L’ UFFICIO POSTALE AMBULANTE ROMA – CEPRANO · 2011. 9. 15. · L’ UFFICIO POSTALE AMBULANTE...

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L’ UFFICIO POSTALE AMBULANTE ROMA – CEPRANO Il progresso tecnologico che investì l’ Europa nella metà dell’ Ottocento ebbe infinite occasioni di applicazione nelle attività umane. Le possibilità offerte dalla scoperta che il vapore poteva essere utilizzato quale elemento propulsore di un motore che, a sua volta, avrebbe permesso di applicare forze fino ad allora inimmaginabili per il movimento di una macchina, furono sfruttate non solo nell’ industria ma anche, e soprattutto, in quei campi che fino ad allora dipendevano dalla potenza variabile e, per certi versi incontrollabile, fornita da un animale o dalla natura. Questa capacità di garantire uno sforzo di notevole entità, omogeneo, costante, o comunque modificabile a comando venne, tra l’ altro, immediatamente sfruttata per migliorare le comunicazioni ed i trasporti sia marittimi che terrestri. Le navi non furono più dipendenti dai capricci del vento e le diligenze dalla forza e dalla resistenza dei cavalli. Le prime strade ferrate, con i vagoni e le locomotive che li trainavano, permisero una notevole riduzione dei tempi necessari per il percorso da una località ad un’altra, garantendone in più la certezza dei tempi di percorrenza in qualsiasi condizione. Anche per il trasporto postale ci si rese immediatamente conto che, sfruttando questo mezzo, si riducevano notevolmente sia i tempi di trasporto che quelli di giacenza, soprattutto se, a bordo dei treni, si fossero potute disimpegnare le operazioni di raccolta, smistamento e consegna per la distribuzione, relativamente alle località toccate dalla linea ferroviaria. Questi inaspettati vantaggi non sfuggirono ai responsabili della organizzazione postale dello Stato Pontificio, tendenzialmente sospettosi per ogni novità che veniva introdotta nella vita di ogni giorno (basti pensare che il ”francobollo” arrivò con un certo ritardo rispetto alla generalità degli altri Stati europei), ma attenti ad ogni possibile miglioramento del servizio. L’ esperimento non voluto, ma seguito con attenzione, del trasporto delle lettere attraverso i treni della ferrovia Roma – Frascati a partire dal 1856 (vuoi con il commesso che trasportava la posta tra le due località una volta al giorno utilizzando il treno vuoi per il consentito trasporto della corrispondenza, più volte al giorno, attraverso il personale della ferrovia), portò nel 1863 alla istituzione di un vero e proprio servizio di trasporto “ambulante” delle lettere sulla ormai collaudata linea ferroviaria tra Roma e Ceprano. Questo trasporto fu effettuato su appositi vagoni modificati per la specifica esigenza e che si presentavano come un ufficio postale vero e proprio, con il suo personale, i suoi arredi e la sua dotazione di registri e di bolli. Prima di parlare del servizio è comunque opportuno precisare che questa linea, i cui lavori erano stati affidati alla società licenziataria “Pio – Latina” fin dal 1849 ma che per varie vicissitudini si erano protratti lungamente e stancamente nel tempo, fu inaugurata il 27 gennaio 1862 (quando la Società era già stata incorporata nella “Società Generale delle Strade Ferrate Romane”) ma fu aperta al pubblico solo il 1 dicembre dello stesso anno. Da quella data il trasporto della corrispondenza avvenne con le modalità già accennate per la Roma – Frascati (commesso che a tutte le stazioni consegnava e ritirava i plichi dagli impiegati postali delle relative località) ma solo dopo la consegna dei vagoni predisposti ad Ufficio, avvenuta il 7 settembre 1863, si passò al vero e proprio “servizio ambulante”. La linea, come detto, partiva da Roma e toccava via via le stazioni di Ciampino, Marino, Albano, Civita Lavina (oggi Lanuvio), Velletri, Valmontone, Segni, Sgurgola, Ferentino, Frosinone, Ceccano, Pofi, per terminate a Ceprano. Il servizio veniva disimpegnato giornalmente da tre treni, con tre corse ascendenti e tre discendenti (di cui solo due tuttavia effettuavano l’ intero tragitto), che avevano bisogno di circa quattro ore per percorrere la linea da un capo all’ altro. Orario ferroviario della linea Roma – Ceprano 7

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  • L’ UFFICIO POSTALE AMBULANTE ROMA – CEPRANO

    Il progresso tecnologico che investì l’ Europa nella metà dell’ Ottocento ebbe infinite occasioni di applicazione nelle attività umane.

    Le possibilità offerte dalla scoperta che il vapore poteva essere utilizzato quale elemento propulsore di un motore che, a sua volta, avrebbe permesso di applicare forze fino ad allora inimmaginabili per il movimento di una macchina, furono sfruttate non solo nell’ industria ma anche, e soprattutto, in quei campi che fino ad allora dipendevano dalla potenza variabile e, per certi versi incontrollabile, fornita da un animale o dalla natura.

    Questa capacità di garantire uno sforzo di notevole entità, omogeneo, costante, o comunque modificabile a comando venne, tra l’ altro, immediatamente sfruttata per migliorare le comunicazioni ed i trasporti sia marittimi che terrestri.

    Le navi non furono più dipendenti dai capricci del vento e le diligenze dalla forza e dalla resistenza dei cavalli.Le prime strade ferrate, con i vagoni e le locomotive che li trainavano, permisero una notevole riduzione dei tempi

    necessari per il percorso da una località ad un’altra, garantendone in più la certezza dei tempi di percorrenza in qualsiasi condizione.

    Anche per il trasporto postale ci si rese immediatamente conto che, sfruttando questo mezzo, si riducevano notevolmente sia i tempi di trasporto che quelli di giacenza, soprattutto se, a bordo dei treni, si fossero potute disimpegnare le operazioni di raccolta, smistamento e consegna per la distribuzione, relativamente alle località toccate dalla linea ferroviaria.

    Questi inaspettati vantaggi non sfuggirono ai responsabili della organizzazione postale dello Stato Pontificio, tendenzialmente sospettosi per ogni novità che veniva introdotta nella vita di ogni giorno (basti pensare che il ”francobollo” arrivò con un certo ritardo rispetto alla generalità degli altri Stati europei), ma attenti ad ogni possibile miglioramento del servizio.

    L’ esperimento non voluto, ma seguito con attenzione, del trasporto delle lettere attraverso i treni della ferrovia Roma – Frascati a partire dal 1856 (vuoi con il commesso che trasportava la posta tra le due località una volta al giorno utilizzando il treno vuoi per il consentito trasporto della corrispondenza, più volte al giorno, attraverso il personale della ferrovia), portò nel 1863 alla istituzione di un vero e proprio servizio di trasporto “ambulante” delle lettere sulla ormai collaudata linea ferroviaria tra Roma e Ceprano.

    Questo trasporto fu effettuato su appositi vagoni modificati per la specifica esigenza e che si presentavano come un ufficio postale vero e proprio, con il suo personale, i suoi arredi e la sua dotazione di registri e di bolli.

    Prima di parlare del servizio è comunque opportuno precisare che questa linea, i cui lavori erano stati affidati alla società licenziataria “Pio – Latina” fin dal 1849 ma che per varie vicissitudini si erano protratti lungamente e stancamente nel tempo, fu inaugurata il 27 gennaio 1862 (quando la Società era già stata incorporata nella “Società Generale delle Strade Ferrate Romane”) ma fu aperta al pubblico solo il 1 dicembre dello stesso anno.

    Da quella data il trasporto della corrispondenza avvenne con le modalità già accennate per la Roma – Frascati (commesso che a tutte le stazioni consegnava e ritirava i plichi dagli impiegati postali delle relative località) ma solo dopo la consegna dei vagoni predisposti ad Ufficio, avvenuta il 7 settembre 1863, si passò al vero e proprio “servizio ambulante”.

    La linea, come detto, partiva da Roma e toccava via via le stazioni di Ciampino, Marino, Albano, Civita Lavina (oggi Lanuvio), Velletri, Valmontone, Segni, Sgurgola, Ferentino, Frosinone, Ceccano, Pofi, per terminate a Ceprano.

    Il servizio veniva disimpegnato giornalmente da tre treni, con tre corse ascendenti e tre discendenti (di cui solo due tuttavia effettuavano l’ intero tragitto), che avevano bisogno di circa quattro ore per percorrere la linea da un capo all’ altro.

    Orario ferroviario della linea Roma – Ceprano

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  • Non va inoltre taciuto il fatto che la linea Roma – Ceprano aveva una notevole importanza per lo Stato Pontificio in quanto si collegava, dopo Ceprano, con la linea ferroviaria napoletana “Isoletta-Napoli”, anch’ essa munita di servizio postale “ambulante”, permettendo quindi un rapido servizio, sia di trasporto che postale, tra le due capitali.

    Torniamo ora al servizio postale “ambulante” vero e proprio.Questo, come detto, venne disimpegnato utilizzando tre vagoni di III classe acquistati dall’ Amministrazione delle Poste

    Pontificie e modificati per essere adibiti ad Ufficio Postale Ambulante. Grazie ad un appunto conservato all’ Archivio di Stato di Roma (sede di Galla Placidia) siamo in grado di conoscere i

    lavori di modifica effettuati sui tre vagoni (definiti come nr. 60, 61 e 62).L’appunto specifica che:“Dei cinque compartimenti di cui è diviso ogni vagone, sono stati messi a profitto i soli tre di mezzo, per una lunghezza

    di metri 3.55, e per una larghezza di m. 2.44.In ciascuno dei tre vagoni sono i seguenti oggetti:

    • Scancia divisa in 11 caselle grandi che comprende intiero uno dei fondi del vagone, profonda 35 cent.;• Altra scancia di 20 caselle più piccole con tre divisioni sottoposte più grandi, due cassetti con partizioni interne, e tre

    credenzini tutti con serrature e scudetti, collocata al fondo opposto e profonda 35 cent.;• N. 2 piccole scancie a 18 caselle eseguite posteriormente per la suddivisione delle lettere affrancate larga ognuna m.

    0.63, lunga m. 0.55;• N. 31 targhette in ottone per sostenere le indicazioni dei differenti Ufficj postali;• N. 2 piccoli tavolini laterali con cassetti, bordi laterali, pomi d’ottone con nasetto in ferro fermatojo;• N. 2 bussolotti ad uso di buche postali, con lucchetti, guarniture in zinco, ed all’ esterno lastre di ferro con

    impermeabile;• N. 2 rocchetti per avvolgere lo spago;• N. 2 lumi a cristallo dei soliti usati nei vagoni;• N. 6 tendine di Thibet a molla e bacchetta;• N. 2 poltrone;• Tela cerata per sottopiedi;• Nasetti in ferro con chiave alle due portiere;• N. 2 cornucopi in ottone (da servirsi di questi due soli nei tre vagoni);• Vernici esterne, ed interne con lettere dorate da ambedue i lati (Ufficio Postale Ambulante) .

    I vagoni furono consegnati il 7 luglio 1863 ma solo il 14 settembre il servizio venne ufficialmente attivato. In questo vagoni, assimilati a fronte di uno speciale Regolamento ad una Direzione Postale, prendevano posto quattro

    persone dipendenti dalla Direzione Postale di Roma con mansioni ben definite e legate al prelievo, allo smistamento ed alla consegna in valigia della corrispondenza al personale postale a terra nelle stazioni toccate dal treno lungo la tratta.

    Il vagone doveva all’uopo contenere fra i vari arredi, una grande scansia con 17 caselle relative alle città di Roma, Marino, Albano, Civita Lavinia, Velletri, Montefastino, Valmontone, Palestrina, Segni, Anagni, Ferentino, Frosinone, Ceccano, Pofi, Ceprano, Terracina ed Estero. La mancata corrispondenza che si potrebbe rilevare fra questo elenco e quello delle stazioni toccate dal treno, va giustificata con il fatto che in alcune stazioni si consegnava la corrispondenza diretta anche ad altre località. La posta di Palestrina, ad esempio era appoggiata alla stazione di Valmontone.

    La corrispondenza, suddivisa in lettere tassate, affrancate, in franchigia, e dirette all’ estero, doveva essere riportata in un apposito Registro.

  • “Giornale della corrispondenza in Partenza” utilizzato dall’ ambulante Roma – Ceprano

    A corredo, come tutte le Direzioni Postali, l’ Ambulante doveva avere i suoi bolli. Più precisamente: un bollo per l’ annullo dei francobolli (la griglia del 1855), un bollo per la ceralacca con l’ iscrizione “Officio Ambulante Roma-Ceprano” e quattro piccoli bolli con l’ iscrizione Officio Ambulante e, nel mezzo, la scritta: “Circondario di Roma”, “Circondario di Albano”, “Circondario di Velletri”, “Circondario di Frosinone”. Questi bolli, come dice Enrico Jalongo in un suo articolo in proposito, non furono mai ritrovati “forse perché i circondari non furono mai costituiti”.

    Questa suddivisione comunque, a puro titolo di curiosità, trova riscontro in un modulo utilizzato dal “Servizio Postale sulla Ferrovia Pio-Latina” in cui si fa specifico riferimento alla Spedizione e Ricevuta di corrispondenze in pacchi chiusi delle Direzioni di: Roma , Albano, Velletri, Terracina, e Frosinone.

    Verosimilmente la loro funzione venne assolta in altro modo.Sono invece noti, e costituiscono elemento identificativo del servizio, i bolli datari utilizzati sulla corrispondenza.Prima di addentrarci nell’ analisi di questi bolli, è opportuno chiarire la funzione del bollo “datario” nel contesto dell’

    organizzazione postale pontificia.Questo tipo di bollo, previsto nelle dotazioni di ogni Direzione Postale fin dai primi regolamenti del 1819, aveva lo

    scopo di fornire una data certa circa lo smistamento della lettera da parte della Direzione Postale. La presenza di tale riscontro imponeva il passaggio di quella lettera, allo scadere del trentesimo giorno successivo ed in caso di mancata o impossibile consegna, fra le “rifiutate”.

    Questo passaggio, nel conteggio “dare-avere” in atto fra le Direzione e le Distribuzioni per quanto attiene ai proventi della tassazione, determinava una correzione contabile che andava posta in essere immediatamente allo scadere a pena di una confusione amministrativa intollerabile nel sistema di organizzazione postale dello Stato Pontificio.

    Di questi bolli, oltre ovviamente ai definitivi,sono noti due saggi. Il primo presenta, all’ interno di un cerchio, la scritta “Ambza Roma – Ceprano” che contorna la data posta su tre righe. Il secondo, più completo nelle indicazioni, giacché comprendeva sia quella relativa all’ordinale del treno che quella del tipo di servizio è molto simile a quello che verrà effettivamente utilizzato. La sola differenza consiste nel formato della R dell’ abbreviazione “Tr.” Che risulta stampata in carattere maiuscolo quand’anche più piccolo rispetto alla iniziale lettera “T”.

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  • Bollo datario non adottato Bollo datario adottato con piccola variante

    I bolli datari utilizzati quindi nel servizio ambulante della Roma-Ceprano presentano, in un cerchio, le scritte “Roma-Ceprano”, il numero ordinale del treno, la data e la scritta “Ambulanza” in un primo periodo (dal 10/09/1863 al 3/07/1866), ed “Ambulante” (dal 24/07/1866 al 12/09/1870), successivamente.

    Bolli datari utilizzati durante l’ esercizio

    Poiché i vagoni dell’Ambulante potevano disimpegnare il servizio in tutte le corse previste, furono tutti dotati dei datari relativi ai tre treni.

    Questo giustifica tutte le varietà conosciute, a partire dalle stelline che separavano la scritta “Roma – Ceprano” dalla scritta “Ambulante” ed “Ambulanza” per finire alla differente dimensione di alcune cifre indicanti l’anno.

    Esistono infatti bolli con la stellina a cinque punti e bolli con la stellina a sei punte così come si sono riscontrati bolli con il numero indicante l’ anno di dimensionimaggiori rispetto alle altre cifre utilizzate per l’ analoga indicazione.

    Bollo con stellina a cinque punte e millesimo con cifre di dimensioni maggiori

    Come accennato, la prima data nota del bollo datario è del 10 settembre 1863.

    Vennero successivamente forniti i bolli P.D. (“Stampatello diritto” e “In cartella” - 1867)

    ed il bollo “Affrancamento Insufficiente” (“Stampatello diritto” su due righe in cartella - 1865).

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  • Nel 1868 la griglia a linee continue venne sostituita da un rombo formato da trattini.

    Francobollo annullato con il rombo di trattini ed a fianco il bollo datario con la scritta “Ambulante”

    Inizialmente, il servizio venne disimpegnato sulle due corse, sia ascendente che discen-dente, che percorrevano l’ intero percorso.

    Solo dal 22 aprile 1865 venne coperto il servizio su tutte le corse e quindi apparve il bollo contraddistinto dall’ indicazione “2° Tr.”.

    A fronte di questa dotazione, il personale dell’ Ufficio Ambulante provvedeva ad annullare le lettere che non avevano avuto le impronte in partenza.

    Il regolamento postale prescriveva di annullare i francobolli con la griglia o il rombo di puntini mentre il bollo datario doveva essere posto sulla soprascritta. Tuttavia questa norma non venne applicata con la dovuta attenzione. Capita quindi di trovare con una certa frequenza lettere con il bollo datario applicato al verso di lettere con il bollo della località di partenza marcate sul retro così come capita di trovare lettere i cui francobolli sono annullati con il bollo datario dell’ ambulante.

    Lettera spedita da Civita Lavinia a S. Eufemia (in provincia di Chieti) affrancata con due esemplari da 2 Baj grigio azzurrastro ed il bollo dell’ ambulante applicato al verso. Presenta anche il bollo dell’ ambulante Isoletta-Napoli e Napoli-Isoletta cui venne affidata la letetra per il raggiungimento della località di

    destinazione.

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  • Lettera da Guarcino a Ripi del 12 maggio 1865 con applicato un francobollo da 2 Baj bianco azzurrastro annullato con il bollo dell’ ambulante

    A partire dal 20 settembre 1870, con la caduta del potere temporale del Papa e l’acquisizione del territorio di quello che rimaneva dello Stato Pontificio nel Regno d’Italia, i bolli dell’ ambulante Roma-Ceprano non vennero più utilizzati anche se la corrispondenza continuò ad essere trasportata su quella linea. Al suo posto, inizialmente, si trovano i bolli italiani numerali ed il bollo circolare dell’ ambulante italiano “Isoletta-Napoli” o “Napoli-Isoletta”.

    A partire poi, dal 1° gennaio 1871, la corrispondenza viaggiante su quella tratta ebbe il bollo dell’ Ambulante “Roma-Napoli” o “Napoli-Roma” a conferma di una ormai avvenuta unificazione del collegamento fra due importantissime città della penisola.

    Giuliano Padrin