La mappatura del radon in Piemonte · presenta il primo e necessario passo per prevedere interventi...

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La mappatura del radon in Piemonte Sintesi

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La mappaturadel radon in PiemonteSintesi

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La mappatura del radon in Piemonte Sintesi

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La mappatura del radon in Piemonte - Sintesi

RESPONSABILE DEL PROGETTO

Mauro MagnoniArpa Piemonte, Centro Regionale Radiazioni Ionizzanti e Non Ionizzanti, Radiazioni Ionizzanti, Reti di monitoraggio, sviluppo e ricerca

GRUPPO DI RICERCA

Franco Righino, Mauro Magnoni, Enrico Chiaberto, Salvatore Procopio, Elena Serena, Anna PrandstatterArpa Piemonte, Centro Regionale Radiazioni Ionizzanti e Non IonizzantiRadiazioni Ionizzanti, Reti di monitoraggio, sviluppo e ricercaFrancesco MartireArpa Piemonte, Centro Regionale Radiazioni Ionizzanti e Non Ionizzanti, StaffPaolo Tonanzi, Alessandra TrogliaArpa Piemonte, Area delle attività regionali per l’indirizzo e il coordinamento in materia di prevenzione dei rischi naturaliMarina ZerbatoArpa Piemonte, Prevenzione Rischio Geologico Cuneo

RESPONSABILE SCIENTIFICO

Giovanni d’AmoreArpa Piemonte, Centro Regionale Radiazioni Ionizzanti e Non Ionizzanti

COORDINAMENTO EDITORIALE

Elisa BianchiArpa Piemonte, Direzione generale, Comunicazione istituzionale

Fotografie archivio Arpa Piemonte

IDEAZIONE E PROGETTO GRAFICO

Art Café Adv, Torino

Finito di stampare nel mese di settembre 2009 presso la tipografiaLitografia Viscardi, Alessandria

Stampato su carta riciclata al 100% che ha ottenuto il marchio di qualità ecologica Ecolabel Europeo

ISBN 978-88-7479-117-0

Copyright © 2009, Arpa PiemonteVia Pio VII, 9 - 10135 Torino - Italia - www.arpa.piemonte.it

L’Arpa Piemonte non è responsabile per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenutein questo documento. La riproduzione è autorizzata citando la fonte.

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Presentazione

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La Regione Piemonte, anche per la presenza sul suo territorio di tutti gli impianti del ciclo del nucleare, ha sempre mostrato una forte sensibilità sul tema della protezione dalle radiazioni ionizzanti,non solo di origine artificiale ma anche naturale, con particolare

riferimento al gas radon.

La conoscenza della probabilità che un determinato territorio sia carat-terizzato dalla presenza di alte concentrazioni di attività di gas radon, rap-presenta il primo e necessario passo per prevedere interventi ed azioni di mitigazione.

La presente pubblicazione rappresenta una prima mappatura delle areepiemontesi “a rischio radon”, risultato dello studio finanziato dalla Regio-ne Piemonte e realizzato da Arpa a cui va il riconoscimento per il prezio-so lavoro svolto con spiccata professionalità.

Lo studio indica quindi le aree che necessitano di una particolare atten-zione, nelle attività di pianificazione urbanistico territoriale locale e nell’ela-borazione dei regolamenti edilizi, nonché di indicazioni per il recupero erisanamento degli edifici a rischio e la progettazione e costruzione dellenuove edificazioni.

In ultimo voglio esprimere la mia particolare soddisfazione nel consta-tare che non sono molte le Regioni Italiane in grado di presentare una cosìutile ricerca sulla rilevanza dei rischi ambientali del radon.

Nicola de RuggieroAssessore Ambiente della Regione Piemonte

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Presentazione

Con questa pubblicazione, Arpa Piemonte presenta, in forma sin-tetica e con un taglio non strettamente tecnico, una prima carat-terizzazione del territorio piemontese dal punto di vista dellarilevanza del “rischio radon” nella nostra regione.

Questo studio, che trae la sua origine da un preciso adempimento isti-tuzionale che Arpa ha svolto su incarico della Regione, è anche un impor-tante punto d’arrivo per la notevole attività di studio e ricerca che Arpa,da ormai più di un decennio, ha svolto nel territorio piemontese autono-mamente o in collaborazione con altri soggetti (ISPRA, a suo tempo Agen-zia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e ISS - Istituto Superioredi Sanità).

Con questo lavoro si fornisce, anzitutto alla Regione Piemonte e agliEnti Locali piemontesi, un importante strumento conoscitivo ambientale.Alle singole Regioni, in particolare, il legislatore nazionale aveva infatti asse-gnato il compito di individuare le “aree ad alta probabilità di elevate con-centrazioni di radon” (art. 10-sexies del Decreto Legislativo n° 241/2000)tenendo conto, per quanto attiene agli aspetti più propriamente tecnici,di criteri definiti a livello nazionale.

Tuttavia, anche prescindendo dagli aspetti legislativi e dalle eventualiricadute normative che potranno derivare, questo lavoro affronta un par-ticolare aspetto, quello del rischio radiologico, che sovente è causa di note-voli preoccupazioni da parte della popolazione. Quello del radon, un gasradioattivo naturale presente in modo ubiquitario nella biosfera, è d’altraparte un tema che, per unanime giudizio delle principali organizzazioni scien-tifiche internazionali (OMS, UNSCEAR), non può più essere trascurato nel-

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le nostre moderne società. I tempi e metodi per affrontare questo e ana-loghi problemi sono senza dubbio un compito delle istituzioni e della poli-tica, le quali tuttavia, per raggiungere i propri obiettivi in questi settori,non possono prescindere dalla conoscenza, il più possibile aggiornata eprecisa dei dati scientifici.

Per questo motivo, accanto ai risultati della mappatura del radon, ogget-to principale del presente lavoro, sono state aggiunte alcune sezioni espli-cative che presentano il problema radon in generale, con un accenno aipossibili interventi preventivi e di rimedio, da porre in atto negli edifici neiquali i livelli di radon risultassero molto elevati.

Dal punto di vista tecnico, va infine detto che questo lavoro, pur essen-do il frutto di molti anni di studi e di migliaia di misure sperimentali, nonpuò essere considerato l’atto conclusivo per quanto riguarda la mappa-tura territoriale del radon in Piemonte: la complessità geomorfologica elitologica del territorio regionale rendono infatti necessaria la prosecuzio-ne dell’opera di monitoraggio in varie aree della regione. Pertanto, conla progressiva disponibilità di nuovi dati vi saranno certamente in futurodegli aggiornamenti e degli affinamenti che potranno condurre a modifi-che, anche non marginali, dell’attuale quadro.

Silvano RaveraDirettore Generale Arpa Piemonte

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Indice

1 INTRODUZIONE 7

1.1 Il radon come problema per la salute 7

1.2 Aspetti normativi 10

2 LO STUDIO DEL RADON IN PIEMONTE 12

2.1 Campagne di misura del radon in Piemonte 12

2.2 Metodi di misura del radon impiegati 14

3 LA DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEL RADON IN PIEMONTE 16

3.1 Rappresentazione cartografica dei dati 16

3.2 Il problema della stima del radon in unità territoriali prive di dati sperimentali: il modello di correlazione geolitologica 18

3.3 Gli indicatori impiegati per la mappatura del radon 20

3.3.1 La mappa del radon in Piemonte 22

3.3.2 Le mappe del radon nelle Province del Piemonte 26

4 CONCLUSIONI E PROSPETTIVE 66

4.1 Il significato della mappatura e il problema della definizione delle “aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon” ex Decreto Legislativo 241/2000 67

4.2 L’attività di prevenzione del rischio radon: metodologie costruttive e azioni di rimedio 68

GLOSSARIO 72

RINGRAZIAMENTI 74

APPENDICE 75

BIBLIOGRAFIA 78

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1 Introduzione

1.1 Il radon come problema per la saluteIl radon (222Rn), è un gas nobile radioattivo di origine naturale, presente ubiquitaria-

mente sul pianeta Terra, sia pure in concentrazioni variabili. Esso è originato dall’Ura-nio, il ben noto elemento radioattivo, a sua volta assai diffuso in tutte le rocce presen-ti nella crosta terrestre.

La radioattività del radon consiste nell’emissione di minuscoli corpuscoli, chiamatiparticelle α, costituite da 2 protoni e 2 neutroni (Figura 1). A seguito di questa emis-sione l’atomo di radon si trasforma in un altro elemento, a sua volta radioattivo.

Il radon è un gas radioattivo di originenaturale, l’esposizione al quale può essere causa di tumore al polmone. Per questo motivo è conosciutoe studiato a livello nazionale e internazionale.

Esiste l’obbligo della misura delradon nei luoghi di lavoro interrati eseminterrati e la normativa stabilisce un livellod’azione di 500 Bq/m3 (Decreto L.vo n.241 del 26maggio 2000). Alle Regioni è affidato il compito diindividuare le aree più a rischio.

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Figura 1

Atomo diradon conemissione di particella α

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In Figura 2 è mostrata tutta la famiglia di elementi radioattivi, generata dall’Uranio,con evidenziato (in giallo) il radon.

Come ogni elemento radioattivo, anche il radon è caratterizzato da un tempo di dimez-zamento o emivita, definito come il tempo necessario affinché una data quantità di radio-attività si dimezzi.

Benché la sua emivita sia piuttosto breve, poco meno di 4 giorni, la continua pro-duzione del radon all’interno delle rocce e dei suoli che contengono Uranio, unitamen-te a particolari condizioni di scarsa ventilazione, possono far sì che esso raggiunga, inalcuni luoghi chiusi (miniere, gallerie, seminterrati, ma anche semplici abitazioni), con-centrazioni potenzialmente dannose per la salute umana. L’unità di misura della con-centrazione del radon in aria è il Becquerel al metro cubo (simbolo Bq/m3), dove il Bec-querel è l’unità di misura della quantità di radioattività (detta attività) e corrisponde auna disintegrazione al secondo.

Il radon, decadendo, produce a sua volta altri elementi radioattivi, detti “figli” o “pro-dotti di decadimento del radon” (Figura 2) che, una volta inalati, si attaccano alle pare-ti interne dell’apparato bronchiale (Figura 3) e qui decadono emettendo radiazioni ioniz-zanti le quali producono un danno alle cellule bronco-polmonari che può nel tempoevolvere in tumore.

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Ra 2261600 a

Rn 2223,82 g

Po 2183,04 m

Po 214164 �S

Po 210138 g

Pb 21426,8 m

Pb 21022,3 a

Pb 206Stabile

Bi 21419,9 m

Bi 2105,01 g

Th 2307,54x104 a

Figura 2 Catena di decadimentodella famigliaradioattivadell’238U, con evidenziatala posizione del 222Rn e le modalità di decadimentodei vari radionuclidi

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Sono dunque i prodotti di decadimento del radon i principali responsabili del rischioradiologico: tuttavia per brevità si parla, genericamente, di rischio radon [1].

L’evidenza del rischio di tumore polmonare è ormai un fatto scientificamente asso-dato: l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS ha, infatti, da qualchetempo, classificato il radon e i suoi prodotti di decadimento tra le sostanze canceroge-ne di gruppo 1 [2] e l’esposizione al radon è ormai riconosciuta, a livello scientifico, comeuna delle principali cause di tumore del polmone dopo il fumo di sigaretta [3].

A tal riguardo, i principali studi inizialmente disponibili avevano esaminato esposi-zioni di tipo lavorativo (specie tra i minatori), ma esistono ormai evidenze, derivate dastudi sia internazionali che italiani [4,5], sugli effetti sanitari del radon determinati ancheda esposizioni di tipo residenziale.

Permangono però a tutt’oggi grosse incertezze sulle stime quantitative del rischio.Allo stato attuale non esiste una soglia di sicurezza sotto la quale è dimostrato che l’espo-sizione non produca effetti. Inoltre è dimostrato che l’interazione tra radon e fumo di sigaretta produce un aumento, con effetto di tipo moltiplicativo, del rischio di tumo-re al polmone. L’EPA (l’Agenzia per Protezione Ambientale Americana) stima che la quota di tumori al polmone attribuibili all’esposizione al radon si aggiri intorno al 9 %del totale.

Per questi motivi, in molti Paesi industrializzati (Svezia, Gran Bretagna, Stati Uniti,ecc.), già da qualche tempo si era posto il problema di come affrontare questa fontedi rischio, varando da un lato norme e regolamenti, dall’altro favorendo il diffondersidi una cultura della prevenzione del rischio radon, attraverso una corretta informazio-ne alla popolazione. Nel 1990, l’UE si era espressa sul problema radon emanando unaRaccomandazione [6] che, sottolineando i problemi sanitari costituiti dagli elevati livel-li di radon nelle abitazioni, suggeriva come limite una concentrazione di 400 Bq/m3 perle abitazioni esistenti e di 200 Bq/m3 per quelle di futura costruzione.

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Figura 3 Ingresso del radon e dei suoi prodotti didecadimentonell’apparatorespiratorio

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Al di sopra di questi livelli veniva quindi suggerita l’adozione delle cosiddette azio-ni di rimedio, cioè interventi sulle abitazioni, tendenti a limitare l’ingresso e l’accumu-lo del radon.

In Italia si calcola che nell’1 % delle case vi sia una concentrazione [7] di radon supe-riore ai 400 Bq/m3 e nel 4 % delle abitazioni si superino i 200 Bq/m3. Dai valori mediottenuti sul territorio nazionale si stima, secondo alcune analisi preliminari svolte nel-l’ambito del Piano Nazionale Radon, redatto dall’Istituto Superiore di Sanità [8] per con-to del Ministero, un rischio dovuto al radon per il tumore polmonare sull’intera vita del-l’ordine dello 0,5 %, corrispondente al 5 - 15 % del totale dei tumori polmonari che siverificano ogni anno in Italia.

Studi epidemiologici più recenti [9], di tipo cosiddetto pooled, cioè studi che riana-lizzano, mettendoli insieme, dati provenienti da ricerche effettuate in tempi diversi ein diversi Paesi, aumentando in tal modo la potenza statistica, hanno confermato sostan-zialmente queste stime e sembrano aver ulteriormente abbassato il livello dell’ipote-tica soglia al di sotto della quale l’effetto nocivo del radon non si manifesterebbe; secon-do questi studi, infatti, l’aumento dell’incidenza dei tumori polmonari sarebbe statisti-camente significativo anche per concentrazioni di radon attorno ai 200 Bq/m3.

Un’altra importante conferma venuta da questi ultimi studi [10] è stata la fortissimasinergia con il fumo: l’effetto dell’esposizione al radon per i fumatori risulta notevol-mente amplificato rispetto ai non fumatori.

1.2 Aspetti normativiFino a pochi anni fa il radon era pressoché assente nella normativa nazionale. Nel

2000, con l'emanazione del Decreto L.vo n.241 del 26 maggio 2000, è stata per la pri-ma volta in Italia disciplinato da una norma di legge [11], emanata in attuazione alla Diret-tiva Europea 96/29/Euratom [12], l'ambito della radioattività naturale(*). In tale norma,dedicata all'esposizione derivante da attività lavorative, il radon viene trattato a pienotitolo come la principale e più diffusa causa di esposizione alla radioattività naturale.

In particolare, in tale Decreto viene fissato un Livello di Azione per i luoghi di lavo-ro pari a 500 Bq/m3. Il Livello di Azione è definito come quel valore di concentrazionedi attività di radon in aria, il cui superamento richiede l'adozione di azioni di rimediotali da ridurre la concentrazione a livelli inferiori. L'attenzione del legislatore si è rivol-ta anzitutto sui luoghi di lavoro interrati, dove è imposto l’obbligo di legge della misu-ra della concentrazione media (annua) di radon.

Gli ambienti confinati interrati sono infatti, di solito, quelli maggiormente soggettial problema, perché direttamente a contatto con la principale fonte di radon che è il

(*) Il Decreto Legislativo n.241 del 26 maggio 2000, emanato in attuazione alla Direttiva Europea 96/29/Eura-tom ha integrato e modificato il Decreto Legislativo n.230/95, cioè la norma quadro di radioprotezione,inserendo in esso il Capo III bis, che tratta appunto dell’esposizione alla radioattività naturale

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suolo. Non esiste, infatti, un suolo privo di radon: anche in aree in cui la concentrazio-ne di minerali d'Uranio è minima, resta elevata la presenza del radon nei gas del suo-lo (tipicamente, 10.000 - 20.000 Bq/m3) [13]. Vi sono d’altra parte particolari zone nel-le quali la presenza di rocce contenenti Uranio in quantitativi superiori alla media e/oaltri fattori geologici, quali ad esempio la presenza di fratture o di faglie, può causareun aumento della concentrazione di radon nel suolo, anche in maniera considerevole.In tali zone, di conseguenza, si potrà osservare un aumento della probabilità di trova-re elevate concentrazioni di radon negli edifici.

Per questo motivo, il Decreto Legislativo 241/2000 ha istituito l'obbligo da parte del-le Regioni di individuare tali aree, caratterizzate appunto da più elevata probabilità diavere alte concentrazioni di radon (aree che, nella letteratura scientifica internaziona-le, sono note come radon prone areas).

In attesa che tutti gli adempimenti previsti dal D. Lgs 241 vadano a compimento, illavoro di diffusione delle conoscenze sul radon, finalizzato all’avvio di efficaci azioni diprevenzione è proseguito in diversi ambiti.

Ricordiamo tra questi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Accordo del 21settembre 2001 [14] tra Ministro della salute, Regioni e Province autonome concernen-te alcune Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confi-nati. In tale atto di indirizzo il radon assume un ruolo centrale tra gli agenti fisici perquanto riguarda la qualità dell'aria indoor. In esso, in particolare riguardo al radon, siauspica un maggiore intervento normativo atto a ridurre il rischio di esposizione dellapopolazione, con grande attenzione agli edifici scolastici.

Non si può infine dimenticare il già citato Piano Nazionale Radon (ISS – Ministerodella Salute): si tratta dello schema di un progetto in grado di affrontare sistematica-mente e nello specifico tutte le principali problematiche inerenti il radon. Il Piano Nazio-nale Radon è un documento ormai ufficiale ma, al momento, è ancora nelle sue fasi ini-ziali di attuazione, anche per le difficoltà di trovare finanziamenti adeguati.

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2 Lo studio del radon in Piemonte

2.1 Campagne di misura del radon in PiemonteIl problema radon, affrontato per la prima volta in modo sistematico in Piemonte all’ini-

zio degli anni ‘90, quando venne eseguito un esteso programma di monitoraggio delradon nell’ambito della Campagna Nazionale, promossa dall’Istituto Superiore diSanità e dall’ANPA (ora ISPRA), è stato successivamente approfondito da Arpa con un’ul-teriore serie di ricerche e studi. Il presente lavoro giunge quindi a suggello di un’inten-sa attività che si è dipanata nel corso degli ultimi 15 – 20 anni.

Alle prime 400 misure della Campagna Nazionale (1990 -1991), dalle quali era sta-to possibile calcolare il valore medio della concentrazione di radon nelle abitazioni delPiemonte (69 Bq/m3), si sono aggiunti infatti molti altri dati [15], con i quali si è via viaottenuto un quadro sempre più dettagliato della distribuzione del radon nel territorio.

Dal 2001 in poi, i monitoraggi del radon hanno interessato maggiormente gli edifi-ci scolastici in quanto essi, oltre che essere rappresentativi del territorio perchè omo-geneamente distribuiti, permettevano anche la stima dell’esposizione al radon di unapopolazione giovane e quindi più sensibile ai rischi connessi alle radiazioni.

La base dati attualmente disponibile si è quindi notevolmente ampliata e continuaancor oggi ad essere incrementata. Ai fini di questa pubblicazione si è fatto riferimen-to a una base dati complessiva di 2470 punti di misura, per i quali era disponibile unamedia annuale della concentrazione; infatti, a causa della notevole variabilità dei livel-li di radon, sia su base giornaliera che stagionale, è necessario avere un dato che mediper un lungo periodo. D’altra parte, la scelta di una durata annuale per le misure di radonè suggerita anche dalle normative sia nazionali che internazionali, le quali fannoappunto riferimento a limiti e livelli di azione calcolati su base annuale.

Nelle seguenti Figure 4 e 5 è mostrata la suddivisione della base dati radon di ArpaPiemonte per tipologia di piano abitativo in cui è stata eseguita la misura e per tipo-logia di destinazione d’uso (abitazioni e scuole).

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Sono state svolte in Piemonte campagne di misura dal 1990 (Campagna Nazionaleradon) fino ad oggi. Esse hanno interessatoprincipalmente abitazioni e scuole: ora si dispone di una vasta base dati. Per le misure sono stati impiegati dosimetri passivi a tracce

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Figura 4composizionepercentualedel campionedi misure Rnsuddivisa per piano abitativo

Per poter impiegare tutta questa, piuttosto eterogenea, mole di dati, è stato neces-sario eseguire delle elaborazioni cosiddette di “normalizzazione”, effettuate median-te opportune operazioni matematiche, sulla base di alcune ipotesi e sulle caratteristi-che dei dati stessi. Tali procedure hanno permesso di ottenere una base dati omoge-nea e adatta ad essere impiegata per costruire una mappa del radon per il Piemonte.La prima di queste “normalizzazioni” è stata quella che ha consentito di ricondurre alpiano terra tutte le misure eseguite originariamente a diversi piani. Ciò è stato fattopoiché si è ritenuto che la misura eseguita al piano terra fosse più direttamente corre-labile con le proprietà emissive dei suoli e quindi fosse più adatta per caratterizzare ilterritorio regionale dal punto di vista del radon. L’altra, altrettanto importante “nor-malizzazione”, ha riguardato invece i dati riferiti alle scuole che sono stati ricondotti aquelli delle abitazioni, in modo da essere anch’essi inseriti nella base dati da utilizzareper il presente studio.

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Figura 5composizionedel campionedi misure Rnsuddivisa perdestinazioned’uso

scuole: 1026

abitazioni: 1444

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2.2 Metodi di misura del radon impiegatiQuasi tutte le tecniche di misura impiegate per la determinazione dei livelli di con-

centrazione del gas radon e dei suoi figli a vita breve, si basano sulla rivelazione dellaradiazione α emessa durante il decadimento radioattivo.

Il campionamento di qualunque agente inquinante può essere classificato, a secon-da della tipologia, in istantaneo o integrato e, rispetto alle caratteristiche strumentali,in attivo o passivo. Un sistema di misura attivo necessita di un’alimentazione elettricae di dispositivi elettronici che rivelano “istantaneamente” l’inquinante. Viceversa, unsistema di misura viene definito passivo quando non necessita di alcun tipo di alimen-tazione elettrica e utilizza dei componenti chiamati appunto rivelatori passivi in gradodi registrare l’inquinante mediante alcune modifiche delle caratteristiche chimico-fisi-che dei rivelatori stessi.

Tra i sistemi di misura del gas radon disponibili, le tecniche passive hanno incontra-to nel corso degli anni un consistente successo, derivante dalla semplicità di utilizzo incampo e dal basso costo. Inoltre, con l’impiego di questa tipologia di strumenti si puòdeterminare il valor medio della concentrazione di attività radon integrato su un lun-go intervallo di tempo (anche un anno solare).

Il valore della concentrazione media annuale [Bq/m3] è d’altra parte indicato dallanormativa quale parametro fondamentale per verificare i Livelli di Azione (Decreto Legi-slativo 241/2000) del radon e quindi questo ha senza dubbio rappresentato un vinco-lo nella scelta della tecnica di misura.

Per le nostre campagne d’indagine infatti, sono state impiegate tecniche passive utilizzando in particolare due diversi tipi di rivelatori a tracce nucleari, commercialmen-te noti col nome di LR115 e CR39. Ogni sistema di misura passivo è composto da unaparte sensibile, il rivelatore che viene inserito in un dispositivo di misura, detto anchedosimetro.

I rivelatori impiegati a questo scopo, conosciuti anche con il nome di rivelatori a trac-ce nucleari, sono materiali che possiedono una struttura molecolare che li rende adat-ti a rivelare il passaggio delle particelle α. Le principali caratteristiche sono la bassa con-ducibilità elettrica e la bassa conducibilità termica (isolanti). Esistono diversi tipi di mate-riali capaci di rivelare le particelle α, ma complessivamente essi si possono raggruppa-re in due categorie:• vetri e cristalli inorganici;• polimeri sintetici organici.

Una particella α passando attraverso il rivelatore [16] cede energia. L’energia cedu-ta crea nella struttura del materiale un danno permanente, costituito essenzialmenteda un’alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche della struttura molecolare: una varia-zione della densità, la distruzione del reticolo molecolare e la formazione di nuove mole-cole. L’insieme di queste modificazioni va sotto il nome di danno o traccia latente. Incorrispondenza di ogni traccia latente il materiale risulta indebolito. In conseguenza diciò, le tracce latenti, inizialmente di dimensioni ultramicroscopiche (circa 10-8 m), pos-sono essere rese visibili ai sistemi di lettura, elettronici o ottici, tramite un opportunoattacco chimico (Figura 6).

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Indipendentemente dal tipo di rivelatore impiegato, il numero di tracce che si for-mano nel materiale sensibile sarà proporzionale al numero di particelle α emesse dal radone dai suoi prodotti di decadimento nel volume sensibile del dosimetro impiegato.

Figura 6tracce delradon e deifigli a vitabreve nei rivelatoriCR39e LR115

Figura 7dosimetroANPA/Arpacon il rivelatoreLR115

Figura 8il dosimetroANPA/Arpacon il rivelatoreCR39

Il dosimetro ANPA/Arpa impiegato nelle nostre indagini, è un’evoluzione del dispo-sitivo ENEA – ANPA [17], già utilizzato nella Campagna Nazionale (svolta in Piemontenel 1990-1991) per il monitoraggio del gas radon, realizzatasi in Italia a partire dal 1989.Esso è costituito da un telaio in plastica conduttiva e da due coperchi dello stesso mate-riale, capaci di ospitare due rivelatori di tipo LR115 o CR39 (Figura 7 e Figura 8). Una volta assemblato, il dosimetro viene inserito in una busta in polietilene a bassa den-sità (Figura 9), permeabile al radon.

Figura 9dosimetriANPA/Arpa conrivelatori LR115e CR39 in configurazionedi misura

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3 La distribuzione territoriale del radon in Piemonte

3.1 Rappresentazione cartografica dei dati L’insieme delle misure radon idonee alla mappatura sono state rappresentate in for-

ma cartografica mediante l’impiego di un Sistema Informativo Geografico (GIS) che,nel nostro caso, ha impiegato come coordinate geografiche il sistema WGS84.

Nella cartina (Figura 10), sono indicate le singole misure, opportunamente norma-lizzate al piano terra, disponibili al giugno 2008. A titolo puramente esplicativo il colo-re dei punti di misura sulla cartina è stato differenziato in base ai livelli di concentra-zione di radon riscontrati: blu 0 – 40 Bq/m3; verde 40 – 80 Bq/m3; giallo 80 – 120 Bq/m3;rosso 120 – 200 Bq/m3; viola > 200 Bq/m3.

Da questa prima rappresentazione si può osservare che il numero di Comuni pie-montesi al cui interno ricade almeno una misura sperimentale, sono in tutto solo 353,su un totale di ben 1206.

È quindi evidente che, basandosi sulle sole misure sperimentali finora disponibili, sareb-be impossibile ottenere dei valori rappresentativi per tutte le municipalità del Piemon-te. Pertanto, tenendo conto del fatto che un programma di monitoraggio diretto del-la concentrazione del radon esteso a tutti i Comuni privi di dati sperimentali, stante lerisorse a disposizione, sarebbe stato di fatto impossibile, si è scelto un approccio alter-nativo che consentisse ugualmente la definizione di una “mappa radon” per il Piemon-te. Tale approccio prevede lo sviluppo e la validazione di un modello di correlazionetra la geolitologia e il radon.

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I dati sono rappresentati su base cartografica e per ogni comune piemontese si forniscono i seguenti indicatori: la media della concentrazionedi attività radon e la percentuale di abitazioni in cui le concentrazioni superano 400 Bq/m3

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onteFigura 10

distribuzioneterritorialedelle misure di radon sperimentaliutilizzate inquesto studio(valori normalizzati al piano terra)

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Laghi, nevi permanenti e ghiacciaiDetrito di falda, coni detritici e conoidiDep. torbosi e lacustri recentiDep. fluviali ghiaiosi attualiDep. fluviali ghiaioso-sabbioso-limosi, antichi e terrazzatiDep. fluviali a ciottoli prevalenti, con sabbie grosse e limiDep. fluviali prevalentemente sabbiosiDep. fluviali sabbioso-limosi debolmente alteratiDep. fluviali limoso-argillosi con lenti ghiaioso-sabbiose, loes argillificato, ‘ferretto’Alternanze di dep. fluviali ghiaiose rugginose e di sabbie giallastre con lenti argillose e argille caoliniche di alterazioneDep. fluvio-glaciali ghiaiosi con trovanti, con argille di attrazione (‘ferretto’)Dep. glaciali generalmente non alteratiDep. glaciali a ciottoli alternati talora intensamente ferrettizzantiMarne ed argille con sabbieSabbie con intercalazioni ghiaiose, marnose ed arenacee; calcareniti e calciruditi poco cementateFormazione ‘Gessoso-solfifera’; dolomie cariate e calcari cariatiGessi‘Pietra da cantoni’ e calcari marnosi con interc. di calcari, marne siltose ed arenarieConglomerati ed arenarieAlternanze di calcari, calcari marnosi, calcari arenacei, argille e marneMarne sabbioso-siltose ed argilloseCalcari, calcari marnosi e con selceCalcari ‘massicci’Dolomie e calcari dolomitici‘Flysch’Quarziti, quarzareniti e conglomerati quarzosi, quarzoscistiScisti sericiticiCalcescisti, macascisti, gneiss minuti, argilloscistiMicascisti e filladiMicascisti grafiticiAnfiboliti, serpentiniti, prasinitiKinzigiti e gneiss occhiadini ed anfibolici associatiGranuliti basiche ed anfiboliti associate, dioriti, diabasi e metagabbriLherzoliti e peridotitiGneiss occhiadini intensamente fratturati e gneiss minutiGneiss occhiadini ed ortogneiss poco o nulla fratturatiPorfidi e porfidi alteratiRioliti e tufi rioliticiAndesiti e tufi andesitici; tufiMarmi saccaroidi, dolomitici e calcefiriGraniti alterati con potente copertura di sabbie arcosicheGraniti massicci privi di copertura ed alterazioneSieniti, monzoniti, dioriti quarzifere e granodioritiApliti e pegmatitiArgille

3.2 Il problema della stima del radon in unitàterritoriali prive di dati sperimentali: ilmodello di correlazione geolitologica

Per lo sviluppo di questo modello di correlazione si è partiti dalla carta geologicadel Piemonte 1:100000, nella quale sono rappresentati una quarantina di litotipi (Figure 11 e 12).

Figura 11classificazionilitologichedella cartageologica1:100000 della regionePiemonte

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Figura 12carta geologicadella regionePiemonte,scala 1:100000

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A questo punto sono stati semplicemente sovrapposti alla carta delle litologie pie-montesi i dati di radon disponibili, adeguatamente georeferenziati, in modo che fos-se possibile associare a ciascuna misura sperimentale una ben precisa classe litologi-ca. È stato così possibile, a partire dai dati sperimentali radon che ricadono in ciascu-na classe, calcolare una “media litologica” (concentrazione media di radon corrispon-dente ad una determinata classe litologica) per ogni generica classe e quindi, a parti-re da ciò, sovrapponendo alla carta geolitologica del Piemonte quella delle suddivisio-ni amministrative, arrivare a stimare la presenza del radon in ciascun Comune sempli-cemente sulla base della caratterizzazione del suo territorio in classi geolitologiche.

Nella definizione di tali classi si è anche tenuto conto del contenuto di radioattivitànaturale delle rocce, ricavato da analisi di spettrometria gamma, effettuate su ben 131campioni, rappresentativi delle litologie del Piemonte.

Un tale approccio, prima di essere adottato, ha dovuto ovviamente essere definitotramite un modello matematico che è stato poi sottoposto a validazione statistica. I det-tagli tecnici di questi procedimenti sono riportati nello studio completo disponibile susupporto informatico.

In definitiva, il risultato pratico di questo lavoro è stato quello di riuscire ad ottene-re, anche per quei Comuni privi di riscontri sperimentali, un’indicazione sui livelli di radonche ci si può attendere.

3.3 Gli indicatori impiegati per la mappatura del radon

Per descrivere in modo sintetico l’impatto ambientale e sanitario di un qualsiasi inqui-nante si fa spesso uso di indicatori, cioè di grandezze fisiche in grado di esprimere inmodo sintetico lo stato dell’ambiente, relativamente al problema che si sta affrontan-do. Per la qualità dell’aria, ad esempio, viene comunemente impiegato come indica-tore il valore medio giornaliero della concentrazione del particolato sottile (il cosiddet-to PM10 o anche il PM2.5). Le caratteristiche che fanno di una grandezza fisica un buonindicatore per la descrizione di un particolare problema sono da un lato la sua solidi-tà scientifica, dall’altro l’immediatezza e la sua comprensibilità per il cittadino.

Gli indicatori che sono stati scelti per la rappresentazione cartografica del radon inPiemonte e che quindi sono stati calcolati o stimati per tutte le unità di campionamen-to, cioè per tutti i Comuni del Piemonte, sono due:

1) il valor medio M delle concentrazioni (al piano terra), espresso in Bq/m3, (Becquerelal metro cubo);

2) la percentuale P%LR di abitazioni eccedenti un dato livello di riferimento LR, fissatoa priori.

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Il primo, di più semplice e immediata comprensione, esprime semplicemente il valo-re medio della concentrazione di radon che ci si aspetta di osservare al piano terra del-le abitazioni di ciascun Comune.

Il secondo esprime invece la percentuale di abitazioni, P%LR appunto, che presen-tano concentrazioni di radon superiori a un livello di riferimento prefissato LR, defini-to a priori sulla base di considerazioni pratiche e/o legislative. Nel nostro caso, è sta-to posto LR = 400 Bq/m3, una scelta che, in assenza di indicazioni nazionali precise, sirichiama alla Raccomandazione Europea del 1990.

L’introduzione di questo indicatore, dal significato un po’ meno immediato, è giu-stificata dal fatto che il fenomeno “radon nelle abitazioni” presenta la peculiarità chela distribuzione delle concentrazioni è altamente asimmetrica: ciò significa, in pratica,che vi è una certa probabilità, piccola ma non insignificante, di avere concentrazionielevate nelle abitazioni anche in un’area dove mediamente i livelli di radon sono rela-tivamente bassi. Questo concetto risulta evidente osservando, nella seguente Figura13, l’istogramma della distribuzione delle concentrazioni medie di radon del Piemon-te, ottenuto in occasione della Campagna Nazionale Radon, durante la quale vennestimato un valore medio per le concentrazioni di radon nelle abitazioni del Piemontepari a 69 Bq/m3: come si vede, nonostante il valore piuttosto contenuto della media,si osservarono però, in alcuni casi, concentrazioni molto più elevate.

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Figura 13istogramma della distribuzione percentuale delle concentrazioni radon nelle abitazioni del Piemonte (dati Campagna Nazionale 1990-1991)

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50,2%

22,0%

2,8% 0,3%

24,7%CRn<40 Bq/m3

40<CRn<80 Bq/m3

80<CRn<120 Bq/m3

120<CRn<200 Bq/m3

CRn>200 Bq/m3

3.3.1 La mappa del radon in PiemonteIl significato degli indicatori prescelti è quello di fornire indicazioni sulla “vulnerabi-

lità”, per quanto concerne il radon, di alcune aree del territorio regionale rispetto adaltre. Non è però possibile, a partire da esse, effettuare sic et simpliciter valutazioni ditipo dosimetrico e/o di quantificazione dell’esposizione della popolazione.

Per quanto riguarda la rappresentazione dei valori medi comunali M, a fini pratici dirappresentazione visiva, sono stati definiti 5 intervalli di concentrazioni a cui corrispon-dono diverse soglie cromatiche:

• M < 40 Bq/m3 : blu• 40 Bq/ m3 ≤ M< 80 Bq/m3 : verde• 80 Bq/ m3 ≤ M< 120 Bq/m3 : giallo• 120 Bq/ m3 ≤ M< 200Bq/m3 : rosso• M ≥ 200 Bq/m3 : violetto

La suddivisione percentuale dei Comuni rispetto a queste classi è riportata nel dia-gramma a torta della seguente Figura 14.

La corrispondente cartina del Piemonte dei valori medi comunali è riportata nellasuccessiva Figura 15.

Figura 14distribuzione percentuale dei valori medi di concentrazione radon al piano terra secondole diverse classi di concentrazione (vedi legenda)

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Figura 15carta dei valorimedi comunali diradon, normalizzati al piano terra

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Per quanto concerne invece la percentuale P%400 , sono state impiegate le mede-sime soglie cromatiche (blu, verde, giallo, rosso, violetto) che, in questo caso, assumo-no il seguente significato:

• P%LR < 0,1 % : blu• 0,1 ≤ P%LR < 0,5 % : verde• 0,5 % ≤ P%LR < 1 % : giallo• 1 % ≤ P%LR < 5 % : rosso• P%LR ≥ 5 % : violetto

La suddivisione percentuale dei Comuni che ricadono nelle suddette categorie è ripor-tata in Figura 16, con un diagramma a torta analogo al precedente. La corrisponden-te cartografia è invece riportata in Figura 17.

3,9%18,4%

41,0%

13,3%

23,5% P<0,1%

0,1%<P<0,5%

0,5%<P<1%

1%<P<5%

P>5%

Figura 16distribuzione percentuale dei valori di P%400secondo le diverse classi di probabilità, specificate nella legenda

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Figura 17carta dellapercentuale(per ciascunComune) diabitazioni chesuperano i400 Bq/m3

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Da questa mappa possono essere ricavate informazioni quantitative sull’incidenza,in un determinato Comune, di elevati livelli di radon: tale informazione può essere assaiutile, soprattutto nella prospettiva di indirizzare risorse (regionali o locali) per la pre-venzione e/o la bonifica.

Dall’analisi comparativa delle mappe di Figura 15 e Figura 17, tuttavia, si nota unanotevole somiglianza cromatica tra le due rappresentazioni, segno che, anche impie-gando indicatori diversi, le linee generali di tendenza rimangono le stesse: le aree alpi-ne e pedemontane presentano infatti solitamente livelli più elevati, mentre quelle dipianura hanno valori in generale assai più contenuti.

Una maggior presenza del radon in queste aree era del resto attesa: in molte zonemontane e pedemontane era infatti da diverso tempo nota l’esistenza di livelli di radio-attività naturale superiori alla media. La principale novità di questa realizzazione è peròquella di fornire per la prima volta e per tutti i Comuni del Piemonte, una quantifica-zione dei livelli di radon presenti nei rispettivi territori. Si tratta di una prima caratte-rizzazione che necessiterà senz’altro di ulteriori approfondimenti ma che, comunque,fin d’ora, può costituire una prima base per impostare correttamente le auspicabili futu-re attività di ricerca e prevenzione.

Nel paragrafo successivo sono presentate in dettaglio le mappe provinciali, con l’elen-co dei Comuni e i relativi dati.

3.3.2 Le mappe del radon nelle Province del Piemonte

Il questo paragrafo sono presentati in maggior dettaglio i risultati già esposti a livel-lo regionale e sintetizzati nelle mappe di Figura 15 e Figura 17. Vengono perciò pre-sentate le mappe delle 8 Province piemontesi, relativamente all’indicatore M, valoremedio comunale al piano terra. Accanto alle cartine provinciali vengono mostrate anchedelle corrispondenti tabelle, nelle quali sono riportati, per ciascun Comune, oltre al valo-re medio dell’indicatore M anche un altro indicatore, il valore medio complessivo Mc,che sta ad indicare il valore medio di concentrazione a cui è esposta la popolazione diciascun Comune.

Il valore Mc è in pratica la stima della concentrazione media per un generico localeresidenziale, indipendentemente dal piano abitato. Si tratta, quest’ultimo, di un para-metro che consente quindi di stimare l’esposizione della popolazione al radon e il con-seguente rischio radiologico complessivo, a differenza di M che ha invece la funzionedi descrivere la “vulnerabilità” al radon di un particolare territorio e che quindi, per que-sta ragione, è stato scelto come indicatore principale per la mappatura del radon inPiemonte. Dal momento che Mc comprende anche locali che stanno a piani superiorial piano terra, tale parametro sarà ovviamente sempre inferiore a M.

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PROVINCIA DI ALESSANDRIA

Figura 18carta dei valori medicomunali di radon in provincia diAlessandria(piano terra)

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Tabella 1: Medie comunali della concentrazione radon (per i comuni contrasse-gnati con “*” la media è stata ottenuta dalle sole misure sperimentali, mentre perquelli non contrassegnati la media è stata stimata dalle medie sperimentali di con-centrazione radon per litologia).

COMUNE MEDIA PIANO TERRA VALORE MEDIO COMPLESSIVO

Bq/m3 Bq/m3

Acqui Terme 81 69Albera Ligure 79 67Alessandria 91 78Alfiano Natta 81 69Alice Bel Colle 73 62Alluvioni Cambiò 79 67Altavilla Monferrato 79 67Alzano Scrivia 80 68Arquata Scrivia 87 74Avolasca 83 70Balzola 88 74Basaluzzo 102 87Bassignana 126 106Belforte Monferrato 107 91Bergamasco 97 82Berzano di Tortona 88 75Bistagno 76 65Borghetto di Borbera 88 74Borgo San Martino 85 72Borgoratto Alessandrino 113 96Bosco Marengo 94 80Bosio 112 95Bozzole 159 135Brignano Frascata 87 74Cabella Ligure 76 64Camagna 81 69Camino 83 71Cantalupo Ligure 82 70Capriata d'Orba 104 88Carbonara Scrivia* 54 46Carentino 113 96Carezzano 83 70Carpeneto 97 83Carrega Ligure 71 61

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Carrosio 89 75Cartosio 82 70Casal Cermelli 84 71Casale Monferrato* 48 41Casaleggio Boiro 97 82Casalnoceto 88 74Casasco 93 79Cassano Spinola 91 77Cassine 83 71Cassinelle 100 84Castellania 69 59Castellar Guidobono 85 72Castellazzo Bormida 88 75Castelletto d'Erro 87 74Castelletto d'Orba 75 64Castelletto Merli 76 65Castelletto Monferrato 89 76Castelnuovo Bormida 89 76Castelnuovo Scrivia 89 75Castelspina 88 74Cavatore 87 74Cella Monte 83 71Cereseto 77 66Cerreto Grue 88 75Cerrina 73 62Coniolo 99 84Conzano 77 66Costa Vescovato 79 67Cremolino 92 78Cuccaro Monferrato 82 70Denice 102 87Dernice 87 74Fabbrica curone 69 58Felizzano 98 83Fraconalto 88 74Francavilla Bisio 108 92Frascaro 124 105Frassinello Monferrato 81 69Frassineto Po 140 119Fresonara 90 77Frugarolo 80 68Fubine 92 78Gabiano 81 69Gamalero 117 99

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Garbagna 85 72Gavazzana 78 66Gavi 82 69Giarole 88 75Gremiasco 108 91Grognardo 86 73Grondona 79 67Guazzora 73 62Isola Sant'Antonio 124 105Lerma 86 73Lu 83 71Malvicino 94 80Masio 100 84Melazzo 97 82Merana 100 85Mirabello Monferrato 90 77Molare 110 93Molino dei Torti 79 67Mombello Monferrato 79 67Momperone 83 70Moncestino 69 59Mongiardino Ligure 76 65Monleale 86 73Montacuto 77 65Montaldeo 66 56Montaldo Bormida 88 75Montecastello 96 81Montechiaro d'Acqui 91 77Montegioco 106 90Montemarzino 88 75Morano sul Po* 92 78Morbello 100 85Mornese 84 72Morsasco 84 71Murisengo 78 66Novi Ligure* 72 61Occimiano 77 66Odalengo Grande 70 60Odalengo Piccolo 70 60Olivola 81 69Orsara Bormida 69 59Ottiglio 75 64Ovada 92 78Oviglio 102 86

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Ozzano Monferrato 72 62Paderna 85 72Pareto 86 73Parodi Ligure 67 57Pasturana 116 99Pecetto di Valenza 92 78Pietra Marazzi 93 79Piovera* 70 59Pomaro Monferrato 125 106Pontecurone 79 67Pontestura 85 72Ponti 98 83Ponzano Monferrato 76 64Ponzone* 85 72Pozzol Groppo 82 70Pozzolo Formigaro 105 89Prasco* 64 54Predosa 108 92Quargnento 94 79Quattordio 100 85Ricaldone 75 63Rivalta Bormida 87 74Rivarone 98 84Rocca Grimalda 98 83Roccaforte Ligure 76 65Rocchetta Ligure 91 77Rosignano monferrato 83 70Sala monferrato 81 69San Cristoforo 83 71San Giorgio Monferrato 67 57San Salvatore Monferrato 82 69Sale 76 65San Sebastiano Curone 85 72Sant'Agata Fossili 72 61Sardigliano 77 66Sarezzano* 70 59Serralunga di Crea 75 64Serravalle Scrivia 92 78Sezzadio 105 89Silvano D'Orba 88 75Solero 91 77Solonghello 81 69Spigno monferrato* 62 53Spineto Scrivia 91 78

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Stazzano 76 64Strevi 81 68Tagliolo Monferrato 88 74Tassarolo 119 100Terruggia 79 67Terzo 73 62Ticineto 144 122Tortona* 58 49Treville 74 63Trisobbio 75 64Valenza 101 86Valmacca 159 135Vignale Monferrato 82 69Vignole Borbera* 90 77Viguzzolo 87 74Villadeati 94 80Villalvernia* 158 134Villamiroglio 66 56Villanova Monferrato* 126 107Villaromagnano 83 70Visone 87 74Volpedo 83 70Volpeglino 85 72Voltaggio 96 82

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PROVINCIA DI ASTI

Figura 19carta dei valori medicomunali di radon in provincia di Asti (piano terra)

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Tabella 2: Medie comunali della concentrazione radon (per i comuni contrassegna-ti con “*” la media è stata ottenuta dalle sole misure sperimentali, mentre per quel-li non contrassegnati la media è stata stimata dalle medie sperimentali di concen-trazione radon per litologia).

COMUNE MEDIA PIANO TERRA VALORE MEDIO COMPLESSIVO

Bq/m3 Bq/m3

Agliano 75 63Albugnano 76 64Antignano 84 72Aramengo 71 61Asti* 66 56Azzano d'Asti 88 74Baldichieri d'Asti 71 61Belveglio 66 56Berzano di San Pietro 93 79Bruno 81 68Bubbio 86 73Buttigliera d'Asti 89 76Calamandrana* 66 56Calliano 85 72Calosso 65 56Camerano Casasco 69 58Canelli 69 58Cantarana 81 69Capriglio 74 62Casorzo 79 67Cassinasco 64 54Castagnole delle Lanze* 88 75Castagnole Monferrato 74 63Castel Boglione 66 56Castel Rocchero 68 58Castell'Alfero 75 64Castellero 80 68Castelletto Molina 70 59Castello di Annone 77 65Castelnuovo Belbo* 68 58Castelnuovo Calcea 87 74Castelnuovo Don Bosco 74 63Cellarengo 86 73Celle Enomondo 81 68Cerreto d'Asti 74 62Cerro Tanaro 95 81

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Cessole 92 78Chiusano d'Asti 76 64Cinaglio 69 58Cisterna d'Asti 71 60Coazzolo 66 56Cocconato 86 73Corsione 74 63Cortandone 68 58Cortanze 72 61Cortazzone 71 60Cortiglione 69 59Cossombrato 71 61Costigliole d'Asti 72 61Cunico* 53 45Dusino San Michele 83 71Ferrere 79 67Fontanile 77 65Frinco 75 64Grana 79 67Grazzano Badoglio 80 68Incisa Scapaccino 81 69Isola d'Asti 86 73Loazzolo 73 62Maranzana 91 77Maretto 83 70Moasca 71 60Mombaldone 103 87Mombaruzzo 92 78Mombercelli 72 62Monale 72 61Monastero Bormida* 58 49Moncalvo 76 65Moncucco Torinese 79 67Mongardino 66 56Montabone 65 55Montafia 68 58Montaldo Scarampi 71 60Montechiaro d'Asti 77 66Montegrosso d'Asti 82 69Montemagno 82 70Montiglio 88 74Moransengo 75 64Nizza Monferrato 77 66Olmo Gentile 90 76

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Passerano Marmorito 74 63Penango 79 67Piea 68 58Pino d'Asti 76 65Piovà Massaia 75 64Portacomaro 67 57Quaranti 75 64Refrancore 81 69Revigliasco d'Asti 90 76Roatto 78 66Robella 67 57Rocca d'Arazzo 71 61Roccaverano 85 72Rocchetta Palafea 64 55Rocchetta Tanaro 79 67San Damiano d'Asti* 58 49San Giorgio Scarampi 91 78San Martino Alfieri 83 71San Marzano Oliveto 71 60San Paolo Solbrito 86 73Scurzolengo 69 58Serole 73 62Sessame 71 60Settime 73 62Soglio 65 55Tigliole 73 62Tonco 90 77Tonengo 83 70Vaglio Serra 66 56Valfenera 85 72Vesime* 73 62Viale d'Asti 66 56Viarigi* 53 45Vigliano d'Asti 73 62Villa San Secondo 82 70Villafranca d'Asti 77 65Villanova d'Asti 78 66Vinchio 72 61

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PROVINCIA DI BIELLA

Figura 20carta dei valori medicomunali di radon in provincia di Biella(piano terra)

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Tabella 3: Medie comunali della concentrazione radon (per i comuni contrassegna-ti con “*” la media è stata ottenuta dalle sole misure sperimentali, mentre per quel-li non contrassegnati la media è stata stimata dalle medie sperimentali di concen-trazione radon per litologia).

COMUNE MEDIA PIANO TERRA VALORE MEDIO COMPLESSIVO

Bq/m3 Bq/m3

Ailoche 116 99Andorno Micca 188 159Benna 93 79Biella* 91 77Bioglio 107 91Borriana 116 98Brusnengo* 78 66Callabiana 365 308Camandona 137 116Camburzano 90 76Campiglia Cervo* 568 478Candelo 105 89Caprile 114 97Casapinta 74 63Castelletto Cervo 113 95Cerreto Castello 147 124Cavaglià 93 79Cerrione* 106 90Coggiola 100 85Cossato 121 102Crevacuore 179 152Crosa 80 68Curino 189 160Donato 133 113Dorzano 88 75Gaglianico 97 82Gifflenga 159 135Graglia 252 213Lessona 99 84Magnano 91 77Massazza 93 79Masserano* 216 183Mezzana Nortigliengo 62 52Miagliano 481 406Mongrando 164 139Mosso Santa Maria 256 217Mottalciata 120 102

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Muzzano 357 301Netro 146 124Occhieppo Inferiore 138 117Occhieppo Superiore 298 252Pettinengo 97 82Piatto 101 86Piedicavallo 122 104Pollone 206 174Ponderano 103 88Portula 171 145Pralungo 177 150Pray 123 105Quaregna 95 80Quittengo* 1008 847Ronco Biellese 96 81Roppolo 83 71Rosazza* 303 256Sagliano Micca 234 198Sala Biellese 86 73Salussola 107 91San Paolo Cervo* 853 717Sandigliano 97 82Selve Marcone 185 157Soprana 75 64Sordevolo 169 143Sostegno 203 172Strona 62 53Tavigliano 172 146Ternengo 97 82Tollegno 182 154Torazzo 88 75Trivero 190 161Valdengo 132 112Vallanzengo 62 52Valle Mosso 80 68Valle San Nicolao 84 72Veglio 402 339Verrone 97 82Vigliano Biellese 146 124Villa del Bosco 141 120Villanova Biellese 89 76Viverone 79 67Zimone 87 74Zubiena 91 77Zumaglia 97 82

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PROVINCIA DI CUNEO

Figura 21carta dei valorimedi comunali di radon in provincia di Cuneo(piano terra)

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Tabella 4: Medie comunali della concentrazione radon (per i comuni contrassegna-ti con “*” la media è stata ottenuta dalle sole misure sperimentali, mentre per quel-li non contrassegnati la media è stata stimata dalle medie sperimentali di concen-trazione radon per litologia).

COMUNE MEDIA PIANO TERRA VALORE MEDIO COMPLESSIVO

Bq/m3 Bq/m3

Acceglio 122 103Aisone 127 108Alba 77 65Albaretto della torre 65 55Alto 119 101Argentera 118 100Arguello 69 59Bagnasco 103 88Bagnolo Piemonte 122 103Baldissero d'Alba 84 72Barbaresco 76 65Barge 111 94Barolo 65 55Bastia Mondovì 96 81Battifollo 109 93Beinette 87 74Bellino 113 96Belvedere Langhe 64 55Bene Vagienna 83 71Benevello 64 55Bergolo 89 76Bernezzo 112 95Bonvicino 66 56Borgo San Dalmazzo 121 103Borgomale 67 57Bosia 75 63Bossolasco 71 61Boves 141 119Bra 102 86Briaglia 67 57Briga Alta 119 101Brondello 136 115Brossasco 136 115Busca 115 98Camerana 70 60Camo 69 58

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Canale 72 61Canosio 131 111Caprauna 120 101Caraglio 101 86Caramagna Piemonte 92 78Cardè 94 79Carrù 89 75Cartignano 138 117Casalgrasso 93 79Castagnito 76 65Casteldelfino 122 103Castellar 87 74Castelletto Stura 91 77Castelletto Uzzone 73 62Castellinaldo 81 68Castellino Tanaro 70 59Castelmagno 126 107Castelnuovo di Ceva 87 74Castiglione Falletto 66 56Castiglione Tinella 65 55Castino 65 56Cavallerleone 92 78Cavallermaggiore 90 76Celle di Macra 111 94Centallo 82 69Ceresole d'Alba 79 67Cerretto Langhe 67 57Cervasca 88 75Cervere 95 81Ceva 95 81Cherasco 101 86Chiusa di Pesio* 129 110Cigliè 81 69Cissone 64 55Clavesana 82 69Corneliano d'Alba 73 62Cortemilia 88 75Cossano Belbo 69 59Costigliole Saluzzo 119 101Cravanzana 65 55Crissolo 129 110Cuneo 93 79Demonte 142 121Diano d'Alba 70 59

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Dogliani 73 62Dronero 115 97Elva 112 95Entracque 127 107Envie 90 76Farigliano 92 78Faule 92 78Feisoglio 65 55Fossano 83 70Frabosa Soprana 151 128Frabosa Sottana 118 100Frassino 149 126Gaiola 118 100Gambasca 145 123Garessio 168 142Genola 76 65Gorzegno 78 66Gottasecca 69 58Govone 87 74Grinzane Cavour 67 57Guarene 70 59Igliano 64 55Isasca 123 104La Morra 75 64Lagnasco 77 66Lequio Berria 65 55Lequio Tanaro 94 80Lesegno 106 90Levice 89 76Limone Piemonte 135 114Lisio 134 114Macra 120 101Magliano Alfieri 74 63Magliano Alpi 89 76Mango 64 55Manta 123 105Marene 83 71Margarita 82 69Marmora 134 114Marsaglia 67 57Martiniana Po 149 126Melle 142 120Moiola 136 115Mombarcaro 77 65

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Mombasiglio 84 71Monastero di Vasco 87 74Monasterolo Casotto 208 176Monasterolo di Savigliano 91 77Monchiero 96 81Mondovì 80 68Monesiglio 81 69Monforte d'Alba 64 55Montà 78 67Montaldo di Mondovì* 74 63Montaldo roero 81 68Montanera 81 69Montelupo Albese 65 55Montemale di Cuneo 111 94Monterosso Grana 111 94Monteu Roero 81 69Montezemolo 72 61Monticello d'Alba 74 63Moretta 90 77Morozzo 74 63Murazzano 65 56Murello 90 76Narzole 85 72Neive 72 61Neviglie 65 55Niella Belbo 65 55Niella Tanaro 101 85Novello 82 70Nucetto 121 102Oncino 126 107Ormea 169 143Ostana 144 122Paesana 142 121Pagno 129 109Pamparato 217 184Paroldo 64 55Perletto 98 83Perlo 102 87Peveragno* 251 212Pezzolo Valle Uzzone 76 65Pianfei 84 72Piasco 162 137Pietraporzio 129 109Piobesi d'Alba 77 66

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Piozzo 91 77Pocapaglia* 59 50Polonghera 90 76Pontechianale 109 92Pradleves 114 97Prazzo 109 92Priero 77 66Priocca 84 71Priola 146 124Prunetto 88 75Racconigi 92 78Revello 92 78Rifreddo 109 93Rittana 101 86Roaschia 118 100Roascio 64 55Robilante 184 156Roburent 166 141Rocca Cigliè 71 60Rocca de' Baldi 78 66Roccabruna 138 117Roccaforte Mondovì 169 143Roccasparvera 112 95Roccavione 132 112Rocchetta Belbo 72 61Roddi 75 64Roddino 67 57Rodello 65 55Rossana 160 135Ruffia 90 76Sale delle Langhe* 68 57Sale San Giovanni 67 57Saliceto 73 62Salmour 92 78Saluzzo 101 86Sambuco 126 107Sampeyre 133 113San Benedetto Belbo 80 68San Damiano Macra 122 104San Michele Mondovì 96 81Sanfrè 89 76Sanfront 135 115Santa Vittoria d'Alba 101 85Sant'Albano Stura 79 67

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Santo Stefano Belbo 68 58Santo Stefano Roero 82 70Savigliano 90 76Scagnello 94 80Scarnafigi 86 73Serralunga d'Alba 65 55Serravalle Langhe 67 57Sinio 65 55Somano 65 55Sommariva del Bosco 88 74Sommariva Perno 77 65Stroppo 113 96Tarantasca 97 82Torre Bormida 77 65Torre Mondovì 157 133Torre San Giorgio 89 76Torresina 64 55Treiso 65 55Trezzo Tinella 65 55Trinità 79 67Valdieri 125 106Valgrana 110 94Valloriate 132 112Valmala 149 126Venasca 148 125Verduno 82 70Vernante 130 110Verzuolo 115 98Vezza d'Alba 73 62Vicoforte 75 63Vignolo 112 95Villafalletto 98 83Villanova Mondovì 99 84Villanova Solaro 90 77Villar San Costanzo 115 97Vinadio 126 107Viola 204 172Vottignasco 94 80

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PROVINCIA DI NOVARA

Figura 22carta dei valorimedi comunali di radon in provincia di Novara (piano terra)

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Tabella 5: Medie comunali della concentrazione radon (per i comuni contrassegna-ti con “*” la media è stata ottenuta dalle sole misure sperimentali, mentre per quel-li non contrassegnati la media è stata stimata dalle medie sperimentali di concen-trazione radon per litologia).

COMUNE MEDIA PIANO TERRA VALORE MEDIO COMPLESSIVO

Bq/m3 Bq/m3

Agrate Conturbia 86 73Ameno 122 104Armeno 95 81Arona* 79 67Barengo 91 77Bellinzago Novarese* 216 182Biandrate 98 83Boca 145 123Bogogno 88 75Bolzano Novarese 143 122Borgo Ticino 94 80Borgolavezzaro* 82 69Borgomanero* 99 84Briga novarese 129 110Briona 92 78Caltignaga 92 78Cameri 116 99Carpignano Sesia 98 83Casalbeltrame 98 83Casaleggio Novara 99 84Casalino 98 83Casalvolone 99 84Castellazzo Novarese 95 80Castelletto Sopra Ticino 99 84Cavaglietto 94 80Cavaglio d'Agogna 93 79Cavallirio 124 105Cerano 100 85Colazza 129 109Comignago 129 109Cressa 90 76Cureggio 90 77Divignano 90 76Dormelletto 116 99Fara Novarese 88 75Fontaneto d'Agogna 93 79Galliate 120 102Garbagna Novarese 98 83Gargallo 143 121

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Gattico 123 104Ghemme 97 82Gozzano 126 107Granozzo con Monticello 98 83Grignasco 168 143Invorio 139 117Landiona 110 93Lesa 123 104Maggiora 167 141Mandello Vitta 96 82Marano ticino 103 87Massino visconti 129 109Meina 156 132Mezzomerico* 57 49Miasino 122 103Momo 94 79Nebbiuno 131 111Nibbiola 97 82Novara* 69 58Oleggio 117 100Oleggio Castello* 155 132Orta San Giulio 149 126Paruzzaro 117 99Pella 137 116Pettenasco 133 113Pisano 142 120Pogno 120 102Pombia 123 104Prato Sesia 147 124Recetto 116 98Romagnano Sesia 118 100Romentino 111 94San Maurizio d'Opaglio 134 114San Nazzaro Sesia 127 108San Pietro Mosezzo 98 83Sillavengo 89 75Sizzano 89 76Soriso 118 100Sozzago 96 82Suno 95 81Terdobbiate 98 83Tornaco 98 83Trecate 102 86Vaprio d'Agogna 95 81Varallo Pombia 89 76Veruno 95 81Vespolate 97 82Vicolungo* 69 58Vinzaglio 87 74

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PROVINCIA DI TORINO

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Figura 23carta dei valorimedi comunali di radon in provincia di Torino(piano terra)

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Tabella 6: Medie comunali della concentrazione radon (per i comuni contrassegna-ti con “*” la media è stata ottenuta dalle sole misure sperimentali, mentre per quel-li non contrassegnati la media è stata stimata dalle medie sperimentali di concen-trazione radon per litologia).

COMUNE MEDIA PIANO TERRA VALORE MEDIO COMPLESSIVO

Bq/m3 Bq/m3

Aglie* 42 36Airasca 103 87Ala di Stura 132 112Albiano d'Ivrea 94 80Alice Superiore 91 78Almese 141 119Alpette 159 135Alpignano* 97 82Andezeno 82 70Andrate 143 121Angrogna 165 140Arignano 74 63Avigliana* 78 66Azeglio 62 53Bairo 83 70Balangero 115 98Baldissero Canavese 88 75Baldissero Torinese 74 63Balme 132 112Banchette* 33 28Barbania 100 85Bardonecchia 105 89Barone Canavese 93 79Beinasco 93 79Bibiana 103 87Bobbio Pellice 121 103Bollengo 69 58Borgaro Torinese 91 77Borgiallo 129 109Borgofranco d'Ivrea 105 89Borgomasino 121 103Borgone di Susa 146 123Bosconero* 53 45Brandizzo 113 96Bricherasio 128 109

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Brosso 203 172Brozolo 66 56Bruino 95 80Brusasco 99 84Bruzolo 141 120Buriasco 94 80Burolo 85 72Busano* 87 74Bussoleno 132 112Buttigliera Alta 90 77Cafasse* 56 48Caluso 96 81Cambiano 86 73Campiglione Fenile 93 79Candia Canavese 78 66Candiolo 100 85Canischio 157 133Cantalupa 115 97Cantoira 119 101Caprie* 51 43Caravino 95 81Carema 159 135Carignano 85 72Carmagnola 92 78Casalborgone 78 67Cascinette d'Ivrea 61 52Caselette 114 96Caselle Torinese 102 86Castagneto Po 83 70Castagnole Piemonte 96 81Castellamonte* 55 47Castelnuovo Nigra 158 134Castiglione Torinese 96 82Cavagnolo 86 73Cavour 92 78Ceres 127 107Ceresole Reale* 136 116Cesana Torinese 115 98Chialamberto 128 109Chianocco 136 115Cercenasco* 64 55Chiaverano 98 84Chieri* 62 53

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Chiesanuova 144 122Chiomonte 128 108Chiusa di San Michele 142 120Chivasso* 38 32Ciconio 72 61Cintano 139 118Cinzano 80 68Ciriè* 45 39Claviere 118 100Coassolo Torinese 142 120Coazze 126 107Collegno* 50 42Colleretto Castelnuovo 146 123Colleretto Giacosa 76 64Condove 127 108Corio 143 121Cossano Canavese 84 71Cuceglio* 39 33Cumiana 114 97Cuorgnè 142 120Druento* 51 43Exilles 118 100Favria* 52 44Feletto* 104 89Fenestrelle 119 101Fiano 103 87Fiorano Canavese 82 70Foglizzo 102 86Forno Canavese* 59 50Frassinetto* 71 60Front 110 93Frossasco 98 83Garzigliana 142 120Gassino Torinese 95 81Germagnano 127 107Giaglione* 83 70Giaveno 128 108Givoletto 121 103Gravere 120 102Groscavallo 126 107Grosso 97 82Grugliasco* 52 44Ingria 140 118

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Inverso Pinasca 151 128Isolabella 80 68Issiglio 165 140Ivrea* 47 40La Cassa 125 106La Loggia 89 75Lanzo Torinese* 63 54Lauriano 102 86Leini 97 82Lemie 130 111Lessolo 88 75Levone 108 91Locana 127 108Lombardore* 70 60Lombriasco 86 73Loranzè 85 73Lugnacco 84 71Luserna S. Giovanni 122 104Lusernetta 123 104Lusigliè* 54 46Macello 121 102Maglione* 45 38Marentino 78 66Massello 99 84Mathi 109 93Mattie 128 109Mazzè 103 87Meana di Susa 111 94Mercenasco 81 69Meugliano 135 114Mezzenile 126 107Mombello di Torino 74 63Mompantero 114 96Monastero di Lanzo 125 106Moncalieri* 69 58Moncenisio 120 102Montaldo Torinese 81 69Montalenghe* 32 28Montalto Dora 92 78Montanaro 94 80Monteu da Po 128 108Moriondo Torinese 88 74Nichelino 93 79Noasca* 186 158

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Nole 105 89Nomaglio 159 135None 103 88Novalesa 111 94Oglianico* 41 35Orbassano 98 83Orio Canavese* 68 58Osasco 123 104Osasio 88 74Oulx 116 98Ozegna* 74 63Palazzo Canavese 64 55Pancalieri 83 70Parella 113 96Pavarolo 77 66Pavone Canavese 107 91Pecco 83 70Pecetto Torinese 73 62Perosa Argentina 171 145Perosa Canavese 100 84Perrero 161 137Pertusio 99 84Pessinetto 155 131Pianezza 93 79Pinasca 230 195Pinerolo 125 106Pino Torinese 71 60Piobesi Torinese 82 69Piossasco 116 99Piscina 97 83Piverone 80 68Poirino 82 69Pomaretto 146 124Pont Canavese 160 135Porte 287 243Pragelato 107 90Prali 121 103Pralormo 85 73Pramollo 207 175Prarostino 678 571Prascorsano 118 100Pratiglione 167 142Quagliuzzo 96 81Quassolo 150 127

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Quincinetto 162 137Reano 87 74Ribordone 125 106Riva presso Chieri 81 69Rivalba 77 65Rivalta di Torino 100 85Rivara 104 88Rivarolo Canavese* 83 70Rivarossa* 53 45Rivoli* 47 40Robassomero 101 85Rocca Canavese 114 97Roletto 121 102Romano Canavese 98 83Ronco Canavese* 224 191Rondissone 111 94Rorà 135 114Rosta 94 80Roure 132 112Rubiana 122 104Rueglio 157 133Salassa 111 94San Benigno Canavese 97 83San Colombano Belmonte 160 135San Didero 141 120San Francesco al Campo 97 82San Germano Chisone 346 292San Gillio 98 83San Carlo Canavese 97 82San Giorgio Canavese* 120 102San Giorio di Susa 137 116San Giusto Canavese* 79 67Salbertrand 124 105Salerano Canavese* 65 55Salza di Pinerolo 104 88Samone* 48 41San Martino Canavese 92 78San Maurizio Canavese 101 86San Mauro Torinese 104 88San Pietro Val Lemina 147 125San Ponso 97 82San Raffaele Cimena 103 88San Sebastiano da Po 103 87

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San Secondo di Pinerolo 160 135Sangano 111 94Sant'Ambrogio di Torino 149 126Sant'Antonino di Susa 140 118Santena 87 73Sauze di Cesana 103 87Sauze D'Oulx 125 106Scalenghe 97 82Scarmagno* 50 43Sciolze 82 70Sestriere 106 90Settimo Rottaro 82 70Settimo Torinese* 53 45Settimo Vittone 157 133Sparone 153 130Strambinello 99 84Strambino 116 99Susa* 47 40Tavagnasco 157 133Torino* 52 44Torrazza Piemonte 94 79Torre Canavese 85 72Torre Pellice* 116 98Trana 116 98Trausella 152 129Traversella 191 162Traves 129 110Trofarello 88 75Usseaux 112 95Usseglio 118 100Vaie 139 117Val della Torre 126 107Valgioie 125 106Vallo Torinese 118 100Valperga* 88 75Valprato Soana 113 96Varisella 120 102Vauda Canavese 104 88Venaria Reale* 72 61Venaus 128 108Verolengo 109 92Verrua Savoia 104 88Vestignè 147 125

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Vialfrè 80 68Vico Canavese 293 248Vidracco 135 114Vigone 86 73Villafranca Piemonte 94 80Villanova Canavese 116 99Villar Dora 127 108Villar Pellice* 168 142Villar Focchiardo* 124 105Villar Perosa 161 136Villarbasse 88 75Villareggia 103 87Villastellone 93 79Vinovo 88 75Virle Piemonte 88 75Vische* 66 56Vistrorio 102 87Viù 126 107Volpiano* 59 50Volvera 102 86

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PROVINCIA DI VERBANIA

Figura 24carta dei valorimedi comunali di radon nella provinciadel VerbanoCusio Ossola(piano terra)

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Tabella 7: Medie comunali della concentrazione radon (per i comuni contrassegna-ti con “*” la media è stata ottenuta dalle sole misure sperimentali, mentre per quel-li non contrassegnati la media è stata stimata dalle medie sperimentali di concen-trazione radon per litologia).

COMUNE MEDIA PIANO TERRA VALORE MEDIO COMPLESSIVO

Bq/m3 Bq/m3

Antrona Schieranco 121 102Anzola D'Ossola 105 89Arizzano 134 114Arola 81 69Aurano* 472 400Baceno 116 98Bannio Anzino 113 96Baveno* 95 80Bee 118 100Belgirate 138 117Beura Cardezza* 116 99Bognanco* 178 150Brovello Carpugnino 130 110Calasca Castiglione 106 90Cambiasca 86 73Cannero Riviera 107 91Cannobio* 180 153Caprezzo 98 83Casale Corte Cerro 112 95Cavaglio Spoccia 101 86Ceppo Morelli 118 100Cesara 105 89Cossogno 95 81Craveggia 124 105Crevoladossola* 127 108Crodo* 90 76Cursolo Orasso 102 87Domodossola* 101 86Druogno* 212 180Falmenta 94 80Formazza* 69 59Germagno 95 80Ghiffa 111 94Gignese 123 105Gravellona Toce* 70 59

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Gurro 105 89Intragna 96 81Loreglia 99 84Macugnaga* 244 207Madonna del Sasso* 59 50Malesco* 134 113Masera 125 106Massiola 99 84Mergozzo* 93 79Miazzina 96 82Montecrestese* 102 86Montescheno 116 99Nonio 103 87Oggebbio* 79 67Omegna* 83 70Ornavasso 112 95Pallanzeno 120 102Piedimulera* 62 53Pieve Vergonte 113 96Premeno 113 95Premia 118 100Premosello Chiovenda 116 99Quarna Sopra* 65 55Quarna Sotto* 74 63Re* 221 187San Bernardino Verbano* 72 61Santa Maria Maggiore 124 105Seppiana 111 94Stresa 130 110Toceno* 81 68Trarego Viggiona 103 87Trasquera 123 104Trontano* 78 66Valstrona 104 89Vanzone con San Carlo* 71 60Varzo* 88 74Verbania* 83 71Viganella* 82 69Vignone 127 107Villadossola* 88 75Villette 123 104Vogogna 125 106 3

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PROVINCIA DI VERCELLI

Figura 25carta dei valorimedi comunali di radon in provincia di Vercelli(piano terra)

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Tabella 8: Medie comunali della concentrazione radon (per i comuni contrassegna-ti con “*” la media è stata ottenuta dalle sole misure sperimentali, mentre per quel-li non contrassegnati la media è stata stimata dalle medie sperimentali di concen-trazione radon per litologia).

COMUNE MEDIA PIANO TERRA VALORE MEDIO COMPLESSIVO

Bq/m3 Bq/m3

Alagna Valsesia 117 99Albano Vercellese 154 130Alice Castello 98 83Arborio 111 94Asigliano Vercellese 91 77Balmuccia 112 95Balocco 128 108Bianzè 77 66Boccioleto 101 86Borgo d'Ale 96 81Borgo Vercelli 110 93Borgosesia 113 96Breia 69 58Buronzo 114 96Campertogno 109 92Carcoforo 116 99Caresana 118 100Caresanablot 140 118Carisio 113 96Casanova Elvo 138 117Cellio 72 62Cervatto 100 85Cigliano 97 82Civiasco 96 81Collobiano 159 135Costanzana 83 70Cravagliana 101 85Crescentino 88 74Crova 85 72Desana 90 76Fobello 107 91Fontaneto Po 78 67Formigliana 110 93

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Gattinara 124 105Ghislarengo 105 89Greggio 119 101Guardabosone 139 118Lamporo 91 78Lenta 106 90Lignana 89 76Livorno Ferraris 87 74Lozzolo 148 125Mollia 107 90Moncrivello 103 88Motta dei conti 135 115Olcenengo 86 73Oldenico 159 135Palazzolo Vercellese 81 69Pertengo 90 76Pezzana 119 101Pila 111 94Piode 105 89Postua 98 84Prarolo 119 101Quarona 103 88Quinto Vercellese 155 132Rassa 105 89Rima San Giuseppe 110 93Rimasco 108 92Rimella 108 92Riva Valdobbia 105 89Rive 86 73Roasio 111 94Ronsecco 82 70Rossa 98 83Rovasenda 104 89Sabbia 100 85Salasco 85 72Sali Vercellese 88 75San Germano Vercellese 84 72San Giacomo Vercellese 122 104Saluggia 113 95Santhià* 72 61Scopa 105 893

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Scopello 109 92Serravalle Sesia 199 168Stroppiana 90 76Tricerro 81 69Trino 78 66Tronzano Vercellese 88 74Valduggia 121 102Varallo* 48 41Vercelli 115 98Villarboit 135 115Villata 129 110Vocca 102 87

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4 Conclusioni e prospettive

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• Questo studio offre per ogni Comune una stima delvalor medio di concentrazione radon(la media regionale piemontese è 69 Bq/m3). Nel 75% deiComuni, la media radon al piano terra di un edificio risultainferiore a 120 Bq/m3, mentre nel restante 25%, i valori sonosuperiori.

• Il lavoro di mappatura del radon si inserisce nell’ambito delproblema della definizione delle aree ad elevataprobabilità di alte concentrazioni di radon (D.Lvo 241/00).

• La prevenzione del radon è possibileintervenendo sugli edifici in costruzione o esistenti migliorandole condizioni di ricambio d’aria, impedendo l’ingressonell’edificio del radon proveniente dal suolo e variando lecondizioni di pressurizzazione dei locali.

Grazie al presente lavoro di caratterizzazione del territorio, si è riusciti a for-nire una stima delle concentrazioni di radon attese per ogni Comune del Pie-monte.

Tale studio si è avvalso di una notevole mole di dati sperimentali, cioè di misure diret-te di radon negli edifici, ma anche di informazioni di tipo geologico e litologico, oppor-tunamente elaborate tramite modelli. Inoltre, nella caratterizzazione delle litologie, siè fatto uso anche di dati radiometrici ricavati dall’analisi del contenuto di radioattivitànelle principali rocce prelevate in tutto il Piemonte.

La media complessiva della nostra regione, pari a 69 Bq/m3, conosciuta già dal 1991come risultato della Campagna Nazionale radon, è stata confermata dai risultati di que-sto studio: dalla base dati è stato possibile ricavare, con un opportuno procedimentomatematico, una concentrazione media di 70,45 Bq/m3.

Dallo studio emerge, inoltre, una notevole variabilità delle singole medie comunaliche spaziano da 40 Bq/m3 fino a raggiungere valori anche superiori a 200 Bq/m3 in alcu-ne aree dell’arco alpino, d’altronde già note in letteratura, come la Valle Cervo e alcu-ne zone del cuneese.

Altre aree però, meno note da questo punto di vista, sono risultate affette da con-centrazioni di radon superiori alla media. A fronte di una percentuale di circa il 75% di

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territori comunali con valori medi compresi tra 40 e 120 Bq/m3, prevalentemente distri-buiti in pianura, nel 22% dei Comuni si è ottenuta una media compresa tra 120 e 200Bq/m3, mentre in circa 2,8 % di essi la media è superiore a 200 Bq/m3. Per questo moti-vo nel prossimo futuro proseguiranno diversi studi di approfondimento in numerosi Comu-ni della regione.

Sotto l’aspetto normativo, come discusso nel prossimo paragrafo 4.1, lo studio effet-tuato si colloca nell’ambito del problema della definizione delle aree ad elevata pro-babilità di alte concentrazioni di radon (D.L.vo 241/00) e fornisce alla Regione, in talsenso, uno strumento conoscitivo del territorio, condizione necessaria per assolvere gliobblighi di Legge.

Nel paragrafo 4.2 si affronta l’importante tema della prevenzione del radon che inte-ressa in modo particolare gli aspetti edilizi: azioni mirate in fase di progetto di un nuo-vo edificio garantiscono infatti notevoli risultati nella riduzione dell’esposizione al radondella popolazione a fronte di costi assai contenuti.

Infine, sono anche fornite indicazioni per le azioni di bonifica da intraprendere, quan-do necessario, sul patrimonio edilizio esistente.

4.1 Il significato della mappatura e il problemadella definizione delle “aree ad elevataprobabilità di alte concentrazioni di radon”ex Decreto Legislativo 241/2000

La mappatura del radon scaturita da questo lavoro ha un significato per ora pretta-mente ambientale e conoscitivo: non si può quindi dedurre da essa, una definizionedelle aree che sono da considerare “a rischio radon”, né tantomeno fare immediateconsiderazioni di tipo dosimetrico e sanitario. È però vero che, a partire dai risultati otte-nuti da questo studio sarà poi possibile affrontare tali questioni.

Per le valutazioni di tipo dosimetrico e sanitario sarà evidentemente necessario fareriferimento agli aspetti demografici, tramite i quali sarà poi possibile stimare più cor-rettamente l’esposizione della popolazione. Su questi temi si sta infatti muovendo il Pia-no Nazionale Radon, e Arpa Piemonte, per parte sua, vuole dare il suo contributo inquesto senso. Una più dettagliata trattazione di questi aspetti può comunque esseretrovata nel rapporto tecnico completo, da cui questa sintesi è stata tratta.

Dal punto di vista politico-amministrativo, il passo successivo da fare sarebbe quel-lo di adempiere ai compiti che il Decreto Legislativo 241/2000 attribuisce alle Regio-ni: cioè l’individuazione delle “aree a elevata probabilità di alte concentrazioni di atti-

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vità di radon”, così sono testualmente definite dall’articolo 10-sexies del Decreto Legi-slativo 230/1995 e ss.mm.ii., e che noi per semplicità, con un evidente abuso di linguag-gio, abbiamo chiamato “aree a rischio radon”.

Su questo aspetto si sconta attualmente la mancanza di linee guida nazionali che,in base alla norma vigente, avrebbero dovuto essere emanate dalla competenteSezione speciale della Commissione tecnica per le esposizioni a sorgenti naturali di radia-zioni (art.10-septies del Decreto Legislativo 230/1995). Se dunque la concreta indivi-duazione e definizione di tali aree “a norma di legge”, sancita dalla pubblicazione sul-la Gazzetta Ufficiale, resta per ora un problema ancora da definire, è pur vero che, dalpunto di vista sostanziale, da parte delle autorità regionali possono comunque esserecompiuti tutti i passi necessari per raggiungere l’obiettivo prefissato dalla normativa.

Le cartografie prodotte in questo studio, pur essendo progressivamente aggiorna-bili e modificabili con il miglioramento delle conoscenze ambientali, costituiscono unostrumento già ora utilizzabile per gli scopi previsti dalla norma.

Va tuttavia specificato che, comunque, l’attività di ricerca di Arpa Piemonte sul radonnon si arresta con la pubblicazione di questo studio, ma anzi è in continuo svolgimen-to ed evoluzione; saranno quindi da attendersi nel prossimo futuro aggiornamenti emodifiche del quadro attuale. In particolare le linee di ricerca che si stanno percorren-do sono sostanzialmente tre:

i) nuove campagne di misura volte ad aumentare la base dati sperimentaleii) affinamento del modello di correlazione litologica con nuovi accorpamenti e/o

differenziazioni tra diverse litologieiii) studi per la valutazione dell’esposizione al radon della popolazione

Mentre le prime due linee di ricerca potranno condurre a modifiche di alcuni aspet-ti delle attuali cartografie, rendendole più complete e attendibili, la terza, dedicata allastima dell’esposizione e quindi alla quantificazione dei rischi sanitari e alla loro distri-buzione sul territorio potrà condurre all’elaborazione di nuove mappe, più direttamen-te correlabili all’esposizione della popolazione e quindi anche agli effetti sanitari delradon.

4.2 L’attività di prevenzione del rischio radon:metodologie costruttive e azioni di rimedio

L’eventuale presenza di elevate concentrazioni di radon in un ambiente residenzia-le o lavorativo, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non dovrebbe destareeccessive preoccupazioni e ansie nella popolazione, perché il problema può comun-que sempre essere affrontato positivamente, in un’ottica di prevenzione e quasi sem-pre a costi assai contenuti.

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Prendendo come riferimento, per la valutazione della rilevanza del dato, i livelli diconcentrazione internazionali (per le abitazioni, ad esempio, i 400 Bq/m3 della Racco-mandazione UE) o nazionali (per i luoghi di lavoro i 500 Bq/m3 del Livello d’Azione sta-bilito dal D.Lgs. 241/2000), si può fare una prima valutazione dell’urgenza dell’inter-vento. È infatti evidente che laddove tali livelli sono ampiamente superati (cioè, in pra-tica, quando le concentrazioni di radon superano il migliaio di Bq/m3 ), e/o allorché ilocali in questione sono soggetti a un’occupazione costante e prolungata, l’interven-to deve essere attuato con solerzia.

È d’altra parte vero che, anche sulla scorta delle ultime acquisizioni in ambito epi-demiologico, la riduzione della concentrazione di radon, anche laddove le concentra-zioni non sono elevatissime, risulta comunque sempre auspicabile. Il problema della ridu-zione del rischio radon deve cioè essere impostato in generale in un’ottica di preven-zione. Questo significa che, soprattutto per le nuove costruzioni, andrebbero sempreprevisti in fase costruttiva alcuni elementi di progetto che limitino l’ingresso del radonnegli edifici dal sottosuolo e che consentano, laddove necessario, un’agevole adozio-ne delle azioni di rimedio.

Occorre quindi anzitutto considerare quelle che sono le possibili fonti di ingressodel radon in un’abitazione (Figura 26). In ordine di importanza abbiamo:

• suolo• materiali da costruzione• acqua• gas

MATERIALI DACOSTRUZIONE

SUOLO

ACQUA

Figura 26fonti di ingresso del radon in una genericaabitazione

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Tenendo però presente che, in condizioni normali, il suolo è la fonte del 90% o anchepiù del radon che entra in un’abitazione, si comprende come le azioni che riducano l’in-gresso del radon presente nel suolo siano quelle più efficaci per prevenirne l’accumu-lo. In base a considerazioni di questo tipo, il Sottocomitato Scientifico del progetto CCM“Avvio del Piano Nazionale Radon per la riduzione del rischio del tumore polmonarein Italia” ha recentemente emanato una Raccomandazione su questi temi che viene inte-gralmente riportata in appendice.

Per quanto riguarda invece le azioni di rimedio, ve ne sono di vario genere. Le prin-cipali tipologie sono schematizzate in Figura 27. Gli interventi più diffusi e normalmen-te proposti per diminuire le concentrazioni radon in un edificio si basano su diverse azio-ni che sommariamente elenchiamo:

• aumento del ricambio d’aria naturale;• imposizione di un sistema di aerazione forzata;• pressurizzazione interna (immissione forzata di aria dall’esterno all’interno);• aspirazione del radon dal suolo tramite pozzetto esterno (depressurizzazione del

suolo sottostante l’edificio);• sigillatura di tutte le canaline per il passaggio di cavi o tubazioni comunicanti col

terreno;• posa in opera nelle solette di apposite barriere radon impermeabili.

VENTILAZIONE FORZATA

ASPIRAZIONE DA POZZETTO ESTERNO

PRESSURIZZAZIONE

ISOLAMENTO

ASPORTAZIONEARIA DAL VESPAIO

RICAMBIO D’ARIA NATURALEDA PORTE E FINESTRE

Figura 27alcune tra le più diffusetipologie di azioni di bonifica

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Molti di questi interventi non sono tra loro mutuamente esclusivi potendo, nella pra-tica, essere anche adottati contemporaneamente. Un’indicazione di dettaglio della miglio-re strategia da percorrere non può tuttavia prescindere dall’analisi e dallo studio del singolo caso concreto. Per un approfondimento di tali temi si rimanda quindi alla lettu-ra di testi specifici, di cui riportiamo in bibliografia i riferimenti [18-19-20-21-22-23-24]e nei quali potranno essere reperite informazioni e linee guida per portare a termineun’efficace azione di bonifica.

Riferimenti utiliPer ulteriori informazioni si può contattare il Centro di riferimento per

le Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti di Arpa Piemonte che ha sede ad Ivrea invia Jervis, 30 10015 (TO) - Fax 0125.6453584 - Tel.0125.6453511

I cittadini possono inoltrare richieste di informazioni presso l’Ufficio Relazioni col Pubblico (URP) - email: [email protected] - Tel. 0125/6453502

Altre pubblicazioni inerenti al radon tra cui un opuscolo informativo possono essere reperite sul sito dell’Arpa Piemonte: www.arpa.piemonte.it.

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GlossarioAttività: grandezza fisica che esprime la quantità di radioattività.

Becquerel (Bq): misura l’attività della sostanza radioattiva ed esprime il numero di disin-tegrazioni nell’unità di tempo; 1 Bq equivale ad una disintegrazione al sec.

Campionamento integrato: metodologia di misura che permette di avere la concen-trazione di radon in un lungo periodo di tempo.

Campionamento istantaneo: metodologia di misura che permette di avere la concen-trazione di radon in un breve intervallo di tempo (tipicamente minore di 1 ora).

Concentrazione di attività (Bq/m3): esprime l’attività di una sostanza radioattiva nel-l’unità di volume.

Dose assorbita: grandezza che esprime l’energia assorbita per unità di massa. L’uni-tà di misura della dose è il Gray (Gy).

Dose efficace: grandezza radioprotezionistica che tiene conto delle dosi equivalentinei diversi organi o tessuti opportunamente ponderate. L’unità della dose efficaceè il Sievert (Sv).

Dosimetria: ramo della fisica che si occupa del calcolo dell’energia assorbita dalla mate-ria e in particolare dagli esseri viventi sottoposti al flusso delle radiazioni. Dosime-tro radon: dispositivo passivo utilizzato per la misura del gas radon contenente alsuo interno un rivelatore di particelle α.

Gas nobile: gas inerte cioè che non si lega chimicamente con nessun altro elemento;appartiene al diciottesimo gruppo della tavola periodica degli elementi.

Litologia: studio delle caratteristiche chimiche e fisiche che definiscono una roccia.

Livello d’Azione: valore di concentrazione di attività di radon in aria o di dose effica-ce superato il quale è necessario intraprendere azioni di bonifica.

Neutrone: particella subatomica senza carica elettrica; ha quasi la stessa massa del pro-tone.

Particelle alfa (α): nuclei dell’atomo di elio (He) carichi positivamente formati da dueneutroni e due protoni:sono emesse da parecchi elementi radioattivi.

Protone: particella dotata di carica elettrica positiva che esiste libera o legata in unnucleo atomico

Radiazione gamma: radiazione elettromagnetica ad elevato potere di penetrazione,avente una ben determinata energia, emessa da alcune sostanze radioattive.

Radioattivo: detto di elemento chimico il cui nucleo risulta instabile e che pertantoemette particelle subatomiche trasformandosi in un altro elemento.

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Rivelatore nucleare a tracce: materiale plastico che possiede una struttura moleco-lare che lo rende adatto a rivelare il passaggio di particelle cariche e, in particola-re, delle particelle α.

Rivelatore attivo: sistema di misura di radiazioni che necessita di alimentazione elet-trica per il suo funzionamento.

Rivelatore passivo: sistema di misura di radiazioni che non necessita di alcun tipo dialimentazione elettrica e utilizza dei componenti inerti.

Spettrometria gamma: tipo di analisi mediante la quale si identifica l’elemento radio-attivo attraverso la misura dell’energia della radiazione gamma.

Studi epidemiologici: studi biomedici sulla correlazione tra malattie ed esposizionead agenti o eventi nocivi alla salute.

Studi epidemiologici di tipo pooled: studi che rianalizzano, mettendoli insieme, datiprovenienti da ricerche effettuate in tempi diversi e in diversi Paesi, aumentandoin tal modo la potenza statistica del metodo.

Tempo di dimezzamento o emivita: il tempo necessario affinchè la metà degli atomidi un elemento radioattivo subisca il processo di disintegrazione radioattiva.

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RingraziamentiI risultati presentati in questo lavoro sono il frut-

to di uno sforzo collettivo che ha impegnato peranni tutto il personale del Centro Regionale Radia-zioni Ionizzanti e Non Ionizzanti e delle altre strut-ture Arpa Piemonte coinvolte. A tutti loro va dun-que un sentito ringraziamento da parte del grup-po di ricerca. Vogliamo però rivolgere un pensie-ro particolare di ricordo e gratitudine al nostro caroamico e collega Franco Righino, che ci ha lascia-to prematuramente e tragicamente alla fine del2007, per la passione e dedizione con cui ha con-tribuito a questa realizzazione.

Si ringraziano infine i colleghi dell’AssessoratoAmbiente - Grandi Rischi Ambientali della Regio-ne Piemonte, per i suggerimenti e il preziosolavoro di rilettura del testo.

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Appendice

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[6] Commissione della Comunità Europee, Raccomandazione sulla tutela della popola-zione contro l’esposizione al radon in ambienti chiusi, G.U. delle Comunità EuropeeL80 del 27 marzo 1990.

[7] Clementi ML, Il punto sul radon Epid Prev 2002; 1; 9.[8] Ministero della Salute, Il Piano Nazionale Radon, 2002,

http://www.iss.it/tesa/prog/cont.php?id=182&lang=1&tipo=14[9] S.Darby et al, Radon in homes and risk of lung cancer: collaborative analysis of indi-

vidual data from 13 European case-control studies, BMJ Volume 330, 29 January 2005.[10] F. Bochicchio, Radon epidemiolgy and nuclar track detectors:methods, results and

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sto 2000, Decreto Legislativo 26 maggio 2000 n°241. [12] Commissione delle Comunità Europee, Direttiva 96/29/EURATOM del Consiglio del

13 maggio 1996, G.U. delle Comunità Europee L159 del 29 giugno 1996.[13] E. Chiaberto, M. Magnoni, F. Righino, Il radon nel suolo: misure di concentrazione e

di flusso, Atti del XXXI Congresso Nazionale AIRP, Ancona 20-22 settembre 2000. [14] Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Supplemento ordinario n°276 del

27/11/2001 S.G., Accordo 27 settembre 2001.[15] M. Magnoni and S. Tofani, Indoor radon measurements in anomalous sites f Piedmont,

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[19] Linee guida relative ad alcune tipologie di azioni di risanamento per la riduzione del-l’inquinamento da radon, APAT - RTI CTN_ AGF 4/2005

[20] Surveying dwellings with high indoor radon levels: a BRE guide to radon remedialmeasures in existing dwellings, Building Research Establishment Report

[21] Consumer’s Guide to Radon Reduction. How to Reduce Radon Levels in Your Home,EPA www.epa.gov

[22] Building radon out: a step-by-step guide on how to build radon resistant homes, EPAwww.epa.gov

[23] Model standards and techniques for control of radon in new residential buildings, EPAwww.epa.gov

[24] Radon Prevention in the Design and construction of schools and other large buildings,EPA www.epa.gov

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La mappaturadel radon in PiemonteSintesi

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