La vita consacrata è un dono per la chiesa e per il mondo ... · io, vorrei riflettere con voi,...

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1 IlCammino 67, Anno VIII Febbraio 2018 Mensile di informazione della Provincia Italiana della Società Divine Vocazioni (Vocazionisti) Curia Provinciale via Manzoni 225, Napoli. E-mail [email protected] tel. 3383630024 / 081 7690623 ………………………………………………………………………………… …La vita consacrata è un dono per la chiesa e per il mondo ….” (Papa Francesco) Durante il viaggio apostolico in Repubblica di Corea Papa Francesco ha incontrato i rappresentanti e componenti delle Comunità Religiose di quella piccola, giovane e promettente Chiesa: in tale occasione il Pontefice ha focalizzato la sua ri- flessione sull’importan- za della vita consacrata, sulle gioie di questa e anche sulle difficoltà, giungendo a spiegare il significato dei tre voti di castità, povertà e obbedienza in ottica cristiana. In occasione della giornata della vita consacrata che si cele- bra proprio all’inizio di questo mese di febbra- io, vorrei riflettere con voi, carissimi confratel- li della Provincia Itali- ana, sui punti trattati dal Papa, esperto di vita religiosa, in quanto egli stesso religioso e già superiore provinciale dei Gesuiti argentin , i in quel viaggi apostolico. Papa Francesco, dun- que, parla di ciò che conosce e vive. La ferma certezza di essere amati da Dio è al centro” della vocazione di chi sceglie di entrare in una comunità di vita religiosa: questa certezza permette di “essere per gli altri un segno tangibile della presenza del Regno di Dio, un anticipo delle gioie eterne del cielo“. Leggendo queste parole forti e chiare, non posso non notare la discrepanza tra la profondità spirituale della dichiarazione papale... e la piatta ferialità in cui per lo più si svolge l’ordinario della nostra vita. La tentazione di scivolare sul mora- lismo è forte. Grazie a Dio la consapevolezza di me e dei miei limiti personali me lo impedisce: non mi soffermo perciò a parlare di scelta di vita comunitaria religiosa, talvolta, come un mez- zo per vedere realizzato un proprio progetto di vita altrimenti irrag- giungibile; e nemmeno di scelta alla luce di comunità come como- dità; e nemmeno, per restare nello specifico, di scelta di consacra- zione nella nostra Fa- miglia, come “ultima spiaggia”. Anzi, mi sforzo di vedere la ma- no di Dio proprio nella contraddizione di una vita vissuta tra la “fer- ma certezza di essere amati da Dio” e la quotidiana contraddizi- one di vivere come se l’amore di Dio non fos- se il fondamento di ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della vita consacrata. Quanto poi all’ essere per gli altri un segno tangibile della presenza del Regno di Dio, un anticipo delle gioie eterne del cielo“, sarebbe facile e scontato dire che il più delle volte i nostri volti, le nostre parole, le nostre azioni, più che un segno tangibile della presenza del Regno e anticipo della Gioia celeste, appaiono come una forte anti testimonianza, dentro e fuori della comunità. Eppure, ne sono certo, anche l’ultimo dei consacrati, quello dal volto più buio e triste, dalle parole più dure e scostanti, dall’ Gioia della consacrazione il sorriso di giovani religiosi

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IlCammino 67, Anno VIII – Febbraio 2018

Mensile di informazione della Provincia Italiana della Società Divine Vocazioni (Vocazionisti)

Curia Provinciale – via Manzoni 225, Napoli. E-mail [email protected] tel. 3383630024 / 081 7690623

…………………………………………………………………………………

“…La vita consacrata è un dono per la chiesa e per il mondo ….” (Papa Francesco)

Durante il viaggio apostolico in Repubblica di

Corea Papa Francesco ha incontrato i

rappresentanti e componenti delle Comunità

Religiose di quella piccola, giovane e promettente

Chiesa: in tale occasione il Pontefice ha

focalizzato la sua ri-

flessione sull’importan-

za della vita consacrata,

sulle gioie di questa e

anche sulle difficoltà,

giungendo a spiegare il

significato dei tre voti

di castità, povertà e

obbedienza in ottica

cristiana. In occasione

della giornata della vita

consacrata che si cele-

bra proprio all’inizio di

questo mese di febbra-

io, vorrei riflettere con

voi, carissimi confratel-

li della Provincia Itali-

ana, sui punti trattati

dal Papa, esperto di vita

religiosa, in quanto egli

stesso religioso e già

superiore provinciale

dei Gesuiti argentin ,i in

quel viaggi apostolico. Papa Francesco, dun-

que, parla di ciò che

conosce e vive.

“La ferma certezza di essere amati da Dio è al

centro” della vocazione di chi sceglie di entrare

in una comunità di vita religiosa: questa certezza

permette di “essere per gli altri un segno

tangibile della presenza del Regno di Dio, un

anticipo delle gioie eterne del cielo“.

Leggendo queste parole forti e chiare, non

posso non notare la discrepanza tra la profondità

spirituale della dichiarazione papale... e la piatta

ferialità in cui per lo più si svolge l’ordinario della

nostra vita. La tentazione di scivolare sul mora-

lismo è forte. Grazie a Dio la consapevolezza di

me e dei miei limiti personali me lo impedisce:

non mi soffermo perciò a parlare di scelta di vita

comunitaria religiosa,

talvolta, come un mez-

zo per vedere realizzato

un proprio progetto di

vita altrimenti irrag-

giungibile; e nemmeno

di scelta alla luce di

“comunità come como-

dità”; e nemmeno, per

restare nello specifico,

di scelta di consacra-

zione nella nostra Fa-

miglia, come “ultima

spiaggia”. Anzi, mi

sforzo di vedere la ma-

no di Dio proprio nella

contraddizione di una

vita vissuta tra la “fer-

ma certezza di essere

amati da Dio” e la

quotidiana contraddizi-

one di vivere come se

l’amore di Dio non fos-

se il fondamento di ogni giorno, ogni ora,

ogni minuto della vita

consacrata. Quanto poi

all’ “essere per gli altri

un segno tangibile della presenza del Regno di

Dio, un anticipo delle gioie eterne del cielo“,

sarebbe facile e scontato dire che il più delle volte

i nostri volti, le nostre parole, le nostre azioni, più

che un segno tangibile della presenza del Regno e

anticipo della Gioia celeste, appaiono come una

forte anti testimonianza, dentro e fuori della

comunità. Eppure, ne sono certo, anche l’ultimo

dei consacrati, quello dal volto più buio e triste,

dalle parole più dure e scostanti, dall’

Gioia della consacrazione il sorriso di giovani religiosi

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atteggiamento più solipsistico, e forse persino

egoistico, se solo per un istante fa memoria del

senso della sua vita, della parola forte di Dio che

lo ha chiamato, rompe la scorza che lo tiene

prigioniero e fa trasparire l’amore di Dio, per sé,

per la Chiesa, per il Mondo. E’ infatti la gioia di

cui parla il Signore, e di cui fa memoria il Papa,

non è la gioia di cui parla il mondo, e che talvolta

nemmeno noi consacrati sappiamo pienamente

individuare. Quella Gioia di cui il Signore dice

“avrete la mia gioia, che nessuno vi toglierà”, né

la persecuzione del mondo, né i limiti comunitari,

le difficoltà della convivenza, ed anche del cibo,

del lecito conforto, e persino della incapacità di

accettare i propri limiti…, giusto per restare nel

piccolo del vissuto quotidiano. Così prosegue il

Papa:

“La gioia, del resto, è un elemento che

caratterizza in ogni momento la vita di ogni

persona anche se “tutti sappiamo che, …la gioia

non si esprime allo stesso modo in tutti i momenti

della vita“: così nei momenti “di grande

difficoltà“, quando tutto sembra perduto, ci

accorgiamo che la gioia «sempre rimane almeno

come uno spiraglio di luce che nasce dalla

certezza personale di essere infinitamente

amato».

La gioia, inoltre, ha chiarito il Papa, è anche

l’elemento che permette alla testimonianza di

“attrarre uomini e donne a Cristo“.

Mi sembra di potere dire della vocazione alla vita

consacrata quello che Papa Benedetto XVI disse

della vocazione alla fede in Cristo: non cresce per

proselitismo, ma per attrazione. E d’altra parte è

sotto gli occhi di tutti che, salvo interventi diretti

del Signore, che ci precede e sorprende sempre, le

vocazioni sono attratte più dalla testimonianza

gioiosa di una comunità, di un consacrato, di un

parroco, che da simposi, convegni, tavole rotonde,

conferenze, ecc. Tempo fa, facendo come di prassi un primo colloquio con un giovane in

discernimento nella nostra comunità di prima

accoglienza di Posillipo, proveniente da un mese

di discernimento in una altra fraternità religiosa,

ilg chiesi perché non avesse proseguito il

discernimento in quell’Istituto. Il giovane mi

rispose “Padre, ero sempre solo, mi trovavo in

una comunità di fratelli che vedevo solo a tavola e

in cappella, ed alcuni erano scontenti di tutto… La

gioia della consacrazione, oserei dire, è la

testimonianza e attrazione vocazionale più forte

che un religioso e una comunità possono offrire ad

un giovane. Ma la gioia della consacrazione è

dono di Dio, che però deve essere custodito,

nutrito, manifestato. Come si ”nutre” la gioia?

Così ci indica il Papa:

La “gioia è un dono che si nutre di una vita di

preghiera, di meditazione della Parola di Dio,

della celebrazione dei Sacramenti e della vita

comunitaria. Quando queste mancano,

emergeranno le debolezze e le difficoltà che

oscureranno la gioia conosciuta così intimamente

all’inizio del nostro cammino“.

Questo perché la gioia “è radicata nel mistero

della misericordia del Padre rivelata nel

sacrificio di Cristo sulla croce“: “castità, povertà

e obbedienza“, che sono i tre voti che compiono i

membri delle comunità religiose, “diventeranno

una testimonianza gioiosa dell’amore di Dio“.

La gioia della consacrazione per ogni vocazione

Noto che il Papa non parla solo di preghiera, di

meditazione della Parola di Dio e di celebrazione

dei Sacramenti. Egli conclude l’elenco con

l’elemento che tutti informa e impreziosisce: la

vita comunitaria. Tutti preghiamo. Tutti

meditiamo la Parola di Dio. Tutti celebriamo i

sacramenti, per noi e per gli altri. Ma troppo

spesso questo lo facciamo fuori della comunità.

Certo può persino apparire più gratificante e

persino più “spirituale” pregare da soli la liturgia

La gioia della consacrazione a tutte le età

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delle ore, il rosario; fare da soli la meditazione,

nella comodità e intimità della camera, e nel

tempo che piace.

La gioia della consacrazione illumina il volto

Ma, forse senza volerlo, rinunciamo proprio allo

specifico della vita consacrata: pregare insieme,

condividere il cibo, il lavoro, il frutto del lavoro,

le ansie, le gioie, i malanni, gli acciacchi della

vecchiaia; vedere un film o una partita insieme

agli altri. Tutto ciò è certamente più faticoso che

restare da soli. Ma se ci priviamo di queste piccole

cose perdiamo la ricchezza della vita comune in

fraternità. E poi non dobbiamo meravigliarci

troppo se la gioia della nostra consacrazione non

risplende come lampada che arde (amore) e attira

(testimonianza).

Concludo con le parole con cui il Papa esorta e

conforta i consacrati della Corea, che non

richiedono altro commento, tanto sono chiare e

incisive, e sicuramente valide per tutti noi:

“La castità esprime la vostra donazione esclusiva

all’amore di Dio, mentre essere poveri significa

trovare un tesoro, poiché è proprio nei momenti

in cui ci sentiamo più fragili, che possiamo

incontrare Cristo, che si fece povero affinché noi

diventassimo ricchi. L’obbedienza, infine, ricorda

Cristo, il quale, assumendo la forma di servo,

imparò l’obbedienza mediante la sofferenza:

infatti pur sapendo quale sarebbe stato il suo

destino, Gesù accettò la volontà del Padre, fino

alla morte in croce. La vita consacrata è un dono

prezioso per la Chiesa e per il mondo: non

trattenetelo solo per voi stessi; condividetelo,

portando Cristo in ogni angolo di questo amato

Paese“.

Don Claudio De Caro SDV

Cose di Casa nostra…

Da Napoli, studentato provinciale….

Ritiro di inizio anno e ordinazione dei primi tre diaconi che hanno iniziato il cammino in Provincia

Per iniziare il nuovo anno sotto l’azione dello

Spirito Santo, e per la immediata preparazione

spirituale alla solenne celebrazione delle

ordinazioni diaconali, i professi dei Vocazionisti

di Posillipo, per disposizione del P. Provinciale,

hanno vissuto una giornata di ritiro spirituale il

giorno 4 gennaio 2018, animato da don Giuseppe

Pugliese, che ha ricordato a tutti i presenti la

necessità di un momento periodico di ritiro, utile a

ricaricare le batterie dell’anima, in vista degli

impegni successivi.

È proprio degli uomini veramente spirituali

cercare e trovare questi momenti, perché, quando

sono immersi profondamente nelle attività

giornaliere, corrono il rischio di smarrire la retta

via che conduce a Dio. Il pericolo è di essere

assorbiti completamente dalle attività materiali,

ritrovarsi svuotati di ogni carica spirituale e

diventare dei managers vestiti dell’abito religioso.

Don Giuseppe ha ricordato che il nostro Beato

fondatore, don Giustino, nonostante avesse la

responsabilità di curare tanti confratelli e

parrocchiani, periodicamente, saliva sulla collina

dei Camaldoli per far riposare lo spirito

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.

Anche per noi è necessario fare lo stesso,

altrimenti potremmo cadere in un torpore che

ricorda quello che colse Pietro, Giacomo e

Giovanni nel Getsemani e gli impedì di vegliare

un’ora sola con Gesù, proprio nell’imminenza

della passione. Anche per noi è necessario

riscoprire continuamente l’importanza di questi

momenti, che sono fondamentali per riprendere

consa-pevolezza di un fatto importantissimo per la

nostra vita e la nostra vocazione alla vita religiosa

e sacerdotale: siamo tempio dello Spirito Santo.

Don Giustino è stato sempre molto attento alla

gestione del tempo, perché anche il tempo è di Dio

e noi dobbiamo amministrarlo bene. Pensiamo al

tempo che sprechiamo e che potremmo dedicare

alla preghiera. Don Giuseppe ha osservato che

Gesù si è trasfigurato dopo essersi messo in

preghiera. È un messaggio chiaro anche per noi:

possiamo trasfigurarci solo se preghiamo. Chi

prega attira gli altri anche senza parlare. Chi prega

si trasforma.

È necessario chiedersi perché ci nutriamo tutti i

giorni della Santissima Eucarestia, ma non

riusciamo a compiere passi in avanti nel cammino

di conversione ed emerge sempre il nostro io.

Forse perché per pregare veramente è necessario il

silenzio. Don Giustino, in Ascensione, (Op. Vol. I,

n. 348), dice che i momenti di silenzio sono

appuntamenti con Cristo; colloqui a tu per Tu con

Lui. Per questo è necessario il silenzio, perché da

quel talamo che è il dialogo intimo dell’anima col

Signore, è necessario escludere ogni altra creatura.

Un esempio di come questi dialoghi con Cristo

trasformano gli uomini, è nella vita di S. Filippo

Neri, che in modo istantaneo ha sentito il suo

cuore dilatarsi a dismisura, fino a rompergli due

costole. Il fatto è avvenuto durante una novena

allo Spirito Santo recitata in una catacomba.

Al centro del ritiro abbiamo avuto il tempo

dedicato alla meditazione personale. E’ seguito un

tempo di adorazione comunitaria in cui tutti hanno

potuto ringraziare il Signore per quanto hanno

ricevuto durante il

Ringraziamo il Signore e don Giuseppe

Pugliese per averci concesso questo momento

spiritualmente fecondo.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Nel celebrazione dell’ordinazione diaconale dei

nostri amati Confratelli nella vigilia dell’Epifania

del 2 10 8, la chiesa, e in essa la nostra amata

famiglia religiosa, ha rivissuto quanto narrato in

Atti degli Apostoli, al capitolo 6.

Agli inizi della vita della Chiesa il servizio di

assistere fratelli e sorelle bisognosi era svolto dai

medesimi apostoli, che realizzavano in quel modo

il mandato e l’esempio ricevuto da Cristo,

soprattutto nell’ultima cena, quando Gesù stesso

lavò i piedi ai discepoli. Poiché il numero dei

fedeli aumentava, si crearono momenti difficili e,

così, gli apostoli compresero che non potevano

continuare in quel modo. Decisero di affidare il

servizio di assistenza materiale ad un numero

preciso di discepoli, di buona reputazione e pieni

di Spirito e di sapienza. Dopo aver pregato

imposero le mani e li istituirono diaconi della

Chiesa di Cristo. In questo modo gli apostoli

poterono dedicarsi al servizio della Parola di Dio e

i diaconi si occuparono dell’assistenza ai

bisognosi.

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La Provincia Italiana della Società Divine

Vocazioni il giorno 5 gennaio 2018, alle ore

18,00, ha rivissuto quella pagina biblica, perché,

nella Chiesa di San Giorgio Martire in Pianura, il

Vescovo di Pozzuoli, Sua Ecc.za Rev.ma Mons.

Gennaro Pascarella, successore degli Apostoli, ha

ordinato diaconi tre figli di Don Giustino: Felix

Nkiene Mbanza, Leonce Bonaventure Bonga-

Bongo e Luigi Rea.

La bellissima giornata tutta dedicata alla

preparazione immediata dei tre ordinandi, è

iniziata a Posillipo, ove l’intera comunità ha

accolto i te giovani ordinandi, partecipando con

loro ad un momento di preghiera, al termine del

qual ,àtinumoc alla iznanid ,e il Padre Provinciale,

Ordinario della Provincia Italiana, ha accolto la

prescritta professione di fede e il giuramento di

fedeltà alla Chiesa ed all’integralità del suo

Magistero.

Molto festoso il pranzo comunitario.

Nel pomeriggio tutta la comunità ha raggiunto

Pianura, per l’ordinazione diaconale dei tre

confratelli che fanno un ulteriore passo nella

risopsta all’invito del Signore: “Seguimi” (Mc

2,14) nella Chiesa e a servizio del Carisma della

famiglia dei Vocazionisti, che li spinge ad essere

innanzitutto servi delle vocazoni. Il servizio alle

vocazioni rappresenta il proprium della diaconia

vocazionista e qualifica in modo decisivo la

spiritualità della nostra Congregazione.

Insieme a parenti ed amici dei tre neodiaconi,

erano presenti anche i fedeli delle parrocchie dove

svolgono il loro servizio pastorale e tutti si sono

ritrovati per un momento di splendida e ricca

agape fraterna presso i locali della parrocchia,

preparato ed offerto dalla stessa comunità

parrocchiale di San Giorgio.

Ringraziamo il Signore per il dono ricevuto

attraverso questi tre fratelli e ringraziamo loro per

aver detto: “Sì” al Signore, proprio come Maria.

Daniele Florio SDV

PROSSIMI APPUNTAMENTI IN PROVINCIA

2 Febbraio, Giornata della vita Consacrata

5-6 Febbraio, ASSEMBLEA PROVINCIALE

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Continua nella Casa Provinciale di Posillipo l’esperienza dei “sabato

vocazionali”.

Il Padre Provinciale ha voluto che questa iniziativa fosse curata da alcuni giovani professi, Antonio Capuano, Enrico Paolinelli, Felix

Nkiene, Gennaro Russolillo e Pietro Salvatore Patricelli, sotto la guida del Consigliere Provinciale per le

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vocazioni don Giuseppe Ferrara, che da anni guida i Campi vocazionali, i quali stanno riportando la nostra Provincia ad una bella primavera

vocazionale.

I sabati vocazionali, sono incontri a larga

scala: ragazze e ragazzi che chiedono di

essere aiutati a fare chiarezza sul disegno

che il Signore sta loro proponendo.

A Posillipo presso la comunità di studentato dei

vocazionisti il giorno 20 si è svolto il IV incontro

dei sabati vocazionali, teso ad aiutare i giovani

alla scoperta della propria vocazione. I giovani

partecipanti sono aiutati non solo a porsi le giuste

domande, ma anche a trovare la giusta risposta al

senso della propria vita guardando a Cristo. Come

sempre ad illuminare la giornata nelle sue

dinamiche è stata la parola di Dio, in particolare in

questo incontro ci è stata proposta la figura di

Mosè. La sua è una storia che per essere capita

non può essere letta e interpretata con i criteri

umani, ma con la fede, disposti cioè ad

interrogarsi per rispondere generosamente,

fidandosi. Mosè vede nel suo cuore chi è

veramente: credeva di essere un uomo giusto e

potente, invece è un pauroso, un debole, uno che

si pone tanti interrogativi. Agli occhi di Dio però

diventa l’amato perché sarà l’uomo svuotato di se

stesso, della sua superbia. Nelle dinamiche

vocazionali proposte è emerso come Mosè ha

trovato tante e diverse scuse per non seguire Dio.

Anche se c’è una distanza spazio-temporale che ci

divide dal suo personaggio, oggi usiamo le sue

stesse scuse, non per mancanza di creatività, ma

perché di base ci sono delle resistenze personali e

anche perché la fretta quotidiana non ci permette

di sostare e riflettere, anzi non ci permette di

ascoltare quella “voce” che continua a parlare. Dio

rivela sé stesso per un preciso motivo: per amare

l’uomo e questo amore salvifico costituisce il

contenuto proprio della missione che Egli affida ai

suoi inviati, come Mosè. Mosè, nonostante le sue

paure, risponde con l’eccomi, che risuona in tutta

la Bibbia e connota la risposta tipo del credente.

Questo quarto incontro vocazionale chiude anche

la prima parte di questo percorso: dopo aver preso

coscienza di chi siamo e in che modo farci trovare

nella nostra vita, ora tocca a noi imboccare la

strada verso ciò che ci rende felici agli occhi del

Signore e di noi stessi. La gioia è stata anche

quella di aver visto crescere il numero di noi

partecipanti; aumentano coloro che avvertono la

necessità di interrogarsi, di cercare risposte. Le

dinamiche vocazionali che ci sono state proposte e

svolte durante gli incontri hanno messo a proprio

agio anche coloro che hanno iniziato da poco

questo percorso. In un modo o nell’altro, tutti noi

abbiamo superato quell’imbarazzo iniziale per poi

esternare i nostri sentimenti, dubbi, ansie, persino

le nostre paure: chi non l’ha fatto ha lasciato

parlare il suo sguardo, proprio come in una delle

dinamiche proposte in questa giornata di

orientamento vocazionale: disposti in coppia uno

di fronte all’altro, ci si guardava per capire se la

persona di fronte vuole venirmi incontro o se

invece vuole stare ferma, non aprirsi all’incontro e

alla novità. È necessario superare quella paura che

non permette di aprirsi alla vita, che impedisce di

rispondere, che ti blocca nell’interrogarti.

Torniamo alle nostre case ma ora ci aspetta un

compito: leggere tutto quanto vissuto in questo

sabato vocazionale nel modo giusto e provare ad

avvicinarci ed avvicinarsi all'altro, a guardare noi

stessi e gli altri. Alla prossima!

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Lo scorso 18 gennaio abbiamo ricordato il giorno della nascita del nostro Beato Padre don Giustino.

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Alle 18.30 il reverendissimo Padre

Vicario Generale ha presieduto la santa Messa Solenne, durante la quale ha ricevuto la professione perpetua del

giovane Edwin, dello studentato internazionale di Pianura.

In mattinata, come di consueto,

“Piccoli gruppi di preghiera don Giustino”, animati da don Giuseppe

Pugliese, hanno organizzato il pellegrinaggio a piedi, dalla “rotonda don Giustino” alla Cripta, fermandosi in preghiera nella Parrocchia di San

Giorgio.

Poi, nella funzione di parroco titolare di San Giorgio, il Padre Provinciale ha

presieduto la Messa nella Cripta di don Giustino, attorniato dai confratelli e da

moltissimi fedeli di San Giorgio.

Nella stessa messa il Padre Provinciale ha ricordato il XXIV° anno della sua

ordinazione presbiterale.

La comunità di Posillipo poi gli ha preparato una graditissima festa “a

sorpresa” per ricordare il felice evento.

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°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

LA PROVINCIA ITALIANA in vista del XV capitolo generale della SDV celebra la sua

II ASSEMBLEA PROVINCIALE

Come tuti sapete, il Reverendissimo Padre

Generale ha indetto per il prossimo 26

agosto il XV Capitolo Generale della

Società Divine Vocazioni. Su sua preziosa

indicazione ci stiamo ormai preparando da

tempo, con la preghiera innanzitutto.

Siamo poi chiamati a preparare la

celebrazione capitolare portando il

contributo dei singoli e delle comunità, in

modo speciale attraverso lo studio e la

riflessione sulle piste offerte dalla

Segreteria Generale nei “questionari” di

rito. Ma anche come Provincia dovremo

dare il nostro apporto, secondo le

indicazioni che ci vengono date dalle

stesse Costituzioni, all’art. 163:

“Un’assemblea provinciale deve essere

convocata prima del capitolo generale,

ordinario e straordinario”.

Pertanto con la presente convoco la

seconda Assemblea della Provincia Italiana

della Società Divine Vocazioni, a Napoli

Pianura, “Vocazionario Deus Caritas”, in

due sessioni paritetiche, nei giorni 6-7

febbraio e 3-4 aprile pv, secondo il

programma di seguito riportato. Essendo le

due sessioni perfettamente paritetiche, si

potrà optare nelle comunità per l’una o

l’altra data, secondo gli impegni e le

preferenze personali e comunitarie. I

novizi e i giovani religiosi non studenti,

possibilmente, partecipino a Febbraio. I

religiosi studenti partecipino ad aprile, in

tempo di vacanza scolastica.

Prego il segretario provinciale di

consultare personalmente i direttori locali

nei prossimi giorni per raccogliere le

prenotazioni. Naturalmente, salvo gli

impediti per malattia o forza maggiore,

chiedo a tutti di non dispensarsi in alcun

modo dalla partecipazione all’Assemblea,

che, dopo il Capitolo, è la massima

espressione di comunione tra i confratelli,

le comunità locali e la stessa Provincia.

Nessuno pensi di non potere o dovere dire

nulla. Ognuno porti la ricchezza della sua

persona e quanto nel Signore riterrà giusto

dire e dare. Prego il Reverendissimo Padre

Generale, ove possa, di onorarci della sua

presenza, almeno per qualche tempo, se

non possa per tutto.

Questo il programma:

“La Provincia Italiana in

cammino verso il XV capitolo

generale SDV”

Prima sessione 6-7 febbraio

/Seconda sessione 3-4 aprle / 2018

Coordinatore e moderatore: d. C. Liberti

Primo giorno

ore 12.00: Concelebrazione

Eucaristica di apertura (se

possibile, presieduta dal

Reverendissimo Padre Generale)

ore 13.00: Pranzo

ore 16.00: Relazione “Lo stato

della Provincia italiana tra

identità e missione” a cura di

don Claudio De Caro

ore 17.00: break

ore 17.30: Relazione “ La

Provincia nelle Costituzioni nel

9 14

Direttorio - possibili proposte al

XV Capitolo Generale”, a cura

di don Salvatore Russolillo

18.30: Vespri e Preghiera per il

XV Capitolo Generale

19.30: Cena

Secondo giorno

ore 08.00: Lodi e

Concelebrazione Eucaristica (se

possibile, presieduta dal

Reverendissimo Padre Generale)

a seguire colazione

ore 09.45: Preparazione in aula

dei lavori di gruppo, a cura del

moderatore

ore 10.15 -12.15: Lavori di

gruppo

ore 12.30: Offertorio

13.00: Pranzo

15.30: Conclusioni, a cura dei

segretari dei gruppi e del

Coordinatore

16.30: Vespro e Preghiera per il

capitolo (in aula) – saluto del

Provinciale

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

ESERCIZI SPIRITUALI 2018 1° Corso, Perdifumo,

25-29 giugno

2° Corso, Perdifumo, 24-28 settembre

3°Corso, Pianura Casa Madre,

11-15 novembre

Atti del Reverendissimo P. Generale riguardanti la Provincia Italiana

Il reverendissimo Padre Generale

in data 18 gennaio 2018, con lettera del Segretario Generale, ha assegnato alla Provincia

Italiana il reverendo don Francis OBASI.

Diario ed atti del P. Provinciale

Il Padre Provinciale, nel mese di Gennaio

Lunedì 1, accompagnato dallo studentato provinciale, ha presieduto la santa messa in San

Giorgio a Pianura e poi si è fermato con i giovani

e la comunità di san Giorgio a cena nella Casa

Canonica.

In pari data ha indirizzato una lettera ai novizi

sul cammino fatto e alcuni punti di formazione.

Martedì 2 ha indirizzato al Rev.mo Vicario Generale SDV la prescritta relazione sullo stato

della Provincia, evidenziando alcune questioni

emergenti a livello disciplinare e circa la

composizione della lista dei vocali in vista della

elezione dei delegati al XV° capitolo Generale

della SDV.

Mercoledì 3 ha ricevuto a colloquio personale a Posillipo don Paulin Mama.

Giovedì 4 ha presenziato a ritiro di inizio anno

per la comunità e lo studentato di Posillipo,

animato da don Giuseppe Pugliese. Alle ore 12 in

cappella ha ricevuto la professione di fede e il

giuramento di fedeltà alla chiesa la itadidnac ied

8 nac led amron a ,otanocaiD 33 co. 6, .

Venerdì 5, con il Reverendissimo Vicario

Generale SDV, ha concelebrato con

l’Eccellentissimo Vescovo di Pozzuoli nella

Chiesa Madre di san Giorgio Martire a Pianura in

occasione dell’ordinazione diaconale dei religiosi

Leonce Bonga-Mbongo, Felix Nkiene-Mbanza e

Luigi Rea.

Sabato 6 e Domenica 7 ha celebrato le sante messe del mattino nella parrocchia dei Sacri Cuori

a Napoli Cavalleggeri, in sostituzione del vicario

parrocchiale assente.

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In pari data ha comunicato all’eccellentissimo Ordinario di Pozzuoli l’assegnazione del diacono

Felix Nkiene Mbanza e del diacono Luigi Rea in

servizio rispettivamente alle parrocchie di Pianura

San Giorgio e Cavalleggeri Sacri Cuori. Ha poi

comunicato all’eccellentissimo Ordinario di Vallo

della Lucania l’assegnazione del diacono Leonce

Bonaventura Bonngo-Mbonga alle Parrocchie

affidate alle comunità di Perdifumo e Paestum

Lunedì 8 ha celebrato la santa Messa di

Comunità nello Studentato Provinciale in

suffragio del signor Severino, genitore del

Reverendissimo Padre Generale.

Mercoledì 10 ha incontrato a Posillipo don Florent Hounkponou venuto in visita.

Venerdì 12 si è recato in visita al noviziato per un incontro di formazione.

Sabato 13 ha incontrato don Cesare Quinde Calderon, in vista del reinserimento in Provincia.

In pari data ha incontrato l’ing. Nicola Petracca in

vista di un progetto generale di recupero della

Casa Provinciale di Napoli Posillipo.

Lunedì 15 ha ricevuto a colloquio personale

don Sebastien Apete. Alle ore 10 ha presieduto la

preghiera prescritta dal Reverendissimo Padre

Generale, prima delle operazioni di voto dei

delegati al XV° capitolo Generale della SDV.

Alle ore 11, in qualità di presidente designato dal

Reverendissimo Padre Generale, ha presieduto le

operazioni di voto e di scrutinio dei delegati al

XV° capitolo Generale della SDV.

Martedì 16 ha ricevuto due nuovi aspiranti nella comunità di primo discernimento di Napoli

Posillipo.

Giovedì 18, alle ore 10, ha presieduto la santa

Messa nella Chiesa del Beato Giustino al

Vocazionario Deus Charitas, in occasione

dell’anniversario della nascita del Beato don

Giustino, e del 24° anniversario della sua

ordinazione presbiterale. In serata ha conce-

lebrato con il Reverendissimo Vicario Generale in

occasione della professione perpetua del giovane

Edwin dello studentato internazionale di Napoli

Pianura.

Venerdì 19 ha accompagnato altri due aspiranti nel riaperto Vocazionario Santissima Trinità di

Mola di Bari. Si è poi fermato a Bovino, in visita

alla Fondazione Valleverde onlus. In serata ha

ricevuto a colloqui don Matteo Mpampanye.

Lunedì 22 si è recato a colloquio con il Reverendissimo Vicario Generale SDV in

riferimento alle richieste scritte già prece-

dentemente formulate circa alcune situazioni

disciplinari e perplessità sulla composizione della

lista dei vocali di voce attiva e passiva della

Provincia Italiana.

In pari data, consultato il Consiglio

Provinciale, con propria lettera, ha assegnato

temporaneamente alla comunità di Altavilla don

Cesar Quinde Calderon per un graduale

reinserimento in comunità.

Giovedì 25, consultato il Consiglio Provinciale, con propria lettera, ha assegnato alla comunità di

Bibbiena (AR) il sacerdote don Francis Obasi, a

datare dal 1 febbraio 2017,presentandolo in pari

data all’eccellentissimo Ordinario di Arezzo come

vicario parrocchiale dell’Unità Pastorale di

Bibbiena.

Lunedì 29, ascoltato il Maestro dei Novizi, e dopo avere dato incarico al Consigliere

Provinciale per la formazione di dialogare con il

novizio Giuseppe Lagnena, e, costata la

insuperabile difficoltà del giovane di inserirsi nel

dinamismo della vita comunitaria, lo ha dimesso

dal noviziato, invitandolo ad orientarsi verso la

vita diocesana.

Mercoledì 31, in qualità di teste, ha deposto presso il tribunale ecclesiastico diocesano di

Pozzuoli per il processo di canonizzazione del

Beato don Giustino.

I nostri defunti:

il 7 gennaio è tornato alla Casa del Padre il nostro fratello Severino, papà del Rev.mo Padre Generale.