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La Società siciliana La Società siciliana sotto il dominio arabo sotto il dominio arabo Usi e costum i La lingua ara ba Arti e mestieri

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La Società siciliana sotto La Società siciliana sotto il dominio arabo il dominio arabo

Usi e costumi Usi e costumi

La lingua araba La lingua araba

Arti e mestieri Arti e mestieri

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Arti e mestieriArti e mestieri La Sicilia musulmana è una società complessa: gli invasori e i loro discendenti sono arabi, concentrati soprattutto a Palermo ; i berberi invece si trovano specialmente fra Mazara e Girgenti. Gli arabi sono funzionari del governo e ufficiali ma anche commercianti e agricoltori; i berbe-ri sono soprattutto soldati e contadini. Gli uni e gli altri portano nell’isola le tecniche d’irrigazione e canalizzazione nelle quali sono molto esperti, date le difficili condizioni della terra africana da cui provengono.

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Molto intenso è anche il commercio : Il legno abbondante, soprattutto nelle foreste della Sicilia orientale (Etna, Madonie, Peloritani) ma anche intorno a Castrogiovanni (Enna), Corleone e Girgenti,è esportato in Africa e in Spagna.Da Girgenti vengono esportati il salgemma, il cuoio e le pelli. Vengono importati invece olio, spezie e oro.

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Arabeschi, ceramiche, miniature …Arabeschi, ceramiche, miniature …Gli artisti arabi manifestano la loro creatività nelle arti minori, dalla ceramica ai bronzi, dalle miniature ai tessuti : una produzione ricchissima, caratterizzata da una fantasia decorativa inimitabile Sono motivi geometrici in un numero illimitato di combinazioni e d’intreccio; motivi floreali stilizzati e ripetuti più volte; caratteri grafici disposti con tale eleganza da trasformarsi in puro motivo ornamentale; figure di animali eseguite a linee semplici; anche la figura umana, semplificata, è ridotta ad elemento decorativo. In riferimento a questa straordinaria fantasia decorativa dimostrata dagli Arabi è stato coniato il termine «arabesco», a significare qualsiasi decorazione complessa e raffinata. La ceramica è impiegata per creare coppe, anfore, stoviglie… e per rivestire con mattonelle smaltate pareti interne ed esterne. Si tratta di ceramica invetriata, decorata con colori verde e marrone, a barrette verticali, ritrovata soprattutto nell’area urbana di Palermo.

vasi dalle forme diverse espressione dell’artigianato arabo

Bacino siculo- normanno decorato con una forma ovale (Caltagirone)

Anforette di terracotta non invetriata di forma tipicamente islamica

Con le miniature si illustrano: † libri di scienza, poesie, fiabe; † tessuti per tappezzerie e soprattutto tappeti.  

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Le formelle possono essere utilizzate sia tagliate in tessere per comporre mosaici, sia intere, disegnate e colorate.

I musulmani hanno impiegato il colore in architettura come nessun altro popolo, rivestendo tanto l’interno quanto l’esterno dei loro edifici di tinte brillanti e ricchi disegni.Il sistema più diffuso è l’impiego di formelle vetrinate. I principali stili di decorazione sono quattro: calligrafico, geometrico, floreale, arabescato.    

 

LA CERAMICALA CERAMICA

Esempi di pavimentazione e di decorazione

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Nelle comunità stanziali i tappeti servono a ricoprire le zone sacre di santuari e moschee, a dimostrare la ricchezza e il buon gusto di mercanti e principi, a in-staurare lucrosi commerci. Sono ricchi di colori caldi e luminosi e posso-no fare giochi di bellezza. I disegni che sono raffigurati sui tappeti hanno tutti forme geometriche. I colori rosa e rosso sono ottenuti da una pianta vegetale: la robbia.Il colore giallo è ricavato dallo zafferano e il colo-re blu dall’indaco blu. Il colore nero, poco utilizzato, è estratto dalla lana tosata degli animali neri. 

I TAPPETII TAPPETI  L’annodatura e la tessitura di tappeti è una classica arte delle popolazioni nomadi. Le donne filano e tessono la lana e il pelo delle greggi allevate dai loro uomini; trovano i colori naturali nelle piante e negli insetti dell’ambiente in cui vivono. I prodotti dei loro telai costituiscono l’arredamento per chi passa la vita in una tenda, a contatto con il suolo.

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Gli artigiani islamiciGli artigiani islamici   

Gli artigiani islamici non sono mai stati semplici esecutori, ma sono riusciti ad affermare i propri sistemi di lavorazione perché considerati cardini di un pensiero che mediava gli influssi di tutte le grandi civiltà del passato. Erano organizzati in maestranze o gruppi integrati, in corporazioni di mestieri. Grazie al loro affiatamento, acquisito in comunità di lavoro stabili, alla suddivisione dei compiti, alla disponibilità di mezzi strumentali di cantiere, ottenevano appalti notevoli. Gli edifici costruiti miravano all’esaltazione della stereometria, al dispiegamento delle superfici, al virtuosismo decorativo.

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Hanno continuato la loro opera anche sotto il dominio di altri popoli perché i nuovi regnanti, considerata la loro maestria, si sono impegnati a non opprimerli con leggi ingiuste.

Prova evidente sono le tante costruzioni arabo – normanne che caratterizzano la Sicilia.

Palermo: San Giovanni degli Eremiti, tipico esempio di costruzione arabo normanna

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USI E COSTUMI USI E COSTUMI ARABIARABILa Sicilia, dopo la conquista, gode di un lungo periodo di

pace e prosperità e viene inserita in un'area ricca culturalmente ed economicamente : il mondo islamico, grazie alla facilità delle comunicazione, alla disponibilità delle risorse produttive, tecnologiche e ideologiche e all'uso dell'arabo come lingua franca.

Tra i musulmani di Sicilia non ci sono soltanto gli arabi e i berberi : ci sono anche quelli provenienti dalle altre terre conquistate (Spagna, Egitto, Siria, africa nera) e i greci e i latini convertiti.

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ALCUNI Musulmani illustriALCUNI Musulmani illustri

I Musulmani di Sicilia hanno contributo intensamente allo sviluppo delle scienze teologiche:

Muhammad ben Khurâsân e Ismâ'îl ben Khalaf nella raccolta e nell'approfondimento degli ahâdîth.

Assad ben al-Fûrat e Yahyâ ben Umar nello studio di diritto o figh. Abd Allâh, di origine siciliana, ha tradotto all'arabo un trattato greco di

botanica di Dioscuride. Nelle scienze linguistiche ricordiamo:

Mûsâ ben Asbagh, Abû abd-Allâh Muhammad al-Kattâni (1035-1118) e Sa'îd ben Fat'hûn. Come poeti siculo-arabi ricordiamo:

Abd al-Rahmân ben Hassan, Ja'far ben yûssuf e Ibn al-Khayyât.

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I dotti sono soliti spostarsi nell'Umma (mondo islamico) sia per frequentare altri dotti, sia per apprendere o per insegnare.

Questo rende vivace la circolazione delle idee.

Le biblioteche sono importanti punti di riferimento.

Lo studio degli astri era molto diffuso e l'astronomia è loro debitrice di molto termini: azimut, zenit, nadir,

ecc . . .

Astronomi all’opera con i loro strumenti di misurazione

Una miniatura raffigurante una biblioteca araba  

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…….RELIGIOSAMENT.RELIGIOSAMENTE E

la Sicilia occidentale viene intensamente islamizzata, quasi al 50%. I Cristiani (cattolici e greco-ortodossi) rimasti nell'Isola sono generalmente tollerati e protetti, ma nella condizione di dhimmî (condizione che comporta il pagamento di una tassa da parte degli aderenti ad una religione rivelata viventi sotto la protezione dell'autorità musulmana).

Proibiscono però la costruzione di nuove chiese anzi, nei primi tempi, alcune sono trasformate in moschee. A conquista affermata, chiese cattoliche e monasteri bizantini coesistono con i templi islamici.

Col tempo e con l’aumento del numero dei musulmani, l’organizzazione religiosa cristiana si assottiglia: quando arrivano i Normanni trovano nell’isola un solo vescovo di rito greco e nessun vescovo cattolico.

La religione dei conquistatori si diffonde progressivamente nei conquistati sia per i matrimoni misti sia perché i vassalli e gli schiavi, convertendosi, sperano di migliorare le loro condizioni.

Nel caso di matrimoni misti i figli maschi prendevano la religione del padre e le femmine quelle della madre: la coesistenza dei culti nell’ambito della stessa famiglia rappresenta la principale garanzia della tolleranza religiosa.

Come nel resto dei territori musulmani, gli arabi praticano la poligamia anche in Sicilia.

 

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Musulmane o cristiane le donne siciliane dei ceti superiori vestono con grande raffinatezza: indossano abiti di seta ricamati in oro, si avvolgono in drappi e veli colorati (scialli) e portano scarpe dorate.

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Nel palazzo reale di Palermo “il tiraz” o fabbrica tessile produce stoffe pregiate tessute con fili d’oro e pietre preziose.

Gli abiti e gli scialli sono deposti in cofani d’avorio intagliato o di legno e avorio, prodotti da artigiani di eccezionale bravura.

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LA LA MUSICA MUSICA  

L’evoluzione della musica araba segue di pari passo l’evoluzione della conquista: assimilando il folclore dei paesi conquistati , i musicisti arabi sono soliti accompagnarsi con strumenti tipici per allietare il loro pubblico.

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I musulmani amano molto la vita sociale. Di solito si riuniscono il venerdì, giorno di festa. A queste riunioni partecipano solo uomini. Bevono sciroppi di frutta e tè.

Tengono alle buone maniere e il comportamento a tavola è ineccepibile: mangiano a piccoli bocconi, masticano bene, non mangiano aglio e cipolla, non si leccano le dita e non usano gli stuzzicadenti.

Il gentiluomo musulmano si lava ogni giorno, si profuma con acqua di rose, si depila le ascelle e si trucca gli occhi. Per la strada ogni tanto si ferma davanti ai numerosi portatori di specchi per controllare e accomodare la propria acconciatura. Si veste con eleganza e non indossa pantaloni rattoppati.

I passatempi preferiti dei gentiluomini sono la lotta dei galli, gli scacchi e la caccia. Tra il popolo erano diffusi il gioco dei dadi e quello della tavola reale.Grande importanza ha anche il rituale del lavaggio delle mani. La famiglia e gli ospiti attingono all'acqua servita da una brocca con un asciugamano e una saponetta, senza alzarsi da tavola.

Il rituale del lavaggio

Il lavabo

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Soldato arabo armato di lancia e scudo

Pugnali arabi

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IL CALENDARIO ISLAMICO IL CALENDARIO ISLAMICO

In ambito islamico per determinare

l’inizio del mese fa fede la visibilità della luna, pertanto le date

sono sempre suscettibili di

anticipo o posticipo di 24 ore.

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IL CALENDARIO DELL’EGIRA e dei musulmani IL CALENDARIO DELL’EGIRA e dei musulmani …. …. breve presentazionebreve presentazione

Il calendario dell’ egira inizia con un evento religioso significativo: il viaggio del profeta Maometto e dei suoi compagni dalla città della Mecca alla città di Medina. Il primo anno del calendario è indicato con 1 AH, in cui AH significa Anno Hegirae, ovvero “anno della migrazione”. L’anno 1 AH coincide con l’anno 622 d.C. I discepoli di Maometto sentirono il bisogno di un sistema di registrazione temporale che li aiutasse a obbedire alle leggi e alle discipline spirituali del Profeta.Il libro sacro dei musulmani, il Corano, stabiliva un sistema di misurazione del tempo secondo il ritmo naturale della luna. Bastava un semplice calendario lunare per soddisfare le esigenze delle tribù nomadi dell’Arabia, perché la loro vita non dipendeva dal ciclo del sole per la coltivazione e per la raccolta.

L’impiego regolare di un calendario islamico fu stabilito intorno al 634 d.C., sotto la guida di Umar, il secondo califfo (il capo civile e religioso più importante). In quei tempi, il mese di Muharram divenne il primo mese dell’anno, anche se il viaggio di Maometto dalla Mecca ebbe luogo nel mese di Rabi’ul’- Avval. Furono definiti l’inizio e la fine di ogni mese, e ad ogni mese venne dato un nome. Non venne fatto nessun tentativo per sincronizzare l’anno di 12 mesi lunari con l’anno solare. L’anno lunare è più breve all’incirca di 11 giorni rispetto a quello solare. Il primo giorno del primo mese del calendario dell’egira coincide con l’equinozio di primavera solo una volta ogni 32 anni e ½.   

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IL GIORNOIL GIORNO 

Per i musulmani il giorno inizia al tramonto e si conclude al tramonto del giorno seguente. Il giorno ha una durata di 24 ore.Nessun giorno del fine settimana viene considerato giorno di riposo come il Shabbat ebreo o la domenica cristiana, perché, secondo i musulmani, non è possibile che Dio si sia sentito stanco dopo avere creato il mondo. Tuttavia AL-Jum’ah (venerdì) è un giorno speciale, perché Maometto entrò per la prima volta nella Medina. Al-Jum’ah divenne il “giorno dell’Assemblea” (ovvero della preghiera della congregazione), secondo le parole di Maometto: “O voi credenti! Quando nel giorno di riunione religiosa udite l’invito alla preghiera, affrettatevi alla chiamata del Dio, abbandonate ogni interesse mondano. E’ meglio per voi. Se lo sapeste!” (Corano 62, 9). 

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LA SETTIMANALA SETTIMANA 

Il calendario dell’egira adotta la tradizione ebraica e cristiana di raggruppare 7 giorni assieme per formare l’unita che chiamiamo “settimana”.  

I GIORNI DEL CALENDARIO E DELL’EGIRA

Arabo Italiano Equivalente gregoriano

Al-Ahad Primo giorno Domenica

Al-Ithnayn Secondo giorno Lunedì

Ath-Thulathaa’ Terzo giorno Martedì

Al-Arba’aa Quarto giorno Mercoledì

Al-Khamees Quinto giorno Giovedì

Al-Jum’ab Sesto giorno Venerdì

As-Sabt Settimo giorno Sabato

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IL MESEIL MESE 

Ogni mese del calendario dell’egira inizia circa 2 giorni dopo la prima comparsa del novilunio, quando incomincia a disegnarsi nel cielo la mezzaluna. I mesi presero i nomi del vecchio calendario arabo pagano. Lo schema qui di seguito riporta i nomi, l’ordine e la lunghezza dei mesi. I MESI DEL CALENDARIO DELL’EGIRA

Ordine Nome arabo Lunghezza

1 Muharram 30

2 Safar 29

3 Rabi’u’l-Avval 30

4 Rabi’u’th-Thani 29

5 Jamadiyu’l-Avval 30

6 Jamadiyu’th-Thani 29

7 Rajab 30

8 Sha’ban 29

9 Ramadan 30

10 Shavval 29

11 Dhi’l-Qa’dih 30

12 Dhi’l-Hijjih 29

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L’ANNOL’ANNO

Il calendario dell’egira è basato su un ciclo di 30 anni composto di 360 mesi lunari. E’ un calendario molto preciso; infatti sfalsa solo di un giorno ogni 2500 anni rispetto al calcolo del tempo lunare.Gli anni comuni hanno 354 giorni, mentre gli anni bisestili ne hanno 355. E’ difficile convertire con precisione una data gregoriana in una data dell’egira senza usare una tabella. 100 anni gregoriani corrispondono approssimativamente a 103 anni dell’egira; ogni 100 anni dell’egira sono circa 97 anni gregoriani. Coloro che seguono il calendario gregoriano non festeggiano il cambiamento del secolo fino all’anno 2000, mentre i musulmani hanno celebrato il nuovo secolo solo alcuni anni fa, quando entrarono nel loro XV secolo. Secondo il calendario gregoriano tale evento si è verificato il 19 novembre 1979.( Nel sito: www. Arab. It è possibile ………………. )

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FESTIVITA’, GIORNI SACRI E ANNIVERSARIFESTIVITA’, GIORNI SACRI E ANNIVERSARI 

Al-Jum’ah (preghiera del venerdì)Al-Jum’ah (preghiera del venerdì) 

Il venerdì a mezzogiorno ogni musulmano di sesso maschile deve partecipare al culto pubblico (le donne ne sono esentate). I musulmani si riuniscono a pregare nella moschea locale o,in mancanza di questa, in un luogo pubblico, e sono guidati da un Imam (sacerdote). Dopo aver completato le preghiere d’apertura, l’Imam tiene il Khuthah (sermone) e in seguito legge alcuni passaggi del Corano. Per completare la seduta di preghiera, ogni fedele può recitare delle preghiere di propria scelta a bassa voce. Secondo alcuni musulmani, il venerdì è il giorno del compleanno di Adamo.

IL GIORNO DEL SUKIL GIORNO DEL SUK

Ogni Venerdì non si lavora, è il giorno dedicato alla preghiera. E’ il giorno del suk, il mercatino dove si possono trovare oggetti di artigianato, profumi, tappeti, volumi del Corano e cassette con brani e canti religiosi.

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Particolari in un suk

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Ras Al-Sana (Capodanno, 1 Muharram)Ras Al-Sana (Capodanno, 1 Muharram) 

Le celebrazioni del Capodanno sono di diverso tipo: vanno dai festeggiamenti ai digiuni.Una delle tradizioni osservate ricorda la leggenda dell’albero della vita che si trova al limitare del Paradiso: secondo la leggenda, ogni foglia dell’albero corrisponde a un essere umano presente nel mondo. Alla vigilia dell’1 Muharram un angelo scuote l’albero vigorosamente facendo cadere molte foglie. Coloro il cui nome si trova sulle foglie cadute sono destinati a morire entro la fine dell’anno.I musulmani commemorano questo evento offrendo preghiere per i morti e leggendo passaggi tratti dal Corano che promettono la vita dopo la morte. In alcune zone i musulmani si vestono a lutto, erigono delle tende nere e le decorano con fiori e lampade accese.Donne, uomini e bambini si raccolgono nelle strade per scambiarsi auguri, in particolare per la protezione dell’angelo della morte. Alcuni si scambiano anche regali e monete. 

Il martirio di Husayn (10 Muharram)Il martirio di Husayn (10 Muharram) 

Il 10 Muharram i musulmani sciiti onorano la memoria dell’Imam Husayn, nipote del profeta Maometto, rappresentando delle scene della sua vita che si concludono con la morte di Husayn in battaglia.A volte viene fatto sfilare nelle strade un cavallo bianco dipinto a strisce rosse o macchiato di sangue. Un’altra usanza è quella di distribuire bevande a base di succo di frutta, in memoria della sete patita da Husayn sul campo di battaglia.La commemorazione del martirio di Husayn, un’occasione triste e solenne, è estremamente carica di emotività, e la gente esprime liberamente il proprio dolore per la sua perdita.

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‘‘Ashura (10 Muharram)Ashura (10 Muharram) Alcuni musulmani celebrano il 10 Muharram anche per un altro evento felice: essi ricordano lo sbarco dell’arca di Noè dopo il diluvio.Una leggenda narra la gioia provata da Noè nel momento in cui si rese conto di essere sopravvissuto al diluvio e di trovarsi di nuovo sulla terraferma. Egli chiese alla moglie di preparare un dolce per festeggiare il felice evento. La moglie raccolse fichi, uva passa, datteri e noci e creò un dolce speciale. I musulmani che osservano questa tradizione amano preparare e servire un piatto simile in occasione di questa festività.  

Ma’uled Al-NabiMa’uled Al-Nabi(compleanno di Maometto, 11 Rabi’u’l-(compleanno di Maometto, 11 Rabi’u’l-

Avval)Avval) Il compleanno del Profeta è l’evento più gioioso celebrato durante l’anno musulmano. La giornata ha inizio con l’esplosione di petardi e il tuono dei cannoni. In alcuni paesi musulmani vengono organizzate fiere e processioni, in altri si narrano ai bambini splendide fiabe sulla nascita e l’infanzia di Maometto.In questa festività vengono decorate le moschee, vengono recitati versetti del Corano, le comunità pianificano le festività e le famiglie organizzano le feste. Poiché la data reale della nascita di Maometto non è conosciuta, alcuni musulmani hanno scelto di celebrarla lo stesso giorno della sua morte.

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Il digiuno del Ramadan (1-30 Ramadan)Il digiuno del Ramadan (1-30 Ramadan)

Il nono mese è dedicato al digiuno.“Mese di Ramadan”: In quel periodo fu fatto scendere il Corano, guida delle genti, orientamento per gli umani, documento per la giusta direzione e per la discriminazione. Chiunque fra voi è presente al sorgere della luna nuova, digiuni…” (Corano 2, 185).Il nome Ramadan deriva dal termine arabo ramz, che significa “bruciare”, probabilmente perché con l’osservanza del digiuno si intendeva bruciare i peccati. Lo scopo del digiuno per tutti i musulmani osservanti è lo sviluppo dell’autodisciplina e dell’autocontrollo.Durante il digiuno i musulmani si alzano e fanno colazione prima dell’alba. Si astengono dal cibo e dalle bevande durante la giornata, e interrompono il digiuno con la cena dopo il tramonto.Il mese del digiuno è delicato alla preghiera, alla penitenza e alla stretta osservanza delle leggi islamiche.Oggi la data d’inizio di Ramadan è stabilita dall’Osservatorio navale del Cairo, in Egitto.

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La vera essenza del RamadanLa vera essenza del RamadanIl termine indica il nono mese del calendario musulmano ( coincide all’incirca con il nostro mese di Marzo).

La pratica del Ramadan è da sempre accompagnata da una serie di luoghi comuni, nati forse a causa dell’ignoranza delle persone estranee alla religione islamica, ma in ogni caso da sfatare.

In primo luogo non è vero, come molti pensano, che i bambini vengano obbligati a fare il Ramadan fin da giovanissimi, infatti i ragazzi sono soliti cominciare verso i 14-15 anni di età, vale a dire quando il fisico è già in grado di sopportare certi sforzi. Inoltre la pratica del Ramadan non avviene in modo brusco, ma graduale:

per il primo anno si cerca di astenersi dal bere e dal mangiare per un giorno, l’anno successivo si tenta di farlo per due giornate e così via. Molti invece non sanno che spesso sono i giovani stessi a pregare i genitori

di poter cominciare a praticare il Ramadan, pur avendo un’età inferiore a quella scelta di norma. Questo accade perché il ragazzo si sente spinto per propria natura ad imitare i grandi in modo da essere

considerato maggiormente da loro e “crescere più velocemente”. Quando il giovane porta a termine la sua prima giornata di Ramadan, nei giorni successivi si fa una festa in suo onore mentre se non riesce ad

astenersi dal mangiare o dal bere durante l’arco della giornata si può fare uno strappo alla regola: questo dimostra che si rispettano i limiti fisici della persona.

A questo proposito dobbiamo aggiungere che non sono tenute a seguire il Ramadan alcune categorie di persone come donne in gravidanza, persone malate, ecc…

Chi è estraneo alla religione islamica è solito identificare il Ramadan esclusivamente come astinenza dal bere e dal mangiare durante l’arco della giornata, in realtà si tratta di un atto di rinuncia a qualsiasi fonte di piacere materiale: la religione islamica non obbliga i fedeli ad una qualche sorta di ascetismo assoluto, ma tutto questo porta il credente ad un livello più alto sia da un punto di vista fisico sia spirituale. Ad esempio,

se durante il giorno vengono provati i cosiddetti “dai morsi della fame”, il pensiero del fedele si rivolge verso quelle persone che quella situazione devono viverla quotidianamente e non per loro volontà (e questo può

spingere a fare la carità). Se noi occidentali provassimo a vedere il Ramadan sotto questa luce, probabilmente non ci apparirebbe più come un qualcosa da vedere con distacco, ma come un elemento

della cultura islamica da apprezzare.

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‘‘Eedu-l-FitrEedu-l-Fitr(festa dell’interruzione del digiuno, 1-3 Shavval)(festa dell’interruzione del digiuno, 1-3 Shavval)

 

Esistono due feste ‘Eed, ognuna delle quali è una forma di ringraziamento.‘Eedu-l-Fitr, a volte chiamata la “Piccola Festa” , segna la fine del mese di digiuno del Ramadan. I musulmani si rallegrano ed esprimono la propria gratitudine a Dio per i loro successi personali e per la loro vittoria sulle debolezze umane. Il primo giorno i musulmani esprimono il loro ringraziamento distribuendo elemosine ai poveri ed ai bisognosi. Il capofamiglia offre una somma di denaro equivalente al costo di un pasto per ogni membro della sua famiglia. Nei giorni seguenti ognuno indossa abiti nuovi, e vengono organizzate feste sontuose. Ai bambini vengono regalati dolciumi e denaro per acquistare giocattoli o oggetti necessari per la scuola. Gli amici si scambiano regali e bigliettini d’auguri.Entrambe le festività ‘Eed sono innanzi tutto feste religiose, in cui si condividono con amici e familiari cibi preparati appositamente per l’occasione. 

Hajj (pellegrinaggio, 7 Dhi’l-Hijjih)Hajj (pellegrinaggio, 7 Dhi’l-Hijjih) 

Il pellegrinaggio è un momento in cui i musulmani, uomini e donne, cercano di arricchirsi e di rinnovarsi spiritualmente. Ogni musulmano deve compiere un pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita.Durante questo rituale tutti gli uomini, dai re agli schiavi, diventano uguali.

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‘‘Eedu-l-Adha (la festa del sacrificio, Eedu-l-Adha (la festa del sacrificio, 10 Dhi’Hijjih)10 Dhi’Hijjih)

 

La festa del Sacrificio (l’altra festa ‘Eed) commemora l’evento storico della

devozione di Abramo quando gli fu chiesto di sacrificare il proprio figlio

Ismaele. Abramo dimostrò la sua completa obbedienza a Dio con la sua

volontà di compiere quell’azione, anche se poi non fu portata a termine

(vedi Genesi 22,15, dove secondo la tradizione ebraica era il figlio di

Isacco, non Ismaele, che Abramo doveva sacrificare).

Oggi vengono sacrificati ritualmente animali come le pecore, le capre e i

cammelli, la cui carne viene distribuita ai poveri ed ai bisognosi.

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LA CUCINA ARABALA CUCINA ARABA

La cucina araba è molto ricca e varia.Le "Kafta" sono polpette di carne, aromatizzate con le spezie che gli Arabi introducono nei loro commerci nel Mediterraneo; zafferano, cumino, cardamomo, cannella ne ricordano l'intensa attività commerciale. I dolci, raffinatissimi a base di mandorle e miele, aromatizzati con essenze deliziose come la rosa e il fiore d'arancio evocano i racconti delle Mille e una notte. I "Falafel" sono polpettoni di fave o di ceci, molto popolari in Egitto. Si dice fossero già conosciute ai tempi dei Faraoni. Il piatto più conosciuto è il "Couscous".L'arabo non mangia volentieri da solo, nelle famiglie più tradizionali tutti si riuniscono attorno ad un basso tavolo rotondo, e si servono attingendo ad un unico grande piatto. Non si usano posate, i bocconi si prendono servendosi del pane.  

ra Tra gli antipasti più tipici si hanno : il "Brik" , una sfoglia preparata con farina gialla, ripiena di uova, oppure tonno, prezzemolo, sale e pepe; il "Hummuk hurriyya", a base di carote bollite, macinate in salsine aromatiche e speziate.    

Un piatto di couscous

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il "Tagin" , uno sformato di patate (una sorta di gatò) con la stessa sfoglia del Brik, composto da verdura, piselli, carote e formaggio; il riso con lo zafferano, con carne di vitello o di pollo con la salsa;

Tra i primi abbastanza gustosi ci sono:

il famoso "couscous", un impasto a base di semola, che viene preparato con carne di agnello e arricchito con spezie, legumi e verdure.

Altri cibi serviti come secondi, sono:

la "Merghez", una salsiccia piccante con dentro cipolla e aromi;

la "Muhammara", una pasta di noci con olio d'oliva, cumino e peperoncino che si spalma sul pane arabo.

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LA LINGUA ARABALA LINGUA ARABA Grazie all'Islam la lingua araba , che oggi è parlata da più di 200 milioni di persone, è arrivata fino a noi. Il Corano, libro sacro dei musulmani è scritto in arabo.

La lingua araba ha la particolarità di essere molto ricca di consonanti e povera di vocali. Queste vocali, le stesse dell'italiano, vengono pronunciate in modo attenuato e talvolta il nostro orecchio fa fatica a distinguerle. Delle 28 lettere ben 17 hanno un suono assolutamente diverso rispetto all'alfabeto italiano. Con le consonanti di questa lingua si può produrre qualsiasi suono che la gola umana possa emettere, per questo, l'arabo è considerato una delle lingue più ricche anche da questo punto di vista. L'arabo grazie alla lettura del Corano, sempre identica nei secoli, ha conservato intatta questa ricchezza di suoni evitando l'usura fonetica subite generalmente dalle altre lingue nel corso della loro evoluzione.

La lingua araba ha la particolarità di essere molto ricca di consonanti e povera di vocali. Queste vocali, le stesse dell'italiano, vengono pronunciate in modo attenuato e talvolta il nostro orecchio fa fatica a distinguerle. Delle 28 lettere ben 17 hanno un suono assolutamente diverso rispetto all'alfabeto italiano. Con le consonanti di questa lingua si può produrre qualsiasi suono che la gola umana possa emettere, per questo, l'arabo è considerato una delle lingue più ricche anche da questo punto di vista. L'arabo grazie alla lettura del Corano, sempre identica nei secoli, ha conservato intatta questa ricchezza di suoni evitando l'usura fonetica subite generalmente dalle altre lingue nel corso della loro evoluzione.

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La cosa più curiosa della lingua araba è che le parole sono molto spesso formate dall'insieme di sole tre lettere, chiamate la radice, legate tra loro in vari modi, per esempio:

LAFADA (la radice è L.F.D) = Pronunciare;

NABATA (la radice è N.B.T) = Germogliare;

MALAKA(la radice è M.L.K) = Possedere;

NADARA (la radice è N.D.R) = Guardare;

WASANA (la radice è W.S.N) = Pesare;

SAKANA (la radice è S.K.N) = Abitare;

TALABA(la radice è T.L.B) = Domandare;

DARABA (la radice è D.R.B) = Picchiare ecc. . .

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Per indicare colui che fa un’ azione generalmente si mette una "i " davanti alla seconda consonante per esempio:

da KATABA

(la radice è K.T.B) = Scrivere, avremo KATIB (scrittore)

da MALAKA

(la radice è M.L.K) =Possedere, avremo MALIK (colui che possiede; re)

da WARATA

(la radice è W.R.T) = WARATA, avremo WARIT (erede).

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Per i nomi che indicano un luogo, spesso la regola più semplice è quella di mettere un "ma " subito prima della radice. Allora avremo:

MAKTAB = ufficio o scrivania;

MANBAT = vivaio;

MAGHREB = punto dove il Sole tramonta, occidente;

MASHREQ = punto dove il Sole sorge, oriente;

MANDAR = panorama, vista;

MANZIL = casa

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L'alfabeto araboL'alfabeto arabo è composto da 28 lettere; esse si scrivono e si leggono da destra a sinistra. Non esistono le maiuscole.

  

  

Per scrivere una lettera, seguire il senso delle frecce:   

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Alcune precisazioni Alcune precisazioni sulla pronuncia delle singole lettere della sulla pronuncia delle singole lettere della

lingua araba

diventa a, i, u, a seconda della posizione della hamza rispetto alla barra verticale

corrisponde al suono della lettera b

corrisponde al suono della lettera t

si pronuncia come th inglese in thing

si pronuncia come la g dolce (giallo, giovedì)

si pronuncia fortemente aspirata, simile alla c tra vocali in toscana (la casa)

si pronuncia come la "jota" spagnola (José) o come la ch tedesca (nacht)

corrisponde al suono della lettera d

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si pronuncia come la th dolce inglese (the, this)

corrisponde al suono della lettera r

corrisponde al suono della lettera s sonora (riso, cosa)

corrisponde al suono della lettera s sorda (sigaretta, asta)

si pronuncia come sc (sci, sciarpa)

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si pronuncia come la s di sigaretta ma con maggior enfasi

questo suono si ottiene sollevando la lingua verso il palato ed appoggiandola contro i denti

è simile al suono della lettera t ma si ottiene appoggiando la punta della lingua sulla parte anteriore del palato

il suono è simile ad una z enfatica è si ottiene mettendo la punta della lingua tra i denti. E molto simile al suono della lettera d

suono gutturale e laringeo che proviene dalla parte più profonda della gola

suono simile alla r francese (rue, rouge) e a quello prodotto dal gargarismo

corrisponde al suono della lettera f

il suono è simile ad una "k" pronunciato con un forte raschio del palato

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corrisponde al suono della lettera k

corrisponde al suono della lettera l

corrisponde al suono della lettera m

corrisponde al suono della lettera n

il suono è simile alla "h" aspirata inglese (house) o tedesca (haben)

si pronuncia come la u semivocalica (uomo, uopo)

si pronuncia come la i semivocalica (ionico, iugoslavo).

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Nota (1): la "hamza" si scrive sempre nello stesso modo qualunque sia la sua posizione all'interno della parola. Dal punto di vista fonetico possiamo grossolanamente paragonare la "hamza" ad un'interruzione del suono.

Nota (2): all'inizio di una parola, la "a" è generalmente breve. Quando è mediana o finale è sempre lunga.

LA PRONUNCIALETTERA FINALE

DI PAROLA LETTERA IN MEZZO

ALLA PAROLA LETTERA INIZIALE

DI PAROLA NOME

LETTERA

Hamzah

Vedere nota (2) Alif

Corrisponde al suono della lettera b

Ba

Corrisponde al suono della lettera t Ta

COME SCRIVERE LE LETTERE COME SCRIVERE LE LETTERE DELL'ALFABETO ARABODELL'ALFABETO ARABO

Vedere nota (1)

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LA PRONUNCIA LETTERA FINALE DI PAROLA

LETTERA IN MEZZO ALLA PAROLA

LETTERA INIZIALE DI PAROLA

LETTERA ISOLATA

NOME LETTERA

Si pronuncia come th inglese in thingTha

Si pronuncia come la g gutturale (giallo, giovedì)

Gim

Si pronuncia fortemente aspirata, simile alla c tra vocali in toscana (la casa)

Ha

Si pronuncia come la "jota" spagnola (José) o come la ch tedesca (nacht)

Kha

Corrisponde al suono della lettera d Dal

Si pronuncia come la th dolce inglese (the, thisi)

Dhal

Corrisponde al suono della lettera r Ra

Corrisponde al suono della lettera s sonora (riso, cosa)

Zay

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LA PRONUNCIALETTERA FINALE DI PAROLA

LETTERA IN MEZZO ALLA

PAROLA

LETTERA INIZIALE DI PAROLA

LETTERA ISOLATA

NOME LETTE

RA

Corrisponde al suono della lettera s sorda (sigaretta, asta)

        Sin

Si pronuncia come sc (sci, sciarpa)         Shin

Si pronuncia come la s di sigaretta ma con maggior enfasi

        Sad

Questo suono si ottiene sollevando la lingua verso il palato ed appoggiandola contro i denti

        Dad

E' simile al suono della lettera t ma si ottiene appoggiando la punta della lingua sulla parte anteriore

del palato        Ta

Il suono è simile ad una z enfatica e si ottiene mettendo la punta della lingua tra i denti. È molto simile al suono

della lettera d 

 

    Za

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LA PRONUNCIALETTERA FINALE DI PAROLA

LETTERA IN MEZZO ALLA

PAROLA

LETTERA INIZIALE DI PAROLA

LETTERA ISOLATA

NOME LETTER

A

Suono gutturale e laringeo che proviene dalla parte più profonda della gola

        Ayn

Suono simile alla r francese (rue, rouge) e a quello prodotto dal gargarismo

        Gayn

Corrisponde al suono della lettera f         Fa

Il suono è simile ad una "k" pronunciata con un forte raschio del palato

    

  Qaf

Corrisponde al suono della lettera k         Kaf

Corrisponde al suono della lettera l         Lam

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LA PRONUNCIALETTERA FINALE DI PAROLA

LETTERA IN MEZZO ALLA

PAROLA

LETTERA INIZIALE DI PAROLA

LETTERA ISOLATA

NOME LETTE

RA

Corrisponde al suono della lettera m

        Mim

Corrisponde al suono della lettera n

        Nun

Il suono è simile alla "h" aspirata inglese (house) o

tedesca (haben)        Ha

Si pronuncia come la u semivocalica (uomo, due)

        Waw

Si pronuncia come la i semivocalica (ionico, iugoslavo)

        Ya