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RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA PIANO DI GESTIONE ATO 12 MONTE CALDEROSA (cod. IT9210240) M. MADONNA VIGGIANO (cod. IT9210205) MONTE VOLTURINO (cod. IT9210180) SERRA DI CALVELLO (cod. IT9210170) - REPORT- SETTEMBRE 2012

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RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA

PIANO DI GESTIONE

ATO 12

MONTE CALDEROSA (cod. IT9210240)M. MADONNA VIGGIANO (cod. IT9210205)

MONTE VOLTURINO (cod. IT9210180)SERRA DI CALVELLO (cod. IT9210170)

- REPORT-

SETTEMBRE 2012

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Arch. Rosaria PILIERI

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATASCHEDA DI SINTESI DEL RAPPORTO N° 1

Data : 23/09/2012Area numero : 12Denominazione: Monte Calderosa (cod. it9210240)

M. Madonna Viggiano (cod. it9210205)Monte Volturino (cod. it9210180)Serra di Calvello (cod. it9210170)

Gruppo di lavoro:

Nome Sito RuoloDott.ssa Rosanna Marino BotanicoGeol. Salvatore Oliveto GeologoArch. Rosaria Pilieri ArchitettoDott. Giuseppe Falconeri ForestaleDott. Luciano Ferraro Forestale

Temi AutoriGeologia Geol. Salvatore OlivetoZoologia Botanica Dott.ssa Rosanna Marino

Zootecnia Dott. Giuseppe Falconeri, Dott. Luciano Ferraro

Agronomia Dott. Giuseppe Falconeri, Dott. Luciano Ferraro

Selvicoltura Dott. Giuseppe Falconeri, Dott. Luciano Ferraro

Impatti Ambientali Pianificazione territoriale Arch. Rosaria Pilieri

Economia Arch. Rosaria PilieriComunicazione/Concertazione

Cartografia/Analisi GIS Dott.ssa Rosanna Marino, Geol. Salvatore Oliveto, Arch. Rosaria Pilieri, Dott. Giuseppe Falconeri, Dott. Luciano Ferraro

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Arch. Rosaria PILIERI

PIANO DI GESTIONE

- primo report-1. LA DIRETTIVA HABITAT E LA RETE DEI SITI NATURA 2000 IN BASILICATA2. I PIANI DI GESTIONE3. METODOLOGIA

1. QUADRO CONOSCITIVO

1.1. DESCRIZIONE FISICA1.1.1. Corrispondenza del confine del/dei SIC con elementi fisici presenti nel territorio1.1.2. L’AREA VASTA DI RIFERIMENTO1.1.3. INQUADRAMENTO CLIMATICO E CARATTERIZZAZIONE BIOCLIMATICA1.1.4. INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICO

1.2. INQUADRAMENTO AMBIENTALE1.2.1. UNITÀ E SUB-UNITÀ AMBIENTALI1.2.3. RELAZIONI ECOSISTEMICHE, DINAMICHE E CONTATTI1.2.4. METODOLOGIA SEGUITA NELLA REDAZIONE DELLA CARTA DEGLI HABITAT E DELLE UNITÀ AMBIENTALI

1.3. INQUADRAMENTO BOTANICO1.3.1. LE CONOSCENZE FLORISTICO-VEGETAZIONALI PREGRESSE1.3.2. METODOLOGIA ADOTTATA PER L'INQUADRAMENTO BOTANICO1.3.3. LA FLORA VASCOLARE1.3.4. PIANTE VASCOLARI PRESENTI NEGLI ALLEGATI II, IV E V DELLA DIRETTIVA HABITAT E/O NELLA LISTA ROSSA REGIONALE E/O DI INTERESSE BIOGEOGRAFICO/CONSERVAZIONISTICO1.3.4.a PIANTE elencate nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE1.3.4.b ALTRE SPECIE IMPORTANTI DI FLORA 1.3.4.c. SPECIE CON VALORE DI BIOINDICAZIONE1.3.5. SPECIE ALIENE E ANALISI DEL GRADO DI INVASIVITÀ 1.3.6. LA VEGETAZIONE1.3.7. VALUTAZIONE DEL GRADO DI NATURALITÀ DEL TERRITORIO E DATI DI SINTESI SULL’USO DEL SUOLO

1.4. INQUADRAMENTO FAUNISTICO1.4.1. LE CONOSCENZE FAUNISTICHE PREGRESSE1.4.2. METODOLOGIA ADOTTATA PER L'INQUADRAMENTO FAUNISTICO1.4.3. LA FAUNA1.4.4. SPECIE FAUNISTICHE PRESENTI NEGLI ALLEGATI II, IV E V DELLA DIRETTIVA HABITAT E/O NELLA LISTA ROSSA REGIONALE E/O DI INTERESSE BIOGEOGRAFICO/CONSERVAZIONISTICO1.4.4.a ANIMALI ELENCATI NELL’ALLEGATO II DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE

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Arch. Rosaria PILIERI

1.4.4.b ALTRE SPECIE IMPORTANTI DI FAUNA1.4.4.c. SPECIE CON VALORE DI BIOINDICAZIONE1.4.5. SPECIE ALIENE E ANALISI DEL GRADO DI INVASIVITÀ 1.4.6. APPLICAZIONE DI INDICI PER LA VALUTAZIONE DEL VALORE DELLE SINGOLE SPECIE ED INDIVIDUAZIONE DELLE SPECIE E DELLE COMUNITÀ DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO

1.5. INQUADRAMENTO AGRO-SILVO-PASTORALE1.5.1. DESCRIZIONE DELL’USO DEL SUOLO1.5.2. DESCRIZIONE DELLE AREE E DELLE TECNICHE AGRICOLE E ZOOTECNICHE1.5.3. DESCRIZIONE DELLE AREE FORESTALI1.5.4. CARATTERIZZAZIONE DELLE AREE AGRICOLE RISPETTO AGLI HABITAT ED ALLE SPECIE DELLA DIR. 92/43/CEE E CONSIDERAZIONI SULL’IMPATTO DELLE TIPOLOGIE E DELLE PRATICHE DI GESTIONE AGRO-FORESTALE

1.6. CARATTERIZZAZIONE PAESAGGISTICA 1.6.1. IDENTIFICAZIONE DELLE COMPONENTI DEL PAESAGGIO1.6.2. INTERAZIONI TRA LUOGHI E UNITÀ AMBIENTALI1.6.3.VARIAZIONI DEL PAESAGGIO E TENDENZE EVOLUTIVE DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI1.6.4. RELAZIONE CON LA RETE ECOLOGICA REGIONALE ED INDIVIDUAZIONE DEI CORRIDOI ECOLOGICI PRESENTI E POTENZIALI

1.7. CARATTERIZZAZIONE SOCIO-ECONOMICA1.7.1. IL QUADRO ECONOMICO E SOCIALE1.7.1.1. Descrizione del contesto socio-economico 1.7.1.2. Analisi economica1.7.2. LA SITUAZIONE DEMOGRAFICA1.7.2.1. Variazioni demografiche1.7.2.2. Situazione sociale 1.7.3. L’ECONOMIA DEL TERRITORIO1.7.3.1. Analisi dei settori: agricoltura, industria, turismo, altre attività1.7.3.2. Occupazione per settore di attività economica 1.7.3.3. Potenzialità turistiche dell’area1.7.3.4. Proposte di sviluppo socio-economico dell’area ed in particolare del sito

1.8. QUADRO DELLA PIANIFICAZIONE DI SETTORE, TERRITORIALE ED URBANISTICA1.8.1. STRUMENTI NORMATIVI E PIANIFICAZIONE DI SETTORE VIGENTI SUL TERRITORIO1.8.2. GLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE REGIONALE E DI AREA VASTA1.8.3. GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE COMUNALI1.8.4. I VINCOLI PRESENTI SUL TERRITORIO 1.8.5. MAPPA CATASTALE O DEFINIZIONE DI MACROZONE DEMANIALI1.8.6. INVENTARIO DEI SOGGETTI AMMINISTRATIVI E GESTIONALI 1.8.7. ANALISI DEL PATRIMONIO INSEDIATIVO, DELLE INFRASTRUTTURE E DEI DETRATTORI AMBIENTALI

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1.9.QUADRO DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-TERRITORIALE E PRINCIPALI STRUMENTI DI ATTUAZIONE 1.9.1. LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI COMUNITARI 1.9.1.1. Gli strumenti della programmazione del periodo 2000-20061.9.1.2. Gli strumenti della programmazione del periodo 2007-20131.9.2. ALTRI STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA1.9.3. LE RISORSE DEL FONDO PER LE AREE SOTTOUTILIZZATE (FAS)1.9.4. GLI STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA1.9.5. REGOLAMENTI 1.9.6. NORME SULLA CONDIZIONALITÀ1.9.7. CENSIMENTO DELLA PROGETTUALITÀ1.9.8. ANALISI VALUTATIVA DELLA PROGRAMMAZIONE ATTUATA E ATTUABILE NEL SITO1.9.9. INVENTARIO DELLE TIPOLOGIE DI FONDI POTENZIALMENTE UTILIZZABILI PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI GESTIONE 1.9.9.1. Fondi comunitari strutturali1.9.9.2. Fondo per le Aree Sottoutilizzate 1.9.9.3. Programmazione Comunitaria in materia di Cooperazione1.9.9.4. La nuova programmazione comunitaria di interesse del PdG

1.10. COERENZA TRA QUADRO PIANIFICATORIO E PROGRAMMATORIO E LE ESIGENZE DI TUTELA E CONSERVAZIONE1.10.1. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA 1.10.2 ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DEGLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE 1.10.3. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DI ALTRI PIANI E REGOLAMENTI VIGENTI CHE INCIDONO SUL TERRITORIO E SULLA CONSERVAZIONE DI SPECIE E HABITAT

1.11. DESCRIZIONE ARCHITETTONICA, ARCHEOLOGICA E CULTURALE1.11.1. GLI ELEMENTI IDENTITARI DEL PAESAGGIO DELL’AREA VASTA1.11.2. LE TRADIZIONI POPOLARI DELL’AREA VASTA QUALI PERCORSI CULTURALI1.11.3. DESCRIZIONE DEI VALORI ARCHEOLOGICI, ARCHITETTONICI E CULTURALI 1.11.4. INDIVIDUAZIONE DI AREE ARCHEOLOGICHE 1.11.5. INDIVIDUAZIONE DEI BENI ARCHITETTONICI ED ARCHEOLOGICI SOTTOPOSTI A TUTELA1.11.6. COERENZA CON GLI OBIETTIVI DEL D. LGS. 42/04. CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO 1.11.7. LA CULTURA INTANGIBILE1.11.7.1. Usi e costumi1.11.7.2. Eventi 1.11.7.3. Le istituzioni culturali. Le risorse organizzative e intellettuali1.11.7.4. Luoghi e itinerari. Il paesaggio come risorsa culturale

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2. VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE DI HABITAT E SPECIE

2.1. ESIGENZE ECOLOGICHE DEGLI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO E DEI BIOTOPI MERITEVOLI DI TUTELA2.1.1...n Schede Habitat

2.2. ESIGENZE ECOLOGICHE DELLE SPECIE FLORISTICHE DI INTERESSE COMUNITARIO2.2.1...n Schede Specie floristiche

2.3. ESIGENZE ECOLOGICHE DELLE SPECIE FAUNISTICHE DI INTERESSE COMUNITARIO2.2.1...n Schede Specie faunistiche

2.4. VALUTAZIONE DELL’INFLUENZA DEI FATTORI SOCIO-ECONOMICI CHE INSISTONO SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DI SPECIE E HABITAT D'INTERESSE2.4.1. AGRICOLTURA E SELVICOLTURA2.4.2. PESCA, CACCIA E RACCOLTA2.4.3. ATTIVITÀ MINERARIA ED ESTRATTIVA2.4.4. URBANIZZAZIONE, INDUSTRIALIZZAZIONE ED ATTIVITÀ SIMILARI2.4.5. TRASPORTI E COMUNICAZIONI2.4.6. TURISMO E DIVERTIMENTI2.4.7. INQUINAMENTO E ALTRE ATTIVITÀ UMANE2.4.8. MODIFICHE UMANE DELLE CONDIZIONI IDRAULICHE2.4.9. PROCESSI NATURALI

2. 5. INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DI INDICATORI FINALIZZATI A MONITORARE LO STATO DI CONSERVAZIONE2.5.1. INDICATORI SPAZIALI2.5.1....n elaborazioni degli indici di sensibilità ecologica e di pressione antropica per l'Habitat... 2.5.2. INDICATORI FLORO-VEGETAZIONALI2.5.3. INDICATORI FAUNISTICI2.5.4. ASSETTO IDROBIOLOGICO2.5.5. INDICATORI FORESTALI2.5.6. INDICATORI AGRO-ZOOTECNICI2.5.7. INDICATORI SOCIOECONOMICI

2.6. QUADRO RIASSUNTIVO DELLE MINACCE E CRITICITÀ

3. IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE3.1. Tabella dei portatori d'interesse (stakeholders)

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1. QUADRO CONOSCITIVOaltra competenza1.1. DESCRIZIONE FISICAaltra competenza1.1.1. Corrispondenza del confine del/dei SIC con elementi fisici presenti nel territorioaltra competenza1.1.2. L’AREA VASTA DI RIFERIMENTOLe aree SIC/ZPS oggetto del presente Piano di Gestione rientrano nella più vasta area protetta del

Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese, interamente compresa nel

territorio lucano.

Il Parco Nazionale dell’ Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese è stato istituito nel 2006, ha

una estensione di 67.564 ettari e comprende 29 comuni arroccati sulle colline. Il suo perimetro si

staglia su una larga parte dell' Appennino Lucano, estendendosi dalle vette del Volturino fino al

massiccio del Sirino. La sua posizione geografica ne fa un perfetto corridoio ambientale tra le due

grandi riserve naturali del Parco Nazionale del Pollino e del Parco Nazionale del Cilento, al centro

del sistema regionale delle aree protette.

In tale territorio sono comprese le aree SIC l’Abetina di Laurenzana (codice Natura 2000,

IT9210005), il Monte della Madonna di Viggiano (codice natura 2000, IT9210205), il Monte

Caldarosa (codice Natura 2000, IT9210240), il Monte Volturino (codice natura 2000, IT9210180) e

il Monte Serra di Calvello (codice natura 2000, IT9210170).

Il Parco è caratterizzato da un' eccezionale biodiversità, costituita da un incredibile insieme di

piante a animali, esso si contraddistingue per la presenza alle basse quote del bosco misto con

prevalenza di aceri, faggi, cerri e tra le specie più importanti l’abete bianco, detto anche specie

fredda a testimonianza delle glaciazioni avutesi sul territorio della Val D’ Agri. Importante è anche

la fauna con la presenza del lupo, la lontra, il cinghiale, il cervo, il nibbio reale.

Il Parco Nazionale dell’ Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese è il parco dove più che altrove

si fa visita non solo alle bellezze naturali, ma anche ai diversi paesi arroccati sulle alture.

Tanti sono i borghi della Val d’Agri, ciascuno con il suo carattere, con il suo centro storico ricco di

vicoli e chiese; di tali paese quelli che rientrano nel perimetro dell’ ATO di competenza sono:

Calvello, Abriola, Laurenzana, Marsiconuovo, Marsicovetere, Viggiano, Corleto Perticara.

I rilievi montuosi a Nord sono meta preferita di chi ama gli sport invernali grazie ai suoi impianti da

discesa (Monte Volturino, Montagna di Viggiano, Monte Sirino), ai circuiti per lo sci di fondo, e

alle numerose passeggiate con le ciaspole accompagnati da guide esperte dei luoghi. L’altra

ricchezza della Valle è l'oro nero, si stima che quello della Val D’ Agri sia il più grande giacimento

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europeo su terra ferma. Inoltre, degni di nota sono gli impianti eolici che si stanno sviluppando in

tutta la Val D' Agri.

1.1.3. INQUADRAMENTO CLIMATICO E CARATTERIZZAZIONE BIOCLIMATICAaltra competenza1.1.4. INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO, IDROGEOLOGICOaltra competenza

1.2. INQUADRAMENTO AMBIENTALE1.3. altra competenza1.2.1. UNITÀ E SUB-UNITÀ AMBIENTALIaltra competenza1.2.3. RELAZIONI ECOSISTEMICHE, DINAMICHE E CONTATTIaltra competenza1.2.4. METODOLOGIA SEGUITA NELLA REDAZIONE DELLA CARTA DEGLI HABITAT E DELLE UNITÀ AMBIENTALIaltra competenza

1.4. INQUADRAMENTO BOTANICO1.5. altra competenza1.3.1. LE CONOSCENZE FLORISTICO-VEGETAZIONALI PREGRESSEaltra competenza1.3.2. METODOLOGIA ADOTTATA PER L'INQUADRAMENTO BOTANICOaltra competenza1.3.3. LA FLORA VASCOLAREaltra competenza1.3.4. PIANTE VASCOLARI PRESENTI NEGLI ALLEGATI II, IV E V DELLA DIRETTIVA HABITAT E/O NELLA LISTA ROSSA REGIONALE E/O DI INTERESSE BIOGEOGRAFICO/CONSERVAZIONISTICOaltra competenza1.3.4.a PIANTE elencate nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEEaltra competenza1.3.4.b ALTRE SPECIE IMPORTANTI DI FLORA altra competenza1.3.4.c. SPECIE CON VALORE DI BIOINDICAZIONEaltra competenza1.3.5. SPECIE ALIENE E ANALISI DEL GRADO DI INVASIVITÀ altra competenza1.3.6. LA VEGETAZIONEaltra competenza1.3.7. VALUTAZIONE DEL GRADO DI NATURALITÀ DEL TERRITORIO E DATI DI SINTESI SULL’USO DEL SUOLOaltra competenza1.4. INQUADRAMENTO FAUNISTICOaltra competenza1.4.1. LE CONOSCENZE FAUNISTICHE PREGRESSEaltra competenza1.4.2. METODOLOGIA ADOTTATA PER L'INQUADRAMENTO FAUNISTICOaltra competenza1.4.3. LA FAUNA

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altra competenza1.4.4. SPECIE FAUNISTICHE PRESENTI NEGLI ALLEGATI II, IV E V DELLA DIRETTIVA HABITAT E/O NELLA LISTA ROSSA REGIONALE E/O DI INTERESSE BIOGEOGRAFICO/CONSERVAZIONISTICOaltra competenza1.4.4.a ANIMALI ELENCATI NELL’ALLEGATO II DELLA DIRETTIVA 92/43/CEEaltra competenza1.4.4.b ALTRE SPECIE IMPORTANTI DI FAUNAaltra competenza1.4.4.c. SPECIE CON VALORE DI BIOINDICAZIONEaltra competenza1.4.5. SPECIE ALIENE E ANALISI DEL GRADO DI INVASIVITÀ altra competenza1.4.6. APPLICAZIONE DI INDICI PER LA VALUTAZIONE DEL VALORE DELLE SINGOLE SPECIE ED INDIVIDUAZIONE DELLE SPECIE E DELLE COMUNITÀ DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICOaltra competenza

1.6. INQUADRAMENTO AGRO-SILVO-PASTORALE1.7. altra competenza1.5.1. DESCRIZIONE DELL’USO DEL SUOLOaltra competenza1.5.2. DESCRIZIONE DELLE AREE E DELLE TECNICHE AGRICOLE E ZOOTECNICHEaltra competenza1.5.3. DESCRIZIONE DELLE AREE FORESTALIaltra competenza1.5.4. CARATTERIZZAZIONE DELLE AREE AGRICOLE RISPETTO AGLI HABITAT ED ALLE SPECIE DELLA DIR. 92/43/CEE E CONSIDERAZIONI SULL’IMPATTO DELLE TIPOLOGIE E DELLE PRATICHE DI GESTIONE AGRO-FORESTALEaltra competenza

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1.6. CARATTERIZZAZIONE PAESAGGISTICA

Il sistema urbano-territoriale della Val d’Agri è definito dalla "conca" dove scorre il fiume Agri.

L’area, inglobando l’alta e media valle dell’Agri e i bacini montani che la identificano, costituisce

una sub-componente morfologica sufficientemente omogenea. Componenti di questa sub – regione

risultano quindi : la valle , estesa secondo un asse prevalente orientato in senso nord-ovest / sud-est

e i crinali dei complessi orientale montuosi che ne delimitano il perimetro, ovvero lungo il versante

nord il Volturino ( 1835 m) ed il Monte di Viggiano ( 1724 m ); lungo il versante occidentale i

monti di Serra Longa (1503 m ) e Fontana lunga ( 1385 m); lungo il versante meridionale la Rocca

Rossa (1404 m ) e le Murge del Principe ( 1398 m ) con le articolate appendici sul cui sfondo si

staglia il Monte Sirino ( 2005 m) , il Massiccio del Raparo ( 1761 m). Questo esteso complesso di

monti con le relative creste e vette separa la valle dell’Agri dalle vallate contigue del Vallo di

Diano, del Noce, del Sinni e del Camastra.

Lungo l’asse principale della valle scorre il fiume Agri, alimentato da numerosi affluenti a regime

torrentizio e con sorgenti in talune circostanze perenni. Nel bacino idrografico di sinistra del fiume (

ricadenti nell’ATO 12), i principali affluenti sono: il S. Elia, il Molinara, l’Alli, il Casale, il

Rifreddo; il bacino idrografico di destra si caratterizza con l’Aggia, il Caolo, lo Sciaura, il Maglia

nonché per tributari di minore ruolo.

Questo sistema fluviale costituisce un eccezionale patrimonio naturalistico in parte compromesso da

pesanti interventi di regimentazione, in parte ancora intatto ma scarsamente conosciuto ed

apprezzato dalla stessa popolazione locale. La struttura geologica calcareo dolomitica dei complessi

montuosi si integra con le terre rosse dei relativi altopiani, ove dominano le faggete, generando un

paesaggio variegato ed aspro, ricco di qualità sceniche ed ambientali. Queste caratteristiche

dell’ambiente geografico, unitamente alla presenza di una fauna di importante valore naturalistico,

sono sottolineate dalla presenza sul territorio di diverse aree protette.

I SIC ricadenti nell’ATO 12 confinano: ad nord con il territorio di Calvello, Laurenzana e Abriola;

ad ovest con il territorio del Comune di Marsico Nuovo. Il versante a sud è caratterizzato dal

fondovalle del fiume Agri. Ad est si estende l’ area dell’ Abetina di Laurenzana. L'intero territorio

si pone come nodo centrale del sistema appenninico lucano e costituisce anche il nodo di

connessione tra questo e il sistema costiero Jonico, attraverso il corridoio naturale della Val D’Agri.

1.6.1. IDENTIFICAZIONE DELLE COMPONENTI DEL PAESAGGIO

La necessità di conoscere le regole che hanno generato il paesaggio locale ci porta ad una lettura

dello stesso attraverso le sue componenti strutturali. Le unità di massima complessità attraverso le

quali è possibile rileggere il territorio sono le unità di paesaggio, definite come sub-sistemi

paesistici complessi. La definizione di questi contesti paesistici, costituisce l’integrazione finale di

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un processo complesso nel quale confluiscono le analisi dei sistemi delle risorse fisico-ambientali,

dei sistemi delle permanenze storico-culturali e simboliche, degli assetti funzionali, delle

intervisibilità, delle microstorie sociali delle quali il paesaggio è costituito. L’individuazione delle

unità di paesaggio, comporta la formazione di un quadro conoscitivo di base, con l’obiettivo di

rintracciare omogeneità territoriali, individuando i valori connessi alla naturalità, alle biodiversità,

ai sistemi antropici consolidati.

Nel progetto preliminare di rete ecologica “Sistema ecologico funzionale territoriale” sono stati

individuati degli indicatori di tipologie ambientali messi poi a confronto con le problematiche di

matrice antropica. Sono stati quindi individuati ambiti unitari ed omogenei per morfologia,

pedologia e uso del suolo denominati, “sistemi di terre”.

si evince che nell’ambito dell’ ATO 12 sono presenti in maggioranza quattro sistemi di terre:

- A1 Area montana – il sistema di terre dell’alta montagna comprende i versanti alti ed i pianori dei

rilievi montuosi dagli 800 m. in su, dove l’uso del suolo prevalente è quello di boschi, pascoli e in

minor percentuale di aree agricole a seminativo. Le aziende presentano una struttura di tipo privato

a conduzione familiare. Tale sistema di terre caratterizza quasi totalmente le quattro aree Sic dell’

ATO 12;

- A2 Rilievi montani interni - il sistema di terre dei rilievi montani interni comprende i rilievi

collinari e montani tra i 300 i 1000m con un uso del suolo a prevalenza di boschi, pascoli, aree

agricole a seminativi e oliveti. Le aziende sono a conduzione familiare in cui spesso si svolge anche

attività zootecnica;

- A3 Rilievi montani interni - Il sistema di terre dei Rilievi Montani Interni a Morfologia Ondulata

comprende i versanti a morfologia dolcemente ondulata dei rilievi centrali, a substrato costituto da

rocce sedimentarie terziarie, a quote comprese tra 200 e 1.100 m, con uso agricolo, a eccezione

delle fasce altimetriche più elevate e dei versanti più ripidi, utilizzati a pascolo e bosco. L’azienda si

caratterizza per la conduzione prevalentemente familiare, destinata prevalentemente a seminativi

(68%) e a pascoli per il 25% , con un discreto orientamento anche alla zootecnia;

- D2 Pianure alluvionali – il sistema di terre delle pianure alluvionali comprende territori con quote

comprese tra 0 e 750m con un uso del suolo tipicamente agricolo a seminativi, colture arboree

specializzate e colture orticole di pregio. Le aziende sono circa 300 a conduzione familiare.

1.6.2. INTERAZIONI TRA LUOGHI E UNITÀ AMBIENTALI

L’ articolazione morfologica delle sommità montane, dei pianori collinari, dei crinali e delle valli,

relazionata con il sistema morfologico insediativo e relazionale consente di riconoscere componenti

e sub-componenti in cui è possibile scomporre l’intero territorio regionale.

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L’ ambito di studio ricade nella componente morfologica della Valle del Fiume Agri, che si estende

ad est della dorsale appeninica lucana. L’area, più precisamente, ricade in gran parte nella sub-

componente dell’alto corso del fiume Agri, in cui trovano collocazione gli insediamenti di Marsico

Vetere, Marsico Nuovo e Viggiano.

In tale sistema morfologico-insediativo-relazionale risulta significativa e caratterizzante la

correlazione tra l’insediamento storico dell’abitato di Marsico Vetere, eretto sul crinale appeninico

e la frazione di Villa D’Agri, di più recente formazione, sviluppatasi sul fondovalle.

1.6.3.VARIAZIONI DEL PAESAGGIO E TENDENZE EVOLUTIVE DELLE

TRASFORMAZIONI TERRITORIALI

I processi di trasformazione che caratterizzano le aree del territorio possono essere desunti dall’

analisi delle dinamiche delle coperture delle terre, sovrapponendo (overlay) le carte di utilizzazione

del suolo di epoche diverse. Il territorio in esame presenta una persistenza forestale e pascolativa

nelle aree Sic, e più in generale sulle sommità montane, mentre permane l’uso agricolo del suolo

scendendo verso i pianori di collina ed i fondovalle.

La struttura insediativa si presenta rarefatta, basata su un reticolo di nuclei abitati di piccola

dimensione piuttosto distanziati tra di loro e con una pressione antropica sul territorio modesta.

1.6.4. RELAZIONE CON LA RETE ECOLOGICA REGIONALE ED INDIVIDUAZIONE

DEI CORRIDOI ECOLOGICI PRESENTI E POTENZIALI

Il territorio in esame, in particolare le aree Sic ivi ricadenti, presentano degli ecosistemi

seminaturali (boschi e praterie) ad elevata qualità ambientale. Tali aree vengono identificate come

nodi primari o prioritari dallo schema di rete ecologica regionale. Per definizione il nodo primario è

un’ area di persistenza diffusa forestale e/o pascolativa di ampie dimensioni ricadente anche

parzialmente in un’ area protetta. Le Sic di Calvello, Monte Volturino, Madonna di Viggiano e

Monte Caldarosa, rappresentano quindi dei nodi primari di rete ecologica. Tali nodi sono collegati

tra loro da direttrici di connessione dei nodi montani e collinari, identificate in corrispondenza di

fasce di territorio ad elevata qualità ambientale. Le Sic in questione, dunque, concorrono in modo

significativo alla costruzione dell’ossatura di rete ecologica regionale.

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Arch. Rosaria PILIERI

1.7. CARATTERIZZAZIONE SOCIO-ECONOMICALa gestione di un’area naturale deve perseguire finalità di conservazione e tutela delle risorse

naturali, muovendosi in una prospettiva di sviluppo socio-economico sostenibile dei territori

coinvolti. Per questo la redazione di un piano di gestione non può prescindere dall’analisi degli

aspetti antropici, intesi come aspetti sociali, economici, culturali, valutandone da una parte le

interferenze con le risorse naturali, dall’altra le invarianti e le esigenze che devono essere tenute in

considerazione nella gestione e negli usi del territorio.

L’ambito territoriale di riferimento il quadro che emerge è quello di una struttura insediativa

dilatata, con la presenza di piccoli nuclei abitati distanti tra di loro e con una pressione antropica sul

territorio modesta. Il territorio è interessato da un forte fenomeno migratorio.

La vocazione produttiva dell’area è quella agricola. Ad eccezione dell’attività di estrazione

petrolifera le attività industriali sono scarsamente significative e si concentrano prevalentemente

nell’edilizia e nel suo indotto. I servizi avanzati alle imprese e alle persone sono assai deficitari.

Appare sottodimensionato anche il settore turistico rispetto alle potenzialità locali.

L’istituzione del Parco Nazionale della Val d’Agri e del Lagonegrese e l’attività estrattiva sono

destinati ad incidere fortemente sullo scenario economico, sociale ed ambientale del comprensorio,

essi determinano forti opportunità per lo sviluppo dell’area.

1.7.1. IL QUADRO ECONOMICO E SOCIALE

1.7.1.1. Descrizione del contesto socio-economico

L’ATO 12 copre un territorio di 613,80 Kmq presenta una struttura morfologica complessa che

rende sfavorevoli le condizioni di vita soprattutto nelle aree montane.

Il sistema insediativo è caratterizzato da centri di piccole dimensioni, legati in parte anche alle

inclinazioni dei pendii che rendono difficoltosa l'espansione. Il fondovalle ospita un sistema diffuso

di abitazioni rurali organizzato in frazioni o frammentato sul terreno agricolo.

Il territorio è connotato da una densità demografica molto bassa, pari 34,81 abitanti per kmq,

nettamente inferiore a quella regionale (58,73 ab./kmq) che, a sua volta, risulta essere inferiore sia

alla densità demografica del sud Italia (201,57 ab./kmq) sia a quella nazionale (189 ab/kmq).

La struttura della popolazione residente è soggetta alle conseguenze di una continua emigrazione:

con un indice di vecchiaia che supera non solo la media nazionale, ma anche quella regionale. Lo

spopolamento è un fenomeno che interessa il territorio del Parco, come molte altre aree interne della

Basilicata, dai primi del '900.

1.7.1.2. Analisi economica

L’economia locale è tutt’ora dominata dal settore agricolo, che rappresenta l’attività con il più alto

tasso di occupati, seguito da quello dei dipendenti della pubblica amministrazione (PIT Val

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d'Agri,2003). Nonostante numerose piccole imprese siano state create negli anni '70 - '80 grazie ad

incentivi statali, l’industrializzazione stenta ad affermarsi.

Si tratta infatti di attività industriali nate nel tentativo di clonare casi di successo realizzati in altre

parti d'Italia ma spesso prive di un reale collegamento con l'assetto produttivo locale; il risultato è

stato quindi, la realizzazione di attività imprenditoriali che non sono riuscite ad innescare un

processo di sviluppo economico con impatti significativi sul sistema economico locale. Il settore

terziario si concentra in modo particolare nei comuni di valle, più popolosi ed economicamente più

dinamici rispetto a quelli delle aree montane. Sono sostanzialmente poco diffusi i servizi alla

persona, alle imprese e al turismo.

Un importante risorsa del territorio è il petrolio, la cui scoperta risale al 1930 – 1940. La

produzione, inizialmente modesta, viene bloccata negli anni '50, anche a causa del contesto storico e

geopolitico internazionale. In seguito, l'emergenza petrolifera degli anni 70' e l'innovazione

tecnologica nella ricerca e nello sviluppo dei giacimenti danno avvio a una nuova campagna

esplorativa che, nel corso degli anni '80, porta alla scoperta dei giacimenti di petrolio più importanti

della Basilicata, situati rispettivamente nella Valle dell'Agri e nell'area dell'Alto Sauro. Nel loro

insieme queste due aree costituiscono uno dei maggiori giacimenti on-shore dell'Europa

Continentale. Il giacimento della Val d'Agri, in particolare, si estende su una superficie di 61.515

ettari, con riserve stimate in 490 milioni di barile di olio equivalente (Currà, 2001).

Nonostante le grandi potenzialità turistiche (legate non solo al patrimonio naturalistico ma anche

alla presenza di prodotti enogastromonici, culturali e storico-archeologici di pregio), la Val d'Agri

ancora oggi risulta solo marginalmente interessata dai flussi turistici. Numerosi sono i progetti di

valorizzazione e promozione in fase di definizione, legati sia all'avvio delle attività del Parco

(connesse anche ad una valorizzazione ecoturistica dell'area), sia alle risorse energetiche qui

presenti (quale ad esempio la realizzazione di un parco tematico delle energie). Questo fermento di

attività e di progettualità permette di ipotizzare nel medio-lungo periodo il potenziamento del

settore turistico che potrebbe divenire una delle principali attività economiche dell'area con impatti

positivi sull'intera economia locale.

1.7.2. LA SITUAZIONE DEMOGRAFICA

1.7.2.a Variazioni demograficheEsaminando la componente antropica negli ultimi dieci anni, si sono confrontati i dati dell’ultimo

censimento (ISTAT 2001) con i dati pubblicati annualmente in merito alla popolazione residente e

ai principali fenomeni demografici avvenuti; da tale confronto si evince che nel 2001 la

popolazione residente nell’ambito di riferimento era di 22.333 abitanti con una densità abitativa di

36,38 abitanti su kmq che confrontati con i dati forniti annualmente dalle versioni demo permettono

di fare delle semplici osservazioni: la popolazione residente al 31/12/2010 risulta essere di 21.368

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abitanti mentre la densità abitativa si è abbassata a 34,81 abitanti su Kmq; la decrescita della

popolazione dal 2001 è avvenuta repentinamente fino al 2004 per poi avere una leggera crescita nel

2005 ed infine seguendo un calo progressivo fino al 2010.

Figura 1: Censimento ISTAT 2001

Il calo demografico nell’ambito di riferimento tuttavia è in linea con quello della regione Basilicata

e della provincia di Potenza.

Dando uno sguardo agli indici di natalità e mortalità ricavati dal Demo ISTAT, distinti per

popolazione maschile e femminile, è interessante notare che i dati dell’ATO contrastano con i valori

della Regione e della Provincia di riferimento; difatti mentre nascono sempre meno maschi, tant’è

che nell’ambito di riferimento vi è stato un calo del 12,5% dal 2001 al 2010, il tasso di natalità

femminile si attesta al +13,8% con un totale di -1,7%; al contrario sia in provincia che in regione il

tasso di natalità femminile è negativo e molto simile a quello maschile raggiungendo un totale del -

14,2% in provincia di Potenza e -14,5% in Regione.

Anche per il tasso di mortalità i dati nell’ambito di riferimento sono in contrasto con quello della

provincia e della regione, difatti mentre in quest’ultime due realtà territoriali muoiono sempre più

donne, nell’Ato 12 sembra che vi sia un inversione di tendenza.

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Figura 2: Tasso di crescita naturale

La differenza tra il tasso di natalità e il tasso di mortalità dà luogo al tasso di crescita naturale di

un ambito territoriale in un lasso di tempo: esaminando, quindi, i dati forniti dalla versione Demo

dell’ISTAT per gli anni successivi all’ultimo sondaggio (2002-2010), possiamo considerare come

esso segua un andamento sempre negativo e più o meno costante per quanto riguarda la provincia e

la regione, mentre abbia un andamento discontinuo per l’Ato di riferimento. Tale situazione è da

imputare alle divergenze tra i tassi di natalità femminile dei vari ambiti territoriali.

1.7.2.b. Situazione sociale Dando uno sguardo alle previsioni della popolazione dall’annuario statistico regionale elaborato

sui dati ISTAT, previsione per gli anni 2007-2051, ci rendiamo conto che i dati forniscono uno

scenario allarmante in merito alla prevista diminuzione della popolazione sia in provincia di

potenza che in regione. Le previsioni sono distinte in 3 scenari: alto, centrale, basso; con lo

scenario centrale viene fornito un set di stime puntuali ritenute “verosimili” che, costruite in base

alle recenti tendenze demografiche, sono quelle verso le quali vengono principalmente orientati gli

utilizzatori, mentre lo scenario alto e quello basso sono da intendersi come due scenari alternativi

che hanno il ruolo di disegnare il campo dell’incertezza futura. In base a tali assunti i dati dello

scenario centrale prevedono un calo demografico di circa 90.000 abitanti nella provincia di potenza

dal 2010 al 2050 e di 120.000 per la regione per lo stesso lasso di tempo. A tal proposito vale la

pena dare uno sguardo ai dati relativi al saldo migratorio dedotti dal demo Istat 2002-2010; da tale

osservazione emerge che il saldo migratorio ha subito nel corso degli anni un assestamento dei

valori, esso infatti passa da un valore appena positivo nel 2001 (2) per poi scendere a valori negativi

per quasi tutti gli anni di riferimento (ad esclusione degli anni 2004, 2007, 2009) per raggiungere un

valore quasi nullo nel 2010 (-1).

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1.7.2.c. Valutazione della popolazione presenteDal demo Istat si sono ricavati i dati relativi alla popolazione residente nei 6 comuni dell’Ato per gli

anni dal 2002 al 2011 distinti per sesso e stato civile e classificati in base all’età anagrafica; gli

stessi dati si possono ricavare per tutta la regione e la provincia di potenza. Da tali dati si è giunti

all’indice di vecchiaia della popolazione residente nell’ambito di riferimento, esso misura il numero

di anziani (65 anni e più) ogni 100 giovani (meno di 15 anni) e permette di valutare il livello di

invecchiamento degli abitanti di un territorio. Com’è facile immaginare l’indice cresce con il

passare degli anni seguendo un profilo quasi esponenziale,ciò significa che ci sono sempre più

anziani e meno giovani nel territorio di riferimento; la stessa cosa vale anche per il territorio

provinciale e regionale.

Il passo successivo consta nell’individuazione ed analisi dell’indice di dipendenza strutturale (o

totale-IDT), esso calcola quanti individui ci sono in età non attiva ogni 100 in età attiva, fornendo

indirettamente una misura della sostenibilità della struttura di una popolazione. Tale rapporto

esprime il carico sociale ed economico teorico della popolazione in età attiva: valori superiori al 50

per cento indicano una situazione di squilibrio generazionale.

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Figura 3: Indice di dipendenza strutturale dei comuni dell'ATO

Leggendo il grafico è facile dedurre che, a meno di Marsicovetere ed in parte Viggiano, tutti i paesi

dell’ambito di riferimento soffrono di uno squilibrio generazionale dovuto alla presenza di una

popolazione non attiva superiore alla popolazione attiva,ed in particolare all’elevato grado di

invecchiamento.

AnnoIndice di

vecchiaia

Indice di dipendenza

strutturale

Indice di

ricambio

2002 135,57 54,38 88,29

2003 141,82 54,19 86,22

2004 147,41 54,37 85,28

2005 153,77 54,98 77,79

2006 158,54 54,73 73,28

2007 159,88 54,27 76,04

2008 164,65 52,95 78,88

2009 166,12 52,11 88,38

2010 166,83 51,23 97,29

2011 166,64 50,93 109,28Figura 4: Indici riferiti all’ATO 12

Infine è possibile calcolare l’indice di ricambio della popolazione; esso fornisce un’indicazione

della sostituzione generazionale nella popolazione in età attiva.

L’indice di ricambio della popolazione in età attiva è definito dal rapporto tra coloro che stanno per

“uscire” dalla popolazione potenzialmente lavorativa (età 60-64 anni) e il numero di quelli

potenzialmente in ingresso sul mercato del lavoro (15-19 anni), moltiplicato per 100.

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Un valore dell’indice pari a 100 costituisce la soglia di equilibrio, significa cioè che tutti quelli che

potenzialmente sono in uscita dal mercato del lavoro sono sostituiti da quelli che vi stanno entrando.

Valori inferiori a 100 indicano che le persone potenzialmente in uscita sono meno di quelle in

entrata, mentre valori superiori a 100 rilevano che le uscite sono maggiori delle entrate.

1.7.3. L’ECONOMIA DEL TERRITORIO

1.7.3.1. Analisi dei settori: agricoltura, industria, turismo, altre attività

Il lavoro presentato di seguito ha lo scopo di valutare il cammino intrapreso dall’economia locale

negli ultimi anni al fine di fornire indicazioni utili e orientare le scelte di politica economico-sociale

relative al territorio dell’ATO 12. Per rappresentare la situazione economica ci si è avvalsi dei dati

di fonte ISTAT riferiti agli ultimi due censimenti generali dell’industria e dei servizi, al VI

censimento generale dell’agricoltura e per il settore del turismo si sono esaminati i dati dell’PTR e

dal PIOT Val D’Agri; le considerazioni svolte fanno riferimento sia alle unità locali (U.L.) e alle

imprese che ai relativi addetti per i diversi settori economici (secondario e terziario). In particolare,

il lavoro presentato di seguito esamina alcuni settori con la finalità di evidenziare le vocazioni locali

e il “peso” che tali specializzazioni occupano nel contesto provinciale e regionale; i settori indagati

sono:

agricoltura;

industria e servizi;

turismo;

1.7.3.2. Occupazione per settore di attività economica

1.7.3.2.a Attività agricola

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Il 6° Censimento generale dell'agricoltura ha rilevato per tutti i comuni italiani le aziende agricole e

zootecniche da chiunque condotte le cui dimensioni in termini di superficie o di consistenza del

bestiame allevato siano uguali o superiori alle soglie minime fissate dall'Istat nel rispetto di quanto

stabilito dal Regolamento (CE) n. 1166/2008, inoltre sono state escluse dal campo di osservazione

le aziende esclusivamente forestali, nonché le altre tipologie di unità indicate dal Piano generale di

censimento.

Per azienda agricola e zootecnica si intende “l’unità tecnico-economica costituita da terreni (anche

in appezzamenti non contigui), da eventuali impianti e attrezzature varie in cui si attua, in via

principale o secondaria, l’attività agricola e zootecnica ad opera di un conduttore (una persona

fisica, una società o un ente), che ne sopporta il rischio da solo (come conduttore coltivatore o

conduttore con salariati o compartecipanti) o in forma associata”.

Attraverso una sintesi dei principali risultati dati e un comunicato stampa sono stati diffusi i

principali risultati definitivi del 6° Censimento generale dell'agricoltura, da cui emerge che

diminuisce il numero delle aziende agricole, ma cresce la loro dimensione media. Circa il 99% delle

aziende agricole fa ricorso a manodopera familiare. Il 30,7% dei capi azienda è di sesso femminile.

Sono 233 mila i lavoratori stranieri impiegati nelle aziende agricole italiane, di cui il 57,7%

proviene da Paesi dell'Unione Europea, mentre il 42,3% da Paesi extra Ue. L'informatizzazione

nelle aziende agricole è ancora bassa: meno del 4% utilizza Internet per la gestione delle

coltivazioni o degli allevamenti o per i servizi amministrativi. Inoltre emerge che il primato della

produzione biologica va al Mezzogiorno, dove si trova il 63% delle aziende impegnato in questo

tipo di attività.

Per quanto riguarda i dati della Regione Basilicata risultano un numero di aziende sensibilmente

inferiore rispetto a quelle rilevate dal 5° Censimento, questa riduzione (pari al -31,9%) in linea con

quella nazionale è dovuta anche alla concentrazione dei terreni agricoli e degli allevamenti in un

numero sensibilmente più ridotto di aziende. Difatti confrontando i dati del numero di aziende

rapportate alla superficie utilizzata di terreno emerge che la Superficie Aziendale Totale (SAT) ha

subito un calo del 6,5% mentre la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) ha subito un calo del 4,7%.

regioneaziende

variazioniSAU

variazioniSAT

variazioni2000 2010 2000 2010 2000 2010

BASILICATA 76.034 51.772 -31,9 537.532 512.280 -4,7 700.385 654.957 -6,5

ITALIA 2.405.453 1.630.420 -32,2 13.183.406 12.885.185 -2,3 18.775.270 17.277.022 -8,0

Prospetto 1: Aziende, SAU, SAT_ anni 2000-20106

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La dimensione media aziendale in Basilicata è cresciuta notevolmente nell’ultimo decennio

raggiungendo i 10,06 e 12,10 ettari di SAT per azienda, ciò è conseguenza di una forte contrazione

del numero di aziende agricole e zootecniche attive (-31,9%), a cui ha fatto riscontro una

diminuzione della superficie coltivata assai più contenuta (-4,7%). L’effetto delle politiche

comunitarie e dell’andamento dei mercati ha determinato l’uscita delle piccole aziende dal settore,

favorendo la concentrazione dell’attività agricola e zootecnica in unità di maggiore dimensione e

avvicinando la Basilicata alla struttura aziendale media nazionale.

ATO 12

Superficie Totale

(SAT) 

Superficie Agricola

Utilizzata (SAU) 

Abriola   143   142

Calvello   137   137

Corleto Perticara   480   480

Laurenzana   136   136

Marsico Nuovo   289   289

Marsicovetere   112   112

Viggiano   295   295

Dati ISTAT- VI Censimento dell’Agricoltura

Le principali coltivazioni dei terreni agricoli

La distribuzione della SAU tra i quattro gruppi di coltivazioni rilevata al censimento del 2010 non

differisce di molto da quella riferita al 2000. I seminativi coprono nel 2010 il 54,4% della SAU

(erano il 55,3% nel 2000) e, in valore assoluto, registrano una diminuzione del 3,7%; i prati

permanenti e pascoli rappresentano il 26,9% (erano il 25,9% nel 2000) e segnano un incremento

dell’1,6%; restano quasi immutate le quote di SAU destinate a coltivazioni legnose agrarie (18,4%

del totale contro 18,5% del 2000) e a orti familiari4 (0,2% del totale contro 0,3% del 2000), anche

se diminuiscono entrambe in valore assoluto, rispettivamente del 3% e del 23,9%.

Struttura fondiaria e forme di conduzione delle aziende

A livello nazionale la struttura agricola e zootecnica, pur continuando a basarsi su unità aziendali di

tipo individuale o familiare, nelle quali il conduttore gestisce direttamente l’attività agricola su

terreni di proprietà sua o dei suoi familiari, mostra evidenti segnali di cambiamento rispetto al

passato. Anche nella regione Basilicata questo fenomeno è presente, si passa da un 84,4% di terreni

nell’anno 2000 ad un 68,9% nel 2010, anche se in modo meno incisivo rispetto alla media

nazionale. Regione SAU 2000 SAU 2010

Proprietà Affitto Uso Totale Proprietà Affitto Uso Totale

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gratuito gratuito

BASILICAT

A84,4 10,5 5,1 100 68,9 21,5 9,6 100

ITALIA 75,5 20,7 3,9 100 60,6 32,3 7,0 100

Prospetto 2: SAU per titolo di possesso. Anni 2000-2010

Nell’ato di riferimento il titolo di possesso dei terreni coltivati da aziende è ancora per lo più quello

di proprietà (72,68%) anche se la struttura fondiaria risulta molto più flessibile rispetto al passato,

grazie al maggior ricorso a forme di possesso dei terreni diversificate e orientate sempre più all’uso

di superfici in affitto o gestite a titolo gratuito; i dati dell’ato di riferimento pur essendo in linea con

quelli della provincia e della regione, mostrano un rallentamento delle dinamiche economiche nel

territorio specifico.

TITOLO DI POSSESSO DEI TERRENI ANNO 2010

Solo

proprietà

Solo

affittoSolo uso

Proprietà

e affitto

Proprietà

e uso

Affitto e

uso

Proprietà,

affitto e

uso

Tutte le

voci

Abriola 9,57 0 1,58 3,34 1,7 0 2,02 18,21

Calvello 75,1 0 1,5 0 1,5 0 2,75 80,85

Corleto

Perticara 151,12 4,47 3,87 27,96 14,57 0 5,35 207,34

Laurenzana 31,19 0,2 0,91 3,87 0,4 1 0,4 37,97

Marsico

Nuovo 24,01 19,11 2 2,46 4,35 0 0,67 52,6

Marsicovetere 43,27 1,26 3,76 3,44 1,11 0 0 52,84

Viggiano 80,86 5,72 4,55 24,26 5,89 0 0,04 121,32

ATO 12 72,68% 5,39% 3,18% 11,44% 5,17% 0,18% 1,97% 100%

Provincia di

Potenza67,58% 4,33% 3,45% 12,35% 8,98% 0,45% 2,86% 100%

Regione

Basilicata 64,00% 7,31% 3,91% 14,24% 7,70% 0,50% 2,35% 100%

ATO 12_Dati ISTAT- VI Censimento dell’Agricoltura

L’allevamento nel comprensorio

Anche per il settore zootecnico i dati provvisori segnalano una tendenza alla concentrazione degli

allevamenti in un numero minore di aziende ma di maggiori dimensioni, sebbene il confronto

coerente con i dati del precedente censimento sia al momento possibile solo per gli allevamenti

bovini, bufalini ed equini poiché, per le altre specie allevate, i dati del 2000 comprendono i capi di

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bestiame allevati per autoconsumo, non rilevati invece nel 2010. I dati della Basilicata mostrano che

alleva animali l’11,1 delle aziende agricole, il dato è perfettamente in linea rispetto al valore

nazionale che si attesta sul 12,9%. I dati mostrano che su un totale di 5.847 aziende di allevamento

della regione ben 4.694 sono appartenenti al territorio della provincia di Potenza e il 10% è sito nel

territorio di riferimento (n. 460 aziende) con punte di 88 aziende a Corleto Perticara, 82 a Marsico

Nuovo e 91 a Viggiano.

1.7.3.2.b Industria e servizi

Il censimento Industria e servizi del 2001 mostra come nel settore industriale vi sia stato un

decremento generale delle unità locali in tutta la regione Basilicata, difatti nel territorio al ’01 vi

erano 9.415 unità locali occupate nel settore industriale a fronte delle 9.645 presenti nel 1991, nella

provincia di Potenza i dati mostrano che al 2001 erano presenti 6.352 unità locali rispetto alle 6.676

unità locali nel 1991: Nel comprensorio di riferimento la situazione è in linea con quella della

provincia e della regione, difatti al 2001 erano presenti 438 unità locali occupate nel settore

industriale rispetto alle 442 unità locali presenti nel 1991.

ATO 12_Settore economico: INDUSTRIA

Cod. e Descr. Comune Unita' Locali 1991

Unita' Locali 2001

076001 - Abriola 30 25076015 - Calvello 42 36076029 - Corleto Perticara 67 65076041 - Laurenzana 57 39076045 - Marsico Nuovo 78 71076046 - Marsicovetere 109 120076098 - Viggiano 59 82ATO 12 442 438

La riduzione delle unità locali nel settore è inversamente proporzionale all’aumento dei numeri di

addetti nel settore industriale (V. tabella seguente), i dati mostrano come vi sia stata una

concentrazione delle attività economiche in aziende più grosse e alla scomparsa delle piccole

aziende.

Settore economico: INDUSTRIA

Cod. e Descr. Comune Addetti 1991

Addetti 2001

076001 - Abriola 97 49076015 - Calvello 159 89076029 - Corleto Perticara 221 153076041 - Laurenzana 178 102076045 - Marsico Nuovo 302 219076046 - Marsicovetere 408 358

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076098 - Viggiano 234 678ATO 12 1.599 1.648Provincia di Potenza 32.683 36.365Regione Basilicata 48.943 53.185

Per quanto riguarda l’ occupazione nelle istituzioni, i dati del censimento mostrano un leggero calo

complessivo nella regione Basilicata (dipendenti nel 1991= 43.154, dipendenti nel 2001=42.415) e

un lieve aumento dei dipendenti nella Provincia di Potenza (dipendenti nel 1991=29.134, dipendenti

nel 2001=29.381) che è in linea con i dati rilevati nel comprensorio di riferimento.

Settore economico: ISTITUZIONI

Cod. e Descr. Comune Dipendenti 1991

Dipendenti 2001

076001 - Abriola 80 80076015 - Calvello 90 60076029 - Corleto Perticara 146 130076041 - Laurenzana 116 100076045 - Marsico Nuovo 189 229076046 - Marsicovetere 697 677076098 - Viggiano 76 183ATO 12 1.394 1.459

Per quanto riguarda il settore economico del commercio il censimento mostra che vi sia stato un

calo delle unità locali a livello regionale e provinciale; per quanto riguarda l’Ato di riferimento il

calo vi è stato in tutti i comuni a meno di Marsicovetere sul quale si registra un incremento delle

attività commerciali nel 2001 rispetto ai dati rilevati nel 1991, tali attività commerciali sono

localizzate per la maggior parte nella frazione di Villa D’Agri che con gli anni è diventata il centro

più importante, dal punto di vista economico e demografico della Val d'Agri. Il calo delle unità

locali nel settore commerciale riguarda anche il numero degli addetti al settore che è diminuito sia

livello regionale (addetti nel 1991=23.463, addetti nel 2001=21.998), sia livello provinciale (addetti

nel 1991=15.055, addetti nel 2001=14.257), ed infine anche a livello di comprensorio vi è stata una

riduzione degli addetti dal 1991 al 2001 rispettivamente da 818 unità a 754 unità il fenomeno di

riduzione interessa tutti i comuni dell’ato a meno di Marsicovetere per il quale si registra un

incremento degli addetti da 249 registrati nel 1991 a 342 rilevati nel 2001.

Settore economico: COMMERCIO

Cod. e Descr. Comune Unita' Locali 1991

Unita' Locali 2001

076001 - Abriola 40 28076015 - Calvello 64 38076029 - Corleto Perticara 82 70076041 - Laurenzana 76 56076045 - Marsico Nuovo 97 72

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Arch. Rosaria PILIERI

076046 - Marsicovetere 135 172076098 - Viggiano 61 47ATO 12 555 483Provincia di Potenza 8.830 8.117Regione Basilicata 13.527 12.127

Un approfondimento merita il settore dell’artigianato per il quale si registra un incremento delle

unità locali presenti su tutto il territorio regionale, in linea con quello della provincia di Potenza e

con i dati complessivi del comprensorio di riferimento; l’aumento delle imprese nell’Ato di

riferimento in effetti interessa solo i comuni di Abriola e Marsicovetere, mentre per tutti gli altri

comuni vi è stata una lieve riduzione del numero delle imprese.

Settore economico: ARTIGIANATO

Cod. e Descr. Comune Imprese 1991

Imprese 2001

076001 - Abriola 11 29076015 - Calvello 44 41076029 - Corleto Perticara 83 76076041 - Laurenzana 67 49076045 - Marsico Nuovo 98 96076046 - Marsicovetere 112 155076098 - Viggiano 60 58ATO 12 475 504Provincia di Potenza 6.934 7.036Regione Basilicata 9.930 10.546

1.7.3.3. Potenzialità turistiche

Il PTR Basilicata del 2008 mette in luce quelle che sono le dinamiche turistiche della regione

Basilicata, tra le mete preferite dai flussi turistici la Val D’Agri compre il 20% con al primo posto il

Pollino e Matera (50%), seguono Maratea (30%) e Melfi, Venosa, Castelmezzano.

Il neonato Parco della Val d’Agri, integrandosi con il Pollino e il confinante Parco del Cilento e del

Vallo di Diano permette di costituire un imponente continuum di area verde interregionale, con

potenziali effetti di moltiplicazione attrattiva. Ad oggi non vi sono pacchetti e prodotti turistici

rilevanti sul territorio, ma molte sono le sperimentazioni in corso e molteplici le iniziative che si

sono susseguite in questi anni; ad esempio L’Alsia e l’Apt tracciando le “Strade del gusto”, (Strada

del Grano, Strada dei Formaggi, Strada del Vino, Strada dell’Ortofrutta, Strada dei Salumi, Strada

dell’Olio) hanno inserito la Val D’Agri come itinerario legato al Vino Doc “Vino Terre dell’alta

Val D’Agri”. Altra attività nascente è l’equiturismo che coinvolge in media un target compreso tra i

20 e i 40 anni amante della natura e di sport open air, la maggiore concentrazione di strutture

dedicate all’equiturismo si registra nel Vulture-Melfese, e nella Val d’Agri.

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Arch. Rosaria PILIERI

1.7.3.4. Proposte di sviluppo socio-economico dell’area ed in particolare del sito

Per l’analisi delle potenzialità economiche del comprensorio di riferimento si sono consultati i dati

del PIOT Appennino Lucano Val D’Agri-Lagonegrese (PO Fesr 2007-2013); tale strumento delinea

un quadro delle dinamiche demografiche - economiche connotato da saldi negativi, anche se con

differenziazioni nei diversi comuni del comprensorio. Le differenze tra i suddetti comuni sono in

termini di stock di imprese, polarizzandosi queste ultime intorno ai centri di maggiori dimensione,

con una prevalenza, in termini di valori assoluti, di imprese agricole, esercizi commerciali, imprese

di costruzione, imprese manifatturiere (per lo più piccola e micro imprese), imprese ricettive, di

trasporti e servizi vari. Assolutamente prevalente, per forma giuridica, le ditte individuali, mentre le

altre forme, società di capitale e società di persone, oltre ad essere meno sviluppate, sono di norma

localizzate nei comuni più grandi. La struttura dell’occupazione, che in base dei dati Istat 2007 (Cfr.

rilevazione sulle forze di lavoro) ammonta a circa 24 mila occupati, evidenzia un ruolo preminente

del comparto allargato dei servizi (commercio, turismo, credito etc.), seguito dal manifatturiero,

dall’industria delle costruzioni e dall’agricoltura, con un tasso di occupazione medio pari 31,76%.

Imprese e occupati hanno una distribuzione variegata tra i vari comuni del territorio, in funzione di

elementi diversi quali, ad esempio, la differente capacità attrattiva dei centri urbani, la presenza di

aree di insediamento per attività manifatturiero e/o commerciale, di tipologia e qualità di servizi e

dei collegamenti viari. Tale variabilità, tra l’altro, si riflette nella composizione del valore aggiunto,

confermando il ruolo prevalente dei servizi in quasi tutti i comuni (eccezion fatta per Viggiano) e

nei livelli di valore aggiunto pro-capite che, stando alle stime dell’Osservatorio Banche Impresa di

Economica e Finanza, porta a 37 mila Euro di Viggiano. All’interno di questo contesto territoriale è

da sottolineare il ruolo che potrebbe essere svolto dal turismo, soprattutto per la presenza di

significativa risorse naturalistiche, ambientali, storico-paesaggistiche e culturali.

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1.8. QUADRO DELLA PIANIFICAZIONE DI SETTORE, TERRITORIALE ED URBANISTICAIl quadro pianificatorio dell’ATO in esame tiene conto dei seguenti tematismi:

- pianificazione di settore (PAI, piani di tutela aree boschive, etc.)

- tutela e pianificazione paesaggistica (vincoli da D.Lgv. 42/2004 e smi, piani paesistici, etc.);

- pianificazione urbanistica (strumenti urbanistici comunali, etc.);

- tutela e misure di protezione aree SIC/ZPS.

1.8.1. STRUMENTI NORMATIVI E PIANIFICAZIONE DI SETTORE VIGENTI SUL TERRITORIOPiano per l’Assetto Idrogeologico

Il Piano di Bacino (L. 183/89) è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante

il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione,

alla difesa e alla valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle

caratteristiche fisiche e ambientali del territorio interessato. Esso può essere redatto ed approvato

anche per sottobacini o per stralci relativi a settori funzionali (L. 493/93).

Il 10 ottobre 2011 il Comitato Istituzionale dell’AdB ha deliberato l’approvazione del primo

aggiornamento 2011 del PAI, vigente dal 21/10/2011.

Le tematiche inerenti le inondazioni e i processi di instabilità dei versanti, sono contenuti

rispettivamente nel Piano delle aree di versante e nel Piano delle fasce fluviali. Il riferimento

territoriale del PAI, esteso complessivamente per circa 8.830 Kmq, è costituito dal territorio totale

o parziale dei comuni ricadenti nei bacini idrografici interregionali dei fiumi Bradano, Sinni e

Noce e nei bacini idrografici dei fiumi regionali lucani Basento, Cavone ed Agri.

Si compone di: analisi del territorio, sistema delle infrastrutture idriche primarie; Infrastrutture

idriche ed evoluzione del litorale jonico lucano; Il sistema insediativo, produttivo e relazionale; Il

sistema produttivo; Le caratteristiche di franosità deli bacini e schede di analisi dettagliate;

perimetrazione delle aree a rischio frana e rischio idraulico e aree inondabili; i programmi di

intervento in materia di difesa del suolo.

Il PAI, in quanto stralcio del Piano di Bacino, produce efficacia giuridica rispetto alla

pianificazione di settore, ivi compresa quella urbanistica, ed ha carattere immediatamente

vincolante per tutti i soggetti pubblici e privati operanti a qualsiasi titolo sul territorio.

Per quanto riguarda la zona della Val d’Agri, nel mese di luglio 2008 l’AdB della Basilicata ha

sottoscritto con il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata e il Dipartimento Patrimonio

Culturale del CNR il progetto di ricerca denominato “Tutela del territorio e conservazione del

Patrimonio Culturale nell’area compresa tra l’alta-media Val d’Agri, la Val Camastra-Sauro e la

Valle del Melandro, attraverso rilevamento geomorfologico ed il controllo delle aree in frana”,

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avente tra le finalità quella di censire, perimetrare e classificare le aree a rischio idrogeologico

presenti nel territorio interessato dalle attività petrolifere e l’inserimento di tali aree nel Piano

Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico.

L’ambito territoriale interessato dal progetto comprende i seguenti 30 comuni, per una superficie

complessiva di 1.919,70 kmq, (dei quali 27 compresi nel territorio di competenzadell’AdB):

Abriola, Aliano, Anzi, Armento, Brienza, Brindisi di Montagna, Calvello, Castelsaraceno, Corleto

Perticara, Gallicchio, Gorgoglione, Grumento Nova, Guardia Perticara, Laurenzana,

Marsiconuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Paterno, Roccanova,

Sant’Arcangelo, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sarconi, Sasso di Castalda, Satriano di

Lucania, Spinoso, Tramutola, Viggiano.

I tecnici del CNR hanno svolto le attività di rilevamento di campagna, hanno provveduto alla

compilazione delle schede IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia, Sevizio Geologico

Nazionale), alla ricerca storica d’archivio e all’informatizzazione dei dati secondo le indicazioni e

le specifiche tecniche fornite dall’AdB al fine di garantire l’omogeneità con le metodologie già

utilizzate per la redazione del PAI.

Successivamente le perimetrazioni degli areali interessati da fenomeni di dissesto sono state

validate a seguito di incontri tenutisi tra tecnici dell’AdB e del CNR.

Per l’attribuzione delle classi di rischio a ciascun areale l’AdB si è avvalsa della stessa

metodologia adottata per gli aggiornamenti del PAI precedenti.

Alla data di marzo 2010 le attività suddette sono state concluse per tutti i ventisette comuni oggetto

della convenzione.

Piano di Tutela delle Acque

Il principale programma d’azione di livello interregionale è rappresentato dal PIANO DI

GESTIONE ACQUE redatto a cura del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale (che

comprende Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Regione Abruzzo,

Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise,

Regione Puglia) in applicazione della Direttiva Comunitaria 2000/60/CE, D.L.vo 152/06, L.

13/09, D.L. 194/09.

Il Piano di Gestione costituisce elemento rilevante e di grande impatto per il governo delle risorse

idriche nella loro accezione più completa. Facendo “perno” sull’uso sostenibile delle acque, a scala

di ecosistema di bacino idrografico, si inserisce nell’azione complessiva della politica ambientale

dell’UE per la tutela e il miglioramento della qualità ambientale e per l’uso razionale delle risorse

naturali.

Obiettivi:

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- Uso sostenibile della risorsa acqua;

- Tutelare,proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e terrestri e delle zone

umide;

- Tutela e miglioramento dello stato ecologico delle acque sotterranee e delle acque

superficiali;

- Mitigare gli effetti di inondazioni e siccità;

- Il fine è quello della riorganizzazione del servizio e cioè:

- delimitazione di ambiti territoriali ottimali;

- organizzazione del Servizio Idrico Integrato;

- tariffazione;

- aggiornamento PRG.

Al livello regionale il Piano di tutela delle acque, adottato con D.G.R. n.1888 del 21/11/2008,

effettua una accurata indagine conoscitiva ed individua gli strumenti per la protezione e la

conservazione della risorsa idrica, in applicazione del Decreto Legislativo n.152/2006. Il Piano

definisce gli interventi di protezione e risanamento dei corpi idrici significativi e l’uso sostenibile

dell’acqua, individuando le misure integrate di tutela qualitativa e quantitativa della risorsa idrica,

che assicurino la naturale autodepurazione dei corpi idrici e la loro capacità di sostenere comunità

animali e vegetali il più possibile ampie e diversificate. Il Piano costituisce uno stralcio di settore

del Piano di Bacino regionale. Le norme di Piano sono prescrizioni vincolanti per Amministrazioni

ed Enti pubblici, per gli Ambiti Territoriali Ottimali di cui alla L. 36/94 e norme successive e per i

soggetti privati. Gli strumenti di pianificazione generale e di settore, regionali e degli Enti locali,

devono coordinarsi e conformarsi al Piano per qualsiasi aspetto che possa interagire con la difesa e

la gestione della risorsa idrica.

E’ demandata all’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (AATO) la definizione delle misure per

il riequilibrio dei costi dei servizi idrici, ai sensi della L.36/94 e norme successive e la valutazione

del rapporto costi operativi del ciclo integrato di raccolta, depurazione e riutilizzo delle acque

reflue, nel rispetto dei contenuti e delle prescrizioni del presente Piano.

Sono demandati al Programma Pluriennale d’Intervento (Piano d’Ambito) predisposto dall’ATO i

programmi di dettaglio e le misure infrastrutturali per il conseguimento degli obiettivi qualitativi

dei corpi idrici contenuti nel Piano.

Piano di forestazione Regionale

La redazione di tale strumento di pianificazione è stato affidato con D.G.R. n. 2201 del 29.12.2008

all’INEA Basilicata. Il Piano Forestale Regionale sarà il principale strumento di indirizzo e

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programmazione definendo le linee di tutela, conservazione, valorizzazione e sviluppo del settore

forestale regionale. In particolare:

fornirà un quadro conoscitivo del settore;

detterà norme e principi;

definirà le strategie di politica forestale;

definirà le linee guida della Gestione Forestale Sostenibile regionale;

definirà gli indirizzi della pianificazione forestale regionale.

La realizzazione degli obiettivi del Programma Triennale di Forestazione è affidata agli

Enti territorialmente competenti individuati dalla Legge Regionale 42/98. Le attribuzioni restano

in capo a tali Enti fino all’attuazione definitiva del riordino normativo dei compiti e delle funzioni

agli Enti subentranti ai sensi della L.R. 11/2008.

Programma Triennale di Forestazione 2009 – 2012

Il Programma Triennale di Forestazione è lo strumento di indirizzo e programmazione del settore

forestale della Regione Basilicata previsto dalla Legge Regionale n.42/98.

Il Programma Triennale di Forestazione 2009-2011 individua gli elementi di debolezza e di

criticità emersi nel triennio precedente e delinea gli obiettivi programmatici del prossimo triennio,

previa valutazione degli elementi di debolezza e di criticità emersi nel triennio precedente e

definisce la coerenza con i nuovi indirizzi di politica forestale scaturiti in sede nazionale ed

europea nonché delle politiche di sviluppo rurale (PSR 2007-2013). Il miglioramento delle basi

conoscitive ottenuto grazie allo sviluppo dei Sistemi Informativi Geografici (GIS) ha notevolmente

aumentato la comprensione di processi dinamici dei sistemi territoriali ed ambientali, aumentato la

capacità di monitoraggio degli stessi, permesso di evidenziare i contesti operativi e gli strumenti da

utilizzare in sede di programmazione.

Gli obiettivi strategici generali perseguiti sono riassumibili in due filoni principali. obiettivi tecnici

e obiettivi sociali.

Gli obiettivi tecnici attengono alla:

- sicurezza del territorio

- tutela dell’ambiente e della biodiversità

- valorizzazione multifunzionale dei complessi forestali pubblici

La sicurezza del territorio viene perseguita attraverso la regolazione del ciclo dell’acqua, una

costante e capillare azione di contrasto e mitigazione delle cause di dissesto idrogeologico, una

delle maggiori criticità del territorio regionale. La conservazione del suolo è presupposto per la

difesa del territorio e deve essere intesa nei tre aspetti interconnessi riguardanti l’efficacia del

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bosco sulla regimentazione idrica, il suo ruolo sulle risorse idriche e nella lotta alla

desertificazione.

Le tipologie d’intervento possono essere così schematizzate:

• interventi di recupero della funzionalità del reticolo idrografico

• interventi di sistemazione delle aree in erosione /frana sui versanti

• interventi di manutenzione delle opere esistenti.

La tutela dell’ambiente e della biodiversità viene perseguita attraverso azioni di contrasto e

mitigazione delle cause di degrado legate a vari fenomeni: cambiamenti climatici (processi di

desertificazione), abbandono del territorio, incendi boschivi e danni alle formazioni forestali

provocate da agenti biotici e abiotici costituiscono le principali minacce al sistema ambientale.

La valorizzazione multifunzionale dei complessi forestali pubblici attraverso la concreta attuazione

della gestione forestale sostenibile rappresenta un ulteriore punto di forza della politica forestale

onde conseguire il miglioramento della variegata serie di servizi d’interesse pubblico che essi

forniscono.

E’ necessario pertanto proseguire l’opera di miglioramento dei soprassuoli boscati attraverso gli

interventi di: rinaturalizzazione dei rimboschimenti, diradamenti dei soprassuoli, conversioni

all’alto fusto di cedui invecchiati, “selvicoltura preventiva” a fini antincendio, rimboschimento.

Le tipologie utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche in materia di difesa del suolo

devono aderire il più possibile alle problematiche di tutela ambientale, cercando di abbattere i costi

degli interventi, incrementandone però l’efficacia su aree molto vaste. A tal fine sono da

privilegiare le tecniche di ingegneria naturalistica.

Il secondo obiettivo strategico del piano triennale è quello sociale. La occupazione del settore

forestale pubblico assicura positivi impatti socio-economici. Uno degli effetti sociali

maggiormente attesi è individuato nella necessità di mantenere la popolazione residente nelle aree

rurali svantaggiate contrastando il fenomeno di abbandono, conseguenza dei processi di

marginalizzazione economica delle aree montane e sub-montane.

Il Programma è diviso in due sezioni:

La prima sezione - quadro conoscitivo delle componenti ambientali del territorio regionale

La seconda sezione – programmazione triennale - analisi delle principali componenti del sistema

della forestazione per la individuazione delle strategie e interventi per il raggiungimento degli

obiettivi prefissati per il triennio 2009-2011.

Il rapporto Ambientale contiene l'individuazione, la descrizione e la valutazione degli impatti

significativi che l'attuazione del programma proposto potrebbe avere sull'ambiente e sul

patrimonio culturale.

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Arch. Rosaria PILIERI

Individuato l'ambito territoriale di riferimento, coincidente con l'intero territorio regionale vengono

delineati i contenuti e gli obiettivi principali del Programma, distinti in obiettivi tecnici e obiettivi

sociali.

Obiettivi tecnici, riconducibili a 2 grandi aree tematiche:

- sicurezza del territorio–prevenzione e mitigazione del dissesto idrogeologico;

- tutela dell’ambiente e della biodiversità valorizzazione multifunzionale dei complessi forestali

pubblici.

Obiettivi sociali:

- modello organizzativo dei cantieri forestali.

Piani di assestamento forestale

La Regione Basilicata con la Legge n. 42/98 promuove ed incentiva la redazione dei Piani di

assestamento forestale con contributi alle spese di redazione degli stessi, cofinanziando la

redazione dei piani di gestione comunali con un contributo pari al 70% del costo occorrente per la

compilazione.

Risultano approvati 12 Piani di Assestamento Forestale (P.A.F.) riguardanti foreste di proprietà

della Regione Basilicata per un totale di oltre Ha 13.500, tra cui rientra la Foresta Lata ( 807

ettari), nel comune di Laurenzana.

Ad oggi sono stati approvati invece 21 piani di altrettanti complessi boscati appartenenti a Comuni,

per una superficie complessiva assestata di circa 17.000 ettari. Relativamente all’ ATO 12, il

Comune di Calvello, con Delibera di Consiglio Comunale del 19.06.2012 ha provveduto ad

adottare il proprio Piano di Assestamento Forestale. Risulta essere invece in fase di approvazione il

Piano di Assestamento forestale del Comune di Viggiano e Marsico Nuovo.

La proprietà silvo-pastorale del Comune di Calvello ha un’estensione complessiva di 2581,38 ha,

nell’ambito dei quali sono individuabili superfici boscate estese per 1998,39 ha e superfici a

pascolo per un ammontare di 325,00 ha, la restante parte è rappresentata da aree improduttive ed

incolti.

Le superfici boscate di proprietà comunale sono suddivisibili in quattro nuclei omogenei per

composizione e forma di governo. Il più importante nucleo di 1725,06 ha occupa tutto il margine

occidentale del territorio comunale ai confini con i comuni di Marsico Nuovo e Marsico Vetere.

Detto nucleo è caratterizzato da boschi d’altofusto a base di faggio puro, cui si associano

sporadicamente altre specie. Nello stesso nucleo alle quote più basse il faggio tende a consociarsi

al cerro, specie che in alcune stazioni tende a sostituirsi al faggio come specie prevalente.

Altro importante nucleo boscato di proprietà comunale è quello che occupa i versanti settentrionali

del Monte Pilato e del Monte dei Tre Confini tra i comuni di Calvello, Viggiano e Laurenzana.

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Detto nucleo si estende per circa 227,88 ha e comprende più a nord anche le aree boscate che

occupano le pendici del Monte Tangia. Anche in questo caso si tratta di boschi d’alto fusto

caratterizzati da fustaie di faggio, molto frequentemente accompagnato da un ricco corredo di

specie accessorie. Il faggio, alle quote inferiori si consocia o lascia spazio al cerro ed alla roverella.

Un terzo nucleo di circa 37,28 ha, con castagno governato a ceduo, è presente in località

Montagnola, lungo le pendici settentrionali di Serra della Difesa. Il quarto nucleo localizzato nel

settore nord del territorio comunale occupa invece il versante meridionale della Serra d’Anzi in

località La Pincia Si tratta in questo caso di boschi misti di specie quercine con diverse specie

accessorie per complessivi 23,49 ha.

Piano Forestale Territoriale d’Indirizzo della Comunità Montana dell’Alto Agri.

L’area di studio è interessato dal piano forestale d’ indirizzo della comunità montana dell’Alto

Agri che conta 12 comuni (Grumento Nova, Marsicovetere, Spinoso, Viggiano, Sarconi, San

Martino d’Agri, San Chirico Raparo, Paterno, Tramutola, Marsiconuovo, Montemurro e

Moliterno).

Il Piano Forestale Territoriale d’Indirizzo, realizzato dall’Inea per conto dell’ex Comunità

Montana Alto Agri nei comuni di sua appartenenza, ha evidenziato un territorio ad alto valore

naturalistico, dove domina nettamente il ruolo tradizionale del bosco a scapito della conservazione

della natura e della valorizzazione del paesaggio ma anche delle attività legate alla ricreazione, al

turismo, alla didattica e allo sport.

Il confronto tra i rilievi condotti sul territorio e le interviste effettuate durante il processo di

“partecipazione” ha manifestato chiaramente l’esigenza di indirizzare la gestione forestale verso

obiettivi capaci di coniugare le esigenze economiche e sociali con le funzioni bio-ecologiche degli

ecosistemi forestali in un’ottica di lungo periodo.

Il Piano Forestale Territoriale di Indirizzo, infatti, è uno strumento pianificatorio che, a livello

territoriale, si pone in una fascia intermedia tra la scala aziendale e quella regionale con l’intento

principale di fornire indirizzi gestionali a medio e lungo termine per la valorizzazione degli

obiettivi concordati e “partecipati” con gli attori istituzionali e gli operatori del settore forestale e

ambientale del territorio interessato.

La metodologia applicata è stata definita nell’ambito del sottoprogetto 4.2 di Ri.Selv.Italia.,

“Sistema informativo geografico per la gestione forestale”, che raccoglie ed elabora i dati in modo

efficace e semplificato al fine di valorizzare le informazioni e le conoscenze acquisite. In

particolare il sistema mira ad assicurare la trasparenza in tutte le operazioni compiute nell’intero

processo di piano, dalla raccolta dei dati alla produzione degli elaborati, e punta a creare banche

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Arch. Rosaria PILIERI

dati consultabili con semplicità e aggiornabili continuativamente riducendo i costi di realizzazione

di eventuali piani aziendali.

Il PFTI ha analizzato con particolare attenzione le aree forestali presenti nell’ambito della

Comunità montana “Alto Agri”, evidenziando in particolare i seguenti aspetti:

- elevata diffusione delle foreste che interessano circa 42'367 ettari, con un indice di boscosità pari

a circa il 58% della superficie territoriale. Tale valore risulta tra i più elevati della Basilicata e

ampiamente superiore ai valori medi della Basilicata (35,6%) e della provincia di Potenza (41,1%);

elevata diversità di ambienti e di tipologie forestali, dagli arbusteti della macchia mediterranea sino

alle faggete, con una prevalenza dei querceti mesofili ;

- sostanziale equilibrio tra le forme di governo del bosco, con le fustaie che rappresentano circa il

48% delle formazioni boscate e i cedui circa il 52%6. Il dato risulta perfettamente allineato con i

valori medi regionali;

- basso numero di incendi, con un valore medio rapportato alla superficie forestale che risulta il più

basso della Basilicata;

- buono stato fitosanitario dei boschi, con danni significativi su meno del 10% della superficie e

comunque quasi sempre di lieve entità, con i danni di maggiore importanza che risultano

concentrati esclusivamente sui rimboschimenti di conifere;

- elevata percentuale di territorio incluso in aree protette (SIC, ZPS, Parco Nazionale), pari circa al

66%, con 47'555 ettari all’interno di aree protette su una superficie territoriale complessiva di circa

72'550 ettari;

- elevata presenza di aree pubbliche, che rappresentano più di ¼ della superficie forestale (27% ).

Dall’analisi dei dati socio economici e dalle interviste realizzate durante il processo partecipativo,

si evidenziano in particolare i seguenti punti:

- mercato attivo delle utilizzazioni per legna da ardere e paleria di castagno;

- presenza diffusa di ditte boschive, in leggera crescita;

Le percentuali sono calcolate escludendo gli arbusteti e gli impianti di arboricoltura da legno.

- presenza di agri-turismi e centri di ricezione turistica;

- turismo poco sviluppato;

- segherie poco diffuse e comunque poco legate al territorio;

- interesse percepito verso le biomasse, la cui produzione non è ancora sviluppata nel territorio;

- presenza di centri di educazione ambientale, poco conosciuti e considerati.

Dall’analisi dei dati socio economici e dalle interviste realizzate durante il processo partecipativo,

è stata evidenziata inoltre l’importanza che svolgono le foreste da un punto di vista produttivo e in

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particolare per la produzione di legna da ardere e per i prodotti non legnosi (soprattutto funghi e

tartufi, ma includendo in questa categoria anche la selvaggina).

D’altra parte, le analisi dei dati rilevati in bosco ha messo in evidenza l’estrema importanza che

rivestono le foreste anche dal punto di vista della protezione del suolo, della conservazione

dell’ambiente, della tutela del paesaggio.

Piano Antincendio Regionale (Par) 2009-2011

Il Piano Antincendio Regionale scaturisce direttamente dal Programma Triennale di Forestazione

che è lo strumento di indirizzo e programmazione del settore forestale della Regione Basilicata

previsto dalla Legge Regionale n.42/98. Esso si inserisce nel solco tracciato dal piano triennale

2006-2008 e punta nella direzione di un miglioramento progressivo delle performance del sistema

forestale nel suo complesso. Il programma fissa gli obiettivi tecnici e occupazionali per il triennio

2009-2011, definisce e pianifica le azioni e gli interventi necessari a garantire la salvaguardia e la

valorizzazione del patrimonio forestale e del territorio della Regione Basilicata.

Proprio in attuazione del Programma di Forestazione sono stati definiti interventi finalizzati

esclusivamente alla prevenzione degli incendi boschivi ed in particolare volti a:

a. Recupero delle aree percorse dal fuoco;

b. Realizzazione di interventi preventivi e di difesa antincendio;

Gli interventi previsti ai fini della prevenzione dagli incendi boschivi sono di seguito elencati:

- Fasce antincendio: Manutenzione delle fasce antincendio esistenti e realizzazione di nuove fasce

nelle aree ad alto rischio e ai margini di formazioni forestali e preforestali (cespuglieti) ad alto

potenziale virologico;

- Viabilità interna ed esterna ai fini antincendio: Interventi di “ripristino” di tracciati attualmente

non percorribili, piste abbandonate, rifacimento del piano viario profondamente inciso e scavato

dalle acque meteoriche, stabilizzazione con piccole opere di contenimento e di contrasto

dell’erosione e/o scivolamento di materiale dalle scarpate, con tecniche proprie dell’ingegneria

naturalistica;

- Invasi idrici per finalità antincendio: Manutenzione di invasi esistenti attraverso miglioramento

della viabilità di servizio e accesso, manutenzione e ripristino funzionale di bacini in fase di

incipiente interramento (svuotamento e riprofilatura dell’invaso), sistemazioni di sponda mirati alla

stabilizzazione;

-Interventi colturali finalizzati alla prevenzione degli incendi: Prevenzione degli incendi boschivi

attraverso la “selvicoltura preventiva” con la manutenzione di popolamenti in abbandono colturale

dove la biomassa e la necromassa accumulata costituisce fattore predisponente agli incendi

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boschivi. Interventi previsti: sfolli e diradamenti in boschi naturali ed artificiali, ripuliture ai fini

antincendio di fasce boscate limitrofe a strade comunali e provinciali;

- Gestione dei rimboschimenti – rinaturalizzazione: Sostituzione graduale delle specie alloctone

(spesso conifere) con specie autoctone a minore potenziale pirologico attuata mediante diradamenti

per favorire lo sviluppo della vegetazione autoctona (rinaturalizzazione) e con diradamenti e

contestuale impianto di specie autoctone.

Per un’efficace azione di contrasto al fenomeno degli incendi boschivi il Piano adotta un modello

comprensoriale attraverso l’individuazione di aree vaste che rispondano a criteri di omogeneità

ambientale, socio – economica ed amministrativa.

Attualmente il comprensorio coincide con la strutturazione delle Comunità Montane, Enti cui la

legge regionale 42/98 delega l’esercizio delle funzioni in materia forestale, tra cui, in particolare, la

prevenzione, la lotta e la difesa dei boschi dagli incendi ed il miglioramento della viabilità

forestale anche finalizzata alle attività antincendio.

Le Comunità Montane sono, altresì, Enti attuatori per tutte le attività di prevenzione individuate

dal Piano di Forestazione e dai Piani di Assestamento Forestale.

Il modello comprensoriale individuato evolverà con la piena attuazione della legge regionale 11/08

recante “Norme di riordino territoriale degli enti locali e delle funzioni intermedie anche in

applicazione della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria 2008)” che comporterà la

soppressione delle attuali Comunità Montane e la costituzione delle Comunità Locali le quali

saranno chiamate a realizzare interventi organici rivolti, tra l’altro, non solo alla conservazione e

manutenzione del patrimonio boschivo attraverso opere di difesa dagli incendi, ma anche

all’efficienza ed efficacia del sistema di protezione civile.

L’analisi dei dati sul fenomeno degli incendi boschivi mette in luce l’interessamento di tutto il

territorio regionale, ma nello specifico la zona oggetto di studio compresa nella C.M. Alto Agri,

risulta essere una delle meno colpite. L’intero approccio si basa sul concetto di RASMAP –

Riduzione Attesa della Superficie Media Annua Percorsa dal fuoco (Bovio 1990). Il valore di

RASMAP prefissato corrisponde alla riduzione dell’incidenza del fenomeno incendi boschivi

espresso in termini di superficie (ha/anno), ovvero alla riduzione di superficie annua percorsa dal

fuoco.

Nell’ambito della Politica Regionale di valorizzazione delle risorse umane, territoriali e ambientali,

la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio forestale regionale è stata una delle azioni

prioritarie che si è inteso perseguire.

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La Regione Basilicata nell’ambito del Programma Triennale di Forestazione 2006-2008, ha

attivato la Misura 226 – Azione B - “Interventi finalizzati alla prevenzione degli incendi boschivi”,

finanziata con i fondi P.S.R. 2007-2013.

Questa misura ha permesso attraverso gli addetti forestali in servizio presso gli Enti Delegati, la

realizzazione di interventi di prevenzione degli incendi boschivi distribuiti in modo capillare su

tutto il territorio regionale.

Le tipologie di intervento che sono state realizzate nel corso dell’anno 2008 sono di seguito

specificate:

- realizzazione e manutenzione di fasce antincendio;

- manutenzione della viabilità interna ed esterna ai complessi boscati ai fini antincendio;

- interventi colturali finalizzati alla prevenzione degli incendi, quali sfolli e diradamenti, ripuliture

di fasce boscate limitrofe a strade comunali e provinciali. L’azione mira alla prevenzione degli

incendi boschivi attraverso la “selvicoltura preventiva” finalizzata alla manutenzione di

popolamenti in abbandono colturale dove la biomassa e la necromassa accumulata costituisce

fattore predisponente agli incendi boschivi;

- gestione dei rimboschimenti. L’azione ha l’obiettivo di operare una sostituzione graduale delle

specie alloctone, spesso conifere, con specie autoctone a minore potenziale pirologico mediante

diradamenti, rinaturalizzazione e contestuale impianto di specie autoctone ove necessario;

I risultati ottenuti nel 2008, in termini di riduzione del numero degli incendi rispetto all’anno

precedente, ha avvalorato la consapevolezza che la PREVENZIONE è uno strumento di

fondamentale importanza per contrastare il fenomeno degli incendi.

La Regione Basilicata con il Programma Triennale di Forestazione 2009 – 2011 intende

intensificare ulteriormente gli interventi con finalità di prevenzione degli incendi boschivi.

Pertanto, gli Enti delegati dovranno provvedere a:

- realizzare l’esbosco di tutto il materiale legnoso derivante dagli interventi sia di utilizzazione che

di miglioramento boschivo, con particolare riferimento alla ramaglia di conifere;

- effettuare cure colturali nei giovani impianti di conifere, consistenti nel controllo delle infestanti

con rimozione obbligatoria del materiale di risulta;

- spalcare fino a due metri gli impianti di conifere, contestualmente al primo diradamento con

rimozione obbligatoria del materiale di risulta;

- ripulire lungo la viabilità e nei tratti a maggio rischio il ciglio erboso e le scarpate, con

conseguente allontanamento e bruciatura del materiale di risulta;

- curare e mantenere i rimboschimenti e i boschi del Demanio Pubblico;

- aprire viali parafuoco in formazioni ad alto rischio di incendio;

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- ripulire e manutenere la viabilità ordinaria e forestale;

- recuperare le aree percorse dal fuoco.

Gli interventi di gestione, manutenzione e pulizia del bosco sono da effettuare prioritariamente in

aree a rischio idrogeologico, in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, in aree soggette a fenomeni

di siccità e desertificazione e in aree protette.

Complessivamente, nel 2008, sono stati realizzati i seguenti interventi di prevenzione:

- 168.000 metri di nuove fasce antincendio;

- 111.000 metri di manutenzione ordinaria di fasce tagliafuoco esistenti;

- 259.000 metri di manutenzione della viabilità di servizio;

- 1600 ettari di interventi di selvicoltura preventiva.

Tra gli interventi futuri si pensa di implementare il sistema di monitoraggio ambientale e

telerilevamento di incendi boschivi, ai fini del controllo delle aree boscate di notevole pregio,

della salvaguardia della fauna e della flora, e del controllo continuo nel tempo dei parametri

meteorologici.

Considerando l’estensione territoriale delle principali aree di pregio della Regione Basilicata, e la

morfologia molto articolata, si ritiene che la rete di monitoraggio debba essere costituita da almeno

12 postazioni, cui 6 nel Parco Nazionale del Pollino, 3 nel Parco nazionale della Val d'Agri e

Lagonegrese, 2 nel Parco Regionale Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane ed 1 nel Parco

naturale delle Chiese rupestri del Materano.

La Regione Basilicata, d’intesa con i Comuni e gli Enti delegati, si è impegnata inoltre nella

costituzione del Catasto delle aree boscate e dei pascoli percorsi dal fuoco, secondo le modalità

previste dall’Art.10, comma 3, della L.353/2000. Il Catasto una volta costituito consentirà la piena

attuazione di tutti i vincoli transitori, divieti e sanzioni previsti dalla legge 353/2000 e dalla L.R.

13/2005.

Piano antincendio boschivo del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri

Il Piano è stato redatto in attuazione della Legge n.353 del 21 novembre 2000 e segue le linee

guida dello schema di piano del 2009 inviato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del

Territorio e del Mare. Secondo le indicazioni di legge il Piano andrà a costituire una sezione del

Piano Regionale Anticendio regionale a cui dovrà integrarsi seguendo le strategie di prevenzione

predisposte dalla Regione.

L’area del parco, più volte interessata da incendi, ha una notevole estensione di aree boschive,

pertanto il rischio di incendio si configura come uno dei principali fattori che minacciano la

conservazione degli habitat forestali e delle specie presenti al suo interno.

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Arch. Rosaria PILIERI

L’obiettivo fondamentale del piano antincendio boschivo del parco 2011- 2014 è quello della

prevenzione. La prevenzione indiretta è un azione fondamentale, in quanto permette di portare a

conoscenza della popolazione che risiede nell’area del parco tutte le problematiche collegate agli

incendi boschivi, con l’obiettivo di far assumere alla collettività comportamenti corretti in modo da

diminuire le cause degli incendi.

L’azione mirata alla prevenzione delle cause di incendi sarà condotta mediante il controllo del

territorio da parte del Corpo Forestale dello Stato e l’attività di informazione e sensibilizzazione

attraverso:

- la realizzazione di materiale didattico-conoscitivo (manifesti, opuscoli, videocassette);

- interventi mirati (conferenze, seminari, dibattiti);

- i mass-media (articoli di stampa, spot televisivi, radio locali);

- iniziative scolastiche partendo già dalle scuole elementari;

- l’utilizzo della rete web, allestendo una apposita sezione sul sito internet dell’Ente Parco.

L’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese per l’anno 2011

nell’ambito del progetto di educazione ambientale “il Parco nel nostro futuro”, rivolto a tutti gli

studenti della Scuola secondaria di 1° grado dei Comuni compresi all’interno del Parco, ha

realizzato un progetto per la formazione ambientale rivolta alla salvaguardia e valorizzazione della

natura.

Questo percorso didattico è stato realizzato grazie alla collaborazione di associazioni ambientaliste

e dei C.E.A. (Centri di Educazione Ambientale) che operano all’interno del Parco.

La prevenzione diretta più efficace è rappresentata dagli interventi selvicolturali .

I criteri di governo e trattamento dei boschi per la difesa contro il fuoco mirano a costituire

soprassuoli a copertura alta e densa che riducono lo sviluppo del sottobosco e mantengono pulito il

suolo anche per le esigenze di rinnovazione.

Gli interventi di diradamento, ripuliture, l’allungamento dei turni di ceduazione, la conversione dei

cedui invecchiati in alto fusto, sono tutti interventi che con il tempo riducono la vulnerabilità dei

soprassuoli agli incendi. Nel Parco questa forma di prevenzione che mira a sottrarre buona parte

del potenziale combustibile, ovviamente, si deve ben raccordare con l’obiettivo di conservazione di

biodiversità.

Per ottenere una maggiore resistenza agli incendi e oltre che la conservazione e il miglioramento

del patrimonio forestale del parco sono previsti una serie di interventi da attuare attraverso una

selvicoltura sistemica che sulla base della conoscenza dei cicli e delle dinamiche naturali delle

cenosi boschive imposta una gestione capace di assecondarli.

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Arch. Rosaria PILIERI

Si prevedono, quindi, tagli intercalari (sfolli e diradamenti), l’aumento della mescolanza

compositiva, l’allontanamento del materiale di risulta, la rinaturalizzazione delle aree interessate

dai rimboschimenti artificiali di conifere, l’avviamento a fustaia, interventi di miglioramento in

boschi degradati, la ripulitura del sottobosco, tagli colturali in formazioni stratificate, riduzione del

carico di combustibile lungo la viabilità secondaria (piste e sentieri) e nelle vicinanze di parcheggi

ed aree attrezzate turistiche.

Considerato che l’obiettivo è quello di ridurre la superficie media complessivamente percorsa dal

fuoco nei territori dei comandi stazioni con RASMAP più elevata (Marsico Nuoco, Lagonegro ed

Abriola) gli interventi selvicolturali previsti, in parte già effettuati dalla Regione Basilicata, nel

periodo di validità del piano A.I.B. dovranno essere localizzati prevalentemente nei territori dei

comandi sopra citati.

Per quanto riguarda la rete viaria presente in area parco, confrontandola con la carta del rischio di

incendio si ritiene sia sufficientemente dimensionata per la gestione delle emergenze.

Non si ritiene necessario prevedere la realizzazione di nuovi tracciati anche in considerazione del

notevole impatto che avrebbero sugli ambienti naturali dell’area.

L’ indicazione generale è quella di creare delle fasce parafuoco lungo la sentieristica esistente. Tali

fasce da ripulire si devono estendere per una larghezza di 10 – 15 metri a monte e a valle della

sentieristica e devono interessare i tracciati con andamento trasversale “a mezzacosta” in aree

boscate ad alto rischio e /o di particolare valore, prevalentemente in aree statisticamente soggette

ad insorgenza incendi .

L’intervento deve consistere nel taglio ed allontanamento di tutta le vegetazione arbustiva,

salvaguardando la rinnovazione di specie arboree eventualmente presenti e il piano arboreo

dominante.

Tali interventi dovranno eseguirsi ogni anno nei mesi autunnali fino a quando il grado di copertura

delle chiome arboree del piano dominante sia sufficiente a inibire lo sviluppo alle specie del

sottobosco.

In riferimento alle zone vicine alle aree abitate il piano di prevenzione stabilisce di mantenere un

eventuale incendio di chioma ad almeno 30 – 50 metri dall’area abitata.

Per questo motivo vengono stabilite tre fasce concentriche, differentemente gestite, situate

nell’immediato intorno dell’abitato noto con il nome di area interfaccia.

La larghezza complessiva dello spazio difensivo può essere modificata, soprattutto in funzione

della topografia del luogo. Per esempio nel caso di pendenze superiori al 20% deve essere previsto

un’ulteriore estensione dello spazio difensivo pari a 15 m a monte e 30 m a valle.

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Arch. Rosaria PILIERI

Tra le azioni previste o già effettuate per la sorveglianza, il presidio del territorio e lo spegnimento

degli incendi, è da segnalare sistema di avvistamento con videosorveglianza, composto da

telecamere con sistema speed dome che girano a 360° su stesse e trasmettono le immagini ad una

sala operativa situata al vivaio Galdo di Marsicovetere, dove si trova il personale specializzato che

fa servizio per il sistema antincendio regionale.

L’Ente Parco esprime la volontà di stipulare accordi con le associazioni di volontariato di

protezione civile, regolarmente iscritte al registro regionale/nazionale e dotate di idonee risorse

alla lotta agli incendi, come quella già esistente “Gruppo Lucano”, con sede a Viggiano, provvista

di sala operativa in grado di coordinare i propri volontari.

L’ Ente Parco si impegna a predisporre delle proprie pattuglie mobili di avvistamento nelle aree a

maggior rischio e nel periodo di maggiore pericolosità per gli incendi.

L’attività di controllo, sorveglianza, presidio del territorio, nonchè di coordinamento delle attività

di spegnimento in caso di incendio, sono svolte dal Coordinamento Territorio Ambiente (C.T.A.)

attraverso i comandi stazione competenti nel territorio dell’area parco, dislocati nei comuni di:

Moliterno, Marsiconuovo, Spinoso, Laurenzana, Abriola, Pignola, Lagonegro e San Chirico

Raparo.

Esso si impegna, inoltre, a dare collaborazione ai comuni rientranti nel territorio del parco, per la

realizzazione del catasto incendi e della carta interfaccia urbano foresta, in cui verranno

evidenziate le criticità presenti sul territorio e verranno stabilite le prescrizioni e le indicazioni che

dovranno essere recepite dagli strumenti di pianificazione locale

Piano Provinciale di Organizzazione della Gestione dei Rifiuti (2007)

Il criterio generale seguito nel tracciare le linee operative del Piano è la creazione di un quadro di

contesto, costituito da elementi tecnici e da vincoli, entro il quale si lascia ampio margine ai diversi

“attori del territorio” (produttori e gestori) nel loro diritto/dovere di trovare risposte concrete ed

ambientalmente corrette ai diversi fabbisogni. Gli obiettivi generali del Piano sono pertanto

rappresentati dalla promozione delle attività di recupero e riciclo, dal completamento della rete di

impianti di trattamento, e dalla realizzazione di adeguate capacità di stoccaggio finale dei rifiuti

non diversamente gestibili.

I rifiuti prodotti sono classificati in ossequio a quanto previsto dal Catalogo Europeo Rifiuti,

composto da 20 sezioni delle quali dalla 01 alla 19 riguardano i rifiuti speciali.

L’analisi della produzione di rifiuti speciali in Provincia di Potenza denota una marcata variabilità

determinata in particolare da situazioni contingenti e temporanee, come l’attività di prospezione

petrolifera, che dopo un periodo di forte attività è stata fortemente ridimensionata negli ultimi anni.

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Arch. Rosaria PILIERI

Linee di indirizzo per la gestione dei RAEE in Provincia di Potenza. La gestione dei Rifiuti di

Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) in Provincia di Potenza,in linea con quanto

previsto dal quadro legislativo vigente e in particolare dal D.Lgs. 25 luglio 2005 n. 151, è

improntata al perseguimento dei seguenti obiettivi:

- prevenire la produzione di rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche;

- assicurare l’attuazione di un efficace sistema di raccolta differenziata, recupero e

riciclaggio dei rifiuti derivanti dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse;

- assicurare che i finanziamenti dei sistemi di trattamento, recupero e smaltimento dei RAEE

siano essenzialmente a carico dei produttori delle apparecchiature;

- promuovere la progettazione di nuove apparecchiature che facilitino il riuso, nonché il

recupero e lo smaltimento dei rifiuti a fine vita.

Il piano Regionale, in attuazione dell’articolo 23 del D.Lgs. 22/97, individua due ambiti territoriali

ottimali (ATO) per la gestione unitaria dei rifiuti urbani:

ATO n. 1 - costituito dai Comuni compresi nella Provincia di Potenza;

ATO n. 2 - costituito dai Comuni compresi nella Provincia di Matera.

- Individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei

rifiuti secondo criteri che considerano fattori - usi del suolo; · caratteri fisici; · protezione della

popolazione dalle olestie; · protezione delle risorse idriche; · tutela da dissesti e calamità; ·

protezione delle risorse naturali; · protezione di altri beni; · aspetti urbanistici; . Protezione della

popolazione; Caratteri fisici e idrografici; Protezione delle risorse idriche; Protezione delle risorse

naturali; Fasce di rispetto da infrastrutture; Ipotesi localizzative.

Nell’area di studio sono presenti e previsti vari siti :

Discariche

Nuovi impianti previsti nell’ ATO 12 : Calvello

Depositi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi

Impianti esistenti nei comuni dell’ATO12: Viggiano

Centro di raccolta di veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti

Nuovi impianti previsti nell’ ATO 12 : Marsicovetere

Trattamento rifiuti liquidi non pericolosi

Impianti esistenti nei comuni dell’ATO12: Viggiano

La scelta dell’ubicazione della nuova impiantistica dovrà considerare sia la presenza di vincoli che

criteri di opportunità. I vincoli rispetto ai quali non è possibile andare in deroga sono indicati nel

seguito: Le aree che si trovano ad una quota superiore a 1.000 m s.l.m. sono escluse; Sono escluse

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Arch. Rosaria PILIERI

dalla localizzazione le aree che ricadono nella fascia di rispetto, di 150 m da entrambe le sponde

dei corsi d'acqua e di 300 m dalla linea di battigia dei laghi;

Vengono ritenute non idonee alla realizzazione di discariche di rifiuti non pericolosi e percolosi, le

aree in frana o soggette a movimenti gravitativi, e le aree formalmente individuate a seguito di

dissesti idrogeologici e le aree interessate dalle limitazioni transitorie previste dal comma 6 bis

dell'art. 17 della Legge n. 183/89"; Aree esondabili, instabili e alluvionabili (tempi di ritorno 50 e

200 anni), comprese nelle fasce A e B individuate nei piani di assetto idrogeologico di cui alla

Legge 18.05.1989 n. 183 e s.m.i.; Tutte le aree a riserva naturale o integrale sono escluse dalla

localizzazione. In particolare le aree naturali protette sottoposte a misura di salvaguardia ai sensi

dell’articolo 6 comma 3 della legge 06.12.1991 n. 394 e le aree individuate dagli articoli 2 e 3 del

DPR 08.09.1997 n. 357 e s.m.i. [siti natura 2000, SIC, ZPS]; I terreni di qualsiasi natura e

destinazione, che possono perdere stabilità o turbare il regime delle acque, sono sottoposti a

vincolo per scopi idrogeologici (R.D. n. 3267/23) e aree individuate ai sensi dell’articolo 65

comma 3 lettera n del D.Lgs. 03.04.2006 n. 152; Le aree boscate, vincolate dalla Legge n. 431/85,

ossia territori coperti da foreste e da boschi o sottoposti a vincolo di rimboschimento; il vincolo

riguarda anche le aree boscate percorse da incendi o danneggiate dal fuoco; Aree agricole di

pregio; Aree sottoposte a vincolo paesaggistico; Oasi di protezione faunistica; Zone di

ripopolamento e cattura faunistica.

Il Piano Turistico Regionale

Il Piano Turistico Regionale è uno strumento di programmazione con cadenza triennale, come

specificato dall’art. 3, comma 1, della L.R. n.34 del 30 luglio 1996, disposizione normativa

confermata nella legge di riforma del sistema turistico regionale n.7/2008 all’art. 4. Le finalità ed i

principali contenuti del Piano sono articolati e così specificati al comma 2: «l’analisi dello stato di

fatto del sistema turistico e le tendenze di mercato regionali nel quadro delle evoluzioni di scenario

nazionali/internazionali; l’analisi della consistenza ricettiva, dei fattori di contesto, della loro

dislocazione e dei fattori qualitativi e quantitativi della filiera dell’ospitalità; la individuazione

delle aree territoriali in cui il turismo rappresenta una rilevante componente economica e in cui le

risorse strutturali ed ambientali consentono nel loro insieme l’organizzazione di un prodotto

turistico caratterizzato e differenziato; le priorità per gli interventi di settore e la proposta di

progetti finalizzati a rafforzare i fattori di contesto dei prodotti turistici in coerenza con le tendenze

di mercato; gli obiettivi generali dell’azione promozionale sui diversi mercati della domanda; gli

obiettivi e gli strumenti di breve e medio periodo dell’azione di comunicazione e promozione della

Basilicata turistica e l’individuazione di modalità di relazione avanzata con il sistema delle

autonomie locali e con gli operatori privati; la indicazione delle risorse finanziarie previste per il

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turismo nelle sue diverse articolazioni; i criteri e le modalità per la partecipazione dei soggetti

privati alla realizzazione di progetti per il sostegno ed il miglioramento dell’offerta turistica».

Il Piano turistico si inscrive innanzitutto nell’ambito delle linee guida e degli indirizzi strategici

definiti nel Piano Regionale di Sviluppo e nel disegno complessivo declinato nel Programma

Operativo Basilicata Fesr 2007-2013.

In particolare, l’Asse IV del PO FESR 2007-2013 persegue la finalità di «accrescere, in una

prospettiva di sviluppo turistico sostenibile, l’attrattività della Basilicata trasformando in vantaggio

competitivo la variegata ricchezza dell’insieme delle risorse culturali e naturali e della biodiversità

presenti sul territorio regionale».

Il piano turistico regionale indica tra le priorità quella di delineare una strategia capace di andare

oltre le esperienze e i tentativi sin qui compiuti come quelle dei Gruppi di Azione Locale

nell’ambito dello sviluppo rurale o dai Centri di Educazione Ambientale nell’ambito delle iniziative

“Ambiente”, dei Progetti Integrati Territoriali o delle più recenti iniziative come “Culture in loco”.

Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale PIEAR

La maggior parte dell’energia elettrica prodotta in Regione deriva dall’utilizzo di fonti fossili .

In particolare, in termini assoluti la produzione da fonte fossile è aumentata dal 1990 al 2005 (il

peso percentuale è passato dal 63% del 1990 al 77% del 1998, per poi ridursi al 70% nel 2005).

Durante quest’ultimo periodo si è verificata una leggera crescita nell’uso del gas naturale che ha

quasi del tutto soppiantato le altre fonti fossili.

Al 2005 risultano in esercizio 10 impianti termoelettrici alimentati da combustibili Fossili, tra cui

l’impianto CIP 6/92 di Grumento Nova-Viggiano (nell’area dell’Alta Val d’Agri) entrato in

esercizio nel 1997, di potenza efficiente lorda pari a 5,9 MW cogenerativo.

Anche le fonti rinnovabili contribuiscono in maniera determinante alla produzione di energia

elettrica. Infatti, nel 1990 circa il 37% della produzione elettrica lucana era da attribuirsi

all’utilizzo di fonti rinnovabili (idroelettrico); questa percentuale è poi diminuita nel corso degli

anni fino al 23% nel 1998, risalendo al 30 % nel 2005 per effetto dell’energia eolica e dell’utilizzo

dei rifiuti solidi urbani per la produzione di energia elettrica ( 66% all’idroelettrico, per il 29%

all’eolico e per il restante 5% a RSU).

La produzione da idroelettrico è caratterizzata dalla presenza di ben 8 impianti nel 2005 per una

potenza efficiente lorda di ben 128 MW. In particolare gran parte della produzione è imputabile

all’Enel Produzione, che possiede in Basilicata tre impianti idroelettrici per una potenza

complessiva di 123 MW.

Il settore eolico ha iniziato a svilupparsi in Basilicata a partire dal 2001 con l’entrata in esercizio

dei primi impianti realizzati tramite il provvedimento CIP 6/92.

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Arch. Rosaria PILIERI

Nel 2008 sul territorio lucano erano stati installati impianti eolici per una potenza complessiva di

198 MW circa.

La produzione di energia elettrica con impianti fotovoltaici, sebbene ritenuta ormai da più parti

strategica per uno sviluppo sostenibile, ad oggi risulta essere poco diffusa per effetto degli elevati

costi di produzione ad essa associati. A partire da luglio 2005 con l’introduzione anche in Italia del

“conto energia”, attraverso l’approvazione del decreto ministeriale 25 luglio 2005 (primo conto

energia), sostituito dal decreto ministeriale 19 febbraio 2007 (nuovo conto energia), la produzione

di energia elettrica da fotovoltaico inizia a conoscere un vero e proprio sviluppo.

A tutti questi impianti oggetto di incentivazione tramite il Conto energia si aggiungono gli impianti

finanziati tramite le incentivazioni in conto capitale derivanti da vari bandi regionali predisposti

dal 2002 ad oggi. Si tratta di una cinquantina di impianti per una potenza di picco complessiva

superiore ai 650 kW, a cui si aggiungono altri 59 impianti finanziati e ancora in corso di

realizzazione per i quali non si conosce la potenza complessivamente installata.

Il bilancio energetico regionale rileva come la Regione Basilicata sia stata nel 2005 un’esportatrice

netta di energia, infatti, il consumo interno lordo ammontava solamente al 28% della produzione

totale mentre le esportazioni nette di fonti energetiche ammontavano a ben 3904 ktep. I consumi

finali sono sostanzialmente equiripartiti tra consumi per usi industriali, civili e trasporti con una

quota più modesta di consumi per usi agricoli.

Lo scenario che il bilancio 2020 prefigura è quello di una regione particolarmente virtuosa in

riferimento alla produzione energetica. Infatti, il saldo tra le esportazioni e le importazioni di

energia previsto è pari ad 8.279 ktep, ovvero quasi 8 volte l’ammontare della domanda di energia

per usi finali stimata al 2020 (1.064 ktep).

Dall’ analisi complessiva del comparto energetico è scaturita la programmazione che è stata

incentrata su quattro macro-obiettivi:

1. riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica;

2. incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;

3. incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili;

4. creazione di un distretto energetico in Val d’Agri.

In riferimento al quarto obiettivo la Regione, nella convinzione che finanza, ricerca e sistema

industriale siano fattori che debbano interagire per dare impulso allo sviluppo di nuove ed avanzate

tecnologie ed in coerenza con le indicazioni contenute nella Deliberazione CIPE n. 166 del 21

dicembre 2007 “Attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013: Programmazione

del Fondo per le Aree Sottoutilizzate”, persegue l’obiettivo di promuovere la realizzazione di un

Distretto energetico in Val d’Agri.

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Arch. Rosaria PILIERI

Tale distretto avrà le seguenti finalità:

- lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica in campo energetico, coinvolgendo a tal

fine le eccellenze regionali, a partire dall’Università degli Studi della Basilicata CNR, ENEA,

Agrobios, Fondazione Mattei etc.;

- creazione di un centro permanente di formazione ed alta formazione mediterranea sui temi

dell’energia, in stretta collaborazione con ENEA, Fondazione Mattei ed i centri di ricerca presenti

sul territorio regionale. La formazione sarà rivolta agli installatori e manutentori di impianti di

produzione di energia da fonti rinnovabili, l’alta formazione ai progettisti ed ai ricercatori del

settore;

- l’insediamento nell’area di imprese innovative specializzate nella produzione di materiali

innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica degli usi

finali, sia in campo civile, sia nel settore produttivo;

- l’attivazione di filiere produttive incentrate sull’adozione di tecnologie innovative per la

produzione di energia, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione;

- realizzazione di impianti innovativi e sperimentali per la produzione di energiada fonti

rinnovabili, per la tri-quadrigenerazione, anche con il diretto coinvolgimento di Enti di ricerca

(Università, ENEA, Agrobios, CNR, ecc.), Enti locali e, ove necessario, di grandi operatori del

settore, anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata. Tali impianti saranno

ubicati sul territorio regionale, in aree che presentino le migliori condizioni ambientali e logistiche

per la loro realizzazione e non sono soggetti ai limiti di producibilità del presente Piano;

- svolgimento di attività di ricerca e di sperimentazione sulla produzione di biocarburanti a partire

da matrice lignocellulosica, e sulla definizione di idonei sistemi per il contenimento delle

emissioni di particolato solido e delle altre sostanze dannose prodotte dalla combustione di

biomassa;

- attività di formazione nel settore energetico e trasferimento tecnologico alle PMI locali;

- realizzazione di un parco energetico (denominato Valle dell’energia) finalizzato ad evidenziare le

- più avanzate tecnologie nel settore delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica

Il distretto sarà inoltre inserito nella costituenda rete dei distretti energetici nazionali per sviluppare

progetti ed iniziative in rapporto sinergico con le altre regioni partner.

Le risorse attivabili per l’attuazione degli obiettivi del Piano Energetico Regionale sono

riconducibili per il quinquennio 2009-2013 fondamentalmente a quelle messe in campo nel quadro

della politica regionale unitaria per il periodo 2007 -2013 e a quelle rivenienti dalle royalties

regionali derivanti dalla estrazione del petrolio in Basilicata.

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Arch. Rosaria PILIERI

In particolare, la politica regionale unitaria per il periodo 2007-2013 trova i suoi riferimenti nel

QSN i cui strumenti finanziari sono rappresentati dai Fondi Strutturali Comunitari e dal Fondo per

le Aree Sottoutilizzate.

Per quanto concerne più direttamente gli investimenti in campo energetico cofinanziati dai Fondi

Strutturali Comunitari attivati a livello regionale, occorre far riferimento al Programma Operativo

FESR Basilicata 2007-2013.

L’attuazione del PIEAR richiederà l’attivazione anche di coerenti interventi di natura formativa ed

occupazionale a valere sul Programma Operativo FSE 2007-2013.

Anche il PSR Basilicata 2007-2013 contempla il sostegno del Fondo FEASR ad investimenti in

campo energetico.

Il costo pubblico complessivo dell’attuazione dell’obiettivo volto alla costruzione in Val d’Agri di

un ‘distretto energetico’ per il quinquennio 2009-2013 ammonta (POR,FESR, PAR FAS e PAIN

FAS) a 30 milioni di euro (ai quali potrebbe aggiungersi il 20% delle risorse rivenienti dalle

royalties del petrolio per il medesimo arco temporale ed ulteriori risorse rivenienti da altri

programmi).

1.8.2. GLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE REGIONALE E DI AREA VASTAI Piani Paesaggistici Regionali

Paragrafo da integrare una volta acquisito il Piano Paesistico Sellata – Volturino – Madonna di

Viggiano,dalla Regione e Piano Particolareggiato Esecutivo “Volturino –Monte di Viggiano

La Basilicata, insieme al Molise ed alla Sardegna, non dispone di un Piano Paesaggistico che copre

l’intero territorio regionale, ma dispone di Piani Paesistici applicati solamente a specifiche aree.

Il territorio della Regione Basilicata è interessato da sette Piani Paesistici di Area Vasta, redatti in

attuazione della Legge Nazionale n. 431/85 ( Legge “Galasso”):

- Piano paesistico di Gallipoli cognato – piccole Dolomiti lucane,

- Piano paesistico di Maratea – Trecchina – Rivello,

- Piano paesistico del Sirino,

- Piano paesistico del Metapontino,

- Piano paesistico del Pollino,

- Piano paesistico di Sellata – Volturino – Madonna di Viggiano,

- Piano paesistico del Vulture.

Il territorio in esame è interessato dal Piano Paesistico di Area vasta “Sellata – Volturino –Madonna

di Viggiano”, approvato con Legge Regionale n. 3 del 1990, redatto in attuazione dell’ art. 1 della

Legge n. 431/85.

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Arch. Rosaria PILIERI

Successivamente Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, così come modificato ed integrato

dal Decreto Legislativo 24 marzo 2006 n. 157, stabilì che le Regioni verificassero la conformità tra

le disposizioni dei suddetti Piani paesistici e le nuove disposizioni del suddetto decreto,

provvedendo agli eventuali adeguamenti. La Regione Basilicata, con Deliberazione di Giunta

Regionale n. 1048 del 22.04.2005, avviò quindi l’iter per procedere all’adeguamento dei vigenti

Piani paesistici di area vasta alle nuove disposizioni legislative.

In tal senso La Regione Basilicata approvò la Variante Generale al Piano Paesistico “Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano” con Legge Regionale n. 24 del 14/03/2005.

Il piano Paesistico “Sellata Volturino” interessa le Sic di Serra di Calvello , Monte Volturino e

Monte Madonna di Viggiano. Il Piano individua nella Sic di Calvello un vasto areale con

prevalenza di elementi naturalistici-fisico-biologici di valore elevato, dove le trasformazioni

antropiche del territorio necessitano di opportune “verifiche di trasformabilità” per gli usi

infrastrutturali e culturali, ammettono una “trasformabilità condizionata” per l’uso agricolo, mentre

non è ammesso l’uso insediativo ed estrattivo. Questo areale è presente anche nel Sic Monte

Volturino, insieme ad un areale sottoposto a tutela di secondo grado, dove è ammesso anche l’uso

insediativo previa verifica di trasformabilità. Si evince la vocazionalità turistica del sito. Anche per

il Sic Madonna di Viggiano è ammesso l’uso abitativo previa verifica di ammissibilità, mentre per l’

uso agricolo è prevista verifica di ammissibilità nelle aree a pascolo di alta quota, e la

trasformabilità condizionata nelle zone boschive.

Il Piano inoltre individuava l’ambito costituito dai Comuni di Calvello, Marsicovetere e Viggiano,

denominato “Volturino – Madonna di Viggiano”, quale ambito da sottoporre a Piano

Particolareggiato Esecutivo (P.P.E.) ex art. 7 della L.R. n. 3/90.

Il Piano Particolareggiato Esecutivo “Volturino –Monte di Viggiano”, adottato dal Comune di

Marsicovetere con deliberazione consiliare n. 23 del 30.6.1998, e dal Comune di Viggiano con

deliberazione consiliare n. 3 del 28.1.1999, si prefigurava come un piano urbanistico intercomunale

con valenza esecutiva. Tale PPE perseguiva l’ obbiettivo di impiantare il disegno urbanistico di

progetto nel contesto della tutela e valorizzazione delle risorse paesistiche, ambientali ed antropiche

adeguatamente valutate. Il progetto aveva come finalità generale l’organizzazione dell’ area

sommitale delle montagne del Volturino e di Viggiano, intesa come Parco naturalistico attrezzato,

all’ interno del quale si possono svolgere, migliorandole, una serie di attività già presenti (lo sci., le

passeggiate, etc.) nonché altre attività che conseguono dalla tutela e valorizzazione compatibile di

ulteriori risorse specifiche presenti nell’ area.

Lo schema progettuale si divideva in: - progetti diffusi riguardanti il recupero della sentieristica

esistente e la realizzazione di cartellonistica informativa; - progetti d’area riguardanti il

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miglioramento delle infrastrutture già esistenti e la progettazione di nuove aree attrezzate in località

Toppo delle Seti. I progetti d’area prevedevano inoltre l’attivazione di una riserva geologica in

località La Laura ed uno studio per il recupero dell’ insediamento antico di Marsicovetere.

Il progetto del PPE oltre a specificare i regimi e le modalità d’uso in senso urbanistico indicava i

caratteri costruttivi delle opere in modo tale che le stesse non solo fossero compatibili con i luoghi

ma avessero anche un “carattere di uniformità” per conseguire l’obbiettivo della riconoscibilità del

sistema.

E’ inoltre in fase di approvazione un altro PPE che interessa il comune di Abriola e di Marsico

Nuovo, denominato “Piano Particolareggiato Pierfaone – Sellata” , adottato dal comune di Marsico

Nuovo il 5 settembre 2001.

I Piani Territoriali-Paesistici di Area Vasta redatti ai sensi della Legge 431/85 hanno rappresentato

il primo passo importante verso il riconoscimento di una valenza ambientale e naturalistica del

territorio della Val d'Agri e più in generale dell'intero Appennino lucano e hanno di fatto aperto la

strada verso l’istituzione di un Parco Nazionale per questo territorio. Manca ad oggi il Piano del

Parco, strumento urbanistico ad hoc, necessario per regolamentare e coordinare le azioni e gli

interventi dell’area di Parco.

Nel 1991, la Legge Quadro sulle Aree Protette n° 394 già prevedeva l’istituzione del Parco

Nazionale dell’Appennino Lucano Val d'Agri-Lagonegrese e lo inseriva nella lista dei Parchi di

nuova istituzione. A partire da questa data e fin o ai primi anni del nuovo millennio si sono

susseguite diverse proposte di perimetrazione dell'istituendo Parco e numerosi dibattiti sulla

pertinenza della sovrapposizione dell’area protetta con un territorio estremamente ricco di risorse di

tipo minerario come il petrolio.

Tale percorso, in definitiva, ha condotto alla creazione del Parco dell'Appennino lucano Val d’Agri-

Lagonegrese con la Legge 426/98, non senza sforzi da parte della comunità locale che ha inteso in

tal modo perseguire una nuova strategia di sviluppo per il proprio territorio.

Il parco è stato ufficialmente istituito con il DPR 8 Dicembre 2007. L’area del Parco Nazionale

dell’Appennino Lucano val d’Agri - Lagonegrese si estende lungo gran parte della fascia calcarea

dell’Appennino Lucano a cavallo tra la val Camastra, la val d’Agri e il Lagonegrese. La sua

estensione è pari a 68.996,00 ha ed è il 10° parco Italiano per dimensioni. All’interno dell’area

protetta sono compresi parte dei territori di 29 comuni della Provincia di Potenza: Abriola, Anzi,

Armento, Brienza, Calvello, Carbone, Castelsaraceno, Gallicchio, Grumento Nova, Lagonegro,

Laurenzana, Lauria, Marsico Nuovo, Marsico Vetere, Moliterno, Montemurro, Nemoli, Paterno,

Pignola, Rivello, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sarconi, Sasso di Castalda, Satriano di

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Lucania, Spinoso, Tito, Tramutola e Viggiano, per una popolazione complessiva di circa 90.000

abitanti.

All’interno del Parco ricade la Riserva Naturale Regionale dell’Abetina di Laurenzana, istituita con

D.P.G.R. 4 gennaio 1988, n. 2, ai sensi della Legge Regionale n. 28/94.

Piano Strutturale Provinciale

Il Piano Strutturale Provinciale (PSP), in particolare, e l’atto di pianificazione con il quale la

Provincia esercita un “ruolo attivo” di coordinamento programmatico e di raccordo tra le politiche

territoriali della Regione e la pianificazione urbanistica comunale, determinando indirizzi generali

di assetto del territorio provinciale intesi anche ad integrare le condizioni di lavoro e di mobilità

dei cittadini nei vari cicli di vita, e ad organizzare sul territorio le attrezzature ed i servizi

garantendone accessibilità e fruibilità.

In particolare il PSP contiene l’individuazione delle linee strategiche di evoluzione dei Sistemi

Territoriali, oggi rafforzati dall’introduzione delle “Comunità Locali” e gli elementi di

coordinamento della pianificazione comunale, che interessano comuni diversi, promuovendo la

integrazione e la cooperazione tra enti.

Il PSP, quindi, ha valore di Piano di assetto del territorio con specifica considerazione dei valori

paesistici, della protezione della natura, della tutela dell’ambiente, delle acque e delle bellezze

naturali e della difesa del suolo, ma prefigura anche un ruolo di strumento strategico di governance

multilivello.

Le norme tecniche per l’attuazione del PSP è stata appositamente pensata per essere snella e si

articola in modo da tenere in considerazione:

- la necessità di fissare norme generali per ciascuno dei sistemi che configurano e connotano

il territorio della provincia, dal sistema geologico fino ai servizi a rete;

- l’opportunità di definire i regimi di intervento per singoli ambiti di pianificazione

strategica;

- la questione del dimensionamento e delle politiche di trasformazione compatibile del

territorio;

- il sistema delle tutele sovraordinate;

- la possibilità di definire progetti integrati di sviluppo per far interagire proficuamente le

politiche territoriali con quelle di sviluppo economico e della programmazione del periodo

2007-2013.

Le idee di sviluppo territoriale individuate dalla Provincia, già nel documento preliminare, su cui

basare le scelte della pianificazione strutturale, definiscono obiettivi finalizzati a:

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- rafforzare i sistemi territoriali, a dimensione intercomunale, individuando tra gli altri il

sistema della Val d’Agri (interessata sia dalle attività estrattive sia dalle azioni innovative FESR

sulla certificazione ambientale comunale EMAS ed, inoltre, dall’istituzione del Parco Nazionale

della Val d’Agri);

- potenziare il sistema infrastrutturale regionale, individuando i percorsi strategici, come

l’asse Sud-Nord Lauria-Potenza-Melfi-Candela, utili nel definire una rete forte di collegamento tra

i poli di maggiore attrazione;

- creare una armatura dei Grandi Attrattori Culturali intesa come politica di valorizzazione e

fruizione a fini turistici delle emergenze storiche, archeologiche, monumentali ed artistiche della

Provincia di Potenza;

- creare la Rete Ecologica Provinciale come politica di promozione e valorizzazione dell’asse

appenninico, con particolare riferimento al sistema delle aree naturali protette e dello sviluppo

rurale.

La Provincia con Delibera di Giunta Provinciale n. 26 del 2/2004 “Approvazione bozza del

Documento Preliminare al PSP” ha dichiarato la volontà di integrare gli strumenti della

pianificazione, della programmazione e della progettazione e dell’attrazione di investimenti a

partire dalla individuazione delle le componenti territoriali capaci di orientare le linee di assetto

fondamentale del territorio.

Successivamente è stato firmato un accordo di pianificazione con la Regione relativo al PSP, fino

alla delibera di Giunta Provinciale n.40 del 10/10/2007“Approvazione Protocollo di intesa con la

Regione per la stesura finale del PSP” che ad oggi è ancora in fase di redazione.

I contenuti ispiratori del PSP sono tra l’altro maggiormente accreditati dalla recente LR 11/2008

“Norme di riordino territoriale degli enti locali e delle funzioni intermedie anche in applicazione

della L. 24 dicembre 2007, n.244”, che disciplina l’ordinamento del governo di area vasta di

dimensione sovra comunale per la Regione Basilicata e provvede al conseguente riordino

normativo dei compiti e delle funzioni pubbliche in ambito infra-provinciale del sistema delle

autonomie istituzionali.

Piano Regolatore Generale del Consorzio per lo Sviluppo del Nucleo Industriale dell’Alta Val

d’Agri.

Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della provincia di Potenza e' un Ente Pubblico Economico

con autonomia organizzativa, amministrativa, gestionale ed economico-finanziaria. In generale l’

obbiettivo del Consorzio risponde alla promozione della crescita industriale sull'intera area di

pertinenza, al fine di realizzare sempre più insediamenti e di riqualificare e potenziare gli

agglomerati industriali esistenti. Il Consorzio ASI si occupa principalmente di assistere l'impresa

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nei suoi processi d'insediamento e di sviluppo. La sempre piu' preminente attivita' estrattiva del

petrolio in Val d'Agri e la contemporanea costruzione del Centro Oli nell'area industriale di

Viggiano per lo stoccaggio e il trattamento iniziale dell'idrocarburo, ha finito per conferire all'area

un ruolo di notevole importanza sul piano dello sviluppo economico e produttivo.

Pertanto il Consorzio Asi ha ritenuto opportuno dotare l' agglomerato industriale del comune di

Viggiano di un P.R.G., approvato con Delibera di Consiglio Regionale n. 926 del 15 febbraio 2005.

Il P.R.G. disciplina: 1) l’utilizzazione dei suoli e degli immobili per le iniziative imprenditoriali ( in

conformità con le direttive del Regolamento Consortile relativo all’assegnazione delle aree e degli

immobili) ; 2) l’attività edilizia all’ interno dell’ agglomerato industriale (opere di impianto e

sistemazione, ovvero di riconversione, ampliamento e/o adeguamento).

Piano Strutturale Intercomunale (PSI) della Val d’Agri

La firma del Protocollo d’Intesa, avvenuta il 16 ottobre 2010, tra la Regione Basilicata,la Provincia

di Potenza, 22 comuni dell’area Val d’ Agri e l’ente Parco, ha permesso un primo confronto tra gli

amministratori e i tecnici, per la redazione del Piano Strutturale Intercomunale (PSI) della Val

d’Agri che si inserisce nel modello di co-pianificazione tra i diversi livelli di governo del territorio,

introdotto dalla legge regionale 23 del 1999, e  punta a delineare una strategia di sviluppo

territoriale.

La sperimentazione che promuove la Struttura di Progetto 'Val d’Agri' riguarda, infatti, la

pianificazione urbanistica di un 'insieme' di Comuni  di piccola dimensione, in prevalenza al di sotto

di 5.000 abitanti, per ciascuno dei quali intende definire regole di sviluppo all’interno di un quadro

di riferimento ampio della dimensione di circa 50.000 abitanti e 1500 Kmq. Se, infatti, il Piano

Strutturale Provinciale è l’atto di pianificazione con il quale la Provincia esercita un ruolo attivo di

coordinamento programmatico e di raccordo tra le politiche territoriali della Regione e la

pianificazione urbanistica comunale il Piano Strutturale della Val d’Agri si collocherà ad un livello

intermedio tra le competenze specifiche dei Comuni e quelle della Provincia con attività di assetto

del territorio in relazione ai valori paesistici, alla protezione della natura, alla tutela dell’ambiente,

delle acque e delle bellezze naturali. Il Piano si articolerà in due fasi. La prima sarà di supporto

tecnico-amministrativo ai comuni del comprensorio del Programma Operativo per l’attuazione del

Regolamento Urbanistico; la seconda riguarderà la costruzione del quadro conoscitivo di base per

l’elaborazione del PSI dell’ambito territoriale della Val d’Agri.

1.8.3. GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE COMUNALICALVELLO

Lo strumento di pianificazione vigente, a livello comunale, è il Regolamento Urbanistico adottato

nel 2010. L’obiettivo dello strumento è, da un lato, consolidare l’esistente avviando processi di

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riqualificazione e, dall’altro, costruire le occasioni per cui le possibilità di impresa, ai vari livelli

compatibili con le risorse territoriali, possano trovare giusti strumenti.

Gli obiettivi di politica urbanistica del regolamento urbanistico scaturiscono da un lato dall’analisi

degli aspetti socio-economici del paese e dall’altro dalla lettura dei processi e tendenze in atto in

ambito regionale e sovra regionale.

Difatti a fronte di una situazione socio-economica non propriamente positiva, vi sono processi in

atto che fanno presupporre una inversione di tendenza e l’avvio di processi di sviluppo credibili.

In primo luogo la qualificazione dell’ambito urbano La qualificazione o riqualificazione

dell’ambito urbano rappresenta il punto di partenza aspetto, il Piano compie scelte mirate e

piuttosto evidenti:

- inversione nell’uso residenziale del territorio attraverso la eliminazione di cospicue aree

edificabili e la contestuale scelta di completamento all’interno dell’Ambito urbano riconosciuto;

- qualificazione del tessuto urbano storicizzato in termini urbanistici , socio-culturali,

produttivi; - qualificazione e riconversione delle aree periurbane attraverso la creazione di strutture

di servizio dedicate alla ricerca del benessere nei tempi di non lavoro;

- qualificazione del supporto produttivo attraverso la creazione di interventi e/o micro-

interventi dedicati alle specificità territoriali. Per questo aspetto la creazione di aree multifunzione

integrate in strutture verdi rappresenta una linea di intervento precisa.

Il Comune di Calvello ha programmato, sin dal 1984 , sulla scorta dei programmi di allestimento di

aree produttive con i fondi della Legge n. 219/81, la realizzazione del P.I.P. - Piano Insediamenti

Produttivi in località “Ischia”. Con diversi interventi , di cui l’ultimo a valere sui fondi del 1° bando

“Val d’Agri” alimentato con le “ royalties” del petrolio, l’area è stata parzialmente infrastrutturata.

L’Amministrazione Comunale di Calvello ha promosso diverse azioni finalizzate all’attrazione ed

alla realizzazione di investimenti produttivi nel proprio territorio. In primo luogo ha partecipato al

P.R.U.S.S.T. - Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio

promosso dalla Città di Potenza ed approvato con Decreto n. 3 del 13.01.2003. In tale programma

sono previste, oltre a diversi interventi pubblici, investimenti privati per complessivi €.

4.115.645,03 (£. 7.969.000.000) per la realizzazione di n. 9 iniziative produttive.

In tale ottica i Comuni del Comprensorio della Valle del Camastra (Calvello, Abriola, Anzi e

Laurenzana) hanno sviluppato uno specifico Protocollo di Intesa per la Programmazione e

l’Attivazione di Programma dai Sviluppo nel Comprensorio dei rispettivi territori per l’attuazione di

investimenti con utilizzazione degli strumenti finanziari garantiti dal Programma Operativo.

Allo stato attuale l’interesse privato verso le opportunità del programma operativo sono notevoli e si

è in attesa che la Regione Basilicata dia concreto avvio alle procedure di legge per consentire agli

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investitori privati di manifestare il proprio interesse a realizzare insediamenti produttivi nei territori

interessati tra i quali il Comune di Calvello.

MARSICOVETERE

Il comune di Marsicovetere è dotato di PRG, approvato con DGR n° 1034 del 26/8/1989. Il

Regolamento urbanistico ai sensi della LR 23/99 è in fase di approvazione. Il bilancio urbanistico e

quindi l’analisi dello stato attuativo del PRG vigente evidenzia una situazione di indiscutibile

crescita demografica ed urbana determinata dalla dinamicità della frazione di Villa d’Agri. Altro

importante agglomerato urbano è la frazione di Barricelle. Il dimensionamento del PRG mediante la

media delle estrapolazioni lineari ed esponenziali assume al 1998, 5200 abitanti. Dato non errato sei

si considera che nel 2001 risiedevano nel territorio comunale 4744 abitanti. Si determinava pertanto

un fabbisogno totale di stanze per la residenza e per il turismo pari a 2493 unità. L’ idea motrice del

PRG relativamente alla frazione di Villa d’Agri è costituita dal rafforzamento della struttura

insediativa di tipo residenziale, unitamente al consolidamento del terziario, dei servizi, del

commercio e della struttura produttiva di tipo artigianali. Attualmente nel territorio sono presenti

circa 400 attività nei suddetti settori produttivi. Le attività PIP in via di sviluppo sono localizzate a

ridosso della SS 598 in Località Mattinella.

Il Piano Paesistico “Sellata-Volturino”, rappresenta lo strumento sovraordinato da cui il PRG

recepisce le prescrizioni sulle aree extra-urbane. Si rimanda ai capitoli successivi la valutazione e il

confronto tra gli strumenti.

MARSICONUOVO

Lo strumento di pianificazione vigente è il PRG, approvato l’ 8/11/1999 con DGR n. 355. Il

Regolamento Urbanistico ai sensi della L. 23/99 e’ in fase di redazione. Il tessuto edificato si è

sviluppato lungo il lato est della SS 598 Val d’ Agri, strada che attraversa da nord a sud l’

insediamento di Marsiconuovo. Dall’ analisi dello stato di attuazione del PRG vigente si

evidenziano piccole zone di espansione residenziale ancora da attuare a ovest del tessuto storico

edificato, in località Mandaresi. In ambito periurbano è prevista un area destinata a piccoli

insediamenti produttivo-artigianali a sud del centro urbano. Sono presenti, inoltre, due piccoli

insediamenti residenziali, le frazioni di Pergola e Galaino, dove è prevista la localizzazione di

piccole attività artigianali. L’ ambito urbano e periurbano è interessato dal Piano di Evacuazione per

onda di piena della Diga di Marsiconuovo, che rende inedificabili alcune aree del territorio

comunale.

Per la restante parte del territorio comunale con particolare riferimento all’ area del Sic “Serra di

Calvello”, il PRG recepisce le prescrizioni del piano di Area Vasta sovraordinato, il Piano

Paesistico “Sellata-Volturino. Si definiscono nell’ ambito del Sic, le zone agricole “E” di rispetto

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“R”, nelle quali sono consentite opere legate alla salvaguardia del bosco e del territorio in genere e

dove è consentita la ristrutturazione delle opere a rete esistenti nonché la creazione delle reti dell’

elettricità solo previa verifica di ammissibilità, come previsto dal Piano Paesistico.

VIGGIANO

Lo strumento di pianificazione vigente, a livello comunale, è la Variante al PRG approvata in

maniera definitiva, il 5/11/1998 con DGR n. 480. Il Regolamento Urbanistico ai sensi della L. 23/99

e’ in fase di approvazione. Dall’ analisi dello stato di attuazione del PRG vigente si evidenziano

zone di particolare interesse come la vasta area periurbana a nord del tessuto storico edificato, in

località Piano di Lepre, nei pressi dell’antica masseria Pisani. L’area, denominata “G1” dal PRG,

destinata ad uso turistico-residenziale, rappresenta una significativa zona di espansione ancora da

attuare. Un’ altra zona “G1”, ancora non attuata ma meno estesa della precedente, è situata a sud-est

del tessuto storico edificato in località S. Lucia. Nei pressi di tale area sono presenti relitti urbani di

completamento residenziale, denominati dal PRG zone “B”. Oltre a tali aree periurbane prossime

all’edificazione residenziale , è presente un’ area PIP anch’essa in fase di espasione ad est del

centro urbano, ed un’ area destinata a verde ancora da attuare ad ovest , in località Le Croci.

La restante parte del territorio comunale “normato” dal vigente PRG, rappresenta tutto l’ ambito

extra-urbano, non interessato ovviamente dal RU, di significativo interesse per lo studio all’ ATO

12. Tale ambito risulta interessato dalle aree sottoposte a tutela paesaggistica e quindi dalle SIC.

Il Piano Paesistico “Sellata-Volturino”, rappresenta lo strumento sovraordinato da cui il PRG

recepisce le prescrizioni, soprattutto sulle aree extra-urbane. I diversi tempi di approvazione di tale

piano di area vasta rispetto allo strumento comunale possono creare casi di destinazioni d’uso

incompatibili con il territorio ed incoerenze delle prescrizioni di piano. Si rimanda ai capitoli

successivi tale valutazione e confronto tra gli strumenti.

1.8.4. I VINCOLI PRESENTI SUL TERRITORIO In sintesi il quadro vincolistico relativo all’ ATO 12 presenta dunque sia vincoli paesaggistici

derivanti da disposizioni statali e regionali e sia vincoli urbanistici derivanti dalla strumentazione

urbanistica dei Comuni interessati.

Nel primo ambito rientrano, come si è visto, il Piano Paesistico di Area Vasta “Sellata – Volturino –

Madonna di Viggiano”, redatto in attuazione dell’ art. 1 della Legge n. 431/85 (Galasso). L’ATO

rientra inoltre nella più vasta “area protetta” del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val

d'Agri-Lagonegrese, istituito ai sensi della Legge Quadro sulle Aree Protette n° 394/91. Il D.Lgs

42/2004 inoltre, revisiona e sintetizza le precedenti leggi di tutela, rinnovando i principi di

applicazione dei vincoli sul patrimonio si ambientale che culturale presente sul territorio (es. Legge

1089/39 e Legge 1497/39, oltre alla già citata Legge “Galasso” ). Appartengono allo stesso ambito

vincolistico, ossia derivanti da Leggi statali e regionali, il Regio Decreto 30 dicembre 1923 n. 3267,

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il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Regio Decreto 25 luglio 1904 n. 523, relativamente ai

vincoli idrogeologici e di tutela dell’ acqua e del suolo.

Tale primo ambito va distinto dal secondo ambito dei cosiddetti "vincoli di piano regolatore" in

quanto questi ultimi discendono da scelte attinenti la pianificazione urbanistica e comportanti

inedificabilità ed espropriazione.

1.8.5. MAPPA CATASTALE O DEFINIZIONE DI MACROZONE DEMANIALIUn primo censimento delle macrozone di proprietà pubblica può essere effettuato individuando le

proprietà comunali censite nei relativi piani di assestamento forestale. Tali piani infatti

regolamentano le aree boscate di proprietà comunale e definiscono le estensioni in termini di

superficie di tali macro-zone.

Per il comune di Calvello le proprietà pubbliche hanno un estensione di 2581,38 ha (circa il 25 %

dell’intero territorio comunale). Per il comune di Viggiano la superficie pubblica è di 1878,37 ha

(circa il 20% dell’intero territorio comunale). Il Comune di Marsiconuovo possiede invece

4084,71 ha di proprietà pubblica (circa il 40% dell’ intero territorio comunale).

Per il Comune di Marsicovetere non si è potuto rilevare ha di proprietà pubblica per l’assenza dello

strumento di Piano di Assestamento Forestale Comunale.

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1.8.6. INVENTARIO DEI SOGGETTI AMMINISTRATIVI E GESTIONALI (stak-holders)

Provincia di PZ, Assessorati: ambiente e agricoltura

Amministrazioni comunali: Marsico Nuovo, Calvello, Marsicovetere, Viggiano.

CFS- provinciale, comandi di stazione

Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val D’Agri- Lagonegrese

Azienda estrazione petrolifera (Shell Italia E&P, Eni S.p.a.)

Associazioni ambientali, di categoria, turistiche

1.8.7. ANALISI DEL PATRIMONIO INSEDIATIVO, DELLE INFRASTRUTTURE E DEI DETRATTORI AMBIENTALI Il sistema insediativo è caratterizzato da una molteplicità di micro-tessuti, con una pressione

antropica sul territorio modesta. I Comuni di Marsico Nuovo e Marsico Vetere risultano essere

quelli più densamente popolati ed il tessuto edificato si concentra principalmente lungo le direttrici

del sistema viario di fondovalle. Le principali vie di comunicazione sono rappresentate dalle

infrastrutture viarie:

a) la S.S.598 Fondo Valle d’Agri che collega gran parte dei Comuni dell’Ambito tra loro e con

l’autostrada Salerno – Reggio Calabria, il Vallo di Diano e la fascia Ionica, infatti tale statale inizia

ad Atena Lucana in prossimità dello svincolo dell'Autostrada A3 e termina a Policoro, in prossimità

dello svincolo della SS 106;

b) la ex S.S.103 che collega l’area salernitana (Montesano scalo) attigua alla parte sud dell’Ambito

di riferimento (Moliterno) e dopo essersi intersecata all’altezza di Grumento Nova con la S.S. 598

continua verso nord –est collegando l’area fino a Corleto Perticara;

c) la ex S.S. 92 Appennino Meridionale, che oltre a collegare i comuni di Senise, Sant’Arcangelo e

Corleto Perticara, collega quest’ultimo con il capoluogo di Regione;

Altre vie di comunicazione sono la Strada Provinciale 80 che collega Marsico Vetere a Marsico

Nuovo e la SP 16 che collega Calvello e Abriola.

Il patrimonio antropico legato a tale sistema urbano-territoriale include al suo interno, purtroppo,

anche elementi di disturbo dei paesaggi naturali, i detrattori ambientali, che alterano la percezione

degli habitat naturali ed influiscono negativamente sugli stessi. I principali detrattori ambientali

della Val d’ Agri sono sicuramente i pozzi petroliferi. Sono 25 i pozzi attivi nella sola Val d’Agri.

La produzione è di 104 mila barili giorno. Tutto il greggio estratto subisce un primo processo di

lavorazione all’interno del Centro Oli di Viggiano. Il petrolio lucano è di tipo amaro, cioè con un

alto quantitativo di zolfo e di anidride solforata, e quindi ha bisogno di essere ripulito prima di

essere trasformato in benzina o altri derivati. Una volta compiuto questo primo processo, l’olio

viene trasportato alla raffineria di Taranto, attraverso un oleodotto che attraversa il territorio della

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Basilicata per 140 Km. L’intera area è attraversata da altri 500 chilometri circa di tubi sotteranei che

collegano i pozzi al Centro Oli.

Le attività petrolifere comportano problemi legati a perforazione, estrazione, trattamento, trasporto.

Gli impatti sull’ambiente possono essere così di seguito classificati:

1) Impatto da attività ordinarie:

- Impatto paesistico durante la fase di perforazione;

- Sottrazione di territorio valutabile in circa 25000 m2 per ogni postazione petrolifera cui va

aggiunta la sottrazione di spazio per la realizzazione delle strade di accesso;

- Sottrazione di territorio derivante dalle condotte con il Centro Oli valutabile in circa 33000 m2/km

condotta;

- Rumore dovuto all’attività dei motori elettrogeni;

- Sottrazione di territorio per la realizzazione dell’oleodotto;

- Produzione di grandi quantità di detriti ed inerti da opere civili;

- Produzione di reflui derivanti dalle attività di perforazione;

- Produzione di reflui derivanti dalle attività di trattamento che si svolgono nel Centro Oli;

- Emissioni in atmosfera durante le fasi di perforazione ed estrazione;

- Emissioni in atmosfera conseguenti alle attività di trattamento nel Centro Oli;

2) Impatti legati ad incidenti; quelli che possono causare i danni maggiori sono:

- Relativamente all’attività dei pozzi:

- inquinamento di falda durante la perforazione;

- Relativamente all’attività di trasporto:

- fuoriuscita di petrolio;

- Relativamente al centro oli:

- incidenti in fase di rieniezione dell’acqua di processo;

- esplosioni e sversamenti.

Si ricordi inoltre che la Val d’Agri è un’area “sismogeneticamente” attiva, soggetta a vasti

fenomeni di dissesto idrogeologico (vedi carta del rischio PAI).

La valutazione dell’impatto ambientale dovuto alle attività petrolifere porta alla conclusione che i

rischi per le acque, il suolo, l’atmosfera, la flora e la fauna compromettono in modo significativo ed

irreversibile i valori naturalistico-ambientali dell’intero territorio, rendendo difficile la convivenza

dell’ attività petrolifera con un parco nazionale dal un lato, ma anche con la semplice possibilità di

salvaguardare le valenze ambientali in esso esistenti.

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1.9. QUADRO DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-TERRITORIALE E

PRINCIPALI STRUMENTI DI ATTUAZIONE

Il complesso sistema della programmazione economico-territoriale in Basilicata fa riferimento sia a

quanto definito nella legislazione regionale di settore (legge……) con la previsione di specifici

strumenti di programmazione della Regione, delle Province e degli EE.LL. sovraordinati che alla

ordinaria programmazione di bilancio ai differenti livelli. Questione ancora aperta, in termini di

soggetto istituzionale-territoriale di riferimento e di competenze allo stesso attribuite, è la

dimensione locale sovra comunale che non ha trovato ancora riferimenti consolidati. La recente

istituzione delle Aree Programma (.sei? con esclusione dei due capoluoghi di provincia) in

sostituzione delle Comunità Locali (introdotte con legge regionale … e poi successivamente

soppresse con la istituzione delle Aree Programma) mantiene aperte questioni relative sia alla

adeguata perimetrazione delle stesse (in riferimento allo svilupparsi di adeguate politiche di

sviluppo locale) e sia questioni relative alle effettive competenze attribuite al nuovo ente territoriale

sovra-comunale. La programmazione economico-territoriale degli ultimi anni, soprattutto con

riferimento alle risorse finanziarie comunitarie piuttosto che a quelle ordinarie, ha individuato prima

nei Progetti Integrati Territoriali (PIT) e Progetti Integrati per lo Sviluppo Urbano (i PISUS per i

due capoluoghi di provincia) e oggi nei Progetti Integrati di Offerta Turistica (PIOT) e per le città e

nei Piani di Offerta Integrata di Servizi (POIS) e nei Piani di Sviluppo Locale (promossi dai Gruppi

di Azione Locale all’interno del programma Leader riferito alle risorse FEARS nella

programmazione comunitaria 2007-2013) nuovi strumenti di programmazione delle risorse

attribuite agli EE.LL. al fine di favorire, a meno della programmazione di risorse attestate alla

Regione ed in parte non rilevante alle Province, una effettiva programmazione dal basso degli

interventi legati sia al tema dello sviluppo locale (con riferimento ai settori caratterizzanti la regione

turismo, agricoltura) che a quello della gestione dei servizi di base presenti sul territorio nell’ottica

di favorire pari opportunità occupazionali e di vita negli specifici contesti territoriali. Alcuni degli

strumenti di programmazione sopra richiamati assumono particolare rilevanza nelle politiche di

tutela e gestione delle aree protette (e tra queste quelle della Rete Natura 2000) sia in riferimento

alla definizione di azioni ed interventi in particolare contenuti nelle Misure di Conservazione e

soprattutto nei Piani di Gestione dei SIC che alla definizione di un efficace sistema di governante

per immaginare una efficiente gestione ed attuazione di quanto previsto negli strumenti di gestione.

Nel presente capitolo, e con specifico riferimento a quanto nei programmi fa riferimento a temi di

interesse per la tutela e valorizzazione delle aree protette e delle aree Rete Natura 2000 in

particolare, si restituisce un sintetico quadro conoscitivo della recente programmazione di interesse

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regionale, con riferimento in particolare alla programmazione delle risorse comunitarie e delle

risorse finanziarie FAS di interesse diretto ed indiretto dei Piani di Gestione (paragrafi……..); al

paragrafo……..vengono riportati i principali contenuti dei Regolamenti comunitari di interesse e

delle norme sulla Condizionalità.

Al paragrafo 1.9.7. viene restituito un quadro attendibile della principale progettualità sviluppata

negli ultimi anni con riferimento all’Ambito Territoriale Omogeneo ed ai SIC di interesse del

presente Piano di Gestione, come desunto dalla analisi ed elaborazione di dati ufficiali relativi agli

interventi finanziati a valere sui Programmi Operativi ed agli APQ all’interno della Intesa

Istituzionale di programma (….) ed a valere su fondi CIPE/FAS e dalle interviste ad amministratori

e tecnici condotte in ogni comune appartenente all’ATO di riferimento; la progettualità presa in

esame fa riferimento a quanto programmato e impegnato (ed in larga parte attuato) negli ultimi 10

anni circa, periodo che coincide sostanzialmente con i due ultimi cicli di programmazione dei fondi

strutturali comunitari da parte della Regione Basilicata, al fine di potere valutare, con le ovvie

approssimazioni dovute in particolare alla non completezza dei dati disponibili, la dimensione e

l’intensità, in termini di quantità di interventi, delle differenti politiche poste in essere e riferibili ai

temi in generale dello sviluppo locale del territorio ed in particolare alle azioni ed interventi

riferibili direttamente alle aree protette. Non è possibile, invece, sviluppare un più approfondito

ragionamento sulla qualità e la reale efficacia delle recenti politiche poste in essere non avendo

avuto a disposizione informazioni e dati utili in tal senso. Ciononostante è stata possibile ed

interessante una prima valutazione (paragrafo 1.9.8.), almeno di tipo tendenziale, su quanto avviene

e sta avvenendo sul territorio della Regione - con riferimento agli ATO indicati nel Programma

Rete Natura 2000 come ambiti territoriali minimi a cui riferire le attività conoscitive e progettuali

finalizzate alla definizione di politiche di tutela, conservazione e valorizzazione delle aree ZPS e

SIC. Nell’ultimo paragrafo 1.9.9. viene fornita una prima indicazione delle risorse finanziarie

potenzialmente utilizzabili per l’attuazione delle misure più significative e prioritarie previste dal

Piano di Gestione. Si fa in particolare riferimento, contestualizzando le differenti misure finanziare

attivabili, al quanto di interesse contenuto nei fondi strutturali 2007-2013; pur essendo in chiusura

dell’attuale periodo di programmazione dei fondi strutturali comunitari si ritiene ancora possibile,

infatti, l’utilizzo di tali fondi compatibilmente con la reale disponibilità delle risorse non ancora

spese. Risorse minori per le finalità del PdG possono essere prese in considerazione a valere sui

fondi FAS e, in misura molto limitata, su altri programmi comunitari di interesse. Aspetto

importante da considerare è quello relativo infine al possibile utilizzo per l’attuazione dei PdG di

risorse rivenienti dalla programmazione comunitaria strutturale del prossimo settennio, pur in

assenza di definizione dei nuovi Regolamenti per la programmazione dei fondi comunitari. Al

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paragrafo 1.9.9.4. si indicano comunque, sulla base dei documenti UE ufficiali ad oggi disponibili,

gli orientamenti principali della prossima programmazione comunitaria con riferimento soprattutto

ai nuovi indirizzi della PAC e degli indirizzi per la gestione delle aree protette, ed in generale per la

valorizzazione e tutela delle risorse naturali e culturali, che potranno trovare definizione nei futuri

Programmi Operativi Regionali

1.9.1. LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI COMUNITARI

Nei successivi paragrafi si riportano in sintesi i contenuti dei principali programmi riferibili ai fondi

strutturali comunitari con riferimento ai due ultimi settenni. Oltre ad una sintetica restituzione dei

principali contenuti programmatico-operativi dei programmi si riportano anche i principali

interventi previsti, ed in parte attuati, riferibile alle politiche di tutela, conservazione e

valorizzazione delle aree protette in generale e delle aree del Programma Rete Natura 2000 in

particolare. Nel primo settennio è presente un unico strumento di programmazione della Regione (il

POR ed il relativo Complemento di Programmazione) a valere sui fondi strutturali FESR, FSE,

FEAOG; nel successivo settennio, in base ai nuovi regolamenti comunitari, i Piani operativi

regionali sono tre: il POR FESR, il POR FSE, il POR FEARS finalizzato alla attuazione delle

politiche indicate nel Piano di Sviluppo rurale regionale.

1.9.1.1. Gli strumenti della programmazione del periodo 2000-2006

Il Programma di Sviluppo del Mezzogiorno (PSM, delibera CIPE del 14/5/99) profila le linee guida

della programmazione 2000-2006 dello sviluppo delle regioni italiane ad obiettivo 1 (Basilicata,

Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna) con il sostegno dei fondi strutturali comunitari.

Predisposto dal Ministero del Tesoro e del Bilancio, esso è frutto della concertazione avviata

nell’ambito dei tavoli di programmazione previsti dalla delibera CIPE del 22 dicembre 1998 tra

amministrazione centrale, Regioni e parti economiche e sociali.

L'obiettivo generale di sviluppo delle aree del Mezzogiorno andrà conseguito attraverso una

strategia di sviluppo ambientalmente sostenibile, articolata in sei assi prioritari di intervento1,

fortemente integrabili tra loro in quanto le linee di azione comprese in ciascun asse sono costituite

da insiemi di interventi settoriali, tra loro collegati, che puntano ad obiettivi comuni.

Il Programma di Sviluppo del Mezzogiorno si articola in Programmi Operativi, che costituiscono

strumenti di attuazione delle linee di intervento cofinanziate dai Fondi strutturali comunitari, in

coerenza con la programmazione degli investimenti finanziati con le risorse nazionali per le aree

depresse, nonché con le risorse ordinarie delle Amministrazioni nazionali di settore, delle Regioni e

degli Enti locali, attraverso la definizione e l'attuazione delle Intese istituzionali di programma.

A tal fine vengono identificate le seguenti tipologie di Programmi:

1 I sei assi prioritari che costruiscono il sistema organico degli obiettivi sono: Asse I, risorse naturali; Asse II, risorse culturali; Asse III, risorse umane; Asse IV, Sistemi locali di sviluppo; Asse V, Città; Asse VI, Reti e nodi di servizio.

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Programmi operativi nazionali (PON) e Programmi Operativi Multiregionali (POM), che si

riferiscono a linee di intervento a valenza nazionale e settoriale2;

Programmi operativi regionali (POR) che, articolati con riferimento agli stessi Assi di

intervento ed agli obiettivi generali, assumono la forma e i contenuti dei progetti integrati

territoriali3 oltre che di politiche settoriali.

I Programmi Operativi Multiregionali (P.O.M.) sono tutti quei progetti finanziati nell’ambito del

QCS delle regioni obiettivo 1, la cui titolarità è delle Amministrazioni Centrali o di aziende come le

FFSS, la Telecom, l’Enel, ecc. I programmi sono finalizzati a realizzare interventi settoriali o ad

affrontare specifiche problematiche che interessano più regioni e possono essere monofondo o

plurifondo.

Di seguito si riportano gli specifici POM di interesse della Regione Basilicata:

POM - Sviluppo e Valorizzazione del Turismo Sostenibile

POM – Parco Progetti: Una Rete per lo Sviluppo Locale

POM – Attività di sostegno ai servizi di Sviluppo per l’Agricoltura

Il POR 2000-2006 ed il Complemento di programmazione della Regione Basilicata

Il POR 2000-2006 della Regione Basilicata, strumento di attuazione delle linee strategiche di

sviluppo contenute nel Programma Regionale di Sviluppo, per quanto attiene l'utilizzo delle risorse

comunitarie e delle poste nazionali e regionali di cofinanziamento, assume quale finalità

prioritaria per l’azione da sviluppare nel periodo 2000/2006 le seguenti linee strategiche generali:

superare la condizione di perifericità: la strategia punta a incentivare la proiezione esterna

del sistema economico lucano, sia promuovendo la presenza dei prodotti locali sui mercati

di esportazione, sia creando le convenienze per attrarre nella regione operatori nazionali ed

internazionali; sono previste le seguenti azioni:

a1) allargare la base produttiva regionale

a2) accrescere i vantaggi localizzativi delle imprese, sia locali sia esterne

a3) adeguare le reti di trasporto e di telecomunicazione

mirare ad uno sviluppo sostenibile attuando gli interventi per la difesa del suolo e

riservando primaria attenzione alle produzioni che si adattano all’ambiente e sono in grado

di creare occasioni occupazionali; sono previste le seguenti azioni:2 Sicurezza, Ricerca scientifica - tecnologica e alta formazione, Trasporti (con riferimento alle grandi infrastrutture di rete), Scuola (per quanto riguarda le azioni di interesse nazionale), Pesca (con riferimento alla gestione delle risorse ittiche marine di interesse nazionale)3 Nei POR, agli interventi di stretta competenza regionale si potranno affiancare interventi a titolarità delle Amministrazioni centrali: Protezione civile, Energia (salvo le fonti rinnovabili), Sviluppo locale (ad eccezione dei patti territoriali e degli strumenti regionalizzati), Beni culturali, Innovazione nella pubblica Amministrazione. In tal modo sarà realizzata una maggiore efficienza ed efficacia degli interventi, attuando uno stretto coordinamento operativo con il complesso dell'azione di sviluppo regionale. Analogamente, per la realizzazione di specifici interventi a valenza interregionale, le regioni potranno concludere accordi volti ad assicurare la necessaria copertura finanziaria a valere, per la parte di propria competenza, sui rispettivi Programmi operativi regionali.

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b1) riservare un ruolo primario all’agricoltura e alle attività ad essa connesse

b2) gestire le risorse naturali coerentemente con gli impegni di salvaguardia

b3) valorizzare le risorse ambientali e storico-culturali

b4) considerare il turismo come un’industria

b5) fare spazio all’economia sociale

riequilibrare il rapporto tra aree urbane ed aree rurali della regione per accrescerne la

vivibilità; sono previste le seguenti azioni:

c1) potenziare l’organizzazione urbana regionale

c2) valorizzare le aree rurali

c3) interrompere il processo di marginalizzazione delle aree interne

Con riferimento invece alla territorializzazione degli interventi e quindi alla individuazione di

ambiti e sistemi territoriali su cui incardinare l'attività di programmazione dal basso, sia di tipo

ordinario che legata alla attuazione dei singoli assi strategici di programma, il POR individua un

primo insieme di ambiti territoriali locali.

Il Complemento di programmazione del POR articola le diverse azioni previste in misure,

definendone le procedure ed i tempi di implementazione; si individuano inoltre le 10 aree in cui

alcune misure del POR dovranno attuarsi sulla base di Progetti Integrati di Intervento.

Nel POR furono individuati sei Assi prioritari di intervento:

Asse I -Valorizzazione delle risorse naturali ed ambientali (Risorse Naturali);

Asse II-Valorizzazione delle risorse culturali e storiche (Risorse Culturali);

Asse III-Valorizzazione delle risorse umane (Risorse Umane);

Asse IV-Potenziamento e valorizzazione dei sistemi locali di sviluppo (Sistemi Locali di

Sviluppo);

Asse V-Miglioramento della qualità delle città, delle istituzioni locali e della vita associata (Città);

Asse VI-Rafforzamento delle reti e nodi di servizio (Reti e nodi di servizi).

Tale articolazione rispecchia i settori maggiormente suscettibili di determinare un impatto rilevante

sulla produttività totale dei fattori e, quindi, sulla crescita economica, perseguendo nel contempo

l’obiettivo della sostenibilità ambientale.

Con riferimento alle finalità del PdG delle aree protette, quest’ultimo obiettivo risulta di specifico

interesse; tale obiettivo viene perseguito prioritariamente nell’Asse I attraverso l’individuazione di

interventi diretti alla tutela e conservazione dell’ambiente e delle risorse naturali e permea anche

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tutti gli altri assi, prevedendo azioni mitiganti che riducano i fattori di pressione ed aggressione

sull’ambiente.

Anche gli interventi riferibili all’Asse II, attraverso la valorizzazione mirata delle risorse culturali,

poteva contribuire a caratterizzare l’immagine turistica della Basilicata inducendo nuove forme di

attività imprenditoriali e creando occasioni di lavoro.

Di specifico interesse gli interventi programmati nella misura 1.4. dell’Asse I. Di seguito si riporta

quanto indicato nel documento di programmazione:

La Regione Basilicata – per quanto attiene ai beni naturali e paesaggistici – persegue il duplice

obiettivo di conservazione e di valorizzazione economica delle risorse. Si tratta di due obiettivi

strettamente integrati e interdipendenti: il successo della valorizzazione dell’importante patrimonio

esistente è infatti in primo luogo legato alla sua efficace conservazione.

Il “prodotto” natura può costituire un fattore di sviluppo economico sostenibile – generando

occasioni di lavoro e di reddito – soltanto se è di qualità e se viene immesso sul mercato in forma

competitiva. Al tempo stesso esso può risultare appetibile per la clientela internazionale e

nazionale soltanto se offerto congiuntamente al bene cultura (da cui la stretta integrazione tra le

linee di intervento qui proposte e quelle delineate con riferimento all’Asse II).

Ne consegue l’esigenza di programmare e promuovere interventi finalizzati a mettere in rete, a fini

di sviluppo, beni naturali e beni culturali per l’attuazione della strategia complessiva di Rete

Ecologica.

Il conseguimento degli obiettivi delineati può essere reso possibile, nell’ambito del POR, da linee di

intervento che consentano di rendere fruibile il patrimonio naturale della regione attraverso

l’erogazione di servizi di qualità, adeguatamente pubblicizzati e supportati da una soddisfacente

organizzazione logistica dei contesti interessati.

Tali linee di intervento possono essere così dettagliate:

predisposizione della Carta Regionale della Rete Ecologica

assistenza alla predisposizione degli strumenti di pianificazione delle aree protette e dei siti

Natura 2000 (Piani di gestione);

interventi di tutela e valorizzazione della biodiversità: ampliamento delle conoscenze di base

funzionali alla realizzazione della Rete Ecologica; interventi per la tutela di habitat/specie

naturali e seminaturali; assistenza alla predisposizione dei Piani di Gestione dei Siti Natura

2000 e delle aree protette regionali; sensibilizzazione e divulgazione sui temi della Rete

Ecologica; marketing territoriale e promozione di network tra aree protette.

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conservazione e valorizzazione del sistema delle aree naturali (aree protette, , siti Natura

2000 ecc.), mediante interventi di ripristino e recupero, degli ambiti degradati e vulnerabili

anche mediante l’eliminazione dei detrattori ambientali, al fine di migliorarne la fruibilità ;

promozione delle attività locali, in stretto collegamento con gli Assi III e IV quali:

- rafforzamento delle attività di manutenzione del paesaggio e del territorio e organizzazione della

fruizione ambientale;

- promozione di attività imprenditoriali connesse alla tutela, recupero, manutenzione del

patrimonio naturalistico e culturale di tali aree;

- promozioni di attività economiche per lo sviluppo delle attività artigianali, turistico– ricettive, di

valorizzazione delle tipicità locali, nonché per la realizzazione di reti di promozione dell’offerta,

mediante il ricorso alla nuove tecnologie della società dell’informazione;

- valorizzazione di micro – filiere locali con forti caratteristiche di qualità e di estensione

territoriale limitata;

- azioni di valorizzazione e promozione territoriale strettamente legate ai territori delle aree

protette e dei siti Natura 2000 (marketing ambientale);

La strategia di Valorizzazione delle risorse culturali e storiche (Risorse Culturali) contenuta

nell’Asse II viene perseguita nell’ambito del POR attraverso linee di intervento da attuarsi secondo

un approccio integrato sia di tipo tematico (formazione di sistemi, distretti, filiere, reti culturali) che

a scala territoriale (connessione intersettoriale tra risorse culturali, ambientali e turistiche), tale da

consentire da una parte di innalzare la qualità ed il livello di fruibilità del patrimonio culturale e

dall’altra di migliorare la qualità dell’offerta di servizi ricreativi, culturali e per il tempo libero. Tra

queste linee, le più significative facevano riferimento a:

interventi conservativi, di valorizzazione e di ristrutturazione funzionale di aree e parchi

archeologici, di complessi architettonici, di beni storico-artistici monumentali e di culto,

inclusi eventuali interventi accessori nelle aree di esclusiva pertinenza dei manufatti oggetto

di intervento, per migliorarne la fruibilità e favorire lo svolgimento di attività culturali;

recupero e messa a valore di beni archivistici e bibliografici di notevole valore storico,

contestualmente ai manufatti culturali che li contengono;

realizzazione e potenziamento di strutture operanti nel campo della conservazione e

valorizzazione, del recupero e restauro del patrimonio culturale – quali musei, spazi

espositivi, laboratori, archivi e centri dedicati alla tutela e salvaguardia di manufatti e reperti

storico-culturali – con particolare riguardo verso le istituzioni legate alle peculiarità

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demoantropologiche dei singoli territori (es., musei delle tradizioni popolari e religiose,

della civiltà contadina, ecc.);

valorizzazione paesaggistica di aree e centri storici di interesse culturale, individuati in base

alle disposizioni normative vigenti e secondo i criteri stabiliti nell’ambito del QCS,

attraverso interventi di risanamento e riqualificazione,, al fine di esaltarne le peculiarità

intrinseche e quelle territoriali in cui si inseriscono; in sede di Complemento di

Programmazione verranno definite forme di coinvolgimento della Sovrintendenza Regionale

del MiBAC per la individuazione delle tipologie di intervento ammissibili;

miglioramento dell’accessibilità e fruibilità dei beni culturali oggetto di recupero e

valorizzazione e potenziamento dei connessi servizi alla visita;

sviluppo e diversificazione dell’offerta dei servizi culturali, di spettacolo animazione e per il

tempo libero nonché azioni di miglioramento delle prestazioni qualitative degli stessi,

sostenendo il ricorso a tecnologie informatiche e multimediali anche per la realizzazione di

sistemi a rete e di circuiti territoriali in grado di ottimizzare l’efficacia del servizio;

promozione di attività imprenditoriali connesse alla gestione delle risorse culturali nonchè di

forme di integrazione tra imprenditorialità turistica di un territorio e relative risorse culturali;

sostegno allo sviluppo delle PMI (manifatturiere, artigianali, turistiche, commerciali e di

servizi) locali, dedite ad attività caratteristiche dell’area interessata che possono avere e

ricevere impatto dalla valorizzazione delle risorse ambientali e culturali attraverso la

tipizzazione delle lavorazioni e dei prodotti;

qualificazione delle filiere dell’indotto locale attivate dagli interventi sulle infrastrutture

culturali e dal rafforzamento del tessuto imprenditoriale e delle reti di imprese collegate;

azioni ed iniziative di conoscenza, anche a livello internazionale, del patrimonio culturale

regionale e di diffusione della cultura del territorio assicurando - attraverso campagne

divulgative (ad esempio nelle scuole) o materiale pubblicitario che utilizzino gli strumenti

innovativi della società dell’informazione - un’adeguata politica di comunicazione,

promozione e marketing;

programmi di promozione e marketing orientati a specifici mercati turistici nazionali ed

internazionali, che integrino offerta turistica (ricettività e servizi) ed offerta culturale;

azioni di affiancamento consulenziale, assistenza tecnica e formazione per il miglioramento

delle competenze professionali al fine di rafforzare l’integrazione e l’efficacia degli

interventi da realizzare nell’ambito dell’ Asse III ‘Risorse Umane’ e delle ‘Risorse per

l’Assistenza Tecnica’.

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Ovviamente, le politiche di tutela e valorizzazione delle aree protette potevano travare riferimenti

indiretti di interesse anche negli altri ASSI e nelle misure dagli stessi previste.

Più in generale, quindi, le linee d’intervento previste nell’ambito del Programma Operativo

Regionale, attraverso cui vengono attuate le strategie degli assi prioritari, si articolano in 47 misure,

di cui 22 cofinanziate dal fondo FESR, 12 dal fondo FSE e 13 dal FEAOG, secondo quanto

sintetizzato nel prospetto seguente:

Numero delle misure per Asse Prioritario e Fondo Strutturale

ASSEFONDO

FESR

FONDO

FSE

FONDO

FEAOG

TOTALE

MISURE

I - Risorse naturali

II - Risorse culturali

III –Risorse umane

IV - Sistemi locali di sviluppo

V - Città

VI - Reti e nodi di servizio

Assistenza tecnica

5

1

2

9

2

2

1

==

==

12

==

==

==

==

1

==

==

11

==

==

==

6

1

15

20

2

3

1

TOTALE MISURE 22 13 12 47

In realtà il numero totale delle misure comprende anche 5 misure che sono state disattivate con la

revisione di metà percorso e precisamente le misure III.1.A.3, IV.2, IV.3, IV.7 e IV.18 conservate

“per memoria”.

Di seguito si riporta, per completezza, l’elenco, per asse prioritario, delle misure del Programma

Operativo Regionale con l’indicazione del fondo strutturale cofinanziatore:

Identificativo

della misura

Titolo della misura Fondo

strutturale

I.1

I.2

Ciclo integrato dell’acqua

Silvicoltura protettiva

FESR

FEAOG

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Identificativo

della misura

Titolo della misura Fondo

strutturale

I.3

I.4

I.5

I.6

Rifiuti ed inquinamento

Rete ecologica

Monitoraggio e prevenzione ambientale e

territoriale

Risorse energetiche

FESR

FESR

FESR

FESR

II.1Tutela e valorizzazione delle risorse storico-

culturaliFESR

III.1.A.1

III.1.A.2

III.1.A.3

(Per memoria)

III.1.B.1

III.1.C.1

III.1.C.2

III.1.C.3

III.1.D.1

III.1.D.2

III.1.D.3

III.1.D.4

III.1.E.1

III.1.T.1

III.2

III.3

Organizzazione dei servizi per l’impiego

Inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro

Inserimento e reinserimento nel mercato del

lavoro di uomini e donne fuori dal MdL da più di

6 mesi o 12 mesi

Inserimento e reinserimento di gruppi svantaggiati

Adeguamento del sistema della formazione

professionale e dell’istruzione

Formazione superiore

Formazione permanente

Sviluppo della formazione continua, della

flessibilità del M.d.L. e della competitività delle

imprese pubbliche e private con priorità alle PMI

Adeguamento delle competenze nel settore della

P.A.

Sviluppo e consolidamento della imprenditorialità

ed emersione del lavoro irregolare

Miglioramento delle risorse umane nel settore

della ricerca e sviluppo tecnologico

Promozione della partecipazione femminile al

mercato del lavoro

FSE

FSE

FSE

FSE

FSE

FSE

FSE

FSE

FSE

FSE

FSE

FSE

FSE

FESR

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Identificativo

della misura

Titolo della misura Fondo

strutturale

Misura trasversale con azioni collegate agli assi

prioritari

Sistema regionale per la ricerca e l’innovazione

Edilizia scolastica

FESR

IV.1

IV.2 (Per

memoria)

IV.3 (Per

memoria)

IV.4

IV.5

IV.6

IV.7 (Per

memoria)

IV.8

IV.9

IV.10

IV.11

IV.12

IV.13

IV.14

IV.15

IV.16

IV.17

IV.18 (Per

memoria)

Miglioramento della dotazione infrastrutturale per

industria, artigianato e servizi

Politiche per il “mercato” a favore delle imprese

industriali, artigianali, commerciali e dei servizi

Sostegno alla creazione di nuove imprese

Aiuti ai servizi alle imprese

Sostegno all’impresa turistica ed alle iniziative di

mercato

Valorizzazione e promozione turistica

Strumenti di finanza innovativa

Investimenti nelle aziende agricole

Diversificazione dell’attività aziendale

Imprenditoria giovanile

Commercializzazione dei prodotti di qualità

Miglioramento delle condizioni di trasformazione

e di commercializzazione dei prodotti agricoli

Silvicoltura produttiva

Realizzazione di servizi essenziali per le

popolazioni rurali

Rinnovamento e miglioramento dei villaggi e

protezione e tutela del patrimonio rurale

Piccoli interventi per l’adeguamento delle zone

rurali

Formazione per gli operatori agricoli

Ingegneria Finanziaria

Promozione di imprese industriali, artigianali, del

FESR

FESR

FESR

FESR

FESR

FESR

FESR

FEAOG

FEAOG

FEAOG

FEAOG

FEAOG

FEAOG

FEAOG

FEAOG

FEAOG

FEAOG

FEAOG

FESR

FESR

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Identificativo

della misura

Titolo della misura Fondo

strutturale

IV.19

IV.20

commercio e dei servizi

Promozione dell’internazionalizzazione del

sistema Basilicata

V.1

V.2

Politiche per il rafforzamento e la riqualificazione

delle aree urbane

Servizi alla persona e alla comunità

FESR

FESR

VI.1

VI.2

Potenziamento del sistema regionale di trasporto

Reti immateriali

FESR

FESR

A.T.1 Azioni di assistenza tecnica FESR

Oltre alla programmazione degli interventi per settori, secondo gli ASP, particolare attenzione è

stata rivolta a valutare come gli investimenti, anche attraverso al ricorso delle procedure per bando

(programmazione dal basso), possano essere programmati e gestiti in ambiti territoriali che fanno

specifico riferimento a condizioni di omogeneità di condizioni, vocazioni e potenzialità di sviluppo.

Il POR ha introdotto i cosiddetti Progetti Integrati Territoriali (settoriali o per aree), così come

indicati nelle “Linee guida su programmazione e valutazione ex-ante” del Dipartimento delle

politiche di Sviluppo ed in coerenza con la Delibera Cipe del 14 maggio 1999, intesi come un

“insieme di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra di loro, che convergono verso

il conseguimento di un comune obiettivo di sviluppo”.

La strategia dei PIT doveva ruotare intorno ad un’idea forza per lo sviluppo e/o il riequilibrio

territoriale: tale idea forza scaturiva da una precisa identificazione dei punti di forza e delle

vocazioni del territorio, in particolare per quanto riguarda la dotazione di risorse e lo stato della loro

utilizzazione, ovvero dalla ricognizione di domande sociali predominanti negli ambiti territoriali di

riferimento. Fra le idee forza individuabili per la promozione di progetti territoriali spiccava la

valorizzazione delle risorse ambientali e culturali di diverse aree interne (finora scarsamente

utilizzate a fini di sviluppo e coesione sociale ed in taluni casi minacciate da rischi incombenti di

degrado) e la valorizzazione di attività produttive locali che avevano (ed hanno!) bisogno di

interventi straordinari per attivare processi di sviluppo integrati efficaci.

Il Complemento di programmazione del POR individuava 10 ambiti territoriali con specifico

riferimento alle misure da attuare attraverso i PIT4: i due capoluoghi di provincia, 5 aree nella 4 Tali aree non erano comunque, come opportunamente dichiarato nello strumento di programmazione, da ritenersi esaustive e vincolanti in maniera rigida, poiché la strategia dei PIT nasce dalla identificazione dei punti di forza e delle vocazioni, delle risorse e

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provincia di Potenza, 3 aree nella provincia di Matera.

Con riferimento alle aree oggetto del presente Piano di gestione:

Comunità montana Medio Agri, Alto Agri e i comuni di Corleto Perticara e Guardia Perticara (CM

Camastra – Alto Sauro);

Comunità montane Alto Basento e i comuni di Anzi, Laurenzana, Calvello, Abriola (CM Camastra

– Alto Sauro).

1.9.1.2. Gli strumenti della programmazione del periodo 2007-2013

Il Documento Strategico Regionale (DSR) assume, alla base del ciclo di programmazione per il

periodo 2007-2013, il macro obiettivo di “collegare stabilmente la Basilicata ad un’area

caratterizzata da uno sviluppo più intensivo proponendo questo territorio regionale come

prolungamento della direttrice di sviluppo adriatica e facendo compiere al sistema socio-

economico regionale un salto, non solo quantitativo ma anche qualitativo”. Ciò, necessariamente,

richiede l'apertura e il collegamento del territorio regionale alle reti nazionali ed internazionali

attraverso gli ambiti relazionali individuati dalle Piattaforme strategiche che includono la Basilicata

in un disegno di sviluppo integrato regionale-nazionale-transnazionale più ampio.

Il suddetto macro-obiettivo scaturisce da un'analisi di scenario da cui emerge in particolare la

marginalizzazione delle aree interne della regione.

L’obiettivo generale indicato nel DSR rappresenta il riferimento per la definizione degli obiettivi

specifici riportati oltre che negli strumenti ordinari di programmazione regionale, soprattutto nei tre

principali Programmi Operativi Regionali approvati in riferimento alla programmazione

comunitaria 2007-2013: il PO FESR, il PO FSE ed il Programma di Sviluppo Rurale Regionale

(FEARS).

Nella programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2007-2013, la regione Basilicata è stata

inclusa tra le regioni nell’area “Convergenza” in regime di phasing out.

Questa nuova condizione rappresenta oggi per la regione un elemento di penalizzazione piuttosto

che di vantaggio, in quanto sono cambiate le principali condizioni macroeconomiche di

riferimento5.

delle opportunità del territorio e si sviluppa attorno ad una idea di sviluppo. Il PIT è quindi un insieme di azioni intersettoriali coerenti e collegate tra loro, che convergono verso un obiettivo comune di sviluppo.

5 Dopo la fase di crescita accelerata registrata negli anni a cavallo della fine del secolo, si registrano oggi in Basilicata valori dei principali indicatori economici che configurano un forte arretramento della realtà regionale, in una condizione non tanto di minori risorse aggiuntive, ma soprattutto di una maggiore concorrenza e competitività.

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L’uscita della Basilicata dall’Obiettivo 1 ha escluso la Regione dai principali programmi operativi

nazionali ed interregionali che, per quanto riguarda il mezzogiorno del paese, sono rivolti a tutte le

altre regioni meridionali con esclusione della Basilicata.

Una tale condizione negativa risulta solo in parte attenuata dalla inclusione, invece, della Basilicata

nei programmi nazionali ed interregionali a valere sul Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS)6 , ed

in particolare nei Programmi Attuativi Interregionali relativi al settore energia ed agli attrattori

culturali, naturali e turismo.

La Regione Basilicata, ha predisposto i Programmi Operativi Regionali a valere sui fondi strutturali

comunitari e ha dato avvio, pur con alcuni ritardi, alla attuazione degli interventi e delle attività

programmate.

I Programmi Operativi Regionali a valere sui fondi comunitari FESR, FSE, FEASR

Gli Orientamenti Strategici Comunitari in materia di coesione (OSC) hanno costituito il quadro di

riferimento essenziale per l’impostazione delle politiche di coesione in Basilicata. La strategia

regionale per la coesione punta infatti, coerentemente con gli OSC, a:

1. Rendere più attraente la Basilicata ed i suoi territori (Orientamento 1) migliorandone

l’accessibilità, promuovendone l’apertura e garantendo una qualità e un livello adeguati di

servizi.

2. Promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità e lo sviluppo dell’economia della conoscenza

mediante lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, comprese le nuove tecnologie

dell’informazione e della comunicazione (Orientamento 2). La strategia regionale per la

coesione, come si è detto in precedenza, dà assoluta priorità agli interventi riconducibili alla

rinnovata agenda di Lisbona, considerandoli essenziali per il rilancio della crescita e

dell’occupazione in Basilicata, nonché per la definizione del nuovo modello di sviluppo

regionale. Ricadono in quest’ambito, come si è detto, gli interventi di rafforzamento del sistema

regionale della ricerca e dell’innovazione;

3. Creare nuovi e migliori posti di lavoro attirando un maggior numero di persone verso il mercato

del lavoro o l’attività imprenditoriale, migliorando l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese e

aumentando gli investimenti nel capitale umano (Orientamento 3). Questo orientamento, a cui

contribuiscono in maniera decisiva gli interventi del PO FSE Basilicata 2007-2013, verrà

perseguito anche attraverso il FESR con interventi sulle strutture, i servizi e l’efficienza delle

6 Il FAS destina risorse aggiuntive ai fondi strutturali comunitari, che comprendono già una quota di cofinanziamento nazionale, ed è finalizzato a favorire politiche di sviluppo regionale, in particolare nel Mezzogiorno. Il Fondo sarà utilizzati per l’85% nelle regioni Meridionali e per il rimanente 15% nelle regioni del Centro-Nord.

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imprese, oltre che per effetto dell’azione generale di rafforzamento ed innovazione del tessuto

produttivo e del contesto strutturale.

Sulla base di appositi Regolamenti Comunitari, la programmazione dei fondi comunitari per il

periodo 2007-2013, è avvenuta in modo in parte diverso rispetto al precedente periodo di

programmazione e con strumenti che hanno assunto una differente denominazione.

Lo Stato ha elaborato un Documento Strategico Nazionale e, di concerto con le regioni del

Mezzogiorno, un Documento Strategico per il Mezzogiorno. Le regioni hanno a loro volta elaborato

ed approvato un proprio Documento Strategico Regionale in base al quale sono stati predisposti

specifici documenti di programmazione con riferimento alle diverse tipologie di fondi definiti dalla

Commissione Europea.

Sulla base degli obiettivi generali recepiti dal Documento Strategico Regionale sono stati

predisposti ed approvati i tre Programmi Operativi relativi agli interventi finanziati o cofinanziati

dalla Unione Europea, secondo una logica di forte integrazione delle politiche sottese a ciascun

programma.

La Regione ha elaborato ed approvato tre distinti programmi, al posto dell’unico POR del

precedente periodo di programmazione, che consentono la programmazione dell’impiego dei tre

Fondi che l’Unione Europea mette a disposizione: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

(F.E.S.R.), Fondo Sociale Europeo (F.S.E.) e Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

(F.E.A.S.R.).

Tali programmi sono stati redatti in coerenza con gli Orientamenti Strategici Comunitari ed in

riferimento agli obiettivi generali e specifici contenuti nel IV Rapporto sulla Coesione della EU, che

definiscono principi e priorità di una politica volta alla coesione e allo sviluppo delle regioni

europee,  e sulla base del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, che indica invece gli obiettivi

prioritari verso cui le regioni italiane devono indirizzare le risorse comunitarie, in raccordo organico

con le strategie nazionali ed in linea con il Documento Strategico Regionale.

Il Programma Operativo F.E.S.R., coerentemente con il Regolamento (CE) n. 1080/2006, individua

le modalità attraverso cui promuovere la crescita economica e la capacità di innovazione per

qualificare la Basilicata come territorio aperto, attrattivo, competitivo, inclusivo e coeso,

valorizzando in particolare le sue risorse ambientali ed umane. 

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Il Programma Operativo F.S.E., coerentemente con il Regolamento (CE) n. 1081/2006, individua le

modalità attraverso cui promuovere lo sviluppo, la piena occupazione e la qualità del lavoro,

l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese pubbliche e private, nonché l’integrazione sociale e le

pari opportunità.

Il Programma di Sviluppo Rurale F.E.A.S.R., coerentemente con il Regolamento (CE) n.

1698/2005, individua le modalità attraverso cui accrescere la competitività del settore agricolo e

forestale, migliorare l’ambiente e la qualità della vita nelle aree rurali, sostenere la gestione e la

tutela del territorio.

La predisposizione di tre strumenti programmatici distinti non dovrebbe ostacolare l’attuazione di

una strategia unitaria di sviluppo regionale, resa possibile dalla previsione di appositi strumenti di

settore e momenti di integrazione fra piani, programmi e risorse (comunitarie, nazionali e regionali)

di cui la Regione si avvale a diverso titolo.

L’unitarietà della programmazione 2007-2013 per lo sviluppo e la coesione ha, in Basilicata, un

valore fondamentale, per l’esigenza di integrare e coordinare politiche e fonti finanziarie di diversa

origine, indirizzandole alla rimozione dei principali ostacoli allo sviluppo regionale.

Il PO FESR 2007-2013

La strategia regionale, declinata in particolare nel PO FESR (Fondo Europeo di Sviluppo

Regionale) condivide e declina le finalità del QSN di:

sviluppare i circuiti della conoscenza, dando priorità all’implementazione degli interventi

collegabili alla rinnovata agenda di Lisbona, ovvero puntando alla valorizzazione ed al

miglioramento delle risorse umane, nonché alla promozione e diffusione della ricerca e

dell’innovazione;

accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione sociale, incrementando i servizi

per l’inclusione sociale, per la qualità della vita e l’attrattività territoriale. La forte attenzione

delle strategie regionali all’aumento di competitività ed all’investimento sui motori dello

sviluppo non può prescindere da un contestuale bilanciamento della programmazione verso

interventi per la coesione sociale e territoriale, l’inclusione, la qualità dei servizi e i diritti di

cittadinanza. La regione punta inoltre sulla diffusione di un uso sempre più sostenibile ed

efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo;

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potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza, sia attraverso strategie di

valorizzazione dei sistemi produttivi, urbani e territoriali della regione, sia mediante interventi

di ampliamento e qualificazione della dotazione infrastrutturale della regione;

internazionalizzare e modernizzare, in primo luogo perseguendo maggiori livelli di apertura

attraverso la crescita dei livelli di accessibilità e la promozione del sistema produttivo

regionale. La modernizzazione del sistema regionale è perseguita anche attraverso il

rafforzamento della capacità amministrativa e dei sistemi di governance, che costituiscono una

specifica priorità del PO FESR Basilicata 2007-2013.

Il PO FESR Basilicata, inoltre, è stato impostato coerentemente con le priorità strategiche indicate

nel Documento Strategico Regionale. Con riferimento alle politiche di tutela e valorizzazione delle

aree protette, due obietti vivi, tra gli altri appaiono significativi:

tutelare e valorizzare le risorse ambientali ed a promuovere lo sviluppo sostenibile (Linea

Strategica III del DSR), intervenendo con azioni di tutela e valorizzazione delle specifiche

componenti dell’ambiente regionale, nonché con azioni di protezione dal rischio ed in generale

sulla qualità territoriale;

innovare e qualificare la strategia produttiva regionale (Linea Strategica IV del DSR), attraverso

la rimodulazione delle politiche delle imprese e del sistema degli aiuti, il rilancio del patrimonio

storico, culturale ed ambientale come fattore di sviluppo, innovando il settore turistico,

rilanciando l’agricoltura in direzione della competitività e della modernizzazione;

Per attuare le strategie generali del DSR, il PO FESR 2007 – 2013 si articola nei seguenti otto Assi

prioritari: Accessibilità, Società della conoscenza, Competitività produttiva, Valorizzazione dei beni

culturali e naturali, Sistemi urbani, Inclusione sociale, Energia e Sviluppo sostenibile, Governance

ed Assistenza Tecnica.

La strategia in tema di accessibilità materiale e, di conseguenza, di apertura verso l’esterno può

essere condensata nel seguente obiettivo dell’Asse I: assicurare ai cittadini ed alle imprese residenti

standard elevati di accessibilità e di qualità dei servizi per la mobilità di persone e merci attraverso

il potenziamento delle reti di trasporto e dei sistemi logistici.

L’obiettivo perseguito dall’Asse II è fare della Basilicata una regione incentrata sulla “economia

della conoscenza” attraverso il potenziamento delle ricerca, la diffusione delle innovazioni e lo

sviluppo delle reti ICT.

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L’obiettivo perseguito dall’Asse III è accrescere il tasso di competitività sui mercati nazionali ed

internazionali del sistema produttivo della Basilicata a livello sia settoriale che territoriale.

L’obiettivo perseguito dall’Asse IV è accrescere, in una prospettiva di sviluppo turistico sostenibile,

l’attrattività della Basilicata trasformando in vantaggio competitivo la variegata ricchezza

dell’insieme delle risorse culturali e naturali e della biodiversità presenti sul territorio regionale.

L’obiettivo perseguito dall’Asse V è valorizzare il ruolo di ‘motori dello sviluppo’ regionale

proprio delle città attraverso il potenziamento delle reti urbane innovative, la diffusione dei servizi

avanzati di qualità e l’innalzamento degli standard di vivibilità per i residenti.

L’Asse VI ‘Inclusione sociale’ persegue l’obiettivo generale di promuovere la ‘società inclusiva’

sostenendo la coesione economica sociale e territoriale e garantendo l’accessibilità e la qualità dei

servizi pubblici e collettivi.

L’obiettivo associato all’Asse VII è promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso la valorizzazione

delle risorse energetiche ed il miglioramento degli standard dei servizi ambientali, anche a tutela

della salute e della sicurezza dei cittadini e delle imprese.

Infine, l’obiettivo generale associato all’Asse VIII è quello di accrescere stabilmente la capacità

delle amministrazioni pubbliche nelle attività di programmazione, gestione ed attuazione delle

politiche regionali cofinanziate dal P.O.

Con riferimento ai principali obiettivi di interesse specifico per i Piani di Gestione delle aree

protette si fa riferimento ai due obiettivi di seguito riportati.

Valorizzazione dei beni culturali e naturali

La regione Basilicata si caratterizza per presenza diffusione ricchezza e varietà di risorse culturali e

naturalistiche che, per le loro intrinseche caratteristiche e dimensioni, necessitano di essere

mobilitate e valorizzate secondo modalità organiche ed integrate in grado di dispiegare in tutto il

suo potenziale quel vantaggio competitivo presente allo stato latente sia a livello di sistema

regionale complessivo sia a scala infraregionale per i singoli areali da prendersi a riferimento.

L’elemento catalizzatore delle politiche regionali in tema di risorse culturali e naturali nel ciclo di

programmazione 2007-2013 dovrà corrispondere alla finalità di pervenire alla strutturazione di veri

e propri pacchetti integrati di offerta turistica7 fortemente connotati ed individualizzati sotto il

profilo tematico-territoriale in modo da innalzare in maniera permanente il grado di attrattività di

specifici ambiti geografici definiti e selezionati in ragione della loro idoneità ad intercettare flussi

7 Si veda in proposito quanto definito nel nuovo Piano Turistico Regionale in via di approvazione e richiamato nei paragrafi precedenti del presente report.

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crescenti di turismo e di consumi di qualità sui mercati nazionali ed esteri nonché diversificare le

destinazioni turistiche lucane anche al fine di destagionalizzare i flussi di visitatori e vacanzieri.

Una tale indicazione operativa rappresenta l’elemento di maggiore discontinuità rispetto al

precedente periodo di programmazione allorquando le iniziative di mobilitazione e valorizzazione

delle risorse naturali paesaggistiche e storico-culturali, non solo erano distribuite in una molteplicità

di assi e misure con evidenti difficoltà di raccordo ed integrazione delle relative aree di politiche di

intervento, ma soprattutto erano finalizzate prevalentemente alla difesa e salvaguardia del

‘potenziale turistico locale’ esistente e non alla sua spendibilità sul mercato: con il nuovo ciclo di

programmazione, in altri termini, si tende a passare da una strategia ripiegata all’interno del

contesto regionale ad una politica di attacco ai mercati nazionali ed esteri tale da trasformare

l’attrattività dei territori in vantaggio competitivo a fini turistici.

Energia e Sviluppo sostenibile

Nel PO si dichiara che la realizzazione di una strategia per la qualificazione ed il rafforzamento

dell’ambiente sono un fattore cruciale per definire una maggiore attrattività e competitività del

territorio regionale. Il P.O. FESR, in linea con le previsioni già contenute nel DSR, considera

necessario passare da una visione strategica incentrata sul contenimento dei rischi, sulla tutela

attiva, sulla minimizzazione degli impatti ambientali ad una nuova fase volta all’uso consapevole e

sostenibile delle risorse energetiche ed ambientali come veri e propri fattori di sviluppo

dell’economia regionale.

In particolare, la strategia di intervento regionale per il ciclo di programmazione 2007-2013, in

coerenza con gli OSC e la strategia delineata dal QSN per lo stesso periodo, si incentrerà sugli

ambiti di intervento più rilevanti riguardo agli aspetti della opportunità di valorizzazione

economica, di assicurare standard omogenei di servizi ambientali ai cittadini e alle imprese, di

salvaguardia e tutela del patrimonio ambientale e della salute e sicurezza dei cittadini, con

l’obiettivo di perseguire i seguenti risultati

– valorizzazione economica e risparmio delle risorse energetiche,

– razionale utilizzo delle risorse idriche,

– gestione ottimale del ciclo integrato dei rifiuti e bonifica delle aree contaminate,

– difesa attiva del territorio e prevenzione dai rischi naturali ed antropici.

In particolare, adeguate politiche di tutela, difesa e salvaguardia della salute umana pongono la

necessità dell’attuazione di azioni di messa in sicurezza, bonifica e recupero agli usi collettivi delle

aree regionali interessate da fenomeni di inquinamento locale, di natura antropica, o dalla presenza

di elementi altamente dannosi per la salute umana, di origine naturale. presenza umana) e per

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l’altro ad azioni dirette esercitate dall’uomo (disboscamenti, infrastrutturazioni non coerenti con le

condizioni di stabilità dei suoli, etc.)

Infine, la condizione di fragilità del territorio determina una situazione diffusa di rischio

idrogeologico, cui si affianca un rischio sismico che interessa la quasi totalità della regione, che

rende necessario la messa in atto per il nuovo ciclo di programmazione di una strategia di

previsione prevenzione e protezione da possibili scenari di criticità finalizzata a ripristinare

condizioni di equilibrio idrogeologico stabili nel tempo.

Il sistema di obiettivi generali e specifici del POR FESR si incrocia estesamente con alcuni grandi

obiettivi trasversali, di assoluta priorità per la Basilicata, che sul piano operativo troveranno

attuazione all’interno di ciascun Asse prioritario.

Nel PO si dichiara che gli obiettivi trasversali verranno perseguiti in stretto coordinamento con il

PO FSE, con il PSR a valere sul FEASR e con il complesso delle politiche regionali.

In linea con gli OSC (Obiettivi Strategici Comunitari), la strategia regionale per la coesione, e

specificamente il PO FESR, attribuisce inoltre un ruolo centrale alle azioni di rafforzamento della

capacità amministrativa nella gestione ed attuazione dei programmi, prevedendo una priorità

specifica dedicata a questo tema.

Riferimento fondamentale — anche per l’intervento FESR, in stretta integrazione con il PO FSE —

è inoltre costituito dal Patto con i giovani, definito nel giugno 2006 con l’obiettivo di rafforzare il

ruolo dei giovani nella società e nell’economia regionale, mettendone a frutto lo straordinario

potenziale, combattere l’emigrazione e contrastare l’invecchiamento della popolazione. Il PO FESR

individua nella valorizzazione delle risorse di lavoro e sociali giovanili un obiettivo trasversale,

partecipando — in un quadro di integrazione con il PO FSE — alla realizzazione dei diversi

interventi finalizzati al conseguimento di questo obiettivo.

Con riferimento alle finalità del presente Piano di gestione, le priorità e gli obiettivi specifici definiti

nel PO FESR, così come desunti dal documento di programmazione, fanno riferimento in

particolare ad alcuni Assi:

Asse III - Competitività produttiva

– Obiettivo specifico III.1 Completamento degli interventi di infrastrutturazione delle aree per

insediamenti produttivi

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– Obiettivo Specifico III.2 Promozione di un sistema ‘mirato’ di incentivazioni alle imprese ed

alle attività economiche

– Obiettivo specifico III.3 Potenziamento delle capacità di internazionalizzazione delle imprese e

dei sistemi produttivi locali ed attrazione degli investimenti dall’Italia e dall’estero

Asse IV - Valorizzazione dei beni culturali e naturali

– Obiettivo specifico IV.1 Valorizzare l’insieme delle risorse culturali e naturali al fine di

strutturare pacchetti integrati di offerta turistica in grado di diversificare le destinazioni

turistiche regionali ed accrescere la loro competitività sui mercati nazionali ed esteri

– Obiettivo specifico IV.2 Promuovere la Rete Ecologica della Basilicata attraverso la tutela e la

conservazione del sistema delle aree protette e della biodiversità valorizzandone la dimensione

sociale ed economica

Asse VII - Energia e Sviluppo sostenibile

– Obiettivo specifico VII.1 Migliorare l’equilibrio del bilancio energetico regionale attraverso il

risparmio e l’efficienza in campo energetico, il ricorso alle fonti rinnovabili e l’attivazione delle

filiere produttive

– Obiettivo specificoVII.2 Garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche attraverso la

razionalizzazione dei suoi diversi usi e standard di servizi uniformi sul territorio

– Obiettivo specifico VII.3 Ottimizzazione del servizio di gestione del ciclo integrato dei rifiuti e

recupero delle aree contaminate anche a tutela della salute umana.

– Obiettivo specifico VII.4 Garantire omogenee condizioni di sicurezza dei cittadini e dei beni sul

territorio attraverso azioni di tutela e salvaguardia ed il rafforzamento del sistema della

conoscenza

Il P.O. FESR, per gli ambiti di intervento di propria competenza, conferma l’opzione in favore del

ricorso alla progettazione integrata.

In relazione a quanto previsto dall’Asse prioritario dedicato ai Sistemi Urbani, l’attivazione della

progettazione territoriale è stata sviluppata per partizioni infraregionali8 ottimali che tengano conto

degli ambiti urbani e di sistemi territoriali locali.

Per quanto concerne la progettazione integrata settoriale occorre distinguere due ipotesi:

8 Si tenga conto in tal senso la recente approvazione della legge regionale che, sopprimendo le Comunità Montane, istituisce le Comunità Locali

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per quanto attiene alla valorizzazione turistica delle risorse territoriali, invece, si procederà, sulla

base degli indirizzi programmatici regionali di settore, a riorganizzare l’offerta secondo ripartizioni

infraregionali ed a promuovere ‘coalizioni di progetto’ costituite da partnership pubblico-private in

grado di assicurare tanto la spendibilità quanto la sostenibilità (economica, finanziaria, gestionale,

ecc.) dei pacchetti di offerta turistica integrata.

Il PO FSE 2007-2013

La strategia di intervento del FSE (Fondo Sociale Europeo) della Regione Basilicata si inscrive

all’interno di una Programmazione integrata e di raccordo tra le scelte prioritarie di ordine

comunitario e le strategie regionali e settoriali.

Gli stessi documenti politici più recenti che tracciano scelte politiche e programmatiche di medio e

lungo periodo, come il Documento Strategico Regionale (DSR), la Legge 33/2003, Il Piano

d’Indirizzo generale Integrato (P.I.G.I.), il Patto con i Giovani, il programma di Cittadinanza

Solidale sono attenti a tracciare scelte strategiche prioritarie in linea con gli Orientamenti

comunitari per la politica di coesione a favore dell’Occupazione (Gli Orientamenti Strategici per la

Politica di Coesione, gli Orientamenti per l’Occupazione , la Strategia Europea per l’Occupazione)

e in coerenza con la strategia definita dal QSN.

Il Programma Operativo Regionale FSE 2007-2013, è teso a “Promuovere lo sviluppo, la piena

occupazione e la qualità del lavoro attraverso il miglioramento degli investimenti in capitale

umano e nella ricerca, nella adattabilità dei lavoratori e delle imprese pubbliche e private, il

sostegno all’integrazione sociale e alle pari opportunità”.

Questo obiettivo globale si articola in 4 obiettivi generali:

1. Attivare e sostenere i processi di sviluppo e competitività mediante politiche del lavoro e per il

capitale umano mirate al rinnovamento del sistema produttivo, per sostenere i processi di crescita

delle risorse umane, sviluppare le competenze chiave per il sistema lucano e nuove opportunità

occupazionali e imprenditoriali, indirizzare i sistemi produttivi e il mercato del lavoro locali verso

l’economia della conoscenza ed estendere le relazioni tra gli attori locali in sintonia con le strategie

di sviluppo regionali;

2. Favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, per rafforzare i segmenti deboli dell’offerta

di lavoro, assicurare pari opportunità di accesso al mercato del lavoro e promuovere una migliore

qualità e quantità della domanda di lavoro (sviluppando l’imprenditorialità esistente e nuova

imprenditorialità, sostenendo la diffusione di imprese avanzate e di nuovi servizi alla persona);

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3. Combattere i crescenti squilibri e rispondere alle nuove domande sociali, per ridurre i rischi di

esclusione sociale e di degrado urbano, favorire l’inserimento lavorativo dei soggetti più deboli,

limitare l’emigrazione dei giovani e favorire il rientro dei giovani emigrati, integrare adeguatamente

gli immigrati, ridurre la marginalità e il deficit di servizi per le popolazioni delle aree interne;

4. Favorire la crescita delle capacità istituzionali e degli attori locali, per migliorare la governance

complessiva dei processi di sviluppo, assicurare la partecipazione dei diversi attori (istituzionali,

parti economiche e sociali e diversi portatori di interessi) alla decisione e alla realizzazione delle

politiche, rafforzare in particolare i sistemi scolastici, formativi e universitari a fondamento della

valorizzazione del capitale umano.

Alla integrazione strategica tra i diversi programmi, ed in particolare tra il PO FESR ed il PO FSE,

contribuisce anche il comune impegno dei diversi programmi a raggiungere gli obiettivi di servizio

definiti nel QSN in materia di istruzione, servizi di cura alla persona, qualità dell’ambiente in

relazione alla gestione dei rifiuti urbani ed al servizio idrico integrato.

La strategia del PO FSE 2007-2013 si sviluppa principalmente intorno a due orientamenti strategici:

promuovere la conoscenza e l’innovazione a favore della crescita e favorire la creazione di posti di

lavoro migliori e più numerosi

In tal modo il programma vuole coniugare un salto nella competitività regionale con un

ampliamento delle opportunità e della qualità di lavoro.

La strategia del PO appoggia e promuove la progettazione integrata, la quale dovrà sostenere

processi di sviluppo e la crescita di servizi essenziali entro ambiti territoriali coerenti e con

dimensioni ottimali. Quest’ultimo aspetto è di particolare rilievo per le aree centrali della Regione,

difficilmente raggiungibili e a rischio spopolamento, ma è un indirizzo fondamentale anche per le

aree più sviluppate, ove questi servizi sono ancora insufficienti. Su scala locale l’indirizzo e la

definizione progettuale a supporto della coesione e inclusione sociale del FSE sarà rafforzato

dall’interazione con i diversi attori locali (Province, Comuni, ecc.) e con le altre politiche già

esistenti (piani di zona, servizi sociali, azioni di sviluppo locale e progettazione integrata, GAL,

ecc..)

Il PO FSE 2007-2013 riconduce le priorità strategiche definite all’interno di sette assi di intervento,

che traducono le priorità individuate dall’art. 3 del Reg. (Ce) n. 1081/2006:

− Asse A - Adattabilità;

− Asse B - Occupabilità;

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− Asse C - Inclusione sociale;

− Asse D - Capitale umano;

− Asse E – Transnazionalità ed interregionalità;

− Asse F - Assistenza tecnica;

− Asse G - Capacità Istituzionale.

La strategia è articolata in 7 assi prioritari e 15 obiettivi specifici.

Con riferimento alle finalità del presente Piano di gestione, le priorità e gli obiettivi specifici definiti

nel PO FESR, così come desunti dal documento di programmazione, fanno riferimento in

particolare ad alcuni Assi:

Asse A – Adattabilità

a) Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l’adattabilità dei lavoratori

b) Favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del

lavoro

c) Sviluppare politiche e servizi per l’anticipazione e la gestione dei cambiamenti, promuovere

competitività e imprenditorialità

Asse B – Occupabilità

d) Aumentare l’efficienza, l’efficacia, la qualità e l’inclusività delle istituzioni del mercato del

lavoro

e) Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all’integrazione dei

migranti nel mercato del lavoro, all’invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all’avvio di

imprese

f) Migliorare l’accesso delle donne all’occupazione e ridurre le disparità di genere

Asse D – Capitale Umano

g) Elaborare e introdurre riforme dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro per migliorarne

l’integrazione e sviluppare l’occupabilità con particolare attenzione all’orientamento

h) 1)Aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente, anche attraverso provvedimenti

intesi a ridurre l’abbandono scolastico e le disparità di genere rispetto alle materie.

2) Aumentare l’accesso all’istruzione e alla formazion iniziale, professionale e universitaria

migliorandone la qualità

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l) Creare reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con

particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell’innovazione

Asse E – Transnazionalità ed interregionalità

m) promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e

transnazionale, con particolare riferimento alle buone pratiche

Asse G - Capacità Istituzionale

o) migliorare le politiche, la programmazione, il monitoraggio e la valutazione a livello

nazionale, regionale e locale, per aumentare la governance del territorio

p) rafforzare la capacità istituzionale e dei sistemi nell’implementazione delle politiche e dei

programmi

L’insieme degli obiettivi specifici è fortemente integrato al suo interno, come anche è coerente con

gli orientamenti comunitari e nazionali in materia di politiche di coesione sociale e territoriale e con

gli altri interventi regionali promossi dal FESR e del FEASR.

Il FEASR ed il PSR (Piano di Sviluppo Rurale)

Nella definizione della strategia e degli obiettivi del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 (PSR),

relativo al Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), la Regione Basilicata ha

tenuto presenti gli Orientamenti strategici comunitari, il Piano Strategico Nazionale e il Documento

Strategico Regionale, i risultati dell’analisi di contesto e le raccomandazioni dei Rapporti di

Valutazione intermedia del POR, PSR e Leader+.

Nel Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo Rurale (PSN) la Basilicata è stata classificata come

territorio interamente rurale, differenziando la montagna e la collina quale “Area rurale con

problemi complessivi di sviluppo”, mentre la pianura si identifica nelle “Aree rurali ad agricoltura

intensiva specializzata”. L’analisi delle caratteristiche socio-demografiche e morfologiche della

Regione, condotte in occasione della redazione del nuovo PSR, confermano la classificazione

operata nel PSN.

L’analisi preliminare regionale ha evidenziato l’esistenza di fabbisogni di interventi in parte comuni

ed in parte differenziati per territorio, con un diverso grado di priorità. Il territorio lucano, tutto

rurale secondo la classificazione del PSN, evidenzia aree con diverso grado di sviluppo e con

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specifiche caratteristiche, sia del settore primario e della trasformazione che della ruralità. In tale

ottica la classificazione e l’analisi del territorio costituisce un utile riferimento a carattere generale

e strategico per la programmazione regionale degli interventi relativi ai tre assi e, in coerenza con

quanto evidenziato dallo stesso PSN, si verifica una stretta coerenza tra le finalità e le caratteristiche

degli interventi e i criteri utilizzati.

La territorializzazione degli interventi proposta nel PSR, quindi, tiene conto sia delle caratteristiche

strutturali più marcate che delle dinamiche in atto, in modo tale da far emergere priorità territoriali

rispetto alle quali, con le Misure del PSR, si renderà necessario finalizzare gli interventi,

concentrare le risorse, stabilire precisi criteri per la selezione dei progetti e dei beneficiari.

La classificazione effettuata dal PSN ha evidenziato in regione la presenza di due tipologie

territoriali, all’interno delle quali si collocano le tre macroaree individuate a livello regionale (dal

PRS), secondo lo schema seguente:

Classificazione Piano Strategico

Nazionale

Classificazione Piano di Sviluppo

Rurale

B. Arre rurali ad agricoltura intensiva

specializzata

B. Pianure del Metapontino

D. Aree rurali con problemi complessivi di

sviluppo

D1. Aree ad agricoltura con modelli

organizzativi più avanzati;

D2. Aree interne di collina e di

montagna

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Area D. 2 – “Aree interne di collina e montagna”

I fabbisogni di questa area sono riconducibili a due grandi temi:

1. le esigenze di riconversione economica degli operatori agricoli e delle aziende,

particolarmente sensibili agli impatti della riforma della PAC

2. la necessità di arginare il depauperamento demografico ed il degrado ambientale

conseguente, attraverso azioni a favore dell’attrattività dei territorio.

In questa area diviene quindi prioritario:

il sostegno al ricambio generazionale ed allo sviluppo di nuove attività economiche

(diversificazione, multifunzionalità), anche in campo bioenergetico;

sostenere l’introduzione di innovazioni nelle aziende ed al miglioramento qualitativo delle

produzioni, anche attraverso lo sviluppo delle TLC;

la tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e storico culturale;

l’animazione territoriale e la valorizzazione integrata delle risorse al fine di migliorare la

competitività del territorio;

il potenziamento dei servizi alle popolazioni e lo sviluppo delle TLC.

Gli interventi dovranno essere supportati dalla formazione e la qualificazione professionale, nonché

da servizi di consulenza indirizzate agli operatori agricoli.

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L’intervento del FESR in questa area dovrà mirare a migliorare la dotazione infrastrutturale, sia

viaria che telematica, e incrementare i servizi per la popolazione. Resta a carico del FEASR gli

interventi a carattere aziendale o interaziendale (ultimo miglio).

L’azione del FSE dovrà essere finalizzata a qualificare le risorse umane e/o a riconvertirle verso

nuovi profili professionali, legati all’ospitalità, alla gestione del patrimonio ambientale, alla

diversificazione del reddito anche mediante l’inclusione sociale di fasce della popolazione più

deboli.

Il PSR lucano si pone l’obiettivo di contribuire allo sviluppo del settore agro-forestale e delle aree

rurali e in particolare di quelle marginali, nel rispetto dei principi di sostenibilità, di tutela e di

valorizzazione in chiave economica delle risorse naturali e di miglioramento della qualità della vita

nelle aree rurali. Tale finalità si concretizza attraverso un obiettivo generale di tipo metodologico,

dove il ricorso all’approccio bottom-up induce allo sviluppo di progetti integrati gestiti tramite

diverse forme di partenariato, e i seguenti tre obiettivi generali a carattere tematico:

1) accrescere la competitività del settore agricolo e forestale;

2) migliorare l’ambiente e lo spazio rurale, sostenendo la gestione e la tutela del territorio;

3) diversificare le attività agricole e migliorare la qualità della vita nelle aree rurali.

L’intera strategia regionale è incentrata sull’uso sostenibile delle risorse naturali, sulla promozione

di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e sulla valorizzazione delle risorse naturali,

coerentemente con quanto dichiarato nella strategia di Göteborg che ha assegnato alla politica

ambientale un valore trasversale ed ha evidenziato come le priorità economiche e quelle ambientali

camminano di pari passo. Il PSR della Basilicata fa propri tutti e quattro gli Assi proposti nel Piano

Nazionale per lo Sviluppo Rurale, adottando tutti gli obiettivi specifici comunitari e nazionali.

Per quanto riguarda l’Asse I, le priorità comunitarie di Modernizzazione, Innovazione e qualità

nella catena alimentare, trasferimento delle conoscenze, e investimenti nel capitale umano e fisico

sono state tradotte a livello italiano in quattro obiettivi prioritari che il PSR ha mantenuto ed ha

declinato nelle seguenti linee di policy:

sostenere le imprese agricole e gli operatori forestali verso l'aumento della competitività e

l'apertura ai mercati, attraverso l'introduzione di innovazioni di prodotto, processo e

organizzative, lungo tutti i segmenti e a favore di tutti i componenti delle filiere e attraverso il

potenziamento e lo sviluppo delle infrastrutture fisiche;

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consolidare e sviluppare i sistemi locali rurali, agroforestali ed agroalimentari, promuovendo

le aggregazioni di filiera e i distretti agroalimentari anche in attuazione della legge regionale

n° 1/2001, ed utilizzando la progettazione integrata;

consolidare e sviluppare la qualità della produzione agricola e alimentare;

potenziare le dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche;

consolidare e sviluppare i servizi di supporto all'impresa;

migliorare la capacità imprenditoriale e il ricambio generazionale.

L’intervento regionale è prioritariamente indirizzato a consolidare le interrelazioni tra produzioni

primarie, agroindustria e distribuzione, mediante l’introduzione di innovazioni di processo, prodotto

e organizzative, con attenzione particolare ad interventi di “qualità”. Il miglioramento della capacità

imprenditoriale diventa l’elemento chiave per aumentare la competitività delle imprese. In tale

azione i servizi di supporto all’impresa svolgono un ruolo fondamentale.

Nell’ambito dell’Asse II, a ciascuna delle priorità vincolanti comunitarie identificate dall’Asse II il

Piano nazionale ha associato un proprio obiettivo prioritario che nel PSR, in relazione alle

specificità territoriali, sono state tradotte nei seguenti obiettivi prioritari:

conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agroforestali ad alto valore

naturalistico;

tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche.

aumento della produzione delle biomasse e di pratiche/attività per la riduzione dell'effetto

serra;

riduzione ulteriore dell'impatto ambientale delle tecniche agricole, forestali, di allevamento

e di trasformazione dei prodotti, nonché miglioramento della capacità di fornire esternalità

positive.

Relativamente all’Asse III la priorità comunitaria della Creazione di opportunità di lavoro e delle

condizioni per la crescita è stata declinata nel Piano Strategico Nazionale in due obiettivi verticali

che corrispondono al “Miglioramento dell’attrattività di territori rurali per le imprese e la

popolazione” e al “Mantenimento e creazione di nuove opportunità occupazionali in aree rurali”. La

Regione Basilicata nella propria strategia ha ulteriormente declinato le linee di policy che

corrispondono ai seguenti obiettivi:

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promuovere la diversificazione delle attività economiche nelle zone rurali, soprattutto in

quelle marginali, anche mediante la sperimentazione di modelli gestionali che vedano il

coinvolgimento di enti regionali e territoriali;

sviluppare servizi alla popolazione, finalizzati al miglioramento della qualità della vita.

sostenere la multifunzionalità, per rispondere alle nuove e crescenti richieste da parte della

popolazione, in particolare di quella urbana, di prodotti della ruralità e di servizi di

manutenzione ambientale.

Infine, l’approccio Leader, costituente l’Asse IV, concorre al raggiungimento degli obiettivi degli

Assi 1, 2 e in particolare del 3 del PSR 2007-2013. L’implementazione dell’Asse Leader consente

di ottenere il miglioramento della governance locale e la mobilitazione del potenziale dello sviluppo

delle risorse endogene. Nelle passate esperienze, la debole capacità di produrre strategie di sviluppo

locale ha rappresentato una caratteristica costante delle aree rurali contraddistinte da una

dispersione delle competenze professionali attratte nelle zone urbane ed industriali, anche limitrofe,

dove avevano la possibilità di far valere le proprie conoscenze e professionalità, nella maggioranza

dei casi molto qualificate.

A tal fine risulta fondamentale attivare e rafforzare i partenariati locali, dando impulso all’attività di

animazione per mobilitare il potenziale endogeno locale al fine di dotare i territori rurali di

capacità autonome nel programmazione e gestire progetti di sviluppo9. Saranno realizzate con

l’Approccio Leader le Misure che maggiormente si prestano ad una programmazione decentrata che

intercetti con maggiore efficacia le esigenze effettive del territorio.

Nei documenti del PSR si rileva come non appare sufficiente la determinazione di un approccio

strategico basato solo sulla definizione di obiettivi generali e specifici chiari e condivisi; è

necessario individuare anche una strategia di azione che favorisca l’effettiva integrazione del PSR

con le politiche promosse dal FESR e dal FSE.

Con riferimento alla scarsa dotazione infrastrutturale a servizio delle imprese e le popolazioni rurali,

l’esiguità delle risorse finanziarie del FEASR, nonché la diversa tipologia di investimenti

9 Alla luce di tali considerazioni, strategico risulta l’applicazione del metodo Leader allo stesso PSR al fine di creare approcci innovativi e integrati nel sostenere e promuovere la necessaria collaborazione tra il settore pubblico e privato. Nelle iniziative locali il metodo Leader può incoraggiare l’innovazione e l’imprenditorialità e promuovere l’inclusione e l’offerta di servizi locali, migliorando il grado di diffusione delle conoscenze, dello scambio di buone pratiche e dell’innovazione relativa ai prodotti e ai servizi rurali. L’approccio Leader può contribuire anche a sviluppare approcci innovativi per collegare tra loro l’agricoltura, la silvicoltura e l’economia locale e contribuire alla diversificazione dell’attività economica e rafforzare il tessuto socioeconomico delle zone rurali.

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ammissibili, richiede un intervento del FESR Basilicata, relativamente alle priorità I.1 Apertura del

sistema Basilicata, II. Società della conoscenza, IV. Attrattività territoriale.

Relativamente alla formazione delle risorse umane, il FEASR è il solo fondo che interviene nella

formazione di base degli imprenditori e degli addetti al settore agricolo e forestale.

La strategia operativa del PSR della Regione Basilicata per il 2007-2013 mirerà quindi anche alla

realizzazione di esperienze basate sui seguenti principi metodologici:

introduzione di meccanismi integrati di attuazione, atti a concentrare selettivamente gli

interventi sugli obiettivi strategici prima enunciati e a perseguire un elevato livello di sinergia

tra misure (pacchetti di misure e progetti integrati)

ampio ricorso all’approccio bottom-up non solo nella fase di programmazione ma anche in

quella di attuazione, attraverso lo sviluppo in forma partenariale dei programmi finalizzati, in

modo da favorire la “territorializzazione” degli interventi e l’effettiva integrazione con le

politiche di coesione e sociale e la possibilità di attivare nuove forme di progettazione integrata.

Specifici progetti o programmi a cui il PSR fa riferimento sono:

Il Pacchetto Giovani, costituito da più misure integrate da un punto di vista funzionale, spaziale e

temporale, può favorire il ricambio generazionale in agricoltura unitamente a nuove e concrete

opportunità a giovani imprenditori, mediante il sostegno per la realizzazione di un’idea progettuale

sviluppata attraverso un Piano aziendale, previsto dal Reg. CE n. 1698/05.

I Progetti Integrati sono quelli che, oltre a prevedere una combinazione tra le misure del PSR,

possono trovare forme di integrazione anche progettuale con le azioni previste dal FESR e dal FSE.

In questa categoria di iniziative il PSR prevede i progetti di filiera e i programmi di sviluppo locali.

I Programmi di Sviluppo Locale (così come indicato nell’approccio Leader) nella realtà rurale

lucana sono finalizzati a migliorare le condizioni di vita delle aree rurali e favorire le condizioni di

ripresa economica dei territori in declino attraverso :

la mobilitazione del potenziale di sviluppo endogeno delle aree rurali anche con il supporto di

azioni di animazione e acquisizioni di competenze, che favoriscano la partecipazione attiva ed il

rafforzamento dei partenariati economici e sociali locali;

la progettazione di percorsi di sviluppo locale innovativi e complessi in grado di attivare anche

l’intervento integrato dei fondi strutturali.

L’approccio Leader, infine, quale metodo di concertazione delle strategie di sviluppo locale,

consente una migliore individuazione dei bisogni locali nonché una più efficace gestione e

utilizzazione delle risorse, anche provenienti da fonti diverse, promuovendo sinergia e

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complementarietà tra progetti e soggetti. per consolidare metodi di concertazione, di progettazione e

di realizzazione di strategie di sviluppo integrato in ambito locale.

Il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 della Regione Basilicata è strutturato quindi nei

seguenti Assi Prioritari:

- Asse 1 – Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;

- Asse 2 - Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale;

- Asse 3 – Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale;

- Asse 4 – Approccio Leader;

ed in una misura di Assistenza Tecnica.

L’Asse 1 si articola in tre sottosezioni.

Le misure afferenti alla sottosezione 1 – Misure intese a promuovere la conoscenza e sviluppare il

potenziale umano, sono le seguenti:

- Misura 111 –“Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione”

- Misura 112 – “Insediamento di giovani agricoltori”

- Misura 114 –“Ricorso ai servizi di consulenza agricola e forestale”

Le misure riguardanti la sottosezione 2 – Misure intese a ristrutturare e sviluppare il capitale fisico e

promuovere l’innovazione, sono le seguenti:

- Misura 121 – “Ammodernamento delle aziende agricole”

- Misura 122 – “Migliore valorizzazione economica delle foreste”

- Misura 123 – “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”

- Misura 124 – “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori

agricolo e alimentare e settore forestale”

- Misura 125 – “Infrastrutture connesse allo sviluppo e all’adeguamento dell’agricoltura e della

silvicoltura”

Le misure riguardanti la sottosezione 3 – Misure intese a migliorare la qualità della produzione e dei

prodotti agricoli, sono le seguenti:

- Misura 132 –“Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare”

- Misura 133 –“Attività di informazione e promozione”

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Arch. Rosaria PILIERI

L’Asse 2 si articola in 2 sottosezioni.

Gli interventi contemplati nella sottosezione 1 – Misure finalizzate a promuovere l’utilizzo

sostenibile dei terreni agricoli, sono le seguenti:

- Misura 211 - “Indennità compensative degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle

zone montane”

- Misura 214 – “Pagamenti agroambientali”

- Misura 216 – “Sostegno agli investimenti non produttivi - terreni agricoli”.

La sottosezione 2 di questo Asse comprende Misure finalizzate a promuovere l’utilizzazione

sostenibile delle superfici forestali, come di seguito elencate:

- Misura 221 – “Imboschimento dei terreni agricoli”

- Misura 223 – “Imboschimento di superfici non agricole”

- Misura 226 – “Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi

- Misura 227 – “Sostegno agli investimenti non produttivi - terreni forestali”.

L’Asse 3 comprende tre sottosezioni.

Le misure della sottosezione 1 – Misure intese a diversificare l’economia rurale, sono le seguenti:

- Misura 311 – “Diversificazione in attività non agricole”

- Misura 312 – “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese”

- Misura 313 – “Incentivazione di attività turistiche”

Le misure della sottosezione 2, finalizzate al miglioramento delle condizioni economiche, sociali e

ambientali delle aree rurali, sono le seguenti:

- Misura 321 – “Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale” (art. 56)

- Misura 323 – “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” (art. 57)

La sottosezione 3 - Formazione, acquisizione di competenze e animazione si articola nella seguente:

- Misura 331 – “Formazione ed informazione” (art. 58)

Infine, l’Asse 4 concernente l’attuazione dell’approccio Leader nel contesto del presente PSR,

comprende 3 misure:

- Misure 4.1 “Implementazione delle strategie di sviluppo locale”;

- Misura 4.2 “Cooperazione”;

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- Misura 4.3 “Gestione dei Gruppi di Azione Locali e dei Piani di Sviluppo Locale”.

1.9.2. ALTRI STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA

I Programmi di Iniziativa Comunitaria interessano aree più vaste di quelle nazionali e regionali

con l’obiettivo di aumentare l’efficienza delle azioni attuate con i fondi strutturali. La Commissione

Europea invita gli stati membri a presentare domande di contributo per tali iniziative. Tali

programmi sono indirizzati alla risoluzione di problemi specifici individuati in particolari aree

dell’Unione, oppure a promuovere collaborazioni con paesi che non aderiscono all’Unione, possono

essere a titolarità regionale o nazionale a seconda della valenza territoriale del progetto.

Solo per citare un programma, tra gli altri numerosi, di interesse per l’avvio di politiche di tutela e

valorizzazione delle aree protette della Regione si fa riferimento al Programma LIFE dele passato

settennio di programmazione comunitaria.

Nella sezione NATURA, la Basilicata ha partecipato alla realizzazione dell’iniziativa BIOITALY

1995/97 – Natura 2000; tale iniziativa nasce nell’ambito del progetto Habitat Italia candidato dal

Ministero dell’Ambiente e finalizzato al censimento dei biotopi di rilevanza comunitaria presenti

nelle regioni italiane. I siti così individuati entrano a far parte della rete ecologica europea “Natura

2000” costituita dalle zone giudicate di particolare pregio nella conservazione delle biodiversità. Il

progetto ha condotto alla individuazione in Basilicata di 47 siti. La spesa già rendicontata al

Ministero dell’Ambiente di lire 152,3 milioni .

Con riferimento al periodo 1998/2000 si cita il progetto “Azioni su siti Natura 2000 della regione

mediterranea” candidato dall’ENEA. Le regioni Basilicata e Lazio ne sono cofinanziatori.

L’intervento che riguarda la Basilicata consiste nella elaborazione di un piano di gestione rivolto

alla conservazione e tutela del sito di interesse comunitario “Bosco Pantano di Policoro” e delle

specie ivi presenti.

Nell’attuale settennio di programmazione dei fondi comunitari, il programma LIFE + sostituisce i

seguenti programmi: LIFE; Sviluppo urbano sostenibile; programmi Urban; Promozione delle ONG

che operano in campo ambientale; Forest focus; fondo sullo sviluppo e implementazione delle

politiche ambientali. Il Life + contribuisce alla formulazione e all’attuazione della politica e della

legislazione comunitarie in materia ambientale per la promozione dello sviluppo sostenibile, con

riferimento particolare alle seguenti tematiche di intervento: migliorare la qualità dell’ambiente,

(agendo sui livelli di inquinamento); stabilizzare le concentrazioni dei gas serra nell'atmosfera ad un

livello tale da impedire pericolose interferenze di origine antropica con il clima; tutelare,

conservare, ripristinare e migliorare il funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat naturali e

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della flora e fauna selvatiche, allo scopo di arrestare la desertificazione e la perdita di biodiversità;

promuovere una migliore gestione delle risorse e dei rifiuti e incoraggiare il passaggio a modelli di

produzione e consumo più sostenibili; elaborare approcci strategici per quanto riguarda la

formulazione, l’attuazione e l’integrazione delle politiche, compreso il miglioramento della

governance ambientale e le azioni di sensibilizzazione.

Il programma si articola in differenti sezioni:

LIFE+ Natura e Biodiversità: si incentra sull’implementazione delle direttive europee sulla

conservazione degli habitat, sugli uccelli selvatici e sul rafforzamento delle conoscenze

necessarie per sviluppare, valutare e monitorare la legislazione in tale settore;

LIFE+ Politica e Governance ambientale: copre le altre priorità del Sesto programma d’azione

per l’Ambiente compreso i settori prioritari dei cambiamenti climatici, dell’ambiente, della

salute e qualità della vita, nonché delle risorse naturali e dei rifiuti;

LIFE+ Informazione e Comunicazione: Sensibilizzazione delle popolazioni alle tematiche

ambientali compreso la prevenzione degli incendi boschivi attraverso la diffusione delle

informazioni e campagne di comunicazione

Il programma LIFE+ è aperto ad organismi, soggetti e istituzioni pubblici e/o privati, e in

particolare: alle autorità nazionali, regionali e locali; agli organismi specializzati previsti dalla

legislazione comunitaria; alle organizzazioni internazionali; alle organizzazioni non governative.

eventualmente da aggiungere a cura di altri componenti CdR e consulenti

1.9.3. LE RISORSE DEL FONDO PER LE AREE SOTTOUTILIZZATE (FAS)

La strategia di politica regionale unitaria, comunitaria e nazionale, definita nel QSN (Quadro

Strategico Nazionale) è finanziata con le risorse aggiuntive, comunitarie e nazionali, provenienti,

rispettivamente, dal bilancio dell’Unione europea (Fondi strutturali) e nazionali (Fondo di

cofinanziamento nazionale ai fondi strutturali e Fondo per le aree sottoutilizzate) e il QSN

rappresenta altresì, per le priorità individuate, il quadro di riferimento della programmazione delle

risorse ordinarie in conto capitale, fatte salve le competenze regionali in materia.

Il QSN 2007-2013 costituisce quindi lo strumento della programmazione unitaria delle risorse

aggiuntive, nazionali e comunitarie, e rappresenta, per le priorità individuate, il quadro di

riferimento della programmazione delle risorse ordinarie in conto capitale, fatte salve le competenze

regionali in materia;

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Arch. Rosaria PILIERI

Il Fondo per le Aree Sottoutilizzate, gestito dal Ministero per lo Sviluppo Economico, contiene le

risorse economiche di origine nazionale destinate alla politica regionale (diverse dalle risorse

economiche destinate al cofinanziamento dei Fondi comunitari).

Mentre in passato la disponibilità annuale di risorse aggiuntive nazionali FAS era stabilita dalla

Legge Finanziaria per un arco temporale di quattro anni ed attuata mediante lo strumento degli

Accordi di Programma Quadro, con la fase di Programmazione 2007-2013, venendo incontro ad

un’esigenza espressa dalla Commissione Europea che chiedeva una maggiore coerenza nella

programmazione per lo sviluppo regionale da parte dello Stato, si è deciso di adottare un arco

temporale di riferimento pari a sette anni, allineandolo così alle caratteristiche della

programmazione della politica regionale comunitaria. In altri termini, lo stesso FAS verrà attuato

mediante Programmi Operativi e l’impiego delle risorse dovrà essere vincolato alla realizzazione

del Quadro Strategico Nazionale.

In pratica, nel quadro della programmazione unitaria 2007-2013, il FAS è attuato mediante

Programmi Attuativi che si accompagnano agli analoghi Programmi Operativi dei Fondi strutturali.

Tra le caratteristiche del FAS, rispetto ai fondi strutturali, vi è una maggiore flessibilità nel riparto

delle risorse (le risorse possono essere trasferite da uno strumento all’altro sia in fase di

programmazione che durante l’attuazione) e nell’ammissibilità delle categorie di spesa, avendo

mediato caratteristiche come la premialità e la cooperazione interistituzionale dal sistema

amministrativo e di governance che caratterizza i Fondi strutturali.

Alla fase attuale, pur a valle della Delibera Cipe 166 del 21/12/2007 che definiva la

programmazione del FAS, sussiste una condizione di relativa incertezza circa i tempi della

effettiva disponibilità delle risorse per le politiche regionali. In particolare, solo di recente sembra

essersi definita la dotazione finanziaria assegnata ad ogni regione interessata per la programmazione

dell’impegno delle risorse a livello regionale. Alla Basilicata spetteranno circa ………..milioni di

Euro (cfr. tabella alle pagine successive); rispetto a tale importo gli Uffici regionali hanno

completato la predisposizione del Documento Unico di Programmazione da sottoporre a breve alla

approvazione degli organi politici.

Al momento della redazione del presente report non si dispongono di ulteriori notizie circa la

ripartizione aggiornata delle risorse FAS .

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Arch. Rosaria PILIERI

1.9.4. GLI STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA

In particolare, con riferimento ai programmi di iniziativa regionale e/o di interesse sovracomunale,

si farà riferimento a:

Accordi di Programma approvati ai sensi dell’Intesa Quadro di Programma Stato-Regione

(Viabilità, Risorse Idriche, Difesa del Suolo, Beni Culturali…).

Contratti di Programma (FIAT di Melfi, Distretto materano del salotto, Distretto della

corsetteria nella zona dell’Alto Bradano, Interventi nel settore turistico)

Patti Territoriali (Matera e comuni del materano, Area Sud del Lagonegrese, Comunità

Montane del Marmo e del Meandro, Area della Val d’Agri e delle zone interne, Provincia di

Potenza).

Programmi di Riqualificazione Urbana e per lo Sviluppo Sostenibile del Territorio

(PRUSST dei comuni del Materano, PRUSST dei comuni dell’area Sud interessati dal sisma

del 1998)

La Programmazione Negoziata è definita dalla legge collegata alla Finanziaria del 1997 (che ha

abrogato le definizioni di programmazione negoziata e relativi strumenti stabilite dalla legge

104/1995 e 341/1995) come la regolamentazione concordata tra soggetti pubblici o tra il soggetto

pubblico competente e la parte o le parti pubbliche o private per l'attuazione di interventi diversi

riferiti ad un'unica finalità di sviluppo che richiedono una valutazione complessiva delle attività di

competenza.

Dopo le nuove definizioni della legge collegata alla Finanziaria (integrate dalle disposizioni della

nuova delibera CIPE 21/3/1997 registrata dalla Corte dei Conti il 23/4/1997 e pubblicata in G.U.

105/1997), per le politiche nelle aree depresse esistono i seguenti strumenti di programmazione

negoziata: Intesa Istituzionale di Programma, Accordo di Programma Quadro, Contratto di

Programma, Patto Territoriale, Contratto d'Area.

L’Intesa istituzionale di Programma è l'accordo tra Amministrazioni centrale e regionale con cui

tali soggetti si impegnano a collaborare sulla base di una ricognizione programmatica delle risorse

finanziarie disponibili, dei soggetti interessati e delle procedure amministrative occorrenti per la

realizzazione di un piano pluriennale di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati.

Le Intese sono approvate con delibera CIPE, sentita la Conferenza Stato-Regioni su proposta del

Ministro del Bilancio.

L’Intesa tra Regione Basilicata e Governo intende rovesciare la direzione dei processi di sviluppo

sinora attuati, ossia ha l’obiettivo di passare dallo sviluppo autocentrato ed autoreferenziale, ove le

scelte tendevano a garantire la continuità delle piccole realtà regionali, a quello possibile sulla base

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Arch. Rosaria PILIERI

di un “sistema territorio-aperto”, in cui la riorganizzazione dei fattori materiali ed immateriali deve

avvenire in un contesto di crescente integrazione, di cooperazione e di competizione su scala sovra

ed interregionale.

Muovendo da tali obiettivi, le azioni da intraprendere sono individuate tramite gli Accordi di

programma Quadro. Oltre al recepimento dell’Accordo di Programma con la Puglia per l’utilizzo

della risorsa idrica e di quello tra Governo, ENI e Regione Basilicata per l’estrazione del petrolio in

Val d’Agri, va inoltre ricordato che, all’interno dell’Intesa è stato ridiscusso anche l’accordo per la

reindustrializzazione della Val Basento (Delibera CIPE n.120 del 30 giugno 1999).

L’Accordo di Programma Quadro è l'accordo con enti locali ed altri soggetti pubblici e privati

promosso dagli organismi che stipulano l'Intesa di Programma in attuazione della stessa al fine di

definire un programma esecutivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati.

All’atto della stipula della Intesa Istituzionale promossa da Governo nazionale e Regione Basilicata,

sono stati sottoscritti …………………. Accordi di Programma Quadro (APQ), per una manovra

finanziaria complessiva di …………. Milioni.

Ai fini dell'attuazione della politica di intervento nelle aree depresse, la legge 341 all'art. 8 introduce

l'istituto dei Patti Territoriali. Per aree depresse si intendono quelle ex obiettivi 1,2,5b ex Fondi

Strutturali UE, quelle eleggibili sulla base di analoghe caratteristiche, quelle rientranti nella

fattispecie art. 92.3 lettera c) del Trattato UE: "aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune

attività o di talune regioni economiche sempreché non alterino le condizioni degli scambi in misura

contraria al comune interesse".

Secondo la legge collegata alla Finanziaria del 1997 (che ha abrogato la definizione data dalla legge

341/1995 che aveva integrato la legge 104/1995) il Patto Territoriale è l'accordo promosso da enti

locali, parti sociali o da altri soggetti pubblici o privati (con i contenuti dell'Accordo di Programma

Quadro) relativo all'attuazione di un programma di interventi caratterizzato da specifici obiettivi di

promozione dello sviluppo locale.

In Basilicata sono sei i Patti territoriali, ispirati ai temi ripresi ampiamente dall’analisi del POR

Basilicata come variabili di rottura per il sistema regionale: il turismo per la valorizzazione delle

risorse del territorio, la riscoperta del patrimonio storico-culturale, il rafforzamento del sistema

infrastrutturale a servizio della rete di piccole e medie imprese.

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Arch. Rosaria PILIERI

Il Patto della Val d’Agri, promosso dalle quattro C.M. della valle, finalizzato all’utilizzo delle

royalties collegate all’estrazione petrolifera per il rilancio dell’area (settore industriale, PMI,

agricoltura, agroalimentare, infrastrutture e servizi, turismo e ambiente). Redatto nel novembre

1999, vede allo stato attuale avviata la fase di concertazione tra le Amministrazioni coinvolte ed è

sostanzialmente in attesa della prevista regionalizzazione dei patti, vista la particolarità delle risorse

coinvolte, prevalentemente di fonte regionale.

1.9.5. REGOLAMENTI

(Competenza Inea)1.9.6. NORME SULLA CONDIZIONALITÀ a cura Inea

(Competenza Inea)1.9.7. CENSIMENTO DELLA PROGETTUALITÀ

Da una ricerca effettuata si sono rilevati i progetti finanziati con la misura 1.4 dei fondi FESR

2000-2006, relativi ai Comuni dell’ ATO 12 di seguito illustrati e distinti per comune di

appartenenza:

ABRIOLA

Ampliamento, ammodernamento e miglioramento della rete idrica, linea di intervento I.1

Ampliamento, ammodernamento e miglioramento della rete fognaria, linea di intervento I.1

Progetto per la riutilizzazione della ex tratta ferroviaria potenza – laurenzana, linea di

intervento i.4

Reintroduzione di Fauna Selvatica nelle aree protette, linea di intervento I.4

Promozione attività economiche ecocompatibili - Associazione Promozione Sociale

TERRAMIA, linea di intervento I.4

Artigianato artistico, linea di intervento II.1

Adeguamento alle norme di sicurezza e barriere architettoniche, comune di Abriola scuola

materna "E. Ugo Marcogiuseppe", linea di intervento III.3

PPGRL - Completamento 76/2004/120 - Adeguamento alle norme di sicurezza e barriere

architettoniche, comune di Abriola scuola materna "E. Ugo Marcogiuseppe", linea di

intervento III.3

BAR, linea di intervento IV.2

Lavori generali di costruzione di edifici e lavori di ingegneria civile, linea di intervento IV.2

Certificazioni, linea di intervento IV.4

Sistemazione dell'accesso alle piste di pierfaone – abriola, linea di intervento IV.6

Completamento impianti scioviari monte pierfaone e collegamento stazione sciistica arioso

fossa cupa – abriola, linea di intervento iv.6

Contributi ai comuni turistici - Comune di Abriola - annualità 2006, linea di intervento IV.6

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Arch. Rosaria PILIERI

Contributi ai comuni turistici - Comune di Abriola - annualità 2005, linea di intervento IV.6

RRS - Enti Loc@li in Rete – ABRIOLA, linea di intervento VI.2

Risparmio energetico, linea di intervento I.6

Efficienza energetica, linea di intervento I.6

Valorizzazione delle risorse turistiche - Interventi di adeguamento struttura per servizi

turistici Monte Pierfaone - Abriola, linea di intervento IV.4. R.L.

Interventi di completamento delle infrastrutture turistiche a servizio della stazione sciistica

in località Monte Pierfaone - Abriola, linea di intervento IV.6.R.L.

EX PRG - 73/2003/1306 - COMPLETAMENTO IMPIANTI SCIOVIARI MONTE

PIERFAONE E COLLEGAMENTO STAZIONE SCIISTICA ARIOSO FOSSA CUPA -

ABRIOLA, linea di intervento IV.6.R.L.

Interventi di completamento delle infrastrutture ed impianti di risalita relativi alla stazione

sciistica Sellata - Pierfaone -Arioso -Comune di Abriola, linea di intervento IV.6.R.L.

CALVELLO

Comune di Calvello - B18 - Rete fognaria zona di espansione zona A, linea di intervento I.1

Comune di Calvello B19 - rete fognaria di espansione - zona B, linea di intervento I.1

Piano di caratterizzazione area Isca del Gallo nel comune di Calvello, linea di inervento I.3

Controllo e monitoraggio del complesso "castello", linea di intervento II.3

Manutenzione straordinaria della copertura del castello, linea di intervento II.3

Adeguamento alle norme di sicurezza e barriere architettoniche Scuola Materna

"Mazziotta", linea di intervento IV.6, linea di intervento III.3

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza ed eliminazione barriere architettoniche della

mensa a servizio della Scuola Elementare "T. Cambrglia", linea di intervento III.3

Lavori di completamento infrastrutture primarie area pip, linea di intervento IV.1

Commercio al dettaglio di articoli per l'arredamento, linea di intervento IV.2

Fabbricazione di porte e finestre in legno (escluse porte blindate) , linea di intervento IV.2

Noleggio di macchine e attrezzature per la costruzione o la demolizione, con manovratore,

linea di intervento IV.2

Frantumazione di pietre e minerali vari fuori della cava, linea di intervento IV.2

Certificazioni, linea di intervento IV.4

Valorizzazione tur. maddalena bivio marsico cacciatizze, linea di intervento IV.6

Infrastrutturazione turistica acqua abeta cacciatizze lago cifone, linea di intervento IV.6

Pista ciclopedonale, linea di intervento IV.6

Opere igienico sanitarie Monte Saraceno, linea di intervento IV.6

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Arch. Rosaria PILIERI

Infrastrutture e strutture per la fruibilità corretta delle risorse turistiche: parco attrezzato -

calvello, linea di intervento IV.6

RRS - Enti loc@li in rete - Calvello, linea di intervento VI.2

RRS - protocollo bas - calvello, linea di intervento VI.2

RRS - TRI-BAS Adeguamento sistemi informativi locali in materi adi tributi CALVELLO,

linea di intervento VI.2

Risparmio energetico, linea di intervento I.6

Efficienza energetica, linea di intervento I.6

Intervento di contenimento energetico, linea di intervento I.6

Risparmio energetico edilizia, linea di intervento I.6

II° Programma temporale verifiche patrimonio edilizio strategico e rilevante, linea di

intervento I.5.R.L.

Parco Fluviale Torrente La Terra - Calvello, linea di intervento IV.6.R.L.

EX PRG - 100/2005/9 - Infrastrutture e strutture per la fruibilità corretta delle risorse

turistiche: parco attrezzato -calvello, linea di intervento IV.6.R.L.

CORLETO PERTICARA

Discarica loc.tempa masone, linea di intervento I.3

C.M. Alto Sauro - campagna di informazione e sensibilizzazione sul ciclo dei rifiuti, linea di

intervento I.3

II° Programma temporale verifiche patrimonio edilizio strategico e rilevante, linea di

intervento I.5

Artigianato artistico, linea di intervento II.1

Commercio ambulante di macchine, attrezzature ed articoli per l'agricoltura, l'industria, etc. ,

linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di carni bovime, suine, equine, ovine e caprine. , linea di intervento

IV.2

Commercio al dettaglio di generi alimentari, linea di intervento IV.2

Albergo ristorante, linea di intervento IV.2

Macelleria, linea di intervento IV.2

Certificazioni, linea di intervento IV.4

Adeguamento fondo valle Saurina tratto Corleto Perticara superstrada Agrina, linea di

intervento VI.1

RRS - Enti Loc@li in Rete - C.M. CAMASTRA ALTO SAURO, linea di intervento VI.2

RRS- protocollo bas - corleto perticara, linea di intervento VI.2

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Arch. Rosaria PILIERI

RSS - protocollo bas - comunita' montana "camastro alto sauro", linea di intervento VI.2

RRS - TRI BAS Adeguamento sistemi informativi locali in materia di tributi CORLETO

PERTICARA, linea di intervento VI.2

Risparmio energetico edilizia, linea di intervento VI.2

Costruzione C. P. Corleto (punto 4 TAB 1A) , linea di intervento I.6

LAURENZANA

Rete Idrica e fognante centro abitato, linea di intervento I.1

Bonifica da amianto dei prefabbricati in localita' braida, linea di intervento I.3

Promozione Attività Economiche Ecocompatibili - L' Abetina, linea di intervento I.4

Lavori di completamento ed adeguamento della struttura da adibire ad ecomuseo in località

acqua della Pietra dell'Abetina di Laurenzana, linea di intervento I.4

Recupero castello aragonese di laurenzana, linea di intervento II.1

Lavori di costruzione di un edificio polivalente di n. 10 aule da adibire a Liceo Scientifico -

1° e 2° lotto funzionale -nel comune di Laurenzana, linea di intervento III.3

Lavori di costruzione di un edificio polivalente da adibire a sede del Liceo Scientifico di

Laurenzana - 3° lotto funzionale , linea di intervento III.3

Adeguamento alle norme di sicurezza e barriere architettoniche, Scuola

materna/elementare/media Via Prato, linea di intervento III.3

Articoli da regalo - orefic. tabacchi, linea di intervento IV.2

Commercio ambulante di articoli di abbigliamento e tessuti, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio alimentare merceria cartolibreria, linea di intervento IV.2

Macelleria, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di generi alimentari, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di mobili, linea di intervento IV.2

Commercio ambulante frutta verdura alimentari, linea di intervento IV.2

Attivita' manufatturiere, linea di intervento IV.2

Attivita' manfatturiere, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di mobili, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di cappelli, ombrelli, guanti e cravatte, linea di intervento IV.2

Attività non specializzate di lavori edili, linea di intervento IV.2

Lavori generali di costruzione di edifici e lavori di ingegneria civile, linea di intervento IV.2

Certificazioni, linea di intervento IV.4

Valorizzazione aree a ridosso del castello feudale - laurenzana, linea di intervento IV.6

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Arch. Rosaria PILIERI

RRS - Enti Loc@li in Rete - Laurenzana, linea di intervento VI.2

Efficienza energetica, linea di intervento I.6

Risparmio energetico edilizia, linea di intervento I.6

MARSICONUOVO

Bonifica da amianto della cabina gas ed ufficio giudice di pace, linea di intervento I.3

Promozione Attività Economiche Ecocompatibili - SIGEST Sas, linea di intervento I.4

Promozione Attività Economiche Ecocompatibili - AGRITURIST VIGNOLA, linea di

intervento I.4

II° Programma temporale verifiche patrimonio edilizio strategico e rilevante, linea di

intervento I.5

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza degli impianti del Liceo Scientifico di

Marsico Nuovo, linea di intervento III.3

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza abbattimento barriere architettoniche,

Complesso Scolastico Fontanelle scuola elementare e materna, linea di intervento III.3

Riparazione sostituzione pneumatici autolavaggio selfservice revisione autoveicoli, linea di

intervento IV.2

servizi, linea di intervento IV.2

Pietra frantumata, linea di intervento IV.2

Bar, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio, linea di intervento IV.2

Tabella speciale per tabaccai, linea di intervento IV.2

Attivita' manufatturiere, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di carni bovine, suine, equine, ovine e caprine, linea di intervento

IV.2

Trasporti con taxi, linea di intervento IV.2

Certificazioni, linea di intervento IV.4

Ristoranti, trattorie, pizzerie, osterie e birrerie con cucina, linea di intervento IV.5

RRS - Enti Loc@li in rete – Marsiconuovo, linea di intervento VI.2

Fabbricazione di oggetti in ferro, in rame ed altri metalli e relativi lavori di riparazione, linea

di intervento IV.19

Risparmio energetico edilizia, linea di intervento I.6

Installazione bobine Petersen (punto 21 TAB 1A), linea di intervento I.6

Efficienza energetica, linea di intervento I.6

Impianti solari termici, linea di intervento I.6

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Arch. Rosaria PILIERI

Carbon Tax, linea di intervento I.6

MARSICOVETERE

Intervento per la protezione dell'invaso del Pertusillo, linea di intervento I.1

2001 - bonifica da amianto del vivaio "Galdo" nel comune di Marsicovetere, linea di

intervento I.3

Promozione Attività Economiche Ecocompatibili - S.E.I.A.P.P. Srl, linea di intervento I.4

Promozione Attività Economiche Ecocompatibili - IL QUERCETO di F. LEGGIERI, linea

di intervento I.4

Promozione Attività Economiche Ecocompatibili - GALASSIA 60 snc, linea di intervento

I.4

Completamento sistema naturalistico "Fontana delle Brecce - Piana del Lago", linea di

intervento I.4

Parco della Rimembranza: Recupero e restauro conservativo della Cappella dell`Annunziata

e riqualificazione dell`area attigua, linea di intervento II.1

Percorso storico naturalistico da Gallicchio Vetere al Borgo del Carmine - stralcio

funzionale, linea di intervento II.1

Acquisto e restauro conservativo del Palazzo Montano di Guardia Perticara da destinare a

museo archeologico e biblioteca - stralcio funzionale, linea di intervento II.1

Intervento di completamento del Restauro della Chiesa Santa Maria delle Grazie e S.

Francesco - realizzazione di museo di arte sacra, linea di intervento II.1

Completamento intervento di restauro del Convento di S. Antonio nel Comune di San

Martino D`Agri. , linea di intervento II.1

PPGRL di 100/2005/225 - Acquisto e restauro conservativo del palazzo montano di guardia

perticara da destinare a museo archeologico e biblioteca - stralcio funzionale, linea di

intervento II.1

Lavori di Ristrutturazione e Riadeguamento funzionale, di abbattimento delle barriere

architettoniche e di adeguamento alle norme di sicurezza degli impianti tecnologici

dell'I.T.A. di Villa d'Agri, linea di intervento III.3

Adeguamento alle norme di sicurezza e barriere architettoniche, Scuola materna Azimonti

fraz. Villa D'Agri, linea di intervento III.3

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza abbattimento barriere architettoniche,

Provincia di Potenza "Istituto Tecnico Agrario di Villa D'Agri", linea di intervento III.3

Opere di urbanizzazione primaria area p.i.p. Barricelle, linea di intervento IV.1

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Arch. Rosaria PILIERI

Completamento opere di urbanizzazione area PIP Mattinella nel comune di Marsicovetere,

linea di intervento IV.1

Completamento opere di urbanizzazione area pip alla località Scarpano del comune di

paterno, linea di intervento IV.1

Completamento opere di urbanizzazione area pip comprensoriale di san Brancato di

sant`arcangelo, linea di intervento IV.1

Completamento opere di urbanizzazione area pip Mattinella - Tramutola, linea di intervento

IV.1

Ex prg - 100/2005/228 - completamento opere di urbanizzazione area pip Mattinella nel

comune di Marsicovetere, linea di intervento IV.1

Servizi fotografici, posters, cornici, quadri, linea di intervento IV.2

Sabbia,brecciolino,breccia breccione pietra, linea di intervento IV.2

Edilizia e lavori di ingegneria civile. , linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di generi alimentari, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di articoli da regalo, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di gas in bombole ferramenta, linea di intervento IV.2

Rivendita generi di monopolio, linea di intervento IV.2

Bar, linea di intervento IV.2

Rivendita generi di monopolio e merceria, linea di intervento IV.2

Riparazioni impianti elettrici, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di carni fresche macellate, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di generi alimentari, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di prodotti per la persona, linea di intervento IV.2

Attivita' manifatturiere, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di confezioni per bambini e neonati, linea di intervento IV.2

Commercio al dettaglio di carni bovine, suine, equine, ovine e caprine, linea di intervento

IV.2

Fabbricazione di protesi dentarie, linea di intervento IV.2

Segagione e lavorazione delle pietre e del marmo, linea di intervento IV.2

Trasporto di merci su strada, linea di intervento IV.2

Riparazione e sostituzione di pneumatici, linea di intervento IV.2

Fabbricazione di porte, finestre e loro telai, imposte e cancelli metallici, linea di intervento

IV.2

Certificazioni, linea di intervento IV.4

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Arch. Rosaria PILIERI

Affittacamere per brevi soggiorni, case per vacanze, linea di intervento IV.5

Ristorante, pizzeria e bar, linea di intervento IV.5

Progetto di completamento impianti turistici sul monte volturino, linea di intervento IV.6

Lavori di sistemazione area sorgente Copone – Marsicovetere, linea di intervento IV.6

Rifugio albergo in località Campo Imperatore Monte Vulturino, linea di intervento IV.6

Ripristino strada toppo delle seti, Monte Volturino. Marsicovetere, linea di intervento IV.6

Sorgenti nelle aree di perimetrazione - PPE. Monte Volturino - Marsicovetere, linea di

intervento IV.6

Stazione di risalita Monte Volturino - Marsicovetere, linea di intervento IV.6

Interventi di completamento strutture e impianti stazione di risalita monte volturino -

Marsicovetere, linea di intervento IV.6

Adeguamento struttura esistente in Localita' M.Volturino da adibire a chiesetta -

Marsicovetere IV.6

Contributi ai Comuni Turistici per interventi di riqualificazione dell'offerta turistica - Anno

2005 - Comune di Marsicovetere, linea di intervento IV.6

D.G.R. n.804 del 29/05/2006 - Contributi ai comuni turistici per interventi di

riqualificazione dell'offerta turistica - Anno 2006" - Marsicovetere, linea di intervento IV.6

Contributi ai comuni turistici - Comune di Marsicovetere - annualità 2007, linea di

intervento IV.6

Comuni turistici 2008 - Marsicovetere, linea di intervento IV.6

Ripristino e riqualificazione del percorso per rione costa nel comune di Corleto Perticara. ,

linea di intervento IV.6

Rifacimento del sacrato e riqualificazione dell`area antistante la chiesa di san Gianuario,

linea di intervento IV.6

Interventi per l`accessibilità e la sistemazione esterna del complesso monumentale di s.

Maria di Orsoleo di sant`arcangelo, linea di intervento IV.6

Intervento di recupero dell`area Castello, percorso e punto panoramico di sosta, linea di

intervento IV.6

RRS - Enti Loc@li in Rete - C.M. ALTO AGRI, linea di intervento VI.2

RRS - Enti Loc@li in rete - MARSICO VETERE, linea di intervento VI.2

RRS - Enti Loc@linrete CM Alto Agri - Multiprogetto "Alto Agri: Una Comunità verso l'E-

government", linea di intervento VI.2

RRS - PROTOCOLLO BAS - COMUNITA' MONTANA "ALTO AGRI", linea di

intervento VI.2

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Arch. Rosaria PILIERI

RRS - PROTOCOLLO BAS - CM ALTO AGRI - PPGRL - Completamento di 71/2006/50,

linea di intervento VI.2

Risparmio energetico edilizia, linea di intervento I.6

Risparmio energetico, linea di intervento I.6

Efficienza energetica, linea di intervento I.6

Efficienza energetica (CONSORZIO DI BONIFICA VAL D'AGRI ) , linea di intervento I.6

Impianti solari termici, linea di intervento I.6

EX PRG - 75/2001/93 - Intervento per la protezione dell'invaso del Pertusillo, linea di

intervento I.1.R.L.

EX PRG - 100/2005/226 - completamento sistema naturalistico "Fontana delle Brecce -

Piana del Lago", linea di intervento I.4.R.L.

Comune di Marsicovetere - II° Programma temporale verifiche patrimonio edilizio

strategico e rilevante, linea di intervento I.5.R.L.

Recupero e valorizzazione dell`eremo di S. Maria la Preta, linea di intervento II.1.R.L.

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza ed eliminazione barriere architettoniche,

Istituto Tecnico Agrario di Villa D'Agri, linea di intervento III.3.R.L.

EX PRG - 76/2004/16 - Adeguamento alle norme di sicurezza e barriere architettoniche,

Scuola materna Azimonti fraz. Villa D'Agri, linea di intervento III.3.R.L.

Finanziamento agli Enti interessati all'itinerario delle nevi - Interventi di completamento del

Parco attrezzato per gli sport invernali ed interventi urgenti di ripristino viabilità di accesso

stazione sciistica - Marsicovetere, linea di intervento IV.6.R.L.

Interventi di completamento delle infrastrutture turistiche a servizio della stazione sciistica

in località Monte Volturino e acquisto mezzo speciale battipista - Marsicovetere, linea di

intervento IV.6.R.L.

EX PRG - 73/2002/1038 - Interventi di completamento strutture e impianti stazione di

risalita monte volturino - Marsicovetere, linea di intervento IV.6.R.L.

EX PRG - 73/2000/294 - Rifugio albergo in località Campo Imperatore Monte Vulturino,

linea di intervento IV.6.R.L.

EX PRG - 100/2005/243 - Interventi per l`accessibilità e la sistemazione esterna del

complesso monumentale di S. Maria di Orsoleo di Sant`Arcangelo, linea di intervento

IV.6.R.L.

VIGGIANO

Comune di Viggiano - II° Programma temporale verifiche patrimonio edilizio strategico e

rilevante, linea di intervento I.5

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Arch. Rosaria PILIERI

Recupero antico Convento di Santa Maria del Gesù - Comune di VIGGIANO, linea di

intervento II.1

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza ed eliminazione barriere architettoniche della

scuola elementare del capoluogo in Corso Marconi - Viggiano, linea di intervento III.3

Terza linea impianto di depurazione area industriale di Viggiano (Pz). , linea di intervento

IV.1

Servizi di pitturazione e lavori edili, linea di intervento IV.2

Movimento terra, linea di intervento IV.2

Attivita' manufatturiere, linea di intervento IV.2

Certificazioni, linea di intervento IV.4

Birreria con cucina, linea di intervento IV.5

Itinerario nevi -Piazza S.Giovanni - Viggiano, linea di intervento IV.6

Sistemazione vetta del Monte di Viggiano e strada di accesso santuario della Madonna, linea

di intervento IV.6

Itinerario delle Nevi - Adeguamento impianti della struttura ricettiva Montagna Grande di

Viggiano - comune di Viggiano, linea di intervento IV.6

Contributi ai comuni turistici - annalità 2007 - Comune di Viggiano, linea di intervento IV.6

RRS - Enti Locòli in rete - Viggiano, linea di intervento VI.2

RRS - PROTOCOLLO BAS - Viggiano, linea di intervento VI.2

RRS - TRI BAS Adeguamento sistemi informativi locali in materia di tributi Viggiano, linea

di intervento VI.2

Risparmio energetico edilizia, linea di intervento I.6

Efficienza energetica, linea di intervento I.6

Potenziamento cabina esistente di Viggiano (punto 6 TAB 1A) , linea di intervento I.6

Impianti solari termici, linea di intervento I.6

EX PRG - 73/2006/3115 - Terza linea impianto di depurazione area industriale di Viggiano

(Pz). , linea di intervento IV.1.R.L.

Estrazione di ghiaia e sabbia, linea di intervento IV.19. R.L.

Da una ricerca effettuata si sono rilevati i progetti già in itinere finanziati con i fondi FESR 2007-

13, relativi ai Comuni dell’ ATO 12 di seguito illustrati e distinti per comune di appartenenza:

ABRIOLA

Potenziamento del centro di aggregazione per la comunità-Frazione di Tientera - POIS Alto

Val D’Agri-scheda 35, linea di intervento VI.1.2.A

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Arch. Rosaria PILIERI

PARCO APPENNINO LUCANO-Realizzazione della sentieristica e della cartellonistica in

tutta l’area PIOT (scheda 10) – PIOT VAL D’AGRI APPENNINO LUCANO-

LAGONEGRESE, linea di intervento IV.1.1.A

Ampliamento, ammodernamento e miglioramento della rete fognaria, linea di intervento

VII.2.1.A

CALVELLO

Realizzazione di un centro destinato ai servizi per l’infanzia, linea di intervento VI.1.1.B

Riqualificazione centro di aggregazione sociale, linea di intervento VI.1.2.A

PARCO APPENNINO LUCANO-Realizzazione della sentieristica e della cartellonistica in

tutta l’area PIOT (scheda 10) – PIOT VAL D’AGRI APPENNINO LUCANO-

LAGONEGRESE, linea di intervento IV.1.1.A

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza ed eliminazione delle barriere

architettoniche, scuola elementare san Giovanni Bosco, linea di intervento VI.1.3.A

Rete fognaria zona di espansione – zona B, linea di intervento VII.2.1.A

CORLETO PERTICARA

Completamento Casa anziani, linea di intervento VI.1.1.B

Interventi adeguamento residenza per anziani, linea di intervento VI.1.1.B

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza ed eliminazione barriere architettoniche,

scuola elementare Pietro La Cava, linea di intervento VI.1.3.A

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza ed eliminazione barriere architettoniche,

scuola elementare San Giovanni Bosco, linea di intervento VI.1.3.A

Intervento di miglioramento funzionale ed eliminazione delle barriere architettoniche -

Scuola media G. Pascoli Via Boldoni, linea di intervento VI.1.3.A

Realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per gli

istituti scolastici provinciali del territorio e realizzazione di laboratori per la formazione e

sperimentazione, linea di intervento VI.1.3.A

Interventi per la riduzione dei consumi energetici negli Istituti del territorio, realizzazione di

laboratori aperti di bioedilizia e di mini impianti di compostaggio, linea di intervento

VI.1.3.A

LAURENZANA

Interventi sanitari e socio-assistenziali. Recupero ex Casa Mandamentale, linea di intervento

VI.1.1.B

Centro di Aggregazione Sociale, linea di intervento VI.1.1.B, linea di intervento VI.1.1.B

Potenziamento centro di aggregazione per la comunità, linea di intervento VI.1.2.A

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Arch. Rosaria PILIERI

Riqualificazione plesso scolastico con interventi ad alta sostenibilità ambientale, linea di

intervento VI.1.3.A

Realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per gli

istituti scolastici provinciali del territorio e realizzazione di laboratori per la formazione e la

sperimentazione - impinati fotovoltaici ITC Avigliano - Acerenza – Laurenzana, linea di

intervento VI.1.3.A

PARCO APPENNINO LUCANO-Realizzazione della sentieristica e della cartellonistica in

tutta l’area PIOT (scheda 10) – PIOT VAL D’AGRI APPENNINO LUCANO-

LAGONEGRESE, linea di intervento IV.1.1.A

Lavori di adeguamento alle norme di sicurezza ed eliminazione barriere architettoniche della

scuola materna, elementare e media V. Alfieri., linea di intervento VI.1.3.A

Interventi sull'edilizia scolastica, nuova ubicazione della scuola materna, adeguamento degli

impianti termici dell'istituto comprensivo, linea di intervento VI.1.3.A

Riqualificazione plesso scolastico ed interventi ad alta sostenibilità educativa e culturale,

linea di intervento VI.1.3.A

Interventi per la riduzione dei consumi energetici negli Istituti del territorio, realizzazione di

laboratori aperti di bioedilizia e di mini impianti di compostaggio, linea di intervento

VI.1.3.A

MARSICONUOVO

PARCO APPENNINO LUCANO-Realizzazione della sentieristica e della cartellonistica in

tutta l’area PIOT (scheda 10) – PIOT VAL D’AGRI APPENNINO LUCANO-

LAGONEGRESE, linea di intervento IV.1.1.A

Completamento del restauro della Cattedrale e dell'Episcopio - COMUNE DI MARSICO

NUOVO, linea di intervento IV.1.1.A

Ampliamento Residenza per anziani, linea di intervento VI.1.1.B

Ristrutturazione centro di aggregazione giovanile, linea di intervento VI.1.1.B

Adeguamento funzionale della casa canonica della Chiesa dell’Immacolata di Pergola da

destinare a centro di aggregazione giovanile, linea di intervento VI.1.2.A

Interventi per la riduzione dei consumi energetici negli Istituti del territorio, realizzazione di

laboratori aperti di bioedilizia e di mini impianti di compostaggio, linea di intervento

VI.1.3.A

Realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per gli

istituti scolastici provinciali del territorio e realizzazione di laboratori per la formazione e la

sperimentazione, linea di intervento VI.1.3.A

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Arch. Rosaria PILIERI

Lavori di potenziamento funzionale ed eliminazione barriere architettoniche, scuola media

statale B. Croce in via Campitelli, linea di intervento VI.1.2.A

Lavori di potenziamento funzionale ed eliminazione barriere architettoniche scuola media

statale benedetto Croce in Via Campitelli, linea di intervento VI.1.3.A

Miglioramento scuola media statale benedetto Croce in Via Campitelli, linea di intervento

VI.1.3.A

Miglioramento funzionale e realizzazione palestra scuola elementare e materna Vito Arato –

Fontanelle, linea di intervento VI.1.3.A

Realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per gli

istituti scolastici provinciali del territorio e realizzazione di laboratori per la formazione e la

sperimentazione, linea di intervento VI.1.3.A

MARSICOVETERE

PARCO APPENNINO LUCANO-Realizzazione della sentieristica e della cartellonistica in

tutta l’area PIOT (scheda 10) – PIOT VAL D’AGRI APPENNINO LUCANO-

LAGONEGRESE, linea di intervento IV.1.1.A

Realizzazione di un centro comune per l’approfondimento giovanile dedicato agli studenti

normalmente e diversamente abili a supporto delle scuole del territorio di ogni ordine e

grado, linea di intervento VI.1.3.A

Adeguamento scuola dell'infanzia di Villa d'Agri- Scheda n. 46., linea di intervento VI.1.3.A

Realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per gli

istituti scolastici provinciali del territorio e realizzazione di laboratori per la formazione e la

sperimentazione, linea di intervento VI.1.3.A

Interventi per la riduzione dei consumi energetici negli Istituti del territorio, realizzazione di

laboratori aperti di bioedilizia e di mini impianti di compostaggio, linea di intervento

VI.1.3.A

VIGGIANO

Lavori adeguamento ambulatorio, linea di intervento VI.1.1.A

Centro diurno intergenerazionale - Lavori di costruzione di una struttura polifunzionale da

destinare ad attività sociali, educative, ricreative ed assistenziali, linea di intervento VI.1.1.B

Realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per gli

istituti scolastici provinciali del territorio e realizzazione di laboratori per la formazione e la

sperimentazione, linea di intervento VI.1.3.A

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Arch. Rosaria PILIERI

Interventi per la riduzione dei consumi energetici negli Istituti del territorio, realizzazione di

laboratori aperti di bioedilizia e di mini impianti di compostaggio, linea di intervento

VI.1.3.A

Dai bilanci comunali e dai Programmi delle Opere Pubbliche reperiti nel Comune di Viggiano si è

potuto effettuare un catasto dei singoli progetti di Opere pubbliche in fase di approvazione e/o di

esecuzione, finanziati soprattutto con la precedente programmazione del POR 2000-06 e con le

Royalties comunali. Si tratta per lo più di interventi di manutenzione, adeguamento e

completamento dei servizi ed infrastrutture urbane.

Di seguito invece si riporta l’ elenco delle valutazioni di incidenza ai sensi del DPR 357/97 e DPR

120/2003, effettuate su Progetti e Piani che ricadono nelle Sic dell’ATO 12, che ci fornisce quindi il

quadro della progettualità relativo a tali aree. Si tratta per lo più di opere di rimboschimento delle

aree Sic. Per la Sic “Madonna di Viggiano” è prevista inoltre la sistemazione della strada di accesso

al Monte, l’ampliamento della sacrestia del Santuario e la costruzione del campanile.

MARSICONUOVO (SIC SERRA DI CALVELLO)

Progetto di silvicoltura produttiva da realizzare in località Capo Agri in agro del Comune di

Marsiconuovo, progetto presentato da privati, parere favorevole con prescrizioni

MARSICOVETERE (SIC MONTE VOLTURINO )

Progetto di realizzazione di opere di forestazione, presentato dalla Comunità Montana Alto

agri, parere favorevole con prescrizioni

Progetto relativo agli interventi di completamento del parco attrezzato per gli sport invernali

ed interventi urgenti di ripristino della viabilità di accesso alla stazione sciistica, presentato

dal Comune di Marsicovetere, parere favorevole con prescrizioni

VIGGIANO ( SIC MONTE VOLTURINO, MONTE MADONNA DI VIGGIANO)

Progetto di imboschimento di terreni agricoli, progetto presentato da privati, parere

favorevole con prescrizioni

Completamento dei lavori di sistemazione della strada di accesso al sacro Monte sede del

Santuario della Madonna, presentato dal Comune di Viggiano, parere favorevole con

prescrizioni

Progetto di imboschimento di terreni agricoli siti in località Masseria Reale in agro del

Comune di Viggiano, progetto presentato da privati, parere favorevole con prescrizioni

Progetto dei lavori di completamento del Santuario Vetta Sacro Monte con ampliamento

sacrestia e costruzione del campanile

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Arch. Rosaria PILIERI

1.9.8. ANALISI VALUTATIVA DELLA PROGRAMMAZIONE ATTUATA E ATTUABILE

NEL SITO

I canali di finanziamento utilizzati per l’implementazione degli interventi attuati nell’ATO con i

fondi FESr 2000-2006 relativamente ai comuni interessati sono:

Nel Comune di Abriola su 22 progetti finanziati 7 sono relativi all’asse I, 1 relativo all’asse

II, 2 relativi all’asse III, 11 relativi all’asse IV, 1 relativo all’asse VI.

Nel Comune di Calvello su 28 progetti finanziati 8 sono relativi all’asse I, 2 relativo all’asse

II, 2 relativi all’asse III, 13 relativi all’asse IV, 3 relativo all’asse VI

Nel Comune di Corleto Perticara su 17 progetti finanziati 4 sono relativi all’asse I, 1 relativo

all’asse II, 6 relativi all’asse IV, 6 relativo all’asse VI

Nel Comune di Laurenzana su 27 progetti finanziati 6 sono relativi all’asse I, 1 relativo

all’asse II, 3 relativi all’asse III, 16 relativi all’asse IV, 1 relativo all’asse VI

Nel Comune di Marsiconuovo su 24 progetti finanziati 9 sono relativi all’asse I, 2 relativi

all’asse III, 12 relativi all’asse IV, 1 relativo all’asse VI

Nel Comune di Marsicovetere su 82 progetti finanziati 13 sono relativi all’asse I, 7 relativo

all’asse II, 5 relativi all’asse III, 51 relativi all’asse IV, 5 relativo all’asse VI

Nel Comune di Viggiano su 22 progetti finanziati 5 sono relativi all’asse I, 1 relativo

all’asse II, 1 relativi all’asse III, 11 relativi all’asse IV, 3 relativo all’asse VI

I canali di finanziamento fino ora utilizzati per l’implementazione degli interventi attuati nell’ATO

con i fondi FESr 2007-2013 relativamente ai comuni interessati sono:

Nel Comune di Abriola su 3 progetti finanziati 1 è relativi all’asse IV, 1 è relativo all’asse

VI, 1 è relativo all’asse VII

Nel Comune di Calvello su 5 progetti finanziati 1 è relativi all’asse IV, 3 sono relativi

all’asse VI, 1 è relativo all’asse VII

Nel Comune di Corleto Perticara su 7 progetti finanziati 7 sono relativi all’asse VI

Nel Comune di Laurenzana su 10 progetti finanziati 1 è relativo all’asse IV, 9 sono relativi

all’asse VI

Nel Comune di Marsiconuovo su 12 progetti finanziati 2 sono relativi all’asse IV, 10 sono

relativo all’asse VI

Nel Comune di Marsicovetere su 5 progetti finanziati 1 è relativo all’asse IV, 4 sono relativi

all’asse VI

Nel Comune di Viggiano su 4 progetti finanziati 4 sono relativi all’asse VI

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Arch. Rosaria PILIERI

Da questo quadro si evince come il paese che abbia ottenuto più finanziamenti, a fronte di progetti

presentati è Marsicovetere, la qual cosa non stupisce essendo il paese più forte a livello economico

del comprensorio. Inoltre è evidente che la maggior parte dei finanziamenti sono relativi agli assi IV

e VI del Programma Operativo:

1. Asse IV (Valorizzazione dei Beni Culturali e Naturali) , l’Obiettivo Generale dell’Asse:

Accrescere e rendere competitivo lo sviluppo turistico sostenibile, valorizzando le risorse

culturali e naturali e della biodiversità presenti sul territorio regionale.

I PIOT (Pacchetti Integrati di Offerta Turistica), approvati con DGR 1094/2010, sono i

progetti strategici della nuova politica turistica della Regione Basilicata. I PIOT sono

finanziati nell’ambito dell’Asse IV. In particolare si tratta di progetti che mettono insieme

gli attori pubblici e i diversi soggetti del mondo imprenditoriale per condividere le linee di

sviluppo e di messa in rete delle diverse risorse culturali, naturali e paesaggistiche di uno

stesso territorio. I PIOT, in altri termini, si delineano come uno strumento mediante il quale

valorizzare i beni culturali e naturali della Basilicata per strutturare una migliore e più

competitiva offerta turistica sui mercati nazionali ed esteri.

In tale linea di intervento ricade il PIOT Val D’Agri, nell’ambito di tale PIOT, si inserisce il

progetto già implementato dai comuni interessati del potenziamento della sentieristica e

cartellonistica di Parco dell’ Appenino Lucano. (vedi quadro della progettualità fondi

FESR/2007-12, Comuni di Marsiconuovo, Marsicovetere e Laurenzana).

2. Asse VI (Inclusione sociale), in tale asse rientra il POIS Val D’Agri il cui L’obiettivo

generale è di migliorare la qualità della vita dei cittadini in termini di accessibilità ai servizi

e di adeguatezza delle risposte ai bisogni sociali, assistenziali e sanitari del territorio. Il

POIS si articola intorno ai principi di organicità, intesa come realizzazione di un sistema

integrato di servizi; di prossimità, intesa come vicinanza, in termini spaziali e temporali, e

accessibilità ai servizi; di inclusione, intesa come riduzione delle condizioni che

determinano l’emarginazione di fasce della popolazione; di sostenibilità, intesa come

allocazione e gestione ottimale delle risorse economiche, ambientali e culturali.

I POIS (Piani di Offerta Integrata di Servizi) sono strumenti integrati di investimento a scala

comprensoriale. I POIS ripartiscono il territorio regionale in sette aree territoriali (due in

provincia di Matera e cinque in quella di Potenza), alle quali è assegnata una dotazione

finanziaria resa disponibile nell’ambito dell’Asse VI (Inclusione sociale) del Programma

Operativo FESR Basilicata 2007/2013.

La metodologia di ripartizione delle risorse finanziarie tra i differenti ambiti socio-

territoriali, si fonda sull’uso di indicatori sintetici calcolati per ciascun ambito,

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Arch. Rosaria PILIERI

compatibilmente con la disponibilità di dati a livello comunale, a partire da specifici

indicatori di base che tengono conto , ad esempio, dell’ indice di vecchiaia dei singoli

comuni o della dotazione di servizi. L’incidenza dell’indicatore sintetico di ciascun ambito

rispetto al totale determina la quota di riparto.

Le risorse suddivise per singolo ambito territoriale sono di seguito riportate, dove l’ ambito

Val d’Agri prevede una dotazione di € 11.281.905.

Si sottolinea per tale asse gli interventi già previsti in alcuni comuni dell’ ATO della realizzazione

di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per gli edifici scolastici dei

relativi comuni (vd. quadro della progettualità)

I comuni di Abriola e Calvello hanno presentato progetti finanziati dall’asse VII

3. Asse VII del Programma Operativo FESR Basilicata 2007/2013Obiettivo Generale

dell’Asse: Valorizzare le risorse energetiche e migliorare gli standard dei servizi ambientali

per promuovere lo sviluppo sostenibile e tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini e delle

imprese; Obiettivo specifico : Migliorare l’equilibrio del bilancio energetico regionale

attraverso il risparmio e l’efficienza in campo energetico, il ricorso alle fonti rinnovabili e

l’attivazione delle filiere produttive.

Investimenti previsti dal PO Val d’Agri:

Il Programma operativo Val d’Agri (POV) è un istituto, costituito nel 2003 allo scopo di incentivare

lo sviluppo e migliorare la qualità della vita, con la funzione di redistribuire i proventi derivanti

dalle royalties petrolifere nell’area della Val d’Agri. Rientrano in tale obiettivo trenta comuni.

In Basilicata ogni mese vengono estratti mediamente 323.835.222 Kg di petrolio, mentre

annualmente si arriva a 3.440.749.239 kg. A questa attività corrispondono le royalties che le

compagnie petrolifere lasciano al territorio come compensazione ambientale.

Gettito royalties Anno 2011 Regione Basilicata : € 65.644.377,15

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Arch. Rosaria PILIERI

Gettito royalties Anno 2011 per Comuni : Viggiano ( € 8.248.275,43); Marsico Nuovo (€

980.550,43); Calvello (€ 654.040,01).

I grafici che seguono si riferiscono ad alcuni aspetti del Pov. In particolare riguardano i

finanziamenti che sono stati stanziati per dare attuazione alle tematiche A.1 (riqualificazione dei

centri urbani), A.2 (Architettura paesaggistica e ambientale), C.1 (Potenziamento infrastrutture

sportive) e C.5 (Servizio socio sanitari-assistenziali).

Nello specifico i comuni hanno ricevuto, in base al Documento programmatico comunale, delle

somme da destinare a interventi volti a migliorare tutte le infrastrutture presenti sui territori.

Le risorse finanziarie, destinate dal Programma operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra

alle tematiche A.1(riqualificazione dei centri urbani), A.2 (architettura paesaggistica e ambientale),

C.1 (sport) e C.5 (servizi socio assistenziali e sanitari) che ammonta a 131 milioni di euro, sono

state assegnate alla gestione diretta dei trenta Comuni del comprensorio dopo che quest’ultimi

abbiano redatto un Documento programmatico. In tale atto si spiega come e dove si intende

intervenire e quali sono i tempi di programmazione e conclusione dei lavori. Gli interventi sulla

viabilità e i collegamenti (B.1) sono gestiti dalla Provincia o attraverso una gestione mista. Per

quanto riguarda invece il sostegno alle attività produttive, che ha una dotazione finanziaria di 134

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Arch. Rosaria PILIERI

milioni di euro, è di competenza diretta della Regione. Gli interventi previsti sono strutturati

attraverso una serie di bandi, diretti sia ad ammodernare le aree industriali esistenti, che a stimolare

la nascita di nuova imprenditoria.

1.9.9. INVENTARIO DELLE TIPOLOGIE DI FONDI POTENZIALMENTE

UTILIZZABILI PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI GESTIONE

1.9.9.1. Fondi comunitari strutturali

PROGRAMMA OPERATIVO FSE 2007-2013

Asse G - Capacità Istituzionale

o) migliorare le politiche, la programmazione, il monitoraggio e la valutazione a livello

nazionale, regionale e locale, per aumentare la governance del territorio

– supporto consulenziale e tecnico per facilitare la messa a punto di interventi di sviluppo,

favorire il dialogo tra settore pubblico e privato, individuare forme di pianificazione,

valutazione e miglioramento della qualità degli interventi adeguati ai diversi settori di

intervento, favorire gli scambi e l’individuazione di buone pratiche con altre regioni italiane

p) rafforzare la capacità istituzionale e dei sistemi nell’implementazione delle politiche e dei

programmi

– favorire le condizioni di contesto necessarie al successo delle diverse strategie, a promuovere la

partecipazione alle decisioni dei cittadini e dei portatori di interessi, a migliorare il partenariato

economico e sociale e istituzionale, a sviluppare istituzioni ed agenzie capaci di supportare i

decisori pubblici, a definire modelli di governance adeguati alle nuove politiche (relazioni,

regole e comportamenti tra i diversi attori)

Attività

a) studi, statistiche e consulenze di esperti, sostegno al coordinamento interdipartimentale e

dialogo fra gli organi pubblici e privati responsabili (categoria 81);

b) formazione continua dei dirigenti e del personale e un sostegno specifico ai servizi

fondamentali, agli ispettorati e ai soggetti socioeconomici, comprese le parti sociali e i partner

ambientali, le organizzazioni non governative interessate e le organizzazioni professionali

rappresentative ( categoria 81);

PROGRAMMA OPERATIVO FERS 2007-2013

Asse IV - Valorizzazione dei beni culturali e naturali

L’Asse IV persegue l’obiettivo generale di accrescere, in una prospettiva di sviluppo turistico

sostenibile, l’attrattività della Basilicata trasformando in vantaggio competitivo la variegata

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Arch. Rosaria PILIERI

ricchezza dell’insieme delle risorse culturali e naturali e della biodiversità presenti sul territorio

regionale.

Obiettivo specifico IV.1 Valorizzare l’insieme delle risorse culturali e naturali al fine di

strutturare pacchetti integrati di offerta turistica in grado di diversificare le destinazioni

turistiche regionali ed accrescere la loro competitività sui mercati nazionali ed esteri

L’ obiettivo specifico, pertanto, si articola nei seguenti obiettivi operativi:

Obiettivo operativo IV.1.1 Strutturazione di “pacchetti integrati di offerta turistica’ volti alla

valorizzazione delle risorse culturali e naturali attraverso la qualificazione del tessuto

imprenditoriale operante lungo tutta la filiera turistica

L’obiettivo operativo IV.1.1 si articola nelle seguenti linee di intervento:

sostegno alla formazione ed al consolidamento di ‘pacchetti integrati di offerta turistica’ attraverso

la realizzazione di interventi infrastrutturali mirati alla fruibilità e valorizzazione a fini turistici delle

risorse naturali e dei beni culturali da inserire in circuiti, reti, itinerari, ecc., a carattere tematico o

territoriale in modo così da diversificare le destinazioni turistiche regionali e contribuire alla

destagionalizzazione dei flussi di visita;

promozione e qualificazione delle imprese operanti all’interno della filiera turistica mediante la

concessione di aiuti agli operatori economici le cui attività siano organicamente inserite all’interno

dei ‘pacchetti integrati (circuiti, reti, itinerari, ecc.) di offerta turistica’.

Obiettivo operativo IV.1.2 Potenziamento e specializzazione delle azioni di promozione turistica

L’Obiettivo operativo IV.1.2 è finalizzato ad accrescere il grado di competitività dell’offerta

turistica regionale sui mercati nazionali ed esteri delle vacanze in base alle caratteristiche della

domanda attuale e potenziale di riferimento ed alle specificità delle differenti tipologie di prodotto

(pacchetti integrati di offerta turistica) turistico regionale, ricorrendo anche alle tecniche ed alle

tecnologie proprie della ‘società dell’informazione’.

L’obiettivo operativo si articola nelle seguenti linee di intervento:

azioni di comunicazione e marketing turistico attraverso l’organizzazione di campagne informative

e pubblicitarie, realizzazione di spot e materiale divulgativo, la partecipazione a mostre ed eventi di

rilevanza nazionale ed internazionale strettamente e direttamente collegate alla promozione dei

‘pacchetti integrati di offerta turistica’ di cui al successivo Obiettivo operativo IV.1.2;

realizzazione di “grandi eventi” in siti naturali e luoghi di cultura regionali oggetto di promozione

e valorizzazione nell’ambito del POR.

Obiettivo specifico IV.2 Promuovere la Rete Ecologica della Basilicata attraverso la tutela e la

conservazione del sistema delle aree protette e della biodiversità valorizzandone la dimensione

sociale ed economica

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Arch. Rosaria PILIERI

Obiettivo Operativo IV.2.1 Valorizzazione della Rete Ecologica della Basilicata a fini turistici

attraverso azioni di marketing territoriale.

L’obiettivo operativo si articola nelle seguenti linee di intervento:

accrescere la fruibilità delle risorse naturali della Rete Ecologica della Basilicata attraverso la

realizzazione di interventi volti ad incrementare l’accessibilità materiale ed immateriale nonché la

loro valorizzazione ai fini di un turismo;

promuovere la conoscenza e l’informazione sul patrimonio della biodiversità presente nella Rete

Ecologica della Basilicata attraverso azioni di marketing territoriale e di promozione di marchi

d’area.

Obiettivo Operativo IV.2.2 Promozione di attività volte ad elevare e conservare le qualità

ambientali coerentemente con i piani di gestione dei siti Natura 2000 e delle aree protette .

L’obiettivo operativo IV.2.2 si articola in due linee di intervento:

attivazione di iniziative di certificazione ambientale del territorio che coinvolgano le imprese e gli

enti territoriali;

realizzazione di progetti pilota eco-sostenibili innovativi nel campo della produzione energetica e

della conservazione della qualità ambientale. Altri provvedimenti intesi a preservare l’ambiente e a

prevenire i rischi.

Asse VII - Energia e Sviluppo sostenibile

L’Asse VII persegue l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso la valorizzazione

delle risorse energetiche ed il miglioramento degli standard dei servizi ambientali anche a tutela

della salute e della sicurezza dei cittadini e delle imprese.

Obiettivo specifico VII.4 Garantire omogenee condizioni di sicurezza dei cittadini e dei beni

sul territorio attraverso azioni di tutela e salvaguardia ed il rafforzamento del sistema della

conoscenza

Obiettivo operativo VII.4.1 Salvaguardia e tutela del territorio attraverso interventi puntuali e

diffusi finalizzati al raggiungimento o ripristino delle condizioni di sicurezza del territorio

Saranno finanziate le seguenti linee di intervento:

sistemazione e ripristino della funzionalità dei reticoli idraulici e dei relativi ambiti fluviali;

protezione e consolidamento dei centri abitati, dei versanti, salvaguardia ambientale, ripristino

delle condizioni di stabilità dei terreni, rinaturalizzazione dei siti degradati, lotta all’erosione

delle coste e degli argini, ecc;

messa in sicurezza, in particolar modo rispetto al rischio sismico, delle strutture ed infrastrutture

pubbliche.

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Arch. Rosaria PILIERI

Obiettivo operativo VII.4.2 Potenziamento del sistema di scambio dei dati ed informazione per

consolidare il sistema di previsione, prevenzione e gestione dei rischi naturali ed antropici

attraverso il ricorso alle moderne tecnologie dell’I.T.C.

L’obiettivo operativo si compone delle seguenti linee di intervento:

potenziamento dei sistemi di scambio informazioni e di acquisizione, anche in tempo reale, di

dati idonei all’applicazione di modelli di valutazione del rischio sia in tempo reale (tipico della

protezione civile) sia in tempo differito (azioni di pianificazione e prevenzione) con una

condivisione delle risorse infrastrutturali e logistiche in concorso con le azioni di sviluppo e

ricerca e di ICT.

PROGRAMMA OPERATIVO FEARS 2007-2013

Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale

Sottosezione 1 “Misure intese a promuovere la conoscenza e sviluppare il potenziale umano

MISURA 122 “Migliore valorizzazione economica delle foreste ”

Obiettivi operativi

miglioramento della gestione delle superfici boscate con forme di governo che, in relazione alle

condizioni stazionali, consentano il raggiungimento della massima potenzialità produttiva,

favorendo anche il complesso delle funzioni cui il bosco adempie: protettiva,

conservazionistica, ricreativa;

miglioramento delle condizioni di utilizzazione dei boschi nell’ambito di una gestione

ecosostenibile;

accrescimento dell’utilizzazione delle biomasse forestali a fini energetici (legna da ardere e

sottoprodotti delle utilizzazioni boschive).

MISURA 125 “Infrastrutture connesse allo sviluppo e all’adeguamento dell’agricoltura e

della silvicoltura”

Obiettivi operativi

razionalizzare l’utilizzo della risorsa idrica, in un quadro di utilizzo sostenibile della risorsa da

parte delle aziende agricole e forestali, soprattutto in ambito consortile;

migliorare la rete viaria a servizio di un numero considerevole di aziende agricole e forestali

(rete non aziendale), al fine di ad accrescerne la fruibilità anche attraverso la messa in sicurezza;

favorire un accesso rapido e sicuro alle aree boscate;

potenziare le reti di distribuzione energetica a servizio delle imprese agricole e forestali,

favorendone l’accessibilità e la continuità delle erogazioni;

potenziare la connettività telematica a favore delle imprese agro-forestali localizzate nelle aree

interne, finalizzata a creare o migliorare il collegamento con una rete principale.

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Arch. Rosaria PILIERI

La Misura si struttura secondo più linee d’azione:

Linea d’Azione 1: investimenti di adeguamento della infrastrutturazione irrigua finalizzati alla

razionalizzazione dell’uso della risorsa idrica in ambito rurale a livello delle aziende agricole e

forestali.

Linea d’Azione 2: Investimenti di infrastrutturazione telematica finalizzati a collegare le

aziende alla rete telematica principale.

Linea d’Azione 3: Investimenti per migliorare l’infrastrutturazione elettrica a servizio delle

aziende.

Linea d’Azione 4: Adeguamento, ristrutturazione e messa in sicurezza della rete viaria rurale

pubblica a supporto di un considerevole numero di aziende agricole e forestali.

Sottosezione 3 – Misure intese a migliorare la qualità della produzione e dei prodotti agricoli

Asse 2 – Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale

Sottosezione 1 – Misure finalizzate a promuovere l’utilizzo sostenibile dei terreni agricoli

MISURA 214 “ Pagamenti agroambientali”

La misura prevede le Azioni di seguito elencate:

1. Sostegno dell’agricoltura integrata

2. Introduzione o mantenimento dell’agricoltura biologica

3. Conservazione di risorse genetiche per la salvaguardia della biodiversità

4. Conservazione di risorse paesaggistiche ed ambientali

5. Agro-biodiversità: progetti territoriali integrati.

AZIONE 1 – SOSTEGNO DELL’AGRICOLTURA INTEGRATA

Obiettivi operativi

Riduzione degli input chimici;

Riduzione dei rischio di dissesto idrogeologico e di erosione, in particolare nelle aree sensibili.

AZIONE 3 - CONSERVAZIONE DI RISORSE GENETICHE PER LA SALVAGUARDIA

DELLA BIODIVERSITÀ

Obiettivi operativi

Mantenere o aumentare la consistenza delle varietà delle specie vegetali indicate in apposita

tabella.

La strategia operativa per la preservazione delle specie vegetali agronomiche a rischio di erosione

genetica prevede oltre al sostegno per interventi di conservazione “in situ” delle specie e varietà

anche un sostegno per interventi di mantenimento ex-situ da realizzarsi a cura di soggetti gestori del

territorio aderenti a specifici programmi di conservazione. La condizione di specie vegetale

agronomica a rischio di erosione genetica è certificata dall’Università degli Studi della Basilicata.

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Arch. Rosaria PILIERI

Inoltre l’azione sostiene l’obiettivo specifico di “Conservazione della biodiversità e tutela e

diffusione di sistemi agroforestali ad alto valore naturalistico” e contribuisce in modo

complementare ed integrato rispetto alle altre azioni, a salvaguardare e valorizzare la biodiversità

tutelando il patrimonio (genetico) di varietà autoctone come condizione per valorizzare la

vocazionalità del territorio e la qualità degli ambienti naturali e degli agroecosistemi

MISURA 216 “Sostegno agli investimenti non produttivi terreni agricoli”

Obiettivi operativi

Migliorare la fruizione pubblica delle aree protette regionali e delle zone inserite nella Rete

Natura 2000.

Realizzare investimenti non produttivi finalizzati al ripristino degli elementi naturali e

seminaturali caratteristici del paesaggio agrario in relazione agli impegni agroambientali di cui

all’azione 4 della Misura 214.

Salvaguardare e valorizzare la biodiversità di specie e habitat dei territori agricoli

Conservare e mantenere la funzionalità del sistema idrico costituito da elementi naturali e

seminaturali, per consentire lo scambio delle acque interne con quelle esterne e garantire la

continua movimentazione e circolazione delle stesse sull’intera superficie delle zone umide;

1.a. Ripristino di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario

2.a. Ripristino di muretti a secco e terrazzature in zone collinari e montane

2.b. Costituzione e riqualificazione di zone umide

3.a. Investimenti aziendali non produttivi in aree Natura 2000

Sottosezione 2 – Misure finalizzate a promuovere l’utilizzazione sostenibile delle superfici

forestali

MISURA 223 “Primo imboschimento di superfici non agricole”

Obiettivi operativi

Accrescere la massa forestale, con formazioni forestali permanenti utili ad attenuare il

cambiamento climatico e l’effetto serra in coerenza con gli obblighi derivanti dall’applicazione

del protocollo di Kyoto.

Promuovere un paesaggio a maggior valenza naturalistica, ambientale e protettiva attraverso il

recupero di terreni (marginali rispetto alle utilizzazioni agricole) alla destinazione forestale in

un’ottica di sostenibilità e di valorizzazione delle risorse naturali anche per finalità ricreative e

per il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni rurali interessate.

Mitigare i fenomeni di erosione e di dissesto idrogeologico.

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Arch. Rosaria PILIERI

Contribuire, mediante l’incremento delle superfici forestali regionali, allo sviluppo della filiera

forestale regionale, anche attraverso l’utilizzo di sottoprodotti derivanti dalle cure colturali e dai

tagli di utilizzazione forestale a fini energetici.

MISURA 226 “Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi”

Obiettivi operativi

Ricostituzione del potenziale forestale danneggiato da incendi e da disastri naturali (terremoti,

frane, inondazioni, valanghe, eruzioni vulcaniche);

realizzazione di azioni integrate per la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi;

prevenzione e controllo delle altre cause di distruzione dei boschi.

La misura si articola nelle tipologie di azione di seguito descritte.

Azione A) - Ricostituzione di boschi danneggiati da disastri naturali ((terremoti, frane,

inondazioni, valanghe, eruzioni vulcaniche) e dagli incendi

Azione B) - Interventi finalizzati alla prevenzione (solo nelle zone a medio-alto rischio di

incendio)

MISURA 227 “Sostegno agli investimenti non produttivi terreni forestali”

Obiettivi operativi

realizzazione di investimenti per il conseguimento degli obiettivi ambientali riferiti a:

miglioramento strutturale e funzionale dei soprassuoli forestali esistenti,

conservazione e miglioramento della biodiversità;

potenziamento della stabilità ecologica dei popolamenti forestali con funzioni prevalentemente

protettive;

protezione del suolo dall’erosione,

miglioramento della funzione di assorbimento della CO2 per il contrasto dei cambiamenti

climatici.

realizzazione di investimenti selvicolturali volti alla valorizzazione e al mantenimento della

fruizione pubblica delle aree forestali.

Azione 1 – Realizzazione di investimenti con finalità ambientali:

Azione 2 – Realizzazione di investimenti selvicolturali volti a migliorare la fruizione pubblica

delle aree forestali

Asse 3 – Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale

Sottosezione 1 – Misure intese a diversificare l’economia rurale

MISURA 313 “Incentivazione di attività turistiche”

Obiettivi operativi

Gli obiettivi specifici perseguiti dalla presente misura sono:

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Arch. Rosaria PILIERI

Sostenere uno sviluppo sostenibile dei territori rurali attraverso la valorizzazione delle risorse

naturali, architettoniche, storico e artistico - culturali;

Realizzare strutture ed infrastrutture ricreative di piccola ricettività e centri di informazione;

Promuovere e favorire la commercializzazione di tali risorse in chiave turistica.

L’intervento potrà essere attuato anche con “approccio Leader”: i Gruppi di Azione Locale (GAL)

selezionati per l’attuazione dell’Asse 4 potranno inserire la presente misura nei PSL se coerente e

funzionale alle proprie strategie locali.

Sottosezione 2 – Misure finalizzate al miglioramento delle condizioni economiche, sociali ed

ambientali delle aree rurali

MISURA 323” Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale”

Obiettivi operativi

Gli obiettivi perseguiti dalla misura possono essere schematizzati come di seguito:

recupero e valorizzazione di manufatti di particolare pregio facenti parte del patrimonio

culturale delle aree rurali e censiti tra i beni vincolati, quali frantoi, dimore, abbeveratoi,

fontane, luoghi legati alle tradizioni religiose locali, cantine, pagliare, giardini e di ambienti

seminaturali di particolare pregio ambientale, quali cave e grotte, destinate a fruizione pubblica;

tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio paesaggistico e delle tradizioni in funzione del

rafforzamento dell’identità culturale e della conservazione delle tradizioni delle comunità.

L’intervento potrà essere attuato anche con “approccio Leader”: i Gruppi di Azione Locale (GAL)

selezionati per l’attuazione dell’Asse 4 potranno inserire la presente misura nei PSL se coerente e

funzionale alle proprie strategie locali.

Il sostegno è concesso per le seguenti tipologie di azione:

a) Realizzazione di studi e analisi di fattibilità, censimenti e catalogazione dei beni storico-

architettonici facenti parte del patrimonio culturale delle aree rurali e censiti tra i beni vincolati

Sono ammissibili esclusivamente le attività propedeutiche agli investimenti di riqualificazione.

Le risorse destinate a questa linea di intervento devono essere contenute nel limite del 20% della

dotazione della misura.

b) Investimenti finalizzati al ripristino, riqualificazione e valorizzazione di manufatti con

caratteristiche di pregio storico, artistico, antropologico e paesistico, legati alle tradizioni popolari

delle aree rurali.

c) Investimenti finalizzati alla fruizione culturale in immobili pubblici o di uso pubblico quali:

istituzioni documentarie, musei, teatri, spazi e centri espositivi della cultura rurale (unicamente nei

centri rurali).

Sottosezione 3 - Formazione, acquisizione di competenze e animazione

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Arch. Rosaria PILIERI

MISURA 331 “Formazione ed informazione”

Obiettivi operativi

Gli obiettivi specifici della misura sono i seguenti:

Formare nuove figure professionali collegate alla creazione di opportunità occupazionali nelle

aree rurali.

Rafforzare le competenze dei soggetti economici e sociali operanti nelle aree rurali.

Migliorare le conoscenze sulla corretta gestione dei siti Natura 2000 e del patrimonio regionale

di biodiversità.

L’intervento potrà essere attuato anche con “approccio Leader”: i Gruppi di Azione Locale (GAL)

selezionati per l’attuazione dell’Asse 4 potranno inserire la presente misura nei PSL se coerente e

funzionale alle proprie strategie locali.

Asse 4 – Approccio Leader

L’Asse si articola in 3 misure:

Misure 4.1 “Implementazione delle strategie di sviluppo locale”;

Misura 4.2 “Cooperazione”;

Misura 4.3 “Gestione dei Gruppi di Azione Locali e dei Piani di Sviluppo Locale”.

Sottomisura 4.1.2 – Azioni a sostegno dell’ambiente, dello spazio rurale e della gestione del

territorio.

Contenuto della sottomisura

La sottomisura prevede la realizzazione di operazioni immateriali di valenza esclusivamente

territoriale, utili a meglio perseguire l’obiettivo specifico di cui al precedente punto, nonché la

realizzazione di operazioni di carattere materiale che prevedono investimenti fisici finalizzati a

creare condizioni favorevoli ad un generale miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale del

territorio.

Obiettivi specifici perseguiti

Oltre agli obiettivi generali del Reg (CE) 1698/2005, ed a quelli già indicati nel capitolo 3.2, la

sottomisura 4.1.2 concorre al miglioramento ed alla valorizzazione del contesto ambientale, con

particolare riferimento agli spazi rurali, nonché alla gestione integrata e condivisa del territorio, con

conseguente miglioramento dei sistemi di governance locali.

MISURA 4.2 Cooperazione interterritoriale e transnazionale

Obiettivi specifici perseguiti

La Misura “Cooperazione” concorre al rafforzamento di tutti gli obiettivi di cui alla Misura 4.1

attraverso l’attuazione di specifici progetti di interesse interregionale o transnaziozale, realizzati in

partenariato con altri GAL, della stessa Regione Basilicata e di altre Regioni, ma anche di altri Stati

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Arch. Rosaria PILIERI

Membri, ovvero con altri partenariati aventi le caratteristiche richieste. In particolare, la

cooperazione rappresenta lo strumento per allargare le posizioni locali al fine di migliorare le

strategie locali.

Contenuto della misura

La misura è diretta all’attuazione di progetti di cooperazione interterritoriale e transnazionale

attraverso l’elaborazione di un’azione congiunta, perfettamente coerente con la strategia elaborata

dai Gruppi di Azione Locale all’interno dei propri PSL.

MISURA 4.3 Gestione dei Gruppi di Azione Locale, acquisizione di competenze e animazione

sul territorio

E’ la misura finalizzata ad assicurare l’organizzazione e la gestione dei GAL, suddivisa nelle

sottomisure:

4.3.1 - Funzionamento del GAL

4.3.2 - Acquisizione di competenze

4.3.3 – Animazione

Finalità della Misura

La misura è finalizzata a garantire il funzionamento dei Gruppi di Azione Locale ed una corretta

gestione dei Programmi di Sviluppo Locali, nonché a dotare i territori di strutture idonee a

progettare, animare ed attuare strategie di sviluppo locale. Inoltre, ha come ulteriori obiettivi la

creazione di agenzie di sviluppo territoriali, il miglioramento dei sistemi di governance locali,

l’aumento del “capitale sociale territoriale”, il miglioramento della qualità progettuale dei territori.

1.9.9.2. Fondo per le Aree Sottoutilizzate

Ad integrazione del quadro di programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2007-2013,

vanno ad aggiungersi anche gli strumenti di programmazione delle risorse del FAS (Fondo per le

Aree Sottoutilizzate).

Interventi di interesse per la attuazione dei Piani di gestione delle aree protette potrebbero essere

riferiti ai principali Programmi Strategici di interesse Nazionale a valere sempre sul FAS nei

seguenti settori:

– Ambiente

– Programma straordinario nazionale per il recupero economico-produttivo di siti industriali

inquinati

– Risorse naturali, culturali per lo sviluppo

– Governance

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Arch. Rosaria PILIERI

Infine, elementi di interesse dei PdG potrebbero ritrovarsi nell’ambito delle strategie di intervento

contenute nei due Programmi Attuativi Interregionali, il PAIN Attrattori culturali, naturali e turismo

ed il PAIN Energie rinnovabili e risparmio energetico, e soprattutto nelle risorse della

programmazione del FAS assegnati alla Regione con riferimento in particolare a quelli destinati ad

interventi nell’ambito delle Priorità del QSN relative a Energia e ambiente, Valorizzazione delle

risorse naturali e culturali per l'attrattività per lo sviluppo, Reti e collegamenti per la

mobilità, Governance e capacità istituzionali.

1.9.9.3. Programmazione Comunitaria in materia di Cooperazione

Rispetto ai programmi comunitari riferiti invece a politiche settoriali gli ambiti oggetto di interesse

dei PdG sono interessati in particolare al programma LIFE plus con riferimento alle tematiche del

migliorare la qualità dell’ambiente; tutelare, conservare, ripristinare e migliorare il funzionamento

dei sistemi naturali, degli habitat naturali e della flora e fauna selvatiche, allo scopo di arrestare la

desertificazione e la perdita di biodiversità; elaborare approcci strategici per quanto riguarda la

formulazione, l’attuazione e l’integrazione delle politiche, compreso il miglioramento della

governance ambientale e le azioni di sensibilizzazione.

ulteriori elementi da parte della CdR e dei consulenti

1.9.9.4. La nuova programmazione comunitaria di interesse del PdG

da scrivere a cura DAPIT, INEA, CdR

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Arch. Rosaria PILIERI

1.10. COERENZA TRA QUADRO PIANIFICATORIO E

PROGRAMMATORIO E LE ESIGENZE DI TUTELA E CONSERVAZIONEIl quadro della politiche, dei piani e dei programmi sovraordinati costituiscono i riferimenti

rispetto a cui sono sottoposti a verifica di coerenza gli obiettivi indicati nei vari strumenti

urbanistici sottordinati. La valutazione viene fatta sia confrontando tra loro gli strumenti e sia

confrontando quest’ ultimi con gli obiettivi di tutela e di conservazione delle specie e habitat

1.10.1. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DEGLI STRUMENTI DI

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA

Paragrafo da completare una volta acquisita la strumentazione urbanistica mancante

Tale analisi rileva in che grado i vari strumenti urbanistici comunali hanno tenuto conto di tutti gli

strumenti di pianificazione sovraordinati.

Si è detto che Il Piano Paesistico “Sellata- Volturino”, rappresenta lo strumento sovraordinato da

cui i PRG dei singoli comuni recepiscono le prescrizioni, soprattutto sulle aree extra-urbane. I

diversi tempi di approvazione di tale piano di area vasta rispetto allo strumento comunale possono

creare casi di destinazioni d’uso incompatibili con il territorio ed incoerenze delle prescrizioni di

piano regolatore.

In riferimento allo strumento urbanistico vigente del Comune di Viggiano (PRG), ad esempio, è

prevista nell’ambito extraurbano un’ampia zona a destinazione turistico-residenziale denominata

“G1”, valutata dal Piano Paesistico come area di carattere percettivo elevato che necessità di

verifica di ammissibilità per l’uso insediativo. Lo stato di attuazione del PRG rileva che in tale zona

sono stati realizzati interventi puntuali (strutture ricettive, impianti sciistici, agriturismi). La

zonizzazione urbanistica risulta comunque essere sovradimensionata, interessando la stessa anche le

pendici del Monte Madonna di Viggiano, poco adatte alla trasformabilità auspicata dallo strumento

comunale.

Lo strumento di pianificazione strutturale comunale o intercomunale ex LR 23/99, dovrà dare

specifiche indicazioni sull’uso del suolo e sui regimi di intervento relativamente a tale zona,

trattandosi fra l’altro di un’area “sensibile”, a ridosso dell’ Area Sic “Monte Madonna di Viggiano”.

In generale, gli interventi di adeguamento ed ampliamento degli impianti e delle infrastrutture

turistico-sciistiche, strategici per lo sviluppo turistico della comunità, sono azioni di trasformazione

fisica da vagliare e verificare rispetto agli obiettivi e le regole di tutela ambientale.

1.10.2 ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DEGLI STRUMENTI DI

PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE

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Arch. Rosaria PILIERI

Il Pit Val D’Agri parte dal concetto che l’unità e la concentrazione producono forza contrattuale, da

tale presupposto il PIT auspica che l’area della Val d’Agri possa formare un corpus di quasi 50.000

abitanti una “città ideale” per la quale ha senso realizzare servizi di natura urbana e asserisce che

bisogna costruire la dignità comune di un’entità locale, un’insieme, un’unità, una comunità legata al

suo territorio. Lo slogan è “la città territorio”, un progetto “percettivo” capace di innescare una

prospettiva di sviluppo locale attraverso un percorso evolutivo di comportamenti e impegni

reciproci che abbiano come nucleo di riferimento generale le risorse del territorio. Un progetto che

faccia da sfondo culturale comune a tutti gli strumenti di programmazione negoziata in atto sul

territorio (PIT – Accordo di programma per lo sviluppo economico produttivo del comprensorio

della Val D’Agri – Leader + )

L’Idea Forza, nella sua definizione di progetto “percettivo” e di successiva proiezione applicativa,

appare coerente con la programmazione regionale e con gli altri strumenti territoriali ed assume

anche la responsabilità di essere sfondo culturale comune a tutti gli strumenti di programmazione

negoziata in atto sul territorio, ed in particolare con il Programma Operativo “Val d’Agri –

Melandro – Sauro Camastra” che infatti nella sua versione definitiva declina “ … assunzione di

una nuova visione dello sviluppo locale basata sul potenziamento e sulla messa in rete delle

opportunità locali e dei servizi di rango urbano nella logica della città – comprensorio ….. “.

La sinergia tra l’idea forza del PIT ed il programma Operativo consente di dare credibilità e

sostenibilità finanziaria all’obiettivo generale enunciato nella costruzione della “città territorio”,

non già attraverso improponibili nuove edificazioni, ma bensì con la ricerca di una piena

integrazione della matrice degli insediamenti storici con quella produttiva, agricola e con il turismo

ambientale e culturale.

Nell’ambito del PIT val d’Agri i luoghi o gli elementi portanti e concentrati della città

comprensorio che vengono assunti come obiettivi specifici in quanto riconosciuti e condivisi come

tali sono:

1. Il lago, il fiume;

2. La montagna;

3. Le aree e le attività produttive;

4. I centri storici.

Gli obiettivi specifici sono perseguiti attraverso azioni elementari “linee di intervento” ciascuna

delle quali è in pratica riconducibile ad una misura del POR:

a) il miglioramento del contesto di vivibilità ambientale

b) la realizzazione di infrastrutture essenziali

c) l’elevazione della qualità della vita

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Arch. Rosaria PILIERI

d) il sostegno alle attività produttive

Il Piot Val D’Agri ha come obiettivo primario quello di organizzare ed implementare l’offerta delle

seguenti tipologie di turismo:

1. Turismo naturalistico

2. Turismo invernale

3. Turismo sportivo

4. Turismo eno-gastronomico

5. Turismo del wellness

6. Turismo culturale

Lo scopo è quello, attraverso la realizzazione di interventi infrastrutturali ed il sostegno alle attività

funzionali, di diversificare l’offerta turistica con la conseguente attrazione verso nuovi e diversi

segmenti, inoltre potenziare e qualificare i movimenti turistici nell’area estendendo il periodo di

fruizione lungo tutte e quattro le stagioni del calendario.

La proposta progettuale è in linea con l’obiettivo del Piano Turistico Regionale di “fare della

Basilicata un luogo di scoperta della Natura e delle pratiche sportive in ambiente protetto”. Detti

tematismi ben si sposano tanto con i principi del turismo sostenibile (sia dal punto di vista

ambientale che sociale ed economico) quanto con quelli dell’accessibilità e del turismo

responsabile.

Il GAL Akiris nell’attuazione del programma Leader+ propone di supportare, con investimenti

immateriali e materiali, il rafforzarsi del potenziale socio-economico rurale nell’ambito di un nuovo

modello di sviluppo locale, basando il proprio progetto sulle seguenti priorità d’intervento:

elevamento degli standards di qualità

affermarsi di modelli pilota dimostrativi di uno sviluppo originale e proprio

rafforzamento delle reti e dei partneriati locali e conseguente aumento dell’incidenza e della

competitività sui mercati

La quantificazione degli obiettivi pertanto vuole rispondere al principio della creazione di un

numero significativo di interventi, in grado di produrre risultati economici sufficientemente diffusi

sul territorio, capaci di innescare dinamiche di replicabilità e trasferibilità.

Di conseguenza, gli obiettivi operativi a carattere maggiormente strategico, sono rappresentati da:

Valorizzare adeguatamente il sito naturalistico Parco della Val d’Agri per creare un sistema di

fruizione diffuso sul territorio e capace di comprenderne gli aspetti principali.

Creazione di attività nei settori della tipicità capaci di proporre un ventaglio di produzioni

sufficientemente variegato.

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Arch. Rosaria PILIERI

Realizzazione di un adeguato numero di posti letto in turismo rurale, in grado di attivare nuove

dinamiche di turismo nelle aree interne.

Creazione di un numero adeguato di attività di servizi e di creazione di reti a carattere collettivo, a

supporto della fruizione del sistema dei beni, della qualità delle produzioni e del mercato nel suo

complesso.

Il progetto persegue lo sviluppo di una strategia integrata di promozione turistica e di

commercializzazione di prodotti del territorio, la cooperazione consentirà di unificare le

metodologie di lavoro ed i comportamenti locali facilitando la promozione turistica della via di

peregrinazione e dei servizi e dei prodotti che li caratterizzano.

A tal proposito, il GAL Akiris nell’attuazione del programma Leader+ ha intrapreso partenariati col

P.I.T. Val d’Agri, e con l’A.L.S.I.A. ponendo come momento di riflessione la necessità di

sviluppare dei nuovi modelli di cooperazione e co-sviluppo tra le economie locali, partendo dalla

necessità di coinvolgere tutti gli attori in un dialogo che parla dal basso e con obiettivi di lungo

termine. Si tratta quindi di partnerships che vedono la collaborazione di soggetti pubblici, nel

comune intento di attuare interventi integrati per lo sviluppo del territorio.

1.10.3. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DI ALTRI PIANI E REGOLAMENTI

VIGENTI CHE INCIDONO SUL TERRITORIO E SULLA CONSERVAZIONE DI SPECIE

E HABITAT

Competenza INEA

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Arch. Rosaria PILIERI

1.11. DESCRIZIONE ARCHITETTONICA, ARCHEOLOGICA E

CULTURALE1.11.1. GLI ELEMENTI IDENTITARI DEL PAESAGGIO DELL’AREA VASTA

Le aree SIC/ZPS oggetto del presente Piano di Gestione rientrano nella più vasta area protetta del

Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese, interamente compresa nel

territorio lucano.

Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese costituisce la cerniera

naturalistica di connessione tra il Parco del Cilento e quello del Pollino; l’area di Parco abbraccia un

frastagliato territorio caratterizzato da natura incontaminata fra possenti montagne, boschi

lussureggianti, fertili e dolci valli solcate da fiumi e punteggiate da laghi che creano atmosfere

davvero molto suggestive. Moltissimi i sentieri lungo i quali ci si può cimentare in del sano buon

trekking secondo disparati livelli di difficoltà, a portata quindi veramente di tutti.

Molto interessanti sono gli itinerari alla scoperta dei segni che rimandano al periodo preistorico. Un

autentico eden per gli sport all'aria aperta ma anche per visitare borghi arroccati come presepi,

ricchissime aree archeologiche, e assaporare gustose ricette della ricca e genuina gastronomia

locale. Gli antichi borghi presenti all’interno del Parco vantano tra le loro mura moltissime chiese

barocche e poderosi castelli medievali (Moliterno, Brienza). Qui la storia è ricca di testimonianze

come l’antica città romana del III secolo a.C.: Grumentum che con il suo anfiteatro, il teatro e i

templi rappresenta una delle aree archeologiche interne più antiche e ben conservate in area

mediterranea.

La cultura,custodita e tramandata dalla popolazione,che da millenni vive, frequenta ed interagisce

con questi luoghi, costituisce il prezioso legante fra tutti questi ingredienti, sollecitando il visitatore

ad accostarsi con maggiore attenzione ed interesse ad una terra che ha saputo mantenere nell’intimo

il patrimonio delle civiltà avvicendatesi.

Il Sacro è la dimensione nella quale il sapere di queste civiltà ed il loro quotidiano confronto con il

mondo sono stati riuniti e stratificati. I punti fondamentali sono costituiti da santuari rurali dedicati

in prevalenza alla Vergine. Intorno, disposti a volte quasi in cerchi concentrici, si distribuiscono in

varia misura i luoghi (sorgenti, rocce, rupi, fenditure, grotte) e gli oggetti (cumuli di pietre, alberi,

una diversa conformazione delle superfici) nei quali la devozione ha riconosciuto la prova materiale

e vuole celebrare uno o più momenti, raccontati e tramandati dalla leggenda relativa al santuario, o

dove il rituale (le soste o i giri da compiere intorno, prima di procedere oltre), sostenuto dalla

memoria di tradizioni lontane, suggerisce al pellegrino e al semplice viandante di soffermarsi. La

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Arch. Rosaria PILIERI

qualifica di “santuario” per questi luoghi, esterni agli abitati, è in qualche modo sancita da un

pellegrinaggio, regolato sulle stagioni primaverile ed estiva, e da un culto.

1.11.2. LE TRADIZIONI POPOLARI DELL’AREA VASTA QUALI PERCORSI

CULTURALI

Tra le diverse tradizioni popolari della zona, degno di particolare nota è la Festa della Madonna di

Viggiano: tale festa difatti comporta la presenza di centinaia di pellegrini nella SIC del Monte di

Viggiano provenienti da centinaia di paesi che da Maggio a Settembre raggiungono la Sacra Vetta

del Monte, (1725 m. s.l.m), per venerare la Madonna Nera.

La statua suddetta viene portata la prima domenica di maggio sul Sacro Monte di Viggiano dove,

secondo la storia tramandata di generazione in generazione, fu trovata probabilmente nel XII sec. da

un gruppo di pastori. La prima domenica di settembre la Madonna "riscende" portata in spalla da

volontari per tutta la strada fino in paese e viene depositata nella basilica.

Il pellegrinaggio al Monte, con la sua fatica ed insieme con la sua suggestione, costituisce senz'altro

la forma di culto più praticata e significativa. Il fascino della montagna conferisce all'esperienza

dell'ascesa al Monte un carattere oltre che religioso di naturale bellezza.

A partire dal Sacro Monte il culto alla Madonna di Viggiano si è diffuso anche in altri paesi vicini,

da Caggiano a Senise, da Pisticci a Savoia di Lucania, e non è raro imbattersi un po' dappertutto in

edicole votive a lei consacrate. Un fenomeno di culto relativamente recente, ma di grande efficacia

pastorale e impatto popolare, è invece la Peregrinatio Mariae, ovvero la visita dell'immagine della

Madonna (o, in alcuni casi, di una sua copia) ai vari centri della regione. La prima storica

Peregrinatio fu compiuta tra il 4 settembre e il 30 ottobre dell'anno 1949 e interessò oltre settanta

paesi sparsi tra le province di Potenza, Matera e Salerno.

1.11.3. DESCRIZIONE DEI VALORI ARCHEOLOGICI, ARCHITETTONICI E

CULTURALI

All’interno dell’ambito di riferimento vi sono sette centri urbani ognuno dei quali presenta caratteri

architettonici - tipologici interessanti in vario modo. I centri sono: Abriola, Calvello, Corleto

Perticara, Laurenzana, Marsiconuovo, Marsicovetere ed infine Viggiano.

ABRIOLA

Abriola sorge a 957 m s.l.m. nella parte centro-occidentale della provincia.Adagiato a circa 957 m

di altitudine su tre creste rocciose, Abriola è un caratteristico paese di montagna, la cui struttura

urbana a fuso, tipica degli insediamenti sviluppatisi in epoca medievale, rimane ancor oggi

perfettamente leggibile nonostante le compromissioni rappresentate dalle recenti espansioni urbane.

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Arch. Rosaria PILIERI

Il centro abitato appare incastonato in un paesaggio suggestivo, caratterizzato da costoni rocciosi

scoscesi, i cosiddetti Faraglioni, affioramenti di natura calcarea che connotano il versante sud-est

affacciato sulla vallata del torrente Fiumicello.

Abriola è posto al centro di un ampio distretto visivo a forte connotazione naturalistica che spazia a

360 gradi dalla cima del Monte Pierfaone (m 1444) con i suoi acclivi versanti ricoperti di fustaie di

cerri e faggi, alla Groppa di Anzi, alle cime delle Dolomiti Lucane, alle ultime propaggini del

Massiccio del Volturino, offrendo al visitatore che percorre le stradine del centro storico ampie

prospettive sul tipico paesaggio della media e alta collina appenninica.

Le origini e la storia di Abriola derivano da un probabile insediamento sannitico (VI-V sec. a.C.);

con le invasioni barbariche esso appartenne al regio demanio fino al IX secolo quando i Saraceni,

occupata Conza, nel 872 si spinsero fino ad Abriola e lì fondarono una munita oppida a presidio

della vallata della Fiumara di Anzi. Proprietario di Abriola divenne il saraceno Bomar, signore di

Pietrapertosa, che nel 907 la cedette al longobardo Sirifo.

È a quest’epoca che si fa risalire il toponimo Abriola, probabilmente derivato, secondo il Racioppi,

da Briola, luogo di caccia di un conte longobardo.

Nel corso dei secoli successivi il feudo appartenne a molti casati così come accadde a tanti piccoli

centri lucani; ma nel 1809 questo piccolo borgo divenne scenario di uno dei più efferati episodi di

brigantaggio che la storia ricordi: lo sterminio della intera famiglia del barone Federici, per opera di

una delle più temute bande di briganti dell’epoca, capitanata da Rocco Buonomo detto Scozzettino.

L’orografia dei luoghi e la presenza di folti boschi rendevano il territorio di Abriola, Calvello, Anzi

e generalmente della montagna interna lucana luogo ideale per le scorrerie di queste orde di briganti

che, sotto la spinta di presunte forze antinapoleoniche, si davano a saccheggi spesso sanguinosi,

come nel caso dell’assedio al castello di Abriola, conclusosi con l’eccidio della famiglia Federici e

con il pubblico scempio dei cadaveri.

Le emergenze architettoniche di Abriola consistono in alcune chiese localizzate nel centro storico:

Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore, Chiesa di San Gerardo Vescovo, Chiesa Santuario

Madonna di Monteforte, Chiesa della Madonna del Carmine (località Arioso)

CALVELLO

Le origini di Calvello risalgono a prima del 1170, al tempo in cui San Giovanni da Matera mandava

i suoi seguaci, raccolti nella Congregazione Benedettina Pulsano da lui fondata, per le nostre valli. I

monaci fondarono due grossi Cenobi: l’uno di San Pietro “A Cellaria- o Cellularia o Uccellaria”,

ora scomparso; l’altro di Santa Maria “De Plano” del XII sec, tuttora esistente, ma fortemente

rimaneggiato, del quale rimane la Chiesa che è tra le più belle della regione.

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Arch. Rosaria PILIERI

Il paese, le cui origini risalgono al XII sec, nasce come roccaforte longobarda e per questo, come

quasi tutti i paesi della Basilicata, Calvello fu feudo nobiliare per tantissimo tempo.

Nel centro storico ha sede il castello, antica dimora dei diversi feudatari che si succedettero nel

corso degli anni. Suggestivo è il ponte di Sant'Antuono del XII sec. con un particolare tipo di arco.

Di grande pregio è la chiesa di Santa Maria degli Angeli, con tracce di affreschi del 1400 ed alcuni

affreschi del 600.

Il patrimonio artistico e monumentale di Calvello è considerevole, oltre alle emergenze già citate si

possono menzionare: Cappella di S. Lucia, Chiesa di S. Antonio, Chiesa del Purgatorio, Chiesa di

S. Giuseppe, Chiesa di S. Nicola, Chiesa matrice di S. Giovanni Battista.

CORLETO PERTICARA

Centro montano, di origini medievali, che accanto alle tradizionali attività agricole ha affiancato

una modesta presenza dell'industria e del terziario. Il territorio, comprendente anche numerose case

sparse, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che

vanno dai 510 ai 1.300 metri sul livello del mare, e offre un panorama di indiscutibile fascino, con i

suoi rilievi coperti di vegetazione boschiva.

Le origini di Corleto Perticara vengono fatte risalire al XII secolo; il primo nucleo abitativo sorse

attorno a un massiccio fortino posto in posizione strategica, la cui edificazione è ascritta ai

Normanni, all'epoca della loro espansione nell'Italia meridionale. Di quella roccaforte perdurano

soltanto tre arcate, qualche porzione di muro perimetrale e una profonda cisterna sotterranea

interna. Sui suoi ruderi intorno al 1990 è stato edificato il Palazzo degli Uffici ove ha sede il nuovo.

La storia del paese, similmente a quella di molte altre comunità intorno, è caratterizzata da un

incessante processo di conquiste e colonizzazioni.

Durante il secondo conflitto mondiale il paese venne gravemente danneggiato dai violenti

bombardamenti aerei degli Statunitensi sui Tedeschi in fuga: il 60% delle abitazioni fu abbattuto,

interrotti per lungo tempo i servizi elettrici ed idrici. Enorme fu lo sforzo umano ed economico per

la ricostruzione del paese, ufficialmente terminata nel 1978.

I patrimonio architettonico di Corleto Perticara vanta una serie di chiese e il resti del castello:

Chiesa Matrice di S. Maria Assunta, Chiesa nuova di Sant'Antonio da Padova, Chiesa della SS.

Annunziata, Santuario della Madonna della Stella, Castello.

LAURENZANA

Laurenzana è un centro dell'Appennino Lucano (850 M) nel bacino del Basento, posto su uno

sperone delimitato dai torrenti Scarrafone e Serrapotamo.

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Arch. Rosaria PILIERI

Il suo paesaggio è tipicamente lucano:tradisce i problemi della montagna calva e del terreno

argilloso, ma rivela al tempo stesso le bellezze dei sopravvissuti e rari boschi (faggio, abete bianco,

ecc) della Lata e dell'Abetina.

Le origini del paese di Laurenzana risalgono probabilmente al XII sec., quando i Normanni

edificarono una fortezza in virtù della posizione strategica del paese. L'antica ubicazione

dell'agglomerato urbano lascia facilmente indovinare le esigenze difensive introdotte dal

feudalesimo e mantenuto dalla lotta alla malaria, mentre la semplicità dell'edilizia e la costipazione

mettono abbondantemente allo scoperto i valori di una civiltà umanamente intensa, ma chiaramente

estranee ai temi dell'opulenza. Dopo un periodo di dominio aragonese il paese passò attraverso

diverse famiglie feudali.

Attraversando il paese è possibile vedere la chiesa Madre dell'Assunta, di cui si può ammirare il

portale in pietra del 1780.

Vicino alla chiesa è situato il Belvedere, dal quale si possono ammirare le valli e le montagne

circostanti. Interessante è la chiesa della Madonna del Carmine, nel cui interno è conservata una tela

del 1611 di Giovanni Battista Serra da Tricarico. Degno di menzione è poi il castello, situato in

posizione dominante l'abitato, di cui restano soltanto i ruderi.

Le emergenze architettoniche di Laurenzana consistono in diverse chiese site all’interno del centro

storico: Chiesa di S. Maria Coronata o Potentissima, Chiesa matrice di S. Maria Assunta, Chiesa di

S. Maria del Carmelo, Chiesa di S. Maria della Neve e Convento.

MARSICONUOVO

La cittadina di Marsiconuovo ha origini preromane, difatti un centro fortificato occupava la parte

più alta dell’attuale abitato già tra il V ed il IV secolo a.C.

Successivamente alla conquista romana e alla creazione della colonia di Grumentum, diversamente

da altri centri abitati, conservò la sua importanza poiché esso si trovava sul tracciato principale della

via Herculea, che collegava Venusia a Grumentum, e poté conservare la vitalità economica e

politica necessaria a garantirne la sopravvivenza.

Con l’arrivo dei longobardi la città assume grande importanza strategica nell’economia delle lotte

tra longobardi, bizantini e saraceni per il possesso dell’Italia del sud. Il prestigio della città crebbe

ulteriormente nel 1054 quando venne ufficializzato il trasferimento a Marsico della diocesi

paleocristiana di Grumentum.

Dal 1144 al 1600 fu nelle mani di diverse famiglie nobiliari.

La peste del 1656 dimezzò la popolazione e solo nel 1800 la città poté riacquistare un rilevante peso

demografico superando i diecimila abitanti a metà secolo.

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Arch. Rosaria PILIERI

Nel 1857 fu sconvolta dal terribile terremoto che rase al suolo gran parte dei paesi limitrofi e

qualche anno dopo, per l’imperversare del brigantaggio, la città dovette subire alcuni feroci fatti di

sangue che videro protagonisti i capo banda locali Angelantonio Masini e Federico Aliano.

Le emergenze architettoniche di Marsico Nuovo sono tante e spaziano da palazzi nobiliari a chiese:

Cattedrale di SS. Assunta o San Giorgio, Ch. S.Gianuario, Palazzo Pignatelli, Chiesa di S. Michele

Arcangelo, Chiesa della Madonna del Carmine, Chiesa di S. Caterina V.M., Chiesa di S. Antonio e

Convento, Chiesa di S. Donato, S. Vito - Chiesa di S. Vito, Chiesa di S. Marco, Chiesa di S. Rocco,

Chiesa di S. Lucia, Chiesa di S. Maria del Ponte o di Costantinopoli.

MARSICOVETERE

Il comune di Marsicovetere è uno dei paesi più alti della Basilicata ma anche uno dei più

caratteristici: si legge ancora intatto il tessuto medievale, con strade in pietra ed archi e ripide salite

che si adattano all'orografia del luogo, divenendo un tutt'uno con la natura circostante.

Da esso si può godere del panorama dei monti, di Viggiano, del Sirino e della Maddalena. Ha

origini molto antiche, il nome del paese deriva dalla popolazione dei Marsi, provenienti dalla

Marsica i cui resti sono ancora oggi visibili. Quando nel VII secolo i romani distrussero la vicina

città di Vestina, questi luoghi accolsero i profughi, che in massa si spostarono sulla montagna dove

oggi sorge Marsicovetere, per trovare rifugio.

Nell'anno Mille, Marsicovetere fu una importante Contea, e fu feudo di varie casate principesche.

Nell'anno 1857, in Basilicata, vi fu un terremoto di proporzioni catastrofiche ed anche

Marsicovetere ebbe gran parte del suo tessuto urbano distrutto e molte vittime fra la popolazione.

Sulla destra di uno dei primi tornanti della strada che collega Villa d’Agri a Marsicovetere si nota il

rudere del Convento di S. Maria dell’Aspro, ove dimorò il frate francescano Angelo Clareno.

Costruito nel 1571 da monaci Cappuccini, nel nome conserva la traccia di un’antica laura basiliana.

Ha un impianto regolare quadrilatero con chiostro centrale intorno al quale si articolavano le celle

monacali su due piani.

Le costruzioni più rilevanti sono posteriori al Quattrocento alcune di esse si trovano lungo Corso

Vittorio Emanuele troviamo il Palazzo Ziella, la Chiesa Madre di S. Pietro e Paolo e la Cappella

Madonna delle Nevi. Quest’ultima insieme al Palazzo Ziella risalgono al XVII sec. Il Palazzo

attualmente abitato conserva un bel dipinto su pietra. Del XIV secolo è la Chiesa Madre dei SS.

Pietro e Paolo che presenta una nicchia sul portale in cui è posta una pregevole statua di Madonna

col Bambino di un artista locale. In Largo Pionetello si erge una torre dell’antico Castello

medioevale dell’XI sec. Da largo Pionetello, continuando per Corso Garibaldi, si incontrano il

Palazzo Tranchitella e il Palazzo Piccininni del XVII-XVIII, con portale e loggiato in pietra.

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Arch. Rosaria PILIERI

Oltre al patrimonio architettonico già citato vi sono altre emergenze come: Chiesa di Santa Maria

Addolorata, Monastero di Santa Maria di Costantinopoli.

VIGGIANO

Il primo nucleo insediativo di Viggiano si sviluppò ai piedi del paese odierno, distante da esso circa

tre miglia, difatti, nella zona chiamata tutt'ora Casale, sorsero intorno all’anno mille le prime case.

I monaci Bizantini, o Basiliani, arrivarono dalla Sicilia, scacciati dai Saraceni, e diedero vita alle

Lauree, piccoli monasteri posti in alto, su rupi; queste origini spiegano le molte denominazioni

greche dei territori intorno ai paesi. Uno di questi conventi, quello di Atzopan, venne costruito nel

IX-X sec. sopra uno sperone roccioso, sul torrente Casale e col tempo divenne polo aggregante per

un vero e proprio villaggio.

Nel medioevo il paese si sviluppa nei pressi della Chiesa di S. Maria La Preta, ancora visibile,

anche se solo a livello di ruderi, mentre il convento è in rovina. Nel settimo secolo, con l’arrivo dei

Longobardi, l’abitato si sposta nel sito dove è visibile attualmente e avrà il ruolo di castrum.

Nel periodo longobardo, si assiste ad una fase di incastellamento dell’abitato di Viggiano, si

costruiscono le tre torri ottagonali sul luogo dove già esisteva una torre di avvistamento e, sotto la

torre orientale, la Chiesa Matrice dei SS. Pietro e Paolo. Delle torri, restano alcune testimonianze

abbastanza visibili, della Chiesa è caduto quasi tutto.

Dall’inizio del sec. XIV Viggiano è feudo di Giovanni Pipino; dal numero degli abitanti e dalla

situazione viaria è possibile ipotizzare uno sviluppo del paese nell’area che da Piazza Plebiscito

scende ai piedi delle due colline di Montecalvario e del Castello.

Le strade principali dello sviluppo trecentesco sono invece Via Margherita di Savoia e Via Regina

Elena; in esse confluiscono i vicoli e le strade secondarie, di forma irregolare, con i lotti, di

dimensioni e forme diverse e anch’essi irregolari, che seguono l’orografia del sito.

L'odierna architettura presenta le caratteristiche tipiche dell’urbanistica medievale: il fortilizio posto

sulla cima della collina in posizione difensiva, con la chiesa sottostante, la tipica composizione dei

lotti, posti dal lato meglio difendibile, che seguono l’orografia del sito, con gli assi viari di spina in

cui confluiscono le strade minori, i vicoli stretti e appesi, spesso con scale, archi e sottopassi.

Sui portali di alcune case del centro storico e nelle chiavi di volta degli archi si notano, invece

dell'usuale stemma nobiliare, bassorilievi, opera degli antichi scalpellini viggianesi che sceglievano

e modellavano la pietra viva lungo gli argini del torrente Alli, rappresentativi dell'arte o del mestiere

del proprietario o raffiguranti piccole arpe datate dal 1858 al 1882.

Alcune sono a forma di lira antica e racchiudono iniziali forse del musicista; altre sono fedeli alla

struttura della piccola arpa viggianese, da sola o con violino; altre ancora sono arpette arricchite da

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decorazioni e capitelli scolpiti. . Queste pietre "parlano" di una tradizione ormai scomparsa, il cui

rispetto e ricordo, i musicanti viggianesi, hanno voluto fermare nel tempo.

Le emergenze architettoniche di Viggiano consistono in varie chiese all’interno del centro storico e

rurali: Santuario di Viggiano, Chiesa di S. Maria della pietra, Chiesa e il convento di S. Maria del

Gesù, Chiesa di S.Sebastiano, Chiesa di S.Rocco, Chiesa di S.Benedetto, Chiesa della buona morte.

1.11.4. INDIVIDUAZIONE DI AREE ARCHEOLOGICHE

AREA ARCHEOLOGICA DI VIGGIANO

I più recenti rinvenimenti archeologici effettuati nel Comune di Viggiano sono conseguenti alla

realizzazione dell'oleodotto ENI Viggiano-Taranto e della Rete di raccolta del petrolio.

L'Oleodotto ha interessato, in primo luogo, il versante sinistro dell'alto corso dell'Agri, consentendo

di chiarire il popolamento antico lungo la riva sinistra del fiume, opposta a quella su cui in età

romana sorge Grumentum.

Il rinvenimento di una capanna di notevoli dimensioni, il cui perimetro è definito da buche per pali

con numerose zeppe in pietra, in località Porcili di Viggiano dimostra la presenza di un esteso

insediamento inquadrabile nelle fasi finali del Neolitico Recente ossia nella seconda metà del IV

millennio a.C.

A quel periodo si fanno risalite i primi insediamenti stabili costituiti da ampi villaggi di capanne

circondati da fossati, tale circostanza è dimostrata da numerose fosse di combustione a pianta

rettangolare rinvenute. Un'area sepolcrale, individuata sempre nella località Porcili di Viggiano (a

circa 500 m. dalla precedente), si imposta direttamente sul livello neolitico e ha restituito numerose

sepolture con oggetti di corredo inquadrabili, ad un'analisi preliminare, agli inizi dell'età del

Bronzo.

La necropoli si sviluppa in un'area pianeggiante, probabilmente lungo un antico tratturo. Si tratta di

una serie di piccoli tumuli costituiti da pietre, che si dispongono a semicerchio intorno ad una

sepoltura maschile ricoperta da tumulo di terra.

Lo scavo in località Masseria Maglianese, ha permesso di individuare un altro insediamento

abitativo appartenente alla fine del Bronzo Antico - inizi del Bronzo Medio.

Resti di fattorie sono stati scavati nelle località Serrone di Viggiano, su un'altura posta a controllo di

un ampio tratto della valle e di un sistema di tratturi ancora oggi in uso.

Ad un edificio monumentale di età lucana si riferiscono i resti scavati in località Masseria Nigro di

Viggiano. Collocata sul versante sinistro della valle del fiume Agri, in posizione simmetrica a

quella dell'antico abitato di Grumentum, la struttura si sviluppa su un vasto pianoro delimitato da

solchi vallivi e dominante una fitta rete di tratturi di collegamento tra Viggiano e Montemurro e

percorsi di attraversamento verso la sponda sinistra del fiume Agri.

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Arch. Rosaria PILIERI

Si tratta di un complesso dalle dimensioni davvero imponenti, di circa mq. 1360 (tra area esplorata e

area individuata attraverso saggi esplorativi e indagini geofisiche) che, sulla base delle ricerche

geofisiche effettuate in tutta la zona circostante, appare isolato.

Tra le località La Monaca e Castelluccio è stata rinvenuta una necropoli, le cui prime fasi di uso si

collocano nel corso del secondo quarto del IV secolo a.C.; essa si organizza in due settori, in essa si

sono trovate un centinaio di sepolture a fossa semplice, a cassa di tegole, con copertura piana o a

tetto a doppio spiovente in tegole piane e coppi.

Ad una ricca fattoria è riferibile la piccola necropoli rinvenuta in località Valloni di Viggiano, che,

accanto agli altri sepolcreti scavati in passato lungo il tracciato di un antico tratturo ripercorso dalla

strada moderna Viggiano - Montemurro (Fosso Concetta e Vracalicchio), si inserisce nella serie di

impianti agricoli collocati sulla dorsale collinare che si affaccia sulla sponda sinistra del fiume Agri.

Al periodo romano tardo-imperiale risalgono i resti di parte del quartiere residenziale di una grande

villa databile tra III e IV secolo a.C., individuata in località Maiorano di Viggiano, a circa 800 m. di

altitudine, presso una importante strada che collegava la valle dell'Agri alla Basilicata interna.

1.11.5. INDIVIDUAZIONE DEI BENI ARCHITETTONICI ED ARCHEOLOGICI

SOTTOPOSTI A TUTELA

I beni architettonici sottoposti a tutela sono distribuiti sui sette comuni secondo il seguente schema:

COMUNI TIPOLOGIA NOME VINCOLO

Abriola Palazzo Palazzo Marsico D.M. del 12/06/97

Calvello Ponte Ponte medievale S. Antuono Decl 24/08/82

Calvello Chiesa Chiesa S. Maria del Piano Decl 27/08/82

Calvello Cappella Cappella del Collerio D.M. del 28/05/84

Calvello Palazzo Palazzo Nardone D.M. del 12/08/97

Calvello Castello Castello D.M. del 23/01/84

Calvello Convento Convento S. Maria del Piano D.M. del 27/08/82

Calvello Borgo Borgo Medievale D.M. del 21/06/99

Corleto Perticara Masseria Tempa Rossa e Perticata

Laurenzana Castello Castello feudale D.M. del 16/ 05/83

Marsicovetere Masseria Pedale delle Grotte Art.2 D.vo 490/99

Marsico Nuovo Palazzo Palazzo Blasi D.M. del 23/07/94

Marsico Nuovo Palazzo Palazzo Navarra D.M. del 03/11/89

Marsico Nuovo Palazzo Palazzo Fittipaldi D.M. del 29/01/97

Marsico Nuovo Palazzo PalazzoCestari D.M. del 25/07/94

Marsico Nuovo Palazzo Palazzo Pignatelli Decl. 22/05/81

Marsico Nuovo Palazzo Palazzo Masini-Montesano D.M. del 29/01/97

Marsico Nuovo Convento Convento S.Maria di Loreto D.M. del 04/07/01

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Viggiano Chiesa Chiesa Santa Maria La Preta D.M.del 05/01/96

Viggiano Castello Resti del Castello D.M. del 16/03/96

Viggiano Masseria Masseria Nigro (Salicaro) D.M. del 25/08/92

VIGGIANO- Chiesa di S. Maria della pietra

La Chiesa rupestre di S. Maria la Preta o della Pietra, in contrada S. Barbara, è stata fondata

nell’VIII secolo d.C., dai monaci basiliani è la più antica Chiesa di Viggiano; la struttura, venne

rifatta dopo il Mille, durante il periodo gotico, ad oggi sono rimaste di essa solo poche rovine.

Intorno a questo eremo sorse il primo agglomerato del borgo viggianese, i cui abitanti furono

educati al lavoro e alla devozione mariana dai basiliani.

La Chiesa passò alle dipendenze del Monastero olivetano di S. Maria della Giustizia in Taranto e,

nel 1482, fu annessa all’Abbazia di Monteoliveto.

E’ probabile che i monaci trovino il complesso in uno stato di degrado tale da preferire costruire

una nuova chiesa di ridotte dimensioni piuttosto che restaurare l’edificio primitivo,

probabilmente più ampio.

L’antico complesso monastico, si riduce, all’inizio del XVI sec., alla sola Chiesa formata

dall’odierna unica aula, con due portali d’ingresso, uno sulla facciata corta rivolta verso la valle,

l’altro sulla facciata lunga, rivolta verso il paese.

MARSICO NUOVO - Palazzo Pignatelli

Dopo l’appartenenza al regio demanio, nel 1638 Marsico diviene principato della famiglia

Pignatelli. I nuovi signori di Marsico eleggono a loro sede il palazzo che oggi ospita gli uffici

comunali. L’austera costruzione è fatta risalire agli anni intorno al 1670, ma il suggestivo pozzo del

cortile, datato 1572, fa supporre che la fondazione risalga al XVI secolo. Ciò pare confermato anche

dallo stile sobrio ed elegante tipico del periodo rinascimentale. Di grande fascino è il cortile

adarcate, nel quale sono oggi esposti alcuni cippi di età romana provenienti dalla località S.

Giovanni. Sulla volta dell’antrone d’ingresso al palazzo è affrescato il grande stemma principesco

dei Pignatelli.

MARSICO NUOVO – Palazzo Navarra

Vestigia del glorioso passato di Marsiconuovo sono i numerosi palazzi nobiliari distribuiti nel

centro storico. Alcuni, oltre che un grande fascino, conservano un notevole interesse

storicoarchitettonico.

Tra i più antichi è sicuramente il palazzo Barrese – Boccia sulla facciata è infatti murata una lapide

datata 1175 che ricorda la ricostruzione della città dopo il terremoto del 1154. Il palazzo ingloba

una delle torri superstiti della cinta muraria normanna. Di aspetto superbo sono i palazzi Ragone-

Lacava e Navarra – Viggiano (nel disegno). Di quest’ultimo sono pregevoli il portale e il cortile.

Molto suggestivi sono anche i cortili palazzo Romania e palazzo Rossi. Notevoli, inoltre, il palazzo

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Capano – S. Lucia, palazzo Blasi, palazzo Corleto e palazzo Messina che ingloba un’altra delle torri

delle antiche mura.

CALVELLO - Ponte di S. Antonio Abate

La costruzione del ponte fu eseguita da artigiani locali, sotto la direzione tecnica e la vigilanza

continua ed attenta dei benedettini, abilissimi ingegneri pontieri ed architetti. E' un manufatto

tecnicamente perfetto, e nella sua semplicità, armonioso e funzionale. È un arco ribassato in

pietrame in conci. Dalle fondamenta ben solide, alla spalla, al rene, al rinfianco e infradosso ed

estradosso corrono perfetta armonia e precisione assolute. Lungo il corso dei secoli, e fino all'inizio

del '900, il manufatto non ha subito alterazioni, né gli sono state apportate riparazioni o date altre

cure particolari.

CALVELLO - Chiesa detta di Santa Maria ‘de plano

La chiesa è di stile romanico a tre navate, divise da robusti pilastri in pietra viva a vista, snella e

armonica. Dell'antica struttura sono rimasti i due portali: quello centrale più ricco, e il laterale. Essi

sono provvisti di capitelli di stile corinzio, finemente lavorati e ornati con motivi vegetali a casco di

foglie di acanto, certamente tra i più pregiati del corinzio lucano. Si sono anche salvati parte della

facciata e la navata centrale, recentemente ripulite dall’intonaco sorapposto alle strutture originali.

Lo splendore del Cenobio e della chiesa durò fino verso la fine del 1300, quando, estintasi la

congregazione con la morte dell'ultimo abbate, anche l'abbazia femminile di Santa Maria ‘de Plano’

ne seguì le sorti. I fabbricati caddero nell'abbandono e nel disfacimento.

Nell'interno della chiesa scomparvero l'abside e le capriate, riducendo la copertura ad un sol tetto

con un soffitto in legno.

CALVELLO - Castello

Appollaiato sulla cima d'un promontorio, a fronte del colle ‘Timpo del Castagno’, si erge un grosso

caseggiato, impropriamente detto ‘Castello’.

La costruzione fu eretta sui resti di un'antica roccaforte che i Longobardi nel 700 stabilirono lassù, a

guardia della vallata. La roccaforte esaurì la sua funzione e cadde in rovina, quando i costruttori

persero il potere.

Il sisma del 23/11/1980 ha reso inagibile il fabbricato.

1.11.6. COERENZA CON GLI OBIETTIVI DEL D. LGS. 42/04. “CODICE DEI BENI

CULTURALI E DEL PAESAGGIO”

Il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (conosciuto anche come “Codice Urbani”) si pone

l’obbiettivo di ridefinire in modo organico i beni paesaggistici e culturali intesi come articolazioni

del patrimonio culturale complessivo. Il Codice individua univocamente lo statuto di bene

paesaggistico, indipendentemente dalle fonti giuridiche di provenienza (leggi del ’39, legge Galasso

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e singoli piani paesistici). Sarà la Regione a decretare il notevole interesse pubblico che fa scattare

il regime di tutela dei beni paesaggistici individuati. Mentre per i beni culturali la dichiarazione d’

interesse è promossa e adottata dal ministero sulla base delle proposte avanzate dai soprintendenti.

Inoltre il nuovo Testo definisce i contenuti dei piani paesistici e le metodologie di elaborazione, in

precedenza lasciate alla discrezionalità dei progettisti. Viene inoltre richiesto un coordinamento dei

piani paesistici con la pianificazione territoriale e di settore, e persino con gli strumenti nazionali e

regionali di programmazione dello sviluppo economico. La tutela e la valorizzazione del patrimonio

tende così ad assumere una valenza programmatica e non più soltanto vincolistica.

L’entrata in vigore del Codice comporta infine alcune importanti innovazioni nella procedura di

rilascio di autorizzazione paesaggistica. La norma prescrive infatti che il controllo della

Soprintendenza avvenga prima del rilascio dell’ autorizzazione, esprimendo una valutazione non

solo sul rispetto formale della procedura, ma, con riferimento al contesto paesaggistico, anche sul

merito della proposta progettuale; inoltre il parere formulato dalla Soprintendenza ha valore

vincolante per L’ Ente delegato al rilascio dell’ autorizzazione.

Il Codice dunque consolida il ruolo delle Soprintendenze come organi di controllo nella gestione

delle competenze paesaggistiche esercitate dagli Enti locali, promuovendo la redazione di nuovi

piani paesaggistici capaci di “determinare” qualità paesaggistica nelle trasformazioni territoriali.

Il Piano di Gestione (PdG) condivide con il Codice la definizione di “Patrimonio Culturale”,

recitata dall’art. 2 del citato Codice: “sono beni culturali le cose immobili e mobili che presentano

interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre

cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà.”

Gli obiettivi di tutela e pianificazione perseguiti nell’ambito del presente Piano di Gestione trovano

riscontro, soprattutto, nelle metodologie e finalità esposte dai seguenti articoli del Codice:

- Art. 2 (Parte Prima, Disposizioni generali), che stabilisce che i beni del patrimonio culturale di

appartenenza pubblica sono destinati alla fruizione della collettività, compatibilmente con le

esigenze di uso istituzionale e sempre che non vi ostino ragioni di tutela;

- Art. 95 (Capo VII - Espropriazione), che sancisce la possibilità da parte dello stato o di altri enti

territorialmente competenti di espropriare I beni culturali immobili e mobili per causa di pubblica

utilità quando l'espropriazione risponda all’obiettivo di migliorare le condizioni di tutela ai fini della

fruizione pubblica dei beni medesimi;

- Art.143 e 145 (Capo III - Pianificazione paesaggistica), che definiscono i compiti e gli ambiti di

intervento del “Piano paesaggistico”;

- Articoli 146 e 147 (Capo IV Controllo e gestione dei beni soggetti a tutela) che definiscono le

modalità di rilascio dell’ Autorizzazione Paesaggistica.

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L’obiettivo della tutela sarà perseguito dal PdG riducendo le attività antropiche che interagiscono

negativamente con la leggibilità dei siti archeologici e paesaggistici, individuando le attività

incompatibili con le finalita dello stesso Piano ed estendendo, se necessario, i vincoli della L.

1089/39 e s.m.i., alle aree censite. Per ogni intervento sulle aree sensibili cosi individuate, nel

rispetto dell’ iter procedurale del Codice, l’Autorizzazione Paesaggistica sancirà la “qualità

paesaggistica” dell‘ intervento.

In un quadro pianificatorio che risulta carente di uno strumento urbanistico quale il Piano del Parco,

la redazione del PdG dell’area in questione diventa un atto di pianificazione di importanza

strategica per l’ implementazione delle misure di tutela e salvaguardia del sito.

1.11.7. LA CULTURA INTANGIBILE

La cultura, custodita e tramandata dalla popolazione,che da millenni vive, frequenta ed interagisce

con questi luoghi, costituisce il prezioso legante fra tutti questi ingredienti, sollecitando il visitatore

ad accostarsi a questa terra. Il Sacro è la dimensione nella quale il sapere di queste civiltà ed il loro

quotidiano confronto con il mondo sono stati riuniti e stratificati. In essa, infatti, trovano spazio gli

edifici di culto, attraverso le cerimonie scandite dal calendario, ma anche gli aspetti salienti del

rituale seguito dai pellegrini ed i riflessi che esso ha sul paesaggio.

I punti fondamentali sono costituiti da santuari rurali dedicati in prevalenza alla Vergine. La

qualifica di “santuario” per questi luoghi, esterni agli abitati, è in qualche modo sancita da un

pellegrinaggio, regolato sulle stagioni primaverile ed estiva, e da un culto.

Usi e costumi

Passeggiando per i centri storici del Parco è possibile imbattersi in laboratori artigiani che

tramandano una tradizione antica legata alla lavorazione del legno, del ferro, del rame e della

ceramica. A Marsico Nuovo e a Viggiano si trovano ancora artigiani che lavorano il legno, materia

prima per la realizzazione di attrezzi agricoli legati alla cultura contadina. Tra i mestieri di un tempo

troviamo quello dell’impagliatore di sedie: ad Abriola sono presenti ancora artigiani che producono

sedie con la cannuccia palustre. Tra le forme di artigianato artistico vi è la lavorazione della

terracotta e delle ceramiche , realizzate nel rispetto di una tradizione antica, trasmessa di

generazione in generazione. Un centro famoso per la produzione delle ceramiche è Calvello dove

l’origine della produzione delle ceramiche risale al 1500 e fu molto apprezzata in tutto il bacino del

mediterraneo.

A Viggiano molto rilevante dal punto di vista culturale è la tradizione musicale legata ai musicisti

girovaghi del '700 e poi evolutasi nella grande scuola flautistica che fa capo a Leonardo De

Lorenzo, ed all'arte della costruzione e della concertistica delle arpe.

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Arch. Rosaria PILIERI

Negli ultimi tre secoli gli artigiani viggianesi hanno costruito, con talento ed abilità, arpe e violini,

strumenti che compaiono negli stemmi in pietra dei portali del paese e nelle stampe d’epoca.

In Viggiano, oggi, ancora si producono zampogne e ciaramelle, strumenti tipici della tradizione

musicale lucana.

La cucina in tutto il compendio è una cucina semplice, basata su prodotti locali tradizionali. La

cucina calvellese è tradizionalmente una sapiente unione di prodotti semplici e genuini, patrimonio

indelebile della società contadina. Rinomati sono i salumi locali: il prosciutto, la salsiccia, la

soppressata; un posto di rilievo meritano i formaggi freschi e stagionati. Nel mese di agosto a

Marsicovetere si tiene la sagra del prosciutto.

Tutto il monte è interessato dal fenomeno di raccolta dei funghi, il comune di Marsico Nuovo a

settembre organizza una mostra micologica che richiama molti cultori provenienti anche da fuori

regione.

Eventi

SERRA DI CALVELLO

Le feste tradizionali a Calvello hanno una storia lunga e interessante. La festa più importante è

quella della Madonna del Monte Saraceno, che si svolge la seconda domenica di maggio e l'8-9

settembre. La sera precedente si fa il giro del paese con il quadro della Madonna e si assiste in tutti i

rioni da splendidi “fucanoi” (falò) in suo onore.

La mattina della seconda domenica di maggio, nella chiesa di San Giovanni Battista si celebra la

messa e poi una processione, si incammina verso il monte Saraceno per portare la statua della

Madonna nel Santuario dove, all'arrivo, si celebra un' altra messa. Il 9 settembre c'è la processione

di ritorno, che trova conclusione in una serata di intrattenimento musicale e di fuochi d'artificio.

Le altre feste religiose sono quelle di: S. Antonio Abate (17 gennaio), S. Giuseppe (19 marzo), S.

Antonio da Padova (13 giugno), Madonna della Pietà (prima domenica di giugno e terza domenica

di settembre). Da ricordare infine le seguenti ricorrenze: la festa di carnevale, che a Calvello ha una

lunga tradizione, la festa dell'emigrante (4 agosto), la sagra della castagna (ottobre) e le fiere del 18

luglio e del 6 settembre.

Anche a Marsico Nuovo gli eventi più significativi sono religiosi, si porta ad esempio la festa

patronale di S. Gianuario (tra il 23 e il 27 agosto). Altra festa interessante è quella di S. Giuseppe

(19 marzo), essa è caratterizzata dai tradizionali falò che si accendono in tutti i rioni del paese e

delle frazioni la sera del 18 marzo. Intorno ai fuochi si consumano prodotti tipici locali e si suonano

la fisarmonica, l’organetto e la chitarra, tra canti e balli.

La festa di S. Elia Profeta (20 luglio) si celebra nella contrada omonima. Il paese è noto anche le

numerose manifestazioni culturali, tra le quali vale la pena di citare la manifestazione “Scopriamo

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la montagna” che si tiene il 15 agosto nel parco naturale “Fontana delle Brecce” e prevede

l’allestimento di stand gastronomici dove si possono gustare piatti tipici locali accompagnati da

buon vino, sempre di produzione locale. Contemporaneamente si possono svolgere escursioni nel

parco. Altra manifestazione interessante è la “Passeggiata nella storia” che si tiene ad agosto nel

borgo antico della Civita a ricordo della visita di Tommaso d’Aquino, passato da Marsico Nuovo,

sul finire del 1273, per salutare sua sorella Teodora, moglie del conte Ruggero Sanseverino.

Il territorio è caratterizzato anche dalla presenza di diverse fiere nei diversi mesi dell’anno, ed

ancora momenti importanti per la popolazione sono costituiti dalle tante sagre come la Sagra della

rafanata, la Sagra contadina,la Sagra d’autunno e la Sagra della castagna.

MONTE VOLTURINO

Gli eventi più importanti nel territorio del monte volturino sono costituiti dalla festa di San

Bernardino da Siena, patrono del Comune di Marsicovetere, il 20 maggio; l'ultima domenica di

maggio la Madonna Assunta , viene condotta, in processione, nella Cappella sul monte Volturino; il

15 agosto viene ricondotta nella Chiesa Madre del centro storico, dove avvengono i festeggiamenti

in suo onore. La prima domenica di giugno, a Villa d'Agri viene festeggiato Sant'Antonio abate e la

terza domenica di settembre la Madonna Addolorata. Nella frazione di Barricelle il 1º maggio si

festeggia San Giuseppe lavoratore. Il 14 agosto, Rassegna enogastronomica dei vini e del tartufo

lucano ed infine il 15 agosto, Sagra del prosciutto.

MONTE MADONNA DI VIGGIANO

Il pellegrinaggio alla Madonna Nera del sacro Monte di Viggiano viene effettuato ogni anno in due

tempi separati: la prima domenica di maggio una processione solenne porta la statua dalla Chiesa di

Viggiano al santuario sul sacro Monte, posto a 12 km dal centro abitato ad una altitudine di 1725

metri, poi, la prima domenica di settembre, con un percorso inverso la statua torna dal sacro Monte

alla Chiesa Madre di Viggiano.

Le istituzioni culturali. le risorse organizzative e intellettuali

Le associazioni culturali sul territorio sono molteplici, qui di seguito vengono elencate alcune delle

associazioni ritenute più rilevanti allo scopo del PdG.

VIGGIANO

Pro Loco di Viggiano

CEA di Viggiano – “Museo del Lupo”

“Il Laboratorio per Viggiano”

Il “Museo delle tradizioni di Viggiano”

Il Parco Avventura di Viggiano: L’associazione arrampicata sportiva in Lucania

Fondazione Eni Enrico Mattei

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MARSICO NUOVO

Pro Loco di Marsico Nuovo

Polo IMAA-CNR

Osservatorio ambientale

Società Genius Loci

CALVELLO

Pro Loco di Calvello

Associazione promozione arte e territorio

Scuola italiana sci lucania

Centro di Educazione Ambientale – Località “Bosco Autiero”

MARSICOVETERE

Pro Loco di Marsicovetere

1.11.7.4. Luoghi e itinerari. il paesaggio come risorsa culturale

SERRA DI CALVELLO

Il complesso naturalistico “Fontana delle Brecce-Piana del Lago” è compreso nella perimetrazione

del costituito Parco dell’ Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. L’area è costituita da un

comparto ambientale di notevole valore naturalistico, caratterizzato dalla presenza di pregevoli

boschi di faggio e cerro, che ricoprono un suolo ricco di sorgenti e di torrenti a carattere stagionale.

Dal rifugio di Fontana delle Brecce si snoda un sentiero immerso nel verde dell’area di circa 2 km

(1760,20 mt) che si estend fino ad un caratteristico ponte di legno che scavalca la sottostante strada

provinciale (Marsico Nuovo – Calvello) e porta alla Pian del Lago.

La piana del Lago è un pianoro alle pendici meridionali del Monte Lama, che lambisce l’area Sic di

Calvello, caratterizzato dalla presenza di un invaso d’acqua alimentato da sorgenti locali a da fossi

di scolo a carattere torrentizio. L’area è costituita da un circuito ad anello, pianeggiante di circa

1000 metri, che lo rende ideala alle attività sportive.

MONTE VOLTURINO

Un itinerario escursionistico tra i più suggestivi del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano si

trova tra il Monte Volturino e il Monte Saraceno nel territorio di Calvello (PZ) nel tratto compreso

tra le sorgenti di Colantonio e la zona di Lago Cifone. La sua caratteristica è che una parte del

percorso circa (1,5 km ) ha seguito il vecchio tracciato di una piccola ferrovia del tipo “Ducauville”

costruita durante gli anni ’20 del secolo scorso e che univa il Bosco Autiero al Fosso Varlanza (il

primo tratto fino al Lago Cifone prendeva il nome di Binario di sotto, quello lungo i fianchi del

Volturino, invece, era il cosiddetto Binario di sopra). Il nome di questo genere di ferrovie mobili,

vere e proprie testimonianze di archeologia industriale, deriva dal nome del francese Paul

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Decauville (1846-1922) a cui si deve l’ideazione di queste strutture molto agili e facili da montare e

smontare, utilizzato nel settore minerario ed edile, ma anche in quello dello sfruttamento delle

foreste. Le ferrovie a scartamento ridotto (erano larghe non più di 60 cm) furono costruite in luoghi

a volte impervi ed inaccessibili sfruttando il più delle volte le curve di livello, in luoghi davvero

impensabili per i nostri giorni. I convogli erano trainati da piccole locomotive in genere alimentate a

diesel, ma anche a vapore o elettricità (a volte però anche da muli).

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2. VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE DI HABITAT E SPECIEaltra competenza2.1. ESIGENZE ECOLOGICHE DEGLI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO E DEI BIOTOPI MERITEVOLI DI TUTELA2.1.1...n Schede Habitataltra competenza2.2. ESIGENZE ECOLOGICHE DELLE SPECIE FLORISTICHE DI INTERESSE COMUNITARIO2.2.1...n Schede Specie floristichealtra competenza2.3. ESIGENZE ECOLOGICHE DELLE SPECIE FAUNISTICHE DI INTERESSE COMUNITARIO2.2.1...n Schede Specie faunistichealtra competenza2.4. VALUTAZIONE DELL’INFLUENZA DEI FATTORI SOCIO-ECONOMICI CHE INSISTONO SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DI SPECIE E HABITAT D'INTERESSE2.4.1. AGRICOLTURA E SELVICOLTURAaltra competenza2.4.2. PESCA, CACCIA E RACCOLTAaltra competenza2.4.3. ATTIVITÀ MINERARIA ED ESTRATTIVAaltra competenza2.4.4. URBANIZZAZIONE, INDUSTRIALIZZAZIONE ED ATTIVITÀ SIMILARILa popolazione è concentrata nei nuclei urbani (circa il 73%), mentre la restante parte risiede nei

nuclei rurali e nelle case sparse presenti abbastanza diffusamente, specie nel fondovalle, dove sono

marcati i caratteri di utilizzo del territorio per finalità agricole produttive.

La vocazione produttiva dell’ area è dunque quella agricola. L’attività presenta il più alto tasso di

occupati e nel corso degli anni ha beneficiato di numerosi investimenti (soprattutto negli anni ’70)

con rilevanti interventi di infrastrutturazione irrigua. Gli effetti di tali interventi si sono concretizzati

in incremento della capacità produttiva e della sua caratterizzazione qualitativa, si riconosce la

vocazione verso segmenti di specializzazione per i prodotti ortofrutticoli, e per quelli destinati

all'industria agroalimentare. Oggi la crisi nel settore è dovuta all'esaurimento della fase iniziale di

infrastrutturazione del territorio a cui non ha corrisposto la piena utilizzazione delle risorse

disponibili.

L'offerta turistica è legata alla presenza di considerevoli risorse culturali, storiche e naturali. Sono

sostanzialmente poco diffusi i servizi alla persona (vedi analisi del POIS Val’Agri 2010), alle

imprese e al turismo. Il settore terziario si concentra in modo particolare nei comuni di valle, più

popolosi ed economicamente più dinamici rispetto a quelli delle aree montane.

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Il comparto industriale, invece, ha registrato momenti significativi di crescita a partire dagli anni

'80, sia con la realizzazione dell'area industriale di Viggiano-Grumento, sia con la

infrastrutturazione di numerose aree per insediamenti produttivi ubicate in vari comuni.

La più importante area industriale della zona resta comunque quella di Viggiano-Grumento, legata

all’attività di estrazione petrolifera. L’area si estende per complessivi 1.3 mln di mq per un totale di

53 lotti assegnati, con 32 aziende insediate, 6 in costruzione, 8 in programma e 7 inattive. Il numero

complessivo dei lavoratori è pari a circa 600 unità. La superficie di 134 ha, è stata ampliata a

complessivi 190 ha con l’approvazione del Nuovo Piano Regolatore dal parte del Consorzio

Industriale.

Il sito produttivo è caratterizzato dalla presenza del Centro Oli dell’Eni che, con l’indotto, impiega

circa il 50% della forza lavoro dell’area. Il centro Oli si sviluppa su un’area di circa 171.700 mq.

Tra i punti di forza dell’area si possano annoverare la presenza di risorse energetiche e di centri di

ricerca oltre alla presenza di numerosi progetti di sviluppo dell’area finanziabili, che porterebbero

alla creazione di un vero e proprio distretto energetico dell’Val d’Agri.

Dall’altro lato l’area presenta alcuni significativi punti di debolezza: pochi servizi alle imprese;

arretratezza delle infrastrutture tecnologiche; presenza di un sito produttivo rischioso; forti contrasti

sociali nell’area a causa della presenza dell’industria petrolifera; presenza di imprese piccole e

sottocapitalizzate; mancanza di manodopera altamente qualificata tra i residenti.

Una possibile ed auspicabile opportunità di sviluppo dell’area sarebbe la sua riconversione ad Area

Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA), introdotta nell’ordinamento legislativo italiano dal

D.Lgs. n. 112/98 (Bassanini), prevedendo che le Regioni disciplinino le aree industriali dotandole

delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e

dell’ambiente.

L’ obbiettivo è quello di una riconversione ad area industriale sostenibile, “mettendo in rete” tutti

gli elementi riferiti alla produzione energetica, e quindi non solo derivanti dal petrolio e dal gas, ma

anche all’eolico, al solare, all’idro-elettrico, all’agro-energia, e con essi a promuovere tra l’altro la

ricerca, l’innovazione, la formazione e l’insediamento di imprese specializzate nella produzione di

materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica.

2.4.5. TRASPORTI E COMUNICAZIONII collegamenti dell'area con il territorio regionale e extraregionale sono dati prevalentemente dalle

infrastrutture stradali ( vedi paragrafo 1.7.8). La maggior parte di comuni dell’ ATO è collegata con

la fondovalle attraverso una viabilità accettabile ma spesso bisognosa di adeguamenti, di interventi

di messa in sicurezza e di interventi di manutenzione. Come per tutto il territorio regionale la

presenza delle fondovalli e l’assenza di collegamenti trasversali adeguati hanno determinato

“omogeneità” orizzontali e “disomogeneità” verticali, accelerando fenomeni di depauperamento

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economico e sociale delle aree interne. Mai risolta è l’efficacia del trasporto pubblico che non

permette collegamenti diretti fra tutti i Comuni dell'ambito.

2.4.6. TURISMO E DIVERTIMENTI

Il turismo dell’area è legato principalmente all’attività sciistica degli impianti siti nel territorio di

Viggiano e Marsicovetere; oltre a tale attività sportiva il territorio è interessato da altri sport quali il

trekking, l’ ippica, l’arrampicata sportiva, parapendio che muovono presenze locali e non sulle aree

naturalistiche. Per quanto riguarda invece il divertimento sono tanti gli appuntamenti estivi ed

invernali estesi sull’intera area del parco: le tante escursioni e passeggiate lungo sentieri battuti,

palii e sagre del gusto, feste e rappresentazioni nei centri storici, rassegne enogastronomiche, tali

appuntamenti, noti dagli abitanti dei luoghi, sarebbe auspicabile sponsorizzarli più ampiamente a

livello regionale per promuovere il territorio.

2.4.7. INQUINAMENTO E ALTRE ATTIVITÀ UMANEaltra competenza2.4.8. MODIFICHE UMANE DELLE CONDIZIONI IDRAULICHEaltra competenza2.4.9. PROCESSI NATURALIaltra competenza

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2. 5. INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DI INDICATORI FINALIZZATI A MONITORARE LO STATO DI CONSERVAZIONEaltra competenza2.5.1. INDICATORI SPAZIALIaltra competenza2.5.1....n elaborazioni degli indici di sensibilità ecologica e di pressione antropica per l'Habitat... altra competenza2.5.2. INDICATORI FLORO-VEGETAZIONALIaltra competenza2.5.3. INDICATORI FAUNISTICIaltra competenza2.5.4. ASSETTO IDROBIOLOGICOaltra competenza2.5.5. INDICATORI FORESTALIaltra competenza2.5.6. INDICATORI AGRO-ZOOTECNICIaltra competenza2.5.7. INDICATORI SOCIOECONOMICI

ATO 12Indicatori Valori Anno

Popolazione complessiva 22.333 2001Popolazione complessiva (Dati demo Istat)

21.368 2010

Tasso di crescita naturale (dati demo Istat)

-3,3 2010

Tasso migratorio (dati demo Istat)

-0,0 2010

Tasso di crescita totale (dati demo Istat)

-3,3 2010

Numero di famiglie (dati demo Istat)

8.311 2010

Tasso di occupazione (Provincia di Potenza)

47,6% 2011

Tasso di disoccupazione(Provincia di Potenza)

10,9% 2011

SAT 1592 2010SAU 1331 2010Aziende di allevamento 460 2010Addetti nel settore industriale 1648 2001Addetti nel settore istituzioni 1459 2001Addetti nel settore commercio 483 2001Addetti nel settore artigianato 504 2001

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2.6. QUADRO RIASSUNTIVO DELLE MINACCE E CRITICITÀ

Minaccia/Criticità Obiettivi specifici Nome azione Descrizione azionePresenza di pozzi e piattaforme petrolifere all’interno delle aree Sic e Zps

Mitigazione degli impatti delle infrastrutture viarie, delle reti tecnologiche e degli impianti esistenti

Valutazione di incidenza sull’ attività estrattiva

Valutazione di incidenza sulla presenza dei pozzi petroliferi sul perimetro dei Sic:FASE 1: verifica (screening), possibile incidenza significativa su un sito della rete Natura 2000FASE 2: valutazione "appropriata" con individuazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarieFASE 3: analisi di soluzioni alternativeFASE 4: definizione di misure di compensazione - individuazione di azioni, anche preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste

Presenza di dispositivi elettrici ed impianti tecnologici all’interno dell’area Sic

Mitigazione degli impatti delle infrastrutture viarie, delle reti tecnologiche e degli impianti esistenti

Eliminazione e/o trasferimento di linee elettriche ed impianti tecnologici fuori dai confini Sic

Sarà prevista la possibilità di de-localizzare gli impianti esistenti più impattivi in aree esterne ai SIc

Percorrenza delle vie carrabili ed interpoderali di accesso ed interne al Sic

Miglioramento delle condizioni di accessibilità alle aree di visita e fruizione

Manutenzione e messa in sicurezza delle strade carrabili ed interpoderali di accesso ed interne al Sic

Interventi generalizzati per la sistemazione della sede stradale e localizzati per il recupero delle strutture di sostegno Ripristino delle strade interpoderali con tecniche e tipologie di pavimentazioni in terra naturale stabilizzata evitando l'utilizzo di materiali tipo i conglomerati bituminosi.

Accesso e parcheggio indiscriminato nelle aree Sic

Miglioramento delle condizioni di accessibilità alle aree di visita e fruizione

Realizzazione di aree attrezzate e parcheggi a valle del sentiero

Impedire il più possibile l’ingresso alle aree Sic di mezzi di trasporto a motore, attraverso la realizzazione di parcheggi sul perimetro delle sic ed incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico e di quello individuale ecocompatibile

Sentieri “non conformi” e percorsi aperti da motocrossisti

Rimuovere i potenziali pericolo per escursionisti e visitatori in genere sui sentieri esistenti.

Ripristino di sentieri e tratturi storici e adeguamento dei sentieri esistenti.

Messa in sicurezza dei sentieri già esistenti, collegamento degli stessi con nuovi sentieri tracciati

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Valorizzare la rete storica dei sentieri e tratturi dell’area.

su percorsi storici Si prevede l’utilizzo di cartellonistica esplicativa e deplians informativi

1. IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE(Competenza Inea)3.1. Tabella dei portatori d'interesse (stakeholders)(Competenza Inea)

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4. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI, STRATEGIE

I quattro SIC dell’ ATO 12 (MONTE CALDEROSA, M. MADONNA VIGGIANO, MONTE

VOLTURINO, SERRA DI CALVELLO) sono ricompresi nel più vasto sistema ambientale della

Valle dell’Agri. I paesi, il fiume, la valle e le montagne sono gli specifici e riconosciuti segni

strutturanti le qualità ambientali di questo territorio che lo identificano come una sub-regione

omogenea nel contesto Regionale. La valle assume il ruolo di cerniera ambientale tra emergenze

naturali presenti nelle Regioni Basilicata e Campania. Le attrattive dell’area val d’Agri sono

rappresentate dalla sua stessa natura montana, dalla ricca dotazione di vegetazione boschiva, dagli

habitat dei corsi d’acqua, da alcune significative testimonianze storico – archeologiche e dalle

persistenti tracce, sia fisiche che culturali, di un insediamento antropico e di una cultura popolare

frutto di una costante armonizzazione delle esigenze umane con l’ambiente specifico e le sue

risorse.

Considerate nell’insieme queste caratteristiche, unitamente alle potenzialità connesse con la pratica

di sport particolari (sport invernali sulle pendici del Volturino e sul Monte di Viggiano), rendono

l’area particolarmente interessante anche per lo sviluppo del turismo fondato sulle emergenze

naturalistiche e culturali, nonché sullo svago all’aria aperta.

Oggi questo territorio si trova a convivere con un’ intensa attività estrattiva petrolifera. L’entità

della risorsa petrolifera della Valle dell’Agri ha reso l’attività estrattiva di portata economica

rilevante e strategica per l’intero settore energetico nazionale. Ciò ha però suscitato forti

preoccupazioni e dissensi in ordine alla sua compatibilità ambientale in rapporto anche alla

contestuale perimetrazione del Parco nazionale della Val d’Agri e del Lagonegrese. L’ attività di

estrazione petrolifera oltre ad essere una minaccia ambientale comporta inoltre perdita di attratività

del territorio. La presenza del petrolio diminuisce l’ “appeal” nei confronti del visitatore.

Un’ altro rischio per il territorio è rappresentato dalla riduzione del presidio ambientale conseguente

al progressivo spopolamento ed alla marginalizzazione rurale, con effetto negativo sul paesaggio e

sulla gestione ambientale.

Si riscontra inoltre una perdita di omogeneità ed identità territoriale in conseguenza delle dinamiche

contrastanti in atto che tendono ad una ripartizione non omogenea delle risorse e ad una

frammentaria ricomposizione del territorio in partenariati sempre diversi.

Le strategie di gestione dei quattro Sic, nell’ottica di uno sviluppo economico orientato sulla qualità

ambientale, farà parte di un progetto condiviso da tutti gli enti gestori dei Sic: comuni di

competenza, provincia, ente parco, ecc. e dovrà perseguire le seguenti finalità:

valorizzare e tutelare il sito;

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potenziare il sistema ricettivo e dei servizi di qualità al servizio del sito;

favorire la crescita della domanda turistica in campo culturale, enogastronomico ed

ambientale;

riconoscere il potenziale degli habitat presenti come una risorsa educativa e ricreativa, sia

per le comunità locali sia per i turisti;

creare attività di studio, ricerca, educazione ambientale e di sostegno alla realizzazione di

eventi culturali legati all'identità e alle tradizioni locali.

4.1 OBIETTIVI GENERALI AI SENSI DELLE DIRETTIVE 92/43/CE E 79/409/CEE

(2009/147/CE)

Gli obiettivi generali del Piano di Gestione sono identificati e definiti al fine di assicurare la

conservazione degli habitat e delle specie faunistiche e botaniche di interesse comunitario,

garantendo, con opportune azioni di gestione, il mantenimento e/o il ripristino degli equilibri

ecologici che li caratterizzano e che sottendono alla loro conservazione.

L’obiettivo essenziale e prioritario che la Direttiva Habitat pone alla base della necessità di definire

apposite Misure di Conservazione a cui sottoporre ciascun Sito Natura 2000 è quello di garantire il

mantenimento in uno “stato di conservazione soddisfacente” gli habitat e/o le specie di interesse

comunitario, in riferimento alle quali quel dato SIC e/o ZPS è stato individuato. Lo stato di

conservazione soddisfacente è considerato tale quando gli habitat e specie, riferite non solo alle aree

Natura 2000, non sono a rischio di estinzione e, anzi, hanno buone prospettive di sviluppo anche per

il futuro;

Lo “stato di conservazione” di un habitat naturale è considerato “soddisfacente” quando:

Stato di conservazione

Habitat o specie

Minacce

Obiettivo Generale

Obiettivi specifici

Habitat e specie sono i valori del sito da conservare in buono stato.

Stato di conservazione in cui si trova attualmente la specie o l’habitat

Fattori che impediscono, compromettono o possono in futuro compromettere un buono stato di conservazione dell’habitat o della specie

Obiettivo generale rispetto allo stato di conservazione attuale che sarà dettagliato in uno o più obiettivi specifici

Dettagliano gli obiettivi generali rispondendo a quelle che sono le minacce individuate. Sono raggiunti attraverso le Azioni.

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- l’area di ripartizione naturale (range) e le superfici di copertura dell’habitat stesso sono stabili o in

estensione;

- la struttura e le funzioni specifiche necessarie al mantenimento dell’habitat stesso sono stabili e

possono continuare ad essere stabili in un futuro prevedibile;

- lo stato di conservazione delle specie rappresentative è soddisfacente.

Lo “stato di conservazione” di una specie è considerato “soddisfacente” quando:

- l'andamento delle popolazioni della specie considerata è tale che essa continua e può continuare ad

essere a lungo termine un elemento essenziale per gli habitat naturali cui appartiene;

- l'area di ripartizione naturale (range)di tale specie all'interno del/dei sito/i oggetto del PdG non è in

declino né rischia di ridursi in un futuro prevedibile;

- esiste e continuerà probabilmente ad esistere un habitat di dimensioni sufficienti (area minima)

affinché le popolazioni di organismi viventi al sui interno siano stabili o in espansione a lungo

termine.

Nell’ambito della gestione dei Siti in esame, gli obiettivi generali che concorrono direttamente alla

conservazione degli habitat, delle specie e delle risorse ambientali in genere, possono essere

raggruppati come segue:

Obiettivi di tutela delle risorse naturali e dell’equilibrio ecologico

(Altra Competenza)

Obiettivi di tutela delle specie rare e minacciate e della biodiversità

(Altra Competenza)

- Obiettivi di sviluppo economico sostenibile

Gli obiettivi suddetti sono fondati sulle specificità locali, sulle aspettative ed esigenze territoriali

dell’area SIC e ZPS, che concorrono ad incentivare lo sviluppo socio-economico.

Rientrano in questa categoria i seguenti obiettivi:

Valorizzazione delle risorse naturali e territoriali;

Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibile;

Mitigazione degli impatti antropici.

- Obiettivi di rafforzamento della capacità di gestione del sic da parte dei comuni interessati,

della provincia, dei cittadini

Tali obiettivi sono finalizzati al perseguimento di una maggiore coerenza territoriale, che

permettano di sviluppare un sistema gestionale territoriale equilibrato e durevole, in un’ottica di

sostenibilità socio-economica.

Rientrano in questa categoria i seguenti obiettivi:

Promuovere forme innovative di concertazione istituzionale a livello locale per la tutela e la

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valorizzazione dei siti e la gestione degli interventi;

Promuovere forme di comunicazione ed informazione per una migliore conoscenza del

valore dei siti;

Nella tabella seguente si riassumono gli obiettivi socio-economici sopra definiti:

OBIETTIVI GENERALI TARGETValorizzazione delle risorse naturali e territoriali Regione, Provincia, ComuniPromozione e sviluppo del turismo ecosostenibile Regione, Comuni, Enti, associazioni,

cooperative Mitigazione degli impatti antropici Regione, Comuni, Enti gestori reti ed

impianti tecnologiciPromuovere forme innovative di concertazione Regione, Comuni, Enti ed associazioni,

operatori privati, cittadiniPromuovere forme di comunicazione ed informazione Regione, Comuni, Enti ed associazioni,

Istituzioni scolastiche, università

4.2 OBIETTIVI SPECIFICI IN COERENZA CON LE ESIGENZE ECOLOGICHE DEL

SITO

Gli obiettivi specifici socio-economici dettagliano i relativi obiettivi generali, rispondendo a quelle

che sono le minacce individuate. Sono stati individuati anche i tempi necessari al raggiungimento

degli stessi.

1. Obiettivo generale : Valorizzazione delle risorse naturali e territoriali

Obiettivi specifici:

Promozione di usi del territorio compatibili con la tutela delle aree SIC (obiettivo a breve

termine)

Tutela e valorizzazione della risorsa forestale (obiettivo a breve termine).

2. Obiettivo generale : Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibile

Obiettivi specifici:

Potenziamento dei servizi e delle infrastrutture a supporto dello sviluppo turistico

(obiettivo a breve-medio termine);

Rimuovere i potenziali pericoli per escursionisti e visitatori sui sentieri esistenti

(obiettivo a breve termine);

Valorizzare la rete storica dei sentieri e tratturi dell’area (obiettivo a breve-medio

termine);

Miglioramento delle condizioni di accessibilità alle aree di visita e fruizione (obiettivo a

breve-medio termine);

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Promozione di iniziative di marketing territoriale per la valorizzazione turistica dei siti

(obiettivo a breve-medio termine);

3. Obiettivo generale : Mitigazione degli impatti antropici

Obiettivi specifici:

Mitigazione degli impatti delle infrastrutture viarie, delle reti tecnologiche e degli

impianti esistenti (obiettivo a lungo termine);

Eliminazione o limitazione delle minacce e dei fattori di impatto potenzialmente

incidenti sugli habitat e specie.

Monitoraggio continuo delle attività di estrazione petrolifera.

4. Obiettivo generale: Promuovere forme innovative di concertazione istituzionale a livello locale per la

tutela e la valorizzazione dei siti e la gestione degli interventi

Obiettivi specifici:

Promuovere modelli innovativi di “governance” (obiettivo a lungo termine).

5. Obiettivo generale: Promuovere forme di comunicazione ed informazione per una migliore

conoscenza del valore dei siti;

Obiettivi specifici:

Aumentare la conoscenza dei siti e promuovere forme di sensibilizzazione (obiettivo a

lungo termine).

4.3 OBIETTIVI CONFLITTUALI

Paragrafo da valutare con altri componenti del gruppo

4.4 PRIORITA’ DI INTERVENTO

L’identificazione delle priorità degli obiettivi da perseguire nell’ambito della gestione dei siti sono

stati definiti sulla base degli elementi emersi dal quadro conoscitivo (habitat e specie prioritarie,

rarità endemicità ecc.), sulla base della valutazione delle esigenze ecologiche e del livello di impatto

valutato in relazione alle criticità riconosciute.

I criteri definiti per la classificazione della priorità di attuazione degli interventi di gestione sono i

seguenti:

- Priorità ALTA –

interventi finalizzati ad eliminare o mitigare fenomeni di impatto alto o medio, che vanno ad

interferire con gli habitat e le specie di interesse prioritario e interventi finalizzati a ridurre gli

impatti alti sugli habitat e le specie non prioritarie;

- Priorità MEDIA -

interventi finalizzati ad eliminare o mitigare fenomeni di basso impatto che vanno ad interferire

con gli habitat e le specie di interesse prioritario e obiettivi finalizzati a monitorare lo stato di

conservazione del Sito;

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- Priorità BASSA –

interventi finalizzati a valorizzare le risorse del Sito e finalizzati a mitigare o eliminare i

fenomeni di impatto medio o basso sugli habitat e le specie di interesse comunitario.

OBIETTIVI SPECIFICI PRIORITÀPromozione di usi del territorio compatibili con la tutela delle aree SIC Alta

Tutela e valorizzazione della risorsa forestale AltaPotenziamento dei servizi e delle infrastrutture a supporto dello

sviluppo turisticoMedia

Rimuovere i potenziali pericoli per escursionisti e visitatori in genere sui sentieri esistenti

Alta

Valorizzare la rete storica dei sentieri e tratturi dell’area MediaMiglioramento delle condizioni di accessibilità alle aree di visita e

fruizioneMedia

Promozione di iniziative di marketing territoriale per la valorizzazione turistica dei siti

Media

Eliminazione o limitazione delle minacce e dei fattori di impatto potenzialmente incidenti sugli habitat e specie

Alta

Monitoraggio continuo delle attività di estrazione petrolifera Alta

Mitigazione degli impatti delle infrastrutture viarie, delle reti tecnologiche e degli impianti esistenti

Alta

Promuovere modelli innovativi di “governance” MediaAumentare la conoscenza dei siti e promuovere forme di

sensibilizzazioneMedia

4.5 STRATEGIE DI TUTELA E GESTIONE

Le strategie promosse nell’ambito del Piano di Gestione risultano strettamente funzionali al

raggiungimento degli obiettivi generali e specifici e comprendono l’insieme delle azioni di gestione,

con il fine ultimo di raggiungere uno “stato di conservazione soddisfacente” dei Siti Natura 2000.

Le strategie gestionali generali costituiscono una guida per il processo di attuazione del Piano, e

rappresentano il quadro di riferimento per la selezione, l’articolazione, lo sviluppo ed il

coordinamento delle azioni progettuali identificate e definite per il raggiungimento degli obiettivi

specifici, funzionali alla conservazione delle risorse, alla rimozione dei conflitti in atto o potenziali

tra attività umane ed evoluzione spontanea dei sistemi ecologici, nel rispetto delle specificità locali

e delle esigenze territoriali di crescita economica.

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4.5.1 STRATEGIE PER LA TUTELA DELLE RISORSE NATURALI E

DELL’EQUILIBRIO ECOLOGICO

(Altra Competenza)

4.5.2 STRATEGIE PER LA TUTELA DELLE SPECIE RARE E MINACCIATE E DELLA

BIODIVERSITÀ

(Altra Competenza)

4.5.3 STRATEGIA PER LO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE

Il PdG oltre agli obiettivi di tutela deve porsi come lo strumento operativo per diversificare l'offerta

territoriale in un quadro di sviluppo economico orientato sulla qualità ambientale. Per far ciò

occorre valorizzare e promuovere le attrattive del territorio, riconoscendo il potenziale degli habitat

presenti come una risorsa educativa e ricreativa, sia per le comunità locali che per il visitatore.

Il piano tiene conto di tutte queste opportunità di sviluppo e degli elementi di diversificazione

dell'economia capaci di generare un effetto moltiplicatore nelle attività economiche. L'obiettivo di

gestione si identifica sostanzialmente nello sviluppo sostenibile dei SIC che tenta di bilanciare il

peso della componente di tutela, così come richiesto dalla Direttiva Habitat, con quello della

componente sociale ed economica. Occorre dunque andare incontro alle aspettative del territorio

integrando però tra loro le esigenze delle popolazioni locali con le finalità di conservazione

prioritariamente individuate.

Ci si riferisce soprattutto al turismo culturale e alle attività sportive all’aria aperta, fenomeni già

presenti sul Monte Volturino, l’obiettivo è della fruizione consapevole e allo stesso tempo della

conservazione del Sic; in particolare si prevede l’incentivazione di una pratica ecocompatibile quale

il birdwatching (in italiano osservazione degli uccelli): la presenza di persone che osservano l

´avifauna, che esplorano il territorio e sono sensibili a segnalare eventuali trasformazioni

ambientali, stimola i Governi locali alle “buone pratiche” di governo del territorio. Un altro sport da

praticare nei boschi è l’orienteering, esso consiste nell'effettuare un percorso predefinito

caratterizzato da punti di controllo chiamati "lanterne" (paletto con punzone). Un percorso standard

consiste nella partenza, punti di controllo indicati tramite cerchi (centrati nell'oggetto da trovare)

uniti tra loro da linee immaginarie e caratterizzati da numeri che indicano l'ordine di percorrenza,

un punto d'arrivo. L’obiettivo di tale attività sarà quello della sensibilizzazione dei partecipanti al

patrimonio naturalistico-culturale dell’area boschiva del Volturino e, allo stesso tempo,

l’avvicinamento dei ragazzi allo sport in ambiente naturale. Questa possibilità è offerta in modo

esemplare dall’orienteering che prevede, per il suo svolgimento, un’approfondita e consapevole

esplorazione dell’ambiente e la conoscenza della topografia piuttosto che doti atletiche o

agonistiche di rilievo.

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Altro importante obiettivo è quello di valorizzare le risorse territoriali e del patrimonio culturale

attraverso la valorizzazione dei principali sentieri ed itinerari esistenti. Nello specifico oltre a

prevedersi iniziative e manifestazioni per far conoscere ai potenziali utenti le ricche possibilità che

il territorio offre, il progetto prevederà azioni finalizzate a realizzare un sistema integrato dei

sentieri, una messa a rete dei percorsi escursionistici, comprensiva delle infrastrutture e dei servizi

complementari per garantire lo svolgimento delle attività in condizioni di sicurezza e con le

opportune forme di assistenza. Il progetto si pone l’obiettivo di promuovere la conoscenza del

territorio attraverso le attività escursionistiche e le visite ai diversi santuari rurali presenti. Esso è

rivolto non solo ai credenti, per i quali per altro sono già in essere festività sacre e pellegrinaggi, ma

anche a tutti coloro che amanti della natura amano percorrere sentieri che portano a conoscenza

(tramite cartellonistica da valorizzare) delle notizie storiche delle cappelle e dei santuari in situ. Nel

territorio si trovano diversi santuari e cappelle inseriti in un pregevole contesto ambientale che

formano nel loro insieme l'espressione più alta della storia e dell'arte di queste terre. Il progetto

punta al recupero e il ripristino dei percorsi di collegamento e al miglioramento della segnaletica

che indichi non solo distanze e mete, ma che illustri anche i contenuti religiosi, artistici e

ambientali, in modo da far conoscere meglio e frequentare una vasta fascia di territorio. Tali

itinerari saranno percorribili per gran parte in mountain-bike, a piedi e per alcuni tratti si prevede

l’utilizzo di mezzi pubblici.

Nella strategia di intervento riveste grande importanza la parte di interventi relativi alla componente

immateriale della formazione turistica, che chiama in causa direttamente soprattutto i soggetti, che a

diverso titolo, intervengono nella costruzione del sistema di offerta turistica stessa. Tutto ciò chiama

in causa, accanto ad una preliminare attività in termini di marketing interno sul territorio, la

necessità di intervenire soprattutto sulle risorse umane, con azioni finalizzate ad rafforzarne le

competenze professionali. Da questo punto di vista la presente proposta prevede una serie di

interventi formativi chiaramente territorializzati, che hanno l’obiettivo di elevare le competenze e le

abilità delle risorse umane.

Cod Az. Nome Azione Obiettivo generale Obiettivo specifico

URB.01

Adeguamento strumenti urbanistici generali dei

Comuni interessati dai Sic

Valorizzazione delle risorse naturali e territoriali

Promozione di usi del territorio compatibili con la tutela delle aree SIC

URB.02

CoordinamentoPiani di

Assestamento forestale

Valorizzazione delle risorse naturali e territoriali

Tutela e valorizzazione della risorsa forestale

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URB.03

Predisposizione di punti di

osservazione dell’ avifauna

(birdwatching)

Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibile

Potenziamento dei servizi e delle infrastrutture a supporto dello sviluppo

turistico

URB.04

Ripristino dei sentieri e tratturi

storici e adeguamento di

quelli epercorribili

Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibile

Rimuovere i potenziali pericoli per escursionisti e visitatori in genere sui sentieri esistenti. Valorizzare la rete

storica dei sentieri e tratturi dell’area.

URB.05

Realizzazione di aree attrezzate e parcheggi a valle

del sentiero

Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibile

Miglioramento delle condizioni di accessibilità alle aree di visita e

fruizione

URB.06

Manutenzione e messa in

sicurezza delle strade carrabili ed interpoderali

di accesso ed interne ai Sic

Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibile

Miglioramento delle condizioni di accessibilità alle aree di visita e

fruizione

URB.07

Progetto integrato per la valorizzazione

dei sentieri religiosi

Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibile

Promozione di iniziative di marketing territoriale per la valorizzazione

turistica dei siti

URB.8

Promuovere Attività sportive

ecosostenibili quale l’

orienteering

Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibile

Promozione di iniziative di marketing territoriale per la valorizzazione

turistica dei siti

URB.9Formazione degli

operatori turistici

Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibile

Promozione di iniziative di marketing territoriale per la valorizzazione

turistica dei siti

URB.10

Valutazioni di incidenza

attività estrattiva petrolifera

Mitigazione degli impatti antropici

Eliminazione o limitazione delle minacce e dei fattori di impatto

potenzialmente incidenti sugli habitat e specie. Monitoraggio continuo

dell’attività di estrazione petrolifera.

URB.11

Eliminazione e/o trasferimento di

linee elettriche ed impianti

tecnologici fuori dai confini dei

Sic

Mitigazione degli impatti antropiciMitigazione degli impatti delle infrastrutture viarie, delle reti

tecnologiche e degli impianti esistenti

4.5.4 STRATEGIE PER IL RAFFORZAMENTO DELLA CAPACITÀ DI GESTIONE DEL

SIC DA PARTE DEI COMUNI INTERESSATI, DELLA PROVINCIA, DEI CITTADINI

Le quattro aree SIC oggetto del presente PdG ricadono all’interno del territorio di quattro comuni, a

parte il Sic Monte Caldarosa che ricade interamente nel territorio comunale di Viggiano, tutti i Sic

interessano più territori comunali e nello specifico: il Sic Monte Madonna di Viggiano ricade nel

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Arch. Rosaria PILIERI

territorio di Viggiano e di Marsicovetere, il Monte Volturino nel territorio di Marsicovetere,

Calvello e Marsiconuovo ed infine il sic Monte Serra di Calvello è all’interno dei territori comunali

di Calvello e Marsiconuovo.

Oltre ai comuni in essi agiscono anche altri Enti come ad esempio la Provincia, la Regione e

soprattutto l’ente Parco dell’Appennino Val D’Agri Lagonegrese vocato innanzitutto a tutela e

salvaguardia del ricco patrimonio floristico e faunistico presente nell'area. Ognuno di questi Enti

esercita le proprie competenze, per questa eterogeneità, si potrebbe incontrare una difficoltà

nell'attuare politiche e strategie di gestione unitarie. E’ necessario quindi, una volta posti gli

obiettivi di gestione unitaria, pur nel rispetto delle competenze territoriali, pervenire

all’identificazione e alla formalizzazione di un unico Ente gestore che si può concretizzare in un

tavolo operativo comune, formato da un consorzio di alcuni enti locali, territorialmente interessati e

normati da una apposita convenzione ai sensi del D. lgs. 267/2000 art 30, che si riferisca allo

strumento comune del piano di gestione proposto, quale elemento guida nella definizione delle varie

scelte che verranno compiute nei territori di specifica competenza. Il principale soggetto attuatore

delle azioni previste dal Piano è rappresentato dall’Ente Parco che dovrà esercitare anche la

funzione di coordinamento con altri enti per l’attuazione di alcune azioni.

La collaborazione tra i diversi enti e gruppi attivi della comunità locale va indubbiamente

rafforzata, anche nell’ottica di garantire la realizzazione di alcune azioni di Piano.

L’implementazione delle attività di controllo e regolamentazione è auspicata a livello locale, in

particolare dall’ Ente Parco, dai Comuni in cui ricadono i Sic, dalla Provincia e da tutte le

associazioni ambientali e di categoria che esercitano sul territorio, che già integrano il proprio

reddito con attività turistiche, didattiche etc., e che pertanto potrebbero avere benefici dal

potenziamento in tali settori.

Se da un lato tale coordinamento è auspicabile e corretto sotto il profilo delle scelte generali, questo

deve però essere contestualmente accompagnato dalla messa in opera da necessarie azioni

immateriali organizzative e gestionali locali, atte a garantire l’efficienza del sistema ( es. creazioni

di cooperative di giovani per la gestione dei percorsi e delle attività ecocompatibili previste sul

territorio).

Infine la gestione del territorio, relazionabile all’ attività di marketing territoriale per la

valorizzazione e fruizione dei siti, comporta anche l’implementazione e l’incentivazione dei servizi

di informazione, comunicazione e didattica ambientale.

Cod Az. Nome Azione Obiettivo generale Obiettivo specifico

URB.12Incentivare

Forum partecipativi

Promuovere forme innovative di concertazione

Promuovere modelli innovativi di “governance”

URB.13 Iniziative di Promuovere forme di Aumentare la conoscenza dei siti e

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Arch. Rosaria PILIERI

educazione ambientale nelle

scuolecomunicazione ed informazione promuovere forme di sensibilizzazione

4.6 STRUTTURA GESTIONALE DEL PIANO

4.6.1 SETTORE POLITICO AMMINISTRATIVO

(Altra Competenza)

4.6.2 COMPONENTI DELLA CONFERENZA DI SERVIZI

Altra Competenza)

4.6.3 FUNZIONI DELLA CONFERENZA DI SERVIZI

(Altra Competenza)

4.6.4 SETTORE TECNICO OPERATIVO

(Altra Competenza)

4.7 USI COMPATIBILI NELLE UNITÀ AMBIENTALI

Nel progetto preliminare di rete ecologica “Sistema ecologico funzionale territoriale” sono stati

individuati degli indicatori di tipologie ambientali messi poi a confronto con le problematiche di

matrice antropica. Sono stati quindi individuati ambiti unitari ed omogenei per morfologia,

pedologia e uso del suolo denominati “sistemi di terre”.

si evince che nell’ambito dell’ ATO 12 sono presenti in maggioranza quattro sistemi di terre:

- A1 Area montana : tale sistema di terre caratterizza quasi totalmente le quattro aree Sic dell’ ATO

12.

L’ uso del suolo prevalente dell’ area montana è costituito da boschi di latifoglie e pascolo.

La restante parte del territorio è caratterizzata da:

- A2 Rilievi montani interni : comprende i rilievi collinari e montani tra i 300 i 1000m, tipici del

territorio di Calvello. La loro utilizzazione prevalente è a boschi e pascoli, con aree agricole

subordinate.

- A3 Rilievi montani interni a Morfologia ondulata: Il sistema di terre è prevalente nel territorio

comunale di Viggiano e Corleto Perticara; E’ presente l’uso agricolo, a eccezione delle fasce

altimetriche più elevate e dei versanti più ripidi, utilizzati a pascolo e bosco.

- D2 Pianure alluvionali: Le pianure alluvionali caratterizzano il fondovalle dei Comuni di

Marsicovetere, Marsiconuovo e Viggiano. L’uso agricolo è prevalente (seminativi, colture arboree

specializzate, colture orticole di pregio).

In tali sistemi ambientali sono auspicabili i seguenti usi, compatibili con gli obiettivi di tutela:

- usi naturalistici, comprendenti usi ed attività orientate alla prioritaria conservazione delle risorse

e dell'ambiente naturale con la regolamentazione al minimo delle interferenze antropiche,

l'osservazione scientifica e amatoriale, la contemplazione, l'escursionismo a piedi, a cavallo, in

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Arch. Rosaria PILIERI

bicicletta, la gestione naturalistica dei boschi e la conduzione delle attività tradizionali di

pastorizia ( uso auspicato prevalentemente nell’area montana e quindi nei SIC, nei rilievi montani

interni, nei rilievi montani a morfologia ondulata).

- usi agro-silvo-pastorali, comprendenti le tradizionali forme di utilizzazione delle risorse per la

vita delle comunità locali con le connesse attività manutentive, la conservazione dei paesaggi

coltivati e del relativo patrimonio culturale, la gestione forestale, con i relativi servizi ed abitazioni

( uso auspicato prevalentemente nell’ area montana e quindi nei Sic, nei rilievi montani e nelle

pianure alluvionali).

- usi urbani ed abitativi, comprendenti gli usi orientati alla qualificazione ed all'arricchimento delle

condizioni dell'abitare, le utilizzazioni per residenze temporanee e permanenti, coi servizi e le

infrastrutture ad esse connessi, nonché le attività artigianali, commerciali e produttive d'interesse

prevalentemente locale; le attrezzature ricettive o i servizi legati alle attività turistico-ricreative,

escursionistiche e sportive; (uso auspicato prevalentemente nei centri urbani e in aree specifiche dei

sistemi di terre).

4.7.1 USO SCIENTIFICO E CULTURALE

L’ uso scientifico e culturale risulta compatibile con gli obiettivi di tutela e conservazione. La

ricerca scientifica potrà essere perseguita all’interno del sito, con particolare riguardo alle discipline

naturalistiche ed ambientali. L’ Ente gestore può svolge attività di ricerca scientifica, sia con

proprio personale sia incaricando, per particolari settori di ricerca, istituti, società, enti e

professionisti.

Relativamente all’ uso culturale, ci si riferisce ad attività legate, ad esempio, al turismo culturale.

Gli attrattori culturali possono essere i siti archeologici, gli edifici storici dei centri urbani, i castelli,

i musei, le chiese. L’Ente gestore può gestire sia con proprio personale sia incaricando altri enti o

associazioni, le attività didattiche e promozionali che ritiene più idonee per la conoscenza e

diffusione del sito e dei suoi aspetti naturalistici, socio-culturali e storico-ambientali.

4.7.2 USO RICREATIVO-CULTURALE

Sono permesse tutte le attività ricreative e turistiche compatibili con la tutela della fauna, della

Flora, della vegetazione, del suolo e del sottosuolo. L’ escursionismo, le attività sportive

ecocompatibili, le visite guidate, i workshops, i documentari, gli eventi musicali e il sito web

rappresentano il complesso di azioni integrate didattico-culturali-ricreative, finalizzate ad informare

e sensibilizzare: la collettività, l’istituzione scolastica, gli agricoltori, le associazioni di categoria, gli

enti territoriali, gli ordini professionali e i media, in merito alle metodologie e buone pratiche per

uno sviluppo sostenibile del territorio rurale/agricolo.

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Arch. Rosaria PILIERI

4.7.3 USO FORESTALE

(Altra Competenza)

4.7.4 USO TECNOLOGICO

L’ istallazione di impianti tecnologici (reti viarie, tecnologiche ed energetiche, opere di presa, reti di

gas, linee elettriche di media e alta tensione, antenne e ripetitori, stazioni di trasformazione,

impianti di produzione dell’energia elettrica anche rinnovabile, impianti fognari, etc.), dovrà essere

ridotta al minimo nei SIC. Gli interventi sugli impianti esistenti nelle aree Sic riguarderanno la loro

manutenzione ordinaria e straordinaria, quest’ultima previa autorizzazione dell’Ente gestore. Sarà

prevista la possibilità di de-localizzare tali impianti esistenti. L’ installazione di nuovi impianti sarà

in generale vietata nei Sic, fatto salvo alcune eccezioni relative, ad esempio, ad interventi di

adeguamento e/o miglioramento tecnologico-energetico delle strutture ricettive esistenti. L’ Ente

gestore si esprimerà con proprio parere di competenza sugli interventi sopra menzionati.

4.7.5 USO AGRICOLO

(Altra Competenza)

4.7.6 USO PASCOLATIVO ZOOTECNICO

(Altra Competenza)

4.7.7 USO ESTRATTIVO

L’uso estrattivo risulta incompatibile con le finalità di tutela paesaggistica e idrogeologica del

territorio. Nei Sic ed in generale nel Parco Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese si auspica il

divieto dell’attività di estrazione petrolifera. I pozzi di nuova programmazione dovranno essere

delocalizzati al di fuori dei limiti di Parco. Sono previsti monitoraggi e opere di mitigazione per i

pozzi interni e/o limitrofi le aree Sic e comunque interni al territorio del Parco.

Dovrà essere vietata inoltre l'apertura di cave e miniere. Relativamente alle cave esistenti, saranno

fissate dall’Ente gestore le prescrizioni e le modalità per la utilizzazione. Ai concessionari può

essere corrisposto dall'ente di gestione stesso un indennizzo nel caso di cessazione o di diminuzione

del reddito derivante dall'imposizione di limitazioni o vincoli sull'attività di cava.

4.7.8 USO TURISTICO

Le tipologie di turismo compatibile con le finalità di tutela possono riguardare: 1) il turismo

naturalistico (sentieristica e trekking, bird-watching, orienteering); 2) il turismo invernale (sci

alpino, sci di fondo e di escursione, sci-orienteering, etc.), 3) il turismo eno-gastronomico (visita

aziende e luoghi di produzione, degustazioni, didattica, eventi a tema); 4) il turismo culturale (siti

archeologici borghi e castelli, musei, chiese, etc). Nello specifico, le aree Sic saranno interessate per

lo più da attività legate alle prime due tipologie.

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Arch. Rosaria PILIERI

Un ventaglio così concepito di diversificazione di offerta turistica implica la realizzazione di

interventi infrastrutturali, materiali ed immateriali ed il sostegno alla nascita o al consolidamento di

attività funzionali. L’ Ente gestore si esprimerà con proprio parere di competenza sugli interventi

programmati e coordinerà le varie attività.

4.7.9 USO PRODUTTIVO E DIVERSI

Gli usi produttivi intesi come attività legate all’artigianato produttivo, industria, commercio

all’ingrosso, depositi e magazzini, non sono compatibili con le finalità di tutela dei Sic. Non

saranno dunque previsti tali usi all’interno del perimetro delle Sic.

4.7.10 USO INSEDIATIVO

L’ uso insediativo non sarà in generale consentito all’interno dei Sic. Si considerano compatibili

quegli interventi relativi alla realizzazione di nuove strutture ricettive a basso impatto funzionali

alle attività turistiche (rifugi di montagna, centri visita, etc.), o strutture temporanee, autorizzate

secondo la normativa vigente e in accordo con l’ Ente gestore.

4.8 INTERVENTI DI GESTIONE

Una volta messe a punto le strategie gestionali di massima, sono state individuate delle specifiche

azioni da intraprendere (generali o localizzate), unitamente ad una valutazione dei costi che devono

supportare tali azioni e dei tempi necessari per la loro realizzazione.

Queste possono essere così suddivise:

Interventi attivi (IA), generalmente finalizzati a rimuovere/ridurre un fattore di disturbo, ovvero a

“orientare” una dinamica naturale. Tali interventi spesso possono avere carattere strutturale e la loro

realizzazione è maggiormente evidenziabile e processabile. Nella strategia di gestione individuata

per il Sito, gli interventi attivi sono necessari soprattutto nella fase iniziale di gestione, al fine di

ottenere un “recupero” delle dinamiche naturali, configurandosi in tal senso come interventi una

tantum a cui far seguire interventi di mantenimento o azioni di monitoraggio ma non è da

escludersi, soprattutto in ambito forestale, una periodicità degli stessi in relazione al carattere

dinamico degli habitat e dei fattori di minaccia.

Regolamentazioni (RE) sono quelle azioni di gestione i cui effetti sullo stato favorevole di

conservazione degli habitat e delle specie, sono frutto di scelte programmatiche che

suggeriscano/raccomandino comportamenti da adottare in determinate circostanze e luoghi. I

comportamenti in questione possono essere individuali o della collettività e riferibili a indirizzi

gestionali. Il valore di cogenza viene assunto nel momento in cui l’autorità competente per la

gestione del Sito attribuisce alle raccomandazioni significato di norma o di regola. Dalle

regolamentazioni possono scaturire indicazioni di gestione con carattere di interventi

attivi,programmi di monitoraggio, incentivazioni.

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Arch. Rosaria PILIERI

Incentivazioni (IN) hanno la finalità di sollecitare l’introduzione presso le popolazioni locali di

pratiche, procedure o metodologie gestionali di varia natura (agricole, forestali, produttive ecc.) che

favoriscano il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Gestione.

Programmi di monitoraggio e/o ricerca (MR) hanno la finalità di misurare lo stato di

conservazione di habitat e specie, oltre che di verificare il successo delle azioni proposte dal Piano

di Gestione; tra tali programmi sono stati inseriti anche gli approfondimenti conoscitivi necessari a

definire più precisamente gli indirizzi di gestione e a tarare la strategia individuata.

Programmi didattici (PD) sono direttamente orientati alla diffusione di conoscenze e modelli di

comportamenti sostenibili che mirano, attraverso il coinvolgimento delle popolazioni locali, alla

tutela dei valori del Sito.

Gli interventi proposti per il finanziamento dovranno essere coerenti con le misure di conservazione

prescritte nel DM Ambiente del 17.10.2007. I risultati dovranno essere monitorati periodicamente

tramite indicatori, al fine di valutare l’efficacia delle azioni ed eventualmente modificare la strategia

di gestione.

L’insieme delle schede rappresenta il prodotto operativo del PdG ed è parte integrante della

strategia di gestione. La singola scheda illustra in sintesi gli elementi necessari per comprendere le

finalità, il contesto e le modalità di attuazione dell’azione cui si riferisce.

La struttura delle schede è stata concepita con l’obiettivo di visualizzare in modo sintetico tutti gli

elementi necessari per comprendere e attuare il singolo intervento. Contiene i seguenti campi:

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Arch. Rosaria PILIERI

4.8.1 SCHEDE DEGLI INTERVENTI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210180 Monte Madonna di Viggiano, IT9210170 Monte Caldarosa, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205

Monte VolturinoNOME AZIONE Adeguamento strumenti urbanistici generali dei Comuni

interessati dai SicCODICE AZIONE URB.01LOCALIZZAZIONE

Territori Comunali interessati dai Sic

TIPO AZIONE RE.01DESCRIZIONE AZIONE L’ adeguamento dei piani urbanistici vigenti alle finalità di

tutela dei Sic, implica l’ implementazione dei nuovi strumenti ex L.R. 23/99 (Regolamento urbanistico, Piano Strutturale) con previsioni di tutela per i Sic stessi

HABITAT INTERESSATI TuttiSPECIE INTERESSATE TuttiCOMUNI INTERESSATI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello, (Provincia di Potenza)

OBIETTIVI GENERALI Valorizzazione delle risorse naturali e territoriali OBIETTIVI SPECIFICI

Promozione di usi del territorio compatibili con la tutela delle aree SIC

NORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003

L.R. 23/99BENEFICIARI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello

ALTRI SOGGETTI Regione, Ente ParcoRELAZIONI Relazione con azione : URB.02PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali COSTI MediFONTI DI FINANZIAMENTO Royalties comunali

TEMPI DI REALIZZAZIONE Alti

PERIODICITA' OrdinariaPRIORITA' AltaINDICATORI % suoli permeabili sul territorio comunale, % aree vincolate

sul territorio comunale

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DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210180 Monte Madonna di Viggiano, IT9210170 Monte Caldarosa, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205

Monte VolturinoNOME AZIONE Coordinamento Piani di assestamento forestaleCODICE AZIONE URB.02LOCALIZZAZIONE

Territori Comunali

TIPO AZIONE RE.02

DESCRIZIONE AZIONEApprovazione Piani comunali ancora in itinere; Coordinamento tra i Piani e gestione integrata di tutte le aree boschive di proprietà comunale presenti nell’ATO

HABITAT INTERESSATI TuttiSPECIE INTERESSATE TuttiCOMUNI INTERESSATI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello, (Provincia di Potenza)

OBIETTIVI GENERALI Valorizzazione delle risorse naturali e territoriali OBIETTIVI SPECIFICI

Tutela e valorizzazione della risorsa forestale

NORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003

L.R. n.42/98BENEFICIARI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello

ALTRI SOGGETTI Regione, Ente ParcoRELAZIONI Relazione con azione : URB.01PIANIFICAZIONE Piani di assestamento forestale COSTI MediFONTI DI FINANZIAMENTO Royalties comunali

TEMPI DI REALIZZAZIONE Alti

PERIODICITA' StraordinariaPRIORITA' MediaINDICATORI

n. interventi di rimboschimento annui

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210170 Monte Caldarosa, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205 Monte Volturino

NOME AZIONE Predisposizione di punti di osservazione dell’avifauna (birdwatching)

CODICE AZIONE URB.03LOCALIZZAZIONE

Monte Enoc, Monte Serra di Calvello, Monte Volturino

TIPO AZIONE IA.03DESCRIZIONE AZIONE Realizzazione di stazioni fisse dotate di strumentazione

opportuna alla osservazione della fauna, realizzazione di cartellonistica divulgativa

HABITAT INTERESSATI da valutareSPECIE INTERESSATE da valutareCOMUNI INTERESSATI Viggiano, Marsiconuovo, Marsicovetere, CalvelloOBIETTIVI GENERALI Promozione e sviluppo del turismo ecosostenibileOBIETTIVI SPECIFICI Potenziamento dei servizi e delle infrastrutture a supporto

dello sviluppo turisticoNORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001

D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003BENEFICIARI Comuni interessati, Parco Nazionale dell'Appennino Lucano -

Val d'Agri - LagonegreseALTRI SOGGETTI Regione, Ente Parco, cooperative RELAZIONI Relazione con azione : URB.04, 05, 06, 07, 08PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI bassiFONTI DI FINANZIAMENTO

Fesr 2007-2013 Asse IV

TEMPI DI REALIZZAZIONE

Brevi

PERIODICITA' StraordinariaPRIORITA' MediaINDICATORI N. di visitatori, n. di stazioni attrezzate e n. di cartelli

posizionati

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DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210180 Monte Madonna di Viggiano, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205 Monte Volturino

NOME AZIONERipristino di sentieri e tratturi storici e adeguamento di quelli

percorribili

CODICE AZIONE URB.04LOCALIZZAZIONE Sentiero del binario (Bosco Autiero - Monte Saraceno),

Sentiero delle serre (Piana del Lago - Acqua dell’ Abete), Sentieri del Volturino, Sentiero Monte Madonna di Viggiano

TIPO AZIONE IA.04DESCRIZIONE AZIONE Messa in sicurezza dei sentieri già esistenti, collegamento

degli stessi con nuovi sentieri tracciati su percorsi storici Si prevede l’utilizzo di cartellonistica esplicativa e deplians informativi

HABITAT INTERESSATI da valutareSPECIE INTERESSATE da valutareCOMUNI INTERESSATI Viggiano, Calvello, MarsicovetereOBIETTIVI GENERALI Promozione e sviluppo del turismo ecocompatibileOBIETTIVI SPECIFICI Rimuovere i potenziali pericolo per escursionisti e visitatori in

genere sui sentieri esistenti. Valorizzare la rete storica dei sentieri e tratturi dell’area.

NORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003

BENEFICIARI Comune di Viggiano, Comune di Calvello, Comune di Marsicovetere, Provincia di Potenza, Parco Nazionale

dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - LagonegreseALTRI SOGGETTI Regione Basilicata, associazioni culturali-sportive esistenti

sul territorio.RELAZIONI Relazione con azione URB. 03, 05, 06, 07, 08PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI MediFONTI DI FINANZIAMENTO Fesr 2007-2013 Asse IV

TEMPI DI REALIZZAZIONE Medi

PERIODICITA' StraordinariaPRIORITA' MediaINDICATORI

N. di visitatori, n. di cartelli installati, Km di percorsi attrezzati

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210180 Monte Madonna di Viggiano, IT9210170 Monte Caldarosa, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205

Monte VolturinoNOME AZIONE Realizzazione di aree attrezzate e parcheggi a valle del

sentieroCODICE AZIONE URB.05LOCALIZZAZIONE Monte Madonna di Viggiano, Monte Caldarosa, Monte Serra di

Calvello, Monte VolturinoTIPO AZIONE IA-05DESCRIZIONE AZIONE Impedire il più possibile l’ingresso alle aree Sic di mezzi di

trasporto a motore, attraverso la realizzazione di parcheggi sul perimetro delle sic ed incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico e di quello individuale ecocompatibile

HABITAT INTERESSATI da valutareSPECIE INTERESSATE da valutareCOMUNI INTERESSATI Comune di Viggiano, Comune di Marsicovetere, Comune di

Calvello, Comune di MarsiconuovoOBIETTIVI GENERALI Promozione e sviluppo del turismo ecocompatibileOBIETTIVI SPECIFICI

Miglioramento delle condizioni di accessibilità alle aree di visita e fruizione

NORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003

BENEFICIARI Comune di Viggiano, Comune di Marsicovetere, Comune di Calvello, Comune di Marsiconuovo, Provincia di Potenza,

Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese

ALTRI SOGGETTI Regione Basilicata, Associazioni/cooperative interessate al progetto.

RELAZIONI Relazione con azione URB.03, 04, 06, 07, 08 PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI Medio-AltiFONTI DI FINANZIAMENTO Fesr 2007-2013 Asse IV

TEMPI DI REALIZZAZIONE Medio-Alti

PERIODICITA' StraordinariaPRIORITA' MediaINDICATORI N.di servizi trasporti pubblici e parcheggi di

interscambio

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210180 Monte Madonna di Viggiano, IT9210170 Monte Caldarosa, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205

Monte VolturinoNOME AZIONE Manutenzione e messa in sicurezza delle strade carrabili ed

interpoderali di accesso ed interne al SicCODICE AZIONE URB.06LOCALIZZAZIONE Monte Madonna di Viggiano, Monte Caldarosa, Monte Serra di

Calvello, Monte VolturinoTIPO AZIONE IA-06DESCRIZIONE AZIONE Interventi generalizzati per la sistemazione della sede stradale

e localizzati per il recupero delle strutture di sostegno Ripristino delle strade interpoderali con tecniche e tipologie di pavimentazioni in terra naturale stabilizzata evitando l'utilizzo di materiali tipo i conglomerati bituminosi

HABITAT INTERESSATI da valutareSPECIE INTERESSATE da valutareCOMUNI INTERESSATI Comune di Viggiano, Comune di Marsicovetere, Comune di

Calvello, Comune di MarsiconuovoOBIETTIVI GENERALI Promozione e sviluppo del turismo ecocompatibileOBIETTIVI SPECIFICI

Miglioramento delle condizioni di accessibilità alle aree di visita e fruizione

NORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003

BENEFICIARI Comune di Viggiano, Comune di Marsicovetere, Comune di Calvello, Comune di Marsiconuovo, Provincia di Potenza,

Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese

ALTRI SOGGETTI Regione Basilicata, ANASRELAZIONI Relazione con azione URB.03, 04, 05, 07, 08 PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI Medio-AltiFONTI DI FINANZIAMENTO Fesr 2007-2013 Asse IV

TEMPI DI REALIZZAZIONE Medio-Alti

PERIODICITA' StraordinariaPRIORITA' MediaINDICATORI

Km di strada sistemata, N° visitatori/annui

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210205 Monte Volturino ; IT9210180 Monte Madonna di Viggiano

NOME AZIONE Progetto integrato per la valorizzazione degli itinerari religiosiCODICE AZIONE URB.07LOCALIZZAZIONE Monte Madonna di Viggiano, Monte Volturino;

coordinate (WGS84 UTM 33N):- Madonna Assunta (569499,09E;4473187,81N);

- Madonna del Saraceno (571517,12E;4473973,99N);- Madonna di Viggiano (572884,66E;4470331,46N)

TIPO AZIONE IA.07DESCRIZIONE AZIONE Progetto per la valorizzazione di percorsi già esistenti e

realizzazione di nuovi percorsi atti a collegare i santuari rurali esistenti sul territorio. Tali itinerari saranno percorribili per gran parte in mountain-bike, a piedi e per alcuni tratti si prevede l’utilizzo di mezzi pubblici. Recupero e/o ripristino dei percorsi di collegamento dei diversi santuari rurali all’interno delle aree Sic Madonna di Viggiano e Volturino.

HABITAT INTERESSATI da valutareSPECIE INTERESSATE da valutareCOMUNI INTERESSATI Viggiano, Marsicovetere, CalvelloOBIETTIVI GENERALI Promozione e sviluppo del turismo ecocompatibileOBIETTIVI SPECIFICI Promozione di iniziative di marketing territoriale per la

valorizzazione turistica dei sitiNORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001

D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003BENEFICIARI Comune di Viggiano, Comune di Marsicovetere, Comune di

Calvello, Provincia di Potenza, Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese

ALTRI SOGGETTI Regione Basilicata, Organizzazioni religiose presenti nel territorio

RELAZIONI Relazione con azione URB.03, 04, 05, 06, 08PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI MediFONTI DI FINANZIAMENTO

Fesr 2007-2013 Asse IV

TEMPI DI REALIZZAZIONE

Medi

PERIODICITA' StraordinariaPRIORITA' MediaINDICATORI N. di visitatori/annui, n. di cartelli installati, Km di percorsi

attrezzati

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITIIT9210205 Monte Volturino

NOME AZIONE Promuovere attività sportive ecosostenibili quali l’ orienteering

CODICE AZIONE URB.08LOCALIZZAZIONE Potenza, Viggiano, Monte Volturino

coordinate WGS84 UTM 33N : 569483,82E;4474286,27N (baricentro area interessata)

TIPO AZIONE IN.08DESCRIZIONE AZIONE Incentivare gli sport ecocompatibili in un contesto territoriale

già caratterizzato da pratiche sportive. L’obiettivo di tale attività sarà quello della sensibilizzazione dei partecipanti al patrimonio naturalistico-culturale dell’area boschiva del Volturino e, allo stesso tempo, l’avvicinamento dei ragazzi allo sport in ambiente naturale.

HABITAT INTERESSATI da valutareSPECIE INTERESSATE da valutareCOMUNI INTERESSATI Marsicovetere, CalvelloOBIETTIVI GENERALI Promozione e sviluppo del turismo ecocompatibileOBIETTIVI SPECIFICI Promozione di iniziative di marketing territoriale per la

valorizzazione turistica dei sitiNORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001

D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003BENEFICIARI Comune di Marsicovetere, Comune di Calvello Provincia di

Potenza, Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri – Lagonegrese

ALTRI SOGGETTI Regione Basilicata – Associazioni sportive presenti sul territorio

RELAZIONI Relazione con azione URB.03, 04, 05, 06, 07PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI bassiFONTI DI FINANZIAMENTO

Fesr 2007-2013 Asse IV

TEMPI DI REALIZZAZIONE

Bassi

PERIODICITA' StagionalePRIORITA' MediaINDICATORI

N. di presenze rapportate all’investimento effettuato

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210180 Monte Madonna di Viggiano, IT9210170 Monte Caldarosa, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205

Monte VolturinoNOME AZIONE Formazione degli operatori turisticiCODICE AZIONE URB.09LOCALIZZAZIONE

Territori Comunali interessati dai Sic

TIPO AZIONE IN.09DESCRIZIONE AZIONE

Incentivare la formazione di tutti quegli operatori e soggetti, sia privati sia pubblici, che, in un modo o nell’altro, avranno laresponsabilità di interfacciarsi col turista/visitatore/utente del territorio

HABITAT INTERESSATI da valutareSPECIE INTERESSATE da valutareCOMUNI INTERESSATI Viggiano, Marsiconuovo, Marsicovetere, CalvelloOBIETTIVI GENERALI Promozione e sviluppo del turismo ecocompatibileOBIETTIVI SPECIFICI Promozione di iniziative di marketing territoriale per la

valorizzazione turistica dei sitiNORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001

D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003BENEFICIARI Comune di Viggiano, Comune di Marsiconuovo, Comune di

Marsicovetere, Comune di Calvello- Provincia di PotenzaALTRI SOGGETTI Regione Basilicata, Ente Parco, ATP, Pro-locoRELAZIONI Relazione con azione URB. 03,04,05,06,07,08,13PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI MediFONTI DI FINANZIAMENTO

Fesr 2007-2013 Asse IV

TEMPI DI REALIZZAZIONE

Medi

PERIODICITA' StagionalePRIORITA' MediaINDICATORI

n. visitatori/annui, n. corsi di formazione annui

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210205 Monte Madonna di Viggiano, IT9210240 Monte Caldarosa, IT9210170 Monte Serra di Calvello

NOME AZIONE Valutazione di incidenza sull’ attività estrattiva petroliferaCODICE AZIONE URB.10LOCALIZZAZIONE Pozzo Alli (Marsicovetere), “Pergola ″ (Marsiconuovo), “S.Elia

″ (Marsicovetere), “Cerro Falcone″ (Serra di Calvello); “Caldarosa” (Monte Caldarosa)

TIPO AZIONE MR.10DESCRIZIONE AZIONE Valutazione di incidenza sulla presenza dei pozzi petroliferi

sul perimetro dei Sic:FASE 1: verifica (screening), possibile incidenza significativa su un sito della rete Natura 2000FASE 2: valutazione "appropriata" con individuazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarieFASE 3: analisi di soluzioni alternativeFASE 4: definizione di misure di compensazione - individuazione di azioni, anche preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste

HABITAT INTERESSATI TuttiSPECIE INTERESSATE TuttiCOMUNI INTERESSATI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello, Provincia di Potenza

OBIETTIVI GENERALI Mitigazione degli impatti antropiciOBIETTIVI SPECIFICI Eliminazione o limitazione delle minacce e dei fattori di

impatto potenzialmente incidenti sugli habitat e specie. Monitoraggio continuo delle attività di estrazione petrolifera.

NORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003

BENEFICIARI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello, Provincia di

Potenza.ALTRI SOGGETTI Società ENI spa, Regione Basilicata, associazioni ambientali

esistenti sul territorio.RELAZIONI Relazione con azione URB.10PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI AltiFONTI DI FINANZIAMENTO Royalties Comunali

TEMPI DI REALIZZAZIONE Alti

PERIODICITA' OrdinariaPRIORITA' AltaINDICATORI Percentuali di perdita di aree di habitat, n. di frammentazioni,

n. di perturbazioni, n. di cambiamenti negli elementi principali del sito

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210180 Monte Madonna di Viggiano, IT9210170 Monte Caldarosa, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205

Monte VolturinoNOME AZIONE Eliminazione e/o trasferimento di linee elettriche ed impianti

tecnologici fuori dai confini SicCODICE AZIONE URB.11LOCALIZZAZIONE Monte Madonna di Viggiano, Monte Caldarosa, Monte Serra di

Calvello, Monte VolturinoTIPO AZIONE IA.11DESCRIZIONE AZIONE Sarà prevista la possibilità di de-localizzare gli impianti

esistenti più impattivi in aree esterne ai SIcHABITAT INTERESSATI da valutareSPECIE INTERESSATE da valutareCOMUNI INTERESSATI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello, Provincia di Potenza

OBIETTIVI GENERALI Mitigazione degli impatti antropiciOBIETTIVI SPECIFICI

Mitigazione degli impatti delle infrastrutture viarie, delle reti tecnologiche e degli impianti esistenti

NORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003

D.Lgs 152/99BENEFICIARI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello, Provincia di Potenza.

ALTRI SOGGETTI Regione Basilicata, Enti gestori reti tecnologicheRELAZIONI Relazione con azione URB.06, 09PIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI AltiFONTI DI FINANZIAMENTO Royalties Comunali

TEMPI DI REALIZZAZIONE Alti

PERIODICITA' StraordinariaPRIORITA' AltaINDICATORI

ml di reti delocalizzate, n. di impianti delocalizzati/kmq

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210180 Monte Madonna di Viggiano, IT9210170 Monte Caldarosa, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205

Monte VolturinoNOME AZIONE Incentivare Forum partecipativi CODICE AZIONE URB.12LOCALIZZAZIONE

Territori Comunali interessati dai Sic

TIPO AZIONE IN.12DESCRIZIONE AZIONE Incentivare Forum partecipativi simili a quelli previsti

dall’Agenda 21: Il Forum e i gruppi di lavoro tematici si riuniscono periodicamente per discutere le attività, gli obiettivi generali, i progetti in corso e il loro monitoraggio.

HABITAT INTERESSATI TuttiSPECIE INTERESSATE TuttiCOMUNI INTERESSATI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello, OBIETTIVI GENERALI Promuovere forme innovative di concertazioneOBIETTIVI SPECIFICI Promuovere modelli innovativi di “governance”

NORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003

L.R. 23/99BENEFICIARI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello

ALTRI SOGGETTI Regione, Ente Parco, imprese, associazioni del volontariato, sindacati, enti di controllo, ordini professionali, singoli cittadini

RELAZIONI Relazione con tutte le azioniPIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI mediFONTI DI FINANZIAMENTO Fesr 2007-2013 Asse VIII

TEMPI DI REALIZZAZIONE Alti

PERIODICITA' OrdinariaPRIORITA' MediaINDICATORI

n. di incontri (tavole rotonde) annui

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Arch. Rosaria PILIERI

DENOMINAZIONE DEL PIANO Piano di gestione ATO 12

CODICE SITI IT9210180 Monte Madonna di Viggiano, IT9210170 Monte Caldarosa, IT9210240 Monte Serra di Calvello, IT9210205

Monte VolturinoNOME AZIONE Iniziative di educazione ambientale nelle scuole CODICE AZIONE URB.13LOCALIZZAZIONE

Territori Comunali interessati dai Sic

TIPO AZIONE IN.13DESCRIZIONE AZIONE Incentivare iniziative di educazione ambientale nelle scuole di

ogni ordine e grado dei Comuni interessati dai SicHABITAT INTERESSATI TuttiSPECIE INTERESSATE TuttiCOMUNI INTERESSATI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di

Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello, OBIETTIVI GENERALI Promuovere forme di comunicazione ed informazioneOBIETTIVI SPECIFICI Aumentare la conoscenza dei siti promuovere forme di

sensibilizzazioneNORME Dir. n. 2001/42/CE del 27.06.2001

D.P.R. n. 357/1997 - Testo coordinato al D.P.R. 120/2003L.R. 23/99

BENEFICIARI Comune di Marsicovetere, Comune di Viggiano, Comune di Marsiconuovo, Comune di Serra di Calvello

ALTRI SOGGETTI Regione, Ente Parco, associazioni ambientaliste, cittadiniRELAZIONI Relazione con tutte le azioniPIANIFICAZIONE Strumenti urbanistici comunali, Piano paesistico di Sellata –

Volturino – Madonna di Viggiano, PPE Volturino – Madonna di Viggiano

COSTI mediFONTI DI FINANZIAMENTO Fesr 2007-2013 Asse VIII

TEMPI DI REALIZZAZIONE Medi

PERIODICITA' OrdinariaPRIORITA' MediaINDICATORI

n. di corsi didattici annui

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Arch. Rosaria PILIERI

4.8.2 GLI INTERVENTI GESTIONALI PER SINGOLO HABITAT PRESENTE

ALL’INTERNO DEL S.I.C.

(altra competenza)

4.8.3 GLI INTERVENTI GESTIONALI PER SINGOLE SPECIE PRESENTI

ALL’INTERNO DEL S.I.C.

(altra competenza)

4.8.4 CRONOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

Da concordare con gli altri componenti del gruppo

CARTOGRAFIE

C17. Carta delle azioni e delle strategie gestionali in scala 1:10.000.

ALLEGATI

File excel con scheda e database

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Arch. Rosaria PILIERI

5. PIANO DI MONITORAGGIO

(altra competenza)

5.1.1 FINALITÀ E SCOPI

(altra competenza)

5.1.2 PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI MONITORAGGIO

Cod Az Nome Azione Indicatori Tipo di Rilevamento Periodicità

URB.01

Adeguamento strumenti urbanistici

generali dei Comuni

interessati dai Sic

% suoli permeabili sul

territorio comunale,

% aree vincolate sul territorio

comunale

URB.02

CoordinamentoPiani di

Assestamento forestale

n. interventi di rimboschimento

annui

URB.03

Predisposizione di punti di

osservazione dell’ avifauna

(birdwatching)

N. di visitatori, n. di stazioni

attrezzate e n. di cartelli

posizionati

URB.04

Ripristino di sentieri e tratturi

storici ed adeguamento

dei quelli percorribili

N. di visitatori, n. di cartelli

installati, Km di percorsi attrezzati

URB.05

Realizzazione di aree attrezzate e parcheggi a valle

del sentiero

N.di servizi trasporti pubblici

e parcheggi di interscambio

URB.06

Manutenzione e messa in

sicurezza delle strade carrabili

ed interpoderali di accesso ed interne al Sic

Km di strada sistemata, N°

visitatori/annui

URB.07

Progetto integrato per la valorizzazione

dei sentieri religiosi

N. di visitatori/annui,

n. di cartelli installati, Km di

percorsi attrezzati

URB.8

Promuovere Attività sportive ecosostenibili

quale l’ orienteering

N. di presenze rapportate

all’investimento effettuato

URB.9 Formazione degli n. visitatori annui, n. corsi di

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Arch. Rosaria PILIERI

operatori turistici formazione annui

URB.10

Valutazioni di incidenza attività

estrattiva petrolifera

Percentuali di perdita di aree di

habitat, n. di frammentazioni,

n. di perturbazioni, n. di cambiamenti negli elementi

principali del sito

URB.11

Eliminazione e/o trasferimento di linee elettriche

ed impianti tecnologici fuori dai confini dei Sic

ml di reti delocalizzate, n.

di impianti delocalizzati/kmq

URB.12Incentivare

Forum partecipativi

n. di incontri (tavole rotonde)

annui

URB.13

Iniziative di educazione

ambientale nelle scuole

n. di corsi didattici annui

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Arch. Rosaria PILIERI

6. PIANO DI COMUNICAZIONE

(altra competenza)

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Arch. Rosaria PILIERI

7. BIBLIOGRAFIA

7.1 TERRITORIO FISICO: GEOLOGIA, CLIMA, PEDOLOGIA, IDROLOGIA ETC.

(altra competenza)

7.2 FLORA E VEGETAZIONE

(altra competenza)

7.3 FAUNA

(altra competenza)

7.4 AGRICOLTURA E FORESTE

(altra competenza)

7.5 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E CONTESTO SOCIALE

Regione Basilicata- Dip. Ambiente e Territorio, Sistema ecologico funzionale territoriale, Potenza;

Pontrandolfi P., Documento Preliminare al Piano Strutturale della Provincia di Potenza, Grafica Montese,

Potenza 2007;

Murgante B., L’informazione geografica a supporto della pianificazione territoriale, FrancoAngeli, Milano 2008;

SITOGRAFIA:

http://www.pitvaldagri.altervista.org/

http://www.pofesr.basilicata.it/

http://www.povaldagri.basilicata.it/povaldagri/

http://www.parcoappenninolucano.it/ http://www.aptbasilicata.it/

http://www.basilicata.cc/

http://www.comune.abriola.pz.it/

http://comune.corleto.it/

http://www.comunecalvello.com/

http://www.comunemarsiconuovo.gov.it/

http://www.comune.marsicovetere.pz.it/

http://www.comuneviggiano.it/