La Signora in Giallo Rosso Maggio Giugno 2007

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® ® www.lasignoraingiallorosso.it Anno III • n. 4-5 • Maggio - Giugno 2007 • Rivista mensile • Distribuito gratuitamente • Aut. Trib. di Roma n. 113/2005 del 24/03/05 E sono 8 8 E sono 1963-1964 1963-1964 1968-1969 1968-1969 1979-1980 1979-1980 1980-1981 1980-1981 1983-1984 1983-1984 1985-1986 1985-1986 1990-1991 1990-1991 2006-2007 2006-2007

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www.lasignoraingiallorosso.itAnno III • n. 4-5 • Maggio - Giugno 2007 • Rivista mensile • Distribuito gratuitamente • Aut. Trib. di Roma n. 113/2005 del 24/03/05

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L’EditorialeLa Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

TRAGUARDI 2007/2008:1) Olimpico pieno.2) Stesso gioco di quest’anno.3) Una panchina di titolari.

Il resto conto poco o nulla!di Massimo Ruggeri

i scrivi un pezzo sulla Roma? La doman-da, quasi a tradimento, me la fanno i gio-vani cronisti de La Signora in Giallorossoe, lo ammetto, il primo impulso sarebberispondere di no, non mi è mai piaciuto

chi fa il tifoso per professione, poi, però, ci penso lospazio di un attimo ed eccomi qui a scrivere. No, nondi musica come faccio da una vita, e neppure di libri, lamia passione da sempre ora divenuta mestiere, no, quidevo parlare ‘Amore, di quello, primo e lontanissimo neltempo, che non si scorda mai. E quell’amore, per me, sichiama A.S. Roma. Chi mi conosce sa bene che amo ri-petere, a casa mia dicono che non ne possono più eanche gli amici più cari ormai sbuffano da anni, episo-di salienti della mia vita, i telespettatori de La Signorain Giallorosso mi avranno già sentito ripetere che il miopadrino di battesimo fu Pierino Rovida, primo giocato-re giallorosso a indossare la maglia azzurra, e penso pro-prio che a quel signore che ho conosciuto solo in car-tolina e attraverso i ricordi dei miei genitori, Costantinoe Orlandina - che adesso la squadra se la godono tut-te le domeniche, e pure in Coppa Italia e in ChampionsLeague non più al vecchio stadio di Testaccio ma sem-pre in tribuna, lassù, in cielo – debba la mia passioneper i colori giallorossi. Mi rigiravo tra le mani le foto-grafie di questo bel giovanotto con i capelli tirati conla brillantina come andava allora, negli anni Trenta, lo ve-devo con la bellissima moglie Alice abbracciato e sorri-dente a mio padre e mia madre, e lo rimiravo fotogra-fato prima con la maglia della A.S. Rom e poi con quel-la della Nazionale. Quel fisico, quel viso per me bambi-no sprigionavano una forza tremenda, un orgoglio im-menso, e unito ai racconti dei miei genitori e ai pome-riggi domenicali passati con mio padre nel bar Nardin,piccolo, fumoso ritrovo del paesino ligure dopo sonocresciuto, ad ascoltare i risultati di calcio. La Roma perme rappresentava Roma, tutti i miei familiari, la sua sto-ria millenaria, i monumenti, che visitavo durante le va-canze natalizie, pasquali e invernali, le leggende. E la squa-dra di calcio. Che allora non se la passava bene perniente, tema ricorrente nella nostra vicenda calcistica,ma che, comunque, emanava un calore fortissimo. La pri-ma volta che andai all’Olimpico, non l’orrore di adesso,ero ragazzino e credo che quasi collassai. Ma fu amorefuribondo. Dal ’63 al ’77 ogni appuntamento sono sta-to là, e non solo sugli spalti. Grande e sempre corret-ta la rivalità con i laziali – non mi risulta che siamo pa-renti quindi il “cugini” lo lascio ad altri – e mai scon-cezze come quelle scambiatesi recentemente tra cam-pioni d’Europa e campioni d’Italia, grandi campioni –Taccola e Di Bartolomei per primi, perché non ci so-no più, hanno dato la vita, in modo diverso, per la Roma

e perché la Roma non li ha ricordati e rispettati abba-stanza, Kawasaki Rocca, Brunetto de noantri e di Spagna’82, Aldair, Hulk Nela, Zibi il polacco, Paulo Roberto eTonino, e mi fermo qui altrimenti non finisco più – einarrestabili, impresentabili schiappe – il tedesco Schutz,presentato come “la folgore di Dortmund”, un wurstel-concrauti che una palla una non la vide mai, fortemen-te voluto da un signor allenatore che si chiamava LuisMirò e fu un disastro, il bagnino centenario Andrade,Portalupi Renato, e pure qui è meglio fermarsi – e lacostante di un pubblico sempre grande e generoso, in-cancrenito negli ultimi anni da frange di “tifosi” più at-te al delinquere politico e al profitto economico che al-l’amare – tacendo quando si deve, soffrendo quando ènecessario, urlando quando abbisogna (speriamo semprepiù spesso) - la propria squadra. Che quest’anno ci haregalato momenti forti, nel bene e nel male, e che co-munque, ‘nvidiosi prendete nota a bocca chiusa, mettein campo il miglior giocatore italiano, campione assolu-to, sul campo e nella vita, Francesco Totti, che al pallo-ne d’oro assegnato dalle camarille giornalistiched’oltrAlpe preferisce la scarpa d’oro a suon di goal. DiRoma e dell’amore che provo per Lei, antica e super-ba Signora in Giallorosso che sa d’ Impero, papato,Barocco e Rinascimento come nessun’altra al mondo,abbellita e corteggiata dai potenti di tutto il mondo, po-trei scrivere un romanzo, ricordare le trasferte, burra-scose come campagne militari, il mitico Dante – face-vo parte del suo gruppo e avendo un gran voce incita-vo riscaldavo lo stadio prima del suo arrivo – “pollaio-lo” del mercato Trionfale, capo buono, corpulento, indi-scusso e pacioccone del tifo di una volta che azzittivalo stadio tutto e poi partiva col famoso “corete, scap-pate” e tutto lo stadio con lui a spolmonarsi “arriva losquadrone giallorosso” – oppure l’infinita tristezza deifunerali di Taccola, eravamo in più di centomila allaBasilica di San Paolo Fuori Le Mura, e del Presidente,Adino Viola ma no, non mi va più di riandare indietronel tempo, voglio bearmi dell’immagine che ho visto, conle lacrime agli occhi domenica pomeriggio sui telescher-mi, Gaia De Rossi e Christian Totti che corrono felicidietro a un pallone. La Roma è quello, non sono le cop-pe, i presidenti dai capelli ramati, le legioni straniere, imilioni a pioggia alla faccia degli italiani che tirano la cin-ghia: la Roma è allegria, felicità, simpatia, umanità.Abbiamo meno coppe e trofei? Ma che ce frega ma chece ‘mporta. Vuoi mettere andare allo stadio e farti av-volgere da un mondo in giallorosso? “A rega’, nun scher-zamo, semo li mejo”.

PPRRIIMMOO OOBBIIEETTTTIIVVOOCCEENNTTRRAATTOO MMAA......PPRRIIMMOO OOBBIIEETTTTIIVVOOCCEENNTTRRAATTOO MMAA......

ATTACCHIAMO LE ORECCHIEALLA “COPPA ITALIA”

Aut. Trib. di Roma n. 113/2005 del 24/03/05Dir. Responsabile • Massimo Ruggeri

Finito di stampare 7 giugno 2007Tiratura 5.000 copie

Omissioni di qualsiasi natura s’intendono involontarie e possono dar luogo a sanatoria. Le opinioni espresse nei testi pubblicitari impegnano solo gli autori dei medesimi. Articoli e materiali inviati non si restituiscono.

Editore: T-EVENTI SRLViale Regina Margherita, 262 • 00198 RomaPubblicità: T-EVENTI SRL • Tel. 349 6867491

Grafica e Stampa: Pubbligrafica RomanaVia Graziano, 45 • Tel. 06 6620509

di Paolo Zaccagnini

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“A REGA’ NUN SCHERZAMO,SEMO LÌ MEJO”

“A REGA’ NUN SCHERZAMO,SEMO LÌ MEJO”

ATTACCHIAMO LE ORECCHIEALLA “COPPA ITALIA”

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3La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

finito il campionato, e, perquanto ci riguarda, è finitocon una bella festa. Non

commentiamo, dunque, la partitacol Messina, e neppure il compor-tamento della squadra da ottobresino ad oggi (già in molti l’hannofatto e continueranno a farlo).Commentiamo, piuttosto, lo spiri-to di questa festa che ha trovatoin un secondo posto in classifica,in una Coppa Italia vinta e nel ti-tolo di capocannoniere raggiuntodal Capitano i suoi spunti esterni,ma il cui senso profondo va cer-cato altrove, e precisamente in unafiducia rinnovata nel calcio giocatoe nel tifo attivo, vissuto lì, suglispalti, di fronte all’evento, nellasensazione concreta di poterlocondizionare con la nostra solapresenza. Esultando e soffrendo,poiché il mestiere del tifoso nonconsiste in altro che in questo. Nelsuo esserci. Il che non è poco.Ne abbiamo vissute tante durantel’anno: morti, partite a porte chiu-se, veto alle notturne, e, in gene-rale, un diffuso disgusto per un gio-co ridotto a giocattolo, e per ungiocattolo trasformato in arma.

Perciò, giornate come quelledell’Olimpico a chiusura di una sta-gione comunque eccellente assu-mono un valore straordinario.A dirlo, il meraviglioso popolo deibimbi. Li abbiamo visti sulle gradi-nate e in campo. La stadio, dome-nica 27 maggio, è stato idealmen-te, interamente loro, che dellostadio, di tutti gli stadi del mon-do, debbono tornare a essere iveri re. I primi cittadini assoluti.Come non comunicarvi, allora, lagioia di aver approfittato io stes-so di questa festa per battezzareal tifo giallorosso i miei due figli,Lorenzo e Gabriele, otto anni esei, chiamati alla loro prima sciar-pata e alla prima volta in cui han-no potuto vedere dal vivo quellemaglie, quei colori, quella curva.Come per la prima volta hannopotuto attendere, nel rombo ta-chicardico dei piedi pestati sul ce-mento (“Papà, perché fanno co-sì?”) l’annuncio di un nome fata-le. Quello del giocatore “che ab-biamo solo noi”, del nostro capi-tano. A tratti, li vedevo stanchi, unpo’ storditi dall’afa. Ho quasi te-

muto che l’impatto non fossequello che mi ero immaginato.Sbagliavo. Venendo via mi hannochiesto di non tornare subito acasa ma di andare a VillaBorghese. Ho capito perché. Erostanchissimo ma ce li ho portati.Ho tirato fuori dal bagagliaio unvecchio San Siro da 420 grammi,e ho vissuto la seconda, meravi-gliosa partita della giornata, quel-la in cui Totti e De Rossi veniva-no incarnati da due bimbetti fra-stornati ma felici, nutriti di ore sa-ne, di gesti belli, e di fantasie giu-ste, proporzionate alla loro età.Rendiamocene conto, e facciamoin modo che sia sempre così.

di Giuseppe ManfridiL’Eco del Filosofo

dedicato a Massimo Billi

L’Eco del Filosofo

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4 La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

UNO PER TUTTIUNO PER TUTTI

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5La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

L’inchiestadi Piergiorgio Bruni

opo l’Inghilterra, la Spagna, la Grecia, ilPortogallo, la Scozia e le varie manifesta-zioni Fifa e Uefa, anche l’Italia si affida al

pallone unico.Da luglio, si giocherà in tutto il campionato di se-rie A, B, in coppa Italia, nella Primavera e inSupercoppa con un prodotto griffato Nike.La multinazionale americana ha firmato un contrat-to, con la Lega Calcio, della durata di 5 anni, a del-le cifre piuttosto interessanti:5 milioni di euro a stagione, 4,5 in contanti e i re-stanti 500 mila, in palloni e più precisamente, laconsiderevole cifra di 15 mila l’anno, che la LegaProfessionisti distribuirà a tutte le società.All’inizio, nelle battute esplorative, questa trattativaaveva avuto una genesi privata, condotta direttamen-te dal marketing, con un’offerta che si aggirava in-torno ai 6 milioni di euro, successivamente però, perevitare polemiche intestine e possibili contrasti conaltre aziende si è perseguita la strada di una garapubblica, che al dunque, è andata deserta.

Nessuno si è presentato, probabilmente per l’ec-cessivo esborso economico, considerando che labase iniziale d’asta o forse, per la scelta di noninvestire più nel prodotto calcio. Un prodotto chenegli ultimi anni, nonostante le vittorie in alcunemanifestazioni continentali e non, ha avuto untrend negativo. Scandali, violenza, costi dei bigliet-ti lievitati, rispetto a due lustri fa, del 95%, pro-babilmente hanno distolto l’interesse dai possibi-li investitori.Dalla prossima estate quindi, stop ad una con-suetudine, per certi versi romantica, dell’invio al-la squadra avversaria, 15 giorni prima, da partedella società ospitante, di 8 palloni, affinché pos-sa abituarsi e saggiare tutte le diversità costitu-tive del cosiddetto attrezzo. Ma proprio questaevoluzione suscita subito qualche perplessità eun rigoroso problema: chi lo dirà ai portieri, chese faranno una papera, non potranno più giusti-ficarsi per le molteplici e sempre diverse traiet-torie?

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ROMA CAPUT MUNDI

6 La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

Tra storia“sesta puntata”

el glorioso passato dell’impe-ro Romano, era molto fre-quente l’alternanza tra sovra-

ni, più o meno amati dal popolo, dota-ti di grande capacità nella gestione del-la Res publica, con altri passati inosser-vati nello scorrere delle vicende chehanno caratterizzato la millenaria storiadi Roma. Ciò era conseguenza implici-ta della successione costruita sui lega-mi di sangue. E fu proprio uno dei re-gnanti meno conosciuti, il vecchio no-bile Cocceio Nerva, a tentare di sop-perire ad una pratica che spesso por-tava sul trono figure non all’altezza del-la gestione dell’immenso territorio sot-toposto al dominio di Roma. Secondoil principio dell’adozione del migliore, benaccetto dai senatori che spalleggiavanoNerva, la successione al potere non do-veva essere determinata da considera-zioni dinastiche e da vincoli di parente-la, ma spettare solo a chi dimostrassealte capacità politiche ed eccellenti do-ti morali. Nerva passò quindi alla storiaper questa rivoluzione di carattere po-litico. Per il resto, il suo brevissimo re-gno (96-98 dc) fu caratterizzato da ri-forme appena abbozzate o poco incisi-ve, come la creazione di un fondo perla concessione ai contadini di prestiti atasso d’interesse particolarmente favo-revole (ossia, il 5%, e questo fa inten-dere come la richiesta di prestito di de-naro fosse piuttosto sconsigliabile all’e-poca), nel tentativo di alleviare la crisidell’agricoltura italica. Come accennatoall’inizio, spesso ad un sovrano poco in-cisivo seguiva uno di grande spessore.E così avvenne con Nerva, il cui regnosi collocò tra quello di Domiziano e ilfulgido impero di Traiano. L’impero diDomiziano segnò la fine della dinastiaFlavia, e fu caratterizzato da importan-ti successi a livello militare e di incisi-ve riforme istituzionali, ma anche da la-ceranti strappi con la tradizione roma-na e da violenti attriti con ampie partidell’aristocrazia e della borghesia bene-stante. L’incipit dell’ascesa di Domizianosembra simboleggiare tutto il suo re-gno. Egli fu acclamato imperatore dai

pretoriani e subito riconosciuto dal se-nato, poiché il fratello Tito, che non ave-va altri eredi diretti, non lo aveva asso-ciato al governo, ritenendolo degno dipoca stima a causa del temperamentoambizioso. Il nuovo principe, per quan-to intelligente e attivo, non aveva le do-ti di sobrietà che avrebbero potutoconciliargli le simpatie della nuova ari-stocrazia provinciale. Egli pretendevad’essere chiamato “nostro signore edio”, ispirandosi al grandioso e dema-gogico ellenismo autocratico.Domiziano utilizzò la censura per mo-dificare a suo arbitrio le liste dei sena-tori e dei cavalieri, ossia per combatte-re l’aristocrazia, anche se molti suoiprovvedimenti miravano effettivamentea stroncare abusi e ingiustizie. Fra l’83e l’89 condusse due campagne militaricontro i Catti, abitanti a nord del Meno,riuscendo ad ampliare i possedimentisul Reno, e pose gli elementi per l’in-sediamento del limes germanicus: una li-nea fortificata, completata il secolo suc-cessivo, che resistette a lungo alla pres-sione dei barbari. I successi diDomiziano furono celebrati con le nau-machie: un tipo di spettacolo grandioso,già organizzate da Cesare, Augusto eCaligola, dove si rappresentavano dellevere battaglie navali, con tanto di mor-ti e feriti. La naumachia di Domizianosorgeva probabilmente nei pressi delCampo Marzio. Diocleziano, particolar-mente attento alla formula “panem ecircenses” coniata da Giovenale, fececostruire uno stadio nel Campo Marziosulla falsariga del Circo Massimo, e dicui Piazza Navona riproduce il traccia-to in maniera piuttosto fedele. La strut-tura veniva utilizzata per gare ginnichealla greca, competizioni che non diven-nero mai molto popolari nell’anticaRoma. Nonostante la sua spiccata pro-pensione militare, Domiziano non volleinvece favorire i piani di conquista diGneo Giulio Agricola, un valoroso ge-nerale che dal 78 governava la Britanniaed era riuscito ad espandere l’occupa-zione romana sino alle soglie dellaCaledonia.Agricola progettava, forse te-

merariamente, di conquistare anche laCaledonia e l’Irlanda, ma Domiziano lorichiamò a Roma nell’84. Negli ambien-ti dell’aristocrazia romana si disse, conmalizia probabilmente ingiustificata, cheil richiamo era dovuto a meschinità egelosia. Non a caso, quando nel 93Agricola morì, si incolpò l’imperatore diaverlo fatto uccidere. Ciò dimostra chel’imperatore era inviso da buona partedelle classi abbienti, come testimonianoanche i racconti tramandatici della sto-riografia, certamente poco generosiverso la figura di Domiziano. Oltretutto,le spese per gli eserciti e per la magni-ficenza di cui il principe si circondava,comportarono l’inasprimento delle im-poste e la ripresa dei processi per lesamaestà e delle congiunte confische. Allapolitica del terrore, gli avversari rispo-sero con trame e congiure per l’elimi-nazione dell’imperatore. E alla fine glioppositori ebbero la meglio: nel 96, do-po oltre dieci anni di regno, Domizianocadde sotto le pugnalate dei congiura-ti. La fama di mostruosa crudeltà concui la tradizione bollò la sua memoriacorrisponde più ai pregiudizi di Tacito edegli altri storici di parte aristocraticache alla verità dei fatti. Domiziano si li-mitò a rendere esplicite le tendenze au-tocratiche già virtualmente presenti nelregime del principato fin dalle origini. Intutto questo la crudeltà personale diDomiziano, vera o presunta, poteva ave-re solo un’ importanza marginale.

Continua…

Massimiliano Rossi

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ROMA CAPUT MUNDI

Domiziano

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7La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

er la stagione 1989/’90 la diri-genza giallorossa chiama alla gui-da della Roma Gigi Radice. Uncampionato mediocre termina-

to con il sesto posto in classifica e l'eli-minazione dalla Coppa Italia, agli ottavi difinale, contro la Juventus. Uniche note dirilievo: la conquista della qualificazione inCoppa Uefa e lo svolgimento delle parti-te casalinghe allo stadio Flaminio, a causadei lavori di modernizzazione del-l'Olimpico in vista dei Mondiali del '90.Il campionato seguente è caratterizzatoda immense gioie e dolori lancinanti,che, probabilmente, tarparono le ali aduna squadra che si sarebbe potuta im-porre ai vertici. Dopo la parentesi mon-diale, la Roma ritrova lo stadio Olimpicoin nuove vesti. Il luogo del ritiro sceltodal subentrante tecnico Ottavio Bianchiè Pinzolo. Lì viene varata l'ultima rosadell'era Viola. Nell'undici titolare chescende in campo nella prima giornata dicampionato, il 9 settembre, Zinetti,Salsano, Carboni, Carnevale ed Aldairsono debuttanti in maglia giallorossa. LaRoma gioca in casa e parte alla granderifilando 4 reti alla Fiorentina. Primo goldel campionato realizzato da RudyVoeller, il "Tedesco Volante".Ad ottobre la compagine giallorossa ètravolta dallo scandalo “Lipopill” che co-involge Angelo Peruzzi e AnderaCarnevale, squalificati per un anno dal-la CAF, dopo aver trovato nelle urinetracce di fentermina, una sostanza do-pante. Dopo il danno anche la beffa: lasocietà è costretta a pagare una multasalatissima, 150 milioni. Nel frattempo lasquadra continua la sua corsa in Europa.A fine novembre ha già spazzato viaBenfica, Valencia e Bordeaux. A dicem-bre Dino Viola rilascia quella che poi sa-rà la sua ultima intervista, chiacchieran-do per ben 7 ore con i giornalisti. Il 9gennaio il Presidente annuncia "La Romava ai miei figli. È arrivata la candidaturache tanto aspettavo e volevo, la mia fa-miglia e' pronta a prendere il comandodella società". Quando il 18 dello stes-so mense Riccardo Viola assume la reg-genza della società mancano poche ore

alla morte del padre Dino.Il numero uno giallorosso muore, infat-ti, sabato 19 gennaio 1991, di pomerig-gio, lasciando ai romanisti un incolmabi-le vuoto. Dopo 14 anni di presidenza,infinite dimostrazioni di rispetto, intelli-genza ed educazione il Presidente sispegne. Per il giorno dopo è in program-ma Roma-Pisa. La squadra, in campo conil lutto al braccio, gioca senza la minimaconcentrazione. Prima della partitaGiannini e Nela depongono un mazzodi fiori nel posto normalmente occupa-to da Viola."Roma, dai 7 colli, tramanderà la storiadi un uomo che, da solo, le ha dato tan-ta gloria!! Ci hai lasciato un vuoto incol-mabile. Addio Caro Presidente." recitavauno striscione apparso in curva Sud. Il ri-sultato finale e' 0-2 per i nerazzurri.Il campionato prosegue e i giallorossisono chiamati a giocare al massimo perricordare la memoria dell’ingegner Viola.Tra febbraio e marzo la Roma eliminala Juventus in coppa Italia, l'Anderlechtin Uefa e guadagna un preziosissimo 0-0 a Milano, contro il Milan nella semifi-nale del trofeo nazionale. Il ritorno, fis-sato per il 2 aprile, e' ricchissimo d'e-mozioni: i rossoneri vengono battutigrazie ad un autogol di Van Basten sutiro di Carboni e cosi la Roma arriva infinale. Pochi giorni dopo il derby: Roma-Lazio finisce 1-1 con il gol di Voeller surigore. Un’altra manciata di giorni ed an-cora emozioni: in Danimarca la Roma vaad affrontare il Broembdy, ottenendo unpreoccupante 0-0.A metà aprile Ciarrapico esce allo sco-perto e annuncia l'acquisto della socie-tà capitolina. Per la Roma inizia uno deimomenti più bui di tutta quanta la suastoria. 24 aprile 1991. L'Olimpico è tea-tro di una gara che rimarrà impressanelle menti di ogni tifoso giallorosso:Roma-Broembdy, semifinale di ritorno diCoppa Uefa. I giallorossi vanno in van-taggio ma vengono rimontati; con il ri-sultato di 1-1 sarebbero fuori. Soloall'88° Voeller riesce a siglare il gol deldefinitivo 2-1. La Roma è ad un passodalla conquista del suo secondo trofeo

internazionale. Ultimo baluardo: l'Inter.Nella finale d’andata, allo stadio Meazza,la Roma rimedia due gol dai nerazzur-ri, gara caratterizzata da un contestatorigore concesso ai meneghini e trasfor-mato da Mattheus.Due settimane dopo i giallorossi, in ca-sa, non riescono ad andare oltre l'1-0vedendo così festeggiare, un'altra voltasul proprio campo, gli avversari.Il giorno seguente l'Olimpico e' di nuo-vo tutto esaurito: Bruno Conti da' il suoaddio al calcio professionistico. In campoper salutarlo ci sono i campioni del 1983.30 maggio all'Olimpico va in scena la fi-nale di ritorno di Coppa Italia.Avversaria la Sampdoria da poco laurea-tasi campione d'Italia.Grazie ad un'autorete di Pellegrini e aigol di Berthold e Voeller su rigore, laRoma si impone 3-1. Il ritorno e' pre-visto per il 9 giugno, la Roma riesce adifendere il risultato. Termina 1-1 alMarassi, il gol è sempre del tedesco vo-lante. Per i giallorossi è la settima cop-pa Italia, la quinta in undici anni.

Continua…

Gianmarco Fava

P

e leggenda

Dino Viola

MAGICA A.S. ROMAMAGICAA.S. ROMA

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Ecco perchè è belloaccontare Roma attra-verso la musica sembrapiù semplice rispetto a

tante città. Può darci una spiega-zione?

Roma è una città unica, qui, da queste par-ti c’è stato il primo impero. Quando esiste-va la Roma imperiale, Londra, Parigi eBerlino non esistevano. Abbiamo più di2000 anni di storia è facile scrivere e rac-contare Roma.

8 La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

di Piergiorgio Bruni

R rmai dopo l’esperienza diSanremo, è scoppiata lapassione dei tifosi giallo-

rossi nei suoi confronti.

E che ci devo fare. Probabilmente primanon sapevano che tra di loro c'era uno cheè giallorosso fino alle ossa da tanti anni.Poi avrai contribuito il fattore sorpresa,mettermi la scarpetta della Roma al tea-tro Ariston, senza dubbio è stato un gestoche nessuno si aspettava.

O eritare di essere tra i pri-mi d’Europa comportaimpegno e responsabilità.

Come sarà il futuro della Roma?

Facendo un ragionamento semplice e linea-re, è indubbio che se non spendiamo la ve-do piuttosto dura. È necessario investire erafforzare anche numericamente la squa-dra, poter allungare la panchina è unapriorità, altrimenti l'anno prossimo non po-tremo andare oltre metà classifica.

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differenza dei primi anniin cui seguiva la Roma, ècambiata la Sua coscien-

za giallorossa?

Bella domanda. Diciamo che forse si è evo-luta. Non vado più allo stadio da un po’di tempo perchè rischio di sentirmi malee la Roma potrebbe perdere un vero so-stenitore. Sa una cosa? Questa è la primaintervista in cui parlo dei colori giallorossi.Di solito questo argomento l’ho affrontatosoltanto con i miei amici; la Roma è la miafamiglia e della propria famiglia uno nonne parla in giro.

A ella storia della Romamai nessuno come Totti.Ci descriva il rapporto

affettivo che la lega al capitano.

Con Francesco ho un bel ricordo e posso racconta-re un aneddoto gustoso e carino. In un ristorantedi celebrata fede romanista vicino casa mia, una se-ra, vennero a cena Petruzzi, Giannini e, appunto,Totti. Quando poi, ho avuto modo di stringergli lamano, avvicinandomi, gli ho detto: "Francè mi rac-comando, ci devi far vincere almeno 10 scudetti e5 coppe Campioni”. Pensi, tale è stata la foga concui mi sono rivolto a lui che il proprietario del lo-cale, un mio amico, ancora se lo ricorda. Insomma,il capitano è un campione assoluto, come lui nellastoria delle squadre ce ne sono davvero pochi. Èun grande dentro e fuori dal campo.

N l suo mondo è quello mu-sicale, quale cd regalereb-be a Luciano Spalletti?

Non ho dubbi, “born to run” di BruceSpringsting. È assolutamente un condottie-ro, ci ha preso che eravamo morti e cor-rendo ci ha fatto diventare grandi. E perdescrivere questo, faccio un nome su tutti:Simone Perrotta.

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PAOLO ZACCAGNINI

Intervista a Paolo Zaccagnini

Paolo Zaccagnini, nasce a Roma il 3 settembre del 1948. Fin da piccolodi appassiona alla musica, una scelta che lo porterà poi più avanti neglianni a diventare il più preparato e appassionato critico musicale italiano.Allievo dei professori Agostino Lombardo e Giorgio Melchiori, è laureatoin letteratura americana, con tesi su Henry David Thoreau. Ma Zaccagnininon è soltanto un bravissimo giornalista, nella suo curriculum compaionoun paio di apparizioni sul grande schermo, in due film di Nanni Moretti:“Io sono un autarchico” ed “Ecce Bombo”. È sposato con Katlheen, hauna figlia, Nora e un gatto di nome Yuri. Numerosi sono i suoi interessi:la letteratura poliziesca, la buona tavola, il cinema, la lettura, i sigariToscani, i viaggi e, come già ampiamente detto della Roma. Per 20 anniha seguito il Festival e, per almeno 10, è stato il presidente del premiodella critica intitolato a Mia Martini. Simpatico e disincantato, Paolo dasempre è stato un grande animatore delle conferenze stampa con le suedivertenti esternazioni. Come quella volta che accolse l’ex leaderdell’Unione Sovietica, e premio Nobel, Michail Gorbaciov, ospite delFestival di Fabio Fazio, sfoggiando un enorme colbacco.

Ecco perchè è bello

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lo essere romanisti

9La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

L’intervista

econdo Lei esiste ungruppo musicale che ab-bia superato i Beatles?

Assolutamente no. I Rolling Stone si sonoavvicinati, ma i Bealtles oltre a cambiarela musica hanno modificato il costume, fa-cendo di fatto, tendenza. Come posso di-re, dettavano legge in tutto.

S orniamo indietro di qual-che mese, fino aSanremo. Come nasce la

sua apparizione con la sciarpadella Roma?

Facevo parte del dopo festival. Un gior-no viene Piero Chiambretti e mi dice:"Stasera vengono quelli della Juventus".Allora, mi sono messo un giaccone piùlargo, sotto ho portato la sciarpa che por-to sempre con me, una sciarpa che haqualcosa di magico, perchè l'ha fatta lamia mamma con i "veri " colori dellaRoma: amaranto e giallo e, all’improvvi-so, l'ho tirata fuori. Un successone, ho ri-cevuti i complimenti di tutti.

T ndiamo sull’assurdo. Aquale cantante parago-nerebbe Francesco Totti?

Ad uno di quelli fuori concorso. Di sicurofra i geni, nell’olimpo dei più grandi in as-soluto. Non so, Springsting, Lennon,Harrison.

A

sservando il suo albumdi ricordi, che cosa Leviene immediatamente

alla mente?

Il sorriso di mia figlia appena nata in cli-nica. Il ricordo e il brivido più bello del mon-do, un palpito, che non poteva che esseregiallorosso.

O oncludendo, si metterebbemai con una donna chesappia giocare a carte?

Sorride - Assolutamente no, per un motivosemplice, non sono capace di giocare a car-te. E se questa ipotetica donna, proprio nonriuscisse a rinunciarci, vorrà dire che sene andrà da un'altra parte.

Cove nasce la Sua deliran-te “romanistità”?

Sono nato a Roma, poi per il lavoro di miopadre ci siamo dovuti trasferire a Genova.La passione per la romanità giallorossa mel'hanno trasmessa i miei genitori e da pic-cino, tutti insieme, andavamo al bar persentire le partite. Se mi permette di fareuno scherzoso esempio, glielo spiego me-glio: se fossi nato laziale mi sarei suicida-to all'asilo con una merendina avvelenata.

D

lo essere romanisti

Dove e quando “La Signora in Giallorosso”Radio

TELERADIOSTEREOF.M. 92.7

Domenica dalle 10.00 alle 13.00

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Internetwww.lasignoraingiallorosso.it

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Digitale Terrestre T9(Mediaset)

Sintonizzare il canale dalle ore 02.00 alle 06.00

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10 La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

Cartolina GiallorossaMISSIONE COMPIUTA27 MAGGIO 2007: la stagione calcistica 2006/’07 si è appena conclusa, per i vessilli giallorossi, nel miglior modo possibile. Secondi in campionato, quarti difinale in Champion’s League e vincitori della Coppa Italia. Questi risultati lanciano di diritto la Roma nell’olimpo del calcio italiano e internazionale. LucianoSpalletti è riuscito a dimostrare ancora una volta di essere uno dei migliori allenatori d’Italia e d’Europa. Ricordiamo che il tanto celebrato Mourinho con il suoChelsea multimiliardario ha raggiunto gli stessi obiettivi della squadra capitolina. Basterebbero pochi tasselli al posto giusto per consentire alla Roma di vincerenella Penisola e oltre i confini. Per migliorare la rosa di prima squadra bisogna creare una panchina con calciatori di esperienza e qualità. Rosi, Curci, Okaka,Faty e Virga vanno ceduti in prestito per farli giocare con continuità. È assolutamente necessario e imprescindibile confermare tutti i titolari e rinnovare anchea costo di un sacrificio economico i contratti dei top players: De Rossi, Chivu, Mancini e Ferrari. È fondamentale anche trovare un accordo con l’Inter per lapermanenza in giallorosso del cileno Pizarro. Possibilmente senza sacrificare alcun giocatore fondamentale per l’assetto tattico della squadra. Alcuni ruoli in par-ticolare risultano scoperti: non esiste una riserva di Tonetto a sinistra, un centravanti di peso, due esterni offensivi di centrocampo da alternare a Taddei eMancini. Questa volta la menzione d’onore quasi obbligatoria va allo straordinario Francesco Totti. Quest’anno il capitano ha realizzato un numero impressio-nante di gol fra campionato, Champions e Coppa Italia. Senza dimenticare alcuni record “frantumati”: miglior marcatore in attività della serie A, miglior mar-catore giallorosso nelle coppe europee e miglior marcatore giallorosso di sempre in Nazionale con 9 reti.

di Nicola Ceolin

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LA ROMA

Per usare le parole di Rosella Sensi: “La cosapiù importante è stata vincere in modo leale,pulito onesto”. Come si può darle torto?

LE MILANESI

Citate sempre per il loro stile hanno dato dimo-strazione di poca classe. Moratti con le parole eil Milan con uno striscione di dubbio gusto han-no perso una buona occasione per tacere.

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di Mario ChiapperiCURIOSANDO IN EUROPASe quest’anno la lotta scudetto nella serie A italiana era pressoché inesistente a causa della strapotere interista, in Europa sono fioc-cate le sorprese con sfide a dir poco esaltanti. In Spagna è stato un testa a testa fino all’ultimo istante, con il turbolento Real Madriddi don Fabio Capello e l’imprevedibile Barcellona di Ronaldinho che si sono contesi il titolo senza esclusione, staccando al terzo gra-dino del podio il Siviglia del “mago” Juande Ramos fresco vincitore della seconda coppa Uefa consecutiva e finalista di Copa del Rey.Un’altra bellissima bagarre è stata la corsa per la zona Uefa dove il Saragozza del trio D’Alessandro-Milito-Galletti e l’Atletico Madriddi Torres, insieme al “trenino” composto da Recreativo, Getafe e Villareal hanno dato vita ad una mirabolante girandola di emozioni.In Francia la questione scudetto si è chiusa già da qualche settimana con la conferma per la sesta volta consecutiva del Lione diHoullier. Gli altri due posti in Champions League sono stati conquistati dal “ritrovato” Marsiglia al quale sono bastati Cissè e Riberyper non correre grossi rischi e dal Tolosa che con un gran finale di campionato si è meritato un risultato storico. L’unico posto Uefase l’è accaparrato il Rennes che a pari punti con il Lille l’ha spuntata per una migliore differenza reti. Di seguito il Sochaux del neoallenatore del Lione, Alain Perrin, avendo raggiunto la finale di coppa di Francia proprio con il Marsiglia accede di diritto alla secon-da competizione continentale. Saluta invece la Ligue one il Nantes, proprietario dell’ala in prestito alla Roma, Whilelmson. Nel cam-pionato di Sua Maestà, il Manchester United ha vinto il titolo battendo in volata il Chelsea del magnate russo Abrahmovic mentre ilLiverpool del carismatico Gerrard e l’Arsenal di Wenger si sono dovute accontentare di un tranquillo accesso ai preliminari di ChampionsLeague. Conferma gli ottimi risultati della passata stagione anche il Tottenham di Martin Jool che centra per il secondo anno conse-cutivo l’obiettivo quinto posto accompagnato dall’Everton del bombardiere Andy Johnson vero trascinatore della squadra. Ma se inSpagna il trambusto degli avvenimenti ha avuto un ruolo dominante nel finale di torneo, in Germania si è vissuto un epilogo degnodel miglior Hitchcock. Ad aggiudicarsi il Meister Schale è stata la “sorpresissima” Stoccarda, una squadra formata da tantissimi giovanicome Streller, Kedira, Gomez, Osorio e Hitzspleger, che ha letteralmente “soffiato” il titolo allo Schalke04. L’ultimo biglietto per unposto in Champions League lo ha staccato il Werder Brema di Schaff. Ma lo sgomento nasce quando si sente che il Bayern Monaco,insieme al Bayer Leverkusen e al Norimberga (vincitore della coppa di Germania), andrà solamente in coppa Uefa. Stagione disastro-sa per la compagine del “Keiser” Beckenbauer che se vuole tornare a competere ad altissimi livelli nella prossima stagione dovrà si-curamente metter mano al portafogli.

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11La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

Dietro le quintedi Caterina Di Lernia

17/5/2007 ore 19.30: Francesco Tottialza al cielo la Coppa Italia dopo se-dici anni. Dopo due finali perse è final-mente arrivato il momento che tutti iromanisti aspettavano, sollevare un tro-feo in quella Milano che ci ha regalatoben poche soddisfazioni.17/5/2007 ore 20.00: dopo aver vistola partita e segnato i minuti di tutte leinquadrature più belle inizio a pensareinsieme ad Alice (l’artista del montag-gio televisivo) a quello che volevamofosse il “servizio dell’anno”, che avrem-mo realizzato il giorno dopo. I ragazzici avevano regalato una grande emo-zione e noi dovevamo ripagarli con unaclip che riuscisse a trasmettere tutta lanostra gioia. Un grazie che arrivassedritto al cuore. La prima cosa a cuipensare era la musica. Bocciata la scon-tata “We are the champions”e dopoaver scoperto di avere gusti musicaliagli antipodi, abbiamo chiesto aiuto achiunque passasse dalle nostre parti edopo aver vagliato diverse opzioni era-

no rimaste in ballo solo due alternati-ve: “Grazie Roma” e “Beautiful day”.Alla fine abbiamo cambiato nuovamen-te idea e deciso di usare una doppiamusica. Niente parole, solo un sotto-fondo prima d’attesa e poi di gioia perl’obiettivo raggiunto. Avremmo fattovedere prima il 6-2 dell’andata, poi ilgol di Simone Perrotta che aveva scac-ciato via tanti fantasmi comparsi dopoil 2-0 dell’Inter. Dopo la colonna sono-ra siamo passate alla scelta di quelqualcosa in più che avrebbe reso spe-ciale la nostra opera d’arte. E quale filmmeglio del “Gladiatore” rappresenta ilcoraggio, la forza e la voglia di vinceredi Roma? Chi non ricorda MassimoDecimo Meriglio ordinare all’esercito:“Al mio segnale, scatenate l’inferno…”o urlare: “Roma ha vinto”? Il nostrocondottiero era stato senza dubbioLuciano Spalletti e i guerrieri i gioca-tori scesi in campo. Sarebbe stata que-sta l’immagine d’apertura: LucianoSpalletti che ordinava di scatenare l’in-

ferno e lo sguardo da leone diFrancesco Totti pronto a lottare per icolori di Roma. E l’altra frase celebredel film a fare da sfondo all’alzata del-la Coppa. Il finale non poteva che es-sere dedicato ai tifosi che intonavano“Roma Roma” nella Scala del calcio.Nessuna musica ad accompagnarli, per-ché niente era più bello delle loro vo-ci in un Meazza ormai completamentegiallorosso. Per venire incontro alle no-stre manie di perfezionismo abbiamocapito che vederci venerdì tre ore pri-ma dell’inizio della trasmissione, cioèall’ora fissata per il montaggio non sa-rebbe bastato.Alla fine ci abbiamo mes-so 5 ore e tanta fatica, ma ne e valsala pena. O almeno lo speriamo.

Rispostepericolose

Ddnek Zeman è stato ospite de: “LaSignora in Giallorosso”perché:

Vuole allenare di nuovo la Roma

Ha voluto capire se attraverso ilmicrofono la sua voce si sente

Doveva preparare atleticamenteGianfranco Giubilo

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Page 12: La Signora in Giallo Rosso Maggio Giugno 2007

a stagione calcistica dellaRoma primavera è da pocofinita e a Trigoria si

incominciano a fare i primi bilanci diuna stagione poco esaltante.Il gruppo ha dimostrato di esseremolto unito e sicuro di sè, forse, pro-prio questo ultimo aspetto ha gioca-to dei brutti scherzi ai ragazzi piùrappresentativi della formazione dimister De Rossi come StefanoOkaka, Aleandro Rosi e Valerio Virgache non hanno reso al meglio proba-bilmente ammaliati dal sogno dellaprima squadra. Sicuramente il quintoposto conquistato in questo campio-

nato non è da buttare ma da alcunielementi di indiscusso valore ci siaspettava molto di più. A riguardo èintervenuto anche il responsabile delsettore giovanile della società, IvanoStefanelli ammettendo che questastagione si poteva fare meglio ma checerte esperienze servono sempre dalezione. Ha inoltre aggiunto che qual-cuno non ha dato il massimo e sa-rebbe stata opportuna una maggioredose di umiltà. Ad onor del vero c’èperò da dire che giocatori come Rosied Okaka spesso sono stati convoca-ti fra i più grandi e non hanno potu-to dare il loro apporto ai compagniin termini sia di continuità sia tecni-ci, tali circostanze probabilmente han-no ostacolato il lavoro di questosplendido gruppo. Andando a guarda-re fra le carte si nota che era dallastagione 2002/’03, la Roma si qualifi-cava sempre ai play-off per giocarsi lavittoria finale riuscendo anche a con-quistare il titolo nell’annata 2004/’05.Si potrebbe azzardare l’affermazioneche una volta ogni tanto una piccolabattuta d’arresto, come si dice in ger-go, può anche starci. Perciò non è ilcaso di lasciarsi andare ad inutili pro-cessi e sciocchi vittimismi. È il mo-mento di guardare al futuro cioè al-la prossima stagione rimboccandosi le

maniche dato che quasi certamentemolti ragazzi verranno ceduti in pre-stito ad altre squadre per farsi le “os-sa” ed acquisire una maggiore espe-rienza. Sembra perciò essere arrivatoil momento di puntare su alcuni“fresh names” come i classe ‘88Giacomini, Freddi, Palermo e sugli ‘89Bianchini, Casiero e Della Penna chesi sono particolarmente distinti du-rante questa regular season per la lo-ro disponibilità e tenacia.Il settore giovanile della Roma negliultimi anni si è particolarmente mes-so in luce per aver sfornato diversigiocatori interessanti che, anche senon fanno più parte della società, sisono comportati molto bene:Gaetano D’Agostino, Raffaele DeMartino e Daniele Corvia.Molti meriti vanno perciò all’interostaff, capitanato da Bruno Conti cheha seguito e “coccolato” questi gio-vanotti in ogni occasione facendosisempre sentire vicino ad ognuno, co-sa molto importante soprattutto peril morale di un gruppo di adolescen-ti. Ora però godiamoci e godeteviqueste meritate vacanze, ci rivediamoa settembre.

L

di Fabrizio Cavalieri

12 La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

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PRIMAVERA

Quelli de...

Un campo del “Fulvio Bernardini”

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Page 13: La Signora in Giallo Rosso Maggio Giugno 2007

Roma, Capitale dello Sport

13La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

La rivincita dei “cosiddetti” sport minori nel panorama romano

Roma, Capitale dello Sportnon solo calcioa cura di Adriano Serafini

Tanti applausi, calici che si innalzano, molti sorrisi e velati arrivederci da chi, magari, sa di averconcluso la sua prima, fantastica, esperienza nella Capitale. Così la M. Roma Volley ha chiusoufficialmente la sua stagione nel campionato di A1. Consapevole di essere stata protagonista diun autentico miracolo, condito da qualche piccolo rimpianto per come s’è conclusa l’avventura,sia in Coppa Italia sia nella fase finale dei play off scudetto. Per l’impegno dimostrato nella cor-so dei mesi passati, ripensando ai problemi iniziali sofferti, la squadra ha dimostrato di conte-nere atleti affidabili e di primissimo livello. La base è forte, solida e solamente migliorabile, sup-portata da un interesse maggiore che ha permesso di realizzare il primo progetto preposto,quello di riportare al volley tanti giovani e la curiosità di una città intera.Il primo passo del futuro l’ha compiuto Marco Molteni, un vero e proprio pilastro nella stagio-ne appena conclusasi, firmando il prolungamento del contratto che lo legherà per altri due an-ni alla società di Massimo Mezzaroma. L’accordo, raggiunto nella sede della M. Roma Volley, ga-rantisce a Molteni la permanenza nella Capitale, e al club la possibilità di confermare un gio-catore che è stato un fuoriclasse nell’economia dell’intera stagione.

M.Roma Volley

Una semifinale che profuma già di scudetto. Il cammino della Virtus arriva a scontrarsi con la co-razzata Siena, assoluta dominatrice della stagione regolare. C’e’ il rammarico per aver dilapidatoqualche punto nelle ultime gare di campionato, che avrebbero permesso di evitare alle due squa-dre, che partivano già da qualche mese favorite per la conquista del titolo finale, di incontrarsi nel-la parte più dura del tabellone. I biancoverdi hanno il favore del campo: si incontrano rispettiva-mente la prima e la quarta squadra classificata nella stagione regolare nonchè le due squadre chehanno risolto la pratica dei quarti di finale con il minimo sforzo. Ottimo il ruolino di marcia intra-preso dai senesi sino ad ora: a partire dal girone di ritorno hanno vinto 19 gare su 20, sono re-duci da 14 vittorie in fila, e da 20 vittorie consecutive in casa, dove quest’anno non ha mai perso.In questo play-off è la squadra che segna di più, con una media di 94,3 punti ad incontro, miglio-rando l’86,6 del campionato, mentre subisce 72,7 punti di media. La Lottomatica è alla quarta se-mifinale scudetto e alla terza consecutiva dall’avvento della presidenza Toti. La squadra viene da 3vittorie di fila contro Napoli e, a partire dal girone di ritorno, ha vinto 16 delle ultime 20 gare chele vale la seconda migliore prestazione dopo Siena. Le cifre confermano il buon lavoro di Repesanella regular season, chiusa con la migliore difesa assoluta, la prima in casa, l’unica sotto i 70 pun-ti, e la seconda fuori dalle mura amiche. Per ambire a sogni scudetto, Roma dovrà disputare ogniincontro con la massima concentrazione possibile. Solo in questo modo potrebbe conquistare quel-le chances che per molti somigliano più ad un miracolo.

Lottomatica Virtus Roma Basket

Si conclude con un’emozionante vittoria al Flaminio, la prima esperienza nel “Super 10” dell’AlmavivACapitolina. Conquistata la salvezza, obiettivo prefissato per il progetto di un futuro più competitivo,si pensa già allo sviluppo mediatico per avvicinare ulteriormente il pubblico romano. Nel rugby nonè consuetudine stilare bilanci, ma valorizzare le emozioni regalateci dall’intero staff tecnico, dirigen-ziale e dagli splendidi tifosi che hanno sostenuto l’intero cammino, è il giusto merito di chi ha lot-tato, in tutti i sensi e senza lesinare energie, sui campi della più importante competizione nazio-nale. L’ultima giornata ha definito anche l’assegnazione del “Premio Fair Play”. L’AlmavivA Capitolinaè la società che si è imposta nella graduatoria , assegnata alla squadra che nel corso dell’anno hasubito meno cartellini gialli, rossi e settimane di squalifica. Terminati i tornei, nello spirito che ognianno anima le manifestazione nazionali di qualsiasi livello, non ci sono classifiche, vinti e vincitori.Si gioca per la passione e per la voglia di far risaltare le doti di uno sport in forte crescita maancora in cerca del grande palcoscenico che meriterebbe.

Almaviva Capitolina Rugby

Page 14: La Signora in Giallo Rosso Maggio Giugno 2007

14 La Signora in Giallorosso - maggio-giugno 2007

Una riflessione

AV GALLERY VILLAGEAV GALLERY VILLAGEAvevamo già annunciato, nell’arti-

colo della edizione di marzo della

“Signora in Giallorosso”, l’inaugura-

zione della sede “estiva” dell’AV

Gallery che, infatti, ha aperto le sue

porte al pubblico in concomitanza

con le passate feste pasquali e che

ora si appresta ad affrontare il pe-

riodo “caldo” pianificando eventi

nel cuore dell’Argentario, a

Capalbio, ove è sita la galleria. In

questi primi due mesi di vita l’atti-

vità nella sede toscana ha riguarda-

to solo la vendita di oggetti d’arte,

vista la parallela attività della sede

romana di Viale Angelico 2 nella

quale hanno continuato a susse-

guirsi a ritmi serrati gli eventi in

locandina. L’ultimo in scaletta è sta-

to quello dello scorso 31 maggio

che ha visto, nell’ambito dell’ormai

affermato “Percorso editoriale”, il

gradito ritorno della Giulio

Perrone Editore con un altro dei

romanzi da essa editi: “di Mostrare

le cose a parole” di Giovanni Di

Muoio. La stagione di eventi all’AV

Gallery City si concluderà definiti-

vamente martedì 26 giugno con

un’altra presentazione, questa vol-

ta di un’antologia un po’ particola-

re in quanto dedicata interamente

a racconti erotici. L’antologia si in-

titola, non a caso, “Femmine” ed è

edita dalla Delos Book e sancirà il

commiato dagli amici romani e l’ar-

rivederci alla nuova stagione autun-

nale che riaprirà a settembre. E, nel

frattempo, tutta l’attività si sposte-

rà nel borgo di Capalbio dove so-

no in via di definizione gli eventi

estivi che coinvolgeranno molti de-

gli “artisti amici” che ci hanno ac-

compagnato in questi ultimi mesi e

che il pubblico ha dimostrato di

gradire molto. Intanto l’AV GalleryCity è comunque sempre visitabile,

in orari negozio, in Via Vittorio

Emanuele II 12 a Capalbio e per

avere informazioni sugli eventi in

programmazione basterà inviare un

email all’indirizzo avgallery@avon-

lus.org oppure chiamando il nume-

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