LA VERGINE DELLE ROCCE - Altervista

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LA VERGINE DELLE ROCCE

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LA VERGINE DELLE ROCCE

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IDENTIKIT

• NOME: Vergine delle rocce

• AUTORE: Leonardo da Vinci

• MISURA: 198x123 cm

• TECNICA: olio su tela

• COMMITTENZA:Confraternita dell’Immacolata Concezione

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STORIA

Il 25 aprile 1483 Bartolomeo Scorione, priore della Confraternita milanese dell'Immacolata

Concezione, stipulò un contratto per una pala da collocare sull'altare della cappella della

Confraternita nella chiesa di San Francesco Grande. Per Leonardo era la prima

commissione che otteneva a Milano.

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STORIA

Il dettagliatissimo contratto prevedeva un trittico. Nella pala centrale la Madonna con un

ricco abito e Gesù Bambino, Dio Padre in alto, un gruppo di angeli e due profeti. Nelle

due parti laterali i confratelli chiedevano quattro angeli.

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STORIA

Non è chiaro perché Leonardo cambiò il soggetto della tavola, optando piuttosto per

l’incontro tra i piccoli Gesù e Giovanni narrato nella Vita di Giovanni secondo Serapione.

Potrebbe essere stato Leonardo a decidere le modifiche, ma è possibile che siano state le

richieste dei committenti a cambiare anche in considerazione dello stile un po' "arcaico" della

prima richiesta.

Non vennero dipinti né Dio padre, né i profeti. Due soli angeli vennero dipinti da Ambrogio

de Predis nelle ali laterali

Iconografia di Serapione

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STORIA

Leonardo e i committenti non si trovarono d'accordo sui pagamenti e, forse, sull'aspetto

generale della tavola; lui quindi si rifiutò di consegnare l'opera, e pochi anni dopo, mise

mano a una seconda versione del dipinto, di identiche dimensioni e soggetto, sebbene con

alcune varianti stilistiche e iconografiche.

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STORIA

La versione definitiva dell'opera venne dipinta in

due fasi distinte: una nell'ultimo decennio del

Quattrocento, sospesa per la partenza di

Leonardo da Milano nel 1499; una seconda

databile ai primi anni del suo secondo soggiorno

milanese, al 1506-1508.

In quegli anni la prima versione venne venduta a

Luigi XII di Francia.

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STORIA

Alla seconda versione partecipò Ambrogio

De Predis, socio milanese di Leonardo fin

dal suo primo arrivo. Alcuni ipotizzano

addirittura che l'autore del dipinto sia

interamente il De Predis, che copiò il

cartone di Leonardo, ma si tratta di

un'attribuzione minoritaria: nel 2005 gli

esperti della National Gallery di Londra

hanno analizzato ai raggi infrarossi il

dipinto trovando sotto di questo un

disegno precedente, attribuibile allo stesso

Leonardo.

Ritratto virile, Ambrogio De Predis

Galleria degli uffizi

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STORIA

Questa versione venne installata sull'altare in San Francesco Grande, poi, trasportata nella

sede della confraternita, vi rimase fino alla sua soppressione nel 1785, quando venne ceduta,

al pittore inglese Gavin Hamilton, che la portò in Inghilterra. L'opera, dopo varie

compravendite nel 1880 finì alla National Gallery.

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Louvre Parigi

1483-1486

National Gallery Londra

1494-1508

LE DUE VERSIONI

Nella prima tavola le figure emergono dallo

sfondo scuro con una luce che crea un

atmosfera avvolgente, infatti l opera sembra

celate il mistero dell’immacolata concezione;

i colori sono più cupi di quelli utilizzati da

Leonardo nella versione successiva ma la

luce è decisamente più calda di quella

asettica e tagliente della seconda che

presenta un chiaroscuro più marcato.

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Louvre Parigi

1483-1486

National Gallery Londra

1494-1508

LE DUE VERSIONI

La seconda tavola ha un aspetto molto più

monumentale rispetto alla prima, inoltre le

figure rappresentate sono, in proporzione,

leggermente più grandi risaltando

maggiormente.

Le differenze iconografiche sono nell’angelo

che smette di indicare il Battista e non volge

più lo sguardo al visitatore per togliere ogni

ambiguità fra Gesù e il Battista.

Cambiano i tipi di piante a sinistra.

Nel dipinto londinese sono state aggiunte la

croce di Giovanni e le aureole in tempi

successivi

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STILI

Il colore che ricopre l’intero primo dipinto è una risultante di verde e marrone tendenti al

grigio. Su questa base emergono i toni dorati degli incarnato dei volti e dei corpi. Il colore

che domina per intensità nella versione del Louvre è il rosso del mantello indossato

dall’angelo seguito dalla piccola porzione di blu del manto di Maria

Il secondo dipinto ha una cromia spenta basata su varie tonalità tonalità di bruno e azzurro

con una chiarificazione dei personaggi; il rosso del mantello dell’angelo è scomparso

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STILI

Un elemento innovativo portato dall’autore sta nell’atmosfera della grotta e nella fusione

quasi completa dei personaggi con la composizione naturalistica.

In entrambi i dipinti troviamo una rarefazione dell’aria sullo sfondo più lontano, mentre il

paesaggio vicino è più chiaro e illuminato. Inoltre, studiando i giochi di ombre delle figure,

notiamo che alla sinistra del quadro abbiamo una fonte di luce che non troviamo nella

versione di Londra Scelta probabilmente in base alla collocazione originaria del polittico.

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SIMBOLOGIE

La grotta rappresenta l'utero materno, il luogo della rinascita ed

il passaggio nell'Aldilà.

La roccia è strettamente in relazione con la missione di Cristo

sulla terra, sorgente e bevanda purificatrice dell'anima.

La Vergine è ritratta nella sua funzione protettrice di madre e

nutrice.

L'angelo indica Giovanni Battista in preghiera, messaggero della

Redenzione, che si compirà attraverso il Battesimo e il sacrificio

di Cristo.

Il dito rivolto verso l'alto indica la dimensione superiore ed

ultraterrena, alla quale Gesù è predestinato.

Inoltre Leonardo, era affascinato dall'immagine della grotta

come interiora della terra, natura sotterranea.

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MARIA

Si trova al centro dell’opera e viene raffigurata con lo sguardo

rivolto verso il basso

Il suo braccio destro si presenta teso ad abbracciare San

Giovannino, mentre il sinistro si protende nello spazio antistante

e la mano si apre in un gesto protettivo sul capo del Bambino.

GESÙ

Viene raffigurato come un bambino di pochi anni, più piccolo di

San Giovanni, in basso a destra in atto di benedire il cugino, con

la mano protratta verso di lui

Viene tenuto dal fianco sinistro dall’Angelo che è alla sua destra

Non ha vestiti e ciò rappresenta un richiamo alla vita.

PERSONAGGI

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SAN GIOVANNINO (GIOVANNI BATTISTA)

Si presenta senza vestiti come Gesù e perciò anch’esso

rappresenta un richiamo alla vita. Nella versione di Londra,

regge sulla spalla destra il bacco con la croce, simbolo della sua

iconografia, aggiunto per facilitare la distinzione fra lui e Cristo.

URIEL (ANGELO)

PERSONAGGI

Rappresentato in sfondo a Gesù, creatura divina portatrice di

luce, talmente bella da essere considerata quasi inquietante e il

suo sguardo magnetico, leggermente enigmatico, in modo del

tutto inusuale rivolto fuori dal quadro verso lo spettatore e

quel viso così perfetto da sembrare quello di una ragazza.

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LA TERZA VERGINE

Copia precisa della prima versione.

L’uso della tela come supporto rende supponibile che il dipinto sia stato eseguito

in Francia, ma che fosse destinato ad essere trasportato. Nasce così l’ipotesi

attributiva a Francesco Melzi, nobile uomo lombardo, raffinato e colto pittore,

intimo compagno di Leonardo dal 1510.

Nel 1517, lo aveva seguito in Francia, quando il grande e ormai anziano maestro

aveva accettato l’invito di Francesco I, rimanendogli accanto fino alla morte,

avvenuta il 2 maggio 1519. Il suo nome è celebre in quanto erede testamentario di

Leonardo.

• NOME: Vergine delle rocce del Borghetto

• AUTORE: Francesco Melzi

• MISURA: 198x122 cm

• TECNICA: tempera e olio su tela

• COMMITTENZA:Congregazione Suore Orsoline di San Carlo

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Durante il suo soggiorno ad Amboise si pensa che Francesco lavorasse anche sulle opere

del maestro, colpito da una paralisi alla mano destra. E allora, forse, il dipinto è copia

dell’opera archetipo, dipinta da Melzi con la raffinatezza tecnica di Leonardo, con

materiali preparati nella bottega francese, e su tela, in modo da poterla portare a Milano

al suo ritorno.

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