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La sfida della modernità Un fenomeno chiamato “secolarizzazione” Don Carlo Marcello – C. E. Regionale

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La sfida della modernità

Un fenomeno chiamato

“secolarizzazione”

Don Carlo Marcello – C. E. Regionale

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Che cos’è la secolarizzazione?

Un processo non lineare di decostruzione o di separazione del legame tradizionale fra la società e il sacro.

Sono stati infranti i tradizionali nuclei portanti del sacro.

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Quali sono questi nuclei?

La prevaricazione nell’ambito sessuale L’uccisione dei consanguinei Il tradimento dell’ospitalità La violazione delle coscienze La derisione del divino

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1- La prevaricazione nell’ambito sessuale

6° comandamento: “Non commettere atti impuri” (rispetto per le finalità della sessualità) 9° comandamento: “Non desiderare la donna d’altri” (rispetto per il vincolo nuziale. Nel matrimonio

ricevo in dono una persona che investe, in questo rapporto, tutte le sue aspettative di vita).

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La storia della destrutturazione

1960: pillola anticoncezionale 1970: Legge n. 898 sul divorzio 1978: Legge n. 194 sull’aborto 2004: Legge n. 40 sulla procreazione assistita

Forti pressioni in atto per: Testamento biologico (fine vita) Riconoscimento unioni di fatto Matrimonio tra omosessuali

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Questa deriva è stata fortemente contrastata dalla Chiesa

All’introduzione della pillola risponde il 25.07.1968 Paolo VI° con “l’Humanae vitae”

All’introduzione del divorzio il mondo cattolico reagisce promuovendo un referendum - che perderà - il 12.05.1974. Il risultato: partecipanti 87%; NO (all’abrogazione) 59%; SI 40%. I cattolici scoprono di non aver più la maggioranza nel paese. La Chiesa tocca con mano la distanza tra “fede e vita” in molti fedeli.

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La cosa si ripete con l’aborto: il mondo cattolico reagisce con un referendum promosso dal Movimento per la Vita il 17/18 maggio 1981, ma anche questa volta perde la battaglia. I votanti sono il 79,4% della popolazione; i NO sono il 32,0%; i SI il 68,0%. La sconfitta è ancora più cocente. Iniziano le “Giornate per la vita” promosse ogni anno dalla Chiesa Italiana in collaborazione con il Movimento per la Vita. La prossima giornata, in programma per il 7 febbraio 2010, sarà la XXXII^

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Diversa sorte avrà il referendum del 12/13 giugno 2005 “a difesa” della “Legge 40” sulla Procreazione assistita. Il referendum viene annullato perché non si è raggiunto il quorum. Gli astenuti sono il 74,50%.

La Legge 40 non è una legge cattolica. Si è scelto di mantenerla così com’è per evitarne una più permissiva, auspicata dai Radicali e dalle forze laiche.

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A seguito del Referendum sulla procreazione assistita nasce in Italia il Comitato “Scienza e Vita”, nel quale confluiscono anche laici e non credenti che dichiarano di condividere questa battaglia.

Lo slogan del Comitato è: “Liberi per vivere”

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SI’ ALLA VITA

Perché la vita è il bene sul quale si fondano tutti gli altri beni

Perché l’esistenza di ciascuno di noi ha un valore inestimabile.

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SI’ ALLA MEDICINA PALLIATIVA

Perché esistono malattie inguaribili, ma non esistono malattie incurabili.

Perché ogni persona ha diritto ad andare incontro alla fine dei propri giorni senza la schiavitù del dolore.

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SI’ ALL’ASSISTENZA

Perché chi viene lasciato solo cade nella disperazione

Perché ogni persona anziana, malata o non autosufficiente deve essere aiutata a vivere con dignità

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NO ALL’EUTANASIA

Perché bisogna eliminare la sofferenza, non i sofferenti.

NO ALL’ACCANIMENTO TERAPEUTICO

Perché la medicina è una scienza amica della vita.

Perché a pagare sarebbero sempre i più deboli.

NO ALL’ABBANDONO

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Le conseguenze (1) : crollo della natalità

In soli 25 anni la capacità di fare bambini della società italiana si è ridotta di quasi tre volte: dagli anni 70 ad oggi si è passati da una media di 2,7 a meno di 1,3 figli per donna.

L’Italia è uno dei Paesi europei che spendono meno per la promozione e il supporto alla famiglia.

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L’aborto rimane “abominevole delitto”

Coloro che difendono la Legge 194 osservazione con soddisfazione: la legge funziona. Le interruzioni di gravidanza sono quasi dimezzate dall’82, scendendo nel 2006 al minimo storico di 130.000 –

Una fotografia che racconta un paese diviso in due: con le italiane che vi ricorrono sempre meno e le immigrate che invece triplicano le interruzioni. Con una media che parla di 234 aborti ogni mille bambini nati.

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Le conseguenze (2) : crollo della nuzialità

Negli ultimi anni il quoziente di nuzialità è vistosamente calato, dal 7,7‰ del 1971 al 5,5‰ del 1982.

Quali le cause? La situazione economica, ma anche

aspetti culturali e di costume

A Nord Est il 31% dice SI’ ai matrimoni tra omosessuali

(Dati demos&pi)

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Dati statistici sui divorzi in Italia Grafico dei dati dell’ istat 2005 sul numero di divorzi in Italia. In blu sono segnati i divorzi consensuali, mentre in rosa quelli giudiziali.

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Il Papa mette in guardia

Le conseguenze di questo trend negativo, che ormai da decenni non è più stato invertito, sono la crescita dei costi fissi e delle tasse, la diminuizione dei risparmi e degli asset finanziari. Insomma, la crisi nasce, prima ancora che nelle manovre piratesche della finanza, nei reparti di maternità degli ospedali, nell’incapacità di una civiltà, la nostra, a riprodursi, ad accettare la propria filiazione. Come se la misteriosa linfa della vita occidentale si fosse esaurita nel suo faticoso ingresso nella società del benessere. (Riferimento: Caritas in veritate n. 44)

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Intanto altri fronti si aprono:in Parlamento si sta discutendo del Testamento Biologico:La vicenda dolorosa di Eluana Englaro ha dato occasione ad un dibattito filosofico sulla libertà. Da un lato quelli che dicono: il corpo è mio e lo gestisco io, ed io solo ho il diritto di decidere sulla mia vita e sulla mia morte. Dall’altro lato stanno quelli che, invece, credono che la vita sia un bene indisponibile, cioè che sulla vita nessuno abbia il diritto di decidere neppure chi è il soggetto di quella vita stessa.

Il dibattito è in corso: quale “Legge” ne uscirà?

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2- L’uccisione dei consanguinei

4° Comandamento: “Onora il padre e la madre” 5° Comandamento: “Non uccidere” Il cristianesimo affonda le sue radici in una cultura

che ha posto un freno alla violenza contro il prossimo. Si giustificava la guerra per difesa, ma si poneva il limite invalicabile del sangue del fratello, del consaguineo.

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Oggi questo limite è stato superato

Le guerre si conducono in famiglia. Le cronache sono piene di fatti di sangue perpetrati tra le mura domestiche.

I fatti dimostrano che sono cadute le barriere protettive che salvaguardavano il bene della pacifica convivenza. Venendo meno alla sua funzione, la famiglia si apre ad ogni possibile forma di abuso e di violenza.

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3- Il tradimento dell’ospitalità

“Ero forestiero e mi avete ospitato” Mt 25,35

“Ama il prossimo tuo come te stesso” Mt, 19,19

“Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: ”Sono stato ospite e mi avete accolto” (Dalla Regola Benedettina)

Fa molto discutere – in proposito – la politica dei respingimenti degli immigrati in mare, verso i paesi dai quali provengono, senza possibilità di riconoscimento e di sostegno sanitario o psicologico a terra.

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Non possiamo dimenticare…

In queste ultime generazioni il primato dell’emigrazione spetta all’Italia: dal 1876 al 1976 si registrano 25.800.000 espatri italiani.

Oggi nel mondo, a seguito di queste migrazioni, sono 60 milioni gli oriundi italiani.

Vi è in terra non italiana una seconda Italia, vera risorsa demografica, economica e civile nel contesto di altri popoli.

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I tre grandi periodi dell’immigrazione italiana

Primo periodo: 1876 – 1914. E’ il periodo della “grande emigrazione”: sono 14.027.000 gli emigranti, con una media annua di 350.000, che sale a 600.000 nell’ultimo decennio, con la punta massima di 780.000 nel 1913. I numeri danno la sensazione di un esodo di massa incontenibile, di uno svuotamento del Paese.

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Il secondo periodo si estende tra le due guerre (1919 – 1945). Inizia la fase decrescente, che è caratterizzata da una ripresa di breve durata dell’emigrazione dopo la guerra e da una contrazione nel periodo fascista sia verso l’Europa che verso l’America. Sono 4.355.000 gli emigranti: il 51% verso l’Europa, il 44% verso l’America.

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Il terzo periodo comprende i 30 anni del secondo dopoguerra (1946 – 1976). Gli espatri furono 7.443.000, di cui 5.110.000 verso l’Europa; 929.000 verso gli USA; 944.000 verso il Sud America (Argentina, Venezuela, Brasile); 360.000 verso l’Oceania e 100.000 in Africa ed Asia.

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Le cifre ufficiali dei rimpatri si hanno soltanto dal 1905 per i Paesi oltreoceano e dal 1921 per i Paesi europei. In quel periodo globalmente 8 milioni e mezzo i rimpatriati. Tenuto conto di quanti hanno fatto ritorno in Italia prima del 1905 da oltreoceano e del 1921 dall’Europa e dopo il 1976, la predetta cifra va notevolmente aumentata; comunque è legittimo calcolare che almeno la metà degli italiani espatriati si sia stabilita definitivamente in altro Paese.

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4- La violazione delle coscienze

8° Comandamento:

“Non dire falsa testimonianza” Emblematico il caso dei coniugi Romano,

protagonisti della strage di Erba. Prima confessano, e poi – convinti dagli avvocati – ritrattano.

Nessuno più confessa niente! Si nega l’evidente. Gli unici confessionali rimasti aperti sono quelli del “Grande Fratello”

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Anche i politici, purtroppo, sono di pessimo esempio di questo malcostume. Spesso, troppo spesso, si smentiscono affermazioni, anche se fatte davanti alle telecamere e a microfoni ben aperti.

La verità è quella che fa comodo, non quella “oggettiva”.

Tutto ciò crea un clima di falsità molto diffuso. Dovè finito l’onore per la parola data?

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Il “Marketing” Controllando le tecnologie dell’informazione e

delle telecomunicazioni utilizzate dalla gente sempre più massicciamente per comunicare, i professionisti del marketing sono arrivati ad attribuirsi il ruolo di interpreti, riproduttori, creatori di espressioni culturali e di consolidatori di categorie culturali, un tempo spettante alla Chiesa, alla scuola, alle associazioni sociali, alla comunità locale e alle istituzioni civiche” (J. Rifkin in “L’era dell’accesso” – pag. 229)

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I professonisti della pubblicità hanno capito che, in primo luogo, la gente è consumatrice di simboli più che prodotti.

I consumatori hanno accesso alla cultura e ai suoi diversi significati in parte attraverso i molti messaggi pubblicitari da cui sono colpiti.

Il capitalismo avanzato non riguarda più la produzione di merci o la somministrazione di servizi, né lo scambio di informazioni ma, piuttosto, la creazione di elaborate produzioni culturali.

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“La sapienza di questo mondo sta nel coprire con astuzia i propri sentimenti, nel velare il pensiero con le parole, nel mostrare vero il falso e falso il vero.Al contrario la sapienza del giusto sta nel fuggire ogni finzione, nel manifestare con le parole il proprio pensiero, nell’amare il bene così com’è”

(San Gregorio Magno, papa)

Le parole di un grande maestro

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5- La derisione del divino

Io sono il Signore, tuo Dio. 1°- Non avrai altro Dio fuori di me.

2°- Non nominare il nome di Dio invano. 3°- Ricordati di santificare le feste.

Segnalo in proposito l’attività della UAAR, Unione degli ATEI e degli AGNOSTICI RAZIONALISTI, che ha come Presidenti onorari – tra gli altri – l’astrofisica MARGHERITA HACK e il matematico PIERGIORGIO ODDIFREDDI.

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Crocifisso: SI? - NO?

Sul sito dell’UAAR si legge con molto compiacimento: “Grande successo della laicità: l’Europa dice “no” ai crocifissi in classe.

Un frequentatore del sito commenta: “Vogliono presentare il crocifisso come simbolo della nostra cultura e civiltà. Il cristianesimo ha preso piede nel IV secolo, quando sono iniziate l’ignoranza e la barbarie”. (!)

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La parola del Papanella “Caritas in veritate”: Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non

riesce nemmeno a comprendere chi egli sia. Di fronte agli enormi problemi dello sviluppo dei popoli che quasi ci spingono allo sconforto e alla resa, ci viene in aiuto la parola del Signore Gesù Cristo che ci fa consapevoli: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5) e c’incoraggia: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)

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I surrogati

Ovviamente la società secolarizzata cerca la legittimazione di queste violazioni attraverso la proposta e la difesa di “NUOVI MODELLI”, spesso presentati come i nuovi “DIRITTI UMANI”.

Il criterio di base è la difesa dell’uomo come signore della propria vita e della propria morte, e progressivamente ci si muove nella direzione di andare a toccare la morte dell’altro.

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Individualismo assoluto

La legge normativa assoluta sembra oggi il PRINCIPIO di AUTOREALIZZAZIONE: il successo individuale, il diritto al godimento soggettivo assume oggi la forma di un vero e proprio “diritto divino” in senso rovesciato, ossia al singolo si attribuiscono i diritti che spettano come prerogativa a Dio.

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Conclusione di tutto ciò:

Non c’è più interesse per il rispetto di ciò che è il comune sentire degli uomini, di ciò che è umanamente condiviso, dei valori di cui sono portatrici tutte le persone.

Di fronte a questa deriva che tocca valori essenziali della nostra civiltà e della civile convivenza, la sfida maggiore che la Chiesa si trova ad affrontare oggi, in avanzato stadio di post-modernità e di post-secolarizzazione, è un’emergenza di carattere educativo.

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L’emergenza educativa

Si tratta, per la Chiesa, di trovare il modo di trasmettere il messaggio evangelico, ossia di attivare le basi per la ricezione della verità del Vangelo, tenendo conto della dimensione socio-culturale in cui oggi ci troviamo.

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Un rischio mortale: l’indifferenza

Noi siamo stati abituare a lottare contro l’ateismo di stampo marxista, che veniva propagandato dal comunismo nei Paesi dell’Est; oggi che quel mondo è crollato, e che sembra dominare il sistema occidentale di stampo capitalistico, dobbiamo guardarci da un nemico molto più insidioso che è l’indifferenza.

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L’ateismo impegnava a discutere. Oggi invece la società non trova più interesse

a parlare di Dio. Siamo in presenza di un indifferentismo a

Dio. E’ un argomento che – semplicemente – non interessa.

Per la Chiesa diventa una sfida suscitare di nuovo, nel cuore e nella mente dei contemporanei, l’interesse per Dio.

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Il primato della coscienza

Il primo principio che va ribadito con forza è quello del primato della coscienza.

La coscienza, di per sé, tende alla verità, se no c’è l’arbitrio: io non sono il soggetto assoluto. L’Assoluto, a cui la coscienza mi richiama, è un’ALTRO.

La mia coscienza è illuminata dalla Rivelazione, di cui CRISTO è il vertice.

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Quale società nel nostro futuro?

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“Io sono con voi, tutti i giorni…”

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