La costruzione dell’Europa - Marinai d'Italia · sa e fertile di nuove prospettive comuni....

1
Si sa solo che ne nacquero dibattiti, proteste ecc. Per i sovietici in particolare essa rappresentava la dimostrazione di come esistes- se un asse franco tedesco teso all’espansione nazionalistica ver- so i territori sovietici. De Gaulle in un suo dialogo con un diploma- tico sovietico il 29 gennaio 1963 riprese il concetto affermando che sarebbe venuto un: “… tempo quando noi costruiremo l’Europa in- sieme all’Unione Sovietica”. Le idee se buone ritornano sempre a galla e qualche anno più tardi lo speaker della Duma Sergei Nary- shkin in visita al museo De Gaulle a Parigi, rese onore alla visione del vecchio generale dicendo che la sua frase rappresentava un’i- dea geopolitica fondamentale per la sicurezza europea alla quale non vi sono alternative aggiungendo che : “… coloro che cercano di rompere questo trend mentre vivono migliaia di chilometri lonta- no dall’Europa stanno facendo un grande errore storico”. È chiaro che Naryshkin si riferiva agli Stati Uniti che da molti anni a questa parte hanno sviluppato politiche in netto contrasto con gli interessi europei. Non è un caso che Russia, Germania e Fran- cia si siano opposte alla guerra in Iraq, causa principale del caos che oggi regna in tutto il Vicino Oriente, che tanti danni ha creato a noi europei, soprattutto meridionali. Il povero Mackinder si sarà rivoltato nella sua tomba pensando alla sconsiderata politica me- diorientale del presidente Bush che aveva unito, per la prima vol- ta nella storia, il rimland euroasiatico da Vladivostok all’Atlantico. Dal 2003 però la politica europea si è riallineata a quella statuni- tense sia nell’Europa Orientale sia nel Vicino Oriente, con risultati spesso disastrosi come nel caso della Libia e dell’Ucraina. La mo- tivazione risiede forse nella costante paura europea nei confronti della Russia, che infatti è tornata protagonista nel contesto inter- nazionale grazie a una politica di potenza che si poggia sulla cre- scita economica e sulla forza politica di Vladimir Putin. L’Ucraina e la Siria in particolare hanno messo a rischio i rappor- ti euro-russi e solo la concomitanza di interessi, dovuta agli at- tacchi ai civili, russi a bordo dell’aereo precipitato nel Sinai, e nel- la capitale francese, ha reso la situazione completamente diver- sa e fertile di nuove prospettive comuni. Durante l’ultimo meeting del G20 in Turchia del 15 novembre 2015 i leader dei due paesi hanno pianificato azioni congiunte nei con- fronti del comune nemico, sia navali sia aeree. Politicamente ciò significa un più efficace contrasto allo stato islamico, un allentamento della pressione su Bashar al-Assad presidente della Siria e un probabile addormentamento della crisi ucraina, che non serve più a nessuno, nemmeno agli ucraini stessi. Sappiamo bene come la politica estera europea non possa esiste- re se essa è solo somma di politiche estere nazionali spesso divi- se e in contrasto tra loro, ma l’avvicinamento russo-francese, sep- pur fortemente condizionato dall’emotività degli attacchi terroristi- ci, porta nuova linfa alla politica estera europea con un’idea che fu anche della Chiesa cattolica. Per essa l’Europa era il “giardino del mondo” e le guerre “… il suicidio dell’Europa civile”. Era quindi in- dispensabile non “trascurare e suggerire o additare … qualsiasi mezzo che possa giovare al raggiungimento del fine bramato”. So- no le parole di Benedetto XV in una sua lettera al cardinal Pompilj del 1916. Spesso il passato ci apre scenari illuminanti e di grande attualità. De Gaulle aveva ragione nell’inglobare la Russia nel contesto geopolitico europeo e chi cerca oggi di impedire questo passaggio svolge un’azione antistorica e non certo di amicizia verso l’Europa, perché la costringe all’incertez- za. Non sappiamo se il fine bramato dal Papa e da De Gaul- le fosse lo stesso, ma certamente oggi un’unione franco russa rende l’Europa più sicura, più forte e migliore, soprattutto sui mari di nostro interesse. nnn 5 Marinai d’Italia Dicembre 2015 4 Marinai d’Italia Dicembre 2015 L e relazioni franco russe risalgono a epoca relativamente recente. Con la fine della guerra dei 30 anni e la conse- guente pace di Westfalia del 1648, le due potenze europee divennero cardine del cosiddetto concerto europeo teso a scon- giurare lo scoppio di guerre nel continente. Sino alla rivoluzione francese esse furono antagoniste nella guerra di successione polacca del 1733 e, invece, dalla stessa parte nella guerra dei sette anni del 1756. Le guerre napoleoniche videro Russia e Fran- cia su opposti schieramenti, con il tentativo francese di invadere la Russia. Dopo il Congresso di Vienna e la conseguente restaurazione, le politiche estere si riavvicinarono per poi divergere nuovamente dopo il 1848, con l’ascesa al potere in Francia di Napoleone III. I due paesi furono ancora avversari nella guerra di Crimea del 1856 ma la nascita della Germania, come stato tedesco al centro dell’Europa, e dell’Italia, come potenza mediterranea, resero la Francia insicura e pronta a un riavvicinamento con la Russia, ri- cercando unità di intenti per bilanciare l’alleanza degli stati del centro Europa. Ciò, pur tardando a venire per volontà di Bi- smarck, si concretizzò nel 1890 e, da allora, ha contraddistinto le alleanze nella prima e seconda guerra mondiale. Quasi al termine della seconda guerra mondiale, nel 1944, Stalin e De Gaulle, firmarono un patto di mutua assistenza, confermando una partnership strategica consolidata. Con la fine della II guerra mondiale Unione Sovietica ed Europa si trovarono su schieramen- ti opposti, ma il Gen. De Gaulle lanciò una provocazione in un suo discorso parlando di “Europa dall’Atlantico agli Urali” nel settem- bre del 1962. Che la sua frase fosse solo una visione geopolitica contrapposta a quella anglo-americana, da sempre tesa ad impe- dire qualsiasi unità del continente euroasiatico, o una semplice re- miniscenza scolastica volta a spingere verso una maggior fiducia reciproca le relazioni tra gli europei, non si saprà mai. Politica estera Roberto Domini N ato a Padova il 26 luglio 1957 è ammi- raglio in ausiliaria, laureatosi presso l’Accademia Navale in scienze marittime e navali nel 1979. Ha comandato Nave Moga- no, il contingente italiano in Sinai (Egitto) e la base di Augusta. Artigliere missilista ha svol- to il suo periodo di imbarco a bordo dei caccia clas- se Audace/Ardito e Intrepido ed è stato comandante in II di nave Ma- gnaghi. Ha frequentato il senior staff course presso il Royal Naval Col- lege a Greenwich (Regno Unito). Ha svolto a lungo l’incarico di inse- gnante di strategia marittima, storia navale e comunicazione presso gli istituti di formazione superiore della marina a Livorno e a Venezia. Ha lavorato presso l’ufficio storico della Marina. È stato Addetto per la Difesa in Croazia. È conferenziere in campo nazionale e internazio- nale e autore di ricerche, testi e articoli inerenti le problematiche ma- rittime e organizzative. Collabora con Fincantieri, è membro della so- cietà italiana di storia militare, della Associazione Italiana di Cultura Classica, del consiglio direttivo dell’Università Ippolito Pinto. È Vice Presidente del gruppo ANMI di Vittorio Veneto, presieduto dal figlio Ludovico. Il figlio Guglielmo è ufficiale di rotta di Nave Duilio. Vive a Vittorio Veneto dove svolge opera di proselitismo a favore dei giova- ni che desiderano avvicinarsi alla Marina Militare. La costruzione dell’Europa dall’Atlantico agli Urali nelle relazioni franco russe Roberto Domini - Socio del Gruppo di Vittorio Veneto Il Presidente francese Charles De Gaulle incontra il Presidente del consiglio dei ministro dell’USSR Alexei Nikolayevich Kosygin Il presidente francese Holland e quello russo Putin si sono incontrati nello scorso novembre a Mosca Luglio 1960 Il Generale De Gaulle e Konrad Adenauer discutono il futuro dell’Europa La Portaerei francese Charles De Gaulle

Transcript of La costruzione dell’Europa - Marinai d'Italia · sa e fertile di nuove prospettive comuni....

  • Si sa solo che ne nacquero dibattiti, proteste ecc. Per i sovietici inparticolare essa rappresentava la dimostrazione di come esistes-se un asse franco tedesco teso all’espansione nazionalistica ver-so i territori sovietici. De Gaulle in un suo dialogo con un diploma-tico sovietico il 29 gennaio 1963 riprese il concetto affermando chesarebbe venuto un: “… tempo quando noi costruiremo l’Europa in-sieme all’Unione Sovietica”. Le idee se buone ritornano sempre agalla e qualche anno più tardi lo speaker della Duma Sergei Nary-shkin in visita al museo De Gaulle a Parigi, rese onore alla visionedel vecchio generale dicendo che la sua frase rappresentava un’i-dea geopolitica fondamentale per la sicurezza europea alla qualenon vi sono alternative aggiungendo che : “… coloro che cercanodi rompere questo trend mentre vivono migliaia di chilometri lonta-no dall’Europa stanno facendo un grande errore storico”.È chiaro che Naryshkin si riferiva agli Stati Uniti che da molti annia questa parte hanno sviluppato politiche in netto contrasto congli interessi europei. Non è un caso che Russia, Germania e Fran-cia si siano opposte alla guerra in Iraq, causa principale del caosche oggi regna in tutto il Vicino Oriente, che tanti danni ha creatoa noi europei, soprattutto meridionali. Il povero Mackinder si saràrivoltato nella sua tomba pensando alla sconsiderata politica me-diorientale del presidente Bush che aveva unito, per la prima vol-ta nella storia, il rimland euroasiatico da Vladivostok all’Atlantico.Dal 2003 però la politica europea si è riallineata a quella statuni-tense sia nell’Europa Orientale sia nel Vicino Oriente, con risultatispesso disastrosi come nel caso della Libia e dell’Ucraina. La mo-tivazione risiede forse nella costante paura europea nei confrontidella Russia, che infatti è tornata protagonista nel contesto inter-nazionale grazie a una politica di potenza che si poggia sulla cre-scita economica e sulla forza politica di Vladimir Putin.

    L’Ucraina e la Siria in particolare hanno messo a rischio i rappor-ti euro-russi e solo la concomitanza di interessi, dovuta agli at-tacchi ai civili, russi a bordo dell’aereo precipitato nel Sinai, e nel-la capitale francese, ha reso la situazione completamente diver-sa e fertile di nuove prospettive comuni.Durante l’ultimo meeting del G20 in Turchia del 15 novembre 2015i leader dei due paesi hanno pianificato azioni congiunte nei con-fronti del comune nemico, sia navali sia aeree.Politicamente ciò significa un più efficace contrasto allo statoislamico, un allentamento della pressione su Bashar al-Assadpresidente della Siria e un probabile addormentamento dellacrisi ucraina, che non serve più a nessuno, nemmeno agliucraini stessi.

    Sappiamo bene come la politica estera europea non possa esiste-re se essa è solo somma di politiche estere nazionali spesso divi-se e in contrasto tra loro, ma l’avvicinamento russo-francese, sep-pur fortemente condizionato dall’emotività degli attacchi terroristi-ci, porta nuova linfa alla politica estera europea con un’idea che fuanche della Chiesa cattolica. Per essa l’Europa era il “giardino delmondo” e le guerre “… il suicidio dell’Europa civile”. Era quindi in-dispensabile non “trascurare e suggerire o additare … qualsiasimezzo che possa giovare al raggiungimento del fine bramato”. So-no le parole di Benedetto XV in una sua lettera al cardinal Pompiljdel 1916. Spesso il passato ci apre scenari illuminanti e di grande

    attualità. De Gaulle aveva ragione nell’inglobare la Russia nelcontesto geopolitico europeo e chi cerca oggi di impedirequesto passaggio svolge un’azione antistorica e non certodi amicizia verso l’Europa, perché la costringe all’incertez-za. Non sappiamo se il fine bramato dal Papa e da De Gaul-le fosse lo stesso, ma certamente oggi un’unione franco

    russa rende l’Europa più sicura, più forte e migliore,soprattutto sui mari di nostro interesse.

    nnn

    5Marinai d’Italia Dicembre 20154 Marinai d’Italia Dicembre 2015

    L e relazioni franco russe risalgono a epoca relativamenterecente. Con la fine della guerra dei 30 anni e la conse-guente pace di Westfalia del 1648, le due potenze europeedivennero cardine del cosiddetto concerto europeo teso a scon-giurare lo scoppio di guerre nel continente. Sino alla rivoluzionefrancese esse furono antagoniste nella guerra di successionepolacca del 1733 e, invece, dalla stessa parte nella guerra deisette anni del 1756. Le guerre napoleoniche videro Russia e Fran-cia su opposti schieramenti, con il tentativo francese di invaderela Russia.Dopo il Congresso di Vienna e la conseguente restaurazione, lepolitiche estere si riavvicinarono per poi divergere nuovamentedopo il 1848, con l’ascesa al potere in Francia di Napoleone III. Idue paesi furono ancora avversari nella guerra di Crimea del1856 ma la nascita della Germania, come stato tedesco al centrodell’Europa, e dell’Italia, come potenza mediterranea, resero laFrancia insicura e pronta a un riavvicinamento con la Russia, ri-cercando unità di intenti per bilanciare l’alleanza degli stati delcentro Europa. Ciò, pur tardando a venire per volontà di Bi-smarck, si concretizzò nel 1890 e, da allora, ha contraddistinto lealleanze nella prima e seconda guerra mondiale.Quasi al termine della seconda guerra mondiale, nel 1944, Stalin eDe Gaulle, firmarono un patto di mutua assistenza, confermandouna partnership strategica consolidata. Con la fine della II guerramondiale Unione Sovietica ed Europa si trovarono su schieramen-ti opposti, ma il Gen. De Gaulle lanciò una provocazione in un suodiscorso parlando di “Europa dall’Atlantico agli Urali” nel settem-bre del 1962. Che la sua frase fosse solo una visione geopolitica

    contrapposta a quella anglo-americana, da sempre tesa ad impe-dire qualsiasi unità del continente euroasiatico, o una semplice re-miniscenza scolastica volta a spingere verso una maggior fiduciareciproca le relazioni tra gli europei, non si saprà mai.

    Politica estera

    Roberto Domini

    N ato a Padova il 26 luglio 1957 è ammi-raglio in ausiliaria, laureatosi pressol’Accademia Navale in scienze marittime enavali nel 1979. Ha comandato Nave Moga-no, il contingente italiano in Sinai (Egitto) ela base di Augusta. Artigliere missilista ha svol-to il suo periodo di imbarco a bordo dei caccia clas-se Audace/Ardito e Intrepido ed è stato comandante in II di nave Ma-gnaghi. Ha frequentato il senior staff course presso il Royal Naval Col-lege a Greenwich (Regno Unito). Ha svolto a lungo l’incarico di inse-gnante di strategia marittima, storia navale e comunicazione pressogli istituti di formazione superiore della marina a Livorno e a Venezia.Ha lavorato presso l’ufficio storico della Marina. È stato Addetto perla Difesa in Croazia. È conferenziere in campo nazionale e internazio-nale e autore di ricerche, testi e articoli inerenti le problematiche ma-rittime e organizzative. Collabora con Fincantieri, è membro della so-cietà italiana di storia militare, della Associazione Italiana di CulturaClassica, del consiglio direttivo dell’Università Ippolito Pinto. È VicePresidente del gruppo ANMI di Vittorio Veneto, presieduto dal figlioLudovico. Il figlio Guglielmo è ufficiale di rotta di Nave Duilio. Vive aVittorio Veneto dove svolge opera di proselitismo a favore dei giova-ni che desiderano avvicinarsi alla Marina Militare.

    La costruzione dell’Europadall’Atlantico agli Urali nelle relazioni franco russe

    Roberto Domini - Socio del Gruppo di Vittorio Veneto

    Il Presidente francese Charles De Gaulle incontra il Presidentedel consiglio dei ministro dell’USSR Alexei Nikolayevich Kosygin

    Il presidentefrancese Hollande quello russo Putinsi sono incontratinello scorso novembrea Mosca

    Luglio 1960Il Generale De Gaulle e Konrad Adenauer

    discutono il futuro dell’Europa

    La Portaerei franceseCharles De Gaulle