LA PAROLA CHE CI PRENDE - paolavidotto.com filevolume di "La parola che ci prende", anche questo...

69
1 Autori Vari LA PAROLA CHE CI PRENDE II Volume

Transcript of LA PAROLA CHE CI PRENDE - paolavidotto.com filevolume di "La parola che ci prende", anche questo...

1

Autori Vari

LA PAROLA CHE CI PRENDE

II Volume

2

ISTITUTO “NAUTICO SAN GIORGIO”

AUTORI VARI

LA PAROLA CHE CI PRENDE

Nota introduttiva di Paola Vidotto

3

"Adesso e nel tempo a venire, credo che per voi sarà un buon

affare puntare alla precisione del linguaggio. Cercate di

costruirvi un vocabolario e di trattarlo come trattereste il vostro

conto corrente. Seguitelo con ogni cura e cercate di migliorarne

i guadagni. Qui non si tratta di migliorare la vostra eloquenza

amatoria o il vostro successo professionale, né di trasformarsi

in raffinati conversatori da salotto. Lo scopo è un altro: mettervi

in grado di esprimere voi stessi con la massima ampiezza e

precisione. Perché l’accumularsi di cose non dette non espresse

a dovere, può tradursi in nevrosi."

Iosif Aleksandrovič Brodskij,

Premio Nobel 1987 per la Letteratura,

(Discorso tenuto agli studenti

dell’Università di Ann Arbor).

4

INDICE

Presentazione 6

Prefazione 8

Nota introduttiva di Paola Vidotto 9

Alessio Costa, Automobile 11

Andrea Bo, Caffè 13

Mauro Delli Noci, Cambiamento 15

Nicolò Lo Iercio, Cani 17

Fabio Argiolas, Chitarra 19

Ibrahim Housni, Computer 21

Giovanni Gazzale, Denaro 23

Lucio Carlo Gardella, Determinazione 24

Marco Sardo, Distanza 26

Maria Busuioc, Fascino 28

Alexandra Busuioc, Fotografia 30

Noemi Lombardi, Fuoco 32

Nicola Piras, Gelato 34

Andrea Borsalino, Guerra 35

Massimiliano Piccoli, Ghiaccio 37

Luca Pagano, Incertezza 40

5

Stefano Zini, Macchina Fotografica 42

Simone Morando, Morte 43

Matteo Intiso, Nascita 45

Riccardo Russotti, Noia 46

Walter Bruzzone, Occhiali da sole 48

Nicola Cereghino, Pane 50

Ivan Tugolukov, Paura 52

Paolo Parodi, Poltrona 53

Andrea Guasco, Ricchezza 55

Camilla Piras, Scarpette da ballo 56

Andrea Podestà, Sessualità 58

Federico Spanò, Soccorso 60

Elena Balino, Sogno 61

Luca Torello, Sottobicchiere 63

Gabriele Papalia, Unghie 64

Fabio Paloscia, Universo 65

Thomas Mantovan, Velocità 66

Davide Asioli, Zig Zag 68

6

Presentazione

Anche quest'anno abbiamo voluto realizzare il Cantiere "La

parola che ci prende" con un gruppo di nuovi "addetti ai lavori",

ragazze e ragazzi delle classi quinte di Genova e di Camogli.

Guidati da Paola Vidotto hanno scoperto quanto sia importante

saper comunicare, conoscere le parole, scoprire che alcune di

esse, di là del loro significato, suscitano in noi sensazioni,

emozioni e ricordi. E' stato bello ascoltarli, vederli mettersi alla

prova e acquistare di volta in volta sicurezza e consapevolezza.

Abbiamo cercato di dare a loro uno stumento in più da mettere

nella "cassetta degli attrezzi" che li accompagnerà nel loro

nuovo percorso di studio, di lavoro e di vita. Ed ecco il secondo

volume di "La parola che ci prende", anche questo scritto a più

mani con nuove parole, nuovi significati e nuove emozioni.

Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato in questa impresa e

soprattutto a Paola Vidotto nostra inseparabile compagna di

viaggio.

Buona lettura!

Angela Pastorino

Dirigente scolastico ITTL " Nautico S. Giorgio"

Giugno 2015

7

Prefazione

La parola ci ha preso ancora una volta! La parola capace di

rivelare o di nascondere chi siamo, lasciando aperto uno

spiraglio per l’intuizione, per indovinare chi si cela dietro gli

“occhiali da sole” che abitualmente indossiamo se vogliamo

dissimulare la direzione e l’intensità del nostro sguardo sulla

vita, sulla società ed in ultima analisi su noi stessi. Questa parola

ci prende perchè ancora una volta sgorga fresca dalla mente e

dal cuore degli allievi del S. Giorgio, ha il potere di risvegliare i

ricordi, indurre paragoni, suscitare riflessioni, allacciare

rapporti, provocare discussioni. In una “parola”, appunto la

parola che ci prende ci racconta e riesce a dire di noi ciò che ci

costituisce profondamente nella nostra umanità. Parola che dura

ed evolve con noi, parola che verificheremo giorno dopo giorno

sino a quando ne troveremo una più significativa. La parola che

ci ha preso è quella spezzata, diretta delle nostre emozioni

mozzafiato, quella silenziosa dell’esperienza faticosa e

formativa della danza, della musica o del lavoro o quella più

meditata che si confronta con la dimensione decisiva,

8

l’interiorità, e s’interroga sul sogno, la paura, la morte… sino a

cogliere dentro e fuori di noi l’importanza del particolare, del

dettaglio normalmente trascurabile quale può essere una foto

che diventa il passaporto per la realtà oppure un sottobicchiere,

che eroicamente “salva dal peggio” e ci sollecita a “camminare

verso il meglio”. Possano davvero, gli autori di questa seconda

edizione della “parola che ci prende”, camminare verso il

meglio, al quale aspirano e per il quale si sono formati.

Alessandro Clavarino

Direttore Settore Sistema Scolastico Educativo Regionale del

Dipartimento Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Liguria

9

Nota introduttiva

In un tempo in cui comunicazione e potere sembrano andare

sempre più a braccetto, mentre a fatica ci si stacca dalla tastiera

dei dispositivi mobili ecco che, paradossalmente, la grande

assente risulta essere proprio la parola. I diciottenni arrivano al

corso di comunicazione perché avvertono una mancanza e

cercano un rimedio, intuiscono che se avessero a disposizione

più parole, se sapessero argomentare e leggere i contesti, le loro

azioni diventerebbero più efficaci. Arrivano perché sono giovani

e giustamente sono spinti a cercare, magari inconsapevolmente,

la strada della riuscita e del successo. Poi, poco alla volta,

scoprono che avere più parole significa avere più pensieri, che

possedere, conoscere, utilizzare i termini in modo appropriato,

nelle varie sfumature di significato, è un'esperienza vitale.

Sperimentano che possono essere capaci, che è bello

padroneggiare la lingua anche se non diventeranno oratori o

conquistatori di cuori o clienti grazie alla loro eloquenza.

Imparano che il confronto con le parole, prima ancora che una

questione di successo, è la possibilità di misurarsi con se stessi,

con la propria interiorità.

10

Nasce così questo libro in cui parole, a volte casuali, si tuffano

nell’interiorità dell’aspirante oratore che produce il suo

“discorso perfetto” e riemergono cariche di un nuovo

significato, quello di chi le ha scritte. Un gioco, un esercizio di

stile, una riflessione, uno scherzo, un pensiero filosofico,

un’esperienza vissuta per chi ha scritto. Narrazioni, tracce di

vita, emozioni per chi legge.

Paola Vidotto

Esperta di processi formativi e comunicazione

Giugno 2015

11

AUTOMOBILE

Alessio Costa

L’automobile per la maggior parte delle persone è solo un

mezzo di trasporto, la sua funzione è unicamente quella di

consentirti di spostarti. Chi la usa di più, chi la usa di meno.

Ogni tanto una lavata, quando si rompe dal meccanico e stop,

finisce lì. Nel mio caso non è così. Per me la macchina è come

fosse un animale da compagnia, da curare e mantenere ogni

giorno, a volte fa i capricci e non va, a volte dà problemi, ti fa

incazzare. Le dedichi con dedizione un intero pomeriggio,

sembra tutto a posto, ti rimetti al volante soddisfatto e scopri

che, in realtà, quel qualcosa che non va c’è ancora. E’ in quel

momento che prenderesti una tanica di benzina e le daresti fuoco

ma, dopo quei cinque minuti di rabbia, ti rimbocchi le maniche

con buona volontà e con quel poco di pazienza rimasta, finisci

di aggiustarla finendo magari a tarda sera. Però, quando

raggiungi l’obiettivo e la macchina è riparata veramente, allora

entri in casa, ti siedi al tavolo per mangiare e ti senti proprio

soddisfatto. Nonostante la stanchezza, ti senti bene. Agli occhi

12

degli altri posso sembrare quasi maniacale per quanto curo la

mia auto e voglio sia perfetta, ma a me piace così. La macchina

ti porta in posti stupendi, ti da quell’indipendenza che senza non

hai, puoi andare ovunque e con chi vuoi. La macchina è anche

luogo per rilassarmi; a volte mi capita di arrivare a casa,

parcheggiare in giardino e restare seduto, magari con un po’ di

musica in sottofondo e restare lì, senza fare niente. Certo per

avere un “rapporto” così con la propria macchina bisogna fare

tanti sacrifici, però si ottengono anche molte soddisfazioni.

13

CAFFE’

Andrea Bo

Caffè nero, mezzo cucchiaino di zucchero, un po’ lungo, una

leggera crema. Sigaretta. Questo è il mio momento di calma, la

pausa e il distacco dal carico della giornata. Non mi agita per

niente, mi agita non prenderlo. Ciascuno ha il suo modo di

prendere il caffè. Il caffè, comunque, più che una bibita è una

scusa. Se incontriamo un amico per strada, la prima cosa che gli

diciamo è: "Andiamo a prenderci un caffè?". Il caffè insieme

alla birra è uno strumento per socializzare.

In Inghilterra esiste “l’ora del the”, a casa mia dovrebbe esserci

l’ora del caffè, anzi no … io il caffè lo bevo quando mi pare!

Non esiste “l’ora del caffè”, forse perché il caffè rende liberi, sì,

molto più del the. Se la libertà è determinazione, la

determinazione è coraggio e il coraggio è vittoria, allora il caffè

forse può rendere le persone vincenti? No, questo è troppo, ho

esagerato. Solo un pretesto per bere un altro caffè. Eccomi così

di nuovo al punto di partenza: ma il caffè è solamente una

scusa? No, no … non può essere solamente una scusa, ci deve

14

essere qualcosa di più in quei miseri quattro centimetri di

concentrato di caffeina fumante e profumata allo stato puro.

Può essere che la “forza del caffè” sia tutta una montatura della

mente umana? L’uomo in fondo è attratto dalle cose semplici e

cosa c’è di più semplice di un caffè? Semplice ed efficace in

ogni occasione. Ed ecco un’altra scusa per berne un altro. Sì , il

caffè è una scusa: la mia scusa perfetta!

15

CAMBIAMENTO

Mauro Delli Noci

“Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e

risoluti possa cambiare il mondo”. Spesso e volentieri non

teniamo in considerazione questa verità, ce la scordiamo.

Il non esporsi, il non saper esporre le proprie idee porta a far sì

che il pensiero si atrofizzi. Forse ci viene più comodo far parte

della massa, effettivamente chi ce la fa fare di andare

controcorrente, incappando in maggiori difficoltà? Oggi, in

particolare noi giovani, stiamo andando pian piano incontro ad

un grande pericolo: il pensiero diventa collettivo, senza

sfumature o sfaccettature differenti perché spesso rinunciamo,

forse per inconsapevolezza, alla nostra capacità di pensiero

autonomo e a tutta la ricchezza che potrebbe scaturire dal

confronto successivo con l’altro. Chissà cosa saremmo in grado

di creare o, perché no, di plasmare?

Mi capita spesso di ragionare sulle possibilità che questo

cambiamento radicale di approccio al pensiero potrebbe offrirci,

ma ancora più spesso mi viene da pensare a quante persone

16

fanno il mio stesso ragionamento, a quanti ci credono e quanti

invece pensano che queste siano tutte “seghe mentali”.

Nell’epoca di Internet, della libera informazione e della

tecnologia, vedo sempre meno gente interessata a quel che

succede nel mondo, più attratta da quello che accade nel loro

giardino, di rilevanza marginale, magari alle nuove “App”

mentre, con strani e distorti disegni, ci continuano a rubare non

solo i soldi ma piuttosto i sogni.

Inutile e scontato sarebbe un finale in cui scrivo di fantomatici

cambiamenti che probabilmente non avverranno mai, però forse

con una massima di Karl Popper meglio si può comprendere ciò

che intendo: “La società chiusa”, dice Popper, “è caratterizzata

dalla fede nei tabù magici, mentre la società aperta è quella nella

quale gli uomini hanno imparato ad assumere un atteggiamento

in qualche misura critico nei confronti dei tabù e a basare le loro

decisioni sull'autorità della propria intelligenza”.

17

CANI

Nicolo’ Lo Iercio

I cani: animali e persone allo stesso tempo. Animali da

compagnia che mutano in fretta in amici, i più leali. I cani, fieri,

di animo nobile e gentile. E’ proprio così che descrivo, e come

sono nel mio immaginario, questi splendidi animali. Husky

siberiani, pastori tedeschi, labrador e ancora i poderosi alani

rappresentano la crème de la crème della razza canina. Ecco,

non tutti i cani, secondo il mio modestissimo parere, rivelano le

qualità citate. Per esempio, ditemi, come un carlino o un bulldog

possano rappresentare le incredibili peculiarità della razza

canina? Tutti e due con il muso schiacciato, e io mi chiedo, che

cavolo serve un muso schiacciato oltre a renderli

incredibilmente ironici?

Sbavano, ansimano, hanno una postura incredibilmente ridicola,

e un abbaiare estremamente fastidioso. E poi mi mette di buon

umore pensare a questi due cani che entrano con estrema

disinvoltura in un salotto durante una festa, come nei migliori

film di serie B.

18

Comunque, a parte bava e sbuffi vari, l'affetto che un cane

proverà per te, anche se gli altri non lo reputano il coltello più

affilato del cassetto, non differisce da quello dei compagni di

razza e, se hai preso l'impegno di donare il tuo affetto ad un

cane, sarà tuo dovere, anzi tuo immenso piacere, amarlo.

19

CHITARRA

Fabio Argiolas

Strumento interessante agli occhi di molti, misterioso per coloro

che non sanno usarla, un'amica vera per noi chitarristi che la

usiamo quotidianamente e instauriamo con essa un particolare

legame. Spesso gli spettatori vedono solo una persona suonare,

in realtà chi suona ha un legame indescrivibile ma fortissimo

con il suo strumento. Attraverso una chitarra si può,

effettivamente, esprimere buona parte di se stessi producendo

musica. La sua forma individua il tipo di persona che sei, le

linee avviate o spezzate del corpo fanno capire cosa ti piace

veramente. Le corde che si rompono possono in qualche modo

essere una linea di confine, un segnale, che indica la passione

con cui suoni, più vai forte e più si usura. La chitarra ti aiuta a

esprimerti al meglio, ma a volte ti fa arrabbiare tantissimo

quando sbagli, anche se non è effettivamente colpa sua. Sentire

il legno del manico scivolare sul palmo della mano mentre suoni

dà un senso di potere e sicurezza che ti infonde voglia di vivere

e mostrarti al mondo. E poi, quando parte l'assolo, è come un

viaggio nel mondo ultraterreno, parti per un viaggio mentale che

20

ti trasporta attraverso i tuoi pensieri escludendo il mondo

esterno.

21

COMPUTER

Ibrahim Housni

Il computer ha cambiato le nostre vite. David Barry

ironicamente sostiene che l'acquisto del computer giusto e come

farlo funzionare correttamente non è più complicato della

costruzione di un reattore nucleare con i componenti di un

orologio da polso, in una stanza buia, usando solo i denti.

Di fatto il computer ha semplificato tanti aspetti della vita, è

utile sia per lavoro che per divertimento. Ci Permette di

archiviare ed acquisire immagini, testi e musica in quantità

enormi e in modo facile e veloce. Ci consente di eseguire

operazioni come calcoli complessi mentre in passato andava

tutto fatto a mano o comunque era più difficile. E’ un strumento

in continua evoluzione e ciò vuol dire che offrirà sempre più

risorse e vantaggi con l'avanzare della tecnologia. Esistono,

tuttavia, alcuni rischi. Il mondo moderno fa troppo affidamento

sui mezzi informatici a causa dei vantaggi offerti e ciò vuol dire

che se si verificasse un guasto di massa, una buona fetta di

mondo si bloccherebbe o rimarrebbe isolata. Inoltre diventa

sempre più difficile tutelare la propria privacy, garantire al

22

100% sicurezza ai propri acquisti o alle proprie vendite. Luci e

ombre?

23

DENARO

Giovanni Gazzale

Come dice Marilyn Monroe, il denaro non fa la felicità ma, se

devo piangere, preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls-

Royce piuttosto che su quelli del metrò. Il denaro non compra

gli amici, l’amore, la salute e la felicità, tuttavia è anche vero

che rende meno faticosa la scalata della vita. Per alcuni la vita è

denaro e per altri il denaro è vita, però quest’ultima non

dovrebbe dipendere da banconote e monete, che si guadagnano

con fatica, ma che, se non si gestiscono bene, è un attimo

perdere. Il denaro può farci divertire tanto, ma per quanto

tempo?

24

DETERMINAZIONE

Lucio Carlo Gardella

La determinazione è la sveglia del volere umano. E’ quella

lampadina che accendendosi crea la motivazione per portare a

termine ciò che decidi di compiere. E’ quello spunto che può far

superare barriere che si credevano invalicabili, è la strada giusta

per iniziare la tua vita. Quando si è determinati l’impossibile

non esiste, si possono muovere cielo e terra, perché l'impossibile

esiste solo quando non si cerca di cambiare e non si vuole

accettare la sfida. La determinazione appartiene all’uomo e al

mondo animale: volontà risoluta nel primo caso, azione guidata

dall’istinto nel secondo. In ambo i casi la determinazione guida

il tentativo o porta al raggiungimento di uno scopo ben preciso.

La determinazione è la madre della volontà. E' una caratteristica

che accomuna uomo e animale. Ma cosa distingue la

determinazione umana da quella animale? L’istinto della

sopravvivenza e i bisogni primari sono presenti in tutti e due i

soggetti. Anche l’uomo, infatti, è condizionato dall’istinto ma la

coscienza gli permette, a differenza degli animali, di essere

consapevole di se stesso e di ciò che lo circonda. Non sempre

25

però la sua coscienza è tale da non fargli commettere atti che

mettono in dubbio la sua umanità. Pensiamo, per fare un

esempio che è quasi all'ordine del giorno, alle violenze sulle

donne. In quei casi l’istinto acceca e la determinazione ne

diventa complice. La determinazione può anche essere legata

alla passione per qualcosa; basti pensare agli sportivi, che

lavorando duramente, giorno dopo giorno, rincorrono il proprio

obiettivo. Non sempre l'obiettivo cui si anela può essere

raggiunto, soprattutto in ambito sportivo, ma la voglia di

competizione e la lotta non vengono fermate perché la volontà

di una persona è legata anche alla sua capacità di non farsi

condizionare dalle avversità o dalla situazione che lo circonda,

favorevole o sfavorevole che sia. Questo fa sì che non si vadano

a perdere quelle motivazioni che avevano spinto all'azione,

perchè gli sforzi e la determinazione non bastano se non è ben

chiaro lo scopo da raggiungere e la direzione da seguire. Anche

storicamente gli esempi di ciò che ha portato a compiere la

determinazione delle persone e dei popoli sono molti. Secoli di

battaglie e guerre, innovazioni scientifiche, invenzioni e

scoperte. In tutti questi esempi era solo uno il collante: la

determinazione. La determinazione ti fa correre, senza mai

fermarti.

26

DISTANZA

Marco Sardo

E’ partita. Le mie mani sudano e mostrano un leggero tremolio,

la mia bocca è arida, il mio respiro diventa lento quasi a

rincorrere il battito del mio cuore che sembra esaurire la sua

forza. Mi sento spegnere, mi sento perso. E’ normale? So bene

che non sarà per sempre, che è solo questione di tempo. So già

quando la potrò riabbracciare ma in questo momento la distanza

mi sembra insormontabile. Fino a poco fa era tutto perfetto e

ora? Tutto intorno pare stia implacabilmente rallentando, come

un giocatolo a pile che esaurisce la sua carica. Mi manca. Mi

manca già e il suo ricordo non mi basta. Vi pare assurdo nell’era

della tecnologia che accorcia le distanze e che rende la distanza

solo un problema geometrico? Le nuove piattaforme di

comunicazione sono un eccezionale passo avanti per l'uomo,

ma quando capita di doversi separare per brevi o lunghi periodi

da chi per noi è indispensabile, chi si ama davvero, allora

nessuna piattaforma, nessun social, nessuna foto o video,

telefonata sono abbastanza per sostituire un bacio. Come

27

ironicamente dice Arthur Bloch:” La lontananza, sai, è come il

vento. Una gran rottura”.

28

FASCINO

Maria BUSUIOC

Viviamo in una società nella quale quello che conta è

l’apparenza. Prima di uscire di casa il nostro primo pensiero

non è dove andiamo o cosa facciamo, ma: “Con cosa mi vesto?”

Se incontriamo qualcuno che ci conosce, e magari non siamo in

forma come al solito, inizieranno a circolare voci del tipo: “Hai

visto ieri come era conciata?”. Un detto dice: “Non si giudica un

libro dalla copertina”. A volte sono le persone che non hanno

l’ultima borsa firmata o il vestito della nuova collezione ad

essere le più speciali. Se una donna sa come mostrare il suo

fascino, allora non serve niente altro. I dizionari trattano il

fascino come una parola magica, per lo più con connotazioni

negative. Il termine rimanda all’idea di incantesimo, sortilegio.

In inglese è spell. E essere under someone’s spell vuol dire

subirne la magia, esserne rapito. L’espressione francese è più

gentile: lo charme, è la grazia, l’innata delicatezza. In tedesco

Zauber, Reiz, indicano la seduzione magica. Ma c’è anche la

parola Ausstrahlung, radiosità, che indica qualcosa che irraggia

“da dentro” e avvolge in un alone fascinoso. Questo è il fascino:

29

la qualità legata a una dimensione di verità, che traluce

nell’aspetto di una persona. Le donne non dovrebbero avere

paura di mostrare quello che sono veramente perché quel difetto

che la società reputa “scandaloso”, come ad esempio un neo in

viso, può essere la particolarità per cui le persone ti noteranno e

si ricorderanno di te. La chirurgia plastica fa diventare tutte le

persone ossessionate dall’ essere perfetti, ma non è la perfezione

la vera bellezza. E la cosa più triste di oggi è che le ragazze

sempre più giovani, subiscono già un intervento, per

assomigliare sempre di più a delle Barbie perdendo il loro

fascino naturale.

30

FOTOGRAFIA

Alexandra Busuioc

La verità è che i ricordi sono l’unica cosa a durare per sempre…

Allora mi sono chiesta: “Come posso tenere vivi i ricordi stessi,

se essi vaniscono così in fretta e non tornano più?”. Così ho

scoperto la fotografia. Il termine deriva da due parole greche:

luce (phos) e grafia (graphè), quindi fotografia significa scrittura

con la luce. La prima fotografia è stata scattata nel 1826 da

Nicéphore Nièpce, utilizzando la camera oscura e illustrando il

cortile di casa sua. Oggi 189 anni dopo, con l’introduzione della

digitale, ogni scatto può essere mostrato a milioni di osservatori

nel giro di pochi secondi. In tutto ciò, il fotografo non è più

l’artigiano che “scrive con la luce”, ma chiunque abbia in mano

un qualcosa in grado di registrare un’immagine presa dalla

realtà. Dunque la fotografia è stata massificata, e messa a

disposizione di tutti, ma la sfida è trovare la giusta

combinazione tra verità e arte. Si fotografa per non dimenticare,

per immortalare attimi della nostra vita che non torneranno più,

per fermare il tempo e per mostrare l’idea che abbiamo della

realtà in cui viviamo. Essa è magica, cattura quello che l’occhio

31

umano vede, e la bellezza di una foto, sta nella semplicità. La

cosa più difficile è rimanere semplici, ma la cosa più importante

è scattare la foto in modo che poi non ci sia bisogno di spiegarla

con le parole. C’è un rapporto tra la fotografia e il tempo, e

Robert Doisneau diceva: ”Non mi sono mai chiesto perché

scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata

contro l’idea che siamo tutti destinati a scomparire. Sono deciso

ad impedire al tempo di scorrere, è pura follia”. La fotografia è

un’arte che disegna emozioni dentro il nostro cuore ed è per

questo che continuiamo ad arricchire il presente con mille

fotografie. Il risultato è un’immagine, un’immagine che racconta

una storia o trasmette un sentimento. Perché la dove finiscono i

ricordi inizia la fotografia.

32

FUOCO

Noemi Lombardi

“Una combustione di componenti chimici o psicologici che

culmina nell’esagerazione”. Questa è, a parer mio, la definizione

di fuoco più appropriata. Il fuoco che, bruciando tutto ciò che

incontra, si alimenta per crescere. Esso trasmette panico, ma è il

principio dell’ordine e della purezza. Esso si esprime con

rapidità e ferocia , ma se fossimo in grado di allevare le tonalità

dei suoi colori sapremo forse dominarlo, controllarlo e

conviverci. Ne siamo tutti così spaventati nonostante ci

ostiniamo ancora oggi a continuare ad affiancarlo agli eventi più

soavi: la nostra visione così romantica del fuoco ci rende

contradditori e profondamente passionali allo stesso tempo. Il

fuoco è uno degli elementi fondamentali della natura, forse per

questo dovremo considerarlo elemento fondamentale della

nostra persona? Per i greci il fuoco veniva considerato come

l’arché, il principio di ogni cosa. Il big bang fu un esplosione di

materia che diede vita alle galassie, pianeti, stelle e questi,

insieme alle altre forme di vita, sono alimentati da un frammento

di quella lontana e ampia combustione. Almeno per chi ci crede.

33

Essi formano il creato, che è universale ai nostri occhi e può

esistere solo una madre più grande di lui capace di dargli

origine, ma come può assicurarsi che essi crescano? Semplice.

Sacrificando se stessa, dona a queste componenti universali una

parte di sè: ogni vita nasce da un principio e questo principio è

una fiammella di fuoco. Esternandosi da questi punti di vista e

analizzando quanto possa essere influenzante il fuoco, si

dedurrebbe ch’esso sia di vitale importanza per ogni forma di

vita. Il fuoco è inizio, il fuoco è l’avviamento e il sostegno

dell’esistenza, il fuoco è anima! Se dovessi trovare qualcosa in

cui riconoscermi, nascondermi o identificarmi, sceglierei il

fuoco perché in esso posso trovare la compatibilità, le

coincidenze forse capaci di dare l’innesco a due componenti

opposte che mi caratterizzano: la razionalità e la passionalità. Vi

immaginate cosa potrebbe nascere da tale combustione?

34

GELATO

Nicola Piras

Il gelato è una delle eccellenze gastronomiche italiane più

conosciute al mondo. Quando un turista straniero viene nel “ bel

paese”, una delle cose che desidererà fare di sicuro sarà quella

di provare uno dei tanti gusti: cioccolato, pistacchio,

stracciatella o fragola? Quante volte siamo rimasti soddisfatti ed

appagati dai sapori dolci ed estasianti che hanno stuzzicato i

nostri palati? Quanti lontani ricordi sono riaffiorati alla nostra

mente, lasciando trasportare il nostro pensiero dal forte piacere

che spesso il gelato provoca in noi? Soprattutto in questo

periodo di stress, in attesa dell’esame di maturità, un buon

gelato può essere utile per fornire le energie per affrontare al

meglio quest’importante momento della nostra vita. Teniamo

alta l’attenzione, però! L’età non diminuisce l’estremo

dispiacere di vedere una pallina di gelato cadere dal cono.

35

GENOA

Lorenzo Pezzoli

Se sei un vero genovese, se sei nato a Genova e sei un maschio,

basi esclusivamente la tua esistenza su tre cose: il mare, l'altro

sesso e il calcio. Se poi hai avuto la fortuna di nascere da via Prè

sino a Nervi e hai scelto la retta via, allora sei la persona più

fortunata della terra: 99 su 100 sei un genoano. Ebbene sì, lo so,

rischio di cadere nel banale ma se sei un accanito appassionato

tifoso come me, puoi non parlare del Genoa? Io che frequento l’

unica vera gradinata dello stadio, da quando ho 4 anni: la nord.

È nato tutto per caso sia chiaro, è stato mio padre a trasmettermi

la "malattia" più bella del mondo. Una mattina mi disse: “ Ho

una sorpresa per te”. Io euforico pensavo forse all'ultimo

modello di macchinina telecomandata o magari alla nuova

collezione di figurine, qualcosa di materiale insomma, ma non

avevo idea di cosa mi stesse per capitare quel giorno: stava per

portarmi alla mia prima partita del Genoa, qualcosa che ti

rimane dentro nel bene e nel male per tutta la vita se decidi di

ascoltare il cuore. Comunque sia, l'impatto col mondo stadio

non fu dei migliori, troppo rumore pensavo, mi spaventai,

36

volevo andare a casa e piangevo, ma alla fine ripensandoci

avevo solo quattro anni. Da lì in poi, però, qualcosa in me

cambiò. Non me ne capacitavo ma la febbre da Genoa in me

cresceva a dismisura, incominciai a informarmi di più, non

vedevo l'ora che arrivasse la domenica successiva per andare

allo stadio, avevo sempre più fame di Genoa, ne volevo ancora e

ancora. E poi? E poi si cresce e noi, io e il mio vecchio, siamo

sempre lì, fianco a fianco, in gradinata nord, nella bolgia, a

poche file di seggiolini dal capo ultrà, pronti a seguirlo, pronti

a saltare non appena quella maledetta palla entra in porta, pronti

a cantare l'inno quando la squadra mette piede sul verde terreno

di gioco, pronti a perdere la voce, e ritrovarla casualmente il

mattino seguente, per sostenere undici ragazzi che corrono

dietro a un pallone. Pazienza se i tre punti saranno conquistati

magari giocando non al meglio, importante è passare una

domenica serena lontano dalla zona retrocessione. Se no poi chi

li sente il lunedì mattina quelli dell’altra sponda? Quelli di

Sampierdarena, per intenderci.

37

GHIACCIO

Massimiliano Piccoli

Attraverso un rapido brainstorming possiamo evidenziarne il

carattere multiuso. Il ghiaccio può essere utile in ogni evenienza.

Paulo Coelho dice: “Dietro la maschera di ghiaccio che usano

gli uomini c'è un cuore di fuoco.” E’ proprio così, è come se si

creasse un’ attrazione immaginaria per la quale una cosa ne

attira o viene attratta da un'altra, non per forza bella agli occhi

altrui, richiesta dal singolo per isolarsi dalla presenza di

qualcun’altro e quindi il rinchiudersi in se stessi per cercare le

risposte che con una presenza vicino non penseresti mai da solo.

In opposizione la parola ghiaccio spesso viene evitata perché

evoca brutti pensieri, emozioni conturbanti con la conseguenza

di non essere presa in considerazione nelle sue parti migliori e di

quotidiano consumo ed uso nella vita. Da sempre nemico

mortale del fuoco fin dall’ inizio dell’esistenza ma entrambi

essenziali in una perfetta simbiosi di contrasto e sostegno per il

progresso futuro e/o per la manutenzione di un presente.

Riprendendo una frase famosa di Ralph Waldo Emerson

“Pattinando sopra un ghiaccio sottile, la sola speranza di

38

salvezza sta nella velocità.” Questa dimostra come una cosa che

apparentemente fa paura e viene temuta sia allo stesso tempo

debole e affrontabile, non per forza impenetrabile o senza via di

uscita, a volte superabile con facilità solo se ci sentiamo in

grado di farlo avendo sperimentato prima varie strade o

semplicemente pensando. In conclusione il ghiaccio può essere

tutto o niente per ogni persona, una cosa è certa: è in forma

diversa uno degli elementi primari per la vita.

39

GUERRA

Andrea Borsalino

Guerra: una parola che fa scaturire emozioni nel cuore degli

uomini, a volte terrore, a volte sgomento o speranza di

cambiamento. Spesso viene utilizzata dalla politica come uno

strumento per arrivare dove la politica non arriva. La guerra

viene ricondotta spesso all'istinto primitivo della sopravvivenza

e del combattimento e talvolta fatta in nome di Dio da un popolo

che si sente investito di questa missione perché “illuminato”

dall’alto. L'umanità dovrebbe mettere fine alla Guerra prima

che la guerra metta fine all'Umanità. Eppure molti popoli

sembrano non aver colto la vera essenza della guerra. Winston

Churcill lo pensava anche degli Italiani osservando: "Gli italiani

perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le

guerre come se fossero partite di calcio". Mi piace pensare che

abbiamo ritenuto più opportuno evitare di fare massacri sul

campo di battaglia e concentrarci sul campo di calcio.

40

INCERTEZZA

Luca Pagano

“Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza: più che

mai questa frase trova terreno fertile nel mondo odierno, così

frenetico e mutevole, nel quale le certezze di oggi diventano

incertezze di domani. Chi di noi infatti non ha mai provato a

superare i propri limiti, le proprie insicurezze, le proprie

incertezze? Mia nonna, quando mi vede indeciso sul da farsi,

spesso mi ripete:” Chi non risica, non rosica!”, ossia chi non

prova, chi non tenta, non ottiene! Persino alcuni scienziati

hanno detto che l'incertezza è l'insoddisfazione che muove la

scienza. Effettivamente, se fossimo già certi e sicuri di tutto, che

senso avrebbe la continua ricerca in qualsiasi campo essa venga

fatta? Ecco perchè l'uomo per sua natura ha bisogno di sfide

continue sia con se stesso che con gli altri. Sfide e prove che

spesso conducono davanti ad un bivio che porta a due o più

direzioni... Ed ecco allora sorgere il dubbio, l'incertezza che ti fa

dire: ”E ora quale strada scelgo?” Io per primo ho vissuto e vivo

ancora l'ansia e il senso di responsabilità che l'incertezza di

dover scegliere porta con sé. Oggi più che mai il dubbio mi

41

attanaglia, perchè so che dovrò affrontare una scelta per il mio

futuro lavorativo. Dubbi e perplessità mi affollano la mente

rendendomi quasi incapace di razionalizzare: ecco come si

manifesta l'incertezza! La soluzione? Io credo che occorra

documentarsi in modo approfondito sulla situazione da

affrontare, avvalendosi delle esperienze altrui come possibile

termine di paragone (senza mai perdere di vista la propria

individualità, però!) e rivolgendosi a persone competenti in

grado di illuminarti, informandoti su tutte le varie prospettive ed

eventuali alternative. Dobbiamo usare l'incertezza, che è

legittima, come molla per imparare, per ampliare i nostri

orizzonti, per progredire!

42

MACCHINA FOTOGRAFICA

Stefano Zini

Che cos’è la macchina fotografica? Molti pensano che sia un

mezzo meccanico per fissare l’istante, per congelare il tempo

perdendo le emozioni che quel momento evoca, ma in realtà una

macchina fotografica è uno strumento estremamente complesso

per esprimere la nostra visione del mondo e la nostra percezione

di esso, non solo attraverso l’inquadratura ma anche attraverso

le emozioni che quel momento evoca. A volte ci troviamo

davanti a situazioni che nella nostra mente rimarranno impresse

per sempre, come un cielo stellato non inquinato dalla luce della

città o molto più semplicemente un momento di gioia con un

nostro amico. Da quando ho scoperto il fantastico mondo della

fotografia non riesco più a separarmene, devo sempre avere la

mia fotocamera con me, perche credo che i momenti migliori

arrivino senza preavviso. La macchina fotografica può creare un

ricordo indissolubile e soprattutto condivisibile con altre

persone, infatti possiamo dire che questo strumento sia uno

specchio della nostra memoria che intrappola i momenti più

belli e ci permette di riviverli all’infinito.

43

MORTE

Simone Morando

Ci sono mille modi per morire. Così titola anche un celebre

programma sul canale DMAX. Nessuno sa come può arrivare e

in che momento, ma sappiamo tutti che prima o poi arriverà.

Insieme alla vita e all'amore, quello della morte è uno dei temi

più dibattuti dal pensiero umano. E’ probabilmente un tema

difficile su cui discutere ma non se ne può proprio fare a meno

perché la nostra vita è sempre segnata dalla morte. Nel corso

della vita si perde sempre qualcuno. Quando accade un grave

disastro nel mondo e muoiono molte persone, all’ascolto della

notizia, sinceramente pensi che in fondo non le conoscevi e

quindi non ti cambia la vita. È quando muore il singolo, la

persona vicina che la cosa ci colpisce. Ma perché succede

proprio a noi? Quando viene a mancare una persona cara,

sembra che il mondo ci venga addosso, sembra che “qualcuno”

ce l’abbia proprio con noi. Nella mia breve vita ho avuto la

grande perdita del mio migliore amico. Abituati a divertirci tutti

i giorni, il solo pensare di non vederlo più era il torto più

grosso, uno affronto fatto a me più che a lui che era morto. La

44

cosa più difficile quando una persona muore non è per chi va

via, perché morire è un attimo, ma per chi rimane e deve

soffrire per la mancanza. Quando succedono queste cose

continuiamo a chiederci perché la morte non abbia preso un

terrorista, uno che uccide centinaia di persone e magari si

meriterebbe di morire. In questi caso la fede aiuta, per i cattolici

la morte può essere considerata una promozione, dato che si va

in paradiso e anche in tante altre religioni il pensiero è lo stesso.

In realtà pure i credenti, per lo più, vorrebbero che la morte non

arrivasse mai. Ci sono infine i suicidi: certe persone compiono

l’atto più folle di tutti… suicidarsi, perché pensano che non

abbia più senso vivere. Magari sono sommersi dai debiti, o

hanno problemi d’amore o chissà cosa. La saggezza popolare

dice che "solo alla morte non c'è rimedio". E se, invece, proprio

la morte fosse il rimedio?

45

NASCITA

Matteo Intiso

Quando sei nato stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.

“Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che

sorride e ognuno intorno a te pianga”. Questo è quello che

dicono i saggi, ma cosa c’è di vero? È cosi facile?

Bisognerebbe vivere la vita al massimo, cercando di non

perdere le occasioni e affrontando al meglio le difficoltà che ci

si pongono davanti. Bisognerebbe divertirsi con le cose che

piacciono e trascorrere il tempo con le persone alle quale si

tiene. Il primo luogo dove realizzare tutto ciò credo sia la

famiglia anche se a volte il conflitto nasce proprio lì. Eppure,

avere un buon rapporto con i propri figli riuscendo a tramandare

loro le proprie passioni e le proprie idee, è fondamentale. Cosa

c’entra con la nascita? Non si può pensare alla nascita senza

pensare alla morte e riuscire ad ottenere buoni rapporti è il

modo migliore per farsi ricordare, per non lasciare niente in

sospeso. Così facendo si riesce a rimanere nel cuore delle

persone e vale la pena nascere.

46

NOIA

Riccardo Russotti

“Se le scimmie sapessero annoiarsi, potrebbero diventare

uomini”. Bellissima frase di Goethe! La noia è una delle cose

che ci differenziano dalle scimmie, la noia è la mancanza del

divertimento e l’attesa di un piacere che non arriva. Ma come

viviamo quest’estenuante attesa? Beh, ci sono molti modi di

affrontarla, ognuno ha il suo tentativo per vincere questa forte

signora anche se tutti avvertiamo il senso di perdita del tempo.

Ma provo a immaginare me. Seduto sbragato respiro sbuffando,

giro e giro inutilmente per la casa inutilmente cercando qualcosa

da fare: niente! Niente smuove il mio interesse e mi fa prendere

la decisione di fare qualcosa. Provo a guardare in frigo? Lo

faccio ma so già che non c’è nulla di sfizioso. Avete però mai

pensato che se non ci fosse la noia non ci sarebbe nemmeno il

divertimento? Ebbene è così! La gioia nel divertirsi sta nel fatto

che esiste la noia. L’importanza del divertimento è data

dall’attesa di essa e quindi ci si annoia aspettando. Allora cos’è

la noia? E’ quel sentimento angosciante che prova ogni uomo

quando si pone questa domanda: ora cosa faccio? La sfida è

47

rispondere. Voglio lasciarvi con questa frase di Ramòn Gòmez

de la Serna che mi ha fatto molto pensare. Dice: “Se si potesse

sfruttare la noia disporremmo della più potente fonte di

energia”. Forte, vero?

48

OCCHIALI DA SOLE

Walter Bruzzone

Occhiali a goccia, occhiali quadrati, occhiali a specchio, occhiali

doppi, occhiali scuri. Gucci, Cavalli, Reyban, Aviator, Shooter:

ci sono un infinità di occhiali scuri che hanno lo scopo di celare

una personalità e di mostarne un'altra, a scelta di chi li indossa.

Possono essere disparati i motivi per cui una persona utilizza gli

occhiali da sole scuri, per esempio ansia da prestazione, paura,

bisogno di solitudine o anche una semplicissima uscita con una

ragazza che ti piace da morire!

Gli acquirenti di occhiali da sole pensano inconsapevolmente di

compiere tale acquisto per l’esigenza di proteggersi dal sole.

Però, secondo la mia opinione, nel nostro subconscio sappiamo

benissimo che vogliamo quegli occhiali che ci piacciono tanto

solo per sembrare qualcun altro che non potremo essere mai. Ci

accontentiamo dell’ illusione che gli occhiali ci regalano. Un

esempio? Gli occhiali Reyban Aviator usati da Tom Cruise nel

famosissimo film “Top Gun. Chi dice di non aver mai sperato

di sembrare un po’ lui indossando quel paio di occhiali,

49

racconta solo tante fandonie! È un pensiero che nasce nella

nostra testa nel momento in cui decidiamo di acquistarli!

Bisogna però ricordare una cosa importantissima: questa è solo

un illusione. Gli occhiali non sono uno strumento magico che ti

trasforma in un'altra persona, te ne può dare solo l’illusione. E

un illusione alla lunga non ti aiuta, anzi inganna solo chi ti sta

intorno. Alla fine la verità verrà fuori e magari qualcuno ti

volterà le spalle perché non riconoscerà nessuno dietro i quegli

splendidi occhiali...

50

PANE

Nicola Cereghino

Non avrei mai pensato di avere così tante difficoltà a parlare di

un argomento apparentemente banale come il “pane”. Argomenti

come la morte, l'oblio, la distanza sembravano così filosofici

che mi sono tirato indietro. Ma la vera sfida si è rivelata questa.

In fin dei conti, però, non credo sia un difetto. Quindi

cominciamo. Tutti sanno cos'è il pane. Tutto il mondo. Nei paesi

europei c'è il pane che conosciamo noi, nelle Americhe è stato

portato dagli europei, in Africa e nelle zone calde del sud-ovest

asiatico spesso è usato il pane di miglio o di sesamo e nei paesi

Asiatici esiste l'uso di fare il “pane” con il riso. Modalità tutte

diverse, anche profondamente in alcuni casi, ma ovunque esiste

il pane. Il pane è arrivato a diventare un simbolo vero e proprio

per l'uomo. Ha sempre avuto un ruolo importante, divenendo il

sinonimo di cibo, benessere e prosperità. Per la religione è stato

un simbolo già a partire dai Sumeri, che pensavano che il pane

fosse il cibo degli Dei. Una tale importanza aveva anche per gli

Egizi e per i Greci. E, ovviamente, anche per i Cristiani il pane è

sacro, capace di diventare addirittura il “corpo” di Cristo.

51

Diceva Gandhi: “Come posso parlare di Dio a milioni di persone

che non possono fare due pasti al giorno? A loro può apparire

solo sotto forma di pane e burro.”

Il pane, insieme al sale, è sempre stato simbolo di ospitalità,

quasi di fratellanza e, in molte culture, chi lesina il pane viene

punito severamente. Oltre che in ambito religioso e sociale, il

pane è un forte simbolo anche nella politica. Celebre è la frase

pronunciata da Maria Antonietta alla fine del settecento, dopo

essere stata informata delle proteste dei cittadini affamati: “ Se

non hanno pane, che mangino brioches!” Tale espressione è

tutt’oggi utilizzata per simboleggiare la distanza fra i governi e

il popolo o per evidenziare le ingiustizie sociali. Non voglio

tirare il discorso troppo per le lunghe ma spero di essere riuscito

a farvi capire quanto il pane sia importante. Un elemento delle

nostre vite così apparentemente banale e scontato, nasconde in

realtà un significato profondo e potente: il potere della

semplicità. Quindi quando mangerete un pezzo di pane, o

berrete un bicchiere d'acqua, in modo abitudinario, fermatevi e

pensate che tutto ciò che ci circonda può avere una narrazione

da farci, un significato profondamente radicato nella nostra

storia, anche se ne abbiamo smarrito la consapevolezza.

52

PAURA

Ivan Tugolukov

Paura, uno dei sentimenti più primitivi dell’umanità. La paura,

principalmente dell’ignoto, accompagnata dalla curiosità con

cui, in un conflitto infinito, si ritrova sullo stesso filo appeso

sopra al nulla. Una danza infinita oppure no? Ci sono varie

sfumature della paura all’interno dell’essere umano. Paura delle

conoscenze che possono soprastare le proprie capacità e renderti

schiavo, ovvero spersonalizzarti. Paura degli scontri con i vari

organismi della natura, che in sè comprende prospettive fisiche

e metafisiche. Paura di veri se stessi smascherati dalla bolla di

morali con le vernici della società. Una volta superate le paure

conosciute, però, la nuova onda composta da forme alternative

di paura ti travolge. Quando l’onda si è scomposta si può

verificare se sei ancora a galla o se ti sei scomposto con essa.

Alla fine non si può capire la vera essenza della paura senza

aver vissuto tutta la vita, compresa la morte. Potresti solamente

cogliere degli indizi che portano alla realtà sottoposta a dei

continui cambiamenti. L’avvicinamento però, risulta infinito,

forse proprio per la paura, ma questa è una mia ipotesi!

53

POLTRONA

Paolo Parodi

“Scusate potrei farvi una breve intervista?”

“Sì sì, certamente!”

“Cosa rappresenta per voi la poltrona?”

“Beh! Per me rappresenta senza ombra di dubbio il riposo , la

comodità, la pace e la tranquillità. Ne ho comprata una nuova

proprio la scorsa settimana nera, in pelle, morbida e girevole.

Mia moglie e i miei figli sanno quanto tenga a lei, non permetto

che nessuno le si avvicini. Quando leggo il giornale sto con lei,

quando guardo la TV sto con lei , quando torno dal lavoro e mi

riposo sto con lei. Le confesso che, soprattutto da quando ho

comprato quella nuova, sto più con lei che con mia moglie”.

“Per lei invece?”

“ Preferisco la sedia perché al giorno d’oggi la poltrona è un

simbolo di potere, dà la sensazione di essere arrivati, di non

dovere dare più niente alla società e di concentrare ogni energia

per mantenere la posizione ottenuta. Penso invece che un

individuo, quando assume una carica, non dovrebbe stare troppo

comodo, adagiarsi eccessivamente fa male. Non ne avete prova

54

ogni sera guardando il telegiornale sulle vostre comode

poltrone?

“Da quello che lei mi sta dicendo mi pare di capire che lei non

abbia una poltrona…”

“No, se è per questo non ho neanche un letto, neanche una casa

e neanche un tetto. Se il mio capo avesse pensato solamente a

fare il proprio lavoro adesso io e centinaia di persone avremmo

ancora un lavoro”.

Guarda dove possono portarti le parole!

55

RICCHEZZA

Andrea GUASCO

La ricchezza è l’abbondanza di beni materiali che una persona

possiede dalla nascita o sviluppa con il corso del tempo. Spesso

non si riflette sul fatto che quando si parla di persone ricche ci si

sta riferendo all’ 1 % della popolazione. Queste persone,

secondo me, pur avendo il controllo di tutto, in realtà hanno ben

poco. Sono talmente abituati ad avere un alto tenore di vita che

non riconoscono le piccole perdite, non sanno darvi valore

perché non le possono vedere. Questo può portare le persone

molto ricche a non riconoscere e a non essere gratificati dai

piccoli gesti di chi li circonda. Perdono senza rendersi conto di

avere perso. Mi sono chiesto molte volte cosa succederebbe a

me se improvvisamente ottenessi un’ enorme somma di denaro.

Probabilmente sarei abbagliato, non li apprezzerei e, col tempo,

andrei in rovina ritornando allo stato iniziale. Penso invece che

una persona che conquista i suoi guadagni con fatica sappia

anche gestirli, senza sprecare e mantenendo alto il livello delle

proprie soddisfazioni.

56

SCARPETTE DA BALLO

Camilla Piras

Danzare è come parlare in silenzio. È dire molte cose, senza dire

una parola. Danzare è volare, esprimere la propria rabbia, è

urlare al mondo tutto ciò che non si ha il coraggio di dire.

Talvolta danzare significa anche scappare, lasciare la vita reale

per un po’ e saltellare su una nuvola soffice. A volte fa male,

distrugge … ricordo benissimo quelle scarpette rosa, ormai

grigie, quella sensazione strana di quando si allentano i lacci e

quasi non senti più i piedi. Ed ecco che un po’ di sangue esce da

sotto le unghie: ogni sera la stessa storia! E’ un po’ come vivere

una storia d’amore che ti logora il cuore, ma della quale non

puoi fare a meno solo che, il rapporto non è tra due individui,

ma tra te e le tue cavolo di scarpette “grigie tutte rotte” che sai

di non poter abbandonare. Ho conosciuto una ragazza che, un

bel giorno, ha deciso di prendere le sue scarpette per i lacci e

lanciarle in mare; invece io, beh … io non sono mai riuscita a

liberarmene! Quell’oggetto, ormai inutile, appeso a quel vecchio

chiodo in camera che non puoi evitare. Esistono sempre in me

quella sensazione di blocco e quella voce che, di fronte ad ogni

57

difficoltà, mi dice “Balla Camilla!” e, dopo aver ballato, tutto

passa, tutto è più chiaro e mi domando sempre il perché. Quelle

scarpette che mi hanno rovinato i piedi, che mi hanno

ammazzata e che, ogni volta, ho perdonato. Solo chi sa davvero

cosa significa mi può capire. La danza classica non è per tutti, è

solo per chi ha la forza di viverla.

58

SESSUALITÀ

Andrea Podesta’

Nella società contemporanea vi è una frattura crescente tra la

capacità di stabilire una relazione definitiva, in altre parole di

innamorarsi e di amare in modo esclusivo, e l'instabilità di

rapporti consumati in maniera casuale, superficiale e troppo

spesso precoce. Prevale la promiscuità sulla selettività,

atteggiamento che porta ad essere fugaci oggetti del desiderio.

Tale fattore insieme ad un errato stile di vita (abuso di

stupefacenti e di alcool, generalizzata disinformazione,

alterazioni dei bioritmi ed un'eccessiva disinvoltura nei rapporti

interpersonali) è correlato al diffondersi di problemi psichici, di

gravidanze indesiderate e di malattie sessualmente trasmissibili.

Questi rischi ormai non sono più frutto di studi clinici o di

ricerche statistiche, ma devono essere considerati come pericoli

reali e purtroppo quotidiani. Inoltre la disinformazione, cui

abbiamo alluso, è aggravata da false ed errate informazioni che,

come le leggende metropolitane, si diffondono, ma non hanno

nessun fondamento.

59

Interessante, ed anche essenziale, risulta essere l'analisi di un

frequente atteggiamento con cui un individuo cerca di imporsi

all' attenzione di chi lo circonda, oltrepassando i limiti della

cosiddetta normalità. Sterili sono di conseguenza i

comportamenti, per nulla consapevoli, che si rivolgono solo al

puro per quanto piacevole, esercizio fisiologico, attivato spesso

da cambiamenti frequenti e apparentemente immotivati del

partner: dovrebbe esserci la consapevolezza che è facile

instaurare un rapporto ma è difficile mantenerlo. In un rapporto,

passato l'entusiasmo iniziale, è la sincerità di porsi così come si

è e non come si vorrebbe essere, la consapevolezza che il

carattere non si cambia ma si educa, il senso del dovere,

l'entusiasmo di affrontare una vita che deve valere la pena di

essere vissuta ad allontanare il rischio di fratture e, a livello

emotivo, il peso della delusione.

60

SOCCORSO

Federico Spano’

Vorrei che tu potessi capire il dolore di una moglie che alle tre

del mattino ci guarda sgomenta mentre cerchiamo il polso di

suo marito. Vorrei che tu potessi conoscere la frustrazione che

prova l’ equipaggio di un’ambulanza che guida in urgenza e

viene ostacolato da te, che non rallenti e non lasci la strada .

Vorrei che tu conoscessi i miei pensieri quando cerchiamo di

disincagliare un adolescente dalle lamiere di un veicolo…

Poteva essere anche una persona a me cara? Quale sarà la

reazione dei suoi genitori chiamati dalla polizia? Vorrei saperti

raccontare come si ferma il cuore quando si è chiamati per

un’urgenza e come prontamente si rimette a correre arrivati sul

posto. Vorrei che tu potessi sentire quanto è difficile fermare le

emozioni quando un bimbo ti chiede, tirandoti per i pantaloni:

“La mia mamma sta bene, vero?”. Beh, forse non si può

raccontare, ma nonostante tutto eccoci pronti per una nuova

chiamata, pronti per un nuovo soccorso, 24 ore al giorno, 365

giorni all’anno.

61

SOGNO

Elena Balino

“Il modo migliore per realizzare i propri sogni è svegliarsi.”

Così dice Paul Valéry.

Credo che il sogno sia il modo più bello per viaggiare, per

“scappare”, almeno per poche ore dal mondo reale che ci

circonda. Sognare aiuta le persone a vivere, Bob Marley dice

che chi ha paura di sognare è destinato a morire, io penso abbia

ragione… Sognare vuol dire vivere, vivere per provare a

realizzare i propri sogni, vivere per raggiungere il proprio

obiettivo. Ci sono persone che, quando finalmente arrivano a

fine giornata, vanno a casa e, dopo una doccia, corrono a letto e

aprono il libro preferito, incominciano così a sognare ad occhi

aperti, magari immedesimandosi nel personaggio della storia

che stanno leggendo. Ci sono poi persone che non hanno

bisogno di libri o musica, a loro basta chiudere gli occhi e

pensare al futuro, sognandosi da qualche parte nel mondo

insieme a chi desiderano... A volte a me capita, durante la

giornata, di fermarmi e staccare un attimo dalla realtà chiudendo

gli occhi e pensando, magari a me da grande... Sognare aiuta a

62

trascorrere le giornate con una marcia in più. La straordinarietà

del sogno è che è alla portata di tutti, chiunque può sognare:

grandi e piccoli, ricchi e poveri, tutti nell’immaginazione

liberata posso permettersi una vacanza, un giocattolo, la

soddisfazione di un desiderio. A noi ragazze capita spesso di

sognare il ragazzo di cui siamo innamorate, oppure di sognare la

vita da grandi insieme la nostro fidanzato. Amo quei momenti in

cui mi metto tra le braccia di Giorgio, il mio ragazzo, e

incominciamo a fantasticare, a sognare ad occhi aperti a noi da

adulti magari insieme ai nostri bambini mentre giochiamo in un

prato. Credo che questi siano i sogni per cui vale la pena lottare.

Lottare per la felicità. Ci sono quei sogni però, che si

chiameranno così per sempre, bisogna provarci comunque.

Vivere sognando aiuta…, sognare fa nascere un sorriso sul viso!

63

SOTTOBICCHIERE

Luca Torello

Ero alla ricerca di una parola che diventasse l’argomento del

mio discorso perfetto e, ad un certo punto, mi è passato per la

mente, proprio come un flash, il sottobicchiere. È vero,

all’apparenza può sembrare un oggetto insulso e inutile,

destinato a rimanere sotterrato per anni nei cassetti, invece è un

oggetto valido. Non essenziale, ma spesso utile. Non vi è mai

capitato di trovarvi con un con un boccale di birra in mano che

straborda e desiderare di possedere un sottobicchiere? Pub e

birrerie dei paesi del nord non dimenticano mai di

accompagnare i boccali con colorati, divertenti e pubblicitari

sottobicchieri che diventano, addirittura, oggetti da collezione

per gli amanti del genere. Questo umile strumento è come un

supereroe che col suo intervento impedisce alla bevanda di

intaccare l’incolumità del tavolo o della tovaglia, evita che il

bicchiere scivoli, in alcune situazioni può anche salvare dal

peggio. Salvare dal peggio è un modo per cominciare a

camminare verso il meglio. Questo è il messaggio che lascia il

mio sconclusionato discorso.

64

UNGHIE

Gabriele Papalia

Fa così male quando te ne si rompe una che inizi a chiederti:

"Ma a cosa servono le unghie? Non sarebbe meglio non

averle?". Forse è vero. Con l'evoluzione dell'uomo le unghie

hanno perso le loro primarie funzioni, allora per cosa e

soprattutto a chi servono? Servono per essere impiastricciate di

colori e fiorellini dalle donne, ormai non più in giovane età, che

magari pensano di poter sostituire la sensualità delle ormai

vecchie curve con questi insignificanti dettagli. Le utilizzano i

ragazzi per farsi coccole e grattini. Le usano le estetiste per farci

i soldi. Servono poi per staccare gli adesivi e per trovare quel

maledetto inizio dello scotch. Fantastiche anche per scaricare

nervosismi e tensioni, in questo caso diventano un vere e proprie

vittime sacrificali. E forse le usano quelli che ancora giocano a

biglie sulla spiaggia, invece che stare attaccati ad uno

smartphone.

65

UNIVERSO

Fabio Paloscia

Sei proprio convinto che tutto ha una fine? La vita, ha una fine,

l’orizzonte ha una fine, quella noiosissima ora di matematica ha

una fine, purtroppo pure l’ultimo pezzo di pizza ha una fine,

tutto tranne l’universo. Di quest’ultimo non si riescono ad

immaginare le dimensioni, sono qualcosa di infinito. E’

veramente terrificante immaginare qualcosa di così esteso,

quasi quanto nuotare in un oceano dove non si sa tutto quello

che ti circonda. Davvero siamo solo un puntino nell'universo?

Per adesso sì, ma il nostro destino è quello di crescere

all'infinito, perché infinito è l'universo in cui viviamo e che

attende d'essere popolato da noi. Siamo veramente degli esseri

minuscoli in confronto all’universo che ci circonda, siamo come

una formica che guarda noi essere umani e capisce di non poter

far nulla verso così tanta grandezza. Come non restare sgomenti

da tutto questo? Forse con l’ironia. Uno dei più grandi

scienziati del secolo scorso, Albert Einstein, sdrammatizza così:

“Solo due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana, e

non sono sicuro della prima”.

66

VELOCITA’

Thomas Mantovan

La velocità è insita nelle mie parole quando parlo ad alta voce, è

dentro alla mia testa quando in pochi attimi mille idee e pensieri

mi arrivano alla bocca ed esplodono tutti insieme, come

l'esplosione di un pozzo petrolifero che schizza senza

contenimento: io allo stesso modo schizzo idee. La velocità è

spesso sinonimo di forza e potenza, può essere ritrovata in molte

cose che ci circondano, la corsa del ghepardo quando insegue la

preda, la velocità frenetica delle persone in uscita da una metro .

Personalmente, sto avendo una forte esperienza di velocità nella

mia vita: con il tempo essa è passata da essere una bestia lenta e

calma ad essere una rapida e sfuggente. Da piccolo, per

esempio, i nove mesi scolastici erano pesanti ed infiniti; per

ammazzare la noia ed il tempo si inventavano giochi e

distrazioni, ora invece il tempo non è mai abbastanza, le

giornate corrono veloci, molto più veloci di noi stessi e siamo

passati da inventare distrazioni per passare il tempo ad inventare

modi per averlo. La velocità è presente anche nei sogni che si

fanno durante la notte, che sembrano lunghi e intensi e dei quali,

67

a volte, si ricordano solo alcuni dettagli. In realtà la velocità non

lascia nemmeno il tempo di sognare un sogno, infatti, dura in

media due o tre secondi durante i quali la nostra testa elabora

velocemente storie o vicende realmente accadute o immaginarie.

La velocità è come una linea di energia che corre da una parte ad

un’altra senza un apparente direzione, che ci trascina dietro di sé

impietosa e non curante del nostro volere, che vogliamo o meno

invecchieremo e ce ne accorgeremo improvvisamente, come se

fosse successo da un giorno all’ altro, e penseremo: “ Sembrava

ieri che uscendo da scuola correvo con i miei compagni “ e

ritroveremo la velocità anche in questo pensiero, perché molto

probabilmente esso durerà pochi istanti ed in seguito ai quali

dovremo ritornare ad inseguire la vita. Comunque vada, resta

però la certezza che ognuno raggiunge ogni cosa alla velocità di

sessanta minuti all’ora.

68

ZIG ZAG

Davide Asioli

La parola zig zag può avere varie interpretazioni, a seconda

dello stato d' animo di chi la utilizza. La prima cosa che mi

viene in mente è quando cerchiamo di evitare gli ostacoli

andando un po' a destra e a sinistra, avendo paura di affrontarli e

superarli. Un zig zag che sa un po’ di fuga, forse. D’altro canto

risolvere un problema e superare gli ostacoli che la vita ci

impone non è mica cosa da poco, chi riesce pertanto nell'

intento crescerà mentalmente e spiritualmente. La nostra visione

delle cose cambia a seconda del nostro grado di maturità. Un

uomo in grado di superare le proprie difficoltà è capace di

rimettersi sulla retta via, anche quando il viaggio della vita fa

prendere sentieri tortuosi. La vita non è mai in linea retta, ma chi

ce la fa, anche se dopo un faticoso zig zag, si sente realizzato e

merita rispetto soprattutto perché ha saputo ascoltare il suo

cuore. Un grande maestro di zig zag è il tempo: quando ci

annoiamo il tempo è lineare e lunghissimo, mentre quando ci

divertiamo inizia a dilatarsi come se non seguisse più un suo

percorso lineare, quasi come un elettrocardiogramma impazzito.

69

Un fantastico zig zag.