La Ricerca Del Santo Graal

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La ricerca del Graal La religione deve essere necessariamente l’oppio dei popoli?

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La ricerca del Graal

La religione deve essere necessariamente l’oppio dei popoli?

Cos’è il Santo Graal?

• Il mito del Santo Graal nasce attorno al 1200, quando il frate genovese Jacopo da Varazze, nella sua “leggenda aurea”, racconta che durante la I Crociata, nel 1099, i Genovesi trovarono il calice usato nell'Ultima Cena.

• In questa riflessione usiamo il termine “mito” non in senso dispregiativo, contrapposto a “storico”, ma nel senso di “storia simbolica, semplice e toccante, che riassume un numero infinito di situazioni più o meno analoghe” (D.de Rougemont, L’amore in Occidente)

• La parola graal, nelle lingue franco provenzali, significa “coppa, scodella” (derivando forse dal latino medievale gradalis o dal greco κρατήρ - "vaso").

Il contesto storico-letterario

La situazione politica

(i plantageneti)

Gli sviluppi religiosi

(le reliquie)La situazione internazionale

(le crociate)

Gli sviluppi letterari

(il romanzo cavalleresco)

La situazione internazionale

Gli europei escono massicciamente dal continente per la prima volta dal tempo dell’impero romano, e si spingono alla conquista del vicino oriente con le Crociate. Questa non sono semplicemente impresa militari, ma hanno anche conseguenze religiose e culturali.

I racconti del Graal nascono in un contesto politico particolare:

a partire dal 1152 la dinastia dei Plantageneti regna sua una vasta area dell’Inghilterra e dell’attuale Francia

La situazione politica europea

Le conseguenze• I re anglo francesi devono trovare delle

tradizioni che diano loro legittimità extra-nazionali, per es. quella di ricollegarsi a mitici sovrani celtici cristiani.

• La conquista della terra santa porta con sé l’idea del pellegrinaggio come viaggio portatore di salvezza e una serie di reliquie, cioè di reperti “storici” che avvicinino all’esperienza mistica coloro che non possono andare fisicamente a Gerusalemme.

• La fondazione di una serie di ordini religiosi militari, che accompagnano la militanza religiosa all’organizzazione militare.

I Plantageneti e gli ordini militariI Plantageneti hanno stretti legami con i templari, fondati attorno al 1118-20, subito a ridosso della I Crociata (1196) e interessi in Terrasanta: Guido di Lusignano, originario dell’Aquitania (di cui era regina Eleonora, anche regina d’Inghilterra assieme al figlio Riccardo I “cuor di leone”) divenne re di Gerusalmme e combatte, assieme a Gerard de Ridefort, Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri Templari, la battaglia di Hattin, nel 1187, quando Saladino (Salah al-Din Yusuf ibn Ayyub) sconfigge l’esercito cristiano e poté riconquistare Gersualemme.

Gli sviluppi religiosi, il culto delle reliquie

In quest’epoca si assiste all’ evoluzione della teologia

cristiana e allo sviluppo del culto delle reliquie.

A partire dal IV secolo, quando Elena, imperatrice romana e madre dell’imperatore Costantino durante un pellegrinaggio in Terra Santa sostenne di aver trovato tre chiodi e alcuni pezzi della croce di Cristo alcuni cristiani che avevano un rapporto particolarmente stretto con alcuni oggetti ritenuti sacri

In quest’epoca si sviluppa anche il desiderio di rendere oggettivi alcuni aspetti della fede, anche a livello sacramentale: il dogma della “transustanziazione”, cioé della trasformazione materiale del pane in carne e del vino in sangue è del 1215

Le nuove possibilità aperte dalle Crociate offrirono prospettive nuove per questi reperti, che a un certo punto diventano una vera e propria “industria”, che portava prestigio e ricchezze a chi le possedeva, date dall’afflusso di “turisti religiosi” che si muovono verso i luoghi santi, in Europa e in Medio Oriente.

Le città maggiormente coinvolte in questo giro d’affari erano quelle legate al passaggio e al trasporto di pellegrini e beni: per es, a Genova si trova un bacile che per secoli è stato identificato come l’autentico Graal e curiosamente uno degli eroi dei romanzi cavallereschi, Sir Percival, porta un cognome diffuso nella città ligure: Percivalli.

Un esempio di questi movimenti di pellegrini è la “Via Francigena”, (o Romea), che da Canterbury portava a Roma e in Terra Santa.

Si sviluppa su di un percorso di 1.600 chilometri, attraverso la Manica passando per il centro della Francia e attraversando le Alpi al colle del Gran San Bernardo.

Le città attraversate erano trentatré, e i pellegrini impiegavano circa 80 giorni per percorrerla, perlopiù a piedi, con la percorrenza media di viaggio di circa 20 km al giorno.

Il romanzo cavalleresco

Nello stesso periodo si sviluppa in Europa la poesia dei trovatori, che nasce

proprio nel territori dei Plantageneti e si sviluppa nella Francia del

Sud. Il primo a usare questo genere letterario pare sia stato un nobile, Guglielmo

IX d’Aquitania (1071-1127), detto il Trovatore e la poesia trobadorica si sviluppò

con delle regole precise, codificate alla corte di Eleonora d’Aquitania,

influenzando generazioni di trovatori (detti nelle diverse lingue troubadour o

trouvère, troviere e Minnesänger).

Uno dei temi di questi autori è la narrazione cavalleresca, che traeva origine da

una precisa visione dei ruoli nella Società: quelli che pregano (oratores), quelli

che combattono (bellatores) ed quelli che lavorano (laboratores). Secondo

questo approccio storiografico i tre ordini vivono insieme e non possono essere

separati: il servizio di uno solo permette l'attività degli altri due e

ognuno di volta in volta offre il sostegno a tutti (Adalberone vesc. di Laon, 1025)

Nasce così quel concetto di cavaliere, uomo forte e valoroso che, incurante dei

pericoli e dei rischi, è pronto a mettere a repentaglio la propria vita pur di fare del bene.

Lo scopo originario dei racconti sulla ricerca del Graal è dunque quello di legittimare i Plantageneti quali sovrani sovranazionali

“niuno mi tirera’ fuori di qui se non colui al cui fianco io debbo pendere, e costui sara’ il miglior cavaliere del mondo”(dal romanzo la ricerca del Graal)

Di fatto, come spesso succede, la letteratura descrive degli eventi e degli ideali che non sono più reali.

Lo stesso romanzo cavalleresco decade, fino ad arrivare secoli dopo al romanzo eroicomico, dove il cavaliere medievale è scomparso ed è sostituito da un altro personaggio, apparentemente simile ma in verità molto diverso, come il Don Chisciotte di Cervantes o l’Orlando Furioso dell’Ariosto…fino a…

… fino a quando, nel XIX secolo, rinasce con il romanzo storico!

Il romanzo storico ottocentesco

Il romanzo storico ottocentesco nasce in un contesto culturale molto diverso da quello medievale. Il numero dei lettori si è moltiplicato e democratizzato: il libro non è più un oggetto riservato ai nobili o al clero.In Europa si sono costituite, o si costituiranno presto, un certo numero di nazioni che si fondano la comprensione di sé stesse sia sul dati “oggettivi” (per esempio una lingua in comune), sia ideologici (per esempio una serie di tradizioni più o meno reali o inventate).

L’Europa ha conquistato o sta conquistando il mondo. Ciò da un lato spinge le potenze europee ad elaborare delle ideologie che nobilitino le imprese coloniali, fornendo una serie di strumenti che giustifichino politicamente e culturalmente l’espansione.Dall’altro lato l’espansione comporta l’incontro con altre società e culture, e quindi il confronto e la ricerca di ispirazioni nel passato per affrontare problemi moderni,

Dante Gabriele Rossetti, Il Santo Graal, 1860 ca.

Ivanhoe contro Renzo e Lucia?

Ecco due scrittori di romanzi storici tra loro contemporanei hanno risolto problematiche analoghe in maniera opposta: Ivanhoe rispetto agli ebrei, i Promessi Sposi rispetto ai protestanti.

Ivanhoe

• Ivanohe (scritto nel 1820) è ambientato nel medioevo, in un’epoca in cui, storicamente, la presenza ebraica in Inghilterra era quasi inesistente.

• Ciononostante due personaggi, pur marginali, sono ebrei. Nella descrizione di Walter Scott gli ebrei sono dei personaggi potenzialmente negativi ma Yvanhoe, in quanto cavaliere, li aiuta.

Renzo e Lucia• I Promessi Sposi (scritto nel 1821) è

ambientato durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), combattuta principalmente nel nord Europa tra paesi protestanti e paesi cattolici. Ma nei Promessi Sposi il tema religioso non è mai affrontato in termini dogmaticamente problematici (don Abbondio è patetico, non eretico) e gli “altri“ semplicemente non esistono.

• Ciò è particolarmente significativo perché invece le medesime aree in cui la storia si svolge - Lombardia centrale e orientale - erano interessate nel medesimo periodo da duri scontri tra l’ortodossia cattolica romana e gruppi protestanti, poi sterminati (i “sacri macelli” della Valtellina del 1620).

Nella Gran Bretagna del XIX sec. gli ebrei stanno

assumendo un ruolo sociale sempre più accettabile,

quali grandi banchieri, per cui l’ispirazione del

passato immaginario suggerisce - con classico spirito

pragmatico anglosassone - di avere rapporti positivi

anche con i “deicidi”, se questo è funzionale a una

società in espansione

Nell’ideologia nazionalista di Manzoni, che

fonda l’italianità degli italiani su un’appartenenza

indiscussa al cattolicesimo, seppur nella sua

versione “aperta”.

Walter Scott Alessandro Manzoni

Spesso il romanzo storico si confonde con quello “gotico”, che nasce nella seconda metà del ‘700 (nel 1764 l’inglese Horace Walpole scrive Il Castello di Otranto) e ha dei temi che ritroviamo nelle moderne leggende del graal: il gusto il soprannaturale, la visione del medioevo come periodo aureo, non ancora “inquinato” dalla modernità vista come preoccupante e troppo “democratica” e troppo poco rispettosa di valori arcaici presentati come autentici quali la cavalleria.

Un’altra caratteristica di questo genere letterario è la

visione sostanzialmente razzista del mondo:

Il Sud - in special modo l’Italia e il Levante - come di

un luogo negativo, subdolo e corrotto

Il Nord e nordici vengono presentati come

personaggi apportatori di valori positivi, civilizzatori,

puri.

È interessante ricordare che Richard Wagner, cantore romantico del nazionalismo musicale germanico, dedica be due opere al tema del Graal, il Lohengrin nel 1850 e il Parsifal nel 1882.

In queste opere l’autore basa la sua opera sulla contrapposizione tra il mondi infernali e la dimensione mistica della cavalleria.

Come sappiamo l’immaginario wagneriano costituirà l’ossatura della retorica nazista, fortemente basata sulla contrapposizione quasi religiosa tra valori nordici e disvalori mediterranei.

Un fantasma si aggira per l’Europa...

Il motivo profondo a cui risponde il modello letterario mitico - che sfocia simbolicamente nei racconti relativi al Graal - è rappresentato dalle rivolte operaie che punteggiano la storia europea nei medesimi anni del XIX secolo

1819: gli operai di Manchester si ribellano e vengono caricati dalla cavalleria a St. Peter’s Field – l’episodio viene ricordato come lo scontro di “Peterloo”, con riferimento alla battaglia di Waterloo

1871, in seguito alla sconfitta contro la Prussia gli operai di Parigi si ribellano e

organizzano la Comune di Parigi

1886, “grande sommossa” operaia a Chicago

1891, a Erfurt in Germania, viene fondato il Partito Socialdemocratico

1898, “protesta dello stomaco” a Milano, repressa con circa 200

morti e 400 feriti....

In conclusione

• Il mito della ricerca del Graal affonda le sue origini nei miti di purificazione religiosa e viene utilizzato per giustificare interessi meno nobili:

• nel medioevo il regno sovranazionale dei Plantageneti

• nell’epoca moderna l’espansione coloniale, il nazionalismo che si basa sulla pretesa superiorità di un popolo su tutti gli altri, la subordinazione delle classi lavoratrici.

Proprietà intellettualedi Gregorio Plescan

Venezia, primavera 2008