la domenica...La signora Fabiola Gianotti dell’universo L’attualità. Norman Foster:...

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la domenica DI REPUBBLICA DOMENICA 28 DICEMBRE 2014 NUMERO 512 Cult DARIO CRESTO-DINA GINEVRA E INSEGNE RISPLENDONO e annuncia- no: Snacks, Salades, Desserts, Drinks. Sotto, quasi ogni ben di dio. I manifesti di due film, Bridget Jo- nes e Angeli e Demoni. La locandi- na della sesta “Higgs Hunting”, la caccia, la conferenza che si svolgerà dal 30 luglio al pri- mo agosto 2015 a Orsay, Francia, su risulta- ti e prospettive dell’EWSB (ElectroWeak Symmetry Breaking) accanto a quella di un corso di danza scozzese. Stinchi pelosi spun- tano da un kilt. Le lingue del mondo si im- mergono e risalgono nel vociare di decine di ragazzi di colore e sguardi diversi che si mi- schiano in un gruppo, poi in un altro, qual- cuno sulle code di una donna o di un uomo ap- pena un poco più grande, qualche filo di gri- gio nei capelli, nessuno in tailleur o giacca e cravatta. Crocchi di tre o quattro in posa per un selfie sillabano prima dello scatto «higgs boson» che qui, ha sostituito il «cheese» con- servandone la stessa funzione propedeutica al sorriso. Il tutto sorvegliato, sotto la cupola dello stabilimento principale del Cern, l’Or- ganizzazione europea per la ricerca nuclea- re, dalla gigantografia del rivelatore Atlas che a prima vista sembra una stazione spa- si in musica da Mikis Theodorakis, è stato pa- ragonato a Re Artù per la ieratica somi- glianza con il sovrano della leggenda porta- ta sugli schermi e perché qui come spirito ci si sente un po’ tutti cavalieri della tavola ro- tonda. Mesi fa, allo svizzero Le Temps, Heuer ha detto: «La scienza non è esotica, gran parte della nostra vita ha a che fare con la fisica. I giornali dovrebbero essere più at- tenti alle belle notizie, quelle che ci danno gioia, ravvivano la mente, stimolano il sape- re. Non dovremmo mai dimenticare che sco- prire è un piacere». Nel gennaio 2016 Heuer passerà il testimone a Fabiola Gianotti. >SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE ziale, ma in realtà è un colossale microscopio capace di fotografare la collisione di parti- celle con una potenza di fuoco di quaranta milioni di scatti al secondo e una risoluzione di cento milioni di pixel. Tutto è rotondo al Cern: edifici, piazze, uf- fici, corridoi. Quasi a rappresentare plasti- camente come questo sia un luogo che smus- sa, arrotonda appunto, le antinomie, i con- flitti. Passato e futuro, giovani e vecchi, uo- mini e donne, scienza e fede. Il direttore at- tuale, Rolf Dieter Heuer, tedesco del Sud di sessantacinque anni, in carica dal 2009, uno scienziato che ama la danza artistica, le scul- ture di Giacometti e i poemi di Neruda mes- La signora Fabiola Gianotti dell’universo L’attualità. Norman Foster: “Un’Avana da salvare” Spettacoli. I segreti dei Wiener L’incontro. L’oroscopo di Pesatori per il 2015 La copertina. Dove è finito il romanzo sociale Straparlando. Romano Montroni, vivere in libreria La poesia. Il Dio sconosciuto che Dante non può dire Sarà la prima donna a dirigere il Cern “Facile, basta sognare” FOTO DI MAX CARDELLI L

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  • la domenicaDI REPUBBLICADOMENICA 28 DICEMBRE 2014 NUMERO 512

    Cult

    DARIO CRESTO-DINA

    GINEVRA

    E INSEGNE RISPLENDONO e annuncia-no: Snacks, Salades, Desserts,Drinks. Sotto, quasi ogni ben di dio.I manifesti di due film, Bridget Jo-nes e Angeli e Demoni. La locandi-

    na della sesta “Higgs Hunting”, la caccia, laconferenza che si svolgerà dal 30 luglio al pri-mo agosto 2015 a Orsay, Francia, su risulta-ti e prospettive dell’EWSB (ElectroWeakSymmetry Breaking) accanto a quella di uncorso di danza scozzese. Stinchi pelosi spun-tano da un kilt. Le lingue del mondo si im-

    mergono e risalgono nel vociare di decine diragazzi di colore e sguardi diversi che si mi-schiano in un gruppo, poi in un altro, qual-cuno sulle code di una donna o di un uomo ap-pena un poco più grande, qualche filo di gri-gio nei capelli, nessuno in tailleur o giacca ecravatta. Crocchi di tre o quattro in posa perun selfie sillabano prima dello scatto «higgsboson» che qui, ha sostituito il «cheese» con-servandone la stessa funzione propedeuticaal sorriso. Il tutto sorvegliato, sotto la cupoladello stabilimento principale del Cern, l’Or-ganizzazione europea per la ricerca nuclea-re, dalla gigantografia del rivelatore Atlasche a prima vista sembra una stazione spa-

    si in musica da Mikis Theodorakis, è stato pa-ragonato a Re Artù per la ieratica somi-glianza con il sovrano della leggenda porta-ta sugli schermi e perché qui come spirito cisi sente un po’ tutti cavalieri della tavola ro-tonda. Mesi fa, allo svizzero Le Temps,Heuer ha detto: «La scienza non è esotica,gran parte della nostra vita ha a che fare conla fisica. I giornali dovrebbero essere più at-tenti alle belle notizie, quelle che ci dannogioia, ravvivano la mente, stimolano il sape-re. Non dovremmo mai dimenticare che sco-prire è un piacere». Nel gennaio 2016 Heuerpasserà il testimone a Fabiola Gianotti.

    >SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE

    ziale, ma in realtà è un colossale microscopiocapace di fotografare la collisione di parti-celle con una potenza di fuoco di quarantamilioni di scatti al secondo e una risoluzionedi cento milioni di pixel.

    Tutto è rotondo al Cern: edifici, piazze, uf-fici, corridoi. Quasi a rappresentare plasti-camente come questo sia un luogo che smus-sa, arrotonda appunto, le antinomie, i con-flitti. Passato e futuro, giovani e vecchi, uo-mini e donne, scienza e fede. Il direttore at-tuale, Rolf Dieter Heuer, tedesco del Sud disessantacinque anni, in carica dal 2009, unoscienziato che ama la danza artistica, le scul-ture di Giacometti e i poemi di Neruda mes-

    La signora

    FabiolaGianotti

    dell’universoL’attualità.NormanFoster:“Un’Avanada salvare”Spettacoli.I segretidei WienerL’incontro.L’oroscopodi Pesatoriper il 2015

    La copertina. Dove è finito il romanzo socialeStraparlando. Romano Montroni, vivere in libreriaLa poesia. Il Dio sconosciuto che Dante non può dire

    Sarà la prima donnaa dirigere il Cern“Facile, basta sognare”

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  • la Repubblica

    DOMENICA 28 DICEMBRE 2014 28LA DOMENICA

    La felicità porta con sé un’aura di bellezza.Che cos’è la bellezza?«Attingo dalla fisica: la bellezza è la simme-

    tria imperfetta. La fisica ha una sua estetica chesi può contemplare nelle leggi della natura finoagli esseri microscopici. Comprenderla è un gio-co intellettuale relativamente semplice. Pensiche le equazioni fondamentali del Modello stan-dard delle particelle elementari si possono scri-vere su una t-shirt.Sono tre righe ap-pena».

    La fisica si muo-ve tra passato efuturo. Sieteesploratori. Ilprossimo obiet-tivo è proprio lasuper simme-tria dell’Univer-so. L’ipotesi che ciascuna delle 17 particelleelementari finora scoperte abbia un partner“supersimmetrico” non ancora osservato.Quando vi rimetterete in viaggio?«In primavera, quando tornerà operativo il

    Large Hadron Collider. Il più grande accelera-tore mai costruito, un tunnel circolare di venti-sette chilometri localizzato a circa cento metridi profondità nella campagna tra la Svizzera e laFrancia. Ha funzionato con successo tra il 2009e il 2013, ci ha portato alla scoperta del Bosonedi Higgs. Per consentirci di affrontare domandemolto importanti sulla materia oscura, che è cir-ca il venti per cento dell’Universo, un’energiapiù elevata potrebbe essere fondamentale. Pas-seremo da otto a tredici tera-elettronvolt, l’u-nità di misura dell’energia delle particelle. UnTeV equivale all’energia di volo di una zanzara,ma il protone è circa mille miliardi di volte più

    piccolo della zanzara».Che cosa succede sotto terra quando l’LHC ei suoi esperimenti sono in operazione?«Due fasci di protoni vengono accelerati at-

    traverso campi elettrici. Campi magneti super-conduttori di altissima tecnologia li intrappola-no nell’anello e li guidano in collisione. I protonisi scontrano in quattro punti del tunnel dove ap-parati sperimentali ci permettono di studiare ilprodotto delle collisioni».

    Come definirebbe filosoficamente la mate-ria oscura?«La misura della nostra ignoranza. Nessuna

    particella elementare fin qui scoperta presentale caratteristiche della materia oscura. Ci serveuna teoria più ricca, come quella della supersimmetria, ma, chissà?, magari la natura ha se-gretamente in serbo un’altra soluzione».

    In campo scientifico ogni risposta produce

  • la Repubblica

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    nuove domande. Almeno per ora. Arriveràun tempo in cui sapremo tutto?«Non credo. La conoscenza è un cammino

    senza fine. Possono privarci del lavoro, dello sti-pendio, della casa ma nessuno può portarci viail nostro cervello».

    Quanto siete vicini al Big Bang?«Siamo lontanissimi. Siamo riusciti a capire

    quello che è successo a partire da un centesimodi miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, cir-ca quattordici miliardi di anni fa. Ma siamo lon-tani dal capire che cosa è successo al tempo delBig Bang».

    Cercate Dio?«No. Non credo che la fisica potrà mai rispon-

    dere alla domanda. Scienza e religione sono di-scipline separate, anche se non antitetiche. Sipuò essere fisici e avere fede oppure no. È me-glio che Dio e la scienza mantengano la giustadistanza».

    Ma avete chiamato il Bosone di Higgs “la par-ticella di Dio”.«Mai uno scienziato ha avuto l’ardire di defi-

    nirla così. Lo dobbiamo all’editore del libro scrit-to dal premio Nobel Leon Lederman. Voleva ri-vestire l’opera con un velo letterario di sicuro ef-fetto. Lederman aveva suggerito un altro titolo,La particella dannata, perché ci aveva fatto di-sperare, l’avevamo cercata per decenni. È sen-za dubbio una particella speciale, ma avvici-narla a Dio è una sciocchezza».

    Rispetto la sua opinione. Ma un suo collega difede anglicana che insegna nanotecnologia aOxford, Andrew Briggs, dice che non è nep-pure il caso di scegliere tra Dio e scienza. Litiene assieme e cita il salmo all’ingresso dellaboratorio Cavendish dell’università diCambridge: «Grandi sono le opere dell’Eter-

    no, ricercate da tutti coloro che si dilettano inesse». Suona come un inno alla vostra pro-fessione. Chi non è aiutato dalla fede può es-serlo da qualche grammo di follia?«Non follia, ma creatività. Forse le due cose

    hanno confini che possono sembrare comuniquando si addentrano nello spazio del sogno. Loscienziato deve essere capace di sognare. Hosempre pensato che il mestiere del fisico si av-vicini a quello dell’artista perché la sua intelli-genza deve andare al di là della realtà che haogni giorno davanti agli occhi. Credo che la mu-sica e la pittura siano le arti più prossime alla fi-sica».

    Nel suo lavoro quanto sono decisive le mani?«Per quanto mi riguarda sono fondamentali.

    Da bambina mi piaceva modellare il pongo, og-gi mi piace costruire rivelatori. Avverto il biso-gno fisico di essere vicino alla sperimentazione.Ho partecipato allo sviluppo dei rilevatori di par-ticelle, per esempio il calorimetro ad argon li-quido di Atlas, un cilindro lungo circa quattrometri e con un raggio interno di oltre uno. Le ma-ni restituiscono al lavoro un aspetto familiaredella ricerca. Nella scienza come in cucina ci vo-gliono regole matematiche e rigore. La termo-dinamica, la fluidodinamica... Ma ci voglionoanche creatività e fantasia. Un soufflé non rie-sce se la temperatura del forno e la durata dellacottura non sono precise, ma seguire una ricet-ta in maniera pedissequa non è per nulla inte-ressante».

    Ogni passo avanti del sapere prima o poi pro-duce progresso. In che modo la ricerca sulleparticelle elementari ha influito e influiràsulla nostra vita?«Guardi, mi limito a un elenco di tre punti. Il

    primo: la realizzazione di un desiderio primario

    dell’umanità, la conoscenza, una delle ragionipiù elevate della nostra specie. Il secondo: l’in-dispensabilità di fare ricerca di base per prose-guire sul cammino del progresso, dell’evoluzio-ne. Senza la meccanica quantistica e la relati-vità non avremmo avuto transistor e gps. Il ter-zo, lo sviluppo di tecnologie di punta che ci mi-gliorano l’esistenza e diventano patrimoniodell’umanità com’è scritto nell’atto fondativodel Cern. Gli acceleratori di particelle sono giàusati in fisica medica per bombardare i tumoricon fasci di protoni o ioni-carbonio. Esistono duecentri in Europa, a Heidelberg e a Pavia. Il Cnaofondato da Ugo Amaldi ha finora curato oltrequattrocento pazienti».

    Un suo collega ha detto: «Anche nel nostromestiere quando il gioco si fa duro i duri co-minciano a giocare. E di solito sono donne».

    Le si attaglia questo aforisma?«Il Cern è un luogo che celebra la diversità. Vi

    lavorano undicimila scienziati di cento nazio-nalità differenti, studenti che operano gomito agomito con premi Nobel. Il genere, l’etnia, l’etàe il passaporto contano poco. Sono qui perché so-no un buon fisico, non perché sono donna».

    Madre palermitana laureata in filologia ro-manza, papà piemontese di Isola d’Asti, geo-logo. Siamo tutti il risultato di un padre e di

    una madre. Cosa le hanno trasmesso i suoi?«Devo loro moltissimo. Con il loro esempio mi

    hanno insegnato l’onestà, il rigore morale e in-tellettuale, la generosità, il sacrificio, l’apertu-ra mentale verso tanti campi e interessi. Ma, so-prattutto, mi hanno dato molto amore».

    Lei non è sposata. È della stessa idea di RitaLevi Montalcini che diceva: «Sono io il mari-to di me stessa»?«Assolutamente no. Da ragazzina avrei volu-

    to avere cinque figli. È semplicemente andatadiversamente».

    La Caverna numero cinque è stata scavata aCessy, villaggio francese a una ventina di chilo-metri dal Cern. Piove sui prati, sui cavalli e levacche al pascolo. L’ascensore scende di centometri in pochi secondi. Sopra c’è una montagnabellissima e famosa che si chiama Jura. È la ca-verna delle meraviglie dove si dibatte la nostraignoranza. Qui si scontreranno tra pochi mesi iprotoni liberati da una bottiglia di idrogeno. De-cine di ragazzi si aggirano tra migliaia di cavi, liconoscono uno a uno. Dice Gigi Rolandi, fisicosperimentale e professore alla Normale di Pisa:«Negli ultimi trent’anni è cambiato tutto. Pri-ma si lavorava a piccoli gruppi, oggi ci sono tre-mila scienziati su ogni singolo progetto. È la Dot-trina delle Formiche». Domando a Fabiola Gia-notti come guiderà un esercito di oltre diecimi-la persone. Mi risponde così: «Non siamo un’a-zienda. Guai a soffocare con il controllo e un’or-ganizzazione pesante l’essenza della ricerca,che si basa sulle idee. Penso a una direzione leg-gera, attraverso il consenso. Se il più giovane de-gli studenti ha l’idea giusta si proverà a fare ciòche il suo intuito ha suggerito. Siamo spinti dal-le idee, non dalle gerarchie».

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    SI PUÒ ESSERE FISICI E CREDENTIPERÒ È MEGLIO CHE SCIENZAE FEDE MANTENGANO LA GIUSTA

    DISTANZA.È UN MESTIERE SIMILEALL’ARTISTA: ANCHE NOI DOBBIAMOANDARE OLTRE LA REALTÀ DAVANTIAGLI OCCHI. E ORA VI SPIEGOA COSA SERVE IL BOSONE DI HIGGS