La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative...

70
ARTI La filiera delle biotecnologie in Puglia Attività cofinanziata dall’Unione Europea attraverso il POR Puglia 2000-2006, Misura 3.13 “Ricerca e sviluppo tecnologico”, Azione E “Costituzione dell’Osservatorio Permanente dell’Innovazione”

Transcript of La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative...

Page 1: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

ARTI

La filiera delle biotecnologie in Puglia

Attività cofinanziata dall’Unione Europea attraverso il POR Puglia 2000-2006, Misura 3.13 “Ricerca e sviluppo tecnologico”, Azione E “Costituzione dell’Osservatorio Permanente dell’Innovazione”

Page 2: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 2

Questo Quaderno si basa su due ampi studi realizzati, su incarico dell’ARTI, tra il 2007 e il 2008 , dal prof. Eduardo Consiglio (Università Federico II di Napoli e Direttore dell’Istituto per l’endocrinologia e l’oncologia sperimentale "G. Salvatore" del CNR di Napoli) e dal prof. Luigi Orsenigo (Università di Brescia e CESPRI-Università Bocconi). Il primo ha curato l’analisi dell’offerta scientifica, il secondo del contesto internazionale e del sistema imprenditoriale.

Page 3: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 3

Sintesi e conclusioni............................................................................................................................. 4 1. Il contesto internazionale ......................................................................................................... 6

1.1 Introduzione ............................................................................................................................. 6 1.2 L'evoluzione dell’industria delle biotecnologie ....................................................................... 8

1.2.1 Lo sviluppo delle biotecnologie negli USA .......................................................................... 8 1.2.2 L’industria delle biotecnologie in Europa e in Giappone .................................................. 11

1.3 Biotecnologie ed istituzioni ................................................................................................... 11 1.3.1 I sistemi di ricerca.......................................................................................................... 12 1.3.2 Mercati finanziari, corporate governance e mercato del lavoro ..................................... 13 1.3.3 Protezione dei diritti di proprietà intellettuale .............................................................. 14 1.3.4 L’atteggiamento della società nei confronti delle biotecnologie ................................... 15

2 Il mercato mondiale delle biotecnologie ......................................................................................... 17 3 Il settore delle biotecnologie in Italia .............................................................................................. 24 4 Il sistema delle biotecnologie in Puglia .......................................................................................... 28

4.1 La ricerca scientifica ................................................................................................................. 28 4.2 L’attività innovativa nelle biotecnologie in Puglia : i brevetti ................................................. 59 4.3 Le imprese ................................................................................................................................ 52

4.3.1 Le grandi imprese ............................................................................................................... 53 4.3.2. Le piccole imprese ............................................................................................................. 54

4.4 Le iniziative pubbliche ............................................................................................................. 62 Appendice I - Le biotecnologie: basi scientifiche e tecnologiche ..................................................... 65 Appendice II – Progetti esplorativi della Regione Puglia .................................................................. 67 Bibliografia ........................................................................................................................................ 70

Page 4: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 4

Sintesi e conclusioni In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel panorama italiano ed anche europeo, sia in termini quantitativi che qualitativi. La presente indagine ha individuato circa 50 strutture di ricerca operanti in questi settori, alcune con significative punte di eccellenza, soprattutto per quanto riguarda la ricerca scientifica di base, nelle Università, negli Istituti del CNR, nel Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie (NNL) dell’Istituto Nazionale di Fisica della Materia, in diversi Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS). Tra queste istituzioni di ricerca ve ne sono diverse che presentano performance significative in termini di pubblicazioni scientifiche, brevetti, partecipazione a progetti di ricerca a livello europeo. Ad esempio, le valutazioni del CIVR per le scienze biologiche pongono l’Università di Bari nei primissimi posti. Le competenze e le aree di interesse di queste strutture risultano fortemente differenziate, non solo tra le macro aree applicative normalmente associate alle biotecnologie (salute umana, veterinaria, agricoltura ed alimentari, ambiente, processi industriali) ma anche all’interno di tali aree. Ciò non è particolarmente sorprendente, né necessariamente un aspetto negativo: per loro natura intrinseca, le biotecnologie sono caratterizzate da estrema specializzazione in un amplissimo spettro di discipline scientifiche, aree e tecniche di ricerca e potenziali applicazioni. Questa differenziazione è anzi potenzialmente un punto di forza, purché le competenze specializzate raggiungano comunque una scala adeguata a livello internazionale e purché esse vengano contemporaneamente integrate in progetti di ampio respiro. Accanto alle strutture di ricerca si sono sviluppate anche negli ultimi anni alcune strutture intermedie, soprattutto consorzi, che operano nel trasferimento della ricerca allo sviluppo e commercializzazione di prodotti. Le attività industriali sono ancora limitate. In Puglia sono presenti alcune grandi imprese farmaceutiche multinazionali, che svolgono attività di produzione a livelli tecnologici elevatissimi, ma non impegnate nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Inoltre, l’interazione di queste imprese con la struttura di ricerca e produttiva del territorio è limitata ed episodica, essenzialmente legata al mercato del lavoro piuttosto che alla sub-fornitura di ricerca, componenti e prodotti intermedi. Si osserva poi la presenza di un numero ristretto di imprese specializzate nelle biotecnologie, quasi tutte di dimensioni molto ridotte e fortemente specializzate in nicchie tecnologiche e di mercato ristrette (nelle quali però esse sono in alcuni casi leader a livello mondiale). Alcune di queste sono di origine accademica, direttamente o indirettamente, e nella maggior parte dei casi ancora relativamente giovani. Altre aziende hanno raggiunto maggiori dimensioni e sono in vita da più di dieci anni. Esse sono nate utilizzando e sviluppando competenze ereditate da grandi imprese chimiche e farmaceutiche che hanno ormai abbandonato il territorio ed il mercato. Nell’analizzare questo particolare settore occorre considerare che non sono sorprendenti le difficoltà nella creazione e successiva crescita delle imprese. Nella fase di nascita, le nuove aziende incontrano ostacoli classici. I finanziamenti pubblici – la fonte principale per queste imprese – hanno meccanismi di assegnazione, erogazione e gestione troppo lenti rispetto alle esigenze del mercato. Essi poi, nella maggior parte dei casi, non assumono la forma di capitale, ma di finanziamento all’attività di ricerca. Le difficoltà maggiori riguardano però la crescita e lo sviluppo di queste imprese. In primo luogo, deve essere riconosciuto che, soprattutto per le aziende di origine scientifica ed accademica, esiste una significativa necessità di bilanciare tra la possibilità di continuare a svolgere ricerca scientifica di livello assoluto e le esigenze manageriali di gestione, organizzazione e strategia. Le nuove imprese non sono quasi mai in grado di offrire incentivi adeguati per attirare ricercatori e manager di alto livello per sostenere la crescita. In alcuni casi, poi, l’esistenza di un rapporto privilegiato con

Page 5: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 5

l’Università rischia di trasformarsi in un limite alla crescita, da almeno due punti di vista. Un rapporto di appartenenza e dipendenza troppo stretto può paradossalmente rendere più difficile lo sviluppo rapido di nuove linee di ricerca, diverse dalle competenze specifiche originarie. Inoltre, a volte, l’Università e, più in generale, il sistema della ricerca nazionale ed europeo, diventa il cliente principale e la più significativa fonte di finanziamento di queste imprese. Le nuove imprese nascono poi, quasi per definizione, in specifiche nicchie tecnologiche e di mercato. Tuttavia, la velocità del progresso scientifico e tecnologico in questo settore implica la capacità di accedere immediatamente alle nuove conoscenze e di assorbire il know-how necessario nella fase di elaborazione, cioè ancora prima che esse si manifestino in nuove scoperte scientifiche, processi e prodotti industriali. Oggi, l’accesso a queste conoscenze è essenzialmente legato all’esistenza di reti personali di relazioni con la comunità scientifica e tecnologica, che restano comunque insostituibili. Ciononostante, alcune imprese esprimono l’esigenza di disporre di strutture che facilitino i processi di accesso e di assorbimento alle nuove conoscenze. Le Università possono svolgere questo compito solo in misura limitata, nella misura in cui la loro funzione essenziale e imprescindibile rimane la ricerca e l’insegnamento. In quasi tutti i casi, poi, si manifestano enormi difficoltà nel passaggio dalla R&S alla produzione, alla trasposizione su scala industriale ed alla commercializzazione. Questi problemi non sono solo di natura finanziaria, ma riguardano l’accesso a risorse e competenze umane, nuove tecnologie spesso coperte da brevetto, capacità organizzative, mercati. Da questo punto di vista, la possibilità di legarsi a partner industriali più forti è un meccanismo quasi indispensabile per la sopravvivenza e la crescita. In questa prospettiva, la situazione pugliese è ancora carente. Nel territorio operano poche imprese, scollegate tra loro, e non esiste una domanda locale sufficientemente ampia e robusta, anche in relazione all’assenza di concentrazione di ricerca industriale da parte di grandi imprese. La dimensione locale, per quanto importante, non deve però essere sopravvalutata. In un settore come le biotecnologie gli orizzonti devono necessariamente avere una dimensione sovra-regionale, se non immediatamente internazionale. La rilevanza della dimensione locale è determinata essenzialmente dalla capacità e dalla densità della ricerca di altissimo livello e, in stretta connessione, dallo sviluppo di risorse umane ad alta qualificazione e di un ampio mercato del lavoro per questi profili professionali. Il caso pugliese conferma che in presenza di nuclei di eccellenza assoluta, la domanda industriale, a livello internazionale, non manca. Nell’insieme, l’incrocio tra competenze scientifiche, tecniche ed industriali presenti in Puglia mostra una specializzazione relativa emergente in tre aree principali: la diagnostica, la bioinformatica, le nanobiotecnolgie. Si tratta di aree con mercati promettenti e dove il modello imprenditoriale non implica profili di rischio, dimensioni d’impresa e strutture organizzative complesse come quelle richieste dalla scoperta e sviluppo di nuovi farmaci. E’ possibile e ragionevole quindi puntare e sostenere uno sviluppo più robusto nel prossimo futuro. Alcuni segnali in questa prospettiva sono incoraggianti.

Page 6: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 6

1. Il contesto internazionale

1.1 Introduzione

Il cosiddetto settore delle biotecnologie o più in generale delle scienze della vita (life sciences) comprende una grandissima varietà di attività ed applicazioni industriali, basate sull’utilizzo di tecniche biologiche. Normalmente, nell’accezione comune, per settore biotecnologico si intende l’insieme delle attività commerciali sviluppatosi a partire dalla seconda metà degli anni Settanta sulla base del progresso scientifico e tecnologico in diversi campi della biologia, in particolare biochimica, biologia molecolare, ingegneria genetica, genomica. Lo sviluppo di queste conoscenze ha già iniziato ad avere un notevole impatto sulla crescita scientifica e tecnologica di molti settori industriali: in primo luogo, la farmaceutica, l’agricoltura ed il settore alimentare. Inoltre, esse stanno fornendo importanti innovazioni nel campo delle tecnologie per il controllo dell’ambiente, nella chimica ed in moltissime altre attività industriali. Vi sono fondati motivi per ritenere che le biotecnologie costituiscano una rivoluzione tecnologica di primaria importanza, che avrà un impatto profondo e pervasivo in diversi settori dell’attività economica e sulla società nel suo complesso. Da questo punto di vista, le biotecnologie si configurano senz’altro come un nuovo grande paradigma tecnologico. Alla rivoluzione tecnologica è corrisposta una trasformazione profonda della struttura industriale di alcuni settori. Per molti anni l'industria chimica e l'industria farmaceutica sono state dominate, a livello internazionale, da imprese di grandi dimensioni che integravano al proprio interno una serie di attività: dalla ricerca alla distribuzione. Lo sviluppo scientifico e tecnologico delle biotecnologie è avvenuto in buona parte, soprattutto inizialmente, al di fuori di queste imprese. E' stato avviato e promosso soprattutto dalla comunità scientifica e da piccole-medie imprese basate sulla scienza - le cosiddette Dedicated Biotechnology Firms (DBF) - molte delle quali sono state fondate attorno alla metà degli anni '80. La crescita internazionale della chimica e della farmaceutica dipende oggi in modo cruciale da una divisione del lavoro tra Università e DBF, che conducono gli stadi più a monte del processo innovativo, e grandi imprese specializzate nello sviluppo e nella commercializzazione dei prodotti su larga scala. E’ a questo settore di imprese specializzate a cui si fa normalmente riferimento nell’accezione comune come industria biotecnologica. L’assorbimento, la diffusione e lo sviluppo delle biotecnologie sia a livello delle singole imprese che a livello di paesi, è avvenuto a ritmi alquanto differenziati, modificando le pre-esistenti gerarchie in termini di innovatività nei settori coinvolti. Tali differenze sono in buona parte riconducibili a differenze istituzionali all’interno dei vari paesi che hanno di volta in volta favorito o ritardato il progresso tecnologico in queste aree. Esse hanno a che fare, in particolare, con la struttura dei sistemi di ricerca, i regimi di protezione della proprietà intellettuale, la struttura dei mercati finanziari, la percezione del pubblico nei confronti delle biotecnologie. Un aspetto caratteristico dello sviluppo del settore biotecnologico è la sua dimensione locale. In modo forse ancora più evidente rispetto ad altre nuove tecnologie, le attività di ricerca e di innovazione sono in questo settore fortemente concentrate in poche aree geografiche, ristrette e piuttosto ben definite. Esse sono identificabili principalmente nella Bay Area, San Diego e Boston negli USA; il cosiddetto triangolo d’oro (Londra, Cambridge e Oxford) nel Regno Unito; Monaco e Heidelberg in Germania; Parigi e Grenoble in Francia; Stoccolma e Uppsala in Svezia; Copenhagen e Lund tra Danimarca e Svezia. Altre aree come Washington D.C. e Austin negli USA; la Scozia,

Page 7: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 7

Berlino, Baden-Wurttemberg e Assia in Europa, hanno avuto esperienze interessanti di crescita negli ultimi anni. In ogni caso, proprio a causa delle sue potenzialità di innovazione in diversi settori, lo sviluppo delle biotecnologie è considerato un obiettivo importante di politica economica, perseguito con un’ampia varietà di approcci e strumenti sia a livello nazionale che regionale. I risultati, finora, sono differenziati. In generale, al di fuori degli Stati Uniti e in parte del Regno Unito, si è rivelato molto difficile instaurare processi di crescita sostenuti. Tuttavia, non mancano esempi di successo, in particolare in Svezia e Danimarca, e parzialmente in paesi extra-europei come Israele e Singapore. Nei principali paesi europei – Francia e Germania – esiste ormai un’industria biotecnologica affermata, anche se il ritardo rispetto agli USA rimane notevole. Le biotecnologie: definizioni La definizione di “biotecnologie” varia tra paesi e tipologia di fonte, oltre che, ovviamente, nel tempo. Alcune metodologie si basano su una singola, ampia, definizione che copra possibilmente tutte le attività biotecnologiche; altre utilizzano una procedura dal particolare al generale che costruisce una definizione multipla, basata su liste di attività e tipologie di “attività biotecnologiche” (OECD, 2001; Arundel, 2003). In generale, il termine “biotecnologia” si riferisce all'integrazione delle scienze naturali, di organismi, cellule, loro parti o analoghi molecolari, nei processi industriali per la produzione di beni e servizi (definizione della European Federation of Biotechnology, EFB). In una definizione ampia, le biotecnologie includono tecniche molto antiche come le fermentazioni e l’utilizzo di microorganismi a scopi produttivi (pane, formaggio, vino, birra). Più frequentemente, le biotecnologie sono associate a tecniche di analisi e manipolazione genetica per ottenere proprietà desiderate negli organismi. Una prima definizione, che è stata utilizzata come base per qualsiasi seguente modificazione ed ancora oggi largamente utilizzata, è quella dall’OTA che include genetica molecolare, tecnologie del DNA, elettroforesi, embriologia, immunologia, scienze dei materiali, microbiologia, chimica degli acidi nucleici, ingegneria delle proteine e virologia (OTA, 1984). L ’OECD fornisce la seguente definizione (Devlin, 2003):

“L’applicazione della scienza e della tecnologia a organismi viventi, loro parti, prodotti e modelli, per modificare materiali viventi e non viventi per la produzione di conoscenza, beni e servizi.”.

Secondo questa definizione, le biotecnologie includono tra le aree e tecniche principali (OECD, 2006): DNA/RNA (genomica, farmacogenomica, sonde geniche, ingegneria genetica, sequenziamento/sintesi/amplificazione del DNA/RNA, profilazione dell’espressione genica e uso di tecnologie antisenso), vettori genici e del RNA (terapie geniche, vettori virali), proteine e altre molecole (sequenziamento, sintesi ed ingegneria delle proteine e peptidi, metodi di somministrazione per farmaci basati su grandi molecole, proteomica, purificazione e isolamento delle proteine, indentificazione dei recettori cellulari); colture cellulari e dei tessuti, bioprocessi, vettori virali, bio-informatica (costruzione di database sui genomi, sequenze di proteine, modelli di processi biologici complessi, biologia dei sistemi); nanobiotecnologie (applicazione degli strumenti e dei processi delle nanotecnologie per la costruzione di apparecchiature per lo studio dei biosistemi e applicazioni nelle metodologie di somministrazione dei farmaci, diagnostica, etc.). E’ importante sottolineare che le “biotecnologie”, comunque definite, sono ormai essenzialmente un insieme di tecniche di ricerca e di produzione, piuttosto che un campo scientifico e tecnologico autonomo, e come tali vengono utilizzate congiuntamente ad altre tecniche nella ricerca, ad esempio di un nuovo farmaco o in una qualsiasi ricerca in campo biomedico. E’ quindi impossibile valutare quantitativamente quale sia la componente “biotecnologica” in progetti che sono normalmente definiti e identificati piuttosto in base ai loro obiettivi. Inoltre, è importante distinguere tra la ricerca biotecnologica (volta cioè a produrre nuove conoscenze ed avanzamenti scientifici e tecnologici in questo campo) e l’uso delle biotecnologie nella ricerca, che spesso è destinata ad altri fini. Convenzionalmente, vengono considerate imprese “biotecnologiche” solo le imprese dedicate o “core biotechnology”, cioè le imprese che utilizzano principalmente tecniche biotecnologiche e per le quali le biotecnologie sono centrali per le proprie attività e strategie. Ciò comporta l’esclusione di tutte le imprese di medie e grandi dimensioni che non sono immediatamente definibili come specializzate nelle biotecnologie. Per maggiori dettagli riguardo le basi scientifiche e tecnologiche delle biotecnologie, si rimanda all’Appendice I. In Italia, lo sviluppo delle biotecnologie rimane limitato, anche se negli ultimi anni si osservano incoraggianti segnali di vitalità. La ricerca biotecnologica e le attività industriali connesse sono concentrate in Lombardia, Piemonte e Toscana. Tuttavia, si registrano interessanti esperienze, anche se più isolate, in altre regioni, comprese alcune aree del Mezzogiorno, tra cui la Puglia.

Page 8: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 8

In questo quadro, è dunque importante chiedersi come la Puglia si collochi nel contesto nazionale e se esistano potenzialità di sviluppo scientifico e tecnologico.

1.2 L'evoluzione dell’industria delle biotecnologie

Lo sviluppo delle attività industriali nelle biotecnologie ha assunto ritmi e forme alquanto diverse negli Stati Uniti, in Europa ed in generale nei paesi industrialmente avanzati. In generale, esso e' stato determinato dall’interazione fra tre gruppi di variabili: quelle che definiscono rispettivamente le caratteristiche della ricerca scientifica (livelli assoluti e forme organizzative), della base industriale (competenze, organizzazione e strategie delle industrie nazionali e delle principali imprese) e, in generale, dell'ambiente istituzionale (politiche pubbliche, struttura del mercati finanziari, etc.).

1.2.1 Lo sviluppo delle biotecnologie negli USA

L'industria delle biotecnologie si sviluppa inizialmente e principalmente negli Stati Uniti, immediatamente dopo le scoperte del DNA ricombinante1 e degli anticorpi monoclonali2, soprattutto mediante la proliferazione di nuove imprese specializzate che nascono dalla collaborazione tra scienziati e manager professionisti sulla base di finanziamenti da parte del venture capital3. Nella maggior parte dei casi, queste nuove imprese entrano nel settore dei farmaci terapeutici e diagnostici e, in misura minore, nel settore agro-alimentare (Orsenigo, 1989). La prima azienda start-up biotecnologica, la Genentech, fu fondato nel 1976 da Herbert Boyer (uno degli scienziati che avevano sviluppato la tecnica del DNA ricombinante) e Robert Swanson, un venture capitalist. Genentech costituì il modello per la grandissima maggioranza delle DBF successive. Le competenze specifiche di queste imprese risiedevano nella conoscenza delle nuove tecniche e nelle loro capacità di ricerca in queste aree. Il loro obiettivo consisteva principalmente nell’applicazione commerciale delle scoperte scientifiche. La nascita e la successiva crescita di queste imprese dipendeva dall’accesso ai finanziamenti del venture capital, e successivamente dall’esistenza di un mercato dei capitali vasto, flessibile ed efficiente, pronto a valutare ed eventualmente sottoscrivere le offerte di acquisto di azioni. Inoltre, l’esistenza stessa delle DBF richiede un regime di proprietà intellettuale favorevole alla concessione di brevetti chiari ed ampi sulle proprie invenzioni, quasi sempre originate in laboratori accademici o comunque di istituzioni pubbliche e spesso difficilmente distinguibili da tecniche di ricerca di base. Genentech fu rapidamente seguita dall’entrata di moltissime nuove imprese. I tassi di entrata rimasero molto elevati almeno fino alla fine degli anni Ottanta, nonostante ampie fluttuazioni. L’entrata rimase consistente soprattutto in coincidenza con nuove scoperte scientifiche e lo sviluppo di nuove tecniche di ricerca4.

1 La tecnica del DNA ricombinante consiste in un complesso insieme di tecniche di manipolazione che consentono di isolarne, grazie a particolari enzimi, brevi segmenti per moltiplicarli, studiarne la sequenza nucleotidica, trasferirli nel genoma di altre cellule. Per trasportare un gene d'interesse all'interno di un altro organismo ci si serve di sistemi biologici chiamati vettori. 2 Gli anticorpi monoclonali, sostanze non esistenti in natura, hanno la capacità di legarsi esclusivamente a certe strutture molecolari presenti nelle cellule. 3 I venture capital sono società specializzate nell’investire su idee e progetti che necessitano di capitali nella fase di avvio. 4 In particolare, nuovi consistenti flussi di entrata si sono verificati in coincidenza dello sviluppo delle cosiddette platform technologies e successivamente della genomica e proteomica, in particolare dopo la decodificazione del genoma umano.

Page 9: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 9

Le grandi imprese già esistenti sul mercato, soprattutto per quanto riguarda la farmaceutica, giocarono inizialmente un ruolo solo indiretto nelle applicazioni delle biotecnologie (Henderson et al., 1999). In effetti, per le grandi imprese chimiche e farmaceutiche tradizionali, l’avvento delle biotecnologie implicava un mutamento drastico e profondo nelle loro competenze, nelle loro strutture organizzative e nelle loro strategie. Queste imprese erano infatti fondate sul paradigma della ricerca chimica e su questa base esse avevano costruito, mantenuto e rafforzato nel corso di un secolo il loro vantaggio competitivo5. L’avvento delle biotecnologie implicava invece un insieme completamente diverso di competenze scientifiche, tecnologiche ed organizzative. La biologia, ed in particolare la biologia molecolare, e non più la chimica costituiva ora la base conoscitiva rilevante. Le nuove conoscenze accumulate consentivano ora, almeno in linea di principio, di comprendere i meccanismi di azione di un farmaco e quindi la sua progettazione su basi scientifiche. La ricerca scientifica assumeva dunque un ruolo cruciale come fonte di innovazione e di competitività per le imprese. Le conoscenze più avanzate in questo campo erano localizzate non più all’interno dei laboratori delle grandi imprese ma nei centri di ricerca accademici. Le grandi imprese reagirono dunque con qualche ritardo all’emergere delle opportunità offerte dalle biotecnologie, sia perché incerte delle effettive possibilità di innovazione che esse promettevano, ma non avevano ancora dimostrato, sia per le difficoltà inevitabilmente insite nella trasformazione cognitiva ed organizzativa delle strategie e dell’organizzazione della ricerca, sia per classici fenomeni di inerzialità che spesso caratterizzano le grandi organizzazioni (Henderson et al., 1999). Il coinvolgimento delle grandi imprese nelle biotecnologie avvenne gradualmente e fu caratterizzato dallo sviluppo di una densa rete di accordi di collaborazione, joint ventures e di licenze tra DBF, Università e imprese esistenti. Allo stesso tempo, sia pure con ritmi molto diversi, le grandi imprese costruirono al loro interno e furono pioniere nello sviluppare le competenze necessarie ad utilizzare le biotecnologie e, più in generale, le nuove tecnologie legate alla biologia molecolare, come strumento di ricerca per la progettazione di nuovi prodotti (Gambardella, 1995). Questa evoluzione rispondeva contemporaneamente a diverse esigenze. In generale, l’esplosione delle opportunità di innovazione e la fondamentale rilevanza della ricerca accademica implica che nessuna organizzazione possa individualmente controllare e padroneggiare internamente tutta la conoscenza necessaria per scoprire e sviluppare nuovi prodotti. Essa si sviluppa a ritmi rapidissimi ed è generata da una grandissima varietà di agenti specializzati in particolari tecniche ed applicazioni. D’altro lato, la conoscenza rilevante ha parzialmente una natura generale, codificata ed astratta. Cioè, essa può essere in linea di principio utilizzabile per una ampia varietà di applicazioni e può essere in parte espressa in forme esplicite, come pubblicazioni e brevetti. Di conseguenza, essa può essere trasferita abbastanza facilmente tra individui ed organizzazioni diverse. Insieme alla definizione di chiari diritti di proprietà intellettuale, ciò consente la formazione di mercati della conoscenza e di reti di relazioni collaborative tra soggetti differenziati. In questo contesto, le DBF hanno svolto un ruolo essenziale per l'esplorazione delle nuove opportunità tecnologiche e la loro trasformazione in attività industriali. Queste nuove imprese sono in effetti, in larghissima maggioranza, società di ricerca che sopravvivono e si sviluppano 5 Nel caso della farmaceutica, ad esempio, la procedura tradizionale di scoperta di nuovi farmaci, ormai consolidata da decenni e con una storia di grandissimi successi, era costituita dal cosiddetto processo di random screening. In assenza di una comprensione approfondita delle cause, dei meccanismi e soprattutto della basi biologiche delle patologie, i grandi laboratori delle imprese analizzavano quasi a caso migliaia e perfino decine di migliaia di composti naturali o derivati chimicamente in provetta o sugli animali alla ricerca di proprietà terapeutiche potenziali. Dato che il meccanismo d’azione (cioè lo specifico sentiero biochimico o molecolare responsabile per l’effetto terapeutico) della maggior parte dei farmaci non era ben conosciuto, la sperimentazione di un gran numero di composti aumentava le probabilità di scoperta e non era infrequente scoprire un farmaco per una patologia cercando di curare una patologia diversa.

Page 10: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 10

effettuando ricerca in collaborazione e su contratto per le grandi imprese. L'ambizione delle DBF era diventare imprese (soprattutto) farmaceutiche a tutti gli effetti, e cioè verticalmente integrate nella produzione e nella distribuzione. Tuttavia, solo pochissime riuscirono a realizzare questa strategia6. D’altra parte, questa strategia incontrava forti ostacoli. Infatti, le DBF fronteggiano barriere all'entrata insormontabili, soprattutto nel breve periodo, in particolare per quanto riguarda tre aspetti: a) i costi ed i tempi legati ai processi di approvazione dei nuovi prodotti da parte delle autorità sanitarie nazionali; b) la formazione di strutture di marketing adeguate; c) lo sviluppo di tecniche di produzione su larga scala. Le grandi imprese esistenti hanno evidentemente il controllo di queste risorse. Esse, d'altro lato, non avevano competenze nelle nuove tecnologie e lo sviluppo di capacità al proprio interno è anch'esso un processo necessariamente lungo, costoso ed incerto. La strategia delle grandi imprese è consistita dunque nell'utilizzare le DBF come fornitori specializzati di ricerca alla frontiera. Ciò consente loro di esplorare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e di avere accesso a soluzioni e tecniche di ricerca all’avanguardia e fortemente specialistiche. Le grandi imprese hanno quindi gradualmente acquisito, sviluppato ed integrato le nuove conoscenze tramite processi di apprendimento interni, mantenendo al tempo stesso il controllo delle risorse complementari necessarie per appropriarsi dei profitti derivanti dall'innovazione. In alcuni casi, queste reazioni sfociano nell'acquisizione delle DBF7. In altri casi (pochi, per la verità), le DBF crescono e si integrano verticalmente, diventando produttori indipendenti (ad esempio, Amgen). In generale, la struttura dell'industria evolve, nel corso del tempo, come una rete densa ed articolata di relazioni di collaborazione e competizione tra DBF e grandi imprese. La formazione e la crescita della rete di accordi di collaborazione tra imprese di diversa natura e tra imprese e Università e lo sviluppo di mercati delle tecnologie corrispondono al tempo stesso a processi di divisione del lavoro e specializzazione nell’attività innovativa, ma anche di sovrapposizione e di fusione di ruoli e funzioni tradizionalmente distinti. Secondo un modello altamente semplificato, ma per alcuni versi ancora utile, convenzionalmente all’Università spetta il ruolo di produrre conoscenza scientifica, le nuove imprese sviluppano su queste basi nuove idee innovative e competono con le imprese già esistenti che a loro volta tentano di adottare le nuove tecnologie e di trasformarle in prodotti commerciabili sul mercato tramite ricerca applicata. Il caso delle biotecnologie costituisce, da questo punto di vista, un modello parzialmente diverso. Le Università si impegnano sempre di più nella commercializzazione della ricerca scientifica, acquisendo brevetti, concedendo licenze e creando apposite strutture organizzative, tipicamente i centri per la gestione ed il trasferimento delle tecnologie. Dalle Università nascono nuove imprese che hanno una forma ed una funziona ibrida, in quanto si comportano contemporaneamente come tradizionali istituti di ricerca, ma agiscono motivate dai profitti attesi. Esse intrattengono al tempo stesso relazioni di concorrenza, ma anche di collaborazione con le grandi imprese esistenti. Queste ultime si impegnano sempre di più nella ricerca fondamentale ed adottano forme organizzative e pratiche della ricerca simili a quelle prevalenti nel mondo accademico. Questa rete di accordi è continuamente cresciuta negli anni. Tuttavia, essa si è progressivamente consolidata attorno ad un nocciolo stabile di grandi imprese e di DBF “di prima generazione” che agiscono come integratori di frammenti di conoscenza differenziata e specializzata, generata da 6 In particolare, Genentech e Amgen furono in grado di portare sul mercato nuovi farmaci innovativi (soprattutto

l’insulina umana, il tPA per quanto riguarda Genentech e l’eritropoietina nel caso di Amgen), consistenti in

grandi molecole impossibili da produrre su larga scala con le tecniche tradizionali.

7 Ad esempio, Genentech fu acquisita dalla multinazionale svizzera Hoffmann-La Roche, anche se mantiene la

propria indipendenza strategica.

Page 11: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 11

nuovi soggetti che entrano sulla base di nuove scoperte. In altri termini, le vecchie grandi imprese non sono state spazzate via dai nuovi entranti, ma sono state in grado di assorbire ed adattarsi al nuovo regime tecnologico, mantenendo ed in alcuni casi rafforzando la loro posizione leader. Le generazioni più recenti di DBF hanno sostanzialmente mantenuto questo ruolo di intermediari tra ricerca di base e sviluppo dei prodotti, anche se le nuove traiettorie tecnologiche hanno consentito l’emergere di nuovi modelli di sviluppo di impresa8. Altre imprese si sono specializzate nello sviluppo di prodotti in piccole nicchie di mercato altamente specializzate (kit diagnostici o farmaci per malattie rare il cui sviluppo è sovvenzionato da programmi pubblici). Tuttavia, ancora oggi solo pochissime DBF hanno risultati economici positivi. Nella maggior parte dei casi, queste imprese non hanno vendite e quindi profitti. Negli Stati Uniti, nel 2004, solo 15 imprese generavano più del 50% del flusso di cassa positivo del settore nel suo complesso, e due imprese – Amgen e Genentech – ne erano la fonte per oltre il 50%. Il successo delle DBF si manifesta piuttosto nella capacità di stringere accordi con le grandi imprese e nella valutazione delle loro azioni sul mercato finanziario.

1.2.2 L’industria delle biotecnologie in Europa e in Giappone

In Europa ed in Giappone, l'evoluzione dell'industria delle biotecnologie ha assunto caratteristiche diverse. Diversamente dagli Stati Uniti e con la sola parziale eccezione del Regno Unito, il ruolo delle DBF è stato fino a pochi anni fa trascurabile. La grande maggioranza delle nuove imprese specializzate che sono state create è il risultato di joint-ventures tra grandi imprese e laboratori pubblici, su iniziativa e con il sostegno (e a volte la partecipazione) di strutture pubbliche. In quasi tutti i casi, le politiche pubbliche hanno avuto un ruolo fondamentale nel mobilitare l'interesse dell'industria nazionale, nel sostenere la ricerca fondamentale nelle Università e nel promuovere l'attività di trasferimento tecnologico dal sistema pubblico di ricerca all'industria. L'attività di ricerca e sviluppo industriale si e' fondata, in ogni caso, sulle grandi imprese chimiche, farmaceutiche e, soprattutto in Giappone, alimentari, in collaborazione con le istituzioni di ricerca scientifica nazionali e ancora di più con DBF ed Università americane. In generale, però, anche le grandi imprese europee (soprattutto i grandi colossi tedeschi, in misura molto minore le multinazionali inglesi e svizzere) sembrano aver reagito più lentamente all’avvento delle biotecnologie rispetto alle grandi società americane. Vi sono pochi dubbi che attualmente l’Europa abbia accumulato un ritardo significativo rispetto agli Stati Uniti (Allansdottir et al., 2001). Negli ultimi anni, però, sono apparsi sintomi di un rinnovato dinamismo europeo. Il tasso di creazione di nuove imprese è significativamente cresciuto e le grandi imprese sembrano aver in buona parte colmato il divario iniziale, anche mediante la localizzazione di gran parte della ricerca negli USA.

1.3 Biotecnologie ed istituzioni Vi sono diverse motivazioni del diverso percorso di sviluppo delle biotecnologie in Europa e Giappone rispetto agli Stati Uniti (McKelvey et al., 2004). In primo luogo, sono particolarmente importanti alcune caratteristiche istituzionali: soprattutto la struttura dei sistemi di ricerca, la struttura dei sistemi finanziari, i regimi di protezione dei diritti di proprietà intellettuale e di regolamentazione della ricerca. D’altro lato, occorre sottolineare come lo sviluppo tecnologico non solo sia stato influenzato ma abbia anche generato profonde modificazioni nell’ambiente istituzionale e di conseguenza tensioni e problemi di difficile soluzione.

8 Ad esempio, le nuove imprese impegnate nelle platform technologies hanno profili di rischio molto più

contenuti.

Page 12: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 12

1.3.1 I sistemi di ricerca

Vi sono pochi dubbi che l’ammontare di risorse destinate alla ricerca biomedica ed agricola negli Stati Uniti dal dopoguerra in poi costituisca un primo fondamentale fattore della superiorità americana nelle scienze della vita. Il finanziamento pubblico alla ricerca in questo campo, soprattutto per quanto riguarda la ricerca biomedica, è cresciuto in modo sostanziale anche in Europa ed in Giappone, ma senza neppure avvicinarsi ai livelli americani. Di conseguenza, e nonostante l’esistenza di centri di assoluta eccellenza, la quantità e la qualità della ricerca europea e giapponese hanno perso progressivamente terreno. Inoltre, ciò ha creato un circolo vizioso, con un significativo flusso di risorse umane e finanziarie verso gli USA. Altre caratteristiche dei sistemi di ricerca hanno giocato un ruolo importante. Ad esempio, nel caso della ricerca biomedica, negli Stati Uniti la maggior parte del finanziamento è gestito dal National Institute of Health (NIH) con: (a) una sostanziale integrazione tra la produzione di ricerca di base, ricerca clinica, pratica medica e scoperta e sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici; (b) un notevole supporto alla ricerca fondamentale nelle Università e negli centri di ricerca pubblici e privati, i cui risultati sono disseminati mediante la pubblicazione in riviste scientifiche specializzate. Inoltre, il sistema americano è caratterizzato da una pluralità di fonti di finanziamento che agiscono sulla base di strategie e principi allocativi diversi, ma sempre fondati sull’eccellenza scientifica. Viceversa, nell’Europa continentale, il finanziamento avviene soprattutto in modo centralizzato a livello nazionale. In alcuni casi, le risorse sono state distribuite “a pioggia”, in altri sono state eccessivamente concentrate in pochi centri di eccellenza. Ciò ha probabilmente impedito la formazione di una massa critica nella ricerca o ha limitato il pluralismo nelle direzioni perseguite. Inoltre, in Europa ed in Giappone, la ricerca è rimasta per molti anni meno strettamente legata all’insegnamento. L’integrazione tra ricerca ed insegnamento svolge un ruolo cruciale nel favorire sia la produzione di ricerca scientifica di elevata qualità, sia la sua integrazione con la ricerca industriale. Nelle Università, la ricerca medica ha avuto un ruolo marginale rispetto alla cura del paziente, rallentando l’integrazione tra pratica clinica e preparazione nelle discipline emergenti legate alla biologia molecolare. La diffusione di quest’ultima nel curriculum generale degli studenti in medicina è un fenomeno relativamente recente in Europa. Al contrario, la ricerca è stata spesso confinata in laboratori pubblici specializzati, con una scarsa interazione con l’insegnamento, la pratica medica e la ricerca industriale. Infine, anche la disponibilità degli scienziati accademici a sfruttare commercialmente i risultati della loro ricerca distingue il caso americano. Tradizionalmente, il sistema accademico americano è caratterizzato da elevata mobilità tra accademia ed industria. Questa attitudine è stata rafforzata fin dalla fine degli anni Settanta dall’approvazione di una legge (il Bayh – Dole Act) che facilitava ed introduceva incentivi di varia natura allo sfruttamento economico della ricerca universitaria, anche e soprattutto mediante la possibilità di ottenere brevetti su risultati derivanti da ricerca finanziata da fonti pubbliche. I legami tra Università ed industria, soprattutto per quanto riguarda la mobilità del personale, sono stati più deboli in Europa ed in Giappone. In effetti, gli sforzi di diverse politiche pubbliche sono stati indirizzati al rafforzamento di tali relazioni, soprattutto mediante l’istituzione di forme organizzative, come i parchi scientifici e tecnologici, per il trasferimento tecnologico dalle Università all’industria. I risultati di queste iniziative sono stati spesso insoddisfacenti ed in alcuni casi la presenza di intermediari tra Università ed industria ha reso paradossalmente più difficile la comunicazione, introducendo un livello aggiuntivo invece di creare meccanismi flessibili di interazione diretta.

Page 13: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 13

In sostanza, la superiorità americana nelle biotecnologie è fondata in primo luogo sulla superiorità scientifica e sull’esistenza di meccanismi flessibili e diretti di interazione tra accademia ed industria. Il livello assoluto e la diffusione di elevate competenze scientifiche hanno generato le opportunità e quindi gli incentivi economici e le condizioni istituzionali per la formazione di nuove imprese e per la diffusione delle nuove conoscenze nelle imprese esistenti. Viceversa, in Europa ed in Giappone, le competenze scientifiche erano più basse e soprattutto concentrate in un numero molto più ristretto di soggetti: il terreno da cui possono emergere iniziative imprenditoriali è quindi meno vasto, le probabilità di successo meno elevate e, in generale, la qualità media di tali iniziative tende ad essere inferiore. Da questo punto di vista, le DBF americane hanno anche spiazzato i possibili concorrenti europei: le grandi imprese europee hanno spesso preferito rivolgersi alle DBF americane, che garantivano una ricerca di qualità certamente superiore. Le politiche pubbliche si sono concentrate sul problema del trasferimento della tecnologia, mentre forse la questione essenziale risiedeva nel fatto che le Università ed i centri di ricerca pubblici avevano poco da trasferire. D’altro lato, il sistema americano non è immune da problemi. Essi sono stati aggravati proprio dallo sviluppo delle biotecnologie. Una sovrapposizione di funzioni tra accademia e ricerca industriale così estrema può seriamente compromettere le norme e le regole della scienza aperta a tutti. Quest’ultima implica che la comunità scientifica, diversamente dalla comunità dei ricercatori industriali mossi da motivi di profitto, diffonda le proprie scoperte tramite pubblicazioni disponibili a tutti. Il sistema della scienza aperta a tutti è stato per moltissimi anni un fattore determinante della diffusione di conoscenza all’interno del mondo industriale e quindi di crescita economica. Questo circolo virtuoso può interrompersi se l’accademia tendesse sempre di più a restringere la circolazione delle conoscenza, sia attraverso il segreto, sia attraverso l’acquisizione e lo sfruttamento di diritti di proprietà intellettuale. Negli Stati Uniti, il fenomeno della cosiddetta “privatizzazione della conoscenza”, soprattutto nel caso delle biotecnologie, è ormai diventato una questione oggetto di acceso dibattito economico, sociale e politico.

1.3.2 Mercati finanziari, corporate governance e mercato del lavoro Un secondo insieme di caratteristiche che contribuisce a spiegare la posizione leader americana ha a che fare con la struttura dei mercati finanziari, le regole di governo delle imprese, i meccanismi di funzionamento del mercato del lavoro per ricercatori e manager. Questi ultimi tendono a premiare la mobilità e consentono rapide ristrutturazioni e mutamenti di indirizzo nelle strategie delle imprese. D’altro lato, ricercatori e manager hanno ampie possibilità di trasferirsi presso altre imprese ed istituzioni, non solo senza mettere a repentaglio la propria carriera, ma al contrario ottenendo notevoli miglioramenti delle remunerazioni e del loro status (per esempio attraverso l’uso estensivo dei meccanismi di stock option). In particolare, l’assunzione di scienziati di alto livello e/o la scelta di ricercatori accademici di fondare nuove imprese dipende in modo cruciale dalla esistenza di incentivi adeguati. Negli USA, essi sono generati da un sistema finanziario fondato sui mercati azionari, a sua volta sostenuto dal sistema legale che regola la proprietà ed i contratti. Ciò introduce incentivi ad alto potenziale per lo sviluppo dei mercati di venture capital e ne consente un funzionamento efficiente. In Europa ed in Giappone, la situazione è tipicamente molto diversa, nonostante alcuni profondi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni. L’organizzazione del lavoro e il diritto societario limitano lo sviluppo di mercati del lavoro flessibili e quindi la possibilità di rapido ri-orientamento strategico ed organizzativo nelle grandi imprese. Inoltre, le carriere sono costruite tipicamente all’interno di una sola impresa e tendono ad essere graduali, ben specificate e basate su gerarchie legate in buona

Page 14: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 14

parte all’anzianità. I sistemi finanziari infine sono meno legati ai mercati azionari e ciò provoca costi e difficoltà per la formazione di nuove imprese ad alta tecnologia. La mobilità laterale e la presenza di adeguati incentivi sono ingredienti importanti della rete di interazioni tra grandi imprese, DBF e Università che sostiene i processi innovativi. Questi fattori istituzionali, e soprattutto lo scarso sviluppo del venture capital, sono spesso indicati come alcune delle cause più importanti del mancato decollo delle DBF, e dell’industria biotecnologica in generale, in Europa ed in Giappone. Esse hanno probabilmente giocato un ruolo non indifferente nel rallentare i processi di adattamento delle grandi imprese e di nascita di nuove iniziative imprenditoriali. Tuttavia, non sembra esservi un’evidenza empirica diretta e sistematica a sostegno di questa tesi e la rilevanza attribuita a questi fattori è probabilmente esagerata. In effetti, vi sono profonde differenze nella performance di diversi paesi europei, che sembrano più facilmente spiegabili in base alle capacità tecnologiche e scientifiche dei sistemi di ricerca e delle grandi imprese. Analogamente, in Europa sono presenti numerose altre forme di finanziamento diverse dal venture capital a disposizione dei potenziali imprenditori. E, in settori non ad alta tecnologia, i tassi di nascita di nuove imprese sono comunque molto elevati. Da questo punto di vista, gli ostacoli alla creazione di nuove imprese sembrano risiedere meno nella disponibilità di finanziamento, che nella scarsità di offerta di buone idee imprenditoriali basate su ricerca di alto livello. In effetti, diversi fondi di venture capital europei hanno finanziato essenzialmente nuove imprese americane e viceversa diverse DBF europee hanno ottenuto fondi da venture capitalist americani. Infine, è importante sottolineare che il ruolo del venture capital non consiste solo nel mettere a disposizione fondi per i potenziali scienziati-imprenditori, ma anche e, forse, soprattutto, nel fornire a questi ultimi consulenza manageriale e finanziaria basata su una profonda conoscenza anche tecnica dell’impresa e del settore.

1.3.3 Protezione dei diritti di proprietà intellettuale È ampiamente riconosciuto che i brevetti, e, più in generale, le diverse forme di protezione dei diritti di proprietà intellettuale, costituiscono un incentivo fondamentale all’innovazione nei settori più direttamente influenzati dalle biotecnologie, come la farmaceutica e l’agro-alimentare. Sia gli Stati Uniti che la maggior parte dei paesi europei ha in effetti fornito una protezione brevettuale piuttosto forte in questi settori. Al contrario, in paesi come l’Italia, la Spagna ed il Giappone, le leggi non conferivano la possibilità di brevettare prodotti farmaceutici, ma solo le tecnologie di processo. Ciò ha probabilmente rappresentato un incentivo per limitare l’investimento in ricerca su nuovi prodotti, concentrandosi invece sullo sviluppo di processi alternativi per la produzione di prodotti già esistenti. L’emergere delle biotecnologie ha comunque generato a questo riguardo profondi problemi e delicate questioni economiche e giuridiche, oltre che sociali ed etiche. La definizione di diritti di proprietà intellettuale ben definiti ed ampi rappresenta una pre-condizione essenziale per lo sviluppo delle DBF. Esse infatti, quasi per definizione, non dispongono di altri strumenti (come ad esempio forti strutture di marketing) per appropriarsi privatamente dei benefici economici derivanti dall’innovazione. Nelle prime fasi dello sviluppo delle biotecnologie, le condizioni alle quali i brevetti potessero essere ottenuti erano molto incerte e discusse. Ad esempio, la ricerca alla base delle scoperte biotecnologiche era ricerca scientifica fondamentale, finanziata da fondi pubblici e localizzata nelle Università. Si sviluppò quindi una dura discussione sull’appropriatezza di concedere brevetti su tali scoperte. Le scoperte scientifiche devono essere pubblicate, secondo l’etica della ricerca scientifica,

Page 15: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 15

e ciò preclude la possibilità di ottenere un brevetto. I brevetti tendevano a restringere la circolazione di conoscenza che, in linea di principio, doveva essere accessibile a chiunque, e rischiavano di compromettere l’ideale della scienza aperta a tutti9. Analogamente, non era affatto chiaro se fosse legalmente possibile brevettare forme di vita e, in ogni caso, quale potesse essere l’ampiezza dei diritti conferiti da tali brevetti. Questi problemi furono gradualmente risolti negli Stati Uniti, con l’affermarsi di una giurisprudenza estremamente favorevole all’attribuzione di diritti molto ampi sui brevetti biotecnologici. Ad esempio, oggi è possibile brevettare geni e sequenze di DNA che coprono (quasi) tutte le possibili potenziali applicazioni di tale scoperte. Allo stesso modo, come si è già osservato, si è progressivamente diffuso un atteggiamento estremamente favorevole ad un coinvolgimento sempre più profondo delle Università in attività a scopi di lucro. Queste tendenze hanno sicuramente favorito il rapido sviluppo delle biotecnologie negli USA e hanno probabilmente contribuito a rallentare il loro decollo in Europa. Negli ultimi anni, la legislazione brevettuale europea si è parzialmente avvicinata a quella americana, anche se rimane meno permissiva. In effetti, vale la pena sottolineare come un regime forte di appropriabilità privata delle scoperte biotecnologiche non sia affatto benefico in modo non ambiguo, soprattutto per quanto riguarda la ricerca finanziata da fondi pubblici. In modo crescente, anche negli USA vengono espressi dubbi da economisti, giuristi e analisti industriali sul fatto che la diffusione di un atteggiamento eccessivamente permissivo verso la concessione di diritti troppo ampi sui brevetti possa in effetti rallentare il processo di diffusione delle conoscenze e quindi il tasso di innovazione futuro. È opportuno sottolineare che, in effetti, le motivazioni a favore di una forte e ampia protezione dei diritti di proprietà intellettuale nella ricerca biomedica ed agricola non sono basate sull’argomentazione tradizionale che i brevetti rappresentano un incentivo all’innovazione e alla produzione di conoscenza. Piuttosto, la tesi è che i diritti di proprietà intellettuale favoriscono la creazione di mercato delle tecnologie e quindi una diffusione ed un utilizzo più veloci ed ordinati della conoscenza: in assenza di brevetti, vi sarebbero meno incentivi e meno possibilità di utilizzare la conoscenza fondamentale per generare prodotti e processi suscettibili di sviluppo industriale. Questa argomentazione è controversa e complessa e non può essere risolta in termini univoci e semplici. Restano inoltre alcune preoccupazioni di carattere non strettamente economico e giuridico, che attengono a problematiche più ampie di natura politica ed etica. Ad esempio, secondo alcune posizioni, è politicamente, più che economicamente, inaccettabile che un numero molto ristretto di imprese nel mondo possa detenere i diritti di proprietà intellettuale sul genoma di tutte le piante esistenti in natura e quindi sia potenzialmente in grado di controllare qualsiasi utilizzo successivo che coinvolga tali piante.

1.3.4 L’atteggiamento della società nei confronti delle biotecnologie Un ulteriore fattore che ha condizionato, e sempre di più condizionerà in futuro, lo sviluppo delle biotecnologie riguarda l’atteggiamento differenziato e controverso delle biotecnologie da parte di segmenti diversi della società.

9 In effetti, la scoperta degli anticorpi monoclonali (la tecnologia degli ibridomi) non fu mai brevettata e ciò

condusse a dure critiche in quanto l’assenza di protezione avrebbe indebolito la possibile posizione competitiva

della ricerca accademica ed industriale britannica. Viceversa, l’Università di Stanford ottenne il brevetto sulla

tecnologia del DNA ricombinante, attirandosi critiche in quanto questa azione tendeva a favorire una pericolosa

tendenza a privatizzare la ricerca pubblica fondamentale.

Page 16: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 16

Già nelle prime fasi dello sviluppo dell’ingegneria genetica si manifestarono sia tra gli scienziati che nel pubblico aspre controversie sui rischi insiti nella ricerca e sugli eventuali limiti da porre alle applicazioni delle biotecnologie. Negli Stati Uniti, tuttavia, si sviluppò piuttosto rapidamente un atteggiamento complessivamente favorevole alle biotecnologie ed un clima regolatorio rigoroso, ma, in sostanza, permissivo. Maggiori problemi incontrarono le imprese attive nel settore agro-alimentare, che in alcuni casi furono costrette a sospendere le loro sperimentazioni. In Europa, soprattutto in Germania ed in altri paesi del Nord Europa, l’opposizione all’ingegneria genetica è stata più attiva e combattiva e spesso è indicata come un fattore del ritardo nello sviluppo delle biotecnologie e delle decisioni di alcune grandi imprese di aprire laboratori di ricerca negli USA.

Page 17: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 17

2 Il mercato mondiale delle biotecnologie In assenza di definizioni precise e condivise del settore biotecnologico, i dati disponibili variano significativamente a secondo delle fonti e sono difficilmente comparabili. Ad esempio, i dati di Critical I per l’anno 2004 suggeriscono che il numero di imprese biotech in Europa abbia addirittura superato quello statunitense (Tabella 1). Anche i tassi di entrata di nuove imprese sembrano essere più elevati in Europa negli ultimi anni (anche se le forti fluttuazioni annuali di questo dato impediscono un’interpretazione non equivoca). Tuttavia, il numero di imprese è un indicatore molto parziale ed impreciso. Ad esempio, le imprese europee risultano essere molto più piccole di quelle americane e con intensità di attività di R&S meno elevata: la dimensione media delle aziende USA è pari a 95 addetti rispetti ai 44,6 delle imprese europee; la spesa media di R&S per impresa ammonta a 10,5 milioni di euro negli USA rispetto a 3,5 in Europa; il rapporto spesa per R&S su vendite è superiore al 50% negli Stati Uniti e circa il 35% in Europa. Analogamente, volume di ricavi e finanziamenti mostrano ordini di grandezza radicalmente diversi. Inoltre, negli USA 9 imprese biotecnologiche appaiono tra le prime 50 aziende per fatturato, rispetto a 6 nel Regno Unito, 8 in Germania, 7 in Francia e 5 in Italia. La quota di mercato di queste imprese nel settore farmaceutico è cresciuta tra il 2000 e il 2005 dal 3% al 7,7% negli USA, dal 2,1% al 3,3% nel Regno Unito, dal 4,8% al 5,4% in Germania, dal 2,7% a 4,8% in Francia, dal 2 al 3% in Italia.

Tabella 1: Biotecnologie in USA e Europa Anno 2004 USA Europa

Imprese 1.991 2.163

di cui nate nell’anno precedente

(%)

78

(3,9)

119

(5,5)

Addetti 190.500 96.500

Ricavi (miliardi di €) 41,5 21,5

Finanziamenti da venture capital

(miliardi di €)

2,5 1,1

Raccolta azionaria (miliardi di

€)

5,3 2,1

Prestiti (miliardi di €) 6,6 1,8

R&S (miliardi di €) 21 7,6

Fonte: CRITICAL I, 2006

Anche la distribuzione delle imprese e degli addetti per settore di applicazione mostra significative differenze, in particolare per quanto riguarda la presenza nel comparto salute umana (Figura 1 e 2).

Page 18: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 18

Figura 1: Distribuzione delle imprese per settore di applicazione: USA e Europa

Fonte: Blossom- Assobiotec (2008)

Page 19: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 19

Figura 2: Distribuzione degli addetti per settore di applicazione: USA e Europa

Fonte: Blossom- Assobiotec (2008)

L’aspetto più negativo, però, deriva dall’osservazione che l’attività scientifica ed innovativa europea nelle biotecnologie resta su livelli notevolmente inferiori rispetto alla performance americana. Per quanto riguarda la produzione scientifica, il vantaggio scientifico americano nelle scienze della vita è indiscutibile e confermato da qualsiasi indicatore bibliometrico disponibile. Gli Stati Uniti mostrano un nettissimo vantaggio nelle discipline biomediche rispetto all’Europa. Tra i paesi del G8 (esclusi gli USA) il Regno Unito mostra la performance di gran lunga migliore, seguito dalla Germania. L’Italia è superata dal Canada a notevole distanza dagli altri paesi, e sopravanza solo la Russia. Un recente rapporto indipendente sulle attività scientifiche e commerciali delle Università e centri di ricerca nel mondo nelle biotecnologie (De Vol e Bedroussian, 2006) identifica 8 Università americane tra le prime 10 e 25 tra le prime 50 al mondo in termini di numero di pubblicazioni e loro impatto; le Università europee sono rispettivamente una tra le prime 10 e 12 tra le prime 50 (Tabelle 2 e 3). Tabella 2: Classifica delle prime 20 Università mondiali per numero di pubblicazioni ed impatto delle biotecnologie (1998-2002)

Rango Università

Punteggio per numero

pubblicazioni Punteggio

per impatto Punteggio

complessivo 1 Harvard University 100 63.3 100 2 University of Tokyo 84.9 43.5 83.3 3 University of London 86.8 50.0 83.1 4 University of California, San Francisco 54.5 63.8 79.6 5 University if Pennsylvania, Philadelphia 51.8 55.9 72.9 6 University of California San Diego 42.0 64.5 71.2

Page 20: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 20

7 Johns Hopkins University, Baltimore 47.5 59.1 70.8 8 Washington University, St. Louis 37.9 58.6 69.4 9 University of Washington, Seattle 47.1 55.4 68.4 10 University of California, Los Angeles 47.0 54.3 67.0 11 Yale University, New Haven 37.5 59.0 66.7 12 Stanford University 37.9 59.8 65.7 13 Rockefeller University, New York 14.1 67.0 65.3 14 University of Wisconsin, Madison 36.9 53.3 64.0 15 University of Cambridge 34,6 58.3 63.1 16 Baylor College, Houston 30.5 55.3 62.9 17 University of Oxford 31.8 58.1 62.9 18 Duke University, Durham 31.5 55.8 61.5 19 Osaka University 43.4 45.2 61.4 20 Kyoto University 41.7 45.7 61.2

Fonte: Milken Institute, 2006

Tabella 3: Classifica delle prime 20 Università europee per numero di pubblicazioni ed impatto delle biotecnologie (1998-2002)

Rango Università

Punteggio per numero pubbicazioni

Punteggio per impatto

Punteggio complessivo

3 University of London 86.8 50.0 83.1 15 University of Cambridge 34.6 58.3 63.1 17 University of Oxford 31.8 58.1 62.9 23 Universités de Paris (I-XIII) 48.4 41.7 59.7 35 Karolinska Instituet, Stockholm 30.7 48.0 57.5 39 Université de Genéve 12.7 65.8 55.7 40 University of Wales, 0.5 100 55.7 43 Universitaet Basel 10.4 60.9 54.2 46 University of Dundee 10.1 54.2 53.4 48 University of Edinburgh 17.3 51.9 52.7 49 Universités de Strasbourg 13.4 56.4 52.1 50 Universitatet Zuerich 17.4 50.7 52.1

55 Institut National des Sciences Appliquées de Toulouse 0.6 90.3 51.7

57 National Veterinary Institute, Oslo 0.5 90.3 51.6 58 UniversitatetKonstanz 3.9 64.6 51.5 59 University of Helsinki 22.7 46.7 51.4 60 University of Utrecht 18.4 53.3 51.3 61 Univ. Catholique de Louvain 26.1 44.3 51.2 62 Ludwig-Maximilians Universitaet Muenchen 19.3 50.1 51.1 66 Freie Universitaet Berlin 22.3 46.3 50.5

Fonte: Milken Institute, 2006

Per quanto concerne l’attività innovativa, come già osservato, le spese di R&S delle imprese sono notevolmente inferiori in Europa. Anche in termini di brevetti, il divario tra USA e Vecchio Copntinente non tende a ridursi nel tempo, ma anzi ad aumentare, perlomeno per quanta riguarda i brevetti richiesti negli USA (certamente il mercato più importante) (Figure 3 e 4). In effetti, è gli Stati Uniti tendono ad attrarre in misura crescente investimenti in ricerca e ad acquisire le imprese europee più dinamiche e promettenti (Gambardella et al, 2000; Allansdottir et al, 2001; Critical I 2006). Nel caso dei brevetti europei, il divario sembra annullarsi negli ultimi anni, a testimonianza del recente dinamismo della ricerca e dell’industria europea in questo settore.

Page 21: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 21

Figura 3: U.S. Patent & Trademark Office: brevetti biotecnologici

Figura 4: European Patent Office: brevetti biotecnologici

Tra i paesi europei, Germania, Regno Unito e Francia mostrano le performance migliori, ma anche Danimarca, Svizzera e Paesi Bassi emergono via via in maniera crescente come innovatori significativi e sedi di vivaci attività industriali, soprattutto tenendo conto della loro piccola dimensione assoluta. A puro scopo esemplificativo, il rapporto Critical I (2006) stimava che in Europa operassero 538 imprese in Germania, 457 nel Regno Unito e 233 in Francia. Le imprese tedesche, tuttavia (in larga misura operanti nel segmento delle platform technologies), hanno una dimensione media ed una spesa media di R&S molto inferiore rispetto alle aziende francesi e soprattutto inglesi, che sono attive soprattutto nel comparto terapeutico (Figura 5 e Tabella 4). Tabella 4: Biotecnologie in Europa: imprese

Paesi Tassi di

entrata (%)

Dimensione media di impresa

R&S per impresa

Danimarca 5 157,79 8,50 Francia 6 41,00 2,64 Germania 2 29,91 2,80 Italia 14 52,04 5,57 Paesi Bassi 10 22,88 1,19 Svezia 6 28,57 2,66 Svizzera 7 55,44 8,83 UK 6 46,25 3,41

Fonte: Critical I (2006)

Page 22: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 22

Figura 5: Biotecnologie in Europa: imprese

Fonte: Critical I (2006)

In termini di addetti, quindi, il Regno Unito è il primo paese in Europa, seguito dalla Danimarca (in cui opera Novo Nordisk, una delle più grandi imprese biotecnologiche mondiali), dalla Germania e dalla Francia (Figura 6). Questi paesi, insieme alla Svizzera, sono i primi in Europa anche per quanto riguarda le spese di R&S, i ricavi ed i finanziamenti da venture capital (Figura 7). Figura 6: Biotecnologie in Europa: Addetti (2004)

Fonte: Critical I (2006)

Figura 7: Biotecnologie in Europa: ricavi, R&S, e finanziamenti da venture capital (in milioni di euro). Dati per il 2004

Fonte: Critical I (2006)

Page 23: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 23

Anche in termini di brevetti, questi paesi rappresentano il cuore delle biotecnologie europee, ed è interessante osservare la recente crescita della Germania e della Francia e la ottima performance relativa dei piccoli paesi nordici (Figure 8 e 9). Figura 8: European Patent Office: brevetti biotecnologici dei principali paesi europei

Fonte: OECD

Figura 9: U.S. Patent & Trademark Office: biotecnologici dei principali paesi europei

Fonte: OECD

Page 24: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 24

3 Il settore delle biotecnologie in Italia

La situazione italiana appare contraddittoria. I dati fin qui esaminati indicano uno sviluppo molto limitato del settore delle biotecnologie, qualsiasi sia l’indicatore considerato. Tuttavia, emergono segnali positivi, soprattutto per quando riguarda i tassi di entrata di nuove imprese negli ultimi anni. In effetti, anche le valutazioni della dimensione del settore non sono univoche. Per quanto riguarda la ricerca, l’esiguità dei dati disponibili non consente conclusioni definitive. L’indagine della CRUI (Bruno et al., 2003) sui dati bibliometrici ISI individuava una preoccupante debolezza della ricerca italiana nelle aree più direttamente riconducibili alle biotecnologie negli anni Ottanta e Novanta, ma anche un notevole recupero nella seconda metà degli anni Novanta in alcuni importanti settori (Tabella 5). Tabella 5: Impatto della ricerca scientifica italiana nelle biotecnologie rispetto al mondo (1981-1999) Settori Differenza % impatto italiano

rispetto al globale Differenza % variazione impatto Italia rispetto a

variazione globale (1995-99 su 1985-99)1

Biotecnologie e microbiologia applicata

- 27 93

Immunologia -28 486 Biologia molecolare e genetica -35 214 Biochimica e biofisica -40 -5 Biologia sperimentale -41 10 Biologia -42 -5 Microbiologia -43 94 Farmacologie e tossicologia -50 49 Scienze della salute -52 364 Biologia cellulare -53 -48 (1) La colonna misura, in termini percentuali, la variazione di impatto Italia meno la variazione di impatto globale sulla variazione di impatto globale. Fonte: CRUI

Il rapporto del Milken Institute (DeVol and Bedroussian, 2006) individua solo un’Università italiana tra le prime 100 nel mondo e solo 3 tra le prime 150, anche se alcune di queste mostrano una qualità di pubblicazioni (misurata in termini di impatto) di notevole livello (Tabella 6). Tabella 6: Classifica delle prime 20 Università italiane in biotecnologie per numero di pubblicazioni ed impatto (1998-2002)

Rango Università

Punteggio per numero

pubblicazioni

Punteggio per

impatto Punteggio

complessivo 90 Università di Roma (I-III) 30.1 36.7 47.0

116 Università di Napoli Federico II 22.1 33.5 44.8

126 Università di Milano 20.9 41.8 44.1 221 Università di Siena 4.4 35.9 38.0 227 Università di Genova 10.6 37.1 37.6 238 Università di Pavia 6.5 42.4 37.2

241 Consorzio Mario Negri Sud 1.4 48.5 37.2

267 Università di Padova 12.5 36.3 35.7 274 Università di Bari 6.5 33.1 35.2

Page 25: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 25

297 Università di Verona 2.5 37.5 33.9 305 Università di Ferrara 3.8 37.1 33.5 321 Università di Bologna 12.1 32.2 32.6

324

Università G. D'Annunzio, Chieti - Pescara 1.5 43.0 32.5

327 Università dell'Aquila 2,2 39.3 32.4 350 Università di Perugia 3.0 38.2 31.0

361 Università Cattolica del Sacro Cuore Milano 2.6 38.6 30.2

381 Università di Torino 5.3 36.1 28.6 394 Università di Firenze 6.9 33.9 27.7

406 Università di Modena e Reggio Emilia 2.5 32.6 26.5

410 SISSA Trieste 1.1 41.2 25.9 Fonte: Milken Institute, 2006

Per quanto riguarda le imprese, il rapporto Critical I (2006) individuava in Italia 51 imprese a prevalente attività biotecnologica nel 2004, con spese di R&S per 284 milioni di euro e circa 2.650 addetti. Risultati simili sono stati rilevati dal rapporto della Fondazione Cotec (Fondazione Cotec, 2006), che identificava 83 imprese a prevalente attività biotecnologica operanti in Italia, con un’occupazione di circa 5.000 dipendenti, un fatturato pari a circa 1.900 milioni di euro ed un investimento complessivo in R&S attorno ai 280 milioni di euro nel 2004. Viceversa, il rapporto Blossom Associati – Assobiotec (2008)10 stimava che in Italia operassero 228 società a fine 2007, impiegando complessivamente circa 14.500 dipendenti (di cui 6.660 impegnati in attività di R&S), con un fatturato pari a 4,8 miliardi di euro derivanti da prodotti biotecnologici e un investimento di 1,3 miliardi di euro per attività in R&S. Il 75% di queste imprese ha una dimensione inferiore ai 50 dipendenti ed un fatturato inferiore a 10 milioni di euro. Le aziende di medie dimensioni (meno di 250 dipendenti e fatturato non superiore a 5 milioni di euro) costituiscono il 12% delle imprese. Il restante 13% è costituito da grandi imprese. Le imprese medio-grandi contribuiscono però per il 97% al fatturato complessivo e per l’84% alla spesa in R&S (Blossom-Assobiotec 2008). La distribuzione per età di queste imprese conferma che negli ultimi anni si è registrata in Italia una notevole crescita delle attività imprenditoriali in questo settore: quasi cento imprese sono state create dopo l’anno 2000, con tassi di entrata attorno al 10% in media all’anno. Di queste, ne risultano essere quotate in Borsa 8 (tutte localizzate in Lombardia). La prima quotazione è avvenuta nel 1999 sulla Borsa francese (Nouveau Marché – Euronext). Le altre operazioni sono state effettuate tra il 2005 ed il 2008, rispettivamente in tre casi sulla Borsa Italiana, in altri tre sulla Borsa Svizzera ed in uno sul Nasdaq. A queste iniziative occorre aggiungere la quotazione di altre due imprese, rispettivamente nel 2000 e nel 2002, sul Nuovo Mercato, in seguito oggetto di fusioni ed acquisizioni da parte di grandi gruppi farmaceutici americani e svizzeri. Le imprese biotecnologiche italiane sono attive soprattutto nel campo della cura della salute (73%), seguite dal settore agro-alimentare (13%), industriale – ambientale (9%) e bioinformatica (5%). Anche se non sono disponibili classificazioni analoghe per altri paesi, l’industria biotecnologica italiana sembrerebbe dunque mostrare, rispetto all’Europa nel suo complesso, una specializzazione relativa nella cura della salute ed una de-specializzazione nella bioinformatica.

10 Il rapporto tuttavia include anche imprese per le quali le biotecnologie non costituiscono l’attività principale

ed esclude solo le aziende operanti in settori correlati e le imprese che svolgono in via esclusiva attività di

produzione o commercializzazione di prodotti biotecnologici.

Page 26: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 26

L’industria biotecnologica italiana mostra, come del resto in tutti i paesi del mondo, una forte concentrazione territoriale. Secondo i dati di Blossom-Assobiotec (2008), in sei regioni si concentrano oltre i tre quarti delle imprese operanti in Italia, in particolare in Lombardia (35%), Piemonte (12%), Toscana (10%), Friuli Venezia Giulia (7%), Lazio e Sardegna (6%). La concentrazione è ancora più forte se misurata in termini di addetti e di addetti alla R&S (dove queste sei regioni rappresentano rispettivamente il 96% e l’80% del totale nazionale) e fatturato (Tabella 7). Tabella 7: Distribuzione geografica per regione

Fonte: Blossom Associati – CrESIT (2008)

Un’ulteriore caratteristica distintiva del caso italiano è il ruolo molto modesto svolto dal venture capital nel finanziare e sostenere le nuove imprese, come dimostrano diverse indagini. I dati confermano l’esiguità delle attività di venture capital in Italia e l’assenza di mercato per le nuove imprese biotecnologiche. Se certamente esistono sostanziali problemi di natura finanziaria e fiscale allo sviluppo di questo mercato dal lato degli operatori finanziari, molto probabilmente questa situazione riflette anche sostanziali debolezze dal punto di vista dell’offerta di iniziative imprenditoriali valide e promettenti su una scala minima, al di là di episodiche occasioni. Il ruolo del venture capital come fonte di finanziamento per le nuove piccole imprese è stato parzialmente sostituito da altre fonti, principalmente le fondazioni bancarie e i programmi pubblici a livello comunitario, nazionale e regionale. Un calcolo del contributo della spesa pubblica alla ricerca scientifica ed industriale è molto difficile, data l’eterogeneità delle fonti e le differenze ed ambiguità nelle definizioni di biotecnologie. Il tentativo più recente di stimare, anche se in modo esplicitamente approssimativo, il finanziamento pubblico alla ricerca biotecnologica da parte della Fondazione COTEC (Fondazione COTEC, 2006) suggerisce che nell’anno 2004 la spesa pubblica - che include, secondo questo calcolo, le spese del CNR (31,2 milioni di euro), i finanziamenti MIUR (11,7 milioni di euro, considerando anche il co-finanziamento degli atenei), Ministero della Salute (4,1 milioni) e finanziamenti comunitari (circa 40 milioni di euro all’anno) - ammontasse a circa 370 milioni di euro, pari al 12,8% della spesa complessiva domestica e al 23,7%, considerando anche i finanziamenti europei. Il settore no-profit avrebbe stanziato finanziamenti (settore salute nel suo insieme) per circa 84 milioni di euro. A questi fondi possono essere poi aggiunti i contributi regionali e locali, per le quali è possibile identificare un contributo regionale specifico, approssimabili a circa 13 milioni di euro.

Page 27: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 27

In effetti, diverse regioni italiane hanno iniziato negli ultimi anni a sviluppare programmi ed iniziative di sostegno alla ricerca biotecnologica ed al suo sfruttamento industriale, in particolare: Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Basilicata, Puglia e Sardegna. Le iniziative si articolano secondo diverse direzioni: sostegno ai parchi scientifici e tecnologici, agli incubatori e alle agenzie regionali per lo sviluppo (che in alcuni casi svolgono anche attività di ricerca); supporto alla collaborazione tra Università, centri di ricerca ed imprese; formazione. In alcuni casi, gli interventi regionali prevedono il sostegno alle nuove imprese, anche con finanziamenti alle start-up e costituzione di fondi di venture capital (Piemonte e Lombardia).

Page 28: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 28

4 Il sistema delle biotecnologie in Puglia La Puglia non rappresenta ancora una delle regioni italiane leader nelle biotecnologie. Tuttavia esistono significative competenze ed iniziative a livello scientifico e tecnologico, in termini di politiche pubbliche e di alcune iniziative imprenditoriali, che possono rappresentare la base per uno sviluppo più sostenuto del settore nel prossimo futuro.

4.1 La ricerca scientifica In Puglia operano le seguenti strutture di ricerca scientifica con attività di ricerca già attiva nelle biotecnologie o le cui linee di ricerca potrebbero essere fortemente interessate dallo sviluppo delle biotecnologie: - 32 dipartimenti universitari (24 a Bari, 3 a Lecce, 5 a Foggia) e 1 centro interdipartimentale, Bioagromed; - 11 Istituti del CNR; - il Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie (NNL) dell’Istituto Nazionale di Fisica della Materia, localizzato presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università del Salento; - 2 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS); - il Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (CRA); - 3 società consortili (Apulia Biotech; ISBEM, Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo, C.A.R.S.O.). Nella Tabella 8 vengono elencati i centri di ricerca operanti in Puglia. Tabella 8: Strutture che svolgono attività di ricerca biotecnologica in Puglia

Acronimo Dipartimento/Centro

Università di Bari

DHAH Anatomia Umana ed Istologia

DAP Anatomia Patologica

DACTI Applicazioni in Chirurgia delle Tecnologie Innovative

DBBM Biochimica e Biologia Molecolare "E. Quagliarello"

DiBCA Biologia e Chimica Agroforestale ed Ambientale

DBPV Biologia e Patologia Vegetale

DBEE Biomedicina e dell’Età evolutiva

DBMBMFM Biochimica medica, Biologia medica, Fisica medica

DC Chimica

DCMINI Clinica medica, Immunologia e Malattie infettive

DETO Emergenza e dei trapianti d’organo

DFB Farmaco-biologico

DFC Farmaco-chimico

DFFU Farmacologia e fisiologia umana

DFGA Fisiologia generale ed ambientale

DIGEMI Genetica e microbiologia

DIMO Scienze Biomediche e Oncologia umana

DMCTMC Metodologia clinica e Tecnologie medico-chirurgiche

DOC Odontostomatologia e Chirurgia

Page 29: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 29

DIMIMP Medicina interna e medicina pubblica

DPA Produzione animale

DPPMA Protezione delle piante e microbiologia applicata

PROGESA. Progettazione e Gestione di sistemi sistemi agrozootecnici e forestali

DSNP Scienze Neurologiche e Psichiatriche

Università del Salento

DII Ingegneria dell’Innovazione

DiSTeBA Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali

DSM Scienze dei Materiali

Università di Foggia

DiSACD Scienze agro-ambientali, chimica e difesa vegetale

PRIME Produzioni dell’ingegneria della Meccanica e dell’Economia applicata ai sistemi Agrozootecnici

Scienze biomediche

Scienze chirurgiche

DISA Scienze degli alimenti

BIOAGROMED Centro di Ricerca Interdipartimentale - Istituto per la Ricerca e le Applicazioni Biotecnologie per la Sicurezza e la Valorizzazione dei Prodotti Tipici e di Qualità

Istituti del CNR

IBBE Istituto Biomembrane Bioenergetica (Bari)

IPCF Istituto Processi Chimico-Fisici (Bari)

IGV Istituto di Genetica Vegetale (Bari)

ISPA Istituto Scienze Produzioni Alimentari (Bari)

ITIA Istituto di Tecnologie Industriali ed Automazione (Bari)

ITB Istituto Tecnologie Biomediche (Bari)

IVV Istituto Virologia Vegetale (Bari)

IMM Istituto Microelettronica e Microsistemi (Lecce)

ISPA Istituto Scienze Produzioni Alimentari (Lecce)

IFC Istituto di Fisiologia Clinica (Brindisi)

ISMAR Istituto Scienze marine (Lesina, FG)

Altri enti di ricerca

NNL National Nanotechnology Laboratori (Lecce)

IRCCS-Bari Oncologico di Bari

IRCCS-Foggia Casa Sollievo della Sofferenza

CRA Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Bari e Foggia)

Apulia Biotech

ISBEM Ist. Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo ScA (Brindisi)

C.A.R.S.O. Centro di Addestramento per la Ricerca Scientifica Oncologica

Da questo elenco emerge che in Puglia l’Università è la sede dove si concentrano principalmente le attività di ricerca. Si tratta di una caratteristica comune alle regioni del Sud, dove le attività di ricerca sono confinate nelle strutture pubbliche e non determinano innovazione produttiva; nel Centro/Nord, invece, le attività di ricerca si sviluppano anche in consorzi e centri industriali dove, essendo la ricerca finalizzata ad ottenere un prodotto, si creano un gran numero di opportunità applicative. Una ragione per spiegare la mancata finalizzazione dei risultati ottenuti nelle

Page 30: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 30

Università, dove non vi è corrispondenza tra risultati prodotti e ricadute finalizzate, può essere individuata nella mentalità dei ricercatori che, nella maggior parte dei casi, hanno come obiettivi prioritari la ricerca del risultato scientifico e non le ricadute di tipo applicativo. Negli ultimi anni, però, l’impostazione di alcuni gruppi di ricercatori è mutata e dimostra un maggiore interesse a finalizzare e concretizzare i risultati, ottenuti con la ricerca sperimentale, in possibili brevetti o spin off. Questa tendenza è anche confermata dalla risposta a due recenti bandi, promossi dalla Regione Puglia e gestiti dall’ARTI, uno finalizzato ad incentivare la protezione della proprietà intellettuale internazionale delle Università e dei centri di ricerca pubblici pugliesi, l’altro a sostenere mediante l’erogazione di un contributo finanziario la nascita o il consolidamento di imprese universitarie già costituite, o in via di costituzione, ai fini della valorizzazione imprenditoriale dei risultati della ricerca realizzati nell’ambito del sistema universitario pugliese. Per quanto riguarda il tema delle biotecnologie, dalle prime istruttorie del bando per la promozione dell’estensione dei brevetti, risulta che per la maggior parte (circa il 75%) le richieste pervenute rientrano proprio nel campo biomedicale e della chimica farmaceutica. Nella tabella 9 vengono riportate le informazioni principali relative a tali brevetti. Tabella 9: Richiesta del finanziamento prevista dal bando voucher brevetti della Regione Puglia in ambito delle biotecnologie Università Titolo del brevetto Settore Procedura

estensione Bari (60%)

1-fenilalcossi-2-B-feniletilderivati, quali Inibitori della P-GP utilizzabili nei casi di farmacoresistenza

Chimica farmaceutica

USPTO

Bari Diagnostic kit and method for detecting phytovirus infections in plant productions

Biotecnologie EP

Bari (50%)

Isoxazole derivatives and their use as cycloxygenase inhibitors Chimica farmaceutica

EP

Bari SIGMA2, method of screening of specific ligands and use of the same in diagnostic or therapeutic methods

Chimica farmaceutica

PCT

Bari Use of the augmenter of liver regeneration proteina as an apoptosis regulator

Biomedica PCT

Bari Serotonina receptor ligands Chimica farmaceutica

USPTO

Bari Laparoscopy surgical device Biomedica EP Bari Use of the 5'UTR of the ZAM retrotrasposon of D. melanogaster as

"insulator" to guarantee transgene high expression levels Ingegneria genetica

EP

Bari Tritium radiolabeling of [3H]-1-Cyclohexyl-4-[3-(5-Methoxy-1,2,3,4,-Tetrahydronaphthalen-1-YL)-N-Propyl]Piperazine([3H]-PB28), as a potent sigma- 2 receptor ligand

Chimica farmaceutica

PCT

Bari (50%)

Functionalized diarylisoxazoles inhibitory of ciclooxigenase Chimica farmaceutica

USPTO

Bari (50%)

Apparatus and process for detection and analysis of biomedical data Biomedica EP

Bari Use of the bone marrow stromal cells for the treatment of tendons and/or ligaments damages

Biochimica PCT

Bari (90%)

Apparatus and method of detecting falls and loss of consiuousness Biomedica PCT

Bari Biotechnological process from sea species Biotecnologie PCT Bari (80%)

Renal carcinoma cell line and use therof Biomedica PCT

Bari (50%)

Anticorpo monospecifico e metodo di produzione mediante l'utilizzo come antigene di un'isoforma della FAD sintetasi umana

Biochimica IPTO

Fonte: ARTI (dati non definitivi)

Per quanto attiene, invece, al bando per la promozione delle spin-off, quattro imprese si caratterizzano per attività nel campo della microbiologia o in campo salutistico. Dall’Università di Foggia, sono nate due imprese in fase di costituzione: PEPT ACE, il cui cuore delle attività sarà agroalimentare e microbiologia, e Bioxygen, che si occuperà di farmaceutica, agroalimentare e

Page 31: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 31

salute. Nell’ambito del Politecnico di Bari, a partire dal 2006 opera la CARDES Engineering, la cui attività principale è costituita dall’elettronica biomedica. Dal Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento si è invece originata, nel 2007, la Salentec che si occupa, tra l’altro, di produzione e commercializzazione di ceramici tecnici avanzati, compresi ceramici per impianti dentari. In tutte le strutture di ricerca pugliesi si svolgono attività che interessano la biologia, l’agroalimentare e la veterinaria. Vi sono specializzazioni relative a livello sub-regionale: a Bari, per la presenza del Policlinico e di numerosi dipartimenti universitari, sono prevalenti sia le attività clinico-applicative sia di ricerca di base in biologia; a Foggia, per la presenza di un IRCCS a San Giovanni Rotondo, si sviluppano attività di ricerca in genetica ed oncologia sperimentale e, in campo universitario, gli studi si concentrano sul tema dell’agroalimentare; a Lecce, per la presenza di centri con elevata specializzazione (materiali innovativi e nanotecnologie), sono particolarmente sviluppate ricerche e tecnologie per applicazioni biologiche. Per un’efficace valutazione della ricerca e delle sue ricadute applicative, si deve tener conto delle competenze dei ricercatori e della collocazione di queste nello sviluppo dei programmi di ricerca. Per ottenere una chiara visione della situazione presente nella regione i ricercatori sono stati suddivisi, a seconda delle competenze, in aree scientifiche o clusters, in modo da metterne in evidenza le diverse specializzazioni. Aggregando i ricercatori per competenze e per interessi scientifici, sono state così individuate 21 aree di specializzazione11, a testimoniare la grande differenziazione esistente nelle competenze dei ricercatori. Dai dati si evince che prevalgono le competenze in farmacologia, in microbiologia ed in biochimica, biologia molecolare e genetica. Le attività di ricerca delle Università pugliesi coprono dunque un ampio spettro di tematiche e di sub-discipline, con un livello molto elevato di specializzazione (come è tipico in questo campo). Concentrando l’attenzione sull’area della salute umana, le principali linee di ricerca a livello internazionale con possibili ricadute applicative riguardano (senza pretese di esaustività):

- nell’Università del Salento: o microbiologia, con possibili ricadute sullo sviluppo di metodiche di screening di sostanze

con proprietà antibatteriche e di lead con attività antibatterica; o nanotecnologie e scienze e tecnologie dei materiali, in collaborazione con il National

Nanotechnology Laboratory; - nell’Università di Bari: o struttura, replicazione ed espressione del DNA mitocondriale; o basi molecolari di patologie e diagnostica molecolare; o genomica evolutiva ed evoluzione molecolare; o fisiologia cellulare e molecolare delle proteine di trasporto dell’acqua (acquaporine) a livello

di organo (rene) e apparati (gastrointestinale e neuromuscolare); o miglioramento delle conoscenze e dell’approccio diagnostico e terapeutico alle malattie

metaboliche (con collaborazioni con grandi imprese farmaceutiche e biotecnologiche come Novo Nordisk, Ely Lilly, Biovitrum, Menarini Diagnostics e Pfizer Italia);

o studio delle cause genetiche e immunopatologiche delle nefropatie; o biochimica medica; o citogenetica e genetica umana;

11 Le aree di specializzazione individuate sono: Farmacologia, Microbiologia, Biologia molecolare, Genetica

molecolare, Biochimica, Oncologia; Ecologia, Endocrinologia, Biologia cellulare, Conservazione degli alimenti,

Nefrologia, Epidemiologia, Gastroenterologia, Riproduzione, Immunologia, Fisiopatologia, Enologia, Agronomia,

Bioenergetica, Biologia vegetale, Tecnologie innovative (bioinformatica, sensoristica, materiali, sistemi di

diagnosi, nanotecnologie, metodologie innovative).

Page 32: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 32

o fattori di trascrizione del DNA mitocondriale; o meccanismi funzionali e fisiopatologia dei sistemi energetici della membrana.

Per quanto riguarda le collaborazioni tra ricercatori ed imprese, dalla nostra indagine emerge che queste paiono concentrarsi anch’esse nel settore biologia/sanità, piuttosto che negli altri settori. La partecipazione delle aziende alle attività di ricerca è tuttavia molto limitata ed anche quando le PMI partecipano alle attività di ricerca, vi collaborano svolgendo solitamente attività di servizio. Inoltre, le imprese coinvolte sono quasi sempre localizzate in regione. Le Università Le valutazioni del CIVR pongono l’Università di Bari al quarto posto tra le grandi strutture e all’ottavo posto in assoluto con un valore del ranking pari a 0.91 (rispetto a una media di 0.83) nelle scienze biologiche. Questo risultato conferma sostanzialmente l’indagine del Milken Institute che pone Bari all’ottavo posto tra le strutture di ricerca italiane nelle biotecnologie. L’Università del Salento è invece in quattordicesima posizione tra le medie strutture, con un punteggio di 0.78, mentre l’Università di Foggia si colloca al tredicesimo posto (0.80, identico al valore medio) tra le piccole strutture12 (Figura 10).

12 In base al numero di prodotti presentati alla valutazione, le strutture sono state classificate dal CIVR in: Mega

(numero di prodotti uguale o maggiore di 75); Grandi (numero di prodotti compreso fra 25 e 74); Medie

(numero di prodotti compreso fra 10 e 24 prodotti); Piccole (numero di prodotti inferiore a 9).

Page 33: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 33

Figura 10: Scienze biologiche: rating per strutture

Fonte: CIVR (2006)

Per quanto riguarda le scienze mediche, Bari è undicesima tra le megastrutture con un ranking pari a 0.77 (uguale alla media) e Foggia al nono posto tra le medie strutture (0.62 rispetto ad una media di 0.76, Figura 11).

Page 34: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 34

Figura 11: Scienze mediche: rating per strutture

Fonte: CIVR (2006)

Un ulteriore dato sul ruolo che la ricerca biotecnologica universitaria in Puglia può svolgere, non solo in ambito locale, ma anche nel contesto nazionale, può essere ricavato dai valori riguardanti la popolazione docente negli Atenei pugliesi, anche se nelle sole Facoltà di Chirurgia e Medicina, Agraria, Farmacia e Scienze Biotecnologie (le quali però, come si vedrà in seguito, non esauriscono il complesso delle facoltà in cui effettivamente si svolge ricerca biotecnologica, Tabella 10). Tabella 10: Personale docente nelle facoltà di Medicina e Chirurgia, Farmacia e Scienze Biotecnologiche: rapporto Puglia-Italia

Facoltà Puglia Italia Puglia/ Italia%

Medicina e Chirurgia 514 13.102 3,9 di cui: Professori Ordinari 126 3.227 3,9 Professori Associati 154 3.931 3,9 Ricercatori 234 5.944 3,9 Farmacia 88 1.9431 4,5 di cui: Professori Ordinari 18 500 3,6 Professori Associati 29 660 4,4 Ricercatori 41 783 5,2 Scienze Biotecnologiche 31 2182 14,2 di cui: Professori Ordinari 13 57 22,8 Professori Associati 6 67 9,0 Ricercatori 12 94 12,8

Totale 633 15.263 4,1 (1) Comprende anche il dato della Facoltà di Farmacia e Scienze Nutrizione e Salute dell’Università della Calabria. (2) Comprende anche il dato della Facoltà di Bioscienze e Biotecnologie dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Fonte: Elaborazioni ARTI su dati MIUR (dati al 31.12.2007)

In particolare, è da sottolineare il peso, in termini di docenti, sul totale nazionale della Facoltà di Scienze Biotecnologiche, dove si concentra oltre il 14% del totale. A questo proposito, è utile

Page 35: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 35

sottolineare che attualmente, oltre alla facoltà di Scienze Biotecnologiche dell’Università di Bari, in Italia vi sono solo altre 3 Facoltà dedicate esclusivamente alle biotecnologie (le Facoltà di Scienze Biotecnologiche rispettivamente dell’Università di Napoli Federico II e dell’Università dell’Aquila, e la Facoltà di Bioscienze e Biotecnologie dell’Università di Modena e Reggio Emilia). La Facoltà di Scienze Biotecnologiche di Bari è stata istituita nel 2002 e raccoglie competenze di ricercatori di levatura internazionale che già da tempo si erano formate presso altre facoltà dell’ateneo barese. L’istituzione di tale facoltà a Bari estimonia sicuramente l’esistenza di una non trascurabile massa critica nella ricerca biotecnologica in Puglia. Di seguito si forniscono anche i dati sulla popolazione studentesca frequentante corsi di laurea afferenti alle scienze biotecnologiche (compresi i corsi di laurea attivati presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università del Salento, Tabella 11): Tabella 11: Studenti per aree di corso di laurea1 Area del corso di laurea Studenti iscritti

(A.A. 2007/08) Studenti laureati (A.A. 2006/07)

Puglia Italia Puglia/ Italia%

Puglia Italia Puglia/ Italia%

Biotecnologie (classe 1) 772 13.499 5,7 96 1.392 6,9 Scienze biologiche (classe 12) 1.563 28.468 5,5 92 1.713 5,4 Specialistiche in biologia (classe 6/S) 446 7.039 6,3 127 1.759 7,2 Specialistiche in biotecnologie agrarie (classe 7/S) 25 309 8,1 4 112 3,6 Specialistiche in biotecnologie industriali (classe 8/S) 116 1.342 8,6 14 391 3,6 Specialistiche in biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche (classe 9/S)

98 2.809 3,5 17 930 1,8

Specialistiche in farmacia e farmacia industriale (classe 14/S) 1.066 26.083 4,1 3 132 2,3 Totale 4.086 79.549 5,1 353 6.429 5,5

(1) La tabella riporta i dati per tutti i tipi di laurea. Fonte: Elaborazioni ARTI su dati MIUR (dati al 29.08.2008)

Complessivamente, gli studenti impegnati in atenei pugliesi in corsi di studi afferenti le biotecnologie sono mediamente il 5,1% di quelli impegnati in corsi similari negli altri atenei italiani (con percentuali oltre l’8% nei casi di lauree specialistiche in biotecnologie agrarie ed in biotecnologie industriali), mentre la percentuale di laureati per l’anno accademico 2006/2007 si assesta al 5,5%. Università di Bari Prima di passare alla descrizione delle principali attività di ricerca di ciascun dipartimento, si fornisce nella Tabella 12 la suddivisone del personale di ricerca per settore scientifico-disciplinare. Tabella 12: Ricercatori dell’Università di Bari per dipartimento e per settori scientifico-disciplinari legati al settore delle biotecnologie1

Dipartimento Totale2 Scienze chimiche Scienze biologiche Scienze mediche Scienze agrarie e veterinarie

Altro

Tot. di cui: Chimica farmaceutica Farmaceutico tecnologico applicativo Chimica e biotecnologia delle fermentazioni

Tot. di cui: Biochimica Biologia molecolare Biochimica clinica e biologia molecolare clinica Biologia applicata Farmacologia Biologia farmaceutica Genetica Microbiologia generale

Tot. Subtotale 3

Tot. di cui: Genetica agraria Patologia vegetale Chimica agraria Scienze e tecnologie alimentari Microbiologia agraria Zootecnica generale e miglioramento genetico Fisiologia

Tot. di cui: Bioingegneria industriale Bioingegneria elettronica e informatica

Page 36: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 36

veterinaria Patologia generale e anatomia patologica veterinaria Farmacologia e tossicologia veterinaria

Anatomia Umana ed Istologia 23 23 Anatomia Patologica 17 1 16 8 Applicazioni in Chirurgia delle Tecnologie Innovative 29 29 10 Biochimica e Biologia Molecolare "E. Quagliarello" 27 27 27 Biologia e Chimica Agroforestale ed Ambientale 30 1 29 21 Biologia e Patologia Vegetale 21 13 8 8 Biomedicina e dell’Età evolutiva 17 17 15 Biochimica medica, Biologia medica, Fisica medica 22 18 17 4 Chimica 57 57 Clinica medica, Immunologia e Malattie infettive 31 30 17 1 Emergenza e dei trapianti d’organo 66 61 24 5 Farmaco-biologico 29 28 25 1 1 Farmaco-chimico 62 57 43 3 2 2 2 Farmacologia e fisiologia umana 16 16 9 Fisiologia generale ed ambientale 19 17 1 2 2 Genetica e microbiologia 15 15 15 Scienze Biomediche e Oncologia umana 41 1 1 40 38 Metodologia clinica e Tecnologie medico-chirurgiche 12 11 8 1 1 Odontostomatologia e chirurgia 23 23 15 Medicina interna e medicina pubblica 48 47 17 1 Produzione animale 27 27 6 Protezione delle piante e microbiologia applicata 18 18 18 Progettazione e Gestione di sistemi sistemi agrozootecnici e forestali 35 35 8 Scienze Neurologiche e Psichiatriche 36 33 28 3 Totale 721 115 43 162 97 310 185 125 61 9 1

(1) Nella tabella è riportato il numero di ricercatori afferenti ai settori scientifico-disciplinari relativi alle scienze biotecnologiche. Tale numero non indica necessariamente il personale effettivamente impiegato in attività di ricerca in tale ambito. (2) La colonna riporta il numero totale dei ricercatori per Dipartimento. (3) In questo subtotale non sono ricompresi i seguenti SSD: Statistica medica; Storia della medicina; Neurochirurgia; Diagnostica per immagini e radioterapia; Neuroradiologia; Anestesiologia; Medicina legale; Medicina del lavoro e i settori scientifico-disciplinari relativi alle chirurgie e alle scienze infermieristiche e scienze tecniche. Fonte: Elaborazioni ARTI su dati MIUR

Page 37: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 37

Il personale docente afferente ai settori connessi con la ricerca in campo biotecnologico impiegato nei Dipartimenti esaminati sono circa 400: circa il 47% appartiene al settore delle scienze mediche, il 25% alle scienze biologiche, il 16% alle scienze agrarie e veterinarie. La restante parte è occupata principalmente nelle scienze chimiche (l’11% circa). Presso il Dipartimento di Anatomia Umana ed Istologia sono attive ricerche su: metabolismo in fibroblasti mutanti, osteoblasti ed osteoclasti, angiogenesi, biologia delle cellule gliali, recettori per i formilpeptidi, organogenesi dentale, ruolo biologico delle molecole di adesione, biologia di granulociti e macrofagi, barriera ematoencefalica, biologia istofisiopatologia dei tessuti calcificati, tumori metastatizzanti del tessuto osseo13. Il Dipartimento coordina 2 dottorati (Morfologia applicata e citometabolismo dei farmaci, Scienze e tecnologie cellulari). L’attività del Dipartimento Anatomia Patologica si espleta prevalentemente nella ricerca riguardante la diagnostica assistenziale. In particolare, presso il dipartimento i campi di maggiore interesse riguardano: la patologia epatica, mammaria, dei mesoteliomi maligni, dei tumori della testa e del collo; la patologia dei trapianti, cardiovascolare; la fitopatologia; le metodiche immunoistochimiche e morfometriche; la patologia molecolare, l’evoluzione del genoma nei primati; la biogenesi dei mitocondri; la caratterizzazione genotipica di ceppi di Vibrio Cholerae epidemici ed ambientali. Il Dipartimento inoltre coordina il dottorato in Morfometria analitica e modelli di medicina molecolare. Le ricerche prevalenti nel Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare “E.Quagliarello” hanno per oggetto la bioenergetica e la biogenesi mitocondriale. Alle ricerche riguardanti lo studio dei mitocondri in organismi animali e vegetali, si sono aggiunti studi riguardanti l’evoluzione molecolare, la bioinformatica e le patologie specifiche dei mitocondri e di altri componenti cellulari. In particolare, i campi di maggiore interesse sono: la bioenergetica mitocondriale e biomembrane; la struttura, replicazione ed espressione del DNA mitocondriale in sistemi animali e vegetali; le basi molecolari di patologie e diagnostica molecolare nell’uomo e nelle piante; le biotecnologie applicate alla protezione delle piante, studio approfondito con 3 progetti (identificazione di geni codificanti inibitori di proteinasi di origine vegetale e loro trasferimento per l’incremento delle difese delle piante; genomica comparata ed evoluzione molecolare; studi di geni coinvolti nella resistenza ai patogeni in frumento ed in altri cereali, purificazione di una o più isoforme di lipossigenasi da semola di grano). Inoltre, è attiva nel Dipartimento una Banca dati EUmitPACK che raccoglie in un unico pacchetto le seguenti sequenze: DNA mitocondriale e sue varianti relativa a tutti gli organismi forniti di mitocondrio; DNA mitocondriale Umano associato a studi di genetica di popolazione e a studi sulle patologie mitocondriali; DNA di geni nucleari coinvolti nella biogenesi del mitocondrio; varianti intraspecie del DNA mitocondriale di Vertebrati ed Invertebrati. Il Dipartimento è sede del dottorato di ricerca in Biochimica e biologia molecolare, cofinanziato dall’UE. Enti finanziatori delle ricerche svolte sono: l’Università di Bari, il MIUR, il C.N.R., l'Unione Europea, Telethon, l’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero delle Politiche Agricole e Foreste, l’Agenzia Spaziale Italiana, la Sigma Tau e l’ I. S. Pa. Ve. Il Dipartimento ospita l'Istituto di Bioenergetica e Biomembrane del CNR. 13 In particolare, i principali temi di ricerca sono: ruolo del FGF-2 e del VEGF nella vascolarizzazione della membrana corioallantoidea dell'embrione di pollo, angiogenesi nei tumori ematologici, angiogenesi nel neuroblastoma, angiogenesi nei tumori ossei, angiogenesi tumorale, chemochine nell'angiogenesi, ruolo del GM-CSF nell'angiogenesi, ruolo del PDGF nell'angiogenesi, ruolo della transferrina nell'angiogenesi, ruolo dell'endotelina-1 nell'angiogenesi, ruolo del PlGF nell'angiogenesi, ruolo del NGF nell'angiogenesi, ruolo della leptina e dell'adrenomedullina nell'angiogenesi, caratterizzazione di nuove molecole anti-angiogeniche. Inoltre, sono studiate le problematiche relative alla isto-fisio-patologia del tessuto osseo: un gruppo di ricerca si occupa di tissue engineering per la ricostruzione di segmenti di tessuto osseo.

Page 38: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 38

Presso il Dipartimento di Biochimica medica, Biologia medica, Fisica Medica sono attive ricerche sulle seguenti tematiche: studio della melanogenesi in sistemi cellulari extracutanei, struttura ed evoluzione dell'apparato di traduzione, effetto MSH sulla melanogenesi viscerale, bioenergetica cellulare e molecolare, bilancio cellulare dei radicali dell'ossigeno e apoptosi, fosforilazione reversibile CAMP dipendente dalle proteine e ruolo fisiologico, malattie mitocondriali di interesse neurologico e pediatrico, rilevazione ed elaborazione di segnali di origine biomedica, fisica del laser e sue applicazioni in campo biomedico, radiazioni ionizzanti e loro interazione con materiale biologico. Sul tema biotecnologie ed agroalimentare, il Dipartimento sta svolgendo un progetto strategico14. A questo Dipartimento afferisce una sezione dell’Istituto del CNR di Biomembrane e Bioenergetica che ha come tematiche di ricerca lo studio della bioenergetica con approcci di genetica molecolare, biochimica, biofisica. In particolare le attività dell’Istituto del CNR, che si sovrappongono a quelle della Unità Operativa dipartimentale, sono focalizzate sullo studio delle proteine delle membrane mitocondriali (biogenica e genomica degli enzimi mitocondriali, struttura e funzione dei trasportatori mitocondriali, meccanismi di regolazione dell’omeostasi cellulare; vedi oltre Istituti del CNR). Il Dipartimento coordina il dottorato in Biologia e biochimica medica. Il Dipartimento di Biologia e Chimica Agroalimentare Forestale ed Ambientale è interessato a studi chimici e biologici, sia teorici che applicati, orientati al miglioramento quali-quantitativo della produzione ed alla salvaguardia del sistema agro-forestale, promuovendo attività di ricerca con approccio metodologico di base ed applicativo. Il Dipartimento è articolato attualmente nelle seguenti sezioni: chimica e biochimica, entomologia agraria, genetica agraria. In particolare, alla sezione di genetica e miglioramento genetico è affidata la ricerca nei campi della genetica classica e molecolare di specie agrarie, del miglioramento genetico delle produzioni vegetali ed alimentari, delle biotecnologie molecolari e cellulari vegetali, della genetica delle produzioni sementiera e vivaistica, della biodiversità e valorizzazione delle risorse genetiche agrarie. Nell’ambito di tali settori vengono svolte molteplici ricerche di base, applicative e dimostrative in aree tipiche dei vari agro-ecosistemi mediterranei15. Riguardo il tema biotecnologie ed ambiente, il Dipartimento segue un progetto strategico16. I due dottorati di ricerca (afferenti alla Scuola di Dottorato in Produzioni vegetali, alimentari, ambiente) coordinati dal dipartimento sono: Chimica agraria e Miglioramento genetico e patologia delle piante agrarie e forestali. Nel Dipartimento di Biomedicina e dell’Età evolutiva la ricerca è incentrata sulle seguenti linee: oncologia, ematologia, nefrologia, endocrinologia. Sono presenti numerosi laboratori: Biologia molecolare delle malattie dell'età evolutiva, immunologia clinica - ematologia - culture cellulari, endocrinologia pediatrica, immuno-allergologia e broncopneumatologia pediatrica, Gastroenterologia-epatologia-fibrosi cistica, fisiopatologia dell' emostasi, patologia clinica. Inoltre è attivo anche un Centro Interuniversitario per lo studio delle malattie ereditarie dell'età evolutiva. Il Dipartimento coordina un dottorato in Patologia molecolare delle malattie dell'età evolutiva.

14 Il progetto “Costituenti minori caratterizzanti e valore nutrizionale e salutistico degli oli extra vergini di oliva prodotti in Puglia” si propone di preservare i costituenti minori dell’olio di oliva, che è massima nell’olio extravergine d’oliva. 15 Queste ricerche comprendono: genetica e miglioramento genetico di specie coltivate per ambienti meridionali; miglioramento per componenti della qualità nutrizionale e tecnologica; interventi genetici per sistemi agricoli eco-compatibili; genomica vegetale e tecnologie innovative applicate a specie agrarie per ambienti mediterranei; identificazione e certificazione varietale; biocnologie cellulari e molecolari applicate al miglioramento delle produzioni vegetali; biodiversità vegetale; monitoraggio OGM in prodotti e alimenti di origine vegetale; biotecnologie genetiche per il controllo della qualità e sicurezza dei prodotti e alimenti di origine vegetale. 16 Il progetto “Ottimizzazione e recupero ambientale di discariche da RSU”, che vede anche la partecipazione di un’azienda di Foggia, cerca di fornire una soluzione al problema del recupero ambientale nelle zone delle discariche e nel paesaggio circostante.

Page 39: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 39

Al Dipartimento di Chimica afferiscono le sezioni di vari istituti del CNR (Istituto per i Processi Chimico – Fisici (IPCF); Istituto di Chimica dei composti organo metallici (ICCOM); Istituto di Metodologie Inorganiche e dei Plasmi (IMIP)), e di diversi centri interdipartimentali di ricerca. Per il tema biotecnologie ed ambiente, il Dipartimento sta svolgendo un progetto strategico17. Il Dipartimento coordina i dottorati in: Chimica dei Materiali Innovativi, Scienze ambientali, Scienze Chimiche, Scienze Chimiche e molecolari. L'attività del Dipartimento di Applicazioni in Chirurgia delle Tecnologie Innovative si espleta nell'ambito clinico e nella ricerca scientifica riguardante la patologia vascolare arteriosa, venosa e linfatica. Partecipa attivamente a numerosi trials clinici nazionali ed internazionali volti al costante miglioramento della diagnosi e del trattamento della patologia vascolare. Il Dipartimento di Biologia e patologia vegetale è impegnato in cinque aree scientifiche, di cui alcune strettamente correlate con le biotecnologie: protezione delle piante, biodiversità colturale e uso di agrofarmaci innovativi; analisi genetica e sistemi genetici per la difesa delle colture da patogeni vegetali: individuazione e caratterizzazione di germoplasma resistente alle malattie; metabolismo mitocondriale e stress ossidativi; azione di fitotossine sui sistemi antiossidanti; presenza patogeni, micropropagazione. Il Dipartimento è sede di due dottorati (Patologia vegetale e Miglioramento genetico e patologia delle piante agrarie e forestali). Le tematiche di ricerca perseguite dal Dipartimento di Clinica medica, Immunologia e Malattie infettive sono svolte nell’ambito delle seguenti sezioni: allergologia e immunologia clinica, clinica medica, dermatologia, immunologia; malattie infettive, microbiologia. Il Dipartimento di Emergenza e dei trapianti d’organo è costituito da 12 sezioni18. In questa struttura le attività sono prevalentemente di tipo clinico ma, in alcune sezioni, sono in corso attività di ricerca di buon livello in settori biotecnologici rivolte non solo allo studio dei trapianti d’organo, ma anche al campo oncologico, metabolico, endocrinologico ed immunologico di elevato valore. Le sezioni che sono interessate a progetti di ricerca o ad applicazioni di tipo biotecnologico sono: - Anestesia e rianimazione: tra le attività di studio, rientra la ricerca sull’uso di sensori innovativi per la valutazione del controllo automatico di parametri vitali in corso di ventilazione meccanica; - Medicina interna, endocrinologia e malattie metaboliche: il settore di maggiore interesse è

rappresentato dal miglioramento delle conoscenze e dell’approccio diagnostico-terapeutico alle malattie metaboliche mediante: l’identificazione di forme genetiche di diabete mellito; la caratterizzazione fenotipica/genotipica/biologica di sottogruppi omogenei di pazienti per omogeneizzare i percorsi terapeutici; la valutazione degli effetti di modulazione di specifiche proteine di segnale in cellule e tessuti insulino-sensibili (tessuto adiposo, muscolo, fegato) sul differenziamento cellulare e sulle risposte metaboliche. Le attività di ricerca svolte da questo gruppo hanno già creato strette collaborazioni scientifiche con società che svolgono attività di ricerca nell’area delle biotecnologie, come l’industria Biovitrum (Svezia) e le industrie farmaceutiche Novo Nordisk (Danimarca), Eli Llly (USA), Menarini Diagnostics e Pfizer (Italia), ottenendo brevetti internazionali;

17 Nel progetto “Sistema Integrato per il Monitoraggio del Particolato Atmosferico (SIMPA)” sono coinvolte 2 aziende (la Lenviros, spin-off dell’Università di Bari e la Fai Instruments di Roma), oltre al Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università del Salento. Scopo di questo progetto è quello di realizzare un sistema integrato per la caratterizzazione del particolato atmosferico su vaste aree. 18 Le sezioni presenti nel Dipartimento sono: Anestesia e Rianimazione, Cardiochirurgia, Chirurgia d'Urgenza,

Chirurgia generale e Trapianti di Fegato, Chirurgia Veterinaria, Gastroenterologia, Malattie dell'Apparato

Cardiovascolare, Medicina Interna, Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Nefrologia, Dialisi e Trapianti,

Patologia Chirurgica, Urologia, Urologia e Trapianto di Rene.

Page 40: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 40

- Gastroenterologia: tra gli obiettivi di ricerca rientrano la definizione del ruolo delle cellule dendridiche in differenti patologie epatiche e gastrointestinali; il ruolo delle cellule immuno-competenti epatiche nel processo di rigenerazione e tumorgenesi epatica;

- Nefrologia, Dialisi e Trapianti: tutte le attività di ricerca presentano un comune obiettivo, ossia la comprensione delle cause (genetiche ed immunopatologiche) che determinano le nefropatie. I principali argomenti di studio sono rivolti a valutare i meccanismi di molecole (statine) e cellule (dendridiche) che modificano l’andamento di patologie immuno-mediate e infiammatorie croniche (nefropatia cronica da trapianto); il meccanismo di riparazione del danno da ischemia ad opera delle cellule staminali mesenchimali; la genetica della nefropatia da depositi di IgA: polimorfismo i geni candidati; la caratterizzazione genotipica, fenotipica e funzionale delle cellule staminali renali; l’interazione tra fattori immunitari (complemento) e cellule (dendridiche) nella patogenesi delle malattie autoimmuni; la genetica della nefropatia da deposito di IgA. Questa linea di attività è leader, in campo nazionale ed internazionale, nello studio della patogenesi delle malattie renali. Molti ricercatori hanno collaborazioni già in atto con altri gruppi presenti in Dipartimenti e Centri di ricerca della regione Puglia (tra cui la società consortile Abulia Biotech);

- Nefrologia Chirurica e Trapianti: le principali attività di ricerca svolte in questa sezione sono rappresentate da studi che mirano a sviluppare nuove terapie (vaccini a partire dalle cellule dendridiche) del carcinoma prostatico; individuare, mediante tecniche di genomica, nuovi antigeni prostatici e fattori da utilizzare come indicatori di prognosi in tumori prostatici;

- Fisica medica: le attività di ricerca sono rivolte principalmente allo studio di modelli e sistemi per la classificazione di sequenze di DNA e di nuove metodologie e strumentazioni per la determinazione di parametri clinici (ossigenazione) o di proprietà ottiche di materiali;

- Chirurgia Veterinaria: le attività della sezione sono rivolte allo studio delle cause e dei meccanismi delle patologie del tessuto osseo ed alla valutazione dell’applicazione di nuovi materiali da impiegare in campo ortopedico. Sono attivi i dottorati in: Biotecnologie applicate ai trapianti di organi e tessuti e Biotecnologie e terapie integrate in oncologia. Il dipartimento è coinvolto in un progetto esplorativo, “Alterazioni ematologiche indotte dalla circolazione extracorporea: studio di un approccio globalmente biocompatibile”. Nel Dipartimento di Farmaco-biologico sono studiate le seguenti tematiche di ricerca: identificazione e funzione di geni; studi funzionali sulle proteine carrier mitocondriali; identificazione delle mutazioni in pazienti con deficienze di trasportatori mitocondriali; effetti degli inquinanti ambientali sul metabolismo cellulare; incorporazione di proteine in membrane modello; effetti del disuso (invecchiamento, microgravità) sulla funzione muscolare e possibili interventi

terapeutici19; relazione genotipo/fenotipo ed interventi farmacologici nelle canalopatie muscolari e di altri tessuti; studi farmacologici preclinici per il trattamento della distrofia muscolare; malattie iatrogene a carico del muscolo scheletrico. Rilevanti risultano essere anche le attività rivolte a chiarire problemi che riguardano le aree di biologia animale e vegetale. Altra area di interesse è rivolta alla bioinformatica ed in particolare agli studi evoluzionistici di geni e proteine. Il dipartimento sta svolgendo il progetto esplorativo: “Potenziale terapeutico anti-invecchiamento di idrossitirossoli, potenti molecole antiossidanti estratte dalle acque reflue dell’industria olearia: valutazioni multidisciplinari in vivo, ex vivo ed in vitro”, con la partecipazione di un’azienda leccese (Lachifarma). Il Dipartimento ospita una sezione dell’Istituto IBBE del CNR per cui le

19 In particolare, riguardo alla ricerca sugli effetti del disuso, da molti anni, molti studi sono dedicati alla comprensione dei meccanismi fisiopatologici responsabili della disfunzione muscolare associata all’invecchiamento (ricerche finanziate dalla Comunità Europa, dal MIUR, dalla regione Puglia, e dalla Merck) e all’esposizione alla microgravità (ricerca finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana).

Page 41: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 41

linee di attività di entrambe le istituzioni si sovrappongono completandosi. Presso il dipartimento sono attivi i dottorati in Biochimica cellulare e farmacologia cellulare. Nel Dipartimento di Farmaco-chimico sono attivi 6 settori di ricerca: chimico farmaceutico, bioinorganico, chimico organico, fitochimico, analitico farmaceutico, microbiologico. Alcune unità di ricerca aderiscono a due consorzi interuniversitari: Consorzio interuniversitario di ricerca in chimica dei metalli nei sistemi biologici e il Consorzio interuniversitario nazionale su metodologie e processi innovativi di sintesi. Il dipartimento coordina il progetto strategico: “Realizzazione di molecole a basso peso molecolare attive sulle CaM chinasi da utilizzare nelle procedure diagnostiche riguardanti le strategie di terapia innovativa nelle patologie umane associate ad iperproliferazione cellulare” con la partecipazione del Laboratorio Chimico Farmaceutico Salentino. Sempre in collaborazione con la stessa impresa, sta conducendo un progetto esplorativo sulla caratterizzazione molecolare di principi farmacologici da Artemisia. Sono attivati due corsi di dottorato: Scienze farmaceutiche e Sintesi chimica ed enzimatica.

Presso il Dipartimento di Farmacologia e fisiologia umana sono attive ricerche su tematiche che includono: la valutazione delle molecole e dei meccanismi cellulari coinvolti negli effetti vascolari di insulina ed adiponectina; lo studio dei meccanismi d’azione; la comprensione e la caratterizzazione dei meccanismi. Il laboratorio di studi funzionali e farmabiologici è volto allo studio dei meccanismi sottesi a condizioni fisiopatologiche al fine di migliorare il trattamento farmacologico mediante approccio integrato che utilizza tecniche di biologia molecolare e cellulare (studi in vitro), metodiche funzionali su organi isolati (studi ex vivo), valutazione di parametri fisiologici nell’animale in toto (studi in vivo). Il dipartimento coordina diversi progetti: approccio farmacologico e biocellulare alle alterazioni vascolari e d'organo in corso di patologie emodinamiche e metaboliche; sindrome metabolica: monitoraggio di parametri funzionali e biocellulari per la caratterizzazione di nuove strategie terapeutiche; meccanismo d’azione del principio attivo del the verde nella prevenzione dello stress ossidativo e del danno endoteliale indotto da insulino-resistenza. Sono attivi presso il dipartimento i dottorati in Farmacologia clinica e terapia medica, Metabolismo dei farmaci e farmacocinetica, ed infine Neuroscienze.

Tra le tante principali attività di ricerca afferenti al Dipartimento di Fisiologia Generale ed Ambientale si annoverano: omeostasi ionica ed idrica in cellule epiteliali (progetto PRIN); clonaggio molecolare di nuove acquaporine di mammifero, ruolo funzionale (finanziamento MURST); individuazione dello stato di degrado dell'ambiente a livello di individui; ruolo delle proteine G- trimeriche e monomeriche nella traslocazione del canale per l'acqua acquaporina 2 regolato dalla vasopressina (finanziamento MURST); le proteine di membrana nella patogenesi delle miopatie primitive (finanziamento del Ministero della Sanità); identificazione e caratterizzazione dei microorganismi alofili delle saline di Margherita di Savoia (finanziato dalla Provincia di Foggia); studio degli effetti delle cardiolipine archeali sulla funzionalità delle pompe ioniche; azione dell'ossido nitrico sul trasporto ionico in pelle di rana; ruolo dei canali idrici nella fisiologia e patologia cellulare (gli ultimi tre finanziati con i fondi di Ateneo). Il Dipartimento inoltre svolge un progetto di genomica comparata (all’interno del Centro di Eccellenza CEGBA Genomica comparata): geni coinvolti in processi fisiopatologici in campo biomedico ed agrario (finanziamento MIUR). Il dipartimento sta anche svolgendo il progetto strategico: “Approccio biotecnologico per l’identificazione di nuovi biomarkers di neurodegenerazione per la diagnosi e la terapia di alcune patologie demielinizzanti-Neurobiotech”, con la partecipazione di 2 aziende della provincia di Bari. Fine ultimo del progetto è offrire nuove prospettive sia per comprendere il processo neurodegenerativo che interviene nella sclerosi multipla, sia per identificare nuovi e più mirati bersagli terapeutici per il trattamento della patologia demielinizzante. Il Dipartimento coordina anche il progetto esplorativo: “Studio di fattibilità e progettazione di un prototipo di DNA microarray per la diagnosi delle malattie su base genetiche causate da mutazioni del Recettore per il

Page 42: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 42

Calcio-CaR”, con la partecipazione di Biotecgen, azienda leccese. Presso il Dipartimento sono attivi i dottorati di ricerca in Fisiologia e biotecnologie cellulari e molecolari ed in Scienze ambientali. Il Dipartimento di Genetica e Microbiologia, che opera prevalentemente nell’ambito della citogenetica, si occupa dell’evoluzione del genoma dei primati, della citogenetica dei tumori e della creazione di risorse per la citogenetica molecolare. La sezione di genetica umana volge attenzione alla plasticità del genoma e alle malattie genomica comparata microarrays a DNA. Per quanto riguarda la sezione di genetica formale e molecolare, si focalizza sui trasponibili eucaristici e sulla regolazione dell’espressione genica biogenesi del mitocondrio, genomica funzionale, cellule staminali germinali di Drosophila. La sezione dell’immunogenetica ed ingegneria genetica si occupa, invece, di famiglie multigeniche del sistema immunitario ed analisi molecolare ed evolutiva genomica comparata. Infine, mediante la microbiologia e la genetica dei microrganismi si studiano l’epidemiologia molecolare, gli elementi genetici mobili procariotici, la regolazione dell’espressione genetica dei procarioti e l’evoluzione di sequenze regolative batteriche. Il Dipartimento coordina il dottorato in Genetica ed Evoluzione Molecolare. Il Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia umana si articola in tre sezioni: Patologia generale, sperimentale e clinica, Medicina interna ed oncologia clinica, Igiene e medicina preventiva. I ricercatori che lavorano all’interno del dipartimento si occupano di biomedicina, medicina clinica, oncologia, immunologia, medicina preventiva, sanità pubblica, epidemiologia. Le ricerche sono svolte anche in collaborazione con enti di ricerca italiani e stranieri, nonché nell'ambito di importanti progetti integrati finanziati da organismi ministeriali, regionali ed anche internazionali. Il Dipartimento collabora inoltre con diverse case farmaceutiche a sperimentazioni cliniche multicentriche in ambito oncologico, allergologico, per l’utilizzo di farmaci per la cura di malattie cronico-degenerative, a sperimentazioni sui vaccini e a sperimentazioni in vitro. È sede scientifica e amministrativa dell’Osservatorio Epidemiologico della Regione Puglia. Inoltre il Dipartimento sta svolgendo il progetto strategico: “Le biotecnologie applicabili alla targeted therapy in oncologia”. Il progetto affronta il tema della diagnosi e della terapia del processo angiogenico-invasivo nei tumori solidi ed ematologici. Presso il Dipartimento hanno inoltre sede amministrativa i dottorati di ricerca in: Diagnostica biomolecolare in medicina interna e oncologia, Igiene, sanità pubblica e sicurezza alimentare. Il Dipartimento di Metodologia clinica e Tecnologie medico-chirurgiche si articola nelle sezioni di: chirurgia generale, malattie dell’apparato respiratorio, ortopedia e traumatologia. Sono attive le seguenti linee di ricerca: correzione delle ipertensioni di interesse della chirurgia vascolare, studio delle variazioni emodinamiche e biumorali nell'ipertensione arteriosa, studio delle insufficienze respiratorie, studio e prevenzione delle aritmie, nonché ablazioni di esse mediante radiofrequenza e raggio laser, tecniche avanzate di intervento in patologie vertebrali e osteocartilaginee articolari, studio della patologia, correlata al fumo di sigaretta, e tecniche di disassuefazione. Presso il dipartimento è attivo il dottorato di ricerca in Anatomo-fisiologia delle articolazioni e delle protesi articolari. Le principali linee di ricerca del Dipartimento di Medicina interna e medicina pubblica sono: medicina legale, criminologia, psichiatria forense, medicina interna, medicina del lavoro, epidemiologia ambientale, occupazionale ed ergonomia, diagnostica per immagini, igiene, ematologia, genetica medica, nefrologia, oncologia e medicina nucleare. Il Dipartimento coordina anche sei dottorati (Epidemiologia e prevenzione nei pazienti ad alto rischio infettivo, Igiene dell’ambiente e smaltimento dei liquami, Medicina del lavoro, igiene ambientale ed ergonomia, Patologia medico legale e tecniche criminalistiche, Pedagogie delle scienze della salute, Immunologia clinica, epidemiologia e prevenzione e scienze infettivologiche).

Page 43: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 43

Le principali attività scientifiche affrontate dal Dipartimento in Odontostomatologia e Chirurgia sono: l’analisi (attraverso metodologie rinomanometriche e spirometriche) delle correlazioni esistenti nel paziente in accrescimento tra alterazioni della funzione respiratoria e crescita dell'apparato stomatografico, le correlazioni fra malattie chirurgiche autoimmunitarie tiroidi, rettocolite ulcerosa, cron, celiachia, malassorbimenti e patologia della mucosa orale e delle ghiandole salivari da autoanticorpi. Coordina inoltre la valutazione delle caratteristiche meccaniche di biocompatibilità dei materiali utilizzati nella riabilitazione protesica con particolare riferimento al titanio e ai ceromeri (materiali composti da ceramiche e resine composite). E’ attivo presso il dipartimento il dottorato in Orto-fonato-rino-stomato-gnatodonzia. Il Dipartimento di Produzione Animale consta attualmente di tre poli: Agraria, Biotecnologie e Veterinaria. I campi di interesse sono rappresentati dalla produzione e riproduzione animale e biotecnologie. Nel Dipartimento sono in corso numerose linee di ricerca, di cui quelle maggiormente relative alle biotecnologie sono: caratterizzazione molecolare dei recettori di membrana; genetica molecolare applicata alle produzioni animali; interferenze metaboliche degli oppioidi. Il Dipartimento coordina la scuola di dottorato in Bioscienze e Metodologie per la Salute, in Biologia della riproduzione umana ed animale e in Scienze zootecniche ittiche e faunistiche. I settori scientifico-disciplinari cui afferiscono i ricercatori del Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata sono quelli della patologia vegetale e della microbiologia agraria. La ricerca del settore patologia vegetale è finalizzata principalmente alla conoscenza sia delle specifiche entità patogene, utilizzando, principalmente, tecnologie molecolari, sia degli effetti che le malattie provocano sul piano quantitativo. Particolare attenzione è rivolta alle tecnologie in grado di consentire una difesa biologica ed integrata delle piante, ricorrendo anche a metodiche avanzate quali, ad esempio, l'ingegneria genetica. La ricerca del settore microbiologia agraria è finalizzata al miglioramento e standardizzazione dell'impiego di microrganismi, principalmente batteri lattici, in processi di trasformazione alimentare (derivati lattiero-caseari, prodotti lievitati da forno, olive da tavola) con carattere di tipicità. Al Dipartimento è annessa la sezione di Bari dell’Istituto di Virologia vegetale del CNR. Il Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi Agrozootecnici e forestali si articola in differenti sezioni. I principali progetti di ricerca del Dipartimento rilevanti per le biotecnologie sono: ricerca ed innovazione nelle attività di miglioramento genetico animale mediante tecniche di genetica molecolare per la competitività del sistema zootecnico nazionale; sviluppo della ricerca e trasferimento delle conoscenze tecnologiche alle imprese biologiche di prodotti locali allo scopo di favorirne la competitività nell’ambito dello sviluppo sostenibile del territorio. Tra le linee di ricerca sviluppate dal Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche vi sono: epidemiologia, fisiopatologia, markers di malattia, terapia farmacologica e riabilitazione dell’ischemia cerebrale; epidemiologia, modelli sperimentali, genetica e terapie di disordini del movimento, malattia di Parkinson, Corea di Huntington, distonie focali; epilessie e miopatie ad esordio infantile; terapia riabilitativa delle encefalopatie; terapia riabilitativa delle lesioni spinali; neuroimaging convenzionale e non convenzionale delle lesioni vascolari, demielinizzanti, tumorali, volumetria e modificazioni biochimiche nei processi di atrofia cerebrale; neuroimaging funzionale nella patologia neurologica e psichiatrica; terapie farmacologiche. È attivo presso il dipartimento il dottorato di ricerca in Neuroscienze applicate. Infine, è da ricordare la creazione del Centro di eccellenza in Genomica comparata presso l’Università di Bari. Questa iniziativa tende a consolidare esperienze di ricerca in una rete di collaborazioni tra enti di diversa estrazione (Università, Centri scientifici pubblici e/o privati, ecc.) ed il mondo industriale. La finalità del Centro è di sviluppare un’azione di coordinamento ed

Page 44: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 44

integrazione capace di finalizzare le attività con ricadute nell’innovazione economica e sociale in quanto per ottenere sviluppo è necessario creare “innovazione” scientifica e tecnologica. Il centro si propone di analizzare le basi genetiche e molecolari di alcune fisiopatologie e di alcune patologie infettive di interesse biomedico, veterinario ed agrario attraverso lo studio dell'organizzazione e dell'evoluzione dei genomi, l'identificazione dei geni, l'analisi dei meccanismi fondamentali delle alterazioni e lo sviluppo e l'applicazione di diagnostici e di tecniche di modeling molecolare. Il progetto si presenta articolato in due settori: biomedico ed agrario. Università di Foggia Nell’Università di Foggia le attività di ricerca connesse con la biotecnologica si concentrano in 5 dipartimenti ed un centro interdipartimentale delle Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Agraria. Nella Tabella 13 è mostrata la suddivisione dei ricercatori per settore scientifico-disciplinare. Tabella 13: Ricercatori dell’Università di Foggia ripartiti per settore scientifico-disciplinare1,2

Dipartimento Totale3 Scienze chimiche Scienze biologiche Scienze mediche Scienze agrarie e veterinarie

Altro

Tot. di cui: Chimica farmaceutica Farmaceutico tecnologico applicativo Chimica e biotecnologia delle fermentazioni

Tot. di cui: Biochimica Biologia molecolare Biochimica clinica e biologia molecolare clinica Biologia applicata Farmacologia Biologia farmaceutica Genetica Microbiologia generale

Tot. Subtotale 4

Tot. di cui: Genetica agraria Patologia vegetale Chimica agraria Scienze e tecnologie alimentari Microbiologia agraria Zootecnica generale e miglioramento genetico Fisiologia veterinaria Patologia generale e anatomia patologica veterinaria Farmacologia e tossicologia veterinaria

Tot. di cui: Bioingegneria industriale Bioingegneria elettronica e informatica

Produzioni dell’ingegneria della Meccanica e dell’Economia applicata ai sistemi Agrozootecnici 18 18 Scienze agro-ambientali, chimica e difesa vegetale 30 6 1 1 23 6 Scienze biomediche 28 14 9 9 8 5 Scienze chirurgiche 30 30 13 Scienze degli alimenti 13 13 13 Totale 119 6 0 15 10 39 21 54 19 5 0

(1) Nella tabella è riportato il numero di ricercatori afferenti ai settori scientifico-disciplinari relativi alle scienze biotecnologiche. Tale numero non indica necessariamente il personale effettivamente impiegato in attività di ricerca in tale ambito. (2) Nella tabella non è ricompreso il Centro interdipartimentale Bioagromed in quanto i docenti ad esso afferenti sono già ricompresi nei Dipartimenti delle Facoltà di Agraria e Medicina. (3) La colonna riporta il numero totale dei ricercatori per Dipartimento. (4) In questo subtotale non sono ricompresi i seguenti SSD: Statistica medica; Storia della medicina; Neurochirurgia; Diagnostica per immagini e radioterapia; Neuroradiologia; Anestesiologia; Medicina legale; Medicina del lavoro e i settori scientifico-disciplinari relativi alle chirurgie e alle scienze infermieristiche e scienze tecniche. Fonte: Elaborazioni ARTI su dati MIUR

Page 45: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 45

Nell’Università di Foggia sono 50 i ricercatori afferenti a settori scientifico-disciplinari più legati ad ambiti di ricerca di tipo biotecnologico. Il Dipartimento di Scienze Biomediche promuove l’attività di ricerca nei settori della proteomica (struttura, funzione, polimorfismo ed alterazioni patologiche delle proteine), della bioenergetica, della crescita cellulare e trasformazione, del danno ossidativo nei processi di apoptosi ed invecchiamento cellulare, dell’analisi molecolare di patologie umane, dell’analisi morfofunzionale di popolazioni cellulari (neuroni, cellule gliali) e dei microvasi e delle applicazioni biomediche di tecniche spettroscopiche avanzate. La ricerca è supportata dalla presenza di un laboratorio di Elettrofisiologia. La attività di ricerca del Dipartimento di Scienze Chirurgiche promuovono l’integrazione tra le discipline chirurgiche, sia generali sia specialistiche, l’anestesiologia e la rianimazione, la diagnostica anatomo-patologica e per immagini e la medicina legale. La ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze Agro-ambientali, Chimica e Difesa vegetale è essenzialmente incentrata sugli ambiti disciplinari dell'agronomia, della genetica agraria, dell'entomologia generale ed applicata, della patologia vegetale, della chimica analitica e della chimica organica. Il Dipartimento si occupa anche di studio dei problemi inerenti la conservazione varietale e l'introduzione di genotipi ottenuti con nuove tecnologie. Il Dipartimento di Scienze degli alimenti, tra le numerose linee di ricerca attivate, si occupa anche di uso di biotecnologie nel campo alimentare, tra cui: aspetti microbiologici associati a specifici prodotti alimentari, biologia molecolare dei microrganismi e l’enologia e la caratterizzazione biochimica dei diversi componenti delle matrici alimentari. In tale ambito, il Dipartimento sta svolgendo il progetto strategico: “Innovazione di processo per la produzione di paste funzionali”. Con questo progetto di ricerca si intende produrre paste funzionali aventi connotazioni salutistiche partendo da materie prime non convenzionali e utilizzando processi di produzione innovativi. Il Dipartimento di Produzioni dell’ingegneria della Meccanica e dell’Economia applicata ai sistemi Agrozootecnici si interessa principalmente di discipline agronomiche che studiano le tecnologie colturali e di allevamento, la meccanizzazione degli impianti e delle operazioni colturali in agricoltura. Le linee di ricerca con maggiore impatto biologico sono presenti nel settore delle produzioni zootecniche. L’ Istituto per la Ricerca e le Applicazioni Biotecnologie per la Sicurezza e la Valorizzazione dei Prodotti Tipici e di Qualità (BIOAGROMED) si compone di docenti della Facoltà di Medicina e della Facoltà di Agraria dell’ateneo dauno. Il centro ha come fine il compito di promuovere lo sviluppo e la competitività nel settore agro-alimentare e bio-medico attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici della Capitanata, favorendo lo sviluppo delle biotecnologie nei due settori di interesse. Quattro le principali linee di ricerca: nutraceutica, qualità e tracciabilità dei prodotti agro-alimentari; applicazione delle biotecnologie ai prodotti agro-alimentari e biomedici; tecniche di confezionamento dei prodotti agro-alimentari e biomedici e studio della genomica funzionale e proteomica. In particolare, ha focalizzato gli interessi verso settori importanti delle scienze biotecnologiche: sviluppo di nuove formulazioni alimentari; alimenti funzionali; tracciabilità e conservabilità degli alimenti; scoperta di nuovi geni, proteine e loro funzioni; biosensori e biochips; biofarmaci, vaccini e farmacogenomica; innovazione dei processi biotecnologici nella produzione di alimenti foggiano in grado di creare competitività e, quindi, brevettualità. Numerosi i progetti strategici attivi presso Bioagromed; in ambito sanitario: “Valorizzazione delle saline mediante produzione di colture microalgali per l’estrazione di fine chemicals con tecnologie ecocompatibili”; “Sperimentazione e validazione di nuovi dispositivi per il monitoraggio ed il trattamento

Page 46: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 46

extracorporeo di pazienti affetti da sepsi severa”; in ambito agroalimentare: “Miglioramento e valorizzazione dell’espressione varietale della produzione enologica pugliese” e “Miglioramento della qualità dietetico-nutrizionale e sicurezza di produzioni casearie tradizionali della Capitanata”. Università del Salento Per quel che riguarda le attività di ricerca nelle biotecnologie, queste si concentrano prevalentemente in 3 Dipartimenti. Nella Tabella 14 vengono mostrate le specializzazioni per settore scientifico-disciplinare dei ricercatori. Tabella 14: Ricercatori dell’Università del Salento ripartiti per settore scientifico-disciplinare1

Dipartimento Totale2 Scienze chimiche Scienze biologiche Scienze mediche Scienze agrarie e veterinarie

Altro

Tot. di cui: Chimica farmaceutica Farmaceutico tecnologico applicativo Chimica e biotecnologia delle fermentazioni

Tot. di cui: Biochimica Biologia molecolare Biochimica clinica e biologia molecolare clinica Biologia applicata Farmacologia Biologia farmaceutica Genetica Microbiologia generale

Tot. Subtotale 3

Tot. di cui: Genetica agraria Patologia vegetale Chimica agraria Scienze e tecnologie alimentari Microbiologia agraria Zootecnica generale e miglioramento genetico Fisiologia veterinaria Patologia generale e anatomia patologica veterinaria Farmacologia e tossicologia veterinaria

Tot. di cui: Bioingegneria industriale Bioingegneria elettronica e informatica

Ingegneria dell’Innovazione 98 5 93 Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali 58 8 46 14 4 4 Scienze dei Materiali 23 4 19 Totale 179 17 0 46 14 4 4 0 0 112 0

(1) Nella tabella è riportato il numero di ricercatori afferenti ai settori scientifico-disciplinari relativi alle scienze biotecnologiche. Tale numero non indica necessariamente il personale effettivamente impiegato in attività di ricerca in tale ambito. (2) La colonna riporta il numero totale dei ricercatori per Dipartimento. (3) In questo subtotale non sono ricompresi i seguenti SSD: Statistica medica; Storia della medicina; Neurochirurgia; Diagnostica per immagini e radioterapia; Neuroradiologia; Anestesiologia; Medicina legale; Medicina del lavoro e i settori scientifico-disciplinari relativi alle chirurgie e alle scienze infermieristiche e scienze tecniche. Fonte: Elaborazioni ARTI su dati MIUR

I ricercatori dell’Università del Salento che rientrano nei settori scientifico-disciplinari più strettamente collegati con le ricerche di tipo biotecnologico sono complessivamente 1820. L’attività di ricerca del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione si svolge in diversi settori dell’ingegneria industriale e meccanica, della fisica, chimica ed ingegneria dei materiali, delle nanotecnologie, della fisica e dell’ingegneria dei dispositivi elettronici, dell’ingegneria elettronica e dell’automazione, dell’ingegneria dell’informazione e di quella gestionale. Per quanto riguarda il

20 Tale numero va considerato con cautela in quanto questa analisi non considera altri settori che possono avere importanti ricadute nel settore.

Page 47: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 47

settore delle biotecnologie, attualmente il Dipartimento sta svolgendo alcuni progetti esplorativi: “Sviluppo di ceramici tecnici avanzati per impianti dentari”, “Scaffold a base di collagene e proteoglicani con pattern microporosi orientati per la rigenerazione del nervo periferico: rigenerazione in vivo sull’uomo del nervo surale”, in collaborazione, tra gli altri, dello spin-off Salentec. Nell’ambito di apposite convenzioni, il Dipartimento ospita nei suoi locali anche sezioni di altri entri di ricerca, tra cui la sezione di Lecce dell’Istituto Microelettronica e Microsistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il National Nanotechnolgy Laboratory (NNL), centro di eccellenza sulle nanotecnologie. Il National Nanotechnology Laboratory (NNL) dell’Istituto Nazionale di Fisica della Materia, fondato nel 2001, svolge attività di ricerca di assoluto livello internazionale, compresi settori di grande rilievo per le scienze della vita, nella nanochimica e nella elettronica nanobiomolecolare, in particolare per quanto riguarda la diagnostica molecolare, lo sviluppo di dispositivi ottici e elettronici a scopi medici, sonde, sensori e microarrays. Sono stati sviluppati numerosi accordi di collaborazione con grandi imprese italiane e internazionali, inclusa ST Microlelectronics e la Agilent Technologies. Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali si articola nei settori biologico-animale, biologico-vegetale, bio-medico, biotecnologico e chimico. L’attività di ricerca scientifica interessa quattro livelli di studio: subcellulare, cellulare, organismico, ecosistemico. La presenza di numerosi laboratori ed unità di ricerca consente un notevole sviluppo nei settori della biologia animale e vegetale, in campo ecologico, fisio-patologico, morfologico, chimico, biochimico e molecolare. Le attività di ricerca in campo biotecnologico, importanti in campo internazionale, che possono determinare potenziali ricadute di tipo applicativo sono: - area biologia/sanità: microbiologia; metabolismo energetico; patologia sperimentale; patologia genetica; - area agroalimentare: biologia vegetale; biotecnologie vegetali; biodiversità. Molte unità di ricerca hanno partecipato ad importanti programmi di ricerca internazionali (progetti UE) e nazionali (Progetto Antartide, PRIN, PON). Il dipartimento coordina numerosi progetti strategici in ambito biotecnologico. Con particolare riferimento al settore sanità)21: - “Recupero e valorizzazione delle piante della flora salentina per la produzione biotecnologica di sostanze ad interesse farmaceutico, dietetico e cosmetico”, con la partecipazione del Laboratorio Chimico Farmaceutico Salentino: il progetto si propone di recuperare e valorizzare le piante della flora salentina e di mettere a punto protocolli moltiplicativi delle piante spontanee salentine di interesse alimurgico; - “Estrazione di principi attivi da biomasse marine e loro potenziale utilizzazione in farmaceutica e dietetica”, in cui si intende investigare il possibile impiego di alcuni organismi marini per la ricerca sia di nuovi metaboliti secondari biologicamente attivi di potenziale interesse farmacologico, sia di sostanze ad elevato valore nutritivo da utilizzare come arricchitori nella mangimistica e/o nella produzione di un mangime totalmente innovativo per le varie fasi di accrescimento di specie ittiche; - “Caratterizzazione molecolare ed attività biologica di principi farmacologicamente attivi estratti da varietà di Artemisia”; - “Sviluppo e realizzazione di bio-chip per la diagnostica molecolare e la tipizzazione di virus patogeni umani (HPV, HCV, Coxsackie B)”, con l’obiettivo generale di realizzazione nuovi strumenti per la diagnosi molecolare di specifiche patologie di origine virale e per la tipizzazione dei virus stessi. Il Dipartimento sta svolgendo anche 4 progetti esplorativi: studio della biocompatibilità di polimeri sintetici; studio dell’assorbimento gastrointestinale di antiossidanti naturali (idrossitirosolo e suoi derivati), da soli o in miscele complesse estratte dalle acque di 21 Il Dipartimento coordina anche due progetti strategici relativi al settore biotecnologie applicate all’ecologia ed

all’ambiente.

Page 48: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 48

vegetazione con processi eco-compatibili, ai fini della realizzazione di nuove formulazioni ad aumentato assorbimento gastrointestinale e con migliori attività biologiche (parte di questo progetto è svolto dalla sezione di Lecce del CNR - Istituto di Fisiologia Clinica); studio di fattibilità per l’utilizzo biotecnologico di coltivazioni di spugne; tecniche di valorizzazione molecolare di principi farmacologici estratti da Artemisia. Il Dipartimento di Scienze dei Materiali coordina tre gruppi di ricerca: laboratorio di fisica delle nanostrutture; chimica analitica (sensori chimici e biosensori d’applicazione in fasi liquide d’interesse ambientale, biotecnologico e clinico, nanoparticelle di TiO2, caratterizzazione XPS di materiali complessi); geofisica applicata. Partecipa al progetto esplorativo “Foto bonifica biologica”, insieme ad un’azienda della provincia di Bari, oltre che ulteriori due centri di ricerca. Sono presenti 11 laboratori di ricerca.

Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) I principali istituti del CNR operanti in Puglia nel campo biomedico sono i seguenti: L’ Istituto di Biomembrane e Bioenergetica, formato da circa 40 ricercatori (compresi ricercatori universitari associati), con un’attività di ricerca ultra trentennale in biochimica, genetica molecolare e biofisica, è considerato come uno dei principali laboratori di ricerca nel campo della bioenergetica e biomembrane a livello nazionale ed internazionale. Alcune sezioni di questo istituto sono localizzate presso dipartimenti universitari dell’Università di Bari. Le principali linee di ricerca sono focalizzate su bioenergetica, biomembrane e trasporto; struttura e funzione delle membrane mitocondriali e dei loro costituenti proteici; identificazione di geni e proteine coinvolte nella biogenesi e nel metabolismo energetico dei mitocondri; fisiopatologia cellulare; biochimica delle molecole coinvolte nello sviluppo e nell’invecchiamento. In anni più recenti, l’attività di ricerca si è estesa ai campi biotecnologico e medico. L’Istituto è organizzato in due Sezioni di Ricerca: Omeostasi cellulare e fisiopatologia e Genomica e proteomica, comprende inoltre un laboratorio distaccato a Trani. L’Istituto partecipa a progetti di ricerca in collaborazione con istituzioni di ricerca italiane ed estere nell’ambito di programmi pluriennali finanziati dal MIUR e dall’Unione Europea. Attualmente è impegnato nel progetto esplorativo: “Foto bonifica biologica”. I servizi messi a disposizione dall’Istituto comprendono banche dati e messa a punto di metodiche per lo studio di patologie umane su base genetica. L’ Istituto di Fisiologia Clinica, che utilizza le strutture dell’ISBEM, è localizzato presso il Parco Scientifico di Brindisi. Le attività scientifiche, a prevalente carattere biomedico-sanitario, sono incentrate sui settori della medicina cardiovascolare, medicina sperimentale e clinical trials, scienze tecnologiche e di base per la medicina (bioingegneria), biologia, biochimica e medicina molecolare (biologia dell’aterosclerosi). Tra i numerosi progetti in corso presso l’Istituto, si sta svolgendo anche un progetto esplorativo, insieme al Dipartimento di Lecce di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali: “Studio dell’Assorbimento Gastrointestinale di Antiossidanti Naturali (idrossitirosolo e suoi derivati), da soli o in miscele complesse estratte dalle acque di vegetazione con processi eco-compatibili, ai fini della realizzazione di nuove formulazioni ad aumentato assorbimento gastrointestinale e con migliori attività biologiche” (S.A.G.A.N.). Il personale di ricerca è composto da 11 ricercatori, 8 tra dottorandi, borsisti del CNR ed esterni. L’Istituto Processi Chimico Fisici, formato da circa 25 ricercatori e localizzato presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Bari, svolge attività di ricerca nei seguenti campi: interazioni molecolari e conversione dell’energia in sistemi foto sintetici; interazioni intra e intermolecolari di pigmenti e cofattori foto sintetici; ruolo delle interazioni lipidi – proteina nella funzione delle rodopsine archeali; nano materiali; proprietà ottiche di molecole e studi teorici di

Page 49: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 49

interazione e foto dissociazione ad adsorbati su superfici. Tra gli altri, l’Istituto collabora al progetto esplorativo “Foto bonifica biologica”. L’ Istituto di Tecnologie Biomediche opera da circa un ventennio, a livello nazionale ed internazionale, nell'ambito della bioinformatica e della genomica. Il gruppo conduce linee di ricerca inserite in network europei e mondiali e collabora con prestigiose strutture estere (European Bioinformatics Institute-EBI, National Center for Biotechnology Information-NCBI). La ricerca in bioinformatica e biologia computazionale si interessa, tra le altre, alle seguenti linee: sviluppo di banche dati biologiche specializzate, banche dati mitocondriali, banche dati di sequenze e segnali funzionali, algoritmi e modelli per lo studio della variabilità dei siti, algoritmi per l'analisi funzionale delle biosequenze e per la genomica comparata, ricerca di patterns, genomica comparata, gene ontology, evoluzione molecolare, funzione ed evoluzione delle isoforme di mtTFA e dei suoi pseudogeni nell'espressione del DNA mitocondriale. Il servizio di bioinformatica è realizzato all’interno del network EMBnet (European Molecular Biomedical Network) di cui la

sezione di Bari è il nodo nazionale dal 198922. Tra il 2000 e il 2005 sono stati realizzati 7 progetti, tra cui: potenziamento delle infrastrutture per la bioinformatica e la genomica (MIUR-PON); approcci multidisciplinari di genomica funzionale e comparata per lo studio di processi biologici di base applicati alla biomedicina (MIUR). Nell’istituto ci sono circa 10 ricercatori. A questi istituti se ne aggiungono altri con attività di ricerca in ambito biotecnologico collaterali alle loro specializzazioni scientifiche principali. L’ Istituto di Genetica Vegetale di Bari si occupa di problematiche nel settore agrario, in funzione della domanda dell’industria alimentare, farmaceutica e chimica, utilizzando tecnologie innovative (colture in vitro, biologia cellulare e molecolare, ingegneria genetica, bio-informatica). L’Istituto ha come finalità il reperimento, la caratterizzazione e la valorizzazione delle risorse genetiche; i processi che controllano la crescita, lo sviluppo e la produttività; l’interazione tra pianta ed ambiente fisico e biologico; l’analisi dei genomi; la qualità dei prodotti; i nuovi prodotti agricoli per l’industria alimentare, farmaceutica e chimica. Nell’Istituto sono presenti anche competenze nei settori dell’analisi di genomi vegetali e della qualità dei prodotti. La sede di Bari ha la responsabilità scientifica e gestionale dell’unica banca del germoplasma vegetale erbaceo presente in Italia, con compiti esclusivi legati alla raccolta, distribuzione e valutazione di materiale delle più importanti specie vegetali del Mediterraneo. Il personale è composto da 15 ricercatori e 2 tecnologi. L’ Istituto Scienze Produzioni Alimentari in Puglia si articola in due sezioni: Bari e Lecce. La sezione di Bari si occupa di ricerche mirate al miglioramento della qualità e della sicurezza delle produzioni agro-alimentari, con l'impiego di tecnologie a basso impatto ambientale e con approccio multidisciplinare (chimica, tossicologia, microbiologia, biotecnologia, veterinaria, agronomia, biologia e patologia vegetale). È in fase di realizzazione il progetto strategico: “Biotecnologie innovative per il miglioramento della qualità e sicurezza dei vini tipici pugliesi”. Anche la sezione di Lecce sviluppa attività di ricerca nel settore delle biotecnologie innovative per il miglioramento delle produzioni agroalimentari. L'attività di ricerca svolta fa riferimento a progetti di ricerca sviluppati nell’ambito delle tre principali linee di ricerca: prodotti del metabolismo lipidico di interesse biotecnologico, antiossidanti naturali, biotecnologie innovative mediante l'uso di germoplasma microbico.

22 EMBnet è stata la prima rete europeaa di bioinformatica, costituita nel 1988 su iniziativa del laboratorio Europeo di Biologia Molecolare di Heidelberg (Germania). La finalità di EMBnet è quella di sostenere e far progredire la ricerca nel settore della biologia molecolare e delle biotecnologie, attraverso gli sforzi combinati dei rappresentanti di ciascun nodo, i quali offrono supporto alla comunità scientifica attraverso le loro specifiche competenze scientifiche, l’accesso ai database primari delle bio-sequenze, i programmi d’analisi e la formazione.

Page 50: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 50

L’ Istituto di Tecnologie Industriali ed Automazione di Bari è finalizzato alla ricerca e sviluppo tecnologico per l’innovazione strategica nelle imprese in termini di prodotti, processi ed organizzazione. Negli ultimi anni ha svolto attività di ricerca per la concezione, sviluppo e verifica sperimentale di nuove macchine, robot e sistemi di produzione sia nei settori tradizionali (cuoio, legno, plastica), sia in quelli science based (biomedicale), sia nei settori specialized suppliers (beni strumentali) ed in quelli della produzione di massa (bianco e automotive). A Bari è tra l’altro presente il laboratorio di meccatronica, localizzato presso il Consorzio Sintesi di Bari, che svolge attività di ricerca per sviluppo di sistemi automatizzati per il settore biomedicale e sviluppo industriale di nuovi beni strumentali. Le ricerche dell’Istituto Virologia Vegetale riguardano fitopatie indotte da virus e da viroidi. Attualmente le linee di ricerca sono: identificazione di virosi e caratterizzazione dei relativi agenti; biologia molecolare, genetica e tassonomia virale; rapporti ospite-parassita e citopatologia; epidemiologia e rapporti virus-vettore; diagnosi avanzata; ingegneria genetica per la resistenza; risanamento e prevenzione dalle reinfezioni; protocolli per la certificazione di colture ortofrutticole. L’Istituto sta svolgendoil progetto esplorativo “Produzione di anticorpi ricombinanti per la diagnosi di virus vegetali”. Le tematiche su cui è organizzata l'attività di ricerca dell’Istituto di Microelettronica e Microsistemi di Lecce sono: materiali, processi e dispositivi per la microelettronica; sensori e microsistemi intelligenti; optoelettronica e fotovoltaico; sviluppo di tecniche di caratterizzazione avanzate per materiali e processi. L’attività di ricerca dell’Istituto di Scienze marine di Lesina (Foggia) è incentrata sulle seguenti aree tematiche: biologia ed ecologia, geochimica e sedimentologia lagunari e costiere. Gli aspetti che si affrontano nell’ambito della biologia e dell’ecologia sono principalmente lo studio della biodiversità; di indicatori di qualità a vari livelli (biochimico, microbiologico, ecotossicologico e di comunità); lo studio degli aspetti nutrizionali e riproduttivi; le risposte biologiche ai cambiamenti climatici. L’Istituto è anche parte attiva del progetto strategico “Valorizzazione delle saline mediante produzione di colture microalgali per l’estrazione di fine chemicals con tecnologie eco-compatibili”, per l’estrazione di componenti altamente pregiati per l’industria alimentare, farmaceutica e zootecnica. Gli IRCCS L’ Ospedale Oncologico di Bari svolge attività di ricerca più direttamente legate alle biotecnologie nelle aree della epidemiologia, fattori di rischio genetico-molecolari e prevenzione tumorale (agenti xenobiotici e rischio di cancro con individuazione di marcatori di esposizione e danno al DNA, identificazione di soggetti a rischio per caratteristiche genetico- molecolari con utilizzo di test genetici, basi genetico-molecolari per lo sviluppo e progressione della malattia neoplastica); approcci laboratoristici e strumentali innovativi per il miglioramento della diagnosi, prognosi e predizione della risposta ai trattamenti antineoplastici (validazione di nuovi markers biologico-molecolari di diagnosi precoce; identificazione di nuovi fattori clinico-biologici predittivi di aggressività clinica e sensibilità ai trattamenti fisico-chimici; validazione di determinanti biochimico-molecolari rilevanti al fine di terapie personalizzate; sviluppo e validazione di nuove tecnologie per la diagnosi, stadiazione e monitoraggio della malattia neoplastica). Questa ricerca ha dato origine ad una notevole produzione scientifica, con elevati livelli di qualità (ad esempio, in termini di impact factor). Alla direzione scientifica, che coordina l’attività e i progetti di ricerca, collaborano 14 persone.

Page 51: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 51

La Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo è stata riconosciuta nel 1991 come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e oltre a svolgere attività cliniche ed assistenziali, in stretto contatto con il Ministero della Salute e con i più importanti poli di ricerca italiani ed europei, si occupa anche di ricerca clinica, in particolare nel settore della genetica e delle malattie eredo-familiari. I laboratori di ricerca sono impegnati in progetti di studio che hanno per oggetto malattie comuni e diverse malattie rare. Sono inoltre oggetto di ricerca alcune patologie pediatriche di rilevanza sociale23. La ricerca molecolare delle malattie dell'adulto è rivolta all'analisi dei pazienti affetti da emocromatosi ereditaria, cistinuria, distrofia miotonica, tireopatie ereditarie ed alla identificazione dei fattori di rischio per l'ictus. Altre ricerche indagano le basi biologiche di alcune patologie oncologiche. In particolare, l'Istituto è impegnato nella messa a punto di protocolli diagnostici, in particolare per lo screening di mutazioni geniche comuni e in programmi di terapia genica e di trapianto. I laboratori dell'Istituto hanno prodotto numerosi risultati originali circa la mappatura ed il clonaggio di geni-malattia. Tali conoscenze sono state utilizzate per la validazione diagnostica, la diagnosi presintomatica, l'identificazione di eterozigoti a rischio, la diagnosi prenatale, lo sviluppo di progetti pilota di screening e il rilevamento di dati epidemiologici di molte malattie. L’Istituto mantiene un’ampia rete di collaborazioni nazionali ed internazionali. Alcuni protocolli diagnostici originali sono stati validati su centinaia di pazienti con patologie genetiche. L’Istituto ha una notevole produzione scientifica internazionale con oltre 500 pubblicazioni tra il 2002 ed il 2007. L’IRCCS sta svolgendo 2 progetti strategici: “Ricerca e sviluppo di nuovi strumenti bioinformatici e biotecnologici per l’analisi del profilo di espressione genica e proteica del cancro e per l’identificazione di marcatori biologici per la diagnosi precoce delle neoplasie colo-rettali, renali e del cavo orale”, con lo scopo di ricercare e sviluppare strumenti bioinformatici e biotecnologici altamente innovativi per analizzare l’espressione genica e proteica dei tumori del colon-retto, del rene e del cavo orale al fine di identificare nuovi marcatori molecolari utili alla loro diagnosi precoce; e “Progettazione e sviluppo di una tecnica di diagnosi prenatale non invasiva basata su chip: separazione di cellule fetali circolanti nel sangue materno”, che si propone di sviluppare un sistema “lab-on-a-chip”, basato su tecnologie di microfabbricazione in grado di identificare in maniera inequivocabile alcuni particolari tipi di cellule fetali. Consorzi ed altri enti Il sistema della ricerca biotecnologica pugliese include anche 3 consorzi, di cui due maggiormente impegnati nel campo della salute umana. L’ Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo (ISBEM) è una società consortile con sede nella Cittadella della Ricerca di Brindisi. Ha attivato una serie di collaborazioni con Università, enti di ricerca, aziende pubbliche e private e centri di ricerca nazionali e internazionali. L’ISBEM è articolato in 4 Dipartimenti (Fisiologia clinica e medicina sperimentale; Biologia, biochimica, medicina molecolare, scienze tecnologiche e di base per la medicina, Epidemiologia e Ricerca sui servizi sanitari). L'attività primaria risulta essere la progettazione e l'implementazione di programmi avanzati di ricerca e il loro sviluppo in sedi decentrate, favorendo il trasferimento e la divulgazione di nuove metodologie scientifiche (linee guida, standard, metodi di qualità, nuovi percorsi diagnostico-terapeutici) e facilitando l'introduzione di nuove tecnologie fornendo supporto tecnico-scientifico alle amministrazioni sanitarie locali. Apulia Biotech è una società consortile costituita nel 2000 con sede presso il Consorzio C.A.R.S.O. (Centro di Addestramento per la Ricerca Scientifica Oncologica), che include tra i soci il Dipartimento dell'Emergenza e dei Trapianti di Organi - Sezione di Nefrologia dell’Universita' di Bari, e imprese come Abiotec, Altanet, Bio D, Euromed e Teseo. Apulia Biotech si occupa di sviluppo della ricerca di base ed applicata nel campo delle biotecnologie. Le attività sono 23 Tra queste si annoverano: la fibrosi cistica, le malattie muscolari ed in particolare le atrofie muscolari spinali,

la distrofia di Duchenne, le sordità genetiche e le malformazioni congenite.

Page 52: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 52

indirizzate alla promozione ed alla realizzazione di progetti di ricerca e di formazione; le stesse, inoltre, si concentrano sullo sviluppo e sul trasferimento di prodotti e processi in settori di propria competenza. La sua missione è di diventare un centro di competenze e di accreditamento nel settore, costituire uno standard di riferimento nella ricerca, realizzare progetti e servizi utili ed innovativi ed essere un punto di osservazione autorevole e privilegiato. Il Consorzio ha portato a termine e ha tuttora in corso progetti di ricerca in collaborazione con organizzazioni esterne, progetti approvati dal Ministero della Sanità, dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca e nell’ambito dei PON. Alle attività di ricerca del Consorzio partecipano anche società private come la Medestea Research/Production. Il Consorzio C.A.R.S.O. ha sede presso la Facoltà di Veterinaria a Valenzano (Bari). Il Centro di Addestramento per la Ricerca Scientifica Oncologica svolge numerosi progetti in ambito biotecnologico, tra cui, il progetto strategico “Costituzione di una banca dati di cellule staminali adulte renali per la promozione degli studi sulle cellule staminali e loro applicazione pratica”, volto, tra l’altro, alla progettazione e realizzazione di un dispositivo su chip per dialisi; e il progetto esplorativo “Sviluppo di un nuovo kit biomolecolare per la diagnosi di instabilità genomica nelle neoplasie”. Tra gli altri enti, si segnala l’attività del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, ente nazionale di ricerca e sperimentazione con competenza scientifica generale nel settore agricolo, agroindustriale, ittico e forestale. La ricerca si concentra nei campi della biologia e produzione vegetale, della biologia e produzioni animali, delle trasformazione e valorizzazione dei prodotti agro-industriali. Per quanto riguarda le biotecnologie applicate all’agroalimentare, la sezione di Bari del CRA sta svolgendo il progetto strategico: “Valorizzazione dell’uva da tavola mediante trasformazione”, col fine di studiare le principali varietà di uva da tavola tradizionali e i loro processi di trasformazione.

4.2 Le imprese Da un’approfondita indagine sul territorio è stato possibile individuare circa una decina di aziende direttamente impegnate in questo comparto. Due di esse, Aventis Sanofi e Serono Italia, sono filiali e siti produttivi di grandi imprese multinazionali (francesi e tedesche). Nella tabella sottostante sono riportate alcune informazioni di sintesi relative alle imprese operanti in Puglia censite nel corso dell’indagine. Tabella 15: Imprese operanti nella filiera delle biotecnologie in Puglia

Impresa Sede Fatturato 1 (in migliaia di euro)

Addetti in Puglia1

Anno di costituzione

Grandi imprese Serono Modugno (BA) 826.7792,3 143 1992 Sanofi Aventis Brindisi n.d.

185 n.d.

Piccole imprese Agritest Valenzano (BA) 1903 5 1993 Biotecgen Lecce 513 5 2001 Lachifarma Zollino (LE) 8.2243 31 1985 Ligi Tecnologie Medicali Taranto 3.1333 143 1992 Meditechnology Lecce n.d. 40 2004 PierreChimica Galatina (LE) 2.1993 40 1997 Plasma Solution Valenzano (BA) 5453 8 2004 Polymekon Brindisi 1.700 16 2001

1 Dove non altrimenti specificato, i dati sono stati forniti dalle stesse imprese e si riferiscono all’anno 2006. 2 Dato riferito al Gruppo.

Page 53: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 53

3 Dati tratti dalla banca dati AIDA. Anno 2006. Fonte: ARTI

4.2.1 Le grandi imprese

Serono, impresa svizzera24 tra le maggiori aziende biotecnologiche europee e mondiali, è stata recentemente acquisita dal gruppo tedesco Merck. Lo stabilimento di Bari ha iniziato le attività nel 1992 con la produzione di un prodotto liofilizzato iniettabile destinato al mercato italiano. Con l’installazione di due nuove linee per liquidi, lo stabilimento è divenuto centro di eccellenza per il riempimento dei prodotti liquidi in siringa e tubofiale (cartucce). Negli ultimi anni, lo stabilimento ha sviluppato un’elevata competenza tecnica per l’assemblaggio ed il confezionamento dei dispositivi medici grazie all’installazione di nuove linee robotizzate di ultima generazione. In quindici anni di attività, l’impianto di Bari è diventato il più avanzato in Europa nel suo sub-settore ed oggi lo stabilimento è specializzato nella produzione asettica (in ambienti a contaminazione controllata) di farmaci di origine biotecnologica in forma liquida e liofilizzata e nell’assemblaggio di dispositivi medicali distribuiti in oltre 90 Paesi in tutto il mondo, che oggi conta circa 150 dipendenti. Le principali aree terapeutiche dei prodotti riguardano infertilità, neurologia e metabolismo. Serono non svolge direttamente attività di R&S nello stabilimento di Bari, ma attività di ottimizzazione dei processi produttivi, in particolare per quanto riguarda l’automazione. A tale proposito, è da ricordare la collaborazione tra l’azienda farmaceutica ed un’altra azienda di Bari, la MasMec, specializzata nella progettazione e produzione di macchine e sistemi di automazione. Lo stabilimento di Bari è inoltre partner in un progetto strategico finanziato dalla Regione Puglia volto all’identificazione di nuovi biomarkers di neurodegenerazione per la diagnosi e la terapia della sclerosi multipla, in collaborazione con il Dipartimento di Fisiologia generale ed ambientale dell’Università di Bari e Apulia Biotech. Tra i riconoscimenti ottenuti dallo stabilimento di Bari, il premio Award for Excellence di Confindustria vinto nel gennaio 2007. La Sanofi Aventis è tra i primi gruppi farmaceutici in Europa ed in Italia, operante ad oggi in oltre 100 paesi. Lo stabilimento di Brindisi, nato nel 1966 come joint venture tra Nestlè e Kiowa per la produzione di additivi alimentari, venne rilevato negli anni Settanta dal gruppo Lepetit, successivamente acquisito da Hoechst Marion Roussel e poi da Aventis nel 1999. Nel 2004 la fusione tra quest’ultima e la Sanofi. Oggi lo stabilimento di Brindisi dispone di un impianto di fermentazione e di tre impianti chimici per la purificazione e l’isolamento dei principi attivi dai brodi di fermentazione. Nel tempo lo stabilimento è divenuto un centro di eccellenza nelle biotecnologie, non solo dedito alla produzione di principi attivi farmaceutici per fermentazione e non per sintesi chimica (soprattutto antibiotici, ma anche corticosteroidi), ma anche allo sviluppo e miglioramento dei processi e dei ceppi per il miglioramento della produttività e l’applicazione di nuove tecnologie ai processi, impiegando circa 180 dipendenti. Entrambe le imprese non hanno rapporti particolarmente stretti con il territorio. Il principale legame è rappresentato dal mercato del lavoro, giudicato di altissima qualità e meno saturo, in questo comparto, rispetto ad altre regioni italiane e paesi europei. I legami con le Università riguardano soprattutto la formazione ed i rapporti di sub-fornitura sono limitati ad alcuni casi, dato l’alto livello di integrazione a livello di gruppo.

24 La Serono nasce come azienda italiana nel 1906 ad opera del professor Cesare Serono, che svolge la sua

attività a Roma. Sin dagli esordi, l’azienda si specializzò nella cura dell’infertilità umana (gonadotropine). Solo

negli anni ’70 l’azienda sposta le attività di ricerca a Ginevra, di fatto trasformandosi in una multinazionale e

cominciando ad investire massicciamente nelle biotecnologie e diversificando le aree di specializzazione.

Attualmente, la società conta 24 stabilimenti. Oltre che in Italia ed in Svizzera, questi sono presenti in Spagna,

USA, Israele, Francia e India.

Page 54: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 54

4.2.2. Le piccole imprese Agritest nasce nel 1993 a Valenzano, presso il Parco Tecnologico Tecnopolis, grazie ai finanziamenti della legge 44. E’ specializzata nella diagnostica per la certificazione di prodotti vegetali virus-free, assistenza ai laboratori diagnostici e formazione del personale, sviluppo, produzione e commercializzazione di kit per la diagnosi di malattie virali delle piante (in particolare, vite, alberi da frutto, ortivi ed agrumi), utilizzando tecnologie di estrazione e purificazione di prodotti naturali, colture cellulari, anticorpi policlonali e monoclonali. Oggi ha 5 dipendenti e vende i propri prodotti in tutto il mondo; anche se in un mercato di nicchia di dimensioni assolute molto limitate. Il 50% del fatturato, tra l’altro in costante crescita, è generato dal mercato italiano (di cui controllano praticamente l’intero mercato), il 30% dall’Europa e il restante 20% da Sud America, USA, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Fin dalla sua costituzione, Agritest è strettamente legata all’Università di Bari sia per quanto riguarda l’accesso ad infrastrutture (stabulario, piante madri, serre, laboratori, utilizzo di colture batteriche e OGM), sia per l’attività di ricerca, anche grazie ad una accordo di trasferimento tecnologico con il Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata e alla partecipazione congiunta a progetti. Altre collaborazioni in corso riguardano il CNR, l’Istituto Agronomico Mediterraneo, il Centro di ricerca e sperimentazione in agricoltura “Basile Caramia”. Nel corso degli anni, Agritest ha progressivamente sviluppato le proprie tecnologie (attualmente le attività si dividono in due principali categorie: sierologia25 e diagnosi molecolare26) e le proprie linee di prodotto, cercando di diversificare in applicazioni per altri tipi di piante. Oggi è leader tecnologico nel proprio segmento di mercato. La crescita dell’impresa è comunque limitata oltre che dalla piccola dimensione del mercato soprattutto dall’esigenza di accedere a competenze e piattaforme tecnologiche nuove, spesso controllate attraverso diritti di proprietà intellettuale da grandi organizzazioni ed inaccessibili per piccole imprese se non attraverso attività scientifica e partecipazione a collaborazioni con altre imprese. Numerosi i progetti recentemente conclusi ed in corso; fra questi un progetto esplorativo (“Produzione di anticorpi ricombinanti per la diagnosi di virus vegetali”, ed uno su un antigene sintetico (per la taratura di agenti omogeneizzati). Biotecgen è stata costituita nel 2001 a Lecce (ma è divenuta operativa solo a partire dal 2002), supportata dal gruppo internazionale di consulenza per l’innovazione INVENT – INNOVA, come partner tecnologico per la sperimentazione, ricerca e messa a punto di kit diagnostici nel settore clinico ed agroalimentare, in particolare con lo sviluppo di sistemi basati su microarray DNA e RNA per studi di espressione e il rilevamento rapido di agenti patogeni. Biotecgen sta sviluppando un kit diagnostico per l’identificazione rapida della legionella (utilizzando anche Real Time PCR), e offre servizi di ricerca a imprese e consorzi, offrendosi anche come partner in progetti di ricerca di base. Il nucleo costitutivo della società proviene essenzialmente dall’ ISPA – CNR di Lecce. Biotecgen ha partecipato a diversi progetti di ricerca internazionali: oltre a tre progetti del VI Programma Quadro (tra cui uno con il CNRS francese - Progetto STREP), è in corso un progetto con il National Institute of Health americano e con imprese biotecnologiche americane leader mondiali per l’identificazione rapida dell’antrace con l’uso di sistemi nanotecnologici. Numerose anche le collaborazioni con altri partner pugliesi: con l’ISPA del CNR (Progetto strategico della Regione Puglia su biotecnologie innovative per il miglioramento della qualità e sicurezza dei vini

25 Per quanto riguarda la produzione di kit con questa tecnica, le fasi comprendono: l’estrazione del virus, l’immunizzazione in animali (topi e conigli), il prelievo del sangue per la produzione del kit vero e proprio. Per quanto riguarda il siero, da questo si estraggono sia anticorpi policlonali sia anticorpi monoclonali (il che costituisce un’importante innovazione). Per questi ultimi, si estraggono dalla milza i linfociti B. A questo punto avviene la fusione (a – 172°C) per la creazione dell’ibridoma (unione con cellula tumorale). 26 Per quanto riguarda invece la diagnosi molecolare (soprattutto per le piante ortive), si ha l’estrazione dell’RNA, per poi passare a marcatori non radioattivi ed infine al prodotto finale, che consiste in una sonda marcata.

Page 55: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 55

tipici pugliesi); il Dipartimento di Scienze e tecnologie biologiche ed ambientali dell’Università del Salento (Progetto strategico per lo sviluppo e realizzazione di bio-chip per la diagnostica molecolare e la tipizzazione di virus patogeni umani); il Dipartimento di Fisiologia generale ed Ambientale dell’Università di Bari (Progetto esplorativo sui recettori del calcio). L’azienda partecipa al Centro di Competenza sulle Biologie Avanzate a al Distretto Agroalimentare in Puglia. Attualmente ha 5 dipendenti (di cui due a progetto). Lachifarma nasce come impresa farmaceutica nel 1985 a Zollino (Lecce). Dal 1999 è stato avviato un centro di R&S all’interno dell’azienda. La Lachifarma opera nel mercato nazionale ed estero producendo specialità medicinali, dispositivi medici CE, presidi medico chirurgici, dietetici, prodotti erboristici e cosmetici (a marchio proprio e per conto terzi). Lachifarma rappresenta l’unico caso di azienda farmaceutica in Puglia non appartenente ad alcuna multinazionale. L’azienda dispone di due siti produttivi: l’uno è principalmente dedicato a farmaci salvavita (preparazioni liquide, solide e semi-solide), l’altro ai prodotti dietetici, ai presidi medico-chirurgici (preparazioni liquide, solide, semi-solide e liofilizzate). L’azienda conta 31 addetti, di cui 7 impegnati nella ricerca. Le spese di R&S arrivano al 15% del fatturato. Le attività della Lachifarma possono suddividersi in tre macroaree. La prima riguarda il trattamento della malaria: l’azienda collabora con i principali centri di ricerca nazionali ed internazionali e con l'Organizzazione Mondiale della Sanità nel programma Roll Back Malaria. Inoltre dichiara di essere l’unica azienda italiana ad aver ricevuto la pre-qualificazione presso il Global Fund per la lotta contro la malaria. L’azienda sviluppa e produce farmaci innovativi per il trattamento di questa malattia, in particolare nuove molecole a base di artemisina (estratti dalle piante di artemisia tramite processo di ossidazione). La ricerca è ancora attiva, in quanto si cercano tecniche di miglioramento e più eco-compatibili. Sull’utilizzo dell’artemisia a fini farmaceutici l’azienda detiene 3 brevetti. La ricerca si sta spostando anche sullo studio di altre patologie che possono essere curate con le molecole di artemisia anche con un impianto pilota dedicato. La seconda macroarea riguarda il trattamento e la valorizzazione delle acque di vegetazione27. Lachifarma svolge studi per cercare di valorizzare anche da un punto di vista economico queste acque. Le attività di ricerca hanno già portato ad un brevetto registrato in Europa ed in America, che è stato anche esteso in Israele e in Giappone. In particolare, il processo di valorizzazione porta ad utilizzare circa il 25% di queste acque di vegetazione come principi attivi per la cosmesi o alimentari destinati agli animali. Il 10% è costituito invece da un concentrato polifenolico (idrossitirolo), le cui qualità altamente anti-ossidanti sono ben note da tempo. Solitamente però tale principio viene prodotto come molecola pura solo al 5%, mediante sintesi chimica e con costi proibitivi. Il processo di Lachifarma potrebbe portare invece a produrre una molecola con una purezza pari al 99,8%, prodotta in modo completamente naturale, senza alcun utilizzo di solventi e quindi a zero tossicità. È riconosciuto che gli anti-ossidanti così estratti hanno effetti positivi anche in altri ambiti, per cui l’azienda sta svolgendo una ricerca comparativa con vari partner scientifici (CNR, Università del Salento, Università di Bari, Università di Viterbo, Università La Sapienza) per approfondire anche le loro proprietà anti-infiammatorie e valutarne i meccanismi contro cellule bersaglio che causano la leucemia, mediante studi in vitro. Per le proprietà antitumorali, l’impresa ha già stanziato circa 150 mila euro per lo sviluppo applicativo di tale molecola. Al momento, in collaborazione con l’Università di Bari ed altri istituti, sono in corso gli studi tossicologici. Questo settore di ricerca ha finora portato al deposito di 5 brevetti, di cui 1 internazionale e 4 a livello europeo. La terza area riguarda il trattamento del cancro della pelle. Nel 2007 è stata avviata una nuova linea di ricerca rivolta allo studio delle proprietà anti-tumorali di 2 molecole già individuate contro il melanoma. L’impresa è partner in un PNR e partecipa a molti progetti strategici ed esplorativi della Regione 27 Il trattamento delle acque di vegetazione proveniente dalla locale produzione di olio di oliva costituisce un

problema dal notevole impatto sociale ed ambientale, dato che queste acque costituiscono un rifiuto tossico ed

altamente corrosivo. La procedura solitamente utilizzata per lo smaltimento di queste acque consiste nella loro

inertizzazione.

Page 56: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 56

Puglia (in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e tecnologie biologiche ed ambientali dell’Università del Salento e i dipartimento di: Biochimica, biologia e fisica medica; Farmaco-chimico; Farmaco-biologico e Scienze biomediche e oncologia umana dell’Università di Bari; l’Istituto di Fisiologia clinica del CNR). La Ligi Tecnologie Medicali di Taranto è divenuta operativa a partire dal 1993. E’un’azienda specializzata nella produzione di dispositivi chirurgici oftalmici. Nei primi anni, le attività della Ligi erano incentrate prevalentemente sulla distribuzione e sulla vendita di dispositivi e materiali di consumo, principalmente per il servizio sanitario nazionale, ospedali privati e chirurghi oftalmici. In seguito è stato portato avanti un programma di ricerca e sviluppo che, consentendo una migliore conoscenza della forma e della superficie della cornea, ha permesso la messa a punto di tecnologie innovative di scansione laser e di rifrazione a supporto degli interventi chirurgici, anche grazie ad una collaborazione con dipartimenti universitari di chirurgia oftalmica. Quindici anni di attività d ricerca e sviluppo hanno così permesso la produzione di prodotti chirurgici di diagnosi, applicazioni software avanzate di chirurgia, sistemi laser chirurgici ultraveloci e ad alta risoluzione. Nel 2006, è stata costituita la iVIS Technologies, società interamente controllata da Ligi, con sede a Washington, come divisione estera dedita alle vendite e al marketing. Mediteknology è uno spin-off del CNR costituito nel 2004 con sede a Bologna e a Lecce. Il gruppo di Lecce svolge attività di ricerca interdisciplinare, ed in particolare: biotech, nanochimica e diagnostica molecolare, che sono anche le principali aree di ricerca del National Nanotechnology Laboratory (NNL), che partecipa allo spin-off attraverso alcuni propri ricercatori. Il centro è nato come una piccola struttura bottom-up costituita da 2-3 persone. In seguito ai buoni risultati raggiunti, la società si è ricapitalizzata ed ha ricevuto i primi contatti da parte di industriali. La crescita è stata graduale e crescente. L’impresa effettua attività di ricerca e sviluppo per la realizzazione di reagenti e strumentazioni per uso diagnostico e terapeutico e per citofluorimetria, realizzazione di nuove molecole organiche ed inorganiche utilizzabili quali marcatori biologici e/o quali elementi foto emittenti, in particolare marker universali per la diagnosi molecolare da utilizzare con tecniche di fluorescenza che consentono di eliminare il problema del falso positivo ed

abbattere drasticamente i costi28

. Le attività di ricerca possono ricomprendersi in tre filoni principali: materiali e dispositivi organici; sviluppo di dispositivi ottici ed elettronici a fine biomedico; imaging e terapia per lo sviluppo di nuovi tipi di traccianti. Mediteknology ha brevettato una classe di molecole/marker dalle caratteristiche nettamente superiori a quelle dei preparati attualmente in commercio ed ha già sviluppato un prototipo. Si tratta di una nuova famiglia di fluorofori di sintesi, capaci di emettere luce in tutti i colori del visibile con elevata efficienza, estremamente stabili otticamente e chimicamente, e in grado di coniugarsi (cioè aderire) sia a proteine che a DNA. Numerosi i progetti in corso o recentemente realizzati: nuove piattaforma per analisi genomiche (programma del Ministero) per l’individuazione di elementi paralleli (limite massimo: genoma stesso). La ricerca viene effettuata sulle proteine piuttosto che sugli acidi nucleici (biosensore parallelo). Per realizzare sensori capaci di monitorare l’attività delle cellule celebrali in modo poco invasivo (in vivo). E’ partner per lo sviluppo di un chip applicativo (STIM Electronics). Un progetto è stato finanziato nell’ambito del 6° Programma Quadro riguardante i led di tipo

organico29

, mentre altri sono stati finanziati da fonti ministeriali (PRIN, FIRB) e da partner industriali. Ha ricevuto finanziamenti anche dalla legge 297. Solo nel corso del 2006, l’azienda ha

28 Secondo stime prudenti, il mercato della diagnostica basato sulle tecniche di fluorescenza potrebbe raggiungere una quota pari al 20% del mercato della diagnostica molecolare in vitro. 29 Gli OLED (Organic L ight Emitting Diode), ovvero led basati su materiali organici, potrebbero essere usati anche per celle solari per produrre energia con maggiore efficienza, a minor impatto ambientale e a minor costo. Questi LED hanno l’importante caratteristica di essere molto flessibili e ne permettono quindi la facile integrazione sulle più svariate superfici. Per le loro caratteristiche, inoltre, potrebbero dimostrarsi biocompatibili.

Page 57: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 57

presentato 6 brevetti. Molti di questi sono stati poi estesi a livello europeo. Rilevante anche l’attività di pubblicazione scientifica da parte dei ricercatori del gruppo. La PierreChimica, con sede a Galatina (Lecce), è impegnata in attività di ricerca e sviluppo con i maggiori enti pubblici (Università e CNR) e privati, italiani ed esteri, per la messa a punto di cosmetici ed integratori alimentari biologici innovativi, ma la sua attività principale è costituita dall’estrazione di antiossidanti naturali con tecnologia innovativa non inquinante (CO2 supercritica) da alimenti. Fondata nel 1997 con capitali familiari, e sostenuta inizialmente da finanziamenti pubblici, Pierre sviluppa tecnologie innovative biologiche (originate inizialmente da Dow Chemicals Italia nella produzione di farmaci salvavita e, dopo l’abbandono del mercato farmaceutico italiano, da Lepetit) per l’estrazione del licopene dal pomodoro30. Questo prodotto ha importanti utilizzi come integratore alimentare e nel settore farmaceutico (sostituti salivari, cardiovascolare e osteoporosi) e cosmetico ed è stato già approvato dalla Food and Drug Administration. Nel 2003, a causa del fallimento di uno dei maggiori clienti, la società attraversa una crisi finanziaria che induce ad un mutamento di strategia. Vengono identificati due settori principali di attività – cosmesi professionale e farmaceutica – e vengono lanciati marchi propri destinati a vari segmenti di mercato (igiene della persona destinato alla grande distribuzione; cosmetici e prodotti per l’igiene della persona destinati alle farmacie; cosmetici destinati a centri estetici comuni e a centri estetici di élite; integratori alimentari). L’espansione dell’impresa è limitata dalla insufficiente capacità produttiva e da vincoli finanziari. Ciononostante, prosegue l’attività di ricerca e lo sviluppo di nuove linee di prodotto, in particolare: l’estrazione di vitamina E da mandorle, utilizzato in cosmesi per la preparazione di creme di alta qualità e dolci a ridotto contenuto di grassi nella dietetica; l’estrazione di oli essenziali e composti antiossidanti da piante aromatiche, quali salvia, rsmarino, utilizzati in profumeria e nel settore alimentare (olio di oliva aromatizzato). La frazione antiossidante viene utilizzata nel settore cosmetico, alimentare e farmaceutico; l’estrazione di antocianine da uva nera e frutti di bosco. Queste sostanze hanno la proprietà di migliorare la micro-circolazione periferica e trovano applicazioni per uso farmaceutico e cosmetico; la messa disposizione di polvere di rubino in soluzioni di oli siliconici nel settore cosmetico. Pierre ha 4 brevetti, di cui due a livello internazionale, e diverse pubblicazioni scientifiche in collaborazione con l’Università del Salento, Bari e il CNR (ISPA di Bari e Lecce e IRBA di Lecce).Attualmente, Pierre impiega circa 40 dipendenti (tra diretti ed indiretti) con un fatturato di circa 2 milioni di Euro. Le spese di R&S ammontano a circa 10 milioni di euro, di cui 3 investiti direttamente dall’azienda ed il resto finanziato da progetti di ricerca italiani (MIUR) ed europei. L’azienda è attualmente in cerca di partner industriali per lanciare il licopene biologico su larga scala. PlasmaSolution, prima esperienza di spin-off dell’Università di Bari, è stata fondata nel 2004. Partern dell’azienda sono l’Università di Bari, due imprese ed un investitore privato. La sua sede attuale è presso il Parco Scientifico Tecnopolis a Valenzano (Bari). PlasmaSolution fornisce soluzioni su indicazioni della domanda sui processi del plasma a basse temperature sviluppando

30 L’azienda punta molto sul licopene biologico estratto con l’utilizzo di anidride carbonica, piuttosto che con solventi chimici e processi inquinanti, processi utilizzati da altri concorrenti. Il licopene è il pigmento rosso del pomodoro, dotato di proprietà antiossidanti, ma ricerche a livello internazionale stanno dimostrando le sue potenzialità anche in campo medico (usi oftalmici, usi salivari, cardiovascolari, per il trattamento dell’osteoporosi, effetti antitumorali). Il processo di estrazione sviluppato dall’azienda renderebbe il licopene “biologico” più biodisponibile e quindi più efficace rispetto al licopene estratto con altri processi (licopene “sintetico” e licopene “naturale”). Al momento, è in corso l’estrazione su piccola scala del licopene con un impianto sviluppato dalla stessa azienda. Nel processo viene utilizzato pomodoro certificato da un istituto esterno ed autonomo e dallo scarto di lavorazione viene ricavata una polvere esausta che viene poi utilizzata per la preparazione di prodotti alimentari per celiaci. Il processo è coperto da numerosi brevetti, di cui il primo registrato nel 2004.

Page 58: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 58

tecniche per la deposizione di film sottili per modificare la superficie dei materiali e reattori per effettuare tali processi. Le applicazioni interessano campi molto diversi come l’attivazione dei polimeri, rivestimenti nano compositi, micro e optoelettronica, biomateriali, carta e tessili, eredità culturali, farmaceutica, alimentari, materiali granulari e polveri, membrane, protezioni e decorazioni. Il mercato di PlasmaSolution è italiano ed europeo. La strategia di crescita prevede l’entrata di una grande impresa americana tra i soci e la ricerca di nuovi clienti di maggiori dimensioni. L’impresa ha accordi di collaborazione con una impresa tedesca, anch’essa spin-off accademico Attualmente, Plasma Solution ha 8 dipendenti, dei quali 6 impegnati nella ricerca. Polymekon, con sede presso la Cittadella della Ricerca di Brindisi, è specializzata nella progettazione e produzione di hydrogel31, una sostanza completamente sintetica, che si caratterizza per la bassa probabilità di insorgenza di allergie e fenomeni di sensibilizzazione. E’ inoltre un materiale a lungo termine, non tossico e non migrante all’interno del corpo umano. La Polymekon viene costituita nel 2001 e diviene completamente operativa a partire dal 2002. Le attività sono dirette specificatamente alla progettazione e realizzazione di hydrogel per svariate applicazioni (mediante iniezione a livello di ipoderma). Una volta introdotto nel corpo umano, l’hydrogel viene “attaccato” dal sistema immunitario. Tale attacco crea una capsula fibrotica che ingloba il gel. Altra caratteristica di tale materiale è che anche a distanza di anni è estraibile: il processo è pertanto reversibile. Le principali applicazioni sono: chirurgia plastica ricostruttiva per la protesi di tessuti mediante iniezione a livello di ipoderma (nel caso di malattie congenite o in seguito ad eventi traumatici); lipodistrofia, sindrome dei malati affetti dal virus dell’AIDS (alterazione della normale crescita del tessuto adiposo); emiatrofia facciale progressiva (o malattia di Romberg), rara sindrome consistente in una lentissima ma progressiva atrofia di una metà del viso. All’interno dei laboratori dell’azienda vengono svolte tutte le attività connesse con la produzione, dalla fase di progettazione a quelle del controllo della qualità su ogni singolo lotto di produzione con una stretta interazione tra ricerca e produzione. Per le sue attività, l’azienda dispone di 3 laboratori: laboratorio clinico-analitico: si occupa dei test sui prototipi, del controllo sui lotti di produzione e di analisi sul prodotto di tipo meccanico; laboratorio di tossicologia: si occupa delle valutazioni in vitro per la citotossicità dei matariali e delle interazioni metaboliche delle cellule (le valutazioni in vivo sono condotte all’esterno); laboratorio di microbiologia: vi si svolgono analisi di sterilità per la presenza di batteri e funghi. La valutazione clinica dei prodotti viene svolta presso strutture estere (Canada, Francia). Intrattiene rapporti di collaborazione con l’Università del Salento e di Bari. L’azienda punta a diversificare il prodotto e le attuali applicazioni dell’hydrogel. Polymekon ha avuto nel 2007 un fatturato di 1,7 milioni di euro, derivanti per il 95% da attività con l’estero. Il budget per attività di R&S era pari a 510 mila euro. L’impresa ha 16 addetti, di cui 3 impegnati in R&S (di cui 2 laureati). L’azienda ha depositato numerosi brevetti. IBM Innovation Center di Bari In Puglia opera anche un laboratorio di ricerca privato, l’IBM Molecular Biodivesity Lab team nell’Innovation Center di Bari. Creato alla fine del 2001 dall’IBM Italia, il gruppo di ricerca di Bari è dedicato allo sviluppo di progetti di Data Integration & Mining e Knowledge Management in ambito scienze della vita in aree specialistiche quali quella del Drug Discovery (piattaforme bioinformatiche integrate di tipo e-business), Clinical Genomics (Information-Based Medicine) e, più recentemente, in ambito agroindustriale. Grazie a competenze di ricerca specifiche e ad una forte sinergia con strutture di ricerca specializzate locali (tra le quali, quella del CNR nel settore della Biologia Computazionale e della Bioinformatica e il laboratorio di acquisizione della conoscenza e apprendimento automatico del Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari), l’unità specializzata di IBM ha sviluppato importanti progetti e collaborazioni di ricerca industriale, tra cui: 31 L’hydrogel è costituito da una rete di catene di polimeri, insolubili in acqua, a volte allo stato di gel colloidali

in cui l'acqua è il mezzo di dispersione.

Page 59: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 59

- sviluppo della piattaforma MOLREG, per la conservazione, la ricerca e l’analisi bioinformatica di dati riguardanti organismi geneticamente modificati, commissionata dall’enforcing laboratory italiano dell’Unione Europea; - sviluppo del sistema BioWBI (Bioinfomatic Workflow Builder Interface), soluzione che, tramite una interfaccia grafica molto intuitiva, permette ai bioinformatici di rendere automatiche le loro analisi su varie banche dati della Genomica e Proteomica, attraverso la creazione di workflow personalizzati per l’esecuzione in cascata di diversi tool di analisi, semplificando enormemente il loro lavoro e riducendo le possibilità di errore e favorendo la ripetitività sperimentale. Più recenti iniziative hanno riguardato: - il lavoro per il progetto LIBI (Laboratorio Italiano di Bioinformatica), progetto co-finanziato dal MUR FIRB 2005-09 che ha lo scopo di costruire la piattaforma informatica di riferimento per la comunità bioinformatica italiana. Il progetto è guidato dal CNR, Istituto di Tecnologie Biomediche di Bari, e vede impegnati i principali gruppi di ricerca in ambiuto bioinfomatico italiano. IBM è il solo partner industriale di un network formato da 8 unità principali con ruoli tecnologici e scientifici quali: il consorzio SPACI dell’Università del Salento, le sezioni di Bari e Bologna dell’INFN, il CINECA, e gruppi di ricerca dell’Università di Bologna, Milano e il Centro di Biomedicina Molecolare di Trieste. A queste unità principali sono associate una decina di unità di ricerca ulteriori di varie Università e centri di ricerca italiani; - il laboratorio pubblico-privato MBLab (Laboratorio di Bioinformatica per lo studio della Biodiversità Molecolare). Anche questo è un progetto co-finanziato dal MUR nell’ambito del Bando Laboratori Pubblico-Privati del Mezzogiorno d’Italia (d.d. 602-Ric. del 14/3/2005). Il progetto è guidato da IBM ed è un’altro esempio di Open Research Collaboration e vede la partecipazione di gruppi di ricerca del CNR locali (ITB e ISPA) e dell’Università di Bari (Dipartimento di Informatica e Facoltà di Biotecnologie), Università Federico II di Napoli e l’Università Telematica Guglielmo Marconi. Il progetto ha l’obiettivo di realizzare sistemi bioinformatici di ricerca industriale che sfruttino la biodiversità molecolare, con applicazioni in ambito clinico e agroindustriale. La padronanza di teniche bioinformatiche che sfruttano e correlano informazioni di biodiversità molecolare, tra le diverse specie di organismi, dischiude innumerevoli scenari applicativi riguandati, ad esempio: i) la garanzia della salute pubblica, attraverso l’identificazione di nuove specie in medicina, in batteriologia, in parassitologia, in veterinaria; ii) la sicurezza dei processi agricoli, attraverso l’identificazione di organismi patogeni, la carratterizzazione di specie invasive, la sicurezza e qualità alimentare; iii) la tutela del cittadino-consumatore, attraverso il controllo delle frodi commerciali e il controllo delle attività di sofisticazione illegali e i controlli alimentari di frontiera; iv) il monitoraggio ambientale, attraverso il controllo e l’analisi di acque, aria e terreni. Il progetto ha anche l’obiettivo di formare 20 giovani ricercatori in queste problematiche. In definitiva il progetto si pone l’obiettivo di realizzare applicazioni industriali negli ambiti prima citati, rivolte innanzitutto alle filiere agro-alimentari pugliesi, offrendo strumenti efficaci per garantire la provenienza, la manifattura, e l’originalità delle attività di trasformazione pugliesi, attraverso la biodiversità molecolare dei prodotti. Il team Life Sciences include attualmente 25 ricercatori e specialisti e collabora con gli altri gruppi di ricerca IBM a livello mondiale che operano in questo settore: il Computational Biology Center di Watson (New York), il laboratorio di Almaden (San Josè – California), il laboratorio di Zurigo (Svizzera) e il laboratorio di Haifa (Israele).

4.3 L’attività innovativa nelle biotecnologie in Puglia : i brevetti

In assenza di dati affidabili sulle spese di R&S, i brevetti sono l’indicatore più affidabile per valutare l’attività innovativa nelle biotecnologie, soprattutto se si considera che in questo settore i brevetti sono uno strumento essenziale per l’utilizzo economico dei risultati della ricerca. Anche per quanto riguarda la ricerca di base, la pratica di brevettare è molto diffusa in Europa e nel mondo, più che in qualsiasi altra area di ricerca. Le domande di brevetto presso l’European Patent Office (EPO), invece che al solo Ufficio Brevetti Italiano, danno poi una indicazione più precisa della rilevanza qualitativa del brevetto stesso, in quanto implicano procedure di valutazione più severe, maggiori costi ed ovviamente un’estensione territoriale della protezione dell’invenzione ad un numero maggiore di paesi.

Page 60: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 60

Il database EPO-CESPRI fornisce informazioni sui brevetti depositati presso l’Ufficio Europeo di brevetti dal 1978 al 200432. Secondo questi dati, i brevetti in Puglia nel settore biotecnologico nel periodo 1978-2004 sono 29, corrispondenti allo 0,7% dei brevetti biotecnologici italiani ed al 4% dei brevetti pugliesi complessivi. Di questi, 18 brevetti sono attribuiti a titolari pugliesi. I restanti sono stati co-brevettati da inventori pugliesi che non appaiono come titolari. Occorre considerare che questi dati probabilmente sottostimano l’attività innovativa pugliese nelle biotecnologie, in quanto brevetti rilevanti possono essere stati attribuiti a classi tecnologiche diverse (Tabella 16). Tabella 16: Brevetti italiani biotecnologici per regione (1978-2004). Percentuale su totale Italia

Regione % su totale Italia di

brevetti biotecnologici Lombardia 55,2 Lazio 20,4 Emilia Romagna 12,9 Veneto 11,6 Toscana 10,2 Piemonte 7,3 Campania 3,9 Friuli Venezia Giulia 2,4 Abruzzo 1,9 Liguria 1,9 Sicilia 1,7 Umbria 1,7 Marche 1,0 Sardegna 0,9

Puglia 0,7 Trentino 0,7 Basilicata 0,2 Calabria 0,1 Molise 0,1 Valle d'Aosta 0,1

Fonte: EPO-CESPRI

Per porre in prospettiva questi valori, occorre considerare che, nello stesso periodo, la Puglia detiene l’1,1% dei brevetti complessivi italiani e che le classi tecnologiche nelle quali questa regione detiene una quota maggiore dei brevetti italiani sono la chimica dei materiali (2,1%), la meccanica (1,5%), i beni di consumo (0,94%), l’elettronica (0,87%) e i processi industriali (0,61%). In altri termini, la Puglia mostra una despecializzazione nelle biotecnologie. Tuttavia, negli ultimi anni si manifesta un lievissimo miglioramento. L’attività brevettuale pugliese nelle biotecnologie inizia solo nel periodo 1987-1995, ma ottiene poi una quota pari al 5,5% del numero totale dei brevetti pugliesi. Nel periodo 1996-2004, questa quota scende al 3,9 %. Tuttavia, l’indice di

Vantaggio Tecnologico Rivelato normalizzato33 rimane sostanzialmente stabile passando da – 0,25

a – 0,18 (Tabella 17).

32 Il database contiene informazioni dettagliate sui brevetti quali: numero di pubblicazione, titolo, data di

priorità, anno di richiesta. A queste si affiancano tutte le informazioni sui titolari dei brevetti (cioè coloro che

materialmente effettuano la richiesta all’ufficio brevetti) e sugli inventori, cioè coloro che hanno effettivamente

contribuito all’invenzione da punto di vista tecnico, anche se non ne sono necessariamente proprietari (ad

esempio, ricercatori di un’impresa e anche di un’Università se quest’ultima decide di assumersi la titolarità). 33 L’indice viene definito come (RTA – 1) / (RTA+1), dove RTA è a sua volta calcolato come: (numero di brevetti nella specifica classe tecnologica nella regione/totale dei brevetti della regione) / (numero di brevetti nella specifica classe tecnologica in Italia/totale brevetti italiani). Questo indice assume un valore compreso tra -1 e 1. Un valore

Page 61: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 61

Tabella 17: Indici di Vantaggio Tecnologico Rivelato Normalizzato

Regione 1987-1995 1996-2004 Abruzzo -0,11 0,05 Basilicata -1,00 0,09 Calabria -0,54 -0,25 Campania 0,26 0,43 Emilia Romagna -0,33 -0,05 Friuli Venezia Giulia -0,54 -0,11 Lazio 0,20 0,57 Liguria -0,33 -0,18 Lombardia -0,18 0,09 Marche -0,54 -0,43 Molise -0,33 -1,00 Piemonte -0,54 -0,33 Puglia -0,25 -0,18 Sardegna 0,00 0,49 Sicilia -0,43 0,00 Toscana 0,00 0,26 Trentino -0,54 -0,25 Umbria -0,05 0,35 Valle d'Aosta -0,54 -0,33 Veneto -0,25 -0,18

Fonte: EPO-CESPRI

Nello stesso periodo, la Puglia incrementa fortemente la propria prestazione in termini di specializzazione nell’elettronica, nella chimica dei materiali e processi industriali, mentre si riduce negli strumenti e nella meccanica. In altri termini, pur restando su livelli di specializzazione e prestazione assoluta non eccellenti, si delinea l’avvio di un processo positivo di rafforzamento delle competenze nelle biotecnologie rispetto alle altre grandi aree tecnologiche. Occorre anche osservare che il peso della classe chimica dei materiali è dovuto anche ad elevate prestazioni in aree contigue alle biotecnologie in senso stretto come le nanotecnologie, la nano chimica, l’elettronica nano biomolecolare, sonde, sensori e microarrays, che attraversano oggi uno sviluppo rapidissimo (Tabella 18). Tabella 18: Puglia: Indici di Vantaggio Tecnologico Rivelato Normalizzato

Area tecnologica 1987-1995 1996-2004 Elettronica -0,25 -0,11 Strumenti 0,26 -0,05 Chimica dei materiali 0,09 0,20 Farmaceutica e Biotecnologie -0,25 -0,18 Processi Industriali -0,43 -0,25 Meccanica 0,23 0,13 Beni di consumo -0,05 -0,11

Fonte: EPO-CESPRI

I principali titolari dei brevetti biotecnologici pugliesi (titolari ed inventori) sono imprese (14 imprese per 19 brevetti), centri di ricerca e consorzi (5) e singoli individui (9 individui per 8 brevetti). Tra questi, 5 imprese, un centro di ricerche, una Università (Bari) e 6 individui sono pugliesi. Inoltre, tra le imprese non localizzate nella regione, 5 sono italiane, 2 americane, una dell’indice superiore a zero indica una specializzazione della regione superiore alla media nazionale nello specifico settore tecnologico.

Page 62: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 62

britannica ed una svizzera. Infine, tre centri di ricerca sono americani. Gli innovatori più significativi sono comunque grandi imprese, come Fidia (includendo la controllata Fidia Advanced Polymers) con 7 brevetti, Lepetit (2 brevetti), Unilever e Chiron. Restringendo l’analisi ai soli brevetti la cui titolarietà è attribuita alla Puglia, 9 appartengono ad imprese (tra le quali però la maggiore, con 5 brevetti, non ha la sede nella regione), uno ad un consorzio di ricerca, uno all’Università di Bari e 7 ad individui (nella maggior parte dei casi ricercatori accademici).

4.4 Le iniziative pubbliche La ricerca biotecnologica pugliese ed il suo sviluppo industriale sono sostenuti da diversi programmi pubblici europei, nazionali e regionali. VI Programma Quadro Significativa la partecipazione degli enti di ricerca pugliesi a progetti finanziati nell’ambito del 6° Programma Quadro della Commissione Europea su temi riguardanti scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute. Tabella 19: Progetti finanziati dal 6° Programma Quadro ad enti pugliesi in ambito “Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute”

Acronimo del progetto Ente(i) pugliese(i) coinvolto(i) Finanziamento totale

(in milioni di euro) EUROGENTEST IRCCS- Istituto Casa Sollievo della Sofferenza 10,00 VIRGIL Università degli Studi di Bari 9,00 EMBRACE CNR – Istituto di Tecnologie Biomediche 8,28 EUROPEAN LEUKEMIANET

Università degli Studi di Bari 6,00

ACTIVEP53 Biotecgen Università del Salento - Dipartimento di Scienze Biologiche (Istituto di Fisiologia)

6,00

TEDDY CNR – Istituto di Tecnologie Biomediche 4,40 EUMITOCOMBAT Università degli Studi di Bari 4,14 EUGINDAT IRCCS- Istituto Casa Sollievo della Sofferenza 3,05 CANCERGRID Università degli Studi di Bari 2,80 RIBOREG Biotecgen 2,40 NANOMYC Biotecgen 2,19 ORPHANPLATFORM IRCCS- Istituto Casa Sollievo della Sofferenza 0,40 Fonte: CORDIS

Alcuni di questi enti hanno presentato progetti a bandi del 7° Programma Quadro relativi agli stessi temi. PON Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico, alta formazione (2000-2006) Nel settore d’intervento chimica e farmaceutica sono stati cofinanziati i seguenti progetti: - Aventis Bulk: nuove tecnologie per lo studio di microorganismi altoproduttori di antibiotici; - Pierre Chimica: formazione di ricercatori bioindustriali esperti in tecniche ed estrazione di antiossidanti; - Pierre Chimica: estrazione di oleoresine e principi attivi con anidride carbonica supercritica; - Lachifarma: valorizzazione innovativa dei materiali di scarto dell’industria olearia pugliese per l’ottenimento di prodotti di uso farmaceutico, dietetico e cosmetico; - Ligi Tecnologie Medicali: struttura teorica per determinare relazioni tra occhio e vizio refrattivo indotto.

Page 63: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 63

Programma Regionale di Azioni Innovative (PRAI) La Regione Puglia ha predisposto una serie di iniziative nel settore delle biotecnologie fin dall’anno 2001. In quell’anno, nell’ambito del Programma Regionale di Azioni Innovative (PRAI), è stato lanciato il Programma per l’Innovazione e il miglioramento del rapporto industria-ricerca mediante le biotecnologie, della durata di 24 mesi. Il Programma prevedeva la definizione di un Piano strategico per lo sviluppo delle Biotecnologie nella Regione Puglia, finalizzato alla costituzione di un sistema reticolare tra la Regione Puglia, il sistema delle Università pugliesi, il sistema locale dei Parchi Tecnologici ed il sistema produttivo, destinata alla promozione di specifiche iniziative in campo biotecnologico. Le azioni specifiche prevedevano: a) la creazione di un network informatico regionale, definito come Osservatorio Regionale sulle Biotecnologie, l’elaborazione di un Piano Strategico Regionale per lo sviluppo e le applicazioni delle biotecnologie, la preparazione di studi di fattibilità per la realizzazione delle strutture nodali del network rappresentate dal Polo Biotecnologico Pugliese e da tre Biopoli periferici; b) la sperimentazione, mediante la realizzazione di progetti pilota, delle proposte operative progettate nel Piano Strategico e nello studio di fattibilità; c) la realizzazione di un network operativo interregionale per promuovere la diffusione delle applicazioni biotecnologiche nelle PMI attraverso l’interscambio di professionalità. Progetti Strategici di Ricerca L’obiettivo dei Progetti Strategici è contribuire allo sviluppo economico regionale attraverso attività di ricerca pre-competitiva, ricerca industriale e formazione in 5 ambiti tematici, tra i quali Biotecnologia e Ambiente. Questa area ha registrato 42 proposte ammesse a valutazione su 124 totali, risultando l’ambito tematico più rappresentato. Tra queste 17 sono state presentati dall’Università di Bari, 9 dall’Università del Salento, 5 da istituti del CNR, 4 da altri enti pubblici di ricerca, 4 dal Politecnico di Bari, 2 dall’Università di Foggia ed una dall’ENEA. Tra i 53 progetti ammessi a finanziamento, 28 sono stati riclassificati come appartenenti alla filiera biotecnologie, che comprende sanità (12 progetti), agroalimentare (8) ed ambiente (8). Nell’area sanità, 4 progetti sono stati proposti dall’Università del Salento, 3 dall’Università di Bari, 3 da altri enti pubblici di ricerca e 2 dall’Università di Foggia. L’oggetto dei progetti conferma la specializzazione della ricerca pugliese in questo campo nella diagnostica (in particolare per quanto riguarda interazione tra biologie e informatica) con 4 progetti, e nell’utilizzo di risorse naturali a scopi farmaceutici (4 progetti). Più in dettaglio, il Dipartimento di Scienze e tecnologie biologiche e ambientali dell’Università del Salento ha avuto 4 progetti finanziati; l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza e l’Università di Foggia con Bioagromed hanno entrambe 2 progetti; uno a testa il Dipartimento di Fisiologia generale ed ambientale (Università di Bari), il Dipartimento Farmaco-Chimico (Università di Bari), il Dipartimento Scienze Biomediche ed oncologia umana (Università di Bari), il Consorzio C.A.R.S.O. I progetti vedono la partecipazione di 26 imprese (in media poco più di due imprese per progetto con un massimo di 4). Tra queste una impresa – il Laboratorio Chimico Farmaceutico Salentino - partecipa a 4 progetti con due enti proponenti. Altre imprese coinvolte sono aziende biotecnologiche con stretti rapporti accademici (Biotecgen, Meditek, Apulia Biotech (2 progetti), Lachifarma); grandi imprese come Serono; aziende agricole e ittiche, case di cura, imprese informatiche. Solo 4 partner non sono pugliesi34. Progetti Esplorativi I Progetti Esplorativi di sperimentazione sostengono studi di fattibilità e sperimentazione su nuove metodologie e/o tecnologie da applicarsi ai processi produttivi e/o prodotti. I progetti sono 34 Per ulteriori informazioni sui progetti strategici si rimanda ad ARTI, 2007.

Page 64: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 64

finalizzati a sperimentare innovazioni di processo e/o prodotto di interesse per le imprese, la cui validità va dimostrata e che possano produrre risultati immediatamente applicabili. 13 dei progetti finanziati sono riconducibili all’area biotecnologie. Nell’Appendice II vengono riassunte le informazioni principali su questi progetti. Essi confermano la centralità degli attori principali (i vari Dipartimenti delle Università del Salento e Bari, Istituti del CNR, Consorzio C.A.R.S.O., imprese come Apulia Biotech, Biotecgen, Lachifarma ed Agritest) e quindi anche le principali competenze e specializzazione della ricerca. In questo caso, la partecipazione di aziende ed istituzioni non pugliesi è proporzionalmente più ampia. Centro di Competenza per le Biologie Avanzate BIOSISTEMA Il Centro di Competenza è stato approvato dal MUR con decreto n. 1765/RIC del 19 novembre 2007 ed è costituito da una rete inter-regionale tra le 6 Regioni Obiettivo 1 della scorsa programmazione. Il nodo principale della struttura a rete è in Sardegna (Sassari), mentre nodo secondario è la Puglia (Bari). Il Centro è in grado di mettere a sistema le competenze nel settore esistenti negli enti di ricerca pubblici e privati e nelle imprese operanti nel settore delle Biologie Avanzate nella regione Puglia con quelle degli altri Nodi della Rete, assicurando competenze ed attrezzature scientifico-tecnologiche multidisciplinari e complementari ai fini dello sviluppo di processi innovativi. Il Centro di Competenza svolge attività di ricerca e trasferimento tecnologico. I servizi tecnologici che il Centro di Competenza potrà erogare sono stati raggruppati in 7 laboratori integrati a carattere virtuale che sfruttano sia le dotazioni strumentali già messe a disposizione dai consorziati che il parco attrezzature di cui è stato programmato l’acquisto. BIOSISTEMA erogherà i servizi dell'offerta delineata in base a specifiche convenzioni. L'articolazione e la multidisciplinarietà delle competenze di BIOSISTEMA consentirà anche l'offerta di servizi on demand i cui termini e condizioni di fruizione saranno oggetto di specifiche convenzioni. Partern del Nodo Puglia del Centro di Competenza, per tutti i settori di intervento sono: - Università pubbliche (Università di Bari, Università del Salento, Bioagromed dell'Università di Foggia ed il Politecnico di Bari); - sedi di Bari degli istituti del CNR (Scienze delle Produzioni Alimentari, Virologia Vegetale, Tecnologie Biomediche); - Istituto Tumori Giovanni Paolo II Bari; - IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” di Foggia; - Centro di Ricerche e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”; - Centro di Diagnosi e Cura CREA di Taranto; - Casa di Cura Petrucciani; - Laboratorio di Analisi Pignatelli; - Centro Laser; - imprese (MASMEC s.r.l., Medestea s.r.l., Farmalabor, Multi-Lab, GHIMAS SpA, Laboratori Bonassisa, Ecoacque s.n.c., Mel System s.r.l., Apuliabiotech s.c.r.l., Biotecgen, Exhicon Information and Communication Technology s.r.l., Informatica e Tecnologia s.r.l.).

Page 65: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 65

Appendice I - Le biotecnologie: basi scientifiche e tecnologiche Le biotecnologie moderne – in contrapposizione alle tecniche biotecnologiche tradizionali usate fin dagli albori della storia dell’umanità come le fermentazioni – consistono in processi di natura interdisciplinare capaci di generare applicazioni industriali delle nuove conoscenze biologiche, facendo uso di sistemi produttivi viventi, in settori alquanto diversi. In questo senso, non esiste una “industria biotecnologica” in quanto tale. In generale, con questo termine improprio, ci si riferisce al segmento costituito dalle nuove imprese. Allo sviluppo delle biotecnologie hanno concorso discipline scientifiche diverse come la genetica, la microbiologia, la biochimica, la biologia cellulare ed altre ancora, e soprattutto la biologia molecolare. La nascita della "industria delle biotecnologie" viene fatta risalire usualmente alla seconda meta' degli anni '70, subito dopo le scoperte scientifiche che segnano la data di nascita dell'"ingegneria genetica" ( la tecnica del DNA ricombinante, fondata sull'utilizzo di enzimi di restrizione, sviluppata nel 1973 a Stanford e UCLA da Cohen e Boyer; la tecnologia degli ibridomi per la produzione di anticorpi monoclonali, sviluppata in Inghilterra nel 1975 da Kohler e Millstein). Esse forniscono la possibilità di modificare il DNA di un organismo attribuendogli proprietà desiderate e di propagare tali modificazioni alle generazioni successive. Queste scoperte aprono – in linea di principio – opportunità immense di innovazione in un insieme ampio ed eterogeneo di campi di applicazione. Oggi, si distingue convenzionalmente tra le biotecnologie: - rosse: cura e salute, che includono lo sviluppo di prodotti diagnostici e terapeutici; -bianche: industria e ambiente, che includono la produzione industriale di vitamine, aminoacidi, enzimi finalizzati allo smaltimento dei rifiuti, alla depurazione delle acque, alla identificazione di sostanze tossiche nel terreno, nell’aria e nelle acque); - verdi: agricoltura, veterinaria e zootecnia - bioinformatica, cioè lo sviluppo e l’applicazione di metodi e modelli informatici per la risoluzione di problemi biologici a livello molecolare. Gli sviluppi più importanti si sono però concentrati fin dall’inizio soprattutto nel settore farmaceutico e

nell’industria agro-alimentare35. Per quanto riguarda la farmaceutica, inizialmente le biotecnologie vennero percepite ed utilizzate come un metodo per produrre proteine ad alto peso molecolare - le cui qualità terapeutiche erano ben note ma che erano molto difficili e costose da produrre su larga scala con le tecnologie di processo tradizionali (fermentazioni) - in quantità sufficientemente grandi da permettere il loro sviluppo ed utilizzo come agenti terapeutici. E’ questo il caso, ad esempio dell’ormone della crescita e della insulina umana. Tuttavia, lo sviluppo delle biotecnologie seguì anche una seconda traiettoria. Questa utilizza gli avanzamenti scientifici in genetica e, più in generale, in biologia molecolare, come uno strumento per aumentare, attraverso una comprensione scientifica molto più approfondita dei meccanismi che a livello molecolare inducono o possono bloccare o invertire l’insorgere delle patologie, la produttività del processo di scoperta di farmaci “tradizionali” basati su piccole molecole. Negli ultimi anni, queste due traiettorie hanno sperimentato un processo di convergenza. Inoltre, durante gli anni Novanta, si è sviluppato un ulteriore insieme di tecnologie di ricerca “generica” (reazione a catena della polimerase, modellazione della struttura delle proteine, chimica combinatoriale, genomica) che consentono ai ricercatori di esaminare (“screening”) le proprietà di migliaia di composti chimici potenzialmente promettenti per qualsiasi obiettivo biologico o malattia. La cosiddetta “industrializzazione della R&D” ha dato luogo a strategia di ricerca e correlati modelli di business basati sull’ipotesi che l’ormai enorme ammontare di dati biologici disponibili (o potenzialmente raggiungibili) potesse essere la base per identificare con precisione le cause delle malattie, la qualità e la quantità dei farmaci candidati. Ciò permette nuovamente – in linea di principio - di incrementare drasticamente le opportunità di scoperta di nuovi farmaci e la produttività della ricerca. Una percentuale stimata tra circa il 20% ed il 30% delle nuove entità molecolari lanciate sul mercato ogni anno sono prodotti definibili come “biotecnologici” (EFPIA, 2006). Tuttavia, la produttività della R&S farmaceutica non sembra ancora essere aumentata. Al contrario, si osserva un forte calo a partire dalla metà degli anni Novanta. 35 Nel caso del settore agro-alimentare, le biotecnologie offrono soprattutto la possibilità di trasformare le piante, intervenendo sul loro DNA e creando nuove varietà che incorporino proprietà desiderate, come tolleranza agli erbicidi, resistenza ad insetti, virus, funghi e stress ambientali, aumento dei contenuti nutritivi e riduzione della tossicità alimentare, modificazioni del colore dei fiori, della maturazione dei frutti.

Page 66: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 66

Negli ultimi anni, una nuova ondata di avanzamenti scientifici e tecnologici ha aperto ancora nuove traiettorie e opportunità. In primo luogo, i progressi nella capacità di isolare, manipolare, amplificare e caratterizzare le sequenze di geni hanno consentito di mappare i genomi di moltissime specie animali e di piante. Nel 2000, una mappa provvisoria del genoma umano è stata completata. Ciò apre la possibilità in linea di principio di comprendere le funzioni di un gene – o più precisamente di gruppi di geni – cioè quali proteine vengono codificate, quali funzioni biologiche sono svolte dalla proteina, ecc. Si sono così sviluppate aree di ricerca e di potenziale applicazione industriale come: - la genomica strutturale, cioè la comparazione della struttura delle sequenze di DNA di individui diversi e determinazione della struttura tridimensionale delle proteine di un dato organismo, tramite metodi sperimentali come la cristallografia a raggi X, la spettroscopia NMR o approcci computazionali; - la genomica funzionale, diretta a scoprire le “funzioni” dei geni; - la proteomica, che si occupa dell'insieme di tutte le proteine di un organismo, con l' obiettivo di determinarne la sequenza, la funzione, la struttura tridimensionale e le interazioni; - la trascrittomica si occupa dell'espressione dei geni negli RNA messaggeri di un intero organismo o di un particolare organo, tessuto o cellula in un particolare punto dello sviluppo dell'organismo o sotto particolari condizioni ambientali, facendo principalmente uso dei microarrays; - la metabolomica, una branca della biochimica che si occupa del metabolismo, individuando ad esempio la quantità di diversi metaboliti con raffinate tecniche biochimiche quali la gascromatografia, nonché l'attività degli enzimi. Biologia sistemica Uno sviluppo ancora più recente riguarda la biologia sistemica, che studia le interazioni tra le molecole di un intero organismo, considerandolo nella sua totalità, a differenza della tradizionale biologia molecolare che parte dallo studio di singole interazioni. In questo senso, l’ipotesi iniziale sottostante la prima generazione di imprese “genomiche”, cioè che l’identificazione di un gene potesse portare direttamente allo sviluppo di nuovi farmaci a basso peso molecolare (il modello “dal gene al farmaco”) viene gradualmente contestata e parzialmente rimpiazzata (o complementata) dalla consapevolezza che il successo scientifico, tecnologico e commerciale non sia basato solo sulla identificazione di target ma richieda una comprensione molto più approfondita delle complesse interazioni tra diversi componenti biologici (geni, proteine, cellule, interi organismi). Questa scienza utilizza i dati e unisce idealmente la genomica funzionale, la proteomica, la metabolomica e la trascrittomica., spostando l’attenzione dal livello del singolo gene o proteina a quello del sistema biologico nel suo complesso. Nano-biotecnologie Le nano-biotecnologie rappresentano una ulteriore nuova frontiera. Esse hanno ricoperto, negli ultimi anni, un ruolo sempre più importante in campo medico e biologico, consentendo di realizzare la sintesi di nanoparticelle, di studiarne le proprietà chimico-fisiche e di coniugare tali particelle a molecole vettore farmacologicamente attive in modo da dirigerne l’azione verso organi target specifici. Esse trovano un vasto campo di applicazione nello studio dell’espressione genica (in particolare i microarray a DNA, noti anche come DNA chip o chip genici, che consentono di analizzare contemporaneamente l’attività di decine di migliaia di geni) e più in generale nella diagnosi e terapia di un gran numero di patologie, nella realizzazione di mezzi per il rilascio controllato di farmaci e nel campo dei biomateriali applicati alla medicina rigenerativa. Tecnologie e innovazioni Come si è visto, le biotecnologie hanno permesso e promettono permettono innovazioni in almeno due direzioni principali: a) nuovi metodi e strumenti di ricerca per identificare le basi molecolari delle malattie, meccanismi di azione, nuovi target e farmaci potenziali; b) nuovi composti (rDNA, anticorpi monoclonali, cellule staminali) e modalità di trattamento (vaccini specifici al paziente, ingegneria dei tessuti, medicina personalizzata). E’ importante considerare in ogni caso che, mentre ogni ondata di nuove tecnologie ha aperto nuove aree di esplorazione, opportunità di innovazione e modelli di business, i nuovi approcci non hanno reso obsoleti quelli precedenti. Occorre infine sottolineare che un ruolo crescente e fondamentale è svolto dalla bioinformatica per l'elaborazione e la visualizzazione di dati, nonché per la modellizzazione.

Page 67: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 67

Appendice II – Progetti esplorativi della Regione Puglia

Titolo del progetto Breve descrizione del progetto Aziende coinvolte Università e centri di ricerca coinvolti

Potenziale terapeutico anti-invecchiamento di idrossitirossoli, potenti molecole antiossidanti estratte dalle acque reflue dell’industria olearia: valutazioni multidisciplinari in vivo, ex vivo ed in vitro

Il presente progetto mira alla valutazione dei potenziali effetti terapeutici dell’idrossitirosolo, un antiossidante contenuti nelle acque reflue ottenute dalla lavorazione delle olive con un elevato potere di scavenger verso i radicali liberi. I risultati attesi potrebbero portare a nuove applicazioni commerciali per prodotti di scarico industriali con chiari vantaggi per la salute pubblica e per l’ambiente nonché importanti risvolti economici per le PMI coinvolte nella produzione dell’olio di oliva e per la stessa regione Puglia.

Lachifarma srl (Zollino, Lecce)

Università di Bari/Dipartimento di Farmaco-Biologico

Studio della biocompatibilita’ di polimeri sintetici

Il progetto si propone di progettare e realizzare materiali polimerici sintetici ad alto contenuto di acqua (idrogeli) con caratteristiche idonee sia a favorire la crescita di piante nel terreno sia come carriers per il rilascio controllato di sostanze quali pesticidi, enzimi o altro. La scelta degli idrogeli sarà rivolta a materiali biocompatibili e la loro realizzazione sarà effettuata mediante tecnologie che escludono la presenza di residui tossici, diminuendo così i rischi sulla salute derivati dall’esposizione ad alti livelli di sostanze chimiche tossiche.

- Studio Effemme srl (Lecce) - Polymekon srl (Milano e Lecce)

- Università del Salento/Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali

Sviluppo di ceramici tecnici avanzati per impianti dentari

Questo progetto di ricerca si propone lo sviluppo di ceramici tecnici avanzati che sostituiscano totalmente l’impiego di materiali metallici nelle protesi dentali con metodologie di fabbricazione innovative e a basso costo. La tecnica della ceramica integrale oltre ad impiegare materiali assolutamente inerti e a bassa conducibilità elettrica (a differenza dei metalli), migliora le proprietà meccaniche delle protesi oltre che l’estetica, divenuta un fattore molto importante in questo campo e risultando totalmente biocompatibile.

Salentec srl (Lecce) Università del Salento/Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione

Scaffold a base di collagene e proteoglicani con pattern microporosi orientati per la rigenerazione del nervo periferico: rigenerazione in vivo sull’uomo del nervo surale

L’obiettivo del progetto è esplorare l’efficacia di un nuovo biomateriale, costituito da uno scaffold a base di collagene e proteoglicani, in grado di indurre la rigenerazione di interi tratti di nervo periferico a seguito di recisione, parziale o totale. In caso di esito positivo della sperimentazione sull’uomo, si procederebbe alla registrazione del dispositivo che costituirebbe un’innovazione nel settore della neurochirurgia.

- Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor (Milano) -Salentec srl (Lecce)

Università del Salento /Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione

Sviluppo di un nuovo kit biomolecolare per la diagnosi di

Con questo progetto si vuole realizzare un nuovo kit basato sull’amplificazione contemporanea di cinque loci

ApuliaBiotech s.c.r.l. (C/o Consorzio C.A.R.S.O.

Consorzio C.A.R.S.O.

Page 68: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 68

instabilità genomica (microsatelliti) nelle neoplasie

microsatelliti (BAT25, BAT26, D5S346, D17S250 e D2S123), per la diagnosi e terapia del cancro del colon-retto. Il principale prodotto finale del progetto sarà la preparazione di un primo confezionamento del kit simile dal punto di vista del principio funzionale a quello che potrebbe essere eventualmente immesso sul mercato.

- Valenzano)

Implementazione di un modello numerico/sperimentale del tratto lombo-sacrale della colonna vertebrale per la diagnosi e la cura di patologie degenerative dolorose

L’obiettivo è lo sviluppo di un prototipo funzionale numerico/sperimentale, basato sull’impiego di protocolli di scansione TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), tecniche di image processing, tecniche di analisi agli elementi finiti (FEA) e tecnologie di Prototipazione Rapida (RP) con l’aggiunta di ulteriori elementi anatomici. Tale modello sarebbe di ausilio al clinico per una più approfondita comprensione del comportamento biomeccanico sia di supporto al neurochirurgo per una valutazione clinica delle cause delle principali affezioni dolorose a carico del tratto rachideo.

Loran srl (Bari)

Politecnico di Bari/Dipartimento di Ingegneria Generale ed Ambientale

Foto bonifica biologica

Il progetto ha come obiettivo di implementare le tecniche chimico fisiche tipo ossido-flocculazione elettrolitica con tecniche di finissaggio di tipo microbiologico, per studiare, ai fini della bioremediation, la tolleranza del batterio fotoeterotrofo anossigenico Rhodobacter sphaeroides cresciuto in presenza e assenza di metalli pesanti. Attraverso la ingegnerizzazione genetica i progetto tenterà di porre rimedio a problemi ambientali derivanti dallo sviluppo economico e dall’attività umana.

Ecoacque snc (Giovinazzo)

- CNR – sezione di Bari/Istituto per i processi chimico-fisici - Università degli studi del Salento/ Dipartimento di Scienze Materiali - CNR – sezione di Bari/ Istituto di Biomembrane e Bioenergetica

Studio di fattibilità e progettazione di un prototipo di DNA microarray per la diagnosi delle malattie su base genetiche causate da mutazioni del Recettore per il Calcio (CaR)

Lo studio del CaR rappresenta un importante obiettivo per lo sviluppo di strumenti terapeutici basati sullo stesso recettore e mirati al trattamento di disordini in cui il CaR e’ ipo o iper-attivato. Attraverso la realizzazione di un DNA microarray per la diagnosi di malattie genetiche si apporteranno vantaggi allo studio delle basi genetiche di patologie multifattoriali, per la scoperta di nuovi farmaci, terapie e cure personalizzate.

Biotecgen srl (Lecce) Università di Bari/ Dipartimento di Fisiologia Generale ed Ambientale

Studio dell’Assorbimento Gastrointestinale di Antiossidanti Naturali (idrossitirosolo e suoi derivati), da soli o in miscele complesse estratte dalle acque di vegetazione con processi eco-compatibili, ai fini della realizzazione di nuove formulazioni ad aumentato assorbimento

Il progetto si propone di studiare i meccanismi fisiologici di base che permettono l’assorbimento gastrointestinale dell’idrossitirosolo, nonché di alcuni suoi derivati di neosintesi, e di individuare le proprietà biologiche e farmacologiche di questi composti fenolici estratti dalle acque di vegetazione. L’effetto dello studio sarà l’utilizzo delle acque di vegetazione dell’industria olearia pugliese come materia prima per la commercializzazione di prodotti a base di idrossitirosolo da somministrare per via orale.

Lachifarma srl (Zollino) - Università del Salento/ Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali - CNR - Sezione di Lecce/Istituto di Fisiologia Clinica,

Page 69: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 69

gastrointestinale e con migliori attività biologiche (S.A.G.A.N.) Tecniche avanzate di caratterizzazione molecolare per la determinazione quali-quantitativa di principi farmacologicamente attivi estratti da Artemisia annua, specie vegetale proposta per la riconversione produttiva di zone attualmente destinate alla tabacchicoltura.

Il programma di ricerca proposto prevede l’analisi fitochimica di A. annua coltivata in Puglia in condizioni agronomiche controllate con tecniche avanzate di risonanza magnetica nucleare, al fine di valutare la produttività metabolica della pianta nelle condizioni ambientali e agronomiche di allevamento proprie della regione.

Lachifarma srl (Zollino) - Università del Salento/Dipartimento di Scienze e Tecnologie biologiche ed Ambientali - Università di Bari/ Dipartimento Farmaco-Chimico

Studio di fattibilita’ per l’utilizzo biotecnologico di coltivazioni di spugne

La ricerca rientra nell’ambito della rivalutazione dei prodotti naturali ad attività biologica, in linea con le recenti indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tese a prevenire gli sconvenienti effetti collaterali dei farmaci di sintesi quali la farmacoresistenza e gli effetti iatrogeni. Nello specifico, questa ricerca di prodotti naturali ad attività biologica ha il duplice scopo di allevare specie (Poriferi) oggetto di raccolta indiscriminata sia per un ripopolamento che per un uso sia commerciale (produzione e vendita di spugne) che biotecnologico (scoperta ed avvio per una produzione biotecnologia di sostanze bioattive).

- Reho snc (Racale, Lecce)

Università del Salento/Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali

Produzione di anticorpi ricombinanti per la diagnosi di virus vegetali

Il progetto si propone di condurre uno studio sulla applicabilità e sostenibilità di tecnologie di produzione di immunoreagenti in grado di innovare prodotti di diagnosi vegetale, a beneficio delle imprese biotecnologiche del settore, per produrre mezzi di diagnosi dei virus patogeni delle piante.

- Agritest srl (Valenzano, Bari) - Agrifutur srl (Alfianello, Brescia)

CNR – Sezione di Bari/Istituto di Virologia Vegetale

Alterazioni ematologiche indotte dalla circolazione extracorporea: studio di un approccio globalmente biocompatibile.

Lo scopo del presente studio è di valutare gli effetti benefici di una circolazione extra corporea biocompatibile in confronto ad una condotta secondo le tecnologie standard, in grado di ridurre il danno ematico e tissutale indotto dalla circolazione extracorporea.

Dideco S.r.l. (Mirandola, Modena)

Università di Bari/Dipartimento delle Emergenze e Trapianti di Organo

Fonte: ARTI

Page 70: La filiera delle biotecnologie in Puglia · In Puglia sono presenti attività di ricerca relative al settore delle biotecnologie non irrilevanti nel ... le biotecnologie gli ... nel

La filiera delle biotecnologie in Puglia 70

Bibliografia AIFI, 2006, Libro Bianco. Progetto per lo sviluppo del private equity e del venture capital in Italia, marzo. Allansdottir, A., Bonaccorsi, A., Gambardella, M. Mariani, L. Orsenigo, F. Pammolli e M. Riccaboni, 2001, Industrial

Biotechnology in Europe. Paper commissioned by the European Commission, DG Enterprise as background paper for the Competitiveness Report.

ARTI, 2007, I progetti strategici di ricerca in Puglia, 2006-2009 Bari (http://www.arti.puglia.it/download/QA1.pdf) Arundel, A., 2003, Biotechnology Indicators and Public Policy. OECD Science, Technology and Industry Working

Papers, 2003/5, OECD Publishing doi:10.1787/262776281580. Blossom Associati – Assobiotec, 2008, Biotecnologie in Italia 2006. Analisi strategica e finanziaria. Bruno, G. e Orsenigo, L., 2003, Variables Influencing Industrial Funding of Academic Research in Italy: an Empirical

Analysis. International Journal of Technology Management.

CIVR, 2006, VTR 2001-2003 – Risultati delle valutazioni dei Panel di Area, Roma (http://vtr2006.cineca.it/pubblicazioni/volume_completo.pdf)

Critical I, 2006, Biotechnology in Europe: 2006 Comparative Study, BioVision,Lyon. CRUI, 2002, La ricerca scientifica nelle Università italiane. Una prima analisi delle citazioni della banca dati ISI,

Roma. Devlin, A., 2003, An Overview of Biotechnology Statistics in Selected Countries. OECD Science, Technology and

Industry Working Papers, 2003/13, OECD Publishing doi:10.1787/182801088828. DeVol R. e Bedroussian, A., 2006, Mind to Market: A Global Analysis of Biotechnology Transfer and

Commercialization, The Milken Institute, Santa Monica, Ca. EFPIA, 2006, The Pharmaceutical Industry in Figures, Bruxelles. Fondazione COTEC, 2006, Finanziamenti alla ricerca biotecnologica in Italia, 2004-2005, Roma. Gambardella, A., 1995, Science and Innovation – The US Pharmaceutical Industry During the 1980s, Cambridge

University Press. Gervasoni A., 2006, Il mercato italiano del Private Equity e del Venture Capital nel 2005, Convegno Annuale AIFI,

2006. Henderson, R., Orsenigo, L. e Pisano, G. P., 1999, The Pharmaceutical Industry and the Revolution in Molecular

Biology: Exploring the Interaction between Scientific, Institutional and Organizational Change, in Mowery, D. and Nelson, R.R. (eds.), The Sources of Industrial Leadership, Cambridge University Press.

McKelvey, L. Orsenigo e F. Pammolli, 2004, Pharmaceuticals Analyzed through the Lens of a Sectoral Innovation

System, in F. Malerba (ed.), Sectoral Systems of Innovation, Cambridge University Press, Cambridge. OECD, 2001, A Statistical Framework for Biotechnology Statistics, DSTI/EASSTP/NESTI, 39, OECD, Paris. OECD, 2006, OECD BIOTECHNOLOGY STATISTICS. Orsenigo, L., 1989, The emergence of biotechnology, London, Frances Pinter and New York, St. Martin’s Press. OTA, Office of Technology Assessment, 1984, Commercial biotechnology: an international analysis, Washington,DC,

Governement Printing Office.