La normativa in materia di sicurezza

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Modulo A1 SPI LA NORMATIVA (Modulo A1) La filosofia del D.Lgs. 626/94 in riferimento alla organizzazione di un Sistema di Prevenzione Aziendale, alle procedure di lavoro, al rapporto uomo- macchina e uomo ambiente/sostanze pericolose, alle misure generali di tutela della salute dei lavoratori e alla valutazione dei rischi. L’approccio alla prevenzione attraverso il D.Lgs. 626/94 per un percorso di miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori

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LA NORMATIVA(Modulo A1)

La filosofia del D.Lgs. 626/94 in riferimento alla organizzazione di un Sistema di Prevenzione Aziendale, alle procedure di lavoro, al rapporto uomo-macchina e uomo ambiente/sostanze pericolose, alle misure generali di tutela della salute dei lavoratori e alla valutazione dei rischi.

L’approccio alla prevenzione attraverso il D.Lgs. 626/94 per un percorso di miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori

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La filosofia del D.Lgs. 626/94

La filosofia prevenzionale comunitaria recepita con il D.Lgs. 626 impone una serie di innovazioni concettualmente

significative al modo di operare:

La Valutazione dei Rischi;La partecipazione attiva delle partiIl miglioramento del luogo di Lavoro;L’informazione/formazione

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La filosofia del D.Lgs. 626/94

Ma....la cosa più importante

Spetta alle aziende la responsabilità di individuare e valutare i rischi per la salute e la sicurezza, programmare e gestire le misure di prevenzione, il coinvolgimento dei lavoratori nel processo valutativo, di assicurare un’adeguata sorveglianza sanitaria.

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La filosofia del D.Lgs. 626/94

E ....il principio di autotutela

Ogni lavoratore deve prendersi cura ed è responsabile della propria e

dell'altrui sicurezza attraverso gli istituti giuridici dell’informazione, della

consultazione e della partecipazione attiva dei lavoratori alla gestione della

sicurezza sul lavoro.

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La filosofia del D.Lgs. 626/94

Definendo linee guida, ma lasciando al DL l’organizzazione e la gestione dell’attività lavorativa in condizioni di sicurezza.

Il tutto regolato da un rigido sistema sanzionatorio, o almeno ritenuto tale, che non consente deleghe a molti degli obblighi di verifica e controllo del datore di lavoro

lo Stato assume il ruolo di collaboratore del Datore di Lavoro

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Principio di gerarchia delle fonti

I livello: Fonti costituzionali (Costituzione, leggi costituzionali;

II livello: Fonti legislative, dette anche fonti primarie (leggi, decreti legge e decreti legislativi, leggi regioni autonome);

III livello: Fonti regolamentari, dette anche fonti secondarie (regolamenti del Governo, degli enti locali).fonti-atti

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Fonti interne non statali

Le leggi regionali, i regolamenti regionali e le leggi provinciali

comportamento oggettivo (consuetudine od uso) o in atti di

produzione giuridica esterni al nostro ordinamento e che perciò vengono

assunti come fatti (fonti non scritte)

fonti-fatti

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La Comunità Europea

Fonti comunitarieDiritto comunitario primario•I Trattati istitutivi

Diritto comunitario derivato•Il regolamento•La direttiva•La decisione

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Diritto Internazionale

Fonti del diritto internazionale primarieLa Consuetudine

Fonti del diritto internazionale secondarie

I Trattati o Accordi internazionali

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Il quadro normativoLa normativa prima del D.L.gs 626/94

1898 assicurazione obbligatoria per 1898 assicurazione obbligatoria per gli infortunigli infortuni1899 prima norma in materia 1899 prima norma in materia antinfortunistica (solo industria e con antinfortunistica (solo industria e con N. di addetti elevato)N. di addetti elevato)1899 cave e miniere e esplosivi1899 cave e miniere e esplosivi1900 R.D. n1900 R.D. n.205.205 per le imprese di per le imprese di costruzionicostruzioni

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1903 R.D. n.209 per le strade 1903 R.D. n.209 per le strade ferrateferrate

1917 assicurazione facoltativa 1917 assicurazione facoltativa alle Malattie Professionalialle Malattie Professionali

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1926 Nascita dell1926 Nascita dell’’ ANCCANCC1930 Nuovo Codice Penale 1930 Nuovo Codice Penale ““RoccoRocco””

La produzione legislativa conosce un lungo periodo di pausa e manca la previsione di

organi di controllo

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In che cosa differisce il D.lgs 626/94 rispetto alle normative preesistenti?

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Da questo momento in poi Da questo momento in poi tutta la legislazione in tutta la legislazione in

materia di Igiene e materia di Igiene e Sicurezza sul Lavoro Sicurezza sul Lavoro

assume una assume una valenza penalevalenza penale

Gli articoli di Gli articoli di riferimentoriferimento…….. ..

La nascita della normativa

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Non impedire un eventoche si ha l’obbligo giuridico di impedire

EQUIVALE A CAGIONARLO

Art. 40 C.P.(Principio generale)

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Capo I° Dei delitti di comune pericolo mediante violenza Art. 437

Rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.

Chiunque omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia, èpunito con la reclusione da sei mesi a cinque anni .

Se dal fatto deriva un disastro o un infortunio la pena è della reclusione da tre a dieci anni.

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Art. 589 (Omicidio colposo)

Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Se il fatto è commesso con violazione delle norme (…) per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da uno a cinque anni

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Art. 590 Lesioni personali colpose

Chiunque cagioni ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire 600.000.Se la lesione è grave la pena è della reclusione da uno a sei mesi (...).Se i fatti di cui al precedente capoverso sono commessi in violazione delle norme (…) per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, la pena per le lesioni gravi è della reclusione da due a sei mesi, o della multa da lire 400.000 a 1.200.000; e la pena per lesioni gravissime èdella reclusione da sei mesi a due anni o della multa da £ 1.200.000 a £ 2.400.000.

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1942 Codice Civile art. 2087

“ .. Gli imprenditori hanno l’obbligo di adottare, nell’esercizio dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica la personalità morale dei prestatori di lavoro”Il Sistema Legislativo

1934 Assicurazione obbligatoria per 13 MP1934 Assicurazione obbligatoria per 13 MP

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1947 Costituzione della Repubblica Italiana

art. 32 “ La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità ….omissis

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Art. 35. La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. …………………. e tutela il lavoro italiano all'estero.

art. 41. L’iniziativa economica ….. non può svolgersi in contrasto con l’utilitàsociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignitàumana

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Il periodo 1955/ 1956Il periodo 1955/ 1956

1955 DPR n.547 in materia di prevenzione antinfortunistica

1956 DPR n. 164 prevenzione degli infortuni nel settore edile

1956 DPR n. 302 produzione e impiego di esplosivi

1956 DPR n. 320 per i lavori in sotterraneo

1956 DPR n. 321 nei cassoni ad aria compressaIl Sistema Legislativo

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Lo Statuto dei LavoratoriLo Statuto dei Lavoratori

1970 legge n. 300•I lavoratori possono liberamente manifestare il proprio pensiero nel rispetto della Costituzione e delle leggi.•Il datore di lavoro può impiegare la "vigilanza" soltanto per scopi di tutela del patrimonio aziendale.•Lo statuto dei lavoratori prevede che il giudice, con una sentenza, può ordinare al datore di lavoro, che occupa alle sue dipendenze più di 15 lavoratori, di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro.•Il riconoscimento delle associazioni di lavoratori.

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La riforma sanitaria e la nascita della La riforma sanitaria e la nascita della USLUSL

1978 legge n. 833

creazione delle USL e trasferimento delle competenze in materia prevenzionaledall’Ispettorato del Lavoro.Per la prima volta igiene e sicurezza del lavoro vengono inquadrate in un più ampio contesto di “ tutela della salute e incolumità di tutti i cittadini” superando la vecchia distinzione tra ambiente interno ed esterno all’aziendaviene introdotto il concetto di previsione e aggiornamento della normativa ai progressi tecnologici e alle conoscenze scientifiche

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La Normativa dei giorni nostriLa Normativa dei giorni nostriIl Il recepimentorecepimento delle direttive comunitariedelle direttive comunitarie

• 1987 Legge n. 183 e DM n. 586 apparecchi di sollevamento e di movimentazione

• 1988 DPR n.175 prevenzione di incidenti rilevanti “Direttiva Seveso”

• 1991 DL.gs n. 311 recipienti a pressione

• 1992 DL.gs n. 475 dispositivi di protezione individuale

• ........Il Sistema Legislativo

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•1994 DL n. 626 ( e DL n.242/96) recepimentodella direttiva quadro CE 89/391 e di sette direttive figlie

•1996 DL n.459 “direttiva macchine”

•1996 DL n. 493 segnaletica di sicurezza

•1996 DL n. 494 “direttiva cantieri” Ecc.

•2002 DL n. 25 “sostanze pericolose”• ……………………•2006 DL.gs 10 aprile 2006, n. 195 esposizione professionale a Rumore

La Normativa dei giorni nostriLa Normativa dei giorni nostriIl Il recepimentorecepimento delle direttive comunitariedelle direttive comunitarie

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DECRETI MINISTERIALI

D.M. 16 gennaio 1997Individuazione dei contenuti minimi della formazione dei lavoratori, dei rappresentanti per la sicurezza e dei datori di lavoro che possono svolgere direttamente i compiti propri del responsabile del servizio di prevenzione e protezione.

D.M. 10 marzo 1998Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza dei luoghi di lavoro

D.M. 5 agosto 1998, n. 363Regolamento recante norme per l’individuazione delle particolari esigenze delle università e degli istituti di istruzione universitaria ai fini delle norme contenute nel D.Lgs 626/94.

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CircolariCircolare n.102/95 del 7 agosto 1995 "Decreto legislativo 19settembre 1994, n.626. Prime direttive per l'applicazione".

Circolare n. P1564/4146 del 29 agosto 1995 "Decreto legislativo 19settembre 1994, n.626. Adempimenti di prevenzione e protezioneantincendio. Chiarimenti".

Circolare n. 10 del 13/06/1996 "Decreto legislativo 10 marzo 1996, n.242, recante modificazioni e integrazioni al decreto legislativo 19settembre 1994, n. 626, concernente attuazione di direttivecomunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e salute deilavoratori sul luogo di lavoro".

Circolare n. 89 del 27/06/1996 "Decreto legislativo 10 marzo 1996, n.242, contenente modificazioni e integrazioni al decreto legislativo 19settembre 1994, n. 626, in materia di sicurezza e salute dei lavoratorisul luogo di lavoro. Direttive per l'applicazioneIl Sistema Legislativo

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L'assicurazione INAIL è regolata dalle norme contenute nel "Testo Unico delle disposizioni sull'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali" (decreto del presidente della Repubblica n.1124 del 1965).

Assicurazione obbligatoria

Nel Testo Unico e nel Decreto legislativo n.38/2000 sono specificati i soggetti che devono essere assicurati e gli infortuni e le malattie per i quali viene riconosciuta la causa lavorativa.

La Tutela Assicurativa

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tutti coloro che lavorano utilizzando macchine, apparecchi, impianti o comunque operino in ambienti organizzati, sia in Italia che all'estero, qualunque sia il settore lavorativo in cui operano, alle dipendenze di chiunque, persone fisiche o giuridiche, privati o enti pubblici

Sono assicurati contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali:

gli artigiani ed i lavoratori autonomi dell'agricoltura i lavoratori appartenenti all'area dirigenziale gli sportivi professionisti i lavoratori parasubordinati le casalinghe ( legge n. 493/1999 ).

La Tutela Assicurativa

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L'INAIL tutela anche i lavoratori che si infortunano durante il viaggio di andata e ritorno dal luogo di lavoro (infortunio in itinere)

Il lavoratore che si infortuna sul lavoro o contrae una malattia professionale ha diritto ad usufruire delle prestazioni INAIL anche se il datore di lavoro non lo ha assicurato.

La Tutela Assicurativa

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COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO SUL LAVORO O DI MALATTIA PROFESSIONALE

Cosa deve fare il lavoratore

in caso di infortunio sul lavoroINFORMARE immediatamente il datore di lavoro

in caso di malattia professionaleINFORMARE il datore di lavoro entro 15 giorni dalla manifestazione della malattia

SE L'INFORTUNIO o la malattia professionale non sono stati denunciati subito dopo il verificarsi dell'evento, il lavoratore può ottenere comunque le prestazioni INAIL, ma deve attivarsi entro 3 annidal giorno in cui è avvenuto l'infortunio o si èmanifestata la malattia.

La Tutela Assicurativa

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SPI

COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO SUL LAVORO O DI MALATTIA PROFESSIONALE

Cosa deve fare il datore di lavoro

Appena ne ha avuto notizia, inviare all'INAIL, entro 2 giorni in caso di infortunio e 5 in caso di malattia professionale, la denuncia di infortunio o di malattia professionale, compilando gli appositi moduli forniti dall'INAIL.

Se si tratta di infortunio mortale o per il quale vi sia pericolo di morte, la denuncia deve essere fatta per telegramma entro 24 ore dall'evento.

La Tutela Assicurativa

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danno biologico

Il danno biologico inteso come "danno alla salute" è stato introdotto nell'ambito dell'indennizzo INAIL dall'art.13 del decreto legislativo n.38/2000.

Le caratteristiche proprie del danno biologico hanno comportato la ricostruzione del sistema indennitario INAIL .

La nuova disciplina si applica esclusivamente agli infortuni verificatisi e alle malattie professionali denunciate dal 25 luglio 2000 in poi.

La Tutela Assicurativa

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Modulo A1

SPI

L'organizzazione della prevenzione in Azienda..

Pausa Caffè e..RIPRENDIAMO Tra 10 Minuti!

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Modulo A1

SPI

Quali sono le novità più rilevanti per i singoli lavoratori?

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SPI

Perché un sistema di gestione della sicurezza• LA LEGISLAZIONE IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO ASSEGNA AL DATORE DI LAVORO RESPONSABILITÀ DI TIPO:

TECNICOMETODOLOGICOORGANIZZATIVO

analizzare le fasi lavorative;

individuare i pericoli per i lavoratori;

effettuare una valutazione di rischi;

attuare le misure di prevenzione per l’eliminazione del rischio;

avviare un programma di miglioramento.

D.Lgs. 626/94

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SPI

• IL D. LGS. 626/94 PREVEDE IL SISTEMA DI GESTIONE DELLA

SICUREZZA; • ORGANIZZAZIONE IN CUI SONO

DEFINITE RESPONSABILITÀ, COMPETENZE, FUNZIONI ED

AZIONI.

• VI È UNA DIFFICOLTÀDELL’AZIENDA A TENERE SOTTO

CONTROLLO L’INTERO APPARATO ORGANIZZATIVO DELLA

SICUREZZA.

D.Lgs. 626/94

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SPI

l’adeguamento agli adempimenti legalil’adeguamento agli standard tecnicila riduzione degli infortuniIl miglioramento del benessere

lavorativo la riduzione dei costi per infortuniil miglioramento dell’immagine la facilitazione dei rapporti con le parti

sociali.

RISULTA NECESSARIO PER LE AZIENDE ADOTTAREUN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA E

DELLA SALUTE CHE PERMETTA:

D.Lgs. 626/94

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Modulo A1

SPI

Il Titolo I° recepisce la Direttiva quadro (391/89) “concernente l’attuazione di misure

volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori

durante il lavoro”

E’ la madre di tutte le altre

D.Lgs. 626/94

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Modulo A1

SPI

1. Valuta i Rischi

2. All'esito della valutazione elabora un documento contenente:

a) relazione sulla valutazione (specificando i criteri adottati)

b) individuazione delle misure e dei DPIconseguente alla valutazione

c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza

Per aziende familiari e fino a 10 dipendenti èsufficiente una autocertificazione

3. Designa il responsabile del servizio di protezione e prevenzione interno o esterno all'azienda

Il Datore di LavoroIl Datore di Lavoro

NON DELEGABIL

I

Compiti del DL, Dirigente, Preposto

D.Lgs. 626/94

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Modulo A1

SPI

…adotta le MISURE NECESSARIE per la sicurezza e la salute dei lavoratori ed in particolare:

VERSO L'AMBIENTE DI LAVORO(e l'ambiente esterno)

Aggiorna le misure di prevenzione in relazione:- ai mutamenti organizzativi e produttivi- al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione

Prende appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l'ambiente esterno

Compiti del DL, Dirigente, Preposto

D.Lgs. 626/94

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Modulo A1

SPI

Nell'affidare i compiti ai lavoratori tiene conto della loro capacità e delle loro condizioni

Fornisce ai lavoratori i necessari e idonei Dispositivi di Protezione Individuale

Prende le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico

Richiede l'osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti e delle disposizioni aziendali (su: sicurezza e igiene del lavoro; uso dei mezzi di protezione collettivi e dei DPI)Compiti del DL,

Dirigente, Preposto

D.Lgs. 626/94

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Modulo A1

SPI

deve essere formalizzata

deve individuare i compiti specifici e limitati che vengono assegnati al delegato

dl delegato deve possedere sufficienti requisiti di qualificazione tecnica

al delegato deve essere conferita autonomia decisionale, e reale facoltà di spesa(commisurata, ovviamente, ai limiti della delega)

il delegante non deve ingerirsi nell'operato del delegato, ma deve controllare che i compiti oggetto della delega vengano svolti.

La Delega

IL MECCANISMO DI DELEGA PER LA SICUREZZA

D.Lgs. 626/94

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Modulo A1

SPI

Programmazione della prevenzione

verso l’ambientedi lavoro

verso i lavoratorie le lavoratrici

Le misure generali di tutela

Si ritrovano in ciascun titolo riferito ad ogni specifico rischio

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Modulo A1

SPI

Organizzazione del lavoro

Rischi Fisici

Fatica

R. Chimici

R. BiologiciR. psico-sociali

I principali Fattori di RischioI principali Fattori di Rischio

! !

I Rischi

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Modulo A1

SPI

La formazione e l'informazione sulla sicurezza dei lavoratori interinali da chi deve essere

eseguita?

Page 48: La normativa in materia di sicurezza

Modulo A1

SPI

Le altre forme di lavoro

Lavoro a Lavoro a progetto - Appalto, Distacco, Tarsferimento -

Lavoro intermittente - Lavoro ripartito -Somministrazione di lavoro -

Apprendistato - Part-time - Contratto di inserimento - Tirocinio estivo di

orientamento - Certificazione -- Lavoro accessorioGli Appalti

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Modulo A1

SPI

Le forme di lavoro atipico

Il lavoro a progetto

Lavori atipici

Caratteristiche •Autonomia gestionale del collaboratore•Assenza di vincoli di subordinazione nei confronti del committente •Libertà nella scelta dei mezzi e organizzativa•Coordinamento con il committente•Irrilevanza del tempo impiegato nella realizzazione del progetto

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Modulo A1

SPI

Contratto d’appalto: c.c. art. 1655, l’appalto è “il contratto con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o di un servizio verso un corrispettivo in denaro”.

Contratto d’opera: c.c. art. 2222, si parla di appalto d’opera quando una persona si obbliga a compiere, verso un corrispettivo, un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente.

Gli Appalti

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Modulo A1

SPI

L’art. 7 del D.Lgs. 626/94 estende gli adempimenti di sicurezza, giàritenuti sussistenti in capo al committente, agli obblighi di cooperazione e coordinamento, ai quali il committente, in ragione della sua specifica posizione contrattualee non, come avveniva in precedenza, in ragione della violazione dell’autonomia delle sfere di competenza contrattuale, è vincolato nei confronti dell’appaltatoredirettamente dalla legge.

Gli Appalti

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Modulo A1

SPI

Il committente deve informare l’appaltatore su quali sono le condizioni di rischio dell’area dove si dovrà svolgere l’opera o il servizio. Il committente deve comunicare in modo chiaro ed esaustivo quali siano le condizioni di rischio, le misure di prevenzione e protezione e le procedure di sicurezza dell’area in cui l’appaltatore o il lavoratore autonomo andranno a svolgere la propria attivitàprofessionale.

Viene “imposta” al datore di lavoro committente una corretta scelta dell’impresa che intende utilizzare nel lavoro dato in appalto….

Descrizione degli elementi rilevanti art. 7 del D.Lgs. 626/94

La cooperazione ed il coordinamento hanno ad oggetto la prevenzione dei rischi derivanti dalle interferenze tra i vari fattori di rischio compresenti nel processo di produzione.

L’informazione deve essere bidirezionale. Il committente dovrà prendere visione (e quindi richiedere) i piani di sicurezza redatti per quella specifica opera o servizio. Gli Appalti

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SPI

Le altre forme di lavoro

La somministrazione di lavoroLa Legge 30/2003 cambia la definizione ed anche il contenuto del lavoro interinale, che viene sostituito dal termine

somministrazione di lavoro.La somministrazione di lavoro a tempo determinato è ammessa a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo, anche se riferibili all'ordinaria attività dell'utilizzatore. Le altre

forme di lavoro

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Le altre forme di lavoroIl ricorso alla somministrazione di lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato, è in ogni caso vietato:•per la sostituzione di lavoratori in sciopero; •per le mansioni, individuate dai contratti collettivi, il cui svolgimento può rappresentare pericolo per la sicurezza del lavoratore o di altri soggetti; •per le imprese che abbiano effettuato nei sei mesi precedenti licenziamenti collettivi riguardanti le figure professionali oggetto della fornitura; •per le imprese in cui siano in corso interventi di integrazione salariale che interessano lavoratori adibiti alle mansioni oggetto della fornitura; •per le imprese che non siano in regola con gli obblighi previsti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Le altre forme di lavoro

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SPI

Le forme di lavoro atipico

Il lavoro notturnoDECRETO LEGISLATIVO 4 Agosto 1999 n. 345Art.10 - Legge 19 gennaio 1955, n. 25.LEGGE 5 FEBBRAIO 1999 n.25 art.17DECRETO LEGISLATIVO 26 Novembre 1999 n.532:

E' vietato adibire i minori (18 anni) al lavoro notturno tra le 22 e le 6, o tra le 23 e le 7.Da 16 anni in poi possono essere, eccezionalmente, adibiti al lavoro notturno se:•si verifica un caso di forza maggiore •non siano disponibili lavoratori adulti •siano concessi periodi equivalenti di riposo compensativo

Le altre forme di lavoro

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Le forme di lavoro atipico

Il lavoro notturnoDECRETO LEGISLATIVO 4 Agosto 1999 n. 345Art.10 - Legge 19 gennaio 1955, n. 25.LEGGE 5 FEBBRAIO 1999 n.25 art.17DECRETO LEGISLATIVO 26 Novembre 1999 n.532:

È vietato adibire le donne al lavoro, dalle ore 24 alle ore 6, dall'accertamento dello stato di gravidanza fino a un anno di età del bambino.

I lavoro notturno può non essere "reso"a) dalla lavoratrice/tore di un figlio di età inferiore a tre anni b) dalla lavoratrice/tore unico genitore di un figlio < 12 annic) dalla lavoratrice/tore che abbia a carico un soggetto disabileLe altre

forme di lavoro

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Le forme di lavoro atipico

Il lavoro notturnoDECRETO LEGISLATIVO 4 Agosto 1999 n. 345Art.10 - Legge 19 gennaio 1955, n. 25.LEGGE 5 FEBBRAIO 1999 n.25DECRETO LEGISLATIVO 26 Novembre 1999 n.532:

Al lavoro notturno sono adibiti con priorità assoluta i lavoratori che ne fanno richiesta, tenuto conto delle esigenze organizzative aziendali..............

L'orario di lavoro dei lavoratori notturni non può superare le 8 ore nelle 24.

Nel caso di contratti, nazionali o aziendali, che prevedono un orario di lavoro plurisettimanale è possibile l'individuazione di un periodo di riferimento più ampio delle 24 ore nel quale calcolare le 8 ore come media.... (commento alla circolare del Ministero del Lavoro 13/2000)

Le altre forme di lavoro

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Le norme tecniche

La loro applicazione non è obbligatoria ma solo consigliata

Legge 1 marzo 1968, n. 186

"i materiali, le apparecchiature, ....... e gli impianti elettrici ed elettronici realizzati secondo le norme del CEI, si considerano costruiti a regola d'arte"

Elettr. AltroLivello mondiale IEC ISOLivello europeo CENELEC CENLivello nazionale CEI UNI

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Modulo A1

SPI

Fine!

Grazie per la vostra attenzione