La filosofia delle Scuole (secoli IX-XII) La filosofia delle Scuole (secoli IX-XII)

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La filosofia delle Scuole (secoli IX-XII)

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Il quadro cronologico

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La “rinascita” carolingia

Sotto l’Impero di Carlo Magno e dei suoi immediati successori si assiste a una rinascita degli studi e della cultura

Sotto l’Impero di Carlo Magno e dei suoi immediati successori si assiste a una rinascita degli studi e della cultura

la riorganizzazione politica e amministrativa apportata da Carlo Magno favorisce il rinnovamento culturale

viene fondata la scuola palatina, per formare i funzionari imperiali, che si

affianca alle scuole monastiche e a quelle episcopali

FILOSOFIA SCOLASTICA

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La disputa sulla predestinazione

Gotescalco d’Orbais: sostiene che Dio destina i

buoni alla salvezza e i malvagi alla dannazione

All’interno della corte carolingia si sviluppano anche riflessioni e dibattiti su importanti temi teologici

All’interno della corte carolingia si sviluppano anche riflessioni e dibattiti su importanti temi teologici

uno dei temi maggiormente dibattuti riguarda il destino ultraterreno dell’uomo, che dà luogo alla

DISPUTA SULLA PREDESTINAZIONE

Giovanni Scoto: difende il libero

arbitrio dell’uomo, che può volgersi al

bene o al male

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Giovanni ScotoGiovanni scoto, detto Eriugena, dirige la scuola palatina e traduce dal greco le

opere dello Pseudo-DionigiGiovanni scoto, detto Eriugena, dirige la scuola palatina e traduce dal greco le

opere dello Pseudo-Dionigi

nella sua opera La divisione della natura spiega il

procedere delle creature da Dio e il loro ritorno verso di Lui

la conoscenza del neoplatonismo greco influenza la sua riflessione filosofica

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La cultura monastica: dialettici e antidialettici

A partire dall’XI secolo viene sempre più utilizzata la dialettica per approfondire e chiarire i contenuti della fede

A partire dall’XI secolo viene sempre più utilizzata la dialettica per approfondire e chiarire i contenuti della fede

non tutti accettano però la dialettica come metodo per costruire corretti

ragionamenti teologici

molti teologi ritengono che l’utilizzo degli strumenti del sapere profano possa

contaminare la spiritualità della fede

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Anselmo d’Aosta: fede e ragione

Anselmo ritiene, seguendo la linea agostiniana, che ci debba essere accordo tra fede e ragione

LA FEDE “RICERCA” L’INTELLIGENZA

Il monaco benedettino Anselmo d’Aosta cerca di conciliare le due posizioni

Il monaco benedettino Anselmo d’Aosta cerca di conciliare le due posizioni

l’intelletto deve approfondire le ragioni della fede

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Anselmo d’Aosta: il Monologion

Si ha un esempio chiaro di questo modo di procedere nelle dimostrazioni dell’esistenza di Dio

Si ha un esempio chiaro di questo modo di procedere nelle dimostrazioni dell’esistenza di Dio

nel Monologion Anselmo cerca di

provare l’esistenza di Dio a partire dai dati

dell’esperienza

i diversi gradi di perfezione implicano l’esistenza di un essere assolutamente perfetto

la varietà delle cose buone implica un principio perfettamente buono

le cose dotate di diversa

grandezza implicano un

essere perfettamente

grande

la contingenza delle cose implica un

essere che esiste per se

stesso

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Anselmo d’Aosta: il Proslogion

Il ragionamento del Monologion non soddisfa Anselmo, che cerca nel Proslogion un “unico argomento” per provare l’esistenza di Dio

Il ragionamento del Monologion non soddisfa Anselmo, che cerca nel Proslogion un “unico argomento” per provare l’esistenza di Dio

anche chi nega l’esistenza di Dio deve ammettere di possedere nel suo intelletto la sua definizione come “ciò rispetto al quale

non si può pensare nulla di superiore”

se Dio non esistesse, non risponderebbe alla definizione, perché si potrebbe pensare

qualcosa che possiede tutte le perfezioni ed anche l’esistenza

dunque, una volta ammessa la definizione, si deve ammettere anche l’esistenza di

Dio

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Anselmo d’Aosta: la storia della prova ontologica

L’argomento del Proslogion verrà definito come “prova ontologica” o prova “a priori”

L’argomento del Proslogion verrà definito come “prova ontologica” o prova “a priori”

già il monaco Gaunilone, contemporaneo di Anselmo,

contesta la prova: dalla definizione di un ente, per

quanto perfetto, non se ne può ricavare l’esistenza

Anselmo risponde che ciò vale per gli enti creati, ma non per

l’ente del quale non si può pensare nulla di più grande

la discussione sulla validità della prova ontologica attraversa tutta la storia della filosofia: alcuni filosofi, come Cartesio, la

accetteranno, altri, come Kant, la rifiuteranno

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Il XII secolo e la disputa sugli universali

Nel XII secolo la rinascita culturale che investe tutta l’Europa stimola alla discussione di nuove questioniNel XII secolo la rinascita culturale che investe tutta l’Europa stimola alla discussione di nuove questioni

il problema degli universali era stato trasmesso al Medioevo dal neoplatonico Porfirio che, nell’introduzione alle Categorie di Aristotele, si era chiesto se i termini

universali fossero entità esistenti di per sé o se esistessero solo come enti mentali

durante il XII secolo si

distinguono diverse posizioni

secondo i realisti gli universali hanno una esistenza propria

secondo i nominalisti gli universali sono solo flatus vocis (“emissioni di voce”), quindi

esistono solo nella mente

ante rem (prima della cosa): come entità separate dalle cose

in re (nella cosa stessa): solo nelle cose come loro forma

immanente

post rem (dopo la cosa): come concetti ricavati per astrazione

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Pietro Abelardo: gli universali

Anche il filosofo di maggior spicco del XII secolo, Pietro Abelardo, partecipa alla discussione

Anche il filosofo di maggior spicco del XII secolo, Pietro Abelardo, partecipa alla discussione

Abelardo cerca di trovare una posizione intermedia tra nominalisti e realisti, conosciuta come “concettualismo”

nella realtà esistono solo enti individuali, ma la mente umana, prendendo in considerazione gli aspetti comuni, ricava il concetto

universale

Concetto di “animale”

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Pietro Abelardo: il pensiero teologico

L’indagine razionale può essere utilizzata anche in teologiaL’indagine razionale può essere utilizzata anche in teologia

attraverso la dialettica si può comprendere meglio ciò che si

crede

la ragione può sottoporre al vaglio critico le opinioni contrastanti delle diverse

autorità teologiche

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Pietro Abelardo: l’etica

Nella sua teoria etica Abelardo mostra posizioni fortemente innovative

Nella sua teoria etica Abelardo mostra posizioni fortemente innovative

distingue il vizio dal peccato: il peccato si ha solo se c’è l’assenso della volontà

dell’agente

la moralità di un atto • non va giudicata rispetto all’esteriorità dei suoi

effetti, • ma in base all’intenzione di chi agisce

• si tratta di un’etica naturale, basata sugli aspetti razionali

ETICA DELL’INTENZIONE

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Il XII secolo e la natura

Durante il XII secolo si assiste anche a una ripresa degli studi cosmologici

Durante il XII secolo si assiste anche a una ripresa degli studi cosmologici

coniugando il racconto biblico, il Timeo di Platone e alcune

interpretazioni scientifiche arabe, i filosofi di Chartres sottolineano

l’autonomia delle leggi che regolano la natura creata

il maggiore centro culturale è la

SCUOLA DI CHARTRES i cui esponenti più importanti sono

Bernardo (morto nel 1126 ca) e Teodorico (morto nel 1155 ca)

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La filosofia araba: Avicenna

Durante il XII secolo due novità cambiano il panorama culturale: la penetrazione della filosofia araba in Europa e la nascita delle

università

Durante il XII secolo due novità cambiano il panorama culturale: la penetrazione della filosofia araba in Europa e la nascita delle

università

la cultura araba tra IX e XI secolo ha assimilato e approfondito il pensiero greco, fondendo aristotelismo e neoplatonismo, e ha sviluppato

originali indagini filosofiche e scientifiche

rielabora la metafisica di Aristotele come

scienza dell’ente in quanto ente (cioè

considerato a prescindere dalle

determinazioni particolari)

AVICENNA

ripensa il rapporto tra intelletto agente e

potenziale: l’intelletto agente è separato e

unico per tutti gli uomini, che si distinguono

invece per l’intelletto potenziale

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La filosofia araba: AverroèAverroè commenta e interpreta in modo diverso i testi aristotelici sulla

metafisica e la gnoseologia Averroè commenta e interpreta in modo diverso i testi aristotelici sulla

metafisica e la gnoseologia

• la metafisica deve occuparsi di Dio e delle sostanze separate

• secondo Averroè anche l’intelletto potenziale è separato: l’individuo elabora solo le immagini sensibili,

mentre l’attività del pensiero è dovuta all’intelletto separato

la negazione dell’individualità dell’attività intellettiva porta Averroè a negare l’immortalità dell’anima

individuale

per questo le teorie averroiste saranno condannate dalle autorità

religiose islamiche e cristiane

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La nuova cultura scolastica: le università

le università nascono come associazioni di studenti o professori che si organizzano per l’insegnamento dandosi propri statuti

Le università sono le nuove istituzioni di formazione nelle quali si trasforma il sapere e si forma un nuovo ceto di intellettuali

Le università sono le nuove istituzioni di formazione nelle quali si trasforma il sapere e si forma un nuovo ceto di intellettuali

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La nuova cultura scolastica: il metodo

all’interno delle università si afferma il metodo “scolastico”

Nelle università si svolge un serrato confronto culturale attraverso nuove metodologie di lavoro

Nelle università si svolge un serrato confronto culturale attraverso nuove metodologie di lavoro