La preghiera, i miracoli, la verginità di Maria, l’umanità ... Frasi... · La Vergine Maria,...

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La preghiera, i miracoli, la verginità di Maria, l’umanità di Gesù Benedetto XVI in Avvento e a Natale Riposo nella fuga in Egitto, Bartolomé Esteban Murillo, Museo Puškin, Mosca

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La preghiera, i miracoli, la verginità di Maria,

l’umanità di Gesù Benedetto XVI in Avvento e a Natale

Riposo nella fuga in Egitto, Bartolomé Esteban Murillo, Museo Puškin, Mosca

AVVENTO 2011

Poniamoci adesso la domanda: a chi il Figlio vuole rivelare i mi-steri di Dio? All’inizio dell’Inno Gesù esprime la sua gioia perché lavolontà del Padre è quella di tenere nascoste queste cose ai dotti e aisapienti e rivelarle ai piccoli (cfr. Lc 10, 21). In questa espressionedella sua preghiera, Gesù manifesta la sua comunione con la deci-sione del Padre che schiude i suoi misteri a chi ha il cuore semplice:la volontà del Figlio è una cosa sola con quella del Padre.

La rivelazione divina non avviene secondo la logica terrena, per laquale sono gli uomini colti e potenti che possiedono le conoscenzeimportanti e le trasmettono alla gente più semplice, ai piccoli. Dio

I piccoli

Udienza generale

mercoledì 7 dicembre 2011

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ha usato tutt’altro stile: i destinatari della sua comunicazione sonostati proprio i «piccoli». Questa è la volontà del Padre, e il Figlio lacondivide con gioia.

Ma che cosa significa “essere piccoli”, semplici? Qual è “la picco-lezza” che apre l’uomo all’intimità filiale con Dio e ad accogliere lasua volontà? Quale deve essere l’atteggiamento di fondo della no-

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Così Ti preghiamo: dimostra la Tua potenza, o Dio

Nella pagina accanto, La nascita di Gesù; qui sopra, L’annuncio ai pastori,pannelli lignei policromi del soffitto della chiesa di San Martino, Zillis, Svizzera

stra preghiera? Guardiamo al “Discorso della montagna”, dove Ge-sù afferma: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5, 8). Èla purezza del cuore quella che permette di riconoscere il volto diDio in Gesù Cristo; è avere il cuore semplice come quello dei bam-bini, senza la presunzione di chi si chiude in sé stesso, pensando dinon avere bisogno di nessuno, neppure di Dio.

Nel Vangelo di Matteo, dopo l’Inno di Giubilo, troviamo uno de-gli appelli più accorati di Gesù: «Venite a me, voi tutti che sietestanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11, 28). Gesù chiede diandare a Lui che è la vera sapienza, a Lui che è «mite e umile di cuo-re»; propone «il suo giogo», la strada della sapienza del Vangeloche non è una dottrina da imparare o una proposta etica, ma unaPersona da seguire: Egli stesso, il Figlio Unigenito in perfetta co-munione con il Padre.

Cari fratelli e sorelle, abbiamo gustato per un momento la ric-chezza di questa preghiera di Gesù. Anche noi, con il dono del suoSpirito, possiamo rivolgerci a Dio, nella preghiera, con confidenzadi figli, invocandolo con il nome di Padre, «Abbà». Ma dobbiamoavere il cuore dei piccoli, dei «poveri in spirito» (Mt 5, 3), per rico-noscere che non siamo autosufficienti, che non possiamo costruirela nostra vita da soli, ma abbiamo bisogno di Dio, abbiamo biso-gno di incontrarlo, di ascoltarlo, di parlargli. La preghiera ci apre aricevere il dono di Dio, la sua sapienza, che è Gesù stesso, per com-piere la volontà del Padre sulla nostra vita e trovare così ristoro nellefatiche del nostro cammino.

Grazie.

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AVVENTO 2011

Nella visione dell’Apocalisse c’è un altro particolare: sul capo del-la donna vestita di sole c’è «una corona di dodici stelle». Questo se-gno rappresenta le dodici tribù d’Israele e significa che la VergineMaria è al centro del Popolo di Dio, di tutta la comunione dei santi.E così questa immagine della corona di dodici stelle ci introduce al-la seconda grande interpretazione del segno celeste della “donnavestita di sole”: oltre a rappresentare la Madonna, questo segno

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Così Ti preghiamo: dimostra la Tua potenza, o Dio

La Madonna e la ChiesaL’unica insidia di cui la Chiesa può e deve aver timore

è il peccato dei suoi membri

Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

giovedì 8 dicembre 2011

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impersona la Chiesa, la comunità cristiana di tutti i tempi. Essa è in-cinta, nel senso che porta nel suo seno Cristo e lo deve partorire almondo: ecco il travaglio della Chiesa pellegrina sulla terra, che inmezzo alle consolazioni di Dio e alle persecuzioni del mondo deveportare Gesù agli uomini.

Affresco raffigurante il XII capitolo dell’Apocalisse,

sulla parete di fondo della Basilica di San Pietro al Monte, Civate (Lecco)

AVVENTO 2011

È proprio per questo, perché porta Gesù, che la Chiesa incontral’opposizione di un feroce avversario, rappresentato nella visioneapocalittica da «un enorme drago rosso» (Ap 12, 3). Questo drago-ne ha cercato invano di divorare Gesù – il «figlio maschio, destinatoa governare tutte le nazioni» (12, 5) –, invano perché Gesù, attraver-so la sua morte e risurrezione, è salito verso Dio e si è assiso sul suotrono. Perciò il dragone, sconfitto una volta per sempre nel cielo, ri-volge i suoi attacchi contro la donna – la Chiesa – nel deserto delmondo. Ma in ogni epoca la Chiesa viene sostenuta dalla luce e dal-la forza di Dio, che la nutre nel deserto con il pane della sua Parola edella santa Eucaristia. E così in ogni tribolazione, attraverso tutte leprove che incontra nel corso dei tempi e nelle diverse parti del mon-do, la Chiesa soffre persecuzione, ma risulta vincitrice. E proprio inquesto modo la Comunità cristiana è la presenza, la garanzia dell’a-more di Dio contro tutte le ideologie dell’odio e dell’egoismo.

L’unica insidia di cui la Chiesa può e deve aver timore è il peccatodei suoi membri. Mentre infatti Maria è Immacolata, libera da ognimacchia di peccato, la Chiesa è santa, ma al tempo stesso segnatadai nostri peccati.

Per questo anche noi, specialmente in questa ricorrenza, non ces-siamo di chiedere con fiducia filiale il suo aiuto: «O Maria, concepi-ta senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo». Ora pro nobis, in-tercede pro nobis ad Dominum Iesum Christum!

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Così Ti preghiamo: dimostra la Tua potenza, o Dio

Oggi vorrei riflettere con voi sulla preghiera di Gesù legata alla suaprodigiosa azione guaritrice. Nei Vangeli sono presentate varie situazio-ni in cui Gesù prega di fronte all’opera benefica e sanante di Dio Padre,che agisce attraverso di Lui. Si tratta di una preghiera che, ancora unavolta, manifesta il rapporto unico di conoscenza e di comunione con il

La preghiera e i miracoliIl Donatore è più prezioso del dono accordato;

il dono viene concesso “in aggiunta”

Udienza generale

mercoledì 14 dicembre 2011

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AVVENTO 2011

Gesù guarisce uno storpio, pannello ligneo policromo

della chiesa di San Martino, Zillis, Svizzera

Padre, mentre Gesù si lascia coinvolgere con grande partecipazioneumana nel disagio dei suoi amici, per esempio di Lazzaro e della sua fa-miglia, o dei tanti poveri e malati che Egli vuole aiutare concretamente.

Un caso significativo è la guarigione del sordomuto (cfr. Mc 7, 32-37). Il racconto dell’evangelista Marco – appena sentito – mostrache l’azione sanante di Gesù è connessa con un suo intenso rappor-to sia con il prossimo – il malato – sia con il Padre.

Ma il punto centrale di questo episodio è il fatto che Gesù, al mo-mento di operare la guarigione, cerca direttamente il suo rapportocon il Padre. Il racconto dice, infatti, che Egli «guardando… verso ilcielo, emise un sospiro» (v. 34). L’attenzione al malato, la cura diGesù verso di lui, sono legati a un profondo atteggiamento di pre-ghiera rivolta a Dio. E l’emissione del sospiro è descritta con un ver-bo che nel Nuovo Testamento indica l’aspirazione a qualcosa dibuono che ancora manca (cfr. Rm 8, 23).

L’insieme del racconto, allora, mostra che il coinvolgimentoumano con il malato porta Gesù alla preghiera. Ancora una voltariemerge il suo rapporto unico con il Padre, la sua identità di FiglioUnigenito. In Lui, attraverso la sua persona, si rende presente l’agiresanante e benefico di Dio. Non è un caso che il commento conclusi-vo della gente dopo il miracolo ricordi la valutazione della creazio-ne all’inizio della Genesi: «Ha fatto bene ogni cosa» (Mc 7, 37). Nel-l’azione guaritrice di Gesù entra in modo chiaro la preghiera, con ilsuo sguardo verso il cielo. La forza che ha sanato il sordomuto è cer-tamente provocata dalla compassione per lui, ma proviene dal ri-corso al Padre. Si incontrano queste due relazioni: la relazioneumana di compassione con l’uomo, che entra nella relazione conDio, e diventa così guarigione.

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Così Ti preghiamo: dimostra la Tua potenza, o Dio

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Il Catechismo della Chiesa cattolica commenta così la preghiera diGesù nel racconto della risurrezione di Lazzaro: «Introdotta dal ren-dimento di grazie, la preghiera di Gesù ci rivela come chiedere: pri-ma che il dono venga concesso, Gesù aderisce a colui che dona e chenei suoi doni dona sé stesso. Il Donatore è più prezioso del dono ac-cordato; è il “Tesoro”, e il cuore del Figlio suo è in lui; il dono vieneconcesso “in aggiunta” (cfr. Mt 6, 21 e 6, 33)». Questo mi sembramolto importante: prima che il dono venga concesso, aderire a Co-lui che dona; il Donatore è più prezioso del dono. Anche per noi,quindi, al di là di ciò che Dio ci dà quando lo invochiamo, il donopiù grande che può darci è la sua amicizia, la sua presenza, il suoamore. Lui è il tesoro prezioso da chiedere e custodire sempre.

Con la sua preghiera, Gesù vuole condurre alla fede, alla fiduciatotale in Dio e nella sua volontà, e vuole mostrare che questo Dioche ha tanto amato l’uomo e il mondo da mandare il suo FiglioUnigenito (cfr. Gv 3, 16), è il Dio della Vita, il Dio che porta speran-za ed è capace di rovesciare le situazioni umanamente impossibili.

AVVENTO 2011

Così Ti preghiamo: dimostra la Tua potenza, o Dio

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Fiducia!

È la mano di Gesù

che conduce tutto…

Santa Teresa di Gesù Bambino

Non stanchiamoci

di pregare. La fiducia

fa miracoli.

Santa Teresa di Gesù Bambino

Invito alla preghieraLa redazione di 30Giorni invita tutti, e in particolare le persone consacrate deimonasteri di clausura, a pregare per don Giacomo Tantardini. Da alcuni mesi sista curando per un tumore a un polmone. Che il Signore doni di chiedere con fi-ducia il miracolo della guarigione. Ai sacerdoti che stimano e vogliono bene a30Giorni chiediamo di celebrare la santa messa secondo questa intenzione. Aigenitori chiediamo la carità di far pregare i propri bambini.

In particolare, vorrei soffermarmi brevemente sull’importanzadella verginità di Maria, del fatto cioè che Ella ha concepito Gesù ri-manendo vergine.

Sullo sfondo dell’avvenimento di Nazareth c’è la profezia di Isaia.«Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Em-manuele» (Is 7, 14). Questa antica promessa ha trovato compimen-

La verginità di MariaMaria desidera che il Figlio che nascerà da lei

possa essere tutto dono di grazia

Angelus

domenica 18 dicembre 2011

SADFSADF

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AVVENTO 2011

La Vergine Maria, particolare dell’Annunciazione,

Beato Angelico, Museo del Prado, Madrid

Così Ti preghiamo: dimostra la Tua potenza, o Dio

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to sovrabbondante nell’Incarnazione del Figlio di Dio. Infatti, nonsolo la Vergine Maria ha concepito, ma lo ha fatto per opera delloSpirito Santo, cioè di Dio stesso. L’essere umano che comincia a vi-vere nel suo grembo prende la carne da Maria, ma la sua esistenzaderiva totalmente da Dio. È pienamente uomo, fatto di terra – perusare il simbolo biblico – ma viene dall’alto, dal Cielo. Il fatto cheMaria concepisca rimanendo vergine è dunque essenziale per la co-noscenza di Gesù e per la nostra fede, perché testimonia che l’inizia-tiva è stata di Dio e soprattutto rivela chi è il concepito. Come dice ilVangelo: «Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figliodi Dio» (Lc 1, 35). In questo senso, la verginità di Maria e la divinitàdi Gesù si garantiscono reciprocamente.

Ecco perché è così importante quell’unica domanda che Maria,“molto turbata”, rivolge all’Angelo: «Come avverrà questo, poichénon conosco uomo?» (Lc 1, 34). Nella sua semplicità, Maria è sa-pientissima: non dubita del potere di Dio, ma vuole capire megliola sua volontà, per conformarsi completamente a questa volontà.Maria è infinitamente superata dal Mistero, eppure occupa perfet-tamente il posto che, al centro di esso, le è stato assegnato. Il suocuore e la sua mente sono pienamente umili, e, proprio per la suasingolare umiltà, Dio aspetta il “sì” di questa fanciulla per realizza-re il suo disegno. Rispetta la sua dignità e la sua libertà. Il “sì” diMaria implica l’insieme di maternità e verginità, e desidera che tut-to in Lei vada a gloria di Dio, e il Figlio che nascerà da Lei possa es-sere tutto dono di grazia.

SADFSADF

Quando ascoltiamo o pronunciamo, nelle celebrazioni liturgi-che, questo «oggi è nato per noi il Salvatore», non stiamo utilizzan-do una vuota espressione convenzionale, ma intendiamo che Dioci offre «oggi», adesso, a me, a ognuno di noi la possibilità di ricono-scerlo e di accoglierlo, come fecero i pastori a Betlemme, perché Eglinasca anche nella nostra vita e la rinnovi, la illumini, la trasformicon la sua Grazia, con la sua Presenza.

La mangiatoia di Betlemme

Udienza generale

mercoledì 21 dicembre 2011

30GIORNI N.12 - 201166

Gesù bambino, particolare della Natività, Andrea Pisano,

pulpito del Duomo di Siena

AVVENTO 2011

Così Ti preghiamo: dimostra la Tua potenza, o Dio

E, sempre san Leone Magno, in un’altra delle sue omelie natalizie,affermava: «Oggi l’autore del mondo è stato generato dal seno di unavergine: colui che aveva fatto tutte le cose si è fatto figlio di una don-na da lui stesso creata. Oggi il Verbo di Dio è apparso rivestito di car-ne e, mentre mai era stato visibile a occhio umano, si è reso anche vi-sibilmente palpabile. Oggi i pastori hanno appreso dalla voce degliangeli che era nato il Salvatore nella sostanza del nostro corpo e del-la nostra anima» (Sermo 26, In Nativitate Domini 6, 1: PL 54, 213).

Natale e Pasqua sono entrambe feste della redenzione. La Pasquala celebra come vittoria sul peccato e sulla morte: segna il momentofinale, quando la gloria dell’Uomo-Dio splende come la luce delgiorno; il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facen-dosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il mo- ¬

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La stella che indica il luogo dove è nato Gesù nella Grotta della Natività, Basilica della Natività, Betlemme, con l’iscrizione

HIC DE VIRGINE MARIA IESUS CHRISTUS NATUS EST

(QUI DALLA VERGINE MARIA È NATO GESÙ CRISTO)

SADFSADF

mento iniziale, quando si intravede il chiarore dell’alba. Ma pro-prio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno, così ilNatale annuncia già la Croce e la gloria della Risurrezione.

Guardiamo alla grotta di Betlemme: Dio si abbassa fino a essereadagiato in una mangiatoia, che è già preludio dell’abbassamentonell’ora della sua passione. Il culmine della storia di amore tra Dio el’uomo passa attraverso la mangiatoia di Betlemme e il sepolcro diGerusalemme.

Viviamo il Natale del Signore contemplando il cammino dell’a-more immenso di Dio che ci ha innalzati a Sé attraverso il Mistero diIncarnazione, Passione, Morte e Risurrezione del suo Figlio, poiché– come afferma sant’Agostino – «in Cristo la divinità dell’Unigenitosi è fatta partecipe della nostra mortalità, affinché noi fossimo par-tecipi della sua immortalità» (Epistola 187, 6, 20: PL 33, 839-840).

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Bambini nella Grotta della Natività

AVVENTO 2011

Così Ti preghiamo: dimostra la Tua potenza, o Dio

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CHI PREGA SI SALVA

«Sono molto contento che 30Giorni faccia una nuova edizione

di questo piccolo libro contenente le preghiere fondamentali

dei cristiani maturatesi nel corso dei secoli.

A questo piccolo libro auguro che possa diventare un compagno

di viaggio per molti cristiani».

Dalla presentazione del 18 febbraio 2005 del cardinale Joseph Ratzinger

(eletto Papa il 19 aprile 2005 con il nome di Benedetto XVI)

Il piccolo libro, di cui 30Giorni

ha già distribuito centinaia di migliaia di copie,

pubblicate in lingua italiana, inglese, francese, spagnola, portoghese,

tedesca e cinese, contiene le preghiere più semplici della vita cristiana,

come quelle del mattino e della sera,

e tutto ciò che aiuta

a fare una buona confessione

La lettura tratta dalla Lettera di san Paolo apostolo a Tito, che ab-biamo appena ascoltato, inizia solennemente con la parola “appa-ruit”, che ritorna poi di nuovo anche nella lettura della messa del-l’aurora: apparuit – “è apparso”. È questa una parola programmaticacon cui la Chiesa, in modo riassuntivo, vuole esprimere l’essenza

L’umanità di GesùNel bambino nella stalla di Betlemme,

si può, per così dire, toccare Dio e accarezzarlo

Santa messa

sabato 24 dicembre 2011

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NATALE 2011

Veni ad salvandum nos!Vieni a salvarci!

del Natale. Prima, gli uomini avevano parlato e creato immaginiumane di Dio in molteplici modi. Dio stesso aveva parlato in diver-si modi agli uomini (cfr. Eb 1, 1: lettura nella messa del giorno). Ma oraè avvenuto qualcosa di più: Egli è apparso. Si è mostrato. È uscitodalla luce inaccessibile in cui dimora. Egli stesso è venuto in mezzoa noi. Questa era per la Chiesa antica la grande gioia del Natale: Dioè apparso. Non è più soltanto un’idea, non soltanto qualcosa da in-tuire a partire dalle parole. Egli è “apparso”. ¬

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Adorazione del Bambino, Gerrit van Honthorst, Galleria degli Uffizi, Firenze

SADFSADF

Ma ora ci domandiamo: Come è apparso? Chi è Lui veramente?La lettura della messa dell’aurora dice al riguardo: «Apparvero labontà di Dio… e il suo amore per gli uomini» (Tt 3, 4). Per gli uomi-ni del tempo precristiano, che di fronte agli orrori e alle contraddi-zioni del mondo temevano che anche Dio non fosse del tutto buo-no, ma potesse senz’altro essere anche crudele e arbitrario, questaera una vera “epifania”, la grande luce che ci è apparsa: Dio è purabontà. Anche oggi, persone che non riescono più a riconoscere Dionella fede si domandano se l’ultima potenza che fonda e sorregge ilmondo sia veramente buona, o se il male non sia altrettanto poten-te e originario quanto il bene e il bello, che in attimi luminosi in-contriamo nel nostro cosmo. «Apparvero la bontà di Dio… e il suoamore per gli uomini»: questa è una nuova e consolante certezzache ci viene donata a Natale.

Dio è apparso – come bambino. Proprio così Egli si contrappo-ne a ogni violenza e porta un messaggio che è pace. In questo mo-mento, in cui il mondo è continuamente minacciato dalla vio-lenza in molti luoghi e in molteplici modi; in cui ci sono sempredi nuovo bastoni dell’aguzzino e mantelli intrisi di sangue, gri-diamo al Signore: Tu, il Dio potente, sei apparso come bambino eti sei mostrato a noi come Colui che ci ama e mediante il qualel’amore vincerà. E ci hai fatto capire che, insieme con Te, dobbia-mo essere operatori di pace. Amiamo il Tuo essere bambino, laTua non violenza, ma soffriamo per il fatto che la violenza perdu-ra nel mondo, e così Ti preghiamo anche: dimostra la Tua poten-za, o Dio.

Natale è epifania – il manifestarsi di Dio e della sua grande lucein un bambino che è nato per noi. Nato nella stalla di Betlemme,non nei palazzi dei re. Quando, nel 1223, san Francesco di Assisi

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NATALE 2011

Veni ad salvandum nos!Vieni a salvarci!

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Madonna col Bambino, Carlo Maratta, Kunsthistorisches Museum, Vienna

SADFSADF

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NATALE 2011

La Cappella del Presepe nel convento di San Francesco a Greccio (Rieti)

Veni ad salvandum nos!Vieni a salvarci!

celebrò a Greccio il Natale con un bue e un asino e una mangia-toia piena di fieno, si rese visibile una nuova dimensione del mi-stero del Natale. Francesco di Assisi ha chiamato il Natale «la festadelle feste» – più di tutte le altre solennità – e l’ha celebrato con«ineffabile premura» (2 Celano 199: Fonti francescane 787). Bacia-va con grande devozione le immagini del bambinello e balbettavaparole di dolcezza alla maniera dei bambini, ci racconta Tomma-so da Celano (ibid.).

Per la Chiesa antica, la festa delle feste era la Pasqua: nella risur-rezione, Cristo aveva sfondato le porte della morte e così aveva ra-dicalmente cambiato il mondo: aveva creato per l’uomo un postoin Dio stesso. Ebbene, Francesco non ha cambiato, non ha volutocambiare questa gerarchia oggettiva delle feste, l’interna strutturadella fede con il suo centro nel mistero pasquale. Tuttavia, attra-verso di lui e mediante il suo modo di credere è accaduto qualcosadi nuovo: Francesco ha scoperto in una profondità tutta nuoval’umanità di Gesù. Questo essere uomo da parte di Dio gli si reseevidente al massimo nel momento in cui il Figlio di Dio, nato dal-la Vergine Maria, fu avvolto in fasce e venne posto in una mangia-toia. La risurrezione presuppone l’incarnazione. Il Figlio di Diocome bambino, come vero figlio di uomo – questo toccò profon-damente il cuore del Santo di Assisi, trasformando la fede in amo-re. «Apparvero la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini»: que-sta frase di san Paolo acquistava così una profondità tutta nuova.Nel bambino nella stalla di Betlemme, si può, per così dire, tocca-re Dio e accarezzarlo.

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Chi oggi vuole entrare nella chiesa della Natività di Gesù a Be-tlemme, scopre che il portale, che un tempo era alto cinque metri emezzo e attraverso il quale gli imperatori e i califfi entravano nell’e-dificio, è stato in gran parte murato. È rimasta soltanto una bassaapertura di un metro e mezzo. L’intenzione era probabilmente diproteggere meglio la chiesa contro eventuali assalti, ma soprattuttodi evitare che si entrasse a cavallo nella casa di Dio. Chi desidera en-trare nel luogo della nascita di Gesù, deve chinarsi. Mi sembra chein ciò si manifesti una verità più profonda, dalla quale vogliamo la-sciarci toccare in questa Notte santa: se vogliamo trovare il Dio ap-parso quale bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo dellanostra ragione “illuminata”. Dobbiamo deporre le nostre false cer-tezze, la nostra superbia intellettuale, che ci impedisce di percepirela vicinanza di Dio. Dobbiamo seguire il cammino interiore di sanFrancesco – il cammino verso quell’estrema semplicità esteriore einteriore che rende il cuore capace di vedere. Dobbiamo chinarci,andare spiritualmente, per così dire, a piedi, per poter entrare attra-verso il portale della fede e incontrare il Dio che è diverso dai nostripregiudizi e dalle nostre opinioni: il Dio che si nasconde nell’u-miltà di un bimbo appena nato.

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NATALE 2011

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Veni ad salvandum nos! Vieni a salvarci!

La piccola Porta dell’Umiltà attraverso la quale si accede alla Basilica della Natività a Betlemme

SADFSADF

Il Figlio di Maria Vergine è nato per tutti, è il Salvatore di tutti.Così lo invoca un’antica antifona liturgica: «O Emmanuele, no-

stro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, oSignore nostro Dio». Veni ad salvandum nos! Vieni a salvarci!

Sì, questo significa il nome di quel Bambino, il nome che, per vo-lere di Dio, gli hanno dato Maria e Giuseppe: si chiama Gesù, che si-

Vieni a salvarci!Dio è il Salvatore, noi quelli che si trovano nel pericolo.

Lui è il medico, noi i malati

Messaggio Urbi et orbi

domenica 25 dicembre 2011

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Benedetto XVI durante la santa messa della notte di Natale 2011

NATALE 2011

Veni ad salvandum nos! Vieni a salvarci!

gnifica “Salvatore” (cfr. Mt 1, 21; Lc 1, 31). Egli è stato inviato da DioPadre per salvarci soprattutto dal male profondo, radicato nell’uo-mo e nella storia: quel male che è la separazione da Dio, l’orgogliopresuntuoso di fare da sé, di mettersi in concorrenza con Dio e so-stituirsi a Lui, di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di essereil padrone della vita e della morte (cfr. Gen 3, 1-7). Questo è il gran-de male, il grande peccato, da cui noi uomini non possiamo salvarcise non affidandoci all’aiuto di Dio, se non gridando a Lui: «Veni adsalvandum nos! - Vieni a salvarci!». ¬

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Nascita di Cristo, Anton Raphael Mengs, Städtisches Museum, Braunschweig

SADFSADF

Il fatto stesso di elevare al Cielo questa invocazione, ci pone giànella giusta condizione, ci mette nella verità di noi stessi: noi infattisiamo coloro che hanno gridato a Dio e sono stati salvati (cfr. Est[greco] 10, 3f). Dio è il Salvatore, noi quelli che si trovano nel perico-lo. Lui è il medico, noi i malati. Riconoscerlo, è il primo passo versola salvezza, verso l’uscita dal labirinto in cui noi stessi ci chiudiamocon il nostro orgoglio. Alzare gli occhi al Cielo, protendere le manie invocare aiuto è la via di uscita, a patto che ci sia Qualcuno cheascolta, e che può venire in nostro soccorso.

Perciò, cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero, in questoNatale 2011, rivolgiamoci al Bambino di Betlemme, al Figlio dellaVergine Maria, e diciamo: «Vieni a salvarci!».

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NATALE 2011

Madonna col Bambino, particolare, Sandro Botticelli e bottega, Gemäldegalerie der Akademie der bildenden Künste, Vienna

All’indomani della solenne liturgia del Natale del Signore, oggicelebriamo la festa di santo Stefano, diacono e primo martire dellaChiesa. Lo storico Eusebio di Cesarea lo definisce il «martire perfet-to» (Die Kirchengeschichte V, 2, 5: GCS II, 1, Lipsia 1903, 430), per-ché è scritto negli Atti degli Apostoli: «Stefano, pieno di grazia e dipotenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo» (6, 8). ¬

Veni ad salvandum nos!Vieni a salvarci!

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I santi Stefano e Ippolito, particolare del mosaico dell’arco trionfale

della Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, Roma

Il martirio segretoColoro che mettono in pratica i comandamenti del Signore

gli rendono testimonianza

e fedelmente invocano il nome del Signore

Festa di santo Stefano protomartire

lunedì 26 dicembre 2011

SADFSADF

Dopo la generazione degli Apostoli, i martiri acquistano un postodi primo piano nella considerazione della comunità cristiana.

Cari amici, la vera imitazione di Cristo è l’amore, che alcuni scrit-tori cristiani hanno definito il «martirio segreto». A tale propositosan Clemente di Alessandria scrive: «Coloro che mettono in pratica icomandamenti del Signore gli rendono testimonianza in ogni azio-ne, poiché fanno ciò che Egli vuole e fedelmente invocano il nomedel Signore» (Stromatum IV, 7, 43, 4: SC 463, Paris 2001, 130). Comenell’antichità anche oggi la sincera adesione al Vangelo può richie-dere il sacrificio della vita e molti cristiani in varie parti del mondosono esposti a persecuzione e talvolta al martirio. Ma, ci ricorda il Si-gnore, «chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato» (Mt 10, 22).

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Mosaico dell’arco trionfale della Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, Roma

NATALE 2011

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