la Vite & il Pioppo - anno VII n.3 dic 2010 febb 2011

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T.V.B. TI VOGLIO BERE parte il progetto di Legambiente sulla qualità di acqua da rubinetto del casertano la Vite & il Pioppo Anno VII - n.3, Dicembre Febbraio 2011 Periodico di ambiente, cultura e sviluppo locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo” 2011 Anno internazionale del volontariato Foto: Salvatore Di Vilio 2011 RIPARTIAMO DALLE ECCELLENZE 2011 RIPARTIAMO DALLE ECCELLENZE

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ripartiamo dalle eccellenze quest'ultimo numero rispecchia di fatto il 2010 piena, piena di attività e iniziative, battaglie vinte, perse, pareggiate e nuove sfide da vincere, perdere e pareggiare e dove il contributo di tutti - dal primo all'ultimo - è stato fondamentale questo numero vuole anche essere di buon auspicio per il 2011 dal tema di copertina - che non ha bisogno di commenti - fino all'ultima pagina dove abbiamo si di promuovere il tesseramento, con i riferimenti dei circoli casertani di Legambiente

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T.V.B.

TI VoglIo Bere

parte il progetto di

Legambiente sulla qualità

di acqua da rubinetto del

casertano

la Vite & il PioppoAnno VII - n.3, Dicembre Febbraio 2011

Periodico di ambiente, cultura e sviluppo locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”

2011 Anno internazionale del volontariato

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2011 RiPARtiAmo dALLE ECCELLEnzE

2011 RiPARtiAmo dALLE ECCELLEnzE

Periodico di Ambiente, Cultura e Sviluppo Locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”. Registrato al Tribunale di S. Maria Capua Vetere n.611 del 23/12/03

2011 RIPARTIAMO DALLE ECCELLENZEAnno VII - n.3, Dicembre - Febbraio 2011

Susy PascaleDIRETTORE RESPONSABILE

Raffaele LupoliCAPOREDATTORE

Maria Rosaria Coppola, Gennaro Conte, Francesco Pascale, Laura Garofalo, Pasquale Cirillo, Eugenio Tinto, Ferdinando Pirro, Leopoldo Coleti, Antonio Pascale, Giovanni Capobianco, Francesco Cosentino.REDAZIONE

Alessandra Tommasino, Stella Danna, Paola Pascale, Annamaria RavieleHANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

Rosanna Comune, Ersilia Mozzillo, Elsa Cristiano, Raffaele Conte, Giovanni Daliento, Rosita Comune, Federica Cop-pola.REDAZIONE jUNIOR

Salvatore Di Vilio, Eugenio Tinto, Francesco Pascale, Gennaro Conte, Gianfranco StabileFOTO

Orazio PascaleLAyOUT COORDINATOR

Legambiente GeofilosCasale di Teverolaccio, 81030 Succivo - CasertaEDITORE

Questo numero è realizzato nell’ambito del progetto “LEGAME legalità, giovani, ambiente @ nuovi media” con i fondi pro-tocollo d’intesa fondazioni bancarie e volontariato

Care amiche, cari amicicon questo numero chiudiamo il lavoro di un anno e vorrei graziare i volontari dei circoli Legambiente, gli amici che ci hanno onorato della loro presenza ai nostri convegni e seminari, giudici, magistrati, docenti e tutti quelli che ancora credono insieme a noi di poter vivere in un mondo diverso. Gli eventi si susseguono inesorabili senza lasciarci neanche il tempo di assimilare le conseguenze di ogni circostanza. E, intanto, nel breve periodo che ci ha separato dall’ultimo numero, con l’arrivo delle prime piogge si riaffaccia con violenza la questione di un dissesto idrogeologico che viaggia lungo tutto il Paese, purtroppo, con conseguenze sempre più tragiche: alluvioni, frane, esondazioni causate dalla violenza di operazioni urbanistiche di dubbia coerenza con il rispetto del territorio e della legge. Ad Atrani, nel salernitano ha perso la vita Francesca, travolta da un fiume di fango e trascinata in mare. E’ crollato persino un pezzo della nostra storia: la Scuola dei gladiatori a Pompei distrutta da intense piogge (o da scarsa tutela?). Quello che è accaduto a Pompei, come ha detto anche il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano dobbiamo sentirlo come una vergogna per l’Italia. Non è finita qui. In Campania si dice sia riesplosa l’emergenza rifiuti (ammesso che sia mai terminata!) e che le altre regioni d’Italia, dopo avere sversato di tutto nella nostra terra, ora ripudiano l’idea di aiutarci a togliere dalle strade i rifiuti accumulati. Nonostante tutto, in linea con la mia visione del futuro ritengo di poter augurare a tutti un felice anno di cambiamento, sostenuto dalla speranza di poter vivere in un mondo fatto di tradizioni, di sana memoria di tempi migliori. In considerazione di ciò abbiamo consegnato a diciotto pensionati succivesi, gli orti sociali nel Casale di Teverolaccio dai quali aspettiamo presto gustosi prodotti. Le radici della nostra cultura, il patrimonio di conoscenze duramente conquistate, non possono essere tralasciate o peggio ancora distrutte da chi crede di progredire costruendo centrali nucleari, screditando l’istituzione scolastica, negando il futuro a giovani ricercatori, privatizzando l’acqua. Per il nuovo anno diamo una svolta al nostro quotidiano, cerchiamo di pretendere dagli altri, da noi stessi e da chi ci governa sempre il meglio. Lo meritiamo. Ripartiamo dal pretendere di vivere in un ambiente sano, di mangiare i prodotti genuini della nostra terra, di avere accesso libero ai doni della madre terra, di godere della libera circolazione dell’informazione. Ripartiamo dal pretendere qualità. Buona lettura.

la Vite & il Pioppo editoriale

Un Anno diVERSo è PoSSiBiLEdi Susy Pascale

Con la foto “augurale” di copertina, comincia la collaborazione con l’artista Salvatore Di Vilio, con il quale condividiamo numerose iniziative tutte animate dall’amore per il territorio.

Studio fotografico Salvatore Di Vilio tel. [email protected] www.salvatoredivilio.it

2011 anno internazionale del volontariatoal via l’anno dedicato a tutti i volon-tari - segui le iniziative

“Anno Europeo delle Attività Volon-tarie che promuovono la Cittadinanza Attiva”, questo è il nome scelto dal Con-siglio dell’Unione Europea per l’Anno

Europeo del Volontariato nel 2011. Per la pre-parazione e realizzazio-ne delle ini-ziative e dei progetti a so-stegno della sensibilizza-zione e della

promozione del volontariato e della cittadinanza attiva, l’UE ha stanziato 11 milioni di euro. Il tentativo della Commissione Europea è di lavora-re alla creazione di una strategia che sostenga e riconosca il volontariato in modo da valorizzare i progressi che il terzo settore ha maturato nel corso di dieci anni. Fare il volontario è soprat-tutto una scelta consapevole. www.agenziagiovani.ithttp://ec.europa.eu/youth/index_en.htm

legambienteoperazione mal’ariagli obiettivi: denunciare i danni alla salute provocati dallo smog, spronare le amministrazioni locali a trovare so-luzioni efficaci e durature, promuovere buone pratiche verso la sostenibilità ur-bana.

La lotta allo smog è uno dei cavalli di battaglia dell’associazione e viene por-tata avanti quotidianamente e con determinazione dai circoli territoriali ovunque è necessario.Sotto il comune denominatore di “No allo smog” si svolgono in tutta Italia manifestazioni, blitz contro l’inadem-

pienza o l’inefficacia delle ammini-strazioni, la promozione di progetti e vertenze, le biciclettate dimostrative, il monitoraggio delle sostanze inquinanti e della vivibilità cittadina. E ancora progetti educativi e diver-tenti per i più piccoli come, ad esem-pio, i percorsi sicuri casa-scuola con il Piedibus oppure i laboratori di ricerca sull’inquinamento. Il tutto all’insegna di estendere sempre più la consapevo-lezza che un’altra città è possibile, ur-gente e necessaria.

www.legambiente.it

aCCordo per la diFeSa della CUltUra e del paeSaggioUn’intesa inedita per la promozio-ne dei beni culturali minori e del-la valorizzazione del paesaggio.

E’ stata siglata tra Michele Buono-mo, presidente di Legambiente Cam-pania, Carmine Gambardella, presi-de della Facoltà di Architettura della SUN e Antonio Pascale, presidente del Circolo Legambiente Geofilos, promotore del progetto di Ecomuseo “Terra Felix”. Oggetto dell’accordo,

l’attivazione di forme di colla-borazione, ri-volte a studenti, tesisti, tiroci-nanti, dottoran-di e ricercatori atte a favorire una migliore co-noscenza dei beni di interes-se artistico, sto-rico- culturale,

oltre che lo studio scientifico di alcu-ni casi esemplari, come il Casale di Teverolaccio a Succivo. Saranno pro-prio legate a questo antico borgo le prime attività di ricerca, guidate dai docenti dell’Ateneo casertano. info www.geofilos.org tel 081.5011641

eccellenze

4 TRADIZIONIA RACCOLTA

in cantiere in questo numero

6 SAPORI DA IERI

8 LA QUALITà BATTE LA CRISI

9 UN BRINDISI A KM ZERO10 ACQUISTI ETICI INTORNO

A “LA TAVOLA ROTONDA”11 SE LA CORRENTE LA FACCIO

COL GAS11 I COMUNI RICICLONI

sviluppo locale

UNA FESTA PER TERRA FELIX

PICCOLI COMUNI GRANDE SCUOLA

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beni comuni

UN’ALTRA CASA?17

volontariando

TI VOGLIO BERE

UN VILLAGGIO ECO-SOSTENIBILE IN TANZANIAEUROPEI SI DIVENTA

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INVIATI SPECIALI20

cea

Per il 2010, Legambiente e “La nuova ecologia”, hanno promosso l’impegno di chi, da imprenditore nella filiera dei rifiuti, cerca di affermarsi in un territorio ed in un contesto socio economico, come quello casertano, tra i più difficili d’italia. Ad Antonio, nostro caro amico ed entusia-sta sostenitore di molte nostre iniziative sul territorio atellano, vanno gli auguri della redazione e dei circoli Legambiente della rete casertana.

E’ Antonio diana l’ambientalista dell’anno 2010

8 UN PRESIDIO PER L’ALBERATA AVERSANA

BENVENUTI A CAVERTA12

4 - La Vite & iL PioPPo - Dicembre/Febbraio 2011

Presentato dal circolo Geofilos Legambiente e finanziato dalla Fondazione per il Sud, il proget-

to Terrafelix è a un anno dal decollo. A due mesi dalla pubblicazione del bando per l’assegnazione degli orti, ai 18 suc-civesi in età pensionistica che hanno fatto domanda, sono state consegnate altrettante zappe. Ad ognuno, con sorteggio, è stato affi-dato un terreno, la cui denominazione fa riferimento alle città antiche della provincia di Caserta. Capuae, Clatia, Sinuessa, Clanius, Suessa sono alcuni dei nomi dati a siti destinati a trasfor-marsi in luogo di incontro per gli an-ziani contadini. Ma chi ha partecipato al bando? Soprattutto pensionati che durante i colloqui con il circolo Geofilos

di Legambiente hanno ammes-so di nutrire una grande nostalgia per la loro gioventù,

ossia per i tempi in cui, nell’ambi-to della propria famiglia d’origine, lavoravano i campi. Col tempo, “abbiamo dovuto ri-nunciare alla terra- spiegano alcuni partecipanti- e cambiare lavoro, facendo così i murato-ri o gli operai per poter andare avanti”. Storie comuni a quasi tutti i diciotto assegnatari ,feli-ci di poter ritornare al passato coltivando l’orto. Il più anziano, Salvatore Luongo, ha 88 anni.

Ma l’età anagrafica non è certo un limite per chi ha buona volontà. “Mi sento bene e ce la posso fare a coltivare un piccolo orto”, afferma deciso Salvatore. Al suo fianco ci saranno anche due donne, le uniche partecipanti al bando, che si dicono ben felici di poter essere alle prese con insala-ta, pomodori, melanzane. Insomma con ortaggi e verdure. Che siano però di qualità. Sì, perché la qualità

di Alessandra Tommasino

Tradizione, socialità, ecosostenibilità. Gli orti ricavati nell’antico casale del Teverolaccio, assegnati a diciotto cittadini della terza età che dovranno coltivarli adottando il metodo dell’agricoltura biologica, si innestano nel percorso di valorizzazione - a partire dal recupero del passato e dall’aggregazione sociale- promosso nell’ambito del progetto “Ecomuseo della Terra Felix”

La cerimonia della “consegna

della zappa” (foto grande). A destra

e a pag. seguente: alcuni momenti

dell’assegnazione degli orti nel Casale

di Teverolaccio

l’orto di Teverolaccio

tRAdizioni A RACCoLtA

Nell’area interamente ri-pulita e bonificata dai vo-lontari del Circolo Legam-biente Silaris, sono stati ricavati gli orti assegnati gratuitamente a cittadini pensionati che li coltiva-no per uso proprio. L’area è utilizzata dai volontari di Legambiente come La-boratorio Didattico per progetti di Educazione Ambientale con le scuole cittadine. Il progetto è so-stenuto dall’Amministra-zione Comunale. info tel.3495442410

Per la realizzazione degli orti sono stati recuperati 7.000 mq di terreno che versava in un stato di degradato e ab-bandono trasformandolo in uno spazio destinato a colture biologiche, visibile dalle aule didattiche e irrigato da un pozzo che recupera le acque di una falda a 50 m di profon-dità. Lo spazio è pensato per essere un elemento di legame tra la facoltà e la città: per la sua gestione infatti è stata ap-positamente costituita l’asso-ciazione Amici dell’orto di San Lorenzo. La fruizione dell’orto e dei suoi prodotti sarà aperta alla popolazione, in cambio di un contributo volontario a sostegno dell’iniziativa.

dovrà essere un obiettivo indiscus-so della coltivazione. Il progetto prevede infatti il rilan-cio dell’agricoltura biologica, che dovrà offrire un modello positivo in un luogo simbolo del riscatto eco-sostenibile dell’agro aversano. Nel Casale del Teverolaccio, innalzato a Ecomuseo della Campania Felix, si intrecciano attività didattiche sul tema dei rifiuti, i campi di vo-lontariato tesi alla riqualificazione dei terreni, eventi di sensibilizza-zione sull’abusivismo edilizio e sul-le ecomafie, percorsi del gusto con la valorizzazione dei prodotti tipici locali. Ma non finisce qui. Nei seimila me-tri quadrati del Casale sarà anche realizzato un Giardino dei sensi, un’area in cui gli odori delle essenze si mescoleranno ai colori dei fiori. “ Finalmente un tesoro architetto-nico a lungo lasciato nel degrado potrà essere definitivamente ricon-segnato alla collettività- commenta il presidente del circolo Geofilos An-tonio Pascale- favorire l’aggregazio-ne puntando sulla passione per la terra e i suoi prodotti è un risultato che ci riempie di speranza”. Accan-to agli orti sociali ci saranno anche degli spazi ludici, destinati ai bam-bini. Un modo per far incontrare le generazioni.

Entusiasta dell’iniziativa il sinda-co Francesco Papa. “ E’ stato bello vedere che i cittadini anziani- dice Papa- hanno accolto con entusia-smo l’idea degli orti sociali e sono certo che la centralità del Teverolac-cio avrà un ruolo determinante nel percorso di crescita del territorio”. Intanto però se dal Comune non giungerà presto la concessione dei locali per realizzare il museo della cultura e delle tradizioni, si rischia concretamente di perdere una parte del finanziamento della Fondazione per il Sud. Un fondo di duecentomila euro al momento è congelato e sarà sbloccato solo quando e se ci sarà la disponibilità dell’ente locale a conce-dere gli spazi necessari.

Aversa: l‘orto dei SaperiÈ stato inaugurato il 5 novembre 2010, parallelamente all’apertura dell’attività didattica, l’Orto di San Lorenzo, all’in-terno del complesso della sede della facoltà di Architettura. Il progetto ha coinvolto studenti, docenti e personale tecnico.

Pontecagnano: gli archeo-orti

Tra gli orti dei pensionati, dove si coltiva con la tecni-ca dell’agricoltura biologica, melanzane, zucchine, pepe-roni, pomodori, ci sono orti didattici visitati da tantissime scuole provenienti da tutta la Campania. Gli obiettivi della campagna sono legati alla produzione, ma anche al miglioramento delle in-terrelazioni tra le persone. Dal punto di vista sociale la coltivazione amatoriale dell’orto può costituire una valida risposta al desiderio di «sapere cosa si mangia», rappresentando, allo stesso tempo, un’opportunità per investire positivamente il proprio tempo libero, per stare all’aria aperta, per so-cializzare.

A Pontecagnano Faiano, nell’area del parco archeologico, un tempo inaccessibile e a rischio vandalizzazione. Legambiente ha creato 50 orti di città, di 100 metri quadri affidati ognuno ad anziani in pensione.

Dall’estate del 2003 in un’area di proprietà del Comune di Eboli (SA), in località S.Antonio sono nati gli Orti di CIttà.

Eboli: gli orti di Città

Disporre la farina sul piano da lavoro, creando un cratere al centro in cui mettere poi le uova, i due cucchiai di olio, sale e pepe. Lavorare l’impasto lentamente, e rigorosamente con le mani, e “tira-re” la sfoglia, fino a che non sarà diventata di uno spessore di pochi millimetri; tagliare dei pezzi a forma di rombo, e friggere in olio d’oliva, portato a sufficiente temperatura, per il tempo necessario ad una cottura adeguata alla doratura delle scar-telle.NB: invece del pepe, per rendere tale pietanza dolce, si può aggiungere, dopo la cottura, una spolverata di zucchero a velo.

LE SCARTELLE

Le due zie nella preparazione della tavola

SAPoRidi nAtALE

di Francesco Cosentino

6 - La Vite & iL PioPPo - Dicembre/Febbraio 2011

Arriviamo ad Alvignanello, in una giornata particolarmente fredda. Il paese, vicino a Caiazzo

in provincia di Caserta, custodisce un borgo medievale di straordinaria bellezza. Ci rechiamo in una piccola casa, dove sono ad aspettarci le donne intente a preparare ricette tipiche del periodo natalizio. Una scena da presepe che prende vita, scorcio d’altri tempi: una cucina con focolare accogliente e una cortesia tale da farci sentire in famiglia, permettono l’instaurarsi di un clima speciale.

Le signore di casa, “zì”, come si chiamano in paese, iniziano a presentarci tutte le migliori tradizioni culinarie che partono dai giorni d’autunno e terminano con il cenone. La tavola è imbandita: scartelle, pane casereccio, scarole ripiene e zeppole con alici e uva passa. Tutto stuzzica l’appetito e la curiosità. Iniziano a raccontare che le scartelle sono pezzi di pasta fritti nell’olio, ottenuto dal raccolto d’olive dell’anno precedente. Zì Amelia ci spiega che ancora fino a qualche anno fa si diceva: “Aunate l’aulive, osinò ‘e scartelle nun v’è mangiate!”, un monito

a raccogliere le olive per degustare le scartelle, che venivano cotte direttamente negli uliveti. Potevano essere “laveniate”, cioè impastate e lavorate, per ricavarne un impasto dolce cosparso poi di zucchero, o salato dal gusto semplice con aggiunta di sale e pepe. Il sapore è ottimo e non faccio in tempo a gustare delle scartelle che arriva “a padrona d’a tavola ‘e Natale”: la scarola ripiena, una sintesi di tutti i sapori dell’alto Casertano. Dopo il primo morso non riesco ad essere più attento. Tra le portate del cenone, continua zì Benita, c’era il pesce che loro stessi pescavano nel Volturno, che scorre proprio ai confini del paesino, e che forniva delle gustosissime anguille, che oggi, purtroppo, non risalgono più il fiume, a causa della diga, e quindi non possono più essere pescate. Si concludeva con i dolci, che potevano essere sia panettoni fatti in casa, sia delle zeppole bollite e poi arricchite di miele. Gli anziani di Alvignanello raccontano le loro tradizioni con una luce negli occhi che li fa tornare a decenni fa. Sottolineano che un tempo, per queste festività, i poveri mangiavano meglio dei ricchi, perchè producevano da sé ciò che avrebbero poi consumato nel periodo natalizio, e che era importante che tutta la famiglia fosse radunata attorno al tavolo, al “tatillo” e alla “mamella”, i nonni, chiamati ancor’oggi così in dialetto dai piccoli alvignanellesi. Concludiamo la nostra visita chiedendo ai padroni di casa quanto è rimasto oggi di queste usanze: cala un velo di tristezza negli occhi delle sagge donne che abbiamo incontrato, le quali, al tepore del focolare della loro casa, ci fanno comprendere che forse qualcosa è cambiato. Sicuramente non la loro forza d’animo, che obbliga i giovani di famiglia a rispettare e mantenere vive ancor oggi quelle tradizioni di qualche tempo fa.

SAPoRi dA iERi

la ricetta

Nel borgo di Alvignanello, un viaggio alla riscoperta delle tradizioni gastronomiche dell’alto casertano.

Ingredienti: 500 g di farina, 4 uova, 2 cucchiai di olio d’oliva, Sale q.b. Pepe q.b.

Dicembre/Febbraio 2011 - La Vite & iL PioPPo - 7

di Annamaria Raviele *

In queste realtà è ancora possibile ritrovare tradizioni che nel tempo sono rimaste inalterate e che posso-

no offrire modelli di sostenibilità “ante litteram” da recuperare e rilanciare in chiave moderna, per favorire la diffu-sione di consumi consapevoli.Se ad un primo approccio il boscaio-lo sembra avere poco a che fare con la sostenibilità di un bosco, in realtà può essere il garante della sua conserva-zione e riproduzione e del presidio di territori montani a forte rischio idro-geologico, se interviene rispettando le regole per un taglio non distruttivo e i tempi di ricrescita delle piante cedue. (in dialetto si dice lasciare la “dote” per i tagli futuri)Per integrare la Povera economia della montagna, una delle attività più svi-luppate in passato nel Matese ed oggi in via di scomparsa, era quella del car-bonaio, che è il mestiere di trasformare la legna in carbone vegetale L’arte consiste nel tagliare legna nei boschi, soprattutto di faggio (ma anche nel raccogliere i tanti rami secchi del sottobosco, prevenendo così gli incen-di), trasportarla in spiazzi piani e aper-ti chiamati “aria”, accatastarla in car-bonaie o “catuozzi” (“piramidi” di rami costruite con grande perizia), innesca-re il processo di combustione lenta che porta alla carbonizzazione, ossia alla trasformazione della legna che è un composto organico in carbone.In passato il carbone vegetale veniva utilizzato come bene succedaneo del carbone fossile e per alcuni usi speciali dovuti all’alto potere di assorbimento. Ora il carbone vegetale è richiesto per alimentare i barbecue e i forni a legna delle pizzerie. L’uso del carbone ve-getale per cuocere e arrostire i cibi è migliore di ogni altro metodo perché è naturale e le sostanze che rilascia non sono nocive. Un conto infatti è usare la fiamma del gas o del metano, i cui residui di combustione rilasciati prima di disperdersi nell’aria si attaccano ai cibi, un altro è il calore della brace che, se ben gestita, evita la fiamma .i carbonai dovevano abbandonare il Paese dall’inizio della primavera fino ad au-tunno inoltrato per trasferirsi con la famiglia in montagna in una capanna temporanea costruita per l’occasio-

Legambiente è da anni impegnata nella campagna nazionale Piccola Grande Italia, a sostegno della conoscenza e valorizzazione dei piccoli comuni, la maggior parte collocati in aree montane e parchi naturali, che conservano “tesori” locali poco conosciuti ma ricchi di storia e bellezza.

PiCCoLi gRAndi mEStiERi dEL BoSCo

ne, per sorvegliare giorno e notte il catuozzo per circa 15 giorni, per ottenere da 30/40 quintali di legna circa fino a 6/8 quintali di carbone. La sua forma di montagnola conica, formata da un camino centrale ed altri cunicoli di sfogo laterali, usati con lo scopo di regolare il tiraggio dell’aria, serviva a garantire una combustione perfetta della legna e a produrre ottimo carbone.

Nel quartiere Vallata di Piedimon-te Matese si è stabilita fin dall’Ot-tocento una comunità di carbonai provenienti dall’avellinese (un’an-tica filastrocca definisce i vallatani “facci tinti”) e tuttora qui vivono le famiglie che continuano ad eserci-tare il mestiere di boscaioli e car-bonai sui monti del Matese, certo con l’utilizzo di tecniche e mezzi di trasporto moderni.

Nel mese settembre è stata orga-nizzata nel quartiere la 1^ Festa del catuozzo, con l’allestimento in città di una carbonaia a sco-po dimostrativo e l’allestimen-to di una mostra didattica, che sono state visitate da centinaia di alunni e cittadini, contentissi-mi di rivivere un’antica tradizio-nale locale che rischia di essere dimenticata.

il circolo legambiente del Matese, ha deciso per questo di organiz-zare l’edizione 2010 di Puliamo il Mondo nella vicina Piazza Pioppe-telli dove è stato rea-lizzato da Giovanni Di Tommaso un bellissi-mo murales che ripro-duce scene di vita dei carbonai del Matese. Per mantenere in vita

e valorizzare questa produzione, potrebbe essere utile in futuro certificare il carbone vegetale prodotto nel Parco Regionale del Matese, garantendo l’uso di le-gna dei boschi locali gestiti con tecniche di silvicoltura sosteni-bile.

* Docente, formatrice del CEDA Le-gambiente Matese.

Murales rappresentante la preparazione del catuozzo realizzato dal CEDA Matese; foto Ibello

8 - La Vite & iL PioPPo

Tommaso De Simone è originario di Teano. Fin da giovanissimo, alla sua attività di imprendito-re agricolo (è proprietario di un’azienda di castagne n.d.r.) ha affiancato quella di politico. Nel 1991 è vi-cepresidente nazionale dei giovani di Coldiretti, nel 1998 vicepresidente della Coldiretti di Caserta della quale diventa Presidente nel 2007. Nel dicembre 2009 è eletto Presidente della CCIAA di Caserta. Il 14.12.2010 è stato eletto all’unanimità leader di UnionCamere Campania.

di Stella D’Anna

Presidente quali sono i numeri del-la crisi e quali le indicazioni che la camera di commercio di caserta sta dando ai suoi associati?

I numeri della crisi sono numeri importanti. Nel 2009, che è stato “l’annus horribilis”: gli indicatori

hanno evidenziato in modo forte la sofferenza del mondo delle imprese, con richieste importanti di accesso al credito. Altro indicatore, il saldo tra le imprese che hanno chiuso i battenti ed i nuovi iscritti è pari a ca. 400 imprese, su una platea di ca. 100.000 imprese iscritte alla CCIAA di Caserta. Tale dato è il più basso dagli ultimi 15 anni. Anche il tasso di disoccupazione è notevole con una percentuale intorno al 10% ma con una fuoriuscita importante dal mercato del lavoro. Nel 2010 la CCIAA ha messo in piedi una serie di attività a vantaggio delle imprese associate in diversi settori, alcune anche intersettoriali. Tra queste vanno evidenziate certamente le agevolazioni per l’accesso al credito attraverso i consorzi fidi; le attività di sostegno all’agricoltura attraver-so incentivi per l’acquisto di mac-chinari innovativi; le attività di so-stegno ai commercianti mediante la costituzione di centri commerciali naturali e l’accompagnamento del-le imprese sui mercati nazionali ed internazionali. Da non trascurare, inoltre, le iniziative per la legalità attraverso l’attivazione di Sportelli Antiusura ed il progetto “Un cam-per per la legalità”.Presidente, quali sono i Prodotti che, come la mozzarella di bufala camPa-na, Potrebbero dare un contributo Positivo, diretto?

LA QUALità BAttE LA CRiSi

dove le coltivazioni non sono remunera-tive, sPesso, i suoli vengono abbandona-ti, destinati a Pratiche di abusivismo o di smaltimento illegali. come vede l’idea di destinare una Parte del suolo agrico-lo alla Produzione di energie rinnovabili Per “agevolare” un ritorno alle Pratiche agricole?Non sono contrario, a patto che non si “violenti il territorio” innalzando mega-centrali e sottraendo terreni all’agri-coltura, poiché è fondamentale rispar-miare e preservare il suolo e le risorse idriche che sono beni non più recupe-rabili una volta consumati.un ritorno alle Pratiche veramente so-stenibili nell’agroalimentare sarebbe di Per sé un indicatore di qualità Positivo.a che Punto siamo nella nostra Provin-cia? ci sono già dei dati significativi?La salubrità dei prodotti è certamen-te un indicatore positivo, mi riferisco, nell’agroalimentare, a tutti i prodotti a denominazione di origine (DOP, IGP, IGT) quali appunto la mela annurca, la mozzarella di bufala campana; tutti prodotti dove i controlli sulla sicurezza alimentare sono costanti e seri. Quella casertana è una terra fertile e generosa, basterebbe solo rispettarla di più.

Tutte le eccellenze del territorio che reggano la sfida con il mercato glo-bale: dalla mela annurca ai vini, dalla seta al calzaturiero.come fare Per rendere le filiere di questi Prodotti raPidamente comPeti-tive?La strada è quella già intrapresa da Coldiretti, attraverso i farmer mar-ket, i mercati di campagna amica a km zero; tutte iniziative finalizzate ad accorciare la filiera, a garantire la rintracciabilità degli alimenti ed a promuovere i prodotti tipici.

Salvaguardare il territorio e promuo-vere prodotti d’eccellenza. Con questi obiettivi nasce, in occasione di Festam-biente 2010, un’intesa tra Legambiente e Slow Food intorno all’idea di valo-rizzare l’”alberata aversana”, comune-mente indicata come “vite maritata al pioppo”. Ne abbiamo parlato con Nino Pascale, presidente di Slow Food Cam-pania (nella foto con L. Pignataro).Come può essere rivalutata la Vite maritata? Quale può essere la solu-zione per salvaguardare e riproporre questa biotipicità dell’agro aversa-no-atellano? La Vite Maritata viene salvata prima di tutto dai contadini, devono poter cre-dere che il lavoro che svolgono è un lavoro prezioso che va al di là della re-munerazione economica. Tutto ciò pre-suppone un lavoro culturale dei sog-getti istituzionali e sociali che hanno a cuore la salvaguardia di un prodotto

Un Presidio SlowFood per l’alberata aversana

unico. Dal punto di vista dell’azione di Slow Food, riteniamo che uno strumen-to come il Presìdio (che ha già salvato tanti prodotti, con le relative tecniche di produzione, dal rischio di estinzione) possa garantire quel supporto tecnico, di comunicazione e commerciale, utile superare le difficoltà che rendono an-tieconomica la produzione. Volendo

Tommaso De Simone in foto con Michele Buonomo in occasione di Festambiente Terrafelix

Eccellenze del territorio, filiera corta, pratiche sostenibili, la ricetta per la ripresa in Terra di Lavoro. Ne parliamo con Tommaso De Simone, presidente di Unioncamere Campania

Un BRindiSi A km zERo

Luci, tante luci e poi festoni, alberi, acquisti all’ultima cor-sa, supermercati affollati che

sversano le loro merci provenienti da ogni dove nelle case di quasi tutti i consumatori: questo è il Natale, al-meno in alcune parti del mondo. Da non dimenticare la bevanda re-gina di tutte le festività, lo spuman-te. Nel 2009 sono state consumate in tutto il mondo circa 400 milioni di bottiglie, per un fatturato di 3 mi-liardi di euro.

quella buona

Cifre che si de-vono tenere pre-sente quando si sceglie la botti-glia che scandi-rà l’ultimo giorno dell’anno. Quando dietro alla produzione di spumante c’è la lunga tradi-zione vitivinicola e paesaggistica di un territorio, la storia acqui-sta un valore ag-giunto. È questo ciò che accade nell’agro aversano con la produzio-ne di spumante derivato da uva asprinia. Una tradizione che resiste all’usura del tempo e a un

mercato sempre più legato alla grande distribuzione nelle canti-ne dell’azienda Magliulo. Con ol-tre 100 annidi storia a Frignano, un paese vicino Aversa, la famiglia Magliulo produce vino asprinio e lo spumante derivante delle stes-so vino. Queste uve si sviluppa su una “vite maritata al pioppo” che può raggiungere anche i 15 metri di altezza. Lo spumante è prodot-to come da tradizione rispettando le fasi naturale di fermentazione.

Conservando il sapore acidulo del vino asprinio, lo spumante si diffe-renzia dai prodotti commerciali. La Vite Maritata al Pioppo è una biodiversità che ai comuni della DOC dona un patrimonio da pre-servare ed incentivare. Una cinta naturale composta da festoni di vite maritata potrebbe essere il nuovo paesaggio e la nuova ricchezza turi-stica e vitivinicola dell’agro aversa-no, ma come afferma Raffaele Ma-gliulo «i costi di gestione legati alla vite maritata sono troppo alti. Con 30-40 centesimi al kilo non si possono giustificare i costi legati agli investimenti». La tradizione è giusto che si conservi, anche per-ché gli stessi Magliulo posseggono Viti Maritate ma utilizzate come chiusura naturale dei terreni, ma come sostiene il titolare dell’azienda «ci sarebbe bisogno che la Regione incentivi l’acquisto di macchinari per la raccolta dell’uva ad un’al-tezza di almeno dieci metri».

di Eugenio Tinto

L’Asprinio di Aversa, per la sua acidità tipica, ha trovato nella versione spumante la più riuscita utilizzazione. Ne parliamo con uno dei pochi produttori della zona della DOC.

soffermarci, per ora, agli aspetti comu-nicazionali e commerciali dobbiamo rilevare alcune cose. Innanzitutto, chi consuma oggi l’Asprinio di Aversa da Vite Maritata, cosa sa di quanto sia dif-ficile coltivare questi vigneti? Io credo molto poco. Perciò si tratta di spiegare che acquistando quella bottiglia, non si acquista soltanto la qualità del vino (e in ogni caso sulla qualità sarà fonda-mentale lavorare con agronomi, enolo-gi), bensì si acquista anche la possibili-tà di poter ancora vedere quelle viti e di poter salvaguardare una tecnica di produzione ben radicata nella tradi-zione agricola del territorio. Il Presìdio, attraverso, la partecipazione alle mani-festazioni internazionali, l’alleanza con i ristoratori, le campagne di comunica-zione ad hoc, prova a fare esattamente questo tipo di lavoro.C’è chi sostiene che il rilancio della vite maritata ha costi troppo onerosi

nes, vino dolce francese famoso in tutto il mondo, ha dei costi di produzione eleva-tissimi, in quanto i produttori effettuano la vendemmia con 7-8 passaggi in vigna per raccogliere i singoli chicchi di uva al giusto grado di maturazione. Eppure nes-sun appassionato di Sauternes si sogna di dire che i costi di produzione sono troppo elevati, perchè ormai accetta che quel-la tecnica sia l’unica praticabile se vuol continuare a bere Sauternes. Ho fatto un esempio estremo, per rendere l’idea di quanto sia importante un approccio scru-poloso al problema. Ovviamente anche la sicurezza sul lavoro è un elemento cor-relato ai costi di produzione, infatti per garantirla è necessario di dotarsi delle attrezzature adatte oggi disponibili, più costose rispetto a quelle utilizzate attual-mente, che sarebbero antieconomiche se il costo medio per bottiglia si dovesse mantenere sotto i 4 euro per bottiglia.

e non raccoglie tra i giovani agricoltori il consenso che serve per mandare avanti l’attività. in più, l’attività di raccolta ad altezze elevate pone problemi di sicu-rezza sul lavoro.La questione dei costi onerosi è stretta-mente legata agli aspetti sottolineati in precedenza. Faccio un esempio: il Sauter-

10 - La Vite & iL PioPPo - Dicembre/Febbraio 2011

comuni ricicloni

Quando nasce l’idea di costituire il GAS “La tavola rotonda” ?

È la storia di “tre amici al bar” Fulvio e Maurizio Farinaro ed io che, alla fine del 1999, decidono

di costituire un’associazione finalizzata a promuovere la cultura dello sviluppo e delle produzioni alimentari ecososte-nibili, con particolare riguardo all’agri-coltura biologica e biodinamica, alla bioarchitettura, alle medicine alterna-tive ed in generale a tutte le scienze umane che pongono alla loro base la ricerca ed il rispetto dell’equilibrio uo-mo-universo. Del gruppo, oggi, fanno parte circa 80 famiglie che si sono uni-te per l’acquisto di prodotti alimentari che singolarmente sarebbero difficili da reperire, senza un contatto diretto con i produttori.

Ciascun membro del gruppo si occupa di reperire un determinato prodotto, io e mia moglie, ci occupiamo, in parti-colare, di reperire mele acquistate nel bellunese e del parmigiano, scegliendo accuratamente i produttori che adotta-no tecniche di coltivazione biologiche e biodinamiche.

Come si entra a far parte di un gruppo di acquisto?Gli acquisti avvengono attraverso un forum presente su www.lata-volarotondagas.org dove tutti, che siano veterani o al primo acquisto possono effettuare il proprio ordi-nativo. Il gruppo è aperto a tutti senza alcun vincolo di numero. En-trare a far parte di un gruppo si-gnifica anche partecipare in modo attivo nella ricerca di nuovi prodot-ti e produttori, nella speranza che diventino sempre più numerose le piccole aziende locali fornitrici per poter incrementare gli acquisti a chilometro zero. Quali sono i vantaggi della parte-cipazione ad un GAS?I vantaggi sono numerosi ed eviden-ti. A partire dalla conoscenza del produttore che è certezza di un pro-dotto salubre e biologico. Per non parlare del prezzo che risulta infe-riore ai prezzi di mercato dal mo-mento che viene eliminata l’intera filiera distributiva. Riesco ad acqui-stare mele biologiche ad 1.20 euro al chilo mentre le pagherei molto di più al supermercato.

doppio clickw w w.latavolarotondagas.org www.retegas.orgwww.energiacomune.org

ACQUiSti EtiCi intoRno A “LA tAVoLA RotondA”L’acronimo GAS sta per Gruppo di Acquisto Solidale. Per saperne di più abbiamo chiesto a Nicola Ciccarelli, uno dei fondatori del “La tavola rotonda” di Aversa, che cos’è e come si partecipa ad un gruppo di acquisto.

E poi c’è la S di Solidale a contrad-distinguere i nostri acquisti che ri-sultano vantaggiosi anche per gli agricoltori che forniscono i prodotti. Non è tutto, basti pensare che l’odier-no sistema economico predilige le quantità che permettono di ridurre i costi di produzione anche a discapito della qualità, mentre la nostra tipo-logia d’acquisto, da l’opportunità alle aziende più piccole, che hanno come obiettivo la qualità e la certificazione piuttosto che la quantità, di avere maggiori chance e di poter continuare a produrre con metodologie corrette e che rispettino “l’uomo e la natura”.Quali sono gli errori più comuni che i consumatori commettono? Spesso, anzi forse sempre, recandoci al supermercato riempiamo il carrello di numerosi prodotti il cui acquisto è dettato dalla routine o dai bombar-damenti pubblicitari e non da una scelta ponderata. Non riflettiamo mai abbastanza sulla provenienza dei prodotti, su quanti km facciano prima che li troviamo al supermerca-to sotto casa e, soprattutto se siano qualitativamente buoni. Non si com-prende che nel prezzo di un prodotto è spesso inclusa la quota parte de-stinata alla pubblicità. Infine, c’è la questione legata allo sfruttamento dei lavoratori, spesso minorenni o immi-grati, che abbattono molto il prezzo dei prodotti.Dalle parole di Nicola ho colto l’in-vito a pensare che dietro l’acquisto di un prodotto c’è ben altro. E tu?

frutta e verdura fresche - un esempio di “fornitura tipica”

dei gruppi di acquisto solidale

di Laura Garofalo

Per il sesto anno consecutivo sono stati premiati i comuni più virtuosi della regione che hanno effettuato la raccolta differenziata di qualità raggiungendo percentuali davve-ro significative. Ad aggiudicarsi il premio è stato il comune di Racca-gloriosa. La virtuosa realtà in pro-vincia di Salerno ha totalizzato nel corso del 2009 oltre il 93% di rac-colta differenziata, risultando così il primo comune della Campania. nella classifica dedicata ai comuni con oltre 10mila abitanti a vincere è stato Bellizzi, con una percentua-le del 72%, mentre a Cave de’ tir-

Le discariche e i termovalorizzatori devono essere solo l’ultima soluzione al problema

di Eugenio Tinto

Dicembre/Febbraio 2011 - La Vite & iL PioPPo - 11

Non solo ortaggi biologici buoni e a costi contenuti o pannolini e scar-pe a prezzo d’ingrosso, da oggi anche

l’energia puoi produrla col “GAS”. Esperien-za ormai collaudata al nord della penisola, grazie all’iniziativa di Legambiente, i Gruppi di Acquisto Solare, stanno facendo breccia anche a sud. E con grande soddisfazione de-gli aderenti. Dopo le numerose esperienze di GAS in Veneto, quest’anno, grazie a Legambi-ente, oltre 230 famiglie siciliane hanno potu-to installare un impianto di 3kW ad un prezzo intorno ai 10.500€-12.000€ iva compresa e chiavi in mano. E tra poco, si partirà anche in Campania, dove lo sportello regionale di Le-gambiente, sito a Succivo, si è già attivato sul territorio casertano e beneventano.

Ma come funziona?Un GAS solare è -in pratica- un gruppo di cittadini che, sotto la guida di Legambi-ente, si mettono insieme per acquistare impianti solari “chiavi in mano” ottenendo condizioni particolarmente vantaggiose. Per la fornitu-ra, viene predisposto un ca-pitolato che viene inviato a decine di aziende installatri-ci. Dopo una scrematura da parte di una commissione di esperti, tocca alle famiglie scegliere la proposta più van-taggiosa.Ma i vantaggi per i cittadini non sono limitati al risparmio sul costo di acquisto. Infatti i Gas solari possono contare su tecnologie e materiali di fascia alta, selezionate da una commissione di esperti, che ha il compito di valutare l’affidabilità delle aziende e la qualità dell‘impianto pro-posto. Non solo, rappresenta un parametro di scelta an-che la trasparenza del con-tratto, che oltre alle garanzie di risultato, deve prevedere specifiche modalità di ma-nutenzione e di intervento in caso di guasto. Per il solare termico, il GAS si occupa an-che delle detrazioni fiscali del 55%, confermate anche per il 2011.

Infine, spesso, il pacchetto com-prende anche la possibilità di finan-ziamento da parte delle Banche, al-cune delle quali, come le Banche di Credito Cooperativo, hanno già sti-lato con Legambiente accordi parti-colarmente vantaggiosi per i clienti. Vantaggi che difficilmente il singolo utente riesce ad ottenere ma che, appunto, con il sistema del gruppo di acquisto, sono sempre più alla portata di tutti. Interessati? Scrive-te a [email protected].

Parte in Campania la promozione dei Gruppi di Acquisto di Legambiente per il fotovoltaico e il solare termico

i VAntAggi dEL gAS

• fornitura omogenea di prodotti di qualità per tutti;• possibilità di avere un servizio di installazione “chiavi in mano”, rispar-miando a tutti tempo e risorse economiche;• abbattimento del costo di acquisto del 20-30%;• risparmio sulle bollette, che vengono ridotte con l’installazione degli impianti solari;• sgravi fiscali previsti dalla legge;• incentivi dati dal Conto Energia;• accesso agevolato ai crediti, sceglien-do fra i prodotti migliori offerti dalle banche

SE LA CoRREntE LA FACCio CoL gAS

reni è andato il premio come comune più virtuoso nella classifica dedicata ai comuni con oltre 20mila abitanti. i capoluoghi di provincia, che raccol-gono i 551 comuni che compongono il mosaico Campania, fanno ben spe-rare. il comune di Avellino ha raccolto il 62,57% di immondizia differenziata: questo fa si che il capoluogo irpino sia il più virtuoso dalla Regione. in appe-na due anni, infatti, il livello di raccolta differenziata è aumentato del 52,47%. il comune di Caserta anche quest’anno non è riuscito ad ottenere almeno la de-nominazione di Comune Riciclone. Ha chiuso il 2009 con il 47,25% di raccol-ta differenziata. Questo è indice che la discarica è considerata ancora come il primo sistema utile per smaltire i rifiuti. ”il primo passo per uscire dal costante stato di emergenza nel quale parte del-la Campania si trova dal 1994 è quello di ridurre gli imballaggi ed effettuare una raccolta differenziata di qualità ed infine, come ultima istanza, infossare o termovalorizzare” ha affermato Stefa-

no Ciafani responsabile scientifico di Legambiente. “Queste realtà di-mostrano che in Campania si sono ottenuti ottimi risultati”, ha conclu-so Ciafani. oltre ai Comuni Ricicloni è stato consegnato il Premio Eco-logista dell’Anno. Ad aggiudicarsi il premio è stato l’imprenditore Antonio diana, che con l’azienda ErrePlast, viva realtà di gricignano di Aversa, da anni è impegnato nel campo del recupero degli imballag-gi in PEt e nella sensibilizzazione della difesa dell’ambiente. Antonio diana è chiaro: “questo premio può rappresentare per tutte le azien-de presenti nel settore una pagina bianca sulla quale iniziare a scrivere la nuova storia della Regione Cam-pania”.Il 16 dicembre ad Avellino si è svolto il Premio Co-

muni Ricicloni 2010, manifestazione organizzata da Legambiente Campania. La VI edizione della ma-nifestazione ha visto come vincitrice la provincia di Salerno. Mentre per Caserta la provincia resta ancora un mistero.

Sono considerati comuni ricicloni quelli che nel corso dell’anno ha raggiunto il 50% di raccolta diffe-renziata

di Antonio Pascale

12 - La Vite & iL PioPPo - Settembre/ottobre 2010

Martedì 14 dicembre si è indeco-rosamente conclusa la Conferenza dei Servizi che doveva decidere sulla prosecuzione o meno dell’at-tività di cava nel nostro territorio. Questa conferenza è durata illegal-mente per due anni, dal momento che gli enti partecipanti rimanda-vano le proprie decisioni, ognuno sperando che fossero altri ad avere il coraggio di opporre il giusto diniego ad un potentato quale quello dei Caltagirone

Come sempre, i Caser-tani se ne accorge-ranno a scoppio ri-

tardato, quando non si potrà più tornare indietro.Tutto nasce da un progetto presentato dalla Cementir che chiede un ampliamen-to dell’area, cosiddetta B, della cava Vittoria ricadente nel comune di Maddaloni. Il progetto preliminare pre-sentato dalla Cementir, dal quale risulta lo stralcio degli interventi di ultimazione del-la cava attiva, prevede com-plessivamente un’estrazione di 9.467.650 mc di calcare da realizzarsi in circa venti anni.

Ovvio che un’attività di cava, così come la produzione di cemento dell’annesso cemen-tificio, non si concilia affatto con altri progetti di recupero e valorizzazione del territorio e con i vincoli esistenti che sono: il vincolo paesistico, il vincolo di rimboschimento,il vincolo relativo all’area sog-getta ad incendi nel 2001, il vincolo derivante dal fatto che il sito è classificato dal PRG del Comune di Madda-loni come E1- Territorio ru-

BEnVEnUtiA CAVERtA

rale di salvaguardia paesistica; il vincolo idrogeologico a mac-chia di leopardo per il rischio di

frana R1 (rischio moderato), R2 (rischio medio), R3 (rischio alto), sino a R4.Le attività della Cementir si svolgono a ridosso di case e strutture pubbliche e sanitarie, in vicinanza di monumenti sto-rici di pregio la cui concausa di degrado è attribuibile anche alle polveri di cava e cementifi-ci e alle vibrazioni causate dallo scoppio delle mine. La continuità estrattiva impe-disce l’apertura del nuovo polo ospedaliero che è in avanzata costruzione e rappresenta un’in-confutabile struttura di interes-se pubblico di tutta la provincia di Caserta, oltre che un volano per lo sviluppo economico del capoluogo di provincia (550 po-

Il progetto di ampliamento doveva esse-re sottoposto ad una Valutazione di Im-patto Ambientale ai sensi degli art. 23 e 24 del testo unico dell’ambiente.L’art. 24 comma 1 titolo III capo del de-creto alla lettera b) impone di tener conto degli effetti indiretti e diretti che l’attuazione dei progetti hanno sull’uo-mo, la flora, la fauna, il suolo, le acque di superficie e sotterranee, il paesaggio, i beni materiali e il patrimonio culturale e ambientale.

Tutto questo non è sembrato sfiorare minima-mente non solo la Cementir, ma neanche i sog-getti preposti ai controlli di legge.

Ancora caveAncora cemento

“le Associazioni e i comitati portatori degli interessi diffusi si augu-ravano chiare prese di

posizione degli altri Enti territoriali”

di Leopoldo Coleti

Leopoldo Coleti, ingegnere chi-mico, presidente del Circolo Legambiente Caserta per oltre venti anni. Autore del libro “La leggenda del Minotauto” sulla mobilità sostenibile. Sul settimanale “Il Caffè” di Caserta gestisce una ru-brica dal 1997.

Dicembre/Febbraio 2011 - La Vite & iL PioPPo - 1312 - La Vite & iL PioPPo - Settembre/ottobre 2010

sti letto, oltre 500 posti di lavoro diretto e almeno 5000 per attivi-tà connesse). Gli Enti partecipanti, da parte loro, hanno spesso cercato di blandire la Cementir, parteci-pando ad un gioco del cerino che ciascuno cercava di passare di mano evitando di assumersi la

responsabilità di esprimere un chiaro no al progetto.Di qui la durata abnorme del procedimento che avrebbe dovu-to concludersi perentoriamente il 16 Settembre c. a. con l’acqui-sizione del parere VIA e i pareri paesaggistici. In merito a questi ultimi sono già stati dati alcuni pareri negativi. Infatti il dirigente dell’area tecni-ca comunale di Maddaloni nella

relazione 2650 del 26 genna-io 2009 in ordine alla richie-sta Cementir, esprime parere negativo, ne illustra le valide motivazioni ostative alla re-alizzazione del progetto, in piena consapevolezza dello stato dei fatti, dei vincoli e delle decisioni del consiglio comunale. In seno alla Conferenza del 16 settembre, poi, c’è stata la netta presa di posizione del Comune di Caserta che, tramite il Sindaco di Caser-ta ing. Petteruti intervenuto personalmente, si è espresso contrario al progetto Cemen-tir. Petteruti ha chiaramente affermato che la sorte della cava “Vittoria” non è ricon-ducibile ad un problema puntuale del nostro territo-rio, ma è un elemento che va preso in considerazione in un ampio contesto di pia-nificazione territoriale. Che insomma, o si continua a ca-vare e produrre cemento (con le conseguenze che conoscia-mo) oppure si progetta uno sviluppo del territorio basato sulla valorizzazione ambien-

tale e sul terziario avanzato. Una delibera di giunta ha poi confermato questa posizione senza alcuna esitazione.Le Associazioni e i comitati portatori degli interessi dif-fusi si auguravano analoghe chiare prese di posizione de-gli altri Enti territoriali, Pro-vincia e Regione. Malgrado questa storia dei fatti, che è necessario tene-

re presente per comprendere bene in mano a chi siamo e il concetto che hanno del popolo e dell’ambiente molti enti preposti alla gestione del territorio, la ventesima seduta della confe-renza dei servizi di martedì 14 dicembre si è conclusa con il parere positivo al progetto della Cementir.

La Commissione Valutazione impatto Ambientale regionale ha dato parere favorevole all’azienda di Caltagirone che potrà ampliarsi sul versante della montagna che affaccia in vicinanza dell’acquedotto Carolino, eremo San Michele e altre strutture. I tec-nici della commissione sono caduti in una plateale contraddizione che arrecherà ai cittadini casertani un danno di ben 42 milioni di euro spesi per rea-lizzare la struttura del policlinico. A causa di questo inspiegabile com-portamento della commissione regio-nale non ci sarà più possibilità di aprire il policlinico il qua-le è stato costruito grazie ad un parere favorevole di va-lutazione impatto ambientale condi-zionato all’obbligo di delocalizzazione di cave e cementifi-ci. Tale obbligo con il parere favorevole dato alla Cementir non è stato adem-piuto. La Regione prima ha detto di si alla costruzione del Policlinico e oggi dice di no, come se automaticamente annullasse il parere favorevole VIA rilasciato alla struttura ospedaliera nel 2004.La Sovrintendenza ai beni paesaggistici (sic!) ancora una volta è stata assente e non ha presentato il suo parere sul vincolo paesaggistico facendo scattare il silenzio assenso. A tal proposito è bene ricordare che la Commissione Edilizia Integrata del Comune di Maddaloni aveva espresso parere negativo sul progetto in quanto aveva confermato l’esistenza del vincolo paesaggistico. Forse è la prima volta che la Sovrintendenza non confermi un parere tecnico: a fronte di questo comportamento omissivo già le Associazioni hanno intenzione di valutare tutte le possibilità di azioni legali. Difficile trovare parole per descrivere la profonda insoddisfazione per questa ingiusta conclusione che reca danno alla città così come fin troppo spesso si sente (a parole) per bocca dei responsabili di tante istituzioni.

Silenzi e contraddizioni

UnA FEStA PER tERRA FELix

di Antonio Pascale

Dopo il successo della prima edizione, parte l’organizzazione di Festambiente 2011

L’abbiamo dedicata ad Angelo Vassallo, sindaco di Pollica massacrato dalla camorra.

L’abbiamo vissuta fino all’ultimo come un mezzo per riscattare la nostra terra, in un momento in cui tutto il mondo ne pensa e ne parla male. L’abbiamo realizzata grazie all’impegno di decine di volontari con un unico obiettivo: mostrare quello che di buono c’è e che sap-piamo fare, noi persone che voglio-no bene alla Campania.

6000 ore di volontariato, 3000 presenze, 300 partecipanti alle degustazioni, 25 relatori ai 4 con-vegni sul paesaggio, l’ambiente, la legalità e l’energia, 10 ore di mu-sica e spettacolo, 15 associazioni e cooperative in rete, oltre 1000 piatti serviti nel ristorante biologi-co e sociale della festa, dove i ri-fiuti sono stati raccolti in maniera differenziata e l’acqua servita rigo-rosamente dal rubinetto.

La prima edizione di FestAmbiente Terra Felix ha segnato la nascita dei due premi FortApash e TerraFelix.Il primo, ispirato a Giancarlo Siani, viene assegnato annualmente a persone, Enti ed organizzazioni che si distinguono nella denuncia contro

I premi “Fort Apash” e “Terra Felix”

Dicembre/Febbraio 2011 - La Vite & iL PioPPo - 15

A fine ottobre, si è concluso il Corso di Giornalismo ambien-tale per ragazzi organizzato dal

circolo Geofilos. Con il contributo del-la Regione Campania per il progetto “Ambientegiovani.TV” quindici ragazzi dai 16 ai 26 anni sono venuti a cono-scenza delle nozioni base del giornali-smo ambientale, della fotografia e delle video riprese e una parte di loro è già integrata nella redazione junior de “La vite e il pioppo”. Tra i ragazzi che han-no partecipato al corso c’è Eugenio, giovane succivese, appassionato alla scrittura e molto legato alla sua ter-ra ma “non proprio convinto di essere un ambientalista”. Si è descritto così lui stesso, durante i colloqui prelimi-nari per la selezione al corso, e non si aspettava che sarebbero bastate poche settimane per rendersi conto di avere trovato la risposta alla domanda che solitamente si rivolge ai ragazzi della sua età: da grande voglio fare il giorna-lista…. ambientale. Eugenio si è senti-to così coinvolto che ha subito voluto partecipare al corso di Giornalismo ambientale EuroMediterraneo Laura Conti organizzato a Savona, in colla-borazione con Legambiente Nazionale, che ogni anno forma nuove leve, non solo tra i volontari di Legambiente, che vogliono impegnarsi nella promozione e nella tutela del territorio. “Formarsi per conoscere. Informare per far conoscere. Un corso di Giorna-lismo ambientale tenuto da ambienta-listi è prima di tutto una scuola per la mente e l’anima e poi un laboratorio per costruire o ridefinire la propria co-scienza ambientalista – ci racconta Eu-genio. L’ambiente ha bisogno di essere difeso in modo costante e quotidiano e il miglior modo per farlo è conoscerlo in maniera minuziosa e consapevole. Comunicare l’ambiente è difficile ma la sfida non è impossibile, anzi raggiungi-bile e stimolante.

Durante le sei settimane di corso ho avuto modo di conoscere molte personalità che del giornalismo e della divulgazione scientifica han-no fatto il proprio credo, la propria missione e questo per me è stato un vero onore”. Ventuno ragazzi hanno avuto modo di capire che il giornalismo ambientale non è affat-to materia da intellettuali da salotto ma si esercita scendendo per stra-da conoscendo i reali problemi che affliggono il nostro Paese, sporcan-dosi se occorre le scarpe di fango e percolato, attraversando un fiume inquinato o una spiaggia vittima dell’incuria dell’uomo. Questo e tanto altro nelle settimane trascor-se a Savona durante gli approfondi-menti su campo. “Alla fine di quest’esperienza ho la consapevolezza che l’Ambiente fa notizia e spetta ai giornalisti il com-pito di leggere scrupolosamente la realtà e riuscire a diffondere l’im-portanza di assumere atteggiamen-ti utili alla sua tutela”. Eugenio, tornato il 10 Dicembre, è pronto per iniziare un nuovo corso della sua vita che speriamo lo con-duca a soddisfazioni professionali e personali.

QUAndo L’AmBiEntEFA notiziA

Da dieci anni il corso di giornalismo Laura Conti prepara giovani alla comunicazione ambientale. Nel corso delle lezioni i partecipati hanno conosciuto firme importanti del settore ambientale ed energetico.

Momenti del corso. In aula durante il workshop finale, altri momenti durante i sopralluoghi alla discarica e

impianto di biogas nel savonese.

a cura della RedazioneJunior

Sono questi e tanti altri i numeri che hanno reso Festambiente Ter-ra Felix tra i più apprezzati festival ecologisti a livello nazionale. E poi, il Casale di Teverolaccio, prota-gonista, nel suo splendore, di un momento di festa, contenitore e allo stesso tempo contenuto di tre giorni di “buon vivere” in armonia con il territorio di Terra di Lavoro. Oggi ripartiamo per la seconda edizione. Abbiamo deciso, infatti, che Festambiente, anche in Cam-pania merita di essere un even-to annuale. E ripartiamo con la consapevolezza di avere al nostro fianco una rete sempre più vasta di soggetti istituzionali, del terzo settore e del mondo produttivo che vogliono insieme a noi scom-mettere in uno sviluppo equilibra-to e sostenibile della nostra terra che abbracci economia, cultura, ambiente e sociale. Slow Food, Li-bera, le Pro Loco, Archeoclub, gli scout, i Comuni, le Province, la Camera di Commercio, gli artisti e i musicisti che hanno scommesso insieme a noi, i sostenitori priva-ti, le associazioni di categoria, gli amici agricoltori e i produttori di qualità del nostro territorio, a la-voro insieme a Legambiente per organizzare la festa campana del “buon vivere” del 2011.E ripartiamo con la speranza che il prossimo anno possa essere mi-gliore di questo che, tra crisi dei ri-fiuti, ritorno al nucleare, fenomeni climatici estremi, inquinamento delle acque ed eventi eco mafiosi ci lascia non poche preoccupazio-ni per il futuro. Vogliamo ancora provare a vedere il lato positivo. Anche l’anno prossimo faremo festa. Siete tutti invitati… anche all’organizzazione!

le illegalità e le ecomafie. Il secondo riconoscimento vuole pre-miare persone che nella loro comune attività sono impegnate nella promo-zione delle eccellenze culturali, am-bientali enogastronomiche della Re-gione Campania .

I premi “Fort Apash” e “Terra Felix”

Dicembre/Febbraio 2011 - La Vite & iL PioPPo - 15

16 - La Vite & iL PioPPo - Dicembre/Febbraio 2011

Si è tenuto nei giorni 17, 18 e 19 settembre “Festambiente” organizzata dalla rete dei cir-

coli casertani in particolare di Suc-civo, Caserta e Piedimonte Matese. Il Festival dell’ambiente, della cultu-ra e della promozione al bello della nostra terra è stato dedicato all’ami-co Angelo Vassallo, ucciso barbara-mente in un agguato il 5 settembre. Durante la tre giorni gli ospiti che hanno partecipato ai convegni e se-minari hanno rivolto il loro pensiero ad un uomo così coraggioso e impe-gnato nella difesa del suo territorio. Il giorno dei funerali di Angelo i vo-lontari di Legambiente provenienti da tutt’Italia si sono uniti al corteo per testimoniare l’orgoglio di avere condiviso una parte delle campa-gne contro le illegalità di ogni gene-re. Anche il Circolo Geofilos era lì a

Di Angelo Vassallo, Sindaco pescatore di Pollica, e della sua morte è stato detto e scritto tutto riguardo alle battaglie per portare i suoi cittadini a poter urlare fieri di vivere in un luogo sicuro, pulito e giusto.

Angelo Vassallo durante una delle tante premiazioni delle “vele blu” di Legambiente e Touring Club.

confermare la volontà di continuare la strada della legalità intrapresa da Angelo per la salvaguardia, la tutela e promozione dei servizi e l’attenzio-ne ai cittadini.

Abbiamo chiesto a Michele Buono-mo, Presidente di Legambiente Cam-pania e amico di Angelo Vassallo, quali sono i ricordi che ancora affiorano vivi nella sua mente di un uomo tanto at-tivo nella difesa dell’ambiente e della legalità.Di ricordi ne ho tanti ma ciò che mi piace ricordare è il suo modo di essere e le azioni a favore del suo territorio. Angelo aveva capito una cosa fon-damentale: che la legalità dovrebbe essere un prerequisito del fare politi-ca, ma spesso non lo è. Soprattutto, però, aveva intuito che una leva fonda-mentale per lo sviluppo del Cilento, di Pollica, era la promozione e tutela del paesaggio, delle sue risorse, spinto dal suo essere ambientalista e dall’amore per il suo paese. Angelo era un ammi-nistratore, un uomo molto attento a tutto quello che gli accadeva intorno e spesso dovevo insistere con lui perché rendesse noto agli altri quello che sta-va sperimentando sul territorio. Per Legambiente i risultati raggiunti da Vassallo erano diventati un fiore all’occhiello, dalla raccolta differenzia-ta all’attenzione per i turisti.Pollica si candidava sempre più a di-ventare volano di sviluppo ed modello per tutta la Campania, in termini di rispetto e promozione dell’ambiente. Pollica e i territori intorno, oggi han-no il dovere morale di continuare tut-te le battaglie intraprese da Angelo e diventare un motore per disinnescare

PER non dimEntiCARE

I volontari dello Sportello Ambiente e Legalità di

Geofilos ai funerali di Vassallo

di Susy Pascale

Dicembre/Febbraio 2011 - La Vite & iL PioPPo - 17

un'altra casa?

“È importante far cono-scere la bellezza alle per-sone, perché dalla bel-lezza prende il via tutto il resto”. Con le parole di Peppino Impastato si è aperto il convegno “Un’al-tra Casa?”, organizzato dal circolo Legambiente di Succivo lo scorso 30 novembre. Frutto dei re-sponsabili e dei volontari degli Sportelli Ambiente e Legalità, il convegno è nato per far comprendere alla cittadinanza le criticità del nostro territorio. Tra le tante: il consumo di suolo e il rilancio dell’economia attraverso il ciclo del cemento. Al con-vegno hanno preso parte Vezio De Lucia, urbanista e redattore del Piano Territoriale della Provincia di Caserta, Donato Ceglie, Magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Enrico Fontana, Presidente dell’Os-servatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Nazionale, il presidente del Circolo locale di Le-gambiente Antonio Pa-scale. Coordinatrice della serata Gabriella Corona, membro dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo. Al centro del dibattito, la situazio-ne urbanistica di Terra di Lavoro, che per metà del costruito è in una situazio-ne di assoluto degrado. In più, preoccupazioni sono venute da più parti in merito alla concreta pos-sibilità che la camorra si inserisca nelle varie fasi del ciclo del cemento: dalla produzione delle materie prime alle operazioni finanziarie immobiliari. Dal convegno è emerso un dato inequivocabile: non c’è la necessità reale di edificare su nuovo suolo. Lo spazio verde è poco e i comuni dell’agro atellano – aversano mostrano chiari i segni di una vivibilità perduta. La proposta degli ambientalisti è chiara. Occorre superare una visione del paesaggio ferma alla tutela di alcune aree e beni, ragionare di salvaguardia ma anche di come contaminare con la chiave della qualità gli interventi sul territorio. Invertire la rot-ta, ripianificare lo svilup-po del comprensorio non in un ottica di aumento di capacità insediativa bensì di riqualificazione e valo-rizzazione dell’esistente, rappresenta la vera sfida per le amministrazioni dei comuni a nord di Napoli. Il convegno rientra nelle attività dell’Osservatorio Provinciale Ambiente e Legalità della Provincia di Caserta costituito con il Progetto Legame, rea-lizzato in collaborazione con il CSV Assovoce, fi-nanziato con i fondi Protocollo d’intesa fondazioni bancarie e volonta-riato. Dalla giovane redazione web è stato prodotto il video di denuncia al consumo di suolo e degli effetti che questo provoca sull’anima e sulla vivibilità dei luoghi.

quell’atavica rassegnazione che porta spesso a dire non si può fare, è troppo difficile. Angelo non si è mai sottratto all’ulteriore impegno di andare in giro, raccontare la sua esperienza, come in-coraggiamento per altre simili. Quali sono stati gli ultimi atti della sua amministrazione?Aveva aderito allo stop al consumo di suolo. Aveva così fermato la cementifi-cazione selvaggia della zona, non dan-do concessioni per nuove costruzioni. Aveva messo al bando gli shopper di plastica. Aveva anche deciso la scor-sa estate di mettere i defibrillatori in spiaggia su nostro suggerimentoQuali sono le parole di Angelo che non dovremmo mai dimenticare?E’ difficile per me scegliere tra le tante cose dette quelle che sono più impor-tanti da ricordare, perché quando un amministratore della cosa pubblica, quale Angelo era, è attento al benes-sere dei cittadini sapendo che questo scaturisce dal vivere in un ambiente che si sviluppa e si modifica in ma-niera sostenibile, ogni sua parola è giusta.

Lui mi diceva spesso che bisognava puntare a far crescere il benessere dei cittadini e insegnare loro anche ad essere ospitali “Vedrai che tanto più staranno bene, tanto più con-serveranno un tratto di gentilezza e ospitalità”. Con queste parole vole-va, in un certo senso, far compren-dere che gli uomini non si rendono conto che è possibile vivere meglio se prima non si sperimentano alter-native valide, sottolineando che toc-ca a chi intraprende la lotta contro le illegalità, la difesa dell’ambiente di non stancarsi mai di convincere che si può e si deve vivere in modo migliore. Così era Angelo.

Continuano le iniziative di sensibilizzazione contro il consumo di suolo dello Sportello Ambiente e Legalità

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Legambiente è da anni impegnata nella campagna nazionale PiccolaGrandeItalia, a sostegno della conoscenza e valorizzazione dei piccoli comuni, e promuove tramite il progetto “La scuola adotta un Comune” il ruolo delle scuole che operano in queste realtà con l’attivazione di gemellaggi tra scuole di città e dei piccoli comuni.

di Ferdinando Pirro *

L’associazione ha aderito alla manifestazione pro-mossa dalle Amministra-

zioni comunali di Fontegreca, Gallo Matese, Letino, San Gre-gorio Matese, Valle Agricola, svoltasi il giorno 8 ottobre a Ca-serta, per chiedere la revoca del-le pluriclassi istituite per l’a.s. 2010/11, applicando le deroghe previste dalla legge per le scuole di montagna; il completamento degli organici docenti ed ATA; nuove norme per favorire la sta-bilità degli insegnanti nelle scuo-le di montagna; risorse adeguate

per garantire il potenziamen-to delle strutture e dell’offer-ta formativa: queste realtà territoriali, infatti, sono già penalizzate da isolamento e fenomeni di spopolamento, che rischiano di aggravarsi in seguito alla riduzione della qualità del servizio scolasti-co, dovuta ai tagli degli orga-nici e delle risorse degli Enti Locali, previsti dalle ultime manovre finanziarie.Alla manifestazione hanno partecipato centinaia di per-sone delle piccole comunità interessate, genitori, inse-gnanti, bambini, con alla testa del corteo i sindaci di numerosi centri del Matese, i presidenti della Comuni-tà Montana e del Parco Re-gionale, il vescovo emerito Nogaro, rappresentanti di sindacati e associazioni. An-che la Legambiente ha par-tecipato con una qualificata rappresentanza dei Circoli della Provincia di Caserta, di Legambiente Campania e di Legambiente Scuola e For-mazione nazionale, con lo striscione “Piccoli Comuni, Grande Scuola”.Gli Uffici Scolastici Provin-ciale e Regionale si sono im-pegnati a trovare una solu-zione ai problemi segnalati, anche se è necessario affron-tare la precarietà delle scuo-le di montagna in maniera strutturale e con un proget-to culturale e organizzativo di ampio respiro, per evitare che l’emergenza si ripropon-ga all’inizio di ogni anno sco-lastico.Per sviluppare in positivo i temi della mobilitazione, Le-gambiente ha proposto di organizzare momenti appro-fondimento sui problemi e le

doppio clickw w w . s t o p t h e f e v e r . o r g

Striscia tratta dal manifesto per l’iniziativa Stop the fever del CEA di Piedimonte Matese. Disegni di Giovanni Di Tommaso

PiCCoLi ComUnigRAndE SCUoLA

Momenti della manifestazione dello scorso ottobre a Caserta

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agirelocalmeteagire localmente

il Centro per l’Educazione Ambientale e lo Svi-luppo Sostenibile “La vite e il pioppo” di Succivo propone Percorsi Educativi con finalità che puntano alla conoscenza delle problematiche ambientali, alla consapevolezza dell’influenza delle azioni dell’uomo sull’equilibrio dell’ecosistema, alla tutela e alla promo-zione dell’ambiente e della cultura del luogo in cui si vive offrendo strumenti di lavoro per scoprire e cono-scere. Gli esperti del CEA sostengono insegnanti ed alunni in tutte le fasi di realizzazione dei percorsi: proget-tazione, formazione dei docenti, realizzando lezioni frontali, laboratori pratici di riciclaggio e recupero materiale riutilizzabile, di realizzazione manufatti, vi-site guidate in oasi protette, stabilimenti di selezione e riciclaggio dei rifiuti, laboratori di interesse storico come il ritrovamento e la catalogazione di reperti, la produzione di oggetti in ceramica ecc.Uno spazio verde di 4000 mq ospita orti sociali e spazi attrezzati per il percorso del giardino dei sensi in cui i nostri piccoli ospiti possono ascoltare, guardare, toccare, assaggiare e “annusare” la natura.

Tra i laboratori che è possibile realizzare:- il rifiuto fiorisce che consiste nel riconciliarsi con la natura ed i suoi cicli, vedere la materia organica tra-sformarsi da elemento di disturbo, rifiuto, a qualcosa di vitale. Lo scopo è quello di insegnare ai ragazzi che in natura non esistono rifiuti: tutto si trasforma e vie-ne riutilizzato. - il giardino in 8 d propone di stimolare la conoscen-za dell’ambiente in maniera diretta e immediata at-traverso un insieme di percorsi sensoriali alla scoper-ta di alberi, arbusti, foglie e fiori. OSSERVO, ASCOLTO, ASSAGGIO, ANNUSO, TOCCO: un percorso attraverso le 5 dimensioni sensoriali più le 3 spaziali.- Sulle tracce di Pulcinella, “pronipote” della masche-ra atellana Maccus, un percorso che consente alle sco-laresche un approccio alla dimensione del recupero della Storia Antica trasferita su un piano pratico. Il contatto con i reperti conduce alla loro comprensio-ne: dal momento del rinvenimento alla pulitura, dalla selezione alla catalogazione, pubblicazione ed espo-sizione museale. E inoltre, laboratori di esperimenti:- sulle energie rinnovabili;- creazione di oggetti utilizzando materiale recupera-to e da riciclare;- ricerche mirate a definire qualità dell’aria e dell’ac-qua; - l’efficienza energetica degli edifici;E tanto altro. E’ possibile personalizzare i tempi, i luoghi e i temi dei laboratori seguendo le esigenze programmate da ogni singolo istituto.info: tel 081.5011641 e-mail: [email protected]

prospettive del fare scuola nei piccoli comuni, con il coinvolgimento di tutti soggetti locali interessa-ti ed il confronto con altre esperienze regionali: è necessaria, infatti, l’elaborazione di un Patto For-mativo Territoriale pluriennale che garantisca non solo il mantenimento delle scuole di montagna, messe a rischio dai nuovi criteri di dimensiona-mento, ma anche la loro riqualificazione culturale tramite innovazioni metodologiche ed organizza-tive, per garantire ai cittadini di queste aree una scuola di qualità e, come diceva efficacemente uno striscione, “all’altezza dei nostri territori”.Per fare questo servono progetti mirati di aggior-namento dei docenti e occasioni di confronto con esperienze didattiche innovative, anche perché, entro certi limiti, le pluriclassi sono inevitabi-li (certo evitando le triclassi o le aggregazioni di classi discontinue); bisognerà, inoltre, individuare delle misure per la stabilizzazione del personale scolastico, che cambia frequentemente riducendo la qualità del servizio, e investire per l’ampliamen-to dell’offerta formativa ed il suo collegamento alle caratteristiche del territorio.Indispensabile, infine, la realizzazione di sinergie tra gli Enti Locali per la messa in rete dei servi-zi educativi (dai trasporti al servizio mensa, dalle

strutture per il tempo libero alle biblioteche), in applicazione della L.122/10 sulla riforma federa-lista dello stato, al fine di razionalizzare l’uso di risorse che saranno sempre più limitate.In questo modo si affiancherà alla legittima prote-sta delle comunità locali una proposta credibile e condivisa perché le scuole di montagna del Matese siano “capaci di futuro”.

*Segreteria Nazionale Legambiente Scuola e For-mazione

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Alla tredicesima assem-blea ha partecipato an-che una delegazione del

circolo Geofilos per socializzare le proprie esperienze e i proget-ti realizzati. Tre giorni trascor-si immersi nella natura, cir-condati da bandiere gialle, da volontari provenienti da tutta Italia impegnati a discutere di energie rinnovabili, efficienza energetica e battaglia contro il nucleare. A questi temi, infat-ti, è stato dedicato l’incontro di quest’anno, basato sulle espe-rienze dei vari circoli, che han-no permesso di fare il punto della situazione italiana. Tanti scenari vissuti attraverso i rac-conti dei volontari, dei dirigen-ti nazionali dell’associazione e dei soci interessati che si sono riuniti in gruppi di lavoro sui temi caldi che l’organizzazione si trova quotidianamente ad affrontare. Chiari ed efficaci sono stati gli incontri, tenutisi nelle va-rie sale del centro, che hanno

permesso ai partecipanti di approfondire le tema-tiche più attuali in ambi-to ambientale. Sono state messe a punto le proposte che la più grande associa-zione ambientalista d’Italia lancerà per il 2011 ai no-stri governanti, relative alle battaglie contro il nucleare, contro la privatizzazione dell’acqua, il consumo di suolo e la sensibilizzazione all’assunzione di atteggia-menti sostenibili per l’am-biente, esercitando il dirit-to di essere cittadini di un paese democratico quale è il nostro. L’Assemblea è stata anche un’occasione per il nostro circolo di presentare, a li-vello nazionale, i progetti messi in campo quest’anno e che hanno raccolto il con-senso dei partecipanti, en-tusiasti delle attività e del-lo spirito di iniziativa che contraddistingue i volontari di Geofilos. Emozionante è stata la presentazione del video montato per celebrare “Festambiente Terra Felix”, il primo festival dell’am-biente e del buon vivere del-la Regione Campania, svol-tosi il 17/18/19 settembre presso il casale di Tevero-laccio. Non meno esaltan-te è stata l’illustrazione di Legame, l’altro progetto che vede impegnati i volontari dei circoli di Succivo, Ca-serta e Piedimonte per la creazione di un Osservato-rio Provinciale Ambiente e Legalità e del Laboratorio di comunicazione di cui que-sta rivista è il risultato evi-dente. Un’esperienza, dun-que, quella di Grosseto, che sicuramente rimarrà nella mente delle persone che hanno partecipato all’in-contro convinti, adesso più di prima, che “Un Mondo Diverso è Possibile”.

di Rosaria Coppola

Si è svolta a Rispescia, in provincia di Grosseto, nei giorni 12/13/14 novembre la XIII Assemblea Nazionale dei Circoli di Legambiente, appuntamento annuale di tutti i circoli territoriali per confrontarsi, condividere iniziative ed esperienze, per decidere gli obiettivi futuri e le azioni per raggiungerli.

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inViAti SPECiALi

I responsabili di Legambiente Geofilos durante una sessione dei lavori a Rispescia

Dicembre/Febbraio 2011 - La Vite & iL PioPPo - 21

L’acqua si rinnova continuamente attraverso il suo ciclo naturale, tuttavia, l’inquinamento, l’incuria, la

superficialità e gli sprechi hanno distorto il ciclo idrico compromettendone la sostenibilità della risorsa.Disporre di acqua da bere è un diritto fon-damentale dell’uomo ma, ancora oggi qua-si 4 miliardi di persone sono a rischio per insufficienza d’acqua e ogni anno 5 milio-ni di persone muoiono per malattie legate alla sua scarsità o per mancanza di servizi igienico-sanitari di base. Tutto ciò accade mentre il 12% della popolazione mondiale da per scontato che l’acqua sia disponibile in ogni momento e per qualsiasi uso. Nel 2008 il consumo pro capite dell’ acqua per uso domestico in Italia è 68,4 m3 per abitante, in diminuzione dell’1,9% rispet-to al valore del 2007 (dati ISTAT). In tale contesto, tuttavia, la provincia di Caserta si caratterizza per un trend inverso rispetto alle altre province italiane: il consumo di acqua è aumentato del 9% rispetto all’anno precedente. A livello europeo ci distinguia-mo negativamente per quantità di acqua potabile consumata. A tutto ciò si aggiunge la scarsa fiducia nei cittadini della Provin-cia, nella qualità dell’acqua da rubinetto, che genera un altro primato del quale cer-tamente non andare fieri: siamo i maggiori consumatori di acqua in bottiglia. Con cadenza quasi quotidiana la crona-ca ci riporta casi in cui le autorità vietano l’utilizzo dell’acqua da rubinetto per usi ali-mentari: emblematico è stato il “caso” dei metalli pesanti scoperti dalle analisi della U.S.Navy presso le abitazioni del caser-tano; non ultimo il recente manifesto del Comune di S.Nicola La Strada che intima di non utilizzare le acque dai pozzi in zona Saint Gobain a Caserta in quanto inquina-te da arsenico e altri metalli pesanti. Per reagire a questa tendenza, diventa ne-cessaria una corretta informazione sulla qualità dell’acqua che scorre dai rubinetti delle nostre case. Il cittadino, infatti, ha il diritto di conoscere la composizione chimi-co fisica dell’acqua che beve ma ha il do-vere di attivare un cambiamento di rotta rispetto agli attuali livelli di consumo, deve essere consapevole della scarsità della ri-sorsa acqua e adottare un nuovo stile di consumo orientato alla responsabilità. Parte con queste premesse “T.V.B. Ti Vo-glio Bere!” la campagna di informazione ed educazione sul consumo responsabile dell’acqua del Circolo Legambiente Geofi-los, in collaborazione con i circoli di Pie-tramelara e di Sessa Aurunca, e il Centro di Servizi per il Volontariato della provin-cia di Caserta, CSV Asso.Vo.Ce. Il progetto

ti VogLio BEREAl via il progetto di Legambiente sulla qualità dell’acqua da rubinetto nel casertano

di Paola Pascale

prevede un’analisi dei com-portamenti e delle abitudini di consumo dell’acqua dei citta-dini della provincia di Caserta, oltre che una vera e propria attività di monitoraggio chimi-co – biologico delle acque della

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iL VALoRE dELLE CoSE in “ACQUA”

il punto

La quantità di acqua pro capite che beviamo (da 2 a 5 litri) e usiamo per altre necessità quotidiane (da 50 a 200 litri) è nulla se paragonata all’acqua che “mangiamo”: circa 3000 litri al giorno. Altri esempi di quanta acqua serve per “fare” le cose che ci circondano:

cosa quanta acqua per farla (litri)1 bicchiere di birra (250 ml) 751 bicchiere di latte (200 ml) ................................... 200 1 tazza di caffè (125 ml) 1401 fetta di pane (30 gr) 401 patata (gr 100) 251T-shirt di cotone ( gr250) .................................... 2000 1 foglio di carta A4 101 bicchiere di vino (ml 125) 1201 bicchiere di succo di mela (ml200) 1901 bicchiere di succo d’arancia (ml 200) 1701 busta di patatine (gr200) 1851 uovo (gr 40) 1351 hamburger (gr150) .................................................. 24001 pomodoro ( gr70) 131 arancia (gr100) 501 kg di carne bovina 15.000

provincia, attraverso il prelievo di ben 20 campioni di acqua e la successiva analisi chimico-biologica, che sarà realizza-ta dalla società specializzata SEPA sud, partner del proget-to.

Un ViLL Aggio ECoSoStEniBiLE in tAnz AniA

di Gennaro Conte

Sabbia e argilla per i mattoni, siepi per tenere lontani animali e insetti, pannelli solari per quel pò di energia che serve. Un’esperienza unica di volontariato in terra d’Africa

Rientrato da appena pochi giorni da un campo di volonta-

riato in Africa, ma piuttosto che avvertire la “solita” stan-chezza post viaggio avverto un desiderio irrefrenabile di rac-contare la meravigliosa espe-rienza di terra e di amore che ho vissuto in Tanzania, uno spicchio di mondo che mi ha offerto uno speciale ritorno alle origini della vita: alla ter-ra, al sole, all’acqua, agli ani-mali, alla natura tutta e agli uomini.Mi sono evidenti da subi-to due grandi paradossi. Per prima cosa, anche chi non ha mai messo piede in terra d’Africa immagina quei luoghi come il trionfo della natura e allora si domanderà come mai proprio lì è nato un progetto di realizzazione di un villaggio ecosostenibile. Rispondo che è straordinariamente sempli-ce, per uomini che vivono in un mondo “semplice”, sentire un rispetto incondizionato per quella natura che li sostiene e gli dà la vita, ed è quindi ovvio per quelle comunità aiutare il loro ambiente a vivere e a conservarsi. Il nostro compi-to era quello di costruire un villaggio ecosostenibile, un

villaggio dotato di edifici con case indipendenti, tutti comunque costruiti con me-todi e materiali biocompati-bili ed alimentati da energie rinnovabili, con lo scopo di raggiungere una quasi com-pleta autonomia futura nel limite del possibile. Il progetto procede ormai da anni e continuerà ad anda-re avanti, con i suoi buoni propositi, la mia come quel-la degli altri volontari pro-venienti da tutto il mondo è stata una semplice com-parsa per una giusta causa, che vuole essere da stimolo e insegnamento alla nostra società. Proprio in questi giorni ritorno in Italia, du-rante il Natale, ci accingia-mo a festeggiare con monta-gne di regali, pranzi e cene luculliani aspettando un nuovo anno ancora più ricco di spese smodate, dimenti-cando di riflettere sulla ve-rità di valori come l’amore e il rispetto per l’ambiente che oggi, non sono altro che gusci vuoti. Nella mia mente riaffiorano le file per un pez-zo di pane e un bicchiere di latte, la gioia di divertirsi co-struendo insieme con sab-bia e argilla il muro di una

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di Gennaro Conte

EURoPEi Si diVEntAIl Servizio Volontario Europeo SVE è un programma rivolto ai giovani, di età compresa tra i 15 e i 28 anni

Quando, ad una riunione presso il Circolo Legam-biente Geofilos di Suc-

civo, ho sentito parlare per la prima volta dello SVE (Servizio Volontario Europeo) una delle azioni del programma “Gioven-tù in azione” ho manifestato subito la mia volontà di far par-te come associazione a questo progetto. Come volontario del circolo ho avuto la possibilità di frequentare un corso di forma-zione svolto in settembre a San-tander –Spagna, per la forma-zione di coordinatori di servizio volontario europeo. Il Servizio Volontario Europeo (SVE) è una delle azioni previste da Gioven-tù in azione, il programma ri-volto esclusivamente ai giovani, di età compresa tra i 15 e i 28 anni, con particolare attenzio-ne per coloro che hanno minori opportunità. I ragazzi hanno la possibilità di partecipare attiva-mente alla costruzione dell’Eu-ropa, con attività educative non formali attuate con progetti eu-ropei individuali o di gruppo.

Il programma si articola in 5 Azioni; di cui l’Azione 2 si riferisce appunto al Servizio Volontario Europeo. Lo SVE permette ai giovani di realizza-re un’esperienza di volontariato in un Paese straniero, da 6 a 12 mesi. I volontari non percepiranno alcun compenso ma avranno vitto, allog-gio e una piccola indennità, saranno accolti da un’organizzazione accre-ditata che si è resa disponibile (Ho-sting) e che è stata giudicata idonea dall’Agenzia Nazionale del Paese. Ec-coci siamo su questa scia, Geofilos è pronta per l’accreditamento, pronta per ospitare e inviare volontari in e da tutta Europa: e tu sei pronto a partire?

SVELiAmo ComE

Gennaro Conte (in foto in una missione di volontariato nei paesi sconvolti dallo tsunami). Laureato in Geologia ha svol-to il servizio civile in Geofilos. è in as-sociazione come responsabile del settore volontariato internazionale

doppio clickhttp://ec.europa.eu/youth/index_en.htm

casa o di una scuola, organiz-zare le giornate nei campi per ottenere dall’agricoltura il cibo per tutti, non in abbondan-za, ma a sufficienza per tutti, nulla da buttare via, tutto ne-cessario. La riflessione è che l’aumento del benessere, mi-surato in denaro, sta portando ad una crescita della povertà sul piano culturale, ecologico e spirituale. Resta quindi den-tro di me il desiderio che mi ha guidato fin dal mio primo viaggio: ero spinto dalla vo-lontà di conoscere e compren-dere la realtà dei paesi in via di sviluppo per contribuire in qualche modo alla loro cresci-ta, prendendo parte a qual-cosa che durasse “oltre noi”, un progetto continuativo nel tempo che riporti l’uomo verso l’amore per il proprio ambien-te naturale. In questa scelta so oggi di non avere sbagliato, e spero di poter contribuire nel prossimo futuro a nuovi pro-getti che stimolino anche in Europa una simile sensibilità verso l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

pensareglobalmentepensare globalmente

“Un’altro mondo e’ possibile”: e’ questo lo striscione con cui Legambiente ha sfilato stamattina nel corso della manifestazione di Can-cun, organizzata dal Dialogo Climatico in occasione del COP16. I volontari di Legambiente hanno proseguito, poi, con l’altro gruppo di manifestanti, l’accampamento di via Campesina per avvicinarsi al vertice istitituzionale.Manifestiamo con questo striscione dal WTO di Seattle del 1999 per chiedere che vengano finalmente poste le basi reali per un cam-biamento di rotta e una vera lotta alle emissioni climalteranti – ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore nazionale di Legam-biente -. Impegni vincolanti e chiari obiettivi di riduzione per i paesi industrializzati, ma anche un nuovo protocollo che ridefinisca la posizione di Cina, India e Brasile: sono queste le richieste che portiamo oggi qui per spingere le economie emergenti ad indicare quali azioni metteranno in pratica per limitare la crescita delle emissioni prevista nei prossimi dieci anni. Su questo fronte, l’Europa non puo’ e non deve abbandonare la sua leadership, ma continuare a puntare con forza, nonostante le difficoltà, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e il potenziamento dell’efficienza energetica.“ Mentre si continua a discutere per trovare un accordo – ha concluso Gubbiotti –gia’ cinquanta milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie terre per cause ambientali. Sono proprio le comunità più povere e i territori più fragili, infatti, a pagare fin da ora i prezzi più alti delle conseguenze dei mutamenti. E’ per questo che dopo il fallimento del vertice di Copenaghen, chiediamo risposte concrete ai governi, il rispetto degli impegni presi e soluzioni adeguate, a cominciare dai paesi industrializzati.”

Cancun Cop 16 - Legambiente alla manifestazione del dialogo climatico

Ufficio stampa Legambiente a Cancun - Sabina galandrini

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Ogni territorio ha le sue criticità e le sue eccellenze, bisogni diversi, differenze culturali e sociali. Ogni intervento per migliorare la qualità della vita dei luoghi che viviamo, per avere concretezza e successo, deve tenere conto di tutto questo. É quello che fanno con passione, giorno per giorno, i volontari dei circoli di Legambiente, 1000 lungo la penisola, 11 in Provincia di Caserta.Contatta il circolo Legambiente più vicino o scrivi a [email protected]

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