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1 LA FORMAZIONE ESPERIENZIALE E LA METODOLOGIA OUTDOOR A cura di: dott. Flavio Chikhani dott. Giuseppe Rolli

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LAFORMAZIONEESPERIENZIALEE

LAMETODOLOGIAOUTDOORAcuradi:dott.FlavioChikhanidott.GiuseppeRolli

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INDICE1‐LaFormazioneEsperienziale1.1Metodologiediapprendimentodell’adulto1.2L’aspettopsicologicodell’apprendimentodegliadulti1.3Laresponsabilizzazioneindividualeelafacilitazionenelprocessodiapprendimento1.4Lamotivazioneadapprendere1.5Lavalorizzazionedelleesperienzepersonalieprofessionali1.6Latrasferibilitàdellaformazionealleprestazionilavorative1.7Ilmodelloandragogicoelemetodologieesperienziali2­ElementiCaratteristicidiunInterventoOutdoor2.1MetaphoricExperientialLearning2.2Sceltaecostruzionedellametaforaformativa2.3Lasceltadellalocation2.4Ilgradodistress2.5Lanaturaelasequenzadeicompiti2.6Briefing,PlayingeprocessidiDebriefing2.7Metodologieetecnichedidebriefing3­LametodologiaOutdoor3.1OutdoorSmallTechniques–OST3.2CampiOutdoorPreimpostati–COP3.3OutdoorTraining–OT3.4OutdoorManagementTraining–OMT

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1LaformazioneesperienzialeNella formazione degli adulti, il detto che “s’impara a fare, facendo”, è alla base delleExperiential Learning. Gli interventi di formazione esperienziale, quindi di apprendimentotramite esperienza, consentono di osservare le attitudini, di sviluppare le capacità e diacquisireomodificaregliatteggiamentiindividuali,presisiasingolarmente,siaincontestidigruppo.Fare formazioneesperienzialevuoldire,progettareegestireunambiente fisicoedunospaziomentale in cui le persone possono interagire liberamente e condividere delle esperienzecognitive, emotive e fisiche, direttamente o analogicamente correlate all’apprendimento diconoscenze,capacitàeatteggiamentiutiliperilmiglioramentodelleprestazionilavorative.La formazione esperienziale spinge il discente ad una riflessione critica sui propri assunti,sulle idee, sulle prospettive e sui valori culturali che tradizionalmente influenzano la suavisione del mondo, il suo atteggiamento e quindi, il suo comportamento, aiutandolo ad“apprendere ad apprendere”. Le persone sono stimolate a fronteggiare l’incertezzadell’ambiente esterno mediante la propria creatività, tenacia e perseveranza mantenendosempre la concentrazione sugli obiettivi da perseguire. Il ruolo del formatore, in questocontesto,èquellodelfacilitatorediapprendimento;affiancareildiscentenellaricostruzionedelle esperienze vissute, condividere gli elementi postivi e negativi delle dinamiche delprocessoesperienziale,formalizzare,infine,icomportamentivincentiequellidamigliorare.Laformazioneesperienzialemettealcentrodelprocessodiapprendimentol’esperienzarealedell’individuo, stimolando la riflessione, la validazione e l’interiorizzazione dei modellicognitiviedeicomportamentiefficaci.Nel realizzareattivitàdidattiche rivolteagli adulti, lo strumentoed ilmodelloesperienzialerisultaessereparticolarmenteefficaceinquantoinlineaconquellechesonolenecessitàelepeculiaritàdelsoggettoadultocheapprendemesseinlucedalmodelloandragogico.1.1Metodologiadiapprendimentodell’adultoLeparticolariesigenzedell’adultocheapprende,hannoportatoallosviluppoedallaadozionediunmodellodefinitoandragogico,articolatosualcunevariabili:

• L’aspettopsicologicodell’apprendimentodegliadulti;• Laresponsabilizzazioneindividualeelafacilitazionenelprocessodiapprendimento;• Lemotivazioniadapprendere;• Lavalorizzazionedelleesperienzepersonalieprofessionali;• Latrasferibilitàdellaformazionealleprestazionilavorative.

1.2L’aspettopsicologicodell’apprendimentodegliadultiL’adultoèunapersonaconunaconsolidatastrutturadell’esperienza,dellaconoscenzaedeglischemimentali;ogniprocessodiapprendimentopassaattraversolacondizionedell’errore,egli adulti, caratterizzati da notevole orgoglio individuale, generalmente subiscono questacondizione inmodopersonaleconripercussioninegativesull’autostimaesulla fiducianellepropriepossibilità.È compitodel docente supportare la partecipazionedegli adulti, siamediante l’adozionediunostile facilitativoeavalutativo, cheattraverso lagestionedelle relazioni interpersonaliedel climadell’aula. Ciò che emerge è che l’adultodeve sentirsi psicologicamente al sicuro elibero di pensare e di sbagliare senza il timore di essere ridicolizzato o valutatonegativamente.

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1.3 La responsabilizzazione individuale e la facilitazione nel processo diapprendimentoGli adulti sono essenzialmente persone autonome ed, in quanto tali, dovrebbero essere ingradodiregolare,piùomenoautonomamente,lemodalitàeditempidelloroapprendimento;questoperché, tendenzialmente,dotatidimaggioreautodisciplina rispettoaibambini.Per imotivi appena esposti, l’adulto dovrebbe essere lasciato libero di determinareautonomamente intensità e ritmo dell’apprendimento, ciò è possibile destrutturandol’articolazionedeicontenutiformativi,favorendo,facilitandoedaffiancandoildiscenteadultonell’orientamentoversoilpropriopercorso.Ilcoinvolgimentoattivodeldiscenteadultosiottieneinizialmenteconlapresadicoscienza,dapartedellostesso,delpropriofabbisognoformativo;ciòcheilsoggettodeverazionalizzareèperchéhabisognodisapere.Unprimopassocheilformatore/facilitatorepuòcompiereinquestadirezione,èsomministrareuntestall’aulaincuisonoraccolteleaspettative,leatteseegliobiettividiapprendimento. Ilmassimodellapartecipazioneattivadell’adultoavverrebbese fossemesso in gradodi partecipare alla progettazione ed alla pianificazionedel proprioprocessoformativo;ilcoinvolgimentodeldiscentepotrebbeessererichiestoancheinmeritoalla scelta delle metodologie di erogazione e degli strumenti di valutazione della propriaattivitàdidattica.Èevidentecheleteoriedell’apprendimentodegliadultispostanoilbaricentrodelprocessodiapprendimentodaldocentealdiscente,trasformandoilprimoinun“facilitatorediprocesso”oltrecheovviamente,espertoneicontenutiformativi.1.4LemotivazioniadapprendereL’apprendimentodegliadultisibasasullamotivazionedell’individuonellapartecipazionealprocessoformativoerisiedenell’interesseenelbeneficioindividualechelapersonasiaspettaditrarredalcorso.Fondamentale per il docente è individuare immediatamente, sia le attese che gli adultimanifestano nella partecipazione al corso, sia ciò che è rilevante e significativo rispetto abisogniedesideridiapprendimento;cosìfacendoriesceprontamentearidefinireeriallineareleattesedeipartecipanticongliobiettividellaformazione.1.5LavalorizzazionedelleesperienzepersonalieprofessionaliGli adulti sono persone in possesso di un ricco bagaglio di esperienze e conoscenze,alimentatoneglianni;ildocentedeveessereingradodiriconoscereunsimilebackgroundedisaperlovalorizzareedutilizzareaifinidell’apprendimento.Essendo presente questo importante bagaglio di conoscenze ed esperienze pregresse, lenuoveinformazionisonocostantementerelazionateconleesperienzepassate;ildocenteperfacilitarel’apprendimentodeveprestareattenzioneatempiemodalitàdiquestoprocessodiaffiancamento e integrazione delle conoscenze, aiutando il discente a focalizzare i punti diconnessione,riepilogandocostantemente inuovi“passiconoscitivi”,valorizzando lavalenzaapplicativaerisolutivaneicontestidilavoro.1.6LatrasferibilitàdellaformazionealleprestazionilavorativeGli adulti sono persone pragmatiche, per questo nella progettazione occorre progettare edorientare l’attività didattica ad obiettivi di apprendimento strettamente correlati almiglioramentodellaprestazionelavorativa.

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L’apprendimento degli adulti deve esaltare continuamente la valenza applicativa e latrasferibilità dei contenuti teorici alla pratica professionale. Per soddisfare il bisogno diimmediataapplicazionedelleconoscenzeallaprassireale,ildocentedeve:

• Valorizzaregliaspettiapplicatividellenuoveconoscenze,mettendoleinrelazionealleesperienzedeidiscenti;

• Affiancareildiscentenellarealizzazionediunpianodiazionerelativoall’applicazioneinaziendadelleconoscenzeacquisite;

• Condividereiprogettipersonalidisviluppoattraversolavoridigruppo;Al termine del corso, supportare il discente nell’applicazione delle conoscenze acquisiteattraversoprogrammiditutorship,coaching,follow­up.Iltrasferimentodell’apprendimentoalcontestolavorativoe/opersonale,èilprimosuccessodell’attivitàformativa.1.7IlmodelloandragogicoelemetodologieesperienzialiIl modello andragogico, dunque, pone al centro del processo di apprendimento dell’adultol’esperienza, non solo il recupero di quella passata,ma anche la realizzazione di nuove. LaprospettivadiM.Knowlesevidenziacomel’apprendimentodegliadultirichiedaunapprocciometodologico orientato a massimizzare il coinvolgimento dell’individuo nell’esperienzaformativa. Il discente apprende meglio se stimolato in tutte le dimensioni in cui puòesprimerelapropriasoggettività:intellettuale,emotivaefisica.Apprendere “da” e “attraverso” l’esperienza vuol dire ancorare a vissuti psico/emotivil’acquisizione di nuova conoscenza, mediante un’attività di riflessione critica. In terminimetodologici, si pone grande enfasi sulle modalità attive, sul bilanciamento tra le logicheinduttiveededuttivedelprocessodiapprendimento.Lavoraconleesperienzepertantorichiededialternare:

• Momenti “induttivi”, di riflessione e valutazione delle esperienze e delle realtàaziendali, alla ricerca di principi di elaborazione, d’ipotesi interpretative e diconcettualizzazionedell’esperienza;

• Momenti“deduttivi”,diutilizzodellelogicheedelleregoletrovate,perinterpretareleesperienzepassateepersperimentareepianificarecomportamentifuturi;innescandocosìilpassaggiodallateoriaallapratica.

Illavorosulleesperienzeaiutaasvilupparealcunecompetenzetrasversalidiosservazionediascolto,dianalisi,dipensierocritico,dipianificazioneedimplementazionedell’azione;tuttecapacitàdiffusamenterichiestenell’attualecontestomanageriale.In sostanza, nella formazione manageriale, non bisogna tanto lavorare sulla modellazionededuttiva del comportamento individuale, quanto sulla riproduzione analogica dellacomplessità degli ambienti aziendali, con attività di formazione che rispecchino lecaratteristichedellavoroelecompetenzeadessoassociate;iltuttoconapproccioinduttivo.2ElementiCaratteristicidiunInterventoOutdoorPrimadiillustrarealcunedelletecnicheconcuièpossibilerealizzareinterventidiformazioneesperienzialeoutdoor,èopportunounchiarimentoprettamentelinguistico.Perattivitàoutdoors’intendonotuttequegliinterventidiformazionecheapplicanomodellidiapprendimentoesperienzialeechesonorealizzatifuoridall’aula,all’ariaaperta.

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Questo capitolo indaga quelli che possono essere definiti gli elementi imprescindibili di unefficace intervento di formazione esperienziale outdoor. L’elemento che coinvolge tutta laprogettazionedell’esperienzaèlametaforautilizzata.Daciòderivalasceltadellalocation,dellivellodistressdaconferireallesingoleattivitàelanaturaesequenzadeicompiti.Successivamentepotrannoessereillustratelemetodologierelativealbriefing,alplayingadaldebriefing.2.1MetaphoricExperientialLearningLametafora è una figura linguistica retorica per la quale si attribuisce ad un vocabolo unsignificatodiversodaquelloper cui è convenzionalmente inteso, inbaseadun rapportodisimilitudine.La metafora lavora sulle analogie, sulla sovrapposizione tra la fonte di comparazione el’oggettoanalogo, tenendopresenteperòcheun’attività immaginativaèefficacese i terminicomparatinonsianototalmenteviciniodistantinelsignificatofigurato.L’utilizzo dellametafora nei processi formativi è un potente strumento di strutturazione epotenziamento dell’apprendimento, in quanto, riconosce e valorizza il funzionamento delcervello che costruisce continuamente connessioni e associazioni, percependo e ricordandomeglioeventinuoviedinusuali.L’apprendimentopermetaforapuòrealizzarsi,siatrovandoneesostenendoneunaingradodicontenereeveicolarealmeglioicontenutidellaformazione,siafacendovivereun’esperienzareale in un contesto simbolico che riproduca le stesse dinamiche comportamentalidell’ambientelavorativo.Nellemetaforeesperienziali,illavoroanalogicosibasasulrapportodi somiglianza tra gli elementi costitutivi degli oggetti della comparazione e sulla capacitàintuitiva ed immaginativa dei soggetti coinvolti, di interpretare il suddetto rapporto. Lasovrapposizioneparzialetraidueambiti,quellometaforicoequelloreale,organizzativo,èingrado di produrre e stimolare significati ed emozioni figurate fortemente impresse nellamentedegliindividui.Infatti,l’apprendimentoveicolatodall’attivitàmetaforicaèingradodi:

• Rinforzare il ragionamento analogico dei partecipanti, avvicinando contestiapparentementedistintiestimolandonuovimodidipensare;

• Creareunsignificatocontestualeesocialedell’identitàdelgruppo;• Stimolareinterminicognitivilacreativitàel’immaginazionesociale;• Facilitare il cambiamento cognitivo, orientando e guidando il comportamento

organizzativonellefasiditransizioneedisviluppo;• Raccogliere,elaborare,rinforzare,spiegareediffonderelaconoscenzaesistente.

Perquantoriguardagli interventidi formazioneesperienzialecheutilizzano lametodologiadell’outdoorechesonoprogettati,quindi,interminimetaforici,siindividuacomeobiettivodiapprendimento, principalmente, lo sviluppo degli individui e dei gruppi. Le metaforeesperienzialistimolano:

• Lasocializzazioneedilmiglioramentodelclimaaziendale;• Losviluppodellafiducia,siaallivellointrafunzionale,cheinterfunzionale;• Laconsapevolezzadiséedilcambiamentocomportamentale;• Lacollaborazioneelecomunicazioniinterpersonali;• Lecapacitàdiactionplanning,goalsetting,problemsolvingedecisionmaking;• Lacreazione,lagestioneelosviluppodeigruppidilavoro;• Glistilidileadershipnelleorganizzazioni;• Lagestionedell’incertezzaedelcambiamento;• Lagestionedellostress;• Losviluppodellacreativitàedell’innovazione;

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• Lapropensionelacapacitàdiassunzionedelrischio.Le potenzialità formative del sistema appena esposto sono un risultato comunementeraggiuntodalle attività incentrate sulmetaphoric experiential learning in quanto le personesonocalate inuncontestonuovo,concompitioriginaliecompetenzeinusualidamettere incampo. Essendo attività incentrate su diverse dimensioni (fisica, psicologica, intellettuale,sociale, ecc.), gli interventi esperienziali producono stimoli diversi e complementari sulleintelligenze multiple degli individui, creando le miglior condizioni per l’apprendimentoindividuale, ognuno in funzione del proprio stile. La formazione esperienziale metaforicasupportal’apprendimentointutteetreledimensioniincuiètradizionalmentedisaggregato,ossia,cognitivo,affettivoepsicologico.Leattivitàconsentonolosviluppodellecapacitàcognitive,inquanto,esercitanoleoperazionidiconoscenzaecomprensionedelcompitodasvolgere,facilitandoleattivitàdianalisi,sintesi,valutazione ed autovalutazione del lavoro svolto e del processo realizzato. In terminicognitivi, le attività esperienziali sviluppano prevalentemente la conoscenza procedurale etacitasullemodalità,opportunitàecircostanzediutilizzodellecapacitàpossedute.Dal punto di vista affettivo, l’apprendimento sollecitato riguarda la consapevolezza delleproprie emozioni e delle dinamiche psicologiche delle attività svolte; la capacità didiscriminarelediversepossibilicause.Nelle esperienze metaforiche, viene evocata un’ampia serie di emozioni: paura o ansia diaffrontareunasfida,uncompitopercepitocomerischiosoopericoloso;frustrazioneorabbiadinonessereascoltatidalgruppoodinonpoterchiedereautonomiadecisionale;entusiasmoo soddisfazione per il raggiungimento degli obiettivi. Nella progettazione delle attivitàesperienziali occorre tener presente che la vulnerabilità e l’intensità emotiva, sonodirettamente correlate al livello di stress, per cui è necessario contenerle per evitaredemotivazione e non partecipazione alle attività. Da un altro punto di vista, non bisognodimenticare che, la dimensione emotiva aiuta a mantenere alta l’attenzione ed a farpermanerel’apprendimentonellungotermine.Diseguitosono illustrati imomentichecaratterizzano laprogettazionee larealizzazionediuninterventoesperienzialemetaforico:

• Lasceltaelacostruzionedellametafora;• Lasceltadellalocation;• Ilgradodistress;• Lanaturaelasequenzadeicompiti.

2.2SceltaecostruzionedellametaforaformativaNellasceltaenellacostruzionedellametaforaesperienzialeoccorreprogettareun’iniziativaingradodiriprodurrelenecessarieanalogieconl’ambientelavorativo,conleregole,lostiledileadership,l’atmosfera,ilclimaelaculturaaziendale.Perpoter farciòènecessariopredisporreedeffettuareun’accurataanalisidei fabbisognidiapprendimento;lametaforaha,infatti,ilcompitodicostruireconnessionieassociazionitraleattivitàesperenzialiegliobiettividiapprendimento.Percreareunametaforaformativaoccorrefocalizzarsisuicontenutidell’iniziativadidattica.Ilprogettista può, inizialmente, individuare una serie di diverse metafore sulle quali siapossibile sviluppare il contenuto, globale o parziale, dell’intervento formativo.Successivamentedecideràqualemetaforaimplementareequaleescludere.Sviluppata l’ideametaforica,occorredisaggregareanchequestaneisuoielementicostitutiviper confrontarli con quelli degli obiettivi formativi che si vogliono perseguire; questo

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accostamento ha lo scopo di creare, individuare e rafforzare eventuali associazioni,similitudiniconnessionidautilizzareinterminiesperienziali.Per meglio intendere quali siano i passaggi concreti che il progettista di formazione devepercorrere al fine di creare la metafora adatta alla specifica problematica, è opportunointrodurreilcasodiunaipoteticaaziendaY.Ciòsucuil’aziendaYdeveinterveniresonoquattroelementi:ilcambiamento, ladiversità,l’antagonismo e lascarsa comunicazione interfunzionale. Sintetizzati questi parametri, siaffrontaun“brainstormingmetaforico”conilseguenterisultato:

1. Cambiamento: passaggio, percorso, trasformazione, modificazione, sviluppo,elaborazione,mutazione,pauradell’ignoto,…

2. Diversità: sesso, sociale, aziendale, identità e storia aziendale, modi di dire, dilavorare,dicomunicaregergotecnico,diversitàdipotere,diredditodistatus,…

3. Antagonismo: non collaborazione, competizione, avversità, inimicizia, noncomunicazione,antipatia,critichedistruttive,lottedipotere…

4. Scarsa comunicazione: disinteresse, deresponsabilizzazione, ostruzionismo,opportunismo,diversità,adverseselection.

Obiettiviipoteticidelprocessodisviluppo:miglioramentodelclimaedellacomunicazione.La metafora che deve essere creata ha lo scopo quindi di far apprendere e percepire ilprocessodicambiamentoeintegrazionesenzafarrinnegareilpassatoeleidentitàpregresse.Dal brain storming supponiamo derivi lo spunto per sintetizzare un insieme di parole econcetti rappresentativi della metafora che si deve creare: diversità, percorso, pauradell’ignoto,identità,storia,collaborazione.Conquesteparoleinmentesitentadiprogettareuninterventocheuniscametaforicamentelavalorizzazionedell’identità edelladiversità con lanecessitàdellacollaborazione. Inoltre,l’intervento,dovrebbeessereingradodifarvivereunpercorso,cheprocedessedallestorie,dalleesperienzeaziendali,attraversolapauradell’ignotoedarrivasseadunapprodosicuro.Formalizzato il contenutometaforico del processo esperenziale, attraverso la tecnica delleassociazionilibere,siprocedeperassociareleparolechiavesopraindividuateadaltrettanteidee;ilrisultatopotrebbeessereilseguente:DIVERSITA’: “… ogni azienda parte da una storia diversa per arrivare la gruppo aziendale;bagaglio culturale, identità storia; nella cultura fluiscono le storie; simboli, miti e valoriproduconocultura…”.PERCORSO“…èuncammino,fattoinsieme,conqualcunoodasoli;unpercorsoconduceadunameta;unpercorsoèlastradadiunprogetto;passodopopasso;strada,sentiero…”.PAURADELL’IGNOTO“… ignotoèciòchenonsiconosce,chenonsicapisce,chesfuggedainostrisenti;qualcosa incui isensisono limitatiapercepireacomprendere;qualcosachetiavvolgecomeilbuio,l’oscurità…”.IDENTITA’,DIVERSITA’ E COLLABORAZIONE: “… sebbenediversi, si può collaborare,ma ladiversitànonaiutalacollaborazione.L’identitàproducediversità;lacollaborazionevuoldirelavorareconqualcuno,maèpossibilelavorareconqualcunoconcuinonsihaquasinullaincomune?Cosapuòunireduediversità?”Le libereassociazionicosì create, costituiscono labasesullaquale iniziareasviluppareunaseriedimetaforedaporreatemadell’intervento.Ovviamentetutte lepropostemetaforichedovevanorisultareanaloghealleideechiaveedalledisgregazioniproposte.

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Laprimametaforapropostaèquelladel“fiume”.Ilconcettodelfiumerichiamaqualcosacheproviene da lontano, che trova arricchimento dal suo percorso, nutrendosi di notevoliaffluenti, di tante acque provenienti da posti diversi, da terre diverse, mantiene una suaidentitàesitrasformainmare.Un seconda proposta è il “puzzle”. Il puzzle è composto da tanti pezzi, ognuno diverso performa e colore, ma ognuno necessario per completare il tutto. Il tutto non è niente anchesenzasolounodeglielementi;ognipezzohaunpostogiustodoveesserecollocato”.Il“patchwork”,uncompostoditantipezzi,diversiebendistinguibili,dinaturacoloreeformadiversa.Asecondadelgustodichilocompone,diventaun’unicaopera.Un’altra metafora è la “casa”, questo perché per costruirla è necessario un progetto, dellefondamenta, del lavoro, dei collaudi. L’integrazione pianificata di tutti i contributi serve aderigerelacostruzione.L’ultimapropostametaforicaè“l’arcobaleno”, inquanto,compostodatantestriscecolorate,diverse,machecamminanonellastessadirezione,conuninizioedunafine.Indicaunpuntodiarrivo.Dal punto di vista formativo, strutturare un’unica attività che comprende tutte lemetaforeproposte, renderebbemolto complesse le fasididebriefing.Perquestomotivosipreferiscecostituireunprogettoformatodatantepiccoleattività,integrandopiùmetafore,ognunadellequalipotrebbeinterveniresudiunospecificoaspettorelativoagliobiettivi.Ed è in base alle motivazioni metodologiche appena esposte che, in relazione al casodell’ipotetica azienda Y, si potrebbe decidere di utilizzare la metafora dell’orienteering incampagna per poter lavorare sul concetto di strada, di percorso di orientamento, di nuovosentierodatrovareall’internodelcontestochecambia.Proprio perché il concetto di cambiamento è fondamentale in questo caso reale, potrebbeessereefficace,farintraprendereilpercorsodinotte,inquanto,ilbuiosimboleggialapauradell’ignoto.Igruppipartecipantiall’orienteeringavrebberotuttipuntidipartenzadiversi,questoserveavalorizzarelastoriadiogniaziendaprimadellapartenza.Sipotrebbeinoltreproporredifarportarenellozaino,deglioggettirappresentantilapropriaidentitàorganizzativa.Quest’ultimopuntoha sia lo scopodi far vivere il pesodella storiapassatanel processodicambiamento, processo che nell’outdoor è rappresentato dalla camminata notturna, sial’intento di far rielaborare al termine dell’intervento, una analisi dei valori delle personemedianteunarappresentazione,unacomposizione,nellospecificoilpatchwork,cheuniscelediversità(i.e.glioggettiportatinellozaino),inun’operacomune.Perrinforzareerichiamarecontinuamenteleideologieallabasedell’intervento,sipotrebberofarintersecarepiùvoltecompitiegruppi,alloscopodimettereinattounrimescolamentodeigruppi nelle diverse attività rendendo così necessaria, ai fini dei giochi, l’aggregazione el’integrazionedellediverseprospettive.Al terminedell’intervento si potrebbe far scrivere emettere in scena, con l’ausiliodi attoriprofessionisti, la storiadell’azienda,dell’avventura formativa, edegli avvenimenti goliardiciavvenuti durante i tre giorni di formazione. L’attività è volta al rafforzamento ed alconsolidamentodelleesperienzeeffettuateedellalorovalenzatrasformativa.Ilprogettononsiconcludeconilrientroinsededeipartecipanti,maunmesedopol’outdoorsiprevedeuna sessionedi followup arricchitaoltre chedalla raccoltadei feedback,daunalezione frontale sulla comunicazione interpersonali e sulle relazioni interfunzionali; lasessioneprevedeovviamentelerestituzionedeifeedbackallacommittenza.2.3LasceltadellalocationNella scelta della location occorre distinguere quelle metafore che richiedononecessariamente un’ambientazione outdoor perché basate su attività sportive (rafting,

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canoing, orienteering, ecc.), o su giochi all’aperto (caccia al tesoro o soft air), da quelle chepossono essere svolte anche in un ambiente interno sufficientemente spazioso. Appareevidentechelasceltadiunaspecificametaforavincolalasceltadellalocation;èunaperditaditempo progettare un’attività centrata su una metafora che necessariamente richiede unalocationesternaquandosièconsapevolidinonpoterlaindividuareinbrevetempooquandoladistanza,adesempio,larendenonidoneaaivincolidibudgetdisponibili.Alloscopodiorientareladecisionesullatipologiadiinterventoedilocation,siprendonoinconsiderazionevantaggiesvantaggidell’outdoorexperientialtrainingedell’indooradventuretraining.Lasceltadiunsitoesterno,fuoridallemuradell’aula,presentaalcunisvantaggi:

• L’incontrollabilitàdelclima;• Lapossibilediscriminazionenell’attivitàamaggiorrichiestafisica,dellepersonemeno

allenate;• Ilmaggiorrischiodidannofisico;• Il rischio di spiazzamento delle finalità formative, dovuto al prevaricare della

dimensionediavventura.Percontro,lesuddetteattivitàesterne:

• Promuovonolacreazionedimemoriepermanenti,promuovendol’apprendimentoedilrichiamosuccessivodelleesperienze.

• Valorizzano la dimensione reale dell’apprendimento, attribuendo un sostanzialeelementodinovitàall’attivitàformativa.

• Se l’ambientazione avviene in mezzo alla natura, producono benefici psicologici espiritualicontribuendoalraggiungimentodegliobiettiviformativi.

GlistudidiThomashowsottolineanoche,confrontarsiconl’ambientenaturaleaiutaadaveredei punti fermi in un mondo in continuo cambiamento, calmando così molte ansie emeccanismididifesa.Un’esperienzaacontattostrettoconlanaturaèingradodiindurreunforte senso di spiritualità che, sostituendo il contatto con la divinità, calma le pauredell’impermanenzadelgenereumano.Lamaestosità,l’immensitàdiunospettacolonaturale,ricorda all’uomo la sua intrinseca debolezza e vulnerabilità, risveglia un senso di umiltà,ridimensionandomanie,ambizioni,setedifamaefortuna.Lefrustrazioniedifallimentidellavitaquotidiana sembrano inquestomodo,meno importanti; tutto ciòpredisponemeglio lepersone alle attività esperienziali permettendogli di aprirsi alla socializzazione edalla’apprendimento.Inquestiterminisembrachelametodologiaoutdoorsial’unicasoluzioneaccettabileperundeterminato tipo di contenuti formativi anche se la configurazione indoor, non comportanecessariamentelaperditadellacomponente“avventura”,elementoprivilegiatodell’outdoorexperientiallearning.Gli interventi di indoor adventure training consentono una progettazione ed uno strettocontrollo dei livelli di stress e della percezione del rischio psicologico; inoltre vi è unabbattimentodelrischioderivantedallecondizioniclimaticheedallepossibilidiscriminazionifisichedeisingolipartecipanti.Ciòchel’indoormantieneincomuneconlatipologiaoutdoorèlanovitàdelcontesto incuiavviene la formazione, lesfide individualiedigruppoacuisièsottoposti,lapartecipazioneattivaall’attivitàdisviluppoedallarisoluzionedeiproblemi.2.4IlgradodistressNellaprogettazionedelleattivitàesperenzialioccorrevalutareilgradodistresscheidiversiinterventi potrebbero arrecare ai partecipanti. Un giusto livello di stress produce stimoli

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appropriati, fattori che facilitano l’apprendimento ed un adeguato reclutamento nellapartecipazionedellepersone;sitrattainquest’accezionepositivadieustress.Lemetaforeesperienzialidevonoaiutareadusciredallaroutine,dallamonotonia formativasenza suscitarepaurao livelli elevati di ansia. Lepaurepiù frequenti duranteun eventodiformazione, sono relative alla perdita di immagine di fronte al gruppo a causa di eventualifallimenti nello svolgimento del compito; contestualmente potrebbe insorgere la paura diperdere il controllodavantiaipropri colleghie rivelare troppecosedi sé. Inquestocasosiverificherebbeundistress,ossiaunostressnegativocheandrebbeadestabilizzareilprocessodiapprendimento.Le metafore devono servire per creare un’esperienza piacevole ed accattivante, nonminacciosaoimposta.L’adultoapprendeveramentesoloquandolecosechepercepiscesonovistecomeunmiglioramentoounrafforzamentodellastrutturadisé.Qualorasubentrasseilrischiodiunaminaccia, lastrutturapsicologicasi irrigidirebbe,attivandodeimeccanismididifesacheminerebberol’apprendimento.Nonostanteilrischiodicreareattivitàeccessivamentestressanti,unminimolivellodiansiaènecessarioperanimare,risvegliareilsensodisfidaedisuperamentodell’ostacolo,uneventoproblematico,manoninsormontabile.Quandosiprogettauninterventoesperienziale,chesiaindoorooutdoor,nonbisognaesporrei partecipanti a rischi reali, ne fisici, ne tantomeno psicologici. Questo perché non èassolutamenteammissibileinuncontestoformativo,perdeiprogettisti,prendersilalibertàdiesporrelepersonearischi,inoltre,nontutteepersonehannoleconoscenzeelecapacitàperaffrontaredeterminateattivitàfisichecherichiederebberounperiododipretraining.Ciòcherendelagestionedelrischiounelementoparticolarmentecriticoinfaseprogettuale,èdecideresesiafunzionale,omeno,all’apprendimentoindurrelapercezionediunrischiorealeocomunicarneonestamentel’assenza.Generalmente, la prassi che si assume in fase di progettazione della metafora è quella digenerare un rischio immaginario, percepito, che riesca a sfidare le paure e le ansie, senzainvadeesuscitareresistenze.Ciòchelametaforedevefare,èemozionare,senzastravolgereedestabilizzare le persone, deve catturare l’attenzione e a concentrazionedurante l’eserciziofisicosenzafartemérelesioniodanniallapropriapersona.Perminimizzare e presidiaremeglio i rischi formativi è necessario prestare attenzione adalcunelineeguidadiprogettazionedegliinterventiesperienziali:

• Definire un livello di esperienzaminima o qualifica tecnica richiesta ai trainer od aifacilitatori;

• Stabilire la dimensione,minima emassima, dei sottogruppi di partecipanti, per nontrovarsinellasituazionedidovergestireunnumeroelevatodipersone;

• Stabilire se è richiesta un’esperienza pregressa specifica ai partecipanti, altrimentiformarliconunpretraining;

• Definireglistandarddisicurezzadelleattrezzature;• Ottenere l’approvazione specifica, da parte della committenza, per eventuali attività

conrischiopercepito.2.5LanaturaelasequenzadeicompitiIn molti casi, è importante per il raggiungimento degli obiettivi formativi che ci sia unelementodinovitàrelativoaicompitiedalcontestoambientale.Lanovitàattrae lapercezione, l’attenzionee la concentrazione individuale, sconvolgendo laripetitivitàdellastrutturamentaledellepersoneindicendolealpensiero laterale.Analizzarele attività ed i processi aziendali, quando si affronta progettualmente questo tema, èfondamentale per trarre importanti spunti di riflessione per meglio definire la propostaformativa.

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Per quanto riguarda la natura delle attività, ad esempio, proporre in forma metaforicaun’attivitàfamiliareinunambientenoto,puòcomportareilrischiodiriprodurreledinamichee gli atteggiamenti esistenti, contribuendo al loro consolidamento. Diversamente, invece,proponendounasituazionenuova,conattivitàapparentementedissimiliemetaforicamenteallineate alla cultura ed ai processi aziendali, consente una sfida più efficace allamentalitàesistente.L’elementodinovitàdeveavereanchealtrecaratteristicheperessereefficace;ladimensionedell’avventura, adesempio, esprimeunulteriore criteriodiprogettazione.Questoelementoportaconseilgiustogradodistress,diingaggioemotivoediansiadaprestazionechefacilitaerinforzailprocessodiapprendimento.Un altro elemento di progettazione delle attività riguarda il loro grado di complessità, ladifficoltàdisvolgimento.Richiamandoilconcettodell’isomorfismodelleattivitàformativeaicontestiaziendali,lacomplessitàdelcompitodeveessereprogettataperrifletterelestrutturemanageriali e le modalità di comunicazione che contraddistinguono l’organizzazione.Fondamentaleècreareunbilanciamentotralecapacitàpossedutedaidiscentieladifficoltàdelletaskpresentatedallametaforaesperienziale.Questoèunbilanciamentochedeveesseretrovatonecessariamentedalprogettistadiformazione,inquanto,leattivitàtroppocomplesseoperlequalinonsiposseggonolecompetenzenecessarie,risultanoesseresolodemotivantienonpromuovonolosviluppopersonale.Ai gradi di complessità delle attività si vincola anche la sequenza delle stesso; all’iniziodell’esperienzasaranno, infatti,proposticompitipiùsempliciperpoiarrivareaproblemidimaggiorcomplessitàconilprogrediredell’interventoformativo.Poiché l’apprendimentoavvienecon lapratica, rivedendoglierroricommessi,è importanteche la sequenza delle attività progettate, oltre ad avere complessità crescente, lavori arinforzodellecapacitàchesivoglionostimolareedallenare.A questo punto dell’analisi e dello studio delle attività metaforiche, è possibile introdurreulterioridimensioniclassificatorie.Èpossibile,infatti,distinguereicompitiinvirtùdelgradodi“strutturazione”concuivengonopresentati.Laformazioneesperienzialeèparticolarmenteefficace per problemi poco strutturati, aperti amolteplici soluzioni emetodi risolutivi, conrestituzionediunfeedbackapprofondito.La destrutturazione di un problema riproduce metaforicamente la non familiarità delcompito,unasituazionediincertezzaambientaleelanecessitàdiunaefficacecomunicazionedigruppoperpoterlorisolvere.Laprogettazionediinterventiaperti,consentediosservareeraggiungereunamolteplicitàdiobiettividiapprendimento.Nelmomentoincuiiformatoriedi trainercogliessero,nell’evolversidell’esperienzaoutdoor,unoopiùspuntiper rilanciareundibattitovoltoadindagareaspetticomportamentalinonprevistiinfaseprogettuale,hannola possibilità di indirizzare, durante i briefing intermedi e nel debriefing finale, larielaborazioneversociòchelaplateadeidiscentisentecomeunargomentorilevante.Un maggior approfondimento all’argomento è offerto dall’accostamento del grado didestrutturazionedelcompitocon ilgradodi intensitàdel feedback;questosistemaoffreunimportantespuntodiriflessionesullepotenzialitàdegliinterventiesperienziali.Un interventoesperienzialeconcompitidestrutturatie feedbackabassa intensitàrischiadinon avere nessuna valenza formativa, un intervento di questo tipo ha un approccioprincipalmenteludicoerestasolouncontestopersocializzare.La progettazione di attività con compiti strutturati, con un numero di soluzioni limitato,focalizzatisualcunecompetenzespecifiche,harisvoltidifferentiinfunzionedell’intensitàdelfeedback.

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2.6Briefing,PlayingeProcessidiDebriefingOgni intervento esperienziale che utilizza la metodologia metaforica richiede una attentaprogettazionedellefasidibriefing, ilmomentocheprecedel’intervento, ilplaying,ossia losvolgimentodeicompitiedinfineildebriefing,ossialarielaborazionefinale.Briefing: è il momento in cui le persone sono istruite e preparate allo svolgimentodell’attività.Coerentementeconquantoteorizzatodalmodelloandragogico, ilbriefingservead inquadrare ed a spiegare il senso delle attività rispetto agli obiettivi di apprendimento.Durantequestoincontrosonocomunicatigliobiettividelleattività,leregoledelgiocoedellasicurezzaeleeventualiinformazionidaconoscereprimadiintraprenderegliesercizi.Ilruolodelformatore,inquestomomento,èquellodifornireleistruzionidell’attività,renderlachiaraefruibiledatuttiipartecipanti.Durante il briefing possono essere anche attivati dei piccoli esercizi (small techniques), perfacilitare la socializzazione ed iniziare a preparare i discenti a quello che sarà il tipo di“linguaggio”utilizzatodallaformazioneesperienzialemetaforica.Playing: immersi nell’ambiente che è stato creato epreparatoper la formazione, i discentipartecipano, realizzano e vivono l’esperienza. In questa fase il ruolo del trainer o delformatore è quello del facilitatore che, supportato eventualmente da uno psicologo, assisteallo svolgimento dell’intervento. Il trainer deve raccogliere osservazioni dirette sulledinamiche interpersonali, sugli atteggiamenti e sui ruoli emergenti nel gruppo. La raccoltadelleosservazionipuòavveniretramiteappositegrigliedianalisisviluppatedaiformatoriotramitevideoripreseofotografie.Lacorrettarilevazionedelleosservazionicostituiràlabasesullaqualeincentrareildebriefingfinale.Il ruolo del trainer in questa fase è anche quello di supervisore delle sicurezza durante leattività; ha ovviamente anche il potere e la responsabilità di intervenire di persona edinterromperel’esercitazioneincasodirischigraviopericoliperipartecipanti.Debriefing: è il momento in cui si ripercorre il processo per evidenziare le dinamicheinterpersonali, i momenti critici, gli errori e le inefficienze nel coordinamento dei diversioperatori;tuttoperrielaborareleazioniinpuntidiapprendimento,opportunitàdisviluppopersonaleedigruppo.Il questa fase il ruolo del trainer è quello del facilitatore che supporta i discenti al fine dipermettergli di riflettere sull’esperienza, sollecitare il confronto delle sensazioni e delleopinioni,dirigereecondurreallaconclusioneglieventualiconflitti.Iltrainerdevecondurreladiscussione in modo da far emergere ai discenti ciò che è stato osservato durante leesercitazioni. Facendo riferimento alle osservazioni dirette raccolte durante il playing, iltrainerdeverestituireilfeedbacksulleosservazioni,facendoloemergereinmodomaieutico;sono idiscenti cheesprimonoun feedbacksu lorostessi, il trainer liaccompagna inquestoprocessodiestrazione.Lo stile dell’osservazione e del debriefing dovrebbe essere neutro, avalutativo, orientatoall’ascoltoedalrispecchiamentodelledinamicheosservate.Èopportunodedicareunapprofondimentoaquellechesono le tecnichee ledinamichechesubentranoduranteunasessionedidebriefingalterminediuninterventoesperienziale.2.7MetodologieetecnichedidebriefingIl debriefing è il momento qualificante e sostanziale di ogni intervento esperienzialemetaforico;comelealtrefasi,dovrebbeesserebenprogettatoegestito.Èinquestomomentocheilmessaggio,laparabolametaforica,trovariscontroesplicitoconlarealtàprofessionaleepersonaledeidiscentichehannopresoparteall’intervento.

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Nonesisteuna letteratura consolidata sullemetodologiedaapplicareodallequali ispirarsiper progettare e condurre un incontro di debriefing. Si impara a condurli osservando ecollaborando al fianco di formatori esperiti. Tuttavia l’improvvisazione, anche in questocontesto, non è sempre una soluzione da poter vagliare troppo alla leggera, in quanto, unapproccio troppo empirico lascia spazio ad improvvisazioni di ruolo non funzionaliall’apprendimento.Per i motivi appena esposti, bisogna far riferimento ad alcuni criteri di buon senso chepartonodallefinalitàpercuisonocomparsigliincontrididebriefing.Leprimeesperienzesi fannorisalireaqueimomenti,al terminedellecampagnemilitari, incuiipartecipantieranoconvocatiinunariunionealterminedellamissioneperdescrivereedar conto delle attività, con lo scopo di valutare le responsabilità di ognuno e di stabilirenuovestrategieperilfuturo.Lefinalitàdeldebriefingsipossonocosìriassumere:

• Raccogliereetrasmettereinformazioni;• Verificarelemetodologieusateduranteleattività;• Processareedeliminareleconseguenzenegativedelledinamicheinterpersonali;• Restituireilfeedbackaipartecipanti;• Indurreipartecipantiasperimentarelemetodologieapprese.

Il debriefing deve essere progettato tenendo presente il format, le formulazione delledomandeedallocandoilgiustotempoalleinterazioniconipartecipanti.Relativamentealformatdeldebriefingsipuòdecideredi:

• Discutere le situazioni lavorative in cui è possibile applicare ciò che si è appreso.Durante la rielaborazione dovranno emergere limiti e agevolazioni che si prevedesarannoincontratinell’ambienterealeorganizzativo;

• Discutere in modo collaborativo, neutrale ed avalutativo sulla base delle domandepostedalfacilitatore;

• Elaborare e discutere gli approcci alternativi allo svolgimento delle attività,valutandonevantaggiesvantaggi;

• Scrivere in un giornale o in un diario collettivo le esperienze vissute, le teorie diriferimentoeleapplicazioniaziendali;

Perquantoriguardalagiustaformulazioneesuccessionedelledomande,occorreinnanzituttoconoscere le caratteristiche delle attività; la sequenza delle domande dipende molto dallatipologiadimetaforautilizzata.In secondo luogo, le domande possono essere orientate e collegate ai quattro stadidell’apprendimento teorizzati e sintetizzati daKolb; ad ogni stadio sarà possibile associarediversetipologiedidomande.Nellafasedell’esperienzaconcreta,ledomandesarannovolteadindagareedafardescriverel’esperienzavissuta,nella fasedell’osservazione riflessiva, ledomande, invece, indagherannol’osservazione dei comportamenti altrui da parte dei singoli discenti, l’osservazione delledinamichediazione/reazioneedilconfrontoavalutativodelleriflessione.Nellaterzafasedelmodello di Kolb, la concettualizzazione astratta, il formatore/facilitatore orienterà ladiscussione al fine di permettere ai discenti di sviluppare ed astrarre dall’esperienza, unsistema di regole generalizzabili ed applicabili alle situazioni lavorative. Nell’ultima fase, lasperimentazione attiva, il facilitatore segue i discenti nel mettere in pratica i contenutidell’apprendimentonelleesercitazionisuccessive.La variabile tempo, per quanto riguarda i debriefing, nonpuò essereprevista e gestita coneccessiva rigidità da parte dei progettisti. La pratica e l’esperienza dei formatori aiuta aprevedere un tempo adeguato alle necessità delle singole esperienze; ciò che deve essere

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tenutodacontoquandosidefinisceiltempodadestinareallarielaborazioneèsicuramentelacomplessità dell’esercizio, l’intensità dell’attività, la risposta ed il coinvolgimento deipartecipantiedinfineiltipoedilformatdidebriefingscelto.Illustratiglielementichecaratterizzanoildebriefing,èopportunoindividuarequeicriteridifacilitazionecherendonoefficaceevalidoilprocessodirielaborazione.Inprimoluogo,dovrebberoemergeredalladiscussione,leanalogieelesimilitudiniposteallabase della costruzione metaforica. È a partire da ciò, che subentra l’abilità del facilitatorenell’avviare il processo di trasferimento delle esperienze formative alle applicazionilavorative.Comeanticipatoinaperturadiparagrafo,nonesisteunaletteraturadiriferimentochepossasupportareilformatoreinquestaattivitàmaieutica.Laforzadegliinterventiformativiesperienziali,quindianchequellirealizzaticonmetodologieoutdoor, è che il discente, a seguito dell’esperienza, coglie autonomamente quello che è ilmessaggioformativoallabasedell’attività.Lafunzionedelformatoreèquelladelfacilitatore,coluiche,condomandemirate,guidaildiscentefinoafaremergeredalprofondodelvissutopersonale i contenuti dell’apprendimento che in fase progettuale sono stati posti alla basedellametaforautilizzata.Ènella fasedi debriefing che si nota come lametodologia esperienzialemetaforica sembraesserecostruitaintornoaquellichesonoidettamidelmodelloandragogico.Insecondoluogo,ildebriefingdovrebbeavviareilprocessodirestituzionedelfeedbacksulledinamicheosservate.Supportatodasistemidiraccoltaedanalisideidati,ilfeedbackindicaalgruppoleareedisvilupposuiprincipaliprocessididecisione,comunicazione,collaborazione,pianificazionedelleattivitàebrainstorming.Esisteunaseriedi indicazioniprogettualiegestionalichepotenzial’usodeldebriefingnelleattivitàesperienziali:

• Ogniattivitàpropostadovrebbeessereconclusaconunasessionedidebriefing;• Il progredire della complessità delle attività dovrebbe essere seguito da debriefing

semprepiùapprofonditi,puntualiepersonalizzati;• Al terminediogniattivitàdovrebbeemergeredalla rielaborazione ilmodello teorico

cognitivosottostanteallaprogettazionedell’intervento;• Al procedere delle attività e dei debriefing, il facilitatore dovrebbe stimolare una

capacità di auto riflessione ed autoapprendimento nel gruppo, limitando il suointerventoallesessionicollettive;

• Larielaborazioneèopportunochesiasvoltainmomentidellagiornataincuiidiscentinonsianostanchiodemotivati;

• Lariflessioneelarevisionedell’esperienzaèmaggiormenteefficacesesifocalizzasulprocessodigruppo,suicomportamentifunzionaliallarisoluzionedeiproblemienondirettamente sul miglioramento delle prestazioni. Riassumendo, nella gestione deldebriefing,lostileanagogicoèpreferibileaquellopedagogico.

Lariflessionesull’esperienzaèmaggiormenteefficacesesupportatadametodistrutturatidiraccolta delle riflessioni individuali e di gruppo. Tra i diversi metodi possibili ci sono iquestionari,legrigliediosservazioneedidiaridibordo.Ladifficoltàchespessosiriscontraquandosirealizzanointerventiformativiesperienziali,èche, ciò che viene appreso, non trova applicazionenel contesto aziendale; questoperché lacommittenzaocomunqueladirigenza,noncredendoalvalorerealedegliinterventisvolticonquestametodologia,nonprendeparteallaprogettazionedelpianodisviluppodelpersonaledelquell’interventoesperienzialedovrebbefarparte.L’atmosfera avalutativa e neutrale in cui si dovrebbe svolgere il debriefing è il momentoideale incui tentaredisuperarequegliostacolicheperculturaaziendaleenazionale,oper

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attitudine, limitano, ad esempio, la condivisione delle informazioni, la collaborazione tracolleghi,lacondivisionedellerisorseedegliobiettivi.3LametodologiaOutdoorSeguonoalcunefralediversemodalitàconcuipuòessereprogettataederogatalaformazioneesperienzialeoutdoor.3.1OutdoorSmallTechniques–OSTCon questa dicitura si intendono tutte quelle esercitazioni brevi, di 15‐30 minuti circa,condotteall’aperto,conl’obiettivodifavorirelaconsapevolezzaelosviluppodideterminaticomportamentiorganizzativi.Iprincipalivantaggidell’OSTsono:

• l’assenzadiattrezzaturecomplesseperl’erogazione;• ilbassolivellodiorganizzazioneepreparazione;• l’altaflessibilità.

L’assenzadiattrezzaturecomplessedagestirefasichequesteattivitàpossanoessereerogatedaitrainersenzalasupervisioneditecnici.Lo svolgimento dell’esercizio è seguito dalla rielaborazione di quanto accaduto, questimomentisonoseguitiegestitidaiformatorichehannoassistitoall’esercitazione;puòcapitaredidover“congelare”momentaneamentel’esercizioincorsopersvolgereunbrevemomentodiriflessionealfinedicogliereapienoilpotenzialeformativopresentenell’attività.Data la semplicità dello strumento OST, la struttura semplice e le regole precise che lecaratterizzano, i comportamenti che i partecipanti metto in atto spesso sono facilmenteprevedibilientroun limitedipossibilità;questo, facilitàsicuramente l’osservazione,maallostessotempolimitagliapprendimentipossibili.Sono talvolta ricompresi nelleOST anche quegli esercizi definiti energizers, possono essereusatidaitrainerincontestidioutdoor,anchesenonhannoobiettivididatticispecifici.Questeattivitàhannoloscopodicrearel’atmosferagiustatraipresentiefarlisocializzare.Innegabileè la loroapplicazioneefficace inambientidiapprendimentoapattoperòchenondiventinol’elementocaratteristicodellaformazione.LeOSTrappresentanoiltipodiformazioneoutdoorpiùdiffuso,questoèdovuto:

• albassoimpattoorganizzativoedeconomico;• allafacilitàdipreparazioneeconduzione;• alla flessibilità organizzativa ed alla possibilità in caso di mal tempo di traslare le

attivitàinindoor;• la facilità di osservazione (i trainer sanno cosa e dove guardare durante

l’esercitazione);• la possibilità di inserire attività di OST all’interno di fiere, congressi o momenti

formativitradizionali.Gliobiettivididatticichepossonoessereperseguitiattraversoquestasemplicetecnicasono:

• Lavorodigruppo;• Processicomunicativi;• Relazioniinterpersonali;• Problemsolving;• Sviluppodell’attenzioneversol’altro.

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• Leadership;• Dare/riceverefiducia;• Membership.

Ciòcherendepossibileedefficacel’utilizzodiquestametodologiainuncontestofinalizzatoall’apprendimento è il debriefing. In questa fase si gioca un momento cruciale perl’apprendimento,inquanto,èquicheavviene“laristrutturazionecognitivadell’agireludico”.AlcuniesempidiOSTIltuffoneglialtri:aturnoipartecipantisonoinvitatiasaliresuuntavoloounapedanaaunooduemetrid’altezzaedandolespallealgrupposilascianocaderenellebracciadeicompagnidisposti a formare un tappeto dimani per accoglierlo. Primadi questomomento il gruppovienepreparatoadisporsiinmodotaledagarantireaccoglienzaesicurezza.Iltuffatorepuòessere libero o bendato. Le implicazioni più evidenti di questo esercizio sono il dare ed ilricevere fiducia, il tuffatore si lascia cadere di spalle tra le braccia di persone con cui haprobabilmentesolorapportiprofessionali;c’èunaffidamentototaledeltuffatoreallepersonecheloaccolgono.Diconversoilgruppoiniziaacostituirsiinquantosentediriceverefiduciadalpartedichisilancia.Oltreaquestaprimaimplicaziones’iniziaacreareattenzioneversol’atroesiabbattonolebarrierechebloccanolerelazioniinterpersonali,inquanto,ilcontattofisicotralepersoneèforteed’impatto;probabilmenteipartecipantiall’attivitànonsieranoscambiatipiùdiunastrettadimano.Laragnatela:condellecordesi formaunaragnatelaverticale traduealberioduepalibenpiantatinel terreno. Ilgruppoèdispostotuttosullostesso latodelreticolo,ha l’obiettivodipassare dall’altro lato. Si dice al gruppo che le corde della ragnatela sono percorsedall’elettricitàpercuièimpossibiletoccarle;qualoraciòaccadesse,ilgrupporiceverebbeunapenalità.Ognivoltacheunapersonapassaperunpassaggiodellaragnatela,questodiventainterdetto,ossianonpuòpiùessereusatoperl’attraversamento.Lasquadradovràquindidecidereegestirecome,einchesequenza,farattraversarelareteaidiversi membri del team. Ad esempio, dato che le persone più pesanti saranno difficili dasorreggeredurantel’attraversamento,ilteamdovràriservareloroipassaggipiùinbasso;lostesso,dovrannoprevederedilasciareunpassaggiosempliceperl’ultimochepasseràlarete.Inoltre,durantel’attraversatadovrannobilanciarelasquadrainmododaavereunapartedelgruppodaentrambi i latidelmurodicorde inmodo,adesempiodapoter farpassare ipiùleggeriperipassaggipiùalti.Questa semplice attività insinua immediatamente il bisogno del lavoro in gruppo, larisoluzione dei problemi, evidenzia l’importanza di una comunicazione efficace (proprioperché il team deve trovare una strategia condivisa per attraversare la ragnatela), epromuoveilsuperamentodellebarriere interpersonaligraziealla forte interazionefisica,dicontatto,traipartecipanti.Lafiguracieca:sifannodisporreipartecipantiincerchioevisimettenelmezzounacorda;ilgruppohailcompitodiorganizzarsiinmododadisporsilungolacordasecondounaqualsiasiforma geometrica. I partecipanti devono inizialmente decidere la figura che voglionorappresentare, poi prima di iniziare, vengono tutti bendati. Quando pensano di avercompletato la figura possono posare la corda per terra, si tolgono le bende e guardano ilrisultatodellorolavoro.L’attività pone l’accento sull’importanza del lavoro di team, sulla comunicazione efficace esulla capacità di organizzare e gestire le operazioni; si sviluppa inoltre un forte senso dimembership.

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3.2CampiOutdoorPreimpostati­COPI CapiPreimpostatipossono raggrupparealcunidiversi tipidi esercitazioni e, come leOST,hanno l’obiettivo di stimolare e sviluppare determinati comportamenti organizzativi. Ledifferenze che sussistono tra i Campi e le Small Techniques sono che, le attività svolte neiprimi hanno una durata ben superiore ai secondi, in genere 30‐60minuti, inoltre i campihanno bisogno di attrezzature complesse e strumentazioni di supporto che devono esserenecessariamente predisposte in anticipo. Per questo motivo spesso sono svolti in campiattrezzati,dovelestrumentazionieleattrezzaturesonogiàdisponibili.Sono attività in genere più sfidanti rispetto alle OST: introducono o rafforzano, rispetto aqueste ultime, il concetto che per apprendere occorre uscire dalla sicurezza delle proprieabitudiniconsolidate,la“zonadiconfort”edentrareinunterrenonuovoo“challengezone”.Illimitepiùevidentediquestametodologiaspecificadioutdoor,èlafortestandardizzazione,laquale, sedaun lato riduce lapersonalizzazione limitando la gammadegli obiettivididatticiperseguibili,diconversopermetteun’elevatareplicabilità.Losvolgimentodiogniesercizioèseguitodaunospaziodedicatoalla riflessionesuquantoaccaduto ed alla rielaborazione delle emozioni che, dato il tipo di esercitazioni, spessopossono anche essere forti; le riflessioni sono seguite dai formatori che hanno assistitoall’esercizio.Gli obiettivididattici chepossonoessereperseguitiutilizzando le esercitazioni inCOPsonoriconducibiliaitemidi:

• Lavorodigruppo;• Processicomunicativi;• Relazioniinterpersonali;• Problemsolving;• Sviluppodell’attenzioneversol’altro.• Leadership;• Dare/riceverefiducia;• Membership;• Incoraggiareesostenerel’altro;• Fiduciainsestessi,• Andareoltreilimitiapparenti;• Raccogliere/gestirelesfide;• Consapevolezzadipoterfaredipiùdelprevisto.

AlcuniesempidiCOPConvergentibasse:ipartecipantisonodivisiincoppie,ognicoppiasiarrampicasuduepalieparte camminando in equilibrio su una corda tesa. Per aiutarsi a rimanere in equilibriopossonoancorarsiadun’altracordatesacomecorrimano.Lefunilegateaiduepalidaiqualipartonoiduepartecipanti,sonoposizionateacircaduemetrid’altezzaecostituisconoleduebraccia di una grande “Y”. Dopo aver percorso in equilibrio un tratto della fune da soli, siincontranoalcentrodella“Y”.Quidevonodeciderecomeorganizzarsiperpercorrereiltrattodi strada che manca, rimanendo tutti e due in equilibrio fino alla piattaforma di arrivo.Scopronocosìcomeriuscirannoamuoversiinequilibrioreciproco.Lasicurezzaègarantitadaunacordasospesaallaqualesonoancorateleimbragature.Convergenti alte: l’esercizio è lo stesso delle convergenti basse, soltanto che in questamodalità le corde sono fissate ad un’altezza di circa settemetri facendo apparire tutto piùcomplesso.

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Muro: i partecipanti sono divisi in piccoli gruppi da tre o quattro persone, ogni gruppo, aturno,devesuperareunmurodilegnoappositamentecostruito.L’ostacolopuòesserealtodaidue,adiecimetriedessereadinclinazioneregolabilecosìdarenderepiùomenodifficilelascalata. Il muro è sufficientemente largo da permettere una scalata in parallelo di duepersone.Seilmuroètroppoaltorispettoallastaturadeipartecipanti,questipossonoaiutarsicondegliappositi appigli presenti sulla parete. Una variante alla scalate prevede che la coppia cheapprocciaall’ostacolosialegatacosìdadoversicoordinarecontinuamenteperottimizzarelasceltadegliappiglipresentisullaparete.Durantel’eserciziosaràevidenteaipartecipantichenelle loromani ci sonogli strumentiperaiutarsioostacolarsi. Spettaa lorodecidere comecomportarsi.Il palo: è un’esercitazione utile per far fare l’esperienza di come un gruppo può favorirel’espansionedellepropriecapacitàindividualiedilsuperamentodeiproprilimiti.L’esercizioconsistenell’arrampicarsiaturnosudiunpaloaltocircadiecimetri,giuntisullacima,salgonosuunapiccolapiattaformapresentesullasommitàdelpalo.Aquestopuntodevonolanciarsigiù,attaccatiadellecordechesonorettedeitraineredaglialtripartecipanti.Lasicurezzaègarantitadall’imbragoedalcasco.3.3OutdoorTraining­OTPerOutdoorTrainingsiintendonoqueiprogrammidiformazione,professionaleopersonale,chesiarticolanoinpercorsistrutturatidiesperienzecoinvolgenti,nellequalilepersonesonocompletamenteimmerse.Questeesperienzeutilizzanoilsupportodisituazionireali,concreteedemotivamentedense,insessioniprolungatenellanaturaemettonoipartecipantidifronteaprobleminuoviecomplessipersvilupparedeterminatecompetenzeattraversolacapacitàdiapprenderedall’esperienza.LeesperienzediOTsonopiùlungheecoinvolgentirispettoalleattivitàdismalltechniquesodicampipreimpostati.Dopolosvolgimentodiogniattivitàipartecipanticonfrontanoiproprivissutifraloroeconifeedbackfornitidaitrainer,chehavissutoeosservatol’esperienza.Le rielaborazioni sonopiù lungheecomplessediquellepresentatenellepagineprecedenti,durano mediamene anche due ore; sono dei veri e propri debriefing piuttosto che dellerielaborazioni.Iconduttoridiquestiprogrammisonodeiformatoriespertiincomportamentoorganizzativoche generalmente provengono dalla formazione tradizionale in aula ed hanno cercatostrumenti innovativi per poter incideremeglio sul comportamento dei discenti; per questimotivi hanno creato ed attivato una rete di relazioni con tecnici di altri settori,tradizionalmentemoltolontanidallaformazione.Gli obiettivi didattici che possono essere perseguiti con attività ed esperienze di OT sonoprincipalmente:

• Attivazionedinuoveenergieindividualiedigruppo;• Sviluppodell’iniziativa,dell’autonomiaedellafiduciainsestessi;• Aumentodellafiducianelgruppo,dellasolidarietàedellacollaborazione;• Sviluppodellecompetenzedileadershipedelsensodiresponsabilità;• Scopertaorafforzodell’importanzadell’apportodeglialtri,dellorofeedback,dellaloro

cooperazione,dellacoesionedigruppo;• Sviluppodelcoraggiodiaffrontarecambiamenti,situazioninuoveepococonosciute;• Attivazionediunprocessodiriflessioneevagliodelleproprieesperienzeedeirisultati

raggiunti;• Accrescimento dell’autoconsapevolezza e delle capacità di leggere il proprio

comportamento;

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• Sviluppodellecapacitàdiascolto,delsensodiosservazioneedellacuriosità;• Miglioramentodellecompetenzadicomunicazioneerelazionali;• Aumento della tolleranza, della comprensione e della capacità di gestione della

diversità;• Sviluppodell’intelligenzaemotiva.

ProgrammadiunpercorsodiOTUnprogrammadooutdoortrainingdura,ingenere,daidueacinquegiorni,lapartecipazioneè full time e spesso sono usate anche le ore serali per continuare a lavorare al fine dimantenere la sensazionedi essere immersiun contesto totalizzante enon inun’esperienzacaratterizzatadaeventispot,saltuari.Unprogrammaminimo,tipico,diunpercorsodiOTduratregiorni,peruntotaledicirca24oredilavoroedècompostoda:

• Unasessioned’apertura;• Tre o quattro esperienze di outdoor, ognuna composta dalle sessioni di azione

rielaborazioneemodellimentali;• Unasessionedichiusura.

Ilprogrammainiziageneralmentelaseradelprimogiornodopolacenad’accoglienzaconunasessione plenaria d‘apertura in cui in genere sono illustrate e condivise le finalità delprogrammaconirelativiobiettivididattici;èinoltreespostaedillustratalametodologiadiOTalfinecheidiscentinecomprendanol’utilità.Sipresentanolostaffdiconduzioneegliaspettilogistici;aquestopuntoèpossibilerichiedereleaspettativedeipartecipanti,nonsonocosasiaspettanodall’esperienza,maanchesensazioni,pensierieperplessità.Nellasessioned’aperturasiformanoigruppiesicondividelamodalitàdipartecipazionealleesperienzeoutdoor,leregole,sucosaleesperienzeandrannoalavorareesucosainveceno;siillustralostrumentodeldebriefinginterminidivalore,modalitàeduso.Lasessionesiconcludeconledomandedeipartecipanti.Sec’ètempoesiritieneutile,èpossibileeseguireunaopiùsmalltechniquesperpermetterela conoscenza fra i membri, attivare la reciproca fiducia ed avviare processi diautovalutazione.Il secondo giorno si svolgono le esperienze di OT secondo la modalità programmata,generalmentesiprevedeuncompitofisicocheprevedeilsuperamentodiqualcheostacoloodi qualche difficoltà in un ambiente naturale sufficientemente isolato. Ogni esperienzaprevede una parte di rielaborazione ed una parte di estrazione dei modelli mentali. Lasequenza delle esperienze viene scelta seguendo una progressione di difficoltàfisico/emotivo/cognitivoesecondogliobiettivididatticidaraggiungere.Leesperienzesonosvolte ingruppida6‐10personecondottadaun trainerchevivecon loro l’esperienzaeneconducelarielaborazione.L’esperienza si chiude con una plenaria di chiusura nella quale si procede con unarielaborazioneglobaledelpercorsoeffettuato.Inquestafaseavvienel’incrociotragliobiettivie le aspettative espresse nella plenaria d’apertura e quanto si è verificati durante i diversimomenti dell’esperienza di OT. Compito dei trainer è anche quello di concludere il lavorofacendo emergeredai partecipanti, punti di forza ed areedimiglioramento, sia per ciò cheriguardal’esperienzaformativa,sial’organizzazione,lalogistica,elesoluzioniadottatedallacommittenzainaccordocontrainereformatori.Alla chiusura dei lavori sono comunicati gli altri incontri eventualmente previsti percontinuareasvilupparel’attivitàformativa.LeesperienzediOT

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IlpuntocentralediognipercorsodiOTsonoleesperienzesvolte,siparlainfattidiesperienzeenondiesercitazionioesercizicomenelleOSToneiCOP;questopersottolineareilfattochele attivitànon sonogiochi,maesperienzedi vita “normale”.Quello che le esperienzediOTsonoingradodi fare,èabbattere“l’effettobordo”.Conquestoterminesi intendeildistaccoconsapevoletrailsoggettoosservatoree,adesempio,larealtàvistaattraversoloschermodiuntelevisore;lospettatoresa,piùomenoconsciamente,checiòchestavedendoèlontano,èfinzione.NelleesperienzeOT,ipartecipantinonincontranonessunconfinetraciòcheèlavitarealeeun’attività, una prova, appositamente costruita per fini didattici. La dimensione dell’aulascompareinsiemeconlospaziofuoridall’aula,queimomentidivitarealechepermettonoaldiscenteditornareallanormalità.Perdedirilevanzaillimitetemporalescanditoadesempiodaicoffeebreak,dovequestosiponecomeunacesuratemporaneatralaformazioneelanonformazione.Oltre ad un adeguato ambiente fisico, è importante, promuovere un favorevole ambientepsicologicocostruendounclimadicoinvolgimento,diaperturaedifiduciataledaconsentireuna buona sintonia e un’efficiente comunicazione fra tutti i partecipanti. Una variabile dagestire delicatamente è il ritmo, questo deve essere intenso e ricco di stimoli, una seriecontinua,manonstressante,dipropostechecoinvolganoipartecipantinell’esperienzadiOTatuttiilivelli:fisico,emotivoedintellettuale.IruoliingiocoLarealizzazionediunprogrammaOTprevedelamobilitazionedipersonalespessonumerosoe fortemente eterogeneo, il quale, richiede una preparazione ed una formazione specificaadeguatamente programmata. La complessità cresce all’aumentare del numero deipartecipantiall’esperienza.IpotizzandounprogettodiOTper150partecipantièpossibili immaginare lostaff chesarànecessariomettereincampopergarantirelabuonariuscitadelservizioedun’elevataqualità.OTProjectManager: ha la responsabilità complessivadella riuscitadelprogrammadiOT.Più è grande il progetto, maggiore sarà la dimensione dello staff necessario a gestirlo,maggiori saranno le responsabilità, quindi il potere, di questa figura. Il Project Managergestisce i rapporticon lacommittenza,con lostaffdi tecniciecon l’OTOperationManager;segueglobalmentelosvolgimentodelprogramma,dedicandoattenzioneatuttigliaspettidelprogetto,didattica,logistica,organizzazioneepercorsodeipartecipanti.OutdoorTrainer: è il responsabile della conduzionedelle esperienzediOT e costituisce ilpuntodiriferimentoperilgruppocheglièstatoaffidato;sitrovaadoperareacontattoedincollaborazioneconitecnicipergarantirelasicurezzanelleesperienzecherichiedonomaggiopresidio; riceve dal Project Manager le indicazioni e le attrezzature necessarie allosvolgimento delle attività; è il responsabile del materiale a lui consegnato. Tra gli aspetticriticirelativiaquestafiguraprofessionalec’è lagestionedellerelazioniconi tecnicidiOT.CompitodelTrainerègestireedividereillavoroconitecnicievitandoilconflitto.Relativamente alla logistica dell’esperienza OT, il Trainer ha il compito di seguire latemporizzazioneprevistaperl’esperienzaaluiaffidatainmododaraccordarsisenzaritardiconilavorideglialtrigruppi.IlTrainerhainoltreilcompitodiprestarelamassimaattenzionealleesigenzepersonalideisingoli partecipanti senza perdere però la prospettiva del gruppo, gestire gli imprevisti deigruppi, ed evitare di essere distratti dalla committenza che cerca di carpire informazioniprimadelterminedelleattività.OTOperationManager:halaresponsabilitàdituttigliaspettiorganizzatividelprogramma,haun rapportoprivilegiatoe continuo con ilProjectManagere supporta il lavorodi tutti itraineredeltecnici.

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TecnicodiOT:qualorailtrainernonabbialecapacitàfisiche,leconoscenze,specificheoleabilità applicative per supportare anche tecnicamente lo svolgimento delle esperienze dioutdoor, diventa indispensabile la presenza di uno o più tecnici. Il tecnico è quindiresponsabiledellasicurezzaedellaprogettazionedell’esperienzadicuièilgestoretecnico.Partecipanti all’OT: hanno la responsabilità della propria sicurezza e del proprioapprendimento. Operano all’interno di gruppi di 5‐10 persone con le quali interagisconoprofondamente,sonochiamatiasvolgereunruolodiattoriprincipalinell’esperienzaenellesuccessiverielaborazioni.Committenza.Halaresponsabilitàdelladefinizionedellefinalitàdell’interventodiOTedelcorretto posizionamento degli obiettivi formativi da raggiungere. Stabilisce con il ProjectManager il proprio livello di coinvolgimento e dei sistemi di feedback sui risultati attesi.Essendo il committente promotore delle attività formative, sarà innanzitutto sua laresponsabilitàinmeritoallaqualitàdelservizioreperito.3.4OutdoorManagementTraining­OMTL’OutdoorManagementTrainingrappresental’evoluzionenaturaledell’OT,incuisiècercatodi sfruttare al massimo il potenziale di apprendimento che questa metodologia consente,innestandogli una strumentazione sofisticata delle più recenti tecniche della formazionemanagerialemirataallosviluppodellecompetenzeedeicomportamentiorganizzativi.Questametodologiaèstatausatalaprimavoltanel1996perdefinireunprocessoformativomolto ambizioso e complesso realizzato da una multinazionale. Il progetto ebbe moltosuccessoedaalloraèstatousatoperdescrivereedindicareleapplicazionievolutedell’OT.Quanto esposto sul paragrafo relativo all’OT resta perfettamente valido inmerito all’OMT,soltantoche inquestocasodeveessereaggiunta lacomplessitàorganizzativaedunelevatolivello di personalizzazione. Questo fa si che l’OMT diventi un vero e propriomodello perprocessiformativiconpossibilielementidioriginalitàrispettoalcicloclassicodiformazionetradizionale.LefasidelprocessodiOMT

• Preanalisi;• Progettazione;• Outdoor;• Elaborazionedeirisultati;• Workshopdifollowup;• Pianiindividualidisviluppo.

Preanalisi: la fase di preanalisi inizia con la costituzione di un Comitato di Progetto cheriuniscelacommittenzaelaconsulenza.Questoteamavràilcompitoinnanzituttodimetterea fuoco le competenze (comportamenti target) che si vogliono sviluppare con l’interventoformativo e poi di definirle meglio attraverso l’identificazione dei relativi comportamentisentinella.Dopoaverfissatoecondivisoconl’aziendagliobiettiviprecisidiapprendimentosucuisivuolelavorare,sidefinisceilvolumedellapopolazionecheprenderàparteall’iniziativa,esiindividuanolepossibililocation.Progettazione:sonorecepitigliinputdallafaseprecedente,cioè:

• IrisultatideilavoridelComitatodiProgetto;• Lalistadellecompetenzeedeicomportamentitarget;• Lepossibililocationidentificate.

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In base a questi elementi e tenendo conto del portfolio di esperienze accumulate dalformatoresisviluppailprocessodiprogettazione.Sitrattaeffettivamentediunprocesso,inquanto, laprogettazione si costituiscedi una seriedi attività sequenziali che si susseguonoconcatenandosi.Ilprimolivellodiprogettazioneriguarda l’identificazionedellepossibili tecnichegrezzechepotrebberopermettere losviluppodellecompetenze targetesi iniziaasceglierequellechemegliosiprestanoalloscopo;inevitabilmentequestavalutazionesifondasull’esperienzadeiformatori progettisti. A questo punto può iniziare la progettazione specifica di ogniesperienza,mirata e centrata sugli obiettivi didattici specifici che per ogni esperienza sonostatiidentificatiattraversolamatricedicorrelazione.La progettazione delle attività segue un processo specifico e dettagliato; si cominciaconsiderando da un lato gli obiettivi didattici da raggiungere e dall’altro la tecnica grezzaindividuatadaiformatoricomebasedipartenza.Questo processo è definito “vestizione” dell’esperienza e permette di calibrare il percorsoformativoadhocperognicliente,realizzandounadeguatolivellodipersonalizzazionedegliobiettivididatticiraggiungibili.Duranteilprocessodivestizionedell’esperienzasicercadiarricchirelatecnicagrezzasceltafacendola diventare un’esperienza completa al fine di renderemassima la possibilità di faremergere,agireesviluppareicomportamentitargetcosìcomeconcordaticonilcommittente.Laprogettazionedidettaglioprosegueconlastesuradellastrutturacompletadelprogrammadioutdoor.Quidovrannoesseredefinite lemetaforechesarannoutilizzate, lascalettadellasessione di apertura e di chiusura del programma, le modalità di selezione dei trainer infunzionedelleattivitàdarealizzare,leistruzionidafornirgli,latemporizzazionecomplessivadelpercorsoelasceltadellalocationadatta.Una volta pianificato sulla carta tutto il necessario per realizzare l’attività, subentra la fasedella preparazione, l’OT Operation Manager è il responsabile di questo delicato passaggiodellaprogettazione.Dovrannoessere reperiti ed stoccati tuttimateriali occorrenti, tenendocontodellespecifichetecnicheedisicurezzarichiestedall’esperienza.Acquistareilmaterialechenonsipossiedeeverificare lostatodi ciòche fapartedelbagagliodi strumentazioniadisposizione;verificarnelafunzionalitàelaqualità.Dovrà essere svolto un sopralluogo della location prescelta per verificare che siaeffettivamente compatibile con le esperienze progettate in modo da poterle adattarleanticipatamenteenontrovarsidifronteadunimprevisto.A questo punto è possibile contattare trainer e tecnici e realizzare con loro una riunionegenerale, durante quest’incontro sarà effettuata una prova generale delle attività dove itrainer assumono il ruolo dei partecipanti ed i tecnici svolgono la loro funzione. Facendoesperienza diretta dell’esercizio, il trainer è in grado, di individuare eventuali situazioni dipericolo che potrebbero insorgere, di testare le capacità dei tecnici di gestire eventualisituazione complesse, di prevedere quali saranno i momenti dell’esperienza che dovrannoessereosservaticonmaggiorattenzioneinprevisionedellarielaborazione.Primadipoterpassarealla fasesuccessivaènecessariopreparare ilmaterialedidatticochefornirà supporto ai formatori ed ai trainer durante l’outdoor. Ad esempio dovranno esserepreparate le schede di valutazione, i questionari e tutto il materiale per recepire leinformazionidaipartecipantialfinedipoterlepoilavorarealterminedell’esperienza.Se necessario, si calibra il programma ed il materiale sulle eventuali nuove necessità osopravvenutivincoli.Outdoor: la fase della realizzazione dell’esperienza corrisponde a quanto già dettorelativamenteall’OutdoorTraining:ciòchedeveessereinveceapprofondita,è lagestioneditutteleattivitàditipologistico,organizzativoedianimazioneeconduzionedellostaff.

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Le giornate di outdoor sono caratterizzate dapochi e brevimomenti di pausa, dovenon sisvolge alcuna attività con i partecipanti,momenti che di riposo che però non riguardano itrainer e lo staff di supporto all’outdoor. Imomenti in cui i partecipanti usufruisconodellepause, le serate o la mattina prima dell’apertura, sono dedicati alle riunioni dello staff diconduzione. Gli incontri sono fondamentali per gestire le dinamiche complessive di tutto ilgruppo,perdiscutereeprevedereeventualiimprevisti,permiglioraregliaspettiorganizzativie lasicurezza; iniziarea focalizzareepersonalizzare leosservazioniegli inputdafornireaisingoli partecipanti. Da questa breve descrizione emerge come, caratteristica del trainer èpropriol’elevataresistenzaallostressedunabuonaresistenzafisica.È necessario sottolineare che la buona riuscita di un’esperienza di OMT è fortementeinfluenzata, oltre che dalle dinamiche interne dei gruppi e dalle caratteristiche individuali,dallametaforasceltaperlaspecificaesperienzaedacomequestaèpresentata.Caratteristicafondamentaledellametaforaècheperessereefficacedeveessereisomorfaperipartecipanti,deveesserecioèdistrutturasimileallesituazionidellavitalavorativareale,maapplicataadunoggettodiverso.Adesempio,un’attivitàdioutdoorpotrebbeessererichiestoai partecipanti di decidere l’organizzazione dei ruoli deimembri dei singoli gruppi. Questasituazione è isomorfa a quella della prima riunione di un team interfunzionale che deveiniziareunanuovacommessa.Elaborazionedeirisultati:tuttoilmaterialeraccoltodurantelosvolgimentodell’outdoorèrielaboratoeutilizzatoperpreparareilworkshopdiapprofondimentoesintesidelpercorso,sessionecheavverràa1‐3mesididistanza.Durantelarielaborazionedeirisultati,ipartecipantiprendonovisionedelmaterialevideoedaudio registrato durante l’esperienza al fine di ripercorrere tutte le tappe, sia logiche cheemotive,dellavitadelgruppoperdipoterestrarreunaselezionediframmentidaanalizzareconmaggior attenzione.Questa astrazione e riduzionedelmateriale ènecessariaperpotersottolineareleevoluzionigiàraggiunteelequestioniancoraaperte.Spettaaiformatorielaboraretuttiimodulidiraccoltadeifeedbackcompilatidaitraineredaipartecipantidopoogniesperienza.Le informazioni dedotte dai formatori in base almateriale raccolto sono sistematizzate edinviate ai singoli partecipanti con una lettera, riservata e personale, al fine di indurre unulteriorespuntodiriflessionesulleesperienzevissuteinpreparazionedelworkshopdifollowup.Analogamente al lavoro di raccolta ed analisi dei feedback messo in atto per ogni singolopartecipante, è possibile improntare un sistema simile per quanto riguarda i gruppi ed isottogruppi formatisi durante l’esperienza. I dati così raccolti permettono di definire unprofilocaratteristicodelgruppoarricchendoancheleinformazionisuisingolimembri.Risultapossibile, a questo punto, conoscere quali siano stati i comportamenti più agiti, sopra lamedia, e quellimeno agiti, sotto lamedia. Sulla base di ciò, individuare le competenze piùsostenutedaicomportamenti,ossiaipuntidiforza,equellemenosegnalate,ipuntideboli,oareedimiglioramento.Sarannovisibiliinquestomodoicomportamentiritenuticritici.Workshopdi followup: ilpercorsodiOMTterminaconunariunioned’aulachesi tieneadistanza di 1‐3 mesi dall’esperienza. Durante le sessioni di workshop viene riesaminato ilmaterialeprodottodurantel’esperienzadioutdoor,siprocedecondibattitidiconfrontotraipartecipanti supportando la discussione con la rivisitazione del materiale audio/videoregistratoduranteleesercitazioni;tuttociòhailfinediconsolidareecapitalizzare,siauspicadefinitivamente, gli apprendimenti ottenuti sul campo. I formatori, se lo ritengono utile,possonostimolareulteriormenteipresentisomministrandoadesempioquestionariotestperindurreulterioririflessioniinmododacompletarelariflessionesull’efficaciadeipropristiliemodalitàdiapprendimento.

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La rivisitazione dei filmati, la discussione a mente fredda sugli apprendimenti acquisiti,l’analisi dell’esperienza e dei feedback sui comportamenti target agiti permette di poteravviare una rielaborazione profonda su quanto verificatosi durante l’OMT. Tornare arielaborarel’esperienzapassatapermetteaiformatoridicondurreladiscussioneinmododapresentarepiùapprofonditamentelecompetenzeedicomportamentitargetconilriflessochequesti hanno sulla vita professionale e quindi personale dei gruppi coinvolti. Il workshopserve inoltre per far emergere le difficoltà esistenti in merito all’applicazione realedell’apprendimentoelepossibilitàdisuperamentodiquestedifficoltà.L’apertura del workshop avviene chiedendo ai partecipanti di far riemergere ricordi,sensazioni, emozioni, osservazioni e riflessioni sul percorso fatto nell’OMT e sul successivoritorno in azienda. Dopo aver riattivato la memoria e le sensazioni avvertite durantel’esperienza,sonopresentatiediscussiapprofonditamenteirisultatidellerielaborazionideifeedback,daciòsielaboraedestrapolailprofilocaratteristicodelgruppochehapresoparteall’outdoor.Partendodaicomportamentimessiinlucedalprofilo,sicercanodiindividuarelesituazioni affini alla realtà aziendale, mettendone in luce i punti di maggiore criticità. Inquestomodosidelineaunalistadeiprincipalinodisucuilavorareedelleattivitànecessariepersuperarli.Aquestopunto,dopoaverlavoratosulledinamicheemersealivellodigruppo,cisiconcentrasuisingolipartecipanti;possonoessere forniti,avolte,strumentidiautoposizionamento inmodo da poter guidare ogni partecipante in una riflessione personale sui propri stili diapprendimento al fine di connettere i comportamenti di gruppo con quelli individuali. Daquesto lavoro preliminare emerge una sintesi che può evolversi in un Piano Individuale diSviluppodiunaCompetenza, con ilquale il soggettoprogettaunsuopersonalepercorsodiancoraggiodegliapprendimentiavvenutiedimiglioramentodialcunipropricomportamenti.PianiIndividualidiSviluppodiunaCompetenza: ipartecipantiall’outdoorrecepiscono ifeedback, le osservazioni dei colleghi e dei formatori, gli input e gli strumenti aggiuntivipresentatidurante lesessionidi followupenetraggono lebasipercostituireunpersonalepianodisviluppodellecompetenze.Per poter progettare un proprio piano di sviluppo, è necessaria una fase di diagnosi delproprioprofiloalfinediindividuareipropripuntidiforzaeleareedimiglioramentochesirelazionanochelecompetenzetargetindividuatedalComitatodiProgetto.Ciascunsoggettodeve individuare i comportamenti target sui quali intende lavorare e definire uncorrispondente piano d’azione stabilendo 1‐3 obiettivi di miglioramento, le relative azioniconcretenecessarieperraggiungerlielatempisticaconlaqualeprevedediprocedere.L’output così realizzato deve essere condiviso ed analizzato con i propri colleghi i qualiassumono quasi i ruoli di consulenti, committenti, giudici e facilitatori di quest’opera diaccrescimentopersonale. La collaborazionedellepersone con lequali si condivide l’attivitàprofessionale è fondamentale perché il soggetto che intraprende un Piano di SviluppoIndividualedelleCompetenzedevepotertrovarenelproprioambienteeneipropricolleghilecondizioniincuil’apprendimentoèpossibile.Ilcontestoorganizzativosaràl’ambientedoveildiscenteriporterà lapropriaesperienza,sequestononsiritienel’operatodelsoggettoutileper la persona e per l’azienda, non sarà possibile applicarlo e la formazione risulteràfallimentare.