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Collana editoriale RDR Prima edizione La Piramide per la Crescita Professionale ed Economica I sei passi + 1 per salire la scala dell’eccellenza nel mondo del cibo

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Collana editoriale RDR

Prima edizione

La Piramide per la Crescita Professionale ed Economica I sei passi + 1 per salire la scala dell’eccellenza nel mondo del cibo

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1 I sei passi + 1 per salire la scala dell’eccellenza nel mondo del cibo

La Piramide per lo Crescita Professionale ed Economica

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Indice

Ancora una piramide: come mai?

Pre・messa

1. Sapere

2. Saper fare

3. Saper essere

4. Saper gestire

5. Saper comunicare

6. Saper dare valore

+1.

Testimonianze... prese in prestito

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Ancora una piramide: come mai?

A gennaio del 2012 sono stato in Messico, nello Yu-catan – magnifica regione – e tra le tante escursio-ni ho visitato il sito archeologico di Chichén Itzá, un luogo fantastico e magico. Nel sito svetta l’impo-nente piramide di Kukulkan (nota come El Castil-lo).

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I Maya costruirono Chichén Itzá tra il VI e XI seco-lo D.C. e tante altre piramidi in molte città del cen-tro e sud America.

Non voglio parlare della civiltà dei Maya: non sono uno storico, né un astrologo, né tantomeno credo alle profezie che circolano attorno alla fine del mon-do, tipiche di questi giorni. La mia è solo curiosità, quella sana, fanciullesca, che mi porta a chiedere quando non conosco le cose. In quella visita “tropi-cale” ho avuto la fortuna di incontrare una guida che pazientemente ha risposto alle mie domande; e così ho scoperto alcuni aspetti della mania dei Maya di costruire piramidi – beh, non sono i soli e certamente non furono originali: qualche altro popo-lo lo fece molto prima di loro.

Così se gli Egizi hanno disseminato le loro piramidi lungo tutto il percorso del Nilo, i Maya hanno co-struito le loro piramidi in tutti i territori conquistati e governati: sì, ma perché le piramidi e soprattutto con questa forma? La prima enorme differenza è

che per gli Egizi le piramidi erano delle tombe che rappresentavano la grandezza del faraone (dio so-le) che ci veniva sepolto, mentre per i Maya erano dei veri e propri templi.

La piramide per i Maya è il simbolo che avvici-na il divino al terreno, l’uomo a dio, il cielo alla terra. E così come “dio” scende dalla piramide per avvicinarsi all’uomo, così l’uomo sale sulla pirami-de per avvicinarsi a dio.

La piramide di Kukulkan ha diverse particolarità che non starò qui ad elencare. Se sei interessato, visita il sito della NASA, l’agenzia spaziale america-na, che da molti studia i fenomeni “strani” che si ve-rificano in quel luogo durante gli equinozi. D’altron-de è risaputo che i Maya erano degli ottimi mate-matici, astronomi, astrologi, ecc. Il calcolo era la lo-ro grande passione, ma non avrei mai immaginato fino a quale punto e con quanta precisione.

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La piramide di Kukulkan, come tutte le altre pirami-di costruite da questo popolo, ha lo scopo di con-nettere l’uomo alla divinità, sia essa serpente, uc-cello o giaguaro. Salire i 90 gradoni che si trovano su ognuno dei quattro lati, più l’ultimo costruito a basamento del piccolo tempio posto in cima, era un’azione riservata solo ai grandi sacerdoti, a colo-ro che potevano intercedere tra dio e gli umani – anche in questo devo dire che le religioni a volte si somigliano molto… chissà com’è!!!

Prendo in prestito la credenza di quel popolo per riflettere sul cammino che possiamo fare per avvici-nare il nostro essere all’eccellenza, al vero motivo per cui siamo venuti al mondo, all’essenza della no-stra vita.

Ehi, piano non voglio scrivere un trattato filosofico, non ne sono capace. Voglio solo dire che ogni vol-ta che penso a cosa posso fare per migliorarmi, ul-timamente mi vengono in mente quei 90 gradoni: ripidi, a volte scommessi, certo non facili da salire.

La strada dell’eccellenza e del successo non è in discesa, credo che te ne sarai accorto; ma si può costruire e percorrere anche in maniera agevole, se si conoscono il metodo e le azioni da mettere in atto.

Ecco cosa troverai in questo e-book: La Piramide della Crescita Professionale ed Economica e le 6 tappe +1 indispensabili per salire la scala dell’ec-cellenza. Cominciamo?

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Pre・messa

Ah, dimenticavo: la crescita professionale ed economica non si conquista in maniera definiti-va. A differenza di molte altre “vette”, quella della crescita è in continuo movimento. Avrai sentito di molte aziende che crollano quando nessuno se l’aspetta, magari sono imprese che per anni sono state leader nel proprio mercato e che poi improvvi-samente perdono la leadership e la capacità di mantenersi ai vertici.

Come mai? Le cause sono tante e spesso diverse. Alla base però ci sono spesso due fattori:

• il senso di appagamento, che può trasformarsi in una sorta di sensazione di “invincibilità”;

• la mancanza di umiltà e saggezza nel compren-dere che tutto evolve e non resta com’era.

Voglio segnalarti questo simbolo: quello dell’infini-to! Ti suggerisco di portarlo con te nel viaggio alla scoperta delle 6 tappe… e anche oltre.

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1. Sapere

“Il sapere è la conoscenza, è la consapevolezza e la comprensione di fatti, verità o informazioni otte-nuti attraverso l’esperienza o l’apprendimento (a posteriori), ovvero tramite l'introspezione (a priori). La conoscenza è l'autocoscienza del possesso di informazioni connesse tra di loro, le quali, prese singolarmente, hanno un valore e un’utilità inferio-ri.”

Questa è la definizione del sapere che trovi su Wi-kipedia: che altro dire?

Secondo me la cosa più importante è comprende-re di non sapere, come dice Platone nell’Apologia di Socrate. Perché solo in questo modo riesco a spingermi ad ampliare le mie conoscenze e i miei saperi. Se oggi bastasse ciò che ho imparato da giovane, magari nel percorso scolastico, probabil-mente non riuscirei a stare al passo con i tempi, so-prattutto in questi periodi. Magari era così due se-

coli fa, o forse anche 50 anni fa. Oggi non lo è più, certamente.

Il bisogno di conoscenza attraversa tutte le fasi del-la nostra vita, anche della tua, a ritmo sempre più serrato. Maggiori sono le conoscenze che si han-no, maggiore è la capacità di scegliere diverse so-luzioni. Chi non ha “sapere”, resta succube del-l’istinto e delle emozioni che prova rispetto al “senti-re”. È vero che non abbiamo la possibilità di cono-scere tutto quello che ci serve, ma questo non può e non deve essere un alibi per smettere di formar-si.

Oggi più che mai bisogna riconoscere che con-tinuare a formarsi è fondamentale! Il vero nemi-co della conoscenza è la svogliatezza. La voglia, il desiderio di acquisire nuove conoscenze è stretta-mente collegato alla motivazione. Bene, ti regalo delle motivazioni molto semplici: o ti formi o ti fer-mi, o t’elevi o te levi… Ti bastano?

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Conosco solo due grandissime obiezioni a questa necessità di ampliare il proprio sapere:

la paura

il tempo

La paura di sapere è tipica di chi non vuole perde-re posizioni di dominio. Non è un caso che la ricer-ca a volte viene soffocata perché entra in rotta di collisione con lo status quo. E non è un caso che molti “governi” e tante aziende preferiscono tenere nascoste le scoperte che mettono a repentaglio i dettami del potere. Ti faccio un esempio: che fuma-re le sigarette è dannoso per la salute lo sappiamo e le prime ricerche scientifiche risalgono agli anni ’50; eppure per molti anni queste ricerche sono sta-te contestate dalle lobby che finanziavano i vari go-verni dei paesi dove si producevano e si consuma-vano più sigarette. E lo stesso potrei dirti della vani-glina o del baking powder, tanto per restare nel no-stro settore.

Ecco la forza della conoscenza: se conosco, pos-so scegliere, e posso farlo in maniera consapevo-le. Se non conosco la vaniglia o il lievito naturale, certamente mi devo fidare dell’azienda che produ-ce e vende “veleno”; pensi che ti dirà che il suo pro-dotto è pericoloso?

Ultimo esempio: conosci la parabola dei grassi ve-getali idrogenati? Hai idea di che diavolo ci hanno fatto ingerire per anni? Eppure regolarmente ce ne dimentichiamo e ritorniamo alle nostre abitudini, al-le nostre commodities. Tanto che differenza fa? È esattamente quello che vogliono farci credere.

Bisogna avere il coraggio per combattere la paura. Dal mio punto di vista, l’Artigiano del Gusto e chiun-que voglia produrre cibo di qualità, non solo ha questo coraggio, ma lo comunica quotidianamente come un segno distintivo del proprio sapere.

Il tempo è l’altra colossale menzogna che ci rac-contano per standardizzare le produzioni e i consu-

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mi. Il cibo deve costare poco, perché così allarghia-mo i consumi e non diamo più spazio agli artigiani; il progetto è semplice e chiaro. Peccato che a por-tarlo avanti siano quelle lobby che cercano in tutti i modi di uniformarci e di standardizzare produzioni e consumi.

Per produrre a basso costo c’è solo una possibili-tà: ridurre il costo delle risorse umane impegnate nella filiera produttiva, magari sostituendole con i macchinari, e diminuire il valore delle materie pri-me impiegate nella produzione.

Fantastico, geniale, stupefacente!!! Questo è stato il mantra della società industriale dei secoli scorsi, quella che, per continuare ad aumentare i profitti, si è inventata la finanza – compresa quella creati-va – con i risultati che abbiamo sotto gli occhi e dentro le nostre tasche. Una clamorosa bolla co-struita sul niente, che ci costa un mare di soldi per mantenere l’1% della popolazione mondiale!

Ora fortunatamente la bolla sta esplodendo e non resterà niente di tutto questo.

Il tempo per dedicarsi alla propria crescita pro-fessionale ed economica è una responsabilità soggettiva che non si può delegare a nessuno, nemmeno al governo del proprio paese.

Il tempo è l’unica risorsa che ognuno di noi possie-de e sta a te, a me, a ognuno di noi individuare quello necessario per raggiungere quel livello di co-noscenze essenziale per esprimere il nostro talen-to, senza accontentarci di sapere ciò che sappia-mo. E se non hai tempo per te stesso, allora rasse-gnati a non crescere.

Da dove cominciare quindi un buon percorso for-mativo teorico? Dalle conoscenze merceologiche, dalla fisica, dalla chimica, dall’approfondimento dei valori nutrizionali degli alimenti, dalla biologia, dal-le caratteristiche del gusto, dalle sensazioni olfatti-ve, tattili, uditive, ecc.

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Con quali strumenti? Libri, dispense, articoli, video, audio, lezioni frontali, ecc.

L’altra grande capacità che oggi dobbiamo acquisi-re è quella di scegliere le informazioni necessarie per la nostra crescita, per poter analizzare la quali-tà della “fonte formativa”. Siamo aggrediti dalle in-formazioni, ci raggiungono anche se non lo voglia-mo: un vero e proprio bombardamento, che in mol-ti casi genera dispersione e annebbiamento.

Selezionare le informazioni è la più grande abilità che possiamo apprendere in questi anni. Natural-mente alla base ci vuole un progetto di crescita e una forte determinazione a non lasciarsi tentare dalle “sirene” dell’affare rincorrendo facili scorcia-toie. L’aumento delle vendite dei “gratta e vinci” e dell’uso delle “slot machine” è un indicatore molto significativo del tempo in cui viviamo.

Bene, se tu fossi un ragazzo che si avvicina al mondo del cibo, ti consiglierei queste pillole:

! innamorati dell’apprendimento,

trova il tempo e il coraggio per affrontare la tua “ignoranza”,

!parti alla ricerca di un’ottima base teorica,

!resta concentrato sul tuo progetto,

!studia per la crescita del tuo talento.

E se tu volessi fare a meno dei mei suggerimenti, prova a rispondere a queste domande:

• Qual è il mio vero talento?

• Che cosa mi riesce veramente facile?

• Quali sono le conoscenze che mi fanno fare la differenza?

• Quanto tempo sarebbe necessario per aumenta-re il mio sapere del 25%?

• Quale canale di apprendimento prediligo? (visi-vo, uditivo, cinestetico)

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2. Saper fare

Con una buona base teorica si può iniziare la fase pratica, quella appunto del “saper fare”. Ovviamen-te non esiste un momento specifico in cui si esauri-sce la fase teorica e inizia quella pratica: esse so-no strettamente collegate e si evolvono di pari pas-so.

Il saper fare è caratterizzato dalla tecnica, dal mettere in pratica le nozioni che si sono appre-se. È la fase in cui applichi il procedimento più indi-cato per ottenere un determinato risultato. Faccio un esempio: conosci le proprietà della farina, del-l’acqua e del lievito di birra; hai imparato che que-sti sono i tre elementi per fare la biga. Hai anche letto che bisogna impastarli per 12 minuti, in modo da ottenere un impasto grezzo da far riposare per almeno 12 ore.

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Ecco, se ti fermassi a queste informazioni, direi che potresti rischiare un disastro!

Quali sono le dosi di ogni singolo ingrediente? Che tipo di farina, di acqua e di lievito è meglio utilizza-re? A quali temperature vanno messi nell’impasta-trice? Che tipo di impastatrice è meglio usare? A quale velocità? Quale accessorio è più utile per l’impasto: il gancio, la foglia o la frusta? Queste so-no le prime domande che mi sono venute in men-te, le cui risposte possono condizionare il risultato che otterrai.

La tecnica migliore per raggiungere il tuo risultato è frutto dell’esperienza che altri hanno fatto e che puoi apprendere attraverso un percorso formativo di tipo pratico. Resta un fatto: le esperienze degli altri hanno portato al loro risultato. Tu, con le tue conoscenze e le tue capacità, puoi fare la differen-za e ottenere il tuo risultato!

L’importanza di mettere in pratica quanto appreso è determinante anche per le tue convinzioni, che possono essere di due tipi:

• il primo è relativo al “saper fare” autonomamen-te quel determinato processo;

• il secondo riguarda la congruenza con il risulta-to che vuoi ottenere.

La fase del saper fare è inevitabilmente costellata di test, elaborazioni, miscugli, esperimenti, errori, disastri, successi, risultati casuali, ecc. La durata di questa fase – come delle altre – è infinita, per-ché è quella che più fortifica le convinzioni.

Il saper fare porta ad acquisire quell’esperienza necessaria per raggiunger un’ottima pratica opera-tiva, fa diventare semplici i processi che all’inizio sembravano difficilissimi, quasi impossibili, al pun-to che a volte ti veniva voglia di rinunciare. Fortu-natamente è questo il momento in cui raggiungi la consapevolezza che ciò che stai facendo è il linea

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con il tuo talento, con i tuoi sogni, con i tuoi deside-ri. Solo mettendo in pratica tutto il tuo sapere, puoi responsabilmente prendere la decisione di cresce-re. Non importa se sei solo all’inizio o hai deciso di metterti in gioco di nuovo per acquisire un nuova tecnica. È in questa fase che scopri se quello che hai immaginato corrisponde a quello che vuoi fare.

Il saper fare ti offre l’opportunità di diventare un Professionista Eccellente, di sperimentare nuove tecniche, nuovi procedimenti, nuovi prodotti, ecc. in poche parole, di dare il tuo contributo allo svilup-po del settore in cui hai deciso consapevolmente di vivere la tua grande passione.

Che consiglio posso darti? Resta in questa fase tutta la vita!!!

Però affronta un processo alla volta. Ad esempio: hai deciso di mettere a punto la biga che, per quan-to simile possa sembrare, è un pre-impasto diver-so dal poolish e dalla pasta di riporto. Non cercare

di mettere in pratica contemporaneamente i tre pro-cessi, soprattutto all’inizio del tuo percorso. Affron-tane uno e inizia a testarlo; fatti affiancare da un mentore, un insegnante, un collega, un maestro in cui riponi piena fiducia. Perfeziona la tua tecnica fi-no a quando non ottieni esattamente il risultato che volevi. A quel punto, e solo a quel punto, puoi iniziare a mettere in cantiere un altro prodotto/pro-cesso.

Il multitasking è un’altra delle grandi menzogne che ci raccontano: fare tre cose insieme non è nel-la natura umana. Meglio concentrare le energie e le risorse – anche psicofisiche – su un processo al-la volta. Questo è un piccolo consiglio per ottenere prima e meglio ciò che desideri.

Anche in questo caso, se non vuoi credere ai miei consigli, prova a darti delle risposte:

• Qual è l’ultima tecnica che hai appreso? Sei sod-disfatto?

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• Quale nuova tecnica ti piacerebbe acquisire?

• Il prodotto migliore della tua offerta l’hai creato tu? Come?

• Da quando lo hai creato, è rimasto sempre ugua-le, sia negli ingredienti che nei procedimenti?

• Quanta passione metti insieme ai tuoi ingredien-ti?

Piccolo consiglio: le altre domande che ti possono venire in mente, scrivile su un foglio a parte e le ri-sposte in quello vicino.

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3. Saper essere

Hai fatto un ottimo percorso formativo sia teorico che pratico. Magari il tuo percorso è stato arricchi-to da stage e da esperienze lavorative presso im-portanti colleghi. Ora hai un discreto bagaglio per iniziare il tuo percorso di Professionista Eccellente. Già, ma in quale direzione?

Il “saper essere” ha a che fare con la scelta di fondo: essere al servizio di altri o mettersi in proprio. Il Professionista dopo un po’ di tempo vie-ne assalito da questo dubbio: perché? Semplice, è insito nella natura umana: per migliorare la propria condizione professionale ed economica.

Sono molto rari i casi in cui in giovanissima età si hanno le idee ben chiare su “cosa fare da grandi”. Purtroppo conosco tanti casi in cui grandi non si di-venta: persone che non vogliono assumersi la re-sponsabilità della propria vita.

Generalmente la “chiamata” prima o poi arriva. I motivi della scelta possono essere molti, ma corri-spondono ai due principali criteri di scelta degli umani:

• la necessità provocata da una perdita, da un dolo-re, da un dispiacere;

• l’opportunità dettata dalla passione, dal piacere, dal gusto di rischiare.

È tipico il caso dello chef: esistono tantissimi chef eccellenti che lavorano presso locali di cui non so-no proprietari, non importa se come dipendenti o come freelance. Eppure sono professionisti che conducono la cucina, e in alcuni casi anche il loca-le, come se fosse il loro. Così come esistono tantis-simi chef eccellenti che, a un certo punto della pro-pria crescita professionale, decidono di aprire il pro-prio locale.

Chi ha ragione? Entrambi, se seguono il loro vero talento, la loro vocazione. Non tutti hanno il deside-

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rio di rischiare, perché essere imprenditori significa mettersi in gioco non solo professionalmente, ma anche economicamente. Ci sono persone che cre-scono con la mentalità della vita tranquilla e altre che vogliono costantemente vincere le sfide. Ognu-no ha la propria visione della realtà che trasferisce nel “saper essere”.

È evidente che assecondando il proprio talento, la propria natura, la scelta è decisamente diversa. Il bivio che ti trovi di fronte è se prendere la stra-da del Professionista Eccellente o quella del Professionista + Imprenditore Eccellente. Le co-noscenze e le competenze richieste per i due ruoli sono diverse.

Il bivio non si presenta una sola volta nella vita, an-zi. Per alcuni quel bivio diventa un elemento di stress insostenibile, che rischia di vanificare tutti gli anni passati ad acquisire le capacità necessarie per la crescita professionale ed economica. Mi rife-risco alle persone che ripetono per troppo tempo

“non sono ancora pronto”. Possono arrivarci fino al-la vecchiaia con questo mantra, per poi dirsi che… “non ne vale la pena”.

Non voglio schierarmi, di proposito, proprio perché comprendo quanto personale possa essere questo tipo di scelta.

Il consiglio che mi permetto di dare è: progettare bene la propria crescita professionale, cercando di comprendere quanto sia determinante creare la propria impresa. È evidente che se per qualun-que motivo la tua scelta ricade sull’impresa, è ne-cessario prevedere un percorso formativo – teori-co e pratico – per riuscire a realizzare un’attività eccellente. Nel caso dello chef, le sole conoscen-ze e le competenze necessarie per gestire una cucina non son sufficienti. Serve molto altro!

Essere un Professionista Eccellente non significa automaticamente essere un Imprenditore Eccellen-te. Anche per questo è nato il Progetto RDR – Ri-

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cetta delle ricette – per evitare di farti commettere gli errori che in troppi hanno già commesso.

Se preferisci fare a meno dei miei consigli, prova almeno a darti due risposte:

Cos’è il B.E.P. – Break Even Point? Come si calcola?

E il M.U.L. – Margine di Utile lordo? Come si calcola?

Se con queste due domande hai storto il naso, sei solo un Professionista Eccellente. Punto. Per esse-re un Imprenditore Eccellente e non rischiare il tuo capitale professionale ed economico, devi affronta-re un ulteriore percorso formativo.

Prendi carta e penna e progetta la tua crescita.

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4. Saper gestire

La quarta fase del percorso di Crescita Professio-nale ed Economica riguarda la gestione, o meglio, il saper gestire l’attività. Che tu sia in proprio o sia un collaboratore di altra/e impresa/e, il saper gesti-re è un requisito fondamentale per chi desidera sa-lire sulla scala dell’eccellenza della propria profes-sione.

Tanto più se siamo nel mondo degli Artigiani del Gusto, dove le dimensioni aziendali sono piccole e medio-piccole, quindi non ci sono le condizioni og-gettive per coprire ruoli diversi con persone diver-se.

Ecco dove nasce l’esigenza che l’Artigiano o il pro-fessionista eccellente diventi anche un manager, possibilmente eccellente. Gestire è la traduzione dell’inglese to manage: una gestione accorta produce profitti, senza rinunciare alla professio-

nalità e alla qualità. Non bisogna rinunciare a niente per riuscire in questa impresa, tutt’altro!

Ti faccio l’esempio del gelatiere: inizia il suo percor-so formativo, impara le caratteristiche e la calibra-zione degli ingredienti, la bilanciatura delle ricette e, negli anni, continua a sviluppare le sue capacità di creare nuovi gusti in maniera sapiente, così da mantenere alto il numero dei clienti che vanno nel locale. Sì, insomma, un ottimo Professionista del gelato.

Quando decide di mettersi in proprio, si accorge che deve assolutamente saper:

• gestire le scorte ed il magazzino;

• gestire le materie prime e i fornitori;

• gestire il manuale Haccp;

• gestire i conti della propria azienda (incassi, co-sti, ricavi, perdite);

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• gestire il cash flow;

• gestire i processi produttivi e distributivi nelle sta-gionalità;

• gestire il personale;

• gestire i driver (commercialisti, banche, assicura-zioni, Asl, Stato).

Il nostro gelatiere ama fare il gelato e quando si oc-cupa di produrlo è un Professionista Eccellente. Purtroppo molte delle attività che “deve” gestire per la sua impresa non c’entrano nulla con il gela-to, anzi. Ecco che molto spesso si disinnamora del-la propria professione e del proprio lavoro. Come pensi che sia il bilancio di un’azienda gestita senza amore, senza passione?

Purtroppo nessuno all’inizio gli ha detto che gestire un’azienda vuol dire dedicare tempo e risorse ad attività che poco hanno a che fare con la sua vera passione: il gelato. Naturalmente, se invece del ge-

lato avessi scritto pane, pasta, olio, vino, arrosti, torte, ecc. le aree di intervento del “saper gestire” non cambierebbero!

Quando riesci a innamorarti di queste attività? Quando ti rendi conto che il tuo lavoro si è evoluto e che per coniugare la professionalità, la qualità e la grande passione che hai per il tuo prodotto/servi-zio, hai bisogno di raggiungere un livello superiore – a meno che tu non voglia delegare ad altri la ge-stione della tua impresa.

La Crescita Professionale ed Economica di cui hai bisogno è quella necessaria a saper gestire con amore il tuo lavoro e i guadagni che ne possono derivare. Già, perché saper gestire è co-me saper fare: si può sempre migliorare. E mentre nel saper fare la differenza sostanziale è data dalla qualità dei tuoi prodotti/servizi e dalla soddisfazio-ne dei tuoi clienti, nel saper gestire la stessa diffe-renza si osserva nella crescita degli indicatori eco-

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nomici-finanziari del tuo bilancio; in poche parole, dai profitti e dalla disponibilità della liquidità.

L’Artigiano del Gusto che vuole essere manager della propria attività non può prescindere dal saper gestire le energie e le risorse: principalmente il tem-po e il denaro. Ancora prima però ha la necessità di saper costruire e realizzare un progetto di Cre-scita Professionale ed Economica della propria atti-vità, che nel percorso formativo RDR viene chiama-to Macro e Micro-progetto Evolutivo.

Il consiglio che posso darti è quello di rendere evidente il percorso manageriale prima di tutto a te stesso, poi ai tuoi collaboratori e, una volta condiviso, di comunicarlo a tutti, così da rendere trasparenti gli obiettivi della tua azienda – una sorta di certificato di qualità che vale per i tuoi clienti, per i fornitori e per tutti coloro che voglio-no avere fiducia nella tua attività. Anche questo vuol dire fare la differenza!

E se proprio vuoi metterti alla prova, risponditi:

• Chi compila il tuo manuale di Haccp?

• Il tuo cliente conosce la tracciabilità del tuo pro-dotto/servizio?

• Chi gestisce il tuo magazzino? Come?

• Quando hai fatto l’ultimo progetto per la tua im-presa?

• Cosa farai nel 2013? Come?

Buon lavoro e buon divertimento.

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5. Saper comunicare

Noi siamo ciò di cui ci nutriamo, ma siamo anche ciò che comunichiamo. La bella notizia è che non possiamo sottrarci alla comunicazione, perché an-che il silenzio è comunicazione.

Già nel mio primo libro La Ricetta delle ricette ho espresso il proposito di scrivere sull’ascolto: è nei progetti del 2014. Il prossimo e-book tratterà inve-ce della comunicazione, con particolare riguardo a come rendere efficace quella attiva e come difen-dersi da quella passiva.

Ora mi occupo di altri due aspetti molto importanti per la tua Crescita Professionale ed Economica:

✴ comunicazione interna

✴ comunicazione esterna

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Lasciami fare una doverosa premessa: quando par-lo di comunicazione, intendo sempre quell’insieme di “fenomeni” che prevedono un passaggio bidire-zionale di messaggi. Quindi nel processo di comu-nicazione di cui ti parlo sono sempre presenti:

1. una fonte,

2. un ricevente,

3. un messaggio,

4. un feedback.

Questo è il livello base di qualsiasi comunicazione efficace. Molto spesso ci si ferma al terzo punto: il messaggio. Il feedback viene regolarmente ignora-to, come se fosse una perdita di tempo valutare se il messaggio è stato recepito o meno dal ricevente. Ed è proprio per questo che la comunicazione effi-cace è sempre più rara: nessuno ascolta più il pa-rere del ricevente. Ma andiamo per ordine.

La comunicazione interna è quella che si instau-ra all’interno della struttura produttiva e distributi-va. Già, che tu ci creda o no, si instaura a prescin-dere. Solo dopo qualche tempo ti puoi rendere con-to se è efficace per la tua impresa, cioè se può es-sere un elemento di crescita dell’attività o diventa-re un elemento distruttivo.

Da cosa dipende? Dal clima che viene generato dalla comunicazione stessa. Esempio: se in un am-biente di pasticceria si è portati a lamentarsi del personale, dei fornitori, dei clienti, del governo, del-le spese, ecc. cosa credi che si stia creando? Cer-tamente un clima favorevole allo sconforto e all’as-senza di responsabilità verso la partecipazione alla vita aziendale.

Il clima favorevole alla crescita, allo sviluppo e alla collaborazione non nasce per caso. È frutto della sapiente conduzione della squadra dei collaborato-ri e dei fornitori. Chi secondo te dovrebbe occupar-si di far nascere e crescere questo clima? Bravo,

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hai indovinato: tocca al leader, al capo, al respon-sabile, al manager… chiamalo come vuoi, ma è quella persona lì.

Esistono tanti modi di essere leader, capo e ma-nager, ma quello che genera maggiori risultati nel tempo, in termini professionali ed economi-ci, è quello che riesce a gestire una comunica-zione interna favorevole. I benefici di una leader-ship eccellente sono tantissimi: mi limito a segna-larti l’attaccamento al lavoro dei collaboratori, che genera un ambiente in cui ogni elemento del grup-po può esprimere liberamente i propri pareri senza paura di essere giudicato e con la certezza di esse-re ascoltato.

La gestione della comunicazione interna attraverso un percorso di costruzione della squadra è quanto di più efficace tu possa fare a costo zero. Natural-mente hai bisogno di salire al livello di leader, non solo di manager, e saper gestire anche le quattro fasi del team-building. Ho conosciuto diversi Pro-

fessionisti Eccellenti carenti nel campo della comu-nicazione interna, che semplicemente applicando i pochi sani principi del progetto RDR hanno miglio-rato il clima aziendale – e i profitti – in pochissimo tempo. Non è facile, ma è possibile e i risultati im-mediati fanno la differenza.

La comunicazione esterna è quella rivolta al moti-vo per cui sei un Professionista e/o Imprenditore Eccellente: sua maestà il cliente. Anche in questo caso, la tua attività comunica a prescindere. La dif-ferenza è data dal messaggio e da come lo comu-nichi. Semplice, direi banale, ma se te ne parlo, è perché troppo spesso incontro delle vere e proprie catastrofi!!!

Un tempo fare un piano di marketing che prevedes-se un budget per la promozione dei propri prodotti era prerogativa solo di aziende medio-grandi. I mezzi e i canali con cui comunicare erano costosi e – a dire il vero – poco significativi per l’azienda artigiana che avesse il suo mercato in un territorio

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di dimensioni piccole. Se escludiamo i quotidiani e le riviste locali, che hanno ancora dei prezzi conte-nuti, tutto il resto, a cominciare dalle fiere, prevede un notevole investimento, con ritorni non sempre all’altezza.

Oggi siamo di fronte a una vera e propria rivoluzio-ne: Internet offre a tutti l’opportunità di comunicare con la platea mondiale a bassissimo costo. E la possibilità di comunicare efficacemente con le pro-prie nicchie di clientela è ancora più facile che nel passato.

Questo è solo un esempio dell’evoluzione che po-chi finora hanno recepito fino in fondo. Ma per co-municare correttamente con il proprio cliente, non bisogna necessariamente diventare degli info-mar-keter.

Cominciamo dalla base: dal punto vendita.

• Cosa comunica il punto vendita al tuo cliente?

• Glielo hai mai chiesto?

• Quali sono gli elementi della tua comunicazione che più lo attraggono?

• Chi progetta il tuo piano di comunicazione? Quan-to tempo gli dedichi?

• E come va con la tua squadra di collaboratori?

Il consiglio te lo do adesso, che tu lo voglia o no. Fattene una ragione e cerca di trarne van-taggio: saper comunicare creando l’equilibrio tra messaggio e cliente vale più di qualunque altro sapere.

Ah, dimenticavo! Il cliente ha uno strumento poten-tissimo per farti capire se apprezza il tuo livello di comunicazione: non compra più da te. Spero pro-prio che tu non lo farai con me!

E approfittando della mia posizione ti chiedo: come trovi questo e-book? Ti va di farmelo sapere? E se ti dessi un regalo per il tuo feedback?

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Grazie! Il mio indirizzo è [email protected] 6. Saper dare valore

In questa fase sei in cima alla piramide. Hai la con-sapevolezza e la responsabilità di aver creato la tua attività, attraverso un percorso bello e faticoso. Ora sei un Professionista e, forse, un Imprendi-tore Eccellente. Hai le capacità, le conoscenze e le competenze per far sentire la tua “voce”, per dire la tua nel tuo settore, nel tuo mondo.

Sei un professionista che può fare tendenza, diven-tare un punto di riferimento, esprimere tutto il suo talento e le sue potenzialità attraverso le proprie creazioni: sei una persona che sa dare valore alle proprie azioni.

In questa fase nasce il desiderio di diversificarsi, di specializzarsi, di diventare un leader di tendenza o di pensiero. Che tu sia pasticciere, chef, panettie-re, gelatiere, vuoi scoprire nuove tecniche, svilup-

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pare nuove tecnologie, nuovi processi: in poche pa-role, essere innovativo.

A volte diventa una pura e semplice mania, una moda, un atteggiamento molto rischioso che mette a repentaglio tutto ciò che hai costruito. Certo, fa piacere essere sulla ribalta, cercato dai media, da-gli organizzatori di serate, di eventi, dalle aziende, ecc.

Ma non puoi dimenticarti come sei arrivato fin qui. Già, perché la tentazione più grande è quella di pensare che in cima alla piramide ci si resta per molto tempo: sbagliato!!! Ci si resta fino a quando si riesce a offrire il valore giusto, che fa la differenza rispetto a quello degli altri. Quello che mi meraviglia è che il metodo che ti ha portato fin qui lo conosci benissimo: lo studio, la ricerca, i test, i sacrifici, la costanza, la passione, la relazio-ne… Allora perché lo dimentichi?

Questa non è una rendita permanente: è il valore che sei riuscito a costruire fino a quando hai appli-cato il metodo con costanza. Solo se continui ad applicare il metodo e a perfezionarlo, riesci a co-struire nuovo valore per la tua Professione e la tua Impresa.

Impara dai grandi campioni, dai fuoriclasse, dagli Eccellenti del tuo settore o di altri. Studia i loro se-greti nell’allenamento continuo che fanno per man-tenere il loro altissimo livello. Ti sei mai accorto quanta energia e quanta passione mettono nella lo-ro Professione e nell’Impresa?

Allora i miei consigli sono:

• Analizza bene i tuoi talenti, i tuoi punti di forza: sviluppali, rendili eccellenti, insuperabili!

• Studia, ricerca, sviluppa con amore e con passio-ne.

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• Smetti di seguire le tendenze e di copiare gli al-tri: dai ascolto alla tua voce e potenziala.

• Allenati e sperimenta nuove strade, nuovi pro-cessi: spingiti oltre, a 360°.

• Dai valore a tutto ciò che fai e quando quello che cerchi non c’è, crealo

• Impara a dire di no e resta focalizzato sui tuoi progetti.

Ricorda, la piramide non è fatta per essere scalata una sola volta nella vita. È uno strumento che può avvicinarci all’eccellenza e che ci indica come pro-cedere. Quando ti fermi o pensi di essere arrivato in cima, inesorabilmente ci sarà qualcuno che sali-rà ancora più in alto. Allora costruisci bene il tuo progetto, la tua “piramide”, e sappila percorrere in salita e anche in discesa. Tornare alla fase uno è sempre utile per apprendere nuovi saperi, non tro-vi?

C’è un’ultima cosa che vorrei consigliarti: ringrazia sempre i tuoi clienti e tutti coloro che ti danno fidu-cia – non costa nulla e rende tantissimo in termini di emozioni e di relazioni.

Sei pronto per le domande?

• Quali sono i talenti che vorresti sviluppare?

• E i tuoi punti di forza?

• In quale attività sei diverso dai tuoi colleghi?

• Quale valore dai alla tua Professione?

• E alla tua Impresa?

• Cosa farai per arrivare in cima alla tua piramide?

Ah, dimenticavo: c’è un’ultima, piccola cosa…

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+1.

La fase delle fasi: piùunopunto!

Sai, a dire il vero la piramide la trovo un po’ arcai-ca. È un vecchio simbolo molto usato anche nel re-cente passato. Se interroghi Google, trovi piramidi di tutti i tipi: quelle del successo, quelle alimentari, quelle dei valori, dei bisogni, delle esigenze, ecc.

Resta il fatto che la piramide è concepita come una scala da salire per avvicinarsi a dio, all’eccel-lenza, al livello superiore. Mi hanno raccontato che, sulla cima di quelle dei Maya, venivano fatti dei sacrifici umani per ingraziarsi i favori delle divi-nità. Orrore!!!

Io non credo in dio e neppure nelle divinità. Credo che ogni essere umano ha in sé i talenti, le doti, le potenzialità per esprimere tutto se stesso. A una condizione: che ci creda fino in fondo e che sia di-

sposto a dedicare buona parte della sua vita – non di quella altrui – a raggiungere le vette più alte del-l’espressione del suo talento.

Io come te e come tanti altri ce la mettiamo tutta e a volte sentiamo di non essere all’altezza delle no-stre aspettative. Ma ora conosciamo un metodo certo e sicuro per riuscire a sviluppare al massimo le nostre potenzialità: il focus su ciò che vogliamo e tutto l’impegno per raggiungerlo.

Il “piùunopunto” di cui voglio parlarti è l’amore, la passione, il sorriso, la gioia di essere ciò che sei. È il propellente che ti dà l’energia per raggiungere i risultati che desideri. È la magia che trasforma i so-gni in successi, senza sforzo, senza fatica. È quel miracolo che avviene dentro di te e che ti fa sentire felice.

Questo è il mio consiglio: vivi ogni attimo della tua Crescita Professionale ed Economica come

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se fossi già ciò che vuoi diventare. Perché in ef-fetti già lo sei: puoi solo impedirti di esserlo!

+1. Ora sai come puoi fare il tuo percorso: cosa aspetti?

TESTIMONIANZE…  prese  in  prestito!

L'unico modo di fare un ottimo lavoro è ama�re quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fer�marti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l'avrai davanti. E, come le grandi storie d'amore, di�venterà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continua a cercare finché non lo trove�rai. Non accontentarti. Sii affamato. Sii folle.

Steve Jobs

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La crisi è una benedizione!

Non pretendere che le cose cambino se conti�nuiamo a fare lo stesso. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dell'ansia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere 'superato'. Albert Einstein

Quando avevo 5 anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita.

Quando andai a scuola, mi domandarono co�me volessi essere da grande. Io scrissi “feli�ce”. Mi dissero che non avevo capito il compi�to, e io dissi loro che non avevano capito la vi�ta.

John Lennon

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Si narra che Andrés Segovia fosse una persona estrema�mente brusca e scostante oltre che un chitarrista ec�cellente. La sua repulsione a incontrare il pubblico pri�ma e dopo i suoi concerti era tale che pretendeva un

rigido servizio d’ordine per impedire ai suoi ammiratori di essere avvicina�to. La storia racconta che una sua giovane fan

riuscì a eludere la rete protettiva e si introdus�se furtivamente nel camerino del musicista. Visibilmente emozionata al suo cospetto, gli disse: “Maestro darei la vita per poter suonare come lei”.

La gelida risposta di Segovia fu: “È proprio ciò che faccio, signorina!”

Liberamente tratto da “Aneddoti su Segovia”

Titolo originale: La Piramide per la Crescita Professionale ed Economica

Editore originale: Bright Present LTD

Collana editoriale RDR

Prima edizione: dicembre 2012

Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art.

68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 163.

Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o com�merciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettua�

te a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da: Bright Present LTD