La Voce della Compagnia

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LA VOCE DELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA BRESCIA OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE 2011 4 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 48) art. 1, comma 2, DCB Brescia

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periodico di informazione religiosa della Compagnia di S. orsola di Brescia

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LA VOCEDELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA • BRESCIA

OTTOBRE • NOVEMBRE • DICEMBRE 2011

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VOCEDELLA

COMPAGNIA DI S. ANGELADI BRESCIA

OTTOBRE - NOVEMBRE - DICEMBRE 2011

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Via F. Crispi, 23 - 25121 BresciaTel. 030/295675-3757965 c/c postale n. 12816252

Nihil obstat quominus imprimatur

Aut. del Trib. di Brescia n. 24/69 del 5 sett. 1969Direttore responsabile: D. Antonio Fappani

Tipografia: Alfa - Brescia

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 nº 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia

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Santo Natale Andiamo fino a Betlemme

Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. L’importante è muoversi.Per Gesù Cristo vale la pena di lasciare tutto: ve lo assicuro. E se,invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilìtà di un bambino,con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aversbagliato percorso.Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia dellapovertà sono divenuti i simboli nuovi della onnipotenza di Dio. Anzi,da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra deisofferenti, la solitudine degli infelici, l’amarezza di tutti gli ultimi dellaterra, sono divenuti il luogo dove Egli continua a vivere inclandestinità. A noi il compito di cercarlo.E saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita.Mettiamoci in cammino, senza paura. Il Natale di quest’anno ci faràtrovare Gesù e, con Lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, lafesta di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, lafontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione,la voglia dell’impegno storico, lo stupore della vera libertà, la tenerezzadella preghiera. Allora, finalmente, non solo il cielo dei nostri presepi,ma anche quello della nostra anima sarà libero di smog, prìvo di segnidi morte e illuminato di stelle. E dal nostro cuore, non più pietrificatodalle delusioni strariperà la speranza.

S.E. Tonino Bello

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“Fissiamolo sguardo suGesù Cristo:

ieri, oggi e sempre”

LLa lettera agli Ebrei esorta idiscepoli di Gesù a “tener fissolo sguardo su Gesù, iniziatore

e perfezionatore della fede”. È unconsiglio sempre valido per tutti,perché il tener fisso lo sguardo suGesù aiuta in ogni circostanza a farescelte coerenti per mantenere fedeagli impegni assunti e per orientare ipassi verso la meta desiderata. Infatti chi tiene lo sguardo su Gesù,cammina seguendo lo stesso Gesùlungo la via della santità. Il tener fisso lo sguardo su Gesùvale per le persone singole, pervivere un’autentica conversione; mavale anche per le comunità. Vale dunque anche per la Compagnia,in questo momento in cui è chiamataad elaborare quelle modifiche richiesteper l’aggiornamento del Direttorio, e,in particolar modo, per impostare inmodo più coinvolgente la pastoralevocazionale.

La parola del Superiore

† Vigilio Mario Olmi

“Fissiamolo sguardo suGesù Cristo:

ieri, oggi e sempre”

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La parola del Superiore

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TTeniamo dunque fisso lo sguardo su Gesù, per poter essere fedelial disegno che Dio ha sulla nostra Compagnia. Ciascuna procederà sicura verso nuove tappe lungo l’itinerario

iniziato con il Battesimo, quando in Cristo si è diventati “nuovacreatura”, segnati dal carattere del battesimo e della cresima, e quandosi è risposto alla vocazione del Signore. Con la consacrazione secolarevoi avete assunto i tratti di Cristo casto povero e obbediente, secondole indicazioni date da S. Angela.Anche oggi intendiamo rinnovare i santi propositi, affidandociall’azione dello Spirito Santo. Con la sua luce, si può valutare meglio le tappe raggiunte nellaimitazione di Cristo Redentore e Sposo superando difficoltà eincertezze, e rendere concreta la vigilanza necessaria per poterprocedere con passo spedito. Egli, anche in futuro, continuerà adessere luce per le scelte da fare. In questo ci è particolarmente di esempio e di aiuto la VergineSantissima: ella ha sempre tenuto lo sguardo e il cuore rivolti a Gesù.Essendo piena di grazia, conosce meglio ciò che si deve fare perdeporre l’uomo vecchio e rivestirsi dell’uomo nuovo, per vivere ingrazia di Dio come si conviene a chi, dopo esser diventata nuovacreatura nel battesimo, è stata scelta ad essere una intatta sposa delFigliuol di Dio.E poiché Maria, fatta la scelta verginale, voleva essere tutta di Dio, haaccolto con piena disponibilità l’annuncio dell’Angelo e fu tutta perGesù fino alla fine. Dedicò tutta la sua vita per Gesù, da quando loaccolse nel suo seno, lo diede alla luce e lo accompagnò negli anni dellavita privata e pubblica, fino sul Calvario.Come non pensare al suo sguardo su Gesù ai piedi della croce, mentreuna spada le trafiggeva l’anima? O mentre lo sentiva pregare: “Padre,perdona loro perché non sanno quello che fanno”, o quando leaffidava Giovanni con le parole: “Donna ecco tuo figlio”?

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La parola del Superiore

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TTenendo lo sguardo fisso su Gesù man mano cresceva in sapienzaetà e grazia, riandava alle parole di Elisabetta: “Beata colei cheha creduto all’adempimento delle parole del Signore”, e con la

stessa fede accompagnò gli Apostoli nell’attesa dello Spirito Santo, cheli avrebbe dotati di quelle risorse richieste per iniziare la missione dipredicare il vangelo a ogni creatura. A lei si sono ispirati coloro che nelle varie tappe della storia, hannoricevuto dallo Spirito Santo nuovi carismi per avviare tante nuoveesperienze di autentica vita cristiana. Tra le tante esperienze di chi ha assunto la verginità per il Regno, sipone la figura singolare di Angela Merici, che, continuando a vivere nelmondo, ha fondato la Compagnia di S. Orsola, composta da “elette adessere le vere e intatte spose del Figliuol di Dio”. Le sue figlie perciò continuano a guardare a lei, per essere in grado dicustodire, come lei, il tesoro con cuore puro nonostante le difficoltàdel presente. Come lei desiderano far propri i sentimenti del Cuore di Cristo,ricordando l’ammonimento di Gesù: “Non chi dice: Signore, Signore!,ma chi fa la volontà del Padre mio” è degno del regno dei cieli.Pertanto anche voi come S. Angela, tenendo fisso lo sguardo su Gesù,saprete superare anche in futuro le difficoltà che si presenteranno, esaprete compiere scelte di un autentico aggiornamento nella fedeltà alcarisma di S. Angela. Fecero così anche le venerabili Sorelle Girelli, quando sotto l’azionedello Spirito Santo accolsero le indicazione del vescovo mons. G.Verzeri e fecero rinascere la Compagnia di S. Angela. Fecero così tutte quelle figlie che, sul loro esempio hanno mantenutovivo il carisma, fiduciose nella guida prudente del Vescovo, veneratocome superiore e amato come padre. E poiché sono vissute come vergini sagge, man mano concludevano laloro vita, hanno sentito la voce che diceva: “Veni sponsa Christi, accipecoronam quam tibi Dominus praeparavit in aeternum”.

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La parola del Superiore

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Comportiamoci anche noi come loro. Teniamo fisso lo sguardo suGesù Cristo giorno per giorno sia partecipando all’Eucaristia, siasostando nell’ascolto della Parola o davanti al tabernacolo.Con lo sguardo fisso su Gesù Cristo saremo in grado di leggere gliavvenimenti, discernere le voci che esprimono opinioni e proposte e,con la guida del Pastore della nostra Chiesa, sapremo “seguitar quelloche è certo senza pericolo, che l’incerto con pericolo. Tenete l’anticastrada ed usanza della Chiesa, ordinata e confermata da tanti Santi perispirazione dello Spirito Divino e fate vita nuova”. E mentre accogliamo riconoscenti l’esortazione della Madre, lainvochiamo insieme alle venerabili Girelli, per essere fedeli, certi cheElla “è viva in mezzo a noi, che vuole e può aiutarci e farci del bene inogni conto”.

“VOCE”si fa “PORTAVOCE”di tutta la Compagnia

per augurare a ciascuno in particolare

un Santo Natale e

Buon Anno Nuovo 2012

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La parola della Superiora

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Dalla preghieraa Sant’Angelacompatrona

Dalla preghieraa Sant’Angelacompatrona

Maria Teresa Pezzotti

CCarissime,proseguiamo l’approfondi-mento della Preghiera a

Sant’Angela Merici Compatronadella nostra Città e Diocesi cosìcome il Superiore ce l’ha offerta:

Con Te rendiamo grazie allo Spirito Santo

che ha plasmato il tuo cuoresecondo i sentimenti di Cristo,

e Ti ha ispirato a suscitare nella Chiesa

la novità della consacrazione verginale

nel mondo e a promuovere nella società progetti e propositi

di concordia e di pace

Dobbiamo cogliere innanzitutto lagrande forza della parola “novità”: laconsacrazione nel mondo oggicondivisa da molti altri istitutisecolari è e resta per noi Figlie diSant’Angela l’impegno costante diuna vita sempre rinnovata: “e fate vianuova”. Questa freschezza di vita non

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La parola della Superiora

è una promessa fatta una volta per tutte, né una serena conquista che siperpetua spontaneamente nel tempo: è una quotidiana fatica, che imponeogni giorno una presa di coscienza e una verifica della propria fedeltà alVangelo vissuto nelle azioni, negli incontri, nelle decisioni piccole egrandi, senza affanno e inquetudine, ma con apertura, comprensione,condivisione, capacità di superare pregiudizi e schemi mentali.

Infatti questa virtù della novità, che veramente interpreta il carismamericiano, ha come frutto la capacità non solo di porsi come strumentodi pace, ma anche di sostenere propositi e alimentare progettiserenamente costruttivi a cominciare dall’ambiente quotidiano dilavoro e di preghiera, di incontri per poterli continuamente animarecon pazienza e umiltà.

Ed ora a Te affidiamo la nostra Chiesa:pastori, consacrati e laici

uniti nella fede e nell’amoresiano sacramento di Cristo

per quanti qui vivono ed operano,soffrono e sperano

La nostra “Chiesa”: forse il clima diffuso di individualismo ha fattodimenticare anche ai fedeli la responsabilità di ciascuno nei confrontidella Chiesa, sia perché essa è la madre che custodisce la certezza dellanostra fede ed i valori eterni a cui cerchiamo di informare la nostracondotta sia perché, per il battesimo, ciascuno di noi è un membro vivodella Chiesa.

Possiamo dunque dire che la Chiesa siamo anche noi, ciascuna con ilsuo ruolo nella comunità dei fedeli, ciascuna anche con la forza viva dellasua personalità, espressa da un’intelligenza che vuol comprendere, uncuore, che vuol amare, una volontà, che vuole seguire la strada indicatadalla Provvidenza. Il sentirsi dentro un cammino provvidenziale aiuta ameglio capire i compiti che a ciascuno Dio assegna.

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La parola della Superiora

Qual è allora l’incarico specifico affidato a una consacrata nel mondo,a una Figlia di Sant’Angela? La consacraizone a Dio vissuta nella tramadei giorni accanto ai fratelli laici chiede di essere “sacramento di Cristo”,cioè segno visibile dell’invisibile, grande amore di chi ha accettato,rinunciato a una propria famiglia, di donarsi a tutti perché quanti “vivonoe operano, soffrono e sperano” siano accolti e consolati, sostenuti “qui”,in questo luogo, in questo momento, con queste persone.

Con Te trepidiamo per i nostri fratelliche come ciechi non conoscono

o non si curano di conoscerel’amore di Cristo Crocifisso

e per i quali eri dispostaa versare il tuo sangue

La parola “trepidiamo” induce a una riflessione attenta che meglio facapire l’atteggiamento veramente cristiano di fronte a tanta cecità, dovutaa superficialità o a mancanza di un senso o addirittura a presuntuosacocciutaggine, dalla quale molti, intorno a noi, sembrano essere afflitti.

Trepidare significa essere in ansia tra le opposte sollecitazioni deltimore e della speranza, in attesa della realizzazione di qualche cosa diimportante.

E importante è senz’altro il recupero di un clima di più disponibileascolto della Parola di Dio.

Il VII e l’VIII Ricordo di Sant’Angela sono tutti ispirati a questamaterna trepidazione che non ignora il male, ma non perde la fiduciain un futuro guidato dalla “paterna mano di Dio”.

Se li rileggiamo con attenta meditazione, ci possono essereveramente di aiuto.

L’augurio è “interiorizziamo” bene quanto il testo della preghieraoffre, così da poter aiutare altri a conoscersi e a chiedere grazie aSant’Angela.

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Alle sorelle ammalate

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Sorelle carissime,

il tempo scorre inesorabile,sembra ieri aver vissuto il misterodella Risurrezione, che già ciapprestiamo a rivivere la gioiadella nascita di Gesù in questamisera terra.

Questo grande Dono, che ilPadre ha fatto a noi uomini e donne, per dimostrarci quanto ci ama ciporta a riflettere sul significato della nostra nascita. Dobbiamoriconoscere che la nostra vita ci è stata donata; tale riconoscenza cideve rendere più umili e disponibili al perdono nella consapevolezzache il nostro operare è la conseguenza di quanto continuiamo aricevere dal nostro Creatore.

Non solo siamo state chiamate alla vita ma anche ad una altavocazione, come dice S. Angela: “essendo voi state elette ad essere veree intatte spose del figliolo di Dio; vogliate riconoscere qualeammirabile dignità sia questa ...”.

Più volte il nostro Superiore, Mons. Olmi, ci ha prospettato comevivere questa dignità di spose: “È proprio della sposa porsi inatteggiamenti di ascolto per penetrare nel cuore, comprendere econdividere i sentimenti dello Sposo ... La risposta riconoscente dellavergine consacrata si esprimerà ora nella preghiera della lode, ora nellapurificazione, ora nel sacrificio… così da rendere la fedeltà,atteggiamento normale di chi tende alla piena comunione e attendecon fiducia la gioia perenne della vita senza fine”. (da Spiritualitàmericiana, cap. 1°).

Anche in questo anno, parecchie sorelle sano state chiamate a viverela vera gioia di stare per sempre con il Signore, reso questo possibiledalla loro fedeltà alla Regola e alla Grazia di Cristo Sposo che le haaiutate a maturare la convinzione di essere testimoni di santità.

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Alle sorelle ammalate

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Lo scrittore cattolico Stalker così si esprime: “Dobbiamo nasceredue volte per vivere ... dobbiamo nascere nella carne e poi nell’anima.Le due nascite sono come uno strappo. La prima proietta il corpo nelmondo, la seconda lancia l’anima fino al Cielo.”

Ecco allora, che il Padre buono e misericordioso manda incontro anoi il suo Figlio. L’Incarnazione è la fonte della dignità della nostra vitadi consacrate; noi siamo importanti agli occhi di Dio al punto tale cheLui ha voluto condividere la nostra sorte, venendo a liberarci dallenostre paure, dalle nostre fragilità umane. ed è venuto a noi perportarci la Gioia che rende meno difficile il nostro fragile cammino,continuando tuttora a condividere la sua Gioia con tutta l’umanità econ noi, pur anziane ed inferme.

Meditiamo le parole che l’Angelo Gabriele disse a Maria quando leannunciò che sarebbe diventata Madre del Figlio di Dio: “Ti salutopiena di Grazia, il Signore è con Te”. Al momento della nascita di Gesùgli Angeli annunciano ai pastori: “Non temete, ecco vi annuncio unagrande gioia, che sarà di tutto il popolo…”.

Maria ci insegna ad esultare e gioire, a ringraziare per il donodell’Emanuele, del Dio con noi, della certezza che Dio ci accetta perquello che siamo.

Soffermiamoci a rivedere la storia della nostra vita e ci accorgeremodi quanti interventi l’Amore di Dio ha fatto in noi.

Buon Avvento e buon Natale! Fraternamente Enrica L.

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Spiritualità

Il silenzio dopo l’Omelia

C’è silenzio e silenzio. C’è quello dell’inerzia. Esiste quello del singoloche si chiude nel suo individualismo e si isola. Quello frutto delladistrazione che porta al sopore; quello dopo l’omelia è un richiamo ameditare brevemente ciò che si è ascoltato. Il significato e la funzione delsilenzio nella celebrazione è molteplice proprio perché assumevariegate tinte a secondo della natura sia dei singoli sacramenti o

sacramentali in cui il silenzio è praticato, sia in rapporto aidifferenti momenti nella celebrazione stessa. Esiste, difatto, il silenzio concomitante a gestualità quali:l’imposizione delle mani sui nubendi, sugli ordinandi, suimalati, sulle oblate, su coloro che si devono benedire; laprostrazione delle Vergini, degli ordinandi, dei celebranti(Venerdì Santo); la genuflessione di adorazione alSantissimo Sacramento, dopo la proclamazione dellaPassione nella Settimana Santa. In genere questo silenziosta a dire presenza e azione dello Spirito Santo. Anche il silenzio dopo l’omelia possiede una valenza inrelazione allo Spirito Santo; ma una attenzione viene postasulle necessità degli spazi di silenzio dopo l’omeliaricordandone i dinamismi da cui si comprende lainderogabilità del silenzio in causa. Il silenzio non èsospensione della celebrazione in atto, bensì è parte dellacelebrazione. Il silenzio è concreta ed ulteriore possibilitàdi superare un certo atteggiamento di estraneità o disemplice recezione-audizione della Parola di Dioproclamata e “attualizzata” dall’omelia. Il silenzio ècelebrazione del dialogo tra il Dio Tripersonale e la personadel fedele che per natura stessa della liturgia è in posizione

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Spiritualità

di inter-azione con gli altri fedeli che partecipano all’azione liturgica inatto. Il silenzio dopo l’omelia, caldeggiato dai testi liturgici, non devesnaturare il ritmo celebrativo. Il silenzio in causa è per promuovere lapartecipazione attiva all’evento che si sta celebrando. Il silenzio è perl’interiorizzazione della Parola di Dio e per l’applicazionepersonalizzata dell’omelia. In tal modo si inizia ad avvicinarsi alla pienapartecipazione: pari all’esordio della fruttificazione dell’annuncioascoltato, accolto e non disperso o vanificato. Il silenzio dà modo aifedeli di raccogliersi in esame di coscienza e smuoversi intimamente eproficuamente alla conversione. Il silenzio dà l’avvio a quel motocircolare tra la Parola di Dio-omelia, Fede, conversione fino all’etàmatura in Cristo. Il silenzio nella liturgia non è una cerimonia, né unasosta del celebrare; è piuttosto una sospensione di ogni gesto, parola,

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Spiritualità

rito; un entrare nel cuore della celebrazione. Non è un punto morto, maun momento culmine. Sta ad indicare la presenza e l’azione delloSpirito Santo; esse portano alla docilità, alla preghiera, all’adorazione,alla contemplazione, alla realizzazione, nella propria esistenza, diquanto lo Spirito suggerisce nell’intimo. Il silenzio liturgico, quindi, èrichiamo alla disponibilità per l’azione dello Spirito. Egli parla nelsilenzio; per sentirlo bisogna far silenzio. Riempirsi di silenzio è aprirsiallo Spirito Santo: per sentirlo, ascoltarlo, essergli docili e docibili. Ilsilenzio di adorazione e di contemplazione è la miglior apertura peraccogliere la parola di Dio.Il silenzio è il primo gradino per vivere la parola del Signore. Il silenziodopo l’annuncio della parola di Dio è via all’interiorizzazione eall’adeguamento della parola di Dio a noi e di noi alla parola di Dio. Ilsilenzio fa percepire la presenza del soffio dello Spirito. Egli lasciaintuire tante cose e può soddisfare i bisogni di ciascun fedele,alimentando nel silenzio la ricerca e la riflessione su ciò di cui ognunosente il bisogno per configurarsi a Cristo. Dove più profondo e intensoè il mistero, più alto è il silenzio, più operante è lo Spirito.Effettivamente, se la celebrazione liturgica non è segno dello Spirito,essa è nulla. La vera essenza dell’azione liturgica è l’essere epifania delloSpirito e dono dello Spirito con i suoi molteplici carismi. È nell’azione liturgica che i partecipanti devono essere in sintonia e insinergia con lo Spirito, che attua la parola di Dio. Ed è appunto nellacelebrazione che, sia personalmente sia comunitariamente, ogni fedelepiù facilmente dovrebbe essere docile allo Spirito per superare il fattoche i messaggi contenuti e trasmessi dalla Parola di Dio sono, per sé,disgiungibili dalla vita, non siano mai disgiunti.

Rosa P.

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Spiritualità

Sull’esempio di Sant’Angela essere in grado diprendersi cura di donne sole

È di moda oggi “farsi paladinidi qualcuno”.Sant’Angela, sia per la suaconcreta esperienza di vita, siaper l’innata scelta di farsi carico dicolui che ha bisogno, ha orientatoil suo agire verso persone esoprattutto in modo particolareverso donne “sole”, cioè nonmaritate.Il matrimonio, e perciò la vitadi famiglia, ieri specialmente,era una garanzia di sicurezza,come del resto per molti altri lodiventava la vita consacrata,specialmente se diretta allascelta del convento.Le donne “nubili” rappresentavano una categoria anomala e perciòalla balia di benpensanti, ma anche di maleintenzionati.Fece, quasi subito, alcune scelte di intervento ben precise:– conoscere con organicità la situazione di vita della persona della

quale interessarsi– avere la certezza e l’informazione di come viveva nella realtà

familiare o sociale di lavoro– individuare i bisogni a livello materiale, economico e morale– prendere contatti con le persone responsabili della vita della

persona, senza creare contrasti, ma unicamente per offrire propostedi soluzione.

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Spiritualità

Sant’Angela non temeva il confronto, pur essendo apparentementefragile; non si lasciava condizionare dal ceto sociale delle persone dacontattare e neppure era facile alla rinuncia: sapeva tornare all’attacconel momento opportuno, anche cambiando metodo di approccio.Oggi la situazione è molto diversa.La persona sola, e soprattutto la donna, vive momenti di grandeautonomia e libertà: di vita, di organizzazione del tempo, didivertimento, di lavoro...I singles sono molto spavaldi, sicuri ed autonomi.Ognuno, però, nella sua autonomia fa scelte specifiche: chi punta tuttosul lavoro, chi si concentra sul divertimento, altri ancora si dedicano acapofitto all’estetica(passeggiate a piedi, corse, palestra,ecc...).Tutti però hanno un desiderio: la compagnia di qualcuno pertrascorrere certi momenti delicati della giornata, della settimana,delle vacanze...E spesso, nei colloqui, emerge ...la solitudine dei soli.Una solitudine spesso mascherata, una solitudine a volte di rottura,una solitudine spesso di insoddisfazione interiore che sfocia poi...nelladepressione, nel bisogno del farmaco...

Qui si innesta il lavoro e la scelta di chi vuole agire come Sant’Angela.In primo luogo è necessario essere vicini alle persone sole: con unatelefonata, con un biglietto, con una visita, con un coinvolgimentodiretto o indiretto in una attività (so che sei brava a …; mi puoi dareuna mano?)Inoltre non bisogna temere di fare delle proposte ben precise: perchènon fai delle vacanze di servizio per un anno? Perchè non dedichi unfine settimana ad una comunità religiosa che gradirebbe la tua opera“artistica”?Se conosciamo le persone, riusciamo anche a caratterizzare le propostefatte ed a renderle più incisive.Inizia così una azione di accompagnamento che rende “amici”.

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Spiritualità

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Gli antichi romani dicevano: Amicitia aut pares invenit, aut pares facit!L’amicizia o ci trova già simili o ci rende tali nel tempo.Scatta a questo punto la proposta dell’impegno per gli altri o, piùprecisamente, della consacrazione a Dio attraverso il servizio ai fratelli,pur rimanendo nel mondo, pur svolgendo una mansione lavorativacomune e dimorando nella nostra casa.Forse il vero carisma di Sant’Angela può essere oggi la salvezza permolte persone: uomini e donne soli, alla ricerca di un significato dellaloro vita.Certamente qualcosa va cambiato nella concretezza della quotidianità,forse alcune modalità vanno riviste e riaggiornate, forse certe linee diazione vanno ripensate, però nello spirito di Sant’Angela: essereapostoli nella quotidianità e nel mondo.La divisa può contare: serve di più l’animo del servizio.Il luogo di vita può essere di aiuto ed una salvaguardia: per le stradedel mondo, a scuola, nelle corsie di ospedale, in un ufficio...si puòparlare di vocazione e di consacrazione con più incisività e con piùforza per trascinare a Cristo tanti incerti.Sant’Angela ci inciterebbe, oggi, a fare così.

Prof. Angelo Metelli

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Attualità

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Don Franco Frassine

"Ricercati”60mila

infermieri

"Ricercati”60mila

infermieri

Ospedali, cliniche e ambulatoripubblici o privati sono alla ricercadi personale infermieristico e non-ostante 6.730 infermieri stranieriche operano un po’ in tutto il Paese,la carenza di personale si fa sentireovunque. In ltalia i medici sono367.000, gli infermieri 350.000;244.000 lavorano nelle strutturepubbliche, 104.400 in quelle priva-te. I posti disponibili sono 60.000,lo stipendio medio mensile di unparamedico è di 1.600 euro. Gli in-fermieri laureati (dal 2001 per di-ventare infermiere è necessario fre-quentare un corso universitario dilaurea triennale) sono 7.000. Ognianno 17 mila operatori paramedicivanno in pensione, ma ne vengonoassunti solo ottomila: fin qui le cifre.Perché questa crisi? ci si domanda.Da noi la figura dell’infermiere è dasempre considerata gregaria, relega-ta dall’immaginario collettivo a un

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Attualità

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ruolo subalterno, semplice comparsa di fianco al vero protagonista del-la sanità: il medico. Da dieci anni, la certezza di ottenere un lavoro ga-rantito è affidata a un percorso di studi universitari per il conseguimen-to della laurea in infermieristica; le iscrizioni alla facoltà superano i po-sti a disposizione, anche se sovente mancano le risorse per le scuole.Parrebbe la quadratura del cerchio, ma, spesso, l’iscrizione all’univer-sità è la seconda o la terza scelta: un ripiego. E si sa che gli studenti po-co motivati non arrivano alla laurea: il lavoro è difficile, bisogna sce-glierlo con convinzione, e anche gli stranieri, magari già preparati, van-no incontro a non poche difficoltà nei reparti. Il primo problema pergli stranieri, comunitari o no, è senz’altro la lingua. Nella professione,entrare in comunicazione coi malati è fondamentale per capire i biso-gni, prevenirne le necessità e trasmettere le informazioni. “In che situa-zione può finire per trovarsi - afferma un’infermiera professionale - chinon parla l’italiano? Puoi essere preparato fin che vuoi, ma se non sai

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Attualità

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leggere le istruzioni per la somministrazione di un farmaco, non sai co-me fare”.Gran parte degli infermieri stranieri arriva in Italia attraverso agen-zie di lavoro interinale che hanno sede nei Paesi di provenienza eche sono collegate con cooperative o agenzie italiane. A queste sì ri-volgono le aziende ospedaliere - prevalentemente private- che han-no bisogno di coprire uno o più posti in organico: l’agenzia si fa ca-rico di tutto, di trovare l’alloggio al candidato, di iscriverlo al Colle-gio infermieri della regione presso cui opererà. “Per ottenere l’iscri-zione al Collegio, natura1mente - afferma un dirigente d’agenzia -bisogna sostenere un esame”.In Lombardia queste agenzie reclutano quasi tutto il personale che sioccupa dell’assistenza domiciliare, molti dei loro assistiti lavorano nel-le case di riposo e nelle cliniche private; e la laurea o il diploma del per-sonale straniero ottiene la validità da un’apposita commissione a Ro-ma. Investire quindi sulla formazione di questa categoria, così necessa-ria, è evidentemente una priorità. “È” necessario che gli infermieri di-ventino un punto di riferimento per il paziente, una figura credibile,capace di dare risposte, orgogliosa del proprio ruolo. “Il personale mo-tivato - afferma un dirigente scolastico - è quello forte della propriacompetenza, sulla cui formazione si è investito. Non sempre le facoltàd’infermieristica ottengono dalle aziende e dalle università risorse ade-guate al compito. Se avessi più aule, potrei avere più studenti. Se ci fos-sero più studenti, ci sarebbero più infermieri”.Certo, questa laurea ottenuta degli infermieri, può modificare la valu-tazione finora data a questi benemeriti lavoratori. Alla professionalitàusata, all’umanità palpabile, alla competenza riconosciuta, va aggiuntoun altro valore poiché l’esercizio della medicina - sia pure riservata alsettore specifico - è basato sulle conoscenze, sulla preparazione, quin-di arricchisce e completa l’assistenza, anche quella dettata da sentimen-ti o da semplice prestazione da lavoro.

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Missioni ad extra

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Dal Brasile

Dal 12 al 28 luglio scorso sono state sulle orme di Sant’Angela Merici,visitando i luoghi nei quali la nostra Santa è vissuta e ha svolto la suamissione, Dalva e Regina due Figlie brasiliane della Compagnia diSant’Angela.Maria Lindalva da Siva Santos e Regina Aleves di Souza vivono nellacittadina Sào Geraldo do Araguaia nella regione del Parà e svolgono laloro attività nella Parrocchia di Cristo Libertador.Hanno conosciuto la figura e il carisma di Sant’Angela negli anni in cuiFulvia e Lucia hanno lavorato con due sacerdoti bresciani, DonGiovanni Magoni e Mons. Piergiuseppe Conti, ora Vescovo di Macapàe in quel periodo vescovo di Conceição Do Araguaia. Da quell’esperienza di collaborazione nella pastorale della parrocchia e delladiocesi, Dalva e Regina hanno maturato la scelta della loroconsacrazione laicale e di dare inizio alla Compagnia di Sant’Angela inBrasile. Dalva, aiutata e seguita nella formazione spirituale mericianada Lucia e da Fulvia, in seguito ha coinvolto in questa nuovissimaesperienza di consacrazione laicale Regina e un’altra giovane,Raimondinha. Il 31 gennaio 2010, Dalva ha emesso la sua professioneperpetua. Questo fatto è di grande importanza perché ora laCompagnia è a tutti gli effetti presente nella Diocesi di Conceição DoAraguaia. A Dalva è affidata anche la formazione di Regina, che haemesso la sua professione temporanea, sempre il 31 gennaio del 2010alla presenza del Vescovo, e la formazione di Raimondinha che da unanno ha iniziato il suo cammino.Il Vescovo, contento di questa presenza di consacrate nel mondo, lesostiene spiritualmente e nell’azione pastorale a vasto raggio nellaquale sono coinvolte a livello diocesano e a livello parrocchialegodendo la stima e la simpatia di molti.Durante i giorni trascorsi in Italia, Dalva e Regina hanno potuto

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toccare con mano, visitando i luoghi di Sant’Angela, l’esperienza, laspiritualità e le varie iniziative che la Compagnia svolge nella nostraDiocesi.A Brescia hanno trascorso alcuni giorni in Casa Sant’Angela, si sonopotute raccogliere in preghiera nel Santuario che custodisce le spogliemortali della Santa e condividere la vita delle nostre ‘angeline’.Accompagnate da Maria Teresa Pezzotti, la Superiora dellaCompagnia nella Diocesi di Brescia, hanno visitato a Desenzano ea Salò i luoghi in cui la Santa è vissuta. Più di una volta sono statepresenti nei momenti liturgici nelle varie Chiese di Salò e in modoparticolare nella Chiesa di San Bernardino frequentata daSant’Angela nel suo soggiorno salodiano. Hanno poi visitato Romacon la sorpresa di trovare la statua di Sant’Angela nella basilica di

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San Pietro. Fatto curioso: hanno pure visto per la prima volta laneve in una passeggiata in alta montagna.Ciò che premeva loro era però di vedere e sperimentare concretamentel’esperienza di come le Figlie della Compagnia, nel nostro tempo,vivono la loro quotidianità secondo gli insegnamenti di Sant’Angelanelle loro pratiche religiose e nello svolgimento delle varie attivitàparrocchiali..Nella loro missione in Brasile, le due Figlie di Sant’Angela non sonosolo sostenute spiritualmente, ma anche con aiuti concreti da Brescia;infatti si deve alla Compagnia di Brescia la costruzione degli ambientidestinati alla loro attività pastorale.In questa rete di aiuti si inserisce anche la nostra Parrocchia di Salò,attraverso il gruppo missionario che ogniqualvolta ne ha disponibilità,non manca di rendersi presente in modo generoso manifestando lasolidarietà dei salodiani.Prima della loro partenza per il Brasile, Dalva e Regina hannoincontrato il gruppo missionario di Salò manifestando il loro grazie perl’aiuto economico ricevuto e hanno parlato della loro esperienza di vitacristiana, di consacrazione nel mondo e delle loro attività in una terracosì lontana da noi.

Don Pierluigi TomasoniCurato di Salò

CCarissime Figlie di Santa Angela Merici, all’inizio, quando decidemmo di venire in Italia, con l’appoggiodella Compagnia di Santa Angela di Brescia per vedere proprio

dal vivo i luoghi della nostra Santa, ci sembrava difficile e quasiimpossibile: ma successe veramente e tutto è andato molto bene ed èstato bellissimo, graças a Deus (grazie a Dio).Il nostro sogno e il grande desiderio, che avevamo nel cuore, erasoltanto quello di poter vivere alcuni giorni sulle pegadas (orme ) della

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testimonianza di Santa Angela attraverso le sue Figlie e, non ultimo,quello di rivedere le sorelle Fulvia e Lucia. Carissime, non sappiamo come esprimere l’emozione che abbiamoprovato nel visitare il Santuario con il corpo della nostra Santa!!! èraffigurato proprio così nello stesso quadro che abbiamo appeso nellanostra casa, ma non è la stessa emozione che si prova! Da quando Maria Teresa e Lucia ci hanno accompagnato a visitare iluoghi, i simboli della storia di Santa Angela, noi abbiamo subitocapito che Angela è sempre stata perseverante nel suo cammino ed hasempre testimoniato con fermezza di essere veramente la Sposa diCristo. La sua vita ha avuto tanti alti e bassi, ma mai in nessun momento si èpersa d’animo e ha continuato, con tanta fede nel suo Sposo, la suamissione coraggiosa quanto nuova per quel tempo e per noi oggi nellanostra terra brasiliana. Carissime sorelle, ricordiamo con tanta tenerezza le Grezze dove è natae vissuta con la sua famiglia e che sembra molto alle nostre case poveree semplici di San Geraldo. A Desenzano nel centro della piazzaabbiamo visto con orgoglio la grande statua della Santa ergersi apatrona della città. Roma! Città eterna, maestosa, piena di ricordiantichi e troppo bella per raccontarla: è stata una continua sorpresa ...nella grande basilica di San Pietro con grande meraviglia abbiamo vistola nostra Santa Angela in una nicchia là in alto a sinistra dell’altaremaggiore, siamo state a guardarla lungo tempo perchè ci sembravavolesse parlare ... Quante emozioni!!! Ricordiamo con gioia l’incontrocon il nostro ex parroco di San Geraldo, don Giovanni Magoni, oraparroco di Montecchio, il quale ha voluto trascorrere insieme ungiorno per ricordare gli anni di missione passati nella nostra terra. Mala città di cui parliamo tanto è Brescia, ricca di Chiese, di ricordi e disimboli che ci dicono della nostra Santa Angela molto venerata daibresciani fino a proclamarla compatrona della città. Ma la sorpresa è

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stata la “casa Sant’Angela, “la nostra casa..”, dove siamo state accoltecon amore e tutte le volte che rientravamo ci sembrava di ritornare allanostra casa. Sono stati per noi giorni indimenticabili sia quando la seraci si riuniva per le preghiere, sia quando la mattina partecipavamo allaSanta Messa nel santuario, sia persino nell’ora dei pasti quando siconversava e si cantava felici di essere insieme a tante sorelle, Figlie diSanta Angela, nostra madre.L’incontro con le sorelle anziane della casa Girelli ci ha lasciato unricordo commovente... Tutto abbiamo messo alla presenza di Gesùperché tutte noi facciamo parte della sua missione.Al nostro ritorno a casa la gente era lì ad accoglierci con tantoentusiasmo, desiderosa di sentire raccontare la nostra meravigliosaavventura. Ringraziamo il Signore per averci dato l’opportunità dipassare alcuni giorni insieme a Fulvia e Lucia nella casa di Salò. Carissime, perdonateci se abbiamo dimenticato qualche cosa .... forsela ritroveremo nelle tantissime foto che abbiamo scattato. Questoviaggio ci ha lasciato molto più forti e sicure di aver fatto una scelta divita, la migliore. Per questo non ci stancheremo mai di ringraziare ilSignore. Con tanta nostalgia abbracciamo tutte. ad una ad una

Dalva e Regina

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PELLEGRINANDO. A piedi da Brescia a Mantova

Da una piccola storia, sulle orme di S. Angela, può sempre nascere qualcosa di buono

Da otto anni un bel gruppo di persone della nostra comunitàparrocchiale di Sant’Angela Merici di San Polo e altri amici, stafacendo con regolarità l’esperienza del pellegrinaggio a piedicamminando verso luoghi sacri della nostra provincia e di altre regioniitaliane e europee. È iniziato tutto nel 2004 quasi per caso, dopo ripetute discussioni traamici sulle modalità di affrontare il cammino di Santiago deCompostela, poi mai fatto in gruppo. Alla fine, tra coloro favorevoli apartire presto e subito e quelli contrari a partenze alla garibaldina, siraggiunse un compromesso: mettiamoci alla prova concretamente,simulando, a casa nostra, un paio di tappe del famoso Cammino .Considerato che si era nel mese di Maggio è stato proposto unitinerario mariano: camminare dal Santuario Madonna di Valverde diRezzato a quello della Madonna del Frassino a Peschiera, con sosta alMericianum di Desenzano in onore di Sant’Angela nostra patrona.Poco meno di 50 Km facili, facili, da fare tutti insieme…. ma allapartenza si presentarono solo due pellegrini che, per nullascoraggiati, si incamminarono lungo un percorso che si rivelerà poipieno di sorprese e di sviluppi impensabili.Dopo questa bella esperienza è stato naturale proporne altre, con unsusseguirsi di percorsi sempre più ricchi di incontri e di occasioni dimeditazione e preghiera, personale e di gruppo. Sorprendentemente leadesioni furono sempre più numerose. In modo particolare il camminomericiano da Brescia a Desenzano- proposto ogni anno nel periodoquaresimale attirò sempre più persone, basti pensare che lo scorso 19Marzo ad arrivare a Desenzano, a piedi, eravamo in più di 130

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pellegrini, grazie anche alla forte partecipazione della comunità diCalcinato. È una tradizione, ormai, che da questa parrocchia, che vantanel suo passato una importante presenza delle Figlie di Sant’Angela, simettano in cammino moltissime persone, che si congiungono algruppo di Brescia verso Salago di Bedizzole. Il colpo d’occhio èspettacolare: un fiume di gente si snoda per le colline morenichedell’entroterra gardesano verso sant’Angela. A partire dal 2011 si è inaugurato con successo il pellegrinaggio del 27di gennaio, festa di sant’Angela. Quel giorno i pellegrini partono dallacasa natale di Angela, alle Grezze di Desenzano, per arrivare nei luoghiin cui è morta ed è sepolta, nel chiostro e nella chiesa di S. Afra oggi S.Angela Merici, per la messa celebrata dal vescovo di Brescia. È bello vedere arrivare, nella chiesa piena di fedeli, questi pellegrinistanchi e, nonostante il freddo, sudati ma felici.Del resto non poteva essere diversamente, considerata l’importanza deipellegrinaggi nella formazione del carisma di Angela e, dunque ancheper la fondazione della Compagnia di S. Orsola. Infatti sant’Angela haampiamente praticata questa forma di devozione, soprattutto dopo ilsuo arrivo a Brescia nel 1516. La documentazione archivisticatestimonia i suoi viaggi a Mantova, Cremona, Soncino, Varallo Sesia epoi ai luoghi santi della Cristianità: Gerusalemme e Roma.Riflettendo sui pellegrinaggi fatti da Sant’Angela ci è sembratonaturale pensare che la nostra personale esperienza di vita e dipellegrini poteva arricchirsi, ripercorrendo le stesse strade da lei fatte.Da qui la l’idea di creare un “circuito mericiano” che comprenda tuttigli itinerari fatti da quella grande pellegrina che fu la Merici. È nato così il primo pellegrinaggio a piedi da Brescia a Mantova, nelricordo del primo “cammino” fatto da Angela nel 1522 per recarsi apregare sulla tomba della Beata Osanna Andreasi. Così dal 6 al 9ottobre di quest’anno una ventina di amici hanno percorso in quattrogiorni circa 110 chilometri, dormendo e mangiando “alla buona”.

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Durante il cammino ci siamo interrogati sulle motivazioni che avevanospinto Angela alla tomba della Beata Osanna Andreasi, mortastigmatizzata pochi anni prima. Possiamo supporre che avvertisseindubbiamente il richiamo della mistica mantovana, ma crediamo cheoltre a questo ella fosse alla ricerca di una nuova definizione dellapropria vita spirituale, in parte già praticata e che forse cominciava adintuire, ma che forse non riusciva ancora compiutamente ad esprimeree che probabilmente non poteva più essere contenuta nel modello delTerzordine di S.Francesco. Infatti, pur sapendo quanto di S. Francescovi sia nella sua Regola, già in questo periodo la sua spiritualità cercavaaltre vie. Non si può dimenticare che anche da un punto di vistapsicologico Angela dalla provincia è passata in città, è passata da unaspiritualità raccolta ad una vita pubblica. Non stupisce quindi la sua

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volontà di conoscere un altro modello di santità, incarnato da unaterziaria come lei, sia pure domenicana, che era riuscitacompiutamente a coniugare misticismo, il dono della profezia con unagrande santità di vita praticata nel mondo. Nuova definizione della propria vita spirituale, spiritualità che cerca altrevie, conoscere altri modelli di santità: il comportamento di Angela fariflettere. Lei, portatrice nel cuore della visione del Brodazzo edestinataria di una grande missione, sembra mettersi in unatteggiamento di conversione permanente per dare tutto lo spaziopossibile alla sovranità del disegno di Dio sulla propria vita.Per questo al nostro cammino verso Mantova abbiamo voluto dare iltitolo: “In cammino per dialogare, in dialogo per scoprire tracce disantità”. È un programma, sintetizzato nella preghiera composta dallanostra Mariella:

Ti preghiamo, Signore,che il nostro cammino non sia un vagare errabondo

senza memoria né del luogo cui si tendené di quello cui tornare.

Che il nostro segnare la strada, passo dopo passo,sia lasciare impronte, tracce di incontri che

anticipano la meta, come ponti tra terra e cielo.Che il nostro vedere distratto e vago diventi guardare

dritto gli occhi e il cuore dei nostri compagniper scoprire la bellezza e la forza che li abita.

Che il nostro udire diventi ascoltarei sussurri più profondi del loro animo

e gioire di questi tesori donati a piene mani.Che il nostro gustare diventi condividere

preziosi ritagli di vita così da tessere,all’incrocio dei racconti, una Storia nuova.

Che la stanchezza del cammino ci sveli

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le nostre fragilità così da accoglieree abbracciare le debolezze del mondo.

Che la bellezza della natura e dell’arte ci commuovaal pensiero che è solo un infimo frammento del tuo immenso splendore.

Che l’incontro col sacro ci apra alla sacralità di ogni incontro quotidiano.

Che la passione d’amore di S. Angela ci contagie ci restituisca la purezza dell’Amore più grande.

Da una piccola storia tra amici, coltivando i buoni segni semprepresenti, può nascere qualcosa di buono.Ecco, ormai i cammini mericiani sono appuntamenti classici e attesi, aiquali si aggiungono altre iniziative e altri cammini di tipo meditativo,proposti in varie forme nel tempo, sempre con riferimento allaspiritualità di Sant’Angela e San Francesco.A tutti, buon cammino nella vita, sulla strada tracciata da Sant’Angela:l’appuntamento è al 27 di gennaio per ripercorrere la strada chesant’Angela ha compiuto per venire a Brescia e dare l’inizio al suoapostolato carismatico.

Matteo Franceschiniun rappresentante del gruppo! Amici di S. Angela”

ed ora uno dei probiviri del Centro Mericiano

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In prossimità della Festa di S. Angela vi presentiamo il calenda-rio delle manifestazioni della

Settimana Mericiana – 21-28 gennaio 2012

SABATO 21 Ore 9.30-12.30Chiesa Inferiore del Santuario di S. Angela MericiConvegno su:Educazione all’identità: la valorizzazione della personalitàfemminile Relatori: dott.ssa Cristiana Calcagna eProf.ssa Irma Valetti Bonini

GIOVEDI’ 26 Ore 20.30 - Santuario di S. Angela MericiVeglia vocazionale Aperta a tutti

VENERDI’ 27 FESTA DI S. ANGELA MERICISulle orme di S. Angela. Cammino da Desenzano a BresciaPellegrinaggio organizzato dagli “Amici di S. Angela”Ore 17.00 - Inaugurazione della mostra didattico - peda-

gogicaAcqua simbolo di Armonia e Amore per un nuovoumanesimo ispirato alla figura di S. Angela

Ore 21.00 - Santuario di S. AngelaConcerto

SABATO 28 Ore 16.00 - Chiesa Inferiore del Santuario di S. AngelaMericiPresentazione degli Atti del Convegno tenutosi nel novem-bre del 2010 su: La risposta femminile ai nuovi bisogni del-l’età borghese. La rinascita delle Compagnie e degli Istituti se-colari delle Orsoline fra Ottocento e primo Novecento

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In preparazione alla Festa di S. Angela possono aiutarci nella nostrameditazione questi due scritti che ci sono pervenuti.

Pensieri davanti a S. Angela

Signore, nel giorno in cui la Chiesa contempla la tua presenza nella vitadei Santi, ti ringraziamo per i semi di eternità che hai deposto in S.AngelaNoi crediamo che i Santi sono dinanzi a Dio il profumo di Cristo (2 Cor2,15). Noi oggi con te S. Angela li invochiamo, perché ci aiutino avivere opere e giorni come un profumo di soave odore, un sacrificiogradito a Dio (Fil 4,18).S. Angela, il tuo programma di vita lo incontriamo presente in questeparole di S. Paolo: Per me il vivere é Cristo.... Non sono più io che vivo,ma é il Cristo. che vive in me (Fil 1,2 1; Gal 2,20). E ancora: Se il chiccodi grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore,produce molto frutto (Giov 12,24).In te S. Angela la vera luce é entrata in una fragile creatura, aprendotialla speranza di un giorno eterno. In te incontriamo, capita e vissuta, larisurrezione di Cristo: sei rinata interiormente, hai deposto le spogliedell’uomo vecchio (Ef 4,17-24), sei divenuta creatura nuova, figlia dellaluce limpida e trasparente del mattino di Pasqua. Per te la via dellasantità é stata per eccellenza libertà. È una via che porta alla pienarealizzazione di sé. Grazie per averci detto che la santità non é unprogetto per pochi privilegiati o per persone eccezionali, ma per tutti.Per meglio vivere la chiamata alla santità, ravviva in noi la memoria delnostro Battesimo, giorno in cui abbiamo accolto l’ eccomi della fede,abbiamo ricevuto la vita nuova in Cristo e il dono di appartenere allaChiesa santa. Sia sempre operante in noi l’effusione pentecostale deisette doni perché porti a perfezionamento la nostra conformazione aCristo.

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S. Angela aiutaci a ritrovare nella preghiera l’arte del pensare, lanervatura di ogni azione.La spiritualità cristiana, sia ricentrata sull’Eucaristia. La Chiesa sia semprepiù assidua nell’ascolto, nella frazione del pane e nell’insegnamento degliApostoli (Atti 2, 42).

Più volte vivendo le vicende storiche agitate del tuo tempo, hai pregatoil rosario dell’angoscia. Con il sereno ottimismo che sempre ti hadistinto, ci ricordi che al di là delle catene, nel creato e nell’umanità sipossono incontrare armonie profonde che si compongono in untessuto di suoni, di luci e di attese.Mentre siamo sospesi sul crinale tra pessimismo e speranza, ricordaciche si deve avanzare sempre, respirando la virtù teologale dellasperanza che coniuga in sé fiducia ed attesa, certezza e conquiste.Viviamo in un mondo stanco e senza ideali, nel quale non c’é piùardore ma grigiore, non c’é più attesa ma sopravvivenza, non c’é piùgioia ma protesta, non c’é più creatività ma ripetizione. Superiamo ogni limite nella convinzione di essere liberi e intelligenti,in realtà ci scopriamo solo estremisti, illusi e frustati. Abbiamo bisognodi parole che risuonino efficaci anche per i nostri giorni esagerati neiquali impera l’eccesso del dire, del fare, del possedere. S. Angelaritorni in noi la fame e la sete di silenzio che ci educhi a incontrare unapresenza intensa e solidale. Il silenzio in noi parli più forte delle linguedegli uomini e delle cose, il silenzio ci plasmi, ci emozioni e ci doni lagioia di vivere la purezza assoluta dell’abbandono alla volontà di Dio,per poi poter entrare con serenità e sicurezza nei rumori mondani. S.Angela ritorni in noi l’amore all’ascolto di una voce che non élinguaggio e parole umane ma é Parola di Dio (Salmo 19,2-5), Vocedivina, il cui volto é Gesú Cristo, parola che inquieta, parola decisivache spiega il senso ultimo e vero della realtà e della vita, parola che cidona il respiro immenso e potente dello Spirito.

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Siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Grazie alla tuapreghiera fa che torniamo ad amare, a vivere la vita, dono di Dio, donounico, irriproducibile, non manipolabile, dono che sta correndo ilrischio di rinsecchirsi, di ridursi a tronco arido perché la vitalità pienadella sua linfa sta venendo meno, per colpa della superbia scientifica edell’egoismo umano.Agli uomini e alle donne che ricapitolano in sé tutta la miseria e la penadella generazione umana, agli uomini e alle donne espulsi dai luoghisacri dell’intimità, agli uomini e alle donne che hanno perso la bellezzadei fiori per divenire piante carnivore, con voce alta e forte, indica lasperanza dell’essere stati. donati alla vita per offrirsi alla luce e che lagrazia di Dio sempre ci precede e ci illumina per liberarci dalIaschiavitù, anche nei luoghi più oscuri della vita e della storia.

Tu che hai incontrato Gesú percorrendo la via della bellezza, per tuaintercessione i giovani tornino a dar senso e gusto ai propri giornicamminando su questa strada, vivendo una vita piena, intensa cheporti a compimento ogni conoscenza e potenzialità. La bellezza rendapiù nobile il loro cuore, più raccolta la loro mente, più limpidi i lorosentimenti. Fa che amino i gesti umili e modesti, i giorni spesso ugualie monotoni. Tienili lontani dalla superficialità, dalla banalità,dall’arroganza e dalla violenza; da ciò che é brutto, sguaiato e volgare.Ai giovani che cercano una voce, una mano, una presenza che permettaall’anima di respirare e al pensiero di riposare, indica Gesú Signore,vero uomo e vero Dio, eternamente presente, amico che si dona e sipuò conoscere là dove esso si rivela e agisce. Ricorda loro che GesúCristo incrocia le nostre strade, bussa alla porta del nostro cuore, sipresenta all’improvviso, ma soprattutto ci viene incontro percorrendola strada dei nostri tradimenti nei quali spesso e volentieri cinascondiamo.Tu che ti sei rallegrata con quelli che sono nella gioia e con quelli che

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sono nel pianto (Rom 12,15) sii accanto a coloro che tragicamente olentamente sono lavorati dallo scalpello del dolore. Nel crepuscolo nondimentichino che la croce li sostiene e li conduce sin dal momento chel’abbracciano e la amano. Indica ai nostri ammalati la terapia didormire con il viso rivolto verso est, per vedere nella luce che sorgeogni giorno il Vivente per sempre, che a loro va incontro.S. Angela aiutaci a rendere ragione della speranza che é in noi (1 Pt3,15 ). S. Paolo ci ricorda che vedremo Dio. Ora vediamo come in unospecchio, in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia (1 Cor13,12). E S. Giovanni conferma: Ciò che saremo non é stato ancorarivelato. Sappiamo, però, che noi saremo simili a Lui, perché lo vedremocosì come egli é (3,2) Tu che sei stata donata a noi dal cielo, con noiprega e lavora per riportare noi e il mondo al cielo.Amen

Don Adriano

LLa realtà della vita edella morte ciappartiene.

A ciascuna il coglierla: nonla si può scansare a buonprezzo (a parte le battute piùo meno superficiali), sta lì,dentro di noi e dinnanzi ainostri occhi. Ci provoca,scuotendoci dal torporedella coscienza, parlando alcuore e alla ragione, ma noiindaffarati dal dinamismo

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della vita di oggi, spesso non possiamo fermarci per riflettere, eppureserve essere certi di poche, grandi cose che contano davvero nella vitae nella morte! Quelle che non appariranno mai su nessuna testatagiornalistica! La prima cosa è che nessuno è padrone della vita umana.Ma la santità che veramente è agganciata all’eternità, richiede di porrenel nostro vivere quotidiano, in tutto il suo contesto, una profonda,sincera apertura del cuore nell’accettazione di una vita in Cristo, perCristo, in cui si verifica l’umiltà di Dio che evidenzia un Dio-Padre chesi china e si pone a servizio dell’uomo, offrendo la vita del suo figlioGesù.Possiamo anche chiederci se la vita vera inizia dal primo battito delcuore o dall’ultimo. Dal primo anche se l’itinerario è diverso! Infattinella vita terrena sentiamo la fame, la sete e talora per continuare avivere si deve lottare con grande fatica! Sicchè talvolta si puòassaporare qualche barlume di gioia, tanto agognata dal cuore umano;è come una fioca luce a intermittenza. Ma dopo l’ultimo battito delcuore umano, c’è una viva felicità senza fine, che nessuno ci toglieràmai! Una realtà propria del cristianesimo, è la speranza della Vita, piùforte della morte, e tuttavia rimane un salto “la Fede” frutto di undono e al tempo stesso di una storia che esperimenta limiti e conflitti.Ma quando in nome di Cristo signore, si riesce a dominare i propriistinti, e dal proprio passato negativo ci si sente liberati perché si èricevuto il perdono e si diventa capaci di di un vero amore gratuitoverso Dio, se stessi e chiunque si trovi nella propria storia di vitaquotidiana. La Santità allora fa breccia in tutto il nostro vivere farcito di autenticocristianesimo che ci può accompagnare oltre la parte della vita terrena. Un vivo augurio di …SANTITÀ!

Mariuccia G.

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Nel Bollettino “La vita monteclarense, agosto settembre2011”, abbiamo letto un pensiero di gratitudine rivolto alla no-stra Consorella Adele Baratti. Anche noi ci uniamo alla gioia suae della sua Comunità per il traguardo raggiunto.

Grazie, Adele!Durante la festa abbiamo avuto la gioia di consegnare un “premio”(la statuina di S. Pancrazio, patrono di Montichiari) alla nostra

Adele Baratti chequest’anno ha celebrato 50anni di vita consacrata nellaCompagnia di S. AngelaMerici. Durante la consegnaabbiamo anche ricordato ilsuo lungo servizio dicatechista sempre nellanostra parrocchia e la suagrande disponibilità perpiccoli servizi come“corriere/fattorino”.Che il Signore la benedicaancora nella salute e nellasua umile testimonianza.

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Diario di Casa S. AngelaAgosto – settembre

Anche negli ultimi mesi del 2011, Casa S. Angela ha avuto occasione diospitare vari gruppi che hanno trovato un clima adatto per raccogliersiin preghiera davanti al Signore:

• Nei mesi di settembre ed ottobre abbiamo accolto circa sessantaConsorelle per i due corsi di Esercizi Spirituali, nei quali la nostraFabiana Ferrari ha rinnovato i suoi fermi propositi di ubbedienza,povertà e castità, con grande gioia nostra e dei suoi familiari.

• Il 1° ottobre il Centro Mericiano ha tenuto l’Assemblea annuale deiSoci durante la quale si è relazionato sul lavoro fatto e sulprogramma del prossimo anno.

• La Medicus Mundi ha organizzato presso Casa S. Angela un corsosulle malattie tropicali della durata di tre settimane.

• Sono state ospiti di Casa S. Angela alcune Orsoline americane edella Federazione tedesca.

• Alcuni professori di una scuola tedesca, guidati da Rosmarie B.,sono stati ospitati in Casa S. Angela per alcuni giorni di formazionesulla figura e la pedagogia di S. Angela così da poterla trasmettereai loro alunni.

• In questo ultimo scorcio dell’anno sono previsti giornate di ritiro dialcuni gruppi in preparazione del S. Natale.

Il nostro lavoro e quindi la nostra spiritualità è quella del quotidianoche sempre si mantiene desta in ogni stagione della vita. SPRECO diAMORE e di DEDIZIONE; SPRECO di DONO e di GRATUITÀ.Anche dalle Sorelle di Casa S. Angela un augurio a tutti coloro cheleggono, in primo luogo alle Sorelle ammalate.

Valentina B.

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UNITE INSIEME(… pregate il Padrone della messe…)

Tutta la Compagnia, attenta alla donna, prega per la scelta vocazionale.È la proposta della Commissione della promozione della Compagnia(Stefania, Letizia, Franca, Beatrice e Ina) che ha preparato il sussidio“Eccomi sono la serva del Signore”.Importante è che ogni Consorella ne faccia tesoro nella propriaquotidiana preghiera.

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Le ricordiamo

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Gheza Giannina

Nata a Berzo Inferiore il 27 gennaio 1926Consacrata nel 1959 – Deceduta il 15 agosto 2011

UNO SPRAZZO DI LUCE se n’è andato...Il 15 agosto ha visto spegnersi una lampada che pertanti anni ha fatto luce con la sua vita a tutta lacomunità. Indimenticabili pure le amorose cure

rivolte ai familiari. Finché la salute glielo ha concesso, ogni giorno hasostato in preghiera ed adorazione nel nostro santuario dedicato a S. MariaNascente, rivolgendo in particolare accorate suppliche alla cara MadonnaPellegrina e al Beato Innocenzo. In questi ultimi trent’anni, debilitatafisicamente, non potendo più raggiungere la chiesa verso la quale sentiva unforte richiamo, con sofferenza è stata costretta a rimanere in casa.È qui, però, che con tanta delicatezza d’animo, saggezza e riservatezza haaccolto le preoccupazioni, le gioie di tante persone. In lei in particolarehanno trovato un consiglio, un aiuto, un incoraggiamento giovani indifficoltà e mamme sofferenti. Era pronta, insieme al fratello Giacomo, adaccogliere tutti, a spalancare le porte ai sacerdoti, ai chierici che hasostenuto nel loro cammino, divenendo loro sostegno e valido esempio.Possiamo dire che “ha adottato” sacerdoti ed in particolare il caro PadrePierino Grappoli, missionario per quasi 60 anni in Indonesia e lì sepolto.Quando tornava in Italia, in casa Gheza ha ricevuto grande ospitalità edaffetto, era considerato un fratello. A lei inoltre siamo debitori per tuttequelle preghiere che a sera (e tante volte anche durante la notte) rivolgeva,oltre che a Dio Padre anche all’amatissimo Beato Innocenzo, stringendotra le mani quel reliquario da lui “costruito” e più volte usato quando sirecava a trovare gli ammalati. Grazie a lei un oggetto così prezioso è statofonte di luce e di speranza. Tutta la comunità le è tanto grata e la ringraziaper i semi di bontà distribuiti un po’ ovunque. Siamo certi che dal cielocontinuerà col suo dolcissimo sguardo a vegliare su di noi e a proteggerci.

L. P. per la comunità di Berzo Inferiore

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Le ricordiamo

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Bonassi Rita

Nata a Sarezzo il 15 dicembre 12 1928Consacrata nel 1964- deceduta il 18 ottobre 2011

Serena nella sua non facile situazione di salute,nel maggio 2010 ha programmato come riceverel’unzione degli infermi.D’accordo con il suo Parroco per l’occasione hacelebrato la S. Messa nella sua casa con la

presenza delle persone a lei care. Terminata la S. Messa, ha ricevutol’Olio Santo, voleva farsi trovare preparata per l’incontro con lo Sposo.In qualche occasione della sua malattia, quando non era opportunouscire da casa, le portavo la Comunione; prima della preparazione conle preghiere stabilite le chiedevo; “Chi guida la preghiera?” Coglieva alvolo l’occasione, apriva il suo cuore come fosse sola con Gesù. Lapreghiera del cuore si alternava con il desiderio profondo di esseretutta per Lui, corpo, anima, intelligenza, volontà. A causa della fragilitàsi sentiva indegna, chiedeva al Signore il Suo Amore e nella stessamisura la Sua Misericordia. Valentina B.

Ho avuto l’occasione più volte di portare la Comunione a Rita: comeentravo in casa aprivo la teca… Lei si sedeva vicina al tavolo,… inatteggiamento di adorazione esclamava: “Che bello, anche oggi èvenuto da me il mio Sposo! Maria Rosa P.

Negli ultimi tempi, quando la salute non le permetteva di parteciparealle Congregazioni, la informavo sull’andamento della Compagniaperché si interessava sempre di tutto. Ora, che sei arrivata alla “meta”,prega per noi.

Mary M.Responsabile del gruppo.

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Le ricordiamo

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Andreis Maria

Nata a Costa di Gargnano il 13 aprile 1913Consacrata nel 1952 – Deceduta il 31 agosto 2011

Poche parole per esprimere il ricordo di MariaAndreis figlia di S. Angela Merici deceduta nellacasa di riposo di Marone. Donna intelligente,umile, donna di piccola statura ma grande dicuore, donna capace di Amare DIO e il

prossimo. Maria abitava a Salò, ma dopo la morte della sorella sitrasferì a Tignale dove con altre due consorelle poteva pregare e viverein compagnia pur mantenendo una certa autonomia. I suoi principaliimpegni furono quelli di collaborare nell’opera educativa per i bimbidella scuola materna, di visitare ammalati e anziani bisognosi di unaparola di conforto, di impegno per la pulizia della Chiesa Parrocchialee relativi paramenti sacri; ma di lei mi colpiva molto lo spirito difraternità veramente esemplare con tutti, soprattutto con le sueconsorelle, era sempre serena, disponibile ad ogni richiesta e a qualsiasinecessità.

Nella

Murgioni Paola

Nata a Villaputzu il 22 gennaio 1915Consacrata nel 1951 – Deceduta il 28 ottobre 2011

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Le ricordiamo

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Giuseppina Zogno

Nel primo anniversario della scomparsa dellanostra cara Giuseppina Zogno, proponiamouno stralcio del suo testamento spirituale.

Io, Giuseppina Zogno,“Nel giorno anniversario del mio battesimo,trasmetto, come testamento spirituale, alcunipensieri che hanno illuminato e orientato la mia

vita, perché possano servire come pista per il cammino di altri. La vita, e quella cristiana in ispecie, è un inestimabile dono di Dio, dicui non lo ringraziermeo mai a sufficienza.Prendo a prestito da Chiara, tenera pianticella di Francesco, dellaquale ho assunto il nome e nel cui spirito, per dono di Dio e liberarisposta, ho scelto di vivere all’interno dell’I.S.M. la frase che sintetizzala mia vita e ne esprime il carattere di lode: “SII BENEDETTO,SIGNORE, CHE MI HAI CREATA!”.E poiché Egli, nella mia povera storia personale, fatta di debolezze einfedeltà al Suo porgetto, mi ha continuamente ri-creata, per renderetestimonianza al suo Amore mi sono proposta di accettare la mortedell’io e l’esilio del cuore, perché la grazia scenda abbondante su tutti(sui consacrati in ispecie) e il suo Regio venga!Ciò ho inteso fare in obbedienza alle sorprese più varie ed incalzantiche il Singore mi preparava invitandonmi a “DARE LA VITAPERCHÈ NASCA LA VITA”, ossia a continuare in me la Sua Messaper la salvezza del mondo”.

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Indice

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Indice

Santo Natale - Andiamo fino a Betlemme pag. 2

La parola del Superiore (S. Ecc. Mons. Vigilio Mario Olmi)“Fissiamo lo sguardo su Gesù Cristo: ieri, oggi e sempre” pag. 3

La parola della Superiora (Maria Teresa Pezzotti)Dalla preghiera a Sant’Angela compatrona pag. 7

Alle sorelle ammalate (Enrica Lamberti) pag. 10

SpiritualitàIl silenzio dopo l’Omelia (Rosa Pollini) pag. 12Sull’esempio di Sant’Angela essere in grado di prendersi cura di donne sole (Prof. Angelo Metelli) pag. 15

Attualità "Ricercati” 60mila infermieri (Don Franco Frassine) pag. 18

Missioni ad extra pag. 21

Cronaca pag. 26

Tra noiSettimana Mericiana 21-28 gennaio 2012 pag. 31Pensieri davanti a S. Angela (Don Adriano) pag. 32

(Mariuccia Goffi) pag. 35Dal Bollettino “La vita monteclarense” pag. 37

Diario di Casa S. Angela pag. 38

Le ricordiamo pag. 40

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Compagnia di S. Orsola - Figlie di S. Angela

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