la raffinatezza in un picco lo calibro - Bignami...ca azione Mod. 550 affiancata lo scorso anno...

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agosto 2014 agosto 2014 CANNA RIGATA 74 Weidmannsheil CZ Modello 527 Ebony: la raffinatezza in un piccolo calibro Weidmannsheil 75 P arecchi anni addietro era un fatto del tutto normale osservare nei fucili rigati la meccanica dimensio- nata sulla cartuccia per cui era costruita: oggi due sole misure sono già sufficienti a gratificare l’acquirente con proporzioni per le due classi di cartucce più in voga e così, ad esempio, agiscono alcuni fabbri- canti statunitensi. Poi c’è la Sako a svetta- re su tutti con cinque diverse proporzioni che tengono conto della lunghezza e della sezione mentre tanti altri fabbricanti, anche di gran nome, sono scivolati sulla misura unica, omaggio alla riduzione dei costi e a un offuscamento del bello inteso in senso lato. Chissà che qualcuno non ci ripensi così come hanno fatto i costrut- tori di canne lisce smettendo di montare canne di calibri diversi su una stessa ba- scula e proporzionando, oltre alle canne, la bascula o il castello ai piccoli calibri oggi meritatamente in auge. Tornando alle canne rigate vediamo ben pochi fab- bricanti curare il settore dei piccoli calibri CZ Modello 527 Ebony: la raffinatezza in un picco lo calibro A fianco dei Modelli 550 e 557 attuali con azione di piena misura, la CZ mantiene in produzione il Mod. 527 basato sulla piccola azione tipo Mauser: un gioiellino nel suo genere per chi ama le proporzioni e le raffinatezze progettuali. Testo e foto di Emanuele Tabasso Castello e otturatore mostrano chiaramente quale sia il gioco di proporzioni che rende molto gradevole l’insieme, qui dimensionato accuratamente sul calibro .223 Rem. così come si rende adatto a cartucce simili. Va bene che alcuni punti non siano perfettamente telati, ma è quasi impossibile trovare ancora pezzi così lavorati in un fucile di questa quotazione e con queste caratteristiche tecniche. nica rustica e affidabile costruita dai pre- decessori dell’odierna CZ e quando alla Bignami ci è stata affidata una Ebony per una prova ne è venuto fuori un parallelo ideale fra il passato ruspante (sia detto con affetto) e l’attualità elegante perché questo modello è il più curato della serie 527. I fucili della Casa ceca hanno visto in questi tempi un marcato innalzamen- to nelle finiture e dove prima si notava la differenza fra le lavorazioni dei pezzi de- terminanti per la funzionalità e quelle dei punti di mero effetto estetico, oggi tutto viene seguito con un’apprezzabile cura che pone la Casa molto avanti nella scala dei costruttori attenti alle raffinatezze, alle richieste e alle valutazioni del merca- to. Prima di passare alle descrizioni tecni- che segnaliamo che il fucile viene camera- to unicamente per la cartuccia .223 Rem. che si rivela una scelta molto favorevole per la dovizia di cariche a ogni livello di prezzo, per le prestazioni che coprono dalla marmotta alla volpe e al capriolo, senza contare il divertimento in poligo- no rimanendo entro i 300 m visto che il passo di rigatura di 1/12” stabilizza bene i pesi classici di 50-55 grs. Un appunto a livello di fisima mentale vedrebbe bene affiancare la 5,6x50 DWM. CASTELLO E OTTURATORE Il cuore dell’arma è anche il centro della particolarità tutt’oggi adottata, e speria- mo continui ad esserlo per lungo tempo impostando una meccanica di misura adeguata: spicca il lavoro della CZ che si fa onore mantenendo in listino la classi- ca azione Mod. 550 affiancata lo scorso anno dalla Mod. 557, e con queste pro- pone un insieme castello e otturatore di piccole dimensioni, dotato delle peculia- rità salienti del Mauser K98. Parliamo del Modello 527 a cui i tecnici della Casa ceca hanno conferito una veste di eleganza che va di pari passo con le notevoli valen- ze meccaniche. Le rastrelliere un po’ più datate ospiteranno certamente una .222 Rem. o una .22 Hornet su quella mecca-

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agosto 2014 agosto 2014

cannaRigata

74 Weidmannsheil

CZ Modello 527 Ebony: la raffinatezza in un piccolo calibro

Weidmannsheil 75

P arecchi anni addietro era un fatto del tutto normale osservare nei fucili rigati la meccanica dimensio-

nata sulla cartuccia per cui era costruita: oggi due sole misure sono già sufficienti a gratificare l’acquirente con proporzioni per le due classi di cartucce più in voga e così, ad esempio, agiscono alcuni fabbri-canti statunitensi. Poi c’è la Sako a svetta-re su tutti con cinque diverse proporzioni che tengono conto della lunghezza e della sezione mentre tanti altri fabbricanti, anche di gran nome, sono scivolati sulla misura unica, omaggio alla riduzione dei costi e a un offuscamento del bello inteso in senso lato. Chissà che qualcuno non ci ripensi così come hanno fatto i costrut-tori di canne lisce smettendo di montare canne di calibri diversi su una stessa ba-scula e proporzionando, oltre alle canne, la bascula o il castello ai piccoli calibri oggi meritatamente in auge. Tornando alle canne rigate vediamo ben pochi fab-bricanti curare il settore dei piccoli calibri CZ Modello 527 Ebony:

la raffinatezza in un picco lo calibro

A fianco dei Modelli 550 e 557 attuali con azione di piena misura, la CZ mantiene in produzione il Mod. 527 basato sulla piccola azione tipo Mauser: un gioiellino nel suo genere per chi ama le proporzioni e le raffinatezze progettuali.

testo e foto di Emanuele tabasso Castello e otturatore mostrano chiaramente quale sia il gioco di proporzioni che rende

molto gradevole l’insieme, qui dimensionato accuratamente sul

calibro .223 Rem. così come si rende adatto a cartucce simili.

Va bene che alcuni punti non siano perfettamente telati, ma è quasi impossibile trovare ancora pezzi così lavorati in un fucile di questa quotazione e con queste caratteristiche tecniche.

nica rustica e affidabile costruita dai pre-decessori dell’odierna CZ e quando alla Bignami ci è stata affidata una Ebony per una prova ne è venuto fuori un parallelo ideale fra il passato ruspante (sia detto con affetto) e l’attualità elegante perché questo modello è il più curato della serie 527. I fucili della Casa ceca hanno visto in questi tempi un marcato innalzamen-to nelle finiture e dove prima si notava la differenza fra le lavorazioni dei pezzi de-terminanti per la funzionalità e quelle dei punti di mero effetto estetico, oggi tutto viene seguito con un’apprezzabile cura che pone la Casa molto avanti nella scala dei costruttori attenti alle raffinatezze, alle richieste e alle valutazioni del merca-to. Prima di passare alle descrizioni tecni-che segnaliamo che il fucile viene camera-to unicamente per la cartuccia .223 Rem. che si rivela una scelta molto favorevole per la dovizia di cariche a ogni livello di prezzo, per le prestazioni che coprono dalla marmotta alla volpe e al capriolo, senza contare il divertimento in poligo-no rimanendo entro i 300 m visto che il passo di rigatura di 1/12” stabilizza bene i pesi classici di 50-55 grs. Un appunto a livello di fisima mentale vedrebbe bene affiancare la 5,6x50 DWM.

castello e otturatoreIl cuore dell’arma è anche il centro della

particolarità tutt’oggi adottata, e speria-mo continui ad esserlo per lungo tempo

impostando una meccanica di misura adeguata: spicca il lavoro della CZ che si fa onore mantenendo in listino la classi-ca azione Mod. 550 affiancata lo scorso anno dalla Mod. 557, e con queste pro-pone un insieme castello e otturatore di piccole dimensioni, dotato delle peculia-rità salienti del Mauser K98. Parliamo del Modello 527 a cui i tecnici della Casa ceca hanno conferito una veste di eleganza che va di pari passo con le notevoli valen-ze meccaniche. Le rastrelliere un po’ più datate ospiteranno certamente una .222 Rem. o una .22 Hornet su quella mecca-

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CZ Modello 527 Ebony: la raffinatezza in un piccolo calibro

Weidmannsheil76 Weidmannsheil 77agosto 2014 agosto 2014

CANNA RIGATA

Qui la sicura è inserita e il pallino rosso posto sull’apice destro del castello scompare alla vista: l’azionamento blocca scatto e percussore per un porto sicuro anche con cartuccia in camera.

Accanto, particolare della testa dell’otturatore con il solco periferico in cui si posiziona il risalto

dell’unghia dell’estrattore che funge da guida e da riscontro. In basso a sinistra,

otturatore parzialmente arretrato dove si evidenzia la finitura a bastoncino

della parte centrale e la modellatura di anello e ponte su cui vengono montati gli attacchi per l’otticaSotto, anche in completa retrazione l’otturatore non cala sulla linea orizzontale, segno di una giusta lavorazione delle guide nel ponte

posteriore e delle dimensioni dell’otturatore stesso.

ancora: abbiamo sottolineato come l’a-zione sia del tipo molto corto, misura circa 56 mm nella finestra di espulsione, proprio quel che ci vuole per le 5,6 mm ad alta intensità con bossolo fra i 45 e i 50 mm. Naturalmente tutto è lavorato da massello di acciaio con successivi in-terventi di fresatura: il materiale concor-re a rendere il manufatto maggiormente gradito all’appassionato. Linee e profili non sono frutto della ricerca di lavora-zioni spedite a costo quanto più possibi-le contenuto, ma nelle valutazioni entra un certo stile e quello del territorio sa profondamente di un retaggio culturale molto marcato. Anello e ponte sono ro-tondi e proporzionati all’insieme con una peculiare rastremazione verso l’alto, dove sono ricavati gli agganci a coda di rondine per la sistemazione dell’ottica; il profilo posteriore del ponte contiene l’inclina-

testa, anello mediano di giunzione al cor-po e risalto finale di appoggio. Fra le qua-lità di tale apparato troviamo il controllo della cartuccia da quando lascia il carica-tore, evitando cadute, anche ribaltando il fucile, o doppie camerature, estrazione senza riserve in ogni condizione anche con bossoli riottosi, espulsione a misura della velocità applicata nella ritrazione e che va dal porgere il bossolo appena fuo-ri dalla camera al suo lancio a distanza.

zione per arretrare il manubrio in aper-tura attuando così l’estrazione primaria, mentre sul fianco sinistro è incassata la leva a bilanciere per svincolare l’ottura-tore a fondo corsa. La canna viene avvi-tata all’anello sotto a cui sporge il prisma di scarico delle forze, ricavato di blocco in consequenzialità con la metodologia operativa. Sul fianco troviamo la finestra

di espulsione e sul fondo quella di inseri-mento del caricatore staccabile: ricavato da lamiera imbutita e con tutte le parti in acciaio, suola elevatrice compresa, il pac-chetto viene trattenuto da un’unghia sul fianco destro con tasto parallelo di sgan-cio fissato al prolungamento del ponticel-lo. La capienza è limitata a tre colpi per avere la soletta quasi a filo con il legno del fusto con un guadagno estetico. Comoda la manovra e gradevole la scorrevolezza, decisamente un passo avanti rispetto a quanto si osservava un tempo. L’ottura-tore è apprezzabile per progetto, mate-riali e fattura: si ripropone per molti versi lo storico complesso del Mauser K98 con due alette in testa di sezione maggiore del cilindro, profilo anteriore angolato, aletta sinistra tagliata longitudinalmente per far passare la lamina dell’espulsore fisso imperniata sul fermo dell’otturato-re; l’estrattore è ancora quello a lamina elastica che ha creato la fama del prede-cessore con unghia di presa di inusitata potenza, dentino di registro che scorre nel solco ricavato nel cilindro, dietro alla

Due particolari: le cartucce vanno in-serite in canna passando dal caricatore, non infilandole direttamente in camera, pena la possibile rottura dell’unghia; il costo esecutivo sta diventano sempre più greve. L’apice posteriore vede una concessione alla modernità e alla ridu-zione della spesa: il manubrio è inserito nella propria sede del cilindro tramite due rebbi posti a cavallo del tubetto en-tro cui scorre il percussore.

A sinistra in alto, al corpo dell’otturatore è agganciata con l’anello mediano la lunga molla a lamina dell’estrattore: anche se qualche punto è lasciato un po’ rustico l’impianto miniaturizzato del K98 è sempre un pezzo da manuale. Accanto, l’otturatore completo si fa apprezzare certo per la tecnica e ugualmente per l’estetica curata con la finitura a bastoncino del corpo e la bella brunitura del manubrio e del tappo di coda. Sopra, i costi hanno consigliato di lavorare il manubrio separatamente e la base a due rebbi viene incastrata in un’apposita fresatura praticata nel corpo cilindrico.

Nella parte sinistra del ponte è incassata la leva a molla per lo svincolo dell’otturatore a fondo corsa: nel risalto interno di fermo è inglobata la lamina dell’espulsore fisso.

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CZ Modello 527 Ebony: la raffinatezza in un piccolo calibro

Weidmannsheil78 Weidmannsheil 79agosto 2014 agosto 2014

Molto curati il disegno, la fattura e la funzionalità del braccio a quadrello pie-gato e con la nocca rotonda: la manovra risulta rapida e scorrevole. Il tappo di co-da presenta un profilo cilindro conico con foro posteriore da cui sporge il codolo del percussore avvisando della meccanica armata. In ultima analisi entro i quindici centimetri di lunghezza totale si trova un pregevole concentrato di tecnica armiera. Da ultimo osserviamo la parte destra del castello con il profondo incavo per il ma-nubrio e subito dietro la leva della sicura, imperniata nel fianco: il pezzo ricavato dal pieno reca una leggera bisellatura fra la parte laterale spianata e il tasto dotato

canna Rigata

zione ci sono tuttavia altri modelli come il Varmint dove 650 mm gratificano ogni desiderio in proposito insieme ad altri ca-libri molto interessanti.

Lo scatto diretto con grilletto singolo di ridotta arcuatura, regolabile con vite esterna, risulta di corretta esecuzione: netto e breve nella sua corsa consente di padroneggiare il momento topico per la ricerca della precisione anche in assenza dello stecher. La guardia con forma ova-le appiattita è ricavata da una lamina in acciaio di robusto spessore e non teme certo eventuali urti.

lacalciaturaConsiderando questo Ebony il modello

di punta dell’azione 527 lo si veste ade-guatamente con un ciocco di noce di par-ticolare effetto, ricavato da pianta adulta e ben stagionato come si arguisce dai vasi piccoli e completamente mineraliz-zati. Il colore marrone chiaro di fondo è attraversato da vivaci fiamme bruno scu-ro il cui andamento orizzontale si pone nella miglior situazione per assorbire il rinculo. Il calcio vede un nasello elevato e ingentilito da due profonde scalfature, il dorso alla bavarese e l’appoggia guan-cia a pagine di libro di fattura particolar-

Il calcio in bel noce venato presenta il dorso arcuato alla bavarese e il nasello elevato

fra le due scalfature che lo evidenziano. La postura dell’occhio nella lente

del cannocchiale risulta adeguata e non affaticante.

L’impugnatura a pistola mostra una curata arcuatura e una

sezione crescente verso la coccia riportata in ebano: la mano

si posiziona senza incertezze e sta ben salda grazie anche

all’accurata zigrinatura.

confortevole terminando nel puntale a schnabel, anch’esso in ebano. Un elegan-te zigrino manuale completa la bellezza e la funzionalità di questa parte dell’arma, insieme al calciolo in gomma morbida e alle due magliette portacinghia fisse con perno riportato, dimensionate corretta-mente sull’insieme.

Fianco sinistro del calcio con l’appoggia guancia a pagine di libro: non crediamo occorrano commenti su tale particolare della Mod. 527 che ci pare ottimamente riuscito.

A sinistra, la guardia in acciaio è correttamente dimensionata contro eventuali urti e anche per consentire un agevole impiego con i guanti. La forma inconsueta del grilletto è molto valida per scattare con la dovuta sensibilità. Accanto, il marchio bianco e blu segnala immediatamente la provenienza Zeiss dell’ottica, qui una Victory HT 2,5-10x50, il prodotto di vertice della Casa perfettamente adeguato all’insieme fucile, calibro e prede da insidiare. Sotto, il pacchetto caricatore estratto consente di apprezzare l’impiego dell’acciaio per ogni particolare e la robustezza dei labbri di tenuta delle cartucce. Il calibro è impresso sulla suola elevatrice.

L’egresso delle righe nel vivo di volata viene protetto da un arrotondamento del profilo esterno e poi da un ribasso interno. Pregevole l’effetto della rotomartellatura e adeguata la sezione di canna con diametro di 16 mm.

Il caricatore sporge di poco con la soletta di fondo dalla linea del fusto e sul fianco destro sporge il tasto a lamina

per l’estrazione, defilato in un apposito incavo del legno per evitare che si impigli o

venga azionato inavvertitamente.

mente indovinata; la pistola arcuata per un facile appoggio della mano e giusta posizione del dito di scatto termina con una marcata coccia realizzata in eba-no, lo scurissimo legno africano da cui prende nome il fucile. Il fusto con fian-chi spianati e spigoli arrotondati prose-gue nell’asta rastremata per una presa

di profonde rigature antiscivolo nel pun-to di appoggio del dito; due le posizioni con bloccaggio stabile e sicuro dello scat-to e del percussore.

la canna e lo scattoLa canna a sezione conica si presenta

con l’aspetto particolare della rotomar-tellatura a vista rifinita con piani lucidati e spigoli appena smussati, nitidi, corret-tamente tirati nel loro profilo elicoidale e senza onde: una nota caratteristica che troviamo apprezzabile. Una corona circo-lare smussata conduce al ribasso conico del vivo di volata dove la rigatura a sei principi risulta ben protetta: osservando-ne l’interno non si notano manchevolezze e anche il risultato di tiro è lì a certificarlo. Non sono previste le mire metalliche e ci pare una scelta quasi obbligata perché fa-cilmente stonerebbero sui profili a spirale della canna, mentre un poco ci dispiace della lunghezza contenuta in soli 555 mm: per una resa differente della muni-

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CZ Modello 527 Ebony: la raffinatezza in un piccolo calibro

Weidmannsheil80 Weidmannsheil 81agosto 2014 agosto 2014

CANNA RIGATA

conclusioniSe tre colpi vi paiono pochi per giudica-

re un fucile mettiamoli in parallelo con lo sguardo di una bella signora che in un attimo vi ha cambiato i pensieri…in so-stanza sarebbe interessante proseguire sparando un po’ di più, ma già così si ha modo di apprezzare le doti salienti: equi-librio, maneggevolezza, linea e finiture rendono piacevole l’impiego di questa CZ Ebony che mostra un’adeguata preci-sione con cartucce di serie come le RWS con palla Teil Mantel da 55 grani perfet-tamente in linea con l’impiego venato-

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Alimentazione: caricatore staccabile da 3 cartucce con sblocco a tastino lateraleCongegno di scatto: diretto con grilletto singolo regolabile Estrattore: a unghia con molla a lamina tipo Mauser K98 Espulsore: fisso inserito nel fermo dell’otturatoreCongegni di mira: assenti - fresature al castello per montaggio otticheOttica: montata una Zeiss Victory HT 2,5-10x50 Sicurezza: tastino zigrinato sul lato destro del castello – blocca percussore e sistema di scatto Calciatura: legno di noce di classe elevata in pezzo unico - calciolo in gomma riportato - impugnatura a pistola - zigrino manuale a disegno nei punti di presa

Finiture: brunitura per canna e castello – corpo otturatore lucidato e finito a bastoncino Lunghezza totale: 1020 mmPeso: 2700 grammi circa senza ottica

rio. Il montaggio poi di un’ottica Zeiss Victory HT 2,5-10x50, quindi con le superlative lenti ad alta trasmissività di luce, esalta le potenzia-lità dell’arma e consente di spaziare su un’ampia gamma di finalità. Il gusto del bello e l’affermazione del proprio pensiero sta anche nella scelta degli oggetti con cui svolgiamo le nostre attività.

c

Anche l’asta sotto canna è sagomata e rifinita con cura evidenziando la bella venatura del noce: il puntale in ebano spicca per il suo colore scuro e per la forma caratteristica a schnabel. Sotto, le scritte punzonate sul fianco sinistro del castello e della culatta della canna danno le opportune indicazioni su fabbricante, modello, calibro del fucile.