La vita segreta piante delle · 2020. 10. 8. · Per riconoscere piante e iori non c’è bisogno...

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S empre ferme nello stesso posto, capaci solo di crescere, al massi- mo di fare fiori e frutti: se pensa- te che la vita delle piante sia tutta qui sap- piate che vi sbagliate di grosso. I vegetali fanno ben altro: sentono, scambiano infor- mazioni, ascoltano, reagiscono. Gli scienzia- ti scoprono continuamente qualcosa di nuo- vo su di loro. In Italia, a Firenze, c’è il bellis- simo laboratorio del neurobiologo Stefano Mancuso, a Bonn lavora un biologo slovacco che si chiama František Baluška, all’Univer- sità della Western Australia c’è una scien- ziata che si chiama Monica Gagliano. In Ger- La vita segreta delle piante Gli alberi sono intelligenti, hanno dei sensi e perfino la loro Internet! Parola del neurobiologo Stefano Mancuso Testi di Paolo Magliocco. Ha collaborato Guido da Rozze mania il guardaboschi Peter Wohlleben ha passato vent’anni a curare e studiare gli alberi nel loro ambiente anziché in labora- torio. Tutti insieme stanno cambiando il mo- do in cui dovremmo guardare al mondo ve- getale e sono sempre più convinti che, come pensava lo stesso Charles Darwin, le piante siano esseri con una certa intelligenza. Dun- que, se potessero parlare, avrebbero molte cose da raccontarvi. Ok, non sanno parlare, ma fate finta per un attimo che ne siano ca- paci: ecco alcuni racconti che le piante po- trebbero farvi, basati proprio sui risultati degli esperimenti di questi scienziati. 24 #alberi, #bosco, #sequoie

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Sempre ferme nello stesso posto,

capaci solo di crescere, al massi-

mo di fare fiori e frutti: se pensa-

te che la vita delle piante sia tutta qui sap-

piate che vi sbagliate di grosso. I vegetali

fanno ben altro: sentono, scambiano infor-

mazioni, ascoltano, reagiscono. Gli scienzia-

ti scoprono continuamente qualcosa di nuo-

vo su di loro. In Italia, a Firenze, c’è il bellis-

simo laboratorio del neurobiologo Stefano

Mancuso, a Bonn lavora un biologo slovacco

che si chiama František Baluška, all’Univer-

sità della Western Australia c’è una scien-

ziata che si chiama Monica Gagliano. In Ger-

La vitasegretadelle piante

Gli alberi sono intelligenti,

hanno dei sensi e perfino

la loro Internet! Parola del

neurobiologo Stefano Mancuso

Testi di Paolo Magliocco. Ha collaborato Guido da Rozze

mania il guardaboschi Peter Wohlleben ha

passato vent’anni a curare e studiare gli

alberi nel loro ambiente anziché in labora-

torio. Tutti insieme stanno cambiando il mo-

do in cui dovremmo guardare al mondo ve-

getale e sono sempre più convinti che, come

pensava lo stesso Charles Darwin, le piante

siano esseri con una certa intelligenza. Dun-

que, se potessero parlare, avrebbero molte

cose da raccontarvi. Ok, non sanno parlare,

ma fate finta per un attimo che ne siano ca-

paci: ecco alcuni racconti che le piante po-

trebbero farvi, basati proprio sui risultati

degli esperimenti di questi scienziati.

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#alberi, #bosco, #sequoie

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SOPRA E SOTTO.

Per scoprire i segreti

delle piante non

basta salire fino in

cima. Molti fatti del

mondo vegetale,

infatti, avvengono

sottoterra. piante

NON SOLO VERDE. Il colore delle foglie in autunno è un tale spettacolo che, negli Usa, appositi bollettini radio quotidiani segnalano i luoghi dove ammirare le sfumature migliori. Gli americani chiamano questo

fenomeno “Indian summer”, cioè estate indiana. Le foglie perdono la verde clorofilla ed emergono i colori di altre sostanze come il carotene (giallo) o gli antociani (rosso e blu). Secondo alcuni scienziati potrebbe essere un modo per manifestare di essere in salute.

SPETTACOLO D’AUTUNNO

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MITI NORDICI E LEGGENDE AFRICANE. Da sempre fiori e piante sono protagonisti di miti e leggende. L’immagine a destra, per esempio, rappresenta Yggdrasill, l’albero cosmico che

sostiene il mondo nella mitologia nordica. Nell’antica Grecia, invece, fiori e piante erano legati agli dèi dell’Olimpo: Anemone era la moglie del vento Zefiro, Narciso era un giovane innamorato della propria immagine. Una leggenda africana, infine, racconta che il baobab fu piantato da dio a testa in giù, perché lo aveva esasperato con le sue richieste: è per questo che i suoi rami sembrano radici.

QUANTE STORIE!

«Buongiorno miei cari ragazzi! Io sono

un faggio molto vecchio, sapete, sono stato

abbattuto più di cento anni fa. Sembro un

albero morto ma non è vero: anche senza

rami e senza foglie sono riuscito a sopravvi-

vere e arrivare fino a oggi. Mi hanno tenuto

in vita i miei figli e i miei nipoti, i miei paren-

ti che vivono qui intorno. Voi non potete ve-

derlo ma sotto il terreno le nostre radici si

intrecciano e si toccano. Ecco, attraverso le

radici gli altri faggi di questo bosco mi hanno

trasmesso le sostanze nutritive che mi han-

no fatto vivere. Proprio come si fa nelle vo-

stre case quando c’è una persona anziana o

malata e le si prepara da mangiare e le si

porta il vassoio a letto: anche noi piante

ci aiutiamo. Di più tra piante della

SECONDA VITA. Anche un

tronco reciso può germogliare:

le radici delle piante vicine gli

portano le sostanze nutritive.

stessa specie, ma non

solo. E, a proposito di

aiuto, se volete una sto-

ria strana, sentite quel-

la che vi può raccontare

l’acacia».

«Salve! L’acacia so-

no io. Vivo in Africa e di

sicuro mi avete vista in tanti documentari,

perché vengo molto bene sia nelle foto sia

nei film. Spesso si vede anche una giraffa che

bruca le mie foglie. E proprio di questo vole-

vo parlarvi. Perché io ho un sistema molto

efficiente per difendermi ed evitare che gli

animali mi spoglino comple-

tamente e mi facciano del

male: produco una so-

stanza che rende le Le piante si difendono

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OCCHIO ALLE

GIRAFFE. Quando

una giraffa esagera

con il suo banchetto

a base di foglie di

acacia, quest’ultima

si difende e diventa

disgustosa per

l’animale. In più,

l’acacia emette una

sostanza gassosa

che fa capire alle

piante vicine di non

perdere tempo e

diventare subito

immangiabili.

CATTIVA REPUTAZIONE. Si dice “piantala!” per dire a qualcuno di smetterla. Ma non si dovrebbe: le piante (ora lo sapete) fanno molte altre cose oltre a stare lì interrate. E non è l’unico esempio di cattiva reputazione delle piante nei modi di dire. “Non vali un

fico!”, “testa di rapa” sono

frasi che mostrano scarsa

considerazione del fico (buonissimo e oggi costoso, mentre un tempo si raccoglieva gratis lungo le strade) e della rapa (che era il cibo dei poveri). Certo ci sono anche espressioni positive, come per esempio “capitare a fagiolo”, ma non si sa perché si dica così!

FICO, RAPA & CO.mie foglie amare e indigeste per gli animali,

così non esagerano. Devo pur difendermi e

non sono l’unica: anche le querce, per tene-

re a bada gli insetti usano il mio stesso siste-

ma. Un fagiolo del Perù fa di peggio: quando

un acaro lo attacca, lui emette una sostanza

che attira un’altra specie di acaro, una spe-

cie carnivora! Così il secondo acaro mangia

il primo e il fagiolo se ne libera. Ammettere-

te che sono più gentile io. Ah, ma il faggio

voleva che vi parlassi di come ci aiutiamo tra

acacie. Ecco, il sistema è questo: quando gli

animali brucano troppo non solo divento

amara ma, in più, spruzzo un gas nell’aria.

Le altre acacie lo sentono e sanno che vuol

dire “pericolo!” così cominciano a rendere

disgustose le loro foglie senza aspettare che

arrivino le gazzelle o le giraffe. Ingegnoso,

no? Se però vi interessa saperne di più su

come comunichiamo noi piante dovete par-

lare con un fungo».

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«Il fungo sono io e mettiamo subito in

chiaro una cosa: io non sono un vegetale. Noi

funghi siamo tutt’altra cosa, proprio un altro

regno, il regno dei funghi e basta. Bene, se

promettete di non dimenticarvelo vi racconto

il resto della storia. Sottoterra noi funghi ab-

biamo una rete di filamenti enorme. Molto più

estesa delle radici delle piante! I nostri fila-

menti si chiamano ife, non radici, e possono

essere lunghi parecchi chilometri attra-

verso il bosco. Noi funghi del bo-

sco viviamo insieme alle pian-

te, ci prendiamo delle sostanze da loro e ne

diamo delle altre. Insomma facciamo scambi.

Con le ife entriamo nelle radici, anche in quel-

le di piante di specie diverse, così le mettiamo

in comunicazione tra loro. Proprio come fa

Internet per voi esseri umani. Noi siamo una

rete e gli scienziati, da anni, studiano quello

che chiamano “wood-wide-web”, cioè il gran-

de Web del bosco. Grazie a noi le notizie della

foresta viaggiano veloci e arrivano anche a

piante che, tra loro, non saprebbero

comunicare».

IL ROBOT CHE SI CREDE UNA PIANTA. Un’italiana ha messo a punto il progetto del primo robot ispirato alle piante, il plantoide (nella foto). Si chiama Barbara Mazzolai, lavora a Pontedera (vicino a Pisa) per l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e sta realizzando un robot che imita le radici delle piante

e il loro modo di esplorare il terreno alla ricerca del posto

migliore per crescere. Grazie al plantoide, sostiene Barbara, si potranno cercare le sostanze inquinanti ed esplorare in modo nuovo il sottosuolo. Ed è solo l’inizio: imitando le piante si potranno fare molte altre cose utili all’uomo.

BASTA UNA FOTO. Per riconoscere piante e fiori non c’è bisogno di una laurea in biologia: oggi basta installare

un’app nel proprio smartphone, scattare una foto alla pianta e il telefonino vi dice di quale si tratta. La più famosa è PlantNet (per Android e iOs), che individua la specie partendo dall’immagine di fiori, foglie, frutti e dalla corteccia.

LO “SHAZAM” VEGETALE

Le piante comunicano SCAMBIO ALLA PARI. I funghi

(che non sono piante!), spesso, vivono

in simbiosi con le piante e usano le ife

per mandare messaggi nel bosco.

INNOVAZIONE VERDE

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L’INCREDIBILE VARIETÀ DELLE FOGLIELa forma delle foglie serve a ottimizzare la fotosintesi clorofilliana: ecco perché varia secondo il tipo di pianta e l’habitat in cui vive. Nei climi aridi, per esempio, la forma

permette alla foglia il maggior assorbimento possibile di

anidride carbonica con la minore evaporazione d’acqua.

Oltre che secondo la forma, la classificazione scientifica delle foglie avviene in base ad altri elementi quali il margine, il tipo di superficie, il colore e la nervatura. Quest’ultima, in particolare, può richiamare la forma della mano (foglia palminervia) e avere 3, 5, 7 oppure 9 punte.

IMPARIPENNATA

ARISTATA

OBOVATA

FLABELLATA

PALMATA ASTATA

PARIPENNATA

RENIFORME DIGITATA LANCEOLATA LIRATA OBLUNGA

LINEARE

SUBULATA

LOBATA CORDATA

ORBICOLARE OBCORDATA SPATOLATA DELTOIDE

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«Noi piante abbiamo anche l’udito: non

abbiamo le orecchie è vero, ma è sicuro che

in qualche modo percepiamo i suoni. Io sono

una vite, faccio uva da vino e con me gli

scienziati hanno fatto un esperimento: farmi

crescere ascoltando musica. Proprio come

si dovrebbe fare con i bambini. Ebbene, il

risultato, controllato e verificato, è che sono

cresciuta meglio e ho persino prodotto un’u-

va migliore. In più, la musica ha pure tenuto

lontani da me gli insetti parassiti».

VIETATO TOCCARE. La mimosa pudica

è una pianta molto... sensibile: quando viene

toccata, infatti, le sue foglie normalmente

“aperte” (foto in alto) si chiudono all’istante

(sopra) per contrastare il pericolo.

ADDIO PINZETTE, ORA C’È IL LASER. Per studiare le piante, ai tempi di Darwin si usavano bisturi, pinzette, microscopio e... tanta pazienza. Oggi esistono ben altre attrezzature. Stefano Mancuso (nella foto sotto) ha creato a Firenze il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia delle Piante dove, con il suo team di scienziati, studia i segreti del mondo vegetale. All’interno del laboratorio c’è una grande serra super controllata e tecnologica dove, per esempio, si può decidere quanta luce e acqua dare a un germoglio o a che temperatura farlo crescere. Per vedere i movimenti

delle piante i ricercatori usano videocamere e macchine fotografiche provviste della funzione timelapse, la tecnica che consente di scattare un singolo fotogramma a intervalli di tempo, in modo da vedere tutto accelerato. Hanno anche uno scanner

3D, per capire forme e

sviluppo di foglie e frutti, e

una stampante 3D per

costruire modellini. Ci sono poi microscopi per vedere i colori invisibili all’occhio umano (come gli ultravioletti) e potentissimi microscopi al laser. Oltre a uno speciale strumento per compiere esperimenti con una forza di gravità cinque volte superiore a quella che c’è sulla Terra.

LA SERRA? È UNA “CULLA”SUPERTECNOLOGICA

Le piantehanno i sensi

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1. IL GENERALE

SHERMAN.

Con 1.487 metri cubi

di volume questa

sequoia gigante del

Parco nazionale di

Sequoia (Usa) è il più

grande essere vivente.

L’animale più grande

(la balena azzurra) si

ferma a 200 m cubi!

2. LA RAFFLESIA.

Scoperta in Indonesia

nel 1818 la rafflesia è una pianta che vive sottoterra, come parassita delle vicine. L’unica parte visibile è il gigantesco fiore che supera il metro di diametro e puzza in un modo incredibile!

3. LA VICTORIA.

Chiamata così in onore della regina britannica Vittoria (1819-1901), è una ninfea originaria del Brasile. Ha foglie che possono avere un diametro di tre metri e gambi lunghi anche otto metri.

4. IL CAROLINA

REAPER.

Questa varietà di peperoncino creata dall’uomo, nel 2011 è entrata nel Guinness dei Primati come il peperoncino più piccante del mondo. Così piccante che se toccate la polpa con le dita ve le bruciate!

UNA FORESTA MUSICALE. Le piante apprezzerebbero molto un pezzo di pianoforte suonato solo per loro. Come quello eseguito da Kay nel film Il piano nella foresta.

QUATTRO SUPER PIANTE DA RECORD

«Abbiamo anche il tatto! Io mi chiamo mi-

mosa, precisamente mimosa pudica: dicono

che sono pudica perché se qualcuno o qual-

cosa mi tocca ripiego le foglie. Forse lo fac-

cio per difendermi ma non è ancora sicuro.

Comunque sono pudica ma non stupida: se

non succede niente di brutto la seconda vol-

ta non mi nascondo più. Gli scienziati dicono

che è perché ho una certa memoria. Mi ri-

cordo le cose insomma. Come succede a chi

ha un vero cervello».

1.910 TONNELLATE

IL PESO DEL GENERALE SHERMAN

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PER ALTRE CURIOSITÀ ESEGRETI: focusjunior.it

1 - BRISTLECONE (Pinus

longaeva)

White Mountains,

California (Usa)

5.066 anni

2 - GRAN ABUELO (Fitzroya

cupressoides)

Cordillera Pelada,

Los Ríos (Cile)

3.645 anni

3 - CASTAGNO DEI CENTO CAVALLI (Castanea sativa)

Sant’Alfio, prov.

di Catania (Italia)

2.000 anni

4 - SAGOLE BAOBAB (Adansonia digitata)

Provincia di Limpopo

(Sudafrica)

2.000 anni

Le piante sono

intelligenti

5 - SARV-E ABARQU (Cupressus

sempervirens)

Regione

di Yazd (Iran)

4.000 anni

GLI ALBERI PIÙ ANTICHI

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GIRO DEL MONDO SUI RAMI. Da ovest a est ecco 5 campioni di longevità. Gli alberi sono infatti gli esseri viventi più antichi: arrivano anche a 5mila anni. È un’età stimata perché il metodo classico, quello di contare

gli anelli del tronco (con una sonda), non si

può usare: in alberi così antichi, infatti, spesso l’interno dell’albero è cavo.

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«Le piante non hanno un cervello, però

molti studiosi ritengono che abbiano un’in-

telligenza... nelle radici! Soprattutto nella

punta di noi radici: aggiriamo gli ostacoli, ci

muoviamo in modo coordinato (e siamo mi-

gliaia!) e decidiamo in ogni momento che

cosa fare. Senza le nostre decisioni la vita,

per la pianta, sarebbe davvero dura.

VITA SOTTERRANEA. Nella pianta di cipolla le radici sono la parte più importante, anche se invisibile. Formano un’intricata e complessa rete sotterranea.

SUL GIGANTE. Lo scalatore Chris Sharma alle prese con una sequoia nel bosco di Eureka (California, Usa).

“CASCATA” VEGETALE. Le radici possono crescere fuori dal terreno: nei Paesi dal clima umido la pianta assorbe acqua e ossigeno anche dall’ambiente.

NON SOLO PER SPORT. Se soffrite di vertigini (o siete semplicemente un po’ fifoni), il treeclimbing non fa per voi. Ed è un peccato perché chi pratica questo modo di arrampicarsi sugli alberi dice che è un’emozione bellissima! In pratica si sale come se si stesse facendo una arrampicata in

montagna, stando però attenti a non far male all’albero: non si piantano chiodi. Per sport o per lavoro i treeclimber sono sempre di più perché, in questo modo, possono studiare, curare e

potare le piante nel modo

più naturale ed ecologico. Abbracciandole e facendosi abbracciare dai rami.

PROFESSIONE TREECLIMBER

Come avete letto, la vita segreta dei vege-

tali è ricchissima e talmente stupefacente

che già 150 anni fa Charles Darwin, autore

della teoria dell’Evoluzione, capì l’importan-

za di noi radici. Lui ha aperto la strada ma

oggi, riguardo all’intelligenza delle piante, i

botanici hanno scoperto molte più cose di

quelle che aveva immaginato».

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