La Voce dei Poveri 1 2009 okkk · 2017. 10. 21. · Tel.06/666011 - Fax 06/66601205...

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Trimestrale di informazione -Anno 83Aprile-Giugno 2011 N. 2 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 Comma 2 DCB - Roma Trimestrale di informazione -Anno 83Aprile-Giugno 2011 N. 2 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 Comma 2 DCB - Roma

Transcript of La Voce dei Poveri 1 2009 okkk · 2017. 10. 21. · Tel.06/666011 - Fax 06/66601205...

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    Opera Don GuanellaVia Aurelia Antica, 446 - 00165 RomaTel. 06/666011 - Fax 06/66601205E-mail: [email protected] responsabile: Don Mario Carrera

    Autorizzazione Tribunale di Roma N. 432/84 dell’11-12-84con approvazione ecclesiastica

    Per il cambio di indirizzo comunicare con il nuovo anche l’indirizzo precedente

    Foto: Redazione de “La Voce dei Poveri di don Guanella”,Lorenzetti Fabio, Mariani Roberto

    Stampa:Tipolitografia TRULLOVia delle Idrovore della Magliana, 173 - RomaTel. +39 06 6535677 - Fax +39 06 6535976e-mail: [email protected]

    Finito di stampare nel mese di Settembre 2011

    AVVISO AI LETTORICara lettrice, caro lettore,il Suo indirizzo fa parte dell’archivio elettronico della nostra rivista.Nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 675/1996 per la tute-la dei dati personali, chiamata “privacy”, che riguarda la segretez-za delle proprie convinzioni, comunichiamo che tale archivio è ge-stito dalla Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Gua-nella, ente proprietario del suddetto periodico. I suoi dati, pertan-to, non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Peressi Lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggior-namento, integrazione o cancellazione scrivendo all’attenzione delDirettore de “La Voce dei Poveri”.

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    Conto Corrente Postale Cod. IBAN:IT-88-H-07601-03200 000000414003

    Conto Corrente Bancario:Cod. IBAN:IT47-V056-9603-2040-0000-7135-X62Banca Popolare di Sondrio Agenzia n. 4:Piazza Biagio Pace, 1 - RomaIntestato a: Opera Don GuanellaVia Aurelia Antica, 446 - 00165 Roma

    Così si esprimeva don Guanella nel Rego-lamento del 1910 (cap. III) circa i criteri diammissione degli Ospiti nelle sue case:“Si hanno da preferire i più poveri e i piùabbandonati (…).

    Si dia preferenza a quelli che sono senzaappoggio umano e che però si possono re-putare e dirsi figli prediletti della divinaProvvidenza.Questi in modo speciale fanno discenderesulla casa le benedizioni del Signore”

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    Lettera del SuperioreDon Guanella diventa santo!

    di don Fabio Lorenzetti

    ArticoliUn profilo biograficodel novello Santo di F.Vendramin, P.Venerito

    I poveri bisogna andarea cercarli don Pino Venerito

    Don Luigi GuanellaUn santo per i nostri giorni don Pino Venerito

    Programma ed Invito Canonizzazione

    Diario della casa

    I vostri pensieriSe il mondo è mattoche cosa c’è di strano? Giulia

    Benefattori e Amici

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    La gioia e la commozione ci prende da dentro.Molte sono le iniziative di grande valore che ver-ranno messe in opera a margine della canonizzazio-ne in tutto il mondo guanelliano, tuttavia, mi piace-rebbe non disperdere le emozioni che ognuno di noisi porta dentro. Sarebbe bello farne eco su questepagine o, forse, sarebbe ancora meglio osservare unsilenzio di meraviglia con un surplus di preghiera, persentirsi già colmi di tanto dono divino.Allora mi affretto a dire qualcosa che sento utile perme e che mi piace condividere con tutti i nostri ca-ri Lettori.

    Don Guanella è diventato santo e con lui un po’ an-che noi, con i nostri limiti, le nostre lentezze umanee spirituali.

    Il percorso spirituale di don Guanella rimanda aquello proprio di ciascuno di noi e, nonostante lenostre scuse e fiacchezze, ci orienta comunque ver-so la santità.

    Ma qual è il motivo che giustifica l’aureola di santità delprete montanaro?Con un po’ di fantasia immagino di rivolgere la do-manda ai nostri Ospiti, “i buoni figli”, i disabili menta-li adulti di casa nostra. Chi è capace di firmare po-trebbe sottoscrivere, quale risposta esatta, le paroledi don Guanella:“…e non vi pare un segno di predilezione da parte diDio e cosa immensamente meritoria,accogliere un essere umano proprio quando non lovuole nessuno?”.

    Don Guanella diventa santo!Lettera del Superiore

  • Per “loro” questa risposta sarebbe già sufficiente perinneggiare al santo.Ecco il punto: “proprio quando non lo vuole nessuno”.In questi giorni – ed ormai è passato un anno – an-che la nostra casa si vede costretta a dire “no” allenumerose richieste di inserimento ed ingrossare la li-sta d’attesa di chi ha dovuto lasciare anche gli altricentri del Lazio, ancora una volta a motivo del tagliodi budget da parte di chi, insieme a noi, dovrebbefarsi carico di garantire, e realmente offrire, una qua-lità di vita dignitosa (per la salute, la riabilitazione, l’as-sistenza, il lavoro…).

    Loro, i figli buoni del novello santo, quelli che da sem-pre abitano le nostre Case, sapranno saltare di gioiasemplice per la grande festa di famiglia e certamen-te potranno scorgere meglio di chiunque altro ilcuore del loro Padre, fino a posare la loro testa sulsuo braccio per esclamare ancora“In ogni cosa ci vuole carità, ci vuole amore”.

    E noi “altri” (Religiosi/e, Cooperatori, Amici, Benefat-tori,Volontari, Operatori, responsabili della cosa pub-blica) che risposta potremmo andare a cercare e

    sottoscrivere, noi che siamo in grado di mettere lafirma in calce ai nostri diritti?Ritrovo quanto scriveva don Guanella nel Regola-mento del 1910, al capitolo III, per affermare i crite-ri di ammissione degli Ospiti nelle sue case:“Si hanno da preferire i più poveri e i più abbandona-ti (…).Si dia preferenza a quelli che sono senza appoggioumano e che però si possono reputare e dirsi figliprediletti della divina Provvidenza.Questi in modo speciale fanno discendere sulla casale benedizioni del Signore”

    Oggi, in contesti assai diversi, occorre rispondere anon pochi codici e criteri per fare un po’ di bene, tut-tavia, mi piacerebbe continuare a sottoscrivere contutti voi questa risposta di San Luigi Guanella am-messo - e concesso - che “loro”, almeno un po’, giàsanti lo sono insieme al Fondatore e non senza unnostro vantaggio se è vero che “Questi in modo spe-ciale fanno discendere sulla casa le benedizioni del Si-gnore”!

    Buona festa a tutti!

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    Lettera del Superiore

    «Dicono che è molto difficilefarsi santo.Ma non è vero.Ognuno che lo vogliapuò farsi santo.Non si richiedono cose impossibiliperché uno divenga santo.Basta solo che egli eseguiscacon santissima intenzione tutte le opere che sonodel proprio stato»

    (don Guanella,Il pane dell’anima, primo corso). Diversi colori per cammini diversi e unici di santità.

  • Luigi Guanella nasce il 19 dicembre 1842 a Fraci-scio di Campodolcino, tra montagne belle e aspre;suoi genitori sono Lorenzo Guanella e Maria Bian-chi. Famiglia contadina di cui Luigi è il nono di tredi-ci figli. Il torrente Rabbiosa, che lo vide crescere etrascorrere i primi anni della sua vita sarà uno deisuoi compagni di gioco, che lo abituerà sin da picco-lo alle durezze della vita.A sette anni Luigino ha una visione che è quasi unapredizione del sentiero che seguirà per tutta la vita:nei pressi della chiesa di Campodolcino, un vec-chietto gli appare e gli chiede di dargli qualcuno deidolcetti che il piccolo tiene nella mano…e poi sva-nisce. Questa visione crea panico e rincrescimentoin Luigi e rimarrà un segreto di cui lui parlerà solomolti anni dopo, sul finire della vita.Nella primavera del 1852, nel giorno della sua primacomunione, sull’altura di Gualdera, in un momentodi solitudine, il piccolo Luigi ha un’altra visione; que-sta volta è la bella Signora, la Madonna, che gli parlae gli raccomanda di dedicare la sua vita ai bisognosi.All’età di 12 anni (1854) egli lascia il paese natale edentra nel collegio Gallio di Como dove studia per sei

    anni. Anche se in futuro avrà parole di ringraziamen-to verso i suoi educatori e professori, i primi tempinel Collegio sono vissuti sotto il segno della nostal-gia per le montagne e la casa natìa.

    Conclusi gli studi liceali, entra nel seminario di S. Ab-bondio per la filosofia, cui seguirà lo studio della teo-logia nel Seminario Maggiore ed arrivare così ad es-sere consacrato sacerdote il 26 maggio del 1866.Lo consacra sacerdote mons. Bernardino MariaFrascolla, vescovo di Foggia, condannato a domici-lio coatto nella città comasca dal governo italiano.Qualche giorno dopo celebra la prima messa nellachiesa di S. Maria Assunta in Prosto, alla presenza digenitori, fratelli e sorelle; l’anno successivo (1867) èinviato a svolgere il suo ministero sacerdotale a Sa-vogno, un piccolo paese a circa mille metri, tra lemontagne; aiutato dalla sorella Caterina, vi resteràotto anni profondendo le sue migliori energie nellacura del suo popolo, facendosi “tutto a tutti”.Nel 1875 ottiene dal Vescovo di Como, mons. PietroCarsana, il permesso di recarsi presso don Bosco aTorino, per quella che egli stesso riterrà per tutta

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    ArticoliUn profilo biografico

    del novello Santo

    I suoi monti.

    Chiavenna al centro delle tre valli guanelliane.

  • la vita “un’esperienza in ordine ai propri progetti”.Don Bosco gli affida diversi incarichi di responsabili-tà e vorrebbe mandarlo anche in missione in Ame-rica Latina, ma don Luigi ha troppo forte in sé il de-siderio di lavorare per la sua gente e fondare un suoistituto e a malincuore declina l’invito del santo tori-nese.

    Lasciati i Salesiani, nel 1878 rientra nella sua dioce-si e viene destinato dal Vescovo a Traona, un paesenella bassa Valtellina; qui lavora tre anni come vica-rio parrocchiale e compie anche un tentativo di da-re inizio ad un’opera, un collegio, in cui accogliere eavviare al sacerdozio ragazzi poveri della valle. Pur-troppo è costretto ad affrontare l’opposizione deci-sa sia dell’arciprete che della Prefettura locale e achiudere il collegio.A seguito di ciò, nel mese di agosto del 1881 donLuigi viene invitato dal Vescovo a recarsi per qual-che tempo nella parrocchia di Olmo, in attesa ditempi migliori. Qui don Luigi trascorre tre mesi disolitudine, di sofferenza, di purificazione e di preghie-ra in attesa che la Provvidenza disponga il camminoda percorrere per realizzare qualche istituzione allaquale si sente “con fondamento” chiamato da Dio.E, infatti, in autunno il vescovo lo nomina ammini-stratore della parrocchia di Pianello Lario, dove re-sta per nove anni e dove inizia le sue opere di cari-tà. I primi tempi però non sono dei migliori; si trovacontro un muro di diffidenza. Un gruppo di giovaniconsacrate aveva avviato in paese, con il sostegno

    del parroco don Carlo Coppini, morto ai primi delmese di luglio di quello stesso anno, un ricovero peranziani e fanciulli abbandonati; vorrebbe prenderse-ne cura ma le consacrate sono prigioniere dei pre-giudizi: “È una testa calda! State attente”. Col tempol’iniziale diffidenza si trasforma in una sempre più de-cisa e convinta collaborazione. In quel gruppo ci so-no anche le due sorelle Chiara e Marcellina Bosatta,pietre di fondamento dell’opera. Con loro, don Luigiinizierà la sua missione in favore dei poveri, degli an-ziani ammalati, dei bambini. Era scoccata finalmentel’ora della Provvidenza.Da Pianello Lario nel 1886 un gruppetto di consa-crate e assistite si distacca per andare a vivere aComo e dar vita alla Casa della Provvidenza, cheresta ancora oggi il cuore pulsante dell’Opera gua-nelliana. E da Como l’Opera si ramifica in tante isti-tuzioni: a Milano, nel Veneto, in Romagna, in Svizze-ra, nel Pian di Spagna, all’estremità settentrionaledel lago di Como. Lì, in un centro chiamato Olonio,impianta nel 1900, agli inizi del secolo XX, una ca-sa d’accoglienza e di lavoro agricolo per i “buoni fi-gli”, come lui chiamava i disabili mentali.

    Nel 1902 compie un pellegrinaggio in Terra Santa e,viaggiando tra il Libano e la Galilea, prega che ungiorno la sua opera possa piantare radici anche lì,nelle terre che furono teatro della vita di Nostro Si-gnore.Al rientro in Italia, lavora per ottenere il riconosci-

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    Articoli

    La sala-cucina chiamata stua.

    Campodolcino.

  • mento della Santa Sede per le sue Congregazioni eper estendere le sue istituzioni. È suo vivo desiderioraggiungere Roma e grazie a coincidenze favorevoli,disposte dalla Provvidenza divina, alla quale si abban-

    dona con fiducia, il sogno si realizza. Nel 1904 entranella colonia agricola e ricovero di Monte Mario; dilì a qualche anno, sostenuto anche economicamen-te da papa S. Pio X, si insedia nel popoloso quartie-re del Trionfale, dove erige una chiesa in onore diS. Giuseppe ed opere educative.Il 1908 è un anno importante per lui perché emet-te con alcuni confratelli la prima professione religio-sa e dà così inizio ufficiale alla Congregazione deiServi della Carità, anche se questa verrà poi ricono-

    sciuta ufficialmente dalla S. Sede solo qualche annopiù tardi, nel 1912. Nello stesso anno ottiene da Ro-ma il sospirato riconoscimento della Congregazionefemminile delle Figlie di S. Maria della Provvidenza.Accogliendo le chiamate della Provvidenza, apre al-tre istituzioni nel sud dell’Italia, a Ferentino, vicinoFrosinone, a Laureana di Borrello in Calabria e anchenel nord, a Berbenno.Nell’inverno del 1912 affronta un duro viaggio in na-ve verso gli Stati Uniti per preparare il terreno aqualche istituzione in favore degli emigrati italiani el’anno successivo invia un primo drappello di suesuore.Tre anni dopo corre in aiuto delle popolazioni terre-motate della Marsica, in Abruzzo.Nel settembre del 1915 è improvvisamente colpitoda una paralisi da cui non si riprenderà più; sono isuoi ultimi giorni ma il suo spirito montanaro gli dàla forza per incoraggiare al lavoro i suoi confratelli e

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    Articoli

    Uno scorcio del paesino di Savogno legno e pietra.

    Il torrente Rabbiosa.

    Gualdera: luogo dove il piccolo Luigi vide la “dolce Signora”.

  • sorelle senza risparmiarsi: “Carità in tutto… finirlanon si può finché ci sono poveri da soccorrere e biso-gni cui provvedere… tutto il mondo è patria vostra!”.

    Il 24 ottobre del 1915 a Como, don Luigi Guanellacompleta i suoi giorni terreni e ritorna a Dio, sottole cui ali di Provvidenza aveva con decisione e doci-lità camminato passo dopo passo, come vero figliodella montagna.Viene elevato agli onori dell’altare e beatificato dapapa Paolo VI il 25 ottobre 1965 e papa BenedettoXVI lo canonizzerà nel corrente anno 2011, dome-nica 23 ottobre.

    (tratto da “Don Luigi Guanella. Il prete montanaropadre dei poveri”,

    a cura di F.Vendramin e P.Venerito)

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    Articoli

    I tetti in pietra di Olmo.

    Don Guanella giovane sacerdote.

    Savogno, ancora balconi e pietra.

    Traona: inizi ed esperimenti della prima missione.

  • La celebre parabola evangelica del buon samaritano(Lc 10, 29 -37) si conclude con l’invito di Gesù aldottore della legge che l’aveva interrogato circa il se-greto per ereditare la vita eterna: «Va’ e anche tu falo stesso». Il segreto per ereditare la vita eterna, che

    non è solo da intendere come la vita ultramondana,che ci raggiungerà al termine del nostro camminonel tempo, ma come vita vera, piena di felicità e disenso già qui sulla terra, è: avvicinarci all’altro, vederei bisogni del suo cuore, far battere il nostro cuore eadoperarci, con i mezzi che abbiamo, a dargli una ri-sposta.È il segreto che ha animato passo dopo passo il cam-mino di don Luigi Guanella verso la piena realizzazio-ne della vocazione ricevuta in dono da Dio, verso lasantità.Egli non si è accontentato di dare “Pane e Signore”agli orfani e ai ragazzi senza risorse del suo tempo, oai vecchi soli e abbandonati, o ai disabili mentali, acco-gliendoli nelle case che la Provvidenza di Dio e gli aiu-ti economici dei benefattori gli davano la possibilità ela soddisfazione di aprire; non aspettava che i poveribussassero alla porta delle sue istituzioni, mendican-do affetto e accoglienza, ma andava lui a cercarli:«Non basta ricevere i bisognosi, ma occorre ancheandare a cercarli; il più abbandonato fra tutti, racco-glietelo voi e mettetelo a mensa con voi e fatevelovostro, perché questi è Gesù Cristo». Con queste pa-role esortava i suoi collaboratori a vivere il farsi pros-simo al povero non semplicemente come un doveremorale, ma come un modo di vivere ed esercitare lafede. Come mistica: nei poveri e nei sofferenti è piùviva l’immagine di Gesù Cristo. A loro noi dobbiamonon solo affetto di carità, ma stima di venerazione,perché più da vicino rappresentano Gesù Cristo.Don Guanella ha capito che il dono più bello chepossiamo fare al povero, al bisognoso, il dono cheegli più si aspetta da noi, prima ancora del cibo pernutrirsi, del vestito per coprirsi, e di una casa è il no-stro cuore aperto e disponibile a farsi carico dei suoiproblemi. Il dono del nostro cuore è più vitale diqualsiasi altra cosa perché permette al bisognoso disentirsi amato e quando ci si sente amati da qualcu-no, allora la vita ha un senso. Per tutti è così: quandonon ci si sente amati, svanisce il senso della vita.

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    ArticoliI poveri bisogna andare a cercarli

    Alcuni Volontari a Passoscuro estate 2011.

  • Don Guanella ha vissuto la sua vita come un’esaltan-te avventura alla ricerca del povero per soccorrerlo,senza fermarsi.A settant’anni suonati, carico anche diacciacchi, ha varcato l’Oceano ed è andato negli Sta-ti Uniti d’America perché sentiva la chiamata di Dioa portare le sue istituzioni in quelle terre; a pochimesi dalla morte, non ha risparmiato se stesso persoccorrere le popolazioni dell’Abruzzo colpite da undisastroso terremoto che aveva procurato oltre15.000 vittime. Si è fermato solo quando il Signorel’ha chiamato a sé per concedergli il premio riserva-to ai servi fedeli: «Vieni, servo buono e fedele; entranel gaudio del tuo Signore».La lettura di queste pagine non soltanto faccia cre-

    scere dentro di noi l’ammirazione per don Guanellaperché ha saputo realizzare nella sua vita il Vangelo,ma ci incoraggi anche a vivere la nostra vita, qualeche sia la vocazione che il Signore ci ha donato, co-me un “farci prossimo”, come un cammino di “avvi-cinamento” all’altro, al fratello bisognoso. Scopriremo

    sul suo volto i tratti del volto stesso di Gesù Cristoe il nostro cuore sarà inondato dall’amore.

    Don Pino Venerito

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    Articoli

    Gruppo di operatori del Centro in formazionesui luoghi guanelliani.

  • SCELTI PRIMA DELLA CREAZIONE DEL MONDOPER ESSERE SANTI

    San Paolo, parlando del grande disegno di Dio sullastoria umana, afferma: «In Cristo Dio Padre ci hascelti prima della creazione del mondo per esseresanti e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4).E parla di noi tutti. La santità, dunque, è una rispostaal progetto di Dio, un piano provvidenziale per tuttii battezzati, nessuno escluso: santi possono “diventa-re” tutti i cristiani aprendosi alla Grazia e lasciandosimodellare dallo Spirito Santo che li conforma a Ge-sù Cristo. La santità, la pienezza della vita cristiananon consiste, allora, nel compiere imprese straordi-

    narie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri,nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, isuoi comportamenti, nell’assumere il suo stile di vita.La misura della santità è data dalla statura che Cristoraggiunge in noi, da quanto, cioè, con la forza delloSpirito Santo, riusciamo a modellare la nostra vita

    sulla sua. La santità è l’essere conformi a Gesù, comeafferma san Paolo: «Quelli che egli da sempre ha co-nosciuto, li ha predestinati a essere conformi all’im-magine del Figlio suo» (Rm 8,29).Occorre, pertanto, sdoganare il termine “santità” erenderlo una parola comune, non eccezionale perchénon designa soltanto stati eroici di vita cristiana, ma in-dica nella realtà di tutti i giorni una decisa risposta edisponibilità all’azione dello Spirito Santo. Il compian-to Giovanni Paolo II, recentemente elevato all’onoredegli altari, ha lasciato scritto che santità è, mossi dal-lo Spirito Santo, praticare «una misura alta della vitacristiana ordinaria» (Novo Millennio Ineunte, 31).La Chiesa, dopo accurate indagini e verifiche nei co-siddetti “processi canonici”, propone alla venerazio-ne dei fedeli quei santi che si sono particolarmentedistinti nella conformazione a Cristo e che hanno la-sciato un’eredità spirituale in grado di suscitare di-scepoli e discepole, di attrarre altri fratelli e sorelle aripercorrere l’itinerario di santità da loro intrapreso.Nel novero ufficiale della Chiesa vengono inseriti so-lo alcuni santi, ma il loro numero è di gran lunga su-periore e anche se non vengono proposti alla vene-razione dei fedeli, ugualmente esercitano un’attratti-va, la stima e l’interesse.Stabilire graduatorie fra i santi inseriti nell’elenco uf-ficiale della Chiesa, tra quelli più importanti e quellimeno, potrebbe essere fuori luogo; ogni santo, infat-ti, ha risposto in “modo originale” all’appello dellagrazia di Dio ed ha realizzato una propria “fisionomiaspirituale”, un suo proprio carattere distintivo. Certo,ci sono santi che più di altri hanno “attratto” a sé ge-nerazioni e generazioni di fedeli, ponendosi comeautentici “capiscuola”; tuttavia, anche alla scuola diquesti santi, poi ciascuno dei discepoli ha tracciato ilproprio personale percorso.

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    ArticoliDon Luigi Guanella

    Un santo per i nostri giorni

    Fiducia in Dio e abbandono nelle manidi chi ci vuole bene!

  • Questa originalità è connessa ai doni di natura che lapersona riceve e che segnano il cammino di santità:l’ambiente di origine, la famiglia, la cultura (contadina,cittadina, di montagna…), la personalità, il tempera-mento, le virtù umane….È connessa anche ai doni della Grazia, ai carismi cheliberamente Dio Provvidente distribuisce ai singoliper il bene di tutto il suo popolo.Il nostro personale cammino verso la santità è, quin-di, connesso con i particolari doni di natura e di Gra-zia che abbiamo ricevuto ed è segnato dalla nostra“sintonia spirituale” con i quei santi che ci attraggo-no spiritualmente e sono per noi particolarmente si-gnificativi.

    IL TEMPERAMENTO DI DON LUIGI GUANELLA

    Don Luigi Guanella il 23 ottobre 2011 viene inseri-to nella lista “ufficiale” dei santi della Chiesa Cattoli-ca. Come si diceva poc’anzi, il percorso di santità dalui compiuto, è stato verso caratterizzato dai doni dinatura e di grazia ricevuti da Dio.Don Luigi ha ereditato dal papà Lorenzo, che nellesue memorie autobiografiche “Le vie della Provviden-za” descrive come un tipo «fermo e inconcusso comele cime del Calcagnolo», il monte che sovrasta la casanatale, un carattere fermo; dalla mamma, Maria Bian-chi, la soavità di modi.

    Era un tipo deciso, ma sempre docile all’azione dellaProvvidenza e obbediente all’autorità: «carattere ar-

    dente fatto per rompere gli indugi e dissipare le difficol-tà» - scrive il suo discepolo prediletto e primo bio-grafo, don Leonardo Mazzucchi.Temperamento combattivo, ma capace anche digrande pazienza; costante nei propositi: qualche ma-levolo ha scambiato questa sua costanza con la te-stardaggine.Intraprendente, lavoratore fuori dal comune, conuno spiccato senso pratico, sempre con un’iniziativaper le mani e cento idee in testa. Diceva di se stes-so: «Io son fatto per suscitare: gli altri ordineranno, com-pleteranno» (Fragmenta vitae et dictorum).Era schietto nei rapporti, sapeva riconoscere conumiltà i propri limiti. «Sono nato sul torrente Rabbio-sa» - si scherniva quando si accorgeva di aver persoil controllo; altre volte ripeteva: «Sono diventato unpovero vecchio stizzoso».Era pieno di affetto e premure per gli altri, capace digrande oblatività, libero nello spirito, rispettoso dellecoscienze: «In tutto e fino al limite della colpa un cuo-re che vuole piacere e giovare al prossimo suo convie-ne che si mostri cortese, spigliato, accondiscendente, ric-co di quella libertà di spirito che è un vero dono del cie-lo». Così si esprime in un suo scritto (Massime di spi-rito e metodo d’azione).Affascinato dalla figura di S. Francesco di Assisi, al

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    Articoli

    Tutti chiamati alla santita? Si, proprio tutti!

    Ogni santo un colore diverso.

  • punto da iscriversi al Terzo Ordine Francescano, pra-ticò la semplicità evangelica. Ha lasciato scritto: «Ri-medio contro i mali del secolo è la semplicità. Il secoloè finto e bugiardo. Via le doppiezze e i complimenti ar-tefatti. Modi semplici di pensare e di fare: è, non è. Pe-ricolo attuale di arte fare la pietà. I cuori infagottati so-no noiosi. La semplicità deriva dalla carità» (La settima-na con Dio).Sentiva l’appartenenza al popolo, faceva un tutt’unocon la gente; proprio per questa sua “appartenenza”era capace di comprenderla, di intuirne con prontasicurezza le necessità e i bisogni. Non era un perfe-zionista, anzi amava ripetere: «L’ottimo è nemico delbene»; sapeva che nonostante la buona volontà,ognuno ha i propri difetti.

    Voleva si agisse “alla buona” e voleva dire: senza ce-dere alla faciloneria ma anche senza troppa ansietà,senza preoccupazioni eccessive, lasciandosi piuttostotrasportare da un fiducioso abbandono a Dio: «Finoa mezzanotte ci penso io; poi ci pensa Dio!», «Bisogna

    fare come se tutto dipende da noi e nello stesso tem-po affidarsi a Dio come se tutto dipende da Lui». Ama-va ripetere ai suoi figli spirituali: «Non siate troppo sot-tili per non essere troppo impigliati; abbiate cuor gene-roso per servire il Signore generosamente e state confi-denti nel Signore!» (Regolamento FsMP 1911 ).Agire alla buona voleva dire anche non cercare sicu-rezza nella coscienza di una propria perfezione ebravura, ma unicamente nella bontà infinità di Dioche ci conosce, ci ama ed opera in noi e attraversodi noi: «È Dio che fa!».Non perdeva troppo tempo ad analizzarsi, a guardarse stesso; scriverà: «Le novizie devono camminare adocchi chiusi davanti a Dio. Devono pure camminare adocchi chiusi davanti a se stesse» (Regolamento FsMP1911 ). Guardarci troppo potrebbe soltanto essereamor proprio.Era semplice e umile, ma di una umiltà spogliad’ogni fronzolo o “affettazione”, capace di starecon i nobili e i principi, che sapeva radunare in “co-mitati” per trovare sostegni economici alle sue ini-ziative di carità; e capace di stare con gli ultimi, i“buoni figli”, come amorevolmente amava chiama-re le persone con disabilità con le quali spesso siintratteneva a giocare a carte, gratificandole con illasciarle vincere.

    LA SUA SPIRITUALITÀ

    Se per spiritualità intendiamo il modo di stare e dipercepirsi davanti a Dio e al mondo con tutta lapropria realtà psicofisica (spirituale non significa im-materiale!), allora possiamo e dobbiamo dire chetutti abbiamo una spiritualità, ce ne rendiamo con-to o meno.Nella spiritualità giocano, però, un ruolo determinan-te i doni di grazia, cioè i carismi che la persona rice-ve da Dio, e la “docilità” all’azione dello Spirito San-to, che opera in noi la conformazione a Cristo.Don Luigi ha ricevuto in dono “un cuore di figlio”,un “cuore misericordioso”: davanti a Dio si è perce-pito e ha vissuto con la consapevolezza di essere un

    Libreria della canonica di Savogno.

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    Articoli

  • figlio amato dal Pa-dre (Andiamo al Pa-dre!). Con linguaggiotecnico questo donoviene denominato“carisma”. Don Gua-nella ha ricevuto daDio il carisma di uncuore filiale e miseri-cordioso, che l’haabilitato a donarsisenza limiti e riserveai fratelli nel bisogno.Dalla presa di co-scienza del dono ri-cevuto, è scaturito inlui la scelta di unostile di vita impron-tato alla fiducia-ab-bandono in Dio, Pa-dre Provvidente: siera dato a Dio sen-za riserve, non pote-va dubitare che Diofosse meno generoso di lui; e radicato sulla comu-nione con Cristo, il Figlio per eccellenza, anzi, comespesso si esprimeva, il “Cuore di Padre”. Era per-suaso che in Cristo anche noi possiamo vivere co-me figli (“Con Cristo andiamo al Padre!”) e che inCristo tutti insieme formiamo una grande famiglia,la famiglia di Dio.Scelse per sé uno stile di vita improntato alla tene-rezza nei riguardi dei fratelli più soli e abbandonati, asomiglianza di Cristo, il Buon Pastore, il Buon Sama-ritano: «Il più solo e abbandonato tra tutti prendetelovoi e mettetelo a mensa con voi».Fu particolarmente devoto alla Madre di Gesù, laVergine Maria, che onorò con i titoli assimilati dallatradizione cristiana: Vergine Immacolata, Madonnadel lavoro, Madre della Divina Provvidenza. Coltivòun sincero affetto a S. Giuseppe, patrono della Chie-sa Universale, e si attivò per diffonderne il culto pri-vilegiando la sua caratteristica di “patrono della buo-

    na morte”. Con l’ap-provazione di S. PioX, diede vita adun’associazione di fe-deli cui assegnò ilcompito di pregareperché i moribondipotessero incontrar-si serenamente consorella morte, la PiaUnione del Transito diS. Giuseppe, tutt’orafiorente.Confidava nell’amici-zia spirituale con isanti; suoi modelli diriferimento, partico-larmente nell’eserci-zio della carità, furo-no: S. Vincenzo de’Paoli, S. GerolamoEmiliani, S. Camillode Lellis, S. Gaetanoda Thiene, S. Filippo

    Neri, S. Francesco di Sales, S. Francesco d’Assisi, S.Al-fonso de’ Liquori, S.Teresa d’Avila. Riservò una stimatutta particolare per don Bosco, alla cui Congrega-zione si era anche legato con i voti religiosi in unaparentesi della sua vita (1875-1878) e per il Cotto-lengo, la cui opera aveva conosciuto nel periodo del-la sua permanenza a Torino tra i Salesiani. Si sentì af-fascinato da entrambi e volle mettersi idealmente trai due, prendendo un po’ dall’uno e un po’ dall’altroper tracciare il proprio percorso spirituale e opera-tivo.Dalla certezza della paternità di Dio mutuò un otti-mismo realista nell’azione pastorale e caritativa, con-vinto come era che ogni uomo, anche il più sprovvi-sto di mezzi ed il più povero dal punto di vista delleabilità, proprio perché “figlio di Dio” e da lui “educa-to” attraverso la sua Grazia, è “migliorabile” in qual-che modo.L’impegno ascetico, che in alcuni tratti della vita lo vi-

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    Articoli

    Uno scorcio da una finestra di Savogno.

  • de impegnato anche in severe forme di penitenza, fusempre lineare: preghiera, lavoro, buon ordinamentodella giornata, mortificazioni, purificazione del cuore:«Il nostro cuore abbiamolo sempre nelle nostre mani,per mostrarlo a chi lo deve curare e perfezionare. Ponia-molo tutto intero nelle mani del medico e del Padre no-stro» (Massime di spirito e metodo d’azione).

    COME DON GUANELLA ANCHE NOI…

    Prendendo a prestito le parole di papa Benedetto,possiamo dire, a conclusione di queste note, che «lasantità è l’obiettivo del cristiano. Nella vita dei santi di-venta ovvio che chi va verso Dio non si allontana dagliuomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino»(Omelia nella Solennità di Tutti i Santi, 2010).

    Nella lettera apostolica “Novo millennio ineunte”, ilsuo illustre predecessore, il beato Giovanni Paolo II,ha scritto: «Le vie della santità sono molteplici, e adat-te alla vocazione di ciascuno… I percorsi della santitàsono personali, ed esigono una vera e propria pedago-gia della santità, che sia capace di adattarsi ai ritmi del-le singole persone. Essa dovrà integrare le ricchezzedella proposta rivolta a tutti con le forme tradizionali diaiuto personale e di gruppo…» (n. 31).Abbiamo cercato di descrivere la bella testimo-nianza di santità di don Luigi Guanella per offrireun ulteriore stimolo; fra i tanti aspetti che hannocaratterizzato la sua esperienza, forse ce n’è qual-cuno che può fare al nostro caso, può sostenercinel nostro personale cammino di santità: come luianche noi!

    Don Pino Venerito

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    L'immensa folla ai funerali di don Guanella a Como.

  • Nel programma della Canonizzazioneil nostro Centro si prepara a promuovere due eventi di rilievo:

    Il primo Congresso Nazionale dal titolo“Le nuove frontiere della disabilità intellettiva: tra scienza e amore”.

    Il Congresso si svolgerà nelle sedi istituzionali del Campidoglioe della Regione Lazio, oltre che presso il nostro centro.

    I relatori e coloro che interverranno saranno di chiara famae di grande spessore per un confronto sul fronte

    della Disabilità Intellettivaproprio in un tempo di grande incertezze economiche e valoriali.

    (Cfr il programma nella pagina seguente)

    Il secondo evento sarà una Mostra al Chiostro del Bramantee vedrà l’esposizione di alcuni lavori dei nostri ospiti

    dal 15 al 31 ottobre prossimo.(Cfr l’invito sopra)

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    Diario della CasaQuest’anno la XXVI Festa dell’Incon-tro ha proposto una bella novità: ilGrest estivo (animazione estiva peri ragazzi) per i bambini e ragazzi delquartiere e dei nostri Operatori. E’stato un banco di prova promosso daun gruppo di famiglie guanelliane at-tente alle richieste del quartiere.L’ambiente nel verde e l’integrazionecon gli Ospiti della Casa durante lafesta dell’Incontro sono stati ingre-dienti utili alla riuscita dell’esperienzache lascia ben sperare per il futuro.Un grazie ai giovani animatori!

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    Diario della CasaIl 16 giugno Mons. Zimowski, presi-dente del Pontificio Consiglio perla Pastorale della Salute, ha bene-detto la “Campana dell’Amicizia”.Tutti abbiamo potuto parlare con luidelle nostre cose prima della solen-ne benedizione, poi, a lui è toccato ilprimo rintocco della campana: ogninuovo amico/a che verrà al donGuanella potrà suonarla e far saperea tutti che è nata una nuova amicizia!

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    Diario della CasaAmbrogio Sparagna, con il Coro diAnna Rita Colaianni, ha riempito digioia… italiana una serata della Festadell’Incontro. Non solo musica di va-lore e festa, ma anche tanta umanità,riflessione e vera familiarità si è vis-suta in una serata indimenticabile!Grazie, Ambro’, arrivederci ancora!

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    Diario della CasaI fiori della serra e dei laboratorihanno attirato l’interesse dei visita-tori e sono andati… a ruba!

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    A chiusura della Festa dell’Incontronon è mancata la Giornata della Fa-miglia con i regali dei compleanni of-ferti dagli Amici di sempre! Que-st’anno la scelta del pranzo sotto ipini ha… rinfrescato l’inizio di unacalda estate!

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    Diario della CasaTanti e belli gli appuntamenti propo-sti sotto i gazebo per rappresenta-zioni inedite, musiche dal vivo colo-ri e degustazioni di sapori di altreculture per una festa “Con donGuanella: Cittadini del Mondo”

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  • Come raccontare il don Guanella a chi non ci è maipassato? Non lo so... ma proviamoci!Al don Guanella ognuno ha il suo posto e chi nonce l’ha, o non ce l’ha mai avuto, stranamente lo tro-va, perchè qualcuno si sposta e gli lascia un po’ delsuo spazio: “Viè ‘mpò quaaaaaaaaaaa!!!”

    Si parlano lingue diverse e tante volte non si parlaper niente: sei lì che ti sforzi di capire a tutti i costi e

    provi a decifrare il messaggio. Sei intelligente, haistudiato, hai fatto le scuole alte e sei quasi pronto alaurearti, eppure proprio non riesci a capire cosa stacercando di dirti Fausto con quei suoni e quei gesti.E mentre tu sei lì che ce la metti tutta, ma propriotutta, Marcello, che non è che si esprima con gesti esuoni troppo più chiari di Fausto, ti chiama e ti tra-duce il messaggio (tra l’altro l’aveva capito 15 minu-ti prima di te!).

    Al don Guanella basta una corda da saltare e tut-t’intorno diventa festa.Non sempre ci si può muovere tanto bene, maquando parte la musica tutti ballano, ognuno comegli viene meglio:Tonino cammina come un soldatino

    e ogni tanto alza le braccia come fosse un ultrà, Lu-ca dondola, le carrozzine sfrecciano a destra e sini-stra, ruotano su se stesse, girano, si fermano, riparto-no e Massimo, che è immobile e rigido come untronco, si ostina a fare “con la mano mano, con il bra-

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    I vostri pensieriSe il mondo è matto che cosa c'è di strano?

    Sei al “DON GUANELLA”:almeno noi ci amiamo!

    Pensieri sotto il sole di una volontaria

  • zo brazo” del ritmo vuelta e anche se la sua “manomano e il suo brazo brazo” si spostano di 10 centi-metri, be’... si spostano no? E questo è l’importante.

    Per ogni musica che si rispetti, c’è un direttored’orchestra.Paolo, che con la stessa solennità di Ennio Morrico-ne all’Arena di Verona, dirige quella musica che,suonata da sola, non sarebbe poi così bella come lafa lui.

    Al don Guanella non ci sono copie, solo originali,ma originali sul serio!Se ti stacchi un po’ e osservi da lontano, vedi millemondi, tutti diversi, ognuno con i propri colori, alcu-ni completamente incompatibili. E nonostante que-sto, riescono a dar vita ad un mondo solo, come se

    qualcosa che non è di questa terra li unisse. E’ perquesto che tutti sanno qual è il momento del silen-zio e quale quello della confusione. Ma tutti tutti! An-che chi “non capisce”. Si percepisce.

    Al don Guanella ognuno ha la sua andatura: se vuoientrare in questo mondo devi rallentare oppurecominciare a correre.Vai a 1000 tra pannoloni, manopole, docce, barbe,Stefano che ruba la schiuma… e, contemporanea-mente vai a 1 perchè a Giovanni “jè fa mmale” qual-cosa, oppure Guido si accuccia e si addormenta sulpalco a mo’ di bradipo, o semplicemente Achille de-ve finire il suo bicchiere di thè.

    Al don Guanella ti sembra che nessuno ti guardi einvece sei tu a non saper guardare come si deve.Tutti sanno chi sei, quanto resti, da dove vieni e co-me te ne vai via, anche Abramo, che fa finta di nonfilarti per niente, perchè ha già il suo filo da filare, mapoi all’improvviso ti spara un sorriso e una linguacciae ti ritrovi i suoi occhi profondi profondamente im-mersi nei tuoi.

    Non so come si può raccontare il don Guanella;non so se si può raccontare il don Guanella.Quello che so è che al don Guanella vai a prender-ti cura di qualcuno, ma dietro a quel qualcuno tro-vi Qualcuno che si prende cura di te.

    Giulia

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    I vostri pensieri

  • UN “GRAZIE!” PARTICOLARE AConsuelo e Alexander, per l’iniziativa della Campana dell’Amicizia; Marina, per le sue piccole, costanti, si-lenziose e preziose offerte;Asdrubali Angelo, Bottini Anna e Angela, Cafolla Paolo, Caldi Scalcini Giusep-pe, Cenciarini Giulia, Ceribelli Marcello, Conton Miriam,Angeloni Lucilla e Remo, Capezio Erminia in De-siderio, Combi Francesco, Cosentini Francesco e Vincenzo, Cribari Ismael, Fam. Menonna, Natali Remi-gio, Ramorino Chiara, Scelba Maria Luisa, Tosti Patrizia,Turella Claudio, Sorato Paolo,Wegner Ugo.

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    Benefattori e Amici

    Benefattori e Amici defuntiAprile - Agosto 2011

    Airoldi Anna Maria, Callini Matacotta Maria, Capretti Renzo, Carletti Adriana, Cassina Annamaria, Cer-sosimo Caterina, Di Pinto Domenico, Fattori Paolo, Finocchiaro Michelina, Gambino Bernardo, LicariPietro, Marulli Dolores Brilli, Mastracci Del Guercio Maria, Menonna Mario, Pegno Caterina, Musso An-na, Porcarelli Lorenzo, Riccardi Velia, Roverelli Romano, Rotunno Francesca Maria Sciaraffia, Spina Giu-seppe,Traversa Angelina,Tragni, Piazzarelli Gaetano, Salina Giovanni,Valenziano Natale, Zabban Bianca.

    Ricordiamo i carissimi confratelliOttaviano don Antonio

    eSaginario don Domenico (don Mimì)

    Per le anime dei nuovi iscritti al Pane di S.Antonio tutto il personale religioso e tutti i nostri“Ospiti” assicurano preghiere di suffragio chiedendo intercessioni dall’alto dei cieli:Aldo Bruno, Nello Dilhermando, Longhini Donato, Francesco Caruso, Totò, Adriana, Katia, Anna, PujaD’Orio,Vita, Carmelina, Giuseppe Antonio, Paola, Giorgio, Mario, Elisabetta Toscani, Giulio, Rodolfo, An-tonietta Provengano,Tonino, Menozzi Giulio, Cesare,Vittoria Durazzano Franco Cetorelli, Adriana Se-condini, Anna Marcocci,Vittoria Curti, Rosa Mallia, Filippo Di Gloria, Lamberto Briganti, Dante De Mar-tis, Francesca Paola Palmardita, Antonio Quaranta, D’acciaro Antonio, Reggiani Eugenio, Passeri Bruno,Antonio, Francesca, Agnese.

  • Come si può aiutarel ’Opera Don Guanella

    La carità è industriosa e inesauribile nelle sue prestazioni: da sola sa trovare infinite vie perfar giungere il suo dono.

    Splendida testimonianza di sentita carità è quella che spinge a regalare un po’ del propriotempo per visitare ed aiutare più direttamente.

    Conoscere induce anche a far conoscere. Per questo siamo grati a quanti fanno conosce-re l’Opera sia attraverso visite, sia tramite bollettino.

    Chi desiderasse prolungare la propria opera di bene anche nel futuro, può disporre, pertestamento, lasciti o legati o donazioni in favore dell’Opera nostra. In tal caso, consiglia-mo la seguente formula:

    “Lascio (oppure dono) all’Opera Don Guanella Casa San GiuseppeVia Aurelia Antica, 446 Roma...”.

    L’Istituto è ENTE GIURIDICO(R.D. 2-7-1931 e 2-1-1932)

    Oltre al merito presso Dio e alla doverosa riconoscenza dei nostri ospiti, i Benefattori:• sono ricordati nella celebrazione di una S. Messa settimanale e,• nel mese di novembre, durante la celebrazione della S. Messa quotidiana.

    Per l’invio di offerte, il mezzo più economico è l’avvalersidel Conto Corrente Postale Cod. IBAN: IT-88-H-07601-03200 000000414003

    Conto Corrente Bancario: Cod. IBAN:IT47-V056-9603-2040-0000-7135-X62Banca Popolare di Sondrio Agenzia n. 4:

    Piazza Biagio Pace, 1 - RomaIntestato a: Opera Don Guanella

    Via Aurelia Antica, 446 - 00165 Roma

    Per appuntamenti, spiegazioni ecc.telefonare ai numeri 06.66601452-06.66601456 (mattina)E-mail: [email protected] venirci a trovare:autobus 98, 881, 889, 892.Metro A Cornelia

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    Benefattori e Amici

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