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La flora e gli habitat delle Risorgive friulane

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La flora e gli habitat delle Risorgive friulane

Comune diBertiolo

Direzione centrale risorse agricole,naturali e forestali

Servizio tutela ambienti naturali e faunaComune di

GonarsComune di

TalmassonsComune di

Castions di Strada

Questa pubblicazione è una delle iniziative di valorizzazione del territorio previste dal progetto LIFE 06NAT/IT/000060Conservazione e ripristino di paludi calcaree in Friuli

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PRESENTAZIONELe Risorgive friulane - come forse ancora pochi sanno - sono tra le più importantid'Europa: pur se ridotte nel corso dei decenni, dalla crescente antropizzazione esoprattutto dall'affermarsi dell'agricoltura meccanizzata, ancor oggi consentonodi poter apprezzare il tradizionale paesaggio friulano delle "comugne" e dei campichiusi nel contesto di un patrimonio unico di biodiversità.Dagli studi del Pirona ad oggi è cresciuta parallelamente l'attenzione del mondoscientifico prima, e del grande pubblico poi, verso questi ambienti naturali di pia-nura, "assediati" dalle opere e dalle attività dell'uomo, e proprio per questo ancorpiù preziosi e meritevoli di attenzioni e di cure.Grazie anche ad importanti finanziamenti europei, la Regione ha ideato e realizza-to qui, con la fattiva collaborazione delle Amministrazioni coinvolte, il progettoLife Friuli Fens, che ha consentito di effettuare significativi interventi di conserva-zione e di rinaturazione di ampie zone umide, con l'obiettivo di salvaguardare,valorizzare e far conoscere habitat di elevato valore scientifico e di rilevante pre-gio ambientale.Le peculiarità naturalistiche dell'area, di assoluto valore europeo, hanno fatto sìche l'Amministrazione regionale si impegnasse in una politica di conservazionedinamica dei siti, che, tra le altre cose, ha prodotto il restauro del Mulino Braida,con un'attenta salvaguardia degli stilemi dell'architettura rurale locale.Continua così l'impegno preso, in sintonia con le direttive dell'Unione Europea,nell'attività di tutela da un lato e di promozione di una fruizione sostenibile dellerisorse naturali dall'altro, come testimonia anche questa stessa pubblicazione,corretta nell'approccio scientifico quanto accattivante nelle immagini.

Claudio ViolinoAssessore regionale alle risorse agricole,

naturali e forestali

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INDICELa fascia delle risorgive . . . . . . . . . . . . . . pag. 4

Gli habitat delle Risorgive friulane . . pag. 8Le acque e gli ambienti anfibi . . . . . . . . . . >> 10La torbiera a Cladium . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 12La torbiera bassa alcalina . . . . . . . . . . . . . . >> 14La prateria umida . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 18La prateria asciutta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 21I boschi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 22

La flora delle Risorgive friulane . . . . . . pag. 24Allium suaveolens . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 28Anagallis tenella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 30Armeria helodes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 32Centaurea forojuliensis . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 34Dactylorhiza incarnata . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 36Dactylorhiza maialis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 37Drosera rotundifolia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 38Erucastrum palustre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 40Euphrasia marchesettii . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 42Gentiana pneumonanthe . . . . . . . . . . . . . . . >> 44Gentiana verna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 46Gladiolus palustris . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 48Iris sibirica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 50Liparis loeselii . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 52Orchis palustris . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 53Pinguicula alpina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 54Plantago altissima . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 55Primula farinosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 56Senecio fontanicola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 58Senecio paludosus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 60Sesleria uliginosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 62Spiranthes aestivalis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 63

Le minacce agli ambienti di risorgiva pag. 64

Il progetto LIFE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 66

La normativa regionale . . . . . . . . . . . . . . . pag. 74

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 78

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G. Oriolo

S. Zanini

G. Oriolo

D. Ota

L. Taverna

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da ciottoli e ghiaie grossolane, in questa zona le acque meteoriche e quelle disper-se dai fiumi alpini nei loro alvei ghiaiosi penetrano con facilità nel terreno e scorro-no verso sud su strati argillosi e limosi impermeabili a diverse profondità.Man mano che i depositi di argilla diventano più superficiali l'acqua è costretta arisalire gradualmente ed in corrispondenza della linea delle risorgive gli strati imper-meabili emergono, facendo affiorare la falda sotterranea.L'acqua delle risorgive emerge in numerosissimi punti e poi progressivamente con-fluisce in un reticolo idrico sempre più articolato che va a costituire alcuni fiumi dirisorgiva che sfociano nella laguna di Grado e Marano. Tra di essi possiamo ricor-dare il Varmo, il Turgnano, l'Aussa, il Corno, il Natissa e, il più importante tra tutti, loStella.Le acque delle risorgive hanno la caratteristica di essere fresche, pulite, limpide, benossigenate, alcaline e con elevato contenuto di calcio e magnesio. Hanno una tem-peratura media di circa 13 °C, con escursioni limitate a pochi gradi tra le stagionicalde e quelle fredde.

LA FASCIA DELLE RISORGIVELe risorgive rappresentano un sistema ambientale tipico della pianura padano-veneta, diffuso nella fascia di transizione fra alta e bassa pianura e caratterizzatodall'emersione della falda e da numerosi ambienti acquatici e palustri. Sono aree profondamente trasformate negli ultimi decenni che oggi racchiudonolembi residui di habitat di altissimo pregio.Dal punto di vista naturalistico si tratta di uno degli ambienti più interessanti a livel-lo europeo, che in Friuli ha mantenuto caratteri peculiari, per motivi legati al tipo deiterreni, al clima, alla distanza dal mare e al particolare sfruttamento antropico diqueste aree.

Con il nome di "risorgive" vengono indicati quei punti in cui le acque della falda frea-tica affiorano in superficie attraverso sorgenti chiamate olle, fontanai o lamai e dacui si originano rii, rogge e fiumi.In Friuli Venezia Giulia la linea delle risorgive, ovvero la linea che congiunge i puntisorgivi più settentrionali, attraversa da nord-ovest a sud-est l'intera pianura, esten-dendosi dalle propaggini meridionali dell'altopiano del Cansiglio alla piana monfal-conese nella zona di Schiavetti. I fenomeni più vistosi ed interessanti di tali realtà siosservano nell'area compresa tra il Tagliamento, la strada statale n. 252 traPalmanova e Codroipo ed il Corno.La linea delle risorgive segnala il passaggio tra l'alta pianura caratterizzata da sedi-menti fluvio-glaciali grossolani e la bassa pianura con sabbie, limi e argille. I substrati dell'alta pianura sono permeabili in quanto sono composti in prevalenza

La cosiddetta linea delle risor-give in realtà è una fascia divaria ampiezza, che si modificaa seconda del livello della falda,dei periodi di magra o piena edella velocità dei flussi sotter-ranei.

M. Zamò

E. M

issi

o

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Agli inizi del ventesimo secolo esistevano in Friuli ancora notevolissime estensionidi questi habitat e l'intera fascia delle risorgive appariva in uno stato quasi comple-tamente naturale.

Le stesse grandi bonifiche idrauliche degli anni '30 avevano risparmiato una buonaparte dell'area; è infatti nell'ultimo dopoguerra, con la meccanizzazione delle ope-razioni di movimento terra, che si assiste alla definitiva trasformazione del patri-monio naturale.Le rogge naturali vengono rettificate, allargate ed approfondite, i canali di drenag-gio raggiungono ogni zona di affioramento, anche le olle più profonde sono ritom-bate con ogni sorta di materiale, con un lavoro spesso lento ma inesorabile.Dapprima solo i terreni migliori sono messi a coltura ma in seguito, con il progres-sivo abbandono della zootecnia familiare, anche l'interesse a mantenere prati dasfalcio e da strame viene meno ed i dissodamenti si spingono ad interessare anchei terreni più marginali. Un’ulteriore trasformazione del reticolo idrico e quindi delladisponibilità e qualità delle acque è stato effettuato con la diffusione delle vastepeschiere per l'ittiocoltura.Tuttavia alcuni lembi dell'antico paesaggio delle risorgive (torbiere, prati umidi eboschi) sono riusciti a sopravvivere fino ad oggi, con un'estensione complessiva chenon supera i 200 ettari, distribuiti sul territorio di pochi comuni (Codroipo, Bertiolo,

Talmassons, Rivignano, Castions di Strada, Gonars, Porpetto) e spesso del tuttoisolati tra loro.Il loro valore naturalistico, soprattutto quello delle torbiere, è però molto elevato,poichè sono ambienti rari ed esclusivi, con specie botaniche uniche e in forteregressione. Questo valore è ora riconosciuto a livello nazionale ed europeo.

S. Zanini

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GLI HABITAT DELLE RISORGIVE FRIULANEPer effetto dell'azione delle acque risorgenti e della morfologia non uniforme delsuolo, con depressioni e rialzi del terreno, sono presenti nella zona delle risorgivediversi ambienti: le olle ed i fontanai, i corsi d'acqua, le torbiere, le praterie umide, lepraterie asciutte e i boschi. Ogni ambiente è caratterizzato da una sua tipica vegetazione con specie botanichespecializzate, in funzione dei diversi livelli dell'acqua nel suolo. La grande diversitàdella vegetazione correlata alla diversità degli ambienti è stata così descritta nel1925 da Egidio Feruglio: "…varia da luogo a luogo secondo le condizioni di adac-quamento del terreno, dipendenti a loro volta dalla morfologia superficiale, talchèdalla vegetazione dei prati quasi asciutti e dei prati umidi sulla sommità dei terraz-zi, si passa talora, su uno spazio brevissimo, a quella decisamente palustre e infinea quella delle piante sommerse o liberamente natanti sulla superficie degli stagni odei canali a corso lento."Dove la falda emerge in superficie troviamo olle e fontanai; le torbiere si trovanonelle depressioni del terreno dove il livello di saturazione dell'acqua è quasi costan-te nel corso dell'anno mentre le praterie umide occupano suoli leggermente rialza-ti sul livello della falda e sottoposti ad allagamenti solo temporanei; nei terreniancora meno umidi e con aridità estiva si trovano le praterie asciutte; i boschi di

salici e pioppi si trovano lungo i corsi d'acqua,mentre più lontano dalle sponde ma interreni spesso allagati si trovanoboschi a ontano nero. Nei terreni più asciutti si trovanoboschetti di farnia, olmo e fras-sino ossifillo. Questi ambienti tipici dellerisorgive sono oggi circondatida terreni agricoli e confinanodirettamente con campi e piop-peti. In certi casi quindi, a causadell'attività umana, si verifica unparziale degrado dell'ambiente natu-rale e specie vegetali esotiche posso-no entrare in competizione con quelle spontanee.

Il transetto mostra i diversi ambientipresenti nelle risorgive chedipendono sia dall’azionedelle acque risorgenti chedalla morfologia non uni-forme del suolo.

E. Missio

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Le acque e gli ambienti anfibi I punti in cui l'acqua fuoriesce dal suolo e forma delle pozze più o meno profonde diforma circolare o ellittica, vengono detti olle o polle. Il fondo è costituito da mate-riale di varie dimensioni; nel caso in cui esso sia molto sottile è possibile osservarela sabbia in continuo movimento, sospinta dall'acqua che esce dal suolo. Talvoltagrosse bolle salgono velocemente dal fondo e raggiungono la superficie: esse sonocostituite dai gas di decomposizione dei vegetali e dall'aria che naturalmente attra-versa le stesse vie percorse dall'acqua. Le olle possono avere piccole dimensioni,con diametro di circa 50/60 cm, o raggiungere dimensioni notevoli, sia per lun-ghezza e larghezza che per profondità.

In generale le olle di superficie subiscono nel tempo un processo di “invecchiamen-to” che le porta ad un progressivo interramento.Nelle olle e nelle pozze di acqua libera della torbiera si possono trovare due speciedi piante acquatiche carnivore: Utricularia minor e Utricularia australis che si mesco-lano al muschio acquatico Scorpidium scorpidioides. Si tratta di piante natanti, cioènon ancorate al suolo, i cui fusti con le foglie filiformi e le vescicole per la catturadegli animaletti planctonici sono sommersi, mentre i fiori di un colore giallo vivacesbocciano, ma non regolarmente, in estate sulla superficie dell'acqua. In autunno lapianta muore per svernare in forma di gemma nella quale vengono immagazzinatele sostanze nutritive. Utricularia australis è tra le specie botaniche considerateminacciate in Italia ed è inserita nella relativa Lista rossa.Nei piccoli fontanai della torbiera si può ricordare la presenza, oltre alla ninfea

(Nymphaea alba), di un'interessante erara specie della famiglia delle alismata-cee: Baldellia ranunculoides, le cui foglienastriformi vegetano sommerse e di cuifuoriescono dall'acqua le infiorescenzecomposte da pochi fiori rosati. Questepozze di acqua bassa sono diventate unhabitat raro a causa dell'abbassamentodella falda freatica e dell'accumulo delmateriale vegetale che porta alla loroprogressiva chiusura. Le acque emergenti in superficie un tempo divagavano liberamente nelle torbiereprima di raccogliersi in corsi d'acqua, di portata sempre maggiore, dalla cui con-fluenza finale prendevano origine i fiumi di risorgiva. I principali corsi d'acqua, chia-mati "rogge", nonostante alcuni parziali rimaneggiamenti del loro corso e dell'altez-za del fondo, hanno mantenuto nel complesso una buona naturalità.Molti dei rigagnoli e dei rii emissari delle zone sorgentifere sono stati invece dalungo tempo sostituiti da canali e scoline che ricreano peraltro condizioni parana-turali, presentando modesta pendenza e profondità, con deposito di materiali fini. Nelle olle e nelle aree con acqua più fresca ed ossigenata si sviluppa la vegetazionea Potamogeton coloratus, seguita da una vegetazione nettamente dominata daBerula erecta, spesso con foglie tipicamente sommerse. Dove il corso d'acqua siallarga e scorre con una certa velocità domina il bel Ranunculus trichophyllus daifiori bianchi che sbocciano sul pelo dell'acqua. Prima di osservare una significativamodifica della vegetazione acquatica per aumento dei nutrienti si presenta la vege-tazione con Potamogeton natans nella forma sommersa. Le sponde di questi corsi d'acqua accolgono grandi carici quali Carex riparia, Carexpseudocyperus, nonché Sparganium erectum. Fra le altre specie con fioriture anchevistose vi sono Myosotis palustris, Cardamine amara, Nasturtium officinale, Veronicabeccabunga, Mentha aquatica, Veronicaanagallis-aquatica, Caltha palustris ed Irispseudacorus. Spesso la superficie delleacque ferme è tappezzata da densi popo-lamenti di Lemna minor, minuscola pian-tina galleggiante dotata di foglie roton-deggianti e radichette immerse nell'ac-qua che servono solo ad assorbire inutrienti.

Olla di risorgiva - D. Di Gallo Utricularia australis -D. Ota

Myosotis scorpioides - S. Fabian

Lemna minor -S. Zanini

M. Zamò

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La torbiera a Cladium Le torbiere basse calcaree a Cladium sono habitat caratterizzati dall'allagamento,persistente o temporaneo, con acque freatiche calcaree, ricche di calcio ma poveredi nitrati e fosfati. Cladium mariscus preferisce condizioni di continua sommersionedei propri rizomi, con un livello dell'acqua non superiore ai 30-40 cm.In tali condizioni ecologiche questa specie è fortemente concorrenziale, tramitel'ombreggiamento del terreno e la produzione di una spessa lettiera di difficiledecomposizione.I cladieti occupano principalmente due tipologie di stazioni; la prima è costituita damargini di laghi e stagni di adeguate caratteristiche idrologiche, in cui occupanouna fascia vegetazionale che sfuma all'esterno verso i prati umidi e all'interno inuna cintura di elofite come Schoenoplectus lacustris, S. mucronatus, Phragmitesaustralis, Typha latifolia, Sparganium erectum, ecc.La seconda stazione è costituita dalle torbiere, in cui l'acqua calcarea affiora dal

sottosuolo o, per scorrimento superficiale, da sorgenti.Nelle Risorgive il cladieto si interseca con la torbiera bassa a Schoenus nigricans,occupando solitamente i bordi delle olle profonde e le superfici allagate in modopiù o meno permanente. Il suolo è costituito da strati sottili di torba (10-40 cm)poggianti sui depositi ghiaiosi o ghiaioso-limosi.Localmente, in funzione delle caratteristiche stazionali e dell'esistenza di sfalci, alCladium possono aggiungersi Calamagrostis epigejos, Juncus subnodulosus,Peucedanum palustre, Lythrum salicaria, Mentha acquatica e, più raramente, Seneciopaludosus e Butomus umbellatus.Negli ultimi anni l'abbassamento della falda freatica e l'abbandono di ogni attivitàgestionale nelle Risorgive ha causato una notevole perdita della diversità nei cla-dieti. L'aumento di nutrienti causato dalla mineralizzazione della torba ha provoca-to un forte aumento della biomassa di Cladium mariscus, a scapito di tutte le altrespecie compagne e ha di fatto portato alla sparizione delle olle più piccole.

Torbiera a Cladium - C. Blason

Torbiera a Cladium - L. TavernaCladium mariscus - D. Ota

Cladium mariscusè una pianta con fusto robusto efoglie taglienti, alta oltre 1 metro.Fiorisce in maggio e l’infiorescenzaè costituita da piccole spigheriunite in glomeruli. Si insedia in ambienti palustri, aimargini di piccoli specchi d’acquaformando dei popolamenti densichiamati cladieti.Il cladieto è un habitat di interessecomunitario prioritario ed è consi-derato un ambiente di assolutopregio a livello continentale.

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La torbiera bassa alcalina È l'ambiente più peculiare delle risorgive, ma anche quello più vulnerabile e minac-ciato. La torbiera è un ambiente dove, a causa della morfologia dei suoli, si verificaun ristagno perenne d'acqua.La sostanza organica prodotta dalle piante che si insediano nelle acque stagnantinon si decompone facilmente in quanto, per la presenza dell'acqua fresca e lacarenza di ossigeno, il lavoro di decomposizione da parte dei microorganismi è ral-lentato o assente. Il materiale vegetale morto che si accumula assieme all'argilla sifossilizza carbonizzandosi in parte o del tutto, formando così la torba. Come gli altrimateriali vegetali fossili anche la torba veniva ampiamente utilizzata come combu-stibile scadente, mentre trova ora notevole impiego in campo vivaistico.Il materiale vegetale non decomposto trattiene gli elementi minerali in esso conte-nuti che così non sono prontamente utilizzabili dalle piante per il loro sviluppo. Perquesto motivo il suolo della torbiera è povero in sostanze nutritive disponibili eviene detto oligotrofico.Le piante che vivono nella torbiera sono adattate dunque a suoli oligotrofici edhanno una crescita molto lenta. Per sfruttare il più possibile il suolo povero dinutrienti queste piante cominciano a vegetare presto in primavera e si sviluppanofino a tardo autunno, crescendo anche a temperature prossime a 0 °C.Nell'ambiente di risorgiva inoltre tutte le piante di torbiera sono adattate ad un altogrado di luminosità (piante eliofile) in quanto nessun albero in grado di ombreggia-

re può sopravvivere nelle condizioni disaturazione idrica qui presenti.Si possono schematizzare due tipi princi-pali di torbiera: le torbiere basse e le tor-biere alte.Le torbiere basse si formano tramite l'a-zione dell'acqua della falda freatica nelledepressioni del terreno. Sono chiamatebasse perché la superficie della torbierasegue quella della falda affiorante ed èperciò orizzontale o leggermente conca-va. Le piante più frequenti nelle torbierebasse appartengono alle famiglie delle ciperacee, delle juncacee e delle gramina-cee, accompagnate da poche specie di muschi.Le torbiere alte invece si formano su terreni impermeabili in climi freschi e piovosiche alle nostre latitudini si riscontrano solo in ambiente montano. In queste torbie-re, che si originano da preesistenti zone umide, è presente un altro tipo di vegeta-zione, composta soprattutto dai muschi del genere Sphagnum. Questi muschi siaccumulano in cuscinetti che, crescendo, si sollevano rispetto alla falda. Col tempol'intera torbiera assume una forma di collinetta rialzata rispetto all'ambiente circo-stante, diventando appunto una torbiera alta. In questo caso la torbiera è bagnatasoltanto dall'acqua di pioggia, donde la necessità di un clima particolarmente fre-sco e umido per il mantenimento dell’habitat.Tutte le torbiere presenti nella pianura del Friuli Venezia Giulia sono delle torbieredi tipo basso, influenzate dalle acque di risorgiva che sono ricche di calcio e legger-mente alcaline e sono perciò chiamate torbiere basse alcaline.Oggi, la presenza di questo ambiente nel cuore della pianura padano-veneta, siapure con un'area molto ridotta rispetto ad un tempo, costituisce una rarità a livellonazionale ed un valore naturalistico notevole a livello europeo. Questo perché latorbiera bassa alcalina del Friuli ospita delle specie endemiche che sono il contri-buto della regione friulana alla biodiversità mondiale e pertanto ne rappresentanouna delle principali emergenze naturalistiche.In passato queste torbiere venivano regolarmente sfalciate e la vegetazione rac-colta veniva utilizzata come foraggio e come strame. Asportando la vegetazione sene impediva l'accumulo all'interno della torbiera, evitando così un eventuale interri-mento che era rallentato anche dall'abbondanza delle acque fluenti. Il suolo si manteneva così oligotrofico e l'ambiente luminoso, garantendo la soprav-vivenza delle specie endemiche tipiche della torbiera.Queste pratiche colturali sono progressivamente diminuite nel dopoguerra, per

D. Ota

D. Di Gallo

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scomparire definitivamente negli anni'70-'80. In concomitanza con questofenomeno, si è riscontrato negli ultimianni un abbassamento della falda freati-ca nella zona delle risorgive, certamentedovuto, oltre all'effetto delle bonifiche,all'aumento dei prelievi per usi agricoli,industriali, ecc. A questo si è accompa-gnato un generale aumento di nutrientinelle acque. L'azione combinata di questifattori ha provocato un interrimento delletorbiere, l'inizio dell'incespugliamento ela sparizione in molte località delle specie

più importanti.La specie più comune e più diffusa nella torbiera alcalina è il giunco nero (Schoenusnigricans) appartenente alla famiglia delle ciperacee. È una pianta poco appari-scente, fortemente cespitosa, tipica dei terreni oligotrofici, diffusa in tutta l'Europa.Oltre al giunco nero sono presenti nella torbiera altre piante poco appariscenti trale quali Carex davalliana, Carex panicea, Carex hostiana, Juncus subnodulosus,Molinia coerulea e Cladium mariscus.Nella torbiera non mancano però le note di colore che vengono date, soprattuttonel periodo che va da aprile ad ottobre, dalla fioritura di molte piante che hannogrande importanza dal punto di vista scientifico e conservazionistico.Tra le più importanti vi sono le specie endemiche delle risorgive, come Erucastrum

palustre, Armeria helodes, Centaurea forojuliensis, Euphrasia marchesettii e Seneciofontanicola.Nelle torbiere delle risorgive friulane crescono inoltre molte specie appartenenti adun altro gruppo di piante di notevole interesse scientifico: le specie microterme(chiamate anche “relitti glaciali”), cioè specie adattate a temperature basse, tipichedelle zone alpine o nord-europee, che possono permanere nelle pianure soltantograzie alle condizioni di freschezza create dall'ambiente delle acque rinascenti. Tra queste specie si possono ricordare in particolare, per le belle fioriture,Eriophorum latifolium, Pinguicula alpina, Primula farinosa, assieme a Tofieldia calycu-lata, Parnassia palustris e Drosera rotundifolia, una pianta carnivora già considerataestinta per la pianura padano-veneta che invece è qui ancora presente. In maggio e giugno spiccano nella torbiera anche le fioriture di diverse orchidee tracui Dactylorhiza majalis, Dactylorhiza incarnata, Orchis palustris, Orchis militaris non-ché, tra le più rare, Spiranthes aestivalis e Liparis loeselii, specie tipiche delle torbie-re basse ed oggi minacciate di estinzione a livello nazionale a causa della sparizio-ne degli ambienti umidi.Nelle torbiere alcaline delle risorgive è presente un'altra pianta molto rara: Anagallistenella, una primulacea di minuscole dimensioni, dai fusti striscianti e dai delicatifiori soffusi di rosa, che vegeta su tappeti di muschi vicini all'acqua o sui depositighiaioso-sabbiosi bagnati dall'acqua di falda. Certamente poco appariscente, ma di grande interesse botanico, è anche la sesle-ria delle paludi (Sesleria uliginosa), graminacea esclusiva delle torbiere, molto rara inItalia ed iscritta nella Lista rossa delle piante d'Italia.

Primula farinosa - D. Di Gallo

particolare di Schoenus nigricans - C. Blason

Eriophorum latifolium - E. Zanello

Schoenus nigricansè la specie più comune e diffusa nella

torbiera alcalina. Poco appariscente, è

alta fino a 40-60 cm e presenta foglie

giunchiformi di colore verde cupo.

Fiorisce da marzo a maggio con infio-

rescenze nerastre sormontate da una

resta appuntita. Se la torbiera non fiene sfalciata, l’ac-

cumulo delle foglie morte di questa

pianta, che si decompongono molto

lentamente, apporta alla torbiera un

caratteristico colore grigiastro.

Schoenus nigricans - G. Mainardis

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La prateria umidaLe praterie umide sono formazioni erbacee che si insedia-no sui terreni rialzati rispetto al livello della falda freatica eche pertanto sono allagati solo occasionalmente o risen-tono di fenomeni di imbibizione dovuti alla risalita percapillarità dell’acqua di falda. Le praterie umide delle risor-give sono ovunque caratterizzate dalla molinia (Moliniacoerulea), una graminacea cespitosa che può superare ilmetro di altezza e dalle evidenti infiorescenze violacee.Nelle risorgive essa vive in terreni più o meno torbosi, concontenuti di argilla molto variabili, a reazione da sub-acidaa neutra e generalmente con una scarsa disponibilità disostanze nutrienti (oligotrofia).Le praterie umide a molinia, chiamate anche molinieti, sono ricche di specie che neaccrescono non solo il valore naturalistico e scientifico, ma anche quello estetico-paesaggistico. Specie vistose dei prati a molinia sono Gladiolus palustris, Lysimachia

vulgaris, Gentiana pneumonanthe, Cirsium oleraceum,Serratula tinctoria, Allium suaveolens, Iris sibirica, affian-cate da specie meno appariscenti, caratteristiche diquesto ambiente come Plantago altissima, Scirpoidesholoschoenus, Valeriana dioica, Thalictrum lucidum,Laserpitium prutenicum, Potentilla erecta, Carex distans. Nelle aree meno umide del molinieto sono inoltre moltocomuni Genista tinctoria, Anthericum ramosum, Betonicaofficinalis, Succisa pratensis e Sanguisorba officinalis, especie che normalmente si ritrovano in prati da sfalciocome Lotus corniculatus, Dactylis glomerata e Prunellavulgaris.

Ad arricchire la composizione floristica dei molinieti planiziali contribuiscono anchemolte orchidee tra cui Epipactis palustris, Dactylorhiza incarnata, Platanthera bifolia,Gymnadenia conopsea, Gymnadenia odoratissima, Orchis mascula, Orchis morio,Serapias vomeracea.Una delle specie più tipiche dei molinieti è Gentiana pneumonanthe, il cui fusto, altofino a mezzo metro con piccole foglie opposte lineari, porta numerosi fiori. La carat-teristica corolla imbutiforme di colore blu rende ben visibile questa specie che fio-risce prevalentemente in tarda estate o inizio autunno. È inserita nella Lista rossadelle piante d'Italia come specie vulnerabile a causa della riduzione degli ambientiumidi. Un'altra pianta di interesse botanico, ben rappresentata nelle praterie umide delle

risorgive, elencata nella Lista rossa delle piante d'Italia è Allium suaveolens, che fio-risce da settembre ad ottobre formando rosei tappeti nei tratti più umidi del moli-nieto.Ulteriori specie di grande bellezza, che un tempo erano diffusissime nella pianurafriulana al punto da essere scelte dai Gortani (1905) per connotare la prateriaumida planiziale, sono Iris sibirica ed Hemerocallis lilio-asphodelus. Queste vistosespecie, che caratterizzavano gli aspetti più fertili dei prati umidi, insediati cioè susubstrati argillosi affrancati dalla falda freatica, nelle Risorgive friulane sono statepurtroppo quasi cancellate dai dissodamenti, anche se hanno trovato rifugio inpoche stazioni non rappresentative dell'habitat originario.Una sorte simile ha subito Cirsium canum, appariscente composita dai grossi capo-lini violacei e dalle enormi foglie basali che, seppur ancora discretamente rappre-sentata in altre zone della pianura friulana, presenta ormai poche stazioni nell'ha-bitat di risorgiva.La presenza della prateria umida a molinia in pianura costituisce un interessanteaspetto naturalistico. Si tratta infatti di un habitat raro in tutta la pianura padano-veneta e completamente scomparso da intere regioni. In Friuli Venezia Giulia i moli-nieti planiziali si sono mantenuti più a lungo che nelle rimanenti regioni del nord-Italia; anche durante l'epoca dei grandi dissodamenti seguiti alle bonifiche idrauli-che, i prati umidi hanno mantenuto un proprio ruolo nell'economia locale, comeproduttori di fieno e strame, fino a che si è conservata attiva una zootecnia familia-re diffusa. Con la contrazione e modernizzazione dell'allevamento, i molinieti sonostati quasi interamente convertiti ad arativi e pioppeti.Nei prati umidi superstiti, l'abbandono delle operazioni di sfalcio ha comportatouna dominanza sempre più spinta da parte della molinia. Infatti i cespi di questagraminacea se non sfalciati si accrescono elevandosi al di sopra del piano di cam-

Molinia coerulea - D. Ota

Orchis palustris - D. Di Gallo Epipactis palustris - D. Di Gallo Gymnadenia conopsea - G. Oriolo

Cirsium oleraceum - G. Mainardis

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La prateria asciutta All'aumentare del dislivello tra il piano di campagna ed il livello della falda freatica,molte delle specie tipiche degli habitat umidi lasciano il posto a specie più adatta-te a sopportare i periodi di carenza idrica che si verificano soprattutto in estate. Lepraterie umide pertanto sfumano, nei terreni più alti, in praterie definibili "asciutte";qui si mescolano alcune specie meno igrofile dei molinieti con piante tipiche deiprati dell'alta pianura e della zona pedemontana. Tra queste, una forte connotazio-ne all'ambiente è data da graminacee come Chrysopogon gryllus, Bromopsis erecta,Koeleria pyramidata e da leguminose come Trifolium montanum, Onobrychis arena-ria, Ononis spinosa, Anthyllis vulneraria, Dorycnium herbaceum. Queste prateriesono ormai molto limitate nell'area delle risorgive, in quanto questi terreni sonostati i primi ad essere dissodati dopo le bonifiche. Ne rimangono perciò pochiesempi, generalmente interclusi come paleo-terrazzamenti fluviali all'interno dellearee di torbiera. Questi terrazzamenti sono spesso costituiti da strati argillosi: inquesto caso si mantiene nella cenosi una forte componente di specie dei molinietie la presenza di Calluna vulgaris e Genista germanica segnala l'acidificazione delsuolo e l'evoluzione verso una sorta di brughiera. In altri casi i terrazzamenti sonocostituiti da materiali più grossolani, come ghiaie ciottolose e sabbie, ricoperti dastrati più o meno consistenti di sostanza organica: in questo caso predominanoinvece le specie dei prati aridi, accompagnate spesso da alcune piante igrofile chesi avvalgono per una precoce vegetazione dei piovosi periodi primaverili. Come tuttii prati magri del Friuli Venezia Giulia è molto elevata la presenza di specie a gravi-tazione illirica, provenienti cioè dalla porzione settentrionale della penisola balcani-ca.Tra le specie più tipiche dei prati asciutti nelle risorgive, possono essere ricordatiCirsium pannonicum, Filipendula vulgaris, Euphorbia verrucosa, Galium verum,Prunella laciniata, Prunella grandiflora e numerose orchidacee, tra le quali le più dif-fuse sono Orchis tridentata, Orchis morio, Anacamptis pyramidalis e Serapias vome-

Le orchideeLe orchidee sono note per i loro particolari fiori a

simmetria bilaterale, la cui forma è un adattamento per

favorire l'impollinazione da parte degli insetti. Uno dei petali,

chiamato labello, si è notevolmente modificato nella forma, nelle

dimensioni e nel colore. Il suo aspetto è la principale caratteristica da analiz-

zare per il riconoscimento di un'orchidea.

Le orchidee producono migliaia di semi da un solo fiore. Questi semi sono pic-

coli e senza riserve nutritive. Per germinare hanno bisogno di formare una

micorriza, cioè di entrare in simbiosi con un fungo endoparassita, che procura le

sostanze nutritive. Lo sviluppo del seme è molto lento e può richiedere diversi

anni.Le orchidee in Italia sono piante geofite, cioè piante la cui sopravvivenza durante

l'inverno è assicurata da organi sotterranei come i rizomi.

La possibilità di conservare abbondanti sostanze di riserva nei rizomi favorisce

una fioritura precoce che permette generalmente lo sviluppo della parte aerea

prima dello sfalcio o del pascolo.

La maggior parte delle specie europee vive in habitat aperti, spesso su terreni

poveri. Gli incolti sassosi, i pascoli magri e abbandonati, i pendii calcarei sono gli

ambienti più ricchi di orchidee. Anche in prati umidi e soleggiati, con condizioni

abbastanza costanti, come avviene in paludi e torbiere, si possono avere un buon

numero di specie. Negli ambienti delle Risorgive friulane le orchidee sono nume-

rose e frequenti: se ne contano almeno 18 specie.

Le orchidee sono minacciate dalla progressiva distruzione e modificazione dei

loro ambienti naturali (dissodamento dei prati, incespugliamento) ma l'antropiz-

zazione del territorio esplica anche effetti indiretti colpendo insetti e funghi

strettamente collegati al loro ciclo biologico.

Anche l'abbandono di pratiche agricole tradizionali come lo sfalcio ed il pascolo

comporta come conseguenza la riduzione delle superfici prative a causa del rim-

boschimento spontaneo, con effetti di drastico calo per molte specie.

Cirsium pannonicum - D. Di Gallo Ononis spinosa - D. Ota

pagna, riducendo lo spazio a disposizione delle altre specie, soffocandole con l'ac-cumulo di materiale vegetale e creando situazioni di ombreggiamento mal soppor-tate dalle piante amanti della luce, come le orchidee. Aumentano invece alcunespecie di grande taglia in grado di superare la molinia (Lythrum salicaria, Lysimachiavulgaris, Thalictrum lucidum). Ne consegue una riduzione nel numero delle specievegetali, in particolare di quelle più interessanti di taglia ridotta che vengono sosti-tuite dalle prime specie arbustive (soprattutto Frangula alnus).

Ophrys apifera - S. Zanini

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I boschi Storicamente l'ambiente di risorgiva eraun ambiente aperto, in cui gli alberi cre-scevano ai bordi dei corsi d'acqua, lungogli arginelli naturali o artificiali, nei filariche contornavano i caratteristici campichiusi. Esemplari isolati di quercia adorna-vano le praterie asciutte.Alcuni dei boschetti che attualmentesono presenti tra i prati umidi e le torbie-re sono in realtà rimboschimenti effettua-ti, soprattutto negli ultimi decenni, daiproprietari desiderosi di ottenere almenoun magro reddito dai loro terreni. In que-sti casi sono state utilizzate le speciearboree più disparate nei suoli relativa-mente asciutti, mentre nelle aree sotto-poste a lunga permanenza dell'acqua lapiantagione del platano ibrido si accom-pagna a quella dell'ontano nero. Neiboschetti di origine antropica presenti nella zona delle risorgive sono poche le spe-cie erbacee caratteristiche dei boschi planiziali, sostituite spesso da specie nitrofile,cioè amanti dell'azoto, poichè favorite dal tipo intensivo di gestione.In seguito all'interrimento di alcune zone umide, causato dall'abbassamento dellivello di falda e dall'abbandono degli sfalci, si sono sviluppati cespuglieti spontaneia salice cenerino (Salix cinerea) e frangola (Frangula alnus), cioè le specie arbustive ingrado di meglio sopportare l'inondazione dei suoli. Il salice cenerino, in particolare,

crea grovigli impenetrabili con i suoi caratteristici ramiche si dipartono orizzontalmente dalla base del tronco,determinando una densa copertura sotto la qualepoche specie erbacee possono vivere. In piccoli specchi d'acqua nelle zone meno dense delsaliceto è possibile però trovare la rara Hottonia palu-stris, una primulacea dal fusto e foglie sommersi che faemergere dall'acqua delicate pannocchie di bianchi fioriverticillati. Anche questa specie fa parte delle specieminacciate della flora italiana ed è inserita nella relativaLista rossa.In alcuni terreni torbosi da lungo tempo abbandonati si

sono invece evoluti dei veri e propri boschiigrofili, costituiti dall'ontano nero (Alnusglutinosa), la specie arborea più adattataagli asfittici terreni paludosi. Questa spe-cie è accompagnata dal salice cenerino eda alcuni arbusti tra i quali i più comunisono il pallon di maggio (Viburnum opu-lus), la sanguinella (Cornus sanguinea) e lospin cervino (Rhamnus catharticus). Tra le specie erbacee la più interessante èforse Thelypteris palustris, la tipica felcedelle paludi. Sono presenti anche specie appartenentialla vegetazione delle rogge, comeLythrum salicaria, Caltha palustris e Carexriparia.Lungo le rive dei numerosi corsi d'acquache solcano la zona delle risorgive si svi-luppano inoltre, generalmente su fascenon molto ampie, i boschi ripariali carat-

terizzati dal salice bianco (Salix alba) e dal pioppo nero (Populus nigra), che possonoraggiungere i 30 m d'altezza. Questi sono accompagnati da diversi salici a porta-mento generalmente arbustivo come il salice cenerino (Salix cinerea), il salice ripaio-lo (Salix elagnos) e il salice rosso (Salix purpurea). Alle specie arbustive già citate pre-cedentemente si possono aggiungere il sambuco (Sambucus nigra), la lantana(Viburnum lantana), il prugnolo (Prunus spinosa), il biancospino (Crataegus monogy-na), oltre a diverse specie sarmentose e rampicanti, come il rovo bluastro (Rubus cae-sius), il vilucchione (Calystegia saepium), il luppolo(Humulus lupulus), la dulcamara (Solanum dulcamara).Si possono inoltre ricordare esempi di giovani boschispontanei evolutisi a partire da alcuni prati abbandona-ti nel primo dopoguerra: nelle stazioni più umide la spe-cie predominante è la farnia (Quercus robur), accompa-gnata da olmo campestre (Ulmus minor), frassino ossi-fillo (Fraxinus angustifolia) e da ontano nero (Alnus glu-tinosa); si tratta di formazioni boscate di transizione coni querco-carpineti che un tempo ricoprivano vasteestensioni della pianura padano-veneta ed i cui resti sipossono ancora ammirare nella zona perilagunare.

Bosco di risorgiva - C. Blason

Hottonia palustris - L. Fogale Thelypteris palustris - S. Zanini

Farnia - D. Ota

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LA FLORA DELLE RISORGIVE FRIULANEPer la varietà degli habitat presenti anche su una superficie piuttosto ridotta, laflora di questa peculiare area è estremamente varia ed interessante, tenendo inconsiderazione l'elevato grado di antropizzazione delle pianure dell'Italia setten-trionale e la conseguente semplificazione del paesaggio vegetale.Per la posizione geografica dei siti, la storia geologica e le particolarità pedologichee climatiche degli ambienti si è determinata una ricchezza floristica che non hariscontri in zone umide similari.Uno dei caratteri più interessanti di tale flora è rappresentato dalla presenza dinumerose specie tipiche delle aree montane, che sono pervenute in queste areeplaniziali durante le glaciazioni e vi si sono mantenute grazie alla freschezza delclima garantita dall'affioramento di acque a temperatura costante. Questi "relittiglaciali" frequentano soprattutto le torbiere basse alcaline, come Pinguicula alpina,Parnassia palustris, Primula farinosa, Tofieldia calyculata, Carex davalliana,Eriophorum latifolium, ma alcune si sono adattate alle praterie umide, comeGentiana verna, Gentiana utriculosa, Gentianella pilosa, Gymnadenia odoratissima. Le vicende climatiche seguite alle ultime glaciazioni hanno anche contribuito alladifferenziazione in queste aree di diverse specie endemiche che rendono assoluta-mente peculiare la flora di queste torbiere. Armeria helodes, Erucastrum palustre,Euphrasia marchesettii, Centaurea forojuliensis si sono probabilmente differenziate,nell'immediato post-glaciale, in seguito all'isolamento ecologico dell'area concaratteristiche diverse da quelle delle pianure circostanti, soprattutto per i suoli piùfreschi, nettamente alcalini ed estremamente oligotrofi. La ricchezza floristica è inoltre incrementata da un contingente di specie a gravita-zione orientale come Plantago altissima, Allium suaveolens, e Thalictrum lucidum,caratteristiche delle praterie umide a Molinia, mentre non mancano specie a distri-buzione meridionale come Scirpoides holoschoenus e Orchis laxiflora.Pochi biotopi nelle Risorgive friulane ospitano complessivamente il 100 % dellapopolazione mondiale di Armeria helodes, specie di interesse comunitario priorita-

rio, e di Erucastrum palustre, nonché le principali popolazioni di Euphrasia marche-settii, tutte specie di Allegato II della Direttiva Habitat. Oltre alle specie endemiche, la flora dell'area annovera alcune tra le specie più raredella flora italiana: l'orchidea Liparis loeselii, specie di interesse comunitario, grave-mente minacciata in Italia, e Anagallis tenella, minuscola primulacea a distribuzioneatlantica quasi estinta sul territorio nazionale.Vi si trovano inoltre numerose altre specie in pericolo o comunque rare a livellonazionale a causa della forte contrazione degli ambienti umidi e delle modificazio-ni climatiche, tra le quali: Allium suaveolens, Baldellia ranunculoides, Cirsium canum,Gentiana pneumonanthe, Hippuris vulgaris, Hottonia palustris, Orchis palustris,Plantago altissima, Senecio paludosus, Senecio fontanicola, Sesleria uliginosa,Spiranthes aestivalis, Utricularia australis. Complessivamente l'area delle Risorgive friulane ospita ben 20 specie inserite nelLibro rosso delle piante d'Italia. Nelle pagine che seguono sono riportate in apposite schede le principali speciecitate.

IL LIBRO ROSSO delle piante d’Italia è un documentoredatto su base nazionale per il censi-mento delle specie a rischio di estinzione.Le Liste rosse adottano tradizionalmentei criteri definiti dall’Unione Mondiale perla Conservazione (IUCN), per definire ilrischio di estinzione delle specie. Per que-sto è necessario conoscere in dettagliol’areale della specie, la sua ecologia, lacapacità d’adattamento, il suo ruolo nellacomunità d’appartenenza.

La Direttiva 92/43/CEE denominata HABITAT mira a contribui-re alla conservazione della biodiversitànegli Stati membri dell'Unione europeadefinendo un quadro comune per laconservazione delle piante, degli anima-li selvatici e degli habitat di interessecomunitario. Gli allegati alla Direttiva stessa forni-scono indicazioni circa i tipi di habitat edi specie la cui conservazione richiede ladesignazione di zone speciali di conser-vazione.

Gladiolus palustris - G. Oriolo Iris sibirica - D. Di Gallo Hemerocallis lilio asphodello - S. Fabian Erucastrum palustre ed Armeria helodes - Archivio -

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Sono piante che integrano il proprio nutrimento,ottenuto tramite la fotosintesi, catturando e dige-rendo gli insetti. Queste piante si sono diffuse in ambienti moltopoveri di sostanze nutritizie, soprattutto di azoto efosforo necessari per la sintesi delle proteineimportanti per la crescita. Queste sostanze vengo-no appunto prelevate dai tessuti animali.Per procurarsi le sostanze nutritive le piante carni-vore hanno sviluppato delle trappole al centro dellefoglie per la cattura di insetti e altri piccoli inverte-brati. La digestione avviene mediante enzimi parti-colari contenuti in liquidi prodotti dalla pianta stes-sa. Le piante carnivore sono tutte piante con fiori,spesso vistosi e colorati, che devono essere impol-linati dagli stessi insetti; per impedire che gli inset-ti impollinatori vengano catturati, i fiori sono postiall'estremità di lunghi peduncoli lontani dalle trap-pole fogliari.

Con questo nome vengono indicate le piante che sisono adattate a vivere a temperature relativamen-te basse, che alle nostre latitudini sono tipiche dellearee montane. In pianura sono scese durante l'epo-ca delle glaciazioni. Dopo il ritiro dei ghiacci sono gradualmente scom-parse dalla pianura e hanno colonizzato i terreniliberati dai ghiacci lungo l'arco alpino. Alcune specie però sono riuscite a mantenersi negliambienti planiziali delle risorgive grazie alla fre-schezza degli habitat garantita dall'affioramentodelle acque sotterranee. Queste stazioni di pianurasono oggi isolate e disgiunte dall'area principale didistribuzione che attualmente si trova sulle Alpi onell'Europa centro-settentrionale. Visto che la loropresenza in pianura era legata alle glaciazioni sonoanche chiamate "relitti glaciali".

Una pianta è endemica quando è spontanea soltanto in una ristretta area geo-grafica. Nelle risorgive friulane sono presenti ben 5 specie endemiche cherendono l'area di un elevato valore naturalistico a livello europeo. Le piante endemiche delle risorgive si sono probabilmente originate nel periodoseguito all'ultima glaciazione (circa 10.000 anni fa) quando, dopo il ritiro deighiacciai, le popolazioni di alcune specie microterme si insediarono nell'ambientedelle torbiere di pianura anch'esse formatesi dopo il ritiro dei ghiacci. Qui, segre-gate ed isolate geneticamente dagli altri individui della loro specie ed in seguitoai notevoli cambiamenti climatici che portarono a profondi mutamenti ambien-tali, diedero origine alle nuove specie.Le specie endemiche delle risorgive crescono nelle torbiere basse alcaline in ter-reni saturi d'acqua, oligotrofici, ricchi in basi, a reazione neutra o debolmentealcalina, ricchi di calcio, dove vi è un forte accumulo di sostanza organica nondecomposta. Sono tutte specie eliofile, hanno cioè bisogno di luce e non soppor-tano l'ombreggiamento. Sono tutte piante considerate vulnerabili o minacciate diestinzione a causa delle modifiche ai loro habitat.

1. Armeria helodes - C. Francescato2. Erucastrum palustre -D. Ota3. Euphrasia marchesetti - D. Ota4. Centaurea forojuliensis - G. Oriolo5. Senecio fontanicola - G. Oriolo

LE PIANTE CARNIVORE

LE PIANTE ENDEMICHE LE SPECIE MICROTERME (O RELITTI GLACIALI)

1. 2.

3. 4. 5.

Gentiana verna - C. Francescato

Parnassia palustris - S. Zanini

Pinguicola alpina - D. Di Gallo

Drosera rotundifolia - S. Zanini

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Famiglia: LiliaceaeNome comune: aglio odorosoAltezza: 60-70 cmPeriodo di fioritura: settembre-ottobre

La specie è distribuita prevalentementenell'Europa sud-orientale, raggiungendoverso ovest la Francia, la Svizzera e laGermania. In Italia vive soprattutto nelleregioni della costa nord-adriatica, conalcune popolazioni che raggiungono ilPiemonte.

Questa bella specie di aglio selvatico si distingue dalle altre specie dello stessogenere per la presenza della tunica del bulbo poco o nulla sfibrata, gli stami chesuperano di poco in lunghezza i tepali ed il fusto fiorifero, alto fino 60-70 cm, cilin-drico anche sotto l'infiorescenza. Quest'ultima è di colore roseo, più o meno caricoa seconda delle località.La specie predilige le stazioni umide, anche temporaneamente allagate, sia su suolitorbosi che minerali, ma è in grado di sopportare disseccamenti estivi. In Italia è specie caratterizzante due tipologie vegetazionali: - in ambiente costiero, si ritrova nei molinieti delle depressioni retrodunali a Moliniacaerulea e M. arundinacea; - in ambiente da planiziale a basso montano, si trova nei molinieti mesofili a Moliniacaerulea su substrato sia minerale che torboso. Nell'area delle Risorgive friulane la specie è molto diffusa, formando veri tappetifioriti nei mesi di settembre-ottobre e sovrapponendo quasi precisamente la suadistribuzione a quella dell'associazione della prateria umida planiziale (Plantagini-Molinietum caeruleae), tanto nei siti più umidi, ai margini delle torbiere alcaline,spesso saturi anche nel periodo estivo, quanto sui terreni argillosi più distanti dallafalda freatica.

Allium suaveolens Jacq.

ALLEGATO II DIR. 92/43/CEE HABITAT

LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

S. ZaniniG. Bolognini

S. Zanini

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dall'acqua di falda. Questa piccola specie presenta fiorelliniche si sviluppano quasi a livello del suoloe che poi reclinano la corolla dopo l'im-pollinazione. Ciò rende assai difficile lasua dispersione poiché i semi cadono osono trasportati da alcuni insetti. Una sua interessante caratteristica peròè stata la capacità di ricolonizzare veloce-mente, attraverso i suoi numerosi stoloni,aree con substrato torboso, libere daconcorrenza. Durante i lavori di ripristino ambientale diun'area agricola nel biotopo di Virco, èemersa una lente torbosa che in brevetempo è stata coperta da un fitto tappeto di Anagallis tenella largo alcuni metri. La specie in seguito viene progressivamente sopraffatta da altre più adatte allaconcorrenza.

3130

È una pianta di minuscole dimensioni, dai fusti quadrangolari striscianti, spessoradicanti ai nodi, con foglioline opposte, subrotonde, brevemente picciolate, lunghe6-7-mm e con delicati fiori rosati con nervature più scure, che si dipartono versol'alto, dall'ascella delle foglie, su peduncoli lunghi 10-15 mm.Questa specie presenta un areale a distribuzione compatta prevalentementeatlantica, con stazioni progressivamente più isolate nell'Europa centrale e nelMediterraneo, dal livello del mare fino a circa 1.000 metri di quota. È legata a suoliumidi o saturi d'acqua, in stazioni aperte e luminose, sia su suoli torbosi che argil-losi o sabbiosi, spesso su tappeti di muschi.Tipica di un clima oceanico, la specie è evidentemente adatta a climi più freschi edumidi rispetto a quelli del bacino mediterraneo e di conseguenza in Italia è estre-mamente rara e molte delle stazioni note sono ormai estinte, rendendo Anagallisuna delle specie più a rischio della flora italiana. Nell'area delle Risorgive friulane la specie era nota per diverse stazioni che rappre-sentano il limite orientale della distribuzione italiana. Nonostante l'evidente decli-no della specie, alcune stazioni, evidentemente localizzate in siti particolarmenteadatti, sono sopravvissute a decenni di mancanza di sfalci, alcune su tappeti dimuschi vicini all'acqua, altre direttamente sui depositi ghiaioso-sabbiosi bagnati

Anagallis tenella L.

Famiglia: PrimulaceaeNome comune: centocchio palustreAltezza: cm 5Periodo di fioritura: giugno-luglio

Date le esigue dimensioni della specie, neinostri climi è certamente indispensabile,oltre alla protezione dei biotopi, l'esecu-zione di sfalci e l'asporto della biomassavegetale per garantire la luminositànecessaria.

ALLEGATO II DIR. 92/43/CEE HABITAT

LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

S. Zanini

S. Zanini

G. Oriolo

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La presenza di questa pianta nella bassa pianura friulana fu evidenziata fin dal1800, ma solo nel 1987 venne riconosciuta come specie autonoma in base a studisulle sue caratteristiche morfologiche svolti da Fabrizio Martini e Livio Poldinidell'Università di Trieste. Questa specie è infatti affine ad Armeria purpurea dellaBaviera e ad Armeria alpina, dalla quale probabilmente deriva. I delicati fiori di un tenue colore rosato, che appaiono dalla fine di aprile a giugno,sono portati su steli privi di foglie, mentre queste ultime, strettamente lineari e lun-ghe 5-10 cm, sono disposte in dense rosette basali, che contrastano nella torbieracon il loro colore pallido contro il verde cupo dei cespi di Schoenus nigricans.La specie vegeta esclusivamente nelle torbiere basse alcaline dell'associazioneErucastro-Schoenetum, su suoli torbosi saturati dalla falda freatica, ricca di calcio emagnesio. Nell'associazione vegetale la specie occupa una particolare nicchia eco-logica rappresentata dalla sommità dei cespi di Schoenus e Molinia, sottraendosicosì da un lato ai lunghi periodi di allagamento e dall'altro alla concorrenza eserci-tata dalle specie più robuste nei tratti meno umidi.Similmente ad Erucastrum palustre anche l'origine di Armeria helodes risale proba-bilmente al periodo postglaciale (circa 10.000 anni fa), quando con il progressivo

Armeria helodes Martini et Poldiniritirarsi verso nord delle specie microterme, rimasero negli ambienti umidi dellazona delle risorgive alcune popolazioni di Armeria alpina, qui giunte durante la fasedi espansione dei ghiacci. Queste popolazioni si trovarono pertanto isolate geneti-camente e svilupparono dei caratteri differenziali che portarono alla formazione diuna nuova specie endemica delle torbiere. Diffusa fino all'inizio del XX secolo su unareale compatto esteso oltre 6.000 ettari, dei quali probabilmente oltre 1.000erano adatti alla specie, sopravvive ora in sole sette località isolate tra loro, costi-tuite da pochi ettari ciascuna, per una superficie totale non superiore a 20 ettari ecirca 1000 individui complessivi.Le residue stazioni della specie, tutte comprese in siti di interesse comunitario (SIC)della Rete Natura 2000, sono ormai tutelate ed in gran parte già acquisite dallaRegione Friuli Venezia Giulia, ma il numero degli individui (censiti regolarmente dal2001) continua a decrescere, soprattutto a causa dell'abbassamento della faldafreatica e delle conseguenti modificazioni all'habitat. La specie, che è spiccatamente oligotrofa, eliofila e calcifila, non è infatti in grado dicolonizzare altri habitat e si dimostra incapace di sopportare la concorrenza al mini-mo cambiamento delle condizioni ecologiche originarie delle torbiere alcaline.

Famiglia: PlumbaginaceaeNome comune: spillone palustreAltezza: 40-50 cmPeriodo di fioritura: aprile-giugno

È il simbolo del biotopo Risorgive diFlambro in Comune di Talmassons.Caratterizza la tarda primavera delle tor-biere basse alcaline, suo habitat esclusivo.Molto diffusa in passato, ora la sua distri-buzione è limitata a sole poche stazioninelle Risorgive dello Stella.

ALLEGATO II DIR. 92/43/CEE HABITAT

LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

G. Bolognini D. Di Gallo D. Di Gallo

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È una composita che inizia a fiorire generalmente in agosto, prolungando non dirado la fioritura fino ad ottobre. Ha un fusto di colore rosso-violaceo, alto fino a 1metro, ramificato solo nella metà superiore con rami caratteristicamente esili ediverse foglie strettamente lanceolate-lineari, tipicamente arcuate a falce. Le foglie basali invece sono di maggiori dimensioni, leggermente carnose, con lun-ghi piccioli. La centaurea friulana ha un apparato radicale ben sviluppato con unrizoma principale da cui si diramano radici secondarie carnose All'interno del gruppo di Centaurea jacea, la specie è distinguibile facilmente per laforte riduzione della foglia, generalmente carattere tipico di piante adattate adambienti aridi, che in questa specie è probabilmente da correlare alla carenza dinutrienti dei suoli torbosi. La sua autonomia è stata definita solo negli ultimi decenni dal professor Poldini, mala sua indipendenza all'interno di questo gruppo molto critico è tuttora oggetto diconfronto fra i diversi botanici. Sicuramente la costanza di alcuni caratteri morfolo-gici, la sua sensibilità a precise condizioni ecologiche e il suo ridotto areale sottoli-neano la sua importanza conservazionistica.La specie, nell'area delle Risorgive friulane, vive nelle torbiere basse alcaline aSchoenus nigricans, condividendo l'habitat con altre specie endemiche come

Centaurea forojuliensis Poldini

Famiglia: AsteraceaeNome comune: centaurea friulanaAltezza: 50-90 cmPeriodo di fioritura: luglio-ottobre

Specie endemica della bassa pianura friu-lana, è stata descritta nel 1977 dal profes-sor Poldini da esemplari raccolti nella tor-biera Ribosa che pochi anni dopo è stataquasi completamente distrutta.

ALLEGATO II DIR. 92/43/CEE HABITAT

LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

G. Bolognini S. Zanini

Armeria helodes ed Erucastrum palustre. È presente anche nei prati umidi costierispecialmente nelle depressioni umide retrodunali. Anche questa specie sta subendo pesantemente l'effetto dell'abbassamento dellafalda freatica nelle torbiere e diverse popolazioni note per gli anni '80 e '90 sonoormai estinte. Le residue stazioni presentano pochi esemplari e sono nettamenteseparate da zone di agricoltura intensiva.

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Si tratta di un'orchidea piuttosto imponente, alta fino a 80 cm, con fusto robusto ecavo e numerose foglie di colore verde chiaro nella forma tipica, lanceolate e care-nate e terminanti in una punta leggermente ripiegata. Le foglie superiori superanola base dell'infiorescenza, che è densa, lunga fino a 15 cm, molto ricca di fiori (finoa 50 ) e dotata di brattee porporine robuste e più lunghe dei fiori. Questi ultimi sicaratterizzano per il labello intero o appena trilobato ed i lobi laterali eretti o ribat-tuti all'indietro.La specie è favorita da substrati da neutri a leggermente basici, sia torbosi cheminerali, fortemente umidi e aperti e si trova pertanto in prati umidi e paludosi etorbiere alcaline, dalla pianura fino a circa 2.000 m di quota.Nelle Risorgive friulane la specie è ancora presente in diversi siti, ma in forte regres-sione numerica a causa della cessazione delle attività di sfalcio nei terreni privati edell'abbassamento della falda freatica che ha accelerato l'incespugliamento didiverse stazioni. La specie occupa biotopi situati tra i terreni torbosi saturi d'acquaed i terrazzi argillosi ad una quota leggermente più alta, mai allagati, trovandosiquindi nell'associazione della torbiera bassa alcalina (Erucastro-Schoenetum) e nelprato umido a molinia (Plantagini-Molinietum). Come per molte orchidee le fioritu-re sono molto variabili di anno in anno.

Dactylorhiza incarnata (L.) Soò

Famiglia: OrchidaceaeNome comune: orchide palmataAltezza: 20-60 cmPeriodo di fioritura: maggio-giugno

È una specie dall'ampia distribuzioneeurasiatica, ben rappresentata nell'Europa centro-settentrionale, divenutasempre più rara nelle regioni mediterra-nee.

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RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

S. Zanini Foto archivio

Dactylorhiza majalis (Reichenbach) P. F. Hunt et Summerhayes

Famiglia: OrchidaceaeNome comune: orchide di maggioAltezza: 15-50 cmPeriodo di fioritura: maggio-luglio

La pianta è alta fino a 50 cm, con fustorobusto e cavo, violaceo nella parte supe-riore; le foglie sono distribuite lungo ilfusto, da lanceolate ad ovali, con evidentimacchie porporine sulla pagina superiore,ma talvolta anche senza, le superiori brat-teiformi.

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RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

È una specie estremamente variabile, che presenta evidenti variazioni morfologichetra popolazioni spesso descritte come entità (specie o sottospecie) a sè stanti, mai cui caratteri sfumano dall'una all'altra dimostrandone l'incompleta separazione,come confermato dalle recenti indagini genetiche. Nell'insieme la specie occupa ambienti aperti o con vegetazione bassa, su substra-ti più spesso neutro-alcalini, ma anche leggermente acidi, da umidi a completa-mente saturi, dalla pianura fino ad oltre 2.200 metri. Gli habitat preferenziali sono iprati molto umidi, le torbiere basse, le associazioni delle sorgenti e dei bordi deiruscelli, talvolta i canneti sufficientemente aperti. La specie ha una distribuzione incentrata sull'Europa centro-settentrionale, man-cando in ambiente mediterraneo. Le popolazioni planiziali delle Risorgive friulanesono per lo più riferite alla forma traunsteineri, (spesso riconosciuta come sotto-specie o buona specie), con fusto piuttosto stretto, poco compressibile e fogliestrette, quasi lineari, poco macchiate. Il loro habitat tipico è rappresentato dalla tor-biera bassa alcalina (Erucastro-Schoenetum), su suoli torbosi spesso saturi e talvol-ta allagati, spingendosi talvolta nell'associazione del prato umido di Molinia. Anchequesta specie dimostra un certo calo numerico, con sparizione di intere stazioni, acausa dell'abbassamento della falda acquifera e della conseguente modificazionedella vegetazione.

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te dalle bonifiche idrauliche. Le popolazioni delle Risorgive quindi, seppure moltoridotte in siti e numero di individui, rivestono un enorme interesse dal punto di vistaconservazionistico, sia per la quota sul livello del mare (10-30 metri s.l.m.), sia per lestazioni collocate in ambiente alcalino.

Questa piccola specie possiede esili foglie disposte in rosetta, con lamina rotonda-reniforme e peduncolo lungo circa 1,5 cm, dotate sulla pagina superiore di pelighiandolari rossastri, più lunghi vicino ai margini. Questi peli, chiamati tentacoli,portano all'apice una gocciolina di liquido appiccicoso. Gli insetti attirati dal suo scintillio ne restano invischiati. I tentacoli si piegano allo-ra lentamente assieme alla foglia richiudendo la preda stessa e cominciandone ladigestione. Il corpo dell'insetto rinsecchito viene successivamente spazzato via dalvento o dall'acqua e la foglia appassisce e viene sostituita da un'altra. Il fusto fiori-fero è alto 10-15 cm, privo di foglie e porta fino a 10-15 piccoli fiori bianchi.Dotata di un apparato radicale ridotto, la specie occupa habitat ricchi d'acqua, nonsoggetti a forti disseccamenti, direttamente sulla torba nuda o su tappeti di muschio sfagni. La specie è caratteristica delle torbiere acide, dal livello del mare fino a2.000 metri. È però presente anche nelle torbiere alcaline delle Risorgive friulane,dove vegeta epifiticamente sui cespi di Schoenus nigricans e Molinia caerulea che sielevano al di sopra del livello massimo raggiunto dall'acqua di falda calcarea e pre-sentano un pH decisamente più basso rispetto al resto della torbiera. Questa pic-cola pianta carnivora in Italia è distribuita quasi esclusivamente in ambiente colli-nare e montano, essendo le stazioni di pianura state quasi completamente distrut-

Drosera rotundifolia L.

Famiglia: DroseraceaeNome comune: rosolia a foglie tondeAltezza: 10-15 cmPeriodo di fioritura: giugno-agosto

È forse la più nota tra un gruppo di piante,definite carnivore, dotate di particolariadattamenti per la vita sui substrati tor-bosi, nei quali l'azoto ed il fosforo, i princi-pali elementi nutritivi, sono scarsamentedisponibili.

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SPECIE CARNIVORA

G. Bolognini

S. Zanini

D. Di Gallo

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risorgenza della falda freatica, la specie è stata utilizzata da Poldini per individuarel'associazione Erucastro-Schoenetum nigricantis.L'areale complessivo di questa specie, stimato in 375 ettari verso la fine degli anni'60 ed in 140 ettari nel 1987, si è drasticamente ridotto ad un'area complessiva-mente non superiore ai 30 ettari e sembra in ulteriore contrazione. Se fino agli anni'80 il calo era dovuto sostanzialmente alla distruzione dell'habitat per i dissoda-menti e la realizzazione di peschiere, negli ultimi venti anni, dopo la tutela dei siti, siè verificata la sparizione di intere stazioni per la modifica delle condizioni ecologi-che. La specie è presente attualmente in 10 piccolissime stazioni, distribuite in settediversi comuni e senza alcun collegamento ecologico tra loro in quanto separate dazone coltivate intensivamente. Nel complesso sopravvivono circa 3000 individuicon una forte concentrazione presso Gonars, dove si è sviluppata una vasta popo-lazione dal carattere effimero.Come per Armeria helodes, il numero limitato degli individui rimasti, la frammenta-zione delle stazioni ed il declino degli habitat favorevoli alla specie, rendonoErucastrum palustre una specie a forte rischio di estinzione in natura nell'immedia-to futuro.

Specie endemica delle torbiere alcaline della pianura friulana, è stata descrittacome entità autonoma fin dal 1855, dal naturalista Giulio Andrea Pirona, con ladenominazione di Brassica palustris. Come per Armeria helodes, con cui condivide l'habitat preferenziale, si tratta di unaspecie di origine recente, differenziatasi in seguito agli eventi geologici e climaticiche hanno determinato la creazione delle torbiere alcaline planiziali e la loro segre-gazione rispetto alle aree circostanti.Fiorisce in maggio nei punti più umidi delle torbiere, con abbondanti infiorescenzedi un giallo vivace. I fiori sono composti da 4 petali disposti a croce, caratteristicidella famiglia delle brassicacee, alla quale l'erucastro appartiene. I frutti, chiamatisilique, lunghi fino a 5 cm, sono simili ad un legume, ma hanno un setto interno chesepara le due file di semi. Possiede foglie spatolate, lobate, carnosette disposte inrosetta basale e lungo il fusto. Generalmente non supera i 100 cm di altezza anche se gli esemplari più vecchi elussureggianti possono raggiungere e superare i 150 cm. La specie era un tempocomunissima (certamente almeno fino alla II guerra mondiale) nell'intera area delleRisorgive friulane, caratterizzando in particolare gli aspetti più igrofili della torbierabassa alcalina. Per questa correlazione con l'habitat più caratteristico creato dalla

Erucastrum palustre (Pir.) Vis.

Famiglia: BrassicaceaeNome comune: erucastro delle risorgiveo cavolo di paludeAltezza: 60-100 cmPeriodo di fioritura: aprile-giugno

Tra tutte le specie delle torbiere alcalinefriulane è quella che più ha sofferto negliultimi anni per l'abbassamento della faldafreatica e corre un reale pericolo di estin-zione.

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SPECIE CARNIVORA

G. Bolognini S. ZaniniG. Oriolo

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È una pianta alta fino a 20-25 cm, dai piccoli fiori bianchi screziati di violetto che fio-risce a fine estate, da agosto ad ottobre, formando delle nuvole biancastre nelleparti più aperte e luminose delle torbiere.Specie caratteristica delle torbiere alcaline (associazione Erucastro-Schoenetumnell'area delle risorgive) e delle stazioni più igrofile ed aperte delle praterie a moli-nia della costa, della pianura e della fascia collinare. È l'unica specie annuale tra le piante della torbiera alcalina: compie infatti tutto ilciclo vegetativo nell'arco di poche settimane, producendo una grande quantità dipiccolissimi semi, ai quali è affidata la perpetuazione della specie. La specie è per-tanto legata ad habitat aperti e luminosi e tollera male l'accumulo di sostanzevegetali morte e l'incespugliamento.Nelle attuali condizioni, il fattore fondamentale per la sua sopravvivenza appare lanecessità di sfalci almeno periodici con asporto della biomassa vegetale per garan-tire gli spazi e la luminosità necessaria allo sviluppo delle plantule. La specie è infat-ti sparita completamente da diverse stazioni, tanto in pianura che in collina, a causadella mancanza degli sfalci o almeno degli incendi che periodicamente vi venivanoeffettuati.La specie peraltro, a differenza delle altre endemiche delle torbiere, sembra in

Euphrasia marchesettii Wettst.

Famiglia: ScrophulariaceaeNome comune: eufrasia di MarchesettiAltezza: 10-35 cmPeriodo di fioritura: giugno-settembre

Scoperta alla fine del 1800 nelle paludicostiere del Lisert, nei pressi diMonfalcone, è una specie endemica chepresenta la maggior parte del proprioareale in Friuli Venezia Giulia e Venetoorientale.

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ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

grado di riprendersi, sia pure con fluttuazioni numeriche tipiche delle specie annua-li, nelle stazioni dove siano ripristinate condizioni adatte.

G. Bolognini D. Di Gallo

G. Oriolo D. Ota

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Difficilmente confondibile con altre specie del suo genere, questa genziana sidistingue per il fusto cilindrico sottile, privo di ramificazioni o poco ramificato nellazona dell'infiorescenza, alto fino a 50-80 cm, con foglie opposte, sessili, lanceolato-lineari e spesso leggermente arcuate, lunghe fino a 4-5 cm. I fiori sono portati subrevi peduncoli nella parte apicale del fusto in numero variabile, a seconda dell'etàe delle dimensione dell'individuo, da 1-3 a oltre 20, sono di colore blu intenso, lun-ghi 3-5 cm con strisce interne verdastre. Necessita di terreni umidi, evoluti, ma abbastanza drenanti, senza preferenze per ilsubstrato (torboso o minerale); predilige suoli neutri o leggermente acidi, in areecompletamente aperte o leggermente ombreggiate. La specie è abbastanza longe-va ed è in grado di mantenersi piuttosto a lungo anche in prati non gestiti, senzaperaltro poter ringiovanire le popolazioni. In Italia questa genziana occupa tipica-mente le praterie a Molinia, da quelle costiere a Molinia caerulea e arundinacea aquelle collinari-montane a Molinia caerulea. Nell’ area delle Risorgive friulane si è mantenuta in diverse stazioni, ai margini delletorbiere alcaline, nelle aree a substrato torboso, spesso con suolo saturo d’acqua,ma quasi mai allagato, quale componente caratteristica dell'associazionePlantagini-Molinietum.

Gentiana pneumonanthe L.

Famiglia: GentianaceaeNome comune: genziana mettimborsaAltezza: 50-80 cmPeriodo di fioritura: luglio-ottobre

Appariscente specie a distribuzione euro-sibirica, è caratteristica dei prati torbosi edelle brughiere umide, fino a 1.500 metridi quota.

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ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

G. Bolognini D. Ota

Questa genziana era un tempo molto diffusa in varie aree d’Europa ma ha subitouna forte contrazione dell’areale e delle popolazioni presenti a causa della scom-parsa dei prati umidi, suo habitat elettivo.

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Tra le piante più note delle praterie alpine, apprezzata anche dai profani per la bel-lezza cangiante del colore del fiore, così difficile da rendere fotograficamente, costi-tuisce uno dei tesori floristici delle Risorgive friulane. A differenza degli altri relittiglaciali qui presenti (Primula farinosa, Parnassia palustris, Eriophorum latifolium,ecc.), legati ad habitat più o meno igrofili anche in ambiente alpino, questa specieoccupa generalmente sui monti praterie calcaree da montane ad alpine piuttostosecche e nelle poche stazioni planiziali rimaste vegeta in condizioni mediamenteumide, con vegetazione assimilabile al prato di Molinia.La specie possiede una sorta di rosetta basale costituita in realtà da coppie di foglieopposte di diversa dimensione ed un piccolo fusto fiorifero, alto 5-10 cm, dotato difoglie opposte sempre più strette verso l'alto, con un unico fiore terminale di 2-2,5cm di diametro, i petali sono di un intenso colore azzurro. Questa genziana nell'area delle risorgive ha mostrato un continuo calo delle popo-lazioni negli ultimi decenni, dapprima a causa della distruzione dei biotopi, ma piùrecentemente anche a causa delle condizioni climatiche verificatesi nell'area a par-tire dagli anni '90, con picchi termici e lunghi periodi siccitosi durante la stagionevegetativa, che evidentemente si addicono sempre meno a questo relitto glaciale.

Gentiana verna L.

Famiglia: GentianaceaeNome comune: genziana primaticciaAltezza: 5-10 cmPeriodo di fioritura: marzo-aprile

Questa piccola genziana colora i prati all'i-nizio della primavera e per questo è dettaprimaticcia. La sua colorazione blu incon-fondibile è generalmente rara fra le specievegetali. In particolari annate presentaanche delle fioriture tardo autunnali per losfasamento del ciclo fiorale.

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SPECIE CARNIVORA

C. Francescato

S. Fabian

S. Zanini

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È una specie dalla vistosa infiorescenza costituita da una spiga unilaterale, legger-mente zigzagante, di fiori purpurei lunghi 3-4 cm, che può raggiungere 50-60 cm dialtezza negli esemplari più vecchi. Questo gladiolo è distribuito nei paesidell'Europa centrale in prati e pascoli fino a 1.500 metri di quota. Non si tratta, non-ostante il nome attribuitogli, di una pianta palustre in senso stretto, ma piuttostolegata ai suoli calcarei, ricchi d'humus, umidi e inondati in primavera e progressiva-mente disseccati in estate. In pianura fiorisce dalla fine di maggio a giugno.In Friuli questo gladiolo è ampiamente diffuso nelle praterie umide a Molinia dellaregione planiziale e collinare, nonché in diverse associazioni vegetali riferite allepraterie più asciutte con forte carattere illirico. Si può osservare dalla pianura allafascia montana, in situazioni comunque caratterizzate da buona disponibilità idricanel periodo di fioritura, raggiungendo la massima frequenza nell'associazioneGladiolo-Molinietum arundinaceae.Nell'area delle Risorgive friulane la specie è ben rappresentata nel prato umido,purchè non sottoposto ad allagamento, che sembra eliminare la specie stessa,nonché nei piccoli esempi di prato asciutto sopravvissuti ai dissodamenti. In queste aree le popolazioni non mostrano declino numerico ma anzi si possonoosservare fioriture molto ricche.

Gladiolus palustris Gaudin

Famiglia: IridaceaeNome comune: gladiolo palustreAltezza: 30-60 cmPeriodo di fioritura: maggio-giugno

Il nome della specie deriva da "gladio",corta spada utilizzata come arma dairomani. La forma delle foglie lineari connervature parallele, slanciate, acuminateall’apice ricorda infatti la lama di un coltel-lo o di una spada.

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SPECIE CARNIVORA

G. Oriolo

S. Zanini

G. Bolognini

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Specie inconfondibile, dai vistosi fiori blu di 10 cm di larghezza che si sviluppano inampi cespi, in Italia trova il proprio habitat soprattutto nei prati umidi di collina ebassa montagna, ma in Friuli era un tempo diffusissima anche nella bassa pianura,fino al litorale adriatico. La specie era talmente comune da essere individuata, all'i-nizio del '900, come specie guida dell'associazione dei prati umidi su terreni argillo-si che si trovavano intercalati alle torbiere nell'area delle Risorgive e costituivanouna fascia attorno alla Laguna di Marano. Tali terreni, saturi di acqua o addiritturaallagati per lunghi periodi dell'anno, ma sottoposti alla siccità estiva, venivano rite-nuti agronomicamente non adatti a colture produttive, conservandosi pertantocome prati da sfalcio fino al XX secolo.Rivelatasi in realtà di buona fertilità questa tipologia di prato, con l’avvento dellameccanizzazione, è stata quasi completamente distrutta dalla bonifiche e nerimangono, oltre alle testimonianze dei naturalisti, solo frammenti di limitatissimaestensione. L'associazione vegetale di riferimento è il molinieto della pianura friula-no-veneta (Plantagini-Molinietum) ed in particolare le facies più asciutte ed eutro-fiche di transizione verso il Selino-Molinietum. La specie vegeta indifferentementesu suoli torbosi o su suoli minerali e beneficia degli sfalci tardivi (tardo estivi), untempo praticati nell'area.

Iris sibirica L.

Famiglia: IridaceaeNome comune: giaggiolo siberianoAltezza: 50-80 cmPeriodo di fioritura: maggio-giugno

Specie vistosa i cui grandi fiori blu sonoportati su fusti cilindrici, cavi e privi difoglie nel tratto terminale. Le foglie basali sono larghe pochi millime-tri, mentre le spate (bratte verdi) sono lar-ghe fino a 7 cm.

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SPECIE CARNIVORA

G. Bolognini

G. Oriolo

G. Oriolo

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È una piccola orchidea che non può essere confusa con nessun’altra specie euro-pea. Alta generalmente 10-20 cm, questa specie poco appariscente e difficile danotare si distingue per due foglie opposte ovali-lanceolate che avvolgono la basedel fusto e piccoli fiori giallo-verdastri, con il labello tipicamente in posizione verti-cale, che ne occupano la parte terminale.La specie è legata a substrati da alcalini a neutri, nelle torbiere alcaline e negli sta-gni retrodunali, a quote variabili tra 0 e 900 metri. Di comportamento pioniero,come molte orchidacee, tende a sparire con l'evoluzione della vegetazione versohabitat più chiusi e con il disseccamento del suolo.Come altre specie delle torbiere alcaline, vegeta spesso epifiticamente sui muschial limite della zona periodicamente allagata. Estremamente rara in Italia e conpopolazioni esigue, la specie presentava nell'area delle risorgive, fino agli anni '90,due stazioni costituite da pochi individui, una delle quali riconfermata di recenteanche a seguito degli sfalci effettuati. Con la ripresa della gestione delle torbiere,abbandonata per oltre trenta anni, si spera di poter ammirare nuovamente l'orchi-dea, come verificatosi in simili esperienze centro-europee.

Liparis loeselii (L.) L. C. M. Richard

Famiglia: OrchidaceaeNome comune: liparide di LoeselAltezza: 10-20 cmPeriodo di fioritura: maggio-giugno

Distribuita nell'Europa centro-meridionalefino alla Turchia, la specie mostra ovunqueun drastico declino delle popolazioni per ladistruzione degli habitat e localmente acausa dell'abbassamento della falda freati-ca.

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SPECIE CARNIVORA

S. Toffolutti D. Di Gallo

Orchis palustris Jacquin

Presente soltanto in alcune regioni italiane ed in modo localizzato, la specie hasubito una forte riduzione dei propri biotopi, aggravata inoltre dagli effetti dell'ab-bassamento delle falde acquifere. Distribuita dall'Europa centrale e mediterraneafino all'Africa settentrionale ed al vicino Oriente, in Italia questa orchidea occupa lebassure retrodunali, stagni costieri anche salmastri, prati molto umidi e torbierealcaline.Alta fino a 60-70 cm e caratteristica per le foglie lineari-lanceolate, carenate edarcuate, si distingue dalla congenere O. laxiflora per l'infiorescenza apparentemen-te più densa per la minore distanza dei fiori dal fusto, per il colore dei fiori più chia-ro, per i lobi laterali del labello non riflessi e più piccoli di quello centrale, quest'ulti-mo sempre con piccole macchie porporine. Nell'area delle risorgive la specie contava ancora diverse piccole stazioni, occupan-do le zone più umide, spesso allagate, della torbiera alcalina (ass. Erucastro-Schoenetum), in vicarianza geografica con la classica associazione centro-europeaOrchio-Schoenetum. Nonostante la tutela garantita alle ultime stazioni, tutte all'in-terno dei S.I.C., la specie ha subito negli ultimi anni un brusco decremento numeri-co a causa dell'abbassamento della falda idrica e della mancanza di gestione dei

Famiglia: OrchidaceaeNome comune: orchide di paludeAltezza: 60-70 cmPeriodo di fioritura: maggio

Legata ad alcuni specifici ambienti umidiplaniziali, questa specie è tra le più rare eminacciate orchidee della flora italiana, eanche nell’area delle risorgive è oggi assaidifficile osservarla.

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SPECIE CARNIVORA

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Questa piccola pianta carnivora è ampiamente diffusa sulle montagne europee,nonché nell'area settentrionale del continente e dell'Asia. Chiamata anche erbaunta, possiede sulla superficie superiore delle foglie delle minuscole ghiandole cheproducono una sostanza vischiosa ed adesiva che dona un aspetto grasso allefoglie. Quando un insetto vi resta incollato, il bordo della foglia si piega leggermen-te e trattiene i liquidi digestivi che vengono prodotti da particolari peli.Il fusto fiorifero, privo di foglie e dotato di peli ghiandolari, è alto 5-15 cm e portaun solo fiore bianco, con due macchie gialle sul labbro inferiore ed uno speroneconico. La specie è presente in diverse associazioni vegetali, generalmente ma nonesclusivamente su substrati calcarei, caratterizzati dalla buona disponibilità idrica edalla vegetazione bassa: torbiere alcaline, prati umidi, habitat sorgentizi e stillici-diosi, bordi di ruscelli, pascoli alpini pionieri fino a 2.500-2.600 m di quota.Di grande interesse naturalistico è la sua presenza nella zona delle torbiere dellerisorgive, a pochi metri di quota ed a pochi chilometri dal mare Adriatico, quale relit-to delle vegetazioni alpine discese nelle pianure durante il periodo glaciale. Tra i relitti glaciali presenti nelle torbiere delle Risorgive friulane, sembra quello piùin grado di sopportare le attuali modificazioni climatiche.

Pinguicula alpina L.

Famiglia: LentibulariaceaeNome comune: pinguicola - erba untaAltezza: 5-15 cmPeriodo di fioritura: aprile-maggio

Il nome pinguicola deriva dal latino esignifica grasso, un chiaro riferimentoall’aspetto un pò carnoso ed oleoso dellesue foglioline. Quando la pianta non è fiorita appare pic-cola e difficile da notare fra gli steli e i ciuf-fi d’erba dei prati umidi in cui vive.

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SPECIE CARNIVORA

Plantago altissima L.

Famiglia: PlantaginaceaeNome comune: piantaggine palustreAltezza: 50-90 cmPeriodo di fioritura: maggio-luglio

Come molte altre specie igrofile propriedell'ambiente planiziale, la specie haperso, per distruzione dei biotopi, la mag-gior parte del proprio areale ed è pertantoinserita nella Lista rossa delle pianted'Italia e di molte regioni.

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LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

Questa specie a distribuzione sud-est europea, in Italia raggiunge il limite nordoc-cidentale del proprio areale, spingendosi fino alla regione pannonica. Si distinguefacilmente dalla più comune P. lanceolata per il rizoma quasi orizzontale, con radicisecondarie relativamente grosse, per le foglie, tutte basali, glabre e lucide, lunghefino a 40-45 cm, con una seghettatura rada ma evidente, nonché per lo scapo fio-rifero alto fino a 1 metro, fortemente solcato e con la grossa spiga cilindrica, lungafino a 6 cm. Il suo habitat è costituito dalle praterie umide planiziali, soprattutto su substratiminerali, ma anche torbosi, spesso soggetti a disseccamento estivo, nonché le pra-terie costiere salmastre. Condivide spesso l'habitat con Allium suaveolens, nei moli-nieti retrodunali a Molinia caerulea e arundinacea e nei molinieti mesofili a Moliniacaerulea. In Italia è presente soprattutto lungo la costa adriatica e sporadica nellapianura padana. Nelle Risorgive friulane la specie è ancora relativamente diffusa ecaratterizza il molinieto dei suoli oligotrofici (Plantagini altissimae-Molinietum cae-ruleae), accompagnandosi regolarmente alla presenza di Molinia caerulea, con l'e-sclusione però dei suoli lungamente allagati.

G. OrioloD. Di Gallo

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È una specie diffusa nelle zone montuose ed artiche in prati umidi e torbosi, fino a2700 metri di quota. Inconfondibile tra le specie italiane del genere, possiede fogliein rosette basali, leggermente coriacee, di colore bianco sulla pagina inferiore efusti fioriferi che in ambiente planiziale possono raggiungere i 50 cm di altezza,rispetto ai 20 cm raggiunti in montagna.La sua presenza in pianura a pochi metri di livello sul mare costituisce un fatto inu-suale, perchè la particolarità dell'habitat, ricco di acque e povero di elementi nutri-tivi, consente alla specie di sopravvivere alla concorrenza delle più vigorose piantedi pianura.La specie caratterizza gli aspetti meno umidi delle torbiere basse, dove il terreno ègeneralmente saturo d'acqua, ma l'allagamento è solo temporaneo e non sono rari,soprattutto durante l'estate, periodi con il suolo asciutto. In queste stazioni la spe-cie condivide l'habitat con altri relitti glaciali come Pinguicula e Parnassia. Questohabitat si caratterizza per il terreno molto povero, costituito da uno strato torbosodi spessore variabile direttamente sovrapposto a ghiaie e sabbie che non consentela vita a specie di grande taglia. La primula necessita però di luce garantita da sfal-ci periodici, perché in caso contrario viene sopraffatta ed eliminata dall'accumulodella biomassa rilasciata da Schoenus e Molinia.

Primula farinosa L.

Famiglia: PrimulaceaeNome comune: primula farinosaAltezza: 8-40 cmPeriodo di fioritura: aprile-maggio

Nell'area delle risorgive la specie eramolto comune, fino in tempi recenti, per lanotevole presenza di torbiere basse rego-larmente sfalciate e le sue estese fioritureprimaverili costituivano l'elemento carat-terizzante del territorio.

ALLEGATO II DIR. 92/43/CEE HABITAT

LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

G. Bolognini

M. Zamò

S. ZaniniS. Zanini

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e dell'anfiteatro morenico, ad unaquota variabile da 10 a 300 metris.l.m. Strettamente legata all'abbondanzadi acque calcaree ed oligotrofe, laspecie occupa, spesso crescendo tra icespi di Schoenus e di Molinia, le areepiù umide delle torbiere, allagategeneralmente per parecchi mesiall'anno dall'acqua affiorante. Data la similarità delle necessità ecologiche, condivide l'habitat con Armeria helodesed Erucastrum palustre e come queste si presenta in poche popolazioni fortemen-te frammentate e distanti fra di loro. La specie è quindi da ritenersi fortemente minacciata poiché è contemporanea-mente endemica, stenoecia ed esclusiva di habitat molto ridotti e in degradazione.

5958

Senecio fontanicola è una specie descritta solo di recente. Per molto tempo, infatti,per l'area delle risorgive friulane era indicato come Senecio doria, specie tipica dellearee palustri e torbose con distribuzione centro e sud europea ed areale piuttostoarticolato (ad esempio con alcune disgiunzione in Sicilia e in Sardegna). Solo nel 1994 uno studio di dettaglio su questo gruppo di seneci ha permesso ladistinzione di una nuova entità endemica delle Alpi sudorientali. Essa si caratterizza da S. doria sia per le foglie più strette e un numero minore dicapolini sia per una fioritura anticipata di quasi un mese (maggio). Si tratta di una specie perenne appartenente alla famiglia delle asteracee, alta finoad 1 metro, con foglie in rosetta basale di colore verde scuro, semipersistenti,oblungo spatolate che diventano lineari lungo il fusto. Le foglie sono anche parzial-mente carnose. Le infiorescenze, piuttosto allungate, sono caratterizzate da pochifiori ligulati di colore giallo vivace e da fiori tubulosi centrali, con una tonalità leg-germente più scura. Il "locus classicus" è situato in alcune torbiere della Carinzia meridionale. La specieha un areale ristretto alla Carinzia e alla pianura veneto friulana. In realtà è proba-bile una sua presenza anche lungo il rimanente margine delle Alpi fino al Bresciano. In Friuli la specie vegeta esclusivamente nelle torbiere basse alcaline della pianura

Senecio fontanicola Grulich et Hodalova

Famiglia: AsteraceaeNome comune: senecione delle sorgentiAltezza: 50-100 cmPeriodo di fioritura: maggio-settembre

Questa asteracea sub endemica, dai fiorigialli e dalle foglie grandi e carnose arric-chisce di giallo alcune torbiere nella sta-gione primaverile. Le sue foglie carnoseinvece sono visibili fino all’inizio dell’au-tunno.

ALLEGATO II DIR. 92/43/CEE HABITAT

LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

D. Ota

S. Zanini

G. OrioloG. Oriolo

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nano periodi di allagamento a periodidi disseccamento, nonché praterieumide e torbiere alcaline su suoli tor-bosi, generalmente ricchi di basi, dovela sua presenza è condizionata daltipo di gestione. Gli individui adulti, grazie anche alledimensioni elevate, possono svilup-parsi in molinieti, cariceti e canneti infase senescente o nei boschetti igro-fili.Nelle Risorgive friulane questo bel senecio è presente in numerose piccole stazioni,generalmente nei tratti di cladieto in via di interrimento, soggetti a sfalci occasio-nali, in situazioni idriche comparabili alla torbiera bassa a Schoenus, ma maggior-mente eutrofiche. L'isolamento delle sue popolazioni e il legame con habitat palu-stri lo rendono una specie a rischio in tutto il suo areale.

6160

S. ZaniniG. Oriolo G. Oriolo

G. Oriolo

Questa vistosa specie perenne appartiene alla famiglia delle asteracee e può rag-giungere un'altezza anche di 2 metri. Presenta un'infiorescenza lassa, composta da capolini (fino a 3 cm di diametro), confoglie che spariscono progressivamente con la fioritura. Le popolazioni locali appar-tengono alla sottospecie angustifolius, con foglie caulinari lineari-lanceolate, larghecirca 1 cm, abbraccianti il fusto, seghettate con denti rivolti verso l'apice, general-mente lisce sulla pagina superiore e biancastre per peli ragnatelosi in quella infe-riore. Questa specie presenta un vasto areale euro siberiano, spesso con presenze pun-tiformi e disgiunzioni. In Italia è esclusivo della Pianura padana e delle vallate alpi-ne, ma spesso scomparso a causa della progressiva distruzione del suo habitat. InFriuli è presente lungo la fascia costiera, la bassa pianura e l'area delle colline more-niche.La specie predilige ambienti planiziali e collinari ed è in grado di vegetare su suolisia torbosi che minerali da leggermente acidi ad alcalini. È in grado di sopportarel'allagamento basale anche per diversi mesi all'anno e può tollerare anche una certapresenza di nutrienti nell'acqua. La specie occupa tipicamente due tipologie di sta-zioni: bordi di laghi, di stagni, di rogge e di grandi fiumi delle pianure, dove si alter-

Famiglia: AsteraceaeNome comune: senecione palustreAltezza: 100-200 cmPeriodo di fioritura: maggio-giugno

È una specie eurosibirica, distribuitadall'Europa centrale all'Asia occidentaleche, per quanto non minacciata a livellocontinentale, è in declino numerico inmolti paesi europei, soprattutto al margi-ne dell'areale.

ALLEGATO II DIR. 92/43/CEE HABITAT

LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

Senecio paludosus L.

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È un'esile orchidea alta 10-30 cm, con foglie basali lanceolate-lineari, convolute, dicolore verde chiaro, molto più brevi del fusto fiorifero che porta foglioline progres-sivamente più piccole e che non raggiungono l'infiorescenza. I caratteristici piccolifiori bianchi (7-8 mm) sono disposti orizzontalmente e a spirale ed emanano undelicato profumo soprattutto nelle ore serali.Distribuita nell'Europa atlantica e mediterranea, dall'Inghilterra alla Grecia edall'Asia minore, dal livello del mare fino a circa 1200-1400 metri di quota. La specieè caratteristica delle associazioni della torbiera bassa alcalina (alleanza Cariciondavallianae), ma può essere ritrovata anche in ambiente sorgivo o ai bordi di ruscel-li. Questa piccola orchidea è in generale declino in tutto il suo areale, per la distru-zione degli habitat e per la sensibilità all'eutrofizzazione, all'abbassamento dellefalde ed alla mancanza di gestione degli habitat.In Friuli la specie era ben rappresentata, nell'ambiente adatto, fino a poche decinedi anni fa, soprattutto nell'area delle Risorgive e nell'anfiteatro morenico delTagliamento, ma il recente abbassamento delle falde e la mancanza generalizzatadegli sfalci nelle torbiere alcaline rimaste l'hanno portata sulla soglia dell'estinzio-ne sul territorio regionale.

Spiranthes aestivalis (Poir.) Rich.

Famiglia: OrchidaceaeNome comune: viticcini estiviAltezza: 10-30 cmPeriodo di fioritura:

La specie necessita di habitat umidi, suffi-cientemente aperti e poveri di sostanzenutritive, da leggermente acidi a neutri.

ALLEGATO II DIR. 92/43/CEE HABITAT

LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

S. Zanini

Si tratta di una specie dalle foglie lineari caratterizzate dalla lamina inferiore ceru-lea e dalla spiga con numerosi fiori poco vistosi riuniti in una struttura lineare. Lasua fioritura primaverile caratterizza le torbiere ancora in fase di riposo, successiva-mente questa graminacea diventa difficilmente osservabile fra gli intricati cespi diMolinia, Schoenus e Cladium da cui si distingue per le foglie ricoperte di cerositàazzurrognole.È una specie tipica delle torbiere montane su suoli preferibilmente acidi ma chenella pianura friulana si spinge in tutta la fascia delle risorgive e raggiunge quasi ilmare presso Aquileia. Si può osservare in tutti i biotopi caratterizzati dalla torbieraalcalina, dove i suoi cespi azzurrognoli si mescolano a quelli di Schoenus.Essa è infatti strettamente legata alla torbiera bassa alcalina e ad alcuni lembi dimolinieti particolarmente umidi. La forte contrazione dell'habitat, il suo abbandono e la diminuita disponibilità idri-ca ne hanno reso sempre più rara la presenza. D'altro canto la gestione tramitedecespugliamenti e sfalci favorisce una veloce ripresa di questa specie che trovanelle cotiche meno compatte l'habitat ideale per vegetare e fiorire.

Sesleria uliginosa Opiz.

Famiglia: PoaceaeNome comune: sesleria delle paludiAltezza: 20-40 cmPeriodo di fioritura: aprile-maggio

Questa graminacea ha un areale che rico-pre il centro e il nord Europa e le stazionifriulane sono probabilmente quelle piùmeridionali della sua distribuzione.

ALLEGATO II DIR. 92/43/CEE HABITAT

LISTA ROSSA NAZIONALE

LISTA ROSSA REGIONALE

ENDEMISMO

RELITTO GLACIALE

SPECIE CARNIVORA

C. Francescato

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LE MINACCE AGLI AMBIENTI DI RISORGIVAAbbassamento della falda freaticaLa principale minaccia alla conservazione degli habitat è rappresentata dall'abbassamentodella falda freatica. Questo abbassamento diventa di anno in anno più evidente ed è dovu-to a diverse cause. Alcune di queste sono antropiche, come il drenaggio idraulico della pia-nura e l'aumentato prelievo per motivi agricoli, industriali e civili, altre sono naturali come ilcalo delle precipitazioni riscontrato nell'ultimo decennio sul Friuli.La falda più bassa crea condizioni sempre meno adatte alle piante tipiche delle torbierealcaline, perché causa la mineralizzazione della torba, aumentando il contenuto nutritivo deisuoli e favorendo di conseguenza l’ingresso di specie dei prati umidi più eutrofiche.

Mancanza di gestioneL'abbassamento della falda acquifera è aggravato dalla mancanza di gestione degli habitat.Le torbiere alcaline sono state regolarmente sfalciate, generalmente una volta all'anno, finoagli anni '60-'70, quando esistevano molte piccole aziende zootecniche. Ora i terreni in proprietà privata non sono più sfalciati da decenni e le norme vietano anchel'incendio periodico che contribuiva a mantenere aperti gli habitat. Di conseguenza la vege-tazione si modifica velocemente, poche specie più produttive prendono il sopravvento, eli-minando quelle più rare che hanno bisogno assoluto di luce, spazio ed acqua. Dopo alcuni anni senza sfalci o incendi cominciano ad insediarsi specie legnose, soprattut-to arbusti, come Frangula alnus e Salix cinerea, che in tempi brevi rendono le trasformazioniquasi irreversibili.

D. Ota C. Blason

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Ricorrenti siccitàAlla diminuzione della piovosità media veri-ficatasi nell'ultimo decennio, si aggiungono,su base quasi annuale, episodi di siccità pro-lungata, anche superiori a due mesi. Questiepisodi disseccano completamente, anchea causa delle elevatissime temperature chericorrono da alcuni anni, le torbiere alcaline,producendo mineralizzazione della sostanzaorganica ed addirittura la scomparsa dellespecie igrofile, in particolare impedendo larigenerazione delle popolazioni.

Eccessiva frammentazione degli habitatI frammenti di habitat naturale sono di limi-tatissima estensione (da 2 a 20 ettari cia-scuno) e quindi poco resilienti verso feno-meni negativi di carattere fisico o chimico,nonché separati da barriere ecologicheinsormontabili per le popolazioni delle spe-cie a rischio. Le dimensioni ridotte dellepopolazioni di molte specie endemiche e/odi interesse comunitario stanno riducendo-ne la variabilità genetica e quindi le capaci-tà di risposta alle sollecitazioni ambientali.

Eutrofizzazione delle acqueLa torbiera alcalina del Friuli deve le sue caratteristiche e la presenza delle tipiche piante allapeculiarità dell'acqua della falda che impregna per tutto l'anno gli strati torbosi poggiantidirettamente sui livelli ghiaiosi e ciottolosi. È l’acqua alcalina, ricca di calcio, priva però di nutrienti come azoto e fosforo, che determinaun habitat molto oligotrofico.La presenza di campi intensivamente coltivati e piantagioni di pioppo confinanti con le tor-biere ed addirittura la presenza di boschetti ai margini delle stesse possono causareaumenti nella concentrazione di azoto e fosforo, in grado di determinare la sparizione diintere stazioni delle specie endemiche oligotrofiche.

Foto archivio

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Flambro, Torbiera Selvote e Paludi del Corno.All'interno di questi siti, gli ultimi lembi del sistema delle Risorgive friulane con ilreticolo idrico, le torbiere, i prati umidi ed i boschi palustri della pianura friulanacostituiscono ora un patrimonio di eccezionale valore ambientale, che presentaspecie uniche al mondo, espressamente tutelato dall'Unione europea.Questi ambienti soffrono però di problemi comuni a molte zone umide: l'estremaframmentazione degli habitat, l'abbassamento della falda freatica, l'eutrofizzazio-ne, l'abbandono delle vecchie pratiche gestionali che ne compromettono la funzio-nalità ed il mantenimento della biodiversità.Il progetto LIFE si pone pertanto l'obiettivo di salvaguardare gli ultimi lembi di que-sti habitat anche attraverso la mitigazione di alcune fonti di pressione; l'amplia-mento ed il miglioramento degli habitat naturali di interesse comunitario, la crea-zione di corridoi ecologici tramite l'acquisizione ed il ripristino di terreni agricoli, laripresa delle attività gestionali (sfalci, decespugliamenti) nei terreni abbandonati, lacreazione di un vivaio delle specie vegetali autoctone, ed in particolare di quelle diinteresse conservazionistico. Tutte queste azioni nel loro complesso permetteran-no una salvaguardia ed un miglioramento dell'intero sistema di risorgiva.Con il progetto, una delle più importanti realizzazioni in campo conservazionisticomai realizzate in Italia, sono in corso di acquisizione 52 ettari di terreni di interessenaturalistico o da ripristinare, saranno eliminati oltre 8000 metri di fossi di drenag-gio, si provvederà a gestire attività volte al mantenimento o al miglioramento dellabiodiversità per circa 140 ettari; la biodiversità sarà migliorata anche attraverso lapiantumazione di migliaia di esemplari di specie floristiche di interesse conserva-zionistico e la produzione di seme per molte specie autoctone per i ripristiniambientali. I Comuni partner del progetto, curano le attività di informazione e sensibilizzazionerivolta al pubblico tramite l'organizzazione di visite naturalistiche, serate tematiche,un concorso fotografico ed attività di educazione ambientale rivolta non solo allescuole, ma anche agli adulti. Con tale progetto è stato inoltre realizzato un sito webper la massima divulgazione dell'iniziativa (www.lifefriulifens.it), ed è inoltre in corsodi produzione un documentario per la diffusione delle tecniche di miglioramento e

Mappatura vegetazione - G. VicarioVisita guidata - G. VicarioVisita guidata - G. Vicario

IL PROGETTO LIFE “CONSERVAZIONE E RIPRISTINO DI PALUDI CALCAREE IN

FRIULI” (LIFE06NAT/IT/000060)In ambito regionale sono stati realizzati e sono tuttora in corso di realizzazione pro-getti di varia natura mirati a valorizzare, tutelare e conservare le aree umide delleRisorgive friulane con gli habitat e le specie che in essi vivono.Il progetto LIFE attualmente in corso ha l'obiettivo di conservare gli ultimi fram-menti del sistema di torbiere alcaline della pianura friulana, aumentare a medio ter-mine la superficie di tali habitat attraverso la ricostruzione di nuove porzioni di habi-tat, conservare le esistenti popolazioni delle specie botaniche tipiche delle torbierealcaline ed incrementarne il loro numero. Esso completa ed amplia un precedenteprogetto LIFE che aveva coinvolto i biotopi delle Risorgive di Virco e di Flambro. L’attuale progetto è realizzato dall'Amministrazione regionale con i Comuni diBertiolo, Castions di Strada, Gonars e Talmassons ed è localizzato nei tre Siti diImportanza Comunitaria (SIC): Risorgive dello Stella, Palude Selvote e Paludi diGonars che includono i biotopi naturali regionali Risorgive di Virco, Risorgive di

Che cos'è un SIC È un Sito di Interesse Comunitario che perle sue caratteristiche di habitat, di flora e difauna è considerato di interesse a livelloeuropeo. Al suo interno deve essere garantita la con-servazione degli habitat e delle specie. La norma di riferimento è la Direttiva comu-nitaria "Habitat" (Dir. 92/43/CEE).

Che cos'è un biotopo Un biotopo è un'area di limitata estensioneterritoriale caratterizzata da emergenzenaturalistiche di grande interesse e che cor-rono il rischio di distruzione e scomparsa.Le attività che possono essere svolte al suointerno sono descritte in un apposito rego-lamento e la norma di riferimento è la Leggeregionale 42/1996.

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L’attività del vivaioIl progetto LIFE prevede la gestione ed il potenziamento di un esistente vivaiogestito dal Servizio tutela ambienti naturali e fauna allo scopo di produrre diretta-mente tutto il materiale riproduttivo da utilizzare nei ripristini previsti dal progetto. Il seme utilizzato nel vivaio è raccolto direttamente, con le dovute cautele per nondepauperare la banca semi locale, negli habitat dei SIC della pianura friulana. L'attività è distinta in due filoni: la produzione di piantine in contenitore per il suc-cessivo trapianto in situ e la produzione di seme per l'utilizzo diretto sui terreniopportunamente preparati.Sono prodotte come piantine in contenitore tutte le specie rare e di interesse con-servazionistico, (Direttiva 92/43/CEE, Lista rossa nazionale, Lista rossa regionale) etutte le specie di particolare difficoltà nella germinazione o lentezza nell'accresci-mento che necessitano di diverse stagioni (fino a 3-4) per giungere alla fioritura efruttificazione (es. Iris, Gladiolus, Gentiana, Leucojum, ecc). In linea di massima sonoinotre prodotte in contenitore tutte le specie della torbiera alcalina in grado di inse-diarsi sui substrati primitivi oligotrofici creati dagli scavi per l'asporto del topsoil ealcune specie caratteristiche, vistose e colorate (es. Iris sibirica, Hemerocallis lilio-asphodelus, Primula farinosa), che contribuiscono a dare immediata riconoscibilitàagli habitat ripristinati.Sono coltivate per la produzione di seme soprattutto le specie dei prati umidi chehanno dimostrato, in precedenti progetti, buone capacità di attecchimento e capa-cità concorrenziali quando usate direttamente sul terreno. Tale seme integreràquello raccolto direttamente, sui prati più asciutti, con l'utilizzo della mietitrebbia-trice. Sono inoltre coltivate, per la produzione di seme, 32 specie in parcelle speri-mentali che saranno ampliate con la prosecuzione dell'attività.Il vivaio ha sede presso la proprietà regionale Volpares, in Comune di Palazzolo delloStella, a pochi chilometri dall'area del progetto. Attualmente è costituito da dueserre, due tunnel per l' ambientamento delle piantine prima del trapianto e 15.000mq di parcelle.

Parcelle - L. TavernaFioritura in serra - C. BlasonSemenzai - L. Taverna

Rimodellamenti morfologici - C. Blason

Sfalci - C. Blason Miglioramenti boschivi - C. Blason

Trapianti - C. Blason Monitoraggi della vegetazione - C. Blason

Chiusura scoline- D. Ota

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Le strutture ancora conservate del mulino saranno recuperate con precisi e curatiinterventi di ristrutturazione e di ricalibratura edilizia mentre le antiche macine eattrezzature del mulino saranno recuperate e rese funzionati, per scopi dimostrati-vi, attraverso interventi di recupero e conservativi.Il Mulino sarà poi attrezzato con allestimenti espostivi-scenografici e attrezzaturefinalizzate all'apprendimento e conoscenza dell'attività molitoria e delle peculiaritànaturalistiche dell'area del SIC e dei biotopi in esso compresa.Il tutto viene ad assumere una connotazione di assoluta integrazione con il territo-rio circostante, diventandone di fatto il centro operativo, sia per quanto riguarda lagestione diretta delle attività di recupero e mantenimento delle aree ad alto valorenaturalistico, sia come centro catalizzatore di proposte di cultura del rispettoambientale e dello sviluppo turistico sostenibile.A conclusione dell'intervento, ma in particolare con la realizzazione di azioni finaliz-zate alla didattica, l’avvio di attività per la sperimentazione naturalistica e la crea-zione di locali per l'accoglienza del visitatore si auspica che l’iniziativa possa dare unsignificativo impulso alla realtà locale integrando le iniziative di gestione e fruizio-ne del patrimonio ambientale, storico e culturale promosse dalle Amministrazionicoinvolte.

Tramoggia al primo piano - S. Cavan

Mulino (lato est) dopo la ristrutturazione - S. Cavan

Macine - S. Cavan

Mulino prima della ristrutturazione - S. Cavan

Il Mulino BraidaNell'ambito delle azioni di tutela e valorizzazione ambientale promosse nella zonadelle Risorgive, ed attuate dalla Regione con l’importante sostegno finanziariodell’Unione Europea, si è provveduto al recupero e ristrutturazione di un anticomulino ad acqua presente in zona al fine di adibirlo a struttura fissa di fruizione delpatrimonio naturalistico e ad attività interconnesse alla conservazione e valorizza-zione dei beni storico-ambientali presenti sul territorio. Il complesso immobiliare,sito nel comune di Talmassons, è attualmente di proprietà regionale.L'edificio principale, identificato come Mulino Braida (o Magrini, dal nome del pre-cedente proprietario, oppure di Flambro, dal nome della località) è un antico opifi-cio di notevole pregio ambientale e architettonico soprattutto per la parte pretta-mente molitoria.Collocato nel territorio tra il Fiume Stella ed il Torrente Cormor, il cosiddetto MulinoBraida è un esemplare significativo dei tanti mulini ad acqua presenti in zona. Di fatto, l'acqua ha rappresentato una ricchezza inestimabile nella bassa friulana,sia per l'irrigazione che per l'utilizzo della sua forza motoria in applicazioni meccani-che. I mulini sono un esito importante nella storia della tecnica, perché dall'annomille in poi hanno comportato una rivoluzione nelle modalità del lavoro umano, per-mettendo un rapporto estremamente vantaggioso fra fatica fisica e quantità diprodotto. Infatti, se nel mondo antico la forza lavoro era inesauribile, perché basa-ta sul principio di assoggettamento e schiavitù delle popolazioni vinte, il migliora-mento tecnico dei mulini (insieme ad altre note innovazioni…) permise la "rinascitadell'anno Mille" dopo i secoli di transizione fra decadenza romana ed inizio delMedio Evo, segnando l'avvio di una fase di espansione nella storia europea. Maanche nei secoli più difficili (VIII - IX - X), i mulini segnavano il territorio con la loropresenza capillare, fondamentale per le attività di lavorazione dei cereali.L'intervento previsto è in avanzata fase di realizzazione ed ha lo scopo di riportareil mulino alla sua funzionalità, ovviamente a scopo ambientale, storiografico e turi-stico-didattico.

Lato ovest del Mulino - foto archivio 1977

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Aumentare la conoscenza delleRisorgive friulane sensibilizzando lapopolazione, e in particolar modo igiovani al valore e alla conservazionedelle Risorgive, affinchè ci si impegniper garantire un futuro sostenibile.

Produrre individui, allevati ex-situ, delleprincipali specie di interesse comuni-tario a rischio di estinzione e delle piùimportanti specie floristiche che carat-terizzano le torbiere alcaline e i pratiumidi, da utilizzare nelle operazioni diripristino di habitat.

Produrre seme, da coltivazioni ex-situ,delle specie locali delle torbiere alcali-ne dei prati umidi da utilizzare nelleoperazioni di ripristino di habitat.

Migliorare, attraverso interventi spe-cifici ed adatta gestione, le condizioniecologiche generali degli habitat alfine di favorire la conservazione e l'au-mento delle popolazioni floristiche.

A. Rocco

L. Taverna

C. Blason

G. Vicario

GLI OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO LIFE

Proteggere, mantenere e migliorare labiodiversità negli habitat abbandona-ti, attraverso l'acquisizione di aree e lareintroduzione di idonea gestione perfrenare l'incespugliamento.

Connettere alcune esistenti torbierealcaline attraverso l'acquisizione diterreni agricoli e la ricostruzione dihabitat naturali, anche al fine di crea-re unità funzionali di dimensioni suffi-cienti a giustificare interventi sulsistema idrografico.

Creare, attraverso il ripristino di terre-ni agricoli, delle fasce tampone tra glihabitat naturali di maggiore impor-tanza e l'agricoltura intensiva.

Riconnettere alcune esistenti popola-zioni delle specie endemiche di inte-resse comunitario (Erucastrum palu-stre, Armeria helodes) e realizzare, tra-mite opportuni interventi, nuove sta-zioni adatte alla reintroduzione diindividui di tali specie allevati ex-situ.

Foto archivio

C. Blason

Foto archivio

D. Ota

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Leucojum aestivum - S. Fabian

Papaver rhoeas - S. Fabian

Leontopodium alpinumR. Corrado

Lilium martagon - D. Di Gallo

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ALLEGATO A - Flora spontanea di interesse comunitario compresa nell'allegato II e IV dellaDirettiva 92/43/CEE Habitat

ANGIOSPERME nome comuneAdenophora lilifolia L. Ledeb. Ex A.DC Campanelle celesti o Campanella odorosa All. IIArmeria helodes Martini e Poldini Armeria delle paludi o spillone PrioritariaBrassica glabrescens Poldini Cavolo friulano All. IICampanula zoysii Wulfen Campanula di Zois All. IICampanula morettiana Rchb. Campanula di Moretti All. IVCentaurea kartschiana Scop. Fiordaliso del Carso All. IICrambe tataria Sebeók Crambio di Tataria All. IICypripedium calceolus L. Pianella della Madonna - Scarpetta di Venere All. IIEleocharis carniolica Koch Giunchina della Carniola All. IIErucastrum palustre (Pirona) Vis. Erucastro delle risorgive o cavolo di palude All. IIEryngium alpinum L. Calcatreppola alpina o Regina delle Alpi All. IIEuphrasia marchesettii Wettst. Eufrasia di Marchesetti All. IIGenista holopetala (Fleischm ex Koch) Bald. Ginestra dei ghiaioni All. IIGladiolus palustris Gaudin Gladiolo palustre All. IIHimantoglossum adriaticum H. Baumann Barbone All. IILiparis loeselii (L.) Rich. Liparide All. IIMoehringia tommasinii Marches. Moehringia di Tommasini All. IIPaeonia officinalis subsp. banatica (Rochel) Soó Peonia selvatica sottospecie Banatica All. IIPhysoplexis comosa (L.) Schur. Raponzolo di roccia All. IVSalicornia veneta Pignatti & Lausi Salicornia veneta PrioritariaSpiranthes aestivalis (Poir.) Rich. Viticcini estivi All. IVStipa veneta Moraldo Lino delle fate Prioritaria

BRIOFITEBuxbaumia viridis All. IIDicranum viride All. IIMannia triandra All. II

LA NORMATIVA REGIONALE In Friuli Venezia Giulia la conservazione della biodiversità e la tutela delle specie rareviene garantita dalla legge regionale 23 aprile 2007, n. 9 “Norme in materia di risor-se forestali”.Attraverso il Regolamento D.P.reg. 20 marzo 2009, n. 74, si dà attuazione alle dis-posizioni in materia di tutela della flora erbacea ed arbustiva e della fauna. Di seguito vengono riportati gli allegati che includono specie vegetali tutelate adiversi livelli o per le quali vi sono delle deroghe rispetto alla norma generale. Per le specie vegetali non elencate nel regolamento è possibile raccogliere 10 stelifioriferi, per persona e al giorno.

Centaurea kartschiana - G. Oriolo Campanula zoysii - D. Di Gallo

Brassica glabrescens - G. Oriolo

Stipa veneta - G. Oriolo

Allium ursinum - S. Fabian

Pulsatilla montana - S. Fabian

Lilium carniolicum- D. Ota

SPECIE NON RACCOGLIBILI

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ALLEGATO E - Flora di interesse regionale raccoglibile selettivamente dagli aventi titoloa. Digitalis grandiflora Miller (Digitale grande gialla) b. Gentiana lutea L. (Genziana maggiore)c. Iris sibirica L. (Giaggiolo di palude)d. Leontopodium alpinum Cass. (Stella alpina)e. Lilium bulbiferum L. (Giglio rosso) f. Lilium martagon L. (Giglio martagone)g. Paradisea liliastrum (L.) Bertol. (Liliastro)

ALLEGATO D - Flora raccoglibile fino alla quantità di 3 Kg per persona e per giornoa. Chenopodium spp. (Farinaccio selvatico) b. Hippophae rhamnoides L. (Olivello spinoso)c. Rosa canina (aggr.) (Rosa selvatica)d. Rubus idaeus L. (Lampone)e. Rubus fruticosus (aggr.) (Mora di rovo)f. Silene vulgaris (Moench) Garcke s.l. (Bobbolini, Strigoli)g. Taraxacum officinale (aggr.) (Dente di Leone) h. Urtica dioica L. (Ortica)i. Sambucus nigra L. (Sambuco nero)

ALLEGATO C - Flora raccoglibile fino alla quantità di 1 Kg per persona e per giornoa. Allium ursinum L. subsp. ursinum (Aglio orsino)b. Arnica montana L. subsp. montana (Arnica)c. Aruncus vulgaris Rafin (Barba di capra) d. Asparagus officinalis L. subsp. officinalis, A. acutifolius L., A. tenuifolius Lam. (Asparago sel

vatico)e. Cicerbita alpina (L.) Wallr. (Lattuga alpina)f. Equisetum spp. (Equiseto o Coda cavallina)g. Fragaria spp. (Fragola)h. Galium odoratum (L.) Scop. (Stellina odorosa, Caglio odoroso)i. Galium mollugo (aggr.) (Caglio bianco) j. Humulus lupulus L. (Luppolo) k. Melissa officinalis L. (Melissa)l. Mentha spp. L. (Menta) m. Nasturtium officinale R.Br. subsp. officinale (Crescione)n. Origanum vulgare L. (Origano)o. Papaver rhoeas L. (Papavero) p. Ruscus aculeatus L. (Pungitopo)q. Ruta divaricata Ten. (Ruta)r. Symphytum officinale L. (Consolida maggiore)s. Tamus communis L. (Tamaro) t. Tragopogon pratensis L. (Barba di becco)u. Vaccinium vitis - idaea L. (Mirtillo rosso)v. Vaccinium myrtillus L. (Mirtillo nero)w. Valerianella olitoria L. Poll. (Gallinelle, lattughini)

ALLEGATO B - Flora di interesse regionale a) Artemisia genipi Weber (Genepy maschio)b) Artemisia nitida Bertol. (Assenzio lucido)c) Asphodelus albus Mill. (Asfodelo) d) Baldellia ranunculoides (L.) Parl. (Mestolaccia minore)e) Centaurea forojulensis Poldini (Centaurea friulana, Fiordaliso friulano)f) Cortusa matthioli L. (Cortusa di Matthioli)g) Daphne alpina L. (Dafne alpina)h) Daphne blagayana Freyer (Dafne blagaiana)i) Digitalis spp. (Digitale, tutte le specie) j) Fritillaria orientalis Adams in F.Weber & D. Mohr (Fritillaria minore, Meleagrine minore)k) Gentiana froelichii Jan ex Rchb. (Genziana cerulea)l) Gentiana lutea L. (Genziana maggiore)m) Gentiana pneumonanthe L. subsp. pneumonanthe (Genziana mettimborsa)n) Geranium argenteum L. (Geranio argenteo)o) Hemerocallis lilioasphodelus L. (Giglio dorato)p) Iris cengialti Ambrosi ex A. Kern. subsp. illyrica (Asch. & Graebn.) Poldini (Iride celeste, Giaggiolo)q) Iris sibirica L. (Giaggiolo di palude)r) Hottonia palustris L. (Hottonia palustre; Erba scopina)s) Leontopodium alpinum Cass. (Stella alpina)t) Leucojum aestivum L. (Campanelle maggiori; cipolline)u) Lilium bulbiferum L. (Giglio rosso) v) Lilium carniolicum Bern. Ex Koch (Giglio arancione)w) Lilium martagon L. (Giglio martagone)x) Limonium spp (tutte le specie di Limonio)y) Narcissus radiiflorus Salisb. (Narciso)z) Nuphar lutea (L.) Sm. (Nannufero)aa) Nymphaea alba L. (Ninfea bianca)bb) Orchidaceae Lindl. (incl. Cypripediaceae Juss.), tutte le specie (orchidee)cc) Paeonia spp. (tutte le Peonie)dd) Paradisea liliastrum (L.) Bertol. (Liliastro)ee) Pedicularis spp. (tutte le specie di pedicolare)ff) Pinguicula poldinii J.Steiger & Casper (Pinguicola di Poldini; Erba-unta di Poldini)gg) Potentilla palustris (L.) Scop. (Cinquefoglia delle paludi)hh) Primula auricula L. (Moretti) Lüdi (Orecchia d' orso)ii) Primula tyrolensis Schott (Primula tirolese)jj) Primula wulfeniana Schott subsp. wulfeniana (Primula di Wulfen)kk) Pulsatilla montana (Hoppe) Rchb. subsp. montana (Anemone montana)ll) Ranunculus lingua L. (Ranuncolo delle canne; R. d'acqua) mm) Stemmacantha rhapontica subsp. rhapontica (L.) Dittrich (Fiordaliso rapontico)nn) Trachomitum venetum (L.) Woodson subsp. venetum (Apocino veneziano)oo) Trapa natans L. (Castagna d'acqua)pp) Wulfenia carinthiaca Jacq. (Wulfenia)

SPECIE NON RACCOGLIBILI

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Depliant illustrativi dei quattro biotopi interessati dalProgetto Life e prima newsletter di presentazione del progetto,seguirà una seconda newsletter sull’avanzamento del progetto ed unaconclusiva sui risultati.

Raccolta di 40 schede didattiche rivolte agli insegnanti che voglio-no approfondire le tematiche naturalistiche delle Risorgive friula-ne. La raccolta si completa di un opuscolo dedicato ai ragazzi. Sono dispo-nibili anche dei poster dedicati ad habitat e flora, fauna e avifauna delle Risorgive friulane.

Realizzazione: Direzione centrale risorse agricole, naturali e forestaliServizio tutela ambienti naturali e faunaVia Sabbadini, 31 - 33100 UDINE - 2010tel. 0432 555290 fax 0432 555757e-mail: [email protected]

Testi: Daniele De Luca, Giuseppe OrioloFoto di copertina: Stefano ZaniniRealizzazione grafica: Elena MissioCollaborazioni: Carlo Blason, Sergio Cavan, Elena Missio, Damijana Ota,

Alessandro Rondi, LucioTaverna

La presente pubblicazione e quelle riportate in questa pagina sono alcune delle iniziative di valorizzazione del territorio

previste dal progetto LIFE 06NAT/IT/000060“Conservazione e ripristino di paludi calcaree in Friuli”.

Per essere aggiornati sul progetto consultate il sito www.lifefriulifens.it

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La flora e gli habitat delle Risorgive friulane

Comune diBertiolo

Direzione centrale risorse agricole,naturali e forestali

Servizio tutela ambienti naturali e faunaComune di

GonarsComune di

TalmassonsComune di

Castions di Strada

Questa pubblicazione è una delle iniziative di valorizzazione del territorio previste dal progetto LIFE 06NAT/IT/000060Conservazione e ripristino di paludi calcaree in Friuli