La palma africana a maria la baja, Colombia (ITA)

LA PALMA AFRICANA A MARIA LA BAJA. Opportunità o necessità?

Dove si trova M.la Baja.•Maria La Baja è un villaggio situato nel Dipartimento di Bolivar, nel nord della Colombia, a circa 70 km da Cartagena de Indias. •Oltre il 90% della popolazione è di origine afro. •Per le sue caratteristiche geofisiche e la sua fertilità M. La Baja è un’ottima località per l’agricoltura.

LA PALMA AFRICANA A MARIA LA BAJA. opportunità o necessità?


•Animosa collabora con la realtà di Maria La Baja attraverso un progetto di sport per i giovani, coordinato dai missionari de la Consolata.•Durante gli ultimi anni, molti contadini hanno deciso di riconvertire le proprie terre per la coltivazione della palma africana con la speranza di trovare un futuro migliore. •Dal 2007, a causa di questo fenomeno socio-economico, i missionari hanno organizzato un forum sull’argomento.•In virtù dei fenomeni prodotti dal processo di globalizzazione economica, i membri di Animosa hanno deciso di stimolare il dibattito su queste tematiche anche in Italia.


Com’ è arrivata la palma a M. La Baja.

Nel 1968, la debole riforma agraria non cambiò la struttura della proprietà terriera.I contadini ottennero solo piccoli appezzamenti dai grandi proprietari. Per queste ragioni i piccoli “campesinos”, stimolati da crediti governativi, iniziarono a coltivare il riso.


La crisi rurale degli anni ‘90•All’inizio degli anni ‘90 una forte crisi colpì il settore agricolo di M. La Baja. Le cause principali furono:• - L’insostenibilità provocata dalla coltivazione monointensiva;• - La disorganizzazione delle associazioni dei piccoli contadini, abbandonati da ogni supporto governativo;• - L’ apertura commerciale del mercato colombiano.

•In molti casi, l’unica possibilità per i contadini era vendere le proprie terre per riuscire a pagare il debito contratto migrando in città in cerca di lavoro.


“L’alleanza produttiva e sociale per la coltivazione della palma africana a Maria la Baja.”

•E’ un piano governativo in accordo con il gruppo industriale “Hacienda Las Flores” e le associazioni locali dei contadini.•Per i “campesinos” questo piano è stata l’unica soluzione per continuare l’attività rurale nelle proprie terre a patto che convertissero le proprie coltivazioni in favore della palma africana.


•L’ accordo obbliga i contadini a rimanere in questo mercato per una media di 20-25 anni con “Hacienda Las Flores”. Inoltre l’industria fissa il prezzo dei frutti utilizzati per produrre biodisel e dà loro credito per la semina. •Così facendo i contadini hanno entrate permanenti ma gran parte dei costi di produzione è scaricata sui loro redditi (pesticidi, macchinari e assistenza tecnica).


•Il 28% delle terre coltivabili di Maria la Baja sono usate per coltivare la palma africana.•(Fonte,“Agencia presidencial para la Acción social y la cooperación internacional”. 2009, September.)• La Colombia è la prima produttrice d’olio da palma in America, quinta al mondo. (Fonte, www.fedepalma.org)


Ultime considerazioni.•Considerando la disoccupazione presente prima dell’approvazione del programma di “Alianza productiva”, i contadini hanno trovato un’attività stabile nella coltivazione della palma.•Tuttavia è evidente che il sistema produttivo è nettamente sbilanciato in favore del monopolio di “Hacienda Las Flores”, sostenuto da politiche governative come la riduzione dell’ IVA sulla produzione di biodisel e misure protezionistiche dai mercati esteri.•Nel lungo periodo, il trend del reddito reale dei contadini tende a contrarsi a causa dell’importazione di beni alimentari primari che, prima, erano prodotti a livello locale.


Quali sfide per Maria la Baja?•Una delle sfide più grandi consiste nel fermare il flusso migratorio dei contadini verso la città.•Il conflitto tra i gruppi guerriglieri e le milizie paramilitari alimenta questo fenomeno. •M. la Baja ha il secondo maggior numero di ettari espropriati, nel Dipartimento di Bolivar, a causa del conflitto armato.(4012 ha. Source Un. de los Andes, Bogotà)


Quali soluzioni?• Una valida soluzione potrebbe essere la differenziazione delle coltivazioni supportata da un’adeguata redistribuzione fiscale. •Tuttavia il terrore della popolazione causa un forte disimpegno politico. Spesso la coltivazione della palma cade sotto il controllo e la protezione paramilitare.•Una maggiore presenza, nazionale ed internazionale, di attori indipendenti. Il lavoro delle ONG e delle associazioni per i diritti umani, coordinato con il governo nazionale, potrebbe aiutare i contadini e la popolazione a garantire loro maggiore rispetto dei diritti fondamentali e maggiore partecipazione alla vita politica locale.•La cooperazione internazionale dovrebbe essere basata sullo sviluppo della dignità umana con al centro le classi sociali più deboli, spesso vittime di violenza, discriminazioni razziali e sociali. I semplici aiuti in settori strategici da parte dei governi cooperanti spesso risultano inefficaci.


Ringraziamenti:

•Padre Giuseppe “Pepe” Svanera, missionario de la Consolata a M. La Baja.

•Comitato organizzatore del secondo “Foro de Palma y Caña en Maria la Baja”.

•Andrés Orlando Gómez López, Universidad de Los Andes, Bogotà.

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