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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

LA PRIMA FANCIULLEZZA

LO SVILUPPO DEL SÉ DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITÀ

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Il concetto di sé Da 3 a 6 anni il bambino sviluppa un concetto di sé che comprende

–  non solo il proprio aspetto –  ma anche attività, preferenze capacità

Descrizioni di sé basate su dati concreti (visibili ad altri) –  caratteristiche negative raramente nominate –  caratteristiche positive enfatizzate e poco realistiche

Visione irrealistica di sé diversamente spiegata –  Freud, Piaget: incapacità di differenziare desideri e

realtà –  Psicologi evoluzionisti: ottimismo protettivo, capacità

di registrare i propri progressi con confronti temporali Più tardivo il ricorso al confronto sociale per la valutazione di sé

Importante il sostegno degli altri significativi

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Concetto di sé e teorie sulle abilità Il concetto di sé può essere considerato una teoria

specifica nella cornice della teoria della mente C. Dweck ha individuato due orientamenti generali

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I prescolari non distinguono tra intelligenza e sforzo e valutano rispetto a cattiveria-bontà; alcuni sono pro-entità, altri pro-incrementale

Nei bambini più grandi (scuola elementare e media) tale dicotomia è stata studiata in relazione a intelligenza, personalità e competenza sociale

teoria dell’entità le persone possiedono

qualità e tratti permanenti, innati e poco modificabili

teoria incrementale le persone hanno potenzialità su cui influisce l’ambiente e modificabili con l’impegno

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Vergogna e senso di colpa

Vergogna •  Valutazione negativa di sé globale •  Senso di incapacità, fallimento •  Desiderio inutile di scomparire •  Indotta da temperamento difficile o

pratiche educative fredde, o troppo controllanti, o umilianti

•  Se eccessiva si associa a disturbi psicologici

•  Deriva dall’imbarazzo

Senso di colpa •  Valutazione negativa di azioni

specifiche •  Attenzione rivolta al proprio

comportamento o alla vittima •  Desiderio positivo di riparare •  Deriva dall’empatia •  Si distingue in

e

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Negli adulti l’empatia correla positivamente con il senso di colpa e negativamente con la vergogna

Emozioni autocoscienti della prima fanciullezza più studiate

sentirsi in colpa in circostanze appropriate

sentirsi sempre in colpa

predisposizionale cronico

associato a disturbi mentali

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Conoscenza delle emozioni

•  3 anni: il bambino conosce i nomi delle emozioni fondamentali, le loro cause ed espressioni e i probabili comportamenti che ne seguono (script)

•  4 anni: collega le emozioni non solo a circostanze esterne ma anche a credenze e desideri

•  Fino a 5-6 anni: inferisce le emozioni altrui soprattutto dalle espressioni, ha difficoltà a conciliare indici contrastanti

•  Età scolare: crescente capacità di conciliare indici contrastanti

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Conoscenza delle emozioni (1)

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Capacità - età di comparsa Compiti superati dal bambino nel TEC

Riconosce le espressioni di emozioni fondamentali (gioia, paura, tristezza collera) 4 anni

Associa i nomi delle emozioni a immagini schematiche di volti che ne raffigurano le espressioni

Comprende le cause esterne di emozioni fondamentali 5 anni

Associa emozioni a situazioni (tristezza e morte del criceto, gioia e regalo, collera e fratellino che disturba)

Comprende il ruolo dei desideri 5 anni

Capisce che tre 2 bimbi affamati gradirà l’insalata solo quello cui piace

Comprende il ruolo delle credenze 5 anni

Capisce che un coniglietto non ha paura della volpe se non si accorge che c’è

Lo sviluppo delle conoscenze sulle emozioni può essere valutato con il TEC (Test di Comprensione delle Emozioni) di Pons e Harris (adattam. it. di Albanese e Molina, 2008)

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Conoscenza delle emozioni (2)

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Capacità - età di comparsa Compiti superati dal bambino nel TEC

Comprende il ruolo dei ricordi 5 anni

Capisce che un bambino è felice se vede la foto di un amico, triste se vede la foto del suo coniglietto che è morto

Distingue tra emozione provata ed esibita 6 anni

Capisce che un bambino preso in giro prova rabbia anche se sorride per non farlo capire

Comprende il ruolo della morale 6 anni

Pensa che un bambino che non ruba un biscotto è felice, mentre diviene triste se cede alla tentazione e lo prende

Sa come regolare l’esperienza emotiva 8 anni

Scarta modi poco efficaci per scacciare la tristezza e ne sceglie uno efficace (pensare ad altro)

Comprende le emozioni miste 8 anni

Attribuisce sia gioia che paura a un bimbo che ha ricevuto una bicicletta ma non è ancora capace di usarla

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Le regole di esibizione •  2 anni (o prima): il bambino sa esagerare

un’espressione per suoi scopi; ad es. strilla per un lieve malessere per attirare l’attenzione

•  3/4 anni: può simulare a scopo di inganno un’emozione positiva non provata –  conoscenza pratica che le espressioni non sempre

corrispondono a quello che una persona prova •  dai 6 anni: comprende i motivi per cui le

emozioni possono essere simulate o dissimulate (es.: ricerche sul “regalo deludente”) –  comprensione che le regole di esibizione possono servire

a facilitare i rapporti con gli altri

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

La regolazione delle emozioni 3-4 anni – si osservano varie strategie pratiche: •  restrizione degli input (coprirsi gli occhi o tapparsi le

orecchie) •  richiesta esplicita di aiuto e conforto •  minimizzare la portata di un evento (“non fa male”) o

anticiparne la fine (“la mamma torna presto”) •  gioco simbolico (Piaget 1945)

–  compensazione –  liquidazione –  anticipazione

dai 5-6 anni – studi con interviste •  capacità di spiegare come far passare un’emozione

spiacevole con attività piacevoli 9-10 anni •  riferimento a processi mentali: distrarsi, dimenticare

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Funzioni emotive del gioco Spencer: mezzo per liberarsi del surplus di energia Lazarus: gioco come rilassamento Stanley Hall: giochi delle varie età come ricapitolazione della storia evolutiva dell’uomo Groos: preesercizio delle abilità adulte Piaget: giochi d’esercizio sensomotori à piacere funzionale; gioco simbolico à trasforma e domina la realtà Vygotskij: strumento per realizzare desideri insoddisfatti Freud (Eikson, Winnicott): manifestazione simbolica di bisogni profondi Mead: contesto di sviluppo dei ruoli sociali e del Sé Bruner: palestra per il ragionamento sociale

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Punti di vista sulla moralità Locke (1632-1704): non esistono principi innati della moralità

–  le norme (ad es. rispettare la vita e la proprietà; onorare i contratti) vengono insegnate e seguite per la loro utilità

– necessità di socializzazione morale –  relativismo culturale

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Kant (1729-1804): la moralità ha basi innate nella natura umana; principi universali di giustizia e di rispetto per gli altri

Comportamentismo Psicoanalisi

Psicologi culturali

Piaget, Kohlberg Psicologia evoluzionistica

Shaftesbury (1671-1713) Hume (1711-1776) Smith (1723-1790) Rousseau (1712-1778) emozioni e “sentimenti morali”

Hoffman Turiel:

approcci da integrare

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Emozioni e moralità Le emozioni concorrono a gettare le basi della moralità: •  la capacità dell’infante di comprendere le espressioni

delle emozioni fondamentali permette di –  vedere gli effetti materiali delle proprie azioni –  osservare i concomitanti effetti emotivi –  incanalare il bambino verso le regole sociali

•  i sentimenti di empatia spingono ad agire positivamente –  per alleviare la sofferenza altrui –  per rimediare alla sofferenza se si ritiene di esserne causa

(dispiacere empatico à senso di colpa à azione)

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Altruismo e prosocialità Azioni altruistiche o prosociali = portare benefici all’altro

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senza benefici personali

•  Psicoanalisi: il comportamento prosociale è frutto del senso di colpa o dei valori interiorizzati del Super-Io

•  Apprendimento sociale: ruolo dell’imitazione •  Teoria social-cognitiva: include valutazione delle reazioni

altrui •  Piaget e Kohlberg: sottolineano il ruolo del ragionamento

morale •  Eisenberg: modello che include fattori individuali e

situazionali

La prosocialità cresce con l’età ed è più diffusa tra le

bambine indipendentemente

dal movente

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Sviluppo del dispiacere empatico

•  8-12 anni: empatia per la vita di una persona •  dall’adolescenza: empatia per un gruppo sofferente

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Consapevolezza di sé Dispiacere empatico

1. 1 anno differenziazione sé-altro ancora confusa

dispiacere empatico egocentrico

2. 1-2 anni consapevolezza di sé e degli altri come entità fisiche distinte

dispiacere empatico quasi egocentrico

3. 2 anni consapevolezza che gli altri hanno stati interni indipendenti dai propri

vero dispiacere empatico se l’emozione altrui e la causa sono visibili disagio personale se è visibile l’emozione altrui ma non la causa

4. 5-8 anni sé e altri sono dotati di identità e di una storia

dispiacere empatico senza vedere la causa

Hoffman: parallelismo tra coscienza di sé e dispiacere empatico

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Genesi e sviluppo del senso di colpa

Hoffman, questo collegamento non si forma spontaneamente: i bambini di 2-3 anni sono empatici solo se spettatori innocenti

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coscienza di sé + dispiacere empatico

+ attribuzione a sé della causa

senso di colpa

L’intervento disciplinare dell’adulto è necessario per

•  interrompere l’azione negativa

•  volgere l’attenzione alle conseguenze

•  suggerire una riparazione

Tecniche disciplinari:

Ripetuti interventi disciplinari creano uno script trasgressioneà(intervento del genitore)à senso di colpa senso di colpa dopo trasgressione à senso di colpa anticipatorio

• asserzione di potere

• ritiro dell’amore

• induzione + positiva

- positive, talora necessarie, alla lunga negative

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Differenze individuali in empatia e senso di colpa

•  possibile origine biologica (studi su effetti di lesioni cerebrali) •  contesto familiare (maltrattamento, pratiche educative) •  caratteristiche psicologiche (emotività, regolazione emotiva)

–  poca regolazione à poca simpatia o disagio personale –  buona regolazione à simpatia proporzionale all’emotività e nei

più grandi mediazione dell’attenzione focale (sugli altri) •  uso di meccanismi di disimpegno morale e razionalizzazioni

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s. di colpa cronico appropriato assente disagio personale simpatia indifferenza

scuse: si riconosce la gravità dell’azione, ma si attenua la propria responsabilità

giustificazioni: si riconosce la propria responsabilità, ma si attenua la gravità dell’azione

Si riscontrano già in età prescolare; in bambini più grandi e adulti correlano –  positivamente con sicurezza sociale, aggressione, razzismo –  negativamente con senso di colpa e prosocialità

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Meccanismi di disimpegno morale (Bandura)

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agiscono su giustificazione morale interpretazione

della propria condotta

confronto vantaggioso etichettamento eufemistico spostamento della responsabilità minimizzazione

della propria responsabilità

diffusione della responsabilità

ignorare o minimizzare le conseguenze dell’azione

effetti dell’azione

disumanizzazione della vittima valutazione della vittima attribuzione del torto alla vittima

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Comportamento morale e obbedienza Obbedienza – richiede il controllo inibitorio •  12-18 mesi: il bambino comincia a obbedire sul momento a

semplici richieste e comandi •  2 anni: inizia la comprensione delle regole •  2 anni e ½: verbalizzazione delle regole, rispetto, prevedibilità

dell’obbedienza –  a divieti di fare o toccare cose pericolose –  a regole di pulizia, di comportamento verso altri bambini e di

buona educazione •  3 anni: uso del linguaggio privato per “ripassare” le regole •  6 anni: le regole sono incorporate nel pensiero verbale Il passaggio da obbedienza situazionale, che richiede

controllo e insistenza, a obbedienza convinta •  è connesso a un attaccamento sicuro •  favorisce un’immagine morale di sé

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Comportamento morale e autocontrollo Per poter obbedire non basta la conoscenza delle regole e la

volontà di obbedire, occorre poter resistere alle tentazioni Capacità studiata con il paradigma del differimento della

gratificazione: –  viene stabilita una regola –  si crea la possibilità di violarla –  si osserva se e quanto il bambino resiste

L’autocontrollo può essere raggiunto mediante processi –  caldi (emotivo-motivazionali, poco studiati) –  freddi (cognitivi: pensare ad altro, rivalutare gli obiettivi, ecc.)

Disobbedienza: dà significato all’obbedienza Tra 2 e 5 anni: progressione evolutiva da

–  semplice rifiuto –  sfida all’adulto (facendo di proposito ciò che è proibito) –  strategie sempre più complesse di negoziazione

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Autocontrollo L’obbedienza è solo l’inizio di un lungo cammino

verso l’autocontrollo, studiato con il paradigma sperimentale del differimento della gratificazione

•  La capacità di resistere alle tentazioni (inibire un impulso) emerge tra i 18 e i 30 mesi

•  Presuppone: –  capacità rappresentative –  un adeguato sviluppo dei lobi frontali –  regolazione delle emozioni –  aumenta con l’età grazie a strategie per distogliere

l’attenzione dallo stimolo o diminuirne l’attrattiva

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Sviluppo della nozione di bugia

Teoria della mente: esperimenti con il paradigma della “falsa credenza”

•  3 anni: il bambino non sa difendersi con una bugia •  4 anni: sa mentire per imbrogliare un pupazzo cattivo

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Coniugi Stern: osservazione diretta •  pseudo-bugie inconsapevoli dei bambini piccoli Piaget: “colloquio clinico” e storie dilemmatiche

Nozione di bugia 1. parola cattiva 2. affermazione falsa, anche

per errore/scherzo 3. falsità tesa a ingannare

Giudizio di gravità della bugia in base a

1. effetto (realismo morale) 2. intenzione

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Il giudizio morale Psicoanalisi e comportamentismo: moralità =

interiorizzazione di regole trasmesse dagli adulti Piaget: la moralità eteronoma deriva da adulti (à 8 anni);

poi si passa all’autonomia morale

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•  4-5 anni: nessun criterio morale, scelte che privilegiano sé •  6-8 anni: criteri unilaterali (egualitarismo, reciprocità) •  9 anni à: coordinazione di criteri, distribuzione equa

Giustizia retributiva sanzione espiatoria sanzione che rimedia al danno

Giustizia distributiva à 7 anni: obbedienza prevale sulla giustizia 8-11 anni: pari distribuzione di risorse o incombenze 12 anni à: tenere conto della situazione di ogni individuo

Damon estende ai prescolari la ricerca di Piaget, anche con situazioni concrete di distribuzione di risorse

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LO SVILUPPO DEL SÉ, DELLE EMOZIONI E DELLA MORALITA’

Revisioni della prospettiva di Piaget Dunn, Nucci: ricerche osservative o quesiti più semplici à

meno eteronomia nei prescolari •  3 anni: distinzione tra

–  regole morali: universali, benessere e diritti delle persone –  regole convenzionali: variabili, modi di comportarsi (ad es. è più grave picchiare che mangiare con le mani) –  sfera personale: ambito non soggetto a regole esterne (punto di partenza per la nozione di libertà personale)

•  4 anni: norme morali non dipendono dall’autorità Fattori che inducono i bambini a distinguere: Diversità di reazione alle violazioni morali o convenzionali Feedback più coerente e informativo a violazioni morali

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