LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si...

16
LA SHOAH IN BRIANZA (RACCONTATA DAI RAGAZZI DEL LICEO F. ENRIQUES di LISSONE) concorso “I giovani ricordano la Shoah” 2017

Transcript of LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si...

Page 1: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

LA SHOAH

IN BRIANZA (RACCONTATA DAI RAGAZZI

DEL LICEO F. ENRIQUES di LISSONE)

concorso “I giovani ricordano la Shoah” 2017

Page 2: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

1

Il presente lavoro raccoglie i contributi di gruppi di ra-gazzi di diverse classi del liceo, dalla seconda alla quin-ta. Da docenti, abbiamo evitato di coinvolgere le classi prime, poiché già concentrate nel progetto di accoglien-za in questa fase di apertura dell’anno scolastico.

Il lavoro di ricerca parte dal libro Dalla Brianza ai lager del terzo reich, opera dello storico locale Pietro Arienti, che dedica, accanto al tema della deportazione politi-ca, che ha sicuramente interessato maggiormente il no-stro territorio, un’ampia parte alla persecuzione degli ebrei residenti in Brianza.

Il libro raccoglie in modo analitico i nomi di tutti i depor-tati e racconta, in poche parole, la sorte che essi co-nobbero nei campi di sterminio nazisti.

Abbiamo quindi pensato utile contattare i discendenti dei deportati storici ed interrogarli sul tema della shoah in generale, sull’utilità della memoria e sul tema più specifico del negazionismo.

Il lavoro si articola nelle seguenti parti:

1. video di introduzione al tema del negazionismo (classe 5^A);

2. video delle interviste ai discendenti dei deportati (classi 3^A e 4^E);

3. video dell’intervista allo storico locale Pietro Arienti;

4. video delle interviste “in piazza” fatte con lo scopo di sondare la conoscenza media del fenomeno del negazionismo (2^A e 2^D);

5. approfondimento su Album Auschwitz una fonte che prova inconfutabilmente la macchina della deportazione e dello sterminio degli ebrei d’Euro-pa (2^D).

La confezione finale dell’ePub è stata curata dalla clas-se 4^E.

LA SHOAH IN BRIANZAINTRODUZIONE AL LAVORO

Page 3: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

CAPITOLO 1PER UNA DEFINIZIONE di NEGAZIONISMO

Abbiamo realizzato questo progetto audiovisivo con lo scopo di informare e stimolare una riflessione sul tema del negazioni-smo.

Il video esordisce con un richiamo ad un episodio realmente accaduto: il 30 ottobre 1938, Orson Welles dichiarò su una fre-quenza pubblica della radio CBS (Columbia Broadcasting Sy-stem) che gli alieni avevano invaso l’America, scatenando il panico tra la popolazione; in realtà Welles stava semplicemen-te leggendo e recitando passi dall’opera di fantascienza “La guerra dei mondi”, di Herbert George Wells. Questo avveni-mento è un evidente esempio di come sia facile manipolare le masse con un sapiente uso della parola.

Il video prosegue con una disquisizione sui punti chiave del negazionismo: il significato del termine, chi sono i negazionisti e quali sono le loro tesi, la sua legittimità o meno come “opi-nione” e infine un riferimento a come il negazionismo viene perpetrato ai giorni nostri.

A seguire vi sono due riferimenti letterari: i romanzi “La Notte” e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega-zionismo circoscritto a questi libri ci ha permesso di rendere il video più interessante grazie all’arricchimento del contenuto

conseguente all’aggiunta dei punti di vista di due scrittori (Zvi Kolitz e Elie Wiesel).

Per riprendere la prima sequenza del cortometraggio abbiamo deciso di trattare il processo al generale Eichmann attraverso l’interpretazione che ne diede Hannah Arendt, per poi conclu-dere riconducendoci ai temi della manipolazione delle masse e della realtà.

Premi sul link per visualizzare (parte 1):

https://youtu.be/kkkXEF4uil4

Premi sul link per visualizzare (parte 2):

https://youtu.be/JugsTOCIbDE

2

Page 4: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

CAPITOLO 2INTERVISTE “IN PIAZZA”

Quanto ne sa la gente sulla shoah e sul negazionismo?

Noi ragazzi di seconda del liceo scientifico F. Enriques siamo an-dati di persona a scoprirlo intervistando alcuni passanti, senza distinzioni, con due domande apparentemente semplici: “sa co-sa si intende con il termine shoah?” e “sa cos’è il negazionismo rispetto alla shoah?”.

In questo video vi presentiamo le risposte a tali quesiti, alcune più corrette e altre che dimostrano mancanza di informazione.

Premi sul link per visualizzare: https://youtu.be/k-zI2_omApY

3

Page 5: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

CAPITOLO 3INTERVISTA ALLO STORICO PIETRO ARIENTI

Quali motivazioni l’hanno spinto a scrivere il libro Dalla Brianza ai Lager del terzo Reich?

In verità questo libro è figlio di un libro precedente che si chia-ma La resistenza in Brianza, […] in coda a questo libo avevo fatto un elenco di caduti e avevo dedicato uno di questi elen-chi ai deportati, riproponendomi di riprenderlo più avanti. Quando ho deciso di studiare la deportazione in Brianza e ri-prendendo in mano questo elenco mi sono accorto che il feno-meno era molto più pesante di quello che pensavo. Quindi questo libro che ha anche una sua dimensione riporta una sto-ria, non nota, di 252 deportati politici e 40 ebrei più il fenome-no dei lavoratori coatti.

Quali difficoltà hanno comportato la ricerca dei documen-ti e la loro pubblicazione?

Non ci sono state moltissime difficoltà. Io ho esteso la ricerca oltre agli archivi classici dove sono riportati i documenti relativi alla deportazione, anche agli archivi locali, in particolar modo agli archivi comunali. È stato molto emozionante andare a toc-care carte che probabilmente nessuno aveva toccato dagli an-ni ’40.

C’è stata una storia che l’ha colpita più delle altre?

Il libro riporta la deportazione non soltanto nella sua espressio-ne razziale ma anche in quella politica. C’è un filo comune tra tutte queste storie che è quello della deportazione in se stes-sa, del viaggio, della vita nel campo di sterminio. Per poter co-noscere e comprendere fino in fondo queste storie bisogna im-medesimarsi e sapere esattamente la sofferenza e la crudeltà a cui sono state soggette queste persone. Un fatto specifico riguarda gli archivi comunali, i deportati razziali sono stati com-pletamente spogliati di tutti i loro averi […]. In questi documen-ti sono riportate le storie di queste persone, tutti gli oggetti che sono stati sequestrati, si parte dal cucchiaino da caffè o dal fazzoletto fino ad arrivare ai mobili. Questa è una documen-tazione completamente inedita che ci fa capire come l’olocau-sto sia avvenuto anche in Brianza, proprio fuori dalla porta di casa.

4

Page 6: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

Il 28 Giugno è stata approvata la legge contro il negazioni-smo, crede sia una svolta storica o una legge che libera la libertà di pensiero?

Questa legge prevede che non sia un fattore penale che è pos-sibile condannare in maniera autonoma ma è semplicemente un aggravante di un reato precedente come quello di propa-ganda del nazi-fascismo e quello di propaganda del razzismo. Alcuni sostengono sia limitante alla libertà di pensiero e che debba essere combattuto con una maggior consapevolezza di tipo culturale, e dall’altra parte invece chi pensa che si debba-no porre dei limiti ben precisi in termini legali. Personalmente penso sia una legge equilibrata.

Link al video: intervista a Pietro Arienti https://youtu.be/GVlkghNkwRY

5

Page 7: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

CAPITOLO 4LA PAROLA AI TESTIMONI: INTERVISTA AI CONIUGI COLOMBO

È stato grazie alle parole di Alberto Colombo e della moglie Annalisa Bemporad, che siamo venuti a conoscenza della real-tà che ha interessato la Brianza e in particolar modo Monza, durante gli anni della seconda guerra mondiale.

“Alessandro Colombo e Ilda Zamorani erano i miei nonni” – dice Colombo – “Loro sono stati presi impacchettati e portati via. Io e la mia famiglia ci siamo salvati scappando.” Inizia co-sì il racconto di una delle tante famiglie che sono state distrut-te dal nazi-fascismo.

Come disse Primo Levi: “Meditate che questo è stato”: la storia non si può cambiare e così gli effetti che ne sono conse-guiti. Sia Alberto che Annalisa nascondono dietro i loro volti, mentre ci raccontano la loro storia, un velo di tristezza accom-pagnata da un sentimento di grande disprezzo nei confronti di coloro che hanno causato tutto questo e nei confronti di chi oggi nega la shoah. Fortunatamente, dice Annalisa, in Italia so-no pochi i veri negazionisti, si tratta di: “casi psichiatrici o co-se di interesse” precisa. Molto probabilmente Annalisa ha ra-gione ma purtroppo, seppur pochi, in Italia e, in numero assai maggiore, nel resto del mondo, coloro che negano questi fatti storici esistono e sono destinati ad aumentare perché i ricordi sbiadiscono nel tempo. Il rimedio è sicuramente l’informazio-ne.

Alessandro Colombo: Nato il 17 dicembre 1875 a Pitigliano, in provincia di Grosseto. Insieme alla moglie Ilda si era trasferi-to a Milano dopo l’8 settembre, contando sul fatto di non es-sere riconosciuto come ebreo nella grande città e quindi di passare inosservato. Il 6 novembre 1943 ebbe l’idea di torna-re nella sua abitazione di Monza per recuperare degli effetti personali: fu notato da un vicino di casa e denunciato ai cara-binieri che subito accorsero ad arrestarlo. […] Insieme alla mo-glie fu quindi il primo ebreo deportato dalla Brianza milanese, in quanto fece parte del primo trasporto per Auschwitz partito da Milano il 6 dicembre 1943.

Ilda Zamorani: Nata il 12 marzo 1880 a Ferrara. Questa don-na non concepì di continuare una vita senza l’uomo con il qua-le aveva trascorso l’intera esistenza. Si consegnò quindi spon-taneamente a S. Vittore quando seppe che il marito vi era sta-to rinchiuso, seguendolo quindi inevitabilmente nella deporta-zione con lo stesso trasporto il 6 dicembre 1943 e quindi an-che nella stessa fine nelle camere a gas di Auschwitz, l’11 di-cembre, all’arrivo.

[Dalla Brianza ai Lager del Terzo Reich, Pietro Arienti, Novem-bre 2011, A.G. BELLAVITE srl, Missaglia (LC)]

6

Page 8: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

Video-intervista ai coniugi Colombo: https://youtu.be/g9r5ga_D-UA

Page 9: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

Album Auschwitz è la prova visiva, unica e superstite del pro-cesso che porta all'omicidio di massa a Auschwitz-Birkenau degli ebrei. Si tratta di un documento unico e fu donato a Yad Vashem da Lily Jacob-Zelmanovic Meier.

Le foto sono state scattate tra la fine di maggio e l'inizio di giu-gno 1944, sia da Ernst Hofmann che da Bernhard Walter, due SS il cui compito era quello di scattare foto di identità nel la-ger.

Le foto mostrano l'arrivo di ebrei ungheresi. Molti dei quali pro-venienti dal Ghetto di Berehovo.

L'inizio dell'estate 1944 fu l'apice della deportazione degli ebrei ungheresi. Molte delle foto nell'album sono state scatta-te sulla judenramp (banchina ferroviaria Birkenau).Come iniziava il processo di selezione, i deportati dovevano separarsi in due file, uomini e ragazzi giovani da una parte e donne e bambini dall'altra. L'idoneità al lavoro era decisa da medici e ufficiali delle SS. I prigionieri considerati abili al lavo-ro (selezione di uomini e donne abili al lavoro coatto) erano in-viati alle baracche e successivamente avveniva l'assegnazio-ne del lavoro (assegnazione del lavoro coatto), dove venivano poi registrati. I restanti (più dell'ottanta percento) erano invece inviati nelle camere a gas. Tutto ciò che i deportati portavano

con loro veniva poi accumulato in 30 baracche che costituiva-no il kanada.Il luogo in cui avveniva la divisioni dei beni degli ebrei per poi essere mandati successivamente al reich. L'al-bum si conclude con le foto dei deportati radunati in un picco-lo bosco vicino ai crematori e alle camere a gas, poco prima della morte.

Le foto nell'album mostrano il processo di separazione e sele-zione dei prigionieri. Pur non essendo descritto il meccanismo di sterminio nelle camere a gas, le foto evidenziano la presen-za di due crematori attivi.

Lo scopo del libro non è chiaro. Non è stato destinato a fini di propaganda , né ha alcun uso personale evidente. Si suppone che sia stato preparato come dossier ufficiale per un'autorità superiore, così come lo erano gli album di foto provenienti da altri campi di concentramento.

Il fatto più straordinario di quest'album è che sia finito nelle mani di una sopravvissuta dello stesso trasporto di ebrei che vennero documentati.

8

CAPITOLO 5UNA PROVA INCONFUTABILE: ALBUM AUSCHWITZ

Page 10: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

MA CHI ERA LILI JACOB?

Lili Jacob nasce il 16 gennaio 1926 a Bilke, nell'alta Rutenia carpatica. La famiglia di Lili, con sei figli, era la tipica famiglia ebraica. L'ultimo giorno della Pasqua ebraica del 1944, gli israeliti di Bilke ricevettero l'ordine di radunarsi nel cortile del-la grande sinagoga. Di lì furono poi trasferiti nel ghetto di Bere-govo, dove vennero incercerati tutti gli ebrei della zona, in tota-le circa 10000. Dal ghetto partirono 4 trasporti di uomini, don-ne e bambini alla volta di Birkenau.

La mattina del 26 maggio 1944, quando il treno proveniente da Beregovo arrivò a destinazione, i membri della famiglia Ja-cob si videro per l'ultima volta. Cominciò la selezione. In pri-mo momento, Lili riuscì a rimanere insieme a sua madre, ma poi la donna venne giudicata inabile al lavoro e spedita in un'altra fila. Lili cercò di raggiungerla ma fu scacciata da una SS.

Lili fu l'unica della sua famiglia a sopravvivere. Alcune ore do-po il loro arrivo, la maggior parte della persone di quel traspor-to erano già state assassinate nelle camere a gas. Dopo la se-lezione Lili dovette consegnare tutti i suoi affetti personali , in-clusi abiti e gioielli. Fatta la doccia ricevette la divisa da prigio-niera e le fu tatuato il numero di matricola A-10862 sul braccio sinistro.

Nel dicembre 1944, la ragazza fu trasferita dapprima in Slesia, per lavorare in una fabbrica di abbigliamento, e in un secondo momento nella regione dei Sudeti, in uno stabilimento di muni-zioni a Morchenstern, struttura satellite di un campo di con-

centramento. Trascorse le ultime settimane di guerra in Turin-gia nel campo di Dora-Mittelbau. Pochi giorni prima della libe-razione del campo contrasse il tifo e furono due medici cechi a salvarle la vita. Il 9 aprile 1945, il campo fu liberato dagli americani. Fu allora che Lili trovò l'album.

Il giorno dell'arrivo degli Alleati, Lili era a letto convalescente nell'infermeria del campo. Sentì gli altri prigionieri urlare: era-no arrivati gli americani. Uscì per vedere cosa stesse succe-dendo, ma era debolissima e svenne. Alcuni compagni di pri-gionia la trasportarono in una baracca abbandonata dalle SS dove, una volta ripresi i sensi, cominciò a cercare qualcosa di caldo da mettersi addosso. Dentro un armadio della baracca, Lili trovò un album di fotografie con la copertina rigida, rilega-to in lino marrone chiaro e con gli angoli rinforzati in metallo. Bastò aprire quell'album per capire che le apparteneva. La pri-ma fotografia che vide era del rabbino capo di Bilka, deporta-to con lei sullo stesso treno. Nelle altre immagini ritrovò i fratel-lini (incredibilmente ripresi in uno dei rari ritratti fotografici), i nonni, i cugini e altri compagni ancora; compagni di quel viag-gio nei carri bestiame di un convoglio ferroviario partito dal ghetto di Beregovo nei Carpazi, con un carico di circa 3500 ebrei destinato ad Auschwitz.

In tutte le immagini dell'album colpisce la dimensione e la cru-deltà dell'inganno

inscenato dalle SS.

In quel periodo i tedeschi avevano capito che per uccidere con la necessaria efficienza quel numero elevatissimo di per-

9

Page 11: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

sone era necessario un ordine ed una tranquillità che non si potevano ottenere con la forza. Era indispensabile che le vitti-me ubbidissero docili, in quanto inconsapevoli di quanto sta-va loro accadendo. Le SS permettevano che i deportati desti-nati a morte tenessero con sé poche cose del loro bagaglio, me sufficienti a far pensare alle necessità pratiche di una lun-ga permanenza in prigionia. Avrebbero lasciato queste ultime cose negli spogliatoi delle camere a gas, dove le SS racco-mandavano di ricordare con precisione il numero dell'appendi-no dei propri abiti, per ritrovarli, poi, con facilità.

Lili è stata chiamata per presentarlo come testimonianza al processo delle SS di Francoforte nel 1960. lei tenne il libro per tutti gli anni fino a quando il famoso “cacciatore di nazisti” Ser-ge Klarsfeld con la sua visita nel 1980, e la convinse a donare l'album a Yad Vashem.

Nel 1994 l'album è stato restaurato nel laboratorio di conser-vazione di Yad Vashem.

10

Page 12: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

11

L'ARRIVO

Gli ebrei appena arrivati venivano fatti scendere dai treni solo su ordine delle SS.

All'arrivo ad auschwitz gli ebrei deportati aspettavano gli ordini dei tedeschi. Alcuni di loro notano il fotografo e lo guardano incuriositi.

Donne e bambini sulla piattaforma all'arrivo Birkenau conosciuta come la "rampa".

Kanada

L'abbigliamento confiscato agli ebreiin arrivo al kanada

Prigionieri maschi e femmine nellasezione al “kanada”.

Un gruppo di prigionieri ebrei lavorasu beni di smistamento davanti alla

banchina ferroviaria di birkenau.

Page 13: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

12

LA SELEZIONE

In questa foto si può osservare la prima tappa della selezione,ovvero la separazione tra gli uomini da un lato, le donne e i bambini dall'altro. Sullo sfondo dell'immagine si riesce a intravedere l'ingresso principale, quello per l'entrata e l'uscita dei treni e quello riservato normalmente dal personale del campo.

La foto presenta, sulla destra un treno vuoto, a sinistra uno spazio libero tra le due metà del treno.Il centro della rampa, permette ai deportati selezionati per il lavoro di attraversare la via per recarsi a piedi nel luogo in cui saranno immatricolati.

È probabile che queste due giovani donne siano appena state giudicate “abili” al lavoro.

Assegnazione del lavoro

coatto

Uomini ebrei con le divise a strisce

Donne prigioniere in attesa

dell'assegnazione del lavoro forzato.

Appello davanti all'edificio della cucina.

Page 14: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

13

SELEZIONE DI UOMINI E DONNE AL

LAVORO COATTO

Donne ebree attraversano una sezionedel campo di Birkenau nel loro camminoverso la "sauna" (doccia). Gli uomini cheguardano da dietro vicino al filo spinato

elettrificato sono prigionieri in Birkenau.

Donne ebree che sono appena stateselezionate per il lavoro coatto. Sullo sfondo,

i bagagli dei deportati.

Questi uomini ebrei sono appena entrati aBirkenau come prigionieri.

ATTIMI PRIMA DELLA MORTE

Le madri e i loro bambini durantel'intervallo nel boschetto.

Scene tranquille nel bosco prima che iprigionieri vengano portati

negli spogliatoi.

Donne e bambini ebrei costretti a camminare verso le camere a gas.

Page 15: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

IL PROGETTO E’ STATO REALIZZATO DA:

ALUNNI DELLA IV E:

Benedetta Oneda

Camilla Marconetti

Carlotta Dassi

Chiara Tomei

Nicole Monza

Marta Reati

BIBLIOGRAFIA:

Dalla Brianza ai Lager del Terzo Reich, Pietro Arienti, 2011, A.G. BELLAVITE srl, Missaglia (LC)

MUSICHE:

Beethoven, Moonlight Sonata

Chopin, Nocturne op.9 No2

ALUNNI DELLA V A:

Lorenzo Calervo

Anastasia Chypya

Federica Condello

Evelina Lissoni

Martina Minotti

Andrea Pistilli

Beatrice Radice

Luca Redaelli

BIBLIOGRAFIA:

D. Di Cesare, Se Auschwitz è nulla: contro il negazionismo, Il Melangolo, Genova, 2012;

E. Wiesel, La notte, Giuntina, Firenze, 1980;

Z. Kolitz, Yossl Rakover si rivolge a Dio, Adelphi, Milano, 1997

14

Page 16: LA SHOAH IN BRIANZA - europaunitaenriques.edu.it alunni/LICEO_ENRIQUES... · e “Yossl Rakover si rivolge a Dio”. L’analisi del tema del nega- zionismo circoscritto a questi

ALUNNI DELLA II A

Ancone Marco

Allegri Arianna

Faranna Alessia

Fontana Luca

Mecenero Andrea

Santini Lorenzo

MUSICHE:

Yann Tiersen, Comptine d’un autre été

ALUNNI DELLA II D

Arosio Gabriele

Calervo Federico

Carzaniga Stefano

Colzani Luca

Personè Nicole

Provvido Lorenzo

ALUNNI DELLA III A

Azzolin Chiara

Cazzaniga Martina

Diana Fabiola

Panella Marco

Schembi Sara