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LA MONOGRAFIA GAL KROTON Gruppo di Azione Locale European Network for Rural Development L - IT001 – 006 VIA FIRENZE 185 - 88900 CROTONE 0962.908736 FAX 0962.906220 www.galkroton.it www.ruralweb.it CLEMENTI EDITORE MARCHESATO DEL CROTONESE LA MONOGRAFIA MARCHESATO MARCHESATO DEL CROTONESE GAL KROTON GAL KROTON CLEMENTI EDITORE Unione Europea Mi.P.A.A.F. Autorità di Gestione “Fondo Europeo Agricolo Assessorato Agricoltura per lo Sviluppo Rurale Foreste Forestazione” Regione Calabria Approccio LEADER copia omaggio

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LA MONOGRAFIA

GAL KROTONGruppo di Azione Locale

European Network for Rural DevelopmentL - IT001 – 006

VIA FIRENZE 185 - 88900 CROTONE� 0962.908736

FAX 0962.906220

www.galkroton.itwww.ruralweb.it

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GAL KROTON CLEMENTI EDITORE

Unione Europea Mi.P.A.A.F.

Autorità di Gestione “Fondo Europeo Agricolo Assessorato Agricoltura per lo Sviluppo Rurale Foreste Forestazione”

Regione Calabria

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Kroton, una terra da scoprire

Il Gruppo di Azione Locale Kroton è un’Agenzia di Sviluppo sorta con la principale finalità di promuovere la risco-perta e la valorizzazione di un territorio, la provincia di Crotone, particolarmente intriso di storia e di saperi millena-ri che meritano di venire tramandati alle generazioni future. Kroton, appunto, come veniva chiamata nella lussuosa

e vivacissima Magna Grecia, che in questo affascinante angolo di Calabria conobbe il massimo splendore tra il VII e ilVI secolo a.C. Personaggi come il padre della matematica Pitagora e il plurivincitore olimpico Milone vissero in questaterra, lasciando le proprie impronte e quella “certa aura di unicità” che ancora oggi caratterizza i 27 comuni della pro-vincia. L’antico Marchesato di Crotone, chiamato così a partire dal 1390, quando il signore Nicola Ruffo ottenne il do-minio sulle sue colline dalla regina Margherita d’Angiò, si estende oggi su un triangolo naturale di 1.716 km², racchiu-so ai vertici dal monte Gariglione, dalla foce del Fiumenca e dalla foce del Tacina. Belvedere Spinello, Caccuri, Carfizzi,Casabona, Castelsilano, Cerenzia, Cirò, Cirò Marina, Cotronei, Crotone, Crucoli, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Melis-sa, Mesoraca, Pallagorio, Petilia Policastro, Rocca di Neto, Roccabernarda, San Mauro Marchesato, San Nicola dell’Alto,Santa Severina, Savelli, Scandale, Strongoli, Umbriatico, Verzino. Ognuno di questi borghi porta incise su di sé le traccedi una bellezza plasmata dal tempo e dalla conoscenza: ogni abitazione, castello, chiesa e bottega si fa narratore di unastoria che sa di periodi d’oro alternati a momenti travagliati, di risalite seguite da brusche ricadute. Una storia che nonsmette mai di raccontarsi e che “chiede” di essere raccontata dai suoi protagonisti, che ancora oggi il turista può incon-trare, quasi per caso, visitando il Museo Archeologico di Crotone, o entrando con giustificata soggezione nel tempio diHera Lacinia a Capocolonna, camminando a passo lento tra le vie intrise ancora di atmosfera medievale che s’interseca-no a Santa Severina, uno dei “borghi più belli d’Italia”. La monografia vuole offrire uno spunto, seppure molto detta-gliato, che si trasformi nell’invito a conoscere un territorio contraddistinto da un abbraccio verde-azzurro, da una rela-zione costante tra le montagne della Sila ed il mar Jonio, che passo dopo passo trasmette la sensazione di essere stati tra-sportati all’interno di una tela ad acquerello sorprendente per la varietà dei suoi paesaggi e l’intensità dei suoi colori. Gliitinerari proposti condurranno il visitatore alla scoperta di un patrimonio inestimabile della nostra penisola, il Marche-sato del Crotonese, da diversi punti di vista: la natura incontaminata dei monti e del mare e le tante attività outdoor pra-ticabili, con l’area marina protetta di Isola di Capo Rizzuto, la maggiore d’Italia per ampiezza, che custodisce allo stessotempo un lembo costiero unico al mondo e importanti reperti archeologici nascosti nel suo fondale; i sapori della tradi-zione, dal famoso pane di Cutro al vino altrettanto noto di Cirò, eccellenza regionale e nazionale, insignito della Deno-minazione di Origine Controllata da oltre quarant’anni, a dimostrazione della tradizione enologica della Calabria, non acaso conosciuta dagli antichi come “Terra del vino”; i tesori nascosti nei suoi borghi, con la peculiarità di un’interessanteconvivenza che si viene a creare tra gli insediamenti rupestri e gli splendidi monumenti di un’epoca più recente. A fareda cicerone nel tuffo in un passato glorioso, che porge la mano ad un presente impegnato nel riportare al vertice del-l’Eccellenza questo scrigno di storia, sarà la voce di un popolo ammirato in ogni dove per la sua ospitalità, ma soprattut-to per le sue “mani”, che tramanda da secoli, di padre in figlio e di madre in figlia, arti pregiate e mestieri antichi, sim-boli di città come Melissa con le sue pipe “fiammate”, Castelsilano con le sue coperte, Crotone con l’arte orafa e PetiliaPolicastro con l’eleganza del ferro. Le genti del Crotonese, con le loro tradizioni, la loro storia millenaria, la loro cultura,la loro ospitalità, sono però la più autentica e incontestabile ricchezza che permea queste terre. L’istituzione del GAL Kro-ton è stata un’azione di fondamentale importanza per valorizzare il Crotonese e le sue tradizioni, la sua cultura e l’animacontadina e genuina dei suoi abitanti. Il nostro obiettivo è raggiungere un incremento turistico che si sviluppi basando-si sulle numerose ricchezze enogastronomiche, naturali ed artistiche, attraverso diversi progetti di sostegno anche a livel-lo comunitario, con il riconoscimento dei marchi DOC, DOP e IGT ai prodotti locali e la nascita (o il risorgere) di nu-merose aziende agroalimentari che vogliono riportare la propria quotidianità - e quella di chiunque si lasci tentare dal de-siderio di conoscere le peculiarità di quest’area calabrese - a stretto contatto con l’autenticità della terra di Kroton.Questo progetto nasce dalla Strategia del Piano di Sviluppo Locale “Genius Loci” – di G.A.L. Kroton, sostenuto dalP.S.R. 2007-2013 della Regione Calabria – Asse IV “Approccio Leader” –

Arch. Antonio UrsoDirettore Gal Kroton

Natale CarvelloPresidente Gal Kroton

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All’alba della civiltà20

S O M M A R I OITINERARI DEI SAPORI42 Cultura agresteTesto di Laura Jelenkovich50 Una cucina da sognoTesto di Laura Jelenkovich

ITINERARI DEI MESTIERI56 Le mani dell’uomoTesto di Milena Lombardo

ITINERARI DEL FOLCLORE62 Un anno di feste e sagreTesto di Davide Battaglia

ITINERARI DELLA NATURA66 Terra e acqua, incantesimo

della naturaTesto di Diego Garassino

ITINERARI IN VIAGGIO72 In viaggio: lungo la valle

del NetoTesto di Alfonso Lucifredi78 In viaggio: itinerario

Jonico NordTesto di Carlo Rocca86 In viaggio: itinerario

Jonico SudTesto di Enrico Bottino92 In viaggio: tra natura

e antichi borghiTesto di Elisa Patrone

4 Marchesato di Crotone:come quando perché

Testo di Laura Jelenkovich

ITINERARI DELLA CULTURA12 Racconti di pietraTesto di Milena Antonucci20 All’alba della civiltàTesto di Claudio Scaccabarozzi26 Silenzio e paceTesto di Elena Parodi32 Musei, voci della memoriaTesto di Milena Antonucci38 Il valore dell’unicitàTesto di Milena Lombardo

12Racconti di pietra

4 Marchesato di Crotone:come quando perché

62Un anno di feste e sagre

56 Le mani dell’uomo

26 Silenzioe pace Il valore

dell’unicità

38

In viaggio:itinerario

Jonico Nord

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Terra e acqua,incantesimo della natura

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92 In viaggio: tra naturae antichi borghi

50 Una cucinada sogno

42 Cultura agreste

32Musei,voci dellamemoria

72 In viaggio:lungo la valle

del Neto 86 In viaggio:itinerarioJonico Sud

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COM

E QU

ANDO

PER

CHÉ

come quando perché

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LE PECULIARITÀ DELL’ANTICO

MARCHESATODI CROTONE

Profuma di mare, di montagna e di pasta fatta in casa.Riecheggia di filosofia, di guerra e di pace.Baciato da Madre Natura e tormentato dalla Storia,canta la tradizione, l’arte e la modernità.La nascita di un territorio unico ed affascinante: Kroton.

Santa Severina fu probabilmentefondata dagli Enotrii con il nomedi Siberene, mutato in Severianain età romana.È con i Bizantini che la cittàconobbe grandezza e importanza,che si protrasse fin dopola conquista normanna del 1075.La città passò poi sottoil controllo di Svevi, Angioini eAragonesi, ai quali seguirononumerose famiglie di feudatari.

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SI SENTE. NON IMPORTA CHE SI SIA SU

UNA SPIAGGIA, con i piedi sporchi disabbia a bagno nell’acqua cristallinadel mare, oppure nei boschi della Sila,

con gli scarponi sporchi della polvere della sa-lita e qualche filo d’erba incastrato nelle strin-ghe. Si sente ovunque. L’energia che permeala terra di Kroton è così forte e vibrante chenon si può fare a meno di rendersene conto.Certo, un turista distratto dalle tante bellezzelocali non ci farà caso direttamente: la sentirà,ma la confonderà con il piacere che viene dalcibo tradizionale e gustoso, con la bellezza diun mare dalle acque turchine, con l’interessedi una passeggiata tra borghi carichi di storiae memori di battaglie, o ancora con il sudoredi una gita in montagna. Ma si tratta sempredi energia, l’energia vitale del Marchesato diCrotone, che nel corso dei secoli si è arricchi-ta di eventi, tradizioni, abbandoni e ritorni, eche adesso pratica un lavoro sottile per soste-nere la popolazione nel viaggio verso l’Eccel-lenza.

Il territorio è composto da 27 comuni, alcunibagnati dal mare, altri ombreggiati dai monti,ma tutti affascinanti e con un carico culturaleda condividere. Il Crotonese si potrebbe defi-nire come un triangolo che ha per vertici ilMonte Gariglione, la foce del fiume Fiumen-ca a nord e quella del fiume Tacina a sud. Lesue coste sono lingue di sabbia dorata che situffano nello Jonio, tra golfi, insenature e ca-lette che viste dal mare tolgono il fiato. L’ac-qua ha tonalità che degradano dal verde chia-rissimo in prossimità della battigia fino al bluquasi nero dove il fondale sprofonda, passan-do per chiazze di indaco, turchese e schiumo-so bianco. Le località marine principali sonoPunta Fiumenicà, Punta Alice, Capo Colon-na, Capo Cimiti, Capo Rizzuto e Capo LeCastella. A sud il confine del Marchesato èdefinito dal corso del fiume Tacina fino allependici del Monte Gariglione, dopo il lagoAmpollino, dove si incontrano le province diCatanzaro e Cosenza. Presso i comuni di Co-tronei, Caccuri, Cerenzia, Castelsilano e Sa-

velli il territorio tocca un lembo della SilaGrande, per poi scendere di nuovo al mare,fondendosi nell’ultimo tratto nel Fiumenicà.Ciò che contraddistingue queste zone è pro-prio un costante rapporto tra mare e monta-gne, con paesaggi che cambiano gradualmen-te in altimetria passando dalle spiagge alledolci colline e alle vette più alte, e con scorciquasi pittorici da catturare in una grande fo-tografia, nella speranza di rubarne il fascino egoderne a distanza. Lo specchio del mare limischia e li rimischia ad ogni onda, la campa-gna li fonde con il cielo e con i corsi d’acquadei fiumi, la montagna li riflette nelle foglie enelle ombre proiettate dai grandi alberi e dal-le cime dei monti. Tutto assume un aspettocalmo e rilassante, che tocca l’animo del vian-dante e lo ristora.

Natura verde e azzurraLe attività che si possono fare a contatto con lanatura sono innumerevoli, ogni appassionatopuò trovare un itinerario, un’immersione,

un’esperienza da provare con soddisfazione.Partendo dal mare è d’obbligo la visita all’AreaMarina Protetta di Capo Rizzuto. Delimitatada otto promontori sulla terraferma, porta an-cora le tracce dei fasti della Magna Graecia,come l’unica colonna dorica rimasta nel tem-pio dedicato alla dea Hera Lacinia a Capoco-lonna, sul Promontorio Lacinio. Si estende per15.000 ettari ed è divisa in tre fasce di tutela aseconda del rischio a cui sono soggette fauna eflora. Ci si può immergere o fare snorkelingnelle aree B e C, oppure decidere di uscire peruna gita su una delle barche con fondo di ve-tro che portano alla scoperta del sito archeolo-gico di Le Castella. Qui si trova un castello bi-zantino, che ormai conserva poco di quell’e-poca, su un’isoletta a 200 metri dalla costa.Anticamente questo tratto di mare doveva es-sere emerso perché sul fondale, profondo 5metri, si possono notare ancora tracce di lavo-ri in una cava per l’estrazione di blocchi. Inol-tre, grazie a queste barche anche il turista nonsubacqueo o non particolarmente amante del-

➜ AREA MARINAPROTETTA CAPO RIZZUTO

L’area marina protettaCapo Rizzuto è stata

istituita nel 1991 e siestende per circa 15.000

ettari e 42 chilometri dicoste. È divisa in tre zone

di protezione A, B e C,di cui la A è riserva

integrale. In quel trattodi mare sono proibite

la balneazione ele immersioni subacqueeperché le ricche fauna eflora sottomarina sono a

rischio ed oggetto diprogetti di osservazione

scientifica. Scendendo trale ciliate e le secche

scavate nel mare e dallecorrenti, i labirinti di

cunicoli ed anfratti offronoun perfetto rifugio alla

fauna ittica, tra cui grossecernie, banchi di barracudaargentati, pesci pappagallo,

polpi, occhiate, salpe,anemoni e nudibranchi dai

mille colori come leflabelline. Spuntano dalle

rocce curiose murene,vi si adagiano gli scorfani,

mentre i delfini saltanofuori dall’acqua giocosi e

si avvistano sempre piùspesso le tartarughe

Caretta caretta.

➜ IL CASTELLO DI CARLO V Fu il re Carlo V ad armaree modificare l’antica roccabizantina per motivistrategici e difensivi.All’attuale fortificazione visi accede attraversoil suggestivo pontelevatoio in legno, chesovrasta il fossato.I baluardi San Giacomo,che si affaccia sul porto, eSanta Maria erano rifugioper le truppe; la TorreComandante e la TorreAiutante erano dimoradegli ufficiali, mentre oggisono state restaurate edadibite a spazi museali.La Torre Marchesanasorge all’interno dellafortezza ed era un ottimopunto di osservazioneverso il mare. Era armatadi 4 cannoni e sede dellaprigione “La Serpe”.Purtroppo è statadanneggiata duranteil terremoto del 1862,ma in futuro sono previstilavori di restauroe recupero totale.

Sulla doppia paginain senso orario: insiemealla Torre di Capo Nao e

alla Torre Mariedda,la Torre Scifo formava

una rete di difesa dellecoste molto articolata;

il monumento “Invocazionealla pace”, in marmo

bianco, nel comune diSan Nicola dell’Alto (loc.

La Pizzuta); Torre Melissaoffre un punto di

osservazione eccellentesulle acque antistanti;

Le Castella è stato sceltocome set da diversi registi,fra cui Mario Monicelli per

“L’armata Brancaleone”;a Cirò Marina si incontrano

i colori più vivi del MarJonio; il Santuario di Capo

Colonna, di cui abbiamoattestazioni a partire dal

Cinquecento; Capo Rizzutooffre tanti lidi per

la balneazione, alcuni piùappartati, altri attrezzati.

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Viaggio nel TempoMa la natura non è l’unica attrattiva del Mar-chesato. Nei comuni della Provincia di Croto-ne ci sono torri, castelli, borghi medievali digrande interesse storico, culturale ed architet-tonico. Santa Severina è stato annoverato tra “iborghi più belli d’Italia”. Di origine bizantina,attrae ogni anno migliaia di turisti che si river-sano per le strade dall’atmosfera ancora medie-vale e che visitano lo splendido Castello erettoda Roberto il Guiscardo e da poco riportatoagli antichi fasti con sapiente ristrutturazione.A Crotone non si può perdere il Castello diCarlo V, al cui interno si trova il Museo Civi-co che ospita una ricca collezione di armi me-dievali. Chi ama il barocco si perderà nella vi-sita dei tanti edifici dai decori di pregevole fat-tura, mentre chi è appassionato di arte ed ar-chitettura religiosa troverà molte chiesette se-centesche e veri e propri percorsi storici a par-tire dai primi insediamenti dei monaci basilia-ni. Il tutto passando per le tradizioni e la cul-tura delle popolazioni albanesi che hanno elet-to alcuni di questi paesi a loro nuova patria.Tutto questo perché il passato del territorio ècomplicato quanto antico. Crotone sarebbestata fondata dall’acheo Milicio per volere diErcole nell’VIII secolo a.C., ed avrebbe avutoil periodo di massimo splendore nel VI secoloa.C. godendo dei fasti della Magna Graecia.Testimonianza del suo glorioso passato è il lu-stro portato da cittadini come l’atleta Milone eil matematico Pitagora, che qui fondò la suascuola. I due, insieme, avevano gran-de influenza politica e furonodeterminanti (in particolareMilone) nella guerra alla vi-

cina Sibari, distrutta nel 510 a.C. Il prestigio el’autorevolezza di Pitagora decaddero in fretta,la sua scuola fu bruciata e lui costretto a scap-pare. Con la sconfitta nella guerra contro Lo-cri del 504 a.C., iniziò l’inesorabile decadenzadella gloria di Kroton: saccheggiata ripetuta-mente da Siracusani e Bruzi prima, da Epirotie Romani poi, divenne prefettura romana e nelperiodo imperiale cadde nell’organizzazionedei territori di stampo latifondista, che la inde-bolirono ulteriormente. Nel VI secolo d.C. futerreno di contesa di Bizantini ed Ostrogoti, edi Bizantini e Longobardi, da cui uscì distrut-ta. E l’ondata dei Saraceni doveva ancora arri-vare. Fu grazie alla dominazione normannache città come Santa Severina, Crotone, Stron-goli e Isola di Capo Rizzuto conobbero unacerta fioritura culturale facente capo alle sedidegli ordini monastici e alle abbazie, la cui dif-fusione era favorita dalla politica filopapale deiNormanni. Dopo la dominazione sveva, fuCarlo d’Angiò a regnare, e della situa-zione si avvalse Pietro Ruffo, conte di

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Per gli amanti della montagna, le escursioni inSila saranno fonte di costante meraviglia: di-versi itinerari conducono attraverso i grandiboschi, alla scoperta della biodiversità e di unambiente faunistico ricco ed interessante. Nelcuore del Parco, nella zona del Cupone, si tro-va un museo naturalistico con giardino bota-nico e percorso didattico fra gli alberi, conschede illustrative su tutti gli abitanti del bo-sco. In un contesto incontaminato si può pro-cedere verso la Baita della Tranquillità, sullesponde di un piccolo specchio d’acqua vicinoal lago Ampollino, quasi persa in una lussu-reggiante vegetazione e in uno scenario incan-tato. Camminando lungo i sentieri, i più for-tunati possono scorgere cinghiali, caprioli,scoiattoli e lupi che si aggirano tra i pini larici,gli abeti e i faggi. Punti di appoggio sono ilVillaggio Palumbo e quello di Trepidò, da cuisi diramano gli itinerari nel Parco.

l’acqua ha l’occasione di vedere le distese diPosidonia oceanica, l’alga che fa da dimora aicavallucci marini e che forma vere e propriepraterie sommerse. Lasciandosi la costa allespalle, particolare interesse suscitano le zonecarsiche dell’Alto Crotonese, nei geositi diVerzino e Zinga. Qui si possono ammiraregrandi sedimenti di gesso, che si alternano adoline e gole tagliate dal corso dei fiumi. Lecascate sono il punto di partenza ideale per iltorrentismo, che si pratica attraverso suggesti-vi canyon e grotte. Diverse sono anche le sor-genti sulfuree e le incredibili formazioni didiapiri salini nelle grandi miniere di sale. Nel-la fascia collinare si possono ammirare i restidelle prime civiltà rupestri che si snodano inpercorsi culturali attraverso le architetture lo-cali, i ritrovamenti archeologici di manufatti, ele testimonianze di diverse ed affascinanti tra-dizioni legate al territorio nel corso dei secoli.

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➜ IL MARTEDÌ DIPASQUA DEGLI ARBËRESHE Sono arrivati in Calabriadall’Albania seguendoun nobile condottiero,Demetrio Reres, e moltidi loro sono rimasti,mantenendo usi, costumi,e la lingua natia in veri epropri centri abitati.Uno degli eventi principalidella tradizione èil festeggiamento delgiorno del martedì di Pasqua, quando siriuniscono per le stradecon i tradizionali costumicolorati per canti e danze.Attraverso questa festasi ricorda la vittoriadi Giorgio CastriotaScanderbeg (1405 -1468)contro l’Impero turcoottomano, tanto che sidice che i passi dei ballirievochino i movimentidei battaglioni durantela guerra.

Dall’alto in senso orario:il peperoncino calabrese

dà il meglio di sé inmoltissimi piatti, ma va

provato in una vesteinsolita: in marmellata,

come accompagnamentoai formaggi; la tradizionecasearia del Marchesato

offre sapori e profumiche sanno soddisfare

tutti i gusti; il pesce èsenza dubbio un elemento

distintivo della cucina diqueste terre joniche.

Sulla pagina a lato,dall’alto: il vino Cirò

bianco si ottiene dalleuve del vitigno Greco

bianco; un’invitante tavolacon alcune delle tipicità

del Crotonese, chespaziano dalla pasta

fresca, ai prodottidell’orto, ai salumi.

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EREMI ED INSEDIAMENTI RUPESTRINEL MARCHESATO DI CROTONE

Nel territorio del Marchesato di Crotone, soprattutto nei comuni di Belvedere Spinello, Cotronei, Caccuri, Petilia Policastro, San-ta Severina e Casabona, si possono visitare ed ammirare i resti di antichi eremi, insediamenti rupestri e vecchi monasteri. In-torno al 900 d.C. i religiosi che sceglievano di vivere in eremitaggio si ritiravano nelle grotte sparse sul territorio e adibite a ri-fugio per la preghiera e la meditazione in solitudine. Come si nota in particolare presso Belvedere Spinello, i monaci scavava-no nella roccia di calcarenite una rudimentale abitazione, una piccola chiesa di tipo sepolcrale e costruivano delle piccole ca-panne dette “laure” perché fatte con le foglie e i rami dell’alloro. A Petilia Policastro, in località Colle della Chiesa, si trovano unatrentina di grotte che erano stata abitate fin dal Neolitico da contadini e pastori dediti alla transumanza. Nel Medioevo i mona-ci basiliani ne fecero eremo, come si evince dalle croci, dalle nicchie e dagli inginocchiatoi scavati nella pietra. Una di questegrotte era sopraelevata e si possono ancora vedere nella parete rocciosa i fori utilizzati per la scala di legno a pioli che venivausata per accedervi. Il territorio di Cotronei è costellato di insediamenti rupestri: se ne contano ben tredici, mentre Casabonapresenta centinaia e centinaia di antiche grotte. A Caccuri le grotte di Timpa dei Santi sono un antico sito monastico posto suun colle a picco sulla valle del Neto, con salti di diverse centinaia di metri; nella cripta ci sono diverse icone tra cui alcune rap-presentanti Gesù Cristo, l’Arcangelo Gabriele, la Madonna Odigitria ed il Bambin Gesù. In cima alla grotta c’è una tomba ormaiscoperchiata, forse ultima dimora dell’artista autore dei dipinti.

Catanzaro, che aveva precedentemente rico-perto cariche militari sotto Federico II e sottoManfredi. Alleandosi con il papato e con gliAngioini, riuscì ad ottenere dal re il controllodelle terre di Crotone, ma il vero e proprioMarchesato fu istituito nel 1390 in favore diNicola Ruffo dalla regina Margherita, consor-te di Carlo III d’Angiò, e comprendeva Cirò,Cariati, Rocca di Neto, Strongoli e Santa Seve-rina. Nel corso del Quattrocento le lotte traAngioini ed Aragonesi per il controllo del ter-ritorio finirono per impoverirlo un’altra volta eframmentarlo all’estremo, condannandolo adun periodo buio e di grandi difficoltà. Fuin questo momento che arrivarono inCalabria le prime comunità albane-si, quando Alfonso I d’Aragona ri-corse ai servizi di Demetrio Reres,nobile condottiero albanese, persedare la ribellione dei baroni ca-pitanata dal Marchese Centelles.Gli uomini di Reres giunsero ac-compagnati dalle famiglie equando il Centelles fu sconfittonel 1445, ottennero in dono leterre dove stabilirsi. Duranteil Medioevo, feudalesimo elatifondo furono le piagheprincipali da cui la popo-lazione, senza un verogoverno stabile ed un’i-dentità, non riuscì a solle-varsi prima della metà del

Settecento, con l’arrivo dei Borboni. La politi-ca dei francesi riuscì a portare un certo miglio-ramento economico e culturale sul territorio,ma il vento della rivoluzione arrivò anche quie Crotone fu centro di insurrezioni giacobinecontro le bande francesi. Agli inizi dell’Otto-cento insieme alle idee repubblicane si diffuseampiamente il banditismo, che portò saccheg-gi e devastazioni in tutto il territorio. Fu sol-tanto con l’Unità d’Italia che questa sciaguravenne estirpata, ma la situazione delle campa-gne era ormai di totale degrado. I piccoli pro-prietari terrieri, spogliati di ogni risorsa, diven-nero semplici braccianti dopo aver ceduto i lo-

ro possedimenti ai più ricchi signori del-la borghesia agricola, che riportaronola gestione della terra al periodo dellatifondo. Nemmeno le imprese delRisorgimento italiano riuscirono arisollevare le condizioni della po-polazione locale, che iniziò ariappropriarsi della campagnasoltanto dopo la Prima GuerraMondiale. Infine, con la leggedel 12 maggio 1950, si affidòall’Opera per la Valorizzazione

della Sila il compito di prov-vedere alla redistribuzionedella proprietà terriera sul-l’altopiano, dando così ini-zio ad una crescita e ad

uno sviluppo che continua-no ancora oggi.

Gal Kroton: propositi futuriL’istituzione del Gruppo d’Azione Locale Kro-ton è stata un’azione di fondamentale impor-tanza per riportare i comuni del comprensorioai massimi livelli di crescita e benessere, man-tenendo inalterate le tradizioni, la cultura e gliusi della quotidianità che traggono origine dauna storia travagliata. In una prospettiva di in-cremento turistico legato alle offerte localienogastronomiche, naturali ed artistiche sonostati varati diversi progetti di aiuto e sostegnoanche a livello comunitario, con il riconosci-mento dei marchi DOC (Denominazione diOrigine Controllata), DOP (Denominazionedi Origine Protetta) e IGT (Indicazione Geo-grafica Tipica) ai prodotti locali. Trascinate dalcapocollo, dalla soppressata, dalla provola e dalpecorino, bagnate dai vini di Cirò ed addolci-te dalla liquirizia migliore al mondo, sono sor-te tante nuove aziende agricole, biologiche e ditrasformazione dei prodotti, che hanno reso ilritorno alla terra, alla coltivazione e all’alleva-mento delle razze autoctone un cardine peruno sviluppo economico con lo sguardo rivol-to al futuro. Se nel passato l’abbandono di ta-li attività e dei terreni aveva provocato un ge-nerale impoverimento della biodiversità e del-la varietà dei paesaggi, oggi invece c’è grandeattenzione ed impegno per il ripristino dellearee più danneggiate e per il recupero dellespecie a rischio di estinzione, effettuato moni-torando i luoghi di riproduzione degli anima-li, migliorando le aree di pascolo, favorendone

la crescita con l’istituzione di parchi ed areeprotette che abbracciano terra e mare. I comu-ni del Crotonese affrontano il futuro attingen-do all’energia delle proprie radici, distillando ilmeglio delle proprie usanze e tradizioni ed of-frendole a chiunque voglia conoscerle e bene-ficiarne. I 27 borghi sono come tanti colori suuna tavolozza, basta scegliere quale “usare” se-condo il proprio estro e poi mischiarli insiemeper veder rinascere, sulla tela di Calabria, il ve-ro splendore del Marchesato. ■

➜ LA PECE SILANALa pece estratta dal pino

laricio della Sila è semprestata un vero e proprio

tesoro per la popolazionedei Bruzi, ed era spesso

oggetto di rapina da partedi pionieri ed eserciti

invasori proprio perchévaleva quanto l’oro.

Si incideva il tronco deglialberi a lisca di pesce

facendo colare la preziosasostanza che veniva

raccolta in giare e poitrattata in appositi forni

detti “la carcara di pece”.Aveva proprietàterapeutiche, ed

impermeabilizzanti peri tessuti e le imbarcazioni.

Ancora oggi, nei luoghidove si trovano i resti dei

forni, si possonoincontrare nei prati

numerosi frustoli di pece,i sassi intinti nella linfa,le terrecotte e le pietre

annerite ed arrostiteal fuoco.

➜ SVILUPPO RURALE:RISORSE DIUN BENESSERE NATURALE Il Gal Kroton vuoleincoraggiarela complementarietà traproduzione, paesaggioe uso sostenibile dellospazio rurale; agli attorilocali ha datola possibilità di introdurreinnovazioni voltea valorizzare le risorsee i prodotti tipici chealtrimenti rischiavanodi scompariredefinitivamente. Trasformazione ecommercializzazionedei prodotti agricolitradizionali, metodiinnovativi di gestione delterritorio e dei suoi beninaturali e culturali,il miglioramento delle retifunzionali di servizi sonosolo alcuni dei compitisvolti dal Gruppo diAzione Locale, comedimostrano variriconoscimenti avutia livello nazionale edinternazionale.

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Sopra, da sinistra:l’intrico di vicolia Roccabernarda;gli abitanti del Crotonesesono depositari diuna saggezza che haattraversato i secoli.

A Sotto: la chiesa dellaMadonna della Scala,in stile normanno-basiliano.

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Bastioni, torri, rocche, castelli: la pietrasi fa narratrice di un passato glorioso, del passaggio

delle dominazioni, della difesa del territorioin un affascinante itinerario a ritroso nel tempo.

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La data di costruzione dellaTorre di Melissa non è nota conprecisione: si può ipotizzare,però, che sia nata in epocaaragonese, quando nelCrotonese sorsero numerosetorri, bastioni e fortificazioni adifesa degli abitati dalleincursioni dei pirati e perla protezione di merci pregiate.In epoca successiva, la Torre fuulteriormente fortificata acausa delle sempre piùnumerose razzie turche; quandoqueste cessarono, fu utilizzatacome dimora nobiliare.

Viaggio sulle traccedella Storia

RACCONTIDI PIETRA

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IL CASTELLO DI CARLO V SORGE NELLA

PARTE ANTICA DI CROTONE. Costruitonell’840 per difendere la città dalle incur-sioni saracene, venne modificato da Car-

lo V nel 1541. A pianta poligonale, è dotato didue torri: Torre Aiutante e Torre Comandan-te. Sorto come fortezza rudimentale sull’anticaAcropoli greca a difesa dalle invasioni stranie-re, deve la sua attuale fattezza al viceré spagno-lo Don Pedro di Toledo per mano dell’archi-tetto italiano Gian Giacomo dell’Acaya. L’ac-cesso avveniva dall’attuale Piazza Castello, tra-mite un ponte in parte fisso in muratura e inparte levatoio in legno. La porta principale sitrovava inserita in una torre a forma di pira-mide tronca che dominava le cortine tra le duetorri d’accesso, il ponte e il fossato. Attual-mente il Castello ospita una sezione del MuseoArcheologico Nazionale di Crotone. Il Castello Carrafa si trova in posizione do-minante a Santa Severina ed è formato da unmastio quadrato con quattro torri cilindricheangolari e fiancheggiato da quattro bastionisporgenti in corrispondenza delle torri. Lasua costruzione risale all’XI secolo, periododella dominazione normanna, e sorge soprauna costruzione precedente, di epoca bizanti-na. Assai rilevanti i resti di una chiesa bizan-tina e di una necropoli coeva. All’interno delMuseo Archeologico sono esposti reperti pro-venienti dal territorio o rinvenuti durante gliscavi all’interno della fortificazione.

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Il Castello di Strongoli, a pianta quadrango-lare con torri cilindriche angolari, sorge nellaparte più alta del paese, in quella che un tem-po doveva essere l’Acropoli della città di Pete-lia, una delle più interessanti ed evolute dellaMagna Graecia in Calabria. Il Castello è diepoca normanna e doveva essere completonel V secolo d.C. ma le documentazioni al ri-guardo risultano confuse; venne probabil-mente distrutto in seguito alle invasioni sara-cene e ristrutturato, di volta in volta, dai feu-datari che si avvicendavano da queste parti.Fu quindi utilizzato dapprima come abitazio-ne signorile, in seguito come magazzino o ri-paro per le greggi. Dopo aver ospitato ancheuna scuola negli anni Cinquanta, è attual-mente in stato di degrado. Ancora visibili levestigia di un passato glorioso, con spessemura in pietra, archi, resti di scalinate e torridi guardia a due piani e a base circolare. Unadelle torri, quella di sud-est, è detta “TorreMozza” poiché, in epoca medievale, vi si ese-guivano le condanne a morte.Le Castella, così chiamato a causa delle nu-merose torri che un tempo costituivano ilcomplesso e che consentono di ipotizzare lapresenza di più castelli, si trova a Isola di Ca-po Rizzuto e venne fatto costruire da AndreaCarafa prima del 1521, ma le fonti storicheconfermano che le sue origini siano moltopiù antiche e risalgano al periodo del sog-giorno forzato del condottiero cartaginese

➜ IL RITORNODELLA MAGNIFICA SIRENA

Il Museo ArcheologicoNazionale di Crotone

ospita, dal 2009,la straordinaria Sirena

di Murgie, restituita dalGetty Museum di Malibu.

Si tratta di un askòs inbronzo del V secolo a.C.

Testa, collo, busto ebraccia sono femminili,

mentre il corpo ele zampe sono quelle

di un uccello. La Sirena,vestita di un peplo, ha

gli avambracci nudi,paralleli e quasi stretti

al busto; le braccia sonoinvece protese in avanti e

le mani stringono unflauto (la destra) e un

melograno (a sinistra).Il manico del vaso è resoa tutto tondo sotto forma

di kouros.Dei tre esemplari di askòs

nel mondo, ben duesi trovano proprio

a Crotone.

In alto: il bastionesuperiore dell’imponente

castello di Santa Severina.

Nella pagina a lato,in senso orario:

una delle numerose torricostruite dagli Spagnoli

lungo il litorale crotonese,quella di Capo Nao, che

oggi ospita l’interessantemuseo Antiquarium;

un altro scorcio dellaTorre di Melissa, che per

secoli ha protettoi commerci marittimi delCrotonese; il Castello di

Santa Severina ospitail Centro Documentazione

Studi Castellie Fortificazioni Calabresi

e il museo dove sonoconservati reperti

archeologici e collezioniprovenienti dal Crotonese;

il mare visto dai bastionidel Castello di Carlo V,

che controllava un imperoesteso su tre continenti,

al quale si attribuiscela celebre frase “Sul mioregno non tramonta mai

il sole”; Strongoli fuun florido e potente centrodella Magna Graecia noto

come Petelia, rivestìun ruolo di primo piano

fino all’epoca medievale.

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nita di cordonatura in pietra e robusti con-trafforti. Fu costruita per volere del viceréspagnolo Don Pedro di Toledo. Munita discala esterna e di un piccolo ponte d’accesso,nel 1864 fu messa in vendita dal demaniodello Stato ed acquistata dalla famiglia Luci-fero che la utilizzò come dimora estiva.

La Torre Nao di Capocolonna, parte anch’es-sa delle torri viceregnali, è un monumentoche risale al XVI secolo, sito a Capo Colon-na. Da principio, il progetto avviato dal vi-ceré Don Pedro di Toledo prevedeva la co-struzione di tre torri, ossia la Torre di CapoNao, la Torre di Scifo e la Torre Mariedda.Solamente la prima venne però costruita su-bito, mentre le altre due dovettero aspettare ilsecolo successivo. Ricoperta interamente dipietra arenaria, così come tutto il Promonto-rio Lacinio, resistette alle incursioni saracene,ma nel 1860 passò sotto il dominio dei fran-cesi, che la inserirono nel loro sistema doga-nale, a scopo prettamente difensivo. In segui-to all’Unità d’Italia, divenne una sede dellaGuardia di Finanza.È costituita da una base quadrata e presentaun aspetto semplice e al contempo massiccioe dominante. Per l’accesso, rialzato, occorresalire tre rampe di scale, che portano ad unpiccolo ponte levatoio a scomparsa, azionabi-le per mezzo di una carrucola dall’interno; ta-li caratteristiche rendevano la torre impene-trabile ed ancora più protetta, considerandoaltresì gli svariati elementi di difesa che la co-stituiscono come diverse archibugiere e deipiombatoi sulla cima. In seguito a una fase direstauro sia interna che esterna, la torre è sta-

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delle prime incursioni saracene che, a partiredal IX secolo, depredarono queste terre finoall’avvento dei Normanni. Se ne ha notizia dal1569, quando Giovanni Diaz ne era torriere.È una rocca viceregnale di pianta quadrata e10 metri di lato, a leggera scarpa raccordatasenza cordolo; è costituita di due livelli, en-trambi coperti da volta a botte. Al piano su-periore si accedeva da un’apertura sopraeleva-ta posta sulla parete a monte, cui si giungevatramite una rampa fissa in muratura, proba-bilmente mobile nel suo ultimo tratto, comeè testimoniato dalla presenza di una stretta fe-ritoia murata al di sopra dell’apertura d’in-gresso. Si giungeva al livello del terrazzo, sededell’artiglieria, per mezzo di una scala internacostruita nel vivo della muratura. Delle duepareti lato mare, quella sul tratto orientale dicosta è priva di aperture, mentre quella a nordha una piccola finestra. Sulla restante parete amonte risulta ancora visibile una stretta feri-toia murata. Ubicata su un lieve dislivello, latorre ha il piano inferiore in parte esterno e inparte seminterrato. La muratura è costituita dipietrame locale di svariata pezzatura. Fa parte delle torri viceregnali anche la Torredi Scifo, che si trova a Crotone e fu edificatanel XVI secolo. Ha pianta quadrata ed è mu-

Annibale (204 a.C.). Così narra anche loscrittore latino Plinio il Vecchio nella sua Na-turalis Historia, definendolo “Castra Hanni-balis”. Tale tesi trova ulteriore conferma gra-zie ai resti di antiche mura presenti nei din-torni del Castello Aragonese.

Sentinelle sul mareLa Torre Nuova di Punta Alice si trova a CiròMarina, alla foce del fiume Lipuda. Vennefatta erigere dal marchese Vespasiano Spinel-li, feudatario di Cirò, nel 1596. L’illustre sto-rico calabrese Gustavo Valente parla di un’in-cursione turca respinta nel 1697, di una sen-za resistenza nel 1707, infine di un’incursio-ne e conquista nel 1805. La torre è a piantaquadrata e attualmente non resta che ungrosso rudere di 16 metri di lato. Nelle sue vi-cinanze vi è una costruzione in pietra, recen-temente sventrata dal passaggio di una strada.Si ipotizza che quest’ultima potesse avere lafunzione di deposito delle derrate alimentari.La Torre Vecchia di Punta Alice, sempre aCirò Marina sul promontorio dell’Alice ac-canto ai resti del santuario di Apollo Haleo,tempio dorico del V secolo a.C., è così deno-minata perché costruita sui resti di una torreancora più antica che si stima risalga ai tempi

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➜ IL SACCHEGGIO DELLATORRETTA DI CRUCOLI

Nel 1764, durante il periodo delle gravi

carestie che colpironoil Regno di Napoli,

le proteste popolariassunsero aspetti assai

violenti, scatenandogli assalti ai depositi di

derrate alimentari.Fu così che il 27 febbraio

un centinaio di abitantidella vicina Rossano

si recarono armati allaTorretta di Crucoli e,

forzati i magazzini,saccheggiarono tutto

il grano. Questo venne poivenduto a quasi il doppio

rispetto all’importostabilito, il Sindaco venneaccusato di speculazione

e tre religiosi furonoincarcerati poiché

colpevoli di sedizione edi aver indotto al

saccheggio il popolorossanese.

In basso, in senso orario:il Castello di Crucoli,

centro il cui nome stessoindica una posizione

sopraelevata, sia chederivi da Curuculum,

“sul cocuzzolo”, o, comealtri sostengono,

da Ocriculum, “monticello”; l’antico borgo di Caccuri si

è interamente sviluppatointorno al suo Castello,

in un intrico di vicoli chesfociano proprio alla rupe

sulla quale sorgel’imponente fortificazione;

il Castello di Cirò,dove leggenda vuole

sia nascosto un tesorodi valore incalcolabileche, complice il gran

numero di stanze ecorridoi, non è ancora

stato trovato;insieme alla Torre Nuova

in contrada Brisi,la Torre Vecchia di Cirò

Marina costituivauna rete di difesa volta

all’avvistamentodei saraceni.

Castello aragonese diLe Castella, costruito suun isolotto collegato allaterraferma da una sottilestriscia di sabbia chiarae circondatoda un mare cristallino.

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appunti d i v iaggio◗ Castello di Santa Severina - Museo piazza Campo, Santa Severina (KR)� [email protected] - [email protected]. A pagamentoOrari di apertura. In inverno 9:00-13:00 /15:00-18:00; in estate 9:00-13:00 /15:00-20:30 Giorno di chiusura. Lunedì◗ Castello CarrafaPiazza Vittorio EmanueleComune di Santa Severina (KR) Proprietà. Stato� 0962.555832 / 51069Ingresso. A pagamentoOrari di apertura. Da martedì a domenica9:00 - 13:00 / 15:00 / 19:00 Giorno di chiusura. Lunedì [email protected]

◗ Castello di Carlo V - Museo ArcheologicoVia Risorgimento 53 - Comune di Crotone (KR)� 0962.23082Ingresso. Gratuito fino a 18 anni eoltre i 65 anni.Orari di apertura. Tutti i giorni9:00 - 20:00◗ Le CastellaVia Catello - Frazione Le Castella Comune di Isola di Capo Rizzuto (KR)Proprietà. Comune� 0962.795160 / 665254 Ingresso. A pagamentoVisite guidate. PrevisteOrari di apertura. Tutti i giorni9:00 - 13:00 / 15:00 - 19:[email protected]

DA VISITARE

regnale con pianta inferiore a scarpa e doppiocordolo litico; anch’essa datata XVI secolo, èparte dell’apparato difensivo costiero. A pian-ta quadrata, in seguito a un restauro è sede diun comando della Guardia di Finanza. La co-struzione di Torre Telegrafo, parte del sistemadifensivo costiero, è anch’essa risalente alla fi-ne del secolo XVI. La Torre Vecchia, a strut-tura cilindrica, fu eretta nel secolo XVI aguardia costiera contro le incursioni barbari-che. Presenta una massiccia cordonatura aconci lapidei. Era custodita da un caporale eda un milite con l’incarico di segnalare la pre-senza di navi nemiche secondo distinti segna-li: fumo di giorno e falò di notte. L’accessoera possibile per mezzo di un rustico pontelevatoio in legno. ■

Amalfitano, per l’ospitalità ricevuta all’inter-no della sua “deliziosa Torretta”.

Le rocche di Isola di Capo RizzutoLa costruzione della Torre Brasolo, parte delsistema difensivo costiero, va fatta risalire al-la fine del XVI secolo. È attualmente in cat-tivo stato di conservazione. Intorno al 1500,con la ripresa delle incursioni turche, sia gliaragonesi che i viceré spagnoli ordinarono lafortificazione della costa poiché la diffusionedi nuove armi da fuoco aveva reso insuffi-ciente il sistema difensivo del tempo. Il siste-ma permanente di difesa costiera, definitoper volere del viceré Don Pedro da Toledo,trova completa attuazione durante il vicere-gno di Parafan de Ribeira, duca di Alcalà. Ilpiano generale, predisposto da Fabrizio Pi-gnatelli, prevede la costruzione di torri co-stiere che siano visibili tra loro, al fine di se-gnalare tempestivamente, in tutto il Regno diNapoli, l’avvento di navi nemiche. AncheTorre Bugiafro, in cattivo stato di conserva-zione, è della fine del XVI secolo e fa partedell’apparato difensivo costiero. Torre Can-none è una torre di guardia del Seicento, direcente ristrutturazione e adibita a residenzaprivata. Presenta pianta quadrata ed è sita inlocalità Capo Cimiti. La Torre Manna è inve-ce a pianta circolare; attualmente ne restanosoltanto i ruderi. Fu costruita nel corso delQuattrocento ed è situata in località TorreCannone. La Torre Nuova è di tipologia vice-

ta adibita a struttura museale dove si possonoosservare i ritrovamenti archeologici subac-quei della zona. Vi si trovano reperti greci eromani, con datazioni che vanno dal 600a.C. al 200 d.C., rinvenuti nei fondali e intutta la riserva marina che si estende fino aCapo Rizzuto. La Torre Tonda si trova all’ingresso nord del-la città di Crotone, presenta un diametro di 6metri e uno spessore assai ridotto, di appena60 centimetri. A causa di questo e della posi-zione non dominante, si ritiene che fosse conpiù probabilità un edificio rurale o un vec-chio roccolo. La costruzione è a pianta circo-lare, di datazione incerta ma di tipologia nor-manna. Alla fine dell’Ottocento risultavamozza ed adattata a costruzione rurale. La

collina su cui si trova era forse anticamentesede del tempio dedicato alla Vittoria. La Torretta è quanto resta dell’antico castel-letto di Crucoli. La sua costruzione si collocaverso la metà del Cinquecento, periodo stori-co in cui il borgo si trovava sotto la signoriadei D’Aquino. Venne costruita dai feudataridi Crucoli al tempo delle incursioni turche,in particolare in seguito al saccheggio del1577. Sua funzione era pertanto proteggere letenute feudali e tutelare l’imbarco del grano,che i feudatari vendevano ai mercanti napole-tani. Collocata sulla strada costiera, fu ancheutilizzata come luogo d’accoglienza. Ciò sideduce dalla lettera di ringraziamento scrittada Francesco Marino, vescovo di Isola (1682-1716), al marchese di Crucoli Oronzio

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➜ LE TORRI COSTIERELa costruzione delle

torri di avvistamento,poste lungo i litorali, erabasata su criteri precisi,a cominciare dalla scelta

del sito che dovevafavorire la comunicazione

non solo con le torrivicine, ma anche con

l’entroterra.La trasmissione di

eventuali minacce, spessorappresentate dai

Saraceni, avvenivamediante segnali luminosi

lanciati dalle sentinelleposizionate nelle parti

sommitali delle strutture.In Italia cominciarono

ad essere edificatenel Medioevo ed erano

a pianta quadrata,con basamento a scarpa e

terrazza all’estremità.

RACCONTI DI PIETRA SOMMERSA AL MUSEODEL PARCO ARCHEOLOGICO DI CAPO COLONNA

Nei fondali del Crotonese sono stati rinvenuti cinque relitti che trasportavano marmi di vario genere, databili tra il II e il III se-colo d.C. A nord di Capo Cimiti sono state trovate cinque colonne monolitiche di marmo cipollino verde. A Capo Bianco, neltratto delle secche, è stato recuperato un carico di blocchi sagomati e squadrati, di svariate fattezze. Sono marmi e brecce di di-versi colori la cui provenienza è ancora sconosciuta. A sud di Capo Cicala è stata rinvenuta un’altra nave, di cui non si sono man-tenuti né lo scafo né l’equipaggiamento di bordo: l’imbarcazione era carica di blocchi di marmo bianco lunghi fino a 6 metri ericchi di venature, ma la mancanza di fattori datanti non ha permesso di risalire con precisione al momento del naufragio. Nel-la baia di Scifo, a sud di Capo Colonna, sono stati trovati i relitti di due imbarcazioni, naufragate al principio del III secolo d.C.ed entrambe trasportanti marmi: è presumibile che si trattasse di un convoglio che dall’Egeo si dirigeva verso il Tirreno, se-guendo le coste ioniche. Tale relitto, studiato nel 1987 e chiamato “Cantafora B” dal nome del segnalatore, trasportava lastre eblocchi di marmo bianco squadrati, eccezion fatta per un solo elemento, sagomato con cornici. Lo scavo ha riportato alla luceelementi determinanti per la ricostruzione dello scafo e della relativa attrezzatura: una sezione di chiglia, pezzi di lamina inpiombo forata appartenenti al rivestimento della nave, perni in bronzo e infine tegole, che lasciano supporre che l’imbarcazio-ne avesse una cabina a poppa.

Sulla doppia pagina,da sinistra: una vedutad’insieme della Torre diMelissa, che in agosto,in occasione della festapatronale, si accende deimille colori dei fuochid’artificio; la Torre Vecchiadi Isola di Capo Rizzutofu sede di un presidioarmato fino all’Ottocento,a protezione delle costedalle incursioni saracene;una sepoltura nellanecropoli bizantina di SantaSeverina, che testimonial’importanza storicadell’insediamento; la TorreVecchia di Cirò Marina,eretta in un puntod’osservazione eccellente,il promontorio di Madonnadi Mare.

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ALL’ALBA DELLA CIVILTÀUna delle meraviglie del Marchesato Crotonese,

più nascosta di altre, ignorata in molti casi dal turismo di massa:tra archeologia e natura, Medioevo e preistoria, un viaggio

alla scoperta della civiltà rupestre della provincia di Crotone.

CALABRIA, CROTONESE. Come nella maggior parte degli angoli, remoti o meno, del nostro Paese,i protagonisti del paesaggio sono molti. Lo Jonio e i colli, i boschi che si insinuano nell’entroter-ra, in corsa verso l’altipiano della Sila, e gli oliveti onnipresenti, da sempre attori principali del-l’economia e dell’operosità di queste terre. Ma nel sud d’Italia, come e forse più che nel resto del-

la penisola, il proscenio vede anche la presenza importante della Storia. Storia che si manifesta nei borghi medievali in cima alle colline attorno a Crotone, che racconta di immi-grazioni e dominazioni, di una terra che ha visto incontrarsi e scontrarsi i popoli più diversi del mondo an-tico: dai padri Greci della civiltà ai Romani conquistatori, sino agli Arabi e ai Normanni, prima pirati e poicolonizzatori. Una storia che affonda le sue radici in profondità e che resiste ai cambiamenti, alle nuove co-lonizzazioni, al variare delle società e dei popoli che la scrivono, adattandosi al nuovo e sopravvivendo fino

a noi. Come nel caso di uno dei beni archeologici più importanti della provincia di Crotone, uno dei me-no noti e dei meno pubblicizzati, che forse proprio per questo merita ancor più l’attenzione dei visitatori edei turisti che giungono in queste zone. Parlare di insediamenti rupestri in Calabria significa aprire un mon-do e ripercorrere a ritroso lo scorrere del tempo sino all’Età della Pietra, al Neolitico, agli albori della societàumana e del concetto di casa, abitazione, villaggio.Le arenarie tipiche del meridione hanno accolto i cacciatori nomadi, poi i primi pastori della preistoria,quindi le guide dei greggi fino poco più di un secolo fa. Celle scavate nella pietra malleabile, isolate o ingruppo, rifugi temporanei o nuclei di comunità stanziali, insediamenti che hanno cambiato occupanti eidentità, mai del tutto abbandonati fino a qualche decennio fa, e ancor oggi utilizzati come depositi, in al-cuni casi, dai moderni pastori.

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➜ LA CHIESA DI SANTAMARIA DEI TRE FANCIULLILa presenza dei monaci vaben oltre le testimonianzerupestri. Un vero eproprio monastero,detto di Santa MariaTrium Puerorum odi Santa Maria la Nova odella Paganella, sorgevaun tempo in località Patìanei pressi dell’abitato diCaccuri. Collocata suuno degli antichi itineraridi transumanza che dalpiano, costeggiandola riva sinistra del Neto,saliva in Sila, la piccolachiesetta che vediamooggi è ciò che rimanedell’intero edificio,crollato in seguito adun prolungato abbandono.

La fede basilianaUna rete attorno alla città di Crotone. I sitirupestri sono in ogni vallata dell’entroterra,nei paesi disposti a raggiera nel territorio del-la Provincia. Caccuri, Cotronei e Petilia Poli-castro, Belvedere di Spinello e l’imponentecomplesso di Casabona. Siti connessi tra lorodalle strade statali e provinciali e da un’iden-tità comune, che caratterizza il patrimonio ru-pestre crotonese. È infatti l’impronta religiosaad essere predominante in questi luoghi.Un’impronta che risale alle immigrazioni deimonaci Basiliani nel VII secolo d.C., non unordine monastico vero e proprio, ma un grup-po di fedeli alla regola di San Basilio Magno,figura fondamentale del cattolicesimo inOriente, padre della Chiesa e della regola mo-nastica che porta il suo nome, basata sullacreazione di una comunità di preghiera e dilavoro, su di una condotta di vita povera maimprontata sulla collaborazione. Non eremi

solitari, ma cenobi, piccoli gruppi di monacilavoratori, dai compiti precisi e dalla vita spar-tana. Un secolo prima di San Benedetto daNorcia e della sua celebre massima “Ora etLabora”, San Basilio influenzava profonda-mente la vita di una generazione di religiosi, apartire dalla Grecia. Ed è proprio qui che, cir-ca duecento anni più tardi, giungevano i ce-nobiti: in Calabria, in Puglia, una migrazionein tono minore rispetto a quella che aveva da-to vita alle colonie della Magna Graecia. Nonpiù popoli in cerca di terre e fondatori digrandi città, ma monaci in fuga dalla persecu-zione dell’Impero Bizantino, dove si era im-posto il divieto di rappresentare il Cristo, isanti, e le altre figure della dottrina cristiana.La lotta iconoclasta spinse i Basiliani a “varca-re” lo Jonio. Il loro rifugio, in moltissimi casi,erano le antiche grotte ipogee, o nuove dimo-re, nuove celle scavate nel tufo e nell’arenaria.E questa è l’impronta che si è tramandata sinoa noi nei luoghi rupestri crotonesi.

Le civiltà rupestri crotonesi oggiGrotte parzialmente naturali, tutte ampliate orinforzate dalla mano dell’uomo, non sempre èchiaro se già in tempi neolitici o nel corso deisecoli successivi, dai monaci stessi, nell’altoMedioevo. I siti sono molto diversi tra loro,tutti visitabili e aperti al pubblico e in stato diconservazione decisamente variabile a secondadei casi. Non esiste infatti un vero e proprioconsorzio di gestione, e nella maggior parte deicasi le strutture non sono protette da nessungenere di ente. Poco sponsorizzate, spesso

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A lato e in basso:Nel territorio di Verzino

la popolazione localeviveva in piccole grotte

collegate da sentieri.Ne sono un esempiogli anfratti sul fianco

occidentale della collinadetta Sperone, ai piedi

del centro storicodi Verzino; in alcuni

insediamenti rupestri delMarchesato, nel periodo

natalizio, vengonoallestite rappresentazioni

della Natività.

Sulla pagina a lato,in senso orario:

il Castello di Caccuri,eretto dai Bizantini a

protezione della valle delNeto, nei secoli è stato

abitato da numerosefamiglie nobiliari, ultimi

dei quali i Barracco che afine Ottocento fecero

costruire l’unica torre delCastello; la Chiesa di

S. Maria dei Tre Fanciulli,così chiamata in ricordo

dei tre bambini che,perdutisi nel bosco, si

salvarono da un incendioscoppiato all’improvviso

grazie al benevolointervento della

Madonna; l’interno di unadelle grotte carsiche diVerzino, la cui struttura

carica di fascino emistero può forse

contribuire a spiegaretoponimi fantasiosi come

Chironti, chiaroriferimento al fiume degli

Inferi Acheronte, che sipuò immaginare mentrescorre proprio in simili

angusti passaggi;parte della collezione di

vasi ed anfore osservabilial Museo del Castello di

Santa Severina.

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➜ LA SANTA SEVERINASOTTERRANEASecondo alcuni studiosi,le grotte che popolanoil sottosuolo di SantaSeverina potrebberoapprossimativamenteessere più di cinquecentoe seguono i terrazzamentiche, partendo dal pianorocostituito dalla piazzadell’acropoli, degradanoverso valle. Come per altrisiti rupestri, viene anchequi ipotizzata la presenzadi un villaggio preistorico,a cui sarebbero seguitediverse fasi, tra cui quellabizantina durante la qualel’antico insediamentosi sarebbe arricchito dinumerosi monumenti, comeuna grotta ipogea congradini il cui ritrovamentoè molto recente.

Lucia, raffigurante la Madonna Odigitria,simbologia perduta delle icone basiliane.Evoluzione similare hanno avuto anche legrotte di Petilia Policastro: ad un’altitudine diben 600 metri, sui colli battuti dalle vie pa-storali, le trenta cavità rinvenute hanno certa-mente avuto una funzione abitativa per pa-stori e transumanti. Ma i segni di epoca tardoantica e altomedievale, le croci insite nellacrosta originaria delle grotte interne e le nic-chie, un tempo contenenti icone e raffigura-zioni, raccontano la presenza del monachesi-mo italo-greco in maniera indubitabile. Cosìcome il nome della località, detta Colle dellaChiesa, è una testimonianza toponomasticamolto emblematica. Ultimo sito, ancora dif-ferente dagli altri, è Belvedere di Spinello, chesi caratterizza come eremo, non cenobio. Siritiene in particolare che un tempo fosse l’a-bitazione singola di un anacoreta, una grottascavata nella calcarenite con una minuscolachiesa realizzata a lato, una cappella con untetto realizzata con lastre di pietra, probabil-mente un tempio sepolcrale. ■

cheologica ed antropologica. Il sito è sempreaperto al pubblico e visitabile. (Per info:Comune – Tel. 0962.888830).Nelle vicinanze di Casabona c’è Caccuri, uninsediamento meno regolare, ma di grande ri-lievo per le testimonianze di un’importantepresenza basiliana. Santuari e cappelle rupe-stri, affreschi e decori, tombe e cripte dellaTimpa dei Santi, fondamentale e antichissi-mo luogo di culto cristiano. Particolarissimesono poi le grotte di Cotronei. Il territorio ècostellato di insediamenti ma due, quello del-la frazione di Favata e quello di Santa Lucia,sono tutt’ora accolti da centri abitati, provaevidente del ruolo dei villaggi paleolitici e poidella presenza monastica nella fondazione dicittadine e borghi che si sarebbero sviluppatiattorno a questi centri di vitalità economico-pastorale e quindi spirituale e religiosa. Lostato di conservazione non è ottimale, pur-troppo: molte grotte sono crollate, ma le duecitate rimaste sono profondamente scavatenella roccia. Testimonianze attendibili parla-no di un affresco un tempo presente a Santa

nemmeno segnalate, fanno parte di un patri-monio culturale e storico che viene promos-so soprattutto dal Gruppo d’Azione LocaleKroton, che si occupa in particolare dellapromozione dei beni e dei prodotti della pro-vincia di Crotone, cercando con impegno didare visibilità alle bellezze di questa terra af-fascinante. Il sito più famoso e certamente meglio tute-lato e protetto è quello di Casabona: centi-naia di grotte, perfettamente allineate tra lo-ro. Un patrimonio artistico e archeologicoinestimabile. L’insediamento era stato sicura-mente progettato secondo un criterio preci-so: le cavità sono disposte su terrazze paralle-le, che abbracciano entrambi i crinali di Val-le Cupa. Ben otto terrazze si dispongono sul

crinale sinistro, e ognuna ospita decine digrotte, la maggior parte delle quali organiz-zate in più vani e con nicchie e piccoli depo-siti per vasi, orci e otri. Una testimonianzaantropologica preziosa, che offre uno spetta-colo architettonico interessantissimo, e rac-conta non di una vita povera o di rifugi diemergenza, ma di una piccola civiltà struttu-rata, di una scelta abitativa consapevole per-ché probabilmente vantaggiosa. Casabona èuna vera e propria “città rupestre”, che havissuto per secoli, dall’Età del Bronzo a quel-la bizantina. Il Comune si è occupato di rea-lizzare sentieri guidati attraverso l’insedia-mento, valorizzando la prospettiva di un fu-turo in chiave turistico-economica, ma an-che e soprattutto l’aspetto della ricerca ar-

LE ORIGINI CRISTIANE IN CALABRIA: LA TIMPA DEI SANTI

La Timpa dei Santi è un luogo di culto antichissimo, testimonianza dellaprofondità delle radici cristiane nella zona. L’area è divisibile in tre partifondamentali che caratterizzano questo straordinario sito rupestre, se-gnato in maniera evidente dalla presenza monastica. In un panorama af-fascinante, costituito da versanti ripidi che scendono verso il fiume Netoe falesie rocciose, a qualche centinaio di metri dalla Statale che porta aCotronei, sorge una chiesa ipogea risalente a più di 1200 anni fa. La crip-ta, immersa nel verde della valle, presenta un affresco del Cristo Vincen-te, danneggiato ma ancora riconoscibile, e una dell’arcangelo Gabriele.Piccola e quasi cancellata, c’è anche un’immagine mariana, la MadonnaOdigitria, un’icona tipica della tradizione monastica basiliana. In cima alcolle, il cenobio vero e proprio: cinque grotte a picco sul burrone, in po-

sizione difensiva. Tra gli olivi, nelle vicinanze dell’insediamento abitativo, la tomba scoperchiata e probabilmente profanata. Iltutto rende questo sito speciale, una testimonianza unica che ci racconta di una realtà di silenzio, raccoglimento e profonda de-vozione, risalendo il corso della Storia sino agli albori del Cristianesimo e della fede in Calabria e nel Crotonese.

Sulla doppia pagina,in basso da sinistra:

due scorci di Caccuri,il nome deriva dal latino

Cacumine, “cima,montagna” e dal greco

Kakòs oròs, “cattivaorografia”; l’abitato di

Casabona sorge su unacollina di origine carsica in

cui nell’antichità furonoscavate numerose grotte

abitate; le Grotte diRoccabernarda, dove trovòrifugio la banda di briganti

guidata dal Repulino,spesso sostenuta dagli

abitanti del luogo in unacomune ribellione contro

il baronato, fatta di furti euccisione di bestiame.

Le colline di Centonze dacui emerge la scenograficaondulazione del paesaggio,punteggiato di campicoltivati, prati e bassavegetazione.

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SILENZIO

Sono molti gli spazi dedicati alla devozionereligiosa nel Crotonese: santuari, badie, conventi,piccole cappelle e battisteri bizantini si fannoevidenti testimoni della profonda fede, senza tempo,di questa meravigliosa terra.

E PACE

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Recentemente rinvenuta nella sacrestiadell’antica chiesetta di Capo Rizzuto,

la tavola lignea raffigurante la MadonnaGreca è oggi conservata in una cappella

del Santuario a lei dedicato, ancorauna volta a Capo Rizzuto.

Un percorso nello spirito e nella fede

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2928

IN UNA ATMOSFERA MAGICA IN CUI SI RE-SPIRA LA POESIA DEL PASSATO, dell’infini-to e dell’eterno, il percorso dell’animache accompagna il turista alla scoperta

delle principali emergenze religiose del GalKroton inizia a Crotone dalla chiesa dell’Im-macolata, un affascinante ibrido di diversi sti-li, con la facciata di impianto neoclassico el’interno barocco, risalente al XVIII secolo subase quattrocentesca. L’Oratorio omonimoannesso conserva nella cripta i resti dei con-fratelli. Vi è poi la chiesa di S. Chiara, in Vi-co La Camera, ricostruita nel Settecento, cheun tempo faceva parte di un complesso mo-nastico del XV secolo. L’occhio attento noteràsulla facciata le decorazioni graffite, mentreall’interno colpiscono il pavimento in maioli-ca napoletana, gli stucchi barocchi, l’organo acanne del 1753, il mobile della sacrestia, lacantoria e i matronei. Dell’antico conventosono ancora visibili il campanile, le celle, ilchiostro in arenaria e la pavimentazione incotto. Nei pressi di Via Risorgimento troviamo lachiesa di S. Giuseppe che, fiancheggiata dadue cupole basse e tozze, conserva un portaletardo barocco in pietra decorata e alcuni di-pinti e statue lignee settecentesche. Nel quar-tiere Piscaria (“Pescheria”) è da visitare la chie-sa di S. Maria di Prothospataris, che prese ilnome dalla famiglia nobile ed è attiva dal1525. Spostandoci sul promontorio Lacinio, neipressi dell’area archeologica sorge il santuariodi S. Maria di Capo Colonna, risalente al1000-1200, edificato sul Tempio di Hera La-

cinia, di cui purtroppo rimane solo una colon-na dorica. Le prime notizie della chiesa si han-no agli inizi del XVI secolo, ma il suo origina-le stile bizantino ha subìto numerose modifi-che: nel XVIII secolo era infatti un romitorio,mentre nel 1897 il santuario venne completa-mente riedificato. Da ricordare infine il Duo-mo di Crotone (o Cattedrale di S. Maria As-sunta e S. Luigi l’Areopagita), esempio dieclettismo del IX secolo, per la cui ricostruzio-ne (del Cinquecento) vennero utilizzati mate-riali prelevati proprio dal Tempio di Hera La-cinia. Le forme orientaleggianti della cupola edel campanile si accostano alla facciata neo-classica, mentre all’interno il pulpito ottocen-tesco, il coro ligneo secentesco, i dipinti e lecroci processionali settecenteschi sono affian-cati alla tavola bizantina della Madonna di Ca-po Colonna, accompagnata una volta l’annodai fedeli in una processione notturna che dal-la città raggiunge il santuario.

Chiese, cappelle e battisteriNumerosi comuni della Provincia di Crotoneconservano edifici religiosi di rara bellezza, di-versi tra loro sia per l’epoca di fondazione siaper le dimensioni e lo stile. Per quanto riguar-da le chiese, merita una visita quella di S. Ma-ria del Soccorso o della Riforma, annessa alconvento dei Domenicani di Caccuri: edifica-ta tra il 1515 ed il 1520, presenta una sola na-vata, il rosone romanico a dodici raggi e l’alta-re maggiore in gesso. All’interno la CappellaCavalcanti custodisce l’altare settecentesco diS. Domenico in legno stuccato e dipinto, conal centro la statua del Santo e il gruppo sculto-

➜ IL TESORO DELDUOMO DI CROTONE

Il Tesoro raccoglieparamenti e argenterie,tra le quali di notevole

interesse è un caliced’argento dorato e

smaltato, attribuito adun artista ispanico

molto noto, il Cellini diSpagna, e detto “calice

di Filippo IV” poichévenne da lui donato

all’Arcivescovodi Crotone nel 1626.

Fanno parte del Tesoroanche un’altra coppa

e due bacolisettecenteschi di ignotiautori napoletani, di cui

uno decorato conuna statuina della

Vergine e una croceprocessionale, tutti

in argento.

reo dell’Annunciazione, mentre nell’abside èpresente un coro in legno intagliato cinque-centesco, un tempo sovrastato dalla volta af-frescata con un ciclo sullo Spirito Santo. Nelvicino comune di Santa Severina è di notevolepregio la Cattedrale di S. Anastasia: edificatatra il 1274 ed il 1295 e annessa al BattisteroBizantino, conserva l’originale portale ad arcoogivale sormontato da un timpanotriangolare spezzato e fiancheg-giato da tre ordini di lesenescanalate e munite di capi-tello dorico. In facciata, in-torno ai tre portali, vi so-no nicchie vuote e mo-nofore, mentre all’internole navate sono separate daarcate sorrette da pilastri af-frescati. Richiedono partico-lare attenzione il mobile del

coro del XVIII secolo, l’ambone in marmi ca-labresi della seconda metà del Seicento e l’altatorre campanaria a base quadrangolare suquattro livelli. Tra i molti ambienti religiosi di Casabona chemeritano una visita, la chiesa Madre di S. Ni-cola, restaurata dopo un recente sisma, custo-disce numerose opere quali la statua della Ma-

donna delle Grazie con il Bambino(1573), un crocifisso secente-

sco, le statue barocche di S.Nicola e quelle della Ma-donna del Rosario, del Sa-cro Cuore, di S. France-sco, S. Lucia e S. Anto-nio. All’interno dellachiesa è inoltre presente la

grande cappella del S.S. Sa-cramento, anch’essa ricca di

affascinanti opere d’arte sacra.

Dall’alto a sinistra,in senso orario:il Santuario di CapoColonna, presso il qualesi venerava unaparticolare immaginedella Vergine, che sinarra sia stata gettata inmare dai Turchi che nonriuscivano a bruciarla;tutte le decorazioniall’interno della Chiesadell’Immacolata diCrotone (stucchi edipinti) sono dedicati allavita della Vergine;annesso alla Chiesa diSanta Chiara si trovail Monastero delleClarisse, di cui sonoancora osservabiliil campanile, le celle,la particolarepavimentazione in cotto eparte del chiostro;all’interno della Chiesadi S. Maria del Soccorso,a Caccuri, un’epigrafein latino sotto lo scrannocorale dedicato al prioredella congregazionericorda don AntonioCavalcanti, duca diCaccuri, il cui teschio ècustodito all’interno dellaseduta.

In alto: due immaginidella Cattedrale

di Crotone, intitolataa San Dionigi e a Santa

Maria Assunta. Sentito inmodo particolare è

il pellegrinaggio che,la seconda domenica di

maggio, porta i fedelidalla Cattedrale a CapoColonna ripercorrendo

i passi degli antichiabitanti della Magna

Graecia che si recavanoa rendere omaggio adHera sul promontorio

Lacinio.

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settecentesca e l’adiacente fontana risale alla se-conda metà dell’Ottocento. Nella chiesa sonocustodite la Madonna delle Grazie con Bam-bino (statua cinquecentesca di Antonello Ga-gini da Messina) e, nella cappella ottagonalebarocca, l’Ecce Homo, statua lignea secentescadi Fra Umile Pintorno da Petralia.Sempre a Mesoraca si possono trovare i resti,in località omonima, dell’antico monastero diS. Angelo in Frigillo o in Frigido, risalente alCinquecento secondo lo storico G. Fiore,mentre per altre fonti la sua fondazione risali-rebbe addirittura al XII secolo. Questa glorio-sa struttura venne data dal Papa in commendadurante l’occupazione aragonese, ed in breveandò in rovina. Infine da non perdere è una vi-sita alla chiesa settecentesca del Ritiro, edifica-ta grazie all’azione del religioso locale donMatteo La Manna, che presenta ben nove al-tari in marmo di Carrara finemente decorati euna cupola affrescata di grande pregio.A Casabona sono da visitare il Santuario otto-centesco di S. Francesco con le due pregevoli sta-tue lignee e quello della Madonna dell’Assuntadetto anche “I ra Madonna i l’acqua ducia”, perla presenza in zona di una fonte d’acqua. L’edifi-cio, costruito nel XV secolo e riedificato nel1859 in seguito a un terremoto, custodisce undipinto secentesco della Madonna dell’Assunta. Per concludere al meglio il viaggio nei luoghidella fede del Crotonese, rimangono da vedereil Santuario della Madonna delle Sette Porte aRocca di Neto, che custodisce una tela quat-trocentesca raffigurante la Vergine con il Bam-bino e gli Angeli, il Santuario della Madonnadel Soccorso a S. Mauro Marchesato, dallaparticolare cupola in stile orientale, il Santua-rio di S. Michele a S. Nicola dell’Alto, con l’i-cona settecentesca dedicata al Santo, ed infineil Santuario della Madonna di Condoleo aScandale.

Storie di fede e di leggendeLa splendida architettura e le pregevoli opered’arte che si osservano presso gli edifici religio-si del Crotonese si accompagnano ad altri ele-menti non meno affascinanti, anch’essi custo-diti da questi luoghi: chiese, cappelle e con-venti sono infatti sede di tradizioni antichissi-me e di leggende ancora oggi tramandate. Si

racconta, per esempio, che il Santuario dellaMadonna della Scala fu costruito sul rovetodove un tempo cresceva l’albero di gelso su cuila Vergine col Bambino si sedette a riposaredopo essere sfuggita al rapimento da parte diun pastore del posto che aveva aiutato a ritro-vare il suo bestiame. La tradizione vuole che ilquadro settecentesco custodito nella chiesa eraffigurante la Madonna sia stato più volteportato nella parrocchia e sempre rinvenutonei pressi del roveto. Per quanto riguarda ilSantuario della Madonna d’Itria, si narra cheun’antica statua della Vergine venne dispersain mare da un’armata di soldati incaricati di di-struggere le immagini religiose in epoca di ico-noclastia. Sembra che l’effige sia stata poi re-cuperata su segnalazione di una giovane grazieal contributo di due eremiti basiliani scompar-si subito dopo nel nulla. Un quadro raffigu-rante la Madonna di Capo Colonna, invece,prima incendiato e poi disperso da un’incur-sione turca nel 1519, si dice sia stato ritrovatoin riva al mare da un pescatore che lo custodìfino alla morte. Ma la leggenda più popolare ècertamente quella di S. Teodoro, al quale è de-dicata la chiesa di Cerenzia: si racconta che ilvaloroso soldato abbia ucciso il drago a setteteste che tiranneggiava sul territorio e, per ri-cordare il grande gesto, ancora oggi durante ifesteggiamenti religiosi la statua del Santo conla corazza e la corona formata dalle sette linguedel drago è portata in processione per le vie delpaese. ■

I grandi santuari del CrotonesePresso Belvedere di Spinello accoglie il turistail Santuario della Madonna della Scala: a cro-ce latina con un’unica navata, in stile norman-no basiliano, conserva una caratteristica statuain pietra raffigurante la Madonna con Bambi-no, e un suggestivo percorso nel verde lo colle-ga al paese di Petilia Policastro. Qui sorge ilSantuario della Madonna della Spina (XII se-colo), con facciata a capanna, portale a tuttosesto, frontone dell’abside settecentesco inta-gliato e dorato, soffitto ligneo e cantoria ba-rocca. Sul territorio di Cotronei sorgeva inve-ce una struttura religiosa imponente e dallalunga storia, il monastero Tassitano, in localitàChiesuola Trepidò. La struttura venne fondatadall’Abate Gioacchino alla fine del XII secolo,e dopo pochi anni, nel 1198, l’imperatrice Co-stanza lo prese sotto la sua protezione. Attual-

mente se ne possono osservare i resti lungo unantico itinerario delle transumanze che si spo-stavano dalle valli del Neto e del Tacina fino al-l’altopiano silano. A Cirò Marina, nella Valledel Neto, si trova il Santuario della Madonnadell’Itria che, edificato nel XVII secolo dovesorgeva il vecchio monastero basiliano, è tut-tora sede di un culto molto sentito, quello perl’acqua (“Itria” deriva da “idros”, che in grecosignifica “acqua”). È invece di recentissima co-struzione il Santuario della Madonna Greca diIsola di Capo Rizzuto, mentre a Mesoraca sor-ge il Santuario del S.S. Ecce Homo: di pre-sunta origine basiliana, subì numerose modifi-che e alla fine del XIX secolo divenne luogo diaccoglienza per i poveri. L’interno ha una solanavata, la volta è decorata a stucco, sono pre-senti il pulpito secentesco in noce lavorato adintaglio e diverse tele di pregio, la sagrestia è

LA PROCESSIONE DI SANTA SPINA

A Petilia Policastro, presso il Santuario della Sacra Spina, si svolge ognianno una festa religiosa ricca di fascino e molto sentita dai fedeli. In ono-re della Spina, simbolo della Corona di Cristo e venerata poiché ritenu-ta salvatrice del popolo colpito da un terribile terremoto, ogni primave-ra viene organizzata una manifestazione in costume che prevede unalunga processione da Petilia al Santuario. La Via Crucis si snoda lungoun vecchio sentiero attraverso contrade e fiumi; durante il corteo dodicifiguranti delle confraternite di San Francesco e della Madonna del Rosa-rio indossano un saio penitenziale viola e una corona di spine e tra-sportano una croce di legno sulle spalle. Un altro confratello, che impersona Cristo, indossa un abito rosso e porta una crocemolto più pesante, mentre altri personaggi raffigurano i soldati romani, uno dei quali ha il compito di scandire le tappe del Cal-vario battendo una catena sul legno della croce. I fedeli seguono il corteo intonando canti e preghiere in un misto di italiano,dialetto e latino, contribuendo alla manifestazione con la loro presenza e affrontando il duro percorso persino in ginocchio o apiedi nudi, per mostrare completa devozione e partecipazione al dolore di Gesù. Con l’arrivo al Santuario, sempre presente sul-lo sfondo della processione, viene celebrata la Messa Solenne, la reliquia viene esposta e all’aspetto religioso si affianca quellopiù ludico dell’abbondante cena offerta sotto le querce nei pressi della chiesa.

➜ IL BATTISTERODELLA CATTEDRALE

DI S. SEVERINA Il piccolo edificio,

costruito tra l’VIII e il IXsecolo e riconosciuto

come il più anticomonumento bizantino

della Calabria, forse inorigine veniva adibito aMartyrium, o costituiva

addirittura l’anticaCattedrale vera e propria.

La pianta primitiva ècircolare a quattro

bracci, l’atrio ha corpocilindrico, il tamburo

è ottagonale e rispondeall’alzata della cupolaretta da otto colonne.

Sulla parete sinistra delbraccio di nord-est sono

ancora visibili restidi affreschi bizantini del

X-XII secolo, mentreil dipinto sulla paretesinistra del braccio di

nord-ovest raffiguranteS. Gerolamo risale

al Quattrocento.

Sopra, da sinistra:nella statua ligneadell’Ecce Homo sonoevidenti le influenze delbarocco spagnolo e dellascuola del Seicento siciliano,nella drammaticità dellafigura e nella sua tragicaespressività;un’immagine della Madonnadella Scala nella chiesa delSS. Salvatore.

A lato: il battisterobizantino di Santa

Severina; il Santuariodella Madonna del

Condoleo, a Scandale:l’appellativo della Vergine

significa “dolore conpartecipazione”.

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Il museo è, da sempre,un ambiente in cui si mantienein vita, riecheggiandofra documenti e oggetti,la memoria delle civiltà.I musei del Crotonesecostituiscono una vibrantetestimonianza dei costumiche rendono unicoquesto territorio.

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MUSEIVoci della memoria

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Nel Museo Archeologicodi Crotone sono visibili alcuni repertiappartenenti ai cosiddetti tesori della

dea greca Hera e oggetti rinvenutia Krimisa, insediamento di Punta Alice

in cui si narra visse Filottete,eroe della guerra di Troia e arciere

di leggendaria abilità.

(Le foto del Museo Archeologicodi Crotone sono realizzate su concessione

del Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali n. 81 del 05/10/2012 - Soprintenza

per i Beni Archeolologici della Calabria).

QUELLO CHE CROTONE DEDICA

ALLA MILLENARIA STORIA DEL

SUO TERRITORIO e ai suoi retag-gi archeologici è senz’altro un

vero e proprio gioiello, un ricco banchet-to per gli appassionati di storia classica eper chi voglia comprendere fino alle radi-ci la magia dell’atmosfera crotonese. IlMuseo Archeologico di Crotone, situatonel centro storico di questa ariosa cittàimbevuta di sole e luce, accoglie i visitato-ri con un tranquillo giardino in cui sonoconservate due vasche termali in pietraprovenienti dall’Asia Minore e ritrovatenei fondali al largo di Punta Scifo a segui-to del naufragio della nave che le traspor-tava. I due piani espositivi sono organizza-ti seguendo una disposizione cronologica:

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si comincia con i reperti preistorici del Neo-litico, fra cui gli utensili in ossidiana prove-nienti dalla vicina Petilia Policastro, passan-do per i corredi funerari dell’età del ferro,per giungere fino ai reperti risalenti all’Etàdel Bronzo. È poi però con la sezione riser-vata ai reperti di epoca greca che il fascinodel Museo raggiunge i suoi vertici: oltre al-l’amplissima collezione di vasi e anfore, danon perdere è sicuramente la sala dedicatainteramente al Tesoro di Hera, costituito,insieme ad altri ornamenti, da uno splendi-do diadema in lamina d’oro a fascia cesella-to con un motivo intrecciato, che probabil-mente ornava una statua della dea, protet-trice della città. Meritano di essere citati an-

che i due askoi (letteralmente “tubi”, vasiper olii e unguenti caratterizzati da un bec-cuccio) a forma di sirena, risalenti al V e VIsecolo a. C.: sono noti solamente tre esem-plari con questa foggia a livello mondiale. IlMuseo segue poi la storia dell’antica Krotonfino al Medioevo, accompagnando i visita-tori fra i principali personaggi ed avveni-menti che hanno segnato la città.

L’uomo e la sua storiaIl Museo della Civiltà Contadina, nel comu-ne di Melissa, occupa alcuni ambienti al pia-no terra della Torre Aragonese, già sede lega-le di G.a.l. Kroton, nella frazione di TorreMelissa. Qui, a partire dal 1998, è stata pre-disposta un’esposizione che riporta in vita lastoria contadina dell’alto Crotonese median-te un grande numero di oggetti di utilizzoquotidiano, disposti secondo un’attenta curaalla riproposizione degli ambienti. Per questomotivo, le sei sale mirano ad esporre le diffe-renti abitudini domestiche, lavorative e so-ciali, presentando un quadro completo dellarealtà contadina, analizzata secondo diverseprospettive. La prima sala, dedicata alla lavo-razione del latte, ci mostra gli oggetti caratte-ristici di questa attività: calderoni, secchi,sgabelli, un colatoio, svariate fiscelle, coppe ecucchiai di legno. Alle pareti, numerosi fini-menti in ferro e cuoio, come collari, campa-nacci, una sella, ferri per il marchio del be-stiame e un aratro in legno. Nella seconda sa-la si rivive un tipico ambiente domestico: illetto con il materasso di paglia, la cassapan-ca, il mobile per la toeletta, una culla; curio-si il seggiolone impagliato dotato di foro esottostante pitale e il girello di legno. È evi-dente come la tessitura occupasse un posto dirilievo all’interno dell’attività domestica: tro-viamo telai, pettini, scardassi, gramole e unamacchina per cucire. Proseguendo nella visi-ta, incontriamo una sala dedicata agli ogget-ti di falegnameria: trivelle, seghe, pialle, oltrea strumenti per il lavoro nei campi. A questisi aggiungono, nella quarta sala, gli attrezziper la bottega del fabbro: vi si scorgono te-naglie, martelli, pinze, oltre a chiavi, serratu-re, ferri di cavallo. Non manca la bottega delciabattino con il tavolo da lavoro in legno,

➜ HERA LACINIA,“LIBERATRICE”DEI PROPRI TESORIEleutherìa, “liberatrice”,era l’epiteto attribuitoa Hera. Lo si legge suun cippo del Santuarioa lei dedicato e datatoV secolo a.C., che rivelaun aspetto assaiaffascinante della dea,preposta a fornire asiloagli uomini che sirifugiavano nel tempio,come dimostranonumerose iscrizioni incisesu tabelle di bronzorinvenute nei pressi delSantuario. Liberazionedegli schiavi e anchedei tesori che, in seguitoagli scavi del 1987, hannoritrovato, oltre alla luce,un pubblico pronto adapprezzarne la grandezza.Il “Tesoro di Hera”,scrigno di meravigliecome il diadema d’oro,la testa di grifo, la kylixattica a figure nere e lepatere umbilicate si trovaoggi custodito al MuseoArcheologico Nazionaledi Crotone.

diversi tipi di lesina e di punteruolo. Unapiccola collezione di oggetti in ceramica, co-me giare, pignatte, recipienti per la conserva-zione dei cibi e anfore è visibile nella sala suc-cessiva, dove strappano un sorriso gli abbeve-ratoi per i pulcini. L’ultima sala è dedicata adun’altra tradizione rurale importantissimanel crotonese, la viticoltura, di cui osservia-mo alcuni strumenti come macchine spargi-zolfo e un raro esemplare di macinino in le-gno per i cristalli del minerale giallo.

Luoghi oggetti documentiIl Museo Diocesano di Santa Severina si tro-va in quello che un tempo era il Palazzo Ar-civescovile e rappresenta una delle più im-

In basso: il Museo Civicodi Crotone ospita pezzi

riguardanti la storia dellacittà, come la collezione

di antichi documenti estampe, abiti medievali e

reperti in ceramica.

Nella pagina a lato: alcunidegli oggetti conservati nel

Museo Archeologico diCrotone, dai quali trasparel’elevata competenza degli

artisti della MagnaGraecia, attenti al minimo

dettaglio decorativo eall’armonia delle forme, nei

gioielli e negli ornamentipiù preziosi così come

negli oggetti di usoquotidiano.

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SITO ARCHEOLOGICO DI CAPO COLONNA

L’area archeologica che si trova a Capo Colonna, vicino a Crotone, è rag-giungibile seguendo una strada costiera che parte dal capoluogo. Situa-to in posizione strategica lungo le rotte marittime che univano Taranto al-lo Stretto di Messina e adagiato sopra un promontorio anticamente det-to Lacinion, da cui il nome della dea venerata Hera Lacinia, fu uno deisantuari più importanti della Magna Graecia. Il complesso originale eracostituito dal Tempio e da almeno altri tre edifici; di costruzione datata VIsecolo a.C. (per quanto riguarda quello che viene denominato “EdificioB”, VIII Secolo a.C.), rimangono alcuni resti e la colonna superstite, cui fi-no al 1638 se ne aggiungeva una seconda, collassata in seguito ad un ter-remoto. Nel XVI secolo venne quasi completamente saccheggiato conscopo di riutilizzo dei materiali da costruzione. Il tempio di Hera Laciniaera affacciato sul mare, esastilo e composto di quarantotto colonne in sti-le dorico. Le colonne raggiungevano 8 metri d’altezza ed erano costitui-te da otto rocchi scanalati. Il tetto era composto di lastre di marmo e te-gole in marmo pario, e doveva contenere decorazioni, come risulta dalrinvenimento di una testa di donna in marmo e di altri frammenti. Sonorimaste tracce di una Via Sacra lunga una sessantina di metri e larga 8. A

completare la struttura altre costruzioni denominate “Edificio B”, “Edificio H”, “Edificio K”, che si ipotizza potessero avere, inorigine, la funzione di tempio, mensa e foresteria.

appunti d i v iaggioDa lunedì a sabato 17:00-20:00domenica 10:00-13:00 / 15:00-20:00;in estate da lunedì a sabato 16:30-23:00domenica 10:00-13:00 / 16:30-23:00.◗ Museo Diocesano Ex Palazzo Arcivescovile - Piazza CampoComune di Santa Severina (KR)� 0962.51069Ingresso. A pagamentoOrari di apertura. In inverno da martedìa domenica 9:00-13:00 / 15:00-18:00;in estate 9:00-13:00 / 15:00-20:00.Giorno di chiusura. Lunedì(salvo prenotazioni)[email protected] - www.museisantaseverina.it◗ Museo Civico Demologico dell’Economiadel Lavoro e della Storia SocialeVia AmedeoComune di Isola di Capo Rizzuto (KR)� 0962.799002Ingresso. GratuitoOrari di apertura. Mercoledì, venerdì esabato 16:00-19:00 (altri orari su richiesta).◗ Museo di Arte Contemporanea Viale Regina Margherita, 70Comune di Crotone (KR)� 0962.20346Ingresso. Gratuito

◗ Museo ArcheologicoVia Risorgimento 53 - Comune di Crotone (KR)� 0962.23082Ingresso. Gratuito fino a 18 anni eoltre i 65 anni.Orari di apertura. Tutti i giorni9:00 - 20:00◗ Sito archeologico di Capo ColonnaVia per Capo Colonna Comune di Crotone (KR)� 0962.934814 / 934188◗ Museo Civico Archeologico Palazzo Porti Piazza DiazComune di Cirò Marina (KR)� 0962.370056Ingresso. GratuitoOrari di apertura. In inverno 9:00-14:00;in estate 9:00-14:00 / 19:00-22:00 Giorno di chiusura. Sabato◗ Museo della Civiltà ContadinaFrazione di Torre MelissaComune di Melissa (KR) � 0962.865801(Consorzio Sviluppo Alto Crotonese)Ingresso. A pagamento Visite guidate. PrevisteOrari di apertura. In inverno

DA VISITARE

portanti testimonianze sull’arte sacra in Ca-labria. È suddiviso in tre sezioni: “Luoghi”,“Oggetti” e “Documenti”. La prima sezionesi trova nel Salone degli Stemmi, presenta gliedifici di culto ed espone l’evoluzione chequesti hanno subìto nel tempo, dalle cata-combe alle prime basiliche, dai battisteri al-le chiese bizantine, dalle abbazie alle catte-drali post-tridentine. La seconda sezionemostra vasi sacri, arredi ecclesiali, reliquiari,ostensori, paramenti, oggetti per l’abluzionee l’incensazione, ex voto, strumenti sonori.Nella sezione “Documenti”, in cui figuranotestimonianze scritte su carta e su pergame-na, emerge la storia di tutta l’arcidiocesi. Dirilevante importanza è la bolla papale di Lu-cio III, redatta ad Anagni nel 1184. Tale bol-la, chiamata Ad abolendam, a conclusionedel Sinodo di Verona ove venivano condan-nati Catari, Patarini, Valdesi e Arnaldisti,condanna tutte le forme di eresia e comandatutti i vescovi di eseguire accurate indaginidi possibili eretici all’interno di ciascunadiocesi, con una frequenza di una o due vol-te l’anno. Le altre pergamene presenti in ar-chivio (oltre 250) appartengono ad epochedifferenti ed offrono una preziosa testimo-nianza non solo relativa all’amministrazione

religiosa, ma anche a quella civile, costituen-do una rilevante memoria storica del territo-rio. La Biblioteca Diocesana, in fase di rior-dino, comprende circa 2000 volumi: fra i te-sti antichi, degni di nota sono due quattro-centine e ben 120 cinquecentine. Il catalogoè reperibile on line sul Sistema BibliotecarioRegionale. A completare il Museo è la colle-zione De Luca, costituitasi di recente in se-guito alla gentile donazione del dott. Fran-cesco De Luca, storico locale. Questa è sud-divisa nelle due sottosezioni “Reperti del ter-ritorio severinate” e “Numismatica”. La pri-ma espone oggetti che vanno dal periodoprotostorico fino all’età moderna e com-prende testimonianze di vario genere qualifibule, croci, anelli, collane, encolpi. La se-conda mostra svariati sigilli, medaglie, mo-neta e cartamoneta appartenenti a diverseepoche storiche. ■

Sulla doppia pagina,in senso orario: un collage

di immagini dedicate allecollezioni dei musei del

Crotonese: il Museo dellaCiviltà Contadina; tre fotodel Museo del Castello di

Santa Severina; una sala eun particolare del Museo

Diocesano di Santa Severina.ancora il Museo della Civiltà

Contadina di Crucoli,con la ricostruzionedi una casa rurale.

➜ MUSEO DEL VINODI TORRE MELISSA

Nel centro storico diTorre Melissa il Museo

del Vino rappresenta unatappa fondamentale perchiunque arrivi in visita

nel borgo, in particolarein seguito al recupero dal

fallimento della CantinaSociale operato dal

Comune di Torre Melissa.La mostra può rivelarsi

un’interessante visita perchiunque voglia

conoscere tutti i segretiche si celano dietro alle

eccellenze nel campodell’enologia non solo del

Crotonese, ma di tuttala Calabria, che non

a caso nell’antichità eraconosciuta come Enotria,

“Terra del vino”.

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IL VALOREDELL’UNICITÀ

Sarà che a Crotone si vive bene, complici il climatipicamente mediterraneo e la natura variegata, sarà cheun tempo questa città era nota per la sua elevata cultura

scientifica, sarà che la gente di queste terre è semprestata caratterizzata da un’ospitalità più unica che rara,la verità è che nel corso dei secoli sono stati numerosi

i personaggi illustri nati in questa terra, o chel’hanno scelta come luogo in cui vivere.

Complici la campagna poco illuminatae l’aria limpida e pulita, il cielosi illumina della magia della Via Lattea,osservabile in tutta la sua magnificenzanella notte calabrese.

Una terra ricca di storiae personaggi importanti

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T RA LE MURA CITTADINE, UNA BELLISSIMA COSTRUZIONE IN MARMO BIANCO si distingue perl’evidente ricchezza del proprietario, che a quanto pare può permettersi una dimora di sor-prendenti dimensioni, circondata da splendidi portici e coloratissimi giardini. All’internodel tempio si sente una sola voce parlare, a tono piuttosto basso e scandendo perfettamen-

te ogni termine. Circa seicento paia di occhi osservano intensamente l’oratore, l’attenzione è alle stel-le e non si sente volare una mosca. Tra i numerosi allievi (poiché è evidente che tali siano, così comel’autorevole signore con la barba ha tutta l’aria di essere un importante maestro) tantissime sono ledonne; alcune appaiono addirittura più concentrate dei colleghi maschi. Ma di cosa tratta la lezione?In verità non è così chiaro di primo acchito: sicuramente c’entra la disciplina matematica, molti sonoi ragazzi che prendono appunti e che tracciano sui loro “taccuini” angoli, rette e formule. Ma l’inse-gnante nomina spesso anche una parola mai sentita, definendo sé medesimo e coloro che lo stannoascoltando dei “filosofi”, e affermando, con una sicurezza ed un’apparente serenità interiore che nonpossono lasciare spazio a dubbi o domande, che la filosofia sia quella scienza che raccoglie intorno asé “tutti coloro che amano la sapienza come chiave d’accesso ai segreti della natura”.

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RINO GAETANO

Spesso definito “cantante surrealista”, Salvatore Antonio Gaetano nasce a Crotone il 29 ot-tobre 1950. A Roma, dove si trasferisce nove anni dopo con la sua famiglia, cresce e matu-ra la sua vena artistica provocatoria. Nonostante la lontananza, le canzoni più famose ciparlano sempre della sua amata città natale, della sua gente, del suo mare e delle sue tra-dizioni. Viene ricordato per la voce ruvida e spontanea, per la lucida e graffiante ironia concui svelava la realtà, per la denuncia sociale celata dietro testi apparentemente facili e di-simpegnati. Uno dei temi più affrontati dal cantautore crotonese sarà quello della questio-ne meridionale, che costringe la sua famiglia, come molte altre del sud, ad emigrare in cer-ca di una sistemazione migliore. Il culmine della carriera risale al Festival di Sanremo del1978 con il successo di Gianna, che quasi eclissa per molti anni i lavori precedenti. La mor-te tragica e prematura, in seguito ad un incidente stradale, lo porta via a soli 30 anni. Co-

me accade spesso, il suo talento e il suo genio artistico vengono riconosciuti dalla critica solo alcuni anni dopo la sua scom-parsa, e nel nuovo millennio le sue canzoni tornano ad essere ascoltate e rivisitate da molti autori, riscuotendo un successostrepitoso soprattutto tra i giovani. Dal 2001, ogni anno la città di Crotone lo ricorda con la manifestazione “Una casa per Ri-no”, una serie di concerti e di eventi che animano l’estate calabrese cercando di far rivivere la grande energia e l’entusiasmoche “Dracula” (come lo chiamavano gli amici per la sua abitudine ad uscire la sera) trasmetteva sempre nei suoi testi.

verità proprio come suggeriva il maestro, chechiedeva ai suoi alunni di non limitarsi adascoltare e capire i suoi insegnamenti, ma dielaborare nuove idee e dimostrazioni. Traquesti, spicca il pensiero del crotoniate Filo-lao che, seguendo i consigli del “filosofo cheparlava attraverso l’oracolo” (come narra unadelle tante leggende sorte intorno alla figuradi Pitagora), divenne un grande astronomo,filosofo e matematico, contribuendo adesportare il pensiero della scuola pitagoricafuori dai confini ellenici. Precursore nell’in-tuizione del ruolo marginale della Terra nelsistema solare, nel campo dell’astronomia at-tribuiva la massima importanza al “FuocoCentrale”, ovvero la sede di Zeus, centro del-l’attività cosmica.

Forza delle braccia e potere delle paroleUn elemento in cui prevalsero gli antichiabitanti di quella che fino al 1928 (dall’epo-ca normanna) fu conosciuta come Cotrone,è lo sviluppo di notevoli doti atletiche: mol-ti i crotoniati vincitori ai Giochi Olimpici,fra cui il più celebre Milone, che si narra fos-se stato anche il ricchissimo “patrono” di Pi-tagora quando questi si trasferì nella città. Adetta dello storico Diodoro Sicuro, oltre alottare per gli allori olimpici, proprio Milo-ne fu il condottiero che permise a Crotonedi sconfiggere il potente esercito della rivaleSibari nel 510 a.C. Tanta eccellenza nelle at-tività motorie generò una particolare atten-

Sono proprio queste le parole con cui nelVI secolo a.C. Pitagora di Samo, una

delle figure più misteriose del mondomatematico, rispose a Leone, prin-

cipe di Flio, quando questi glichiese come si sarebbe defini-

to. Egli, dopo innumere-voli viaggi, aveva scelto

la colonia di Krotonper fondare la pro-pria scuola, detta Ca-

sa delle Muse. Fondamentale è divenuto ilteorema che dal matematico prese nome, co-sì come molto conosciuta è la sua teoria del-la metempsicosi, secondo la quale l’anima so-pravvive alla morte corporea. Il numero rap-presentava per Pitagora il principio di tutte lecose, e le sue parole a Crotone raccolsero im-mediatamente moltissimi seguaci, anche sesoltanto le menti più acute potevano essereammesse alla sua scuola. In verità, alla streguadi molti grandi della Storia, la sua figura èstata spesso intrisa di leggenda, come peresempio accadde per la sua morte, che sem-bra essere avvenuta a Metaponto intorno al490 a.C., dopo che il maestro si era rifugiatolì in seguito ad un incendio che personaggidella plebaglia crotoniate, invidiosi del suc-cesso dei Pitagorici, avevano appiccato allasua casa-scuola. Molti sono i nomi degli stu-diosi che sulle orme di Pitagora approfondi-rono le proprie conoscenze matematiche, an-dando sempre più a fondo nella ricerca della

➜ I FRATELLI BANDIERAI veneziani Attilio edEmilio Bandieria,influenzati da Mazzini aitempi della Giovine Italia,s’impegnarono perla liberazione del popoloitaliano dagli oppressori eper l’unione degli Statiitaliani in un’unicarepubblica, organizzandouna sommossa popolarea partire proprio dallaCalabria. Insiemead alcuni compagni, pervolere del re Ferdinando,furono condannati amorte e fucilati nelVallone di Rovito,nel luglio del 1844,al grido “Viva l’Italia”.In località Bucchi, pressola foce del fiume Neto,in ricordo della fallitaspedizione, sorge oggiun monumento a lorodedicato nel luogoin cui sbarcarono.

zione per lo studio del corpo umano e dellamedicina, di cui il rappresentante più notofu Democede, che visse nel VI secolo a.C. eche lo storico greco Erodoto nel III librodelle sue Storie ricorda come “il più abilenella sua arte a quei tempi”. Altrettanto im-portante è stato Alcmeone, che per primointrodusse la sperimentazione nella medici-na tramite la dissezione dei corpi umani(fondamentale per il suo studio sull’anato-mia), dando così origine al metodo scientifi-co e rendendo l’arte medica una vera e pro-pria scienza. La cura del corpo si affiancò al-la materia che nell’antichità ricopriva il mas-simo gradino della scala sociale: la politica.Kroton venne scelta da uomini come Pita-gora grazie al favorevole clima politico e alpotere economico che per molti anni, finoalla metà del VI secolo, mantenne l’armonianella città, mentre la tirannia dilagava nellealtre colonie ioniche. Fu lo stesso Pitagora,insieme a personaggi quali Aristeo, Millia eMenone, a portare ulteriori migliorie nell’as-setto politico del governo crotoniate. Ma lepersonalità politiche amate dal popolo chevissero a Crotone si susseguirono anche inepoca moderna, da Raffaele Lucente adAlfonso Lucifero. In tempi più recenti, infi-ne, la città ha donato, stavolta al mondo del-la musica, un personaggio che si è affermatoa livello nazionale ed internazionale graziealle sue eccellenti doti di pianista. Sergio

Cammariere assimila splendidamente tradi-zioni musicali italiane ed influenze del jazz,sonorità sudamericane ed armonie classiche,trasformando le poesie travolgenti ed evoca-tive che i suoi parolieri offrono allo spartitoin vere opere d’arte. ■

Il Parco di Pitagora,a Crotone, è un ampio

spazio dedicato allescoperte matematiche e

al pensiero filosoficodel padre del celeberrimo

teorema. Il Parco siarticola armoniosamente

in modo da collegarele esposizioni esterne

(giardini e sculture)con lo spazio musealepiù tradizionale, graziea percorsi a spirale e

ad una concezione fluidadegli spazi e dei loro

utilizzi.

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CULTURA AGRESTEUn legame profondocon la propria terra

Le mani degli uomini sanno di terreni coltivati,quelle delle donne di pasta fatta in casa,

quelle dei bambini di pane caldo imbottito di salumi eformaggi. Tutte si nutrono della tradizione gastronomica,

cuore pulsante di questo angolo di Calabria.Dal vino Cirò agli insaccati di suino nero di Calabria,

dall’olio extravergine di oliva per arrivareal Pecorino crotonese, le produzioni di queste terre

sono da sempre una garanzia di qualità.

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rispetto di quell’ambiente vengono mantenu-te vive. Il cibo sano, buono, che profuma di“storie della nonna” si affaccia così sui ban-chetti dei mercati, delle feste e delle sagre dipaese, perché chiunque possa assaporare edacquistare un pezzo di identità locale, ed in-namorarsene perdutamente.

I segreti della BontàI prodotti derivano da un procedimento di fi-liera corta, che garantisce al consumatore laprovenienza e la trasparenza del prezzo. Sipuò ripercorrere a ritroso la strada che ha por-tato un formaggio sulla propria tavola e unbicchiere di buon vino alle proprie labbra. So-no molte ormai le aziende agricole biologicheche lavorano nella salvaguardia della biodiver-sità e del patrimonio autoctono, usando an-cora i metodi di coltivazione e di allevamentotradizionali che valorizzano l’intero territorio.Il nuovo campo della zootecnia biologica staprendendo sempre più piede, dando prefe-renza negli allevamenti alle razze rustiche e lo-cali. C’è grande cura nel garantire ad ognianimale il suo giusto spazio vitale, nonché fo-raggio naturale prodotto a rotazione sulle col-line e sulle montagne. Il risultato è una pro-duzione di qualità riconosciuta e premiata alivello nazionale ed internazionale. I prodottidella tradizione sono tanti e tutti degni di no-ta, legati al grande rapporto che unisce da se-coli la gente alla terra.I salumi ne sono forse l’esempio più lampan-te, in particolare per la lavorazione del maia-le. Il rito della sua uccisione e la produzionedegli insaccati ha radici molto profonde nellacultura locale: la popolazione per lo più con-tadina teneva in grandeconsiderazione

L A TERRA HA MEMORIA. Una memo-ria lunga millenni fatta d’impressio-ni, attimi, vibrazioni ed energia checome un’infinita catena la legano al-

l’uomo e alla sua vita. La terra nel Crotoneserisuona ancora dei passi dei contadini, dellecanzoni delle donne al raccolto, dell’eco dellegocce di sudore che la bagnavano cadendodalla fronte degli abitanti, che benedicendolane raccoglievano i frutti. In una storia di ri-spetto, amore e dipendenza che dura da sem-pre e continua anche oggi, nonostante i cam-biamenti della vita e la frenesia della quoti-dianità. Forse è proprio in questo presentepiù di allora che si sente la necessità di legar-si al territorio, mantenere le tradizioni e con-tinuare ad immergersi in una filosofia di vitaun po’ perduta, dimenticata, ma estrema-mente affascinante e carica di storia. Nellaprovincia di Crotone è in atto un crescente ri-torno alla terra, con un aumento della com-petitività delle piccole imprese e delle aziendeagricole che hanno iniziato ad affrontare in-sieme le problematiche oggettive legate al ter-ritorio. Questa impostazione vuole garantirela qualità e la territorialità del cibo, la creazio-ne di nuovi prodotti rivolti alla tutela del-l’ambiente e l’esaltazione di quelli tradiziona-li. Inoltre, grazie al lavoro capillare di propa-ganda ed integrazione si vengono a creare oc-casioni di mercato che valorizzano i prodottilocali, attirando il consumatore e favorendolo sviluppo di altri settori come quello turisti-co e dell’artigianato. La storia e la cultura delterritorio sono inscindibili dall’ambiente e nel

➜ I VINI BIOLOGICIDI CIRÒ

La produzione dei vini nelCrotonese sta assumendo

i caratteri del biologico.Numerose aziende agricole

usano vitigni autoctonifinemente selezionati perottenere un prodotto che

parli del territorio nelrispetto del suolo e della

biodiversità. I vignetivengono coltivati senza

l’ausilio di prodotti chimici,ma prevedendo gli attacchiparassitari con capannine

meteorologiche e trappole diferomoni a richiamo

sessuale. Le fasi dellaproduzione sono gestite

internamente come nellefattorie di una volta. I vini

bianchi, rossi e rosati di Cirò,uno dei massimi vanti trale produzioni delle terre

crotonesi, sono moltopregiati, recano il marchio

DOC e sono apprezzati alivello nazionale ed

internazionale.

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questo animale. Possedere un maia-le era garanzia di sopravvivenza all’in-verno, ma bisognava prendersene grandecura nella speranza che non si ammalasse e ar-rivasse sano al giorno della macellazione. Ledonne aspettavano con ansia quel momento,quasi in trepidazione, affilando i coltelli concui avrebbero preparato gli insaccati. La fami-glia intera si riuniva al momento dell’uccisio-ne, con rispetto e gratitudine nei confronti

di chi li avrebbe sfamati nei giorni du-ri in cui la terra è brulla e non donaniente. Il rito non durava mai me-no di tre giorni ed era la festa piùimportante sotto Natale. Ancora

oggi nei comuni del Crotonese le sa-gre del maiale a gennaio ricordano igiorni passati intorno al calderone bol-lente, a macellare, pulire, insaccare.Ogni parte della bestia veniva sfrut-tata: le parti migliori venivano utiliz-

zate per i salumi e le salsicce, ma anche

Quella della viticolturaè una tradizione

profondamente radicata nellacultura e nella storia del

Crotonese, come in tuttala Magna Graecia.

In particolare, quellodi Cirò è stato il primo vino

calabrese ad ottenerela denominazione di origine

controllata nel 1969.

Nella pagina a lato: Capocollo,salsiccia, soppressata e

salami si ottengono dalle carnidi razze autoctone, allevate

secondo i dettamidell’agricoltura biologica.

➜ IL SUINO NERODI CALABRIAOggi sta diventando unodei protagonisti della cucinalocale. Ma questo “maialino”dal manto scuro negli anni’70 ha rischiato l’estinzioneperché rispetto al cuginorosa ha una resa minore:le figliate sono inferiori innumero, la stazza raggiuntadagli adulti è minore ei tempi di sviluppo più lunghi.La qualità degli insaccatiottenuti è però decisamentesuperiore ed è per questoche negli ultimi decennialcuni allevatori calabresihanno riscoperto il valoredi questa razza autoctonadichiarata nel 2001“a protezione speciale”.Il sapore dei salumi del suinonero di Calabria è apprezzatotutti i giorni sulle tavolecrotonesi e rappresentaun momento di festa nellasettimana dal 7 al 13 agostoa Isola di Capo Rizzuto,nella sagra dedicata.

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trasformazione delle carni delle razze autocto-ne come, appunto, il suino nero di Calabria.La vita in libertà del maiale nero e l’alimenta-zione naturale - ghiande, cereali misti e casta-gne - favoriscono la produzione di salumi dieccellenza, dalla soppressata al prosciutto cru-do, dal salame al lardo, che completano almeglio l’offerta gastronomica del Crotonese.

Sulle tracce dei casariOltre al maiale, anche i bovini e le pecore so-no fonte di fiori all’occhiello nella produzioneenogastronomica del Crotonese. In particola-re, insieme ad un buon salume, sul piatto nonpuò mancare una fetta di formaggio, provolao pecorino. La provola è fatta di latte bovinocrudo, caglio e sale; è filata manualmente eha quell’inconfondibile sapore dolce emorbido. Già la forma è sinonimo di ri-conoscibilità: allungata e legata dagliappositi cordoncini di materiale vege-tale, può essere consumata fresca o do-po una breve stagionatura che noncompromette il tipico aroma di lattefresco. Il pecorino crotonese è inveceuno dei più grandi formaggi da grattu-gia italiani: viene prodotto con latte dipecore della razza autoctona Gentile, in-sieme al caglio di capretto di diverse azien-de agricole del territorio. Gli animali pascola-no allo stato semi-brado in un territorio dai

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il grasso, il sangue, le zampe e la testa dell’a-nimale venivano lavorati per portare in tavo-la piatti succulenti. Ed in tavola si assaporanosempre le fette tonde e gustose di capocollo,una specie di pancetta derivante dal lombosuperiore del maiale, salata esternamente emassaggiata per favorire la penetrazione degliaromi nella carne. La salsiccia cuoce sulla gri-glia spandendo l’inconfondibile aroma di salee pepe rosso con cui è stata preparata. La sipuò trovare aromatizzata con semi di finoc-chio ed intrecciata a catenella o ferro di caval-lo. Può essere fresca o stagionata ed è prodot-ta con la parte magra della coscia e un po’ digrasso, mescolata con gli aromi ed insaccatain budelli naturali, mentre la soppressata siottiene mettendo lo stesso impasto sotto pesoa stagionare. Dopo essere stata insaccata, que-sta viene stesa su dei teli di lino e rimane sot-to una tavola coi pesi per una settimana,prendendo così la sua forma caratteristica.Quindi viene leggermente affumicata bru-ciando delle scorze di arancia e lasciata a sta-gionare per circa sei mesi, dopo i quali è deli-ziosamente pronta per essere assaporata. La gelatina all’alloro è forse uno dei cibi piùcaratteristici e particolari, legata alla tradizio-

ne contadina, che rimanda ai tempi passati incui la povertà era molto diffusa e tutto ciòche con la fantasia si poteva ricavare da unanimale era una benedizione. Il piatto derivadalla bollitura per diverse ore delle parti discarto del maiale, della testa, delle frattaglie edelle cotiche. Una volta pronta, ha una con-sistenza solida ed un colore tendente al gri-gio, dal sapore intenso di grasso che si sciogliein bocca. Viene conservata in contenitori diterracotta anche per un anno ed è estrema-mente nutriente, soprattutto durante i mesiinvernali, grazie al non indifferente apportocalorico.L’insaccato che non teme confronti, in termi-ni di qualità, è quello ottenuto dal suino ne-ro di Calabria: la carne dal gusto forte e in-confondibile e la sua resistenza alle malattie eal clima ostile lo rendono ideale per l’alleva-mento allo stato brado o semi-brado. Il GALKroton, grazie al Piano di Sviluppo Locale“Genius Loci” si sta impegnando a promuo-vere l’allevamento estensivo e biologico e la

IL PANE DI CUTRO

Il pane di Cutro è uno dei prodotti tipici della provincia di Crotone, dall’aromacaratteristico e sempre fresco. Viene preparato con una miscela di grano duroper l’80% e di semola crotonese per il 20%, lievito madre, acqua e sale. Perprima cosa si scioglie il lievito, preparato il giorno prima, in acqua tiepida, poisi setaccia la farina nella tipica madia con u crivu (crivello) per scartare even-tuali impurità. Si impasta vigorosamente e si copre il composto lasciandolo ri-posare a lungo per poi passare alla pezzatura. Le “panette” hanno forma ton-da, da 1 o 2 chili, e vengono lasciate a lievitare su tavole di legno per circaun’ora. Il forno della cottura deve essere in lastre di terracotta o argilla, ali-mentato con legna di faggio, ontano o quercia. Quando i mattoni sulla volta di-ventano bianchi per la corretta temperatura raggiunta, il pane viene inciso,

infornato e lasciato cuocere per due ore. Il prodotto finale è profumato, con una mollica ricca e spugnosa che contrasta conla crosta croccante e può durare anche una settimana senza perdere fragranza. Il GAL Kroton ha di recente proposto a diver-se aziende agricole l’utilizzo del tradizionale grano varietà Cappelli, che ne esalta le qualità organolettiche. Queste pagnottesono molto richieste in tutta Italia, dovunque ci siano calabresi che hanno bisogno diassaporare i sapori di casa anche a chilometri di distanza. In estate, ad ago-sto, si tiene l’annuale Sagra del Pane, ma la domanda supera l’offerta edè quasi impossibile trovarlo. Con code lunghissime davanti ai forni del-la città, spesso bisogna ricorrere alle prenotazioni per riuscire ad ac-caparrarsi una delle richiestissime forme. Il motivo è uno solo: il pa-ne di Cutro è troppo buono.

➜ LE MANI IN PASTALe donne di Kroton amanoancora fare la pasta incasa. Secondo latradizione, usano farina digrano duro, acqua e sale,ma niente uova. Le dannoforme svariate utilizzandoattrezzi appositi come iferretti per i maccarruni,oppure oggetti “fai da te”come il cestino di viminidetto cernigghiu su cuicreano gli gnocchichiamati cucavateddri.La pasta viene consumatafresca o lasciata seccareed è conditaprincipalmente conragout di carne di maialee pecorino grattugiato,oppure con le verduredell’orto o le fave.Nei comuni vicino al mareun bel primo con le sardenon si nega a nessuno,con il suo sapore intensodi pomodoro frescoe di mare.

vasti pascoli estensivi secondo la tradizionecentenaria, producendo un latte molto riccodi gusto e sostanze nutritive. La stagionaturadi questo pecorino varia tra i quattro mesi e idue anni e le sue forme sono cilindriche, dipeso variabile tra i 2 e i 7 chili. Quando il for-maggio dalla pasta semicotta e compatta si ta-glia, escono delle piccole gocce, lacrime digrasso che lo rendono unico grazie al saporedolce ed intenso. In tavola viene portato siafresco, generalmente grattugiato sulla pasta,sia stagionato con pomodori secchi e verduresott’olio.

Da sinistra: il pecorinocrotonese, a pasta dura,è prodotto esclusivamentecon latte di pecora dirazza Gentile; dal lattevaccino si ottiene, invece,il rinomato caciocavallo.

➜ IL SISTEMAALIMENTARE LOCALE

DEL GAL KROTONIl progetto mette in atto

azioni di promozione evalorizzazione sul mercatodella Filiera Corta Locale,

finalizzate a garantireun’adeguata divulgazione

delle caratteristicheintrinseche ed estrinseche

delle produzioni locali ei vantaggi connessi al loro

consumo. L’obiettivo delGAL è far diventareprotagonisti i buoniprodotti e le buone

pratiche del territorio, farconoscere la gente,

i luoghi, portare in tavolai sapori della tradizione

come dovrebbero esseresempre.

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La freschezza dell’ortoLa tradizione culinaria crotonese fa ampiouso delle verdure e dei frutti della terra. L’or-to è un giardino prezioso che fornisce cibisempre freschi sulla tavola. Le minestre, i mi-nestroni e le zuppe di ortaggi e legumi sonotipici di queste zone, mentre le verdure di sta-gione come i pomodori, le rape, i carciofi, lemelanzane, le patate, le cipolle, la zucca, i pe-peroni, il cavolfiore e i broccoli vengonomangiati appena colti o lavorati in diversi ti-pi di prodotti sott’olio, sott’aceto e sotto sale.Insieme alle conserve, riposano sugli scaffalidelle dispense in attesa dei mesi invernali, perpoi scaldare le fredde notti intorno ad una ta-vola imbandita di colori, profumi e saporid’estate. L’olio usato nei barattoli è quello extraverginedi oliva Alto Crotonese DOP, punto d’onoredella coltivazione delle olive che nella provin-cia di Crotone ha origine lontanissime, a par-tire dal 2000 a.C. circa, come documentatoin epoca bizantina grazie all’opera dei mona-ci basiliani. Il suo colore ha sfumature in pu-rezza e trasparenza che vanno dal giallo pa-glierino al verde chiaro ed il suo sapore frescoe fruttato avvolge completamente il palato,soprattutto quando è gustato su un pezzo deltipico pane di Cutro, il granaio del Marche-sato Crotonese. Il pane di Cutro è impastato con semola digrano duro in percentuali intorno all’80% e

per il resto con farina di grano tenero, lievitonaturale, acqua e sale, mentre l’olio Alto Cro-tonese si ottiene da olive della varietà Carolea,che deve essere presente negli oliveti in misu-ra non inferiore al 70%. Le altre olive chepossono essere inserite nell’Alto Crotonese inmisura non superiore al 30% sono le varietàPennulara, Borghese, Leccino, Tonda diStrangoli, e Rossanese. Anche il vino in questa terra ha radici profon-de di eccellenza. Nella maggior parte del ter-ritorio si producono bianchi e rossi, mentresoltanto in alcune zone si imbottiglia anche ilrosé. Centro nevralgico delle vendemmie so-no i comuni di Cirò, che produce l’omonimovino, Melissa e Crucoli. A Melissa e Sant’An-na di Isola di Capo Rizzuto si vinifica rispet-tivamente bianco e rosso, e rosso e rosato. Inqueste aree le etichette sono state fregiate conil riconoscimento del marchio DOC, mentreil vino di Lipuda ha ottenuto il marchio IGT.Il bicchiere di vino durante il pasto è il com-pletamento ideale del buon cibo, tiene il pa-lato fresco e pulito, sempre pronto ad assapo-rare integralmente gli intensi sapori delle pie-tanze in tavola. E per digerire non c’è niente di meglio di unpo’ di liquirizia. La pianta nasce spontanea indiverse aree del Crotonese, in particolare tra ilfiume Alli e il Capo Alice, ed in misura infe-riore tra la valle del Corace, e nel territorio diNicotera. La sua produzione ha origini anti-

➜ LIQUIRIZIA,MAGICO NERO

La liquirizia delMarchesato di Crotone

è riconosciuta dallaEnciclopedia Britannica

come la migliore almondo. La pianta è esile edelicata e le radici, moltoprofonde e lunghe anche

più di un metro, sonofortemente infisse nel

terreno, tanto daconsolidare sponde

e terreni argillosie suscitare un’antica

credenza che ritenevaarrivassero fino

all’Inferno! La liquirizia,nota per la sua azione

tonificante eantinfiammatoria, ha

benefici effetti perla gola, per l’apparato

respiratorio e per quellodigestivo ed è molto

studiata per le sueproprietà antiossidanti.

Dalla metà del Seicento èstata oggetto di

commercio, diventatoindustrializzato

nell’Ottocento. I prodottisono molteplici: dalle

classiche pastiglie, alleradici da sgranocchiare,

agli alcolici.

➜ L’ORO GIALLOLa presenza dell’olivo

nel Crotonese risale al2000 a.C., ma furono i

monaci basiliani adintrodurre vere e proprie

tecniche di produzioneolearia. Nel corso dei

secoli queste sono statemigliorate continuamente,

tanto che oggi l’olioextravergine di oliva Alto

Crotonese, prodottoesclusivamente nei

comuni di Castelsilano,Cerenzia, Pallagorio, SanNicola, Savelli e Verzino.

ha ottenuto il marchioDOP, sinonimo di

eccellenza locale.La raccolta delle olive

viene effettuatadirettamente dalla pianta,

a mano o con mezzimeccanici e si concludeentro il 31 dicembre diogni anno. La tradizione

voleva che fossero ledonne ad andare a

raccoglierle nei grandicesti e nelle lenzuola,

cantando durante il durolavoro che spaccava

la schiena.

che e grandi industrie fin dagli anni ’60 del-l’Ottocento. Fonti storiche delle Camere diCommercio parlano di un ampio mercato diexport verso l’Inghilterra a Londra, negli Sta-ti Uniti a New York e a San Pietroburgo. Larigulizia, come è chiamata in Calabria, puòessere assaporata nei modi tradizionali morsi-candone il bastoncino e succhiandola spezza-ta dalle storiche lattine, oppure nei modi mo-derni attraverso i liquori e i digestivi. Ad ognimodo il risultato non cambia: il suo sapore èinimitabile, tanto che la liquirizia crotonese èstata definita a livello internazionale “la mi-gliore al mondo”.

La tradizione più veraLo scorrere dei mesi e delle stagioni fa girarela ruota della vita crotonese, e ad ogni sosta,quando il vento si stanca di soffiare, gli abi-tanti raccolgono i doni che la terra offre loro:li consumano per attingere forza ed energia,li conservano per il tempo a venire come nel-le più lontane tradizioni, li festeggiano allamaniera della vita moderna, senza dimenti-care lo spazio e il tempo in cui lo fanno. Matra qualche secolo certi gesti, certi aromi, cer-ti profumi saranno ancora gli stessi, e i voltiche hanno fatto la storia dell’antica coloniadi Kroton parleranno muti dalle vecchie fo-tografie ingiallite, dai “jpeg” di oggi e dachissà quale fantascientifico supporto del fu-turo: diranno che la terra ha memoria, e gliuomini anche. ■

Sopra: il peperoncinopiccante era notocome alimento giànel 5000 a.C., comesappiamo da alcuniritrovamenti archeologiciin Messico. Arrivatoin Europa a seguito deiviaggi di CristoforoColombo, sostituì benpresto spezie più costosecome la noce moscatagrazie al suo perfettoadattamento ai climimediterranei: si cominciòinfatti a coltivarloestensivamente anchenel Vecchio Mondo.

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ITIN

ERA

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DEI

SA

PO

RI

Itinerario dei Sapori

In Provincia di Crotone,nel cibo si gusta la necessità che

questi luoghi hanno di rimanere uguali ase stessi il più a lungo possibile e di tramandarsialle nuove generazioni, con orgoglio e onore, per

una tradizione profonda ed antica che chiede di essere salvata.Salumi, formaggi, pesce e pasta fatta in casa...non c’è palato che possa restare insoddisfattoal ricco banchetto offerto dalle queste terre.

UNA CUCINADA SOGNO

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le ciambelle cuzzuppe, le amarette ed il pane al-l’anice. Opto per le cassettelle ripiene di uva pas-sa, noci e mandorle, ricoperte di miele. È unmosaico di paesaggi e sapori che non ha ugua-li. A Cerenzia la mia attenzione si concentra suitanti pani differenti e sui modi in cui vengonoutilizzati in cucina. Prendo un pezzo di mucel-lato pasquale per assaggiare la sauza: fave fre-sche bollite e fatte soffriggere con olio, mentuc-cia, aglio, aceto e mollica di pane, il tutto ac-compagnato da vino bianco. A Cirò mi concedo subito un bicchiere di buonvino, per pulire la bocca da tanti sapori, ma so-prattutto per gustare una delle eccellenze locali.Il baccalà con i peperoni è la preferenza imme-diata, visto che la sua tradizione è legata al pe-riodo delle vendemmia. Sulla tavola ci sono ipipi e’ filari, le sarde fritte o fatte in frittata, lapasta tradizionale cannaruzzuni, tipica dei ma-trimoni celebrati in casa, e il pollo ripieno conle uova sode. A Cirò Marina la scelta è d’obbli-go: un bel crostino con salsa di bianchetto sala-to, novellame di sardine o acciughe, aromatiz-zata con pepe rosso, sale ed olio. Ma cosa man-

giare a Crotone? Carne o pasta? Alla fine assag-gio una splendida zuppa di pesce preparata conalghe aromatiche, aglio, prezzemolo e pomodo-ri con pane abbrustolito. A Cotronei vengo im-mediatamente conquistata da un piatto di po-modori e peperoni in salamoia, mentre mi ten-ta anche il profumo delle castagne dei boschidella Sila, uno degli ingredienti tipici della cu-cina di questo comune, tipicamente montana.A Crucoli mi dirigo decisa verso la pitta, focac-cia farcita con caviale di sardella e bianchetti:questa crema è un vero cavallo di battaglia delCrotonese. La tavola di Melissa ha un’interaparte dedicata alle fave: l’aspetto della sauza miincuriosisce e scelgo questa, che con aglio, pa-ne, alloro e peperoncino a strati alternati è dav-vero una leccornia. Dei maccheroni fumanti miattirano inesorabilmente, ma mi accosto al de-sco di Mesoraca: il capriettu cu patati mi tentatroppo e mi lascio andare al suo invito congrande piacere. La carne è tenera e speziata, co-me la maggior parte dei piatti di questo comu-ne, che prediligono l’uso del peperoncino pic-cante. Giunta a Cutro posso confermare, come

zucca bolliti a lungo con le pa-tate, ma alla fine preferiscouna fetta di bukevalle, la tipi-

ca pizza salata preparata confarina e quel che resta del maia-le dopo aver fatto lo strutto.Cucinare con concentrazionee attenzione, mettendo ognicura nella ricerca degli ali-menti e degli additivi giusti, si

lega facilmente a un certo per-fezionismo, e alla creatività e fi-

ducia nelle proprie qualità tipichedella gente di questi luoghi.

L’immaginazione mi porta verso Casabonaper assaggiare gli ottimi pitta i fera, deliziosiboccioli di rosa di pasta sfoglia fatta in casa conliquore, cannella e chiodi di garofano, ripienadi mandorle e noci. Vorrei assaggiare anche lafrissurata, ma procedo verso Castelsilano. La ta-vola è interamente ricoperta di insaccati e pro-dotti sott’olio. I dolci prendono un intero latodel desco, divisi per tipo e per ricorrenze festivein cui vengono preparati: ci sono i mustazzuoli,

➜ FAVE,IL TESORO DELL’ORTOFrutti della terra che

regalano piatti tipici diantica tradizione nel

Crotonese sonocertamente le fave.Che siano mangiate

fresche o lasciateseccare per l’inverno,

il gusto dolce ela consistenza soda

si prestano perfettamentealla cucina. La pasta con

le fave o la minestra diquesti legumi sono

eccellenti. Tipici esempisono i favi fratti e

la sauza: il primo èun piatto di pasta che

si ottiene facendo bollirele fave secche e

le cotiche del maiale conla cipolla, e condendo poi

con abbondante olio epeperoncino, mentre

la seconda è una speciedi lasagna con strati

alternati di fave tenere,aglio, pane casereccio

grattugiato e spezie, cottia fuoco moderato.

➜ DEL MAIALENON SI BUTTA NIENTEIl maiale è sempre statoun tesoro prezioso perle famiglie delMarchesato. Chi ne avevauno poteva affrontarel’inverno con fiducia,perché un singolo animaleavrebbe nutrito un’interafamiglia per mesi. Ancoraoggi nei comuni dellaProvincia la carne delmaiale viene trattatacome allora, mantenendoalcuni piatti chealtrimenti si sarebberopersi. Oltre ai deliziosisalumi, anche frattaglie,coda, testa, polmoni ecotiche sono sul menù:ci si condisce la pasta,si prepara la gelatina,si mette la salsiccia nelbudello, si friggono esoprattutto si mangianoapprezzandone il sapore,quel gusto che sa di casae di usi e costumida non dimenticare.

A lato: il pesce delMarchesato è perfetto

se accompagnatoda un vino biancoleggero e secco.

Sulla doppia pagina:una sinfonia di sapori

della cucina calabrese,che non tralascia carni

né pesce e che sa offrire,sulle coste così come

nell’entroterra, un gustogenuino e deciso,

sia nella semplicitàdi un piatto fresco a base

di verdure sia neglielaborati intingoli

di mare.

ECCOMI GIUNTA NEL CROTONESE, perconoscere il patrimonio tradizionalegastronomico dei 27 comuni che ren-dono unica questa terra. Rispettosa

della cucina locale e soggiogata dal palato, hopredisposto il viaggio in modo da arrivare aBelvedere Spinello, prima tappa del mio tour ditavole, in tempo per l’ora di cena. Le mie aspet-tative sono state tradite dall’aereo in ritardo, co-sì ho potuto solamente dirigermi mesta versol’albergo pensando alle caratteristiche dell’arteculinaria locale: ai pentoloni dove ribolle il su-go, all’estrema attenzione nell’utilizzo di ogniparte del maiale, per creare piatti economici madal sapore inimitabile. Il mancato calore dellatavola imbandita e del cibo consumato sugge-stionano il mio sonno, durante il quale perce-pisco immagini e aromi apparentemente reali.Ogni piatto scelto, ogni ingrediente assaporato,l’abilità dello chef, tutto questo mi appare insogno e spero sia una vista sulle emozioni lega-te a eventi futuri.Mi accosto a una tovaglia ricamata con fili d’o-ro: c’è scritto Caccuri, ne deduco che questi sia-no i piatti tipici del comune, e mi ritrovo unaforchetta e un coltello scintillanti fra le mani.Inizio con un antipasto a base di sanceri, unaspecie di salsiccia fatta bollire per un’ora, checontiene sangue di capra, pecora o maiale con-dito con formaggio, pangrattato e aromi. Vorreiprovare anche i taglierini con le stigghiole, oppu-re il bullitu di carne o i dolci mustazzoli ripieni,ma mi pulisco le labbra e procedo verso Carfiz-zi. Ed ecco un piatto di furisiscka, fiori e foglie di

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ossia due pezzi di pane tagliato a forma di dischisu cui si spalma il sugo di cottura di u salatu, laparte più grassa del maiale fatta cuocere allospiedo sulla brace. Ed eccomi infine a Verzino.Secondo l’usanza, sulla tavola c’è un solo grandepiatto che contiene una selezione delle pietanzemigliori fatte soprattutto con verdure fresche, le-gumi, latticini e maiale. Affondo la forchettanella grande scodella, come si faceva un tempoquando si mangiava tutti insieme allo stesso de-sco dopo una giornata passata nei campi. “Allora, cosa ne pensi?” mi chiede la Cucina diCrotone. Io sono davvero estasiata perché hoassaggiato tanto cibo e ne ho gustato il saporesenza indigestione. Poi però mi viene in menteche non c’era la tavola di Belvedere Spinello, equando glielo faccio notare mi ritrovo sedutasul letto nella camera di albergo. Il sogno è fi-nito: per mangiare un formidabile piatto di fa-vi fratti, pani cottu o la tiedda che sfrigola in untegame di coccio letteralmente avvolto da car-boni fumanti, con all’interno strati di patate ebaccalà aromatizzati con varie spezie, dovròdare un colpo di telefono e prenotare al risto-rante. Per davvero, questa volta. ■

LA CALABRESE: PIZZA DOP

I salumi di Calabria sono conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. I metodi di produzione e la qualità sempre offerta han-no garantito a quattro tipi in particolare l’ambito marchio DOP, Denominazione di Origine Protetta: salsiccia, soppressata,capocollo e pancetta. Per valorizzarli in modo sempre nuovo è nata l’idea di creare una pizza con tutti questi ingredienti: laCalabrese. È stato inoltre istituito il Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria a DOP, un organismo senza fini di lucro chesvolge, su incarico del Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali, le funzioni di tutela, vigilanza, promozione, va-lorizzazione, informazione al consumatore e cura generale degli interessi relativi alle DOP dei salumi di Calabria. Il Consor-zio realizzerà, nel corso dei prossimi mesi, un’articolata campagna pubblicitaria che interesserà i mercati italiano ed estero.L’Associazione culturale Consuma e Spendi Calabrese e l’Api, Associazione Pizzerie d’Italia, sezione Calabria, si sono uniteper dare vita al progetto cercando di coinvolgere i ristoratori. Già molti nel territorio del Marchesato di Crotone hanno ade-rito volentieri all’iniziativa impegnandosi ad acquistare i salumi dai produttori facenti parte del Consorzio. Il risultato è unanuova fantastica pizza a km 0, dal profumo intenso e dal sapore avvolgente, che delizia il palato dei comuni del Gal, di tut-ta la Calabria, e presto di tutta Italia.

passa e frutta candita, ricoperte di cioccolato oglassa. Mi avvio verso Rocca di Neto e decidodi provare la ‘nduja preparata dagli scarti delmaiale, che in dialetto vuol dire “niente”. Inrealtà si tratta di una specie di salsiccia impa-stata con pepe rosso e sale e lasciata stagionarea lungo in attesa dei mesi di magra in cui si ac-compagna alla gelatina fatta con testa, trippa,zampe, coda e cotenna di maiale e ai pomodo-ri sott’olio. A Roccabernarda la maggior parte delle ricetteruota proprio intorno alla carne del maiale, mavisto che amo la pasta provo subito i famosi cu-vatiaddrj cu sucu e puarcu, gnocchi fatti a manoconditi con ragout di maiale. Quando arrivo aSan Mauro posso godermi una bella frittata difrittuli e pecorino grattugiato, condita con salsadi pomodoro e basilico fresco: una pietanza ca-ratteristica dal gusto intenso ma molto fresco. ASan Nicola mi servo una montagna di deliziosastridja, una particolare pasta di farina di fru-mento tirata a mano per creare tanti fili chevengono conditi con fagioli bianchi insieme adolio aromatizzato con aglio e peperoncino. ASanta Severina la presentazione dei piatti è cu-riosa: ci sono arance

già mi era giunta voce, che chi ha mangiato al-meno una volta il suo pane, non lo ha più di-menticato: fatto con il grano duro, è divino an-che solamente con un filo d’olio d’oliva. La tavola di Isola di Capo Rizzuto si distinguedalle altre per la quantità impressionante di pe-scato che mi si presenta davanti agli occhi. Nonsapendo proprio decidere, trovo il compromes-so con una zuppa di pesce molto assortita e gu-stosissima: scorfani, tracine, rombetti, gallinel-le, pesci lanterna, donzelle, gronghi, il tuttocondito con aglio, cipolla, pomodori maturi,prezzemolo, vino bianco secco, olio, sale e pepee accompagnato da alcune fette di ottimo paneabbrustolito. A Pallagorio comincio a sentire l’acquolina inbocca guardando le montagne di dolci tipici:culumolli, pettole, gagane. Scelgo un tronchettoal miele, un pezzo del dolce natalizio detto cru-stoli aromatizzato anche con chiodi di garofano,cannella e buccia di mandarino. A Petilia Poli-castro le specialità sono i salumi, le conserve edil formaggio, ma ho ancora voglia di dolce, per-ciò assaggio le susumelle, paste piatte ed ovali

fatte con farina, zucchero,miele, cannella, uva

ovunque, in tutte le forme, cucinate in millemodi. In effetti questi frutti sono la peculiaritàdel comune e meritano la massima considera-zione: sono succose, dolci, sode. Non voglioperdermi in complicate preparazioni, perciò neprendo solamente una, e la mangio a spicchimentre vado verso Savelli. Anche qui ci sonomolte prelibatezze, ma vista la fama della casta-gna silana la scelta è un bel pacchetto di caldar-roste, che mi fanno assaporare un po’ anchel’atmosfera dell’omonima sagra che si tieneogni anno a fine ottobre. Quando arrivo aScandale mi precipito subito verso i taglierini inbrodo di pollo e ceci, anche se gli arrosti di vi-tello, agnello o coniglio hanno un aspetto dav-vero succulento. A Strongoli la pasta ed il ca-pretto hanno un posto d’onore, ma sono le co-colette a vincere: preparate per il martedì grasso,sono polpettine di ricotta pecorina fresca e pe-corino grattugiato condite con pepe, uova emollica di pane e poi fatte cuocere nel sugo dipomodoro. Davvero gustose. Davanti a me restano solo due tavoli, il sogno èquasi finito. Ad Umbriatico scelgo un piatto po-vero ma molto caratteristico: il pane curu salatu,

➜ I DOLCI DELLE FESTEUna delle tradizionipiù gustose nel Crotoneseè la preparazione di dolcitipici per Natale o perPasqua, generalmente abase di miele, mandorle,noci, uva passa e speziecome cannella e chiodi digarofano. Ogni comune hai suoi, e tutti differisconogli uni dagli altri. Ci sonobiscotti, ciambelle, torte,sanguinacci dolci, pani almosto o con i semi dianice, quadrotti di sfogliaripieni e bagnati dimostarda e liquore.Questi dolci sono veri epropri atti di devozionelegati all’antico usoreligioso di recare doni eportare offerte con cuile donne chiedevanobenedizioni e protezioneper le loro case efamiglie.

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In basso: una tavolatache raccoglie per

i buongustai il megliodel Crotonese, dalla pastafatta in casa ai più saporiti

prodotti dell’orto edel sottobosco.

Nella pagina a lato,in senso orario:

una selezione di vinicalabresi; l’ospitalità nel

Crotonese è nota peril calore: molte le strutturea conduzione familiare che

offrono un ambientepiacevolmente raccolto

dedicato al relax degli ospiti;anche la presentazione

è molto curata: nei piattitradizionali e in quelli più

moderni c’è sempre spazioper l’armonia di forme,

consistenze e colori;i fichi, giunti in Calabria

con le navi fenicie, eranoconsiderati “il pane dei

poveri”: crescendoabbondanti, freschi o

essiccati costituivano granparte della dieta delle

popolazioni rurali.

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Dal telaio a mano allo scalpello,dal tornio a ruota al coltellino, ancora oggi nel

Crotonese nascono capolavori unici e irripetibiliche riproducono espressioni e disegni millenari,

grazie ad un popolo che ha saputo conservarele proprie tradizioni e il gusto per la semplicità.

LE MANIDELL’UOMO

ARTI, MESTIERIE CREATIVITÀDELLE GENTI

CROTONESI

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L’eleganza del ferroLa sensazione è proprio quella, non c’è dub-bio: varcare la porta dell’officina del fabbroCistaro, a Foresta di Petilia Policastro, signi-fica affacciarsi sul mondo di una volta. La fu-cina ha tutta l’aria di essere il medesimo am-biente in cui si batteva il ferro quando anco-ra era diffuso questo mestiere, così come glistessi materiali appaiono quelli di sempre,dalla forgia alle numerose tipologie di mar-telli. Se lo sguardo spazia, il fatto che più col-pisce è la raffinatezza delle decorazioni cheun materiale duro e poco malleabile come ilferro non sembrerebbe in grado di indossare.

Dalle opere, l’attenzione si sposta alle manidell’artigiano: la maestria con cui si muovo-no incanta, e s’intuisce come quei gesti deci-si siano gli stessi che replicavano giorno do-po giorno i nostri avi. Questa passione colseGiuseppe Cistaro fin da bambino, spingen-dolo a spostarsi al Nord per studiare e lavo-rare a Legnano, e poi rispondere al richiamodella propria terra e tornare a Foresta per de-dicarsi completamente a questa professione.

La risorsa della forestaL’abbondanza di aree boschive in Calabriaha permesso di sviluppare un artigianato dellegno fedelmente legato alle tradizioni. Unadelle forme più originali è quella chiamata“arte dei pastori”, ovvero cucchiai, ciotole ebastoni frutto di una lavorazione basata sul-l’intaglio a mano e rimasta immutata nei se-coli. Di grande pregio i lavori di ebanisteriae di intarsio: interessanti sono le produzionidelle pipe, in particolare quelle “fiammate”degli artigiani di Melissa, che utilizzano leradici dell’erica arborea per creare veri e pro-pri capolavori. Nel Mercatino dell’Antiqua-riato, a Crotone, ogni domenica delmese è possibile trovare pezzi dacollezione, simboli di un forte at-taccamento alla propria terra.Proprio come le donne dei bor-ghi crotonesi, che ancora oggitramandano la sapienza dell’ar-te della tessitura, forse la pro-duzione che possiede le originipiù antiche: al primo posto si hala creazione di arazzi, la cui nascitasi perde nella notte dei tempi, eche segue ancora una tecnicain uso già nel XII secolo,ma nei laboratori è rilevan-te anche la produzione delmerletto al tombolo e quellodei pizzi. A Caccuri si realizza-no coperte di lana con disegnitradizionali, così come il pro-dotto di punta dell’artigianatolocale di Castelsilano sono le co-perte realizzate con il telaio a manoche riproducono motivi stilizzati oscene di vita quotidiana.

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I LAVORI ARTIGIANALI PER SECOLI SONO

STATI PRESENZA COSTANTE nella vitaquotidiana delle comunità delle cam-pagne. I più numerosi erano fabbri e

falegnami, indispensabili per costruire e ri-parare strumenti e attrezzi; ma anche carra-dori, maestri che lavoravano legno e ferroper carri e calessi, mentre bottai e magnanirealizzavano recipienti in legno e rame. Dal-la metà del XIX secolo cominciò il lento de-clino, a causa dell’industrializzazione nellaproduzione degli strumenti, e solo negli ul-timi anni si è riacceso l’interesse verso l’arti-gianato, che recupera tradizioni tramandate

per secoli nelle botteghe dei nostri antenati.Proprio nel Crotonese, accanto ai mestieri dicontadini e allevatori, l’economia si basavasul lavoro di uomini e donne che creavanomanufatti destinati al mercato locale o a fie-re regionali. Oggi in tutto il territorio, grazieall’azione delle amministrazioni pubbliche,di pari passo con una crescente richiesta diautenticità da parte del cliente, si assiste alricomparire di luoghi d’incontro che assimi-lano bottega di lavoro a spazi di scambio e dicommercio, per offrire oggetti che possanodiventare il ricordo di viaggio ideale, per ri-specchiare l’autenticità di questa terra.

Sulla doppia pagina: splendidi esempi dell’artedella tessitura nelCrotonese. In tuttala regione si trovanopiccoli laboratori diricamo, che con pazienzae precisione danno vita avere e proprie opered’arte piene di vita ecolore.

Sotto: un particolaredella lavorazione dellegno, materiale difondamentale importanzanella storia dellaCalabria, che congli alberi della Silacontribuì a costruirela flotta romana.

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appunti d i v iaggio

◗ Michele AffidatoPiazza Pitagora, 30 - Crotone (KR)� [email protected]◗ Valter ContarinoVia Roma, 28 - Crotone (KR)� 0962.25455◗ Gerardo Sacco & Co SrlVia Antonio De Curtis, 2 - Crotone (KR)

ARTE ORAFA � 0962.20661/2 Fax [email protected]

◗ Fucinarte di Giuseppe CistaroZona Industriale Località ComitoForesta di Petilia Policastro (KR) � e Fax [email protected]

LAVORAZIONE DEL FERRO

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a.C., senza alcun dubbio trae ispirazionedalla Magna Graecia, come si riscontra dallatipica lavorazione dell’oro e dell’argento cheancora oggi ricalca in gran parte lo stile deimonili dei costumi tradizionali. Ma accantoall’influenza antica, gli orafi crotonesi fannoda sempre tesoro di altri elementi stilisticiche hanno caratterizzato la storia artisticadella provincia, rivisitando in oggetti di raf-finata fattura l’imprinting dovuto alla pre-senza orientale, araba, bizantina e barocca, econferendo maggiore eleganza alla lavorazio-ne dei metalli con l’inserimento di coralli,perle e pietre dure. Nelle loro luccicanti bot-teghe, numerosi artigiani creano opere arteper i più svariati ambiti: lo dimostra l’atti-vità di Michele Affidato, che ha saputo di-stinguersi a livello mondiale per le creazionid’arte sacra e che ha avuto il privilegio di in-contrare molte volte sia Papa Giovanni Pao-lo II, sia Benedetto XVI, così come il Gerar-do Sacco, altro grande maestro orafo le cuicreazioni hanno esaltato il glamour di gran-

I MAESTRI ORAFI DI CROTONE

Molto apprezzata anche oltre i confini nazio-nali, oggi l’arte orafa crotonese ha molteplicicampi di applicazione: dal mondo dello spet-tacolo e della moda alle onorificenze pubbli-che, dalla gioielleria classica a quella ecclesia-stica. Un esempio è dato dal maestro crotone-se Michele Affidato, che si è dedicato per annialla creazione di opere d’arte sacra per chieseed autorità religiose, ed è andato più volte invisita sia di papa Giovanni Paolo II che di Be-nedetto XVI. Affidato inizia la sua carriera fre-quentando un laboratorio orafo fin da adole-scente, dove affina la propria tecnica, sino adarrivare all’apertura di una propria bottega nel1987. In breve tempo si fa conoscere grazie al-le sue doti non comuni e per le sue realizza-zioni in stile greco-bizantino alternate ad ope-

re dal taglio più moderno. Tra i maestri orafi di Crotone inoltre non si può non citare Gerardo Sacco, che guida da tempouna delle aziende orafe più prestigiose d’Italia. La passione per questo settore dell’artigianato coglie il maestro Gerardo an-cora giovanissimo, quando trova lavoro presso un piccolo laboratorio orafo, e scopre così la sua vera vocazione: plasmaree modellare l’oro e l’argento. Un soggiorno presso Valenza Po gli permette di perfezionare le tecniche di lavorazione, primadi ritornare nella sua città e fondare nel 1969 la propria ditta artigianale. L’artista si pone rapidamente all’attenzione del-l’ambiente per creazioni originali e distintive sia nel campo dell’arte sacra sia in quello dei preziosi. Al giorno d’oggi, graziealle sapienti mani di chi segue le antiche tradizioni, gli orafi crotonesi rappresentano un autentico punto di riferimento a li-vello nazionale ed internazionale.

Magnificenza orafaCi sono mestieri la cui nascita è talmente re-mota da rendere quasi impossibile la lorodatazione. L’arte orafa crotonese è sicura-mente tra questi. Pur non essendo anticaquanto la città, che venne fondata nel 710

di star quali Liz Taylor, Isabella Rossellini eMonica Bellucci. E infine la passione di Val-ter Contarino, artista con un nutrito back-ground di cultura classica, che incarna la tra-dizione esibendo pendenti, collane e brac-ciali dalle linee inconfondibili. ■

Gli oggetti in legno e le manidell’uomo mostrano l’abilitànell’intaglio: un legno idealeper l’intaglio è quello tenerodelle conifere, che cresconosoprattutto nella vicina areaprotetta della Sila Grande.

A lato: un mastro orafo euna sua sorprendente

opera: alcune creazionitradizionali sono

la gargantiglia, collanad’oro adornata da rubini,pietre verdi e granatine;le boccolette, orecchinicon perle e pendenti di

cristallo; le spatille,letteralmente “spadine”,che il promesso sposoinfilava nei capelli dellasua amata, e le ranule,

amuleti in argentoa forma di rana.

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FESTE E SAGREUN ANNO DITanti appuntamenti

tra le piazze e i borghidel Crotonese

IL TERRITORIO DEL CROTONESE IN PASSA-TO ERA CELEBRE PER IL CLIMA SALUBRE,la bellezza delle donne, la forza fisica degliuomini e la fertilità della terra. Un luogo

capace di attirare da ogni dove pensatori, dot-ti, appassionati d’arte e scienza, mentre cresce-va nella grazia di Apollo ed Hera. Ancora oggiquesta terra è capace di richiamare a sé l’inte-resse e la curiosità di molti. E quale modo, perassaporare il fascino di un territorio, può esse-re più autentico e affascinante dell’immergersiin un turbinio di emozioni partecipando al fol-clore della gente, respirando le loro emozioni,assaggiando i sapori della loro terra?

Rappresentazioni di fedeSospese tra il sacro e la superstizione, le ma-nifestazioni a sfondo religioso sono senzadubbio le più numerose oltre che le più sen-tite. Molte solenne è la festa della Madonnadi Capo Colonna, che si svolge a Crotonedalla seconda alla terza domenica di maggio.Ogni anno, in ricordo dell’assedio alla cittàdel 1519, quando i Turchi cercarono invanodi distruggere il quadro della Madonna, mi-gliaia di fedeli accompagnano l’immagine sa-

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Luogo magico, incontro di culture e tradizioni, testimone di vittorie,sconfitte e rinascite. Da una storia intensa, che ancora emana l’aura miticadella Magna Graecia, prendono spunto le innumerevoli rievocazioni, gli eventi

e le fiere che rendono così viva l’antica colonia di Kroton.

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gendario, che vuole un gruppo di marinaiscampati a una terribile tempesta, con la festain onore della Madonna di Vergadoro, pro-tettrice dei naviganti, dei campi e dei conta-dini e che si svolge a maggio nella domenicache coincide con l’Ascensione del Signore.

Borghi in piazzaL’altra faccia dell’identità culturale crotoneseè rappresentata dalle feste laiche, che di certonon mancano nell’intero comprensorio. Nelcapoluogo, a maggio, ogni anno prende vitail Festival dell’Aurora, rassegna di musicaclassica e leggera e di cultura che ha il suoculmine nel concerto dell’Aurora, nel sugge-stivo scenario del Parco Archeologico di Ca-po Colonna. A Castelsilano, durante la se-conda settimana di agosto, si svolge la tradi-zionale corsa degli asini che trae le sue origi-ni da un’usanza medioevale che voleva si or-ganizzassero competizioni tra i miglioriesemplari in occasione dei festeggiamenti delsanto patrono.Cutro, città degli scacchi, tra la fine di aprilee l’inizio di maggio, ogni anno è sede delTorneo Internazionale di Scacchi dedicato aLeonardo Di Bona, vissuto nel XVI secolo eprimo campione del mondo di scacchi; l’e-vento ospita giocatori di fama mondiale e or-mai è diventato il più importante in Italia etra i primi tre in Europa. Sempre in tema

cra in una lunga fiaccolata che dal centro del-la città giunge fino a Capo Colonna. Da qui,un’imbarcazione piena di fiori e di luci, se-guita da altri pescherecci fa ritorno in città,mentre il cielo si illumina con spettacolarifuochi artificiali.A Belvedere Spinello, nei primi giorni di giu-gno, si celebra la festa in onore della Madon-na della Pietà, patrona della cittadina. Treprocessioni per altrettanti giorni di festa, ac-compagnate dai portatori che issano in spal-la la statua della Madonna, insieme ad anti-chi canti e litanie, culminano nella tradizio-nale “riffa” (un susseguirsi di offerte dei fede-li), molto sentita dagli abitanti del borgo. Al-tra festa patronale di rilievo è quella di SanCataldo Vescovo, forse l’evento più impor-tante di Cirò Marina che ha luogo nella pri-ma decade di maggio. Oltre alle festività religiose, ogni anno si sus-seguono concerti di musica leggera e dellabanda locale. Molto toccante la giornata de-dicata al ricordo degli emigrati della città. Trastoria e leggenda nasce invece la festa del San-tissimo Crocifisso che si celebra a Cutro il 3maggio. Anch’essa patronale, ricorda la graziaricevuta dal paese dopo una lunga siccità chelo colpì nel 1854. Ogni sette anni inoltre vie-ne organizzata una festa speciale che ha inizioil 30 aprile (la prossima è prevista per il2016). Anche Strongoli ricorda un fatto leg-

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➜ SCACCHI VIVENTI Ormai da qualche anno,

a Cutro, in piazzaGio’ Leonardo di Bona,

la sera del 12 agosto sirivive la partita a scacchi

tra Leonardo Di Bona,detto “Il Puttino”, e

il Vescovo di Segura eambasciatore di Spagna

Ruy Lopez. Si parte con uncorteo storico a cui

partecipano personaggi incostume d’epoca e

sbandieratori che siesibiscono per le vie delpaese, successivamentesull’enorme scacchierapavimentale i figuranti

sfilano in abiti d’epoca perdare vita alla celebre

scena illustrata nel dipintodi Luigi Mussini. Per info:

0962.7771541.

➜ IL PALIO MEDIEVALEDEGLI ASINI

L’origine di questamanifestazione di

Castelsilano si fa risaliread un’antichissima

tradizione medievale.L’evento si colloca

all’interno della giornatadedicata al santo patrono,

quando, tra i vari giochipopolari, vengono fatti

gareggiare i miglioriesemplari di asino

presenti nella zona conun enorme coinvolgimento

di grandi e piccini.La figura dell’asino

domestico è stata persecoli pilastro portante

dell’economia rurale,grazie all’eccezionale

resistenza alla fatica ealla frugalità, che

lo rendevano l’idealemezzo da traino, da somae da sella per gli uomini.

appunti d i v iaggio

Premio Manentecultura agosto � 0962.33274◗ ISOLA DI CAPO RIZZUTOSagra del maiale nero di Calabriasapori 7 - 13 agosto � 0962.797911◗ MELISSAFesta di San Nicola di Barireligione 6 dicembre � 0962.835801◗ MESORACAFesta di San Nicola di Barireligione 6 dicembre � 0962.489895Festa Ecce Homoreligione ultima domenica di maggio� 0962.489895◗ PALLAGORIOFesta della Madonna del Carminemarianaseconda domenica di maggio e luglio� 0962.761006Festa di San Giovanni Battistareligione 14 giugno � 0962.761006◗ PETILIA POLICASTROFesta di San Sebastianoreligione 20 gennaio� 0962.433811Festa di San Francesco da Paolareligione 2 aprile � 0962.433811Processione al Santuario S. Spinareligione secondo venerdì di marzo� 0962.433811◗ SAN MAURO MARCHESATOFesta della Madonna del Soccorsomariana giugno � 0962.53764San Nicola dell’AltoFesta di San Michele Arcangeloreligione 8 marzo � 0962.85046◗ SANTA SEVERINASagra dell’aranciasapori novembre � 0962.51062Fiera di Santo Jannireligione agosto � 0962.51062◗ SAVELLIFesta di San Pietro e Paoloreligione 29 giugno � 0984.996343Sagra della castagnasapori ottobre � 0984.996343◗ STRONGOLIFesta della Madonna di Vergadoromariana maggio � 0962.88216Sagra di pippi e patatisapori agosto � 0962.88216◗ UMBRIATICOFesta di San Donato8 agosto � 0962.765803◗ VERZINOFesta di San Donato3 febbraio � 0962.763749Fiera degli animalisapori e folcloreprima domenica di agosto� 0962.763749

◗ CROTONEFesta della Madonna di Capo Colonnamariana maggio � 0962.966591Festival dell’Auroramusica maggio � 0962.966591◗ BELVEDERE DI SPINELLOFesta della Madonna della Pietàmariana giugno � 0962.52032Festa del Lunedì di Pasquareligione Pasqua � 0962.52032Concorso Poesia in vernacolocultura agosto � 0962.52032◗ CACCURIFesta di San Roccoreligione agosto � 0984.998040◗ CARFIZZIFesta di Santa Venerandareligione 27 luglio � 0962.87041◗ CASABONAFesta di San Francescoreligione giugno � 0962.888830◗ CASTELSILANOFesta di San Leonardoreligione agosto � 0984.994025Corsa degli asinifolclore agosto � 0984.994025Palio della Strennafolclore dicembre � 0984.994025◗ CERENZIAFesta di San Teodororeligione 9 novembre � 0984.995035◗ CIRÒ MARINAFesta di San Cataldoreligione maggio � 0962.375111Festa di San Francesco e San Nicodemoreligione agosto � 0962.375111Le strade del vinocultura e sapori agosto - settembre� 0962.375111Sagra della sardella e del pesce azzurroagosto � 0962.375111Presepe artistico nel castelloreligione Natale � 0962.375111◗ COTRONEIFesta di San Nicola di Barireligione 6 dicembre � 0962.44202◗ CUTROFesta del Crocifissoreligione 3 maggio � 0962.7771534Festa di San Roccoreligione 16 agosto � 0962.7771534Festa di San Leonardoreligione aprile � 0962.7771534Torneo internazionale di Scacchicultura fine aprile – 1 maggio� 0962.7771534Scacchi viventirievocazione 12 agosto � 0962.7771534◗ CRUCOLISagra della sardellasapori agosto � 0962.33274

scacchi, ad agosto, si svolge invece la splendida “par-tita degli scacchi viventi”.

Tavole in festaRicco è il menù delle manifestazioni a carattere enoga-stronomico che si svolgono nell’area crotonese, massi-me espressioni della cultura contadina e dell’amore ver-so la terra, che richiamano tradizioni altrove quasi di-menticate. Il piatto forte si consuma in estate, parten-do dalla Sagra della Sardella, che è protagonista delleSerate Agostane a Crucoli, appuntamento fisso da cir-ca quarant’anni che attira turisti da ogni parte d’Italiaper gustare questa prelibatezza spalmata sulla classicafetta di pane casereccio, sulle preselle con olio e pomo-dori o come condimento per gli spaghetti. “Le stradedel vino” è una manifestazione che nella prima metà diagosto unisce Cirò e Melissa, ottima occasione per as-saggiare il Cirò Rosso DOC, il vino più famoso dellaCalabria, ma anche il Melissa DOC e il Sant’Anna diCapo Rizzuto DOC. Vini che si accompagnano per-fettamente con i sapori decisi della sardella, della pasta“alla mietiturisca” e della pitta bona. Cirò Marina pro-pone, nella seconda decade di agosto, la Sagra del PesceAzzurro, dove trionfano sarde, alici e tonno. Dal 7 al13 agosto di ogni anno, Isola di Capo Rizzuto ospita laSagra del Maiale Nero di Calabria, una razza autocto-na tipica del territorio calabrese. In autunno spiccanoinvece la Sagra dell’Arancia a Santa Severina e, nei pri-mi giorni di novembre, la Sagra della Castagna a Savel-li, quando per quattro giorni vengono distribuiti gra-tuitamente fino a 50 tomoli di castagne. ■

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Un ambiente incontaminato accompagnail visitatore nell’incontro con la natura:un territorio che si estende dalla montagnasino ai bassi fondali della costa e che proponeuna sorprendente varietà di esperienzeadatte ad ogni gusto e ad ogni stagione.

TERRAE ACQUA

INCANTESIMODELLA NATURA

LA PROVINCIA DI CROTONE insiste su un’am-pia area che spazia dal Parco Nazionale dellaSila sino al Mar Jonio. Nel lato montano ilconfine è segnato dal monte Gariglione, che

sorge sul lato orientale dell’altopiano silano, e dal la-go Ampollino poco più a nord, un invaso artificialecondiviso con le province di Cosenza e Catanzaro. Illato jonico, invece, è caratterizzato da circa 100 chi-lometri di coste sabbiose e pianeggianti, comprese trala foce del fiume Nicà a nord e quella del Tacina asud. Il corso dei due fiumi individua anche la marcadi confine della Provincia. Il Crotonese può vantareun’escursione altimetrica che porta dai quasi 1800metri dei rilievi silani sino al livello del mare e persi-no oltre, per gli appassionati di immersioni. In un contesto così ampio si possono incontrare gliambienti più diversi: dai bassi fondali ricchi di vita evegetazione acquatica, alle foreste selvagge dei versan-ti montuosi, passando per spiagge di sabbia finissima,campagne coltivate e alvei fluviali molto peculiari. Un’esplosione di natura varia e il clima mite consen-tono di vivere all’aria aperta tutto l’anno. La rinoma-ta bellezza della costa jonica può costituire lo sfondodi un turismo estivo balneare rilassante, o il punto dipartenza per entusiasmanti “esplorazioni” dell’ambien-te marino sotto costa.

Curiosa formazione rocciosacreata da Madre Naturache si può osservare nel comprensoriodel comune di Casabona pressoil geosito Zinga.

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➜ CICLABILEEX FERROVIA CUTRO-CROTONE-PAPANICE

Il percorsodell’escursione ha inizio

nei pressi dei ruderidella stazione

“Cutro–Scandale” esi snoda nell’ultimo

tratto dell’ex ferrovia,di circa 11 chilometri,

rimasto sostanzialmentea fondo naturale,fino alla stazione

“Apriglianello–Papanice”.Lungo l’itinerario a circaun chilometro è presente

una lunga galleria nonilluminata e poco oltre

s’incontrano alcuni pontiancora ben conservati.

Il paesaggio, purcaratterizzato dalle

formazioni di calanchiargillosi, in primavera siarricchisce di variegatefioriture spontanee e di

un’interessante avifaunacostituita da aironi e

folaghe.

➜ VILLAGGIO PALUMBO:SCI VISTA LAGO

Adagiato sulle pendicidel monte Gariglione e

affacciato sul lagoAmpollino, tra i monti

della Sila, VillaggioPalumbo è una frazione di

Cotronei, e sicuramenteuno dei migliori centri

calabresi per le vacanzemontane. Vanta ottimi

impianti di risalita:le piste sono tutte

dislocate sul versanteorientale del monte

Scorciavuoi (m 1.754).Oltre ad una pista di bob

lunga un chilometro,si è dotato anche di

un palaghiaccio.Rimasto per un po’ isolato

dalle grandi vie dicomunicazione, ha saputo

conservare intattala natura incontaminata e

selvaggia, tipica degliambienti silani.

Isola di Capo Rizzuto ed il Parco Naturaledella Sila.Se proprio non si riesce a privilegiare una solaalternativa tra terra e acqua, il territorio diCrotone offre persino esperienze “anfibie”:stiamo parlando del trekking fluviale, che rap-presenta anche uno dei pochi modi per calarsinegli ambienti più integri della regione. Nelleescursioni si segue l’alveo dei torrenti, proce-dendo spesso con i piedi nell’acqua, se non ad-dirittura a nuoto, in direzione opposta allacorrente. Tra gli scenari più suggestivi, il fiumeTacina è quasi interamente praticabile, anchese per i tratti più difficili servono un certo al-lenamento e la presenza di guide locali.

Un patrimonio vivo da tutelareLa mescolanza di terra e acqua genera unadelle più ampie varietà di ambienti e biotipidi tutto il meridione italiano. Il degradare avalle dai monti della Piccola Sila produce lecondizioni ideali per un buon numero di un-gulati, principalmente cervi e caprioli, checostituiscono la preda preferita del lupo. Pro-prio la presenza di grandi carnivori dimostrala ricchezza faunistica dell’ambiente. Accantoai canidi, tra i predatori si annoverano ancheil gatto selvatico, la martora, la volpe, la fai-na, la donnola. Presenze meno aggressive, macomunque capaci di suscitare emozione, sonoi ghiri e gli scoiattoli, molto numerosi e abi-tuati alla presenza umana; i secondi sono di-ventati tanto confidenti da familiarizzare coni turisti, specialmente se piccini.Ma il lago Ampollino costituisce un sicuro ri-chiamo anche per gli amanti del birdwat-ching. Grazie all’abbondante presenza di fau-na ittica, principalmente composta di trote eciprinidi, e di e anfibi, comprese rarissime va-rietà di tritoni, e per merito della posizionegeografica favorevole, l’invaso costituisce unottimo punto di sosta per molti migratori.Tantissime le specie di uccelli acquatici che vidimorano: in particolare è facile osservare ilsimpatico svasso maggiore, diverse varietà digermani e la folaga, ma è documentata anchela presenza dell’airone cenerino. Anche l’avi-fauna stanziale è ricca: molte le varietà di pic-chio e altrettanto abbondanti i rapaci, comelo sparviero, la poiana, il gheppio, l’allocco, il

Per gli amanti del trekking si apre un’inesau-ribile varietà di scelte: favorita da un’altimetriaregolare e da pendenze mai eccessive, la regio-ne crotonese consente piacevoli escursioni percamminatori e cicloturisti di qualsiasi livello,anche se non mancano proposte inusuali e piùimpegnative, come il trekking fluviale, consi-gliato nel periodo primaverile o estivo.Ma anche l’autunno e l’inverno riservano gra-dite sorprese per gli amanti dell’attività out-door: le colline crotonesi e le pendici dell’al-topiano silano sono rinomati luoghi di raccol-ta per funghi e castagne, e non mancano le pi-ste di discesa per lo sci alpino, ad esempio ilVillaggio Palumbo.

Emozioni tra terra e acquaGli antichi immaginavano il mondo compo-sto di varie combinazioni di aria, acqua, terrae fuoco. Qui, però, acqua e terra dominanoincontrastate: sono onnipresenti tanto da sen-tirsi completamente immersi. Nel primo casoè una sensazione naturale, sono numerose leattività subacquee, mentre per provare l’ab-braccio del quarto elemento si deve osare l’e-splorazione delle splendide grotte carsiche,che troviamo nella parte nord occidentale del-la Provincia. Tra i due estremi, si dischiudeuna scelta quasi infinita di percorsi escursio-nistici, ciclo-turistici e fluviali. Chi trova nell’acqua il suo elemento predilettopuò addirittura decidere tra dolce e salata… oprovarle entrambe. Infatti, agli itinerari subac-quei dell’Area Marina Protetta di Isola di CapoRizzuto si aggiungono le gite sul lago artificia-le Ampollino, dove si può praticare il canottag-gio o semplicemente rilassarsi su un pattino.Per quanti invece preferiscono un turismo più“asciutto” basta scegliere tra le escursioni “insalita” sui sentieri dei monti silani, e quellesotterranee, “in discesa”, per andare alla sco-perta dei siti ipogei nei comuni di Verzino,Castelsilano, Caccuri e Cerenzia. Natural-mente non possono mancare le proposte ci-clo-turistiche, dai percorsi del monte Gari-glione, al tracciato sulle “ex-ferrovie Cutro-Crotone-Papanice”. Quest’ultimo, in partico-lare, oltre ad essere una meta molto interes-sante già di per sé, costituisce la via naturaledi congiunzione tra l’Area Marina Protetta di

Sulla doppia pagina,in senso orario: il volodi un airone cenerino,una delle tante specieche popolano gli specchid’acqua calabresi;un impressionanteesemplare di pino laricio,un albero che raggiungemediamente i 35 metridi altezza; spettacolarearco tufaceo nell'areadel geosito Zinga che sovrasta la Valledel Vitravo; gli amantidel trekking possonosenz’altro trovare varieopportunità cheassecondino le loroesigenze, attraversola sorprendente varietàdi paesaggi delcrotonese, checomprendono fiumi elaghi, boschi e montagne;nelle due immagini,alcuni dei magici incontriche si possono fare nellanatura crotonese,complici il silenzio el’ambiente incontaminato;ai cicloturisti si offronopercorsi di tutti i livelli,dal tour adatto allefamiglie all’itinerarioimpegnativo riservatoagli esperti dellamountain bike.

➜ I LUPI DELLA SILA La Sila è la casa del lupo.Nei suoi boschi, più chein ogni altra zona d’Italia,si possono osservarequesti splendidi animali.La loro presenza èfondamentale nelmantenimentodell’ecosistema: cinghialie caprioli in sovrannumerovengono tenuti sottocontrollo proprio dai lupiche se ne cibanoscegliendo con attenzionei capi più deboli, malati ed anziani, aiutando cosìanche le altre speciea mantenersi floridee con un buon patrimoniogenetico.

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gufo e la civetta. Scendendo verso il mare, lesorprese non sono finite: l’intera costa jonicaè ricca di fauna ittica ed in particolare l’AreaMarina Protetta di Isola di Capo Rizzuto of-fre la possibilità di venire a contatto con mol-te specie tipiche del Mediterraneo.Tra gli abitanti marini più presenti si ricorda-no le cernie, i barracuda e i curiosi pesci pap-pagallo, ma anche polpi, stelle marine, ricci dimare e anemoni; infine, non sono rari gli av-vistamenti di delfini e di tartarughe della spe-cie Caretta caretta.

Sorprese sotterraneeIl territorio crotonese può vantare formazionigeologiche particolarissime, uniche in Italia senon addirittura in Europa: tra queste, il geosi-to di Verzino, che si colloca nel settore nord-occidentale della Provincia di Crotone ed ècompreso tra i comuni di Verzino, Castelsila-no, Cerenzia, Caccuri e Belvedere di Spinello.Qui, lo sviluppo di fenomeni carsici ha datoorigine a sei grandi cavità, che si sviluppanoper diversi chilometri al di sotto delle collinetra i fiumi Vitravo e Lese. L’acqua, scavando

appunti d i v iaggio

◗ Area Marina Protetta Isola di Capo RizzutoCentro ComunicazionePiazza Uccialì - Le Castella� 0962.795511 / [email protected] arrivare. Da Nord, autostrada A3Salerno - Reggio Calabria, segue uscita diSibari in direzione SS106 Jonica. Una voltaimboccata la SS106 Jonica proseguirein direzione sud. Da Sud, autostrada A3Salerno - Reggio Calabria, segue uscita Lamezia Terme - Catanzaro e proseguirein direzione Catanzaro. Giunti in prossimitàdi Catanzaro (Loc. Germaneto) seguirele indicazioni per Catanzaro Lido SS106Jonica. Giunti a Catanzaro Lido attraversarela città e proseguire sulla SS106 Jonica,la provincia crotonese dista circa 40 km.

DA VISITARE ◗ Aquarium – CEAM(Centro di Educazione all’Ambiente Marino)Piazza Santuario - Isola di Capo Rizzuto (KR)� [email protected]◗ Villaggio PalumboPiazzale Seggiovia - Cotronei (KR)� [email protected] arrivare. Autostrada A3 Salerno -Reggio Calabria, segue uscita di Cosenzae SS107 Silana Cosenza-Crotone, fino araggiungere il bivio per Palumbosila-Cotronei.◗ Osservatorio Turistico Provinciale Crotone� 0962.952404◗ Legambiente Petilia PolicastroEscursioni, cicloturismo, trekkingvia Risorgimento 36 - Petilia Policastro (KR)� 0962.433472 / [email protected] - www.legambientepetilia.it

AREA MARINA PROTETTA DI ISOLA DI CAPO RIZZUTO

L’area marina occupa una superficie di circa 15.000 ettari di ma-re, il che la rende la maggiore d’Italia per ampiezza. Si estendenel tratto costiero a sud di Crotone per 36 chilometri, tra CapoDonato e Barco Vercillo. Sito d’interesse archeologico, affascinasoprattutto per la natura marina incontaminata, per le acquecristalline, la sabbia finissima color tiziano e le scogliere scosce-se che riportano alla memoria profumi e colori di un tempo:uno scorcio di Mediterraneo con tutte le maggiori specie rap-presentate. L’istituzione della riserva, che avvenne ufficialmenteil 27 dicembre 1991, consegue un duplice obiettivo: la preser-vazione di un tratto di costa unico dal punto di vista ambienta-

le e la tutela del vasto patrimonio archeologico presente sui fondali marini. Per meglio preservare l’habitat delle numerose spe-cie che popolano questo paradiso di sabbia e mare, a partire dalla pianta marina endemica del Mediterraneo importantissimaper il nostro ecosistema, la Posidonia oceanica, balneazione, navigazione, immersioni e pesca sono regolamentate rigidamentee possibili solo in zone ben definite e con l’assistenza di personale locale. Tra le attività possibili ci sono immersioni, gite con im-barcazioni a fondo trasparente e persino un grande acquario, per godere dello spettacolo del mare con i piedi ben saldi a terra.

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nel sottosuolo, ha creato scenari maestosi: fiu-mi ipogei dai tortuosi percorsi, un variegatocorollario di stalattiti e stalagmiti, ampie grot-te con volte alte anche più di 15 metri e mol-te doline, veri e propri inghiottitoi di tipo car-sico, che possono costituire i punti di accessoper l’esplorazione delle caverne.Un secondo sito d’interesse s’incontra a Vrica,tra il centro abitato di Crotone e la località ar-cheologica di Capo Colonna. Si estende inun’area caratterizzata da superfici terrazzateinterrotte da spettacolari calanchi: per effettodell’erosione i pendii scoscesi formano minu-scole valli abbastanza profonde, separate dacreste sottilissime. Le formazioni si evolvonorapidamente allungandosi, approfondendosi,e spesso ramificandosi in sculture naturali. Un altro interessante geosito è Zinga, una fra-zione del comune di Casabona ubicata su un co-stone roccioso che sovrasta la Valle del Vitravo.L’area è compresa tra il centro abitato omonimoe monte Russomanno. La peculiarità morfologi-ca consiste in una cupola salifera: un affiora-mento di salgemma e altri sali, che, probabil-mente spinto dai profondissimi strati rocciosisottostanti e aiutato dalla minore densità del sa-le rispetto alle altre rocce, è emerso in superficie.La particolare risultante delle forze in gioco pro-duce strutture con la parte centrale quasi pia-neggiante e pendici variamente scoscese. ■

➜ IL GARIGLIONEIl nome della vetta più alta

della Sila Piccola (quota1764) deriva da “cariglio”,

termine dialettale chesignifica cerro,

un particolare tipo diquercia che produce unaghianda il cui cappuccio

si copre di una speciedi peluria riccioluta.

Un tempo, le pendici delmonte erano interamente

ricoperte da boschidi querce; oggi, invece,

la presenza della pianta èfortemente ridimensionatadall’intenso sfruttamento

operato nello scorsosecolo. La vegetazioneattuale presenta anche

molti faggi e abeti bianchi.

In questa pagina,in senso orario:

il Crotonese riesce adabbinare una storia

millenaria ad una sentitatradizione rurale; anche

gli sportivi più espertitrovano percorsi

stimolanti e divertentiadatti al loro livello;

i calanchi perché prividi vegetazione sonosoggetti all’erosione

a causa dello scorreredelle acque piovane

verso valle.

In alto: la torre di Scifofa parte del sistemadifensivo costiero.

Da sinistra, in sensoorario: il litorale ècaratterizzato da specietipiche della macchiamediterranea, fra cuispiccano i fichi d’India;Le Castella vistodal lungomare;l’acquario di Isola di CapoRizzuto, composto da 22vsche, mostra la faunaittica tipica dei fondalidell’Area Marina Protettadi Isola di Capo Rizzuto(nelle foto una granseolae un grongo).

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Inoltrarsi in una delle valli più affascinantie particolari della Calabria significa scoprire un ambiente

poco frequentato dal turismo di massa, dove peculiarità naturalie storico-culturali rendono l’incontro con i suoi borghi e

con il variegato paesaggio estremamente interessante.

Una panoramica di Casabona,Casivonu in dialetto, borgo giàcitato negli scritti di Strabone, geografo greco del I secolo a.C. IN VIAGGIO

LUNGO LA VALLEDEL NETO

7372

IL PUNTO DI PARTENZA DELL’ITINERARIO È SCANDALE, al centro del Marchesato a 350 metridi altitudine, da dove si gode di un panorama unico, con la vista del mare di Crotone sul da-vanti e le montagne della Sila alle spalle. Dal XII al XV secolo il borgo è stato residenza feu-dale della famiglia Sanfelice, mentre l’attuale cittadina, per un certo periodo chiamata anche

“Gaudioso”, venne fondata dal principe Galeotto Carafa nel 1555, sulla collina dove prima sorge-va la chiesa della Pietà. Ancora oggi il centro storico propone palazzi nobiliari dagli originali por-tali e graziose chiese come quelle di San Nicola Vescovo e dell’Addolorata. Continuando il percor-so lungo il Neto si giunge a Santa Severina, che si erge come una “nave di pietra” sull’intera valle.La rinomata località turistica mantiene le tracce della dominazione bizantina: il quartiere Grecia neè l’esempio più lampante. Il castello, visitabile, è tra le opere più significative per comprendere ilruolo strategico svolto da Santa Severina nei secoli scorsi. Alle pendici della Sila s’incontra Caccu-ri, un tempo vasto territorio feudale e oggi tra i paesi più gradevoli dell’intera Calabria. Sono giun-te sino a noi le strade in pietra levigata, il castello del VI secolo con l’inconfondibile torre, l’atmo-sfera tipicamente medievale. Proseguendo verso la Sila si raggiunge Cerenzia, in passato importantee glorioso centro bizantino. I ruderi della vecchia Acerenthia conservano le tracce dell’antico

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stero, l’unico del periodo bizantino pervenu-to ai giorni nostri quasi integro, che presentaavanzi di affreschi bizantini tra cui uno raf-figurante San Gerolamo.

Ritornare sulla SS107 bis, svoltare a destra eprendere direzione Crotone. Proseguire per 13,7chilometri fino al bivio, svoltare a sinistra sullaStrada di Grande Comunicazione (SGC)SS107, seguendo l’indicazione Cosenza. Dopo9,5 chilometri prendere l’uscita Caccuri e pro-seguire sulla SP32 fino al borgo. Caccuri si presenta come uno dei pochi pae-si italiani non ancora stravolti dalla moder-nità. Il centro storico è un intreccio di vicolie stradine che conducono tutti al Castello, ri-salente addirittura al VI secolo e inizialmentevoluto dagli strateghi bizantini per renderepiù sicuro il tratto di strada che da Crotonesaliva all’altopiano silano; sul castro orientaleè sorta poi questa imponente dimora barona-le, che ha ospitato alcune delle famiglie feu-dali più prestigiose del territorio. Dopo esser-si lasciati condurre dalla meraviglia che per-vade le intricate vie del centro, è d’obbligouna sosta al complesso religioso di Santa Ma-ria del Soccorso o della Riforma. La chiesa,oltre al rosone posto sul portale d’ingresso,presenta notevoli tesori al suo interno. Colle-gata è la cappella del SS. Rosario, conosciu-ta anche come “Congrega” e certamente l’edi-ficio più pregevole di Caccuri, con le statue li-gnee della Vergine del Rosario, della Madon-na Addolorata e della Madonna della Pace.

Ripercorrere la SP32 per 4,2 chilometri seguen-do le indicazioni per Cerenzia.La storia di questo borgo merita di essere cono-sciuta. L’abitato sorse nell’Ottocento in seguitoall’abbandono da parte degli abitanti dell’anticopaese Acerenthia: sulle sue origini storia e leg-genda si confondono, conferendole un partico-lare fascino di mistero. Alcuni pensano sia statafondata dagli Enotri, altri addirittura dal miticoFilottete; l’urbs era protetta da altissime muranaturali e dominava, così come domina tuttora,l’intera vallata del fiume Lese. Proprio dal rio,che un tempo forse era chiamato Acheronte, de-riverebbe l’etimologia. L’elemento turistico piùinteressante è proprio il Parco archeologico

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agglomerato urbano e sono visitabili non lon-tano dall’odierno centro abitato. Cerenzia ap-partiene al circuito “Le Città dell’Olio”, unimportante comparto produttivo dell’econo-mia locale che si fa risorsa d’interesse turisti-co. Castelsilano, tappa successiva, si presentaattraversato da stretti vicoli che conducono inampie piazze: i visitatori sono sempre incu-riositi dai grandi murales di Francesco Can-dido, che fanno da cornice al Museo all’aper-to della Civiltà Contadina. Proseguendo tro-viamo Savelli, Verzino e Casabona, famosiper i siti geologici, le antiche grotte del crina-le di Vallecupa e le grotte carsiche di Verzino.Si prosegue poi verso Rocca di Neto e Belve-dere di Spinello per immergersi nella spiritua-lità delle chiese della Madonna delle Sette-porte e della Madonna della Scala. L’itinera-rio termina a Santa Severina.

L’ITINERARIOLocalità di partenzaScandaleLocalità di arrivoSanta Severina Località intermedie e chilometraggioparzialeScandale – S. Severina 12,7 kmS. Severina – Caccuri 25,7 kmCaccuri – Cerenzia 4,2 kmCerenzia – Castelsilano 5,6 kmCastelsilano – Savelli 8,9 kmSavelli – Verzino 17 kmVerzino – Casabona 26,6 kmCasabona – Rocca di Neto 16,6 kmRocca di Neto – Belvedere di Spinello 14,5 kmBelvedere di Spinello – Santa Severina 15,2 kmChilometraggio totale147 kmCome arrivareIn auto. Dalla SS106 uscita per Scandale (allarotonda di Crotone). Dalla SS107 uscita perCorazzo – Scandale. Dall’autostrada A3 uscitaagli svincoli per Sibari, Cosenza o Lamezia Ter-me e proseguire per Crotone. In aereo. Colle-gamenti aerei sono attivi per aeroporto di La-mezia Terme (distante circa 110 km) e per ae-roporto di Crotone - S. Anna (distante circa 35km). In treno. Linee direttissime, dalle maggio-ri città italiane, per Cirò Marina e Crotone.

La partenza dell’itinerario è Scandale.Il paese si compone di due nuclei abitati: ilprimo, l’antico borgo, è situato in collina,mentre la frazione Corazzo si trova nella bas-sa valle del Neto. Il santuario di Santa Ma-ria di Condoleo (da “cum-doleo” che signi-fica “partecipazione del dolore”) è molto ve-nerato dagli abitanti, che festeggiano la Vergi-ne negli anni dispari. Notevole importanzaassume la chiesa di San Nicola Vescovo, nelcentro storico. Costruita nel 1631, conservapregevoli opere pittoriche e due antichi altaririportati alla luce dai lavori di restauro, sor-montati da bellissime colonne di pietra bian-ca e dedicati uno alla Vergine del Rosario diPompei, l’altro alla Madonna del Carmine.La prossima tappa è Santa Severina.

Prendere la SS107 bis e percorrerla per circa11,7 chilometri in direzione San Mauro Mar-chesato/Santa Severina. Il borgo si colloca in posizione privilegiata adominare l’intera valle. Di notevole impor-tanza storica è il Castello situato nella piazzaprincipale del paese insieme alla Cattedrale.Di origine normanna, ha ricevuto un accura-to restauro dal 1991 al 1998, e oggi ospita se-zioni museali di primario interesse, tra le qua-li il Museo Archeologico, dedicato a tutte lepresenze storiche rinvenute in città. La Cat-tedrale, dedicata a Santa Anastasia, è dota-ta di un’alta torre campanaria, a base qua-drangolare tipicamente rinascimentale e con-serva l’ambone in marmi calabresi risalente alXVII secolo. All’esterno è collocato il Batti-

74

➜ IL CASTELLODI SANTA SEVERINAIl Castello di Santa

Severina, o di Robertoil Guiscardo è stato

probabilmente erettodai Normanni sopra una

preesistente costruzioneda come si evince dagliscavi archeologici che

hanno portato alla lucemateriali di età greca,

resti di una chiesabizantina affrescata edi una necropoli dello

stesso periodo storico.Nel corso dei secoli

divenne dimora feudalesubendo un sostanziale

riadattamento degli spaziinterni. Oggi il castello

opportunamenterestaurato accoglie ogni

anno circa 50.000 turistiche scelgono di visitarlo.

➜ GROTTE DI CASABONAPer l’alta concentrazionedelle grotte presenti nel

tessuto urbano, Casabonasi configura come uno dei

villaggi preistorici piùpopolosi, forse la più

antica città calabra, unicanel suo genere.

Se si escludono le grottescavate di recente, le

altre presentano lecaratteristiche delle

grotte neolitiche, mentrenumerose sono state

inghiottite dalla modernaurbanizzazione, altre

ritoccate o ingrandite.Predisposte su terrazze

parallele che siespandono sui due crinalidi Vallecupa, interessante

è che alcune hannoalla base piccole nicchie

che servivano perla conservazione del vino

e dell’olio. A Casabonamolte grotte oggi sono

adibite a frantoi vinari evisitabili con percorsi e

visite guidate.

Nella pagina a lato,in senso orario: antico

opificio di Cerenzia;Castelsilano, la piazza;

Santa Severina;Acerenthia, oggetto dicampagne di scavo e

ricerca dellaSoprintendenza peri Beni Archeologici.

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dell’antica Acerenthia, che sitrova su un’altura a pochichilometri dal nuovo pae-se seguendo le indicazio-ni sulla SS107 SGC. ACerenzia si può ammi-rare la nuova chiesa diSan Teodoro che con-serva all’interno le vec-chie campane ed altresuppellettili che apparte-nevano all’antica chiesa de-dicata al santo, i cui ruderi so-no presenti nel sito abbandonato.

Ritornare sulla SGC SS107 e svoltare a sinistrain direzione Cosenza per circa 2,9 chilometri fi-no all’uscita per Castelsilano. Sulla SP27 conti-nuare per 2,2 chilometri fino al centro del paese.Ecco uno dei borghi sicuramente più affasci-nanti del Crotonese. Visitare Castelsilano si-gnifica entrare in un Museo della Civiltà con-tadina a cielo aperto: i muri delle case sonoornati dagli splendidi murales di Francesco“Ciccio” Candido che rappresentano scenedi vita quotidiana, i costumi, gli usi, l’econo-mia del laborioso popolo silano. Tradizioneconsolidata da secoli di storia è la produzio-ne delle coperte e dei tappeti di lana creatia mano e al telaio dalle donne del borgo.

Portarsi nei pressi del municipio e, con le spallead esso, prendere la strada che scende sulla destrae percorrerla per 8,7 chilometri seguendo le in-dicazioni per Savelli.Il consiglio è visitare la cittadina a piedi. Dinotevole interesse sono il palazzo Brisinda ediverse fontane caratteristiche a cui moltiabitanti sono legati da splendidi ricordi (la“Fontana Vecchia”, la “Fontana Nuova”, la“Fonte Pitinella” e la “Fonte Pedagese”). Il vil-laggio Pino Grande, frazione famosa per l’af-fluenza turistica, fa parte del Parco Nazionaledella Sila, e ospita la chiesetta di montagnadel Divino Amore, formata da una piccolaaula sacra e da un alto ed esile campanile.

Dalla Fontana Vecchia, portarsi sulla SS492 epercorrerla per 16 chilometri fino a giungere nelpaese di Verzino.

Si tramanda che il borgo sial’antica Vertinae, edifica-

ta dagli Enotrii o da Fi-lottete dopo la guerradi Troia, come si tro-va menzionato negliscritti dello storicogreco Strabone. Lazona lascia incantati

grazie alle numerosebellezze naturali, la spa-

ziosa collina appare cir-condata da uliveti, ginestre,

fichi d’india e querce secolari. Aiconfini del centro abitato la natura re-

gna ancora sovrana. Posti incantevoli sono la pic-cola oasi della fiumara Vitravo, ricca di verde ecascate d’acqua, il fiume di sale e soprattutto legrotte carsiche, ancora poco conosciute rispettoa quanto meriterebbero, dove secondo alcuni abi-tava l’antico popolo di Verzino.

Continuare sulla SS492 per 11,3 chilometri se-guendo le indicazioni per la SS106 fino ad ar-rivare ad un bivio nel comune di Pallagorio.Svoltare a destra sulla SP14 e continuare sullastessa strada per altri 15,3 chilometri sino agiungere al centro di Casabona.Strabone narra che nel territorio vivessero iChoni, antico popolo calabrese le cui originiforse riportano ai Chaones dell’Epiro. Anchequi sono innumerevoli le attrazioni che ri-chiamano lo sguardo del turista: gli antichigreci conoscevano la zona per la presenza digiacimenti di sale, mentre il pendio “Valle-cupa” si mostra come una successione digrotte scavate nel tufo, oggi in parte adibitea magazzini. La chiesa Madre dedicata a SanNicola è decorata da pregevoli affreschi risa-lenti al XVIII secolo, un’Assunzione di Cor-rado Giaquinta e la statua scolpita nel marmorappresentante la Madonna delle Grazie conBambino.

Procedere in direzione sud riprendendo la SP14per 9,2 chilometri. Al bivio, svoltare a destrasulla SP16 seguendo le indicazioni per Roccadi Neto per 7,4 chilometri fino al paese.Alla periferia del paese è possibile visitare ilsantuario della Madonna delle Sette Porte,

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appunti d i v iaggio◗ Da visitareParco Archeologico di Acerenthia,Chiesa di San Teodoro.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Corso Umberto I, 31 – 88821� 0962.80243 Fax 0962.84158www.comune.roccadineto.kr.it◗ Da visitareSantuario della Madonna delle Sette Porte,grotte scavate nell’arenaria.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Piazza Campo – 88832� 0962.51062 Fax 0962.555921www.comune.santaseverina.kr.it◗ Da visitareCastello e musei al suo interno(informazioni utili a pag. 19 e pag. 37),Cattedrale di Santa Anastasia e Battistero.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via Roma – 88825� 0984.996003 Fax 0984.996677www.comune.savelli.kr.it◗ Da visitarePalazzo Brisinda, fontane caratteristiche,villaggio Pino Grande

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via Nazionale, 113 – 88831� 0962.54017 Fax 0962.54139www.comune.scandale.kr.it◗ Da visitareSantuario Santa Maria di Condoleo, Chiesadi San Nicola Vescovo.

◗ Informazioni turisticheMunicipioVia Regina Margherita – 88819 � 0962.763044 Fax [email protected]◗ Da visitareOasi della fiumara Vitravo, grotte carsiche.

ROCCA DI NETO

SANTA SEVERINA

SAVELLI

SCANDALE

VERZINO

◗ Informazioni turisticheMunicipioPiazza C.A. Dalla Chiesa – 88824� 0962.52032 Fax 0962.52468info@comune.belvederedispinello.kr.itwww.comune.belvederedispinello.kr.it◗ Da visitareSantuario Madonna della Scala e parco,Statua della Madonna col Bambino.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via Adua, 5 – 88833� 0984.998040 Fax [email protected]◗ Da visitareCastello, centro storico, Santa Maria delSoccorso, Cappella SS. Rosario.

◗ Informazioni turisticheMunicipioVia Vittorio Emanuele, 1 – 88822� 0962.82422 Fax [email protected]◗ Da visitareGiacimenti di sale, pendio “Vallecupa”,Chiesa Madre di San Nicola.

◗ Informazioni turisticheMunicipioCorso Vittorio Emanuele – 88834� 0984.994025 Fax 0984.994407info@comune.castelsilano.kr.itwww.comune.castelsilano.kr.it◗ Da visitareMurales di Francesco Candido, produzioniartigianali di coperte e tappeti.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Piazza Cavour – 88833� 0984.995035 Fax [email protected]

BELVEDERE DI SPINELLO

CACCURI

CASABONA

CASTELSILANO

CERENZIA

➜ ACERENTHIAIl nucleo originario risale

all’Età del Bronzo;l’insediamento si era

sviluppato fino araggiungere il numero di

7000 abitanti.Sono tuttora riconoscibili

i resti delle abitazioni edella Cattedrale di

S. Teodoro; nel corso deisecoli si susseguirono

epidemie di malaria,peste e terremoti e lapopolazione decise diabbandonare la zona.

I pochi rimasti sitrasferirono nelle vicine

Caccuri e Casino ea San Giovanni in Fiore.Proprio quando il paese

stava tornando aripopolarsi,

sopraggiungessero dueterremoti devastanti nel

1638 e nel 1783.Il secondo fu talmente

distruttivo da rendere piùagevole la costruzione diun nuovo paese, sul collesopra il vecchio abitato,

del restaurare le casedanneggiate. Acerenthia

venne definitivamenteabbandonata nel 1844,

sostituita dal nuovocentro urbano di

Cerenzia.

uno dei luoghi sacri più cari alla tradizionepopolare: la Madonna di Sette Porte è vene-rata unicamente a Rocca di Neto. Altrettantointeressante risulta la quarantina di grottescavate nell’arenaria inserite in uno scenariomolto suggestivo e separate da due canyon.

Prendere la SP17 e proseguire in direzione Bel-vedere di Spinello per circa 8,6 chilometri. Albivio proseguire diritto sulla SP30 seguendo lestesse indicazioni. Dopo 6 chilometri la stradaentra nel paese.Il santuario della Madonna della Scala, po-sto fuori del centro abitato in direzione nord,è ritenuto il luogo più suggestivo del borgo; sitrova immerso in un parco ricco di vegeta-zione ed animali selvatici. La statua dellaMadonna posta dentro una nicchia dietrol’altare è interamente scolpita in pietra con ilBambino Gesù sul braccio destro.

Riprendere la SP30 in direzione Crotone percirca 6 chilometri. Al bivio svoltare a sinistra se-guendo le indicazioni per Crotone. Dopo 100metri, al secondo bivio svoltare a destra seguen-do le indicazioni SGC Cosenza-Crotone. Dopo1 chilometro immettersi sulla SS107 SGC epercorrerla per 1,2 chilometri prendendo poil’uscita per Santa Severina. Il paese si rag-giunge dopo 7 chilometri. L’itinerario termina a Santa Severina, unodei “borghi più belli d’Italia”, oggi anche pal-coscenico naturale di eventi artistici impor-tanti che riguardano la Calabria, dal teatro al-la musica e all’arte. ■

Sulla pagina a lato:Santa Maria di Condoleofu costruita anche grazie

alle donazioni degliscandalesi emigrati

in America; l’ospitalità ela convivialità della gente

del Crotonese emergeal pari dei monumenti e

del paesaggio.

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ITIN

ERA

RI

IN V

IAG

GIO

Quella del vino, in Calabria, è una tradizionemillenaria: i primi coloni greci sbarcati sulle costecalabresi furono talmente impressionati dai ricchivigneti di questa terra che la chiamarono Enotria,cioè “terra dove si coltiva la vite alta da terra”.

IN VIAGGIOITINERARIO JONICO

NORD

78

Un itinerario tra storia e leggenda attraverso gli aspetti tipici delmondo rurale e i colori e la solarità della costa jonica.

79

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SIAMO NELLA ZONA CENTRALE DELLA

COSTA JONICA CROTONESE A CIRÒ

MARINA, incantevole meta turisticaestiva. Sono sufficienti pochi chilome-

tri per vivere la storia antica di questa terrache guarda all’Oriente, con i resti del tempiodi Apollo Haleo e i cosiddetti Mercati Sarace-ni e la Torre Antica. A pochi chilometri, nelcuore dei rinomati vigneti di Cirò, si troval’omonimo borgo tradizionalmente indicatocome l’area dell’antica Krimisa, che si erge asentinella del territorio circostante. Prose-guendo per Crucoli, nel territorio della fra-zione “Torretta” sono stati ritrovati materialie strutture riferibili all’età classica, romana ealtomedievale.Si prosegue alla volta di tre paesi di originiarbëreshe per assaporare la loro cultura e leloro tradizioni, tramandate di padre in figlio.Umbriatico è un piccolo borgo circondato dapaurosi strapiombi e ricco di mistero e leg-genda, con la cattedrale intrisa di storie tem-plari. Passando per San Nicola dell’Alto, siarriva a Melissa e poi a Strongoli, ubicata suiresti dell’antica Petelia. L’itinerario passa perla Torre Aragonese di Torre Melissa, già sedelegale di G.a.l. Kroton, per ammirare il riccoMuseo della Civiltà Contadina ed il panora-ma costiero visibile dal terrazzo. L’itinerariosi conclude in faccia al mare a Cirò Marina.

L’ITINERARIOLocalità di partenza e arrivoCirò MarinaLocalità intermedie e chilometraggioparzialeCirò Marina – Cirò 19,5 kmCirò – Crucoli 17,8 kmCrucoli – Umbriatico 28,5 kmUmbriatico – Pallagorio 12,2 kmPallagorio – Carfizzi 11,5 kmCarfizzi – San Nicola dell’Alto 4,1 kmSan Nicola dell’Alto – Melissa 9,7 kmMelissa – Strongoli 11,2 kmStrongoli – Torre Aragonese di TorreMelissa 10 kmTorre Aragonese di Torre Melissa –Cirò Marina 8 kmChilometraggio totale132,5 km

Come arrivareIn auto. Autostrada del Sole A.3, uscite Siba-ri (da Nord) o Catanzaro Lido (da Sud), se-gue la SS.106 Jonica che costeggia tutto il li-torale da Taranto a Reggio Calabria in dire-zione Crotone. In aereo. Collegamenti aereisono attivi per aeroporto di Lamezia Terme(distante circa 110 km) e per aeroporto diCrotone - S. Anna (distante circa 35 km).In treno. Linee direttissime, dalle maggioricittà italiane, per Cirò Marina e Crotone.In autobus. Linee direttissime, dalle maggioricittà italiane, per Cirò Marina e Crotone.

L’itinerario inizia da Cirò Marina, località tu-ristica che da anni si fregia della Bandiera Blu,il riconoscimento conferito dalla Foundationfor Environmental Education alle località co-stiere che soddisfano i criteri di qualità relati-vi all’acqua del mare, alle spiagge, agli appro-di e ai servizi offerti. Il territorio circostante ècircondato dalle coltivazioni di vitigno Ga-glioppo, da cui si ricava il Cirò Doc.

Partendo dal Lungomare S. Pugliese, all’altezzadell’incrocio con Via Gabriele D’Annunzio, te-nere il mare sulla destra e continuare sulla stes-sa strada per circa 3,6 km fino a raggiungere laprima tappa dell’itinerario: l’area archeologicache custodisce l’antico tempio arcaico dedicatoad Apollo Haleo. Gli ultimi 900 metri sono sustrada sterrata, ma facilmente percorribile.Il Tempio di Apollo Haleo, di cui è visibileil muro perimetrale, conteneva la statua deldio Apollo; i suoi reperti sono custoditi nel

80 81

➜ I MERCATI SARACENIIl sito sorse a CiròMarina nel Settecentonella località oggidenominata Madonna diMare. I mercati sonoformati da due file diarcate in pietra utilizzatein passato peril posteggio merci.I feudatari dell’epoca,i principi Tarsia,ottennero il beneficio dipoter qui effettuare ognianno una fiera nei primitre giorni di maggio.La fiera di Santa Croceera una delle più importantidel comprensorio erichiamava perla ricchezza e la qualitàdelle mercanzie le vicinepopolazioni arbëreshe diCarfizzi, Pallagorioe San Nicola dell’Alto.

Museo Archeologico Nazionale di ReggioCalabria.

Proseguire per altri 400 metri sullo sterrato, alprimo bivio svoltare a sinistra e percorrere circa500 metri fino ad arrivare ad un’altra dirama-zione: si segue la strada a sinistra per 900 me-tri e al successivo bivio girare a sinistra. Si con-tinua per 600 metri svoltando poi a destra per1,4 km fino a raggiungere la SP.3. Al bivio girare a destra e dopo 1,5 km si ergesulla destra la Torre Vecchia, torre di avvista-mento a pianta quadrata costruita in seguitoalle prime invasioni saracene, e i Mercati Sa-raceni costruiti nel Settecento per la fiera diSanta Croce, che richiamavano per la ricchez-za e la qualità delle merci le popolazioni vici-ne. La fiera fu interrotta a causa delle invasio-ni turche che interessarono l’intera costa ioni-ca all’inizio del secolo XIX. Proprio nel giornodi apertura, alla presenza del principe giunto

da Napoli, la fiera fu cannoneggiata dalle naviturche e da quel giorno venne sospesa. Oggisono scenario per spettacoli teatrali e canori.

Da questo punto proseguire sulla strada SP.3 edopo circa 950 metri raggiungere la SS.106.Svoltare a sinistra e dopo 3,7 km uscire in dire-zione Cirò. Alla rotatoria, prendere la primauscita imboccando la SP.7. Attraversando le di-stese di vitigni, dopo circa 6 km si arriva a Cirò. Già dalla strada si scorge il Castello di Ciròche si erge a sentinella della valle, arroccatostrategicamente in pieno centro storico. L’an-tico nome della città era “Psychrò”, quando ilcelebre scienziato e medico Luigi Lilio vivevaqui, alla corte del Conte Andrea Carafa. Do-po una passeggiata tra i vicoletti di Cirò, ci di-rigiamo verso la prossima tappa, Crucoli.

Dal centro di Cirò portarsi sulla SP.7 e percor-rerla per circa 3,7 km fino ad arrivare al bivio

Sulla pagina a lato,in senso orario:

alla storia della cittàdi Cirò è legata la figura

di Luigi Giglio, le cuiscoperte astronomicheportarono alla riforma

Gregoriana: suo merito,fra gli altri, quello di

avere ricondottol'equinozio di primavera al

21 marzo; il Cirò Rossosi accompagna alla

perfezione a carni rosse,pollame, selvaggina e

arrosti, e in modoparticolare ai piatti

profumati con bacche diginepro; durante la festapatronale di Cirò Marina,la statua di San Cataldoviene portata ai MercatiSaraceni e vi rimane pertutta la notte; numerosele aziende sul territorio

che si impegnano aprodurre un vino di

qualità, che sia capace direstituire nel colore e nel

profumo tutta la poesiadella terra in cui è nato.

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con la SP.4. Svoltate a sinistra seguendo l’indi-cazione per la SS.106. Dopo 4,5 km imbocca-te la statale e percorretela in direzione Tarantoper circa 2 km fino ad arrivare nella frazioneCrucoli Torretta.Molti dei ritrovamenti archeologici di etàclassica, romana ed alto-medievale della zonasono stati fatti in questa frazione e sono cu-stoditi nel Museo Archeologico che ivi si tro-va. Sulla strada è ancora visibile Villa Clausi,edificata in epoca normanna; è in buono statola “torretta” che venne eretta dai feudatari diCrucoli come risposta alle invasioni turche.

Dalla frazione Torretta, seguire le indicazioniper Crucoli sulla SP.1 per 7 km.La bellezza di questo borgo sta nei suoi vico-letti; sui muri delle case si trovano tabelle congli antichi proverbi scritti in dialetto calabre-se. Una visita è d’obbligo al Museo della Ci-viltà Contadina, ospitato in un anticofrantoio, ricco di oggetti legati alla tra-dizione. Piazza Di Bartolo è sovrastatadall’imponente Castello normanno icui interni non sono attualmente ac-cessibili.

Da Crucoli portarsi ancora sulla SP.1 epercorrere la strada per 5,7 km. Al bi-vio prendere la direzione Umbriaticopercorrendo la SP.6 per circa 21 km. Albivio svoltare a sinistra sulla SP.7 per 1km.Umbriatico è un piccolo borgo dicirca mille anime circondato da ver-de incontaminato e dirupi scoscesi,infatti la strada principale collega ilpaese con un ponte. Da visitare laCattedrale di San Donato diepoca normanna, perfettamenteconservata.

Riprendere la SP.7 e percorrerla indirezione Pallagorio per circa 7,5km. Al bivio svoltare a sini-stra imboccandola SS.492. Per-correrla per 4,6km fino al comu-ne di Pallagorio.

Pallagorio ha origini arbëreshe e mantiene lalingua, gli usi e le tradizioni proprie, ma nonpiù il rito bizantino-greco. Il borgo e il terri-torio circostante conservano importanti me-morie storiche, l’area risulta abitata sin dalneolitico, ne sono testimonianza le numerosegrotte sparse nel territorio. Da visitare la Chie-sa Matrice S. Giovanni Battista, d’incerta etàmedievale, in stile romanico a tre navate conabside bizantina, restaurata nel XVIII secolo.

Riprendere la SS.492 e percorrerla per circa 6,3km in direzione Carfizzi. Al bivio svoltare a si-nistra continuando il tragitto sulla SP.11 per2,2 km fino al centro del paese. Carfizzi è posizionato su una collina e daLargo Skanderbeg si gode di uno splendidopanorama. È anch’esso di origini albanesi ene conserva usi e costumi. Nei pressi del pae-

se è possibile compiere escursioni nelParco Comunale della Montagnel-

la, ricco di macchia mediterranea efauna. L’itinerario continua nei bor-ghi arbëreshe e la prossima tappa èSan Nicola dell’Alto che dista po-chi chilometri da Carfizzi.

Ripercorrere a ritroso la SP.11 fino albivio con la SS.492. Svoltare a sinistrae seguire le indicazioni per San Nicoladell’Alto per circa 2 km. Alla periferia del paese, sul monteSan Michele, è custodita una gra-ziosa chiesetta, il Santuario di SanMichele, di origini antichissime.Al suo interno è possibile ammira-re una splendida icona settecente-sca di San Michele Arcangelo. Daconsigliare l’escursione sulla crestade “La Pizzuta” dalla quale è pos-sibile ammirare il panorama.

Riprendere la SS.492 e percorrerla per5,4 km. Al bivio, svoltare a sinistra

seguendo l’indicazioneper Melissa. Lastrada è laSP.12 e la per-correnza è di4,3 km.

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Un particolare del borgodi Savelli, così chiamatoin onore della principessaCarlotta Savelli, che nelSeicento donò parte dellesue terre alle genticolpite dal terribileterremoto che distrusseCarpanzano e Scigliano.

Sulla pagina a lato,in senso orario: il luogodove sorge il borgo diSan Nicola fu scelto dagliemigranti albanesi per lecaratteristiche montuoseche ricordavano lorola madre patria;un monumento dedicatoa Giorgio CastriotaScanderbeg a Pallagorio;una veduta panoramica eun portale caratteristicodi Umbriatico, borgo chenel passato, per la suaposizione dominante,in piano su un’alturacircondata daimpressionanti abissi,offriva un rifugio sicuroin epoca di brigantaggio;indimenticabili, per chiabbia già visitato Carfizzi,le passeggiate fra i vicolidel centro storico e lavista aperta che si godedalla sua piazzaprincipale.

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importanza sono la Chiesa Madre del XVIsecolo, vecchia cattedrale di Strongilos, riccadi affreschi, e la Chiesa di Santa Maria del-le Grazie, con bellissima icona della Ma-donna datata 1500.

Ritornare sulla SS.492 e ripercorrerla per circa1,3 km fino ad arrivare nei pressi del bivio conla SP.16; la strada che scende sulla destra dopocirca 6 km porta sulla SS.106 jonica.Lungo il tragitto s’incontra un’azienda agri-cola dove si possono assaporare i prodotti lo-cali e l’ottimo vino Cirò.

Sulla SS.106 prendere a sinistra in direzioneTaranto e dopo 4,9 km svoltare ancora a sini-stra per visitare una torre aragonese, severa sen-tinella di pietra che consentiva l’avvistamentodel nemico saraceno che giungeva dal mare.Il sistema di avvistamento costiero di TorreMelissa ospita un museo della civiltà conta-dina e nei vecchi locali adibiti a stalle un ri-storante caratteristico. Dalla Torre si può go-dere di un’ampia visuale dell’intera costa delMarchesato.

Da Torre Melissa, che ospita nel centro storicoun interessante Museo del Vino, riprendendo laSS.106 in direzione Taranto, dopo 8 km, si ri-torna a Cirò Marina per la conclusione dell’i-tinerario. ■

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Un paio di chilometri prima di giungere inpaese è possibile fermarsi presso il Castellodel Gaudio, villa padronale in stile neo-go-tico, restaurata dal proprietario e oggi sededella Lega degli scrittori italo-albanesi.Entrati in paese basta fermarsi nei pressi del-la Chiesa di San Francesco da Paola pertrovare qualche simpatico vecchietto cheracconterà ai turisti curiose storie e aneddo-ti del paese. Abili mani artigiane, semprepiù rare, mostreranno le lavorazioni del le-gno nei più disparati arnesi di casa. La chie-sa più importante è la Chiesa Madre dedi-

cata a San Nicola di Bari, in Piazza del Po-polo.

Ripercorrere a ritroso la SP.12 fino al bivio conla SS.492. Svoltare a sinistra fino ad arrivare,dopo 11,2 km, nel centro di Strongoli.Sulla parte più alta di Strongoli si erge mae-stoso il Castello, attualmente in fase di re-stauro. Molto bello è il panorama che si go-de dalla rocca. La torre a Sud-Est è chiama-ta “Torre Mozza” in quanto era il luogo incui, nel Medioevo, si eseguivano le condan-ne a morte. Nel centro storico di particolare

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appunti d i v iaggio◗ Da visitareCastello del Gaudio, Chiesa di San Francescodi Paola, Torre, Chiesa di San Nicola.

◗ Informazioni turisticheMunicipioCorso Vittorio Emanuele 178 – 88818� 0962.761006 - Fax 0962.761444comune.pallagorio@asmepec.itwww.comune.pallagorio.kr.it◗ Da visitareChiesa Madre di San Giovanni Battista.

◗ Informazioni turisticheMunicipioCorso Skanderbeg – 88817� 0962.85042 - Fax 0962.85435sannicolaalto@tiscali.itwww.comune.sannicoladellalto.kr.it◗ Da visitareSantuario di San Michele, Cresta de“La Pizzuta”.

◗ Informazioni turisticheMunicipioVia Vigna del Principe – 88816� 0962.818727 - Fax [email protected]◗ Da visitareCastello, Chiesa Madre, Chiesa di SantaMaria delle Grazie.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Piazza Olmo – 88823� 0962.765803 - Fax 0962.765928www.comune.umbriatico.kr.it◗ Da visitareCattedrale di San Donato.

PALLAGORIO

SAN NICOLA DELL’ALTO

STRONGOLI

UMBRIATICO

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via Roma, 7 – 88817� 0962.87041 - Fax 0962.87298www.comune.carfizzi.kr.it◗ Da visitareLargo Skanderbeg, comunità albanese,Parco Comunale della Montagnella.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Corso Luigi Lilio – 88813� 0962.32351 - Fax [email protected]◗ Da visitareCastello, centro storico.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Piazza Kennedy – 88811� 0962.375111 - Fax 0962.31266comune.ciromarina@asmepec.itwww.comune.ciromarina.kr.it◗ Da visitareArea archeologica (informazioni utili a pag.37), tempio di Apollo Haleo, Torre Vecchia.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via Roma, 1 – 88812� 0962.33274 - Fax 0962.33090www.comune.crucoli.kr.it◗ Da visitareMuseo Archeologico, Museo della CiviltàContadina, Villa Clausi, Castello.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via Provinciale sud 109 – 88814� 0962.835801 - Fax 0962.835907www.comune.melissa.kr.it

CARFIZZI

CIRÒ

CIRÒ MARINA

CRUCOLI

MELISSA

➜ IL CASTELLODI STRONGOLI

Sorge sulla parte alta delpaese e in passato doveva

essere l’acropolidell’antica città di Petelia.

Subì le incursionisaracene e fu distrutto e

ricostruito più volte.L’attuale Castello non ha

nulla a che fare conl’antica struttura in

quanto presentacaratteristiche

architettoniche delperiodo feudale, dal IX alXVI secolo. Sono ancorapresenti le spesse mura,

le scalinate e le torricircolari a due piani.

Il panorama che si godedall’alto è affascinante.

➜ LA TORRE ARAGONESEFa parte del sistema

difensivo costierorealizzato per opporsi alle

incursioni saracene.La forma circolare fa

pensare che la suacostruzione risalga al

periodo normanno svevo(sec. XII). Rispetto allealtre torri della zona, si

presenta come unafortezza imponente, tale

da somigliare a un piccolomastio. È costituita da

due livelli e dal terrazzo.Dopo la sua costruzionedivenne la residenza dei

Principi di Strongoli e deiConti di Melissa che lausarono come casa di

caccia. In seguitoappartenne ai Berlingeri

che nel XIX secolo fecerograndi fortune con

l’acquisto e l’usurpazionedi terreni demaniali. Oggi

la Torre è di proprietàcomunale e ospita al suo

interno il Museo dellaCiviltà Contadina.

Sulla doppia pagina,in senso orario: Strongolidomina dall’alto le terrecircostanti; il Museo dellaCiviltà Contadina di Melissamostra uno spaccato delletradizioni rurali; la vista siperde verso l’orizzonte dallasommità di Torre Melissa;l’amore per la propria terratraspare da ogni singoloprodotto natonel Marchesato; uno deicittadini più illustri diStrongoli, di cui qui vediamola chiesa, fu Biagio Miraglia,poeta e patriota le cui operehanno ispirazione dalromanticismo di Byron;Torre Melissa in tuttala sua imponenza.

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8786

ITIN

ERA

RI

IN V

IAG

GIO

L’itinerario consente di visitare alcune delle più suggestivelocalità della costa jonica attraverso un viaggio

tra monumenti e resti archeologici di eccezionale valore artisticoe culturale che testimoniano le vicende di una terra

con oltre duemila anni di storia.

I resti del Santuario di Hera Lacinia, a Capo Colonna.Molti degli edifici classici, rimasti in gran parte intattifino al Cinquecento, vennero saccheggiati dei loromateriali di costruzione per edificare il castello e alcunipalazzi gentilizi di Crotone, fino a che del tempio anticorimase quest’ultima colonna, ora uno dei più celebrie riconoscibili simboli della Calabria.

IN VIAGGIOITINERARIO JONICO

SUDI L NOSTRO VIAGGIO PARTE PROPRIO DA CROTONE, che fu

uno tra i più importanti centri della Magna Graecia. Lacittà venne infatti fondata nell’VIII secolo a.C. da colonigreci provenienti dal Peloponneso, guidati da Myskellos di

Rhype. Secondo la tradizione, l’insediamento tra Krimisa e Ca-po Lacinio, l’attuale Capo Colonna, venne imposto agli Acheidal dio Apollo. La città è famosa, tra l’altro, per aver dato i nata-li ad atleti quali Milone, Daippo, Filippo, Astylos e Faillo. Il pro-montorio di Capo Colonna, che delimita ad ovest il Golfo diTaranto, fu sede del celebre Santuario di Hera, decantato da mol-ti autori dell’antichità tra cui lo stesso Livio; attualmente i suoiresti costituiscono una delle più interessanti aree archeologiche ditutto il sud Italia. Il percorso si sviluppa poi tra Isola di CapoRizzuto e la frazione di Le Castella. Questa località, particolar-mente conosciuta per la bellezza del suo mare, è caratterizzata an-che dalla presenza di un castello che sorge su un isolotto che inpassato, durante la bassa marea, veniva collegato alla terrafermada una sottile striscia di terra. Da Isola di Capo Rizzuto ci sisposta a Cutro, città nota per il suo pane, definito uno dei

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L’itinerario inizia a Crotone, una delle cittàpiù fiorenti della Magna Graecia, fondata dagliAchei nell’VIII secolo a.C.Resti di elementi architettonici apparte-nenti a edifici monumentali di età greca(del V secolo a.C.) sono stati individuati inPiazza Castello, corrispondente all’acropolidell’antica città ellenica. Il Museo Archeolo-gico Nazionale, ubicato in prossimità delCastello, conserva la maggior parte dei ritro-vamenti della zona, alcuni dei quali di parti-colare pregio. Il Castello di Carlo V sorsenell’840 d.C. come difesa della città dalle in-cursioni saracene, ma venne ampliato erinforzato nel XVI secolo dal sovrano arago-nese, da cui prese poi il nome. L’accesso eragarantito da un ponte per metà fisso in mu-ratura e per metà levatoio in legno, mentre lastruttura a pianta poligonale del castello è ar-ricchita dalle due torri, dette “Aiutante” e“Comandante”. Gli ambienti interni ospita-no invece una sezione del Museo Archeologi-co Nazionale. Inoltrandosi nei vicoletti dellacittà antica si arriva in Piazza Pitagora e neipressi della Cattedrale di Santa Maria As-sunta. L’impianto originario del IX secolovenne riadattato nel XV secolo inglobandomateriale proveniente dal Tempio di Hera La-cinia a Capo Colonna. La chiesa conserva alsuo interno il pulpito ottocentesco, un raffi-nato coro ligneo e la tavola bizantina dellaMadonna. Importante è anche il tesoro, co-stituito da paramenti e argenterie di notevolevalore artistico. Lungo tutte le coste del Cro-tonese un’importante testimonianza storica ècostituita dalle torri di guardia, erette a pre-sidio delle coste: alcune di queste sono anco-ra visibili e in buono stato di conservazione,mentre di altre restano poche tracce o sonotrasformate in edifici privati. L’area archeolo-gica più importante del Crotonese si trova aCapo Colonna.

Portarsi sulla SP.49, nei pressi di Via Gallucci edel Lungomare Gramsci, seguendo le indicazio-ni per l’area archeologica. Dopo 9 chilometri, albivio, svoltare a sinistra sulla SP.50 seguendo leindicazioni per Capo Colonna. Dopo 2,3 chilo-metri si arriva nei pressi del Museo Archeologi-co di Capo Colonna e dell’area archeologica.

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Nella pagina a lato,dall’alto a sinistra

in senso orario:il Castello di Carlo V,

uno dei simboli diCrotone: leggenda vuole

che questa città sia nataper ordine di Eracle, che

uccise senza volerlol’amico Kroton e lo volle

onorare fondando unacittà vicino al luogo dove

morì; l’interno dellaChiesa di Santa Chiara a

Crotone, i cui simbolitradizionali sono il giglio e

l’ostia; le tranquille viedel capoluogo di provincia

sono il contesto idealeper una passeggiata

in famiglia o alla scopertadei sapori e delle

botteghe della tradizione;due particolari delSantuario di Capo

Colonna (una torrettacampanaria e una

decorazione a mosaico),che anticamente era

detto Capo Lacinio e piùrecentemente Capo Nao

(da naos, tempio);due immagini per una

città dalle molteatmosfere: a Crotone

convivono a pochi metrivicoli ombrosi e carichi di

mistero e spiaggeaffollate dove il relax

è d’obbligo.

migliori d’Italia, per visitare la chiesa dell’An-nunziata, ed infine a San Mauro Marchesato,per ammirare la chiesa della Madonna del Soc-corso e scoprire la sua leggenda.

L’ITINERARIOLocalità di partenza e arrivo CrotoneLocalità intermedie e chilometraggioparzialeCrotone – Capo Colonna 8,8 kmCapo Colonna – Isola di Capo Rizzuto 15,7 kmIsola di Capo Rizzuto – Le Castella 9,5 kmLe Castella – Cutro 23 kmCutro – San Mauro Marchesato 14,5 kmSan Mauro Marchesato – Crotone 27,6 kmChilometraggio totale 99,1 kmCome ArrivareIn auto. Da Nord, autostrada A3 Salerno -Reggio Calabria, uscita Sibari in direzioneSS106 Jonica; imboccata la SS.106 proseguirein direzione Sud. Da Sud, A.3 Salerno - Reg-gio Calabria, uscita Lamezia Terme – Catanza-ro, proseguire in direzione del capoluogo; inprossimità di Catanzaro (Loc. Germaneto) se-guire le indicazioni per Catanzaro Lido SS.106Jonica, attraversare la città e proseguire sullaSS.106 Jonica. La provincia crotonese dista cir-ca 40 chilometri. In treno. La stazione di Cro-tone ha collegamenti diretti con Roma e Mila-no oltre che con le principali città vicine. Dal-la stazione di Lamezia Terme Centrale partononumerosi treni regionali per Crotone. In aereo.L’aeroporto S. Anna di Crotone presenta nu-merosi voli nazionali. Da qui partono bus etaxi alla volta dei centri turistici e cittadini.

➜ LA CATTEDRALEDI CROTONEIl Duomo di Crotone,dedicato a Santa MariaAssunta e a San Dionigil’Areopagita, ha un primoimpianto che risale al IXsecolo più volterimaneggiato nel corso deisecoli da molti restauri, incerti casi realizzati conmateriali provenienti dalTempio di Hera Lacinia aCapo Colonna. La facciataneoclassica presentatre maestosi portali,che ricalcano la strutturainterna delle navate.Di queste, la navatadi destra accogliela cappella ottocentescache costituisce l’iconabizantina della Madonnadi Capo Colonna.Tra le pregevoli opere d’artepresenti all’interno ci sonoun coro ligneo,il pulpito marmoreo e un fonte battesimalein pietra. Vi si trova inoltre,lontano dagli occhi di fedelie turisti, un tesorocomposto di paramenti eargenterie di notevoleinteresse artistico, nonchéda un calice del 1626donato da Filippo IVall’Arcivescovo di Crotone.

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zaro. Percorrere la statale per 7,8 chilometri eprendere l’uscita Cutro. Dopo 12,3 chilometrientrare in paese.La cittadina di Cutro è famosa per la produ-zione del pane, considerato tra i migliori d’I-talia e candidato per il marchio DOP, ed èconseguentemente caratterizzata dalla pre-senza di numerosi forni tradizionali. Da visi-tare la Chiesa Madre dedicata alla Santissi-ma Annunziata, seppure sottoposta nel tem-po a numerosi restauri che ne hanno modifi-cato l’aspetto originario. La navata centraleconserva un altare marmoreo del Settecentosormontato da una bellissima stampa delCristo di Giotto; di notevole interesse le sta-tue di San Francesco di Paola e Santa Lucia.

Da Cutro riprendere la SP.42 per circa 3 chilo-metri e al bivio svoltare a destra in direzioneSan Mauro Marchesato. Percorrere la SS.109ammirando il paesaggio dei caratteristici calan-chi per 10,2 chilometri. Al bivio svoltare a de-stra sulla SP.39 e percorrerla per 2,7 chilometricirca fino ad entrare nel paese di San MauroMarchesato.Il territorio presenta le caratteristiche tipiche

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L’Area Marina di Isola di Capo Rizzuto èuna delle più importanti aree protette di tut-ta Italia con i suoi 15 mila ettari di estensio-ne, ed è contraddistinta da ricchezza fauni-stica e floristica marina non comuni.

Dalla frazione Le Castella, ritornare sullaSS.106 e svoltare a sinistra in direzione Catan-

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appunti d i v iaggio

◗ Da visitareForni, Chiesa Madre della SS. Annunziata.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via degli Apostoli – 88841� 0962.797911 - Fax 0962.797956giovanni.chiodo@comune.isoladicaporizzuto.kr.itwww.comune.isoladicaporizzuto.kr.it◗ Da visitareArea Marina Protetta di Isola diCapo Rizzuto, Torre Vecchia, Castellodi Le Castella, Museo Civico Demologicodell’Economia del Lavoro e della StoriaSociale (informazioni utili a pag. 37).

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via San Rocco – 88831� 0962.53764 - Fax 0962.53018sanmauromarchesato.asmenet.it◗ Da visitareChiesa di Santa Maria del Soccorso.

ISOLA DI CAPO RIZZUTO

SAN MAURO MARCHESATO

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via Ugo Foscolo – 88900� 0962.921111 - Fax 0962.921360www.comune.crotone.it◗ Da visitarePiazza Castello, Museo ArcheologicoNazionale e Museo di Arte Contemporanea(informazioni utili a pag. 37), Castellodi Carlo V (informazioni utili a pag. 19),Piazza Pitagora, Cattedrale di Santa MariaAssunta, frazione Capo Colonna,Museo Archeologico di Capo Colonna,Santuario di Hera Lacinia, Torre Nao,Antiquarium di Torre Nao.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Piazza del Popolo – 88842� 0962.775828 - Fax [email protected]

CROTONE

CUTRO

➜ CHIESA DISANTA MARIA DELSOCCORSOA SAN MAUROMARCHESATOIl santuario sorge nellazona chiamata“Le Forche”, denominatacosì perché un tempovi si rifugiavano soldatied eserciti turchi,portando saccheggi edistruzione. Si pensa cheil nome della chiesa derividalla protezione chela Vergine offrì allepopolazioni locali in queltempo di guerre einvasioni. La tradizioneracconta che dove oggisorge la chiesa, un tempocresceva un foltissimoroveto. Proprio qui vennetrovato il quadro dellaMadonna, in un primomomento portato in paesenella chiesa parrocchiale.Dalla chiesa del paese,tuttavia, più volte la telasparì, e ogni volta furitrovata nel luogodel primo ritrovamento,fatto che decretòl’ubicazione del nuovoSantuario.

➜ LE CASTELLAIl castello di Isola di Capo

Rizzuto, tra i più bellidi tutta la Calabria, vennenominato già da Plinio nel

204 a.C., che lo definìCastra Hannibalis.

Circondato dalle acque earroccato su un isolotto

collegato alla costa daun sottile lembo di terra,la struttura ha da sempre

sfruttato la posizionestrategica che domina

il mare. Il nomeLe Castella ci suggerisce

che non fosse l’unicomaniero della zona.

L’impianto attuale è operadegli Aragonesi, che nel

corso del XV secolorealizzarono tutto il

sistema di difesa costieradel Regno di Napoli. Pare

che la base del Castellosia stata in epoca grecaun attracco portuale dicarico e scarico merci;

di quel periodo sono benvisibili i massi quadrati

a scacchiera, conservatiall’interno della fortezza.

È possibile ammiraretuttora una splendida

scala in pietra, cheportava a una torre, il cuiimpianto originario risale

al periodo angioino.

In prossimità del sito archeologico èpresente la Torre Nao, che ospita l’o-monimo Antiquarium, una pregevolecollezione di reperti di archeologia su-bacquea rinvenuti nel mare antistanteil promontorio. Nel Museo Archeo-logico di Capo Colonna sono invececustodite le suppellettili rinvenutenelle campagne di scavo dell’area, esono testimonianza viva degli antichiusi e costumi della città magnogreca.

Dal sito di Capo Colonna riprendere laSP.50 e seguire le indicazioni verso Isoladi Capo Rizzuto per 15,7 chilometri.Isola di Capo Rizzuto il promon-torio che domina l’omonima AreaMarina Protetta, presenta anch’es-so numerose torri costiere, di cui la più ce-lebre è la Torre Vecchia, di struttura cilin-drica e in pregevole stato di conservazione,eretta nel sec. XVI. A distanza di pochi chi-lometri, nella frazione di Le Castella, si tro-va il celebre Castello cinquecentesco protesosu una piccola penisola, che venne eretto perfronteggiare le frequenti invasioni dal mare.

della vegetazione meridionale, dove emergela macchia mediterranea alternata ad estesicampi di grano, uliveti, querceti secolari eboschi antichi che convivono con quelli piùrecenti di eucalipto. Qui a San Mauro Mar-chesato non può mancare la visita alla Chie-sa di Santa Maria del Soccorso. Si traman-da che dove oggi sorge l’edificio sarebbe sta-to trovato un quadro della Madonna che,portato in paese nella chiesa parrocchiale,sparì e a più riprese venne ritrovato nel sitodel rinvenimento originario. Gli abitanti diSan Mauro decisero allora di edificare il San-tuario in quel luogo. Di notevole interesseartistico è la cupola della chiesetta, poggian-te su pianta quadrata con tamburo rotondo,ricoperta di tessere ovoidali variopinte, tipomosaico. Sull’altare centrale policromo e so-stenuto da due colonne appare il quadrodella Vergine del Soccorso, probabilmentedel Settecento.

Dalla Chiesa di Santa Maria del Soccorso,prendere la SS.107bis in direzione Crotone epercorrerla per 20,7 chilometri. Alla rotatoriaprendere la prima uscita ed imboccare laSS.106 direzione Crotone per 5,6 chilometri fi-no ad arrivare in città.L’itinerario torna e termina a Crotone dove èconsiderevole la presenza di testimonianze delpassato. ■

In alto: chi ama il pescesi sentirà certamente

in paradiso sulla costajonica e potrà trovarlo

in mille preparazioni, dallericette più tradizionali a

quelle più fantasiose.

Sulla doppia pagina,in senso orario: il marJonio è divertimento e

relax ma anche conoscenzagrazie alle emergenze

storiche e architettonicheche raccontano le civiltà

del passato; un particolaredell’acquario di Isola

di Capo Rizzuto; SantaMaria del Soccorso, a SanMauro Marchesato; Cutro

è chiamata la “città delpane e degli scacchi”:il primo appellativo è

evidente a chiunque visitiquesto borgo, il secondo èdovuto ad un suo abitante

che vinse il titolo dicampione d’Europa e delNuovo Mondo di questa

disciplina.

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ITIN

ERA

RI

IN V

IAG

GIO

Un itinerario semplicee ricco di sorpreseconduce tra i borghipiù interni del territoriodell’antico Marchesato,intrisi di storia anticae luoghi dello spiritocarichi di misticismo.

In occasione della festa delpatrono, San Francesco di Paola,le vie di Roccabernardasi accendono delle fiaccole deifedeli in processione che dalConvento raggiungono il centro.

IN VIAGGIOTRA NATURA E

ANTICHI BORGHI

9392

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Roccabernarda è un paese archeologicamen-te ricco, ma non sono mai stati fatti dei rilie-vi approfonditi per determinare con precisio-ne le sue origini. La parte alta del centro sto-rico è dominata da un antico castello, ri-dotto ormai a rudere di cui rimangono peròi sotterranei. Alcuni casuali ritrovamenti ar-cheologici, tra cui la testa di un giovane (for-se Dioniso), sono conservati nel Museo Ar-cheologico di Crotone. Di grande importan-za il complesso di età romana e alto medioe-vale di Serrarossa, lungo la valle del Tacina.Le grotte artificiali, dette “di Vitale”, sitrovano lungo il corso del fiume Tacina e siipotizza possano essere il romitorio dove SanVitale di Castronuovo, nel X secolo, trascor-se due anni dopo il ritorno da Roma.

Da Roccabernarda prendere la SS.109 in dire-zione Cotronei e percorrerla per 7 km fino albivio con la SS.179. Al bivio svoltare a destrae continuare per 7,8 km fino al paese.Cotronei, borgo collinare che sfrutta unaposizione favorevole a pochi chilometri dalmare ed è facilmente raggiungibile da diver-se vie di accesso, si ritiene sia stato fondatodai pastori “crotoniati”, che durante la lorotransumanza erano soliti fare sosta in questo

luogo. In paese di notevole interesse artisti-co e storico è la seicentesca Chiesa Madrededicata a San Nicola Vescovo, rivestita inpietra e unica nel suo genere. Invece del mo-nastero Tassitano, fondato dall’AbateGioacchino, se ne vedono solo i ruderi in lo-calità detta “Pollitrea”, lungo un antico iti-nerario percorso dalle mandrie transumanti,che dalle vallate del Neto e del Tacina perCotronei saliva ed attraversava la Sila. A cir-ca 20 km da Cotronei, immerso tra i montidella Piccola Sila e affacciato sul Lago Am-pollino, si trova il Villaggio Palumbo.

Per il Lago Ampollino proseguire sulla SS.179 se-guendo le indicazioni Palumbosila per 22,5 km.Il villaggio turistico immerso nel verde del-la Sila è costituito da residences, appartamen-ti con affitto settimanale, ville ed alberghicircondati da un bosco di pini e faggi se-colari. Vengono regolarmente proposte aivisitatori molteplici attività ricreative (ani-mazione, sagre, spettacoli, discoteca, even-ti...) e sportive. La prossima destinazione è ilborgo di Petilia Policastro.

Ripercorrere la SS.179 per circa 30,3 km pas-sando per Cotronei. Al bivio continuare diritti

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SITUATO A 37 CHILOMETRI DA CROTO-NE, ROCCABERNARDA è uno dei più ac-coglienti borghi del Crotonese. Il suoterritorio comprende 65,52 kmq e si

trova a 174 metri sul livello del mare. A parti-re dal centro storico, ubicato su una collina,l’abitato declina dolcemente diramandosi daun lato ai piedi della Sila Piccola e dall’altro al-la sinistra del fiume Tacina. Il territorio di Co-tronei è abitato sin da tempi remoti, come te-stimoniato da reperti di vario genere risalentiall’Età del Bronzo rinvenuti nel bacino dell’at-tuale lago Ampollino. Allo stesso periodo sto-rico risalgono asce, daghe e alcune tombe a for-ma di “olle”, conservate al Museo Civico diReggio Calabria. Sempre a Cotronei sono sta-te riportate alla luce alcune fosse votive riem-pite di vasi datati I millennio a.C., interpretatecome zone di sosta dei nomadi transumanti incui venivano fatte offerte agli dei. Da qui si ri-prende la strada in precedenza percorsa e ci sidirige a Petilia Policastro. Il suo centro storicoè un esempio di aggregato urbano sviluppatosinel Medioevo, eretto su una rupe di difficileaccesso, in cui tre direttrici principali colleganola zona alta alla parte bassa del paese, dove sitrovavano due varchi d’accesso al centro abita-to: a porta da Judeca e a porta du Ringu. Prose-guendo verso sud si giunge infine a Mesoraca.Il centro storico, delimitato dai letti di due fiu-mi, comprende tutta la parte antica del paese,costituita dai rioni Grecìa, Piano della Porta,Timpone, Piraina, Castello, Piano della Man-dria, Rovellino, Cavone e Candelora.

L’ITINERARIO

Località di partenzaRoccabernardaLocalità di arrivoMesoracaLocalità intermedie e chilometraggioparzialeRoccabernarda – Cotronei 14,8 kmCotronei – Villaggio Palumbo 21,4 kmVillaggio Palumbo – Petilia Policastro34,6 kmPetilia Policastro – Mesoraca 9,5 kmChilometraggio totale80,3 km

Come arrivareIn auto. A3 Salerno Reggio Calabria uscitaSibari, segue SS.106 Jonica fino a Crotone,poi da Passovecchio SS.107 fino a Roccaber-narda. A3 uscita Cosenza, segue SS.107 dire-zione Crotone e uscita Santa Severina. A14uscita Taranto, segue E90. Da Sud A3 uscitaLamezia Terme – Catanzaro, segue SS.106direzione Crotone fino al bivio di Steccato diCutro in direzione Cutro prima e Roccaber-narda dopo. In treno. Stazioni FFSS di Cro-tone o Lamezia Terme Centrale. In aereo. Ae-roporto S. Anna di Crotone.

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➜ SANTUARIOMADONNA DELLA SPINA

A PETILIA POLICASTROIl Santuario della Sacra

Spina a Petilia Policastroè famoso per custodire

una reliquia che si vuolesia una delle spine checinsero il capo di Gesù

Cristo. Il tremendoterremoto del 1832

scatenò l’inferno nellazona sud orientale della

provincia di Crotone.Petilia Policastro venne

rasa al suolo da unaviolenta scossa durata 11secondi. Le vittime furono

29, su un totale di 5000residenti: un miracolo,

vista l’intensitàdell’evento che risparmiò

anche il settecentescoSantuario della Santa

Spina, costruito accantoal Convento dei Frati

Minori Osservanti,dell’anno Mille.

La reliquia in essoconservata è oggetto di

profonda devozionepopolare in tutto

il Marchesato, e non solo:molti sono gli emigrati

che ritornano perpartecipare al

tradizionale Calvario delsecondo venerdì di marzo.

➜ IL LAGO AMPOLLINO EIL VILLAGGIO PALUMBOA circa 20 chilometri daCotronei, tra i monti dellaPiccola Sila, si puòammirare il LagoAmpollino. Il bacino ègenerato da una digaartificiale alta 26 metri eterminata nel 1927,la prima costruita in Sila,che sbarra il fiumeomonimo all’altezza diTrepidò. L’invaso ha unacapacità totale di 67milioni di metri cubi e unperimetro di 26chilometri, mentrela lunghezza totale delbacino è di circa 9. Lungole sponde sono sorte areeturistiche comeil Villaggio Mancusoo il Villaggio Palumbo.Quest’ultimo è diventato,negli anni, una delle meteinvernali di maggioreinteresse in Calabria,grazie a piste da sci,impianti di risalita einfrastrutture turistichericettive e ricreativecircondate da una naturaancora incontaminata,selvaggia, tipica degliambienti silani.

Sulla doppia paginain senso orario:

il Villaggio Palumbo offreogni tipo di servizi e

di attrattive per i suoivisitatori; due scorci di

Roccabernarda, che deveil suo nome all’antica

famiglia Bernardi; il LagoAmpollino, una cartolinadel Nord proiettata nelprofondo Sud; i boschidella Sila sorprendonoi visitatori con la loro

magnificenza e ricchezza,che ricorda le grandi

foreste del Canada e delNord Europa.

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appunti d i v iaggio

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via Dante Alighieri – 88837� 0962.433811Fax 0962.433299petiliapolicastro.asmenet.it◗ Da visitareGrotte carsiche e basiliane, SantuarioMadonna della Spina.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via della Resistenza� 0962.56957 - Fax 0962.57921comune.roccabernarda@provincia.crotone.itroccabernarda.asmenet.it◗ Da visitareCentro storico, castello, complessodi Serrarossa.

ROCCABERNARDA

PETILIA POLICASTRO

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via Iolanda, 18 – 88836� 0962.44163 / 44131Fax [email protected]◗ Da visitareChiesa di San Nicola Vescovo, VillaggioPalumbo.

◗ Informazioni turisticheMunicipio Via XX Settembre – 88838� 0962.489895 - Fax 0962.45049www.comune.mesoraca.kr.it◗ Da visitareCastello, Santuario e statua dell’Ecce Homo.

COTRONEI

MESORACA

➜ CHIESA ECCE HOMONel 370 d.C. alcuni

monaci basiliani costruironoun eremo dedicato alla

Madonna della Misericordia.Varie vicissitudini nel corso

dei secoli lo portarono adessere abbandonato e poi

riutilizzato più volte finchénel 1875 venne destinato a

luogo di accoglienza deipoveri. Oggi la chiesa di

Mesoraca ospita la famosastatua dell’Ecce Homo, una

scultura in legno a mezzafigura, simile a un’altra

conservata a Calvaruso dellostesso autore, Fra’ Umile

Pintorno da Petralia.

sulla SS.109 per 5,4 km fino al centro del paese.Petilia Policastro è un antico borgo d’im-pianto quasi sicuramente bizantino. Nel ter-ritorio ci sono state numerose scoperte ar-cheologiche sia dell’Età del Bronzo, sia ro-mane e bizantine, i cui reperti sono custodi-ti nel Museo Archeologico di Crotone. Sonopresenti numerose grotte carsiche, alcunedelle quali con profondità di cento metri, incui sono stati fatti importanti ritrovamentid’epoca bizantina. Sono presenti non solo ca-vità carsiche, ma anche grotte basiliane conresti di attività monastica. Visita a parte me-rita il Santuario della Madonna della Spi-na, dove è custodita una reliquia che si pen-sa possa aver fatto parte della corona del Cri-sto. La Chiesa presenta una vasta navata cen-trale, mentre l’altare si compone di decori instile barocco. Sopra l’altare c’è la cappella,dove è conservata la sacra spina. A pochi chi-lometri di distanza troviamo Mesoraca.

Percorrere la SP.36 per circa 1,8 km fino al-l’incrocio con la SS.109. Svoltare a destra indirezione Mesoraca e percorrere la strada per7,7 km fino al paese.Mesoraca è una città ricca di storia. Fu fon-data dagli Enotrii 1600 anni prima di Cristoe fu popolata da greci, romani ed ebrei. IlCastello di Mesoraca ha dato rifugio a tan-ti valorosi guerrieri, e secondo gli storici l’in-tero paese era considerato inespugnabile. IlSantuario di Ecce Homo, situato ai piedidel Monte Giove e circondato da elci e ca-stagni, fu fondato da monaci basiliani nel370 d.C. Il santuario conserva la statua del-l’Ecce Homo, posta in una cappella ottago-nale barocca eretta nel 1780. Infine, altroprezioso monumento di Mesoraca, unicoesempio in Calabria di luogo di fede in stiletardo barocco, è la chiesa del Ritiro che sitrova nella parta bassa del paese del rioneCampo. ■

In alto: a Mesoracagli artisti hanno realizzato

murales ispirandosi allecalde atmosfere del Sud.

A lato: i monaci basilianitrovarono rifugio nelle

grotte del Marchesatoper fuggire alle

persecuzioni iconoclastedell’Oriente.

appunti di viaggio

◗ G.A.L. KROTON –Gruppo di Azione LocaleEuropean Networkfor Rural DevelopmentL - IT001 – 006Via Firenze 185, 88900 Crotone� 0962.908736 Fax 0962.906220www.galkroton.itwww.ruralweb.itComuni: Belvedere Spinello, Caccuri,Carfizzi, Casabona, Castelsilano,Cerenzia, Cirò, Cirò Marina, Cotronei,Crotone, Crucoli, Cutro, Isola diCapo Rizzuto, Melissa, Mesoraca,Pallagorio, Petilia Policastro, Roccadi Neto, Roccabernarda, San MauroMarchesato, San Nicola dell’Alto,Santa Severina, Savelli, Scandale,Strongoli, Umbriatico, Verzino.◗ Come arrivareI comuni del Crotonese sonoraggiungibili tramite l’autostradaA3 Salerno-Reggio Calabria, laStrada Statale 106 e la Superstradadella Sila 107. Gli aeroporti più vicinisono quelli di Crotone e di LameziaTerme. In auto. Autostrada Salerno– Reggio Calabria fino all’uscitadi Sibari; proseguire sulla SS106direzione Reggio Calabria. Inalternativa uscita a Cosenza Nord eSuperstrada della Sila SS107 fino aCrotone.In treno. La stazione ferroviaria piùvicina è situata a Crotone.In aereo. Aeroporto di Crotone eaeroporto di Lamezia Terme.

◗ BELVEDERE DI SPINELLOMunicipioPiazza C. A. Dalla Chiesa - 88824 � 0962.52032 Fax 0962.52468info@comune.belvederedispinello.kr.itwww.comune.belvederedispinello.kr.it◗ CACCURIMunicipio Via Adua, 5 – 88833� 0984.998040 Fax 0984.998555comune.caccuri@provincia.crotone.itwww.comune.caccuri.kr.itPro Loco� [email protected]

CARTA D’IDENTITÀDEL GAL KROTON

I COMUNI DEL GAL

LE MONOGRAFIE MARCHESATO DEL CROTONESE GAL KROTONDirettore Responsabile: Italo Clementi

Caporedattore: Enrico BottinoArt Director: Francesca Massa, Stefano Roffo

Cartine: Daniela BlandinoTesti di: Milena Antonucci, Davide Battaglia, Italo Clementi, Sara Dalessio Clementi, Diego Garassino, Laura Jelenkovich,Milena Lombardo, Alfonso Lucifredi, Giovanni Marino, Elena Parodi, Elisa Patrone, Carlo Rocca, Claudio Scaccabarozzi.

Referenze fotografiche: Giovanni Marino, Enrico Bottino, Gabriele Palmato.Si ringrazia per la concessione alla realizzazione delle fotografie relative al Museo Archeologico di Crotone e il Museo Archeologico di Capocolonna

il Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintenza per i Beni Archeolologici della Calabria.Clementi Editore S.r.l.: Corso Torino, 24/3 - 16129 Genova - � 010.5701042 - Fax 010.5304378 www.trekking.it e-mail: [email protected]

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◗ CARFIZZIMunicipioVia Roma 7 – 88817� 0962.87041 / 87298Fax 0962.87298www.comune.carfizzi.kr.it◗ CASABONAMunicipioVia Vittorio Emanuele 16 – 88822� 0962.82422 Fax [email protected]◗ CASTELSILANOMunicipioVia Vittorio Emanuele – 88834� 0984.994025 Fax 0984.994407www.comune.castelsilano.kr.itinfo@ comune.castelsilano.kr.it◗ CERENZIAMunicipioPiazza Cavour – 88833� 0984.995035 Fax 0984.995300www.comune.cerenzia.kr.itaffgenerali.cerenzia@asmepec.it◗ CIRÒMunicipio Corso Luigi Lilio – 88813� 0962.32351 Fax 0962.32948ciro.asmenet.it [email protected]◗ CIRÒ MARINAMunicipioPiazza Kennedy 1 - 88811� 0962.375111 Fax 0962.31266www.comune.ciromarina.kr.itcomune.ciromarina@asmepec.itPro Loco � [email protected]◗ COTRONEIMunicipioVia Iolanda 1 – 88836� 0962.44131 Fax 0962.491656www.comunecotronei.gov.it [email protected] Loco� 0962.44337◗ CROTONEMunicipioPiazza della Resistenza 1 – 88900� 0962.966591 / 921111Fax 0962.921360www.comune.crotone.itprotocollocomune@pec.comune.crotone.itPro Loco� 0962.955002 - [email protected], [email protected]

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