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L. 02/02/1974 n° 64 “Provvedimenti per le costruzioni
con particolari prescrizioni per le zone sismiche”:
Criteri Generali
La L. 64/74 fissa i principi generali delle norme tecniche da rispettare nella
realizzazione di costruzioni ricadenti in zona sismica.
Prevede l’emanazione di decreti successivi inerenti l’aggiornamento delle
norme tecniche e dell’elenco dei Comuni ricadenti in aree sismiche.
Vengono attraverso questi istituiti tre Gradi di sismicità, assegnati ai comuni di
1°, 2°, e 3° categoria sismica: S=12, S=9 e S=6 (alta, media e bassa sismicità),
utilizzati nel calcolo del Coefficiente d’intensità sismica C = (S-2) / 100.
La legislazione regionale, si limita (solitamente) a recepire le direttive nazionali
(con qualche semplificazione di carattere puramente amministrativo) ma
impone la redazione di una Indagine Geologica per l’approvazione degli
strumenti urbanistici dei singoli Comuni.
LA NORMATIVA SISMICA
L. 02/02/1974 n° 64 “Provvedimenti per le costruzioni con particolari
prescrizioni per le zone sismiche”;
DM 03/03/1975 (2 decreti) 1) “Approvazione delle norme tecniche per le
costruzioni in zone sismiche.” 2) “Disposizioni concernenti
l’applicazione delle norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”;
DM 24/01/1986 “Norme tecniche relative alle costruzioni sismiche”;
Ministero LL.PP. - Decreto Ministeriale 16 gennaio 1996 “Norme tecniche
per le costruzioni in zone sismiche”;
L. 30 marzo 1998, n. 61 – “Ulteriori interventi urgenti in favore delle zone
terremotate delle regioni Marche e Umbria e di altre zone colpite da
eventi calamitosi”;
Dipartimento della Protezione Civile - Ordinanza 12 giugno 1998 –
“Individuazione delle zone ad elevato rischio sismico del territorio
nazionale”;
Ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003.
L. 02/02/1974 n° 64
“Provvedimenti per
le costruzioni con
particolari
prescrizioni per le
zone sismiche”
Adeguamento degli strumenti urbanistici al P.P.A.R. (L.R. 34/92) - Seconda fase
Sulle aree di nuova espansione o suscettibili di profonde modifiche dell'assetto territoriale ai fini urbanistici,
l'indagine verrà proseguita mediante indagini dirette preliminari consistenti in prospezioni dirette del sottosuolo (
sondaggi, prove penetrometriche, ecc...), prelievo di campioni di terreno e prove di laboratorio. Sulla base degli
elementi raccolti, verranno forniti i seguenti elaborati (per ciascuna area)
Omissis
2.2 - Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale (scala 1:2.000), ottenuta sulla base della cartografia
geologica, geomorfologica, litologico-tecnica, idrogeologica, secondo le disposizioni contenute nella Circ. Reg.
Marche n° 15/90. Nella compilazione di tale elaborato va posta particolare attenzione alle aree con fenomeni
franosi in atto o potenziali, alle aree con possibile amplificazione del moto del suolo ed alle aree caratterizzate
da possibili fenomeni di cedimenti.
Ministero LL.PP. - Decreto Ministeriale 16 gennaio 1996 “Norme
tecniche per le costruzioni in zone sismiche”
Coefficiente fondazione
Si assume di regola = 1. In presenza di stratigrafie caratterizzate da depositi
alluvionali di spessore variabile da 5 a 20 metri, soprastanti terreni coesivi o litoidi con caratteristiche meccaniche significativamente superiori, si assume per
il coefficiente il valore di 1,3.
L. 30 marzo 1998, n. 61 – “Ulteriori interventi urgenti
in favore delle zone terremotate delle regioni
Marche e Umbria e di altre zone colpite da eventi
calamitosi”
Gli studi di Microzonazione sismica
Tipologia delle situazioni Litotipo Spessore Fa
E-5 Zona di ciglio 10 m (scarpata, bordo di cava, orlo di terrazzo) E-7 Zona di fondovalle con presenza di terreni incoerenti
Detrito < 10m 1.2
10-20m 1.4
20-30m 1.6
Travertino < 10m 1.1
10-20m 1.3
20-30m 1.4
Fluvio-lacustre limoso-argilloso e alluvioni limoso-argillose
< 10m 1.2
10-20m 1.5
20-30m 1.7
Fluvio-lacustre sabbioso-ghiaioso e alluvioni sabbioso-ghiaioso
< 10m 1.1
10-20m 1.2
20-30m 1.4
E-8 Zona pedemontana di falda di detrito e di cono alluvionale
< 10m 1.2
10-20m 1.5
20-30m 1.7
Rapporto altezza/larghezza Fa
E-6 Zona di cresta
< 0.1 1.0
0.1-0.2 1.2
0.2-0.3 1.4
E-1; E-2; E-3 Zona instabile o potenzialmente instabile
Indagini “ad hoc” per valutare il reale grado di pericolosità e definire la fattibilità di eventuali interventi di stabilizzazione
E-4 Zona con terreni di fondazione particolarmente scadenti
Indagini “ad hoc” per valutare la fattibilità di eventuali interventi di bonifica e consolidamento
E-9 Zona di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse
Indagini “ad hoc” per valutare la possibilità di cedimenti o costipamenti differenziali sotto sollecitazione sismica e conseguenti interventi in fondazione
Proposta di nuova
classificazione sismica
(a seguito della sequenza
sismica Umbria-Marche
1997 e sulla base della
carta delle intensità
macrosismiche)
Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ordinanza n. 3274
del 20 marzo 2003 - Primi elementi in materia di criteri
generali per la classificazione sismica del territorio
nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in
zona sismica.
Dovrà essere accertato che il sito di costruzione ed i terreni di fondazione in esso presenti siano esenti da pericoli di instabilità dei pendii, liquefazione, eccessivo addensamento in caso di terremoto, nonchè di rottura di faglia in superficie.
Per costruzioni su pendii le indagini devono essere convenientemente estese al di fuori dell’area edificatoria per rilevare tutti i fattori occorrenti alla valutazione delle condizioni di stabilità del complesso opera-pendio in presenza dell’azione sismica.
Terreni suscettibili di liquefazione Deve essere verificata la suscettibilità alla liquefazione quando la falda freatica si trova in prossimità della superficie ed il terreno di fondazione comprende strati estesi o lenti spesse di sabbie sciolte sotto falda, anche se contenenti una frazione fine limo-argillosa.
Stabilità dei versanti
La stabilità dei pendii nei confronti dell’azione sismica di progetto può essere verificata con metodi semplificati di tipo pseudo-statico, salvo nei casi in cui la superficie topografica ed il profilo stratigrafico presentino delle irregolarità molto marcate.
Per strutture importanti erette sopra o in vicinanza di pendii con inclinazione > 15° e dislivello superiore a circa 30m dovrà essere incrementata l’azione sismica di progetto
S ag nell’espressione FH = ± 0,5 S ag W moltiplicata per un coefficiente di amplificazione topografica ST. In assenza di studi specifici si raccomandano per ST i seguenti valori:
ST = 1,2 per siti in prossimità del ciglio superiore di pendii scoscesi isolati;
ST = 1,4 per siti prossimi alla sommità di profili topografici aventi larghezza in cresta molto inferiore alla larghezza alla base e pendenza media > 30°; ST = 1,2 per siti dello stesso tipo ma pendenza media inferiore.
Le NTC 2008
“Norme tecniche per le Costruzioni”
D.M. 14.01.2008
1. definiscono le regole da seguire per la progettazione, esecuzione, collaudo e
manutenzione delle costruzioni, sia in zona sismica che in zona non sismica.
2. definiscono i principi per il progetto, l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni e le
prestazioni richieste in termini di resistenza meccanica e stabilità, anche in caso di
incendio, e di durabilità.
3. forniscono i criteri generali di sicurezza.
4. precisano le azioni che devono essere utilizzate nel progetto, cioè i carichi sulle
costruzioni.
5. definiscono le caratteristiche dei materiali e dei prodotti e, più in generale, trattano
gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale delle opere.
Lo studio di Microzonazione Sismica è uno
strumento conoscitivo dalle diverse potenzialità,
che ha costi differenti in funzione del livello di
approfondimento che si vuole raggiungere:
- il livello 1 è un livello propedeutico ai veri e
propri studi di MS, in quanto consiste in una
raccolta di dati preesistenti, elaborati per
suddividere il territorio in microzone
qualitativamente omogenee;
- il livello 2 introduce l’elemento quantitativo
associato alle zone omogenee, utilizzando
ulteriori e mirate indagini, ove necessarie, e
definisce una vera carta di MS;
- il livello 3 restituisce una carta di MS con
approfondimenti su tematiche o aree particolari.
Microzonazione Sismica di I livello
Le analisi vengono fatte utilizzando dati già esistenti e di facile
reperibilità, ed hanno lo scopo di individuare cautelativamente le aree
che sono potenzialmente soggette ai diversi effetti di sito, quali ad
esempio effetti di amplificazione locale, liquefazione ed instabilità dei
pendii.
Poichè questo livello di analisi deve permettere di inquadrare le
problematiche della zona di studio in prospettiva sismica, l’area
investigata non deve essere strettamente limitata alla zona per cui è
richiesto lo studio di microzonazione, bensì le indagini devono essere
estese al di fuori di questa in modo da permettere la
caratterizzazione geologica e litostratigrafica del sito di interesse.
I risultati ottenuti hanno carattere qualitativo e vengono
periodicamente aggiornati e verificati in considerazione delle nuove
conoscenze derivanti da nuove analisi o da analisi più approfondite.
Carta di microzonazione sismica di livello1
Carta che individua le zone dove, sulla base delle caratteristiche
litostratigrafiche e geomorfologiche, è possibile prevedere un
comportamento omogeneo in caso di terremoto.
Nella carta, le microzone sono distinte in:
a) zone stabili, in cui non si ipotizzano effetti locali significativi il moto
sismico non viene modificato;
b) zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, in cui sono attese
amplificazioni del moto sismico;
c) zone suscettibili di instabilità, in cui gli effetti sismici attesi e
predominanti sono riconducibili a deformazioni permanenti del territorio.
La scala finale di rappresentazione non dovrà essere inferiore a
1:10.000 - 1:5.000.
La Microzonazione Sismica (MS) di livello 3 permette la
caratterizzazione con valori numerici delle microzone sismicamente
omogenee. La caratterizzazione avviene mediante un fattore di
amplificazione del moto (FA) così come definito negli Indirizzi e criteri
generali per la Microzonazione.
I valori di FA attribuiti alle varie microzone di una mappa definiscono una
scala di pericolosità sismica locale.
La microzonazione di II livello introduce l’elemento quantitativo
associato alle zone omogenee, utilizzando ulteriori e mirate indagini,
ove necessarie, e definisce una vera carta di MS.
a) SCENARI DI PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE
- Scorrimenti di faglia
- Instabilità di pendii
- Liquefazione di sabbie sature
- Amplificazione sismica
- Addensamento di terreni a grana grossa
- Subsidenza dei terreni molli a grana fine
Da T. Crespellani – Università degli Studi di Firenze
b) EFFETTI DI SITO Le situazioni geologiche e morfologiche, in cui le condizioni locali possono portare
a una modificazione del segnale sismico in arrivo (as: amplificazione
stratigrafica ed at: amplificazione topografica) al sito su roccia sono
essenzialmente tre:
as- i depositi costituiti da terreni stratificati di caratteristiche meccaniche diverse da
quelle della roccia sottostante;
at- i depositi di valle con bordi e morfologie del substrato irregolari dove le onde
sismiche possono subire fenomeni di rifrazione e riflessione con generazione
all’interfaccia di onde superficiali e concentrazioni di energia;
at- la sommità di rilievi collinari, creste, promontori costituiti da formazioni rocciose,
profili di versanti, pendii, bordi di terrazzi.
Da T. Crespellani – Università degli Studi di Firenze