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La Signora dell’Incarnazione! Mistero d’inedita tenerezza Nostalgia e malinconia... Nel tabernacolo c’è l’Essere MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA SÁNCHEZ MORENO Fondatrice de L’Opera della Chiesa La Signora dell’Incarnazione! Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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La Signoradell’Incarnazione!

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Misterod’inedita tenerezza

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Nostalgia e malinconia...Nel tabernacolo c’è l’Essere

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIASÁNCHEZ MORENO

Fondatrice de L’Opera della Chiesa

La Signora dell’Incarnazione! Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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1 Ct 2, 6.

25-1-1970

LA SIGNORA DELL’INCARNAZIONE

O realtà sovrabbondante della grandezza diNostra Signora tutta Bianca dell’Incarnazione!

Io oggi, spinta dalla luce e dalla forza delloSpirito Santo, e inondata dall’amore che per laSignora invade la mia anima, ho bisogno di scan-dire nella misura della mia piccolezza e della po-vertà del mio nulla, piena di venerazione, di am-mirazione e di rispetto, qualcosa di ciò che, in unidillio d’amore di profonda sapienza e sotto laluce sapienziale del pensiero divino, ho penetra-to, portata dall’impeto di Dio «che con la sua de-stra mi abbraccia e con la sua sinistra mi sostie-ne»1 sul trascendente e sublime mistero dell’In-carnazione; realizzato dalla volontà del Padre, checi dà in scansione amorosa il suo unigenito Figlionel seno purissimo della Vergine; la quale, per iltubare amoroso del bacio infinito di sublime e tra-scendente verginità dello Spirito Santo, in passodi immenso e sotto la brezza del suo volo, pro-rompe in Maternità divina.

Nihil obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreImprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin

Vicario GeneraleMadrid, 21-11-2000

4ª EDIZIONE

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia Sánchez Moreno e dal libro pubblicato:

«VIVENCIAS DEL ALMA»

1ª Edizione: Novembre 2000© 2000 EDITORIAL ECO DE LA IGLESIA

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/. Velázquez, 88Tel. 06.551.46.44 Tel. 91.435.41.45

E-mail: [email protected] www.loperadellachiesa.org

www.clerus.org: Santa Sede: Congregazione per il Clero(Libreria-Spiritualità)

ISBN: 84-86724-13-9Deposito legale: M. 35.401-2006

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2 Gv 1, 14.

Tutta la grandezza di Maria le viene grazie al-la sua Maternità divina; grandezza incomprensi-bile alla nostra mente umana offuscata ed otte-nebrata dal peccato.

Sublime mistero quello della maternità dellaVergine! poiché racchiude l’incontenibile misterodell’Incarnazione nell’occultamento velato e sa-crosanto del portento che in Lei si opera per ilpotere dell’Infinito Essere, che la creò nei suoipiani eterni affinché fosse il mezzo per il qualelo stesso Dio, in un idillio d’amore, incarnandosiin Lei, –«Il Verbo si fece carne ed abitò tra noi»2–si donò all’uomo in scansione amorosa di canticiinfiniti e coeterni, nel modo più sublime ed inef-fabile che la mente umana possa sospettare, at-traverso la maternità verginale di Nostra Signoradell’Incarnazione, tutta Bianca! tutta Vergine! tuttaMadre! tutta Regina! e tutta Signora!

Non c’è creatura capace di contenere nel suoseno il mistero di Dio, se lo stesso Dio con lasovranità del suo infinito potere, al penetrarlacon la sua sapienza, non la sostiene con la suafortezza. E Dio creò Maria affinché prendesseparte attiva nel mistero dell’Incarnazione...!

Ah, com’è terribile Maria, per il fatto di esse-re capace di contenere nel suo seno di Madreil momento del grande mistero dell’Incarnazio-

ne...! Momento sublime d’infinita trascendenzache non entra sulla terra, per la sua grandezza,per l’immensa realtà che racchiude...

Come ti fece Dio, Maria, al renderti capace dicontenere l’incontenibile nel tuo seno, di soste-nere l’insostenibile!

Ah Maria! Se vedo che stai contemplando ilmistero che nel tuo seno si realizza...! Ah Maria!Se nessuno può conoscerlo né intravederlo seTu non glielo mostri...! Ah Maria!, manifestazio-ne splendente della volontà di Dio, che ti fececontenitrice del mistero incontenibile da partedi creatura alcuna sulla terra: del mistero tra-scendente della donazione di Dio all’uomo, me-diante l’unione ipostatica della natura divina edella natura umana nella persona del Verbo,realizzata nel tuo seno vergineo, dal tubare del-lo Spirito Santo, sotto l’ombra e la protezionedello stesso Onnipotente, che ti fece prorompe-re in Maternità divina; in modo tale che, in Te eper Te, Dio si fece Uomo senza cessare di esse-re Dio, e fece l’Uomo Dio senza cessare di es-sere Uomo.

O sublimità eccelsa del Sancta Sanctorumdella Vergine Madre dell’Incarnazione!, dove, insapienza amorosa, Dio, penetrando la mia ani-ma col suo infinito pensiero, mi sta introducen-do e facendo intravedere nel modo che Egli so-lo conosce, secondo il disegno della sua infinita

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3 Con questo segno si indica la soppressione di brani piùo meno ampi che non si ritiene opportuno pubblicaredurante la vita dell’autrice.

volontà, le sue divine e coeterne donazioni al-l’uomo; poiché, in una sacra manifestazioned’amore ineffabile, in Maria ed attraverso di Lei,lo stesso Dio si diede a noi con cuore di Padre,canzone di Verbo ed amore di Spirito Santo.

Davanti a ciò, la mia poveretta anima, an-nientata, tremante, adorante, spaventata e spro-fondata nel mistero, esclama come in un innodi lode:

Grazie, Madre, di avermi introdotto nel tuoseno per contemplare con te ciò che non è da-to di intravedere a nessuna creatura sulla terra, se questi non è portato da Te alla profonditàprofonda e sacrosanta del mistero che Tu rac-chiudi.

[...]3 Oh... sacratissimo e segretissimo misteroquello dell’Incarnazione...! Immenso, eccelso edinsondabile mistero di Dio con l’uomo...!

Oh...! Ma se Dio, per la sua eccellenza infi-nita, non può essere altro che Dio...! E l’uomo,a causa della sua creazione finita, per quantosublime questa sia, non può essere altro cheuomo...!

Terribile mistero dell’Incarnazione...! Fondo,profondo, segreto, insondabile ed incomprensi-bile per la mente umana...!

[...] Com’è sorprendente nella sua realtà pro-fonda ed amorosa...! Mistero dell’Incarnazione,che quasi senza essere possibile neanche den-tro le possibilità infinite per l’infinità della per-fezione di Dio, la stessa Sapienza eterna estraedalla sua potenza la possibilità di fare l’impos-sibile affinché Dio sia Uomo e l’Uomo possaessere Dio...!

E come se non bastasse, questo sublime mi-stero, incomprensibile per la mente umana, ècontenuto, mantenuto e realizzato nel seno diuna creatura così meravigliosa, di cui neancheentra nella mente umana conoscere la grandez-za e la ricchezza per l’eccellenza della sua crea-zione che l’ha resa capace di essere Madre del-lo stesso Dio Incarnato, non avendo Cristo altraPersona che quella divina; affinché per mezzodi Lei, in Lei e attraverso la sua verginea mater-nità, mediante il contenimento del mistero cheracchiude, ci fosse comunicato, nel poema d’a-more più ambito dall’uomo –la maternità–, l’i-dillio divino di Dio incarnato, e fatto uomo peramore.

Oh! Chi potrà avvicinarsi al mistero insonda-bile dell’Incarnazione, senza essere introdottoda Maria...? Chi sarà capace di avvicinarsi all’i-stante-istante del prorompere del Padre in Paro-la di fuoco nel seno della Signora, nell’impetosacro dell’amore dello Spirito Santo...? E, chi po-

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4 Is 55, 3b.

trà penetrare in quel mistero infinito, senza cheMaria lo introduca dentro di sé...?

Ah Maria...! Ineffabile portento quello dellatua maternità, che ti rende depositaria dellecompiute promesse di Dio all’uomo attraversoCristo, l’Unigenito del Padre, Emmanuele, Diocon noi...! –«Io stabilirò per voi un’alleanza eter-na, i favori assicurati a Davide»4–. Ah Maria, cosìsconosciuta e così profanata tante volte dallamente umana, per il fatto che non è conosciutosecondo il pensiero divino il portento dei por-tenti che Tu racchiudi, affinché Tu, come suaunica depositaria, lo possa comunicare a tutti gliuomini...!

[...] Com’è sublime, profondo ed eccelso ilmistero dell’Incarnazione e, pertanto, com’ègrandiosa la Maternità di Maria...!

[...] Solo colui che si avvicina a Te è capacedi essere introdotto da Te nella camera nuzialedel segreto di Dio Incarnato, e, accoccolato sultuo seno materno, di sorprendere il mistero in-finito, occulto, trascendente, velato da tutti itempi e manifestato in Te, da Te e attraverso diTe a tutti gli uomini...

[...] Dov’è la parola umana per cantare legrandezze di Maria...? Non c’è parola creata chepossa esprimerle, poiché, quando Dio la creò, lafece ad immagine della sua sapienza e come

manifestazione di questa medesima sapienzache si dona in maternità...

E, chi potrà comprendere in qualche modola sapienza divina sulla terra, se non Colei allaquale è stata scandita così sorprendentementeche il Verbo infinito, la Parola del Padre, erom-pendo in inedite melodie di eterni cantici, inLei e dentro di Lei s’incarnò?

Maria è cosciente del mistero dell’Incarna-zione per disegno amoroso di Dio che s’in-carnò nel suo seno vergineo, facendola pro-rompere, per la brezza del suo volo e la forzadella sua infinita potenza, in Maternità divina...![...] Com’è grande Maria per il fatto di contene-re in sé il grandioso, sublime e soggiogante mi-stero dell’Incarnazione...!

[...] Oggi ho compreso sorprendentemente,ancora una volta, dalla povertà, piccolezza emeschinità del mio nulla, penetrata dal pensie-ro divino ed illuminata dalla sua sapienza amo-rosa, che non c’è mistero che non ci venga co-municato in Te, da Te ed attraverso di Te...

Grazie, Signore, per avermi dato una Madre,mediante la quale, io sia capace di entrare nelgrande momento dell’Incarnazione! e, attraver-so di esso, in tutti gli altri misteri che, donati daTe, si racchiudono nel seno della Santa MadreChiesa ricolma e satura di Divinità!

Grazie, Madre!, per avermi introdotto nel tuoseno, unico cammino ed unico mezzo per il

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5 Gv 19, 26.

quale io posso intravedere e penetrare qualcosadel mistero di Dio fatto Uomo, secondo la mi-sura dell’impotenza e della nullità del mio nonavere nulla, non poter nulla e non sapere nulla;ed ivi intendere, assaporare e vivere, nel tuoseno e dal tuo seno, il mistero della Chiesa cheè perpetuazione del mistero dell’Incarnazionerealizzato nel tuo seno. E per questo, Tu, Maria,così come sei Madre di Dio, sei la Madre dellaChiesa mia, la contenitrice pure di tutta la suarealtà nel prolungamento dei secoli... «Donna,ecco il tuo figlio»5.

Grazie, Signore, per esserti fatto Uomo! Gra-zie per avermelo mostrato oggi nel seno di Ma-ria, e per avermi manifestato che solo in Lei sipuò comprendere l’arcano insondabile di Dioin sé, sotto il mistero dell’Incarnazione, che og-gi, per il fatto di essere Chiesa, ho scoperto es-sere contenuto e mantenuto nel seno della Si-gnora ed essere comunicato alla mia anima concuore di Madre ed amore di Spirito Santo...!

Grazie, Signore, per avermi dato Maria perMadre e così avere sulla terra chi mi introdu-cesse nel tuo mistero...!

Ah Sancta Sanctorum dell’Incarnazione! Io,adorante, dentro, contemplo il Padre, il Figlio e

lo Spirito Santo operare il mistero che si rac-chiude nell’Incarnazione... Vedo Maria contem-plare, in collaborazione con le divine Persone,la realizzazione di questo mistero...!

[...] Oh il momento dell’unione delle due na-ture nella persona del Verbo, e ciò si realizzanel Sancta Sanctorum della Signora, mediantela donazione del Padre che ci dà suo Figlio perl’amore dello Spirito Santo...!

[...] Lo Spirito Santo, in un colloquio d’amo-re, d’intimità, nel suo impeto infinito, preparala Vergine affinché, nel suo seno e dalla suacarne, Dio formi un’umanità che si unisca allaDivinità nella persona del Verbo e realizzi l’In-carnazione...

[...] L’Incarnazione è l’unione di Dio conl’Uomo... Il Padre ci dà suo Figlio e Maria dà aDio l’umanità di cui Dio aveva bisogno perchésuo Figlio fosse Uomo...

Ineffabile mistero dell’Incarnazione, nel qualeil Padre attua dandoci suo Figlio, il Figlio incar-nandosi in Maria, lo Spirito Santo realizzando ilmistero nella Signora, e la Vergine dando la suacarne al Verbo della Vita affinché si faccia Uo-mo...! E così, l’Incarnazione, come tutti i misteridella donazione di Dio all’uomo da questo mo-mento, è stata realizzata tra il Padre, il Figlio, loSpirito Santo e con la collaborazione di Maria. Ela parte che Maria assume nel mistero dell’Incar-

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6 Lc 1, 27. 7 Lc 1, 28.

nazione è così importante, che diviene la Madredi Dio e Madre universale dell’umanità.

L’Incarnazione è l’idillio d’amore tra Dio el’uomo nel seno di Maria.

Quale grandezza percepisce la mia animaoggi nella Vergine...! L’ho vista sempre moltobella, molto sublime, mai però ho penetratocome oggi nella sua grandezza di fronte all’In-carnazione.

Grazie a questo mistero ho compreso chenon c’è grazia sulla terra che non le sia stataconcessa in pienezza; poiché qualsiasi grazia,per quanto sia grande, sarà sempre quasi infi-nitamente più piccola della sua Maternità divi-na, la quale la fa intervenire attivamente nelgrande mistero dell’Incarnazione.

Quale grazia ci sarà mai –per quanto sia gran-de, sempre a distanza inimmaginabile dal donodella Maternità divina– che si possa concedere aduna pura creatura in qualsiasi momento della suaesistenza, che non sia stata concessa in pienezzadurante tutta la sua vita alla Signora Bianca del-l’Incarnazione, creata e predestinata per essere laMadre di Dio, per la volontà del Padre che ci die-de il suo unigenito Figlio nel seno di una Vergine–«e la Vergine si chiamava Maria»6–; e ciò si rea-lizzava nella «piena di grazia»7 per opera dello

Spirito Santo, in un idillio d’amore di così eleva-ta eccellenza, che la fece erompere in maternità,e Maternità divina...?

Per cui, secondo la mia povera e limitatacaptazione, sprofondata nel pensiero divino inpenetrante sapienza amorosa, tutte le grazie, ifrutti, i doni ed i carismi che a qualsiasi Santo inqualsiasi momento della sua vita siano staticoncessi, alla Vergine, Immacolata in virtù deimeriti previsti di Cristo, piena di grazia e Signo-ra dell’Incarnazione, furono dispensati, durantetutto il suo peregrinare, nella pienezza che ri-chiedeva la grazia della sua Maternità divina.Giacché, per Maria ed attraverso di Lei, Dio cidiede suo Figlio Incarnato, per mezzo del qualeci sono venute tutte le grazie.

E la Vergine è «Madre della divina Grazia»;cosa che in un canto di lode come manifesta-zione delle sue grandezze, noi figli della Chiesaandiamo proclamando, pieni di gaudio nelloSpirito Santo, nelle litanie del santo Rosario.

Quanto è aumentata davanti al mio sguardospirituale la grandezza sovrabbondante ed esu-berante di Maria, e quanto è diminuita la pic-colezza dei pensieri degli uomini quando, nelmettersi di fronte alla Signora, le lesinano qual-che grazia che le sia potuta essere stata rega-lata come sovrabbondanza della sua Maternitàdivina...!

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Come sono contenta di aver penetrato ogginella Vergine così, e del fatto che, in Lei e perLei, possa passare a vivere ed a partecipare almistero dell’Incarnazione...!

Come potrà l’uomo peccatore entrare nellascoperta delle realtà divine senza una previa pu-lizia del suo spirito...? Come osano le menti offu-scate dalla superbia, e forse dalla lussuria, met-tersi di fronte a Dio, di fronte a Cristo, di fronte aMaria, di fronte alla Chiesa, per tentare di scopri-re, in uno studio freddo ed offuscato, il pensierodella Sapienza divina, nel mistero della sua vitaverso dentro e nella comunicazione di questomedesimo mistero verso fuori per mezzo dell’In-carnazione, dove appare Maria con la grandepienezza della sua Maternità e dove è contenutoil mistero di Dio che si dà all’uomo e il misterodella Chiesa, continuazione e perpetuazione del-la Incarnazione durante tutti i tempi...?

Come osa l’uomo, che non è penetrato dallaluce dello Spirito Santo né illuminato dal suoinfinito pensiero, e senza la sapienza amorosadell’Infinito Essere, addentrarsi nei misteri divinisotto la luce ottenebrata del suo piccolino in-tendere, pieno forse di criteri umani...?

O grandezza della maternità di Maria, cosìsconosciuta, ed a volte disprezzata ed oltrag-giata dal pensiero e dall’offuscamento di coloroche, privi di sapienza divina, osano addentrarsinel Sancta Sanctorum dove Dio dimora sulla

terra, per intravedere, con il cerino tenebrosodel loro intendimento oscurato, lo splendorequasi infinito della santità, della pienezza, del-l’abbondanza e della grandezza della Madre diDio...!

O uomo, che, come il profeta Isaia, dovrestibruciare le tue labbra con un carbone ardenteper pronunciare il nome di Maria, e che osi ad-dentrarti nel Sancta Sanctorum dell’Incarnazio-ne, e tenti di scoprire il segreto che racchiude,avvicinandotici forse con la tua anima ottene-brata e sporcata dal fango di tanti peccati...!

Come sono grandi le realtà della rivelazio-ne...! E quanta più luce infonde la sapienzanell’anima, tanto più davanti a questa aumental’immensità e l’infinità del mistero di Dio e deisuoi piani eterni... La luce divina fa apparire lostesso Dio, davanti alla mente di chi lo cono-sce, infinitamente trascendente, terribilmentemeraviglioso, appassionatamente desiderabile...E questa medesima luce apre nello spirito in-sondabili caverne con fami insaziabili di saperedi più, in un assaporamento che è vita, l’Esserenella sua realtà infinita. Ed ogni nuovo riempi-mento fa sorgere nel più profondo dello spiritouna nuova capacità che fa intravedere unamaggiore grandezza dell’Infinito, con un nuovoaumento di nuova sapienza per desiderarlonuovamente di più e di nuovo saperlo di più.

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In questa medesima luce l’anima scopre ilgrande mistero dell’Incarnazione, incomprensibi-le per la mente umana ed incontenibile da partedi nessuna creatura, ed attraverso di esso e dallaMaternità divina della Signora, gli altri misteri. Inesso sorprende che Dio si fa Uomo e l’Uomo di-viene Dio. Mistero che sembra contraddire lastessa realtà infinita, per l’eccelsitudine e la subli-mità trascendente che in sé racchiude!

E, oh sorpresa!, quando l’anima trova Mariaintrodotta nel grande mistero dell’Incarnazione,come parte integrante del medesimo... Oh sor-presa!, quando in quel mistero scopre che tuttala sapienza che l’uomo può ricevere, la pienez-za di vita, il possesso di Dio, la grandezza delsacerdozio, la terribilità del mistero della Chie-sa..., tutto ciò si realizzò e ci venne dato in Ma-ria e con la sua collaborazione attraverso la suaMaternità divina...

La mente sembra rompersi davanti alla pie-nezza del mistero che contempla, davanti allagrandezza della Signora nell’Incarnazione, da-vanti alla sua collaborazione nei piani eterni,davanti alla partecipazione attiva della sua ma-ternità in tutta la donazione di Dio all’uomoper mezzo e nel mistero dell’Incarnazione...!

Con tremore e timore, ma piena di fiducia eamore filiale al riparo protettivo della sua Ma-

ternità divina, da oggi [...], guarderò sempre Ma-ria, per la grandezza che ho contemplato nelmistero dell’Incarnazione che in Lei si racchiudee la sua partecipazione ad esso. Con timore diavvicinarmi alla sua bianchezza e poter intorbi-dare la sua grandezza col mio offuscamento; econ amore e fiducia, poiché Dio me la diedeper Madre, affinché, addentrandomi nel suo se-no, mi fossero scoperti i segreti del Padre chein Lei ci vengono comunicati...

Oggi ho appreso che tutto ciò che mi vienedato nel seno della Chiesa, che tutto ciò che miè stato dato, che tutto ciò che mi verrà dato, èstato per mezzo di Maria, cosa di cui, forse in-coscientemente, non l’ho saputa ringraziare nécorrispondere. Oggi però, nella luce e nell’amo-re della sua vicinanza, ho visto che non c’è nul-la nel cielo né sulla terra che ci sia trasmessofuori della Maternità divina della Vergine, Ma-dre, Regina e Signora tutta Bianca dell’Incarna-zione. La stessa Chiesa è il regalo che Cristo cidiede attraverso Maria e nel suo seno; e comela Chiesa è il prolungamento e la perpetuazionedel mistero di Cristo nella sua incarnazione, vi-ta, morte e risurrezione, così è pure la perpe-tuazione ed il prolungamento del mistero dellaMaternità di Maria.

[...] E davanti a questa verità la mia animagaudiosa riposa nell’assaporamento e nella vi-cinanza della presenza della Signora dell’Incar-

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nazione, in questo giorno di grazia, di luce e diamore, che Dio mi ha concesso, come un nuo-vo preludio nel mio camminare verso di Lui.

Signore, rischiara il mio intendimento, affin-ché la mia anima possa entrare, senza profa-narlo, nel segreto della tua vita intima e dellatua Incarnazione, introdotta nel grembo di Ma-ria, da dove si percepiscono, si intravedono esi scoprono, come da una vedetta, i misteri in-finiti della tua vita nella tua comunicazione fa-miliare e nella tua donazione agli uomini.

Grazie, Signore, per avermi dato oggi la pos-sibilità di conoscere i tuoi misteri introdotta nelgrembo della Signora dell’Incarnazione, tuttaVergine, tutta Madre, tutta Regina e tutta Signora!

Roma, 30-4-1993

VERGINE, MADRE,REGINA E SIGNORA...

Era bianca la mia Signora...!,Colei che vidi quel giorno,quali scintillii di gloria,di maestà così divina,che rispecchiava l’Immensonella sua infinita armonia...!

Era bianca...!, era Signora...!;e la mia anima la vedevaVergine di tale signoria,che Dio stesso l’avvolgeva.

Era Madre del Dio vivoche s’incarnò, in questa vita,nel suo seno immacolatodi sublime poesia...!

Era così bella...!, così bella...!;così buona la sua compagnia,che, quando venne ad abbracciarmi,nel suo petto mi sentivoin un sacro tremore silente nella profonditàdella mia anima dolente...

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Venne da me e si avvicinò...!Di bianchezza risplendeva...!Era così bianca...!, così bianca...!,che la sua bianchezza diceva,nel modo in cui può farlocreatura così semplice,l’infinita eccelsitudinedi trascendenza divinain fulgori di gloria,dove Dio vive la sua vita.

Era Madre...!, era Signora...!,Vergine...!, Regina innalzata...!,che, nella volta del cielo,di santità l’avvolgevail Santo che lì si occultain santità infinita.

E Costei era la mia Signora...!,la mia Madre...!, la mia Vergine mia...!;in regalità così grandeche, qual Regina, possedevaper donazione di suo Figlioe partecipando in vita quello che Dio si ènella sua eccelsitudine divina.

E nella sua verginale bianchezza,oh che possesso avevala mia Signora, Vergine, Madre,del Verbo che l’avvolgeva

con i suoi eterni canticidi inedite melodie...!

E, come l’amava il Padre...!In Lei Egli si avevaricreazioni di grande contentonel modo in cui Egli sapeva.

E lo Spirito infinitocol suo fuoco l’accendevain refrigeranti fiamme,come sua sposa amata!

Che idillio è quello di Dioin infinita armonia,per la mia dilettissima Madre,per la mia Vergine, la mia...!,che, un venticinque Marzo,scese dal cielo sospinta,per accarezzare la mia animache ormai di pena morivain un penare dolente,che dire non poteva.Ella venne e mi spinse con la sua dolce compagnia,affinché già a Dio cantassi le sue eterne melodie.

Venne da me e mi accarezzò...!–come era bianca Maria...!–ed inclinandosi verso di me,tra le sue mani prendeva,per portarlo al suo petto,

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il mio capo privo di protezione;in una carezza che non riescoa dire, per quanto io dica.

Come era bianca mia Madre...!,che tenerezza v’era in Essa...!Mai mi vidi così piccola,mai mi sentii così bambinanel suo grembo amoroso,e mai così protettadalla dolce Madre amatache Dio mi diede quel giornoquando sulla croce mi consegnavala sua Maternità divina.

Come è bianca la mia Madre Bianca...!,quanto bella la vidi questo giorno...!,ed era, in verginità,la Madre di Dio e la mia,ed un portento dei Cieliche, in vicina compagnia,volle dire alla mia animatanto quanto mi amava.

Che signoria racchiudevala sua bianchezza cristallina,riflesso del Sole eternoin sostanziale compagnia...!

Era Vergine la Signora...!,Vergine, Madre, Regina mia...!Era Regina, perché Diole diede la sua sovranità,

all’incarnarsi nel suo seno;ed Ella era da Lui così amata,che la rese Madre suadurante tutta la sua vita,e sta per sempre nei Cieliaccanto a Lui innalzata.

Ed io l’ho vista sulla terra...!,ma non con queste pupillecon cui si vedono quaggiùle cosette di questa vita;essendo gli occhi dell’animaquelli che nelle mie profondità guardano,e con i quali Dio vuoleche mi introduca nella sua vita.Infatti sono astri brillantidi profonda sapienza quelli che Dio stesso ha dato alla mia anima in questa vita,per potermi addentrarenella sua dolce compagnia.Adesso dietro densi veli,dopo con la sua luce divina,lo vedremo così come è,in adesione che culminavedendolo con i suoi stessi Occhi,dentro, nella sua sapienza.

Era bianca la Signora...!,Colei che, in quel giorno,

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un venticinque Marzo,quando la mia anima morivain recondito silenziopoiché dire non potevaciò che nel mio petto racchiudevonel modo che Dio voleva,venne da me e mi accarezzò...!

Il mio penare svaniva,poiché, giungendo accanto a me,il mio capo prendeva,e portandolo al suo seno,sul suo petto mi ponevacon un accarezzare così dolceche, in Maternità divina,mi disse la mia Vergine Biancail modo in cui mi amava;e mi diede la sua protezioneche, in consolazione, diceva,coll’impulso dei Cieli,che mi lanciassi a cantarecome Dio da me richiedeva.

Nulla disse con parole,con la sua presenza, Maria;ma tutto rimase dettoalla mia anima addoloratacon la dolce protezioneche la Vergine mi offriva.

Era Vergine...!, era Madre...!,era Regina nella sua armonia...!Tutto questo in me impresse

in profonda sapienza,poiché la vidi con gli occhiche, nella mia anima, io avevo.

Pur dopo tanti anni,non si è annebbiato quel giorno;e nel corso ferocedella mia vita desolata,ce l’ho sempre incisanelle pupille della mia anima.

Così chiaramente e profondamente la racchiudo

in luce di sapienza,come il giorno in cui la vidi,rimanendo commossa per sempre nell’esilio...E nel mio lottare, ancorasento la sua dolce presenzae la sua protezione che mi incoraggiaad andare sempre avanticon rinnovata gioia,benché sembrino mancarele forze alla mia anima ferita;poiché ormai si fa nottee tramonta la mia vita,intonando i canticiche Dio con forza richiedevaal mio spirito stancoper la lotta di questa vita.

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Era bianca la Signora...Io la vidi! Con la sua venuta,mi sento forte e sicuranel resto dei miei giorni,per poter ripetere,nel mio affetto di figlia,che io ho visto la Signorain una brillante vicinanzaun venticinque Marzo,quando meno lo credevo;perché la prova era aspra,e sola sprofondavoin un silenzio silente,che per altro tempo non potevosopportare dentro il pettocon la prova che vivevo.

Un venticinque Marzo...!Come dimenticherò quel giorno!,quando arrivai a comprendereche Dio stesso mi diceva,nel cuore semplicedi sua Madre e della mia,con dolce maternità,il modo in cui Egli amavaquesta povera «Trinidad»che Egli sulla terra aveva...

Era Dio, o era la Vergine...?Era Lui che mi dicevanel petto di sua Madrequanto mi amava...!;

e mi volle accarezzare,come il mio Gesù facevagiorno dopo giorno nel tabernacolo,quando sul suo petto ponevala mia piccola testolina,perché bambina mi sentivoquando a Gesù mi avvicinavopresente nell’Eucarestia...!

Dio mi volle accarezzaredi nuovo, come Egli volevaquando al tabernacolo arrivavoper fargli compagnia...!E per questo mi inviòsua Madre, che è la mia,affinché mi coccolasse,come Lui sempre faceva.

Un venticinque Marzo,io ho visto, in sapienza,la Madre del mio Dio,che a consolarmi veniva...!

E mi reclinò sul suo petto;ed io in lui mi commuovevoperché mi disse tenerezzein modo così divino,che compresi che Dio stesso,con tenera sapienza,accarezzava la mia animanel petto di Maria.

Era bianca...!, era Madre...!;quali fulgori avvolgevano

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la sua eccelsa maternitàin verginità immersa...!

Per questo rimase nella mia animala figura di Mariaimpressa con tanta luce,che, senza parole, diceval’Eterna Verginitàche l’Eccelso in sé aveva,essendosela nel suo interioreda sé ed in sé possedutain prorompenti cascatedi paternità divina;

e così avvolta da Dionelle fiamme infinitedei suoi astri brillantiche, dal suolo trascesa,vive con Dio addentrataper sempre nella sua compagnia,in un modo così trascendente,che soltanto Lui sapevala maniera in cui, nel suo Seno,aveva dentro Maria!

Era bianca la Signora...!La medesima che vidi un altro giornoche, nella sua Assunzione ai Cieli,in corpo ed anima salivanel tubare infinito di Dio che la possedeva.

Era bianca la Signora...!,così Vergine, Madre, e così mia!,che ormai sempre devo vivere,nel mio passo per la vita,avvolta dal ricordodi quanto io vidi nel giornodell’Incarnazione del Verbonel seno di Maria:di una Vergine tutta biancache, in Maternità divina,lo stesso Verbo di Dionel suo grembo concepivaper la signoria eccelsache, in regalità, Egli mettevanel seno di sua Madre,per incarnarsi nella vita!

Un venticinque Marzo...!,sublime e terribile giorno...!che lasciò per sempre impressanella mia anima addolorata la figura della Vergine,così Regina ed innalzata,così risplendente e così puracome il sole del meriggio.

Un venticinque Marzovenne ad abbracciarmi Maria...!,la stessa Madre di Dio!,Madre della Chiesa mia...!

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19-12-1974

MISTERO DI INEDITA TENEREZZA!

Natale...! Mistero di inedita tenerezza...; sor-prendente donazione dell’Amore Infinito neiconfronti dell’uomo...; esplicazione potente del-l’Eterno Potere, che ci si dona in scansione divi-na ed umana in un modo così semplice come siaddice alla signoria semplicissima della regalitàdell’Essere.

Natale...! Dio che ci dice in una scansioneamorosa e nell’idillio infinito più inimmaginabi-le ed incomprensibile, tutta la sua vita in Can-zone, in manifestazione gloriosa e in gaudio disapienziale sapienza...

O pensiero di Dio che, erompendo in vo-lontà redentrice, si consegna attraverso la suainfinita Parola a coloro che ama, nel tubare af-fettuoso del Bacio della sua Bocca...!

Natale...! Sapientemente saputo tra gli uomi-ni, in adorante penetrazione, da Nostra Signoradi Betlemme che, in contemplazione di aspet-tazione, trascesa fino al petto dello stesso Dio,dà alla luce al mondo la Luce infinita dell’eter-na Sapienza, in un Bambino che, piangente trale sue braccia, è il Figlio di Dio e suo Figlio...

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saporosissima con il Figlio di Dio che, calda-mente introdotto nel suo seno, le faceva sentireil palpitare del suo cuore in affetto di filiazio-ne...! La volontà infinita del Padre la faceva tre-mare in modo sacro e sigillato dal silenzio, permezzo dell’amore dello Spirito Santo, in neces-sità nostalgica e veemente di dare alla luce ilFiglio di Dio attraverso il parto verginale e lu-minoso della sua Maternità divina...

Mistero di silenzio sacro tra la creatura e ilCreatore... tra Dio e la Vergine Bianca, che, nelcontenimento del suo Avvento, racchiude nelsuo seno l’Unigenito del Padre, con l’affetto ela maternità che la madre più tenera possa sen-tire, per la delicatezza infinita del tocco delloSpirito Santo nel suo grembo vergineo...!

Nove mesi di tenerezza..., di donazione..., diconsegna..., di risposta e di speranzosa aspetta-zione, nell’attesa affettuosa della sua maternitàche brama di ascoltare dalla bocca del VerboInfinito, come in infinità di eterne melodie, laparola: Madre!, nella realtà palpabile e palpi-tante, sonora e dilettevole del Figlio di Dio fat-to Bambino tra le sue braccia...!

La vita di Maria, durante il suo Avvento, èun mistero di inimmaginabile tenerezza, sem-pre in attesa che la Parola Infinita del Padre, ri-volta verso di Lei, le esprima la volontà dellostesso Padre per l’impulso dello Spirito Santoin dolci colloqui di manifestazioni d’amore...

Il Verbo infinito, per il trascendente misterodell’Incarnazione, compiendo la volontà del Pa-dre, prorompe in Parola dal seno di Questi al se-no di Maria per il tubare carezzevole ed amorosodello Spirito Santo. E trova che il seno della Si-gnora gli sa di Focolare infinito, perché è tuttopartecipazione accogliente del cuore del Padrecon tenerezza ed affetto di Vergine-Madre...

E nel seno di Maria, saturo di verginità, è rea-lizzato il mistero trascendente e soggiogante del-l’Incarnazione nel poema amoroso del bacio in-finito dello Spirito Santo, che fa prorompere laSignora, con la brezza sacrosanta della soavitàdel passo del suo volo, in Maternità divina...

Maria, Vergine-Madre...!: Madre in frutto del-la sua eccellente verginità..., e Vergine perché lasua medesima Maternità divina, per il frutto del-la sua fecondità, la rese ancora più Vergine, peril fatto di essere questo Frutto la Verginità Infi-nita Incarnata in Parola esplicativa agli uomini,di infinita santità verginea. Per cui Maria, quan-to più Vergine, tanto più Madre, e quanto piùMadre, tanto più Vergine; giacché Ella è un gri-do in tutto il suo essere di: ‘Solo Dio’!, avvolta,saturata, penetrata e posseduta solo, esclusiva-mente solo! dall’Essere Infinito, in possesso to-tale ed assoluto.

Segreto trascendente quello che visse Mariadurante i nove mesi del suo Avvento in intimità

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Natale...! Mistero di donazione dell’Infinitoagli uomini attraverso la Maternità di Maria...

La Vergine-Madre di Betlemme bacia con te-nerezza indicibile, in un bacio di profonda ado-razione saturo di mistero, il Figlio di Dio; che,sorgendo dal suo seno vergineo in frutto dellasua Maternità divina, è il suo Figlio che si rendevisibile davanti al mondo nell’oscurità sorpren-dente di una notte fonda sotto il silenzio miste-rioso, velato e sorprendente dell’incomprensio-ne, soltanto conosciuto e penetrato nella pro-fondità profonda della sua realtà dalla Santitàinfinita di Colui che si È.

Figlio della Santa Madre Chiesa, soltanto lavita di fede, ricolma di speranza, illuminata coni doni dello Spirito Santo e spinta dall’amore, ècapace di addentrarsi in questo mistero del Na-tale: Nel silenzio della notte e dell’ingratitudi-ne, si disse l’Amore davanti all’aspettazione se-gretissima della Vergine Bianca.

Che cosa saranno stati per Maria tutti e cia-scuno di questi splendenti misteri che Dio rea-lizzava tra gli uomini, per la donazione del suostesso Figlio in scansione amorosa di amoreeterno, che prorompe in infiniti cantici con ilgemere del pianto di un Bambino...! Come liavrà vissuti...! In che modo li avrà adorati...!Quale ricezione quella della tenerezza dellasua maternità...! Che risposta quella della suaconsegna! Che affetto, nella sua carezza di Ma-

Avvento di Maria, vissuto nel segreto delcontenimento del suo seno, e solo conosciutoda Dio e da Lei nell’abbraccio sacratissimo del-lo Spirito Santo; che, in strettissima unione, te-neva avvolto il Figlio di Dio, che è il Figlio diMaria, nell’occultamento velato dell’immacolataverginità della Signora!

I nove mesi in cui la Vergine visse con Gesùnel suo seno, furono contemplati dagli Angelidi Dio, nell’intimità sacra di ricchi colloqui diamori..., in tenerezze sublimi ed ineffabili, si-lenziose e segrete, misteriose e sacre, divine edivinizzanti di adorante silenzio...

Avvento di Maria...! Segreto insospettato esolo intuito dall’anima-Chiesa che, introdottadalla Signora nel Sancta Sanctorum della suamaterna verginità, è capace di assaporare insorpresa candente ciò che tra Dio e la creaturaè realizzato dallo Spirito Santo, quando la vo-lontà del Padre volle dare Madre al suo FiglioIncarnato e, per Lui ed in Lui, a tutta l’umanità;e, volle dare Figlio a Nostra Signora tutta Bian-ca dell’Incarnazione, affinché Costei desse allaluce Dio fra gli uomini sotto le apparenze sem-plici ed affettuose di un Bambino piccolinonelle braccia della Madre, frutto, in manifesta-zione splendente, divina e divinizzante, dellaVergine Madre di Betlemme, protetta sotto il tu-bare divino dello Spirito Santo, coperta ed av-volta dalla Santità dell’Onnipotente.

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istante di sublime e celestiale trascendenza diverginità in prorompente Maternità divina perl’aleggiare infinito della brezza candente delloSpirito Santo, quando la Vergine s’incontrò conla realtà palpabile e palpitante del suo Dio di-venuto Figlio suo, in un abbraccio di misteriosamaternità e in risposta dello stesso Dio fattosiBambino piccolino che la guarda con i suoi oc-chietti divini, quali astri brillanti, in segreto difiliazione, chiamandola: Madre...!

Che avrà fatto lo Spirito Santo in quell’istan-te in cui la Parola Infinita Incarnata, sorgendodal seno di Maria, brillò davanti al mondo nel-l’oscurità della notte, erompendo in Luce d’infi-nita sapienza espressiva davanti all’occultamen-to misterioso del silenzio dell’incomprensionenella sacra notte di Betlemme...?!

«La Luce venne alle tenebre e le tenebre nonl’hanno accolta»3.

Che cosa avrà detto Maria a Gesù, tutta pos-seduta dall’Amore Infinito..., avvolta e penetratadalla sua carezza..., baciata dal suo Bacio..., sa-tura del suo amore..., impregnata della sua eter-na sapienza per penetrare, nell’assaporamentodel medesimo Spirito Santo, ciò che, attraversola sua Maternità divina, era dato agli uomini nelmistero semplicissimo di un Bambino che, recli-nato in una mangiatoia, tra la paglia, prorompe-

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3 Gv 1, 5.

dre, piena di sapienziale e dilettevole tenerezzaper il Verbo Infinito del Padre, Incarnato, che,essendo allo stesso tempo Figlio suo, era unBambino piccolino, alimentato dal nettare sa-porosissimo del suo petto vergineo, nato a Be-tlemme sulle braccia di «una Vergine che glimetterà il nome di Emmanuele, “Dio con noi”»,–«e la Vergine si chiamava Maria»–, «discen-dente di Davide», «Primogenito di molti fratel-li»1, e Promessa di Dio fatta al nostro PadreAbramo, annunziata dai santi Profeti nell’AnticoTestamento e compiuta da Cristo:

«Un Bambino è nato per noi, ci è stato datoun figlio: sulle sue spalle è il segno della so-vranità ed è chiamato Consigliere Ammirabile,Dio Potente, Padre per sempre, Principe dellaPace»...!2.

Quali ricreazioni di amore e di tenerezze trala Madre e il piccolo Emmanuele...! Quali segre-ti di consegna e di risposta...! Quali abbraccid’affetto della Verginità infinita alla sua Vergine-Madre, e quale tenerezza quella della Vergine-Madre per la Verginità infinita del Verbo Incar-nato tra le sue braccia...!

Che momento quello della Nascita di Ge-sù...! Momento di sorpresa e di aspettazione diriverente ed adorante venerazione! Che istante-

1 Cfr. Mt 1, 23; Lc 1, 27; cfr. Rm 1, 3; 8, 29.

2 Is 9, 5.

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travedere i misteri velati di sublime trascenden-za che l’Infinito Essere realizzò in Maria, quan-do la creò per la realizzazione dei suoi pianieterni di donazione verso l’uomo; unendola aSé così meravigliosamente, che fece di Lei unportento della grazia conosciuto soltanto nellapenetrazione dei doni dello Spirito Santo ed as-saporato dai frutti del suo possesso...!

Che la lingua macchiata non tenti di espri-mere i misteri di Dio in se stesso e nella suadonazione di amore misericordioso verso l’uo-mo in ed attraverso la Vergine tutta Bianca del-l’Incarnazione, che erompe in Maternità divinaper il bacio candente di infinita verginità delloSpirito Santo, con paragoni profani che nonfanno altro che appannare la bianchezza im-macolata della sua incomprensibile ed intocca-bile santità...!

Maria è un grido di ‘solo Dio’!, nel suo esse-re, nella sua vita e nel suo operare...!

La Vergine, satura di Divinità e traboccante diMaternità divina, cosciente del fatto che Dio s’in-carnò in Lei per darsi agli uomini nella Canzoneinfinita dell’idillio di un Bambino, per la volontàdel Padre e nell’amore dello Spirito Santo; ansio-sa di realizzare il volere divino che tiene impres-so nel suo essere, interrompe le ricreazioni d’a-more con il Figlio di Dio, uscito dal suo seno, e

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va in un pianto melodioso di canzoni infinite diamori eterni...?!

Quale sarà stato l’impulso dello Sposo divi-no nel cuore candente di Nostra Signora, affin-ché amasse e ricevesse Gesù con la tenerezzadella sua Maternità divina...?!

Che dolci e tenere manifestazioni d’amore trala Madre e il Figlio, per la forza..., la brezza..., ilsilenzio..., la pace..., la dolcezza ed il gaudio fe-licissimo dello Spirito Santo...!

Oh mistero...! Mistero di sorprendente tene-rezza...!: Dio è ormai Uomo tra braccia di Ma-dre...! E la Madre è Vergine con la Verginità In-finita Incarnata tra le sue braccia, che chiamaMadre la sua Vergine, poiché la Vergine è suaMadre...!

Mistero di Natale, contemplato dagli Angeliche, davanti alla loro impossibilità di piangered’amore e d’annientamento, prorompono inun cantico al Dio fattosi Bambino per amorecome manifestazione splendente della miseri-cordia infinita in effusione di tenerezza e com-passione sull’uomo caduto!: «Gloria a Dio nel-l’alto dei cieli e pace in terra agli uomini cheEgli ama»4.

Che la creatura non tenti, con occhi carnali,di penetrare, di comprendere e neppure di in-

4 Lc 2, 14.

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stazione palese, palpabile e straziante del fattoche non c’era chi lo ricevesse...

Tutto ciò realizzato soltanto sotto l’aspetta-zione adorante e riverente del Patriarca SanGiuseppe, sommerso di gaudio indicibile nelloSpirito Santo e singhiozzante allo stesso tempo,con la sua anima straziata davanti alla contem-plazione del sorprendente mistero che, attraver-so la Vergine Bianca dell’Incarnazione, era ma-nifestato a Betlemme, sotto l’ombra e la brezzariparatrice dell’Onnipotente.

Mistero di Natale...! Segreto d’infinita tene-rezza...!: Nel silenzio della notte e dell’incom-prensione, sotto le note vibranti dello SpiritoSanto, e nello strazio della maternità di Maria,in una mangiatoia si disse a noi l’Amore...!!

Silenzio, anima cara...! Rispetto e venerazio-ne! Adora...! Con gli Angeli di Dio, rispondi inamore...! Poiché Dio, fatto Bambino, da un mo-mento all’altro proromperà in pianto per la pri-ma volta sulla terra in uno strazio di solitudinee di incomprensione...

Silenzio, anima cara...! Rispondi...!, adora...!,ama...!, ché Dio piange!!

Angeli del cielo, dove siete...? Cercate i sem-plici della terra e comunicate loro la grandenotizia che in una mangiatoia, coccolato dallatenerezza di una Vergine-Madre, Dio piange...!!

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suo Figlio tra le sue braccia di Madre, per dare almondo, come frutto della sua Maternità divinaed in funzione di questa medesima maternità,l’Emmanuele, il Sommo Sacerdote che è in sé eda sé l’unione di Dio con l’uomo nell’eserciziodella pienezza del suo Sacerdozio.

E quando, come Madre universale, in mani-festazione del suo amore, sta per dare Dio atutti gli uomini, i quali pure sono frutto del ba-cio dello Spirito Santo nella sua anima di Vergi-ne-Madre, riceve, nella delicatezza incompren-sibile del suo amore materno, la spada di undolore così acuto, che il suo cuore rimane feri-to, senza potersi cicatrizzare, davanti al disa-more del «no» di tutti i suoi figli alla donazio-ne infinita dell’Amore Eterno che, per mezzodella maternità della Signora, ci si consegnafatto Bambino nella notte misteriosa e sacro-santa del Natale... E come comprese Maria, inuna comprensione di dolorosa penetrazione,che «la Luce venne alle tenebre ma le tenebrenon l’hanno accolta»...!

E per questo, trapassata di dolore, compien-do la volontà del Padre e sotto l’impulso delloSpirito Santo, prese la Parola infinita del Padrefattasi Bambino e, in uno strazio della sua ma-ternità, staccandoselo dalle braccia, «lo collocòtra la paglia di una mangiatoia»5, come manife-

5 Lc 2, 7.

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dello Spirito Santo, per la tua vita di grazia, i mi-steri della vita di Cristo, vieni oggi con me, ani-ma cara, figlio della mia anima-Chiesa..., vieni,in questa notte di Natale, alla grotta di Betlem-me...! Mettiti accanto alla Vergine Bianca... E lì,in aspettazione adorante, aspetta quell’istante-istante sovrabbondante di luce e di Divinità nelquale, coperto dal silenzio della notte e nel mi-stero carezzevole del tubare dello Spirito Santo,proromperà in pianto di Canzone infinita la Pa-rola Eterna del Padre tra le braccia di Maria...

Aspetta prostrata, anima cara, e contemplale ricreazioni della Madre e del Figlio in vergi-nità di tenerezza comunicativa...

Ascolta il tubare infinito dello Spirito Santo,che avvolge il mistero della Vergine-Madre chebacia Dio in un Bimbo appena nato, come Fi-glio suo fatto Uomo.

Percepisci, se puoi, il bacio di Dio che, Incar-nato, bacia la Vergine con tenerezza di Figlio...

E aspetta... perché, dopo questo colloquio d’i-neffabile compiacenza da parte di Dio, quandoNostra Signora tutta Bianca di Betlemme staràper dare suo Figlio e il Figlio di Dio agli uomininuovamente in questa notte di Betlemme cheper mezzo della Liturgia è resa a noi presentenel nostro tempo, Ella ti trovi ad aspettare pienad’amore e d’inedita tenerezza, e non debba tor-nare a collocarlo nella mangiatoia, tra delle fred-

Cercate i semplici, i piccoli..., perché essi sco-priranno i misteri di Dio...; perché a loro sonocomunicati i segreti del Padre...; «poiché di essiè il Regno dei Cieli»6 e poiché con loro l’Amo-re Infinito, reclinato tra la paglia e tremante difreddo, riposa...!

E per questo gli Angeli, nella rabbrividentenotte di Natale, corsero dai pastori nel compi-mento del desiderio di Dio, per comunicare lo-ro la Buona Novella dell’Emmanuele.

Tra i grandi, tra coloro che cercavano la ric-chezza della terra, non c’era posto perché laVergine-Madre desse alla luce la Luce infinitadell’Eterno Sole, che scoppia in scintillanti ful-gori...

«Non ci fu posto per il Figlio di Dio in nes-sun albergo...!»7.

E così, in una grotta..., nel silenzio della not-te..., davanti all’aspettazione della Vergine..., al-l’adorazione di un uomo giusto..., al calore dialcuni rudi animali... ed alla contemplazionedegli Angeli del cielo, irruppe tra gli uomini laCanzone infinita del Padre, in Cantico nostalgi-co di profonda e tragica incomprensione.

Figlio della Santa Madre Chiesa, tu che vivi difede, che conosci, nella penetrazione dei doni

6 Mt 5, 3. 7 Cfr. Lc 2, 7.

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stendile per prenderlo; e chiedi a Maria di dar-telo, di non lasciare Gesù nella mangiatoia, chétu lo vuoi ricevere, poiché per te si fece Uomo,e per te Ella fu Madre di Dio e Madre tua...!

Chiedi a Nostra Signora dello Spirito Santo ilFrutto della sua maternità, che è tuo, difatti perte Dio si fece Bambino...

Non lasciare, anima cara, che Nostra Signoradi Betlemme, in questa notte di Natale, caricadi mistero, deponga nuovamente Gesù nellamangiatoia perché non c’era chi lo ricevesse...!

[...] E uniti nello Spirito Santo, compiendo lavolontà del Padre, apriamo il nostro cuore e lanostra anima per prendere tra le nostre bracciaGesù, piccino di Betlemme, e per baciarlo conun bacio di ricezione..., con un abbraccio di ri-sposta..., con una consegna di donazione... af-finché mai più si possa dire che «la Luce vennealle tenebre, e le tenebre non l’hanno accolta»...!

[...] Sai già, Signora di Betlemme, che le mienostalgie e le appetizioni del mio cuore sonoincontenibili..., che le urgenze del mio petto e ivulcani del mio amore, sono come inabbraccia-bili... Per cui io esprimo oggi i miei sentimentinel modo spontaneo e semplice con cui i pic-coli comunicano i loro desideri, appoggiati sulpetto del Padre.

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de paglie!, poiché neanche in questa nuova not-te di Natale trova a chi darlo perché lo riceva.

Prendi frettoloso dalle braccia di Maria il Bam-binello di Betlemme; l’Emmanuele, Dio con noi,che nasce in una mangiatoia, morirà su una cro-ce e rimarrà nella bianca Ostia durante tutti i tem-pi mediante il Sacrificio dell’Altare, per dartisicome Pane di vita, ed in attesa amorosa nelSacramento dell’Eucarestia, manifestazione splen-dente del suo amore infinito che ha bisogno distare con coloro che ama finché dureranno i se-coli.

Anima cara, figlio della mia anima-Chiesa...!Accoglilo, ché Dio si è fatto Uomo per te, affin-ché tu lo ricevessi, lo amassi e lo abbraccias-si...! Accarezzalo con la massima tenerezza chepuoi...! Bacia il suo pettarello divino palpitanted’amore per te; i suoi piedi che diverrannocammino di vita e che, per portarti alla Casadel Padre, saranno trafitti; la sua testolina pene-trata d’infinita sapienza, che sarà coronata dispine per i tuoi propri peccati!

Guarda le sue guance divine, bagnate dallelacrime ed i suoi occhietti brillanti che ti cerca-no aspettando la risposta del tuo amore allasua donazione d’amore infinito.

Deposita sulle sue mani un bacio che sap-pia per Lui di ricezione della sua donazioneeterna... Apri le tue braccia ed il tuo cuore, e

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28-12-1972

BAMBINO DI BETLEMME

Fissavo i miei occhi nella lontananza,e, con gli astri del tuo fulgore,Bambino di Betlemme, dolce Melodia,sentii accendersi la mia anima in amore.

E, negli ardenti fuochi di una tenera gioia,dentro il mio petto ascoltai la tua voceche, con pianto di Bimbo, rotto dai singhiozzi,mi chiede in gemiti la mia consegna

ed il mio dono...

Guardavo lontano,cercando nella notte il mio Sole...

Nelle ansie incontenibili della mia maternitàuniversale, io voglio, nella notte sacrosanta diBetlemme, con la mia missione di Chiesa com-piuta, in un modo misterioso ma sperimental-mente vissuto, prostrarmi ai tuoi piedi [...] e dirtia nome degli uomini di tutti i tempi, per la di-mensione della mia anima-Chiesa nella pienez-za del mio sacerdozio mistico: Madre, dacci Ge-sù...!; e mai più si debba udire sulla terra: «Ven-ne ai suoi e i suoi non lo hanno accolto»8...!

Poiché, nella magnitudine splendente dellanostra realtà di Chiesa, la mia anima piccolinama traboccantemente ansiosa di rispondere aDio, dice allo stesso Dio, per la mia maternitàspirituale ed universale nelle fiamme candentidello Spirito Santo e nel modo misterioso delnostro inserimento in Cristo, con Lui, per Luied in Lui, un «sì» così glorioso che sia rispostad’amore e di ricezione per tutti gli uomini nellanotte fredda, silenziosa, misteriosa e sacrosantadel Natale.

8 Gv 1, 11.

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Dio del Sacramento,mio Infinito Essere.

Anche se morissi, però,per i tuoi fulgori,morte cerco ansiosache spenga la mia sete.

So già che ciecarimasi al contemplarti, e, avvolta nella tua ombra,cammina la mia fede;

ma le scintille che vidi nei tuoi fulgoriaprirono le ansie del mio bramare,Gesù del tabernacolo,Dio d’Eucarestia, divino Emmanuele.

Ed oggi supplico veementementenelle mie ombre:

Perché ti sei nascosto,mia mattutina Luce scintillante...?Dimmelo; perché...?

29-5-1973

LA MIA MATTUTINALUCE SCINTILLANTE

Si occulta tra ombreil Sole dei soli...Perché...?

Se soltanto nelle tue Luci scintillantitrova sensoil mio essere!;

se soltanto col guardarti,Bambino di Betlemme,nei tuoi fulgoriscopro adoranteil tuo esserti nel tuo essere...!

Perché non ti mostrisenza ombre di morte,senza attese lunghe?Dimmelo; perché...?

Già so che i tuoi fuochiabbagliano le mie ombree mi accecherestinel riuscire a vederti,Gesù del tabernacolo,

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intendimento tra me e gli uomini diviene cosìdifficoltoso...

Mi sento oppressa dai gemiti del cuore, dal-le lacrime soffocate dello spirito e dai sospiricontenuti dell’anima...

Trascorro la vita stanca di lottare nella faticadel mio cammino così pieno di difficoltà. Misento trafitta dal segreto del silenzio, dall’in-comprensione di coloro che insieme a me cam-minano vertiginosamente, molti forse senza sa-perlo, verso il termine di questa vita; la quale,per l’inserimento nella volontà di Dio, ci con-duce al gaudio felicissimo dell’Eternità, o, nellanostra insensata corsa, può portarci a perderloper sempre dietro l’abisso per il nostro disinse-rimento dai piani di Colui che È, che ci creòcon capacità immense di felicità per saziarlenel possesso del suo gaudio infinito, nell’inti-mità di focolare della sua Famiglia Divina...

Io desidero vivere nel Paese della vita e del-la libertà..., nella verità dell’infinita Giustizia...,nel riposo della vera carità..., nella comprensio-ne della perfetta unione...

Cerco l’Essere..., l’Essere Infinito nel suo Es-sere, così come è...!, e lo trovo tra coloro chenon sono Lui e in ombre di morte.

Il mio spirito assetato geme per la vita del-l’Eterno Vivente, nella comprensione libera delsuo intendimento, senza concetti di qua, senza

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21-10-1974

IO VOGLIO L’ESSERE...!

Io voglio l’Essere...! Voglio soltanto Dio, sen-za altro..., poiché tutto ciò che non è Lui, mitortura profondamente...!

Io ho bisogno di introdurmi nella profonditàfonda dell’Eterno Affluente, dove, a fiotti di es-sere, irrompe la Cascata inesauribile dell’Infini-ta Sapienza...

Ho fame di saziare il mio intendimento inquella scienza assaporabile dell’Eterno Essentenei suoi Tre. Ed anelo solo Lui, senza altre coseche torturino la ferita pungente del mio cuore...

Io voglio bere al torrente delle sue Cascate,e saturarmi nell’inebriamento dell’assaporamen-to sapienziale che prorompe dal petto di Dio...

Voglio bere... bere per calmare la mia sete...,per saturare le mie fami nell’eterno Esseersi...,lì..., in Dio!

Sono stanca della terra con le sue creature,con i suoi concetti, con il suo vuoto di Dio,con l’incomprensione che racchiude in sé co-me conseguenza del peccato, per cui il mutuo

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cazione canora..., nell’abbraccio consustanzialepaterno-filiale in frangente di Amore personalee spiritualmente amoroso...

Sospiro di baciare Dio con lo Spirito Santo...E ne ho bisogno subito...! Ma la mia brama nonresiste alle ombre dell’esilio per possedere Dio.Reclamo supplicante la luce delle sue infinitepupille..., il fulgore del suo Sole eterno..., lasorgente delle sue fonti..., il frangente della suaconversazione... e le fiamme dei suoi vulcani...

Io ho bisogno di Dio subito, senza ulterioriattese...! Infatti sono stata creata per la Vita e so-lo in essa so vivere... Non trovo la maniera di vi-vere senza la Vita nella morte dell’esilio!; poichéil mio peregrinare sulla terra non è altro che unandar morendo ogni giorno a tutto ciò che è diqua, spiccando il volo verso l’Immenso Essere...

Mi feriscono i rumori di questo suolo..., lesue risate beffarde..., la truppa della sua vertigi-nosa corsa senza sapere dove vanno... Mi ren-de vittima profondamente l’ipocrisia dei cuorinon sinceri..., la beffa del trionfo dei superbi el’apparente fallimento di Dio tra gli uomini...

Io cerco l’Essere...! E l’unico luogo in cui lotrovo di più è nell’occultamento semplice deltabernacolo. Ma, davanti al suo contatto, anchese mi trovo con l’Eterno, è sempre tra veli, percui aumentano le mie angosce e si ingrandisco-no le mie ansie di ‘solo Dio’!; poiché il mio

parole create per esprimerlo. Io voglio amarlocon lo Spirito Santo, non però tra ombre, manella luce luminosa delle sue infinite pupille...Cerco ansimantemente la soddisfazione dellamia capacità nella Sorgente infinita delle eterneperfezioni...

Sono affaticata..., in modo torturante affati-cata dalla piccolezza della mente umana...! Mitortura il non saper esprimere i miei sentimen-ti..., il dovermi avvalere di frasi e di concettiche non decifrano ciò che ho bisogno di dire...

Io voglio l’Essere...!, l’Essere...! E lo voglioora...! E per questo, al non poterlo possederecome è e dove è, nella luce infinita della suacoeterna chiarezza, lo cerco insaziabilmentepresso «le Porte dell’Eternità»1, nel mio taber-nacolo, in attesa ansimante che mi venganoaperti i suoi portoni sontuosi per sempre..., persempre...!

Ogni istante della mia vita è una supplica piùtorturante d’Eternità, un’ampiezza più profonda,e una richiesta più profonda nella necessità di‘solo Dio’ in ciò che è, senza altre cose cheLui...!

Io voglio Colui che si È di per sé quanto si ènella signoria infinita della sua eterna sussisten-za..., nella conversazione eterna della sua Espli-

1 Sal 23, 7.

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tacere, le mie nostalgie morendo, le mie chia-mate penanti, nella mia ricerca insaziabile di si-lenzio e di solitudine presso il tabernacolo...

Non è che io voglia stare con Dio, è che, olo incontro, o muoio...! Muoio in ansie di pos-sederlo..., in urgenze torturanti di non potermorire per averlo subito...!

L’agonizzare delle mia vita, la malattia delmio esilio, il cancro che va corrodendo il miovivere penoso nel cammino di questa poveraperegrinazione, è il grido torturante che oppri-me il mio spirito in necessità urgente di: ‘soloDio’!

Sono stanca di aspettare senza trovare quan-to bramo nel luogo del disamore... Come espri-mere i vulcani del mio petto in amore a Dio eda coloro che amo...?!

Il silenzio, per l’incomprensione, è il marti-rio cauterizzante del mio spirito che opprimenel suo intimo il segreto incalzante della richie-sta di Dio in passo di Immenso.

Il mio linguaggio è ogni volta più estraneo,le mie esperienze più incomprensibili; per cuile mie urgenze sono più irresistibili in necessitàtorturante della verità dell’Essere. Egli sa i mieiperché ed i martiri che occulto nei silenzi sacridel mio cuore... Egli conosce le richieste cheinfonde nella mia anima, lasciandola penarenel mistero taciuto del mio povero esprimere...

cuore oppresso, al contatto della sua vicinanza,apre la sua capacità e, sciogliendo le redini allanecessità di vivere che la vista di Dio aprì nelmio spirito, mi fa irresistibilmente gridare sup-plicante in chiamate torturanti per l’eternità...

[...] Quando io chiamo l’Eternità, non cercodi fuggire da coloro che amo...; reclamo, recla-mo solamente!, l’unica ragione di essere delmio esistere...; cerco il fine per il quale sonostata creata, e ho fame delle pienezze del miocuore...

Io non desidero andare in cielo per allonta-narmi dagli uomini, ma per incontrare Dio, in-fatti solo per Lui sono stata creata e per nient’al-tro...! Tutto ciò che non sia questo, è con-seguenza. Ed io ho bisogno del possesso totaledell’Essere nel suo esseersi quanto si è per Sé...

Io cerco la mia saturazione nel riposo chemi darà l’adorazione davanti all’eccellenza infi-nita di Colui che si È .

Tutte le cose aumentano le mie angosce,perché tutte smisuratamente mi gridano che es-se non sono Dio, e mi spingono irresistibilmen-te all’Infinito.

So ciò che è l’Eterno Essente nei suoi Tre...So come è Colui che si È ...! E per questo, coluiche non sa l’Essere non potrà comprendere lemie urgenze nel penare, le mie suppliche nel

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10-7-1970

NOSTALGIA E MALINCONIA

Nostalgia, malinconia e silenzio...! Torture conbrame in urgenze dell’Essente, in tormento...!

Cerco Dio nei miei martiri, in abbattimen-ti..., in lamenti... Lo aspetto giorno dopo giornoin silenzio ansimante...

Lo percepisco così lontano..., così estraneo,così eccelso da tutto ciò che mi avvolge..., cosìeterno, così profondo e così segreto..., così di-stinto, così distante...!, così sublime, così infini-to, così buono...!, che, a chi potrò raccontare ilsegreto della mia melodia sacra...?

Se si occulta, se si nasconde, che idillio, chesilenzio si percepisce nel mio intimo, così sa-poroso, così vicino e così segreto...!

L’occultarsi dell’Amore è nostalgia del suoincontro..., è dolce malinconia..., è ardere neisuoi fuochi!, è cercarlo ovunque, è incontrarlomolto dentro, in attesa che è riempimento edin riempimento che è incontro.

Tengo Dio in un modo strano... Così strano,che non so come lo tengo...!, che tutto ciò che

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Io voglio l’Essere nel suo esseersi Colui chesi È , nel possesso completo di tutto ciò cheEgli si ha...! E lo voglio pure nel compimentoperfetto di quanto la sua richiesta imprime nelmio petto... E desidero fare quanto Dio vuoleche faccia nell’impulso della sua candente con-versazione, ed ho bisogno di ascoltare il Dettodella sua Bocca per mettere in opera quantomi comanda...

Però, davanti alla sua voce che mi invia, edil «no»! di coloro che non sono Lui, io voglio‘solo Dio’...! E tutto il resto è mancanza di in-tendimento per un non adattamento di conver-sazione. Per questo cerco instancabilmente laFavella infinita dell’Eterno Essere.

La mia vita è una corsa vertiginosa verso l’E-terno, e, nel suo camminare penoso, va caden-do disfatta nel suo continuo rialzarsi con unanuova e più profonda tortura in suppliche ine-narrabili ed ansimanti per Colui che si È.

L’Essere mi chiama a Sé, ed io corro al suoincontro nella ricerca insaziabile della mia satu-razione...

Io voglio l’Essere in ciò che è, senza altroche Lui...!

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All’infuori di questo nulla cerco nel mio ter-ribile esilio. Riempie la mia esistenza soltantoquesto dolce pensiero: che Dio guardi compia-ciuto, riposato e soddisfatto la terra del disamo-re, quando riposa sul mio petto...!

Nulla cerco! Solo voglio che l’Amore trovi inme, quando reclama consolazione, in gioia o indolore, un riposo al suo tormento.

Oh dolce malinconia...! Oh sorprendente se-greto...! I miei giorni passano veloci, scivolanocome un volo... Il mio essere sta ansimando inlamenti veementi supplicanti l’Eterno, in urgenzedi riempimenti e in novità di Colui che attendo.

Cerco Dio veementemente, ogni giorno conpiù fuochi; nel mio spirito oppresso lo bramosempre di nuovo, aspettandolo in nostalgie peril sognare del suo incontro...

Ho un idillio nella mia profondità...! Ho unsegreto nel mio petto...! Ho una vita nell’anima,una estraneità, un silenzio...! Qualcosa che vo-glio dire, qualcosa che voglio e non posso...;qualcosa che è Dio che mi circonda, che è mo-rire perché non muoio; che è nostalgia del Diovivo, vicinanza dell’Eterno, amarezza per l’as-senza e speranza del suo incontro...

Ho una cosa nella mia profondità..., un mi-sterioso contento..., una pena, un’amarezza, unagioia, una melodia sacra...!: Gioia, perché facciosì che Dio sia contento; tristezza, perché non

non è Lui, per quanto intimo e buono, per quan-to mi sia vicino, è per me tormento!

Ho nostalgia della sua vicinanza, lo bramocome l’assetato; lo cerco nelle mie lunghe ore,nei miei tempi di silenzio ai piedi del mio ta-bernacolo presso il Dio del Sacramento, nelmio lavoro costante, nel mio terribile esilio...Tutto il mio duro volere, tutto il mio continuosforzo, tutto il mio lottare penante, è per far sìche sia contento...

Né la morte, né la vita, né il soffrire, neanchel’essere contento, tolgono dal mio essere l’ur-genza che in me l’Infinito ha posto di aspettarlosenza stancarmi nella mia nostalgia di Cielo...

Oh dolce malinconia che mi riempie nell’e-silio, che mi penetra nella profondità del palpi-tare del mio petto, che mi fa sospirare nellanotte dell’esilio il giorno luminoso e sorpren-dente dell’incontro...!

Io l’aspetto senza dubitare, poiché so cheEgli è sincero e mi porterà al suo Focolarequando uscirò da questo suolo, come me lo hapromesso in quel giorno sicuro. Io lo aspetto,non lo dubito!, lo tengo impresso nel mio cen-tro, che l’Amore verrà a prendermi per portar-mi al suo seno.

Per questo vivo nell’attesa e in un ansimantesforzo di fare tutto ciò che posso per far sì cheDio sia contento.

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Tengo Dio nel modo strano in cui lo si tienesu questo suolo, in quel modo che è nostalgia,che è mistero, in profonda malinconia per ilsuo incontro...

Tengo Dio segretamente in quel modo chenon intendo, ma non come lo cerco!, ma noncome lo aspetto nel giorno in cui mi adden-trerò nella Sorgente Eterna e nel Pelago infinitodella profondità del suo fuoco...!

Che dolce malinconia quella che io serbonel mio petto...! Che triste profanazione quellache nel mio spirito sento, quando tento di sco-prire ciò che intravedo nel mio seno, nel de-scrivere con parole questo dire il suo baciaresenza bacio, questo esprimere il suo bruciaresenza fuoco; questo tentare di decifrare il mo-do dell’Infinito, senza concetti...!

Poiché sentire la vicinanza dell’Amore, èsentire la lontananza del suo Fuoco... Quantopiù vicino, tanto più lontano...; nell’averlo, loperdo di più... Come sono strane le mie paroleed i miei cordogli, per poter intendere la vici-nanza di Dio, senza concetti...!

Quando si avvicina l’Amore, tutto rimane insilenzio: le creature, i fiori, l’immensità che con-templo... Tutto rimane lontano e, davanti allaVita Infinita, sembra come morto. E che scontroquando l’anima deve continuare a vivere tra lavita e la morte, tra la terra ed il Cielo, tra il Con-certo di là avvolta in questo silenzio...!

raggiungo, in lamento scricchiolante, il possessodell’Amore nel modo in cui lo desidero...

Che estraneità vivo nella mia vita...! Che so-litudine...! Che silenzio...! Che vicinanza di Dioe come lo sento lontano...!: Lo tengo dentro dime in distanze dell’Eterno...!

Quanto più ho, tanto più voglio... Quantopiù vicino, tanto più lontano... Lo porto dentrol’anima, lo sento dentro il petto..., e allo stessotempo, nella sua vita, nei suoi Tre, nel suo mi-stero, nella sua visione faccia a faccia, nei suoiastri brillanti!, per quanto tenti di cercarlo, nonlo trovo...!

Tengo Dio in un modo strano non però co-me lo voglio... Com’è lontana la morte...!, com’èlontana la vita dall’incontro...!

Tengo Dio in un modo strano nel mio pe-nante esilio, in profonda malinconia, in urgen-ze di tenerlo nel modo in cui non lo tengo...

Tengo Dio nella speranza di averlo ormaisenza veli, per sempre, per sempre! Nella lucedel suo mistero, in fulgori di Gloria ed in scin-tillii di Cielo...!

Tengo Dio perché lo cerco nei miei costantianeliti, ed è averlo, lo so bene, perché lo sen-to, in un tenere che è nostalgia, che è deside-rio, che è fuoco, che è luce cauterizzante, cheè agonia di Cielo...

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dell’incontro; poiché so bene che Dio verràper portarmi al suo Seno...

Ed allora, e solo allora, con la sua Bocca,con la sua Luce e col suo Fuoco, io gli espri-merò in idillio ciò che nel mio spirito ho...

Finché però arriverà il giorno di guardarlonei suoi astri, per quanto voglia dire, solo po-trò riuscire a profanare di più il mio segreto.

Che profonda malinconia...! Che nostalgia...!Che silenzio...! Che urgenze di possederlo...!Che desideri dell’Eterno...!

Ma, è vicino l’Amore..., molto vicino!, io losento...!

Nostalgia e malinconia nel mio petto...!

Ma..., che dico...? Come esprimere ciò chevoglio...? Tutto è profanazione di ciò che vivonel mio petto...!

Vorrei gridare molto forte, decifrare ciò chein me ho, però, per quanto mi sforzi, riescosoltanto a dire il contrario di ciò che sento...

Poiché ciò che dico è vita, è la vita dell’Im-menso, e, se Questi si avvicina, bisogna rima-nere in silenzio...

La povera mente non sa esprimere con isuoi concetti qualcosa di ciò che Dio opera insegreto; e nello spiegare ciò che vivo, soffro unterribile tormento, poiché per me è profanazio-ne ciò che esprimo...

E così trascorrono i miei giorni vagando perl’esilio, aspettando ansimante, nella mia nottedietro i miei veli, dietro la mia angoscia ed ilmio lavoro, dietro la lotta di questo suolo, inun camminare penoso pieno di terribile aneli-to, nella mia nostalgia silente, soltanto il giornodell’incontro...!

Vivo silente nella mia vita, dissimulando ilmio anelito; e quando voglio spiegare qualco-sa di ciò che in me ho, mi rimane tale amarez-za e un dolore così penoso nella profonditàdel mio essere perchè non dico ciò che rac-chiudo, perchè non lo posso esprimere, chetorno con la mia nostalgia a sommergermi insilenzio, in attesa ansimante di quel giorno

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12-12-1974

NEL TABERNACOLO C’È L’ESSERE...!

Io reclamo veementemente l’Essere, il pos-sesso della conquista dell’Infinito, per la vici-nanza della brezza tacita dello Spirito Santo...

Sospiro ansimantemente l’Amore; lo chiamoin una nostalgia profonda che, spingendomiverso la luce luminosa del Sole Eterno, mi lan-cia vertiginosamente dietro di Lui, senza potercontenere l’impeto candente del mio cuore.

Io reclamo veementemente l’Essere in tortu-re agonizzanti del suo possesso, in impeti con-tinui di nuovi impulsi che mi fanno sospirarecostantemente, senza pronunciare parola, intendenza incontenibile verso di Lui, con la ve-locità del fulmine e coll’impeto dell’uragano,attratta dalla forza misteriosa di Colui che si È...

Il mio vivere è la continuazione di un attodi amore che Dio infuse nel mio petto il giornoin cui mi chiamò a Sé, e che durante tutta lamia vita viene pronunciato, per perpetuarsi inamore puro nel giorno eterno del Regno dellaLuce. Per cui spero che, in qualsiasi momentol’Eterno Essente verrà a prendermi, mi troverà

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rivolta verso di Lui nel pronunciamento dell’at-to di amore puro della mia vita.

L’Amore Infinito baciò la mia anima, stam-pandovisi così divinamente, che questa è unaripetizione di risposta al dono divino in slancioamoroso verso di Lui.

La mia vita è amare l’Amore che, avvolgen-do la mia anima con la brezza del suo passo enell’aleggiare della sua carezza accogliente, midice quietamente in un pronunciare sacro diinfinita richiesta: «Sposa, vieni a me»1.

E questo «vieni a me» che l’Essere Infinitoincise a fuoco nel mio petto il giorno della miaconsacrazione come richiesta di Sposo innamo-rato, mi lanciò verso di Lui dietro la brezza delsuo volo in un impeto che, rispondendo in do-no come può, gli dice: «Aspetta, Amore, chéverrò presto».

Il mistero della mia vita, quello della miaconsacrazione, e tutta la nostalgia compattadella mia costante ascensione verso Dio, non èaltro che una richiesta dell’Amore, replicata inrisposta di consegna incondizionata e di cor- ri-spondenza.

La voce dell’Infinito è impronta nella miaanima innamorata che, invitandomi a seguirlo,mi grida con gemiti inenarrabili dentro il mio

petto: «Amata, vieni a me». E il mio spirito, im-pregnato dell’alito dell’Eterno, impazzito d’a-more, si lancia dietro le orme del suo passo incorsa veloce di donazione totale alla richiestapenetrante che, quale freccia acuta, mi trafiggel’anima in sacre manifestazioni di Sposo.

L’Amore mi chiama a Sé, e il mio amore cor-re all’Amato, poiché la luce della sua bellezzami ha soggiogato così meravigliosamente, chesoltanto nel giorno dei suoi Soli la mia animariposerà tranquilla, reclinata sul suo petto.

Per questo, quando la mia sete d’Eternità mibrucia, quando i miei impeti di possedere l’Es-sere sembrano strapparmi dalla morte di questavita, quando tutte le cose di qua minacciano diseparare la mia anima dal corpo nel volo delsuo slancio verso Dio; spinta nelle braci dell’a-more, corro al tabernacolo, dove, in consegnad’amore, dietro i portoni misteriosi che lo oc-cultano, incontro l’Essere...!, l’Essere Infinito!

E lì, in un atto supremo di amore, di conse-gna, di donazione, di risposta e di vittimazione,gli ricordo che sono madre; e riposo, fatta unasola cosa con i miei, insieme al mio Amore Infi-nito sulla terra, prostrata in veemente e riverenteadorazione davanti a «i Portoni sontuosi dell’E-ternità»2: Arresta il tuo passo, Signore, poiché trail tuo amore e il mio amore si è realizzato un

1 Cfr. Ct 4, 8. 2 Cfr. Sal 23, 7.

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petto di Cristo, poco a poco si andava acquie-tando la mia anima nell’impeto della sua velocecorsa; finché, alla fine, riposando tranquilla erasserenata in amore di risposta all’Amore Infi-nito, andavo vedendo che, nel mistero dell’Eu-carestia, lo stesso Dio, in silenzio di donazione,diceva alla mia anima: «Vieni a me...!»

Come comprendo, davanti all’esperienza ur-gente che mi spinge verso il possesso dell’Eter-no e la mia pienezza ai piedi del tabernacolo,che nel tabernacolo c’è l’Essere...!! Mistero ine-splicabile che lo spirito sa comprendere all’intui-re il suo segreto. Dio chiama a Sé, e, quando l’a-nima l’incontra nel tabernacolo, riposa.

Quando la mia vita affaticata sperimenta chenon ne può più in suppliche inenarrabili e in-saziabili per l’Essere a causa dei desideri delsuo possesso, corre al tabernacolo. E lì trova,nel modo misterioso che le dà la fede, la spe-ranza della soddisfazione di ciò di cui ha biso-gno. Per cui sono arrivata a comprendere, at-traverso i miei impeti saziati nell’Eucarestia, inun assaporamento di misteriosa comprensione,che le porte del tabernacolo sono «i Portonisontuosi e amplissimi dell’Eternità»!

Nel tabernacolo c’è l’Essere...!, l’Essere Infi-nito che mi chiama con voce potente invitan-domi a seguirlo. Per questo, quando dopo tantianni di consacrazione, il mio spirito sembra

mistero di fecondità che, tenendomi in volo ver-so di Te, mi tiene sotto torchio per stare qui conTe e senza di Te, per la tua gloria e la gloria dicoloro che mi hai dato che mi brucia in sete dianime, in ardenti desideri di portarle a Te!

A volte, quando mi sembra di non poternepiù, giungendo presso il tabernacolo, mi fermonella mia ascensione, e, cadendo in adorazionedavanti al mio Gesù penante, lo amo in riposoamoroso con necessità di stare presso di Luifinchè dureranno i secoli.

Come ho compreso in questi ultimi tempi lanecessità che Gesù stia nell’Eucarestia...! Se Eglinon fosse rimasto con noi per amore, comeavrebbe potuto il nostro amore vivere senza diLui...?!

I miei tempi di tabernacolo, vissuti giorno do-po giorno presso «le Porte dell’Eternità», man-tengono rappacificato il mio spirito e sostengonola corsa vertiginosa che, davanti alla voce dell’Es-sere che mi invita a seguirlo, il mio spirito ha in-trapreso verso di Lui.

Dio è il Tutto della mia vita, e il Tutto infini-to è nel tabernacolo per me.

Quante volte ho sperimentato come qualco-sa d’interiore che mi faceva lanciare verso Dio,non potendo stare oltre nell’esilio. E, giungen-do al tabernacolo, appoggiata e riposando sul

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trova pieno senso nei miei tempi di Tabernaco-lo presso le «Porte maestose dell’Eternità».

Io so, perché me lo dice la fede e perché co-sì lo vivo pure in una sapienza di esperienzasaporosa, che l’Essere Infinito del domani del-l’eternità è il Gesù affettuoso del mio taberna-colo...

Come allora potrò egoisticamente voler vo-lare alla sua luce, quando Egli rimase nelle mietenebre per me...?

Per cui finché la mia anima potrà stare gran-di tempi prostrata davanti al terribile mistero diun tabernacolo in silenzio, io aspetterò instan-cabilmente il giorno del Signore.

Nel mio tabernacolo ho tutto, perché il Tut-to infinito è il mistero trascendente che occultail mio tabernacolo. Se l’uomo sapesse il segretodell’Eucarestia, come non verrebbe a refrigera-re la sua sete e a saziare le sue fami, riverenteed adorante, ai piedi del tabernacolo davanti alDio del Sacramento...?!

Io cerco l’Essere... e, o lo trovo, o muoio...!Perché Egli mi chiama a sé con forza irresistibi-le che, in slancio di risposta, mi fa vivere intorturante supplica veemente d’Eternità...

Ormai, però, ho trovato l’Essere nel modoamoroso in cui la sua volontà infinita oggi vuo-

non poter più contenere le sue ansie di Dio inluce, ha bisogno –ed io so che altrimenti mori-rei perché così Dio lo impresse nella mia ani-ma– di grandi e riposati tempi di preghiera da-vanti a Gesù Eucarestia, per contenere l’impetoche, in corsa veloce, mi spinge ad andarmeneall’Eternità...

Quante volte, sentendomi morire in ansie diDio, estranea e come separata da tutto ciò cheè creato, senza forze fisiche per continuare avivere, sono corsa al tabernacolo, al silenzio si-lenzioso del Verbo Infinito Incarnato; e poco apoco si è andata impadronendo di me comeuna dolcezza di pace, che, in assaporamentosacro, essendo la soddisfazione dei miei desi-deri rinforzava la mia vita agonizzante, per po-ter continuare a stare tra gli uomini senza vola-re all’Essere definitivamente!

La fortezza della mia vita, la continuazionedel mio peregrinare, la fecondità della mia ma-ternità spirituale, la pienezza del mio spiritotante volte angosciato, lo trovo ai piedi del Ta-bernacolo... Ancora di più, la consolazione del-le mie afflizioni, il bacio dell’Amore Infinito al-la mia anima piangente, la carezza della suamano compassionevole, il guardare dei suoiocchi sereni in promesse di amore e la parteci-pazione tranquilla delle mie terribili nostalgieper Lui, e persino per i miei nella solitudinedel mio duro esilio, tutto, assolutamente tutto!,

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3-1-1982

VIBRAZIONI SILENTI, INTIME E SEGRETE...!

«RETEMBLORES»...!1

«Retemblores» io sento nelle mie profonditàquando mi avvicino al sublime Sacramento,dove si occulta il Dio vivo in bianca Ostia,per darsi alla mia anima in alimento...

«Retemblores» d’inedita tenerezza,perché so che mi aspetta, come anelo,l’Amore Infinito con nostalgie per entrarenel midollo nascosto del mio petto...

«Retemblores» di silenti melodie,che mi lasciano trascendere in suppliche

veementi,al sapere che mi desidera nella sua «pazzia»,lo stesso Dio in Pane vivo di mistero,bruciandomi nelle braci trascendenti

del suo Bacio...

«Retemblores» che mi fanno diventare ogni giorno,

quando arriva il grande momento dell’incontro,

1 Si mantiene la parola «Retemblores» del testo originale,difficile da tradurre, che per l’autrice significa: «Vibrazio-ni silenti, intime e segrete».

le darsi a me nel cammino penante del peregri-nare di questo esilio nella mia ricerca insaziabi-le di solo Dio...!

Per questo i miei tempi di Tabernacolo misono così necessari, tanto, tanto!, che altrimentimorirei; poiché la mia anima, sostenuta dai si-lenzi del suo mistero, assapora, in donazioneamorosa, i segreti dell’Eternità.

Com’è grande l’Eucarestia per l’anima inna-morata...! Tanto, che in essa trova la sua ragio-ne d’essere nella soddisfazione dei suoi insa-ziabili desideri.

Io voglio l’Essere, e nel tabernacolo lo trovo!

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perché so che tra le mie pene,per il duro camminare di questo esilio,Dio cammina insieme a me,senza lasciarmi abbandonata

neanche un momento...

«Retemblores» che mi soggiogano,senza lasciare spazio in me per penare,

benché muoia,nella triste solitudine in cui mi trovo...

«Retemblores» di gioia,nel midollo profondo del mio petto,poiché so che è il Giullare dei miei amoriColui che ha fatto questo portentodi rimanere solitaria tra gli uomini,perché sia Lui solamente il mio divino

Compagno,il Maestro della mia anima piccolina

e soggiogata,senza che nessuno si attribuisca questo trofeo...!

«Retemblores» di amor puro in conquiste del Dio buono,in amori taciuti con silenzi dell’Eterno...

«Retemblores» che rendonoil mio spirito assetato,ardente nelle nostalgiedi trovarmi già nei Cieli...

accesa nei fuochi di Colui che amo,con urgenze che mi opprimono dolcementein ardori per il suo abbraccio nel mio segreto.

«Retemblores» oggi avvolgono i poemidella mia anima innamorata dell’Eterno,al sapere che il Dio benedetto dell’Altezzaè sceso in veloce discesa,per essere da me mangiato,essendo, come in un divino eccesso,mio Alimento...

«Retemblores» io ho sentito questa mattina,poiché so che Dio riposa nel mio cauterio,nel punto taciuto della mia anima,dove Egli, godendo, ha il suo insediamento...

«Retemblores» s’impadroniscono del mio essere,

per la pace che mi penetra nel suo silenzio;poiché Dio stesso mi sussurra con la sua brezza,al posarsi, nel suo passare, dentro, nel mio seno.

«Retemblores» che fanno scricchiolarei battenti del mio midollo, nel suo centro,per far entrare l’Essere, che mi vuole possedere,essendo Lui, dentro di me, il mio unico Padrone.

«Retemblores» di gioia,in dolce pace di mistero,

La Signora dell’Incarnazione! Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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12-5-1974

ORE PROLUNGATE

Mattine cariche di profondi segreti,quando, svegliandomidal mio lungo sonno,apro finestre che danno sul tabernacoloe lasciano splendente il Sole dei Cieli...

Ore taciutedi raccoglimenti,dove, in colloqui dell’Essere con la mia anima,percepisco misteri,palpito con Cristo, intuisco il suo accento...

Nulla dice nulla per colui che non sa,vicino al tabernacolo, scoprire il Verbo.Tutto dice il Tutto,quando il petto apertoconsiglio reclamada Dio in silenzio.

Ore prolungate,inedita melodia sacra...Dio tace ed attendenel suo occultamento;

«Retemblores» che mi obbligano a voler continuare a vivere,per aiutare come posso,in questo modo in cui mi trovo,coloro che Dio mi ha donatocome frutto del suo Bacio...

«Retemblores» se ti guardoocculto nel Sacramento,dietro le porte del tabernacolo,e nel mio spirito assetatodopo averti ricevutocome sublime Alimento.

«Retemblores» di nostalgie,sono «retemblores» di incontro,che lasciano l’anima amantesatura dell’Eterno...

«Retemblores» se ti trovo...!!«Retemblores» se t’incontro...!!«Retemblores» di pensareche devo perderti di nuovo...!!

La Signora dell’Incarnazione! Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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Dio bacia ed attende,io adoro e contemplo,senza che si pronunci nulla nel nostro incontro;e, senza udire nulla,tutto comprendo;e ascolto parole,e intendo misteri,e so che Dio parlasenza sentire il suo accento.

Ore prolungateio vivo su questo suolo,guardando il tabernacoloper vedere il Cielo.Ore che confortanoi miei intensi scricchiolii,colmando nostalgie,calmando tormenti,poiché nel Tabernacoloio sicuro sento,senza nulla che impediscail mio presentimento,di trovarmi con lo sguardo fissodi fronte alle sogliedel Cielo in esilio.

Giorni di tabernacolo,pienezze di Immenso...

e la mia anima sa, in un modo certo,il parlare semplicedel Verbo nell’esilio.

Comunicazionidietro tenui veli,che vanno scoprendo, in ore carichedi densi incontri,il volto del Dio vivo,con scintillanti astri di cielo...

È tanta la profonditàdella pace che racchiudo,che in conversazioniprorompono i miei cauteri;poiché mi sento feritaquale vulcano in fuoco,poiché è, quale spadache trafigge il petto,la favella infinitadell’Essere nel mio centro.

Quanto meno diceal di fuori di concetti,tanto più densa è la sua voce,più forte l’incontro,più oltrepassatada tutto mi sento;e, senza dire nulla,in silenzio rimango.Tra Dio e me si aprono sorgentidi comprensione.

La Signora dell’Incarnazione! Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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NOTA:

Chiedo veementemente che tutto ciò cheesprimo attraverso i miei scritti, per crederlovolontà di Dio e per fedeltà a quanto lo stessoDio mi ha affidato, quando nella traduzione adaltre lingue non si capisca bene o si desiderichiarimento, si ricorra all’autenticità di quantodettato da me nel testo spagnolo; giacché hopotuto comprovare che alcune espressioni nel-le traduzioni non sono le più adatte per espri-mere il mio pensiero.

L’autrice:

Trinidad de la Santa Madre IglesiaSánchez Moreno

La Signora dell’Incarnazione! Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia