La musica An american in Paris per rinascere La magia si ...

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D opo il concerto inaugurale del 21 settembre, saranno an- cora una volta le immortali melodie di George Gershwin e la magia del musical a caratterizzare il prossimo 12 ot- tobre l’apertura della nuova sta- gione del massi- mo teatro geno- vese. Si tratta di An American in Paris, adattamen- to italiano di uno dei più acclamati e romantici musi- cal di Broadway, rivisitazione del pluripremiato film di Minnelli - e ispirato a sua vota all’omonimo poe- ma sinfonico del celebre compositore americano. Ambientato nel se- condo dopoguerra, il musica narra di due americani che, in una Pari- gi improvvisamente piena di speranze e di possibilità, si ritrovano vi- cini di casa: Jerry Mulligan sta cercando di diventare un pittore, men- tre Adam suona il piano. Il duo, rinforzato da Henri, un cantante francese, esegue alcuni numeri nel caffè sottostante. Intorno a que- sto trio, e all’incontro di Jerry con Lise, una bella e giovane balleri- na, si sviluppa una sorprendente storia d’amore, arte e amicizia, che ha come sfondo le strade parigine. L’appassionata storia della scoperta dell’amore nella Parigi del dopo- guerra è narrata sulle musiche di George e Ira Gershwin, tra cui le celeberrime “I Got Rhythm”, “The Man I Love”, “S Wonderful”, oltre PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL CARLO FELICE E DEL CONSERVATORIO N. PAGANINI Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected] An american in Paris La magia si rinnova n. 128 - ottobre 2018 Roberto Iovino (segue a pagina 2) La musica per rinascere C ome ogni anno, alla fine dell’estate riaprono i teatri e riprende l’attività musicale e di prosa. Al Carlo Felice, già avviata la stagione sinfonica, sta per prendere il via il cartellone lirico. Ma l’estate del 2018 non è stata come le altre. Il crollo del Ponte Moran- di ci ha fatto sentire tutti più fragili, più esposti: non al- la bizzarria della natura, non alla follia del terrorismo, ma alla imperizia e alla imbecillità degli uomini. Quel ponte lo abbiamo percorso tutti centinaia, migliaia di volte. Era il ponte delle vacanze, del lavoro, degli acqui- sti. Un simbolo persino più forte della Lanterna. Sotto quelle macerie sono morte quarantatrè persone. Centinaia di nostri concittadini si sono trovati da un istan- te all’altro senza la loro casa, privati dei beni materiali, ma anche di tutto ciò che nella vita di ognuno costituisce la memoria dei propri cari, dei propri momenti più belli. Ancora una volta, va detto, Genova ha saputo reagire con forza, grazie ai soccorritori, dai vigli del fuoco ai tanti volontari che quando la città è in emergenza si rim- boccano le maniche e la risollevano. Grazie, anche, va detto, alle Istituzioni locali che alle parole hanno accom- pagnato subito fatti concreti. I Teatri, dunque, ripartono per una stagione che non potrà essere come le altre. Nonostante la buona volontà di tutti, la città è spaccata in due e ci vorrà molto tempo perché possano rimarginarsi le ferite (non il dolore dei familiari delle vittime: per quello non ci sarà mai il Aureliano Zattoni (segue a pagina 2)

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Dopo il concerto inaugurale del 21 settembre, saranno an-cora una volta le immortali melodie di George Gershwine la magia del musical a caratterizzare il prossimo 12 ot-

tobre l’aperturadella nuova sta-gione del massi-mo teatro geno-vese. Si tratta diAn American inParis, adattamen-to italiano di unodei più acclamatie romantici musi-cal di Broadway,rivisitazione delpluripremiato film di Minnelli - e ispirato a sua vota all’omonimo poe-ma sinfonico del celebre compositore americano. Ambientato nel se-condo dopoguerra, il musica narra di due americani che, in una Pari-gi improvvisamente piena di speranze e di possibilità, si ritrovano vi-cini di casa: Jerry Mulligan sta cercando di diventare un pittore, men-tre Adam suona il piano. Il duo, rinforzato da Henri, un cantantefrancese, esegue alcuni numeri nel caffè sottostante. Intorno a que-sto trio, e all’incontro di Jerry con Lise, una bella e giovane balleri-na, si sviluppa una sorprendente storia d’amore, arte e amicizia, cheha come sfondo le strade parigine. L’appassionata storia della scoperta dell’amore nella Parigi del dopo-guerra è narrata sulle musiche di George e Ira Gershwin, tra cui leceleberrime “I Got Rhythm”, “The Man I Love”, “S Wonderful”, oltre

PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL CARLO FELICE E DEL CONSERVATORIO N. PAGANINIAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

An american in ParisLa magia si rinnova

n. 128 - ottobre 2018

Roberto Iovino(segue a pagina 2)

La musica per rinascere

C ome ogni anno, alla fine dell’estate riaprono iteatri e riprende l’attività musicale e di prosa. AlCarlo Felice, già avviata la stagione sinfonica,

sta per prendere il via il cartellone lirico. Ma l’estate del2018 non è stata come le altre. Il crollo del Ponte Moran-di ci ha fatto sentire tutti più fragili, più esposti: non al-la bizzarria della natura, non alla follia del terrorismo,ma alla imperizia e alla imbecillità degli uomini. Quelponte lo abbiamo percorso tutti centinaia, migliaia divolte. Era il ponte delle vacanze, del lavoro, degli acqui-sti. Un simbolo persino più forte della Lanterna.

Sotto quelle macerie sono morte quarantatrè persone.Centinaia di nostri concittadini si sono trovati da un istan-te all’altro senza la loro casa, privati dei beni materiali, maanche di tutto ciò che nella vita di ognuno costituisce lamemoria dei propri cari, dei propri momenti più belli.

Ancora una volta, va detto, Genova ha saputo reagirecon forza, grazie ai soccorritori, dai vigli del fuoco aitanti volontari che quando la città è in emergenza si rim-boccano le maniche e la risollevano. Grazie, anche, vadetto, alle Istituzioni locali che alle parole hanno accom-pagnato subito fatti concreti.

I Teatri, dunque, ripartono per una stagione che nonpotrà essere come le altre. Nonostante la buona volontàdi tutti, la città è spaccata in due e ci vorrà molto tempoperché possano rimarginarsi le ferite (non il dolore deifamiliari delle vittime: per quello non ci sarà mai il

Aureliano Zattoni(segue a pagina 2)

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Sabato 13 ottobreGita a Torino

per “Il Trovatore” di G. Verdi

Mercoledì 17 ottobre ore 16Palazzo della Meridiana: “Macchiaioli”

Mercoledì 14 novembre, ore 16Museo del Risorgimento: Risorgimento e Musica

ANDAR per Mostre e teatri

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(dalla prima pagina)

tempo necessario). In questo conte-sto la responsabilità dei nostri palco-scenici è ancora maggiore. La cultu-ra può e deve costituire uno dei mez-zi del rilancio della nostra comunità.La musica, in particolare, è un “pon-te” straordinario perché unisce cul-ture diverse, parla un linguaggiouniversale, sa emozionare chiunque,al di là delle fedi religiose e delle con-vinzioni politiche. Anche i Teatri,dunque, debbono fare la loro parte:riunire la città, raggiungere anchecon iniziative decentrate (in partico-lare verso le scuole del ponente) lezone oggi più in difficoltà. E lanciareun messaggio all’Italia e non solo:Genova è viva e produce come primase non addirittura di più.

Roberto Iovino

An american in Paris La magia si rinnova

al “Concerto in fa” e ovviamente al poemasinfonico … ma facciamo un passo indietro.An american in Paris, indubbiamente unadelle più famose composizioni di Gershwin,fu eseguito per la prima volta a New York il13 dicembre 1928. Come è noto, era il frut-to del secondo viaggio di Gershwin a Parigi,avvenuto in quello stesso anno. Tanto percalarci nel panorama artistico dell’epoca,dobbiamo considerare che sette anni primaera morto Camille Saint-Saëns, da dieci sen’era andato Claude Debussy. La vita culturale della capitale francese eraun fermento di artisti provenienti da espe-rienze diverse: Prokofiev, Stravinsky e Ar-nold Schönberg, che aveva già sorpreso ilmondo con la nuova esperienza dodecafoni-ca. E poi Ravel, Milhaud, Poulenc… questamusicalità, profondamente francese, conta-minata dall’Impressionismo, dagli stilemirussi e dalla rottura degli schemi tonali e rit-mici, non poté non suggestionare Gershwinche, seppur rimanendo molto “americano”,diede libero sfogo alla spontaneità delle sue

definì An American in Paris un “balletto ra-psodico”. Il cambio di forma (dalla versionecinematografica ad uno spettacolo teatrale)comporta naturalmente cambiamenti nellatrama, nelle canzoni, nei costumi, nella ca-ratterizzazione dei personaggi. A Minnellibastava mettere su pellicola un divo e genioindiscusso del musical, Gene Kelly, ben coa-diuvato dalla brava ed incantevole Leslie Ca-ron, non c’era bisogno di altro. An Americanin Paris – The Musical si cala più a fondo nel-la storia, arricchendola, indagando neipersonaggi secondari, affrontando le lorostorie e le loro motivazioni. Un poema sinfo-nico, un film ed ora un musical… potremmochiederci le ragioni di un simile successo.Forse perché la musica di Gershwin, al tem-po stesso eterna ed attuale, è in continuaevoluzione, per quanto fortemente caratte-rizzata dal suo presente… Il mio popolo èquello americano, il mio tempo è oggi…Gershwin intravide una strada nuova, coniu-gando linguaggi diversi del Novecento, me-scolando la rigidità di forme stabilite all’im-prevedibilità di un’improvvisazione sponta-nea. E proprio l’impossibilità di poter classi-ficare le sue composizioni dandogli un’eti-chetta di genere, proprio la magnifica op-portunità di poter aggiungere con l’improv-visazione qualcosa di proprio, hanno reso at-tuale, convincente ed innovativa, ogni inter-pretazione della sua musica.

Aureliano Zattoni

La musica per rinascere

linee melodiche. Ne nacque un lavoro spicca-tamente impressionistico … le emozioni del-la “Ville Lumière”, del suo traffico, dei suoiquartieri, voci, rumori, chansonnier, le chiac-chierate sugli Champs Elysées e nel Quartie-re Latino, persino il clamore dei taxi parigini– il compositore ne fu tanto colpito che ac-quistò quattro “avvertisseurs de taxi”, i clac-son speciali che nella Parigi di allora usavanole auto di servizio pubblico, per inserirli nel-la strumentazione… È la musica più moder-na che io abbia mai scritto. – rivelò lo stes-so Gershwin - La prima parte si sviluppa inuno stile tipicamente francese, alla manieradi Debussy e dei Sei, benché le melodie sia-no tutte originali. La mia intenzione è quelladi descrivere le impressioni di un americanoin visita a Parigi che, passeggiando per lacittà, ne ascolta i suoni e i rumori, impre-gnandosi dell’atmosfera francese. Gershwinriproduce un mondo di rumori diverso dallasua New York, una babele di suoni che so-vrappone adottando la tecnica del montag-gio cinematografico: rapido, coinvolgente,sbalorditivo… e infatti An American in Parisdiventò, nel 1951, un film Metro-Goldwyn-Mayer premiato con numerosi Oscar, regia diVincente Minnelli, protagonisti Gene Kelly euna debuttante Leslie Caron. Una commediamusicale romantica… un artista americanosi innamora di un’orfana francese nella Pari-gi del secondo dopoguerra. Dal film al musi-cal il passo era breve… una teatralizzazione,in fondo, era già presagita da Gershwin, che

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L’intervista

– Negli ultimi anni si è registrato un cre-scente interesse nei confronti del musical.Pensiamo a “West Side Story”, ma anche a“Cats” o a “Notre Dame de Paris”…“In effetti è vero. Ogni genere ha la sua col-locazione temporale. Il musical è nato nel No-vecento e penso che questo sia proprio il mo-mento della sua maturità, anche se in Italia ilmusical è arrivato un po’ dopo rispetto ad al-tri Paesi, come la Germania, la Spagna, l’O-landa”.

– Questo ritardo può esser stato determi-nato dalla fortuna che nel nostro Paese ha arriso al ricco fi-lone di commedie musicali? Non dimentichiamo le grandiproduzioni di Garinei e Giovannini…“Certamente Garinei e Giovannnini possono essere annoverati trai grandissimi protagonisti del nostro teatro. Se non ricordo malenegli anni Cinquanta e Sessanta sono stati fra i pochi ad approda-re addirittura a Broadway. Ma non credo che questo abbia tenutolontano il musical dai nostri palcoscenici. Credo che la maggioredifferenza con gli altri paesi stia nella diversa durata degli allesti-menti nei singoli teatri. E’ un problema di carattere geografico. Laconformazione della nostra penisola obbliga a decentralizzare glispettacoli, a portarli in giro. In altri Paesi non è così. A Madrid oa Londra, ad esempio, ci sono musical che stanno in scena inin-terrottamente per anni e tutti vanno lì a vederli”.

– Il musical “An American in Paris” è recente.“Nel 1928 Gershwin ha composto una Suite per orchestra, da lui

IL MUSICAL, spettacolo del Novecento

definita “Tone Poem of Orchestra”. Successi-vamente, nel 1951, la partitura ha ispirato unfilm della Metro-Goldwyn-Mayer premiatocon sei Oscar, regia di Vincente Minnelli, pro-tagonisti Gene Kelly e Leslie Caron. Solo nel 2014 a Broadway è nata la versioneteatrale. Lo spettacolo proposto al Carlo Feli-ce è una nuova coproduzione in collaborazio-ne con la World Entertainment Company.

– Come avete pensato l’allestimento alCarlo Felice?“Lo presenteremo in una commistione lingui-

stica: i dialoghi in italiano, le canzoni in inglese. Molto spesso neiteatri di prosa si traducono anche le canzoni, ma abbiamo pensa-to che fosse più interessante da un punto di vista culturale la-sciarle nella loro veste originaria. La compagnia è italiana”.

– Quali sono le caratteristiche principali di questo allesti-mento?“Tre sono gli aspetti peculiari. In primo luogo, la musica: natural-mente di Gershwin, ma arrangiata per poter fare da supporto al-l’intero spettacolo. Poi vi è l’elemento pittorico che domina la sce-nografia: il protagonista, infatti, è un artista calato nell’impres-sionismo francese. Infine, la danza che non costituisce solo un ele-mento decorativo, ma un importante mezzo comunicativo. Unadelle maggiori difficoltà nell’allestimento di un musical è propriotrovare interpreti che sappiano parimente cantare, ballare e reci-tare”.

Nicole Olivieri

A pochi giorni dal debutto al Carlo Felice di “An American in Paris” su musiche di George Gershwin, abbiamo incontro il regista Fe-derico Bellone. Laureato in Discipline dello Spettacolo presso l’Università Cattolica, ha studiato recitazione, canto, danza e pianoforte tra Mila-no, Nizza e New York. A 16 anni era già impegnato professionalmente come responsabile del Teatro Leone XIII di Milano e del-la sua scuola di recitazione. A 18 anni è entrato nella Compagnia della Rancia, come aiuto-regista di Saverio Marconi e poi in ve-ste di regista. A 28 anni è diventato direttore artistico per l’Italia e poi regista e regista associato per Stage Entertainment, laprima multinazionale nel settore al mondo, per i teatri Nazionale e Brancaccio. Ha diretto decine di musical di successo e dal2007 al 2016 è stato direttore artistico per SDM - La scuola del Musical di Milano.

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Ricordo un sogno occorsomi parecchi anni fa. Uscendodalla funicokare di Sant’Anna in corso Magenta nota-vo un signore dall’aspetto burbero e dalla lunga barba

intento a leggere il Secolo XIX. Tra me e me pensavo: come as-somiglia Rimsky Korsakov! Mi giro e vedo un tizio diuna certa età tirato dal guinzaglio di un cane da cac-cia di estrema vitalità; guardo meglio e Oddio non èpossibile! Si tratta di Balakirev, proprio lui! Si avvici-na alla panchina dove il guru Rimsky siede ed allespalle vedo che è giunto il dottor Borodin! Strabuz-zo gli occhi, prendo coraggio, mi avvicino e doman-do: “ Ma voi, voi siete Rimsky-Korsakov, Balakirev eBorodin?” “Si, siamo noi”. Al mio sommo entusia-smo i tre rispondono con freddezza e disinteresse ea ogni mio tentativo di parlare di musica, evitano ac-curatamente l’argomento, ostentando ben altre ne-cessità.Quali fare la spesa, comprare i dolcie andare dal medico. Strano il mon-do onirico! Ma come direbbe DonMagnifico della rossiniana Ceneren-tola: “Ma d’un sogno sì intralciatoecco il simbolo spiegato!”.Il Carlo Felice propone lodevolmentel’opera Abai scritta nel 1944 daLathif Khamidi e Akhmet Zubanovsu libretto di Mukhtar Auezov, unasorta di Romeo e Giulietta dell’asiaCentrale. Ed ecco che all’ascolto di molte arie, cori e brani d’in-sieme sembra veramente che i tre russi apparsi nel sogno sianoresuscitati a metà del secolo scorso ed abbiano scritto o meglioabbiano ispirato Khamidi e Zhubanov, rivivendo attraverso di lo-ro. La principale opera khazaka, la cui produzione è frutto di unacollaborazione tra Carlo Felice e Teatro dell’Opera di Astana chedura da due anni, concepita e scritta nell’Unione Sovietica guida-ta dal compagno Stalin, è un omaggio forse un po’ tardivo, allagrande tradizione popolare russa. Arie appassionate e dalla forteconnotazione melodica, cori che si direbbero estratti dall’Igor di

Borodin o dalla rimskiana Fanciulla di Pskov, si coniugano con unabbondante impiego di temi brillanti e popolari alla Khachaturian,dando vita ad una rievocazione cui non siamo più abituati, perquanto riguarda gli anni ’40 del ‘900.

Mentre Shostakovich creava Il Naso o La LadyMacbeth o Prokofiev scriveva i più tradizionaliGuerra e pace, Semyon Kotko e la Storia di unuomo reale, ben più allineati ai diktat culturalisovietici, molti compositori si cimentavano anco-ra con disinvoltura ed indiscussa perizia compo-sitiva in epigoni operistici al modo di Glinka e re-lativi discendenti.Piacerà Abai? Certamente sì, perché contieneuna musicalità poderosa e brillante, una struttu-ra tradizionale e perché verrà allestita in unasontuosa edizione con costumi pregiati e scenari

esotici.La vicenda narra le vicissitudini amo-rose di Ajdar e Ajar, le cui tribù diappartenenza vogliono impedireamore e nozze. L’illuminato Abai (inrealtà il personaggio è ispirato alpoeta e letterato kazako Abai Ku-nanbaev (1845-1904), protegge lacoppia e fa sì che il matrimonio av-venga, ma proprio durante la ceri-monia Aidar viene avvelenato daAzim della fazione rivale, proprio

mentre canta un’aria appassionata di lode alla sua sposa. Azimviene scoperto come assassino ma Abai invita tutti alla riconci-liazione.Ecco tutti gli ingredienti di un’opera epica con risvolti senti-mentali e lirici. Lo spirito di Ivan Susanin e del Principe Igor ri-vivono nelle colorate scene d’insieme, nelle arie solistiche e nel-la colorata orchestrazione. Ben venga Abai dunque, a patto chesi ritorni a percorrere anche un novecento più attuale e menoretrò.

Lorenzo Costa

Rimsky Korsakov

Milij Aleksejevic ̌ Balakirev Aleksandr Borodin

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Libri & Dischi

Sette composizioni del Novecento per scoprire le potenzialitàdel controfagotto. Alessio Pisani, docente di fagotto al Con-servatorio “Niccolò Paganini” è il protagonista di uno splendi-do CD edito da Bongio-vanni e dedicato appun-to a uno dei più pro-fondi e cupi strumentidell’orchestra.Avvalendosi di vari col-laboratori, Pisani offreuno stimolante viaggionelle risorse tecniche,espressive, timbrichedel controfagotto, orautilizzato in appoggio

ad altri strumenti ora elevato a autentico protagonista dellapartitura musicale.Il CD comprende pagine di Raffaele Cecconi (“La morte diNarciso” per controfagotto, viola e clarinetto), Carlo Galante(“Cinque bagatelle per l’Uomo nero” per controfagotto e“Due canzoni d’ombra” per violino, viola e controfagotto),Giovanni Sollima (“Yafù” per controfagotto e quartettod’archi e “Lamentatio” per controfagotto), Willy Hess (Quin-tetto per controfagotto e archi) e Massimo Coco (“Fantasiasopra una tregenda” per fagotto, controfagotto e quartettod’archi). Con Alessio Pisani, strumentista dal notevolebagaglio tecnico ed espressivo, si esibiscono Adriana Boschi(clarinetto), Maurizio Barigione (fagotto), Marino Lago-marsino e Roberto Spilotros (violini), Massimo Coco (viola)e Alberto Pisani (violoncello).

THE BOGEYMAN Alessio Pisani e il controfagotto

Genio dell’archetto, solido compositore, autorevole direttored’orchestra, abile manager di se stesso, Niccolò Paganini fu

anche un attento com-merciante di strumenti.Suoi preferiti, natural-mente i Guarneri e gliStradivari. Il suo episto-lario è ricco di riferi-menti a violini, viole,violoncelli e chitarrecercati ed acquistatiovunque attraversoamici e esperti fidati.La Dynamic ha recente-mente pubblicato un bel

CD intitolato “Paganini, his music, his instruments”. Ne sonoprotagonisti Giulio Plotino, violinista, Clemens Hagen, violon-cellista e Matteo Mela, chitarra. Plotino suona il Cannone, ilcelebre Guarneri del Gesù del 1743 che è stato “lo” strumen-to di Paganini; Hagen imbraccia un violoncello Stradivari del1736 attualmente di proprietà della Nippon Music Founda-tion; e, infine, Mela utilizza una chitarra Ory del 1797. L’ideadi questo progetto è stata di Plotino al quale si deve anche ilcomplicato lavoro di riunificazione dei tre strumenti.Il programma comprende il Terzetto per violino, violoncello echitarra M.S.69, “Nel cor più non mi sento” per violino soloM.S.44, la Sonata n.33 per chitarra M.S.84, la Sonata con-certata per chitarra e violino M.S.2 e infine il Cantabile perviolino e chitarra. Esecuzioni inappuntabili, per tecnica e chia-rezza espositiva.

PAGANINI E I SUOI STRUMENTI Una comitiva di visitatori a Palazzo Tursi. Sala dei violini. Fra

loro, una giovanissima violinista in erba si attarda davanti allateca in cui riposa il Cannone, il famoso Guarneri del Gesù diPaganini. Quando tutti sono uscitilasciando sola la ragazzina nellasala, magicamente il Cannone sianima e comincia a raccontare leavventure del suo grande padro-ne. Inizia così la storia a fumetti diNiccolò Paganini edita da De Fer-rari e che uscirà il 16 ottobre con“Il Secolo XIX”, in concomitanzacon l’inaugurazione della mostra aPalazzo Ducale (“Paganini rock-star”) e del Festival per il secondoanno organizzato dagli “Amici diPaganini” con il Comune, la Regio-ne e altre istituzioni. Quattro gli autori: Roberto Iovino e Ni-cole Olivieri hanno scritto il soggetto e i testi delle schede, Gi-no Andrea Carosini ha firmato la sceneggiatura e i disegni del-le schede, Marco “Mastro” Mastroianni ha curato i disegni.Considerato il più grande violinista di tutti i tempi, Paganini èstato anche uno straordinario manager di se stesso. Ha capi-to per primo i vantaggi dell’autopromozione, non ha smenti-to le leggende che nascevano intorno a lui, è stato il primogrande divo della musica strumentale, anticipando le star rockdel nostro tempo. Una vita avventurosa che il fumetto riper-corre a tappe, ricordando aneddoti, incontri speciali, disav-venture, amori. A completare il volume alcune schede che aiu-tano il lettore a calare l’artista nel suo tempo: Cremona e laliuteria, i grandi del suo tempo, Paganini nelle testimonianzedell’epoca, la sua eredità artistica, la sua musica.

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Reg. Tribunale di Torino n. 5960 del 3.4.2006Da vendersi in abbonamento esclusivo con

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La LiricaAttualitàa cura di Giuseppe Isoleri

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SEDIL SANTORO GEOM. VITTORIO

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16129 GENOVA

VIA CASAREGIS 28/2 - Tel. 010 59 15 08

Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. PaganiniQuote sociali

Socio ordinario da € 85,00Socio sostenitore da € 145,00Socio familiare € 50,00Giovani fino al 25° anno di età) € 30,00

Per coloro che desiderano iscriversi o rinnovare con bonifico: IBAN: IT 92 I 05034 01424 000000021647

P raga è una fucina musicale:una città con tre teatri d’ope-ra funzionanti per tutta la sta-

gione invernale e un meraviglioso audi-torium per la musica sinfonica. Poi,d’estate, funziona l’Estates Theatrecon rappresentazioni giornaliere delleopere di Mozart.Proprio presso l’Estates non ero mairiuscito, nei miei precedenti viaggi aPraga, ad ottenere un biglietto per po-

terlo visitare e ammira-re il Luogo dove Mozartha presentato per la pri-ma volta il Don Giovan-ni e La clemenza di Tito,perché è sempre tuttoesaurito.Questa volta sono statofortunato e, finalmente,ho varcato la soglia delTeatro realizzando unsogno che covavo damolti anni e, soprattut-to, per assistere ad unarappresentazione dell’o-pera principe, a mio av-viso, della trilogia Mo-zart-Da Ponte: Don Gio-vanni. Il teatro è bellissimo,tutto oro e azzurro conqualche tocco di biancoe le poltrone sono delle vere poltroncineimbottite come in un salotto.Lo spettacolo è stato entusiasmante conuna compagnia di canto stabile, perfe-zionata in tutti i ruoli mozartiani, sia da

protagonista che da conprimario; infattiquella sera il cantante che faceva Figaro,la sera successiva avrebbe interpretatoun ruolo minore nelle Nozze di Figaro.La scenografia, semplicissima, prolunga-va sul palcoscenico la serie dei palchi del-la sala con delle aperture al centro perstabilire i diversi luoghi. I costumi eranoveramente sontuosi e, naturalmenteadeguati alla rappresentazione (!). Quando, alla fine dell’opera sono uscitomi pareva di essere ancora nel Sette-cento.L’emozione è stata fortissima e credoche ne conserverò sempre il ricordo.

Giuseppe Isoleri

UNA FUCINA MUSICALE

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Giovedì 18 ottobre il Duo Apeiron for-mato da Paola Delucchi, violino, geno-vese in attività a Londra, accompagna-ta da Alber Lau al pianoforte, residentein Germania, che ritornano da noi perla terza volta,

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La Lirica

di Macchiavello Maura & Vescina Maria Flora s.n.c.Via Roma, 70-72 RECCO (GE) - Tel. 0185 74336

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I nostri Concertia cura di Giuseppe Isoleri

ELENA AIELLO E GIULIO GLAVINATutto è iniziato il 4 ottobre con un concerto di Elena Aiello, violinoe Giulio Glavina, violoncello (entrambi facenti parte dell’Orchestradel Carlo Felice) con un programma che comprendeva: Bach, Suitein Sol maggiore per violoncello solo BWV 1007, Corelli, Sonata “La Follia”, Paganini, “Cantabile”, Gliere, Tre duetti per violino e vio-loncello, Bach, Ciaccona, Haendel-Halvorsen, Passacaglia.I due giovani artisti, nostri carissimi Amici da tempo, hanno svoltoil loro programma con la consueta e ben conosciuta musicalità ecompetenza suscitando l’entusiasmo del folto pubblico preesente.

Sono iniziati i concerti nei musei: Autunno a Spinola che prevede una serie di importanti manifestazioni.

Giovedì 11 ottobre avremo il concertodi Pietro Massa, pianista genovese conuna grande carriera in Europa e chetorna a Genova per la nostra manife-stazione. Il Maestro Massa si presenteràcon un programma interamente Chopi-niano.

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La rassegna proseguirà con tre concerti interpretati da:

PIETRO MASSA DUO APEIRON OLEKSANDR PUSHKARENKO eSIMONE SAMMICHELI

Giovedì 25 ottobre a coronamento dellarassegna interverranno OleksandrPushkarenko, giovane violinista ha par-tecipato anche al Concorso Paganini. Adaccompagnarlo al pianoforte avremoSimone Sammicheli un pianista dallarara sensibilità. I concerti nei Musei pro-seguiranno, sempre in collaborazionecon la G.O.G. nella primavera del pros-simo anno.

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Attività sociale

Periodico d’informazione musicaleDirettore responsabile

Roberto IovinoAssociazione Amici del Carlo Felice

e del Conservatorio N. PaganiniPresidente: Giuseppe Isoleri

Segreteria: Maria Grazia RomanoTel. 010 583355 - Cell. 347 0814676

www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.orgcontatti@AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

Stampa: Arti Grafiche Francescane - Genova

ATTIVITÀ SOCIALE DAL 6 OTTOBRE AL 27 NOVEMBRE 2018

Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito - Via S. Vincenzo, 68: - Conferenze Musicali del Martedì e - Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Conferenze illustrative - Professione Direttore!, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30 in collaborazione con la GOG

Sabato 6 ottobre, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVEAN AMERICAN IN PARIS di G. GershwinRelatore Massino Arduino,

Martedì 9 ottobre, ore 15,30GIUSEPPE VERDI E GENOVAA cura di Roberto Iovino,

Giovedì 11 ottobre, ore 16,30AUTUNNO A SPINOLAPIETRO MASSA, pianoforte,

Martedì 16 ottobre, ore 16UGO ARMONI, pianoforteMusiche di Chopin,

Giovedì 18 ottobre, ore 16,30AUTUNNO A SPINOLAAPEIRON DUO: PAOLA DELUCCHI, violino e ALBERT LAU, pianoforte,

Martedì 23 ottobre, ore 15,30LE FOLLIE NELL’OPERAA cura di Maria Luisa Firpo,

Giovedì 25 ottobre, ore 16,30AUTUNNO A SPINOLAOLEKSANDR PUSHKARENKO, violino e SIMONE SAMMICHELI, pianoforte,

Martedì 30 ottobre, ore 16BEATRICE PUCCINI, violino e CHRISTIAN PASTORINO, pianoforte,

Sabato 3 novembre, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVE ABAI di L. Khamidi e A. Zhubanov - Relatore Lorenzo Costa,

Martedì 6 novembre, ore 15,10I POEMI SINFONICI (I^)A cura di Lorenzo Costa,

Martedì 13 novembre, ore 16GIOVANNI PISANU, pianoforte

Venerdì 16 novembre, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: TANNHAUSER di R. WagnerA cura di Lorenzo Costa,

Martedì 20 novembre, ore15,30TEATRI STORICI E MUSICA IN LIGURIAA cura di Claudia Habich,

Accademia Ligustica di Belle Arti

Accademia Ligustica di Belle Arti

Si ringraziano per la concreta collaborazione

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