La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

12
“La debolezza è la mia forza”: l’esperienza pasquale di Paolo

Transcript of La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

Page 1: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

“La debolezza è la mia forza”: l’esperienza pasquale di Paolo

Page 2: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

Paolo sa di non avere nulla di cui gloriarsi

perché niente può attribuire alle

proprie forze ma solo alla

potenza di Dio che lo sostiene e gli dà

forza…

Page 3: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

L’Apostolo si compiace di enumerare le umiliazioni dei

predicatori del Vangelo, gli “ultimi tra gli uomini” che, quali

“condannati a morte” soffrono la fame, la sete,

la nudità, sono schiaffeggiati, insultati,perseguitati, diffamati… diventati come i

rifiuti del mondo, la spazzatura di tutti (cf 1 Cor

4,9.11-13).

Page 4: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

“Infatti, o fratelli, a riguardo della tribolazione da noi sofferta in Asia non vogliamo che ignoriate che ci ha abbattuti in modo estremo, superiore alle nostre forze, tanto che disperavamo di poter vivere ancora…” ( 2 Cor 1,8-9).

Page 5: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

L’esperienza del fallimento

“Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto

timore e trepidazione; e la mia parola

e il mio messaggio non si basarono su discorsi

persuasivi di sapienza,

ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua

potenza, perché la vostra fede

non fosse fondata sulla sapienza umana, ma

sulla potenza di Dio”.

(1 Cor 2,3-5)

Page 6: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

L’icona dei vasi di creta

Paolo è consapevole di essere un povero vaso, fragile e delicato che racchiude però il tesoro del Vangelo.

“… Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi”.

Page 7: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

“Mi vanterò della mia debolezza”

La debolezza che Paolo sperimenta nasce da un feeling, da un sentire spirituale che lo porta a incarnare nella quotidianità il mistero della morte di Gesù.

Page 8: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

Come Cristo rivela nella crocifissione la potenza e la gloria di Dio, così nella

nostra povertà, nelle nostre tribolazioni siamo unite alla

croce di Cristo e offriamo a Lui la possibilità di agire liberamente.

“Quantunque il nostro uomo esteriore vada deperendo, quello interiore si

rinnova di giorno in giorno”

(2 Cor 4,16)

Page 9: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

“Ti basta la mia grazia”

“Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata

messa una spina nella carne, un inviato di satana

incaricato di schiaffeggiarmi, perché io

non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore

che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti

basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta

pienamente nella debolezza»”.

(2 Cor 12,7-10)

Page 10: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

La fecondità apostolica

Le tribolazioni fanno parte del ministero apostolico…Gli apostoli, deboli e fragili, sono come un profumo d’incenso che, in Cristo, si eleva al Padre.

Page 11: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

Don Alberione ha potuto testimoniare: «Si corsero vari

pericoli e di vario genere: personali, economici, accuse in relazioni scritte e verbali:

si viveva pericolosamente giornate e giornate; San Paolo fu

sempre salvezza... le annate passavano, le previsioni di molti di certo fallimento, le accuse di pazzia... svanivano e tutto si

conchiudeva, magari con fatica, ma in pace».

(AD 164ss)

Page 12: La debolezza è la mia forza: lesperienza pasquale di Paolo.

“Questa devozione bisogna nutrirla come il fuoco che, se non si aggiunge di tanto in tanto qualche cosa, si spegne. Dobbiamo pensare che non per niente abbiamo per protettore questo gran santo. Possiamo inserirci nel numero di quelli che san Paolo chiamava suoi intimi compagni e discepoli: Tito, Timoteo ed altri. Quanto amore aveva per essi e come glielo esprimeva anche! erano sinceramente e teneramente da lui amati. Anche con noi fa così san Paolo, poiché egli è costituito protettore, guida e procuratore nostro. Egli è l'incaricato a ottenerci le grazie e tutto ciò di cui abbiamo bisogno”.

Don Alberione, 1925