La struttura della Terra - s830b3057545f1f61.jimcontent.com · Il primo sismografo moderno, detto...
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Un TERREMOTO o SISMA è qualunque rapida vibrazione della crosta terrestre,
indipendentemente dagli effetti che provoca
La SISMOLOGIA è la scienza che studia i terremoti
e si serve di particolari strumenti, i SISMOGRAFI,
che registrano in un SISMOGRAMMA le vibrazioni
telluriche
Ogni anno, sulla Terra, si verificano circa un
milione di sismi, di cui solo qualche
centinaio viene avvertito dall’uomo.
Il sismografo è un semplice «sistema a
pendolo», costituito da una massa
sospesa a un filo libera di oscillare.
Quando il terreno vibra, il supporto del
pendolo, saldamente fissato a terra, si
mette a vibrare ma la massa rimane
ferma perché il filo non le trasmette
direttamente il moto. Fissando alla
massa del pendolo una punta
inchiostrata, essa muovendosi lascia un
segno su un sottostante cilindro
rotante. La traccia lasciata si chiama
sismogramma.
I primi tentativi di registrare i movimenti del
suolo furono fatti nel XVIII in Italia: si trattava
di un pennino collegato ad un pendolo che,
in seguito al movimento, lasciava un segno
su un rullo rotante
Il primo sismografo moderno, detto sismografo elettromagnetico, fu ideato nel 1856
dall’italiano Luigi Palmieri, docente all’Università di Napoli
I moderni sismografi sono costituiti da
sofisticati sensori e trasduttori di segnali. Il
meccanismo è analogo a quello dei vecchi
sismografi, cioè basato su un sistema inerziale:
esso è realizzato attraverso una massa sospesa
legata ad una molla. La massa sospesa è una
bobina di rame (o altro materiale conduttore)
che viene posta all’interno di un magnete.
Quest’ultimo si muove con il terreno all’arrivo
dell’onda sismica, mentre la bobina resta ferma
perché sospesa alla molla. Si genera dunque
un moto relativo tra bobina e magnete che
genera una corrente indotta nella bobina. La
corrente prodotta viene misurata da un
apposito circuito elettronico e memorizzata in
un computer, il movimento del suolo viene
dunque tradotto in segnale digitale
Trasduttore elettromagnetico
Le rocce non sono corpi rigidi e indeformabili, ma presentano un certo grado di elasticità.
Quando sono sottoposte a pressioni e sollecitazioni possono piegarsi ma soltanto fino ad
un certo limite, superato il quale si spezzano. Questo provoca la liberazione di una
grande quantità di ENERGIA ELASTICA accumulata e la formazione di onde sismiche,
vibrazioni che si allontanano in tutte le direzioni.
IPOCENTRO: il punto posto nel sottosuolo in cui si originano le onde sismiche
EPICENTRO: il punto della superficie terrestre posto verticalmente sopra l’ipocentro
ORIGINE DEI SISMI
A seconda della profondità dell’ipocentro
un terremoto è detto:
• Superficiale: profondità inferiore ai 60
Km
• Intermedio: profondità compresa tra 70
e 300 Km
• Profondo: profondità superiore ai 300
Km
ORIGINE DEI SISMI
ORIGINE TETTONICA: la maggior parte dei terremoti si generano dall’improvvisa apertura di
spaccature nelle rocce, seguite da movimenti lungo le linee di frattura. Essi normalmente si
verificano in prossimità dei margini di fascia e variano in intensità e pericolosità a seconda
del tipo di margine:
• Margini convergenti: circa la metà dei terremoti che si verificano sulla Terra si genera in
prossimità di questi margini e in particolare nelle zone di subduzione. Sono molto
distruttivi in quanto l’energia liberata può raggiungere il 75% di tutta l’energia sismica.
L’ipocentro è generalmente molto profondo (300-700 Km). Sono concentrati nella
cosiddetta «cintura di fuoco» del Pacifico, una banda lunga 38600 Km che contorna tutto
l’Oceano. Uno dei più disastrosi si è verificato nel 1964 in Alaska dove la Placca Pacifica
sprofonda sotto quella Americana.
Alaska 1964
ORIGINE DEI SISMI
• Margini convergenti orogenetici: dove le
forze compressive producono l’innalzamento
delle catene montuose, si possono generare
dei terremoti con ipocentro superficiale (0-
70 Km) o intermedio (70-300 Km) in cui
viene liberato il 15% dell’energia sismica
terrestre. La maggior parte i essi si verificano
lungo la fascia che decorre dal Mar
Mediterraneo al Mar Caspio e all’Himalaya,
fino al golfo del Bengala
Terremoto in Nepal – Aprile 2015
ORIGINE DEI SISMI
• Margini trascorrenti: lo scorrimento
reciproco tra due placche genera la
liberazione di energia e la formazione di
fenomeni sismici. I fenomeni più importanti
si registrano in prossimità della faglia di San
Andreas in California.
L’ultimo si è verificato nel 1989
ed ha provocato una frattura di
40 Km vicino a Santa Cruz con
una magnitudo di 7.1
ORIGINE DEI SISMI
ORIGINE VULCANICA: sono meno frequenti e
si verificano a seguito della pressione del
materiale vulcanico che sale in superficie.
Generalmente non sono fenomeni isolati
ma si presentano in successione (sciame
sismico) e interessano aree più ristrette. Si
verificano solitamente prima di una
eruzione vulcanica e ne preannunciano
l’imminente arrivo, come accadde in
occasione dell’eruzione del monte Saint
Helens, nello stato di Washington, nel
maggio del 1980
TIPI DI ONDE SISMICHE
Le onde sismiche sono delle onde elastiche che si propagano attraverso un
mezzo provocandone una deformazione e la creazione di "forze di richiamo" che
si oppongono a questa deformazione.
Si possono distinguere due tipi di deformazioni:
1. COMPRESSIONE PURA: provoca variazioni nel volume ma non nella forma
2. SFORZO DI TAGLIO: provoca cambiamenti nella forma ma non nel volume
Sforzi compressivi Sforzi di taglio
TIPI DI ONDE SISMICHE
Le onde sismiche si differenziano in base alla modalità di propagazione e
all’intensità in:
• Onde longitudinali (onde P)
• Onde trasversali (onde S)
• Onde superficiali distinte in onde l (di Love) e onde R (di Rayleigh)
TIPI DI ONDE SISMICHE
ONDE LONGITUDINALI
Sono dette anche onde primarie perché sono le prime a raggiungere la superficie
ed essere rilevate dai sismografi.
Sono onde di compressione e, dall’ipocentro, si propagano entro il volume delle
rocce per successive compressioni e dilatazioni, causandone una variazione nel
volume. Sono dette longitudinali in quanto fanno oscillare le particelle di roccia
parallelamente alla loro direzione di propagazione. Si propagano ad una velocità
compresa tra 6,2 e 8,2 Km/sec. Si propagano sia nei solidi che nei fluidi (acqua,
magma)
TIPI DI ONDE SISMICHE
ONDE TRASVERSALI
Sono dette anche onde secondarie perché sono più lente delle onde longitudinali
velocità compresa tra 3,6 e 4,7 Km/sec). Sono generate da forze di taglio e
provocano variazioni di forma ma non di volume. Provocano oscillazioni delle
particelle di cui sono formate le rocce dal basso verso l’alto e viceversa. Non si
propagano nei liquidi e questo ha permesso di ipotizzare la presenza all’interno
della Terra di un nucleo esterno liquido.
TIPI DI ONDE SISMICHE
ONDE SUPERFICIALI
Si originano a partire dall’epicentro verso la superficie e provocano i danni maggiori.
Sono distinte in:
ONDE R (DI RAYLEIGH): provocano
un moto ellittico delle
particelle, in un piano verticale
alla direzione di propagazione
dell’onda. La loro velocità è di
circa 2,7 Km/sec.
ONDE L (DI LOVE): provocano oscillazioni
delle particelle delle rocce, trasversali alla
direzione di propagazione , ma solo nel
piano orizzontale, parallelo alla superficie
terrestre. Viaggiano ad una velocità di circa
3 Km/sec.
Onde L
Onde R
SCALE DI MISURAZIONE DEI SISMI
INTENSITÀ
Si deve all’italiano Giuseppe Mercalli la creazione di una scala di misurazione dell’intensità
dei terremoti, all’inizio del XX secolo. La scala Mercalli valuta i terremoti basandosi sugli
effetti prodotti su uomini e cose. La scala ideata da Mercalli era suddivisa in 10 gradi di
intensità.
Quella attualmente in uso, scale MCS (Mercalli, Cancani, Sieberg) è suddivisa in 12 gradi, in
cui si attribuisce valore 1 a sismi registrati solamente dagli strumenti e valore 12 a sismi che
causano la distruzione quasi totale di abitanti e comportano il lancio in aria di oggetti
SCALE DI MISURAZIONE DEI SISMI
MAGNITUDO
La scala di magnitudo fu introdotta nel 1935 dal sismologo americano Charles Richter ed
esprime l’energia liberata dal sisma. Stabilisce un livello a 0 per vibrazioni che producono su
un sismografo standard, posto a 100 Km di distanza dall’epicentro, un’ampiezza massima
delle onde di 0,001 mm. L’aumento di 1 grado di magnitudo corrisponde ad un aumento di
10 volte dell’ampiezza massima registrata
La scala Richter è una scala aperta, in
quanto non prevede un valore massimo.
Alcuni dei terremoti più violenti registrati
sono stati: il terremoto dell’Oceano
Indiano nel 2004 (8,9 gradi), quello del
Cile del 1960 (8,5 gradi), quello del 1976
in Cina (8 gradi), quello di Messina nel
1908 (7,5 gradi). I più recenti terremoti
italiani, in Abruzzo nel 2006 e in Emilia
nel 2012, avevano una ma
gnitudo rispettivamente di e 5,8 e 5,9
gradi
TSUNAMI
Si tratta di onde di maremoto che si verificano a seguito di un terremoto o un’eruzione
vulcanica in mare. Le onde possono raggiungere grande energia e velocità ed una
lunghezza d’onda di 240 Km. In acque profonde l’altezza delle onde varia dai 30 ai 60 cm,
per cui le navi in alto mare non si accorgono del fenomeno e non possono dare alcun
preavviso a terra. Una volte giunte in prossimità dei fondali più bassi, le onde si alzano
improvvisamente fino a raggiungere i 30 metri
Nel Dicembre 2004 la stazione
sismologica delle Hawaii registrò
un sisma di magnitudo 8,9, con
epicentro nell’Oceano Indiano
(placca australiana e placca
eurasiatica). Dalla zona
dell’epicentro partì uno tsunami
che raggiunse le isole e le coste
del Sud Est asiatico . Le vittime
furono circa 280.000