradiso ed alla sinistral’Inferno, con l’Angelo della

Morte alle proprie spalle; lamedesima immagine platonica diun uomo destinato al giudiziopost mortem, che sa di dover ren-dere conto del suo operato.In un momento di così gravecrisi del pensiero, anchegiuridico, europeo, è forse nel re-cupero di tali fondamentalil’inizio di una nuova crescita,alle soglie del terzo millennio,sulle orme del percorso per-duto sulla strada della deell-enizzazione del cristianesimo edella cultura occidentale. Il dialogo vitale fra fede e ra-gione - che ha permesso ai nostripadri di comprendere che lalegge non è uno strumentoeteronomo di coercizione delvolere, bensì la via per realizzarela piena libertà dell’uomo, sic-come la legge eterna di Dio èpartecipata alla ragione del-l’uomo - potrà così essere ri-costruito con rinnovatoentusiasmo, come condizione in-dispensabile per l’instaurazionedi un ordine giuridico e sociale amisura autentica dell’uomo, an-imale razionale.

Renato Veneruso

AI 1700 ANNI DALLʼEDITTO DI COSTANTINO:

LIBERTAʼ RELIGIOSA E FONDAMENTO CRISTIANO DEL DIRITTO

di Giuseppe Camerlingo

L’avvocatura non si è mai trovata adover fronteggiare una condizionetanto difficile, una condizione che haindotto noi tutti ad una estrema sof‐ferenza non solo professionale, maanche umana, così da generare turba‐menti e dubbi sulle nostre stesse ca‐pacità. Il Sindacato Forense sempre hacercato di reagire, di proporsi, percontrastare la oligarchia dei poteriforti che hanno tentato e tentano, conogni mezzo, di globalizzare la vivacitàintellettuale dei singoli individui. La legge professionale, ormai appro‐vata, appare nel complesso datata edin alcuni punti farraginosa. Ma propriopartendo dal comma 3 dell’art.1 risultadeterminante la nostra “presenza”,sancita dalla legge, in merito ai pareririchiesti al CFN. Invero, per l’attuazionedei regolamenti il CFN dovrà sentire,oltre agli Ordini territoriali anche le As‐sociazioni Forensi più rappresentative. Bisogna programmare una politicaforte, ricca di valori, nel segno del ri‐

spetto per una giusta rivendicazionedella nostra storia, della nostra vita .I numeri non mentono, l’esame dei datireddituali degli avvocati conferma iltrend negativo: il 50% dichiarano ap‐pena 16.000 euro. Fra l’altro, crescitanumerica e abolizione dei minimi tarif‐fari hanno determinato un impoveri‐mento della categoria, al momentoinarrestabile. Occorre entrare nel sistema burocra‐tico del pianeta giustizia per snellirlo,abbattere gli enormi costi a carico delcittadino, rendere i servizi più efficientied equi, così da garantire una buonavolta i diritti Costituzionali, sia nel set‐tore civile che in quello penale. Certa‐mente in tema di diritti, l’avercancellato centinaia di uffici giudiziaridisseminati sul nostro territorio, isolecomprese, assesterà un colpo mortalealle già carenti aspettative di giustizia edi tutela cui sono portatori tutti i citta‐dini italiani. Il nuovo assetto della geo‐grafia giudiziaria è sbagliato e risulta unatto molto grave perchè determina una

lesione del contratto sociale, ma do‐vremo necessariamente prenderneatto e trarne le dovute conseguenze. Bisogna rimodellare il sistema dellaCassa di Previdenza che così come èscontenta tutti. I giovani pagano le pen‐sioni, ma quando diventeranno pensio‐nati scopriranno di aver pagato troppoper le generazioni precedenti e troppopoco per loro. Vi è quindi un problemaprevidenziale che rischia di sfociare inuna vera e propria guerra generazio‐nale. Bisogna intervenire una buona voltasull’accesso alla professione con lacreazione nell’ultimo biennio universi‐tario di più indirizzi, l’uno solo dei qualiconsenta il tirocinio forense e l’esamedi abilitazione. No alla quantità, evvivala qualità! Ma gli avvocati devono ac‐quisire competenze specialistiche, inparticolare quelli più giovani. In verità,bisogna prendere atto che non siamostati capaci negli anni di adeguarci allatrasformazione della società, di avereun concreto collegamento con il

mondo produttivo, di organizzare unavera politica del lavoro. Quanti avvocaticonoscono il diritto dei paesi dell’est edei paesi emergenti?. Quanti sono ve‐ramente edotti in diritto comunitario,ecc.? Troppo spesso gli avvocati ven‐gono rappresentati dalle aziende comeun peso non desiderato ed anche senon è così, è pur vero che essi interven‐gono solo nei momenti di conflittualità,quando invece dovrebbero interagireprima, nel momento della crescita enon in quello della patologia. Nei pro‐grammi di tante scuole forensi, nei nu‐merosi seminari che distribuisconocrediti formativi tocchiamo con manola mancanza di progettualità. Occorrepertanto indirizzare le risorse in ma‐niera proficua e funzionale. Certo, per gli avvocati la situazioneresta tesa, il futuro appare incerto aognuno di noi. Solo restando uniti, conforza e dedizione, riusciremo di nuovoa illuminare quella “vita professionale”che abbiamo abbracciato con tanto en‐tusiasmo e passione.

Le difficoltà dell’avvocatura: riflessioni e proposte del segretario del sindacato forense

La Voce Forense

Lucio Brancardi - Direttore EditorialeFrancesco Cimmino - Direttore responsabile

Registrazione N. 4829 del 9-gennaio-97 Tribunale di NapoliDirezione e sede: Sindacato Forense di NapoliNuovo Palazzo di Giustizia Centro Direzionale NapoliTel. 081 7342000 - fax 081 7343391

Tipografia orgrame group srl

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ANNO XV - NUMERO 1 | LA VOCE FORENSE NOVEMBRE 2013PAGINA 5

di Edoardo Borrelli

Le distorsioni nella prassi applica-tiva dell’istituto del gratuito pa-trocinio nel processo penale hannoraggiunto negli ultimi tempi vetteormai invalicabili per noi poveriavvocati.Un fatto realmente accadutomi ren-dera bene l’idea di quanto siamoormai caduti in basso, come classeforense, agli occhi di una semprepiu avvertita e zelante (per le casseerariali) magistratura.Ma veniamoal (mis)fatto: mi capita di dover”,mio malgrado, accettare la difesacon il gratuito patrocinio, del figliodi un mio vecchio cliente, ristrettoin carcere, in stato di fermo, con lanon semplice imputazione di ten-tata rapina impropria aggravata (aveva cioe tentato di scippare qual-cuno): mi reco, quindi, in carcere(Poggioreale: dalle due alle tre oredi attesa) prima per un colloquio,poi per l’udienza di convalida, chesi conclude, ovviamente, come quasisempre accade con la convalida delfermo e l’applicazione della custodiacautelare in carcere. Propongoquindi istanza di riesame e svolgo(con esiti infausti) l’udienza pressoil Tribunale, che conferma., l’ordinedi custodia cautelare; propongo, al-l’esito di un nuovo colloquio incarcere con il mio cliente, la richi-esta di rito abbreviato (il P.M. avevachiesto il giudizio immediato);scrivo anche una corposa memoriadifensiva per cercare di far entrarenella testa del giudice (facendogli“leggere” alcune massime della Cas-sazione.) che quello che questo

ragazzo aveva commesso era unfurto tentato e non una rapina, perla mancanza di ogni coazione fisicasulla vittima, memoria che poi misforzo di illu..strare all’udienza didiscussione del processo, e, che, ri-esco a far comprendere solo al P.M.in udienza, che, mosso a compas-sione, (ma chi glielo fa fare!),richiede una pena di soli due annidi reclusione; il G.U.P., i n v e c e ,come mi aspettavo, non si com-muove affatto e ci va giù pesantecon una condanna a quattro annidi reclusione (che fa scoppiare inlacrime il ragazzo dietro le sbarre).Redigo quindi la mia onesta richiestadi liquidazione, e, calcolando i valorimedio-minimi della tabella, vienefuori che avrei diritto ad essere pa-gato circa 1.900 euro oltre IVA eCPA; insomma deposito la parcella

al Giudice (lo stesso dei 4 anni dicarcere) la quale mi lascia aspettaresolo 30 giorni per poi notificarmi astudio una specie di campito cor-retto ad un bambino di II ele-mentare. Era però la fotocopia dellamia richiesta di liquidazione, che leiaveva corretto, eliminando tutte levoci non documentate (ma come sifa a documentare gli accessi a Pog-gioreale, forse si può fare ma di si-curo il gioco non vale la candela!)e, poi, con un colpo da maestro,’ci-tando una massima della Cas-sazione, che permette al Giudice incaso di processi di semplicità lam-pante (per loro forse! non certo perme) di liquidare una somma anchemolto inferiore rispetto ai minimitabellari, insomma, mi dice che hodiritto ad essere pagato la miseriadi 250 euro oltre IVA e CPA.

Il giorno seguente mi precipito, conun bel sorriso ed il fegato a pezzi,nell’Ufficio della zelante e parsimo-niosa Giudice e le dico, con moltaeducazione (purtroppo), che con-sideravo ingiusta ed inadeguata lasua valutazione dei compensi pro-fessionali spettanti agli avvocati.Lei mi risponde, non meno educata-mente, che faceva sempre cosi, cheil mio era un caso semplice e che,se volevo, potevo fare appello allasua liquidazione. Le rispondo, con ilfegato sempre più dolorante che,certo, non avrei fatturato quellacifra ridicola ed offensiva e la salu-tai con già in testa il proposito (sug-geritomi) di appellare la liq-uidazione . Mi informo e viene fuoriche, per proporre appello, si devepagare un Contributo Unificato, tut-t’altro che gratuito, di valore, vatteloa cercare tra gli scaglioni, che,comunque, non avevo intenzione dipagare.Penso, per un minuto, di chiamareil mio vecchio cliente e padre delragazzo imputato, per spiegargli lafaccenda e chiedere a lui il mio ono-rario, ma, subito, mi rendo contoche questi potrebbe anche, a buondiritto, pensare: ma guarda che“mariuolo” l’avvocato Borrelli (etutti quelli come lui), che qualchetempo prima, per un processo daniente, rispetto a quello del figlio,si era preso dieci volte di più diquanto gli era dovuto. Sempre piùafflitto decide che era il caso di met-terci una pietra sopra: il gratuito pa-trocinio, questa volta, sarebbe statoa mie spese.

IL GRATUITO PATROCINIO A SPESE DELLO STATOE (SPESSO) DELL’AVVOCATO

di Vincenzo Improta

Cominciamo dall’ inizio. Nel nostropaese in modo ormai evidente esisteun problema di illegittimità del Parla‐mento. E mi spiego. Grazie aal Porcel‐lum, al carattere personale ecarismatico assunto dalle leadershippolitiche, possiamo affermare, senzatema di essere smentiti, che l’85% diquanti oggi siedono nelle assembleedella Camera e del Senato, rappresen‐tano al massimo loro stessi essendotutti nominati ed eletti in virtù del con‐senso che gli italiani riversano esclusi‐vamente sulle persone dei leader. Insostanza in parlamento oggi legiferanoperlopiù i “figli” del porcello, mentre ivoti li attraggono due o tre persone. Inpiù decaduto prossimamente Berlu‐sconi dalla carica di Senatore, avremoil paradosso che ben tre kingmakersdella politica e cioè Renzi, Grillo e Ber‐

lusconi non saranno in Parlamento, mane dirigeranno le sorti dal di fuori. Nonc’ è che dire: il massimo del minino sulpiano della effettiva rappresentativitàdei deputati e dei senatori. I qualiperò, invece di vergognarsi, legiferanoe male su tutto e tutti, compresa lagiustizia e gli avvocati. Ecco rappresen‐tato un classico caso di divaricazionetra legale e legittimo.E un caso di pes‐sima legislazione è rappresentato inpieno dalla recente riforma della geo‐grafia giudiziaria. A parte i casi comequelli di Ischia che suonano davverosurreali e grotteschi, laddove nonviene conservato un presidio effettivosul territorio isolano, mi domando sesi tratti di un provvedimento realistico.E pure qui mi spiego. E sostengo che,a prescindere dal neocolonialismodegli uffici del ministero che, come ap‐punto i vecchi colonizzatori, ha ridise‐gnato con un tratto di penna i confini

e l’ estensione dei territori di compe‐tenza degli uffici giudiziari, ci sia statoun grave errore di impostazione.Quello cioè di non aver in alcun modoconsiderato che dal 2014 entrerannoin funzione le “Citta Metropolitane”. Siè in sostanza anticipata la riorganizza‐zione di un servizio, quale quello digiustizia, prima che entrassero in fun‐zione i nuovi enti di governo e gestionedel territorio. Il Tribunale di NapoliNord è un caso a parte. Si tratta dell’unico ufficio nuovo in un mare di sop‐pressioni. Vi dico subito la mia idea:alla base del blitz che ha portato allacostituzione del Tribunale ad Aversa c’è la volontà di un clan politico affari‐stico che attraverso metodologie spre‐giudicate punta a controllare l’economia e a favorire la creazione difiliere professionali su cui dirottare ri‐sorse. E chi vivrà vedrà.Vogliono farcredere, infine, che i costi e la lun‐

ghezza dei processi siano determinatidalla rapacità degli avvocati. Da ope‐ratori qualificati del diritto rimandiamoal mittente queste false accuse: sap‐piamo bene quali e quante sono le respon‐sabilità del legislatore nellaproliferazione delle leggi e del conten‐zioso. Sappiamo che apparati pubblicipessimi, lenti, incolti, violano continua‐mente i diritti dei cittadini e fanno cre‐scere a dismisura il contenzioso.Sappiamo come l’ impresa e le grandicorporations che gestiscono in condi‐zione di oligopolio comparti decisivi nelmondo dei servizi, abusino molto espesso della loro forza contrattuale.Ciò che i nostri detrattori temono dellanostra categoria è semplicemente siala capacità , tipica dell’ avvocato, dielaborare pensiero realistico, sia l’au‐tonomia intellettuale.

Democrazia, deficit di rappresentatività e il ruolo dell’avvocatura

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ANNO XV - NUMERO 1 | LA VOCE FORENSE NOVEMBRE 2013PAGINA 6

da pagina 1

Come si può non comprendere

che in questo modo, si buttano

fuori dagli albi dell’avvocatura,

tanti colleghi che pur si rivolgono,

ad esempio, ad un dignitosissimo

e meritorio contenzioso, come

quello avverso alle cartelle, spesso

pazze, di Equitalia, notificate ai

danni, spesso, di incolpevoli citta-

dini. Nella stessa direzione sem-

brano andare le proposte di

riduzione del 30% del compenso

del gratuito patrocinio, con effica-

cia retroattiva, e quindi anche per

le procedure iniziate prima della

eventuale approvazione dei nuovi

parametri forensi. Ed ancora non

si cerca di porre nessun argine di

fronte al dilagante fenomeno della

compensazione delle spese ope-

rate dalla magistratura, pur in pre-

senza dell’accoglimento pieno

della domanda proposta. Non si

comprende che questa prassi si ri-

verbera sui clienti, costretti a cor-

rispondere quanto dovuto ai propri

legali, vittoriosi nei relativi giudizi.

Il sindacato forense di Napoli, pro-

prio nei giorni in cui va in stampa

la “voce forense”, promuoverà ini-

ziative e incontri per denunciare la

deriva e le condizioni di grave di-

sagio in cui versano soprattutto gli

avvocati del sud.

Da sola, tuttavia, la nostra asso-

ciazione, non riesce ad interve-

nire nei processi decisionali,

abbiamo bisogno della partecipa-

zione di tanti per rivendicare, con

più forza, le istanze sin ora avan-

zate. Per esempio la raccolta di

quasi un migliaio di firme di col-

leghi rivolta a cassa forense per

ottenere il condono delle sanzioni

per gli avvocati indietro nei paga-

menti, non ha ottenuto alcuna ri-

sposta. Cassa forense fino ad

oggi, appare sempre più distante

rispetto alle condizioni degli av-

vocati in difficoltà con tempi di

“reazione” lenti, con regole in-

terne farraginose. Basti pensare

che il nuovo comitato dei delegati

eletto a settembre, non potrà in-

sediarsi prima di 60 giorni per la

convalida degli eletti, tempi lun-

ghissimi, nemmeno presenti per

l’insediamento dei 1000 eletti del

parlamento italiano che certo non

ha brillato, negli ultimi anni, di

processi decisionali veloci e al

passo dei difficili tempi che vi-

viamo.

Lucio Biancardi

da pagina 1sistema giustizia. li cattivo funzionamento dellagiustizia non ha solo un impattodiretto sul vivere civile e quindisul benessere di una popola-zione, ma incide in modo pro-fondo sul sistema economico.Gli ultimi studi indicano nel 2%del PIL il costo per la lentezzadella giustizia civile, ponendociagli ultimi posti nel mondo percompetitivita delle nostre im-prese e attrazione di investi-menti. Se la giustizia è lenta nonè giustizia, non c’e’ contratto chevalga e i tribunali cessano di es-sere i luoghi dove si fanno valerele proprie ragioni per trasfor-marsi nella trincea di chi, avendotorto, punta sul tempo e sui costiper prevalere. Sono milioni le fa-miglie e le imprese coinvolte inquesto calvario, a danno di noitutti. Come se ne esce da tuttociò, Noi Radicali da tempo ab-biamo individuato il provvedi-mento di amnistia e di indultoquale unica via per interromperela violazione dei diritti umani neiconfronti della comunità peni-tenziaria e abbattere l’arretratodei procedimenti penali ed es-sere cosÌ precondizione per unagrande riforma della giustizia.

Vedremo se il messaggio alleCamere del Presidente Napoli-tano aiuterà le forze parlamen-tari ad uscire dalla viltà con cuifuggono dalla questione perpaura di essere impopolari. Pro-prio perchè sappiamo che senzauna spinta popolare difficilmentesi uscirà dalla paralisi, questaestate abbiamo portato avanti -con importanti e diversificati aiutida parte del mondo dell’avvoca-tura- una difficile campagna re-ferendaria dove dieci quesiti sudodici si occupavano di giustizia.Dalle politiche criminali fallimen-tari su droghe e immigrazionealla limitazione a pochi e tassa-tivi casi della custodia cautelare,sino all’abolizione dell’ergastolo;e poi la separazione delle car-riere tra pubblici ministeri e giu-dici, la responsabilitÌ civile deimagistrati, l’abolizione del collo-camento fuori ruolo dei magi-strati. Senza dimenticare ilreferendum sul divorzio breve,ovvero l’abolizione dell’obbligo ditre anni di separazione prima dipoter chiedere il divorzio, con ef-fetti da vera e propria amnistiacivile. Il 30 settembre abbiamodepositato in Cassazione lefirme raccolte tra mille difficolta eillegalità delle istituzioni: Tra

qualche settimana avremo la ri-sposta sui controlli, ma già sap-piamo che i referendum relativi aimmigrazione, droghe, ergastoloe divorzio breve non ci saranno,semplicemente perche nessunaforza politica (cosa alquantoscandalosa per la parte progres-sista) ha voluto essere della par-tita ne quantomeno fornirci gliautenticatori richiesti dalla leggeper raccogliere regolarmente lesottoscrizioni. Dovrebbero in-vece tenersi nella primavera2014 gli altri referendum, chehanno di un pelo superato le 500mila firme grazie al sostegno delpopolo della libertà seppur inmisura inferiore a quanto pro-messo e necessario per avere lacertezza di superare icontrollidella Cassazione. In ogni caso,questa campagna referendariaha intanto avuto il merito di inse-rire i temi nell’agenda della poli-tica, anzichè limitarla comeaccade da vent’anni ai problemigiudiziari di Berlusconi. Si trattaora di insistere, pretendendo ri-forme e coinvolgendo il Paesetutto. Su questo, il ruolo dell’av-vocatura tutta e di ciascun sin-golo avvocato potrà fare ladifferenza.

Mario Staderini

L’Associazione forense Portici-Ercolano “Porzio” rinnova il suo gruppo dirigente

Il 18 novembre l’elezione del nuovo direttivo e del collegio dei probiviri

Gli iscritti all’associazione Portici-Ercolano andranno a votare il 18 novembre 2013, per

eleggere i nove membri del direttivo e i tre del collegio dei probiviri. Si attende un pro-

fondo rinnovamento, molti nomi nuovi tra i candidati. Hanno presentato la loro candi-

datura per il direttivo, i colleghi Sabino Sarno (presidente in carica), Giacomo Iacomino,

Fabiola Messinese, Andrea Nocerino, Pasquale Eboli, Orlando Casadio, Roberto Con-

turso, Sergio Mignone, Mario Scognamiglio. Per il collegio dei probiviri si sono candidati

gli avvocati Salvatore Buono, Vincenzo Cenvinzo e Massimo Marino. Candidature pre-

sentate nel corso di un affollato incontro tra gli iscritti in cui è emersa la necessità di una

rappresentanza forte che sappia intervenire per la difesa dell’unico presidio di giuris-

dizione ancora presente sul territorio Portici -Ercolano, l’ufficio del giudice di pace, e

che sia in grado di rivendicare, con forza, il decoro professionale della propria attività

Sono pervenute a Carlo Borrelli, segretario uscente dell’associazione, anche le candida-

ture degli avvocati Maria Rosaria Giarritiello, Massimo e Gianluca Mazza, Germano

Perna, Carmela Esposito, Emilia Dorio e Maurizio Capozzo.

A tutti i colleghi dell’associazione “Porzio” i migliori auguri di buon lavoro.

Lucio Biancardi

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ANNO XV - NUMERO 1 | LA VOCE FORENSE NOVEMBRE 2013PAGINA 7

di Rosario SantellaDal prossimo primo gennaioscatterà per tutti i professioni-sti l’obbligo di dotarsi di unPOS (point of sale).Ho letto, al riguardo, un trafi-letto, postato anche su FB dadiversi colleghi, che parlavadel costo di questo nuovo aggeg-gino, dichiarato per legge “ne-cessario” (diversamente che alcomune salumiere comeanche al grande supermer-cato) allo studio professionale. Siccome mi sono diplomato alLiceo Scientifico con 60/60, hosentito prepotente l’impulsodi fare due conti. La sola installazione del Pointof sale costerà una media di100 euro. Il che moltiplicatoper 250.000 avvocati fa 25 mi-lioni e mezzo di euro. Quisquilie. Ad essa però si aggiunge uncanone (medio) mensile dicirca 30 euro, per un totale di360 euro all’anno. Il che, sem-pre moltiplicato per ormaitroppo decantati 250.000 av-vocati, fa 90 milioni di euro.Pinzellacchere. Come se questo non bastasse,e in aggiunta a tutto ciò suogni transazione (pagamentoeffettuato con bancomat ocarta di credito) il professioni-sta dovrà pagare una commis-sione che si attesta in mediaintorno al 3 per cento. Quindiconsiderando un introito in-cassato medio con questo si-stema di 15.000,00 euro (considerata come metà dellamedia delle dichiarazioni deiredditi degli avvocati) fa 75milioni di euro. Uhm ...la cosa comincia a di-ventare seria. E’ da considerare che questa

percentuale, ovviamente, saràpagata sul lordo della fattura enon sul netto, quindi anche sul-l’IVA, la CPA e persino sullespese vive (marche e contributiunificati) che noi incassiamo egiriamo allo stato ovvero al-l’ente previdenziale. Le somme di cui sopra vanno,chiaramente, moltiplicate pertutte le professioni: architetti,ingegneri, notai, commerciali-sti etc. Però... cacchio!

E’ stato detto che è stata abo-lita la norma sulle società traavvocati: falso! Avremo tuttidal primo gennaio un socio al3 %, anche se, bisogna dirloper onestà  solo sugli incassi(lordi, mica i ricavi!) e nonsulle spese. Mi spiace, cari signori, ma ionon POS. Non lo metterò Subirò con-trolli? Sarò multato? Ricorreròcomunque e dovunque, anchealla Sacra Rota!

Lo Stato può impormi di nonaccettare il contante, di ren-dere i miei incassi tracciabili(esistono i bonifici e gli asse-gni, come è noto) ma non puòimpormi un modo per farlo,costringendomi a pagare perun “servizio” di cui non hoalcun bisogno. Io non POS e tu? Le banche non hanno bisognodei 300 milioni di euro al-l’anno dei professionisti: riu-sciranno a fare da strozzinianche senza di me.

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Page 8: La Voce Forense. Nov. 2013

ANNO XV - NUMERO 1 | LA VOCE FORENSE NOVEMBRE 2013PAGINA 8

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