LA STRADA RACCONTA

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Progetto geo-storia LA STRADA RACCONTA Scuola dell’Infanzia Andersen I° Circolo Spinea 20 Bambini e Bambine di 4 anni Ins.: Daniela Vio e Serenella Marangon Documentazione a cura di S. Marangon

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percorso di geo-storia Scuola Infanzia "Andersen" Spinea (VE) Bambini 4 anni

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Progetto geo-storia

LA STRADA RACCONTAScuola dell’Infanzia Andersen I° Circolo Spinea

20 Bambini e Bambine di 4 anni

Ins.: Daniela Vio e Serenella Marangon

Documentazione a cura di S. Marangon

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•Dimostra curiosità verso i luoghi del territorio osservati nelle sue

caratteristiche geografiche e storiche

•Racconta ciò che vede e lo rappresenta

•Si sente emotivamente coinvolto nella conoscenza del territorio

•Scopre, legge, analizza gli aspetti del territorio che si trovano

vicini alla scuola attraverso l’osservazione del luogo e dei suoi

segni

•Collega le informazioni ricevute da fonti orali e iconografiche con

il luogo di oggi rilevando il cambiamento

Scoprire, leggere, analizzare aspetti del territorio che si trovano

vicini alla scuola attraverso l’osservazione del luogo e dei suoi segni.

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LO SCORSO ANNO HANNO “SCOPERTO” IL PRIMA DEL PARCO, COSA C’ERA PRIMA AL POSTO DEL PARCO.

QUEST’ANNO SIAMO USCITI IN STRADA A OSSERVARE COME VIENE VISSUTA ORA E CERCANDO NOTIZIE DI COME VENIVA VISSUTA UNA VOLTA AL TEMPO DEI NONNI.L’ANNO PROSSIMO …

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Abbiamo invitato lo

Il gioco dei 4 cantoni

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Lo zio Dario ci racconta : “Quando ero piccolo come voi restavo con la mamma, giocavo in casa o sotto casa con i fratelli. Si faceva colazione caffelatte con il pane e via a giocare in giro con gli amici. Alle elementari ci trovavamo in 7 8 “piccinini”, uno o due erano un po’ più grandi e badavano a tutti gli altri. Andavamo per stradastrada, tanto non c’erano le macchine, se ne vedeva una ogni tanto. Potevamo giocare sicuri. Passava qualche bicicletta, qualche carrozza, dei carri. Altrimenti la strada era libera, tutta per noi. Giocavamo tutti assieme, i grandi facevano un po’da capi e regolavano il gioco. Non avevamo giochi, a volte avevamo un pallone vecchio un po’ sgonfio. Non avevamo biciclette. Ma conoscevamo tantissimi giochi, alcuni c’è li costruivamo noi. A noi importava solo stare insieme e divertirci.

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Giocavamo: a 4 cantoni. A nascondino. A piera alta. A campanon. A fazzoletto. A palla avvelenata. A sciocco e spanna con un tacco. A lippo o mazza e pindoeo con dei manici di scopa tagliati. A cimbani con i tappi corona riempiti di stucco. A bilie fatte con l’argilla ………

Proviamo a giocare a nascondino.

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Eleonora

Alex: giochiamo a nascondino, io sto cercando gli altri

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Non è facile. Si deve tirare un sasso, o un gioco su uno dei numeri e poi sideve saltare a prenderlo.

Dove c’è una casella salti con 1 piede. Dove ci sono 2 caselle salti con 2 piedi. Ma devi stare in equilibrio. Puoi cadere con 2 piedi allora sbagli. E ricominci.

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Nonno Dario ci ha raccontato che li faceva con stucco e tappi corona. Noi non abbiamo lo stucco allora useremo il pongo.

Scaldiamo del pongo

riempiamo i tappi corona

disegniamola parte superiore per riconoscerlo

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Dipingiamo delle piste e proviamo a giocare. Come lo dobbiamo spingere? Con le dita. Il pollice tiene il dito indice e poi lo fa “partire”, colpisce il tappo cosìlo spinge in avanti.

Dario giocava fuori per terra, noi …

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Davide: ho tirato il tappo con il pollice piegato e l’indice cosìscivola avanti.

Lorenzo: sono io che tiro il tappo. Lo tiro con le mani , con le dita.

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Ci sono tantissime persone, un po’di case intorno e tanti bambini. Tutti che giocano. Ma no i giochi di adesso giochi di una volta .quelli di legno o quelli fatti da loro.

A cavallo di una ringhiera. Con le biglie. Con le bocce. A pigna: deve rompere un sacchetto con un bastone. Adesso ci mettono dentro delle caramelle una volta non so. Tanti giocano a cavalluccio in vari modi. Una suona il flauto. Altri giocano con dei cerchi di legno. I bambini sono vestiti strano, sembrano un po’ vecchietti, tutti hanno il cappello. Forse hanno freddo. Hanno le pantofole, non hanno le scarpe come noi. C’è un bambino che gioca con un cavallo di legno.

Creiamo un nostro quadro: facciamo la cornice e rappresentiamo il gioco che c’èpiaciuto di piùo che ci ha colpito

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È una terra particolare che inizialmente è morbida e poi si indurisce. Noi cosa potremmo usare? La pasta di sale, poi aspettiamo che si asciughi e poi giochiamo. Perché così diventa dura come il “vetro”

Sono delle palline che si tiravano con un dito in una pista. Il nonno Dario se le costruiva con l’argilla, noi cosa potremmo usare? Cos’è l’argilla?

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I bambini hanno chiesto dove prendevano l’argilla una volta, così gli ho ricordato il lavoro fatto dai medi dell’anno scorso sulla fornace per la costruzione dei mattoni, fatti appunto con l’argilla, presa dal terreno dove hanno realizzato il Parco Nuove Gemme.

I bambini dopo averle realizzate hanno colorato le biglie, e hanno provato a giocare. Ma i bambini si sono accorti che le palline uscivano dalla pista allora hanno deciso di costruire dei bordi per contenere la corsa.

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Carlotta

Evelyn

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Con tacchi e figurine.

Con dei tacchi e delle figurine che ognuno si è creato, giochiamo a coppie. Chi si avvicina di una spanna alla figurina dell’avversario, gli vince la figurina.

Si gioca a coppie, si lancia, si controlla, si verifica.

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Andrea

Cecilia

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Dobbiamo metterci metà da una parte e metà dall’altra. Ogni uno ha un numero … bisogna ricordarselo. Si deve stare attenti … quando la maestra chiama il tuo numero devi correre prima dell’alto bambino … e arrivare a prendere per primo il fazzoletto.

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Pietro

Giorgia

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Con dei fogli tagliati a rettangoli, li avvolgiamo e facciamo dei coni, le “piroe” che poi vengono “sparate”spinte fuori da un tubetto soffiandoci dentro.

È difficile costruire le piroe, e anche “spararle”ma è bello tirarle.

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Con un rametto di un albero e un elastico, una volta riuscivano a costruirsi questo “gioco”. Lanciavano dei sassi, noi cosa potremmo usare? Dei tappi. Che tipo? Quelli di sughero che non fanno male se ti prendono. Non è facile lanciare dove vuoi tu … Non èfacile lanciare. Ci vuole un po’ di forza.

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Bisogna guardare bene. Mirare. Tenere la mano ferma e lasciare l’elastico.

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IL GATTO E IL TOPO Con un mattone di legno si tira un tappo come nel gioco del “curling”. Proviamo. È divertente. È facile. Puoi tirarlo dove vuoi. Lo spingi. Il legno è il gatto che vuole prendere il topo. Ma lui scappa sempre.

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Carlotta

Sono io che tiro il tappo a Pietro

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Andiamo a osservare via Rossignago, cosa vediamo. Passano tante macchine. Adesso passa un camion. Anche i camper. Le biciclette. Le moto. Le persone a piedi camminano sul marciapiedi. Nonno Dario diceva che giocava in strada e voi dite che è la strada è per le macchine? È pericolosa per noi bambini, passano sempre macchine, non è un posto dove andare a giocare …

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… ci verrebbero addosso. Noi giochiamo a casa o al parco, a scuola, in giardino, ma non in strada. Piet.: Una volta non c’erano le macchine. Leo: si c’erano, ma erano proprio poche, allora per questo era pericoloso giocare in strada.

Lorenzo

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Giada

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Davide: la macchina che frena perchè devono passare dei bambini.

Le strisce

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Pietro

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Via Rossignago come la vediamo oggi: piena di traffico, con tante case ai lati.

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Osserviamo le foto fatte ieri, cosa vediamo. Ci sono i cartelli stradali. Le righe bianche per attraversare. È di cemento, a volte di mattoni, per fare il marciapiedi. È blu-nera. C’è il marciapiedi per far camminare le persone che vanno a piedi. Gli alberi per fare ombra. E tante, tante case da tutte due le parti. Osserviamo delle foto di via Rossignago di una volta: quali differenze notate?

Non ci sono cartelli. Ci sono i pali dell’elettricità ma di legno. L’asfalto? Mi sembra che non ci sia. Sembra solo terra. Non c’è il marciapiede. Ci sono i fossi. Invece delle case ci sono tutti campi. E le piante nei campi. Non ci sono case vicino la strada , ma solo lontane. E nessuna macchina. Nessun camion. E nessuna bicicletta. Vuote. Si vedono alcune persone che lavorano sui campi.

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Mettiamoci in ascolto di tutti i suoni e rumori che sentiamo. Le macchine fanno tanto rumore. I camion. Io sento il rumore di un aereo anche se non lo vedo. Adesso c’è silenzio. Proprio silenzio. Si sentono le galline. Anche quando sbattono le ali. Gli uccellini che cantano.

Alyssa

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Cerchiamo di rappresentare graficamente i rumori ascoltati in via Rossignago.

Cosa ricordate …cosa avete sentito …come possiamo rappresentarlo … troviamo dei simboli per“descrivere”i rumori.

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Alyssa

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Lorenzo

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Le strade non sono asfaltate, non ci sono le righe. Non c’è il semaforo. Non ci sono macchine, c’è un cavallo. C’è una specie di treno … il tram. Ci sono bambini e persone in mezzo alla strada. Le persone sono vestite in modo diverso da noi.

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Alex: questo lancia i sassi con la fionda, gioca sulla strada dove non ci sono le righe perché ci sono poche macchine.

I bambini hanno dei giocattoli che non si usano più.

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Bamba

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Immaginiamo la giornata di un bambino di altri tempi: Darietto si sveglia …va alla fontana a prendere l’acqua … si lava su una bacinella … va a prendere la legna … va a prendere il latte … con il secchio … in una casa con la stalla e con le mucche … la mamma lo scalda sulla stufa … mangia latte con il pane … va a scuola a piedi, con gli zoccoli …anche con la pioggia …va da solo o fa la strada con altri bambini …quando torna a casa la mamma gli ha preparato da mangiare polenta e baccalà … fa i compiti e poi va giocare con gli altri bambini in giro … per le strade, per i campi, dove vogliono.

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Usciamo da scuola andiamo in via Rossignago, verso la fontana, alla ricerca di case antiche, vecchie, che c’erano già al tempo dei nonni. Rivediamo le foto fatte ieri e raccontiamo ciò che abbiamo incontrato. Abbiamo attraversiamo la strada … abbiamo camminato sotto agli alberi, c’era una panchina. Dopo una lunga siepe c’èra una chiesetta. Deve essere molto vecchia perché aveva il muro tutto scrostato e rovinato … c’èra un cartello con il disegno della chiesa. Se c’è il cartello vuol dire che è proprio veccia. Era chiusa, con la ringhiera tutta intorno, non si poteva andare vicino a vederla.

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Siamo andati avanti, abbiamo passato tante case, delle villette, belle nuove. Dell’altra parte della strada c’erano altre case ma meno nuove. Poi dalla nostra parte abbiamo trovato una via tutta di sassi. Dentro alla via si vedeva una casa ...

vecchia molto vecchia. Non era pitturata, si vedevano i mattoni. Le finestre erano tutte rovinate perché erano tante vecchie. C’era una scala per fuori tutta storta. Sbilenca. Non aveva il tetto come il nostro.

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Proseguendo lungo la stradina troviamo … il primo spazio aperto …

C’era un orto … no un campo. Con tante piantine. Da una parte c’erano le case. E in fondo, in fondo degli alberi. All’orizzonte. Tanto spazio. Dietro

agli alberi si vede solo una casa. Tutto libero, vuoto.

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Vicino alla nostra scuola ci sono tante case, e ne stanno costruendo ancora.

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E quello che rimane del …

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Nonna Mafalda ci ha raccontato: Ci ha mostrato una foto di com’era la sua casa una volta e poi abbiamo guardato la casa com’è adesso che l’ha messa a posto. Da una parte della casa prima c’era il fienile e sotto c’era la stalla per le mucche. Adesso ha fatto un pezzo di casa per sua figlia. Con il garage sotto. Le finestre sopra sono uguali 6 prima, 6 adesso. Il muro era scrostato, i balconi proprio vecchi. Poi ci ha raccontato di quando era piccola: in casa non aveva il termo ma la stufa per scaldarsi, ma solo in cucina. Quando si alzava alla mattina mangiava pane e latte. Di pomeriggio non faceva merenda. Andava a scuola a piedi fino ad Asseggiano, qui vicino. Non si portava la merenda a scuola. aveva l’astuccio di legno, solo con le matite e la gomma. Per camminare aveva solo un paio di scarpe di pelle e le doveva tenere bene, non le doveva rovinare. A scuola aveva il grembiule nero con il fiocco rosso, i maschi blu. Quando tornava a casa giocava con i fratelli e sorelle, e i bambini che abitavano vicino a lei, senza giochi ma con quello che trovava in giro. …………………………………..

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Osserviamo questi oggetti di uso comune, cosa sono? Questo è un ferro da stiro, si vede. Ma non è elettrico perché non ha il filo. È vecchio. Questa è un gratta formaggio di legno è di una volta. E quello lungo di legno è … lo prendono, lo toccano, riescono ad aprirlo e capiscono che èun astuccio per le matite, come quello di nonna Mafalda.

Davide

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Sono riusciti a rilevare tracce storiche nel nostro

territorio.

I bambini sono riusciti, in base ai dati storici

da loro raccolti, inventare una giornata

del passato …far finta che …

I bambini hanno dimostrato molta curiositàe interesse nello scoprire come vivevano i nonni una

volta.

Hanno saputo interagire con le persone che hanno

raccontato le loro esperienze del passato,

ponendo le domande giuste per trarre informazioni.