LA NUOVA VITA DI CINQUE CASCINE MILANESI · Alessio Baù, 22 aprile 2015 LA NUOVA VITA DI CINQUE...

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Alessio Baù, 22 aprile 2015 LA NUOVA VITA DI CINQUE CASCINE MILANESI L’immaginario collettivo non aiuta a ricordarlo (“Milano è grigia!” si sente ancora dire, ogni tanto), ma la nostra città è anche una grande metropoli agricola. La sua storia urbana si intreccia fortemente con quella della sua campagna, delle sue terre e dei suoi agricoltori. Su una superficie comunale di 18.175 ettari la parte agricola utilizzata supera, secondo l’Istat, i 2.910 ettari: si merita, così, il titolo di seconda città agricola d’Italia. Il suolo milanese è destinato in prevalenza a seminativi, come i cereali, a prati e pascoli e, in parte più ridotta, alle coltivazioni legnose. A costellare questa imponente galassia agricola ci sono le cascine. Quelle pubbliche sono una sessantina e le trovate mappate su Google, a questo indirizzo: HOME CHI SIAMO FACEBOOK IT EN MAPPE E PERCORSI CITTÀ CONDIVISA LUOGHI INCONTRI IN CUCINA VERDE SMART CITY ARTI E MESTIERI PARTENZE

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Alessio Baù, 22 aprile 2015

LA NUOVA VITA DI CINQUECASCINE MILANESI

L’immaginario collettivo non aiuta a ricordarlo (“Milano è grigia!” si senteancora dire, ogni tanto), ma la nostra città è anche una grande metropoliagricola. La sua storia urbana si intreccia fortemente con quella della suacampagna, delle sue terre e dei suoi agricoltori. Su una superficie comunaledi 18.175 ettari la parte agricola utilizzata supera, secondo l’Istat, i 2.910

ettari: si merita, così, il titolo di seconda città agricola d’Italia. Il suolo milanese è destinatoin prevalenza a seminativi, come i cereali, a prati e pascoli e, in parte più ridotta, allecoltivazioni legnose.

A costellare questa imponente galassia agricola ci sono le cascine. Quelle pubbliche sono unasessantina e le trovate mappate su Google, a questo indirizzo:

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MAPPE E PERCORSI CITTÀ CONDIVISA LUOGHI INCONTRI IN CUCINA VERDE

SMART CITY ARTI E MESTIERI PARTENZE

http://www.associazionecascinemilano.org/le-cascine-di-milano. Recentemente è statarealizzata anche una mappa cartacea, da Comune e Touring Club Editore, con Esselunga, cheraccoglie e racconta le 32 cascine, comunali e non, che fanno parte del Distretto AgricoloMilanese: qui potete acquistare prodotti a Km 0 (provate le uova di cascina e gustate ladifferenza), fare un’immersione nel verde senza uscire dalla città, magari conoscere come silavora la terra.

Cardini storici del passato tessuto sociale di Milano, oggi molti di questi spazi stannoapprodando a una seconda vita, simboli forti del desiderio di recuperare le tradizionicontadine e di riqualificare, in chiave moderna e sostenibile, un territorio a lungo martoriatodalla cementificazione. È recente la notizia del simbolico passaggio della Cascina Campazzo,in via Dudovich, all’interno del parco Sud, al Comune di Milano dopo uno storico contenziosocon la proprietà Ligresti: un tassello importante nel progetto di riqualificazione dell’edificio edi creazione del grande parco agricolo Ticinello, che abitanti e agricoltori attendono dadecenni. Se non l’avete mai visitata potete farlo facilmente: si trova a soli 200 metri dallametropolitana fermata Abbiategrasso. Non è l’unica da visitare: se siete appassionati di cavallipotete fare un salto alla cascina di Chiaravalle, se vi piace il miele il consiglio è quello difrequentare la cascina Corte del Proverbio al parco delle Cave o, se preferite qualcosa di piùurbano e alla moda, c’è la cascina Cuccugna, in porta Romana, col suo ristorante, i corsi, l’ortoe gli eventi.

Il percorso di valorizzazione delle cascine si sta arricchendo in questi mesi di importanti frutti.Oggi sono cinque i luoghi che stanno rinascendo: ecco quali sono, dove si trovano e cosasognano di diventare.

CASCINA SANT’AMBROGIO

Si trova in via Cavriana 38 (Zona 4), a pochi minuti da viale Forlanini, in un punto in cui la cittàtrafficata diventa, senza preavvisi, campagna. È una strada che percorro in bici quando cerco,per qualche minuto, un orizzonte diverso. Qui si trova questa struttura, risalente al XIXsecolo, attorniata da un ettaro di terreno. La sua origine era ecclesiale: lo testimoniano leantiche strutture di una chiesa romanica e le tracce di un affresco del Trecento inglobatinell’immobile. La sua nascita viene fatta risalire alle monache del monastero benedettino diSanta Radegonda, che qui si insediarono dopo la fuga provocata dalle razzie del Barbarossa,nel 1162. Nel 2014 la cascina è stata concessa dal Comune in uso gratuito per tre anniall’associazione CasciNet, che adesso si sta impegnando per il suo recupero. Vuole diventare– mi ha raccontato Paolo Gorlini, uno dei ragazzi che si è buttato in questa meravigliosaavventura – “uno spazio che fa spazio”. Per questo sono stati avviati orti condivisi perpromuovere la permacultura (potete anche proporvi per gestirne uno), laboratori perbambini e studenti, appuntamenti culturali, feste e progetti di accoglienza per giovani indifficoltà, anche di origine straniera. Al primo piano potreste incontrare Mario, un vecchiosignore che vive qui da sempre e che, ora, è diventato lo zio dei nuovi inquilini, trentenni conl’ambizione di far incontrare passato e futuro. Il gruppo sta lavorando anche per realizzareun’area di coworking e, naturalmente, per avviare il restauro dei dipinti murali. Sono giàdiversi i volontari che hanno offerto la propria disponibilità per contribuire; se avete vogliapotete farlo anche voi, magari iniziando con l’andare a presentarvi una delle prossimedomeniche, scoprendo come si può rimboccarsi le maniche, essere utili e dare corpo algrande entusiasmo che si respira attorno al progetto.

CASCINA MONLUÈ

Il complesso si trova in via Monluè 70 (Zona 4) e risale al 1200, quando venne costruitodall’Ordine degli Umiliati. La cascina nacque vicino al fiume Lambro: le sue acque eranofondamentali per la gestione dei campi. Fino al 1936 il territorio intorno alla cascina è statototalmente agricolo, caratterizzato da una fitta rete di canali, tipica trama del territorio ruraledi Milano. Poi gli insediamenti urbani ridussero sempre di più la cintura verde attorno alcomplesso e l’arrivo della tangenziale, negli anni ’70, mise fine all’isolamento della cascina. Vacomunque detto che Monluè, con la chiesa di San Lorenzo, conserva ancora un grandefascino tutto proprio di borghetto caratteristico, a metà strada fra metropoli e campagna. Ilcomplesso è sempre rimasto attivo, grazie alla presenza della comunità religiosa e delleassociazioni; dal 1986 qui opera, per esempio, La Grangia, che lavora per l’accoglienza eintegrazione degli stranieri perseguitati per motivi politici, religiosi, etnici e dei profughi diguerra. Per alcuni anni l’area verde della cascina è stato utilizzata anche come sede diconcerti e attività estive. È solo dallo scorso anno, però, che il Comune ne ha delineato ilfuturo, invitando il terzo settore a proporre una strada organica per la struttura, capace diprevedere funzioni compatibili con l’alto valore storico architettonico del luogo e coerenti conle attività già in essere negli spazi occupati. La proposta vincente è arrivata da una rete direaltà di cui fanno parte il consorzio Farsi Prossimo, capofila, la cooperativa La Cordata Onlus,la cooperativa Lo Specchio Onlus, l’associazione La Grangia di Monluè Onlus, l’associazione LaNostra Comunità Onlus, l’associazione Famiglie Ancora Onlus e l’impresa individuale DelleDonne Emilio. La Cascina Monluè diventerà un luogo polifunzionale che ospiterà attivitàsocio-culturali e strutture di accoglienza e ristoro, in modo da favorire l’aggregazionemulticulturale e valorizzare il tessuto sociale e d’impresa esistente sul territorio. Sarannopresenti anche laboratori di artigianato, arte e cultura. Una parte del terreno della cascinaverrà destinato a orti, alla cura dei quali potranno dedicarsi anche i cittadini del quartiere e gliospiti della struttura. Tutta la cascina sarà sistemata per accogliere anche famiglie conbambini. Sono previsti spazi per la residenzialità di giovani. L’accento sarà sul co-abitare, conluoghi comuni come la lavanderia e la biblioteca. L’ex stalla diventerà sede di appuntamenticulturali mentre nella porcilaia potranno nascere piccole botteghe e una ciclofficina. Nei pianivi è anche l’intenzione di sviluppare progetti di pet theraphy, sempre con uno sguardosolidale.

CASCINA SAN BERNARDO

Marco
Evidenziato

La Cascina San Bernardo si trova in Via Sant’Arialdo 133 (zona 4). È situata al centro del Parcodella Vettabbia, area verde attualmente interessata da importanti lavori di sviluppo (30.800nuove piante tra Nosedo e Chiaravalle, ricostruzione della marcita di fronte all’Abbazia diChiaravalle, ecc.), all’interno del Parco Agricolo Sud. La Cascina, costruita nei primi anni delNovecento, è costituita da due edifici, posti uno di fronte all’altro. Originariamente l’unoresidenza, l’altro stalla con fienile e deposito per le attrezzature. La struttura conta anche duetorri a pianta quadrata, che venivano utilizzate un tempo come abitazioni. Per valorizzare ilruolo della Cascina nell’ambito del progetto di realizzazione del Parco della Vettabbia ilComune ha aperto un bando per destinare lo spazio a funzioni di presidio, informazione eservizio, sfruttando positivamente la relazione con il borgo e l’abbazia di Chiaravalle (di cuiabbiamo parlato in questo post). La Cascina San Bernardo è stata assegnata nel 2014 allaSocietà Umanitaria. Il progetto prevede una fattoria e un luogo di formazione culturale, conattenzione all’agricoltura e alla ricettività. Arriveranno attività per avvicinare i bambini e iragazzi milanesi alla vita agricola. Sono previsti laboratori artigianali e corsi di formazione. LaSocietà Umanitaria realizzerà anche il ‘Giardino dei Frutti Antichi’, con specie botaniche in viadi estinzione, all’interno del Parco.

CASCINA MARTESANA

Ci sono divani e tavolate, il ping pong e il biliardino, le amache Odette, il dondolo e unagrande brace dove cucinare in compagnia. Da quest’anno arriveranno anche una strutturatemporanea in legno per i picnic e, pochi passi più in là, un giardino condiviso. Marko Manico,Niccolò Franchi e Marco Sergi hanno deciso di restituire alla città un luogo da tempoabbandonato nel centro del parco Martesana, tra Gorla e viale Padova (via Bertelli 44, MMTurro o Gorla), a cui si accede dalla pista ciclabile che corre lungo il naviglio piccolo. È laCascina Martesana: a differenza di quelle raccontate fin qui, si tratta di una struttura privata.Anticamente sotto l’attuale cortile della Cascina c’era una piscina, conosciuta come “El bagninDe Gorla“. L’acqua proveniva dalla vicina Martesana e, all’uscita, formava la Roggia Taverna.La riscoperta della Cascina è partita la scorsa estate: è stata trasformata in un punto diristoro e in un centro d’aggregazione culturale e sociale in un quartiere che ne aveva

fortemente bisogno. Al centro un grande salotto, diviso in due aree: lo spazio associativo daun lato (si fa una tessera per accedere, a sostegno dell’importante ristrutturazione in corso) ela parte dedicata alle mostre dall’altro, con punto di ristoro e di ritrovo per gli ospiti.Quest’anno a maggio inaugura un nuovo ciclo di mostre, che prosegue fino alla fine diottobre, e il chiosco apre anche a pranzo, ingrandendosi e migliorandosi. Ci sono tutte lepremesse perché la Cascina diventi sempre più preziosa: glielo auguro! Per seguire leevoluzioni del progetto c’è la Pagina Facebook https://www.facebook.com/cascinamartesana.

CASCINA TRIULZA

 

Fra le cascine che rinascono c’è anche Cascina Triulza, un’antica costruzione rurale presenteall’interno del Sito Espositivo di Expo2015. Il complesso, esteso su un’area di 7.900 mq, ègestito, in collaborazione con Expo, dalla Fondazione Triulza, un raggruppamento dinumerose realtà di rilevanza nazionale e internazionale del terzo settore. Quella di Milano èla prima esposizione universale con un padiglione dedicato alle organizzazioni della societàcivile: un dato positivo. La struttura è composta da un’area espositiva, una grande corte di

1300 mq, una zona di mercato, un auditorium e due sala workshop. Per i sei mesi di Exposarà sede di molti dibattiti e appuntamenti culturali, e centro, ci auguriamo, di pensiero eriflessione sui temi della nutrizione e del futuro sostenibile del Pianeta.

ALESSIO BAÙSono un comunicatore, mi occupo di storie e contenuti,specialmente per la rete e i social media. Città, politica,cibo, socialità. Per lavoro e per passione mi sono occupatodi progetti belli e diversi, alcuni sono descritti qui:https://it.linkedin.com/in/alessiobau. Mi piacciono le bici, lecampagne elettorali, le comunità.FACEBOOK TWITTER

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