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Maria Grazia Petronio U.O. Ambiente e Salute Dipartimento di Prevenzione ASL 11 di Empoli La prevenzione negli strumenti di programmazione sanitaria: La prevenzione negli strumenti di programmazione sanitaria: La prevenzione negli strumenti di programmazione sanitaria: La prevenzione negli strumenti di programmazione sanitaria: limiti e prospettive limiti e prospettive limiti e prospettive limiti e prospettive INQUINAMENTO URBANO E PATOLOGIE CARDIO-VASCOLARI Firenze, Palazzo Vecchio, Salone de' Dugento - 7 Febbraio 2012

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Maria Grazia PetronioU.O. Ambiente e Salute

Dipartimento di Prevenzione ASL 11 di Empoli

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limiti e prospettivelimiti e prospettivelimiti e prospettivelimiti e prospettive

INQUINAMENTO URBANO E PATOLOGIE CARDIO-VASCOLARI

Firenze, Palazzo Vecchio, Salone de' Dugento - 7 Febbraio 2012

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Cosa vogliamo verificare?

� Viene effettuata un’analisi sul ruolo etiologicodei fattori di rischio ambientali?

� Viene fatta una riflessione sull’associazione tra questi fattori di rischio e lo stato di salute?

� L’allontanamento di questi fattori di rischio viene individuato come azione prioritaria?

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Il Piano Sanitario Nazionale 2008-2010

-Individua il rilancio della prevenzione tra le azioni prioritarie per lo sviluppo del servizio sanitario nazionale

-Introduce la Health Impact assessment (HIA) o VIS

-Riporta i settori per cui secondo l’OMS vi è evidenza scientifica di un impatto sulla salute pubblica:

trasporto, alimentazione, agricoltura, alloggi, rifiuti, energia, industria, urbanizzazione, acqua, radiazione, nutrizione.

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2. CONTESTI: OPPORTUNITÀ E VINCOLI 2.1. Gli scenari internazionali: scenario comunitario e internazionale 2.2. Il contesto istituzionale e normativo: 2.3 I diritti dei cittadini: la centralità dei LEA 2.4. Il quadro epidemiologico: l’evoluzione demografica e l’evoluzione deibisogni2.5. L’evoluzione scientifica e tecnica 2.6. Il contesto socio economico nazionale 2.7. Quali risorse per il Servizio sanitario nazionale 2.8. Gli strumenti della programmazione 2.9. Il rapporto con i cicli programmatori precedenti ed i Piani sanitari regionali

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2.4. Il quadro epidemiologico: l’evoluzione demografica e l’evoluzione deibisogni

Si individuano come prioritarie le areedelle malattie cardiovascolari(principale causa di morte e di consumo di risorse sanitarie)

dei tumori

delle altre malattie dell’invecchiamento

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3. L’EVOLUZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE: LE STRATEGIE PER LO SVILUPPO

� 3.1. Il Servizio sanitario nazionale: principi ispiratori, universalità del Servizio,

� equità, cooperazione� 3.2. La garanzia e l’aggiornamento dei LEA � 3.3. La sanità italiana in Europa, l’Europa nella sanità italiana� 3.4. La Prevenzione Sanitaria e la promozione della salute� 3.5. La riorganizzazione delle cure primarie � 3.6. L’integrazione delle reti assistenziali: sistemi integrati di reti

sovraregionali e� nazionali� 3.7. L’ integrazione tra diversi livelli di assistenza � 3.8. L’integrazione socio-sanitaria � 3.9. Il dolore e la sofferenza nei percorsi di cura � 3.10. La rete assistenziale per le cure palliative

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3.4. La Prevenzione Sanitaria e la promozione della salute

Obiettivi di salute prioritari

� la prevenzione cardiovascolare suddivisa nelle seguenti iniziative:

- diffusione della carta del rischio cardiovascolare a gruppi di soggetti- prevenzione della obesità nelle donne in età fertile e nel bambino- prevenzione attiva delle complicanze del diabete di tipo II nell’adulto e nelbambino, aumentando la compliance del paziente

- prevenzione delle recidive nei soggetti che hanno già avuto accidenti cardiovascolari, cosicché non si ripetano

� gli screening

� la prevenzione degli incidenti

� le vaccinazioni

� miglioramento della qualità dei servizi e delle attivitàvaccinali

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Altri obiettivi

…altri obiettivi di prioritario interesse ai fini della prevenzione dei rischi e promozione della salute, che verranno sviluppati successivamente:

lo sviluppo, in sinergia con la rete delle Agenzie per la Protezione Ambientale, di programmi per la tutela dell’ambiente, inteso quale fattore di qualità della salute, partendo dall’analisi dei dati epidemiologici integrati con quelli ambientali (cosiddetta epidemiologia ambientale)

Altri: sicurezza alimentare, lavoro, stili di vita…

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5. GLI OBIETTIVI DI SALUTE DEL SERVIZIO SANITARIONAZIONALE

5.1. La salute nelle prime fasi di vita, infanzia e adolescenza5.2. Le grandi patologie: tumori, malattie cardiovascolari, diabete e malattierespiratorie5.3. La non autosufficienza: anziani e disabili 5.4. La tutela della salute mentale 5.5. Le dipendenze connesse a particolari stili di vita 5.6 Il sostegno alle famiglie 5.7. Gli interventi in materia di salute degli immigrati e delle fasce sociali

marginali5.8. Il controllo delle malattie diffusive e la sorveglianza sindromica5.9. La sicurezza alimentare e la nutrizione 5.10. La Sanità veterinaria 5.11. La tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 5.12. Ambiente e salute

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5.1. La salute nelle prime fasi di vita, infanzia e adolescenza

Gli obiettivi da raggiungere nel triennio sono:

- miglioramento dell’assistenza ostetrica e pediatrico/ neonatologica

- educare i giovani alla promozione della salute, all’attività motoria, ai comportamenti e stili di vita adeguati

- prevenire la patologia andrologica e ginecologica nell’etàevolutiva;

- controllare e diminuire il sovrappeso e l’obesità- valutare con attenzione e contrastare il fenomeno del

doping……

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5.2. Le grandi patologie: tumori, malattie cardiovascolari, diabete e malattie respiratorie (vedere questo)

… il Programma di prevenzione cardiovascolare prevede quattro distinte iniziative:

1) la diffusione della carta del rischio a gruppi di soggetti;2) la prevenzione dell’obesitànelle donne in età fertile e nel

bambino;3) la prevenzione attiva delle complicanze del diabete di tipo

mellito4) la prevenzione delle recidive

Vanno inoltre promosse azioni di informazione e comunicazione sull’importanzadell’adozione di stili di vita sani…

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5.12. Ambiente e salute

In linea con gli obiettivi dell’OMS e dello sviluppo sostenibile, la strategia europea per l’ambiente e la salute rappresenta un ulteriore scenario per le politiche in detto ambito.Avviata con l’iniziativa SCALE (Science, Children, Awareness, Legalinstrument, Evaluation), tale strategia incentra l’attenzione sulla necessità di proteggere i gruppi più vulnerabili della società (i bambini), approfondendo i collegamenti fra problemi ambientali e la salute, per ridurre gli effetti avversi collegati a fattori ambientali.

La salute delle fasce di popolazione più vulnerabili (minori, anziani) deve costituire un obiettivo privilegiato su cui fondare le azioni in tale ambito.

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Inquinamento atmosferico e qualità dell’ariaSulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano, si può affermare con assoluta certezza che all’inquinamento atmosferico è attribuibile oggi una quota rilevante di morbosità acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato, e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni.Eventi climatici estremi, Sostanze chimiche, Radiazioni, Acque di balneazione, Risorse Idriche, Rifiuti, Gli ambienti confinati

Ob.: Ridurre l’esposizione della popolazione

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Piano Sanitario e Sociale Integrato RT2012 – 2015

Quadro contestuale, conoscitivo e obiettivi generali

La salute in tutte le politiche a partire dagli stili di vita della popolazione

Relativamente agli stili di vita salubri, negli ultimi trent’anni la ricerca scientifica ha mostrato comei comportamenti giochino un ruolo sempre più fondamentale nel determinare la mortalità e lemorbosità premature. L’OMS stima che oltre il 70% della mortalità sia ascrivibile a comportamentie stili di vita errati. Pertanto, nella nostra Regione come nel nostro Paese, gli stili di vita noncorretti rappresentano sempre di più una delle nuove sfide da affrontare per i servizi sanitari esociali.

Fumo…. Alcool…Più sedentari…… e in sovrappeso

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Lo stato di salute della popolazione

Mortalità in caloSia quella prematura degli adulti che quella alla nascitaMeno ricoveriVariabilità degli indicatori di saluteLe disequità del sistemaMinori a rischioLavoro e donna: un connubio difficileI tassi di occupazione femminile …Violenza sulle donne: un fenomeno in aumento

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Gli obiettivi specifici

…Salute come Risorsa e non come Problema:- Individuare e realizzare (…) programmi specifici

sugli stili di vitaritenuti prioritari come il fumo, l’attività fisica, l’alimentazione… anche attraverso sinergie interistituzionali

- Incentivare un atteggiamento proattivo del Dipartimento di Prevenzionecon funzione di

supporto, accompagnamento e non solo di vigilanza, semplificato e sburocratizzato

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2. La piramide della salute: guida alla lettura

Il cuore pulsante del piano….

… riferito alla stratificazione del rischio nella popolazione e alla differenziazione delle strategie d’interventoin relazione ai differenti livelli di rischio

È in questo capitolo che si tratterà delleazioni anche sui determinanti di salute detti “non

sanitari” (ambiente, status sociale, cultura).

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2.1. La promozione della salute e dei diritti di cittadinanza: la salute in tutte le politicheGli effetti degli stili di vita sullo stato di salute della popolazione

sono ormai dimostrati: contano molto di più i comportamenti, i luoghi di vita e di lavoro che le influenze del patrimonio genetico.

Però ritenere che l’aderenza a un determinato stile di vita sia nient’altro che il frutto della libera e consapevole scelta dell’individuo è una banale semplificazione di un problema piùcomplesso, in quanto agli elementi soggettivi si aggiungono i si aggiungono i fattori di mercato che condizionano le scelte delle persone fattori di mercato che condizionano le scelte delle persone

La strategia è quella della “salute in tutte le politiche” (urbanistiche e ambientali, del welfare, della viabilità e del trasporto, del commercio e della grande distribuzione, della scuola, della cultura e dello sport etc.).

A tal fine i PIS (SdS) diventano gli strumenti di risposta a questi bisogni in una visione unitaria delle esigenze territoriali, delle risorse disponibili, delle prioritàdefinite e delle azioni congiunte; tale visione unitaria riguarda anche la promozione della salute e la risposta ai problemi delle diseguaglianzedi salute nei territori.

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I “determinanti di salute”Caratteristiche biologiche determinate da base genetica, come il sesso e l'età, e non sono

modificabili. Molti altri determinanti di salute, tuttavia, sono fattori suscettibili di essere modificati e corretti.

Tra questi lo stile di vita dell’individuo , che comprende abitudini quali il consumo di tabacco, di alcol, la pratica dell’attività fisica, i comportamenti alimentari e sessuali.

Allontanandoci progressivamente dall’individuo, nell’influenzare lo stato di salute agiscono fattori quali le reti familiari o sociali, fattori legati all’amb iente di vita e di lavoro (istruzione, reddito, servizi sanitari e sociali, condizioni igieniche, abitazione, trasporti, traffico, alimentazione), e le condizioni generali socio-economiche, culturali e ambientali in cui gli individui e le comunità vivono.

Un ulteriore elemento di sviluppo del presente Piano, connesso alla salute dei cittadini, èrappresentato dalla interazione tra la salute e l'ambiente inteso come il territorio toscano e leattività che su di esso vengono svolte. Una serie di rapporti OMS (1997-2008) hanno dimostratocome circa un quarto del carico globale di malattia e più di un terzo di quello infantile sono

dovuti a fattori ambientali modificabili. In tal senso la tutela del suolo, delle acque e dell'aria, le politiche di prevenzione della produzione e di smaltimento dei rifiuti, la prevenzione dall’esposizione ai rumori, alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, le politiche sulla sicurezza chimica, la qualità degli interventi in edilizia costituiscono opportunità di sviluppo delle politiche intersettoriali e di possibile integrazione …

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2.1.1 GLI STILI DI VITA E LA SALUTE 13p

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2.1.1 IL DIRITTO DI VIVERE IN SALUTE E SICUREZZA 16p.

Piano Sanitario e Sociale Integrato RT 2012 – 2015

23,5

2

3,5

2 3 1

13

Stili di vita

Ambiente

Sic.lavoro

Sic. stradale

Laboratori

Vaccinazioni

Sic.ambienti di vita

Sicurezza alimentare

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2.2.1.3. Gli screening oncologici: la ricerca del tumore per una diagnosi precoce

La Regione Toscana ha, da anni, scelto di privilegiare il tema della prevenzione primariaesecondaria in oncologia diffondendo questo impegno a tutto il sistema regionale.

Gli effetti di questa scelta sono tangibili: nelle aree in cui il programma di screeningdel colon-retto è attivo da molti anni si è già cominciata ad osservare una riduzione di mortalitàcausa specifica, analogamente, la riduzione di mortalità per tumore della mammella osservata nell’ultimo ventennio è legata ad una forte complementarietà tra diagnosi precoce e trattamenti efficaci. Gli screeningoncologici per il tumore della mammella, del colon-retto e del collo dell’utero sono attivi sul territorio regionale ormai da molti anni.

2.2.1.4. La cronicità: dalla patologia all'individuomigliore gestione dei percorsi diagnostici terapeutici

maggiore attenzione alle azioni di prevenzione e modifica…dei determinanti trasversali dellemalattie cardiovascolari (fumo, dieta, attività fisica, alcol ...)

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Parte quarta Area delle politiche sanitarieCAPITOLO 5 La sanità pubblica e veterinaria

5.1 Le nuove prospettive dei Dipartimenti di sanitàpubblica

5.2 Sicurezza alimentare5.3 Sanità pubblica veterinaria

9 pagine su 190 ½ pagina stili di vita½ pagina ambiente

Piano sociale e sanitario regione Emilia Romagna2008-2010

Stili di vitaMalattie infettiveEmergenzeScreeningSicurezza lavoroContesto urbanoSicurezza alimentare ProduzioneControlli ufficialiVeterinaria

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PIANO NAZIONALE PREVENZIONE 2010

Scompaiono le definizioni di prevenzione primaria, secondaria e terziaria (ancora presenti nel suddetto PSN) mentre la programmazione viene articolata in base a tre tipi di prevenzione:

La Prevenzione collettivatra cui si distinguonogli interventi mirati alla riduzione dei rischi tramite politiche favorevoli alla salute o interventi di tipo regolatorio (urbanistica, piano traffico etc.); gli interventi di “promozione della salute” (es. programmi di sorveglianza e controllo malattie infettive);gli interventi rivolti agli ambienti di vita e di lavoro (acqua, alimenti, prevenzione infortuni)

La Prevenzione rivolta a gruppi a rischio finalizzata ad impedire l’insorgenza di malattie (es. programmi vaccinali in gruppi a rischio) o a diagnosticare precocemente le malattie (es. screening oncologici).

La Prevenzione individualefinalizzata a introdurre metodologie nell’ambito dei percorsi diagnostico-terapeutici-riabilitativi che ne migliorino la qualità e l’appropriatezza

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Tradizionalmente la prevenzione è stata suddivisa nelle seguenti componenti:

- prevenzione primaria - medicina predittiva - prevenzione secondaria - prevenzione terziaria

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Facendo riferimento, ad esempio, alle patologie cardiocerebrovascolari, oggi, l'allungamento della vita e l'andamento epidemiologico, ci dicono che spesso,

in una medesima età della vita, ci si può trovare a necessitare di interventi di prevenzione

primaria (stili di vita, aspetti nutrizionali),secondaria(screening per ipercolesterolemia), terziaria (riabilitazione a seguito di patologia

cardiocerebrovascolare)

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prevenzione come promozione della saluterientrano in essa gli interventi che potenziano i determinanti positivi e che controllano i determinanti negativi sia individuali che ambientali

prevenzione come individuazione del rischiocomprendono sia gli screening di popolazione che la medicina predittiva

prevenzione come gestione della malattia e delle sue complicanze

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2.4 LA MEDICINA PREDITTIVA

…si rivolge agli individui sani, nei quali cerca la fragilità o il difetto che conferiscono loro una certa predisposizione a sviluppare una malattiaConseguentemente è probabilistica e individuale e come tale consente la massima personalizzazione degli interventi.La genetica predittiva… mette in grado di individuare le persone per le quali il rischio di ammalarsi è, su base genetica, significativamente più elevato rispetto alla popolazione generale .

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3. LA PREVENZIONE UNIVERSALE

� 3.1 Prevenzione nella comunità� 3.2 Area Sicurezza� 3.3. Prevenzione delle esposizioni ad agenti chimici, fisici

e biologici� 3.4. Prevenzione di abitudini, comportamenti, stili di vita

non salutari � 3.5 La prevenzione nella popolazione a rischio

ovvero la prevenzione delle principali patologie cronico degenerative come i tumori, le malattie cardiovascolari, il diabete, le malattie respiratorie, quelle osteo-articolari etc

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3.3. PREVENZIONE DELLE ESPOSIZIONI AD AGENTI CHIMIC I, FISICI E BIOLOGICI

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3.2 AREA SICUREZZA.

3.4. PREVENZIONE DI ABITUDINI, COMPORTAMENTI, STILI DI VITA NON SALUTARI

PIANO NAZIONALE PREVENZIONE 2010

4

31

3

3Stili di vita

Malattie infet.

Ambiente

Alimenti

Sicurezza (strad.,dom., lavoro)

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Malattie cardiovascolari*

*I principali fattori di rischio accertati sono legati a stili di vita non adeguati (fumo di tabacco, ridotta attività motoria, elevati livelli di colesterolemia e di pressione arteriosa in parte attribuibili ad una alimentazione non corretta).... La prevenzione primaria resta dunque l'arma piùvalida…

Per i tumori non c’è alcuna riflessione sui fattori di rischio, idem per malattie neurologiche e diabete

Per le malattie respiratorie croniche tra i fattori di rischio l’ambiente c’è….

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3.5 La prevenzione nella popolazione a rischio

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PIANO PREVENZIONE RT 2010-2012

2. LE DINAMICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE ED ECONOMICHE

3. IL PROFILO GENERALE DI SALUTE

4. ESPOSIZIONE A FATTORI DI RISCHIO NELLA POPOLAZIONE GENERALE

-Area Sicurezza-Agenti chimici, fisici e biologici-Abitudini, comportamenti e stili di vita non salutari-Malattie infettive

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3

3,5

4

8

Stili di vita

Ambiente

Sicurezza

Malattie infettive

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Esposizione a fattori di rischio nella popolazione generale

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5. CONDIZIONI DI SALUTE NELLA POPOLAZIONE A RISCHIO

5.1 TUMORI E SCREENING ONCOLOGICIGià il titolo annuncia qual è l’unica prevenzione prevista: gli screening. Non c’è alcun cenno ai tumori dei bambini.

5.2 MALATTIE CARDIOVASCOLARI ACUTEDai dati presentati emerge la necessità di attuare adeguati interventi di prevenzione primaria (volti ad incoraggiare la diffusione di stili di vita salutari)e secondaria(in particolare finalizzati al controllo farmacologico di ipercolesterolemia e ipertensione arteriosa) in tutte le aree della regione e, in particolare, nelle aree a maggior rischio di malattia.

PIANO PREVENZIONE RT 2010-2012

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8. IL PIANO OPERATIVO: INDICE DELLE AZIONI PROGETTUALI

Prevenzione nella popolazione a rischio

TumoriRiduzione della mortalità per carcinoma della mammella, della cervice uterina e del

carcinoma del colon-retto(da valutare su dati Registri tumori)

Malattie cardiovascolari-Definire strumenti per la rilevazione epidemiologica del rischio cardio-

cerebrovascolare (carta del rischio, ma anche rilevazione di indicatori indiretti come il consumo di farmaci specifici)

-Individuare screening di popolazione per l’identificazione precoce di ipertensione, ipercolesterolemia, secondo criteri e caratteristiche di appropriatezza (…)

-Definire percorsi diagnostico-terapeutici riabilitativi con particolare riguardo all’appropriatezza del ricovero o trattamentoambulatoriale e della gestione da parte del medico di assistenza primaria o specialistica

-Predisporre protocolli terapeutici per il controllo dei principali fattori di rischio, secondo criteri di evidenza di efficacia e analisi costi-benefici dei diversi principi attivi

-Valutare, per ciascuna Regione, la rete assistenziale per l’acuzie e la cronicità e introdurre criteri di standardizzazione e razionalizzazione.

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PIANO PREVENZIONE EMILIA ROMAGNA2010-2012

PROFILO DI SALUTENON C’È UN CAPITOLO SUI DETERMINANTI PIANO OPERATIVOMedicina predittiva : fattori individuali tra cui di rischio

carta del rischio cardio-vascolarePrevenzione rivolta a tutta la popolazione: Fattori di

rischio delle malattie cardio-vascolari: alimentazione non sana, inattività, tabacco, alcol e droghe

Si ribadisce che gli stili di vita sono determinati dalle condizioni socio-economiche ed ambientali, problematiche urbane, ambienti lavorativi.

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I programmi per promuovere stili di vita favorevoli alla salute- promozione attività fisica (linee guida per i processi di pianificazione e percorsi pedonali-ciclabili

per casa-scuola)-corrette abitudini alimentari-prevenzione tabagismo-prevenzione alcol e droghe

La relazione tra ambiente e salute-Effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico-Effetti sulla salute di attività connesse al ciclo dei rifiuti-Effetti sulla salute dei mutamenti climatici-Lo sviluppo della rete di epidemiologia ambientale e delle capacità di valutazione dell’impatto sulla

salute delle scelte programmatiche: centro studi dell’ER per le politiche, l’ambiente e la salute-VIS-Reach

La relazione tra ambiente costruito e salute-La componente salute negli strumenti di pianificazione urbanistica-Interventi per la sicurezza stradale nei bambini e negli utenti deboli: redazione di linee guida

igienico-sanitarie per gli strumenti di programmazione territoriale-Interventi per la sicurezza domestica di bambini e anziani: più formativi meno strutturali

PIANO PREVENZIONE EMILIA ROMAGNA 2010-2012

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28

14

14

Lavoro e salute

Ambiente

Stili di vita

Malattie infettive

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Prevenzione rivolta a tutta la popolazione

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Prevenzione su gruppi di popolazione a rischio

Prevenzione delle malattie croniche: -Prescrizione dell’attività fisica-prevenzione dell’obesità-Prevenzione patologie cardiovascolari: .linee guida per il paziente post IMA-SCA-linee guida per stili di vita favorevoli post evento acuto cardiovascolare-monitoraggio paziente dimesso .prevenzione delle complicanze del diabete-screening neonatale per malattie metaboliche ereditarie-promozione del benessere e prevenzione del disagio negli adolescenti e

nei giovani

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Conclusioni -1

Benché l’ambiente sia sempre individuato come uno dei settori di intervento e in alcuni casi si riportino dati relativi agli effetti sulla salute, in generale, mancauna seria riflessione sul ruolo eziologico dei fattori ambientali e sulle associazioni tra determinanti e grado dello stato di salute

Queste analisi sono più approfondite nel PSN, PSRT

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Common interpretation:Because cancer incidence increases with lifeexpectancy increase, cancer growing incidence isdue to aging

New interpretation: Cancer incidence increases with the duration of exposureto

exogenous factors: the longer the duration of exposure is, the higher the risk of developing cancer is.

Cancer incidence is not restricted to any particular age groupThe growth rate for childhood cancers incidence is on average

at 1.1% yearly over the past 30 yearsVulnerability of children with specific reference to fœtus.

Is the growing incidence of cancers related to aging ?

Belpomme D et al. 2007. Int J Oncol. 30: 1039-1047Kaatsch P et al. 2006. Eur J Cancer. 42: 1961-1971,

Vom Saal FS et al. 1997. PNAS. 94: 2056-2061

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Si enfatizza (PNP) la Medicina predittiva e quindi il ruolo della genetica mentre non emerge

l’importanza dell’epigenetica

…la supposta funzione unica del singolo gene insieme al dogma centrale per cui tutto è scritto nell’eredità è un’assunzione ormai senza significato…

…le modificazioni del patrimonio genetico nel corso della vita avvengono attraverso meccanismi di costante apprendimento e di utilizzo delle informazioni provenienti dall’ambiente esterno…

…le mutazioni non implicano automaticamente lo svilupparsi della malattia, altri geni, l’ambiente e la storia familiare hanno un ruolo decisivo…

…l’eccessiva concentrazione sull’aspetto genico rischia di far tornare la medicina ad un rigido riduzionismoche ignora l’importanza dell’organismo nella sua interezza e l’influenza dei fattori ambientali ed è prodromica alla terapia genica piuttosto che all’allontanamento dei fattori di rischio…

Conclusioni -2

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In quasi tutti gli strumenti risulta esserci consapevolezza sucosa condiziona “i modelli” di vita

Assetto urbanistico, aree attrezzate per lo

sport, edilizia scolastica….

Possibilità sociali….

Tempi di lavoro, trasporto pubblico,

Sicurezza percorsi casa-scuola…

Pubblicità pervasiva, mancanza di tempo…

Disagio sociale, mancanza di solidarietà…

Conclusioni -3

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� Ma spesso non c’è consequenzialitànell’individuazione delle azioni/progetti che sono invece orientati decisamente a favore dei primi tramite azioni educative

� In ogni caso la separazione netta ( se si esclude il PP ER) tra gli interventi mirati alla tutela del territorio e quelli mirati ai comportamenti contraddice l’assunto dell’interdipendenza e non risponde ai criteri di integrazione richiamati altresì in tutti gli strumenti

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La scelta di porre al centro delle politiche di sanità Pubblica i fattori di rischio individuali in alternativa a quelli collettivi comporta anche dei rischi:

� perdita del senso di appartenenza alla comunità e di partecipazione individuale alle scelte collettive

� rischio di deprimere le strategie di interventi preventivi e di medicina comunitaria

F. Battaglia, F.Bianchi, L.CoriAmbiente e Salute una relazione a rischio,2010

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Talora l'esposizione a fattori di rischio ambiental i può compromettere la “promozione della salute”

(valutazione rischio-beneficio. EFSA, 2010)

� - la promozione del consumo di pesce: molto valido nutrizionalmente (omega-3, iodio..), ma anche fonte di contaminanti PCB/diossine/PBDE/PFOS (v. EFSA, 2005)

� - la perdita di peso in eccesso (magari programmando una gravidanza) mette in circolo gli IE depositati nel tessuto adiposo (Lim et al., Int J Obes, 2010)

� - l'allattamento al seno: attività di riciclaggio di materiali elettronici obsoleti (e-waste) in paesi in via di industrializzazione � livelli impressionanti di esposizione, ad es., a composti diossina-simili, con alta assunzione da parte del neonato allattato al seno (Frazzoli et al., EnvironImpact Ass Rev 2010)

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La prevenzione primaria

� Scompare come definizione e come azione collegata direttamente alla prevenzionedelle malattie cronico degenerative, per queste prevalgono la prevenzione secondaria e terziara

Conclusioni -4

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Deve essere la sostenibilità un criterio di scelta delle priorità?

Conclusioni -5

La salute degli esseri umani, così come quella delle altre forme di vita sulla terra, dipendono dalle condizioni sia degli ecosistemi locali che della ecosfera nella sua globalità?

Il degrado dei sistemi di supporto alla vita, causati da cambiamenti globali, ha implicazioni negative per tutte le forme di vita sulla Terra?

Gli esperti concordano sul fatto che certi sistemi iniziano a mal funzionare ed altri stanno già collassando(clima, aria, suolo, foreste, oceani etc.)…

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E siamo già in ritardo:

OMS* 2000

“la sanità pubblica deve fronteggiare le sfide presentate da un cambiamento globale ed

equipaggiarsi con gli strumenti necessari, tecnici e scientifici, per anticipare e, laddove possibile, prevenire le conseguenze sulla salute umana del

degrado degli ecosistemi”

*“Global Ecological Integrity and Sustainable Development: Corner-stones of Public Health”L.Colin Soskolne e R.Bertollini

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Né è pensabile nè eticamente accettabile trattare allo stesso modo le patologie e/o le disuguaglianze relative

all’età o all’esposizione volontaria (es. frattura gamba in chi scia, mortalità nelle corse automobilistiche)

rispetto a quelle dovute ad esposizioni indebite a sostanze pericolose, all’obbligo di assumere un comportamento sbagliato(mancanza di tutela in ambiente di lavoro), impossibilità di accesso ai servizi pubblici, mobilità sociale (che porta le persone malate ai gradi bassi della società).

G.Maciocco, Relazione alla Conferenza sulla Società della salute del Valdarno Inferiore,2009.

Scala assiologica di priorità

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Grazie per l’attenzione!per