La costruzione della balanced scorecard per la gestione delle … · 2013. 4. 22. · La...
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La costruzione della balancedscorecard per la gestione delle
flotte aziendali
Prof. Angelo Paletta
Department of Management
Alma Mater Studiorum – Unibo
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Farew elfare
Bilancio decisamente positivo per la due giorni di dibattito e riflessione che FAM
ha dedicato - il 29 e 30 marzo scorso - al welfare come strumento per
l’innovazione, la crescita e lo sviluppo delle comunità. Nell’occasione è stato
presentato il nuovo Tavolo Tematico FAREWELFARE, che si occuperà di
valorizzare le buone pratiche realizzate a livello locale.
Bacheca
3 D BO
Grande successo per la seconda edizione del simposio internazionale dedicato
alle nuove tecnologie per la diagnosi, la pianificazione e il trattamento della
chirurgia maxillo-facciale. Il 30 e 31 marzo 2012, esperti da tutto il mondo
hanno illustrato a Bologna le applicazioni e le opportunità legate a questo
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1 di 3 15/04/12 08:10
Le principali sfide per i fleet managers
• Incertezza sulle condizioni economiche generali
• Continua pressione per il contenimento e la riduzione dei costi
• Pressione per differire la sostituzione dei veicoli e limitare le spese in conto capitale
• Volatilità dei valori residui
• Aumento dei prezzi dei carburanti e in generale dei costi di gestione
• Maggiore impegno alla sostenibilità in una prospettiva di eco-efficienza
• Internazionalizzazione delle strategie di flotta
• Dalla gestione della flotta alla gestione della mobilità aziendale
Gestione dei costi della flotta
In molte aziende il budget della flotta aziendale rappresenta una quota consistente dei costi generali, il fleet manager è una delle figure manageriali che maggiormente subisce la pressione di riduzione delle spese.
Il fleet manager rischia di trovarsi “sul tavolo” di indiscriminate politiche di cost reduction se non è capace di proporre in chiave strategica la gestione dei costi della flotta aziendale.
Analizzare il Total Cost of Ownership (TCO) come una filosofia gestionale della flotta che permette di avere una visione sistemica dei costi totali e delle loro cause (drivers)
Dall’analisi dei costi al cost management
• Un assunto di base:
– A livello mondiale gli ultimi trent’anni sono stati caratterizzati da un profondo ripensamento delle tradizionali metodologie di costaccounting
– Il direct costing ma anche il full costing per centri di costo hanno portato alla luce gravi carenze che si sono dimostrate la causa di decisioni manageriali sbagliate
– I metodi tradizionali hanno perso di rilevanza e molte aziende hanno sviluppato nuovi approcci
– Perché quelle stesse aziende non dovrebbero utilizzare metodi più sofisticati per gestire una parte consistente dei propri costi, quelli di gestione delle flotte aziendali?
Total cost of ownership
• È una particolare applicazione delle tecniche di cost management ai processi della supplychain
• Il TCO è un nuovo approccio alla gestione delle relazioni con i fornitori nei processi di procurement:
– Da una logica “low price” a una logica “low cost”
Fornitori “low price”Vs
Fornitori “low cost”
• Fornitori “low price”– Rapporti spot di mercato– Responsabilizzazione dei manager acquisti sulla base delle
varianze dai costi standard• Acquisti di grandi quantità: sconti• Acquisti da fornitori “marginali” rispetto a qualità, innovazione,
servizio• Acquisti da fornitori in paesi con basso costo del personale• Acquisti da fornitori con bassi costi di struttura a causa del loro
sottoinvestimento in tecnologie e sistemi operativi• Acquisti da fornitori con limitate capacità di engineering e tecniche
• Fornitori “low cost”– Minimizzano il “costo totale della proprietà” (total cost of
ownership)– Rapporti duraturi con pochi fornitori fidati– Assessment dei fornitori in base al TCO
TCO della flotta aziendale• Le attività del ciclo di vita della flotta
– Elaborazione richieste di approvvigionamento– Selezione dei fornitori e gestione delle consegne– Finanziamento del capitale investito– Attività operative– Manutenzione e riparazione– Sostituzione e Remarketing
Attraverso un approccio ABC/ABM è possibile calcolare il TCOIl TCO tiene conto sia delle voci di costo determinate direttamente dalle attività (carburanti, assicurazioni, tasse, staff, ecc.) ma anche dei possibili ricavi di vendita dell’usato (abbattimento dei costi)
AIAGA
tra modelli della stessa categoria, al fine di limitarne anche le emissioni. Inoltre nell’ambito deiservizi, vetture con intervalli di manutenzione lunghi e costi dei ricambi contenuti portano a diminuirela terza voce, come incidenza, del costo totale di gestione della flotta. Criteri supplementari chepossono rappresentare scelte importanti sono quelli inerenti l’“ecologia e la sicurezza”, con ilcontenimento dell’inquinamento da CO2, responsabile dell’effetto serra, la riduzionedell’inquinamento acustico ed il maggiore comfort nell’abitacolo, nonché l’adozione di dispositivisupplementari di sicurezza.
I criteri di scelta delle vetture aziendali devono quindi essere tesi a ridurre il TCO, ed in questo sensopossiamo anche suggerire di richiedere sempre offerte a diversi fornitori a parità di contenuti: ciòmantiene alto il livello di concorrenzialità di ciascun veicolo, in base alle specifiche effettive delveicolo ed a una matrice di più parametri nel caso del noleggio. A questo scopo è ipotizzabile creareuna griglia di confronto con gli elementi principali che compongono il TCO, evidenziando come lascelta di un modello rispetto ad un altro nell’ambito della stessa categoria di appartenenza possainfluenzare in modo evidente i costi di gestione. Fattore fondamentale per la scelta del veicolo daintrodurre nella car list è quindi un valore residuo alto, che ha un peso rilevante nella voce finanziariadel TCO. Consumi/emissioni e servizi manutentivi sono l’altra parte da verificare primadell’inserimento nella car list. Sul fronte sicurezza, è opportuno non lesinare sulle dotazioni diequipaggiamenti che dovrebbero far parte di una corretta interpretazione della car policy. Nella sceltadella vettura è importante comprendere le necessità ed i desideri del driver: un rappresentante dellaforza vendita percorre molta strada e quindi avrà necessità di una seduta comoda e magari di una certainsonorizzazione su strade non sempre agevoli. Diverse possono essere invece le esigenze di altrecategorie di driver, che vanno sempre e comunque ascoltate e mediate.
Una combinazione di tutte queste riflessioni, continuando a lavorare a stretto contatto con HumanCapital e Purchasing, focalizzandosi su prodotti con alti valori residui e con il costo totale di gestionecompetitivo, sono i criteri chiave nella scelta dei modelli da inserire nella propria car list, con lacondizione di raggiungere anche obiettivi di sicurezza e di ecocompatibilità accettabili, ossia cherispettino le strategie aziendali che costituiscono le aspettative del top management.
* di Giovanni Tortorici (presidente Aiaga e purchasing manager di Barilla) Marco Claudio Agazzi
(general service officer di Alcatel Lucent), Marco Onorati (responsabile acquisto e flotte di EricssonTelecomunicazioni) e Fabio Castellotti (fleet manager di Alacent Lucent)
Lettera ai fleet manager * | Auto Aziendali Magazine http://www.autoaziendalimagazine.it/2011/10/lettera-ai-fleet-manager/
4 di 7 21/03/12 22:25
Giovanni Tortorici (presidente Aiaga e purchasing manager di Barilla) Marco Claudio Agazzi (general service officer di Alcatel Lucent), Marco Onorati (responsabile acquisto e flotte di Ericsson Telecomunicazioni)
e Fabio Castellotti (fleet manager di Alacent Lucent)
Il prezzo di acquisizione ed il deprezzamento di una vettura, influenzano le decisioni dei responsabili acquisti delle flotte, ed è per questo che la “tenuta del valore residuo” delle vetture è un fondamentale criterio di scelta e che la cifra complessiva del costo di gestione (TCO), che include i valori residui, è abitualmente utilizzata dai responsabili delle flotte come parametro di scelta per l’inserimento delle vetture nelle car list aziendali. Il deprezzamento può arrivare in alcuni casi ad incidere anche per il 50% del costo complessivo della “vita
aziendale” di una vettura.
This was somewhat surprising, given that the Tahoe had the highest acquisition cost of anyvehicle in the study. However, as shown in Chart #2 below(which displays 25,000 miles per year and 3 years of ownership), the Tahoe’s strong residual values created the lowestdepreciation cost in this, and many other scenarios.
TCO e valori residui• Dal punto di vista economico aziendale occorre distinguere tra prezzo
d’acquisto, valore residuo e costi d’esercizio
• Il prezzo d’acquisto è un costo pluriennale che va a stato patrimoniale
• Il valore residuo (rilevabile in SP) è la differenza tra costo originario capitalizzato e fondo di ammortamento ad una certa data
• I costi d’esercizio della flotta sono i costi che passano per il conto economico:
– In base alla natura: ammortamenti beni di proprietà, oneri finanziari/canoni di leasing-noleggio; carburanti, manutenzioni e riparazioni, ecc.
– In base alle modalità di attribuzione: costi diretti vs costi indiretti
– In base al comportamento dei costi: costi variabili, costi fissi, semifissi, semivariabili
– Componenti ordinari vs componenti straordinari (plusvalenze e minusvalenze)
TCO e valori residui
Costo storico – Presunto Valore di Realizzo
Vita utile
Quota d’Ammortamento
Nel calcolo delle quote per mezzo del piano di ammortamento, occorre considerare:- il costo storico di acquisizione del bene, che comprende anche eventuali oneri accessori.- - il valore presunto di realizzo al termine della durata utile del bene per l'azienda- - il valore da ammortizzare, dato dalla differenza fra il valore storico ed il presunto valore di
realizzo.- - la vita utile del bene espressa in anni o in mesi viene ipotizzata sulla base della sua durata
fisica e della sua utilità tecnico-economica.- - il criterio di suddivisione nel tempo delle quote da ammortizzare; esistono diversi criteri di
ripartizione delle quote (matematici a quote costanti o decrescenti, elastici in base alle effettive esigenze aziendali, economici fissati di anno in anno in base alla residua possibilità di futuro utilizzo del bene).
Gestione del TCO
• Il TCO è determinato dai costi delle attività lungo il ciclo di vita della flotta aziendale:
Raccolta ordini – selezione fornitori-amministrazione dei contratti – attività operative – manutenzione e riparazioni –sostituzione e realizzo dei valori residui
Per gestire i costi del TCO occorre gestire i drivers delle attività (ABC/ABM)
Performance management
ABC/ABM della flotta
Sostituzione e remarketingTempo di ciclo Valore residuo
Manutenzione e riparazioneDowtime Durata garanzie
Attività operativeNumero km percorsi Tipologia veicolo
AmministrazioneNumero marche/modelli Numero fornitori
ConsegnaLead Time
Selezione fornitoriCar list
Raccolta ordiniCar policy
© 2007 Palladium Group, Inc.
Fleet Balanced Scorecard Sustainable Shareholder Value
Revenue Growth Productivity
External Customer
Product/service TCO Asset utilization
Intangible assets
Finance
Perspective
Internal
Customer
Perspective
Business
Process
Perspective
Learning &
Growth
PerspectiveHumans
resourcesTechnology Car Policy
Selection and acquisition
Maintenance and repair
Substitution and remarketing
Internal Customer Value Proposition
CEO/CFO
Fleet Attributes
Quality DeliveryCar list ServiceFring-benefit
Brand
Drivers
Relationship Image
safety
Social/environment
Green Fleet
Cycle time
AdministrationOperations
NetworkingManagerial
competencies
Executives
Obiettivi strategici Misure di performance Targets Iniziative strategiche Budget
Fina
ncia
l F1. Ridurre il Total Cost of Ownership
F.2 Migliorare il livello di elasticità degliinvestimenti
F3. Migliorare il cash flow
☐ TCO
Capitale Circ./Cap. Immobilizzato
Cash flow
- 5%
+ 10%
+5%
Cus
tom
er
C1.Migliorare il Lead time
C2.Aumentare la soddisfazione deidrivers
C3 Contribuire a ridurreCO2
N. gg. richiesta-consegna
% risposte positive questionario CS
CO2 gr. medio auto della flotta
20
66%
130 g/km
Just in time con I fornitori
Implementare analisi deibisogni
Ibride/Evs/motiri e modelli + piccoli
€ CCC
€ BBB
€ DDD
I1. Ottimizzare l’utilizzodella flotta
I2. Ridurre i tempi di fermodelle auto
I3. Ridurre i consumi di carburante
N. km anno per veicolo N. drivers/n. veicoli Km in media per viaggioMedia in ore di
downtime
Media dei consumi auto flotta
30-35.000
150 ore
13 km/l
Introdurre nuovo software Iniziative di mobilità
Nuovo Programma di manutenzione e riparazione
Modificare la car list
€ NNN
€ OOO
€ JJJJ
Lear
ning
&
Gro
wth
L1.Promuovere nuoveattitudini all’uso dell’auto
L2.Sviluppo fleet balanced scorecard
N. drivers corsi di formazione
N. KPIs disponibilirispetto alle attese
90%
100%
Introduzione di un programma di knowledge management
networking con manager AIAGA
€ QQQ
€ RRR
Inte
rnal
Business case
Nuove forme di gestione della flotta
Maggiore ricorso al NLT
Differire/dilazionare i pagamenti; Valore di vendita dell’usato
€ CCC
€ BBB
€ DDD
Sistema di misurazione della performance
• Multidimensionale
• Selettivo
• Business oriented
• Profondo
• Tempestivo
• Diagnostico
• Predittivo
Key Performance Indicators• Indicatori semplici
– Input, output, outcome, impatti
– KPIs Finanziari vs KPIs non finanziari
– KPIs di breve periodo/ versu KPIs lungo periodo
– KPIs Lagging vs KPIs Leading
• Indicatori compositi
– Input/output: produttività tecnica;
– Costi/output: efficienza economica
– Output atteso/output realizzato: efficacia operativa
– Outcome atteso/outcome realizzato: efficacia strategica
Grazie per l’attenzione!
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