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Julia Murrmann, Patrycja Surmaj Uniwersytet Warszawski [email protected], [email protected] LA PECULIARITÀ DEL LINGUAGGIO GIORNALISTICO SPORTIVO IN BASE ALL’ANALISI DEGLI ARTICOLI DELLA GAZZETTA DELLO SPORT THE PECULIARITY OF THE LANGUAGE OF SPORTS BASED ON AN ANALYSIS OF ARTICLES FROM LA GAZETTA DELLO SPORT Abstract: This paper focuses on the language of sports in the press, and its objectives are to analyse the specific linguistic features of the language of sports, to describe their function and to assert their possible impact on sports fans. By means of content analysis, a corpus of articles from a popular Italian sports newspaper, La Gazzetta dello Sport, was investigated in order to examine the stylistic properties typical of the language of sports. Indeed, all of the features described in this article’s review of literature on the language of sports were richly present in the corpus under scrutiny. Their role consists in forming opinions, creating attitudes and arousing emotional reactions among readers. Keywords: sport, language, press, journalism, soccer Published: 10/09/2015 ISSN 2084-4514 How to reference this article Murrmann, J., Surmaj, P. (2015). La peculiarità del linguaggio giornalistico sportivo in base all’analisi degli articoli della Gazzetta dello Sport. Italica Wratislaviensia, 6, 197–216. DOI: http://dx.doi.org/10.15804/IW.2015.06.12

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Julia Murrmann, Patrycja SurmajUniwersytet Warszawski

[email protected], [email protected]

LA PECULIARITÀ DEL LINGUAGGIO GIORNALISTICO SPORTIVO

IN BASE ALL’ANALISI DEGLI ARTICOLI DELLA GAZZETTA DELLO SPORT

THE PECULIARITY OF THE LANGUAGE OF SPORTS BASED ON AN ANALYSIS OF ARTICLES

FROM LA GAZETTA DELLO SPORT

Abstract: This paper focuses on the language of sports in the press, and its objectives are to analyse the specific linguistic features of the language of sports, to describe their function and to assert their possible impact on sports fans. By means of content analysis, a corpus of articles from a popular Italian sports newspaper, La Gazzetta dello Sport, was investigated in order to examine the stylistic properties typical of the language of sports. Indeed, all of the features described in this article’s review of literature on the language of sports were richly present in the corpus under scrutiny. Their role consists in forming opinions, creating attitudes and arousing emotional reactions among readers.

Keywords: sport, language, press, journalism, soccer

Published: 10/09/2015ISSN 2084-4514

How to reference this articleMurrmann, J., Surmaj, P. (2015). La peculiarità del linguaggio giornalistico sportivo in base all’analisi degli articoli della Gazzetta dello Sport. Italica Wratislaviensia, 6, 197–216. DOI: http://dx.doi.org/10.15804/IW.2015.06.12

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INTRODUzIONE

Come sostiene un sociologo dello sport inglese Richard Giulianotti (2005, p. 210) l’importanza dello sport nella società contemporanea

non può essere sottovalutata: ne è la prova, tra l’altro, il crescente inte-resse nei suoi confronti da parte dei media, stampa inclusa. Il presente articolo è nato dalla riflessione sul linguaggio dello sport, che è uno dei più creativi, ricchi, dinamici e flessibili linguaggi settoriali. Esistono varie definizioni del linguaggio sportivo, riferito anche come la lingua dello sport oppure la lingua del giornalismo sportivo. Domenico Proietti (1993, p. 10) definisce il linguaggio sportivo come terminologie tecniche e specifiche delle singole discipline sportive e diversi generi di discorso, sia orale che scritto, finalizzati al resoconto e al commento di eventi e personaggi dello sport. Un’altra definizione, proposta da Gian Luigi Beccaria (1973, p. 46), estende il fenomeno del linguaggio sportivo, includendo – oltre al linguaggio usato dai cronisti e giornalisti sportivi – anche quello gergale utilizzato dai tifosi. Secondo lo studioso questo linguaggio deve essere definito come tecnico per via dell’ambito preciso e specifico di cui analizza e presenta gli eventi.

L’obiettivo del presente articolo è di analizzare i caratteri linguistici tipici del linguaggio sportivo nella stampa italiana, di studiare la loro funzione e di spiegare la loro possibile incidenza sui tifosi-lettori. Si è voluto, in altri termini, esaminare la specificità del linguaggio del-lo sport, la sua peculiarità appunto, dal punto di vista scientifico, sulla base di un’analisi qualitativa degli articoli provenienti da tre numeri del giornale italiano La Gazzetta dello Sport trattante un’ampia tematica sportiva.

TRATTI CARATTERISTICI DEL LINGUAGGIO SPORTIVO

I numerosi risultati dello studio del linguaggio sportivo dimostrano il primato dell’indagine lessicale su quella riguardante la morfologia, la sintassi, la stilistica oppure l’ortografia. Il linguaggio sportivo si di-stingue dagli altri linguaggi settoriali grazie al suo enorme patrimonio lessicale il quale può essere definito come una raccolta delle terminolo-

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gie e vocaboli provenienti non soltanto da diverse discipline o settori, ma anche da diverse lingue straniere. Tanto è vero che i prestiti lingui-stici sono onnipresenti nella terminologia di ogni disciplina sportiva. Predominano gli anglicismi, seguiti dai francesismi. In molti casi si ha a che fare con la coesistenza dei forestierismi con i loro corrispondenti italiani, come avviene per esempio nella terminologia calcistica: cor-ner/(calcio d’) angolo, penalty/(calcio di) rigore, goal/rete (Duro, 1993, p. 23).

La diffusione degli anglicismi nel linguaggio sportivo è motivata principalmente da ragioni storiche, visto che le origini di molte disci-pline risalgono alle società elitarie dei paesi anglosassoni. Infatti, molti sport furono inventati o popolarizzati prima in questi paesi, ad esempio, il calcio ed il tennis in Inghilterra, la pallacanestro negli Stati Uniti. Successivamente le discipline sportive furono divulgate in tutto il mon-do ed accettate con la relativa terminologia. Questi anglicismi vengono definiti come prestiti di necessità. Nel corso dei decenni, alcuni termi-ni stranieri vengono sostituiti, trasformati o assimilati. Sergio Rafael-li (1983, p. 250) osserva che alcuni anglicismi “come sport, sostenuto da sportivo sono profondati ormai nel cuore della lingua italiana in tal modo, che non sembra più possibile sradicarli”. Vale la pena di ricordare che in questo caso si tratta comunque di un termine di origine francese, che penetrò prima l’area anglofona, e dopo le altre lingue del mondo. L’abbondanza degli anglicismi nel linguaggio sportivo può anche essere motivata dalla necessità di supplire le mancanze terminologiche nel caso della scarsa creatività lessicale della lingua. Questo gruppo di forestie-rismi subisce diverse assimilazioni e trasformazioni assolute o parziali riguardanti la forma, il significato e la pronuncia. Nella maggior parte dei casi i prestiti hanno conservato la radice originale. Le modifiche del-la forma riguardano principalmente le desinenze, che vengono formate ‘all’italiana’. Ad esempio, “da pressing si ha pressare che può essere usato con l’oggetto, pressare un avversario, oppure nella forma asso-luta, la squadra non pressa” (Beccaria, 1993, p. 53). Nell’ambito dello sport si può, inoltre, osservare il fenomeno del ricorso a prestiti apparen-ti il cui significato denotativo italiano è leggermente diverso da quello originale inglese. Questi falsi prestiti, chiamati anche pseudoanglicismi,

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subiscono spesso una semplificazione della forma scritta come nel caso di corner kick divenuto corner (Giovanardi e Gualdo 2003, pp. 63–65). I francesismi sono in generale pochi nel linguaggio sportivo, ma sono diffusissimi nel ciclismo (Caretti, 1985, pp. 77–78).

Non soltanto i forestierismi sono caratteristici per la lingua dello sport. Il linguaggio sportivo è ricco di neoformazioni, cioè parole ed espressioni nuove, create e diffuse dai giornalisti, le quali successiva-mente fanno parte del giornalismo sportivo. I più numerosi e significati-vi fra di loro appartengono al gergo calcistico. Secondo Carlo Bascetta (1985, p. 339) “il linguaggio sportivo crea neologismi con un’abbon-danza sconosciuta persino alla lingua letteraria”. Claudio Giovanardi (2006, p. 249) osserva che nel campo della derivazione si può nota-re la presenza di alcuni suffissi (–ata, –ista e quello elativo –issimo/a) e prefissi (super–) preferiti che danno vita a delle parole nuove e comun-que meno diffuse nel linguaggio comune. Nel campo della composizio-ne vale la pena di menzionare l’uso frequente dei composti deaggettivali nella denominazione metonimica dei giocatori di una squadra fonda-ta sui colori sociali, ad esempio i biancocelesti vale a dire i giocatori della Lazio. Nel contesto dei campionati internazionali si osserva un espediente analogo con il riferimento al colore della bandiera nazionale o delle magliette sportive: i biancorossi sono i polacchi; gli azzurri sono gli italiani.

Il linguaggio sportivo usa un lessico specialistico – è una va-rietà di lingua caratterizzatasi per la presenza di un’ampia terminolo-gia tecnica, la quale si contraddistingue dalla lingua comune, ma allo stesso tempo proviene proprio da essa (Berruto, 1987, p. 154). Infatti, il linguaggio sportivo ha conservato i legami stretti con la lingua comu-ne esportando e importando molte espressioni. Molti linguisti si sono dedicati agli studi concernenti le locuzioni passate dall’ambito sportivo all’uso quotidiano (Czyżewska e Różewska, 2011; Giovanardi, 2006; Lipoński, 2009; Medici, 1993; Murrmann, 2014). Alcuni esempi inte-ressanti sono: in zona Cesarini, prendere in contropiede, fare melina, seguire a ruota, alzare la guardia, appendere le scarpe al chiodo, ecc. Quanto agli afflussi in direzione opposta, la terminologia sportiva ha adottato al suo uso un ricco vocabolario comune da diversi settori della

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vita quotidiana modificandone il significato, o più precisamente, sosti-tuendolo con un altro – nuovo, ogni tanto determinato dal contesto spe-cifico in cui la parola viene usata per la prima volta. Si tratta di un pro-cesso di rideterminazione semantica, cioè una transizione delle parole ed espressioni intere dalla lingua comune alla terminologia del linguag-gio sportivo. I tecnicismi più numerosi si rintracciano nei linguaggi del ciclismo e calcio. Come gli esempi di questo fenomeno possono servire, fra tanti altri, i termini specifici che seguono: campo, rete, palo, por-ta, angolo, corde (Giovanardi, 2006, p. 247). Giacomo Devoto (1972, p. 165) osserva che il ricorso ai tecnicismi ha contribuito alla sostitu-zione dei forestierismi nel linguaggio sportivo. È stato possibile preva-lentemente grazie alla ‘burocratizzazione del gioco’. Un altro fenomeno legato ai tecnicismi riguarda la loro costante circolazione fra diverse di-scipline sportive. Bascetta ne propone un esempio: il termine tandem dal ciclismo che originariamente significava ‘bicicletta a due posti’, è stato conseguentemente trasferito ed adottato dal gergo calcistico per definire ‘coppia di attaccanti’ (Bascetta, 1993, p. 28).

Un altro tratto tipico del linguaggio sportivo è la presenza delle fi-gure retoriche, tra cui iperboli, metafore, similitudini ed epiteti molto ricercati. Il loro uso si spiega con la funzione della lingua dello sport che non si limita solo alla descrizione degli eventi sportivi. Attraverso il linguaggio pieno di invenzioni metaforiche, neoformazioni ed iper-boli si cerca di ottenere degli effetti precisi sul pubblico. “La tendenza all’abuso di elativi, all’eroicizzazione dei protagonisti, all’uso di formu-le stereotipate e di metafore belliche, all’impiego della tematizzazione” (Rossi, 2003, p. 135) sono soluzioni linguistiche motivate dalla volontà di attirare l’attenzione del pubblico. Lo sport, definito come uno spet-tacolo di grande interesse sociale, è capace di suscitare emozioni, sia positive che negative, di unire e motivare. Lo sport dovrebbe, come so-stiene Giovanardi (2006, p. 241), “aggregare, emozionare, determinare comportamenti”.

L’iperbole è una figura retorica consistente nell’esagerazione la de-scrizione attraverso varie espressioni che servono ad amplificare gli effetti che si desidera ottenere con il loro aiuto. I giornalisti sportivi fanno ricorso a questa figura per intensificare le emozioni dei lettori,

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cioè introdurre dei toni solenni, marziali, ironici o paradossali. Median-te l’iperbole si cerca innanzitutto di ottenere effetti ben precisi creando un’immagine positiva oppure negativa di un dato evento sportivo o di un atleta. Come nota Giovanardi, il meccanismo dell’iperbole si confi-gura in vari modi, soprattutto attraverso la scelta di aggettivi speciali, come pugno ‘micidiale’, sforzo ‘sovraumano’. Un altro uso delle iper-boli consiste nel coniare diversi appellativi antonomastici riguardanti gli atleti: ‘il figlio del vento’ per il velocista americano Jessy Owens. Giovanardi (2006, p. 250), come altri linguisti, menziona anche un ac-centuato ricorso a immagini belliche.

Nel linguaggio sportivo frequenti sono anche le metafore, ovvero le figure retoriche che implicano un trasferimento di significato e mirano a creare immagini di forte carica espressiva. Un’altra funzione delle me-tafore consiste nella migliore visualizzazione dell’argomento descritto. In altri termini: una metafora facilita la cognizione influenzando il modo di pensare del destinatario: grazie ad una metafora il giornalista riesce a presentare un evento in modo visuale e ricercato. A questo punto vale la pena di ricordare che, a differenza di radio e televisione, per la stampa il testo scritto è proprio un elemento di base, a volte accompagnato dalle fotografie. Gli altri mezzi di comunicazione dispongono di un intero set di strumenti con cui esercitare l’influenza sul pubblico (Andrews, 2009, pp. 128–129).

Come sostiene Jadwiga Kowalikowa (1997, p. 379) amate sono le metafore che si riferiscono in modo esplicito alla guerra e rimandano per via simbolica agli scontri militari. Qui si possono citare le nozioni come: attacco, offensiva, difesa, sparo, ecc. La studiosa polacca riflette su come queste metafore influenzano i comportamenti e le reazioni dei tifosi e mette in rilievo la possibilità che questa strategia induce alla ri-militarizzazione dello sport, all’aggressione e alla violenza (Kowaliko-wa, 1997, p. 381).

L’uso dei fraseologismi è un’altra caratteristica distintiva del lin-guaggio sportivo. A differenza degli altri linguaggi settoriali, la funzio-ne di quello dello sport, anzitutto nella stampa, non si limita soltanto a trasmettere le notizie sportive. Gli si attribuisce anche un ruolo del mezzo di comunicazione che mira a divertire i lettori attraverso il ri-

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corso alle soluzioni lessicali o stilistiche fuori dal comune, anzi, inno-vative.

METODOLOGIA DELLA RICERCA

Il corpus selezionato per l’analisi linguistica è stato sottoposto a scru-tinio con l’analisi del contenuto, considerata uno dei metodi di ricer-ca più adeguati ed efficaci nelle scienze umanistiche e particolarmente pertinente allo studio delle comunicazioni di massa (Tipaldo, 2014). Secondo un sociologo americano Earl Babbie (2013, p. 331) lo scopo di content analysis è quello di analizzare ed interpretare il contenuto delle comunicazioni e messaggi umani, tra cui anche articoli giornalisti-ci. Avvalendosi di un approccio qualitativo è stato possibile evidenziare i dati più interessanti.

Si è dovuto scegliere un corpus ed affrontare il problema di rap-presentatività campionaria. Il corpus, inteso come campione casuale, è composto da tre numeri del quotidiano sportivo italiano La Gazzetta dello Sport trattante una tematica sportiva molto ampia. In altri termini, un totale di circa 90 pagine è stato sottoposto a un’analisi dettagliata. Per quanto riguarda la motivazione della scelta del corpus, vale la pena di ricordare, che l’analisi del 1939 di Devoto (1939, pp. 17–21), consi-derato l’autore del primo contributo di carattere scientifico riguardante la lingua del calcio, si fondava su una serie di articoli de La Gazzet-ta dello Sport, appunto. Essendo un giornale di diffusione nazionale (con la tiratura media nel dicembre del 2013 di 298757), disponibile sia in versione cartacea che in versione digitale, il quotidiano è facilmen-te accessibile ai lettori da tutto il mondo. Un altro aspetto, cioè il suo prezzo (1,30 euro), lo rende vastamente raggiungibile per gli italiani. Sono stati scelti tre numeri di questo giornale per poter selezionarne gli esempi più interessanti.

Al fine di fornire le informazioni relative alla fonte, utili in condi-zioni di ripetibilità della ricerca effettuata, è stato necessario creare un sistema di codificazione, possibilmente trasparente, conciso ed univoco. Tutti gli esempi presentati nella parte analitica sono accompagnati dalla designazione tra parentesi che segue (GdS 1:1). La sigla GdS corrispon-

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de al nome del quotidiano, mentre il numero indica il giorno preciso della pubblicazione, dove 1 sta per il 19.11.2013; 2 per il 03.01.2014 e 3 per il 06.01.2014. L’ultimo elemento di questo sistema di codificazione costituisce il numero della pagina su cui è stato trovato, in versione car-tacea, l’esempio citato.

RISULTATI DELLE ANALISI: PECULIARITÀ DEL LINGUAGGIO DELLO SPORT

Seguendo l’ordine proposto nella parte teorica, si presentano qui sotto i risultati delle analisi effettuate sul corpus selezionato.

Quanto ai forestierismi nel linguaggio sportivo, si può dire che ri-mane sempre attuale che la stampa sportiva ha una certa predilezione per i termini inglesi. Le modalità d’uso e le funzioni che essi svolgo-no sono plurime. Si possono individuare gli anglicismi assimilati nella lingua italiana: ritwitta (GdS 3: 17) dall’inglese Twitter, gol (GdS 3: 5) dall’inglese goal, snobbare (GdS 3: 31) dall’inglese snob. Interessanti sono anche le locuzioni composte, come punizione-cross (GdS 3: 2). Sono stati individuati molti prestiti dall’inglese non assimilati nella lin-gua italiana: mister (GdS 3: 2), okay (GdS 3: 2), stress (GdS 3: 3), match (GdS 3: 4), highlights (GdS 3: 4), gallery (GdS 3: 5), ex bomber (GdS 3: 6), club (GdS 3: 8), pressing (GdS 3: 8), sprint (GdS 3: 11), derby (GdS 3: 12), fair play (GdS 3: 13), playoff (GdS 3: 15), outlet (GdS 3: 17), follower (GdS 3: 17), part time (GdS 3: 19), record (GdS 3: 22), leader (GdS 3: 26), rookie (GdS 3: 27), team (GdS 3: 27), summit (GdS 2: 4), staff (GdS 2: 9), weekend (GdS 2: 11), board (GdS 2: 15), offside (GdS 2: 15), dribbling (GdS 2: 17), coach (GdS 2: 24), streaming (GdS 2: 24), match point (GdS 2: 29), star (GdS 1: 4), step (GdS 1: 6), ranking (GdS 1: 6), bookmaker (GdS 1: 6), short list (GdS 1: 8), exit poll (GdS 1: 8), boom (GdS 1: 13), trend (GdS 1: 13), serial scorer (GdS 1: 19), pit (GdS 1: 21), doping (GdS 1: 23).

Oltre agli anglicismi nel corpus sottoposto all’analisi sono stati tro-vati anche altri forestierismi. Tra i prestiti dalla lingua spagnola si pos-sono citare: goleador (GdS 3: 3) con il significato di cannoniere, anche bomber, ovvero attaccante che segna molte reti, corrida (GdS 3: 12), per

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indicare il combattimento tra un uomo a piedi, il torero, e un toro, che si svolge in un’arena circolare recintata.

Invece, fra i prestiti dalla lingua francese sono state individuate le parole tali come: patron (GdS 3: 14), gaffe (GdS 3: 17), stage (GdS 2: 9), entourage (GdS 2: 21), pivot (GdS 2: 25), clou (GdS 2: 25). Bisogna tener presente che i gallicismi sopraccitati svolgono diverse funzioni negli articoli giornalistici. Mentre alcuni sostituiscono le parole italiane che potrebbero essere usate al posto di uno stranierismo, gli altri sono prestiti di necessità. Ad esempio, clou si potrebbe esprimere adoperan-do le parole italiane quali culmine o apice. Invece il francesismo pivot è entrato nel linguaggio sportivo italiano, ne costituisce parte integran-te e non è sostituibile, indicando, nella pallacanestro, giocatore intorno al quale ruota la manovra d’attacco.

Fra i prestiti tratti dalla lingua tedesca sono stati riconosciuti: blitz (GdS 3: 11), bis (GdS 3: 24), leitmotiv (GdS 2: 31), kaiser (GdS 1: 11), kolossal (GdS 1: 6). Vale la pena di notare che i germanismi sopraelen-cati sono stati almeno parzialmente adattati all’italiano, visto che i so-stantivi non sono scritti con una maiuscola come si deve fare in tedesco.

Come risulta dall’analisi quantitativa, nel corpus sono stati trovati: 45 anglicismi (quelli assimilati compresi), 6 francesismi, 5 germanismi e 2 ispanismi (spagnolismi), il che rispecchia la tendenza generale de-scritta nella parte teorica.

A livello microstrutturale, nel materiale analizzato si è constatato un uso frequente delle abbreviazioni, sigle e di una sottocategoria delle sigle, ovvero degli acronimi. La loro presenza è davvero visibile nella stampa sportiva e si spiega con un frequente ricorso alle stesse entità (ad esempio organizzazioni sportive, come il CONI, o federazioni respon-sabili della gestione dei grandi tornei sportivi, come la FIFA). Il loro utilizzo è anche dovuto alla mancanza di spazio.

Tra le abbreviazioni si può citare Mou (GdS 2: 11), per José Mou-rinho un allenatore portoghese.

Le sigle sono molto più presenti ed indicano per esempio gare auto-mobilistiche GP (GdS 3: 27), ovvero Grand Prix o Gran Premio, funzioni tecniche: c.t. – (GdS 2: 14) commissario tecnico, a.d. – amministratore delegato (GdS 2: 17), d.s. – direttore sportivo (GdS 2: 19), g.m. – gene-

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ral manager (GdS 2: 25), e tipici tecnicismi sportivi: K.O. (GdS 3: 7), ovvero knock-out. Vale la pena di menzionare anche ADL (GdS 2 : 17), che sta per Aurelio De Laurentiis, produttore cinematografico e dirigen-te sportivo italiano e OK (GdS 3: 2). In molti casi abbreviati vengono anche i nomi di posti (o stadi) in cui si tengono i campionati, ad esempio Psg (GdS 2: 4) per Paris Saint-Germain.

Tra gli acronimi si possono citare nomi di organizzazioni, quali Uci (GdS 1: 23) – Unione Ciclistica Internazionale, e nomi di malattie: F.O.P. (GdS 2: 14) – Fibrodisplasia Ossificante Progressiva, una rara malattia genetica nella quale dei frammenti di ossa si manifestano nei muscoli, nei tendini, nei legamenti e in altri tessuti connettivi.

Nel linguaggio sportivo si registrano molte peculiarità stilistiche. Citiamo alcune neoformazioni trovate nel corpus. Il neologismo “la punizione-cross” (GdS 3: 2) è una parola composta nata dall’assimi-lazione parziale (calco linguistico) dell’anglicismo cross nella lingua italiana (esiste anche il verbo crossare). La parola “blucerchiato” (GdS 2: 9) si riferisce a doriano/sampdoriano (della squadra di calcio geno-vese della Sampdoria). Si tratta del nome delle squadre in base ai co-lori o altre loro caratteristiche ed è relativo sia ai giocatori che ai tifosi della squadra in questione. Il termine “autogol” (GdS 2: 15) è compo-sto dal prefisso auto e dall’anglicismo goal dopo aver preso la grafia uniforme con la sua pronuncia nella lingua italiana. Un altro esempio di un neologismo del tutto particolare si può vedere nel frammento: “nei mesi scorsi non aveva apprezzato il trattamento dei media italiani, troppo filo-Balotelli” (GdS 2: 23). La parola composta filo-Balotelli contiene un elemento derivato dal greco, cioè filo, che indica amo-re, simpatia o propensione e la seconda parte si riferisce al calciatore Mario Balotelli. Nella lingua comune si sentono molte parole coniate in questo modo (filoamericano, filogovernativo). Un termine interes-sante è “trequartista” (GdS 3: 16) che vuol dire un calciatore a metà tra due posizioni ben distinte: attaccante e centrocampista. Occupa la zona di campo denominata “tre quarti”. Il neologismo “stakanovi-sta” (GdS 2: 19) proviene dalla parola stacanovismo, cioè un movi-mento di massa e di propaganda sovietica. Italia “pali e patta” (GdS 1: 2–3) è un ovvio riferimento all’espressione pari e patta (tecnicismo

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del gergo scacchistico) avente un significato di chiudere una contesa, essere in condizione di parità.

Per quanto riguardano i tecnicismi nel linguaggio sportivo si pos-sono elencare i seguenti esempi: con “il suo piatto di precisione” (GdS 3: 3) si intende che la palla è stata colpita con la parte interna del piede. Si trattava dunque di un tiro rasoterra non molto potente, ma preciso. Altre espressioni simili riferite al diverso modo di colpire la palla a se-conda della parte del piede che si utilizza sono “punta”, “collo pieno” ed “esterno”. La parola sprint (GdS 3: 11), invece, evoca l’azione di un club durante la sessione di calciomercato. Originariamente questo ter-mine proviene dal gergo calcistico e quello dell’atletica. L’espressione “Pepito ginocchio k.o”. (GdS 3: 12) si riferisce alla violenta torsione del calciatore. Il giornalista ha deciso di far l’uso di un termine tecnico in-glese appartenente al linguaggio del pugilato. Le parole come “campo” (GdS 3: 12), “angolo” (GdS 1: 12), “rete” (GdS 2: 12) sono gli esempi classici della transizione delle parole dalla lingua comune al linguaggio sportivo.

Nel corpus analizzato sono state trovate alcune iperboli interessanti. Il termine “schiacciasassi” (GdS 3: 3) evoca uniche capacità sportive, tecniche e fisiche (forza) di un calciatore paragonandolo a una macchi-na usata nei lavori stradali. L’espressione “il suo piatto di precisione” (GdS 3: 3) si riferisce al gol di un giocatore cruciale per la vittoria del-la sua squadra. Il presente termine loda un’ottima tattica e forse anche la rapidità dello sportivo. Nel frammento “Il tratto che collega il campo all’infermeria spesso al Milan somiglia a un outlet in tempo saldi” (GdS 3: 17) l’espressione “outlet in tempo saldi” è un esempio interessante dell’uso di un’immagine dalla vita quotidiana e sta a significare strapie-no di gente: in questo contesto – di calciatori. L’espressione “zona brivi-di” in “Bari alla pari con le grandi ma resta nella zona brividi” (GdS 2: 37) si riferisce alla minaccia per il club di rimanere in zona retrocessio-ne. Vale la pena di notare, inoltre, che le parole nella parte iniziale ‘Bari alla pari’ rimano. Interessante è un riferimento alla danza: “[un calcia-tore] fa girare la squadra a ritmi da can can” (GdS 1: 4). “A ritmi da can can” evocando una danza vivace nata in Francia, vuol dire fare qualcosa in modo energico, vivace, ma anche rapido e veloce. Nel frammento

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“Gli uomini del ghiaccio dovranno fare fatica per sorprendere il mondo, stasera, a zagabria” (GdS 1: 6) si ha a che fare con l’espressione iper-bolica che si riferisce ai calciatori islandesi che vengono caratterizzati e mostrati attraverso il clima del loro paese.

Tra le metafore riscontrate nel corpus analizzato molte sono di stam-po bellico. Ad esempio: “Il primo [di Giorgio Chellini, il calciatore] è un muro. Meglio una fortezza” (GdS 3: 5). Le caratteristiche fisiche e tecni-che dei calciatori vengono paragonate agli elementi essenziali costruiti dalla gente per la difesa nel passato, quali fortezza e muro. La presente espressione ha una funzione espressiva. Lo stesso giocatore viene anche paragonato a un gigante: ”Chellini giganteggia nei duelli” (GdS 3: 5). Il calciatore viene presentato come un gigante dello sport che si distin-gue dagli altri grazie alle sue capacità straordinarie. L’uso della parola duello sottolinea invece l’antagonismo e la lotta sportiva fra i calciatori delle squadre avversarie. Anche un’altra espressione si riferisce al duel-lo, al combattimento fra due persone: “i centrali vengono spesso lasciati soli nell’uno-contro-uno” (GdS 3: 5). Il duello viene anche menziona-to esplicitamente: “Patisce il duello” (GdS 3: 5) – un calciatore soffre e prova dispiacere durante il confronto con un suo avversario. Quan-do “la Fiorentina si è impadronita subito della seconda parte, sfiorando il bersaglio”(GdS 3: 12), il gioco della squadra fiorentina viene parago-nato all’azione militare di prendere possesso di qualcosa con violenza o frode. Con “Lotito imbraccia il fucile” (GdS 3: 14), ovvero tramite una metafora militare, si cerca di dire che qualcuno prende posizio-ni estremistiche o violente. L’ambiente sportivo viene mostrato come un campo di continui scontri e lotte anche con “i soldi [...] verrebbero raccolti attraverso la cessione dei calibri medio-alti” (GdS 2: 4). L’uso dell’immagine presa dal gergo militare aumenta l’espressività di questa frase. Un altro esempio è: “i tifosi si sono armati di santa pazienza” (GdS 2: 17), dove la parola “armarsi” proviene dal gergo militare. In-vece di scrivere “si sono muniti di”, il giornalista ha deciso di scegliere questa soluzione per intensificare il significato. Un evidente ricorso alla guerra è “Armstrong spara su Verbruggen” (GdS 1: 1). Il comportamen-to di Armstrong che ha accusato Verbruggen di aiutarlo a nascondere il doping viene presentato come l’atto di sparare colpi con un’arma.

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La peculiarità del linguaggio giornalistico sportivo... 209

Molte metafore provengono dal mondo dello spettacolo teatrale o musicale. Ogni manifestazione sportiva, essendo un’esibizione artisti-ca rivolta a un pubblico di spettatori, viene considerata uno spettacolo. Non sorprendono dunque le numerose metafore che mirano a stabili-re un certo legame e sottolineare aspetti analogici tra le manifestazioni di stampo artistico par excellence e quelle sportive. Troviamo ad esem-pio: “La difesa giallorossa è più ballerina” (GdS 3: 5). Invece di usare un aggettivo appropriato in quel posto, il giornalista ha deciso di sfrutta-re l’immagine della ballerina e le sue associazioni nell’immaginario col-lettivo: fragilità, finezza, delicatezza. “Giù il sipario” (GdS 3: 3) manife-sta la fine di un avvenimento sportivo che viene paragonato all’elemento finale di ogni spettacolo teatrale, ossia la calata del sipario. “Quello che sta maturando è un autentico colpo di scena” (GdS 3: 11) – qui vedia-mo che attraverso un termine dalla narrativa si cerca di mostrare un avvenimento evocato come una svolta improvvisa nel corso degli even-ti. Troviamo anche un riferimento al ballo: “Un tango lasciato a metà: Mazzarri ne ritrova uno [Milito] e, forse ne perde un altro [Icardi]” (GdS 3: 15). La frase rinvia, probabilmente, all’espressione “ci vogliono due persone per ballare il tango”. C’è comunque ancora un altro fatto im-portante connesso al carattere specifico di questa danza, meno esplicito e percepibile solo per chi si intende delle regole del ballo: la rotazione frequente dei partner nel tango è un elemento indispensabile per fare progressi. Se “Smith dà spettacolo” (GdS 3: 29) vuol dire che cerca di attirare su di sé tutta l’attenzione e l’interesse. Qui si ha anche a che fare con una freddura, con un gioco di parole, un doppio senso, visto che l’espressione ‘dare spettacolo’ si lascia interpretare in due modi: in pri-mo luogo significa mostrare in pubblico la propria bravura per suscitare ammirazione, e in secondo luogo sta per mettersi al centro dell’attenzio-ne, anche in modo negativo. Interessante è anche: “Il 2013 di Amaurys Perez è andato in crescendo” (GdS 2: 25). Il termine ‘andare in crescen-do’ è stato preso in prestito dalla musica e significa in questo contesto un progressivo aumento di intensità.

Emergono anche le metafore dal mondo della natura che si rifanno ai fenomeni atmosferici, fauna e flora. La voce ‘ciclone d’inverno’ (GdS 3: 2–3) è stata usata per riportare le numerose vittorie della Juventus

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nella stagione invernale. Il gioco della squadra viene paragonato al ci-clone. “Con il tempo le mie rose di solito crescono” (GdS 3: 34) sono le parole dell’allenatore dell’Inter, Walter Mazzarri, con il riferimento alla forma sportiva dei suoi calciatori. A questo punto bisogna chiari-re: la parola polisemica “rosa” indica un gruppo di persone prescelte in base a una prima selezione, come più qualificate e meritevoli, tra tutte quelle che vengono prese in esame (per premi, concorsi, gare, incarichi, ecc.), all’interno del quale viene poi operata la scelta definitiva (così si dice “la rosa dei giocatori”) ed inoltre in italiano funziona il detto “se sono rose, fioriranno”, che significa che solo nel tempo si potranno defi-nire le competenze e le qualità di una persona. Può darsi che alludendo a questo proverbio e a una metafora che evoca un processo della natura, l’allenatore cercava di rendere la sua dichiarazione più espressiva e ma-gari anche più comprensibile. “Un lampo in una notte di bagliori psi-chedelici” (GdS 1: 3) può significare un’intuizione improvvisa e geniale oppure il genio di qualcuno. L’espressione “Pantera nera del Benfica” (GdS 3: 1) si riferisce alle capacità sportive del calciatore, Eusebio, che lo rendono simile alla pantera conosciuta per la sua agilità nei movimen-ti. “Bisogna avere gli occhi di tigre” (GdS 3: 7) vuol dire guardare qual-cuno con rabbia o aria di sfida (questa frase, proveniente dal film Rocky, è famosissima in Italia). Sottolinea un carattere fortemente agonistico dell’ambiente sportivo. Un esempio interessante è “Lechner leonessa nel fango: è terza” (GdS 3: 26). La parola ‘leonessa’ si riferisce a Eva Lechner, una ciclista su strada e ciclocrossista, multicampionessa nella sua disciplina. Inoltre, leggiamo “Siamo animali da competizioni” (GdS 1: 3) e pensiamo ai calciatori i quali ammettono che la competizione costituisce parte integrante della loro vita.

Il desiderio dei giornalisti sportivi della ricchezza lessicale e la loro aspirazione a non ripetere il nome dello sportivo li induce a inventare diversi epiteti che siano in grado di designare un giocatore in modo non tradizionale, anzi, ricercato, raffinato o addirittura sofisticato. Da qui ri-sulta un’enorme varietà di espedienti con cui denominano chi partecipa a una manifestazione sportiva. È infatti sorprendente quanti appellativi i giornalisti sportivi riescono a trovare pur di evitare di ripetere la parola calciatore.

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La tabella sottostante presenta in modo conciso, riportando soltan-to alcuni esempi, le caratteristiche dei calciatori alle quali i giornalisti sportivi fanno un ricorso frequente. Bisogna tener presente che mentre alcuni appellativi sono oggettivi e riguardano la nazionalità o aspetti demografici, altri hanno un carattere molto soggettivo con una distinta funzione elativa, enfatica e rafforzativa. Begli epiteti vengono regalati ad un calciatore particolarmente bravo, capace di eseguire abilmente i propri compiti nel campo. È un modo per distinguerlo (“asse”, GdS 3: 7), lodarlo (“fortezza”, GdS 3: 5) o idealizzarlo (“Super Aquile”, GdS 1: 4). Questi espedienti contribuiscono alla formazione dell’opinione.

Tabella 1. Epiteti riguardanti i calciatori usati nella stampa sportiva, in base all’anali-si del corpus

Caratteristiche oggettive Caratteristiche soggettive

Nazionalità Età Città o re-gione in cui

ha sede il club

Nome del club di ap-partenenza

Posizione in campo

Colori sociali

del club di appar-tenenza

Qualità e capacità tecniche

Meriti sportivi

e contributi per la propria

squadra

cileno, argentino,

ecc.

24enne roma-gnoli, liguri, ecc.

internista, ex-udine-se, ecc.,

difensore, attaccan-

te,ecc.

giallo-rossi,

azzurri,ecc.

tuttofare, bomber,

ecc.

campione, eroe, asse,

ecc.

Fonte: Ricerca propria sul corpus.

Le denominazioni oggettive includono i riferimenti a: – nazionalità: cileno (GdS 3: 2–3), argentino (GdS 3: 7), sudamericano

(GdS 3: 7), belga (GdS 3: 11), spagnolo (GdS 3: 11), bosniaco (GdS 3: 14), olandese (GdS 2: 1), montenegrino (GdS 3: 4), brasiliano (GdS 3: 11), algerino (GdS 2: 13), nigeriano (GdS 2: 37), serbi (GdS 1: 5);

– età: diciannovenne (GdS 3: 7), ventiduenne (GdS 3: 11), 24enne (GdS 1: 6);

– città o regione in cui ha sede il club: romagnoli (GdS 3: 11), liguri (GdS 3: 11), livornese (GdS 3: 13), friuliani (GdS 3: 13), emiliani (GdS 2: 19), bolognesi (GdS 1: 6);

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– nome del club di appartenenza: interista (GdS 3: 16), ex-udinese (GdS 3: 22), ex juventino (GdS 1: 2), romanista (GdS 1: 5);

– posizione in campo: difensore (GdS 3: 2), attaccante (GdS 3: 3), cen-trocampisti (GdS 3: 5), centrali (GdS 3: 5), terzini (GdS 3: 5), gioca-tori offensivi (GdS 3: 15), centravanti (GdS 2: 11), portiere (GdS 2: 19);

– colori sociali del club di appartenenza: giallorossi (GdS 3: 1), bian-coneri (GdS 3: 1), rossoneri (GdS 3: 1), biancocelesti (GdS 3: 14), nerazzurri (GdS 3: 15), rossoblù (GdS 3: 19), azzurri (GdS 1:1).

Gli appellativi soggettivi riflettono il modo di pensare del calcia-tore, derivano da una visione ed un atteggiamento personale del gior-nalista sportivo, il quale vuole mettere in rilievo alcune caratteristiche dell’atleta. Qui si possono citare due gruppi di tratti distintivi: – qualità e capacità tecniche: tuttofare (GdS 3: 3), goleador (GdS 3:

3), schiacciasassi (GdS 3: 3), capocannoniere (GdS 3: 3), ex bomber (GdS 3: 6), genio (GdS 2: 4), muro (GdS 3: 5), fortezza (GdS 3: 5), fantasista (GdS 3: 7), Pantera nera (GdS 3: 1), satellite (GdS 2: 11), Super Aquile (GdS 1: 4);

– meriti sportivi e contributi per la propria squadra: condottiere (GdS 3: 3), Pantera nera del Benfica (GdS 3: 1), campione (GdS 3: 2), eroe (GdS 3: 3), protagonista (GdS 3: 3), asse (GdS 3: 7), attore protagoni-sta (GdS 1: 4), mister (GdS 3: 2).

Infine, passiamo ai fraseologismi. L’espressione “bisogna avere un profilo basso” (GdS 3: 7) significa avere una linea di condotta che rifugge dall’ostentazione. Quando “Pasqual si fa saltare in testa come un bambino” (GdS 1: 2), si capisce che lo sportivo in questione vuole accusare o rimproverare aspramente qualcuno oppure reagire in modo violento. Il modo di dire “Non so se io e lui siamo il diavolo e l’acqua santa” (GdS 1: 3) si riferisce alla situazione dell’incompatibilità assolu-ta, incapacità di andare d’accordo fra i calciatori. Un bel fraseologismo vediamo in: “E allora magari è pure questione di togliersi il dente” (GdS 3: 15) che significa togliersi un peso, eliminare una preoccupazione. L’espressione “infatti sono qui che mi mangio le mani” (GdS 3: 15) vuol dire che qualcuno si tormenta per un’occasione persa. Con “la squadra cerchi di imporre il suo gioco e che abbia testa e gambe” (GdS 3: 15)

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si prova a descrivere in modo metaforico uno stile di gioco in cui non manca niente, con una tattica precisa e realizzabile legata alle capacità fisiche. Se un calciatore “ha ammesso di non avere novanta minuti nelle gambe” (GdS 3: 17) vuol dire che ha confessato che per lui era difficile mantenere la stessa alta forma fisica durante un’intera partita. Per poter apprezzare la frase “Le potenze europee hanno messo gli occhi sulla gioielleria Juventus” (GdS 2: 4) bisogna pensare ai frasoelogismi ‘met-tere gli occhi su qun.’, che significa interessarsi a qualcuno, e “gioielle-ria Juventus”, che si riferisce ad un bravo calciatore del club, ai gioielli di famiglia della squadra o all’intera squadra. Se “la squadra di Santos [ha] già un piede in Brasile” (GdS 1: 6) significa che la squadra è vicina a qualificarsi ai campionati mondiali di calcio, ovvero alla Coppa del mondo, in Brasile.

CONCLUSIONI

L’obiettivo del presente articolo consisteva nell’analisi dei caratteri linguistici tipici del linguaggio dello sport nella stampa italiana, nella descrizione della loro funzione e nella spiegazione della loro possibi-le incidenza sui tifosi-lettori. È significativo che nel corpus sottoposto a scrutinio si sia riuscito a constatare la presenza di tutti i mezzi stilistici descritti nella parte teorica.

Come rivela la parte empirica, nel corpus analizzato è stato possi-bile trovare numerosi esempi di forestierismi (tra cui molti anglicismi). In aggiunta agli espedienti ormai ben noti agli studiosi del linguaggio sportivo, l’analisi fornisce un altro elemento caratteristico per la lingua dello sport rintracciabile nel corpus analizzato, ovvero le sigle, le ab-breviazioni e gli acronimi. Emergono poi tanti tecnicismi, neologismi, fraseologismi e figure retoriche, tra cui iperboli, similitudini, metafore ed epiteti riguardanti gli atleti. È infatti sorprendente quanti appellativi i giornalisti sportivi riescono a trovare pur di evitare di ripetere la parola ‘calciatore’.

Tra le conclusioni raccolte nel corso del presente studio, una appare di massima importanza. Si tratta di una forte tendenza all’espressivi-tà del linguaggio dei quotidiani sportivi, visto che la sua funzione non

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si limita solo alla descrizione degli eventi sportivi. Attraverso il linguag-gio pieno di invenzioni metaforiche, neoformazioni ed iperboli si cerca di ottenere effetti precisi sul pubblico. È un esempio palese di come il linguaggio cerca di agire sui comportamenti e sugli atteggiamenti dei tifosi-lettori suscitando o accentuando certe emozioni. Inoltre, la pre-senza delle figure retoriche testimonia un rapporto stretto tra il linguag-gio sportivo e la lingua comune che si manifesta attraverso i continui influssi reciproci. Questi espedienti servono a rendere il linguaggio nei giornali meno schematico, più autentico ed interessante. L’ultimo punto di osservazione riguarda il fenomeno degli appellativi inventati per non ripetere ogni volta la parola ‘calciatore’. Gli epiteti trovati sono stati di-visi in due gruppi a seconda delle caratteristiche dei giocatori di calcio: oggettivi (tali come età, club di appartenenza) e soggettivi (tali come qualità e competenze tecniche e meriti sportivi). Questi ultimi sono do-tati di una spiccata funzione espressiva. Contribuiscono alla formazione dell’opinione e servono a suscitare reazioni, sentimenti e atteggiamenti ben precisi fra i lettori, quindi partecipano alla creazione di una certa immagine della realtà descritta nella stampa sportiva.

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Riassunto: L’obiettivo del presente articolo consiste nell’analisi dei caratteri linguistici tipici del linguaggio dello sport nella stampa italiana, nella descrizione della loro funzione e nella spiegazione della loro possibile incidenza sui tifosi-lettori. Dopo una rassegna critica della bibliografia concernente il linguaggio dello sport si presentano i risultati di un’analisi quantiqualitativa del corpus composto dagli articoli tratti dal quotidiano sportivo italiano La Gazzetta dello Sport. È significativo che nel corpus sottoposto a scrutinio si sia riuscito a constatare la presenza di tutti i mezzi stilistici descritti nella parte teorica. Essi sono dotati di una spiccata funzione espressiva, contribuiscono alla formazione dell’opinione, servono a suscitare reazioni, sentimenti e atteggiamenti ben precisi fra i lettori.

Parole chiave: sport, lingua, stampa, giornalismo, calcio