La misurazione della povertà: problemi e risultati Linda ... · Poverty Gap Ratio (intensità,...

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1 La misurazione della povert La misurazione della povert à à : problemi e : problemi e risultati risultati Linda Laura Sabbadini Roma, 15/12/2008 2 Cosa Cosa è la povert la povertà? ? La risposta La risposta è complessa. Si tratta di un fenomeno dalle molte definizioni (re complessa. Si tratta di un fenomeno dalle molte definizioni (relativa, lativa, assoluta, soggettiva, ecc.) che, di volta in volta, individuano assoluta, soggettiva, ecc.) che, di volta in volta, individuano insiemi di poveri solo insiemi di poveri solo parzialmente o affatto sovrapposti. parzialmente o affatto sovrapposti. Le fonti informative, le definizioni e i criteri metodologici che possono essere variamente adottati per rispondere a tali quesiti forniscono differenti stime e profili di povertà; solo un approccio multidimensionale è in grado di riconciliarli in un quadro unitario, di arricchirne la portata informativa e «correggere» le possibili distorsioni interpretative. Si Si è poveri di cosa? Di reddito e ricchezza o piuttosto delle cose c poveri di cosa? Di reddito e ricchezza o piuttosto delle cose che il reddito e la he il reddito e la ricchezza ci consentono di fare? Si ricchezza ci consentono di fare? Si è poveri rispetto ai soli aspetti materiali o poveri rispetto ai soli aspetti materiali o anche alle possibilit anche alle possibilità di scegliere e realizzare i propri obiettivi? Si di scegliere e realizzare i propri obiettivi? Si è poveri poveri perch perché non si ha accesso a determinati beni e servizi o perch non si ha accesso a determinati beni e servizi o perché non si ha potere e non si ha potere e non si non si è adeguatamente rappresentati? adeguatamente rappresentati?

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La misurazione della povertLa misurazione della povertàà : problemi e : problemi e risultatirisultati

Linda Laura Sabbadini

Roma, 15/12/2008

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Cosa Cosa èè la povertla povertàà? ?

La risposta La risposta èè complessa. Si tratta di un fenomeno dalle molte def inizioni (recomplessa. Si tratta di un fenomeno dalle molte def inizioni (re lativa, lativa, assoluta, soggettiva, ecc.) che, di volta in volta, individuano assoluta, soggettiva, ecc.) che, di volta in volta, individuano insiemi di poveri solo insiemi di poveri solo parzialmente o affatto sovrapposti. parzialmente o affatto sovrapposti.

Le fonti informative, le definizioni e i criteri me todologici che possono essere variamente adottati per rispondere a tali quesiti f orniscono differenti stime e profili di povertà; solo un approccio multidimensionale è in grado di riconciliarli in un quadro unitario, di arricchirne la portata informat iva e «correggere» le possibili distorsioni interpretative.

Si Si èè poveri di cosa? Di reddito e ricchezza o piuttosto delle cose cpoveri di cosa? Di reddito e ricchezza o piuttosto delle cose c he il reddito e la he il reddito e la ricchezza ci consentono di fare? Si ricchezza ci consentono di fare? Si èè poveri rispetto ai soli aspetti materiali o poveri rispetto ai soli aspetti materiali o

anche alle possibilitanche alle possibilit àà di scegliere e realizzare i propri obiettivi? Si di scegliere e realizzare i propri obiettivi? Si èè poveri poveri perchperch éé non si ha accesso a determinati beni e servizi o pe rchnon si ha accesso a determinati beni e servizi o pe rch éé non si ha potere e non si ha potere e

non si non si èè adeguatamente rappresentati?adeguatamente rappresentati?

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(EU (EU ThirdThird PovertyPoverty Program, Program, EuropeanEuropean CouncilCouncilDeclarationDeclaration, 19 Dicembre 1984), 19 Dicembre 1984)

".."..dovrebbero essere definiti poveri quegli dovrebbero essere definiti poveri quegli individui, famiglie e gruppi di persone le individui, famiglie e gruppi di persone le

cui risorse materiali, culturali e sociali sono cui risorse materiali, culturali e sociali sono coscosìì limitate da escluderli dallo standard limitate da escluderli dallo standard minimo di vita accettabile della comunitminimo di vita accettabile della comunitàà

in cui vivonoin cui vivono……""

Definizione di povertDefinizione di povertàà a livello internazionalea livello internazionale

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oggettivo soggettivo

assoluto relativo

unidimensionale multidimensionale

statico dinamico

la misura della povertla misura della povertàà: i differenti approcci: i differenti approcci

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•• Si basa su variabili oggettivamente Si basa su variabili oggettivamente rilevate, che non dipendono dal giudizio o rilevate, che non dipendono dal giudizio o dalla percezione individuale (oggettivo)dalla percezione individuale (oggettivo)rientra nell’approccio oggettivo l’uso del reddito, della spesa per consumi, delle condizioni abitative, degli aiuti ri cevuti, delledifficoltà nell’accesso a beni e/o servizi

•• Si basa sulla percezione soggettiva della Si basa sulla percezione soggettiva della propria condizione di indigenza e/o propria condizione di indigenza e/o deprivazione (soggettivo)deprivazione (soggettivo)rientra nell’approccio soggettivo l’uso delle valut azioni del proprio stato di povertà, del reddito minimo suffic iente a sbarcare il lunario, della propria condizione di difficoltà e conomica

OggettivoOggettivo--soggettivosoggettivo

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Assoluto Assoluto -- RelativoRelativo

•• ScarsitScarsitàà di beni essenziali (assoluto)di beni essenziali (assoluto)valutazione monetaria di un paniere di beni e servi zi considerati essenziali, invarianti nel tempo e nello spazio. La povertà viene, quindi, definita come una condizione economica di i ncapacitàall'acquisto di determinati beni e servizi, indipen dentemente daquello che è lo standard di vita medio della popolaz ione di riferimento.

•• Situazione di deprivazione relativa rispetto Situazione di deprivazione relativa rispetto ad altri individui/famiglie nella comunitad altri individui/famiglie nella comunitàà(relativo)(relativo)forniscono una valutazione della disuguaglianza pre sente all'interno della popolazione oggetto di studio. La povertà viene cioè definita rispetto a quello che è lo standard med io (mediano) della popolazione di interesse e viene quindi indiv iduata nella condizione di alcuni membri della comunità che risul ta peggiore rispetto agli altri).

AssolutoAssoluto--relativorelativo

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UnidimensionaleUnidimensionale--multidimensionalemultidimensionale

•• Si basa sullSi basa sull’’ informazione proveniente da informazione proveniente da unun’’unica variabile (unidimensionale)unica variabile (unidimensionale)Ad es. la variabile reddito o spesa per consumi, va riabili privilegiate qualora il fenomeno venga strettamente inteso come una situazione di carenza di risorse economico-mone tarie e si presupponga l'equivalenza tra reddito disponibile, o spesa per consumi, e livello di benessere.

•• Si basa sullSi basa sull’’ informazione proveniente da informazione proveniente da pipiùù indicatori (multidimensionale) indicatori (multidimensionale) Si parte dal presupposto che non esiste una unica in formazione in grado di classificare una famiglia in povera o non povera, la povertà si manifesta come mancanza di una pluralità d i beni e servizi considerati essenziali in una determinata s ocietà.

UnidimensionaleUnidimensionale--multidimensionalemultidimensionale

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StaticoStatico--DinamicoDinamico

•• Si basa sullSi basa sull’’ informazione proveniente da informazione proveniente da unun’’unica occasione di indagine (statico)unica occasione di indagine (statico)L’informazione riguarda le famiglie e le persone po vere al momento dell’osservazione.

•• Si basa sullSi basa sull’’ informazione proveniente da informazione proveniente da pipiùù occasioni di indagine sulle stesse unitoccasioni di indagine sulle stesse unitàà(dinamico) (dinamico) Si possono distinguere le situazioni di povertà a car attere permanente da quelle transitorie e e si possono ind ividuare i percorsi familiari od individuali (in termini di ca mbiamenti nella struttura familiare, di partecipazione al mercato d el lavoro, dieventi di disabilità, ecc.) che possono determinare l'entrata o l'uscita da tale condizione

StaticoStatico--dinamicodinamico

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Strumenti per la misura della povertStrumenti per la misura della povertàà.

•• Linea di povertLinea di povertààsoglia di reddito, spesa per consumi, possesso di b eni e servizi che permetta di separare i poveri dai non p overi.

•• Scale di equivalenzaScale di equivalenza

insieme di coefficienti usati per deflazionare il r eddito o la spesa per consumi per ogni tipologia familiare. Il reddito di una generica famiglia è reso “equivalente” – cioèconfrontabile in termini di tenore di vita – a quell o di una tipologia familiare di riferimento (economie di sca la, diversitànei bisogni)

•• Indici di povertIndici di povertààHead Count Ratio (percentuale di famiglie povere) Poverty Gap Ratio (intensità, esprime quanto il redd ito o la spesa media equivalente della famiglie povere è al d i sotto della linea di povertà, esprime la quota di reddito /consumo che dovrebbe essere trasferito ai poveri per assicu rare loro un valore pari alla linea di povertà).

Strumenti per la misura della povertStrumenti per la misura della povertàà

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La povertLa povertàà in Italiain Italia

STIMA UFFICIALE:STIMA UFFICIALE:

•• Nel 1984 viene istituita presso il Dipartimento deg li Nel 1984 viene istituita presso il Dipartimento deg li Affari Sociali la prima Commissione di Indagine sul la Affari Sociali la prima Commissione di Indagine sul la PovertPovert àà e sull'Emarginazionee sull'Emarginazione

•• Nel 1986 viene presentato il primo rapporto ufficia le Nel 1986 viene presentato il primo rapporto ufficia le sulla povertsulla povert àà in Italia, in collaborazione con L'Istatin Italia, in collaborazione con L'Istat

•• Nel 1999 gli organi di Governo affidano all'Istat i l Nel 1999 gli organi di Governo affidano all'Istat i l compito di diffondere gli indicatori di povertcompito di diffondere gli indicatori di povert àà

•• Nel 2000 viene istituita la Commissione di Indagine Nel 2000 viene istituita la Commissione di Indagine sull'Esclusione Sociale.sull'Esclusione Sociale.

La stima ufficiale della povertLa stima ufficiale della povert àà in Italiain Italia

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La stima ufficiale della povertLa stima ufficiale della povert àà in Italiain Italia

L’Italia è uno dei pochi paesi ad avere una valutazione statistica regolare della povertà, grazie anche all’operato della

Commissione di indagine che, a partire dal 1984, contribuisce invario modo a suscitare e a tener desta l’attenzione sul fenomeno.

Nel corso del tempo Nel corso del tempo èè stata messa a punto una specifica metodologia che, stata messa a punto una specifica metodologia che, sulla base di unsulla base di un ’’ informazione statistica robusta informazione statistica robusta -- ll ’’ Indagine sui consumi Indagine sui consumi

delle famiglie delle famiglie -- rappresenta lo strumento di misura con cui attualme nte lrappresenta lo strumento di misura con cui attualme nte l ’’ Istat Istat calcola e diffonde, con cadenza annuale, le stime u fficiali dellcalcola e diffonde, con cadenza annuale, le stime u fficiali dell a poverta povert àà nel nel

nostro paese.nostro paese.

Si tratta, quindi, di una stima basata su una varia bile di tipoSi tratta, quindi, di una stima basata su una varia bile di tipo monetario, la monetario, la spesa per consumi. spesa per consumi.

Essa assume come presupposto allEssa assume come presupposto all ’’analisi che analisi che uno stesso livello di spesa uno stesso livello di spesa corrisponda a un medesimo livello di benesserecorrisponda a un medesimo livello di benessere

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La stima della povertLa stima della povert àà relativa diffusa dallrelativa diffusa dall ’’ Istat si basa sull'uso di Istat si basa sull'uso di una linea di povertuna linea di povert àà nota come nota come

International Standard of International Standard of PovertyPoverty Line (Line ( IsplIspl ). ).

La linea di povertLa linea di povert àà relativa individua, pertanto, il livello di spesa relativa individua, pertanto, il livello di spesa per consumi che rappresenta il limite di demarcazio ne tra famiglper consumi che rappresenta il limite di demarcazio ne tra famigl ie ie povere e non poverepovere e non povere ..

Le ricerche sulla povertLe ricerche sulla povert àà utilizzano la famiglia come unitutilizzano la famiglia come unit àà di analisi di analisi in quanto in quanto èè al suo interno che vengono messe in comune le al suo interno che vengono messe in comune le risorse e prese le decisioni riguardo la loro desti nazionerisorse e prese le decisioni riguardo la loro desti nazione

SiSi definisce povera una famiglia di due componenti con una spesa definisce povera una famiglia di due componenti con una spesa per consumi inferiore o pari alla spesa media per c onsumi proper consumi inferiore o pari alla spesa media per c onsumi pro --capitecapite

International Standard of International Standard of PovertyPoverty lineline

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La scala di equivalenza

la linea di povertà relativa viene definita per una famiglia di due componenti . Per famiglie di diversa ampiezza viene invece uti lizzata una scala di equivalenza che tiene conto dei differ enti bisogni e delle economie/diseconomie di scala che è possibile realiz zare in famiglie

di maggiore o minore ampiezza.

La scala di equivalenza utilizzata dall’ISTAT, elab orata specificamente per la Commissione povertà, è nota come scala di equivalenz a Carbonaro (1985). I coefficienti risultano: 0,60 per un componente; 1,0 per due componenti; 1,33 per tre componenti; 1,63 per quattro componenti; 1, 90 per cinquecomponenti; 2,16 per sei componenti; 2,40 per sette o più componenti)

Si moltiplicano i coefficienti per il valore della l inea di povertà di due componenti e si ottengono i valori delle linee per 1 componente 591,81, 3

componenti 1311,85, 4 componenti 1607,75, 5 compone nti 1874,07 , 6 componenti 2130,52, 7 componenti e più 2367,24

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La scala di equivalenza

Secondo la metodologia adottata, l’effetto delle ec onomie di scala viene introdotto solo dopo la determinazione della linea di povertà che, infatti, viene

calcolata sulla distribuzione della spesa per consu mi non equivalente. In altri termini, il valore soglia (la spesa per co nsumi pro-capite) è

rappresentato dal valore del consumo di una singola persona, ottenuto senza tener conto delle caratteristiche e dell’ampiezza d ella famiglia di

appartenenza.

Il vantaggio di questa misura è che permette di fare confronti con il passato altrimenti ancora impossibili se si considera il re ddito

Inoltre considerando i consumi tendenzialmente si potrebbero sovrastimare i livelli di povertà degli anziani, ma considerando i redditi il problema si potrebbe creare con i

lavoratori autonomi.

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Le soglie aggiuntive di povertà

• l’ISTAT affianca alla soglia di povertà calcolata in base all’International Standard of Poverty Line soglie ag giuntive, pari rispettivamente all’80%, al 90%, al 110% e al 120% del valore standard.

• Queste soglie consentono di individuare, da un lato , la quota difamiglie che, sebbene non siano povere, sono maggio rmente esposte al rischio di diventarlo, avendo livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di povertà; dall’ altro, la quota delle famiglie più povere tra le povere, con livelli di spesa per consumi molto al di sotto della linea di povertà.

• vengono distinti sottogruppi di famiglie, in partic olare quelle sicuramente non povere, che presentano i livelli di spesa per consumi più elevati (superiori al 120% della linea) e quelle sicuramente povere, con spesa inferiore all’80% del la linea di povertà standard.

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Le caratteristiche della povertLe caratteristiche della povertàà in Italiain Italia

Le soglie aggiuntive di povertLe soglie aggiuntive di povertàà (2007)(2007)

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• Per sintetizzare l’informazione sui vari aspetti de lla povertà(diffusione, gravità, permanenza) in genere vengono calcolati più indicatori e si utilizzano opportuni e specifici indici.

• Nel caso della stima della povertà operata dall’ISTA T, vengono calcolati due indici.

• la proporzione dei poveri (incidenza), cioè il rappo rto tra il numero di famiglie (individui) in condizione di pov ertà e il numero di famiglie (individui) residenti.

• Il secondo è il divario medio di povertà (intensità), che misura «quanto poveri sono i poveri», cioè di quanto, in te rmini percentuali, la spesa media mensile equivalente del le famiglie povere è inferiore alla linea di povertà

Indicatori di povertIndicatori di povertàà

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I profili di povertà relativa

Nel nostro paese, il fenomeno della povertNel nostro paese, il fenomeno della povert àà relativa presenta relativa presenta caratteristiche strutturali ben delineate, legate a i tradizionalcaratteristiche strutturali ben delineate, legate a i tradizional i fattori i fattori

che determinano le condizioni di vulnerabilitche determinano le condizioni di vulnerabilit àà. .

A partire dai primi anni A partire dai primi anni ’’80 la percentuale di famiglie in condizione di 80 la percentuale di famiglie in condizione di povertpovert àà relativa relativa èè sempre stata prossima al 10%,sempre stata prossima al 10%,

con un aumento particolarmente importante nel perio do 1987con un aumento particolarmente importante nel perio do 1987 --1989, 1989, quando circa il 14% delle famiglie residenti in Ita lia risultavaquando circa il 14% delle famiglie residenti in Ita lia risultava in in

condizione di povertcondizione di povert àà relativa. relativa.

LL’’ incidenza incidenza èè poi andata progressivamente diminuendo e, negli ult imi poi andata progressivamente diminuendo e, negli ult imi anni, varia tra lanni, varia tra l ’’11% e il 12%.11% e il 12%.

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Le caratteristiche della povertLe caratteristiche della povertàà in Italiain Italia

Profili strutturali ben delineati (2007)Profili strutturali ben delineati (2007)IncidenzaItalia Sud

2 milioni 653 mila2 milioni 653 mila famiglie 11,1% 22.5%11,1% 22.5%7 milioni 542 mila7 milioni 542 mila persone 12.8% 24.9%12.8% 24.9%1 milione 725 mila1 milione 725 mila Sud -- 22,5%22,5%299 mila299 mila famiglie numerose (5 e più) 22.4%22.4% 32.9%32.9%229 mila229 mila famiglie con membri aggregati 18,0%18,0% 30.3%30.3%512 mila512 mila con 2 o più figli minori 17,3% 29,4%17,3% 29,4%1 milione 164 mila1 milione 164 mila con anziani 13,5%13,5% 25.8%25.8%1 milione 285 mila1 milione 285 mila con P.R. con bassi livelli di 18,0%18,0% 32.4%32.4%

istruzione 1 milione 241 mila1 milione 241 mila senza occupati 14.4%14.4% 27,1%27,1%513 mila513 mila almeno un componente in 22.8%22.8% 31.4%31.4%

cerca di occupazione614 mila614 mila famiglie con P.R. operaio 13,9%13,9% 27,5%27,5%1 milione 655 mila1 milione 655 mila minori 16,1%16,1% 28,5%28,5%1 milione 648 mila 1 milione 648 mila anziani 14,3%14,3% 27.7%27.7%

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PovertPovertàà stabile dal 1997: eppur si muovestabile dal 1997: eppur si muoveL’incidenza è intorno al 10-11% per le famiglie e al 13% per le persone.

Aumenta povertà dal 1997 al 2007 per:Famiglie con 2 o più disoccupati da 34,0%34,0% a 35,8%35,8%Famiglie con p.r. operaio da 11,6%11,6% a 13,9%13,9%Famiglie con almeno un disoccupatocon p.r. ritirato dal lavoro da 21,6%21,6% a 24,5%24,5%Famiglie con membri aggregati da 14,9%14,9% a 18,0%18,0%Famiglie con tre o più figli minori da 25,8%25,8% a 27,1%27,1%Famiglie con tre componenti da 9,9%9,9% a 11,5%11,5%Famiglie del Sud ultimo quinquennio da 21,6%21,6% a 25,8%25,8%Sicilia da 21,2%21,2% a 27,6%27,6%Nel sud la povertà aumenta per :Coppie con un figlio da 20,1% a 23,5%Coppie con due figli da 23,2% a 25,2%Famiglie con due o più anziani da 31,5% a 33,2%Famiglie con due o più occupati da 13,8% a 16,3%Nel Nord la povertà aumenta per:Famiglie con cinque e più componenti da 5,9% a 12,2%Famiglie con membri aggregati da 8,1% a 13,4%Coppie con tre o più figli minori da 6,2% a 10,8%

Diminuisce povertà dal 1997 al 2007 per:

Famiglie con 1 componente da 11,2%11,2% a 8,1%8,1%

Anziani soli da 16,3%16,3% a 12,0%12,0%

Coppie di anziani da 15,8%15,8% a 13,5%13,5%

famiglie con almeno un anziano da 15,5%15,5% a 13,5%13,5%

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Forti divari territoriali, differenze anche nel SudForti divari territoriali, differenze anche nel Sud

Sicilia 27,6 23,5Basilicata 26,3 25,7Calabria 22,9 24,2Sardegna 22,9 20,6Campania 21,3 23,2Puglia 20,2 20,8Molise 13,6 25,3Abruzzo 13,3 21,4

Sud-Isole 22,5 22,9Nord 5,5 18,6

A più ampia diffusione del fenomeno nelle regioni meridionali si accompagna maggiore gravità del disagio (maggiore intensità di

povertà)

* Distanza in termini percentuali della spesa media equivalente delle famiglie povere dalla linea di povertà.

Nel 2007, al Sud risiede il 65% delle famiglie e il 68% delle persone povere

IncidenzaIncidenza IntensitIntensitàà**

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PovertPovertàà tra i minoritra i minori

1 milione 655 mila minori nel 2007 vivono in famigl ie povere (16,1%)─ il 45% vive con i genitori e un fratello;

─ il 27% con i genitori e almeno due fratelli;

─ il 7% con un solo genitore;

─ il 10% in famiglie con membri aggregati.

Dal 1997 al 2007 Dal 1997 al 2007 èè peggiorata la condizione di povertpeggiorata la condizione di povertàà delle famiglie:delle famiglie:─ con 3 o più figli minori (dal 25,8% al 27,1%)

La situazione è peggiorata per le famiglie con un so lo occupato: −con almeno un minore (dal 17,7% al 19,8%) −con due o più minori (dal 21,6% al 23,6%)

La situazione La situazione èè peggiorata soprattutto al Sud tra le famiglie:peggiorata soprattutto al Sud tra le famiglie:─ con due figli minori (dal 27,1% al 28,0%);

─ con 3 o più figli minori (dal 36,2% al 36,7%);

─ oltre 1/4 dei monogenitori con almeno un figlio minore è povera al Su d.

Quindi problemi di povertà crescenti

MA ANCHE NUOVI RISCHI DI ESCLUSIONE SOCIALE DA NON SOTTOVALUTARE

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I minori poveri nel SudI minori poveri nel Sud

Nel Sud sono concentrati il 69,3% per un totale di 1milione 146mila.

ItaliaItalia SudSud

0-5 anni 16,8% 31,0%6-10 anni 16,4% 28,4%

11-13 anni 15,7% 25,4%14-17 anni 15,4% 28,0%Totale 16,1% 28,5%

� L’incidenza di povertà tra i minori del Sud è del 28,5%28,5%, nel Centro-nord èdell’ 8,2%8,2%

� Le regioni con la maggior incidenza di povertà per i minori sono la Sicilia ((37,6%37,6%), la Basilicata (30,1%30,1%) e la Campania (27,8%27,8%)

� I minori che vivono in famiglie sicuramente povere (al di sotto dell’80% della linea di povertà), cioè i più poveri tra i poveri, sono 779mila779mila, il 7,6%7,6% dei minori e vivono nel Sud nel 72%72% dei casi

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PovertPovertàà tra i giovani di cui si parla tra i giovani di cui si parla ancora pocoancora poco

1 milione 515 mila giovani (12,9%) sono poveri , percentuale prossima alla media sul totale della popolazione (12,8%)

Tra questi il 63,9% vive nella famiglia di origine , il 31,2% è p.r. o coniuge, la restante quota vive in altre tipologie familiari (ad esempio famiglie senza nuclei).

Se il giovane vive nella famiglia di origine come figlio, è povero il 13,3% ma- il 21,7% se i figli sono tre o più;- il 19,7% se si tratta di famiglie con membri aggregati;- il 15,5% se in famiglia c’è un solo occupato;- il 10,3% se si tratta di una famiglia monogenitore.

Se il giovane è p.r. o coniuge, è povero l’11,5% ma - il 41,5% se vive in coppia con tre o più figli;- il 23,4% se vive in coppia con due figli;- il 15,9% se ci sono membri aggregati.

Se il giovane è p.r. o coniuge in coppie con 1 solo occupato è povero il 22,3%ma- il 32,6% se vive in coppia e con 2 o più figli;- il 23,1% se vive in coppia e con 1 solo figlio.

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Gli adulti: separazione e divorzio espongono a Gli adulti: separazione e divorzio espongono a condizioni di disagio economico ma di picondizioni di disagio economico ma di piùù in in

futurofuturo

AL MOMENTO:AL MOMENTO:L’8,5% dei separati o divorziati di 35-64 anni è povero

Il 44,8% degli adulti poveri separati o divorziati è monogenitore, il 19,5% vive in famiglie con membri aggregati e l’11,5% vive solo.

Sono più povere le donne separate o divorziate (9,1% contro 7,7%)

Meno problemi economici oggi perché le separazioni in Italia riguardano più i ceti medio alti ma si evidenziano segnali di coinvolgimento degli strati sociali più bassi . Si aggraverà soprattutto la situazione delle donne che hanno il carico dei figli

Il 18,1% degli adulti separati o divorziati che vivono in famiglie con membri aggregati è povero (sono donne nel 59% dei casi e nel 71% se poveri); il 26% se sono presenti minori.

Il 10,4% degli adulti monogenitori è povero:- il 16,5% se separati di fatto;- il 10,5% se c’è almeno un figlio minore.

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Una nuova criticitUna nuova criticitàà nella vita adulta: le nuove nella vita adulta: le nuove e vecchie poverte vecchie povertàà famiglie con p.r. tra 35 e 64 famiglie con p.r. tra 35 e 64

annianni

• Se ci sono in famiglia componenti in cerca di occupazione è povero :

il 21,5% di quelle con almeno un componente alla ricerca di lavoro ;

il 27,9% delle famiglie con p.r. in cerca di occupazione ;

il 34,4% di quelle con due o più componenti alla ricerca di lavoro .

• Se ci sono in famiglia componenti in cerca di occupazione al Sud è povero:

il 29,8% di quelle con almeno un componente alla ricerca di lavoro;

il 38,2% delle famiglie con p.r. in cerca di occupazione;

il 38,2% di quelle con due o più componenti alla ricerca di lavoro.

LA MANCANZA DI LAVORO

Roma, 18 aprile 2007

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27

• Se il p.r. ha un basso o incerto profilo professionale e’ povero :il 14,9% delle famiglie con p.r. operaio e assimilato, co.co.co. o collaboratore occasionale.

• Se in famiglia c’è un solo occupato e’ povero : il 19,9% delle coppie con due figli; il 25,9% di quelle con tre o più; il 15,8% di quelle con membri aggregati.

• Se in famiglie è occupata solo la p.r . e il suo profilo professionale èbasso o incerto (operaio e assimilato, co.co.co. o collaboratore occasionale) è povero: il 18,9% delle famiglie; il 30,9% se si tratta di coppia con due figli, il 34,3% se si tratta di coppia con tre o più figli il 21,2% se si tratta di famiglia con membri aggregati.

• Se si risiede nel Sud e nelle Isole : 20,8%se p.r occupato con basso o incerto profilo professionale 28,9%1 occupato con 2 figli 27,7%1 occupato con 3 o più figli 30,2%1 occupato con membri aggregati 27,5%

WORKING POOR

Una terza criticitUna terza criticitàà nella vita adulta: le nuove e nella vita adulta: le nuove e vecchie povertvecchie povertàà famiglie con p.r. tra 35 e 64 famiglie con p.r. tra 35 e 64

annianni

28

La povertLa povertàà degli anzianidegli anzianiIn Italia, il 26% degli anziani poveri vive solo, il 40,4% in coppia, il 16,6% in

coppia con figli, il 12,5% in famiglie con membri aggregati, il 4,5% in famiglie monogenitore.

Nonostante il miglioramento dal punto di vista della povertà (dal 15,5% nel 1997 al 14,3% nel 2007), è povero il 14,3% degli anziani (il 59,5% sono donne ) contro il 12,8% della popolazione totale:

- il 12% degli anziani soli , il 12,9% se donne (rappresentano l’83,2% degli anziani soli poveri).

- il 14% degli anziani che vivono in coppia .- il 12,4% degli anziani monogenitori (il 74% sono donne).- il 18,4% degli anziani che vivono in famiglie con membri aggregati (il

68% sono donne);- il 18,8% degli anziani che vivono in coppia con figli .

NEL SUD LA SITUAZIONE E’ PEGGIORE :

E’ povero il 27,7% degli anziani (il 57,8% sono donne):- Il 21,8% degli anziani soli, il 23,2% se donne (rappresentano l’82,6% degli anziani soli poveri).- il 29,2% degli anziani che vivono in coppia.- il 20,1% degli anziani monogenitori (il 79,2% sono donne).- il 33,4% degli anziani che vivono in famiglie con membri aggregati (il 66,3% sono donne);

- il 34,6% degli anziani che vivono in coppia con figli.

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In sintesiIn sintesi

• Forti disuguaglianze nel Paese date da differenze territoriali ma anche differenze interne alle aree

• Si accentuano le caratteristiche tradizionali della povertà

• Migliora la situazione degli anziani, peggiora quella dei minori, dei giovani, dei disoccupati, delle famiglie con p.r. a bassi profilo professionale, residenti nel Sud e con membri aggregati.

30

La stima europea della povertLa stima europea della povert àà relativa relativa (incidenza della popolazione (incidenza della popolazione ““ a basso redditoa basso reddito ”” ))

Differisce da quella tradizionalmente diffusa in Italia rispetto a) alla scala di equivalenza; b) al posizionamento della soglia di povertà; c) all’utilizzo di una distribuzione equivalente; d) alla scelta del cut-off; e) alla variabile informativa

è basata sui redditi invece che sui consumi ;

utilizza la scala “OCSE modificata” che tiene conto anche della composizione della famiglia (un valore pari a 1 al primo adulto presente in famiglia, un peso

aggiuntivo pari a 0,5 per ogni altro adulto presente in famiglia e un peso pari a 0,3 per ogni componente di età inferiore ai 14 anni);

Calcola il reddito equivalente dividendo il reddito di ogni famiglia per il peso relativo desunto dalla composizione di adulti e minori di 14 anni e

calcola la soglia, ponendola al 60% della mediana dei redditi familiari equivalenti;

Inoltre, i dati sono diffusi in termini di individui sul totale della popolazione e non in termini di famiglie, com’è tradizione nazionale.

VANTAGGIO: CONFRONTI EUROPEI A PARTIRE DA INDAGINE EU SILC

Le diverse scelte metodologiche determinano effetti differenti eopposti sul posizionamento della soglia di povertà e quindi sulla

stima dell’incidenza che ne deriva.

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La soglia di povertLa soglia di povertàà: scelta del parametro: scelta del parametro

Il parametro scelto per determinare il valore della soglia ha una certa influenza sulla stima del fenomeno.

La scelta della media aritmetica, come nel caso del l’incidenza di povertà calcolata a partire dai consumi delle famigl ie, è dettata dalla necessità di individuare un parametro facilmente cal colabile e chiaramente interpretabile: il livello di spesa per consumi che tutti gli individui di una popolazione si troverebbero ad ave re se le risorse fossero ugualmente distribuite .

Questo tipo di misura è però molto sensibile ai valo ri estremi della distribuzione e presenta fluttuazioni nel tempo che non necessariamente corrispondono a reali cambiamenti n ello standard di vita medio della popolazione.

Quando si utilizza il reddito per la stima della po vertà, questo rischio è particolarmente marcato (volatilità dei redditi) di conseguenza la mediana risulta più robusta rispetto ai valori estre mi della distribuzione.

32

Forte divario tra i redditi equivalenti

delle famiglie del Sud e del Centro Nord

Il reddito mediano del Sud e delle Isole è il 66%66%di quello del Centro Nord

Distanza relativamente maggiore per le coppie con figli, le famiglie senza anziani, le famiglie in cui il breadwinner ha meno di 65 anni

Sicilia 60%60%Calabria 65%65%Campania 67%67%Basilicata 63%63%Puglia 63%63%Abruzzo 79%79%Molise 70%70%Sardegna 81%81%

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Il Mezzogiorno è concentrato

nei quinti più bassi della distribuzione*

La situazione nelle regioni distingue due gruppi ne l Mezzogiorno(% di famiglie nel quinto più basso)

Sicilia 45,6%45,6% Molise 33,5%33,5%Calabria 38,5%38,5% Sardegna 24,7%24,7%Basilicata 39,1%39,1% Abruzzo 22,7%22,7%Campania 37,4%37,4%Puglia 40,4%40,4%

Più della metà delle famiglie del Sud ricade nei primi due quinti, il 38,1%38,1% nel primo quinto più povero.

Invece circa la metà delle famiglie del Centro Nord è nei due quinti più ricchi e solo l’11,4% 11,4% nel quinto più povero

QuintiQuinti: le famiglie possono essere ordinate in base al loro reddito equivalente e poi divise in cinque gruppi di pari ampiezza (i quinti, il 1° è il più povero e il 5° è il più ricco

Il 37,5% 37,5% delle famiglie di monogenitori del Sud è concentrato nel quinto più povero contro il 12,9%12,9% del Centro Nord

Sud Isole 38,1%38,1%

* Si considera il reddito netto inclusi i fitti imputati

34

La presenza di disoccupati ha più spesso conseguenze negative per le famiglie del Sud

Percentuale di famiglie con disoccupati nel quinto piPercentuale di famiglie con disoccupati nel quinto piùù poveropovero

tra le famiglie con un disoccupatotra le famiglie con un disoccupato tra le famiglie con due o pitra le famiglie con due o piùùdisoccupatidisoccupati

CENTRONORD 24,6 %24,6 % CENTRONORD 41,9 %41,9 %SUD E ISOLE 55,4 %55,4 % SUD E ISOLE 65,6 %65,6 %

Calabria 53,3 %53,3 %Sicilia 65,1 %65,1 % Calabria 51,3 %51,3 %Campania 55,0 %55,0 % Puglia 76,6 %76,6 %Basilicata 51,2 %51,2 % Sicilia 86,9 %86,9 %Puglia 56,7 % 56,7 % Campania 57,4%57,4%Molise 33,4 %33,4 %Abruzzo 26,5 %26,5 %Sardegna 44,2 %44,2 %

Tra gli individui disoccupati l’incidenza di povertà è del 40,8%

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Un basso titolo di studio del breadwinner determina piùfacilmente una condizione di svantaggio

nel Sud e nelle Isole

Centro Nord: 44%44% famiglie con breadwinner con licenza media ha redditi medi o medio alti (al Sud 13,2%)

Sud-Isole: 45,7%45,7% famiglie con breadwinner con licenza media appartiene al quinto più povero (al Nord 12,5%)

Nel Sud è necessario possedere la laurea per collocarsi nel quinto più ricco della distribuzione nel 41,9%41,9% dei casi, nel Centro Nord nel 59,2%59,2%

Vistosa differenza tra i risultati economici di famiglie del Centro Nord con breadwinner con diploma superiore:

Centro Nord: più della metà nei due quinti più ricchi

Sud - Isole: solo 29,5% 29,5% non arriva neanche ad un terzo

Tra le persone laureate l’incidenza di povertà è del 5,7%; tra quelle con licenza elementare o nessun titolo è 26,7%

36

Nel Mezzogiorno sono a basso reddito anche tipologie familiari che nel Centro Nord sono collocate nei segmenti più alti della distribuzione dei redditi

Centro Nord: 54,1%54,1% appartiene ai due quinti più ricchi

Sud-Isole: poco più del 20%20% nei due quinti più ricchi, più di un terzo nel quinto più basso

Centro Nord: maggioranza appartiene ai due quinti piùricchi

Sud-Isole: circa un terzo al quinto più basso

single single

fino a 64fino a 64

coppie e monocoppie e mono

genitori con figligenitori con figli

di 18 anni e pidi 18 anni e piùù

Quindi il disagio nel Sud, pur essendo connotato si estende anche a soggetti che nel resto del paese vivono in una situazione

relativamente più agiata

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Nel Sud famiglie diverse dal Centro Nord

� più famiglie con persone a carico (53,0%53,0% contro 36,1%36,1%)

� più famiglie mono-reddito (47,4%47,4% contro 41,2%41,2%)

� più famiglie con 2 o più minori (17,2%17,2% contro 10,8%10,8%)

� più famiglie con almeno un disoccupato (17,1%17,1% contro 6,4%6,4%)

� più famiglie con breadwinner con licenza elementare o nessun titolo di studio (34,3%34,3% contro 26,3%26,3%) tra le famiglie con breadwinner occupato

� più famiglie la cui fonte principale di reddito sono pensioni e altri trasferimenti pubblici (37,3%37,3% contro 33,9%33,9%)

38

Al suo interno il Sud è più diseguale

del Centro Nord

Centro Nord 0,29 0,29 Sud Isole 0,330,33

Centronord 0,290,29Sud e Isole 0,330,33

Abruzzo 0,300,30Puglia 0,330,33Sardegna 0,310,31Molise 0,330,33Basilicata 0,280,28

GINI*

* Redditi equivalenti senza i fitti imputati

Sicilia 0,360,36Calabria 0,340,34Campania 0,340,34

hanno anche redditi mediani più bassi delle altre

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Fonte: Eurostat – Indagine EU SILC 2006

La disuguaglianza del nostro Paese è dovuta più alla disuguaglianza interna alle ripartizioni che a quella tra le ripartizioni.

Nonostante la disuguaglianza sia nel Sud maggiore del Centro Nord, anche la disuguaglianzainterna al Centro Nord èelevata e superiore alla disuguaglianza di Francia, Germania, Paesi Nordici, Austria, Belgio, Lussemburgo

Più disuguaglianza dentro le ripartizioni

40

L’incidenza di povertà è molto più marcata tra le famiglie del Sud e delle Isole

Percentuale di individui poveri (DEFINIZIONE EUROPEA) per ripartizione geografica

Nord-ovest 11,0%

Nord-est 9,8%

Centro 13,9%

Sud 34,0%

Isole 35,4%

ITALIA 19,6%

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Gli indicatori comunitari di POVERTA’

Incidenza della POVERTAIncidenza della POVERTA’’ (scala sin.) e soglia di povert(scala sin.) e soglia di povertàà corrispondente (in PPS, corrispondente (in PPS, scala destra, Italia=100), anno di indagine 2006 (anno di rilevascala destra, Italia=100), anno di indagine 2006 (anno di rilevazione dei redditi zione dei redditi

2005) 2005)

Secondo l’indagine 2006 l’incidenza della popolazi one povera in Italia è stata del 20%, in leggera crescita rispetto all’anno preceden te (19%) e superiore alla media comunitaria (16%)

42

Gli indicatori comunitari di POVERTA’

Incidenza della popolazione a basso reddito e intensitIncidenza della popolazione a basso reddito e intensitàà di povertdi povertàà, anno di indagine , anno di indagine 2006 (anno di rilevazione dei redditi 2005)2006 (anno di rilevazione dei redditi 2005)

Una relazione positiva osservata empiricamente tra intensità e incidenza della povertà, anche se con notevoli eccezioni (ad esempio: l’Irlanda, con incidenza superiore alla media comunitaria e intensità tra le più basse).

In Italia l’intensità di povertà èpari 24, uno dei valori più alti (tra i vecchi Quindici solo Spagna e Grecia hanno un valore più alto).

Negli ultimi anni, mentre in Italia l’intensità di povertà è stata sostanzialmente costante, si èosservata una riduzione nei paesi dell’allargamento e in alcuni della UE15 (Irlanda e Paesi Bassi)

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Indicatori di povertà relativa europea

Incidenza della popolazione a basso reddito per classe dIncidenza della popolazione a basso reddito per classe d’’etetàà, anno di indagine 2006 , anno di indagine 2006

(anno di rilevazione dei redditi 2005)(anno di rilevazione dei redditi 2005)

il profilo per età dell’incidenza di povertà in Itali a, come nella maggioranza dei paesi comunitari a forma di U con un’incidenza del 25% tr a i bambini e del 22% tra gli anziani (in leggera riduzione, ma comunque tre punti sopra la m edia comunitaria per questo gruppo).

44

Gli indicatori comunitari di disuguaglianza

Disuguaglianza dei redditi: rapporto tra la quota di reddito equDisuguaglianza dei redditi: rapporto tra la quota di reddito equivalente ai ivalente ai quintiliquintili estremi (scala sin.) e indice di estremi (scala sin.) e indice di GiniGini (scala (scala dxdx.), indagine 2006 .), indagine 2006

(anno di rilevazione dei redditi 2005)(anno di rilevazione dei redditi 2005)

Nella media europea al quinto di popolazione più ricco va quasi cinque volte il reddito del quinto piùpovero; l’Italia sta sopra la media (5 e mezzo), Il massimo è della Lettonia (quasi 8), il minimo si registra in Danimarca e Slovenia (meno di 3 e mezzo).

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Gli indicatori comunitari di povertà

Incidenza di povertIncidenza di povertàà, occupati e totale (pop. di 18 anni e pi, occupati e totale (pop. di 18 anni e piùù), anno di indagine ), anno di indagine 2006 (anno di rilevazione dei redditi 2005) 2006 (anno di rilevazione dei redditi 2005)

In Italia un lavoratore su dieci vive in famiglie a basso reddito (una persona su cinque nella popolazione complessiva). In alcuni paesi la riduzione è più consistente (ad esempio, Belgio ed Irlanda), in altri meno (Svezia, Lussembu rgo, Polonia)

46

In sintesi

La situazione italiana, perlomeno tra i vecchi quindici paesi meLa situazione italiana, perlomeno tra i vecchi quindici paesi membri, mbri, èè tra le tra le peggiori, insieme a quella degli altri grandi paesi mediterraneipeggiori, insieme a quella degli altri grandi paesi mediterranei. .

Pochissimi paesi mostrano ottime performance su tutte le dimensiPochissimi paesi mostrano ottime performance su tutte le dimensioni (solo Paesi oni (solo Paesi Bassi e Danimarca), per quanto piBassi e Danimarca), per quanto piùù nutrito sia il gruppo di quelli con situazione nutrito sia il gruppo di quelli con situazione migliore della media in ogni campo (gli altri paesi nordici e qumigliore della media in ogni campo (gli altri paesi nordici e quelli dellelli dell’’Europa Europa

centrale, tra cui Francia e Germania). centrale, tra cui Francia e Germania).

I paesi dellI paesi dell’’allargamento, pur in un quadro di miglioramento in termini assolallargamento, pur in un quadro di miglioramento in termini assoluti, uti, presentano ancora gravi condizioni di arretratezza (basso, se nopresentano ancora gravi condizioni di arretratezza (basso, se non bassissimo n bassissimo standard di vita connesso alla soglia), ma salvo eccezioni (Litustandard di vita connesso alla soglia), ma salvo eccezioni (Lituania, Lettonia e ania, Lettonia e

Romania) non mostrano eccessivi problemi distributivi (e in alcuRomania) non mostrano eccessivi problemi distributivi (e in alcuni casi ni casi –– Slovacchia, Slovacchia, Slovenia e soprattutto Repubblica Ceca Slovenia e soprattutto Repubblica Ceca –– incidenza e intensitincidenza e intensitàà tra le pitra le piùù basse in basse in

assoluto). assoluto).

Tra i vecchi membri della UE, da segnalare il caso dellTra i vecchi membri della UE, da segnalare il caso dell’’Irlanda e in parte del Regno Irlanda e in parte del Regno Unito, in cui ad una incidenza relativamente alta corrispondono Unito, in cui ad una incidenza relativamente alta corrispondono migliori condizioni di migliori condizioni di

vita dei poveri (bassa intensitvita dei poveri (bassa intensitàà e alto standard connesso alla soglia).e alto standard connesso alla soglia).

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I profili di povertà:

reddito e spesa per consumi

Nonostante le differenze metodologiche che caratter izzano i due Nonostante le differenze metodologiche che caratter izzano i due approcci, i profili di disagio ottenuti sulla base del reddito rapprocci, i profili di disagio ottenuti sulla base del reddito r isultano isultano

simili a quelli ottenuti con la spesa per consumisimili a quelli ottenuti con la spesa per consumi

In entrambi i casi, lo svantaggio economico In entrambi i casi, lo svantaggio economico èè pipi ùù presente trapresente tra

•• minori, anziani, minori, anziani, •• persone con basso titolo di studio/profilo profess ionalepersone con basso titolo di studio/profilo profess ionale•• famiglie numerosefamiglie numerose•• famiglie con figli minori famiglie con figli minori •• famiglie senza occupati famiglie senza occupati •• famiglie residenti nel Sud e nelle Isole famiglie residenti nel Sud e nelle Isole

48

La scelta tra reddito o consumi per lLa scelta tra reddito o consumi per l ’’analisi della povertanalisi della povert àà: : scelte di allocazione, preferenze, reddito permanen tescelte di allocazione, preferenze, reddito permanen te

Vi sono buone ragioni a favore sia del consumo, sia del reddito Vi sono buone ragioni a favore sia del consumo, sia del reddito come come indicatori di povertindicatori di povert àà economicaeconomica .

Il reddito corrente rappresenta una misura delle ri sorse economiIl reddito corrente rappresenta una misura delle ri sorse economi che a che a disposizione della famiglia e non disposizione della famiglia e non èè influenzata dalle scelte di influenzata dalle scelte di

allocazione e dalle preferenze dei vari componenti. allocazione e dalle preferenze dei vari componenti.

Il reddito può però presentare fluttuazioni anche rilevanti nelIl reddito può però presentare fluttuazioni anche rilevanti nel corso corso del tempo (ad es. lavoratori autonomi o stagionali) , che non rifdel tempo (ad es. lavoratori autonomi o stagionali) , che non rif lettono lettono

una variabilituna variabilit àà altrettanto marcata in termini di risorse disponibi li. altrettanto marcata in termini di risorse disponibi li.

Il potenziale di reddito non dipende solo dal reddi to corrente, Il potenziale di reddito non dipende solo dal reddi to corrente, ma ma anche dal reddito pregresso e dalle scelte di alloc azione (attivanche dal reddito pregresso e dalle scelte di alloc azione (attiv itit àà di di risparmio, investimento, ecc.) effettuate dalla fam iglia: in unrisparmio, investimento, ecc.) effettuate dalla fam iglia: in un dato dato momento, il tenore di vita di una famiglia dipende pimomento, il tenore di vita di una famiglia dipende pi ùù dal reddito dal reddito

permanente che da quello correntepermanente che da quello corrente

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La scelta tra reddito o consumi per lLa scelta tra reddito o consumi per l ’’analisi della povertanalisi della povert àà::risorse familiari equamente suddiviserisorse familiari equamente suddivise

In entrambi i casi, l’assunzione di base implicita nella metodologia adottata è che le risorse familiari vengano equament e condivise tra tutti i componenti; la capacità di spesa di un membr o della famiglia rispetto a un altro (ad esempio, il marito e la mog lie) viene assunta identica in funzione delle proprie necessità, indip endentemente dalle risorse individuali.

Ne deriva che la condizione di povertà è definita a l ivello familiare: gli individui appartenenti a una famiglia povera sono t utti ugualmente poveri.

L’ipotesi che le risorse vengano condivise equament e da tutti i componenti della famiglia non corrisponde sempre al la realtà. Ciononostante essa svolge un’importante funzione op erativa anche per la difficoltà di rilevare in maniera soddisfacen te le informazioni che permetterebbero di differenziare l’accesso dei singoli individui alle risorse familiari.

50

La scelta tra reddito o consumi per l’analisi della povertà: la variazione del valore della linea di povertà

La variazione del valore della linea di povertLa variazione del valore della linea di povert àà, di anno in anno, , di anno in anno, dipende dai cambiamenti nella distribuzione della s pesa per consdipende dai cambiamenti nella distribuzione della s pesa per cons umi umi /del reddito e può determinare aumenti dell/del reddito e può determinare aumenti dell ’’ incidenza di povertincidenza di povert ààanche in periodi di crescita economicaanche in periodi di crescita economica

Se la crescita determina un aumento dei consumi/red diti generaliSe la crescita determina un aumento dei consumi/red diti generali zzato, zzato, ma pima pi ùù accentuato tra le famiglie con i livelli di spesa/r eddito piaccentuato tra le famiglie con i livelli di spesa/r eddito pi ùù alti, alti, ne deriva una maggiore disuguaglianza che determina un aumento dne deriva una maggiore disuguaglianza che determina un aumento d el el valore della soglia di povertvalore della soglia di povert àà e un incremento del numero di famiglie e un incremento del numero di famiglie relativamente povere. relativamente povere.

Le famiglie con i consumi/redditi piLe famiglie con i consumi/redditi pi ùù bassi vedono infatti peggiorata la bassi vedono infatti peggiorata la propria condizione rispetto alle altre, nonostante abbiano di fapropria condizione rispetto alle altre, nonostante abbiano di fa tto tto migliorato il proprio standard di vita. migliorato il proprio standard di vita.

Viceversa, nei periodi di recessione/stagnazione ec onomica può Viceversa, nei periodi di recessione/stagnazione ec onomica può verificarsi una diminuzione della incidenza della p overtverificarsi una diminuzione della incidenza della p overt àà relativa, relativa, qualora le famiglie non povere riducano i propri co nsumi (o vedaqualora le famiglie non povere riducano i propri co nsumi (o veda no no ridurre i propri redditi) meno delle altre e perciò si verifichiridurre i propri redditi) meno delle altre e perciò si verifichi una una diminuzione della disuguaglianza nella spesa per co nsumi.diminuzione della disuguaglianza nella spesa per co nsumi.

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La scelta tra reddito o consumi per lLa scelta tra reddito o consumi per l ’’analisi della povertanalisi della povert àà: :

l’associazione tra reddito permanente e consumo corrente si basa su un’ipotesi di ottimizzazione temporale del comportamento del consumatore che, in molti casi, non trova conferma a livello empirico;

le forti eterogeneità individuali tendono a indebolire la portata informativa del reddito per il calcolo di indicatori di povertà.

i livelli di consumo, oltre ad essere determinati dalle risorse economiche della famiglia, risentono delle scelte di allocazione del reddito e delle preferenze individuali nelle diverse fasi del ciclo di vita familiare.

52

La scelta tra reddito o consumi per lLa scelta tra reddito o consumi per l ’’analisi della povertanalisi della povert àà

La distribuzione del reddito è più disomogenea e concentrata rispetto alla distribuzione della spesa per consumi: la famiglia può decidere di

risparmiare una parte del reddito o di destinarlo all’acquisto di beni e servizi che non rientrano nel campo di osservazione della spesa per consumi; grazie all’aiuto economico delle reti informali di sostegno, bassi livelli di reddito disponibile possono non tradursi in livelli di spesa per consumi

altrettanto bassi.

La diversa propensione al consumo nelle varie fasi del ciclo di vita, può ridurre o aumentare le distanze tra le varie tipologie di famiglia rispetto ad

un'analisi condotta sui redditi. Un maggior ricorso all’indebitamento da parte della famiglia (ad es. tra quelle con figli piccoli), può indurre una stima della diffusione della povertà meno elevata rispetto a quella che si ottiene a

partire dai livelli di reddito; stili di vita morigerati (ad es. tra gli anziani), anche a parità di reddito, si associano di solito all’ultima fase della vita, producono una sovrastima della diffusione della povertà tra le fasce di

popolazione anziana.

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Reddito e consumiReddito e consumi

La scelta tra consumo e reddito resta quindi in parte aperta, ed è piuttosto il confronto tra i due aggregati che apporta il maggior contributo informativo.

La disponibilità di fonti affidabili e le loro caratteristiche diventano quindi un aspetto cruciale per analizzare correttamente il fenomeno.

54

PovertPovertàà relativa transitoria, povertrelativa transitoria, povertàà relativa relativa permanente permanente

� nell’arco di 8 anni (1994-2001) il 46%46% degli individui è stato toccato dalla povertà;� il 15%15% è stato povero in una occasione;�� il 20%20% 4 anni su 8;� il 3,5%3,5% PERMANENTEMENTE

Negli anni ’90 indagine panel ECHP ha evidenziato che esiste un segmento importante di popolazione che una volta caduto in povertà non riesce più ad uscire:

In assenza di politiche mirate persistono in condizione di poverIn assenza di politiche mirate persistono in condizione di poverttàà le famiglie e gli le famiglie e gli individui che per struttura e capacitindividui che per struttura e capacitàà economiche non hanno la possibiliteconomiche non hanno la possibilitàà di di migliorare la propria condizione:migliorare la propria condizione:Famiglie con minori, monoreddito, con P.R. con basso capitale umano, disoccupato o scoraggiato, con occupazione forzatamente part-time o a tempo determinato, famiglie numerose, residenti nel Sud.

Dato critico sui minori: probabilità di uscita dalla povertà nelle coppie con figli minori un terzo più bassa delle coppie senza figli;probabilità di ricadere in povertà delle coppie con figli minori doppia rispetto alle coppie senza figli (figli nascono in una fase di incertezza lavorativa, con capacitàreddituali non ancora al massimo, chi si occupa di bambini difficilmente riesce a lavorare full time, i bambini consumano ma non guadagnano, si abbassa il reddito equivalente.

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Eventi determinanti nelle transizioni da e verso Eventi determinanti nelle transizioni da e verso la povertla povertàà

L’80% delle transizioni è associato a eventi di natura economica, il 20% ai cambiamenti nella struttura familiare.

Entrata in povertEntrata in povertàà::perdita di occupazione non sostituita da reddito da pensionediminuzione o perdita di reddito per il principale percettore( gli altri redditi incidono solo marginalmente, i2/3 delle transizioni dipendono dal breadwinner)uscita di un coniuge (per morte, separazione o divorzio)nascita di un figlio

Uscita dalla povertUscita dalla povertàà::sopraggiunto reddito aggiuntivo (coniuge, figlio, altri)allontanamento figli dalla famiglia di origine (per matrimonio oconquistata indipendenza economica)p.r. tra i 45 e i 50 anni (apice della carriera e della capacità reddituale, successivamente le retribuzioni calano leggermente e possono verificarsi eventi che incidono sul reddito familiare- ad. es. morte, inabilità).

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La povertà assoluta

Fino al 2002, lFino al 2002, l ’’ Istat ha pubblicato, insieme alla stima della pover tIstat ha pubblicato, insieme alla stima della pover tààrelativa, anche una stima della povertrelativa, anche una stima della povert àà assoluta. Si tratta di una assoluta. Si tratta di una

misura della povertmisura della povert àà che si basa sulla che si basa sulla valutazione monetaria di un valutazione monetaria di un paniere di beni e servizi considerati essenziali, i nvarianti nelpaniere di beni e servizi considerati essenziali, i nvarianti nel tempo e tempo e

nello spazio.nello spazio. Tradizionalmente l'approccio assoluto Tradizionalmente l'approccio assoluto èè legato al legato al concetto di sopravvivenza (concetto di sopravvivenza ( basic basic needsneeds ); ma in un contesto di ); ma in un contesto di economia sviluppata viene definito come economia sviluppata viene definito come ll ’’ importo monetario importo monetario

necessario per l'acquisizione dei beni e servizi ne cessari a un necessario per l'acquisizione dei beni e servizi ne cessari a un nucleo nucleo familiare per raggiungere uno standard di vita dign itoso anche sfamiliare per raggiungere uno standard di vita dign itoso anche s e e

molto modestomolto modesto

La povertLa povert àà assoluta assoluta èè definita come incapacitdefinita come incapacit àà di acquisto di determinati beni di acquisto di determinati beni e servizi, indipendentemente dallo standard di vita medio della e servizi, indipendentemente dallo standard di vita medio della popolazione di popolazione di

riferimento.riferimento.Il metodo di stima della povertIl metodo di stima della povert àà assoluta assoluta èè in fase di revisione ma in fase di revisione ma èè molto molto

complesso perchcomplesso perch éé lasci aperti molti margini di soggettivitlasci aperti molti margini di soggettivit àà e dipende dai beni e dipende dai beni e servizi che vengono inseriti, per questo sono poc hissimi i Paee servizi che vengono inseriti, per questo sono poc hissimi i Pae si avanzati al si avanzati al

mondo che lo costruiscono.mondo che lo costruiscono.

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L’approccio multidimensionale

Le informazioni relative alla pluralitLe informazioni relative alla pluralit àà delle dimensioni che delle dimensioni che determinano la povertdeterminano la povert àà possono essere utilizzate come veri e propri possono essere utilizzate come veri e propri indicatori ed eventualmente sintetizzate in un'unic a misura, perindicatori ed eventualmente sintetizzate in un'unic a misura, per tener tener conto sia della coesistenza dei differenti aspetti della povertconto sia della coesistenza dei differenti aspetti della povert àà sia della sia della

loro gravitloro gravit àà ..LL’’ indagine indagine EuEu--silcsilc , che condivide le impostazioni pi, che condivide le impostazioni pi ùù avanzate per la avanzate per la

valutazione delle condizioni di vita e dei processi di esclusionvalutazione delle condizioni di vita e dei processi di esclusion e e sociale, prevede la raccolta di un eterogeneo spett ro di informasociale, prevede la raccolta di un eterogeneo spett ro di informa zioni zioni

nel cui ambito il reddito viene considerato soltant o come uno denel cui ambito il reddito viene considerato soltant o come uno de i i mezzi che può essere utilizzato per raggiungere un certo livellomezzi che può essere utilizzato per raggiungere un certo livello di di

benessere. benessere. LL’’ indagine permette di osservare anche altre dimensio ni inerenti indagine permette di osservare anche altre dimensio ni inerenti

ll ’’ insieme delle opportunitinsieme delle opportunit àà che caratterizzano gli standard di vita degli che caratterizzano gli standard di vita degli individui, come le condizioni di deprivazione mater iale. individui, come le condizioni di deprivazione mater iale.

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Famiglie che giudicano pesante il carico di alcune spese per ripartizione geografica a tipo di famiglia - Anno

2006 (valori percentuali)

Difficoltà particolarmente rilevanti per le famiglie del Mezzogiorno, per quelle configli minori (in particolare se moniogenitori) o co mposte da una sola persone.

(a)Per le sole famiglie con affitto o mutuo; (b) per le sole famiglie con debiti diversi dal mutuo; (c) p.r. donna;(d) Stima corrispondente ad una numerosità campionaria compresa tra 20 e 49 unità.

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Famiglie che giudicano pesante il carico di alcune spese per numero di percettori e fonte principale di reddito -

Anno 2006 (valori percentuali)

Le difficoltà più rilevanti riguardano le famiglie co n un solo percettore di redditoe quelle per le quali la fonte principale di reddit o non è da lavoro.

(a)Per le sole famiglie con affitto o mutuo; (b) per le sole famiglie con debiti diversi dal mutuo; (d) Stima corrispondente ad una numerositàcampionaria compresa tra 20 e 49 unità.

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Indicatori di disagio economico e deprivazione materiale

per ripartizione geografica - Anno 2006

(a) La domanda del questionario chiede se la famiglia può permettersi di fare un pasto completo, a base di carne, pollo, o pesce almeno una volta ogni due giorni. (b) Per le famiglie che pagano l’affitto. (c) Per le famiglie che pagano il mutuo. (d) Per le famiglie che hanno debiti diversi dal mutuo.

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Povertà e deprivazione materiale

L’analisi degli indicatori soggettivi di deprivazio ne rende evidente come la percezione del disagio si leghi an che alle caratteristiche del contesto di appartenenza.

Pur confermando, per grandi linee, i profili della povertà tracciati sulla base del reddito e del consumo, la percezione individuale tende, a seconda dei casi, ad ampliare o a ridurre le distanze tra i diversi gruppi. L’uso di questo tipo di indicatori fornisce dunque una «distribuzione del benessere» in cui la posizion e relativa dei singoli soggetti presenta alcune difformità rispetto a quella che si ottiene dalla distribuzione dei redditi/consumi.

In sintesi, solamente l’uso integrato di più indicat ori di deprivazione (monetari e non monetari), permette di accostare le numerose tessere che ricompongono il quadro della p overtà, di arricchirne la portata informativa e di «correggere » le possibili distorsioni interpretative di ogni singolo approcci o.