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Rivista Quadrimestrale - Numero 40 - Anno XVII - III° Quadrimestre 2012- - Editore: Azienda Ulss 15 “Alta Padovana” via Casa di Ricovero, 40 - 35013 Cittadel- la (PD) - Direttore: Francesco Benazzi - Direttore Responsabile: Nicoletta Masetto - Progetto grafico: Media Brokers s.r.l. - Registrazione del Tribunale di Padova n. 1475 del 20-09-1995 - Tipogra- fia: Biblos s.r.l. Edizioni - Cittadella - Domande e suggerimenti vanno posti a: Ufficio Relazioni con il Pubblico - URP via Cosma, 1 35012 Camposampiero (PD) Telefono: 049 9324261 - e-mail:[email protected] 40 All’interno: Numero Ottobre 2012 La Regione Veneto accredita l’eccellenza sanitaria dell’Azienda Ulss 15 PLT/OMF/PMP/914/09 VALIDA DAL 10/06/09 pagina 5: Donazione di organi e tessuti pagina 2: La sicurezza d’avanguardia pagina: 11: Ultime notizie pagina 6-7-8: Focus donna in menopausa La nostra Azienda Ulss ha nel proprio DNA la riflessione continua sul livello del proprio impegno e sulla qualità dei risultati raggiunti nelle numero- se attività sanitarie svolte. Non ha aspettato la seconda parte del periodo di mandato per sviluppare progetti coerenti con l’obiettivo di erogare una sanità eccellente a un territorio esteso (28 comuni, 2 presidî ospeda- lieri, 8 sedi distrettuali) e i risultati arrivano, sottolineati con vigore dall’esterno, non da un autocompiaci- mento proveniente dall’Alta Padovana. Il direttore generale dell’Azienda Francesco Benazzi ha presentato a metà luglio alla stampa e alla pubbli- ca opinione due esempi concreti, in sintonia con lo stile accennato in premessa. Com’è noto, la Regione Veneto con una legge regionale, ha stabilito la disciplina per le strutture sanitarie pubbliche o convenzionate, dell’accreditamento istituzionale. L’accreditamento istituzionale è una procedura complessa attraverso la quale una struttura sanitaria si vede verificare la qualità dei servizi erogati, con l’attribuzione di un punteggio espresso in centesimi (100/100 equivalgono quindi al massimo della qualità). Nel novembre 2011 l’Azien- da Ulss 15 è stata quindi sottoposta all’esame da parte delle strutture competenti della Regione con una visita durata 4 giorni. Pur in presenza di un clima generale di riduzione delle risorse pubbliche in ambito sanitario, accentuato nell’Alta dal problema del sottofinanziamento storico della sanità territoriale rispetto alla media regionale, il direttore Benazzi ha visto riconoscere all’Azienda un punteggio di accreditamento di assoluta eccellen- za in molti comparti. L’assistenza ospedaliera complessiva è stata valutata con un voto di 89,81/100, mentre risultati ancora superiori sono stati conseguiti dalla Tutela della Salute Mentale (91,69/100), dall’assi- stenza distrettuale (91,75/100), per i servizi di prevenzione resi dall’ap- posito Dipartimento (92,35/100), per concludere in crescendo con il Servizio Trasfusionale, il Laboratorio di analisi, il Servizio di Istologia e Anatomia Patologica che complessiva- mente hanno riportato un lusinghiero 93,14. In un mandato all’interno del quale si è provveduto ad armonizzare ed ottimizzare, con uno sforzo molto complesso, le attività dei nostri presidî ospedalieri, ricchi di competenze e di tradizioni sanitarie, si può giustamen- te condividere un certo orgoglio con i nostri cittadini e con l’intero territo- rio per l’impegno profuso da tutti gli operatori sanitari dell’Alta Padovana, la cui dedizione costante e senso di responsabilità sono visibili quotidia- namente a occhio nudo. LA QUALITA’ RICONOSCIUTA

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Rivista Quadrimestrale - Numero 40 - Anno XVII - III° Quadrimestre 2012- - Editore: Azienda Ulss 15 “Alta Padovana” via Casa di Ricovero, 40 - 35013 Cittadel-la (PD) - Direttore: Francesco Benazzi - Direttore Responsabile: Nicoletta Masetto - Progetto grafi co: Media Brokers s.r.l. - Registrazione del Tribunale di Padova n. 1475 del 20-09-1995 - Tipogra-fi a: Biblos s.r.l. Edizioni - Cittadella - Domande e suggerimenti vanno posti a: Uffi cio Relazioni con il Pubblico - URP via Cosma, 1 35012 Camposampiero (PD) Telefono: 049 9324261 - e-mail:[email protected]

40All’interno:

Numero

Ottobre 2012

La Regione Veneto accredita l’eccellenza sanitaria dell’Azienda Ulss 15

PLT/OMF/PMP/914/09VALIDA DAL 10/06/09

pagina 5:

Donazionedi organi e tessuti

pagina 2:

La sicurezzad’avanguardia

pagina: 11:

Ultime notizie

pagina 6-7-8:

Focus donna in menopausa

La nostra Azienda Ulss ha nel proprio DNA la riflessione continua sul livello del proprio impegno e sulla qualità dei risultati raggiunti nelle numero-se attività sanitarie svolte. Non ha aspettato la seconda parte del periodo di mandato per sviluppare progetti coerenti con l’obiettivo di erogare una sanità eccellente a un territorio esteso (28 comuni, 2 presidî ospeda-lieri, 8 sedi distrettuali) e i risultati arrivano, sottolineati con vigore dall’esterno, non da un autocompiaci-mento proveniente dall’Alta Padovana. Il direttore generale dell’Azienda Francesco Benazzi ha presentato a metà luglio alla stampa e alla pubbli-ca opinione due esempi concreti,

in sintonia con lo stile accennato in premessa. Com’è noto, la Regione Veneto con una legge regionale, ha stabilito la disciplina per le strutture sanitarie pubbliche o convenzionate, dell’accreditamento istituzionale. L’accreditamento istituzionale è una procedura complessa attraverso la quale una struttura sanitaria si vede verificare la qualità dei servizi erogati, con l’attribuzione di un punteggio espresso in centesimi (100/100 equivalgono quindi al massimo della qualità). Nel novembre 2011 l’Azien-da Ulss 15 è stata quindi sottoposta all’esame da parte delle strutture competenti della Regione con una visita durata 4 giorni. Pur in presenza

di un clima generale di riduzione delle risorse pubbliche in ambito sanitario, accentuato nell’Alta dal problema del sottofinanziamento storico della sanità territoriale rispetto alla media regionale, il direttore Benazzi ha visto riconoscere all’Azienda un punteggio di accreditamento di assoluta eccellen-za in molti comparti. L’assistenza ospedaliera complessiva è stata valutata con un voto di 89,81/100, mentre risultati ancora superiori sono stati conseguiti dalla Tutela della Salute Mentale (91,69/100), dall’assi-stenza distrettuale (91,75/100), per i servizi di prevenzione resi dall’ap-posito Dipartimento (92,35/100), per concludere in crescendo con il

Servizio Trasfusionale, il Laboratorio di analisi, il Servizio di Istologia e Anatomia Patologica che complessiva-mente hanno riportato un lusinghiero 93,14. In un mandato all’interno del quale si è provveduto ad armonizzare ed ottimizzare, con uno sforzo molto complesso, le attività dei nostri presidî ospedalieri, ricchi di competenze e di tradizioni sanitarie, si può giustamen-te condividere un certo orgoglio con i nostri cittadini e con l’intero territo-rio per l’impegno profuso da tutti gli operatori sanitari dell’Alta Padovana, la cui dedizione costante e senso di responsabilità sono visibili quotidia-namente a occhio nudo.

LA QUALITA’ RICONOSCIUTA

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2 QUINDICI SALUTE

Gli interventi del Presidente Napolitano in materia di sicurezza sul lavoro sono stati numerosi, rigorosi e di tenore coerente: nel nostro Paese, pur in presenza di miglioramenti, il tema resta centrale e ancora «ci sono gravissime crepe e contraddizioni nell’impegno a costruire la sicurezza sul lavoro, che è un fondamentale valore costituzionale», come argomentato a fine giugno nell’intervento alla giornata nazionale di studio sulla sicurezza sul lavoro svoltosi al Senato. In Veneto si prende molto sul serio lo stimolo costante del Presidente a fare di più e meglio in materia di prevenzione e sicurezza, tanto che la Regione, in accordo con la Direzione Regionale INAIL, ha sviluppato un protocollo per un “Sistema di Gestione della Sicurezza” negli ambienti di lavoro sanitario. L’adesione al progetto da parte dell’Azienda Ulss 15 è arrivata istantaneamente, giusto tre anni fa, con una serie di obiettivi concreti e misurabili, idonei ad un incremento di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro, tanto per gli operatori quanto per gli utenti. L’attuazione del progetto è cominciata con una ricognizione dei verificatori regionali (c.d. auditors) nel maggio del 2010, con il compito di evidenziare le criticità ed è stata seguita dalla costituzione di una vera e propria squadra operativa composta da direttori e coordinatori di unità operative e di servizio, coordinati dal servizio di Prevenzione e Protezione. Partendo dall’analisi di situazioni potenzialmente pericolose quali ad esempio il corretto uso dei dispositivi individuali di protezione nelle attività a rischio e la diffusione di procedure per la gestione delle emergenze (incendi, terremoto ecc.), il gruppo di lavoro, sostenuto e stimolato dalla Direzione

Strategica, ha coinvolto progressivamente in un’azione di cambiamento tutte le strutture operative, innovando in modo evolutivo il modus operandi individuale e collettivo. L’azione è stata monitorata costantemente da verificatori esterni ed interni, che periodicamente hanno prodotto valutazioni sull’andamento dei miglioramenti. Dopo due anni, l’entità e la qualità delle modifiche nel modo di procedere dell’intera struttura hanno consentito la consistente riduzione del numero degli infortuni (- 15%), la riduzione della loro gravità con la diminuzione della durata media delle assenze da infortunio (-20%), determinando un risparmio economico oltre che un beneficio etico per la collettività. Ulteriore conseguenza positiva (in attesa di estendere alla contrattazione assicurativa con i privati i benefici derivanti dal miglioramento di sicurezza generale) è stata la riduzione consistente del premio assicurativo corrisposto dall’Azienda all’INAIL. L’Ulss 15 è la prima azienda, in periodo non sperimentale, a fregiarsi, nella propria comunicazione istituzionale, di un apposito logo regionale che certifica il raggiungimento dell’eccellenza nell’applicazione del Progetto: una soddisfazione non formale, visto che trasferisce agli utenti la percezione immediata di un ambiente più sicuro per tutti coloro che lo frequentano, per lavoro o per salute. Per questa ragione il direttore dell’Azienda Francesco Benazzi ha ringraziato tutti gli operatori, dai direttori di Unità Operativa ai Capo Sala, dai lavoratori ai dirigenti: quando si raggiungono certi risultati è perché un’intera struttura collabora compattamente a migliorare sempre più la qualità del proprio lavoro.

LA SANITA’ DELL’ALTA PADOVANA SECONDO I SINDACI

La sicurezza d’avanguardiadalla nostra redazione

di Gianluca La Torre

In tempi cupi per i bilanci pubblici, sui Comuni piccoli e medi se ne sentono, a voler essere gentili, di imprecisioni, parecchie al giorno. Una sola cosa non si può negare: che a fare le antenne e le sentinelle del territorio e dei bisogni dei cittadini siano rimasti proprio i Sindaci di quei Comuni. Lorenzo Zanon, Sindaco di Trebaseleghe, appartiene proprio a quella schiatta, anzi, è così tipico nel ruolo che i suoi colleghi l’hanno fatto Presidente – un’altra rogna – della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 15 Alta Padovana. Occupandoci, per mestiere e financo nel tempo libero, di farci raccontare le cose da chi le sa, ne approfittiamo con una chiacchierata sui servizi socio-sanitari nell’Alta Padovana. Per prima cosa, a bruciapelo, gli chiediamo un giudizio sull’azione dell’Azienda Ulss 15 negli ultimi quattro anni. Risponde: “Pane al pane e vino al vino. Siamo assolutamente soddisfatti, come Sindaci, dell’eccellente qualità tecnica e dirigenziale dell’Azienda dell’Alta Padovana. Sono stati bravi a comprendere i problemi e nel commisu-rare i passi alle raccomandazioni dei Comuni. Non sempre è facile invece il rapporto con la Regione, visto che continu-iamo a sottoporre il problema del sottofi-nanziamento della nostra Ulss rispetto alla media regionale, in attesa che trovi soluzione”. Continuiamo con le pagelle e

perfidamente richiediamo una valutazio-ne sul loro, di lavoro. Non si lascia supera-re in dribbling, Comune non grande, ma esperienza politica solida. “Chi pensa ai Comuni come a strutture che chiedono solo soldi non conosce la realtà. Rispetto ai servizi socio-sanitari la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 15 ha saputo assumere decisioni impopolari di razionalizzazione, di difficile comprensione, all’inizio, per i cittadini. La nostra idea – prosegue – è che occorre il potenziamento dei servizi territoriali al primo livello socio-sanitario, in coerenza con il nuovo Piano Sanitario regionale, con le cui determinazioni siamo in sintonia da ancora prima che fosse approvato dal Consiglio. Il valore del territorio, la valorizzazione dei distretti, dei medici di medicina generale, delle loro reti sono tutti fattori importanti per quel decentramento di alcune prestazioni, che è la chiave per il mantenimento della qualità risparmiando risorse. I Comuni sono pronti a fiancheggiare con tutti gli strumenti a propria disposizione questa tendenza”. A una richiesta di precisare meglio il ragionamento, che ci pare essenziale per comprendere le tendenze del futuro, Zanon risponde prontamente: “Ad un trend orientato ad una dramma-tica riduzione di risorse si replica solo ripensando interamente il modello esistente. Per quanto riguarda il sociale,

ad esempio, abbiamo istituito a livello Ulss un “tavolo della disabilità” ragionando sulla ridefinizione concordata del ruolo del mondo cooperativo e del terzo settore in genere, riscontrando una grande maturità tra gli operatori. Ricordiamo che ci confrontiamo con un mondo che talvolta ha erogato generosamente prestazioni senza copertura economica. Ripensare con loro ai modelli di spesa, richiedendo alle famiglie di partecipare secondo possibilità a talune spese di vitto e trasporto, aiuterebbe a rispondere pienamente alla domanda di servizio. Questi orientamenti sono comunque condivisi dalla totalità dei Sindaci, degli operatori del sociale e dei sindacati”. Il Sindaco Zanon ci tiene a sottolineare che è stato sempre aiutato dall’estrema compat-tezza della Conferenza. Ci fa sapere che tutte le più importanti deliberazioni dei Sindaci sono state adottate all’unanimità, con grande compattezza delle Istituzioni locali. Un sassolino dalla scarpa del Sindaco Zanon rotola in conclusione della nostra conversazione. Commentando il deficit sanitario innescato dalla mobilità a Padova di ancora troppi cittadini residen-ti nel territorio dell’Ulss 15, conclude:”Il problema della nostra mobilità sanitaria che genera disavanzo è frutto anche dell’azione miope di qualche politico che, per rastrellare qualche miserabile voto

in più, ha denigrato la sanità – eccellente - dell’Alta Padovana. Le recenti elezioni di Vigonza, vinte su un programma di permanenza del Comune all’interno di questo sistema sanitario, rappresentano una dimostrazione di grande maturità dei nostri cittadini”.

Il nostro sistema di gestione della sicurezza in collaborazione con la Regione Veneto e INAIL

Intervista a Lorenzo Zanon Presidente della Conferenza dei Sindaci Ulss 15

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3QUINDICI SALUTE

I tecnici veneti della sanità sono concordi nel valutare la delibera della Giunta Regionale 1666 dell’ottobre del 2011 come fondamentale per l’esercizio della medicina di base. Circa vent’anni fa – ad esempio - si organizzavano incontri tra medici di famiglia e diabetologi per fare in modo che i pazienti affetti da questa patologia venissero inviati al centro antidiabetico. Nel tempo si è poi visto che l’imponente quantità di pazienti affetti da tali patologie era tale da non consentire ai centri di smaltire il proprio lavoro; si comprese allora che determinate patologie potevano essere gestite tranquillamente dal medico di famiglia e oggi parte dei pazienti diabetici stabili viene seguita direttamente da esso, mentre il diabetologo si occupa di seguire i pazienti considerati “diffici-li”, che hanno bisogno di un’adeguata supervisione specialistica.La sanità ha storicamente seguito il modello strutturale dell’ospedale come punto fondamentale e principale di ricezione e risposte per il paziente. Molto meno è stato fatto sull’organizzazione dei servizi fuori dall’ospedale. In questi anni la Medicina di Famiglia si è sempre più manifestata come una medicina interessata alla persona, inserita nel contesto della propria famiglia e comunità. In tal modo la persona ha avuto accesso con facilità e in modo illimitato alle prestazioni sanitarie e sociali. Tuttavia, se la presenza del medico di famiglia copre in modo capillare tutto il territorio, altra cosa è verificare com’è organizzata: secondo le ultime statistiche oltre il 50% dei medici non sono in associa-zione tra loro. E vero che nel tempo si sono create diverse associazioni tra medici (di vario tipo), tutte con una propria autonomia pur nel rispetto dell’accordo nazionale. E’ però altrettanto vero che il valore aggiunto, dato da una maggiore apertura oraria e da una più accentuata propensione a seguire in modo costante il paziente in fase cronica, non può dirsi ancora completamente raggiunto.La delibera Regionale vuole che il Veneto della medicina di base passi definitivamente dallo spontaneismo all’organizzazione. Il territorio, con questa nuova visione, è visto come sinonimo di vicinanza al paziente nella fase cronica (cronicità destinata ad aumentare per l’invecchiamen-to della popolazione), mentre l’ospedale si occupa del trattamento della patologia acuta. Il territorio viene rivalutato attraverso un riequilibrio degli investimenti finanziari, favorendo la creazione di organizzazioni in grado di fornire risposte diagnostico-terapeutiche ed assistenziali tali da sgravare gli ospedali. Occorrerà quindi che esso garantisca continuità assistenziale, integrando il sistema sanitario con quello sociale attraverso la promozione della salute e utilizzando la medicina di iniziativa, ovvero quella che ricerca la malattia ancora prima che questa si manifesti con tutti i suoi sintomi caratte-ristici. Un esempio: si crea dapprima un’anagrafe dei pazienti diabetici, allargando poi il controllo a tutti i rispettivi alberi genealogici, trovando diversi diabetici che magari non sanno di esserlo.Territorio vuol quindi dire qualità a costi enormemente inferiori. Con un costo al giorno di ricovero di circa 700 euro, se si riesce con idonea organizzazione a mantenere un paziente a domicilio, garantendogli tutte le terapie o i servizi aggiuntivi, si capitalizza la somma per nuovi interventi verso altre patologie.Era pertanto importante creare un organismo che in qualche modo ne coordinasse le azioni. Con la Delibera 1666, è stata creata l’AFT (aggregazione funzionale territoria-le). Attraverso questo nuovo istituto si realizza la rete orizzontale tra medici con le condizioni per quella verticale, cioè il contatto tra il medico e le strutture ospedaliere, per garantire la continuità delle cure e dell’assistenza su tutto il territorio regionale secondo il principio dell’appropriatezza. Il coordinamento tra fase acuta e cronica è consentito da una rete informativa il cui perno è il fascicolo sanitario elettronico del

paziente, che rende la sua storia diagnostico-terapeutica ricostruibile ovunque.Il piano socio sanitario regionale, recentemente approvato, conferma che investire sul territorio è fondamentale per mantenere questo sistema sanitario. Il medico di famiglia dovrà garantire l’accessibilità senza limiti al proprio studio, gestendo le patologie croniche e le comorbidità, mantenendo, in ultima analisi, il paziente nel proprio ambiente di vita. Questi allora i passaggi fondamentali che la Giunta Regionale ha stabilito per la riorga-nizzazione della medicina di famiglia. Il primo passaggio sarà di associare tutti entro il 31 dicembre 2013, attraverso tre tipologie di medicine di gruppo:- La medicina di gruppo senza sede unica- La medicina di gruppo con una sede unica- La medicina di gruppo integrata ( ex Utap ) Le medicine di gruppo di un determinato territorio saranno coordinate all’interno delle AFT, da formarsi in base ai seguenti criteri:- popolazione da assistere non superiore a 30.000 abitanti- 15 - 20 medici organizzati in medicine di gruppo- numero di tre AFT da attivare per ogni distretto.

Le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) di Giorgio Brogliati

Medico di Medicina Generale

L’UOA di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale è composta da un’equipe di qualificati specia-listi ed ha consolidato negli ultimi anni la posizione di centro di riferimento per il trattamento della patologia chirurgica maggiore del distretto testa-collo e maxillo-facciale. Gli interventi di chirurgia oncologica, plastica ricostruttiva e maxillo-facciale sono progressivamente aumentati di anno in anno per complessità e numero, grazie a pazienti esterni al nostro territorio. La dotazio-ne strumentale è stata costantemente aggiornata e il livello di specializzazione degli operatori consolidato attraverso percorsi di formazione nazionali e in ambito europeo. L’utilizzo delle tecniche di chirurgia plastica ricostruttiva, ormai consuetudine, consente anche ai pazienti sottoposti ai trattamenti più demolitivi di ritornare alle proprie attività con una qualità di vita nettamente superiore al passato. La chirurgia laser-assistita si pratica mediante l’utilizzo di macchinari di nuova generazione, applicati agli strumenti chirurgici tradizionali o endoscopici. Il laser è infatti un dispositivo in grado di emettere un fascio di luce intensa, monocro-matica e coerente, che può essere utilizzato in chirurgia come tagliente che, in contemporanea, cicatrizza e

vaporizza i tessuti. La tecnologia laser trova numerosis-sime applicazioni in chirurgia: lo scopo del suo utilizzo è di poter rimuovere lesioni di vario tipo con il minimo danno sui tessuti circostanti sani e quindi con minori sofferenze postoperatorie da parte del paziente. Il laser consente inoltre di poter rimuovere per via endoscopica (quindi senza alcuna cicatrice esterna) malattie che un tempo erano aggredibili solo dall’esterno; questo tipo di approccio permette di ridurre notevolmente la durata della degenza, i disturbi per il paziente e la possibilità di cicatrici deturpanti.Una equipe multidisciplinare composta da oncologi e radioterapisti garantisce per ogni paziente l’avvio al trattamento più idoneo in base alle evidenze mediche più recenti. La collaborazione col neurochirurgo e con gli oculisti ha consentito di avviare e consolidare il trattamento delle patologie della base cranica, dell’orbi-ta e delle vie lacrimali.La chirurgia endoscopica, da sempre in uso presso la nostra U.O.A, con la sua metodica mininvasiva tratta attualmente molte patologie cerebrali (es. adenomi ipofisari), gravi affezioni dei seni paranasali, del massiccio facciale e della base cranica, sfruttando come

porta d’accesso le narici. Si evitano quindi approcci transfrontali e transcranici, assai più invasivi. A breve il trasferimento dell’attività chirurgica dell’orecchio a Camposampiero, consentirà di trovare uno spazio per lo sviluppo ulteriore di questa branca.Purtroppo l’aumento della grossa chirurgia ha portato all’ allungamento delle liste d’attesa per gli interventi non urgenti e più semplici (adenoidi, tonsille, settoplasti-che, chirurgia della poliposi nasale). Grazie al contributo dell’amministrazione si sta cercando di trovare degli spazi ulteriori, utilizzando le nuove sale operatorie, che consentiranno di riportare le attese nei limiti fisiologici. L’attività ambulatoriale è stata potenziata e copre in modo capillare il territorio, potendosi ora eseguire non solo a Cittadella e Camposampiero, ma anche a Piazzola sul Brenta e Vigonza con tempi di attesa che rientrano perfettamente negli standard regionali. Gli ambulatori rinologico, oncologico, foniatrico, delle roncopatie, per l’audiovestibologia e le patologie dell’equilibrio sono dislocati prevalentemente a Cittadella e offrono un secondo livello superspecialistico per la gestione dei problemi più particolari e per l’importante continuità di cure post-intervento.

OTORINOLARINGOIATRIA E CHIRURGIA CERVICO-FACCIALE: SOLIDA REALTA’ DELL’ALTA PADOVANA

di Riccardo ArticoDirettore O.R.L.

Le nuove frontiere della medicina di base

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4 QUINDICI SALUTE

Grande importanza riveste oggi la donazione di cellule staminali. Esse offrono un trattamento te-rapeutico talora risolutivo per a malattie genetiche o emato-oncologiche, linfomatose e leucemiche. La loro capacità di rigenerazione consente infatti di sostituire, in modo definitivo, un sangue mala-to con uno sano. Le donazioni di staminali sono rese disponibili per tutti i pazienti candidati, grazie all'istituzione di registri dei donatori riconosciuti in tutto il mondo. È possibile donare le cellule stami-nali presenti nel sangue circolante o periferico, nel midollo osseo o nel cordone ombelicale. Il donatore di midollo osseo può salvare una vita, donando una piccola parte di sé, senza pregiudicare nulla della propria salute. Qualsiasi individuo, con età compre-sa tra i 18 e i 37 anni e che pesi più di 50 kg può, se idoneo, offrirsi come potenziale donatore di cellule staminali sia da midollo osseo che da sangue pe-riferico, dopo essere stato sottoposto ad un test di caratterizzazione immunogenetica.Ciò determinerà l'inserimento del tessuto tipizzato nella Banca Dati Italiana (IBMDR), collegata a livello mondiale con altri 43 paesi. Elemento determinante al fine di ef-fettuare una procedura trapiantologica è la possibi-

lità di reperire un donatore compatibile. La ricerca del donatore viene fatta prioritariamente all'interno della famiglia, ma visto che solo il 25% dei pazien-ti che necessitano del trapianto dispongono di un donatore compatibile in ambito famigliare (general-mente un fratello o a una sorella), appare chiara l’importanza della donazione. Anche le staminali da cordone ombelicale sono utilizzate ai fini trapianto-logici come fonte alternativa alla usuale donazione da midollo osseo. La malattia da trapianto contro l'ospite (GvHD) è infatti responsabile di un'alta morbilità e mortalità post-trapianto. La concentra-zione di queste cellule raccolte in un’unità bancata risulta il più delle volte adeguata per un piccolo pa-ziente poiché il loro numero, criterio fondamentale per un adeguato attecchimento tessutale, è spesse volte insufficiente per un trapianto in pazienti adulti o del peso superiore a 40 kg. Per questo motivo le Banche tendono attualmente a conservare solo quelle unità particolarmente ricche di cellule che consentono di trapiantare pazienti anche con peso corporeo quale quello degli adolescenti o di giovani adulti. Il sangue cordonale raccolto al momento del parto viene conservato presso la Banca Pubblica

Il sangue: terapia salvavita Il sangue è di fondamentale importanza nella medicina poiché, ottenuto esclusivamente dall’uomo, non è ad oggi ancora riproducibile artificialmente. La disponibilità di sangue è indispensabile per garantire la normale attività degli ospedali e per affrontare emergenze sanitarie come i traumi stradali e l’attività di trapianto, ma anche malattie genetiche come la talassemia major o l’emofilia e le patologie oncologiche o chirurgiche. Ulteriori terapie mediche e geriatriche richiedono poi il costante supporto trasfusionale di emocomponenti quali plasma, concentrati piastrinici, concentrati eritrocitari e di emoderivati, ovvero di tutti quei farmaci ottenuti dalla lavorazione del plasma, come l’albumina e i diversi fattori o complessi della coagulazione. Il gesto volontario gratuito e anonimo della donazione del proprio sangue per altre persone (donazione omologa) alimenta quindi un patrimonio collettivo di cui ciascuno può usufruire in caso di necessità ed è indice della civiltà di una nazione. Donare il proprio sangue significa salvare vite umane. L’Italia non ha ancora raggiunto l’obbiettivo dell’autosuffi-cienza, esistendo ad oggi profondi squilibri tra le Regioni. Da un punto di vista etico la nostra donazione può e deve contribuire anche a sanare e compensare queste croniche carenze, garantendo in questo modo l’assistenza sanitaria a tutti i pazienti emo-dipendenti, distribuiti sul territorio nazionale.Per garantire l’autosufficienza degli emoprodotti nell’Ulss 15, la struttura sanitaria pubblica responsabi-le sul territorio favorisce l’educazione alla salute, la promozione alla donazione e cura la sorveglianza sanitaria continua dei donatori. Raccoglie il sangue nelle varie forme, provvede alla sua lavorazione e conservazione. Esegue tutti i controlli di laboratorio finalizzati alla sicurezza trasfusionale, sfruttando metodologie innovative, coerenti con gli aggiornamenti scientifici e con la puntuale normativa di settore. La donazione può essere effettuata nelle strutture trasfusionali di Camposampiero e di Cittadella, presentandosi con tessera sanitaria, codice fiscale, documento d’identità e a digiuno, nei giorni e negli orari di apertura del servizio. L’invito alla donazione di sangue è rivolto alle persone in buona salute con

età compresa tra i 18 e i 65 anni e con un peso superiore ai 50 kg. Per gli uomini è possibile donare il sangue fino a quattro volte l’anno, mentre per le donne, ancora in età fertile, la donazione è permessa per un massimo di due. L’attuale normativa consente due modalità di donazione: la donazione di sangue intero, procedura che dura circa 15 minuti e quella in aferesi, di durata variabile da 30 minuti a 2 ore. Quest’ultima tipologia di raccolta ottiene donazioni ad alto contenuto terapeutico. In ogni caso i volumi prelevati sono relativamente piccoli per la persona. Con una donazione di sangue intero, per esempio, vengono raccolti 450 ml di sangue rispetto ai circa 5-6 lt complessivi di sangue circolante per un uomo di 70 kg. Questi quantitativi donati vengono comunque poi recupe-rati in tempi brevi e spontaneamente dall’organismo. L’accertamento dell’idoneità alla donazione comprende un colloquio sanitario con un questionario preliminare, gli esami di biochimica clinica, una visita medica e tutti gli altri accertamenti strumentali previsti dalla normativa trasfusio-nale. Il tutto senza costi per il donatore. Le leggi vigenti individuano poi le possibili controindicazioni alla donazio-ne, a protezione del donatore stesso. Non possono essere arruolati ad esempio, i cardiopatici, i portatori di malattie

emorragiche, di patologie autoimmuni o respiratorie. Ovviamente il donatore ha l’obbligo morale di riferire le informazioni corrette sulle proprie condizioni di salute e abitudini di vita. Il sangue infatti deve essere considerato al pari di un farmaco e la trasfusione diviene quindi una terapia salvavita: è doveroso l’impegno di tutti perché essa sia esente da rischi.Negli anni, la generosità dei donatori del nostro territorio ha permesso non solo di garantire l’autosuffi-cienza per tutte le necessità dell’Azienda Ulss 15, ma anche di gestire le emergenze di altre Ulss intra e extra-regionali.Le Associazioni di Volontariato per la donazione del sangue, AVIS, FIDAS e FRATRES collaborano attivamente con il nostro Centro Trasfusionale nella gestione della chiamata e nella programmazione delle attività donazionali. Nella tabella si elencano i telefoni disponibili per eventuali informazioni.

di Arianna VeronesiResponsabile Centro Immuno-trasfusionale

AVIS PROVINCIALE DI PADOVA FIDAS-PADOVA (G.P.D.S.) Via Trasea 10/12 - 35131 Padova Sede Provinciale tel. 049.7800858 - fax 049.775418 Tel. 0498760266 – fax 0498762788 e-mail: [email protected] [email protected] /www.avisprovincialepadova.it www.fidaspadova.it

FRATRES Villanova-Murelle-Mussolini (PADOVA) Per contatti: Bassi Maurizio (Presidente) cell. 348 2258981 Carraro Moreno (Vice-presidente) cell. 340 8350421 Orbolato Francesco (Responsabile nuovi donatori) cell 340 5310982 e-mail: [email protected]

DIPARTIMENTO IMMUNOTRASFUSIONALEORARI DI APERTURA DONAZIONI

CITTADELLA Orario CAMPOSAMPIERO Orariodal lunedì al venerdì dal lunedì al venerdìsabato e domeniche di apertura 7.00 - 9.30 sabato e domeniche di apertura 7.30 - 9.30

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

ORARI DI APERTURA SEGRETERIA

CITTADELLA Orario CAMPOSAMPIERO Orariotel. 049/9424877 dalle ore 10.00 tel. 049/9324852 dal lunedì al venerdì 7.00 - 15.00 lunedì 7.30 - 18.00sabato 7.00 - 12.00 dal martedì al venerdì 7.30 - 16.302° e 4° domenica del mese 7.00 - 9.30 sabato 7.30 - 12.30 1° e 3° domenica del mese 7.30 - 10.00

Donazione di Cellule Staminali: una grande opportunità

per la salute

di Sangue Cordonale, che ha come obbiet-tivo prioritario quello di conservare le unità che sono donate e che rispondono a preci-si requisiti di qualità, er renderle disponibili a pazienti che con questa preziosa risorsa potranno essere sottoposti ad un trattamento terapeutico trapiantologico curativo. Le ban-che che operano solo nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), oltre a raccogliere e conservare le donazioni solidaristiche del sangue cordonale, conservano le staminali cordonali anche per uso dedicato, cioè in tutti quei casi in cui esso possa essere utilizzato per un membro della famiglia affetto da una patologia curabile con cellule staminale emo-poietiche oppure nel caso in cui nell'ambito della famiglia stessa vi sia un elevato rischio di malattie genetiche che potrebbero riguar-dare i nascituri. Qualsiasi futura mamma, in assenza di storia famigliare e personale di malattie genetiche e infettive, invece può decidere di mettere a disposizione il san-gue residuo del cordone ombelicale e della placenta, abitualmente prodotto di scarto, a fini solidaristici. Il prelievo viene facilmente effettuato al termine del parto ad avvenuto distacco del bambino. Il sangue cordonale può essere raccolto anche durante il taglio cesareo. Il prelievo non espone quindi ad alcun rischio la mamma e il neonato. Al con-trario quel sangue può aiutare altri bambini e giovani. La donazione del sangue placentare richiede oltre al consenso informato iniziale, previsto comunque per tutte le tipologie di do-nazioni, anche la disponibilità della mamma

ad un controllo sanitario a sei-dodici mesi dal parto. L'attività di raccolta e di monitoraggio del donatore richiede inoltre la collaborazione delle Unità operative di Ostetricia e di Pedia-tria. Ogni martedì, nei due Presidi Aziendali è attivo il Polo di Reclutamento IBMDR - dona-tori CSE, un ambulatorio medico dedicato alla informazione e alla selezione degli aspiranti donatori di cellule staminali da midollo osseo e da sangue periferico.Ogni lunedì, mercoledì e venerdì nei due Presidi Aziendali è invece attivo il Centro Raccolta Banca Sangue Cor-donale, un ambulatorio medico dedicato alla informazione e alla selezione delle aspiranti donatrici di sangue placentare a scopo soli-daristico.

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5QUINDICI SALUTE

La donazione di organi e tessuti nell’Ulss 15

Portare la Prevenzione Cardiovascolare in piazza è l’obiettivo che vede da tempo in prima linea gli Amici del Cuore di Cittadella insieme con l’azienda Ussl 15 “Alta Padovana”. Ogni anno a Cittadella viene organizzata la Festa degli Amici del Cuore, giunta già alla XV edizione, con un incremento continuo dei partecipanti. In tale occasione vengono misurati la pressione arteriosa, il colesterolo, la glicemia ed il girovita al fine di individuare quanti supera-

no i valori consigliati. A questi ultimi vengono forniti consigli utili oppure un invito a recarsi dal medico curante per un approfondimento delle condizioni di salute. Negli anni le piazze che accolgono i volontari sono diventate via via più numerose e si sono estese a gran parte dei Comuni del Cittadellese: Fontaniva, Galliera Veneta, San Martino di Lupari, Carmignano di Brenta, San Giorgio in Bosco, San Pietro in Gù. Questi i risultati ottenuti su un campione di 1856 soggetti, 982 di sesso femminile e 871 di sesso maschile, con età da 12 anni fino ai 102 anni.Ipertensione arteriosa: il 53% dei soggetti presentava un’ipertensione arteriosa sistolica, mentre il 28% una diastolica elevata. Giro vita: un sistema molto semplice per individuare l’entità del rischio dipendente dall’obesità è quello di misurare la circonferenza addominale. Se questa è superiore a 94 cm nell’uomo e a 80 cm nella donna il rischio per la salute è “moderato”. Quando tale misura è superiore a 101 cm nell’uomo e 87 cm nella donna si parla di rischio “alto”.Nella nostra popolazione maschile il giro vita è risultato superiore a 101 cm nel 33% dei soggetti, mentre un valore superiore a 88 cm nel 36% dei soggetti di sesso femminile.Glicemia: più di un terzo dei soggetti presentava una glicemia alterata. Tale reperto era molto più frequente negli uomini (47%) che nelle donne (28%). Valori uguali o superiori a 126 mg/dl,

indicativi (se confermati) della presenza di diabete mellito, è stato rilevato nel 14% dei soggetti (20% dei maschi e 9% nelle donne).Colesterolo: ben il 45% dei soggetti presentava una colesterolemia totale superiore a 200 mg/dl. Tale reperto era molto più frequente nelle donne (52%) che negli uomini (38%). Nel 14% dei casi è risultata superiore a 240 mg/dl, ma più spesso nelle donne (17%) che negli uomini (9%).Considerazioni finali: i valori rilevati non vogliono essere accurati dal punto di vista scientifico o statistico, viste anche le condizioni ambientali non certo ottimali in cui si sono svolte le misurazio-ni. Possono però essere indicativi del grado di rischio cardiovascolare della nostra popolazione. Appare infatti chiaro come i fattori di rischio non siano ancora adeguatamente controllati: un terzo dei pazienti presenta un’obesità di tipo addominale ad alto rischio e il 14% elevati valori di glicemia indicativi della presenza di diabete mellito, percentuale quest’ultima che sale al 20% nei maschi. È necessario continuare a portare la prevenzione nelle piazze, sensibilizzare la popolazione a modificare il proprio stile di vita e, qualora necessario, sottoporsi ad un adeguato trattamento farmacologico. I fattori di rischio cardiovascolare agiscono frequentemente come dei killer silenziosi e, se non adeguatamente combattuti, aumentano il rischio cardiovascolare, cioè la probabilità di andare incontro ad un evento quale l’infarto miocardico, l’ictus, ecc. (le malattie cardiovascolari costituiscono la più importante causa di morte nel mondo e la loro elevata crescente prevalenza incide sulla salute pubblica, sulle risorse sanitarie ed economiche). I recenti dati Istat riportano che 1 italiano su 4 è affetto da malattie cardiache. Esse rappresentano, inoltre, la principale causa di disabilità fra gli anziani. La strategia di prevenzione più efficace - da portare innanzitutto nelle scuole - per ridurre il rischio cardiovascolare della popolazione con il miglior rapporto costo beneficio, resta sempre la promozione di un corretto stile di vita: una corretta alimentazione ed un’attività fisica regolare sono in grado di contrastare i fattori di rischio.

di Livio TodescoDirettore f.f. Rianimazione P.O. di Cittadella

di Roberto CarlonMedico Cardiologia P.O. di Cittadella

La differenza, a dir poco drammatica, tra domanda e offerta è da tempo il problema principale della donazione di organi. In Italia in lista di attesa per un trapianto d’organo ci sono in media ogni anno circa diecimila persone a fronte di appena tremila interventi: ciò significa che è possibile soddisfare solo una richiesta su tre. Una percentuale elevata di chi attende il trapianto di cuore, di fegato e di polmone muore purtroppo in attesa di ricevere un organo. L’unica risposta possibile alla carenza di organi per il trapianto è quella di aumentare l’informazione sul tema della donazione per cercare di favorire una scelta consape-vole in vita, come voluto dalla legge 91/99. Della donazione non dovremmo ricordarci solo nei momenti drammatici: non effettuare una scelta in vita vuol dire delegare ai propri famigliari, chiamati a decidere al nostro posto nel momento meno favorevole. I famigliari del deceduto aventi diritto (la legge prevede come titolare del consenso il coniuge o il convivente more uxorio, in mancanza i genitori, poi i figli maggiorenni) richiesti di dare una risposta sulla volontà di donazione, interpretando le convinzioni in merito del deceduto, si oppongono alla donazione in un caso su tre. Da parte del medico Rianimatore che ha in cura il paziente deve corrispondere l’impegno ad arrivare alla diagnosi di morte con criteri cerebrali ogniqualvolta ciò sia corretto e possibile, perché la definizione di morte che dà la legge italiana è “… è la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo”. La donazione di organi è quindi possibile solo per quei pazienti cui viene formulata la diagnosi di morte con criteri neurologici e sono i casi in cui la morte totale del cervello avviene prima dell’arresto del cuore (cosiddetta morte a cuore battente): solo in questo modo gli organi possono restare irrorati dal sangue e quindi vitali fino al momento del prelievo. La causa di morte deve inoltre essere nota, deve essere presente un danno cerebrale documentato, devono essere escluse tutte le circostanze in grado di confondere (es. farmaci, ipotermia…). La morte encefalica è possibile solo nei reparti di Terapia Intensiva, poiché per arrivare a questa condizione è richie-sto obbligatoriamente il supporto delle funzioni vitali (circolo e respiro) ed un accurato monitoraggio.La certezza della morte totale dell’encefalo viene ottenuta da una scrupolosa valutazione clinica e strumentale, effettuata da una commissione di tre medici, che deve esprimersi in accordo unanime dopo un’osservazione ripetuta nel tempo che deve essere di almeno sei ore.

Quando la morte dell’encefalo avviene secondariamente all’ar-resto cardiaco, non è possibile donare gli organi ma solo i tessuti.La donazione dei tessuti raramente ha carattere di salvavita, ma nondimeno resta di fondamentale importanza in molti ambiti per risolvere molti problemi: pensiamo ai tessuti oculari (in particolar modo le cornee), al tessuto osteo-tendineo, al tessuto cardiovascolare (vasi venosi e arteriosi, valvole cardiache, pericardio), alla cute (importantissima nel primo trattamento dei grandi ustionati).I tessuti sono prelevati in loco da equipe specializzate delle banche dei tessuti e poi lavorati, conservati e infine distribu-iti agli ospedali che ne fanno richiesta, con la garanzia della tracciabilità del percorso e tenendo sempre presente che la tutela della salute del ricevente è in primo piano. Anche il vivente è un potenziale donatore di organi e tessuti. Tra gli organi che può donare, il rene (che è un organo doppio) o parti di fegato. In questi ultimi anni è stata incentivata la donazione di rene da vivente per la carenza di organi da donatore cadavere; di solito è un tipo di donazione “famigliare”, che avviene quasi sempre tra persone unite da legami affettivi, con l’attenzione costante alla libertà del donatore assicurata da un’apposita commissione che valuta la correttezza della procedura di donazione. Il vivente può poi donare tessuti che altrimenti verrebbe-ro gettati: le teste di femore asportate nell’intervento di protesi d’anca, le vene rimosse negli interventi di varicec-tomia, la membrana amniotica che riveste le placente recuperate dopo il parto. Sono donazioni “facili”, di tessuti che sarebbero altrimenti gettati e che invece vengono valutati, selezionati e valorizzati per l’uso clinico.Nella nostra Ulss 15 l’attività di reperimento di organi è iniziata nel 1992 e proseguita durante tutti questi anni, con numeri ancora modesti. La situazione risente del fatto che i nostri due ospedali sono privi di neurochirurgia e trasfe-riscono ad altri ospedali di riferimento i casi suscettibili di donazione. Numeri piccoli, ma costanti e importanti. Dal 1992 ad oggi ci sono stati 54 donatori, con una media di 2-3 donatori all’anno. Tra la donazione dei tessuti da cadavere, quella di cornee è la numerica-mente più rilevante. La donazione delle cornee (che è un tessuto non vascolarizzato) può esser fatta anche da chi muore a causa di una malattia tumorale (eccetto per i tumori del sangue che rappresentano una controindicazio-ne assoluta per gli organi e per tutti gli altri tessuti). Ogni anno, ormai dal 2003, nei nostri due ospedali vengono donate dalle 100 alle 150 cornee. Da qualche anno il limite

di età alla donazione è stato fissato a 74 anni; la proposta di donazione viene fatta dal personale dei reparti di degenza e la risposta è generosa. Nella donazione di tessuti da vivente i nostri ospedali hanno i numeri più elevati in Regione Veneto, grazie alla collaborazione tra il pool infermieristico impegnato e le sale operatorie, tanto da rappresentare un’eccellenza. Su come esprimere la propria volontà in tema di donazione di organi e tessuti, la modalità più semplice è portare con sé un foglietto con i propri dati, datato e firmato e con indicata per iscritto la propria volontà favorevole o contra-ria alla donazione. Quella prevista dalla legge è la compila-zione di un modulo semplice, distribuito dall’Ulss nelle sedi URP e distrettuali (ma presente e scaricabile anche nel sito internet del Ministero della Salute), da riconse-gnare compilato alle stesse sedi URP. Il modulo verrà poi inviato al Centro Nazionale Trapianti per esser inserito nel Sistema Informativo Trapianti (S.I.T.) che invierà al mittente con raccomandata il foglio di adesione registrato. La modalità però più usata di esprimere ufficialmente la propria volontà è l’iscrizione all’A.I.D.O. (Associazione Italiana Donatori Organi, tessuti e cellule), associazione che ha come scopo statutario la diffusione della cultura della donazione. Anche la semplice manifestazione orale della propria volontà ai propri famigliari è importante, in quanto rappresenta un riferimento per un’eventuale decisione in mancanza di una espressione ufficiale di volontà. In qualsiasi modo manifestata, l’espressione di volontà può comunque essere modificata in qualsiasi momento.Indirizzi Internet di interesse sul tema dei trapianti:www.trapianti.salute.gov.it: sito ufficiale del Ministero della salutewww.srtveneto.it: sito del Coordinamento Regionale Trapianti del Venetowww.fbov.org: sito della banca degli occhi di Mestrewww.fbtv-treviso.org: sito della banca dei tessuti di Trevisowww.fitot.it: sito della fondazione veneta che si occupa di formazione in tema di trapiantowww.policlinico.mi.it/nitp: sito del NITp, organizzazione interregionale cui apparteniamowww.aido.it: sito A.I.D.O.

Per informazioni locali:Dott. Livio Todesco, presso Rianimazione – P.O. di Cittadella tel. 0499424803

Portare la Prevenzione Cardiovascolare in piazza

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6 QUINDICI SALUTE

APPROFONDIMENTI

LA MENOPAUSAdi Italo De Meo

Direttore Ostetricia Ginecologia P.O. di Camposampiero

La menopausa (dal greco “μηνός” e “παύσις” ovvero “cessazione del mese”) è l’evento fi siologico che nella donna corrisponde al termine del ciclo mestruale e dell’età fertile. Esso è legato alla cessazione dell’attività delle ovaie, che non producono più follicoli e non producono più estrogeni, cioè i principali ormoni femminili. L’età media per la menopausa si aggira attorno ai 50 anni, con un’oscillazione che va dai 45 ai 53 anni. Prendendo come punto centrale l’ultimo fl usso mestruale, il periodo che va da 1 anno prima ad 1 anno dopo tale evento si defi nisce “perimenopausa”, il periodo dei 6 anni precedenti “premenopausa”, quello dei 6 anni seguenti “postmenopausa” e tutto l’arco di questi 12 anni “climaterio”.Esistono fattori di rischio che possono diminuire l’età in cui si manifesta l’evento:

il fumo, sia attivo che passivo, tale da indurre nella donna un’anticipazione dell’evento di 1,5-2 anni

il tipo di alimentazione l’indice di massa corporea,se risultasse inferiore a quello ideale l’abuso di alcool la bassa statura

Si parlava di menopausa già dall’antichità. Aristotele (384 a.C.) diceva che “I mestrui cessano a 40 anni, ma possono continuare fi no ai 50 anni”; Ippocrate (460 a.C.) parlava di malformazioni dello scheletro e di irsutismo nella donna in menopausa. Da ciò si capisce che la manifestazione della menopausa non ha subito variazioni nei secoli: anche all’epoca dei Greci e dell’impero romano l’età si aggirava intorno ai 50 anni. E’ solo nel 1886 che i sintomi della menopausa vennero chiaramente collegati alla cessata funzione ovarica e vennero quindi proposte terapie a base di urine di donna gravida, frullati di ovaie, estratti di ovaie o placente, polveri di ovaie (sic!). Bisogna però arrivare al 1923 con la scoperta degli estrogeni da parte di Doisy, seguita nel 1929 dalla scoperta del progesterone da parte di Allen, per gettare le basi della moderna ricerca scientifi ca che concretizza i suoi sforzi nel 1940 con la sintesi, sviluppo e purifi cazione dei primi estrogeni. L’utilizzo concreto di questi prodotti nella terapia dei sintomi menopausali ricevette una formidabile spinta nel 1966, quando Robert Wilson pubblicò “Feminine forever” in cui catalogava gli “orrori” della menopausa come una malattia da defi cienza ormonale e promuoveva la terapia ormonale sostitutiva come una strategia per rendere le donne “totalmente sessuate per tutta la loro vita”.

ENTITA’ DEL PROBLEMACon l’aumento consistente della vita media delle donne, la menopausa si colloca cronologicamente quasi al centro della vita biologica femminile e rappresenta una porta che si apre, non che si chiude: statisticamente le donne trascorrono più di un terzo della loro vita in postmenopausa. Si calcola che in Italia più di 3.700.000 donne si trovino oggi in questo stato di fi siologica carenza ormonale.

PERCHE’ UN EVENTO FISIOLOGICO PROVOCA TANTI SINTOMI NOCIVI?Gli organi bersaglio sui quali gli estrogeni esplicano la loro azione positiva sono numerosi: le vie genito-urinarie, la cute, il cuore, il cervello, il seno, l’osso e inoltre numerosi metabolismi e neuromodulatori. Il loro progressivo esaurimento e la loro successiva persistente carenza può quindi provocare una disfunzione di tali apparati che si traduce in una serie di sintomi che possono essere così classifi cati:

SINTOMI PRECOCI Artralgie (dolori articolari) Instabilità vasomotoria (vampate di calore e sudorazioni) Sintomi neuropsichici (labilità emotiva, ansia, irritabilità, difficoltà di concentrazione,

depressione, affaticabilità, insonnia, modifiche della libido) Cefalea, vertigini, precordialgie (mal di testa, c.d. “giramenti di testa” e dolori dietro lo

sterno)

Questi sintomi sono spesso infl uenzati dal substrato culturale e sociale in cui viviamo. Nelle culture orientali, ove la donna anziana gode di maggiore considerazione sociale, la menopausa può essere una esperienza positiva, vissuta come “guadagno” di sapienza e di libertà e l’incidenza di questi sintomi è quasi assente.

SINTOMI A MEDIO TERMINE

Condizioni atrofiche [atrofia vaginale, dispareunia(dolore con i rapporti), prurito vulvo-vaginale, sindrome del trigono vescicale, pollachiuria, disuria, cistiti)

SINTOMI A LUNGO TERMINE Sistema cardiovascolare [malattie cardiovascolari, alterato rapporto colesterolo

HDL/LDL] sistema osseo (osteoporosi con riduzione della massa ossea e aumentato rischio di

fratture, anche spontanee, vertebrali e al polso)

TERAPIATOS (Terapia ormonale sostitutiva) con somministrazione attraverso varie vie degli ormoni carenti e quindi miglioramento o scomparsa dei sintomi anche a lungo termineVa riservata alle donne che all’inizio della menopausa accusano disturbi gravi tali da peggiorare di molto la qualità della loro vita, le loro relazioni umane e l’intesa sessuale con il partner.Una terapia di breve durata (non oltre i 5 anni), è probabilmente caratterizzata da un bilancio rischi/benefi ci molto favorevole. Non trova indicazione a distanza di parecchi anni dalla menopausa

EFFETTI COLLATERALI NEGATIVIIl rischio di carcinoma della mammella, seppur lievemente aumentato, è comunque inferiore a quello legato a:

1° gravidanza in tarda età aumentato consumo di alcool sovrappeso insufficienza di calcio e vitamina D

Tale aumento di rischio sarebbe legato più a un eff etto promuovente la crescita di un tumore già iniziato, ma non ancora diagnosticato.

CONCLUSIONI La menopausa non è una malattia Ogni donna ha la sua peculiare menopausa Ogni donna, se necessita di cure, deve essere trattata con una terapia personalizzata

per dose, formulazione e via di somministrazione e in base alle personali esigenze e preferenze

TERAPIE ALTERNATIVE TERAPIA CON FITOESTROGENI (ISOFLAVONI ESTRATTI DAI SEMI DI SOIA E ALTRE

PIANTE)

VANTAGGI: possibilità di utilizzo quando sono controindicati gli estrogeni

SVANTAGGI: azione estrogenica debole (da 1/1000 a 1/10000 in meno dell’azione dell’estradiolo, terapia prolungata, effi cacia dimostrata solo su vampate e sudorazioni, in fase di studio ev. eff etti collaterali

PUO’ IL MIO STILE DI VITA MIGLIORARE I SINTOMI DELLA MENOPAUSA ?Certamente si, quindi leggi il decalogo.

IL DECALOGO PER UNA MENOPAUSA VINCENTE

1. SEGUI UN’ALIMENTAZIONE POVERA DI GRASSI E RICCA DI FRUTTA E VERDURA

2. RIDUCI IL TUO PESO CORPOREO

3. ASSUMI ALMENO 1,5 DI ACQUA AL GIORNO

4. SE FUMI, SMETTI

5. SVOLGI REGOLARE ATTIVITÀ FISICA (ALMENO 30 MIN. DI CAMMINO A PASSO VELOCE 5 VOLTE LA SETTIMANA)

6. IMPARA A GESTIRE IL TUO STRESS

7. TIENI LA TUA MENTE ALLENATA

8. ESEGUI REGOLARMENTE MAMMOGRAFIA, PAP TEST ED ESAMI DEL SANGUE, COME IL MEDICO TI CONSIGLIERÀ DI VOLTA IN VOLTA

9. ESEGUI REGOLARMENTE L’AUTOPALPAZIONE AL SENO

10. SII ALLEGRA E VIVI AL MEGLIO QUESTA ETÀ DELLA VITA

VOLTE LA SETTIMANA)

LA MENOPAUSAQuesti sintomi sono spesso infl uenzati dal substrato culturale e sociale in cui viviamo.

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7QUINDICI SALUTE

APPROFONDIMENTI

di Laura FavrettiDirettore Ostetricia Ginecologia P.O. di Cittadella

La menopausa è un’epoca della vita in cui la donna si trova ad aff rontare numerosi cambiamenti sul piano biologico, psicologico e relazionale. Le modifi cazioni neuroendocrine in tutto il periodo della menopausa infl uenzano l’emotività e il senso di benessere, fattori che condizionano nel loro insieme il rapporto con il partner e le relazioni signifi cative. Essere una “donna nuova” in menopausa non è sempre facile ed è collegato all’adattamento che deriva dalle caratteristiche psico-biologiche della donna stessa e dalla natura dei suoi rapporti interpersonali, oltre che dal contesto socio-culturale in cui vive e opera.Agli inizi del 1900 la speranza di vita della donna coincideva con la conclusione dell’età fertile e per quelle poche donne in grado di superare la menopausa iniziava un declino biologico e della vita di relazione che, di fatto, le estraniava dal contesto sociale. Oggi, più del 95% delle donne raggiunge la menopausa, il 60% vive più di 75 anni e la media di vita della donna raggiunge gli 82 anni circa!

La salute e la qualità di vita della donna in menopausa e in postmenopausa rappresentano quindi un tema sempre più emergente: innanzitutto per il numero delle donne interessate e poi perché, in questa fase della vita, oltre alle patologie legate all’età e agli eff etti della deprivazione ormonale, s’inseriscono una serie di fattori di derivazione sociale, relazionale, psicologica, di ruolo che impongono spesso la necessità di un riassestamento di equilibri complessi, faticosamente raggiunti.Negli ultimi decenni, il rapporto delle donne e della società con la menopausa è cambiato radicalmente, passando da un iniziale e deprimente disinteresse a un’eccessiva strumentalizzazione a fi ni mediatici e commerciali. La crescente ondata di sensibilità nei confronti della menopausa e dei suoi problemi è infatti, almeno in parte, frutto del cosiddetto “business menopausale” fatto di farmaci,riviste, supplementi dietetici, istituti di bellezza.

La menopausa provoca una serie di mutamenti che riguardano gli aspetti trofi ci, metabolici, sessuali e psicologici, con una serie di manifestazioni che variano a seconda della persona e possono essere più o meno marcati. Il punto critico obbligato è il passaggio attraverso l’accettazione del cambiamento del proprio corpo. La perdita della fertilità si può tradurre in una nuova energia creatrice che trova la propria espressione nel sociale. La creatività biologica si può trasformare in nuova creatività relazionale e sociale. La donna impegna nuove energie nel lavoro e spesso, in età menopausale, si trova ai vertici della propria carriera. Chi aveva sacrifi cato molto tempo alla famiglia ritrova gli spazi per dedicarsi a interessi ed attività abbandonate dopo il matrimonio.Il vuoto lasciato dalla scomparsa delle mestruazioni viene troppo spesso colmato con il cibo.

Quasi la metà delle donne tra i 50 e 65 anni è in sovrappeso. Un’alimentazione buona ed equilibrata è il consiglio migliore durante la menopausa. Uno degli obiettivi principali è quello di ridurre il numero di calorie quotidiane, diminuendo l’apporto alimentare ed aumentando il consumo energetico con l’attività fi sica. Il bilancio energetico ottimale non dovrebbe superare le 2.000-2.200 calorie al giorno.

In questa fase della vita è importante:1. stabilizzare il proprio peso corporeo, lentamente e gradualmente, evitando le

fluttuazioni;

2. privilegiare cibi semplici, con varietà degli alimenti e in modo da assumere tutti i nutrienti necessari, contrastando la monotonia e realizzando così una dieta sana e duratura nel tempo;

3. regolarizzare al meglio, secondo le proprie occupazioni, gli orari di assunzione del cibo, evitando snack ed il ricorso a sostituti del pasto;

4. ricercare con naturalezza l’equilibrio tra forza calorica dei cibi assunti e dispendio energetico per le attività di lavoro, di sport, di svago;

5. combattere la sedentarietà, che predispone ad una diminuzione del quantitativo di calcio nelle ossa;

6. scegliere gli zuccheri complessi della pasta, del riso, dei cereali, dei legumi, piutto- sto che quelli semplici e di rapido assorbimento, quali quelli dei dolci;

7. privilegiare le fonti di proteine vegetali: i legumi (fagioli, fagiolini, piselli), lenticchie, ecc. forniscono fibre, ferro, zinco, rame e proteine che, con quelle dei cereali, raggiungono una qualità paragonabile a quella delle più costose protei- ne animali;

8. evitare grassi animali come il burro, preferendo l’olio di oliva extravergine o olio dietetico di qualità (olio di riso). Utili allo scopo i grassi omega-3 contenuti nell’olio di semi di lino e nelle alghe;

9. consumare quotidianamente frutta e verdura, in grado di fornire le vitamine e i sali minerali indispensabili allo svolgimento delle complesse trasformazioni metaboliche che in ogni momento si svolgono nel nostro organismo.

Ortaggi verdi e gialli forniscono fibre,ferro, vitamine A, B1, B2, PP, C. Agrumi e pomodori forniscono soprattutto vitamina C;

10. aiutare l’intestino combattendo la stipsi con l’uso abituale di cibi integrali.

11. assumere acqua in buona quantità nella giornata (almeno 1.5 - 2 litri lontano dai pasti, oltre all’acqua contenuta negli alimenti);

12. calcio: in alternativa a latte, formaggi e yogurt che contengono calcio ma anche colesterolo e trigliceridi, si possono scegliere cavoli, bietola, radicchio, frutta secca, legumi. L’acqua è una buona fonte di calcio potendone contenere anche più di 300 mg per litro;

13. salare il minimo indispensabile, evitare i cibi in scatola e i dadi da brodo, ricchi di sale.

La caduta dei livelli degli estrogeni, unitamente al naturale processo d’invecchiamento, tende ad aumentare i livelli di colesterolo LDL (“cattivo”) e a diminuire quelli di HDL: (“buono”) per tale motivo è importante il raggiungimento e il mantenimento del peso forma.

L’esercizio fi sico comporta un abbassamento dei livelli ematici di colesterolo, soprattutto l’LDL, mentre aumenta l’HDL, si riducono i trigliceridi e la pressione arteriosa; consente il controllo del peso corporeo e svolge un’azione favorevole sulla tolleranza agli zuccheri (riducendo il rischio di diabete). L’attività fi sica contrasta la perdita di massa ossea, ne incrementa la densità, prevenendo il rischio di osteoporosi. Un bilanciato training fi sico determina, in aggiunta, un aumento dei livelli di catecolamine e di beta-endorfi ne, limitanti la frequenza di eventi vasomotori quali vampate e sudorazione.

Gli stessi composti chimico-organici hanno un eff etto positivo sull’umore e sullo stato psicologico, minato spesso da questa condizione metabolica. L’esercizio aerobico risulta particolarmente indicato. Una seduta di allenamento standard dovrebbe avere, infi ne, una durata tra i 30’ ed i 60’ suddivisi in: riscaldamento 15%, lavoro aerobico 35%, condizionamento muscolare 30%, defaticamento 10% e stretching 10%, per una frequenza tri-quadri-settimanale. È necessario, inoltre, coadiuvare il lavoro del trainer con le indicazioni fornite dal medico curante.

I disturbi vasomotori, quali vampate e sudorazione, possono essere aff rontati con un vestiario costituito da più strati di indumenti sottili e traspiranti, così come un temporaneo allontanamento dalla propria dieta di cibi piccanti, spezie e bevande calde come tè e caff è. Le stesse cure e attenzioni vanno poste sulla scelta delle lenzuola, rigorosamente in cotone e dei piumini, meglio se contornati da un ambiente fresco e ventilato. Sempre in campo alimentare, andranno preferiti i cibi freschi, come le verdure, evitati l’alcool e i cibi troppo grassi, soprattutto d’estate o di sera (qualora le vampate siano solite presentarsi durante il riposo notturno).Un corpo ben allenato migliora il tono dell’umore, favorisce il dimagrimento e aiuta a mantenere un indice di massa corporea ideale, anch’esso dimostratosi utile nel prevenire intensità e frequenza delle vampate (che sono infatti più gravose nelle donne obese). Le fumatrici dovrebbero sapere che tra gli innumerevoli svantaggi del fumo rientra anche il suo eff etto aggravante sulle vampate.

La menopausa è un’epoca della vita in cui la donna si trova ad aff rontare numerosi

Stile di vita in menopausa

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8 QUINDICI SALUTE

L’Osteoporosi è una malattia dello scheletro in cui si verificano una riduzione della massa ossea ed una alterazione della sua qualità tali da rendere lo scheletro più fragile e più soggetto alle fratture, anche per traumi di modesta entità.

Chi sono i soggetti a rischio L’osteoporosi in forme primitive si verifica con la menopausa (osteoporosi postmenopausale) e con l’avanzare dell’età (osteoporosi senile); può manifestarsi anche in forme secondarie che sono associate a varie malattie (ematolo-giche, gastroenteriche, renali ed endocrine) o a condizioni varie (immobilità, etilismo cronico, trapianto d’organo, uso cronico di farmaci quali steroidi o inibitori delle aromatasi impiegati nella prevenzione secondaria del carcinoma mammario).In soggetti con osteoporosi primitiva bisogna individuare l’eventuale presenza di fattori di rischio (ridotta massa ossea, età, pregressa frattura da trauma minimo, familiarità per osteoporosi, magrezza, ridotto introito alimen-tare di calcio, menopausa precoce, abitudini di vita sedentaria, fumo, abuso di alcolici, rischio di caduta, uso cronico di steroidi). L’osteoporosi postmenopausale è determinata dalla carenza di estrogeni che si verifica dopo la menopausa e che amplifica la perdita di massa ossea, già in atto con l’aumentare dell’età tanto da poter determinare un calo di massa ossea anche del 10-20% nei primi 5 anni dalla menopausa.

Quali sono i segni e sintomiL’Osteoporosi è una malattia silenziosa e molti soggetti giungono al medico quando si è ormai già verificata una frattura, che costituisce la principale complicanza di questa malattia. Le fratture osteoporotiche possono interessare tutte le ossa del nostro corpo, ma avvengono principalmente a livello della colonna vertebrale, del femore, del polso, delle coste e del bacino.Le fratture di femore che si verificano più frequentemente nelle persone anziane sono sicuramente le più importanti sia in termini di morbilità, in quanto gravate da una elevata disabilità, sia in termini di mortalità, basti pensare che il 20% dei soggetti con frattura di femore muore entro il primo anno dalla frattura.Le fratture vertebrali da osteoporosi, più frequentemente riscontrate nelle donne nel periodo postmenopausale, si possono verificare anche spontaneamente o dopo sforzi fisici anche lievi, come sollevare pesi leggeri e provocano una sintomatologia variabile che va dal dolore minimo a quello violento. Proprio per la scarsità dei sintomi molte volte la persona non sa di avere una frattura vertebrale. La presenza di dolore vertebrale, anche modesto, associato a calo di

statura deve far porre il sospetto di osteoporosi con verosimili fratture vertebrali, da verificare con una semplice radiografia del rachide.La presenza di una frattura vertebrale non trattata, aumenta il rischio di altre fratture vertebrali di ben 5 volte. Le fratture vertebrali multiple sono causa di severa disabilità, riduzione della autonomia motoria e possono, nei casi più gravi, essere causa di complicanze cardiorespiratorie, oltre che essere associate ad aumento della mortalità.

Qual’é l’esame strumentale diagnostico principaleLa densitometria ossea conosciuta anche come mineralometria ossea, consente di misurare in modo accurato e preciso la massa ossea, in particolare permette di valutare la densità della massa ossea alla quale si attribuisce il 60-80% della resistenza meccanica dell’osso. A valori bassi di densità ossea corrisponde un maggior rischio di andare incontro a fratture.Per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la diagnosi densitometrica di osteopo-rosi si basa sulla valutazione della densità ossea con metodica a raggi x. Questa metodica viene in genere usata per misurare la densità ossea in sede lombare e in sede femorale ed è il test diagnostico più accurato.Sono disponibili anche validi apparecchi ad ultrasuoni di semplice e anche più pratico impiego, in particolare nello screening dell’oste-oporosi, che forniscono misurazioni indirette di qualità e di massa ossea. La densitometria ossea ultrasonografica viene eseguita a livello del calcagno o della mano e fornisce dati accurati sul rischio di frattura.La densitometria ossea va eseguita in soggetti a rischio di osteoporosi, in soggetti con età superiore a 65 anni o in soggetti con osteoporo-si secondarie. Da qualche mese anche presso il Servizio di Radiologia dell’Ospedale di Cittadella è possibile eseguire una densitometria ossea a raggi x del rachide lombare e del femore.

La densitometria ossea è sufficiente da sola per la diagnosi di osteoporosi?Per diagnosticare l’Osteoporosi non è sufficien-te la sola densitometria ossea, ma è necessaria anche una valutazione clinica complessiva per una diagnosi differenziale. Nell’ambito della nostra ULSS esiste un Ambulatorio dedicato all’Osteoporosi e alle Malattie Metaboliche dell’Osso, sia presso l’Ospedale di Cittadella che a Camposampiero.Anche gli esami di laboratorio sono utili nella diagnostica dell’osteoporosi per escludere malattie secondarie che possono essere responsabili di osteoporosi. Semplici esami di laboratorio (es. calcemia, fosforemia, fosfatasi

alcalina ossea, creatininemia, emocromo, protidogramma, ves, calcio urinario) permet-tono di escludere nel 90% dei casi osteopo-rosi secondarie. Altri esami di laboratorio più complessi (es. ormoni tiroidei, paratormone, vitamina D, cortisoluria ed altri) possono essere richiesti dallo specialista in situazioni particolari, per sospetti clinici mirati.

Si può prevenire l’osteoporosi?La prevenzione prevede due aspetti: la preven-zione della malattia e la prevenzione delle fratture quando la malattia è già in atto.La prevenzione della malattia osteoporosi deve iniziare già dall’infanzia e proseguire durante tutta la vita, attraverso un’adeguata dieta ricca in calcio e vitamina D, l’esercizio fisico e stili di vita sani, senza abuso di alcool e fumo. Il calcio è contenuto principalmente nei formaggi e nei latticini, ma anche, sia pure in quantità minore, in altri alimenti come seppia, uova, ceci, fagioli secchi, bietola, mandorle, cacao ed alcune acque minerali. La vitamina D è contenuta in pochi alimenti fra i quali i più ricchi sono il salmone e l’olio di fegato di merluzzo; ciò nonostante, la sua presenza nel nostro organi-smo è garantita, per gran parte, dalla esposizio-ne giornaliera del corpo alla luce del sole.L’introito medio di calcio e di vitamina D nella popolazione italiana risulta insufficiente, princi-palmente nelle persone anziane: la quantità media giornaliera di calcio raccomandata è di circa 1000 mg e il fabbisogno giornaliero di vitamina D è di 800-1000 UI.Un altro aspetto che riguarda la prevenzione è lo svolgimento di una regolare attività fisica (es. camminata veloce, attività motoria in palestra almeno 2 volte alla settimana, esercizi per migliorare l’equilibrio e la coordinazione) che si è dimostrata capace di ridurre la perdita di calcio dall’osso ed il rischio di caduta.Il programma di prevenzione delle fratture, quando esse non si sono ancora verificate, si attua:1) con la prevenzione delle cadute, in particolar modo nelle persone anziane, con accorgimenti tipo togliere i tappeti in casa o mettere appoggi nei punti più a rischio, come il bagno; inoltre la somministrazione di vitamina D nelle persone anziane, aumentando la forza muscolare, riduce il rischio di caduta;2) con la prevenzione generale dell’oste-oporosi;3) con il trattamento farmacologico delle persone con osteoporosi ad alto rischio di frattura (ad esempio soggetti che assumono cortisone per periodi lunghi).

ESISTONO TRATTAMENTI EFFICACI PER L’OSTEOPOROSI? Disponiamo di molti farmaci efficaci nel tratta-

mento della malattia osteoporotica in grado di ridurre il rischio di frattura sia prima che essa si verifichi, sia dopo sia già avvenuta. Alcuni di questi farmaci riducono la perdita di calcio dall’osso, altri hanno la capacità di formare nuovo osso. Nella maggior parte dei soggetti con malattia osteoporotica i farmaci vengono somministrati per via orale, ma esistono anche farmaci che vengono somministrati in ambito ospedaliero, in casi particolari, per via endove-nosa una sola volta all’anno. Alcune di queste terapie, in particolare quelle più innovative ed efficaci, richiedono una prescrizione da parte dello Specialista; nell’ambito della nostra ULSS il paziente può essere trattato con tutti i farmaci attualmente disponibili in commercio per tale patologia. Il calcio e la vitamina D sono indispensabili quando vengono impiegati i farmaci antiosteoporotici. La carenza di calcio e di vitamina D è la causa più comune di inefficacia della terapia farmacologica dell’osteoporosi..In caso di frattura vertebrale con dolore intrat-tabile, è possibile eseguire un intervento, in cui viene iniettato del cemento, sotto guida TAC, all’interno del corpo vertebrale, intervento che ha il vantaggio di annullare immediatamente il dolore oltre che sostenere la vertebra frattu-rata (tale trattamento viene eseguito nella nostra ULSS presso il servizio di radiologia di Camposampiero). Anche nei pazienti sottopo-sti a tali interventi è raccomandata una terapia farmacologia per l’osteoporosi per evitare ulteriori fratture vertebrali.

Le visite specialistiche per Osteopo-rosi e per le Malattie Metaboliche dello Scheletro possono essere prenotate con impegnativa del medico curante presso le sedi del CUP dislocate sul territorio oppure tramite il Call center

al numero 049 8285390.

Nel climaterio compaiono sintomi di vario genere: irregolarità mestruali, tensione premestruale, irritabilità, ansia, tristezza, vampate di calore, disturbi del sonno. Tali disturbi nel loro insieme costituiscono la “sindrome climaterica”, che colpisce in vario modo e con diversa intensità circa il 75% delle donne ed è caratterizzata dalla ridotta attività delle ovaie, con alterata produzione di ormoni e di risposte degli organi bersaglio (apparato genitale, scheletrico, cardiovascolare, cutaneo, urinario). La sindrome è infl uenzata da fattori socioculturali, relativi alle condizioni ambientali in cui vive la donna e ai valori percepiti di femminilità e genitorialità, nonché da fattori psicologici individuali e di percezione del proprio corpo e della propria identità femminile.Questa crisi della propria femminilità ha infatti ripercussioni sull’autostima e porta ad interrogarsi sul proprio valore e sul senso della vita, soprattutto in una fase di passaggio in cui il ruolo di madre diventa meno preminente e il rapporto con il partner deve essere rifondato su nuovi stimoli. L’impatto di tale crisi nella diminuzione della fi ducia di base è maggiore nel caso di perdite dolorose, quali un divorzio, la morte di una persona amata, la separazione fi siologica dai fi gli che diventano autonomi, che possono accentuare la percezione oggettiva e soggettiva di solitudine della donna nella delicata fase di passaggio.L’adattamento al climaterio dipende dalla capacità della donna di fare fronte agli avvenimenti della vita, in base alla propria personalità e alle capacità relazionali, oltre che alla propria rete sociale e familiare. Non esiste un preciso rapporto tra determinati tratti di personalità e sindrome climaterica, ma piuttosto una generica “vulnerabilità psicologica” che predispone ad una risposta negativa alle variazioni ormonali.Incidono invece spesso i fattori socioculturali, in particolare la percezione della menopausa nella cultura di appartenenza. In quelle occidentali, negli ultimi decenni, la donna acquisisce la sua identità femminile oltre che attraverso le tradizionali seduttività, femminilità e funzione materna, anche attraverso l’uso delle proprie capacità intellettive e del proprio ruolo professionale; ciò ha provocato uno sfasamento fra ciclo biologico e ciclo sociale della vita, con un progressivo ritardo della prima maternità e lo spostamento della terza età di almeno venti anni rispetto alla menopausa. La menopausa non è direttamente causa di depressione, come confermato da diversi studi recenti. La depressione, intesa come entità

clinica signifi cativa, non è più frequente in questa fase (solo un 10% di donne risulta realmente aff etto da depressione e necessita di cure specifi che), ma sono più presenti manifestazioni, nel 50% delle donne in climaterio, di sintomi depressivi generali sottosoglia (quali soprattutto momenti di tristezza che possono infl uire sul benessere personale). Possono essere anche presenti alcuni disturbi ansiosi ed esistono comunque delle donne più a rischio di altre per episodi depressivi signifi cativi durante il climaterio: quelle che hanno avuto precedenti disturbi dell’umore correlati alla fase riproduttiva, compresa la depressione post partum, quelle che hanno mostrato una reazione precisa di irritabilità alla assunzione di ormoni, quelle che mostrano una disponibilità negativa verso la propria salute, quelle che soff rono di insonnia, quelle che sperimentano un periodo perimenopausale molto lungo, quelle che soff rono di perdite aff ettive-relazionali e con un basso livello di scolarizzazione.Anche se non esiste una sindrome psichiatrica specifi ca della menopausa o del climaterio, il periodo menopausale costituisce quindi una tappa di particolare importanza per l’equilibrio aff ettivo della donna e può evocare e facilitare la comparsa o riattivazione di diffi coltà del passato o di problemi latenti. Nel climaterio e nella postmenopausa la terapia costituisce un problema ancora controverso, ma gli orientamenti attuali sono a favore della terapia ormonale sostitutiva e di farmaci ad azione sintomatica (prescritti dai ginecologi dopo controlli fi sici e bio-umorali) sia nei confronti dei disordini mestruali sia dei disturbi metabolici e psichici, allo scopo di migliorare la qualità della vita che la donna deve trascorrere in carenza di estrogeni. I disturbi di marca ansiosa e depressiva, se raggiungono gravità tali da interferire con le relazioni interpersonali della donna, devono essere valutati e trattati in modo specifi co, anche con farmaci ansiolitici e/o antidepressivi, prima con un’attenta valutazione da parte del medico curante e poi con un successivo approfondimento da parte dello psichiatra (qualora il primo trattamento, prescritto a dosaggi adeguati, non risulti effi cace o il quadro clinico sia di particolare gravità o in peggioramento). Tali trattamenti vanno seguiti correttamente per un periodo di almeno 8-10 mesi, secondo le indicazioni terapeutiche.Anche la psicoterapia può essere utile quando il malessere della donna in menopausa si fonda su una profonda crisi d’identità femminile o su una o riattivazione di problemi personali precedenti, che necessitino di un ulteriore percorso di elaborazione e di rinforzo psicologico.

APPROFONDIMENTI

di Elena TurellaMedico Dipartimento di Salute Mentale Camposampiero

Cos’è l’osteoporosidi Matteo Ciuffreda, Costantino Scremin

e Daniela PrimonMedici Dipartimento di Riabilitazione

MENOPAUSA E SINDROMI DEPRESSIVE

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9QUINDICI SALUTE

Telefono AMICO Italia

L’associazione Telefono Amico Italia Centro di Bassano esiste dal 1995; ogni anno, attraverso i suoi volontari, riceve migliaia di telefonate (circa 6.000 nel 2011).

Telefono Amico Italia è un’associazione nazionale che conta 26 Centri sparsi su tutto il nostro territorio; è nata per ascoltare tutte le persone che vivono un disagio emozionale o un momento di difficoltà o di solitudine e che hanno la necessità di contattare un interlocutore speciale: all’199.284.284 può chiamare chiunque senta il desiderio di esternare i propri stati d’animo. I volontari di Telefono Amico offrono un ascolto empatico, attento e partecipe che, unitamente al dialogo, aiuta chi chiama a superare il momento di difficoltà e a riconsiderare la situazione che sta vivendo, ritrovando la fiducia in sé stesso e la capacità di gestire le proprie reazioni ed i propri conflitti. Al centro di ogni intervento di aiuto c’e’ la persona, perché Telefono Amico crede in essa e nelle sue potenzialità e per questo motivo non intende risolvere i problemi né dare soluzioni pronte o buoni consigli, ma aiutare chi chiama a riscoprire le proprie risorse e a diventare protagonista delle proprie scelte.Il servizio è assolutamente anonimo, non fa riferimento ad alcuna confessione religiosa ed è apolitico.

Tutti abbiamo bisogno di un Amico nei momenti difficili della vita.

Telefono Amico è con te se hai bisogno di qualcuno disponibile ad ascoltare il tuo disagio. E’ un servizio anonimo e gratuito effettuato da volontari che rispondono al numero di Bassano 0424 522000 oppure al nazionale 199 284 284, tutti i giorni dalle 10 alle 24, compresi i festivi.

Il sito nazionale è www.telefonoamico.it.

Chiamaci, noi ti ascoltiamo!

VISITA IL SITO DI TELEFONO AMICO ITALIA www.telefonoamico.it

AIDO Gesto d’amore e di solidarietà

Quale gesto d’amore e di solidarietà più grande che donare i propri organi per continuare e migliorare la vita di un nostro simile?Quale più viva memoria di se stessi che vivere ancora nel corpo di un altro essere umano?E’ importante promuovere una cultura della donazione, già ben radicata nella nostra regione, ma non ancora ai livelli di altri Paesi Europei.E’ questa la testimonianza e l’attività principale che l’AIDO svolge nella nostra zona dal 1984, grazie al costante impegno di volontari che cercano anche il coinvolgimento di altre persone.In questo spirito si promuovono incontri nelle scuole, soprattutto con i ragazzi degli ultimi anni degli istituti superiori. I ragazzi infatti, assieme al desiderio di conoscere meglio la procedura ed i contenuti della legge, presentano anche una grande disponibilità ed esprimo-no spesso una consapevole adesione alle nostre proposte.Cerchiamo poi di dare risonanza agli esempi di donazioni che si sono avute nella nostra zona, poiché stimolano l’emulazione ed accrescono in maniera rilevante le conseguenze di un gesto d’amore.Tutti noi dovremmo essere portati a riflettere sul nostro modo di rapportarci agli altri, sul rispetto che dobbiamo manifestare verso la vita nostra ed altrui in ogni suo aspetto, in ogni suo momento.E’ da questo rispetto sempre perseguito che fiorisce anche il dono estremo: la vita oltre la vita.

A.I.D.O. Associazione Italiana per la Donazione di Organi Tessuti e Cellule

Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS)Medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica D.P.R 15/01/1996Gruppo comunale di Camposampiero (PD)

CONSEGNA FARMACI A DOMICILIOsi ricorda che durante l’orario compreso tra le ore 20.00 e le ore 8.00 del giorno successivo

se si é in possesso di una ricetta riportante la dicitura “urgente” fatta da un medico/pediatra di base o di una ricetta compilata da un medico di guardia medica o del pronto soccorso

se si ha difficolta’ di spostamento si puo’ utilizzare il servizio “consegna farmaci a domicilio”

• telefonando ai numeri 871.76.66 oppure 871.76.40

• indicando con chiarezza il proprio cognome e l’indirizzo dell’abitazione

• consegnando la ricetta all’incaricato (guardia giurata)

• attendendo che l’incaricato si rechi alla più vicina farmacia di turno e ritorni consegnando i farmaci a domicilio, pagando all’incaricato stesso l’eventuale ticket dovuto (come da scontrino rilasciato dalla farmacia).

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10 QUINDICI SALUTE

Una giornata ruggente sui Kart per i pazienti della Pediatria di Camposampiero

Tutto è nato dalla commozione di un meccanico nei confronti di un bimbo che si aggirava per i corridoi dell’ospe-dale di Camposampiero, facendo scorrere un palo con una flebo attaccata. Lui, Roberto Gamba è un meccanico appassionato del suo lavoro, che ogni tanto, mentre avvita un bullone o fa le sue diagnosi di anomalie dei motori, mi racconta dei suoi fine settimana trascorsi fra giovani piloti come commissa-rio di gare nazionali ed internazionali di Kart. Un giorno mi ha proposto di fare un regalo speciale ai pazienti della Pediatria di Camposampiero, intuendo che per loro sarebbe stato entusiasmante fare un giro sui suoi Kart e la proposta della manifestazione è stata subito accolta dal Direttore Generale Francesco Benazzi. Quest’anno siamo giunti alla terza edizione, abbiamo rivisto volti noti, ma anche altri pazienti e simpatizzanti, una trentina di bambini accompagnati dai genitori. Il circuito semplice era improntato per rispettare un percorso e la segnaletica stradale, calmando ogni tanto lo spirito agonistico. Nel clima festoso, mentre alcuni pilotavano, altri disegnavano o facevano merenda. Al termine il nostro “meccanico” ha omaggiato i bambini con una maglietta e dei giochi da spiaggia devoluti da un benefattore, mentre al Primario della Pediatria, il Dr. Filippone, ha consegnato una targa ricordo.

Qualche altra nota su Roberto Gamba: lui è quello che con grande umanità ha permesso ad Alex Zanardi di rimettersi alla guida, dopo il suo grave incidente, proprio su uno dei suoi Kart.“Sai, gli ho attaccato le protesi delle gambe, una al pedale dell’ac-celeratore, l’altra al pedale del freno…”. Zanardi dopo poco è ritornato alle competi-zioni vincendo. Sulle pareti della sua officina ha esposto ringrazia-menti e dediche di vari campioni del mondo dei motori: Senna, Hamilton, Rosberg e altri, ma anche di

giovani talenti, che forse domani saranno sportivi affermati. Adiacente alla sua officina di Campodarsego, dove lavora con il fratello ed il figlio, c’è anche un circuito dotato di segnaletica e semafori, intitolato “Due ruote sicure” e ideato per la sicurezza stradale, visto che quella in cui lui crede è soprattutto l’educazione preventiva. Capita di vedere scolaresche intere di bambini, accompagnate dai vigili urbani dei comuni limitrofi, che trascorrono una mattinata per ottenere il loro sudato patentino di scuola guida. A volte, lasciando spazio a un imprevisto, accadono fatti notevoli. Un grazie ancora a tutti: servizio di sicurezza, infermieri, capo sala, servizio cucina, servizio tecnico, che hanno consentito che ciò accadesse.

di Diego Pizzato Medico Pediatria Camposampiero

L’importanza di prevenire le malattie attraverso la diffusione di una vera e propria cultura popolare in materia, primo passo per l’impo-stazione di uno stile di vita sano, non ha oramai bisogno di sottoli-neature. Anche in età nelle quali i cosiddetti “acciacchi” tendono a manifestarsi diffusamente, l’importanza di un invecchiamento attivo, con l’adozione pratica di utili consigli in materia di salute, può contri-buire molto a una qualità della vita elevata. Persuasi della necessità di intensificare gli sforzi di divulgazione sanitaria e di prevenzione, l’Auser (Onlus di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e a far crescere il ruolo dei senior nella società) e la nostra Azienda Ulss 15, in collabora-zione con molte altre associazioni di volontariato hanno promosso a partire dal mese di ottobre l’organizzazione di 25 incontri con gli esperti di salute nei vari territori del Camposampierese e dell’Alta Padovana. Gli argomenti in calendario con gli incontri spazieranno, in un vasto arcipelago di patologie - diffuse, ma anche prevenibili - dal mal di schiena al diabete, dai tumori all’Alzheimer, dalle malattie cardiovascolari alle allergie, dall’importanza dell’esercizio fisico ad una corretta alimentazione.

INCONTRI CON ... L’ ESPERTO Anno accademico 2012 - 2013

GLI ESPERTI ARRIVANO SUL NOSTRO TERRITORIOL’importanza di una cultura popolare per la salute

9 OTTOBRE 2012 ore 15.00 “Alzheimer, supporto alla famiglia” Dr. Emilio Garbin Sala Forum Curtarolo

17 OTTOBRE 2012 ore 15.00“Alzheimer, supporto alla famiglia” Dr. Anna CecconSala Filarmonica Camposampiero

18 OTTOBRE 2012 ore 20.30 “Importanza dell’attività fisica in età avanzata” Dr. Daniela PrimonSala Biblioteca Santa Giustina in Colle

25 OTTOBRE 2012 ore ore 15.00 “L’alimentazione: curarsi con il cibo” Dr. Lucia CorteseSala Consiliare Piazzola Sul Brenta

31 OTTOBRE 2012 ore 15.30“Siamo cio’ che mangiamo? ” Dr. Lucia CorteseTorre di Malta Cittadella

Segreteria organizzativa e informazioni AUSERprof. PAOLO SENSOLO Responsabile AUSER Alta Padovanacell. [email protected]

dalla nostra redazione

14 NOVEMBRE 2012 ore 20.45“Alzheimer, supporto alla famiglia” Dr. Emilio GarbinMunicipio San Giorgio delle Pertiche

22 NOVEMBRE 2012 ore 20.30 “Alimentazione e salute, curarsi mangiando”. Dr. Tiso TomaselloSala Biblioteca Santa Giustina In Colle

27 NOVEMBRE 2012 ore 15.00 “-il cuore in eta’ avanzata” Dr. Roberto CarlonSala Forum Curtarolo

29 NOVEMBRE 2102 ore 15.00 “Il tumore al seno” Dr. Renato TrevisanSala Consiliare Piazzola sul Brenta

12 DICEMBRE 2012 ore 15.30“Il mal di schiena, come prevenirlo e curarlo” Dr. Barbara RuzzanteTorre di Malta Cittadella

18 DICEMBRE 2012 ore 15.00 “Le regole per vivere a lungo in buona salute” Dr. Costantino ScreminSala Forum Curtarolo

10 GENNAIO 2013 ore 15.30 “Osteoporosi e fratture da fragilità: conoscere e prevenire” Dr. Costantino Scremin – Dr. Barbara RuzzanteSaletta Nico e Mario Pavan Galliera Veneta

16 GENNAIO 2013 ore 15.00“Il cuore in eta’ avanzata” Dr. Enzo MantovaniSala Filarmonica Camposampiero

17 GENNAIO 2013 ore 15.30 “I disturbi dell’alimentazione” Dr. Tiso Tomasello Saletta Nico e Mario Pavan Galliera Veneta

23 GENNAIO 2013 ore 15.30 “Le malattie della tiroide” Dr. Natalino SimioniTorre di Malta Cittadella

24 GENNAIO 2013 ore 15.30“Il Diabete” Dr. Natalino SimioniSaletta Nico e Mario Pavan Galliera Veneta

31 GENNAIO 2013 ore 20.30 “Il tumore al seno“ Dr. Angelo GiacomazziSala Pubblica Fratte

5 FEBBRAIO 2013 ore 15.00“Il mal di schiena, come prevenirlo e curarlo” Dr. Barbara Ruzzante Cà Brenta Campo San Martino

28 FEBBRAIO 2013 ore 15.00 “Allergie e intolleranze alimentari” Dr. Laura MagrinSala Consiliare Piazzola sul Brenta

6 MARZO 2013 ore 20.45“Alimentazione e Salute” Dr. Lucia CorteseMunicipio San Giorgio delle Pertiche

7 MARZO 2013 ore 20.30 “La donazione degli organi” Dr. Livio TodescoSala Pubblica Fratte

13 MARZO 2013 ore 15.30 “Allergie e intolleranze alimentari” Dr. Laura MagrinTorre di Malta Cittadella

26 MARZO 2013 ore 15.00 “Importanza dell’attività fisica in età avanzata” Dr. Daniela PrimonCà Brenta Campo san Martino

3 APRILE 2013 ore 15.00 “Come invecchiare bene” Dr. Costantino ScreminSala Filarmonica Camposampiero

11 APRILE 2013 ore 15.00 “Conseguenze psicologiche legate al tumore della prostata per l’uomo e dell’utero per la donna” Dr. Luca Riccardi Sala Consiliare Piazzola Sul Brenta

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11QUINDICI SALUTE

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IL SERVIZIO DI DIABETOLOGIA DI CITTADELLA TRASLOCAIl Servizio di Diabetologia di Cittadella ha traslocato dall’attuale sede collocata presso il Centro Pontarollo ai nuovi spazi dedicati all’interno dell’ospedale e più precisamen-te al terzo piano del blocco medico – Area blu.

SISTEMA DI ACCESSO AL PRONTO SOCCORSO PER I BAMBINIE’ stato uniformato il sistema di accesso dei bambini in Pronto -Soccorso. Il Pronto Soccorso accoglie e tratta direttamente i bambini che vi accedono a seguito di un trauma o in situazioni di urgenza ed emergenza (codici di gravità rosso o giallo).Negli altri casi e cioè per codici di gravità bianco o verde, il bambino viene inviato dal Pronto soccorso al reparto di Pediatria, dove viene seguito. A conclusione, il bambino potrà rientrare a casa senza dover passare nuovamente dal Pronto Soccorso per la chiusura della pratica.Se è dovuto il pagamento del ticket, esso ammonta a 20,50 euro per la visita pediatri-ca. A questi si aggiungono gli eventuali ticket per consulenze ed esami.Si ricorda che nei giorni festivi e pre-festivi è anche attivo l’Ambulatorio Pediatrico organizzato dai pediatri di famiglia. Si rivolge ai minori di 14 anni (e ai minori di 16 anni, se in carico al pediatra) residenti nell’Ulss 15 che necessitano di prestazioni non rinviabili. Il servizio è operativo a Camposampiero presso il Poliambulatorio, area Arancio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00.

I NUOVI PRIMARIMarco Filippone è il nuovo direttore dell’U-nità operativa di Pediatria dell’ospedale di Camposampiero. Specializzato in Pediatria e in Neonatologia, ha acquisito esperienze presso varie aziende sanitarie del Veneto. Dal 2000 ha lavorato presso l’Azienda Ospedaliera di Padova con incarico Dirigenziale di Alta Specialità in “Fisiopatologia e Terapia Respiratoria” afferente all’U.O.C. Patologia Neonatale. Conta un nutrito curriculum di aggiornamento e formazione negli Stati Uniti, dove ha svolto anche attività di insegnamento.

Roberto Verlato è il nuovo direttore della Cardiologia dell’Ospedale di Camposampiero. Specializzatosi in cardiologia presso l’Università di Padova, svolge la sua attività a Camposampiero dal 1983. Tra i primi, ha iniziato l’attività di Elettrofisiologia Interventistica, acquisendo una riconosciuta competenza per la quale il centro dell’Alta Padovana è uno dei riferi-menti in Italia. Dal 2009 opera interventi di ablazione delle vene polmonari divenendo Camposampiero il quarto centro in Europa. Nel corso della sua vita professionale, il dott. Verlato, oltre ad aver prodotto molte pubblicazioni scientifi-che e ad avere un nutrito curriculum di formazione e aggiornamento svoltosi prevalentemente in Francia, ha eseguito migliaia di interventi e numerose consulenze presso la Cardiologia dell’Università di Padova e di diversi ospedali italiani e veneti.

Carlo Doroldi è il nuovo Direttore dell’Unità operati-va di Medicina dell’ospedale di Camposampiero. Laureatosi a Padova, ha poi conseguito il diploma di specializzazione in Medicina Interna presso la stessa Università. 50 anni, sposato e padre di 3 figli, la sua carriera si è sviluppata presso l’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, ove ha operato presso l’Unità Operativa Medicina Interna 2. All’attività clinica ha poi affianca-to negli ultimi anni l’attività in campo organizzativo, occupandosi in particolare dei temi dell’accredita-mento e della sicurezza del paziente. Dal 2011 gli era stata anche affidata la direzione della nuova unità operativa di Day Hospital dell’area medica.

SEMPLIFICATO IL PERCORSO PER LE DONNE IN GRAVIDANZA CHE DEVONO RICHIEDERE L’ASTENSIONE ANTICIPATA DAL LAVORO Il Servizio di Medicina Legale dell’Ulss 15 segue, in via esclusiva, tutto l’iter relativo alla richiesta di astensione anticipata dal lavoro dovuta a gravi complicanze della gravidanza e cioè tutti quei casi in cui la gravidanza è a rischio per una patologia preesistente o sopraggiunta.

La lavoratrice residente nell’Ulss 15 deve:• essere in possesso di un certificato medico rilasciato da un ginecologo del Servizio

Sanitario Nazionale o da un ginecologo privato;• compilare la richiesta per l’astensione anticipata utilizzando il modulo che trova

nel sito internet www.ulss15.pd.it o presso gli ambulatori di Medicina Pubblica distrettuali o presso il Servizio di Medicina Legale;

• far pervenire il certificato e la richiesta al Servizio di Medicina Legale tramite mail all’indirizzo: [email protected] oppure tramite fax al numero 049.9822114 oppure tramite il Distretto Socio Sanitario.

Sarà il Servizio di Medicina Legale a predisporre il provvedimento che invierà all’INPS, al Datore di Lavoro e alla lavoratrice. Per informazioni: [email protected] casi in cui la gravidanza sia a rischio per motivi imputabili al lavoro ci si rivolge invece alla Direzione territoriale del lavoro di Padova.

LA DENSITOMETRIA A CITTADELLAPresso la Radiologia dell’ospedale di Cittadella è stato attivato un Servizio per la Densitometria Ossea. Gli esami, che interessano principalmente le donne, sono la densitometria lombare e la densitometria femorale. La nuova attrezzatura consente un miglior inquadramento diagnostico rispetto alle metodiche del passato. La prestazione è prenotabile tramite call center allo 049.8285309

RIORGANIZZATA L’AREA DI ACCOGLIENZA IN PRONTO SOCCORSO A CAMPOSAMPIEROPresso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Camposampiero sono state recentemente riorganizzate le aree di accoglienza dei pazienti. Nell’Area Rossa vengono trattati pazienti con codici rossi o gialli; nell’Area Verde vengono trattati pazienti con codici verdi o bianchi. Per rispondere al meglio alle esigenze del Pronto Soccorso, sono presenti tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00 due medici e 2 infermieri in area verde e 1 medico e 3 infermieri in area rossa. Questa riorganizzazione ha permesso di ridurre i tempi di attesa per i codici bianchi e verdi, ottenendo una maggior efficienza nella gestione dei pazienti che si rivolgono al Pronto Soccorso.In ogni momento i cittadini possono anche sapere quanto è affollato il Pronto Soccorso di Camposampiero e quello di Cittadella. E’ sufficiente collegarsi al sito internet www.ulss15.pd.it e cliccare il pulsante “Pronto Soccorso” collocato in home page. Vengono visualizzati:• il numero di pazienti in trattamento e il numero di pazienti in attesa distinti secondo

il codice di gravità attribuito (rosso, giallo, verde, bianco);• mediamente da quanto tempo sono in attesa i pazienti che non sono ancora in tratta-

mento, distinti secondo il codice di gravità attribuito (rosso, giallo, verde, bianco).

UN SERVIZIO DI CHECK-UP A PAGAMENTOL’Azienda Ulss 15 Alta Padovana ha avviato in via sperimentale un servizio di check-up a pagamento. Il cittadino che volesse effettuare un controllo del suo stato di salute può fruire di un pacchetto di prestazioni che comprendono alcuni esami del sangue, radiologici e cardiologici a cui segue una valutazione complessiva a cura di un medico specialista internista.Il pacchetto di prestazioni offerte con il check –up è stato definito da un gruppo di clinici e si differenzia tra uomini e donne. Il cittadino può scegliere tra un pacchetto base, sufficiente al controllo della maggioranza della popolazione e un pacchetto di presta-zioni più complesso e ampio. Il costo varia da 230 a 730 euro. Per accedere al check-up non serve l’impegnativa. Le prestazioni vengono normalmen-te effettuate in un solo giorno che va programmato rivolgendosi a:• Camposampiero, presso il Day Service, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 telefono 049.9324982• Cittadella, presso il Day Surgery centralizzato, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 telefono: 049.9424795

NON FARE LA CODA AGLI SPORTELLI: RITIRA I REFERTI DI LABORATORIO ON LINEI cittadini possono ottenere i referti dei propri esami di laboratorio direttamente a casa, dal proprio computer. Scaricare un referto on line è semplice e richiede poche operazioni. I cittadini che vogliono fruire di questa possibilità al momento del prelievo ricevono un foglio informativo con le istruzioni utili e un numero di codice (PIN), che consente di visualizzare o scaricare il proprio referto.E’ possibile scaricare i referti dei propri esami solo dopo aver pagato la prestazione (se dovuto e cioè se non si è esenti).Il cittadino dispone di 30 giorni - a partire dalla data precisata per il ritiro – per scaricare i propri referti. Superato questo periodo i referti non sono più visualizzabili. Nel caso non vengano ritirati né in rete né allo sportello entro il periodo indicato, l’Azienda applica le sanzioni previste.

EDITOREAZIENDA ULSS n.15Via Casa di Ricovero, 40 - 35013 Cittadella (PD)

DIRETTORE RESPONSABILENicoletta Masetto

COMITATO DI REDAZIONEGiorgio Brogliati, Stefano Formentini, Noemi Muraro, Maurizio Osti, Massimo Palmosi, Mara Sacchetto, Patrizia Torresin.

COORDINATRICE DI REDAZIONEMarina Ranzi

REALIZZAZIONE GRAFICAMEDIA BROKERS s.r.l. - Padova

STAMPABIBLOS s.r.l. Edizioni - Cittadella

Chiuso in Redazioneil 30/09/12

QUINDICI SALUTEviene distribuito

gratuitamente nelle sedi dell’Azienda Ulss 15

“Alta Padovana”

Registrazione del Tribunale di Padova n. 1475

del 20/09/95

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12 QUINDICI SALUTE

TURNI DI GUARDIA FARMACEUTICA NOTTURNA E FESTIVA AZIENDA ULSS N° 15:Orario di apertura delle farmacie: da Lunedì a Venerdì dalle ore 9,00 alle 12,30 e dalle ore 15,45 alle 19,30. Sabato dalle ore 9,00 alle 12,45.

Le farmacie possono anche ampliare l’orario di apertura giornaliero o effettuare aperture straordinarie in giorni prefestivi e festivi (Legge27/2012)

I Turni iniziano all’orario di chiusura del Venerdì

TURNO N° 7: CITTADELLA Via Roma, 35 MARENDUZZO DOTT. ENRICO Tel. 049-597.32.10

dal 19/10/2012 MARSANGO di CAMPO SAN MARTINO Via L.da Vinci, 17 LUSIANI DOTT. GINO Tel. 049-55.20.29

al 26/10/2012 BUSA di VIGONZA Via Regia, 71 LAGO D.SSA M. GRAZIA Tel. 049-62.82.39

TREBASELEGHE Via Verdi, 6 LIBRALESSO DOTT. GIUSEPPE Tel. 049-938.50.24

RESCHIGLIANO di CAMPODARSEGO Via Pontarola, 68 FARMACIA di RESCHIGLIANO srl Tel. 049-9201901

TURNO N° 8: S.PIETRO IN GU’ Via Vittorio Emanuele II°, 1 LUCATELLO DOTT. MARIANO Tel. 049-599.11.00

dal 26/10/2012 S.GIORGIO IN BOSCO Via Valsugana, 130 LANCINI di Filoso Francesca Tel. 049-599.60.04

al 02/11/2012 CAMPODARSEGO Via Antoniana, 187 PEDRINA D.SSA ANNA Tel. 049-556.40.10

LOREGGIA Via Aurelia, 16 TONIATO DOTT. ALESSANDRO Tel. 049-930.19.02

GALLIERA VENETA Località MOTTINELLO Via Mottinello Nuovo, 32 BRUNATI DOTT. FRANCO Tel. 049-944.04.76

TURNO N° 9: GAZZO PADOVANO Piazza IV Novembre, 44 BORDIGNON D.SSA ANTONELLA Tel. 049-942.57.23

dal 02/11/2012 VILLA DEL CONTE Via Cà Dolfin, 5/A ZANON D.SSA GIORGIA Tel. 049-939.02.50

al 09/11/2012 VIGODARZERE Via Roma, 340 BRESCIANI DOTT. FILIPPO Tel. 049-887.10.16

CAMPOSAMPIERO Via Rialto, 3 RIALTO s.a.s. di Nicola Partipilo & C. Tel. 049-579.01.13

CITTADELLA Località SAN DONATO Via San Donato, 2/A LAGO D.SSA EMANUELA Tel. 049-940.44.47

TURNO N° 10: PIAZZOLA SUL BRENTA Via Roma, 14 VACCATO D.SSA LUISELLA Tel. 049-559.01.05

dal 09/11/2012 ONARA di TOMBOLO Via Sen. G. Cittadella, 20 CIRILLI snc di Cirilli Massimiliano e Giovanni Tel. 049-599.31.12

al 16/11/2012 S.ANDREA di CAMPODARSEGO Via Caltana, 214 ADAMI D.SSA ANNA MARIA Tel. 049-556.41.45

S.GIUSTINA IN COLLE Piazza dei Martiri, 26-27-28 TOMBOLATO di Occari D.ssa Maria Tel. 049-930.33.33

FONTANIVA Via Dante, 72 COMUNALE BEATO BERTRANDO srl Tel. 049-5941683

TURNO N° 11: PRESINA di PIAZZOLA SUL BRENTA Via Grantorto, 34 CAVINATO DOTT. ARMANDO Tel. 049-559.01.20

dal 16/11/2012 TOMBOLO Via Roma, 64 FARMACIE ANDRETTA snc DOTT. Albino Tel. 049-596.90.15

al 23/11/2012 SALETTO di VIGODARZERE Via Marconi, 33 FRATTINA del DOTT. F.Frattina e C. s.a.s. Tel. 049-76.74.92

CAMPOSAMPIERO Borgo Trento Trieste, 4 CURRI D.SSA MELANIA Tel. 049-579.01.33

PERAGA di VIGONZA Via Arrigoni, 2/A MAGRIN D.SSA WILMA Tel. 049-8095133

OTTOBRE-NOVEMBRE 2012

TURNO N° 1: CITTADELLA Località POZZETTO Via Postumia di Ponente, 11 FAVARIN DOTT. ENRICO Tel. 049-940.17.90

dal 23/11/2012 PIEVE di CURTAROLO Via De Gasperi, 38 IANNIS D.SSA FLAVIA Tel. 049-559.11.16

al 30/11/2012 VILLANOVA DI CAMPOSAMP. Via Caltana, 90 PACCANARO DI SMANIA DOTT. EUGENIA Tel. 049-922.00.42

TORRESELLE di PIOMBINO DESE Via Massari, 1/D BOESSO DOTT. VITTORIO Tel. 049-574.63.77

LOREGGIOLA di LOREGGIA Via Pio X, 51 FARMACIA di LOREGGIOLA sas Tel. 049-9355793

TURNO N° 2: CARMIGNANO DI BRENTA Via Marconi, 15 FAVARO s.n.c. Tel. 049-595.70.29

dalL 30/11/2012 GALLIERA VENETA Via Roma, 119 SANT’ANNA DI ISOLATO FABIO Tel. 049-596.91.74

al07/12/2012 TREMIGNON di PIAZZOLA SUL BRENTA Via Marconi, 135 AGOSTINI DOTT. ENRICO Tel. 049-559.02.52

RUSTEGA di CAMPOSAMPIERO Via Borgo Rustega, 71 SANTO SPIRITO DI ROSSI ROBERTA Tel. 049-9302518

PERAROLO di VIGONZA Via A. Diaz, 164 BALBINOT D.SSA GLORIA Tel. 049-893.65.87

TURNO N° 3: CITTADELLA Via Garibaldi, 13 CARMIGNOTO s.n.c. Tel. 049-597.06.00

dal 07/12/2012 ARSEGO di S.GIORGIO DELLE PERTICHE Via Roma, 287 ALLA SALUTE di Rigoni D.ssa Nicoletta Tel. 049-574.20.29

al 14/12/2012 PIONCA di VIGONZA Via Meucci, 60 GIACOMAZZI DOTT. MAURIZIO Tel. 049-800.53.33

MASSANZAGO Via G.Marconi, 50 PAJETTA DOTT. MARIO Tel. 049-579.70.10

TAGGI’ DI SOTTO di VILLAFRANCA PADOV. Via Ponterotto, 46/50 COMUNALE di VILLAFRANCA PADOVANA srl Tel. 049-907.50.88

TURNO N° 4: FONTANIVA P.za M.P. Nichele, 24 ALL’ANGELO s.n.c. di Carmignoto L. & C. Tel. 049-594.19.94

dal 14/12/2012 S.MARTINO DI LUPARI P.za XXIX Aprile, 6 PINZERATO DOTT. GIOVANNI Tel. 049-595.20.08

al 21/12/2012 CAMPODORO Via Roma, 24 CAMPODORO s.n.c. D.SSA Carla Tel. 049-906.51.14

BORGORICCO Via Desman, 159 OCCARI di Berton Maria Ester Tel. 049-579.80.05

PIOMBINO DESE P.za E.Gaspari, 8 PAJETTA s.n.c. di Pajetta A. & C. Tel. 049-936.51.89

TURNO N° 5: CITTADELLA Via Porta Vicentina, 7 PASINATO D.SSA MARILENA Tel. 049-597.01.60

dal 21/12/2012 S.MARIA DI NON di CURTAROLO Via Monte Nero, 82 SPADA s.a.s. di Spada Nevia e C. Tel. 049-55.70.80

al 28/12/2012 VIGONZA Via Noalese, 4 MANTOAN DOTT. MASSIMO Tel. 049-809.68.90

S.AMBROGIO di TREBASELEGHE Via S.Ambrogio, 44 DI PIETRO DOTT. CIRO Tel. 049-937.80.65

S.MICHELE D/BADESSE di BORGORICCO Piazza Giovanni XXIII, 11 COMUNALE SAN MICHELE srl Tel. 049-933.64.01

ABBAZIA PISANI di VILLA DEL CONTE Piazza Pio X, 1 FARMACIA S. EUFEMIA srl Tel. 049-9390331

TURN O N° 6: GRANTORTO Via degli Alpini, 3 CICERO D.SSA KATIA Tel. 049-596.00.04

dal 28/12/2012 S.MARTINO DI LUPARI Via Cardinal Agostini, 131 FORTI D.SSA ANNALISA Tel. 049-595.20.81

al 04/01/2013 VILLAFRANCA PADOV. Via Roma, 92 MARCHETTI DOTT. SILVIO Tel. 049-905.00.15

S.GIORGIO DELLE PERTICHE Via Verdi, 2 FARMACIA CARMIGNOTO S.A.S. Tel. 049-574.71.66

SILVELLE di TREBASELEGHE Piazza Chiesa Silvelle, 13 FARMACIA DI SILVELLE DEL DOTT. FRACCARO Tel. 049-938.55.09

TURNO N° 7: CITTADELLA Via Roma, 35 MARENDUZZO DOTT. ENRICO Tel. 049-597.32.10

dal 04/01/2013 MARSANGO di CAMPO SAN MARTINO Via L.da Vinci, 17 LUSIANI DOTT. GINO Tel. 049-55.20.29

al 11/01/2013 BUSA di VIGONZA Via Regia, 71 LAGO D.SSA M. GRAZIA Tel. 049-62.82.39

TREBASELEGHE Via Verdi, 6 LIBRALESSO DOTT. GIUSEPPE Tel. 049-938.50.24

RESCHIGLIANO di CAMPODARSEGO Via Pontarola, 68 FARMACIA di RESCHIGLIANO srl Tel. 049-9201901

TURNO N° 8: S.PIETRO IN GU’ Via Vittorio Emanuele II°, 1 LUCATELLO DOTT. MARIANO Tel. 049-599.11.00

dal 11/01/2013 S.GIORGIO IN BOSCO Via Valsugana, 130 LANCINI di Filoso Francesca Tel. 049-599.60.04

al 18/01/2013 CAMPODARSEGO Via Antoniana, 187 PEDRINA D.SSA ANNA Tel. 049-556.40.10

LOREGGIA Via Aurelia, 16 TONIATO DOTT. ALESSANDRO Tel. 049-930.19.02

GALLIERA VENETA Località MOTTINELLO Via Mottinello Nuovo, 32 BRUNATI DOTT. FRANCO Tel. 049-944.04.76

TURNO N° 9: GAZZO PADOVANO Piazza IV Novembre, 44 BORDIGNON D.SSA ANTONELLA Tel. 049-942.57.23

dal 18/01/2013 VILLA DEL CONTE Via Cà Dolfin, 5/A ZANON D.SSA GIORGIA Tel. 049-939.02.50

al 25/01/2013 VIGODARZERE Via Roma, 340 BRESCIANI DOTT. FILIPPO Tel. 049-887.10.16

CAMPOSAMPIERO Via Rialto, 3 RIALTO s.a.s. di Nicola Partipilo & C. Tel. 049-579.01.13

CITTADELLA Località SAN DONATO Via San Donato, 2/A LAGO D.SSA EMANUELA Tel. 049-940.44.47

TURNO N° 10: PIAZZOLA SUL BRENTA Via Roma, 14 VACCATO D.SSA LUISELLA Tel. 049-559.01.05

dal 25/01/2013 ONARA di TOMBOLO Via Sen. G. Cittadella, 20 CIRILLI snc di Cirilli Massimiliano e Giovanni Tel. 049-599.31.12

al 01/02/2013 S.ANDREA di CAMPODARSEGO Via Caltana, 214 ADAMI D.SSA ANNA MARIA Tel. 049-556.41.45

S.GIUSTINA IN COLLE Piazza dei Martiri, 26-27-28 TOMBOLATO di Occari D.ssa Maria Tel. 049-930.33.33

FONTANIVA Via Dante, 72 COMUNALE BEATO BERTRANDO srl Tel. 049-5941683

TURNO N°11: PRESINA di PIAZZOLA SUL BRENTA Via Grantorto, 34 CAVINATO DOTT. ARMANDO Tel. 049-559.01.20

dal 01/02/2013 TOMBOLO Via Roma, 64 FARMACIE ANDRETTA s.n.c. Tel. 049-596.90.15

al 08/02/2013 SALETTO di VIGODARZERE Via Marconi, 33 FRATTINA del dott. F.Frattina e C. s.a.s. Tel. 049-76.74.92

CAMPOSAMPIERO Borgo Trento Trieste, 4 CURRI D.SSA MELANIA Tel. 049-579.01.33

PERAGA di VIGONZA Via Arrigoni, 2/A MAGRIN D.SSA WILMA Tel. 049-8095133

NOVEMBRE DICEMBRE 2012/ GENNAIO 2013