La definizione di rischio della nuova ISO 14001: chi è coinvolto e come rispondere

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LA DEFINIZIONE DI RISCHIO DELLA NUOVA ISO 14001: CHI È COINVOLTO E COME RISPONDERE Dott.ssa Gabriella Chiellino Presidente eAmbiente Srl

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LA DEFINIZIONE DI RISCHIO DELLA NUOVA ISO 14001: CHI È

COINVOLTO E COME RISPONDERE

Dott.ssa Gabriella ChiellinoPresidente eAmbiente Srl

CAPIRE I RISCHI

della propria ORGANIZZAZIONE

PER INDIVIDUARE LE DELEGHE

DELEGHE

REATOModello

231

MODELLO 231: DELEGHE e AMBIENTE: L’art. 25 undecies

L’art. 25 undecies del D.lgs 231/01: amplia il novero dei reti amministrativi ai reati ambientali.

CONFERIMENTO DI

POTERI DI SPESA

CONNESSIONE TRA

DELEGA E POSIZIONE

FUNZIONALE

CONTROLLI SU

IDONEITÀ

TECNICA DEI DELEGATI

REPORTING – AUDIT –

ARCHIVIAZIONE

AGGIORNAMENTO

PUBBLICITÀ DELLE

DELEGHE

MODELLO 231: DELEGHE e AMBIENTE

La delega di funzioni ambientali non è definita

FUNZIONE: delegare gran parte dei compiti gestionali («funzionali») del datore di lavoro ai fini della sicurezza, escluse

quelle indelegabili secondo legge.

Il legislatore ha dettato una disciplina per la delega di funzioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro (art. 16 D.Lgs. n.

81/2008). NON LO HA FATTO PER LA MATERIA AMBIENTALE.

Interpretativamente l’art. 16 è esteso dalla recente giurisprudenza anche alla materia ambientale, con l’effetto che la

delega di funzioni deve presentare le seguenti:

REQUISITI OGGETTIVI

Effettivo trasferimento di idonei poteri al delegato

esercitabili autonomamente (inclusa la capacità di

spesa)

Pubblicità della delega

Contenuto preciso e puntuale della delega

REQUISITI OGGETTIVI

Capacità e idoneità tecnica del delegato

Nessuna ingerenza del delegante

Il delegato non ha inutilmente chiesto l’intervento

del Delegante

Il delegante non era a conoscenza della

negligenza/inidoneità del delegato

…riprendiamo dalla sicurezza…Art. 16, D.Lgs. N. 81/2008 e da un punto di vista GIURIDICO

Delega GestoriaArt.2381 Codice civile

Delega FunzioneArt. 16 e 17 D.Lgs.81

Delega Tecnica

Esclusiva per le società di capitale

Da parte del datore di lavoro per la sicurezza verso delegati per la gestione

Da parte del Datore di Lavoro per la Sicurezza: affidamento di un incarico tecnico professionale

La L. 22 maggio 2015, n. 68 (pubblicata nella G.U. n. 122 del 28 maggio 2015), in vigore dal 29 maggio 2015, ha introdotto

nell’ordinamento nuove disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente.

In particolare, sono stati introdotti nel codice penale i seguenti nuovi delitti:

a) inquinamento ambientale, art. 452-bis c.p.

b) morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, art. 452-ter c.p.

c) disastro ambientale, art. 452-quater c.p.

d) delitti colposi contro l’ambiente, art. 452-quinquies c.p.

e) traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, art. 452-sexies c.p.

f) impedimento del controllo, art. 452-septies c.p.

g) omessa bonifica, art. 452-terdecies c.p.

CHI RISPONDE AI NUOVI REATI AMBIENTALI nel D.Lgs. 231/2001?

…quali sono…

COS’E’ IL REATO AMBIENTALE nel D.Lgs. 231/2001:

Con specifico riferimento alla responsabilità da reato degli enti, la L. 68/2015 ha ampliato il novero dei reati presupposto

del D.Lgs. 231/2001, introducendo all’art. 25-undecies del D.Lgs. 231/2001 stesso i seguenti delitti ambientali:

Reato che punisce chiunque abusivamente cagiona una

compromissione o un deterioramento significativi e misurabili:

1. delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo

o del sottosuolo;

2. di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o

della fauna.

Quando l ’ inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o

sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico,

architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o

vegetali protette, la pena è aumentata.

Art. 452-bis c.p.

Inquinamento

ambientale

SANZIONI

INTERDITTIVE

Infine, con specifico riferimento alla responsabilità da reato degli enti, la L. 68/2015 ha ampliato il novero dei reati

presupposto del D.Lgs. 231/2001, introducendo all’art. 25-undecies del D.Lgs. 231/2001 stesso i seguenti delitti ambientali:

Fuori dai casi previsti dall’art. 434 c.p., chiunque abusivamente cagiona

un disastro ambientale. Costituiscono disastro ambientale

alternativamente:

1) l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema;

2) l ’ alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione

risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti

eccezionali;

3) l’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto

per l’estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero

per il numero delle persone offese o esposte al pericolo.

Quando il disastro è prodotto in un’area naturale protetta o

sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico,

architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o

vegetali protette, la

pena è aumentata.

Art. 452-quater c.p.

Disastro ambientale

SANZIONI

INTERDITTIVE

COS’E’ IL REATO AMBIENTALE nel D.Lgs. 231/2001:

• Identificare quali sono i reati/sanzioni applicati alla realtà

organizzativa (Legge n.68 del 22/05/2015 e DLgs

121/2011)

• Definire quali reati sono applicabili alla realtà

organizzativa

• Valutazione del rischio di commissione dei reati

ambientali

• Dotarsi di un MOG modello di organizzazione e

controllo per la prevenzione dei reati previsti dal

decreto

• Dotarsi di un codice disciplinare

• Dotarsi di un soggetto indipendente di controllo e

verifica (l'organismo di vigilanza - OdV)

• Coaudiuvato da un Tecnico Ambientale

COME VALUTIAMO IL RISCHIO DI REATO?

COMPLIANCE AL D.LGS. 231/2001

COME VALUTIAMO IL RISCHIO DI REATO?

……ISO 14001La norma è costruita sulla struttura Plan-Do-Check-Act (PDCA) che è

il principio su cui si basano tutte le norme ISO. In un contesto

ambientale l’approccio PDCA prevede:

PLAN. Revisione ambientale e identificazione dei punti di interesse

per l’organizzazione. Definizione di obiettivi, target e action plan per

migliorare le performance ambientali in linea con le policy aziendali.

DO. Implementazione del piano di azione.

CHECK. Monitoraggio e misurazione dei processi e delle

operazioni rispetto agli obiettivi dell’organizzazione e reportistica

dei risultati.

ACT. Azioni per il miglioramento delle performance ambientali.

Attraverso il nuovo standard, le organizzazioni troveranno più facile integrare il proprio sistema di gestione ambientale

nei processi di business ottenendo un MAGGIORE COINVOLGIMENTO DEL MANAGEMENT.

1 Scope

2 Normative references

3 Terms and definitions

4 Context of the organization

5 Leadership

6 Planning

7 Support

8 Operation

9 Performance evaluation

10 Improvement

COME VALUTIAMO IL RISCHIO DI REATO?

231- DELEGHE e ISO 14001: focus Leadership

Si pone qui l’attenzione sul coinvolgimento del top management, il cui impegno, responsabilità e supporto attivo sono

critici per il successo del sistema di gestione. Il top management sarà coinvolto dal punto di vista strategico, tattico e

operativo. I miglioramenti a questi requisiti richiederanno un reale cambiamento nell’ente di certificazione e nell’audit

rispetto allo standard.

Nuova norma 14001:2015

Punto norma Descrizione Cosa richiede

5.1 Leadership e impegno

L’alta direzione deve dimostrare leadership eimpegno nei riguardi del sistema di gestione dellaqualità.• Tenendo conto dell’efficacia del sistema di

gestione ambientale;• Assicurando che siano stabiliti la politica e gli

obiettivi ambientali e che essi sianocompatibili con gli indirizzi strategici il contestodell’organizzazione;

• Assicurando l’integrazione dei requisiti desistema di gestione ambientale nei processi dibusiness dell’organizzazione;

• Assicurando la disponibilità delle risorsenecessarie al sistema di gestione ambientale;

• Comunicando l’importanza di una gestioneambientale efficace e della conformità airequisiti del sistema di gestione ambientale;

• Assicurando che il sistema di gestioneambientale consegue gli esiti attesi;

• Guidando e sostenendo le persone affinchécontribuiscano all’efficacia del sistema digestione ambientale;

• Promuovendo il miglioramento continuo;• Fornendo sostegno agli altri pertinenti ruoli

gestionali per dimostrare la loro leadershipcome essa si applica alle rispettive aree diresponsabilità.

Vecchia norma 14001:2004

Punto normaDescrizione

Cosa richiede

4.4.1

Risorse, ruoli, responsabilità e autorità

La Direzione deve assicurare ladisponibilità delle risorseindispensabili per stabilire, attuare,mantenere attivo e migliorare ilsistema di gestione ambientale.

LA NUOVA NORMA PREVEDE UNA CHIARA

E PRECISA DEFINIZIONE DEL RUOLO

CHIAVE DELL’ALTA DIREZIONE E DELLE

FUNZIONI IN UN SISTEMA DI GESTIONE

AMBIENTALE.

ISO 14001

INDIVIDUAZIONE E QUANTIFICAZIONE DEGLI ASPETTI

AMBIENTALI (Compliance legale)

ANALISI AMBIENTALE INIZIALE: rischi ed impatti

DETERMINAZIONE DEL FATTORE DI IMPATTO

AMBIENTALE (DANNO)

FOCUS AREA AMBIENTALI da CONTROLLARE

DELEGHE DI FUNZIONE

LA VALUTAZIONE del RISCHIO DI REATO nell’ISO 14001

CONFORMITÀ LEGALE e RISPETTO PRESCRIZIONI

(…ABUSIVAMENTE..)

•Elenco norme ambientali applicabili

•Valutazione generale di conformità

CONFORME OSSERVAZIONE NON CONFORMITA’

Attività e processi aziendali che possono determinare la commissione dei reati ambientali

Procedimento Strumento Analisi

AUA (scarichi idrici) Prescrizioni autorizzazione Analisi periodica acque scaricate

Autorizzazione scarichi idrici Prescrizioni autorizzazione Analisi periodica acque scaricate

AIA PMC Monitoraggio acque scaricate, acque di falda e

suolo

VIA Prescrizioni decreto VIA Monitoraggio acque scaricate, acque di falda e

suolo

LA VALUTAZIONE del RISCHIO DI REATO nell’ISO 14001

NP INV VAN tot

Art. 25-undecies

D.Lgs. 231/2001,

art. 257 del D.Lgs

152/2006

Inquinamento del suolo e del sottosuolo con il

superamento delle concentrazioni soglia di rischio3 3 1 9 3 27 MEDIO

VALUTAZIONERiferimento

normativoCategorie di reati G R

P

R = P X G

GBASSA MEDIA ALTA

1 3 9

P

0 0 0 0

1 1 3 9

3 3 9 27

9 9 27 81

27 27 81 243

81 81 243 729

Dai risultati dell’Environmental Risk Assessment condotto si

evidenzia una “GAP AREA”, ossia dei reati ambientali la

cui potenziale commissione non viene gestita in modo efficace

e completo da parte dell’organizzazione

LA VALUTAZIONE del RISCHIO DI REATO nell’ISO 14001

PRIORITA’ INTERVENTO MIGLIORATIVO PI

PI = Ft + Fe + R

Ft = fattibilità tecnica dell’intervento

Fe = fattibilità economica dell’intervento

R = Indice di rischio del reato ambientale

Priorità di

intervento Indice Descrizione

BASSA ≤4 Non viene pianificato nessun intervento, anche se tenuti sotto

controllo

MEDIA 4<PI≤6 Importanti a minore priorità di intervento.

ALTA PI>6 Elevata priorità di intervento per i quali sono stabiliti obiettivi e

programmi nel breve-medio periodo

Elaborazione procedura di corretta

manutenzione della rete esterna delle acque

di processo

2 3 2 7 ALTA NO MEDIA Inquinamento del suolo,

sottosuolo

Elaborazione procedura di corretta

manutenzione della rete esterna delle acque

di processo

2 3 2 7 ALTA SI BASSO Il mancato rispetto delle

Procedure interne

porterebbe alla non

conformità legislativa

Priorità di

intevento

Misure

adottate

VALUTAZIO

NEAttività/processi sensibiliMisure adottabili Rischio

Fattibilità

Tecnica

Fattibilità

Economica

Misure

adottate

VALUTAZIO

NEAttività/processi sensibiliRischioMisure adottabili

Fattibilità

Tecnica

Fattibilità

Economica

Priorità di

intevento

LA VALUTAZIONE del RISCHIO DI REATO nell’ISO 14001

MISURE DI CONTROLLO DA IMPLEMENTARE

• Elaborazione procedura di corretta manutenzione della rete esterna delle acque di processo;

• Implementazione sistema di monitoraggio dello stato della rete esterna;

• Nomina degli incaricati alla verifica delle attività di manutenzione della rete;

• Formazione sulle corrette modalità di esecuzione attività di controllo e manutenzione

Elaborazione procedura di corretta

manutenzione della rete esterna delle acque

di processo

2 3 2 7 ALTA NO MEDIA Inquinamento del suolo,

sottosuolo

Elaborazione procedura di corretta

manutenzione della rete esterna delle acque

di processo

2 3 2 7 ALTA SI BASSO Il mancato rispetto delle

Procedure interne

porterebbe alla non

conformità legislativa

Priorità di

intevento

Misure

adottate

VALUTAZIO

NEAttività/processi sensibiliMisure adottabili Rischio

Fattibilità

Tecnica

Fattibilità

Economica

Misure

adottate

VALUTAZIO

NEAttività/processi sensibiliRischioMisure adottabili

Fattibilità

Tecnica

Fattibilità

Economica

Priorità di

intevento

Misura non adottata RISCHIO MEDIO

Misura adottata RISCHIO BASSO

LA VALUTAZIONE del RISCHIO DI REATO nell’ISO 14001

CONCLUSIONI

INDIVIDUARE RISCHIO

SIGNIFICATIVO e PRIORITÀ

INDIVIDUARE LE PRIORITA’

SISTEMA DI

MONITORAGGIO

ODV E AUDITOR

Parco Scientifico e Tecnologico VEGA

Via delle Industrie, 9 - 30175 Marghera (VE) - Italy

T. +39 041 5093820 - F. +39 041 5093886

e-mail: [email protected]

Sede Legale: Via Manin, 276 - 31015 Conegliano (TV)

www.eambiente.it

Grazie per l’attenzione

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