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La refrigerazione a biomassa
Paolo Colaiemma
Recentemente è stata messa sul mercato
una nuova serie di macchine frigorifere
ad assorbimento di piccola potenza,
alimentate ad acqua calda, impieganti
come fluido di lavoro una soluzione di
acqua e bromuro di litio. Le nuove unità
sono state concepite per l’utilizzo di
calore a bassa temperatura, con
applicazioni tipiche in impianti di
climatizzazione ambientale e di
processo industriale.
La temperatura dell’acqua calda
richiesta dal ciclo ad assorbimento è
compresa tra 70 °C e 95 °C. L’acqua
refrigerata è prodotta a temperatura
minima di 5,5 °C. La dissipazione del
calore dal circuito è ottenuta con la
circolazione di acqua negli scambiatori
dell’assorbitore e del condensatore. La
serie delle nuove macchine comprende
cinque unità di potenza frigorifera
nominale rispettivamente di 17,6 kW,
35 kW, 70 kW, 105 kW e 176 kW.
Essendo macchine modulari
compatibili tra di loro possono essere
installate in più unità combinate per
coprire diversi livelli di potenza.
Il presente lavoro è articolato
sull’analisi dei vari aspetti tecnici di
questa particolare serie di macchine.
Sono dapprima richiamati i principi del processo termodinamico, denominato ad assorbimento; indi
elencati i dati peculiari delle macchine ed illustrate le loro caratteristiche di funzionamento; si
forniscono poi utili suggerimenti sulla loro più idonea utilizzazione in impianti a biomassa, che
impiegano caldaie a legna, a cippato e a pellet; vengono infine riportate alcune considerazioni sull’uso
appropriato degli assorbitori in questa particolare applicazione.
Varrà rammentare che il cippato è un combustibile locale costituito da legno sotto forma di rami,
cime e scarti di segheria ridotti in piccoli pezzi. A seconda del legno utilizzato si ottengono diverse
classi di qualità.
I pellet sono costituiti da legno allo stato naturale. La segatura e i trucioli di piallatura ottenuti in
grandi quantità, come sottoprodotto dell’industria di lavorazione del legno, vengono compressi e
pellettizzati senza trattamento. Grazie all’elevata densità energetica e alle semplici possibilità di
fornitura e deposito, i pellet si rilevano combustibili idonei per impianti completamente automatici.
Il rifornimento dei pellet avviene mediante autocisterne che riempiono direttamente i depositi.
Principio di funzionamento dei gruppi ad assorbimento
Il principio di funzionamento dei gruppi analizzati è illustrato nella figura 1, in cui vengono
schematizzati i componenti principali della macchina e le varie fasi del processo.
Generatore
L’acqua di alimentazione riscalda, portandola all’ebollizione, la soluzione diluita di acqua e bromuro
di litio contenuta nel generatore. L’ebollizione libera vapore acqueo (refrigerante) e concentra la
soluzione di bromuro di litio. Questa viene raccolta e pre-raffreddata, passando attraverso lo
scambiatore di calore, prima di venire immessa nell’assorbitore.
Condensatore
Il vapore refrigerante perviene al condensatore dove condensa sulla superficie delle serpentine del
circuito di raffreddamento.
Il calore di condensazione è rimosso dall’acqua di raffreddamento ed espulso, normalmente attraverso
una torre evaporativa. Il liquido refrigerante, raccolto nel condensatore, passa quindi nell’evaporatore
attraverso un’apposita apertura.
Figura 1 - Ciclo frigorifero ad assorbimento e bilancio termico
All’interno del generatore
la soluzione diluita di LiBr
al 52% è portata
all’ebollizione. Il vapor
d’acqua prodotto fluisce al
condensatore ed il
separatore convoglia la
restante soluzione
concentrata al 56%
all’assorbitore, attraverso
lo scambiatore di calore.
Il processo è endotermico
(79-88 °C)
Il vapore prodotto viene
assorbito dalla soluzione
concentrata di LiBr, con
processo esotermico
(29-35 °C)
L’acqua depressurizzata
evapora a contatto con le
serpentine dell’acqua da
refrigerare. Ciò crea l’effetto
frigorifero (5-7 °C)
Il vapore caldo viene raffreddato
e condensato (29-35 °C)
Vapore
Vapore
Acqua
di raffreddamento
Acqua
refrigerata
8 kPa
0.7 kPa
Condensatore Acqua
calda
Acqua
Assorbitore Evaporatore
Generatore
Separatore
52% LiBr
Orifizio
56% LiBr
Scambiatore
di calore
Acqua
di raffr.
Pompa di
soluzione
WFC SC 30 Bilancio terrmico
Calore kW kW
Generatore in 150,6 Condensatore out 122,2
Evaporatore in 105,0
Assorbitore out 133,4
255,6 255,6
Evaporatore
La pressione esistente nell’evaporatore è assai più bassa di quella del generatore e del condensatore
per l’influenza esercitata dall’assorbitore. Per questo motivo il liquido refrigerante, una volta entrato
nell’evaporatore, bolle ed assorbe calore evaporando sulla superficie della serpentina del circuito
dell’acqua da refrigerare. Il vapore refrigerante ottenuto fluisce quindi nell’assorbitore.
Assorbitore
La bassa pressione nell’assorbitore è dovuta all’affinità chimica fra la soluzione concentrata di
bromuro di litio proveniente dal generatore ed il vapore acqueo che si forma nell’evaporatore. Il
vapore refrigerante viene assorbito dalla soluzione concentrata di bromuro di litio, mentre
quest’ultima lambisce la superficie della serpentina dell’assorbitore.
Il calore di condensazione e di diluizione è rimosso dall’acqua di raffreddamento. La soluzione diluita
di bromuro di litio è poi pre-riscaldata nello scambiatore di calore prima di ritornare nel generatore.
Bilancio termico
Allo scopo di quantificare le varie potenze in gioco, nel riquadro di figura 1) vengono riportati i valori
caratteristici del bilancio termico del ciclo riferiti al modello da 105 kW frigoriferi nominali.
E’ opportuno tener presente che la quantità di calore da smaltire in ambiente esterno risulterà,
ovviamente, la somma di quella di alimentazione, pari a 150,6 kW, più quella assorbita dall’ambiente
da refrigerare pari a 105 kW, in totale quindi 255,6 kW.
Il rapporto tra la potenza dissipata e quella frigorifera prodotta è pari a 2,43. Ciò significa che per
ogni kW frigorifero prodotto si dovranno smaltire nell’ambiente 2,43 kW termici.
Il rapporto tra la potenza frigorifera erogata dalla macchina, pari a 105 kW, e quella termica fornita
alla stessa, pari a 150,6 kW, quantifica le sue prestazioni. Il valore di efficienza del gruppo,
denominato COP (Coefficient Of Performance) è, nel caso in esame, pari a 0,7. In altri termini per
produrre 1 kW frigorifero saranno necessari 1,43 kW termici.
Specifiche tecniche
Nella tabella 1 vengono riportate le specifiche tecniche degli assorbitori presi in esame.
Le potenze frigorifere nominali per le cinque unità proposte sono rispettivamente di 17,6 kW, 35 kW,
70 kW, 105 kW e 176 kW.
L’acqua refrigerata è prodotta a 7 °C, con ritorno alla macchina a 12,5 °C. È possibile variare la
temperatura di erogazione tra un minimo di 5,5 °C ed un massimo di 15,5 °C, fermo restando il valore
di salto termico fra la temperatura di mandata e quella di ritorno di 5,5 °C.
La potenza da dissipare è rispettivamente di 42,7 kW, 85,4 kW, 171 kW, 256 kW e 428 kW con
temperature dell’acqua di raffreddamento in uscita di 35 °C e di ingresso alla macchina di 31 °C.
La potenza assorbita è nell’ordine pari a 25,1 kW, 50,2 kW, 100,4 kW, 150,6 kW e 252 kW con
temperature di lavoro di 88 °C in entrata e di 83 °C in uscita.
L’intervallo delle temperature dell’acqua di alimentazione utilizzabile è compreso tra i 70 °C ed i 95
°C. Le prestazioni delle macchine risulteranno ovviamente influenzate dal livello di temperatura
utilizzato, come appare evidente dall’analisi delle curve di funzionamento appresso riportate.
Da notare la ridottissima potenza elettrica assorbita per l’azionamento delle unità rispettivamente pari
a 48 W, 210 W, 260 W, 310 W e 590 W. Questi valori, ovviamente, non tengono conto della potenza
elettrica richiesta per il funzionamento delle apparecchiature di circolazione dei fluidi di lavoro
(acqua di alimentazione ed acqua refrigerata) e per lo smaltimento del calore (acqua di
raffreddamento).
Tabella 1 - Specifiche tecniche degli assorbitori considerati
Modello WFC
SC 5
WFC
SC 10
WFC
SC 20
WFC
SC 30
WFC
SC 50
Potenza frigorifera kW 17,6 35,2 70,3 105,6 175,8 A
cqu
a re
frig
erat
a Temperatura Ingresso °C 12,5
Uscita °C 7
Perdite di carico kPa 52,6 56,1 65,8 70,1 40,2
Pressione massima di
lavoro kPa 588
Portata nominale l/s 0,77 1,53 3,06 4,58 7,64
Volume serpentine l 8 17 47 73 120
Acq
ua
raff
redd
amen
to
Potenza dissipata kW 42,7 85,5 171 256 427
Temperatura Ingresso °C 31
Uscita °C 35
Perdita di carico kPa 38,3 85,3 45,3 46,4 41,2
Fattore sporcamento
M2hr°K/kW 0,086
Pressione massima di
lavoro kPa 588
Portata nominale l/s 2,55 5,1 10,2 15,3 25,5
Volume serpentine l 37 66 125 194 335
Acq
ua
cald
a
Potenza assorbita kW 25,1 50,2 100,4 150,6 251
Temperatura
Ingresso °C 88
Uscita °C 83
Range °C Minimo 70 – Massimo 95
Perdita di carico kPa 95,8 90,4 46,4 60,4 85,2
Pressione massima di
lavoro kPa 588
Portata nominale l/s 1,2 2,4 4,8 7,2 12
Volume serpentine l 10 21 54 84 170
Alimentazione
elettrica
Alimentazione elettrica
220V
1 fase
50Hz
400V 3 fasi 50Hz
Potenza assorbita W 48 210 260 310 590
Intensità di corrente A 0,22 0,43 0,92 1,25 2,6
Controllo Refrigerazione ON - OFF
Dimensioni
Larghezza mm 594 760 1.060 1.380 1.785
Profondità mm 744 970 1.300 1.545 2.060
Altezza (compresa piastra
di fissaggio / vite di livel.) mm 1786 1.983 2.116 2.130 2.223
Peso A vuoto kg 365 500 930 1.450 2.100
In esercizio kg 420 604 1.156 1.801 2.725
Rumorosità Livello sonoro dB(A) a 1 metro 46 46 49 46 57
Diametro
tubazioni (A)
Circuito acqua refrigerata mm 32 40 50 50 80
Circuito acqua di
raffreddamento mm 40 50 50 65 80
Circuito acqua calda mm 40 40 50 65 80
Armadio
Impermeabile idoneo ad installazione all’aperto,
dotato di pannellature di acciaio zincato verniciato
color alluminio.
Figura 2 - Curve caratteristiche di prestazione dell’assorbitore di potenza frigorifera nominale pari a 105 kW
Curve caratteristiche di prestazione
Le prestazioni di ogni singola macchina vengono evidenziate dalle relative curve caratteristiche. Nella
figura 2 sono illustrate quelle dell’unità WFC-SC 30. Per le stesse varranno le seguenti
considerazioni, valide peraltro per tutta la gamma delle apparecchiature.
Tenendo fissa la temperatura dell’acqua refrigerata prodotta, pari a 7 °C, la potenza frigorifera erogata
è fortemente influenzata dalle temperature dell’acqua di raffreddamento o meglio di dissipazione e
dalla temperatura dell’acqua di alimentazione. Si otterranno valori di potenza più elevati, infatti,
diminuendo la temperatura dell’acqua di raffreddamento oppure aumentando quella di alimentazione.
La temperatura dell’acqua di raffreddamento, che comunque non può scendere sotto il valore di 24
°C per evitare fenomeni di cristallizzazione della soluzione di lavoro, è dettata, nel caso di utilizzo di
torri evaporative, dalla temperatura a bulbo umido dell’aria esterna, caratteristica della località
d’installazione.
La temperatura dell’acqua di alimentazione non può eccedere, sulle unità considerate, i 95 °C, per
motivi di sicurezza operativa, risultando la temperatura limite di progetto della macchina pari a 100
°C. Essa, peraltro, può scendere a valori molto bassi, scontando per contro forti flessioni di potenza.
Da ultimo è stato illustrato sempre nella figura 2) l’andamento del fattore di penalizzazione della
potenza frigorifera per riduzione della portata dell’acqua di alimentazione, fermi restando i rimanenti
parametri caratteristici di funzionamento.
I valori ottenibili dai grafici illustrati nella figura 2) possono essere utilizzati per ipotizzare differenti
condizioni di funzionamento della macchina, anche se i risultati ottenibili debbono essere considerati
solamente indicativi.
Per quanto riguarda le curve caratteristiche di prestazione delle altre unità della serie si rimanda al
sito www.maya-airconditioning.com
Schemi di impianto
Gli schemi concettuali di impianto illustrati nelle figure 3 e 4 prevedono l’utilizzo di una caldaia a
biomassa e di un assorbitore alimentato ad acqua calda.
La configurazione di figura 3 schematizza un sistema di distribuzione a 4 tubi atto a soddisfare carichi
di riscaldamento e di refrigerazione.
Il circolatore CP1 può essere omesso e la pompa P1 può assolvere le necessità di distribuzione
dell’acqua refrigerata, se opportunamente dimensionata.
Il circolatore CP2 può essere duplicato allo scopo di provvedere, ad esempio, alla distribuzione di
acqua calda sia per il riscaldamento ambientale sia, attraverso opportuno scambiatore, per le necessità
sanitarie.
Il sistema a 4 tubi ipotizzato può soddisfare una regolazione a zone ed un controllo dell’umidità
relativa dell’aria.
Lo stesso offre sostanziali vantaggi rispetto al sistema a 2 tubi, appresso illustrato, anche se risulta
più costoso. Lo schema prevede una caldaia con un bruciatore modulante atta a soddisfare tutto il
carico di riscaldamento e di raffrescamento.
Le necessità di riscaldamento e di raffrescamento possono essere soddisfatte simultaneamente
secondo le condizioni di esercizio a zone prescritte.
Nello schema è prevista una torre evaporativa chiusa. Poiché la qualità dell’acqua ed il suo
trattamento richiedono pur sempre una particolare attenzione, le torri chiuse offrono una soluzione
idonea alla salvaguardia dell’assorbitore.
Figura 3 - Schema di impianto a 4 tubi con condensazione operata mediante torre evaporativa
La figura 4 illustra uno schema di impianto a biomassa, che si differenzia dal precedente
essenzialmente per due motivi. Il primo è costituito dal sistema di distribuzione, che in questo caso è
a 2 tubi. Il secondo invece è dato dal sistema di smaltimento del calore operato mediante l’impiego
di acqua a perdere.
La distribuzione a 2 tubi è atta a soddisfare sia i carichi di riscaldamento, sia quelli di refrigerazione,
ma non simultaneamente. Qualora si debba operare in modalità riscaldamento la pompa P1 verrà
disattivata e la valvola MV1 devierà il flusso d’acqua all’utenza, escludendo l’assorbitore, tramite
l’azionamento della pompa P3. Contestualmente sul ritorno la valvola MV2 convoglierà il flusso
d’acqua al collettore.
In modalità raffrescamento la pompa P3 provvederà all’alimentazione dell’assorbitore, la pompa P1
al carico di utenza e la pompa P2 allo smaltimento del calore.
Per quanto riguarda il raffreddamento con acqua a perdere, anche nel caso di acqua prelevata da
roggia o da fiume, la cui disponibilità in linea teorica, risulta essere illimitata, sussistono problemi di
approvvigionamento e di inquinamento termico, come di seguito precisato. E’ comunque
indispensabile tener presente che gli assorbitori in esame, come già precedentemente segnalato,
impongono temperature di condensazione comprese tra i 24 °C ed i 31 °C. Per contro, la temperatura
di prelievo dell’acqua a perdere è normalmente compresa tra i 12 °C ed i 18 °C. Si dovrà, quindi,
miscelare parte dell’acqua ambiente, a temperatura inferiore, mediamente a 15 °C, con acqua
ricircolata dallo scambiatore a temperatura superiore, mediamente a 32 °C, mediante azionamento
della valvola MV3 di figura.
Assorbitore
Figura
Il sistema di regolazione
Di seguito, con riferimento agli schemi di figura 3 e 4, viene illustrato il sistema di controllo del
funzionamento delle macchine.
Nella tabella delle specifiche tecniche sono riportate le funzioni di regolazione ON-OFF. Nella
modalità ON un termostato (WT1) posizionato sulla mandata dell’acqua refrigerata comanda, in
funzione della temperatura di questa, la pompa dell’acqua calda di alimentazione P3.
Le temperature standard di regolazione sono le seguenti:
- avvio della pompa dell’acqua calda alla temperatura dell’acqua refrigerata in uscita dalla
macchina di 10,5 °C;
- arresto della stessa pompa alla temperatura dell’acqua refrigerata in uscita di 6,5 °C.
Le temperature sopra indicate (set point) possono essere modificate, senza peraltro alcuna possibilità
di cambiamento del differenziale di temperatura delle stesse.
Questa caratteristica permette di impostare sulle unità una regolazione a step control fissando
differentemente in cascata i set point delle singole macchine in installazioni di più unità combinate;
L’utilizzo dei gruppi può così essere modulato in funzione delle variazioni del carico.
Per la refrigerazione la macchina richiede l’operatività della pompa P1 dell’acqua refrigerata, della
pompa P2 dell’acqua di raffreddamento e della pompa P3 dell’acqua calda di alimentazione. Nel
normale funzionamento la pompa P3 dell’acqua calda di alimentazione e la pompa P2 dell’acqua di
raffreddamento operano comandate dal termostato (WT1), posizionato sull’uscita dell’acqua
refrigerata. Di conseguenza se la temperatura dell’acqua refrigerata si abbassa sino a valori di 6,5 °C
o meno, le pompe P2 e P3 si arrestano.
La pompa P1 dell’acqua refrigerata, viceversa, rimane operativa e di conseguenza provvede alla
domanda variabile del sistema. Se la temperatura dell’acqua refrigerata mossa dalla pompa P1 sale a
10,5 °C le pompe P2, P3 si riavviano immediatamente.
Assorbitore
Figura 4 - Schema di impianto a 2 tubi con condensazione operata mediante acqua a perdere
L’operatività della macchina verrà così pienamente ristabilita. Può quindi affermarsi che l’unità in
realtà non è mai stata messa fuori servizio dal termostato (WT1): essa è stata semplicemente esclusa
dall’alimentazione, assecondando il carico di refrigerazione richiesto dal sistema.
Con la macchina fuori servizio OFF, con segnalazione STOP sul pannello di controllo della CPU,
anche la pompa P1 cessa di operare. Tale stato consiste ovviamente nella completa inattività di
funzionamento dell’unità.
Lo smaltimento del calore
Come sopra accennato, per la corretta funzionalità della macchina, è necessario smaltire in ambiente
esterno una quantità di calore somma di quello di alimentazione della macchina stessa, più quello
assorbito nella refrigerazione.
Nel caso dell’unità in esame WFC-SC 30 la potenza da dissipare risulterà pari a 256,6 kW somma di
quella di alimentazione pari a 150,6 kW e di quella assorbita nella refrigerazione pari a 105 kW.
Un sistema comunemente utilizzato per rigettare calore in atmosfera è quello di predisporre ampie
superfici di scambio termico con l’aria ambiente, in modo che questa, sempre che si trovi ad una
temperatura inferiore, lo possa sottrarre alla macchina. Detto sistema di raffreddamento è detto ad
aria od anche a secco.
Quando l’aria ambiente non è sufficientemente fredda, oppure per diminuire le superfici di scambio,
il calore può essere smaltito anche utilizzando acqua, prelevandola relativamente fredda
dall’ambiente esterno (roggia, pozzo, fiume e così via) e restituendola poi più calda allo stesso
ambiente esterno. Il raffreddamento ad acqua è più efficiente di quello ad aria, sia perché l’acqua è
usualmente a temperatura inferiore di quella dell’aria, sia perché il suo coefficiente di scambio
termico è più elevato. Per contro l’acqua risulta meno conveniente per i suoi alti costi ed il suo
impiego è sempre meno consentito dalle amministrazioni locali per le implicazioni ambientali
connesse all’inquinamento termico delle acque pubbliche.
Figura 5 - Azienda agricola Cescon Giuseppe e Antonella SS, Chiarano (TV).
Assorbitore da 70 kW in impianto alimentato con cippato ricavato da tralci di vite. L’acqua
refrigerata prodotta viene utilizzata sia per il termo-condizionamento delle vasche vino, sia per
la climatizzazione ambientale
Torri Evaporative
Per il rigetto del calore generato negli assorbitori, che utilizzano quale fluido di lavoro una miscela
di acqua e bromuro di litio, sono normalmente impiegate torri evaporative. La loro adozione è dovuta
principalmente al basso livello delle temperature di smaltimento imposto dall’assorbitore (31-35 °C).
Il funzionamento delle torri evaporative è basato sull’utilizzazione del calore latente di evaporazione
dell’acqua. Mettendo a contatto nella torre una portata d’acqua, finemente suddivisa, con una corrente
d’aria, una piccola quantità di acqua viene assorbita per evaporazione dalla corrente d’aria, sottraendo
il suo calore latente di evaporazione all’acqua restante.
L’acqua uscente dalla torre sarà appena un po’ meno in quantità, ma sensibilmente più fredda di
quella inizialmente entrante, ed il calore sottratto, come calore latente di evaporazione, risulterà
disperso nell’ambiente, sotto forma di vapore acqueo contenuto nella corrente d’aria uscente, la cui
umidità sarà, pertanto, aumentata rispetto all’aria entrante, normalmente sino alla saturazione.
Il calore sottratto all’acqua non dipende dalla temperatura a bulbo secco dell’aria entrante, ma
solamente da quella a bulbo umido. Ciò risulta importante in quanto, per umidità relativa inferiore al
100%, la temperatura a bulbo umido è inferiore a quella a bulbo secco (ad esempio con bulbo secco
di 32 °C ed umidità relativa pari al 52%, il bulbo umido è solo a 24 °C) e nei processi di
raffreddamento ci si può avvicinare a temperature sensibilmente inferiori rispetto a quelle ottenibili
utilizzando sistemi a secco.
La caratteristica peculiare delle torri evaporative è che il raffreddamento è ottenuto a spese di un
modesto consumo d’acqua (qualche % della portata in circolo), ma con un consumo di energia ridotto
rispetto ad un equivalente raffreddamento ad aria.
Il consumo d’acqua in una torre evaporativa è dato dalla somma di quello per evaporazione, di quello
per trascinamento delle gocce d’acqua nell’aria uscente (di solito nell’ordine dello 0,002% della
portata d’acqua circolante) e di quello di spurgo, variabile in funzione della qualità dell’acqua
utilizzata, con valori compresi fra il 30 ed il 100% del consumo d’acqua per evaporazione.
Per quanto riguarda lo spurgo va precisato quanto segue. La continua evaporazione dell’acqua
provoca un progressivo aumento, nell’acqua rimasta, della concentrazione di sali ed altre impurità,
anche di quelle assorbite dall’aria ambiente. Se non controllata, la concentrazione nell’acqua di
ricircolo di sali ed altri solidi disciolti aumenta molto rapidamente provocando incrostazioni depositi
e corrosioni, che pregiudicano il corretto funzionamento e la durata delle apparecchiature utilizzate.
Per limitare l’aumento di dette concentrazioni occorre effettuare uno spurgo, vale a dire uno
spillamento continuo realizzato a mezzo di una saracinesca posta possibilmente sulla tubazione di
entrata dell’acqua nella torre.
Nella tabella 2) sono riportate le specifiche tecniche delle torri evaporative da utilizzare in
accoppiamento agli assorbitori considerati nel presente lavoro.
Allo scopo di fornire un’idea dei valori in gioco, varrà segnalare che per l’assorbitore WFC-SC 30,
preso in esame, i valori massimi relativi ai consumi d’acqua risultano i seguenti: per evaporazione:
402 l/h; per trascinamento: 1,1 l/h; per spillamento: 402 l/h (valore massimo); per un totale massimo
quindi di 805 l/h.
Sistema di acqua a perdere
Come sopra accennato, soprattutto se le potenze in gioco sono limitate, può essere presa in
considerazione per lo smaltimento del calore anche acqua a perdere. Nel caso quindi di cospicue
disponibilità di acqua ambiente, prelevata ad esempio da roggia, da pozzo, da lago, da fiume, eccetera,
con l’interposizione di uno scambiatore per ragioni di sicurezza operativa, può essere adottato uno
schema quale quello illustrato nella figura 4.
Lo scambiatore lavorerà in controcorrente con temperature atte all’ottenimento di quella dettata dalla
condensazione, nel nostro caso 31°C (valore di targa), e la quantità d’acqua ambiente richiesta sarà
facilmente calcolabile con la formula 1) riportata di seguito.
Nel caso di utilizzo dell’assorbitore WFC-SC 30, supponendo ad esempio che la temperatura
dell’acqua disponibile sia di 15 °C, nota la quantità di calore da smaltire pari a 256,6 kW, risultando
il salto termico dell’acqua utilizzata di 16 °C (31 °C - 15 °C), si otterrà un impiego d’acqua pari a
13.789 l/h.
Dal confronto dei valori sopra riportati appare evidente la notevolissima differenza degli utilizzi di
acqua fra la soluzione con acqua a perdere 13,789 l/h e quella con torre evaporativa 805 l/h.
Modello PMS 6/65 ICT 3-63 ICT 4-54 ICT 4-66 ICT 4-59
Potenza resa kW 42,7 85,4 (51,2) 171 256 428
Acqua
Temperatura Ingresso °C 35
Uscita °C 31
Portata nominale l/s 2,55 5,12 10,2 15,3 25,5
Perdita di carico kPa 4 2,1 17,9 17,9 22,1
Bulbo umido °C 26 26 26 26 26
Acqua evaporata max l/m 1,11 2,12 4,5 6,7 11,2
Aria
Ventilatori n° 1 1 1 1 2
Potenza assorbita kW 0,55 0,7 (0,15) 1,5 2,2 2 x 1,5
Portata aria (max) mc/s 1,19 2,32 4,3 6,3 9,3
Alimentazione Elettrica 400V 3 fasi 50Hz
Motore 4 poli 4/8 poli 4 poli 4 poli 4 poli
Dimensioni
Larghezza mm 800 914 1216 1826 2731
Profondità mm 800 921 1226 1226 1226
Altezza mm 2110 1880 2312 (2414) 2617 (2719) 2616
Peso A vuoto kg 75 235 320 (365) 575 (620) 853
In esercizio kg 180 400 685 (730) 1085 (1130) 1592
Rumorosità Livello sonoro dB(A) a 3 metri in
campo libero rilevato sulla sommità 55,3 a 10 m 69 (62)* 76 (60)** 79 (68)**
84 (72)**
a 1,5 m
Diametro
tubazioni
Ingresso mm 50 80 100 100 100
Uscita mm 50 80 100 100 100
Reintegro mm 20 25 25 25 25
Troppo pieno mm 15 50 50 50 50
Scarico mm 20 50 50 50 50
Finiture
Pacco di scambio PVC
Rampa distribuzione acqua PVC
Ugelli spruzzatori acqua PP ABS ABS ABS ABS
Separatori di gocce PVC
Bacino Vetroresina Acciaio
zincato Z725
Acciaio
zincato Z725
Acciaio
zincato Z725
Acciaio
zincato Z725
Pannelli di rivestimento Vetroresina Acciaio
zincato Z725
Acciaio
zincato Z725
Acciaio
zincato Z725
Acciaio
zincato Z725
Ventilatore assiale Acciaio
zincato Alluminio
Nota *In parentesi valori in bassa velocità del ventilatore per unità ICT 3- 63
**In parentesi valori con l’adozione di ventilatore a bassa rumorosità per unità ICT 4-54, ICT 4-66 e ICT 4-59
Tabella 2 - Specifiche tecniche delle torri evaporative considerate
Scelta dei parametri operativi
Le varie considerazioni fatte finora
presuppongono che l’impianto sia stato ben
studiato per la specifica applicazione; in
particolare per quanto riguarda le singole
apparecchiature sia stata verificata
l’idoneità degli intervalli di temperatura e
delle portate dell’acqua calda utilizzata.
Un’ attenta progettazione dell’impianto
deve mirare ad un sostanziale recupero del
calore disponibile; ciò è particolarmente
necessario allorché questo viene per la
massima parte impiegato nell’assorbitore, la
cui alimentazione e le cui prestazioni sono
ad esso strettamente correlate. Una
disattenta valutazione delle portate e della
compatibilità delle temperature possono
rendere il sistema parzialmente inefficiente.
Si ipotizzi ad esempio che nel circuito
primario sia disponibile acqua a
temperature di mandata e di ritorno
prefissate. Ne consegue che anche nel
circuito secondario, quello di alimentazione
dell’assorbitore, siano teoricamente
disponibili le stesse temperature. Qualora
l’assorbitore fosse in grado di sfruttare tutto
il salto termico previsto dal primario, ne
risulterebbe un pieno utilizzo della potenza
termica disponibile. Va tenuto presente, per
contro, che gli assorbitori, qualora operino
con temperature di alimentazione inferiori a
quelle nominali, vengono sostanzialmente penalizzati. Tutto ciò si traduce praticamente in un parziale
utilizzo della potenza disponibile sul primario. L’energia termica inutilizzata può naturalmente essere
impiegata altrove. Tuttavia il calore a disposizione potrebbe essere stato considerato completamente
convertibile nel progetto e, come sopra accennato, se lo stesso non è totalmente fruibile ne risulterà
una cospicua riduzione della potenza frigorifera ottenibile.
La massima potenza ricavabile si registra in ogni caso allorché la portata del circuito secondario
risulta la stessa del circuito primario. Le valutazioni necessarie al dimensionamento del sistema
dovranno basarsi sui valori rilevabili dalle curve caratteristiche di prestazione del singolo modello di
assorbitore considerato. In figura 2) sono riportate quelle relative al WFC SC 30, di potenza
frigorifera pari a 105 kW. Servirà in aggiunta l’ausilio della formula 1) sotto riportata, che regola i
rapporti fra i vari parametri in gioco in un circuito idraulico.
P = C ∆T Q (1)
dove:
P = potenza termica scambiata (kW)
C = calore specifico dell’acqua, pari a 4,187 (kWs/°C l)
∆T= differenziale di temperatura dell’acqua (°C)
Q = portata volumetrica dell’acqua (l/s)
Figura 6 - Caldaia a pellet da 80 kW utilizzata in accoppiamento
ad un assorbitore WFC SC 10 per la climatizzazione della
Renewable Energy House a Bruxelles. L’edificio è sede delle
Associazioni comunitarie impegnate nel settore delle energie
rinnovabili.
La procedura da seguire risulterà la seguente:
Fissata la temperatura dell’acqua di alimentazione e la temperatura dell’acqua di raffreddamento, per
valori di portata di targa dell’acqua di alimentazione, dalle curve a) e b) della figura 2) si potranno
ricavare le potenze frigorifera erogata e quella termica assorbita.
Dalla formula 1), note la potenza assorbita e la portata utilizzata si potrà calcolare il salto termico
dell’acqua nel circuito di alimentazione, valore questo eventualmente necessario al dimensionamento
dello scambiatore di interfaccia fra circuito primario e secondario.
Qualora si adotti, a parità di temperatura dell’acqua di alimentazione, una portata ridotta rispetto a
quella di targa si potrà utilizzando la curva c) di figura 2), ricavare il fattore di penalizzazione della
potenza erogata e di quella assorbita. Nota quest’ultima, dalla formula 1) si potrà, determinare il
differenziale di temperatura dell’acqua nel circuito di alimentazione.
Per l’ottenimento dei vari valori in gioco, in luogo delle procedure sopra indicate, piuttosto laboriose,
è possibile utilizzare un programma di calcolo computerizzato appositamente elaborato.
Gli esempi sotto riportati chiariranno meglio quanto sopra asserito.
Esempi di valutazione delle prestazioni
Per un confronto dei risultati è risultato opportuno servirsi della stessa macchina per ogni singola
valutazione. Quella presa in esame è stata la WFC SC 30.
I valori ottenuti sono stati opportunamente arrotondati.
Primo esempio
Il primo esempio è costituito dalla macchina operante secondo i valori di targa, che come riportato
nella tabella 1) sono;
temperatura acqua calda di alimentazione 88 °C
portata acqua calda di alimentazione 7,2 l/s
temperatura di ingresso acqua di raffreddamento 31 °C
A fronte di tali parametri, dalle curve di prestazione si otterrà:
Pf potenza frigorifera erogata 105 kW
Pt potenza termica assorbita 150 kW
temperatura acqua calda in uscita 83 °C
La temperatura dell’acqua calda in uscita è stata ricavata utilizzando la formula 1), che ha evidenziato
un ∆T di 5°C.
Secondo esempio
Si ipotizzi di operare con acqua disponibile a 88 °C, con ritorno a 78 °C.
Alimentando la macchina con acqua a 88 °C, con la portata nominale di 7,2 l/s, si otterrà un
differenziale di temperatura dell’acqua, come sopra riportato, di soli 5 °C. Allo scopo di incrementare
questo differenziale, si renderà necessario diminuire la portata. Procedendo per successive riduzioni
si individuerà nel valore di 2,8 l/s quello che produce nella macchina un salto termico di 10 °C. La
portata di 2,8 l/s, che corrisponde a circa il 40% di quella nominale, causa come si può rilevare dalla
curva c) di figura 2), un fattore di penalizzazione dello 0,8 delle potenze di targa. Ne risulterà quindi
una potenza erogata di 84 kW ed una corrispondente potenza assorbita di 120 kW.
I parametri di funzionamento della macchina saranno in questo caso:
temperatura acqua calda di alimentazione 88 °C
portata acqua calda di alimentazione 2,8 l/s
temperatura di ingresso acqua di raffreddamento 31 °C
Con produzione di:
Pf potenza frigorifera erogata 84 kW
Pt potenza termica assorbita 120 kW
temperatura acqua calda in uscita 78 °C
Dal confronto con i dati del primo esempio si può dedurre quanto segue.
L’incremento del differenziale di temperatura dell’acqua da 5 °C a 10 °C ha causato una riduzione
della potenza erogata di 21 kW (da 105 kW a 84 kW), pari a circa il 20%, con conseguente riduzione
della potenza termica assorbita di 30 kW (da 150 kW a 120 kW), sempre pari al 20%.
Terzo esempio
Si valutino ora le prestazioni dell’assorbitore operante con il valore massimo di temperatura
consentito per l’acqua di alimentazione, pari a 95 °C, sempre con portata di targa di 7,2 l/s e
temperatura di condensazione di 31 °C.
In questo caso le condizioni operative risulteranno le seguenti:
temperatura acqua calda di alimentazione 95 °C
portata acqua calda di alimentazione 7,2 l/s
temperatura di ingresso acqua di raffreddamento 31 °C
A fronte delle quali si otterrà:
Pf potenza frigorifera erogata 120 kW
Pt potenza termica assorbita 190 kW
temperatura acqua calda in uscita 88,7 °C
Rispetto ai valori di targa, l’incremento del livello di temperatura di 7 °C (da 88 °C a 95 °C) dell’acqua
utilizzata ha prodotto una maggiore potenza erogata di 15 kW (120 kW meno 105 kW), pari ad un
aumento del 15% circa.
I dati di questo esempio relativi alle prestazioni della macchina, ricavati col programma di calcolo
computerizzato, sono riportati nella scheda sotto illustrata.
Scheda di prestazione WFC SC 30
per
temperatura acqua calda di alimentazione 95 °C
portata acqua calda di alimentazione 7,2 l/s
temperatura di ingresso acqua di raffreddamento 31 °C
Conclusioni
Dagli esempi sopra considerati si possono trarre le seguenti conclusioni.
Le prestazioni conseguibili sono fortemente influenzate dal livello entalpico dell’acqua utilizzata e
dalle variazioni di entalpia che la stessa subisce nel passaggio nella macchina. Il primo dei due valori
è individuato dalla temperatura massima dell’acqua di alimentazione, il secondo dal differenziale di
temperatura prodottosi nel circuito.
La massima prestazione dell’assorbitore, a parità di ogni altra condizione di funzionamento, è
conseguibile adottando, per l’alimentazione, la portata di targa. Ciò in quanto, a portata ridotta
corrisponde un salto termico dell’acqua maggiore e quindi un sua maggiore variazione entalpica.
Nel caso si progetti l’utilizzo di cascami di calore per l’azionamento esclusivo di un assorbitore, si
dovrà dimensionare il recuperatore in modo tale che questo lavori ai massimi livelli di temperatura
ottenibili, adottando le portate di targa dell’assorbitore considerato. La potenza termica recuperata
potrà in tal modo essere completamente convertita in freddo.
Qualora invece si consideri un impianto a recupero termico esistente, si dovrà verificare la
compatibilità delle temperature, delle portate, e delle potenze in gioco, in quanto come evidenziato
dagli esempi sopra illustrati, non è possibile asservire completamente l’assorbitore al sistema termico
già operante.
I valori di funzionamento, per condizioni diverse da quelle di targa, possono essere ricavati dalle
curve caratteristiche di prestazione, oppure, richiedendo all’indirizzo e-mail
[email protected] le schede di prestazione del tipo sopra illustrato.
Va tenuto presente al riguardo che l’effetto moltiplicativo prodotto dalla contemporanea adozione di
differenti parametri operativi può generare risultati non pienamente attendibili. In altri termini, ciò
significa che i valori ottenuti variando più condizioni di esercizio debbono essere considerati solo
indicativi e, come tali quindi utilizzati.
Per ulteriori informazioni contattare:
Maya S.p.A.
Via Enrico Falck, 53
20151 Milano MI
Tel: +39 02 290 60 290 - Fax: +39 02 290 04 036
Email: [email protected]
www.maya-airconditioning.com
Milano, 8/2017