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INDICE

Riconoscimenti 7

Prefazione di Stefano Vizioli 8

Introduzione (per i più grandi) 11Introduzione (per i più piccoli) 15

● Parte Prima Il racconto 16Giochi di teatro 32Giochi di musiche e parole 44

● Parte secondaIl copione 54

AppendiceSoluzioni degli enigmi 106Schede di approfondimento 106Contenuto del DvD allegato 109Figure da ritagliare 111

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Promozione PDE PROMOZIONE SRLvia Zago 2/2 - 40128 Bologna

ISBN 978-884674995-6

Illustrazioni di Ines Cattabriga (elaborazione grafica da foto di scena di Corrado Frullani)

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Introduzione

(per i più grandi)

All’inizio del 2016 Giallo Mare Minimal Teatro produsse uno spettacolo teatrale che s’intitolava La fiaba della Principessa Turandot, cioè esattamente come que-

sto libro, ma non era animato dalla medesima intenzione manifestata nel sottotitolo. Almeno in origine.

All’inizio era infatti solo una nuova esperienza di teatro con musica, derivata dall’opera lirica, e destinato ai giovanissimi. Cioè il sogno che noi – Renzo Boldrini e Claudio Proietti, gli autori di questo volume – inseguiamo da un po’ di anni e rea-lizziamo solo quando si verificano congiunzioni astrali favorevoli, fantasticando nel frattempo le più disparate ipotesi.

E proprio una “congiunzione astrale” arrivò verso la fine del 2014. Si chiamava “Centocinquantenario della nascita di Ferruccio Busoni”, vale a dire la ricorrenza che spinse il Comune di Empoli a promuovere un’importante serie di iniziative per celebrare il suo illustre cittadino, coinvolgendo innanzitutto le più prestigiose istitu-zioni culturali della città, compresa la compagnia Giallo Mare Minimal Teatro, dove Renzo lavora. Renzo ne parlò subito a Claudio e nella loro testa il nome di Busoni, associato all’oggetto “teatro per i giovani”, produsse un solo incrocio: “Turandot”. Da lì partì il lavoro.

Ma ecco subito un problema! Turandot è una fiaba, è vero, ma è conosciuta soprattutto per le sue versioni teatrali e mai sul palcoscenico è stata raccontata come una fiaba per ragazzi. L’hanno fatto in tanti, senza musica e con la musica, ma sempre – che si chiamassero Gozzi, Busoni, Schiller o Puccini – li affascina-va la crudeltà dell’amore negato, il mistero dell’innamoramento senza scampo, l’arcano di una società esotica e dominata da leggi impietose. Insomma, sul pal-coscenico Turandot è stata solo una fiaba per adulti. Se volevamo che fosse per i ragazzi dovevamo risalire un po’ più indietro nel tempo, ritrovare la matrice narrativa e magari addirittura recuperare le fonti leggendarie, cioè i racconti po-polari da cui essa è scaturita.

Fu così che scoprimmo come il personaggio di Turandot sia ispirato a una figura storica: la principessa Khutulun. Il suo nome vuol dire ‘raggio di luna’ ed era figlia di Kaidu Khan, famoso condottiero mongolo che durante il XIII secolo amministrò una parte della Cina Occidentale. Kuthulun era tanto abile e forte nell’arte della guer-

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ra che spesso combatteva al fianco del padre. Molti la chiedevano in moglie, ma lei stabilì una regola: prima di tutto ogni pretendente avrebbe dovuto radunare cento cavalli, poi l’avrebbe affrontata in un combattimento di lotta e in una corsa di cavalli, discipline in cui lei era abilissima. Se il pretendente avesse vinto avrebbe potuto spo-sarla, ma se avesse perso le avrebbe dovuto donare la mandria di cavalli. Khutulun rimase sempre imbattuta (e così, nel frattempo, arrivò a possedere più di 10.000 ca-valli!) e alla fine sposò un uomo che lei stessa scelse.

Ma soprattutto fu così che conoscemmo François Pétis de la Croix, lo scrittore che nel 1710 pubblicò una raccolta di favole dal titolo Les mille et un jours (I mille e uno giorni), cioè il libro in cui compare per la prima volta il personaggio di Tourandocte e del quale potrete trovare notizie più dettagliate nell’Appendice. Da questo testo trasse ispirazione Carlo Gozzi per la sua fiaba teatrale Turandot – apparsa pochi anni dopo (1762) – ricalcandone fedelmente la traccia e aggiungendo però fra i personaggi, se-condo le sue abitudini, alcune delle maschere della commedia dell’arte italiana.

A questo punto la strada era imboccata e da quel momento Turandot diventò una protagonista delle scene, evocata in innumerevoli versioni teatrali di tutti i generi, fino a toccare l’immortalità nelle pagine del capolavoro incompiuto di Gia-como Puccini.

Ecco quindi come e perché anche il nostro nascente spettacolo teatrale si tra-sformò, un poco alla volta, in una storia “come nessuno ve l’ha mai raccontata”. Sentimmo infatti che era necessario esaltare il lato fiabesco della vicenda eviden-ziandone gli aspetti magici e altri ingredienti fondamentali come i viaggi, le tra-sformazioni, le attese. E così alcuni personaggi li inventammo di sana pianta; altri li trasformammo radicalmente (p.e. Adelma che nelle fiabe di Gozzi e di Busoni è una Principessa resa schiava/ancella di Turandot e che divenne invece la sua matri-gna con l’animo e i poteri di una strega/drago); altri assunsero sembianze diverse (p.e. le maschere di Gozzi furono unificate in quella, reinventata, di Arlecino, “di madre di Grosseto e padre di Pechino”, il quale eredita dall’originale – Arlecchino – la furbizia acuminata che lo renderà deus ex machina della vicenda); di altri fu ingrandito lo spazio narrativo (p.e. Calaf di cui si racconta anche l’antefatto e cioè tutte le avventure che precedono il suo arrivo a Pechino); di altri infine fu aumen-tata la significatività (p.e. il Falcone che nella fiaba di Pétis de la Croix c’è, ma è solo uno dei tanti passaggi nelle peripezie di Calaf).

Ma soprattutto in questa nostra versione di Turandot decidemmo di rafforzare al massimo uno dei temi centrali che pure emerge in tutte le letture “storiche” della fiaba: l’incontro/scontro fra generi diversi, fra identità, punti di vista, lingue e culture, fra il quotidiano e l’esotico, il consueto e lo straniero. La fratellanza fra un Re ormai esule e Arlecino – un vero e proprio cittadino del mondo – è una “bomba” che esplodendo spacca la cappa di cupezza e ostilità che opprimeva Pe-chino, scioglie il cuore ghiacciato di Turandot e consente all’amore di ridare vita alla Principessa e al suo regno. Ma solo uno “straniero” e un cittadino del mondo

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erano (e sono) in grado di compiere una simile impresa. Che è un tema assai an-tico e però, ovviamente, quanto mai attuale e opportuno da riproporre in ogni occasione ai ragazzi delle nuove generazioni (e non solo ai ragazzi).

Il rapporto fra questo volume e lo spettacolo è dunque, evidentemente, di discen-denza diretta. Ma – e ciò è molto importante – il libro non è una semplice trasposi-zione letteraria.

Infatti anch’esso nasce con una sua propria fisionomia e, soprattutto, con un’auto-noma ambizione: quella di diventare uno strumento nelle mani di ragazze e ragazzi, di genitori e nonni, di insegnanti ed educatori i quali, partendo da una storia, siano pronti a giocare con la musica e il teatro.

Giocare con i personaggi di un racconto è ciò che fanno tutti i bambini (“facciamo che io ero …”): giocano al teatro senza chiamarlo così.

Ancora prima, molto prima, quando ancora non sanno parlare, gli stessi bambini giocano con i suoni da loro stessi emessi, ma poi, quando sono più grandicelli, ben difficilmente giocano con la musica che possiede un linguaggio molto strutturato e autonomo, ritenuto da quasi tutti inaccessibile a chi non sia alfabetizzato.

Ogni pagina di questo libro è dedicata a chi vuole fare non uno, ma due o tre o dieci passi oltre questi confini: fare teatro con le parole, la musica, il corpo, gli oggetti, lo spazio. E farlo non solo divertendosi, ma anche scoprendo come le proprie risorse espressive possono essere riconosciute e raffinate. E come può avvenire tutto ciò?

Per quanto riguarda la musica, per esempio, uno strumento prioritario ed essen-ziale è la capacità di ascolto e di riconoscimento di eventi diversi: a essa sono dedicati decine di giochi e di esperienze.

Oppure, a proposito dello spazio teatrale – luogo indispensabile perché qualsiasi cosa diventi credibile – vengono proposte altrettante idee e suggestioni che permet-teranno di trasformare in scena il salotto di casa, l’aula scolastica, o, in una versione “micro”, perfino il tavolo di cucina e la cattedra di scuola.

Oppure, ancora, scoprendo l’importanza delle tecniche. Nei giochi proposti si fa infatti spesso riferimento a modalità rappresentative o esecutive intuitive e di facile realizzazione, ma che richiedono una certa abilità tecnica e quindi possono essere raffinate e migliorate con la ripetizione e l’impegno.

Il volume è suddiviso in due parti: nella prima c’è il racconto della Fiaba della Principessa Turandot al quale si accompagnano due ampie e dettagliate serie di sug-gerimenti per giochi teatrali e musicali; nella seconda è proposta un’ipotesi di trasfor-mazione di quel racconto in “teatro con musica”, quella realizzata nel nostro spetta-colo e replicabile da chiunque. Ecco, questa è proprio la definizione giusta di ciò che ci interessa fare e vorremmo che provassero a fare anche i nostri lettori: teatro con musica. Che significa innanzitutto la realizzazione di uno spettacolo, non importa se privato o pubblico, nel quale il teatro e la musica agiscano insieme, ma significa anche uno spettacolo che “funziona” per mezzo della musica, del suo senso, del suo tempo, dei suoi significati.

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Un DvD è allegato al volume e ne è complemento indispen-sabile. Esso infatti contiene tutte le tracce audio necessarie alla realizzazione dei giochi di musica e parole, il video completo del nostro spettacolo, le tracce audio del copione musicale del-lo stesso spettacolo.

Ai lettori più grandi rivolgiamo l’invito a lasciarsi suggestio-nare e ad accompagnare i piccoli in questa esperienza giocando con

loro, ma anche agendo da “mediatori”, laddove necessario, in base alle tante istruzioni per l’uso disseminate nelle varie sezioni del volume.

Ai lettori più piccoli invece chiediamo solo di leggere le righe qui di seguito che sono a loro specificamente dedicate.

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Introduzione

(per i più piccoli)

Care ragazze e cari ragazzi, se continuate a sfogliare questo libro, fra poche pagine troverete il racconto La fiaba della Principessa Turandot. Leggetelo e quando

avrete finito di leggerlo, magari leggetelo un’altra volta. Scoprirete così tutti i parti-colari, anche quelli più minuti, di una storia fantastica, piena di personaggi strani, ricca di avventure incredibili, di magìa, di colori, di profumi, di crudeltà, di amore. Una storia che, ne siamo sicuri, vi piacerà molto leggere, ma che sarà ancora più bello raccontare agli altri. Come?

Per aiutarvi a farlo avete due guide eccezionali: due dei protagonisti della fiaba (il Re Calaf e il suo amico Arlecino) che si affacceranno ogni tanto fra le righe del rac-conto. Quando lo faranno, vorrà dire che, proprio per quel punto della storia, nelle pagine seguenti troverete idee per giocare al teatro con il corpo, le parole e la musica. Arlecino vi annuncerà i giochi teatrali, Calaf quelli musicali.

Per i giochi teatrali avrete bisogno di alcuni materiali (forbici, colla, pennarelli, cartoncini e magari, se potete, anche qualche oggetto tecnologico). Per i giochi mu-sicali, oltre al computer per “ascoltare” il contenuto del DvD, avrete bisogno quasi sempre solo di orecchie aperte e mani pronte.

Avrete così tutti gli strumenti per trasformare la lettura in un racconto ad alta voce, in uno spettacolo con musiche, scene e maschere e capace di divertire voi e i vostri amici. Ecco, farlo con gli amici sarà senz’altro più bello e, qualche volta, utile o addirittura indispensabile alla riuscita dei giochi.

Ma un altro ingrediente sarà “sempre” indispensabile: l’immaginazione che vi permetterà di reinventare la storia e i personaggi come vorrete, di ideare nuove solu-zioni per le scene, le maschere e le musiche, di lanciarvi in sempre nuove avventure ed emozioni.

Renzo e Claudio

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Allegato al libro: Renzo Boldrini, Claudio Proietti, La fiaba della Principessa TURANDOT. Come nessuno ve l’ha mai raccontata, Edizioni ETS

Turandot_allegato.indd 118/12/17 15:29

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CONTENUTO DEL DVD ALLEGATO

● 1. GIOCHI MUSICALI: estratti da

Traccia Autore o Elaboratore Titolo

1.1 W.A. Mozart Andante, dal Concerto in do magg. n. 21 K467 per pf. e orch. 1.2 A. Dvořák Largo, dalla Sinfonia in mi min. op. 95 “Dal nuovo mondo”1.3 M. Ravel Le Jardin féerique, da “Ma mére l’Oye” 1.4 C. Debussy Des pas sur la neige, dai Preludi (I libro) 1.5 C. Ives The unanswered question 1.6 G. Ligeti Lux aeterna 1.7 C. Proietti Il gioco del Falcone (da Bartók) 1.8 B. Bartók Danze rumene nn. 5,6,7 1.9 M. Mussorgskij Limoges, da “Quadri di una esposizione”1.10 I. Stravinskij Festa popolare della settimana grassa, da “Pétrouchka”1.11 C. Proietti Il gioco di Adelma (da Bartók) 1.12 C. Proietti Il gioco di Turandot I (da Puccini)1.13 C. Proietti Il gioco di Turandot II (da Puccini)1.14 C. Proietti Il gioco di Turandot III (da Puccini)1.15 C. Proietti Il gioco di Turandot IV (da Puccini)1.16 C. Proietti Il gioco dell’amore (da Bartók)

● 2. VIDEO COMPLETO dello spettacolo La Fiaba della Principessa Turandot

● 3. COPIONE MUSICALE, tracce audio, estratti da

Traccia Autore o Elaboratore Titolo

3.1 G. Bartolomei Big bang F. Busoni L’esecuzione capitale, la porta della città, il commiato, da Suite op. 41 C. Proietti Ouverture (da Puccini)3.2 – Effetto ghigliottina 3.3 C. Proietti L’enigma (da Busoni)3.4 K. Ali Ağa Şehnaz Peşrev 3.5 G. Bartolomei La sconfitta C. Proietti L’esilio (da Puccini)3.6 – Effetto vento3.7 Traditional Ney Taksimi Traditional Ney Taksimi S. Namtchylak Naked spirit 3.8 C. Proietti Il Falcone (da Busoni) F. Busoni 3 frammenti da “Turandot” atto I sc. 53.9 F. Busoni Valzer notturno, da Suite op. 41 Traditional Pancham Se Gara3.10 C. Proietti La festa (da Puccini) F. Busoni Truffaldino, da Suite op. 413.11 C. Proietti Il racconto di Arlecino (da Puccini)3.12 C. Proietti Ingresso a Pechino (da Puccini)3.13 C. Proietti L’uomo con la testa in mano (da Puccini/Busoni)3.14 C. Proietti L’editto (da Puccini)3.15 F. Busoni Frammento da “Turandot” atto. I sc. 2 C. Proietti Adelma (da Busoni) C. Proietti Turandot (da Puccini) C. Proietti La sfida (da Puccini)3.16 C. Proietti Gli enigmi (da Busoni)3.17 F. Busoni Altoum, da Suite op. 41 C. Proietti Nessun dorma (da Puccini)3.18 – Effetto percussioni 3.19 – Effetto percussioni 3.20 C. Proietti L’amore (da Puccini)3.21 C. Proietti/G. Bartolomei Finale (da Puccini)3.22 F. Busoni Finale atto II, da “Turandot”