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La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico Partenariati per il cambiamento

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Partenariati per il cambiamento

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Commissione europeaPartenariati per il cambiamento – La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifi co

Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea

2010 – 40 p. – 21x29,7cmISBN 978-92-79-15503-1

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Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2010

ISBN: 978-92-79-18707-0doi:10.2783/58049

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Tutte le fotografi e sono ©Unione europea, 2010 tranne laddove diversamente indicatoCopertina © François LenoirConcezione/pre-stampa: Tipik Communication Agency

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Partenariati per il cambiamento

La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico

Partenariati per il cambiamento 5

IndiceIntroduzione 9

Partnernellosviluppo 11Una storia di collaborazione 11Gli obiettivi di sviluppo del millennio 11Rispetto degli impegni 12Sostegno ai paesi ACP 13Risposta alle esigenze 14Erogazione degli aiuti in modo più rapido ed efficace 15Aiuti per i più bisognosi 15

Risultatisulcampo 17Commercio e integrazione regionale 17

Tutti i paesi ACP • Sostegno alla crescita delle esportazioni ortofrutticole verso l’Europa 17Africa australe • Promozione dei partenariati per gli investimenti 18

Ambiente 19Africa centrale • Conservazione e gestione delle foreste pluviali tropicali 20

Infrastrutture, comunicazioni e trasporti 21Africa sub-sahariana • Garanzia di investimenti vitali per le infrastrutture 21Ciad • Nuove strade possono portare nuovi affari 22I Caraibi • Come rimanere competitivi nell’era digitale 23

Acqua ed energia 24Senegal • Acqua potabile sicura e migliori strutture igienico-sanitarie per la comunità rurale di Coubalan 24Regione del Pacifico • Energia solare per le isole remote 25

Agricoltura e sviluppo rurale 26Belize • La povertà rurale come principale ostacolo allo sviluppo 26Etiopia • Miglioramento della sicurezza alimentare mediante un programma di garanzia della produzione 27Tutti i paesi ACP • Supporto mirato ai produttori di materie prime 28

Governance, democrazia e diritti umani 29Mali • Responsabilizzazione delle autorità locali 29Malawi • Sostegno alla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica 30Sud Africa • Accesso alla giustizia e ai diritti umani 31

Pace e sicurezza 32Africa • Azioni dell’UE per aiutare l’Africa a mantenere la pace 32

Sviluppo umano 33Nigeria • Protezione dei bambini dalle malattie infettive 33Kiribati • Servizi sanitari migliori per le isole più lontane 34Haiti • Istruzione per tutti 35Ruanda • Una soap opera radiofonica popolare aiuta la lotta all’AIDS 36Tanzania • Programma di protezione regionale per i rifugiati 37

Partenariati per il cambiamento6

Namibia

Angola

BeninNiger

Nigeria

Burkina FasoGhana

Togo

Capo Verde

Liberia

Sierra Leone GuineaGuinea-Bissau Gambia

Costa d’AvorioCamerun

Repubblica del CongoGabon

São Tomée e Príncipe Guinea equatoriale

Repubblica democratica del Congo

Ciad

Repubblica centrafricana

Zambia Zimbabwe

Botswana

Mali Mauritania

Senegal

Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico

HaitiBelize

Bahamas

Giamaica

Repubblica dominicana

Saint Kitts e Nevis

Antigua e Barbuda

Dominica

BarbadosSaint Vincent

e Grenadine

Suriname

Guyana

GrenadaTrinidad e Tobago

Santa Lucia

Portorico (USA)

Turks e Caicos (Regno Unito) Cuba

Partenariati per il cambiamento 7

Swaziland

Mozambico

Seychelles

Mauritius

Tanzania

KenyaUganda

GibutiEritrea

Etiopia SudanSomalia

Malawi

BurundiRuanda

Sud Africa

Madagascar

Palau

Papua Nuova Guinea

Isole SalomoneTimor orientale

Tonga

Tuvalu

Vanuatu Samoa

Niue

Nauru

Isole Marshall

Kiribati

Figi

Stati federati di Micronesia

Isole Cook

Isole Marianne settentrionali

Indonesia

Nuova Caledonia

Wallis e Futuna

Tokelau

Partenariati per il cambiamento8

©FAO/Walter Astrada

Partenariati per il cambiamento 9

IntroduzioneL’Unione europea (UE) e i suoi Stati membri sono i maggiori donatori a livello mondiale e nell’insieme forniscono circa il 60% degli aiuti globali allo sviluppo. Più della metà dei fondi è destinata ai paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP).

La cooperazione con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico è imperniata sull’accordo di partenariato ACP-UE, noto anche come accordo di Cotonou, i cui obiettivi sono la riduzione della povertà mediante il sostegno dello sviluppo sostenibile a livello economico, sociale e ambientale nelle regioni ACP e la loro integrazione nell’eco-nomia mondiale. Al contempo, l’accordo promuove il consolidamento della democrazia, dello stato di diritto, della buona governance e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Mettendo l’equità al centro della sua azione, l'UE dà priorità alla difesa degli interessi dei paesi più svantaggiati e dei gruppi più poveri delle loro popolazioni.

Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES) è la principale fonte di aiuti per i 79 stati ACP e i 20 paesi e territori d’oltremare (PTOM) legati a Danimarca, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito e associati con l’UE. Il FES non è parte integrante del bilancio generale dell’UE, ma è finanziato con i contributi dei paesi membri. In seguito all’entrata in vigore dell'accor-do di Cotonou, rivisto il 1° luglio 2008, i fondi del 10° FES sono stati resi disponibili per tutti i paesi ACP che hanno ratificato l’accordo.

Nel corso degli anni, la Commissione europea ha lavorato per fornire aiuti in maniera sempre più consistente, migliore e più rapida. Con il 9° FES, che copriva il periodo 2000-2007, sono stati assegnati 15,8 miliardi di euro alla cooperazione allo sviluppo con i paesi ACP; il 10° FES ha portato tale importo a 22,7 miliardi di euro per il periodo 2008-2013. Inoltre, la Commissione sta compiendo un grandissimo sforzo per rendere i propri aiuti più efficaci, aumentandone la prevedibilità, la flessibilità e concentrandosi sul raggiungimento dei risultati. Parti-colare attenzione è dedicata ai paesi in conflitto, che son appena usciti da un conflitto o che sono caratterizzati da altre situazioni di fragilità.

L’assistenza dell’UE ai paesi ACP si basa sul consenso europeo in materia di sviluppo adottato nel 2005. Esso rappresenta una visione condivisa e fissa un quadro comune di principi, valori e obiettivi che guida le attività dell’UE a sostegno della lotta alla povertà in linea con gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) delle Nazioni Unite, sia a livello dei singoli Stati membri, sia a livello dell'Unione stessa.

L’UE pone grande enfasi sul raggiungimento di tali obiettivi nei paesi ACP e non solo. Essa ritiene che l’obiettivo fondamentale della riduzio-ne della povertà sia strettamente legato agli obiettivi complementari di buona governance e di rispetto dei diritti umani, ossia di quegli stessi valori che sono alla base dell’UE.

I principi di assunzione di responsabilità e di partecipazione costi-tuiscono il fulcro della politica di sviluppo dell’UE. La Commissione europea agevola e promuove il dialogo tra stato e soggetti non sta-tali sulle priorità dello sviluppo e sulle strategie da attuare nei paesi partner. Le sue azioni sono volte a raggiungere i gruppi più poveri e vulnerabili delle società, al fine di migliorarne la partecipazione ai pro-cessi decisionali che li riguardano; in questo modo si cerca di costruire una società civile vitale che rappresenta un elemento essenziale per la democrazia e lo sviluppo.

58%

20%

5%

12%

5%

Esclusi i programmi tematiciACP, comprese le linee di bilancio per Sud Africa, banane e zucchero

Suddivisione geografica degli aiuti 2009

 Vicini meridionali 1 137 Vicini orientali 318 Asia 673 America Latina 308 Africa, Caraibi, Pacifico 3 379

(milioni di euro)

© Quamconsequi.© Quamconsequi.

Partenariati per il cambiamento10

©FAO/Sarah Elliot

Partenariati per il cambiamento 11

Partner nello sviluppoUna storia di collaborazioneL’UE fornisce sostegno ai paesi ACP da oltre cinquant’anni. Già il trattato di Roma del 1957 conteneva disposizioni per la creazione del FES, anche se originariamente il fondo era stato pensato per garantire assistenza tecnica e finanziaria ai paesi africani con cui gli Stati membri avevano legami storici.

Il gruppo di Stati ACP si è formalmente costituito nel 1975 con l’ac-cordo di Georgetown, inizialmente firmato da 46 Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Oggi il gruppo comprende 79 paesi, tutti firmatari dell’accordo di Cotonou, eccezion fatta per Cuba: 48 paesi africani, che comprendono tutta l’Africa sub-sahariana, 15 paesi dei Caraibi e 15 del Pacifico.

Dal 1975 al 2000, le relazioni ACP-UE sono state regolate dalle conven-zioni di Lomé che venivano riviste regolarmente (Lomé I – Lomé IV bis) e che, dopo un processo di modifica, sono state sostituite dall'accordo di partenariato ACP-UE firmato a Cotonou, Benin, nel giugno del 2000 ed entrato in vigore nell’aprile 2003. L’accordo di Cotonou rimarrà in vigore fino al 2020 ed è soggetto a revisione ogni cinque anni, la seconda delle quali ha avuto luogo nel 2010.

Il partenariato ACP-UE definisce un chiaro legame tra la dimensione politica, il commercio e lo sviluppo e si basa su cinque pilastri:

• rafforzamento della dimensione politica delle relazioni tra i paesi ACP e l’Unione europea;

• coinvolgimento della società civile, del settore privato e degli altri soggetti non statali;

• riduzione della povertà, confermata come obiettivo chiave tra quelli concordati a livello internazionale (in particolare gli obiettivi di svi-luppo del millennio);

• un quadro di cooperazione economica e commerciale innovativo;• razionalizzazione degli strumenti finanziari e un sistema di program-

mazione flessibile. L’UE vanta una relazione speciale con il Sud Africa basata su valori po-litici, sociali ed etici fondamentali, come la democrazia, i diritti umani, la buona governance e un forte impegno nel combattere la povertà e l’esclusione sociale. L’accordo sugli scambi, lo sviluppo e la coope-razione ideato per rafforzare la cooperazione bilaterale in vari campi, costituisce la base giuridica per le relazioni tra il Sud Africa e l’UE.

Gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) sono alla base della coope-razione ACP-UE, in particolare per quanto riguarda l’eliminazione delle condizioni di povertà e fame estrema e tutti gli altri obiettivi concordati in seno alle conferenze delle Nazioni Unite.

Gli obiettivi di sviluppo del millennioUna fase fondamentale nel percorso verso l’aumento e il miglioramento degli aiuti è stato l’accordo raggiunto nel 2000 sugli obiettivi di sviluppo del millennio, quando l’Unione europea, con la comunità internaziona-le, si è impegnata a raggiungere una serie di obiettivi di sviluppo, e in particolare a dimezzare la povertà nel mondo entro il 2015.

Gli obiettivi di sviluppo del millennioAl vertice delle Nazioni Unite del Millennio, nel 2000, la comunità internazionale ha fissato 8 obiettivi di sviluppo da conseguire entro il 2015:

• eliminare la povertà estrema e la fame• raggiungere l’istruzione elementare universale • promuovere l’uguaglianza fra i sessi • diminuire la mortalità infantile • migliorare la salute materna• combattere l’HIV/AIDS e altre malattie • assicurare la sostenibilità ambientale • sviluppare una collaborazione globale per lo sviluppo

Nonostante alcune tendenze globali positive, molti paesi sono anco-ra lontani dal raggiungere gli OSM entro il 2015, in particolare i paesi dell’Africa sub-sahariana. Inoltre, sono emerse nuove sfide che possono compromettere gli sforzi verso il raggiungimento degli obiettivi di svi-luppo concordati: la crisi economica e finanziaria globale, nonché l’alto livello e la pronunciata volatilità dei prezzi dei generi alimentari e delle materie prime.

Eliminare la povertà e raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millen-nio rimangono obiettivi fondamentali per l’UE. A tal fine, essa sostiene azioni in settori chiave come l’istruzione, l’ambiente, la sanità, l’acqua e

l’igiene, la sicurezza alimentare, le infrastrutture e l’uguaglianza fra i sessi.

0

500

1999

1 352

2003

2 345

2001

1 779

2005

2 826

2007

2 920

2000

1 640

2004

2 464

2002

1 922

2006

2 826

2008

3 215

2009

3 123

1 000

2 000

3 000

1 500

2 500

3 500

Rispetto degli impegniNel 2002, i leader mondiali hanno adottato il consenso di Monterrey sul finanziamento per lo sviluppo nel quale dichiarano l’intenzione di elimi-nare la povertà, ottenere una crescita economica sostenuta, promuovere lo sviluppo sostenibile e, al contempo, costruire un sistema economico globale che sia inclusivo ed equo. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi di sviluppo, i paesi donatori si sono impegnati ad assegnare lo 0,7% del proprio prodotto interno lordo (PIL) all’aiuto pubblico allo sviluppo (APS). Gli impegni assunti con il consenso di Monterrey sono stati confermati nel 2008 a Doha, in occasione della conferenza internazionale di follow-up sul finanziamento allo sviluppo.

Gli impegni della comunità internazionale dei donatori sopra citati hanno permesso l’erogazione di maggiori aiuti, consentendo alla Commissione europea di introdurre approcci innovativi come i contratti OSM che asse-gnano gli aiuti di bilancio in base ai risultati ottenuti riguardo agli obiettivi

Versamenti FES 1999-2009 (importi lordi – valori nominali)Versamento

di sviluppo del millennio, soprattutto in materia di sanità e istruzione. I con-tratti servono a fornire un sostegno finanziario più prevedibile e a lungo termine ai paesi beneficiari.

Nel 2009, il bilancio della Commissione europea per gli aiuti esterni è stato pari a circa 11,8 miliardi di euro e i maggiori beneficiari sono stati i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Tra il 2005 e il 2008 gli impegni del FES nei confronti dei paesi ACP sono aumentati del 41%, e nel 2008 hanno raggiunto un livello record di 4,4 miliardi di euro. I livelli attuali dei sussidi ai paesi ACP effettuati dal FES e dal bilancio UE, pari mediamente a 3,7 miliardi di euro all’anno nel periodo 2005-2008, sono aumentati del 14% nello stesso periodo. I pagamenti generali sono leggermente diminuiti nel 2009, soprattutto a causa del mancato soddisfacimento delle condizioni di erogazione degli aiuti di bilancio in alcuni paesi beneficiari.

(milioni di euro)

12 Partenariati per il cambiamento

28%

12%

7%

23%

7%5%10%

3%4%

1%

Partenariati per il cambiamento 1313

Consenso europeo: settori relativi alla cooperazione allo sviluppo dell’UE finanziati dal FES

Governance e sostegno a riforme economiche ed istituzionali 426 Commercio e integrazione regionale 228 Infrastrutture e trasporti 795 Acqua ed energia 243 Coesione sociale e occupazione 46 Sviluppo umano e sociale 186 Sviluppo rurale, pianificazione del territorio, agricoltura e sicurezza alimentare 355 Ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali 105 Prevenzione dei conflitti e Stati in condizioni di fragilità 126 Multisettori 992

Settori relativi alla cooperazione allo sviluppo Impegni (milioni di euro)

Sostegno ai paesi ACPLa Commissione europea si avvale di diverse fonti per erogare gli aiuti ai paesi ACP e PTOM. La quota maggiore è versata dal FES, uno strumento finanziario intergovernativo finanziato dagli Stati membri dell’UE i cui singoli contributi sono stabiliti in base a una specifica scala. Il FES ha proprie regole finanziarie ed è controllato da un comitato ad hoc di paesi membri dell’UE.

Per il periodo 2008-2013, il FES gestisce un bilancio generale di 22,7 miliardi di euro; di questi, 22 miliardi sono assegnati ai paesi ACP, 286 milioni ai PTOM e 430 milioni alla Commissione come spesa di sostegno per la programmazione e l’attuazione.

Oltre al FES, il bilancio generale dell’UE fornisce aiuti mediante una serie di strumenti suddivisi per collocazione geografica e tematica. I seguenti strumenti sono destinati ai paesi ACP: lo strumento per la cooperazione allo sviluppo (DCI), lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) e lo strumento per la stabilità (IfS).

Il DCI include la cooperazione con il Sud Africa e programmi tematici riguardanti diversi settori di attività a vantaggio di tutti i paesi in via di sviluppo, inclusi gli Stati ACP. Tali programmi promuovono azioni nei seguenti campi:

• investimento nelle persone (settori sociali); • soggetti non statali (società civile) e autorità locali; • ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali, tra cui l’energia; • sicurezza alimentare; • migrazione e rifugiati. Il DCI comprende anche misure di accompagnamento per 20 paesi ACP esportatori di zucchero, al fine di sostenerne il processo di adattamento alla riforma del mercato dello zucchero dell’UE. Dal 2010 in poi, il DCI fornirà sostegno anche ai paesi ACP che esportano banane.

Inoltre, gli Stati membri dell’UE hanno i propri accordi bilaterali con i paesi in via di sviluppo e attuano singole iniziative di cooperazione sotto la propria completa responsabilità.

Impegni APS 2009 in milioni di euro. Stime marzo 2010. A titolo esclusivamente illustrativo

Risposta alle esigenzeI risultati concreti ottenuti sul campo sono il frutto di un processo esteso di programmazione a vari livelli che permette di affrontare i problemi esistenti in modo efficace. La Commissione europea lavora a stretto contatto con i destinatari degli aiuti per assicurarsi che la responsabilità sia totalmente condivisa, al fine di migliorare il livello di partenariato, l’assunzione di responsabilità e la coerenza delle politiche.

PRogRammazIonedeglIaIutICon i paesi partner e le delegazioni locali dell’UE, la Commissione redige documenti strategici suddivisi per paese e regione, i cosiddetti docu-menti di strategia nazionale e regionale (DSN e DSR). Questi documenti sono integrati da programmi indicativi nazionali e regionali (PIN e PIR) che offrono una descrizione più dettagliata delle azioni programma-te, il loro budget approssimativo e il calendario per l'attuazione. Suc-cessivamente vengono stilati programmi di azione annuali (PAA) che definiscono le azioni specifiche da finanziare in ogni paese e regione partner nel corso di un anno.

Durante il ciclo di programmazione, la Commissione europea assicura il dialogo costante e diretto con il paese partner, incoraggiandone la piena e attiva partecipazione; congiuntamente, la Commissione e il paese monitorano gli sviluppi che potrebbero far modificare le priorità, come ad esempio l’impatto strutturale della crisi economica e finan-ziaria globale.

Le attività di cooperazione sono decentrate; ciò significa che sia la programmazione, sia l'attuazione dell'assistenza allo sviluppo sono affidate in gran parte alle delegazioni UE nel campo della coopera-zione con i governi locali. Con i paesi partner, le delegazioni identifi-cano le azioni da realizzare, ne analizzano la fattibilità, effettuano la

supervisione dell’attuazione e si assicurano che vengano monitorate e valutate. Attualmente oltre l'80% delle operazioni sono gestite da delegazioni UE. Diversamente dai programmi nazionali, alcuni pro-grammi regionali e orizzontali sono gestiti direttamente dalla sede principale di EuropeAid a Bruxelles.

eRogazIonedeglIaIutIL’assistenza allo sviluppo viene prestata mediante due canali principali: l’approccio progettuale o l’aiuto di bilancio. L’approccio progettuale è usato per sostenere iniziative specifiche che hanno obiettivi chiari con un budget fisso e una scadenza. L’aiuto di bilancio comporta, invece, il trasferimento di fondi direttamente al bilancio nazionale di un paese partner sulla base di indicatori di performance concordati. A seconda dell’accordo, l’aiuto di bilancio può essere assegnato a un settore spe-cifico, per esempio la sanità o l’istruzione. In ogni caso, l’ammissibilità per questa forma di sostegno è subordinata al rispetto di criteri rigorosi, comprendenti solide pratiche di gestione finanziaria.

La Commissione europea sta facendo un uso più ampio dell’aiuto di bilancio, poiché ritiene che possa migliorare l’efficacia degli aiuti mediante l’uso di sistemi nazionali e accrescere la responsabilità de-mocratica, la partecipazione diretta e la capacità dei governi riceventi di gestire lo sviluppo nei propri paesi. Nel 2008, l’aiuto generale al bilancio è stato approvato in 22 paesi, ovvero per il 45% degli impegni globali assunti, contro l’11% del 2007. Gli impegni totali per gli aiuti di bilancio sono aumentati del 110%, passando da 3,9 miliardi di euro per il periodo 2001-2004 a 8,5 miliardi di euro per il periodo 2005-2008. In base al 10° FES (2008-2013), circa il 44% delle assegnazioni nazionali programmate per i paesi ACP avverranno sotto forma di aiuto di bilancio.

14 Partenariati per il cambiamento

Partenariati per il cambiamento 15

Erogazione degli aiuti in modo più rapido ed efficace

Negli ultimi anni, la Commissione ha investito energie e risorse sostan-ziali per fornire più aiuti laddove ce n’è maggiormente bisogno e per rendere tali aiuti più tempestivi ed efficaci. Allineamento degli aiuti dei donatori alle strategie e procedure nei paesi partner e attuazione a livel-lo locale dei programmi di sviluppo sono i punti centrali della politica UE in materia di aiuti esterni. Questi e altri obiettivi chiave di sviluppo sono stabiliti nel consenso europeo in materia di sviluppo del 2005, il quale ha portato nel 2007 all'adozione del codice di condotta dell’UE in materia di divisione dei compiti. Entrambi i documenti forniscono una visione della politica di sviluppo condivisa dagli Stati membri e dalla Commissione per aumentare l’efficacia degli aiuti usando sistemi migliori di assegnazione in modo da fruire del valore aggiunto che ogni donatore europeo può apportare. Il consenso conferma gli impegni dell’UE sottoscritti nel 2005 nella dichiarazione di Parigi relativa all’ef-ficacia degli aiuti per aumentare gli sforzi europei di armonizzazione, allineamento e migliore gestione degli aiuti a garanzia dei risultati.

Nel settembre 2008, il Forum di Accra sull’efficacia degli aiuti ha adotta-to il cosiddetto programma di azione di Accra che contiene significativi impegni politici dei donatori e dei paesi in via di sviluppo e provvedi-menti molto ambiziosi per migliorare l’attuazione della dichiarazione di Parigi.

Nel quadro del codice di condotta dell’UE in materia di divisione dei compiti, la Commissione europea si sta muovendo verso l’armonizza-zione delle pratiche dei donatori migliorando il proprio meccanismo di cofinanziamento congiunto con altri donatori e di cooperazione de-legata. Quest’ultima è un accordo di partenariato tra la Commissione e un altro donatore, nell’ambito del quale una parte delega l’altra ad agire per proprio conto in termini di amministrazione di fondi; l’altra parte può essere un altro Stato membro dell’UE, un donatore bilaterale o un'organizzazione internazionale. Questo processo ha offerto nuove opportunità per la riduzione dei costi generali a carico dei donatori e dei paesi partner.

Aiuti per i più bisognosi

È ormai chiaro che, per assistere a un autentico sviluppo favorevole ai più poveri e raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015, la comunità internazionale deve migliorare la propria rispo-sta nei confronti dei paesi che vivono situazioni di fragilità. La fragi-lità fa riferimento a strutture deboli o mancanti, dove lo Stato non è in grado o non vuole ottemperare ai propri doveri di erogazione di servizi essenziali, sicurezza e mantenimento dello stato di diritto. Le situazioni di fragilità pongono ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita equa e alla pace, poiché possono creare instabilità regionali, flussi migratori non controllati e anche rischi per la sicurezza globale. Ecco perché negli ultimi anni l’UE, con la comunità internazionale, ha compiuto uno sforzo congiunto per rispondere ai problemi specifici delle situazioni di conflitto, post-conflitto e altre situazioni di fragilità nelle quali la sicurezza e i servizi di soccorso alla popolazione devono essere assicurati a breve termine, mentre, al contempo, deve essere costruita gradualmente la capacità di fornire servizi sociali, sicurezza e giustizia in modo sostenibile.

La Commissione europea elabora e attua numerosi interventi per af-frontare situazioni umanitarie, di sicurezza e di sviluppo a più lungo termine. Per gestire le nuove sfide e garantire l’efficacia dei programmi anche nei paesi più poveri che vivono situazioni di fragilità e crisi, la Commissione prepara le strategie, la programmazione e le procedure appositamente per rispondere alle circostanze locali; inoltre, ha mi-gliorato la sua efficacia in situazioni di fragilità, rispondendo ai bisogni con una serie di strumenti che variano dall'approccio progettuale agli aiuti di bilancio.

La Commissione sta altresì usando il valore aggiunto delle proprie operazioni nei cosiddetti “paesi orfani”, dove sono attivi pochi altri do-natori. La Commissione sfrutta ogni opportunità per incoraggiare gli Stati membri a impegnarsi in questi paesi. Essa sta, inoltre, facendo un largo impiego delle procedure di cofinanziamento che permettono di attrarre e distribuire fondi ulteriori degli Stati membri in favore di quei paesi in cui mancano donatori.

Partenariati per il cambiamento16

Partenariati per il cambiamento 17

Risultati sul campo Commercio e integrazione regionaleL’UE rappresenta il principale partner commer-ciale per gran parte dei paesi ACP e praticamen-te per tutti i paesi ACP dell'Africa sub-sahariana. Nel 2008 gli scambi commerciali con i paesi ACP sono ammontati a 92 miliardi di euro. Sebbene i suoi scambi con i paesi ACP rivestano un ruolo marginale, l'UE intende intensificare il contri-buto che il commercio può dare allo sviluppo economico e sociale e aiutare i paesi ACP ad accedere ai mercati globali aperti. Uno degli obiettivi particolari della strategia di assistenza associata al commercio dell’UE consiste nell’aiu-tare la regione ACP a sfruttare pienamente le opportunità commerciali e a massimizzare i benefici delle riforme commerciali. Ciò include la rimozione progressiva degli ostacoli al com-mercio per i produttori ACP, ovvero le barriere tariffarie e non tariffarie, e l’intensificazione della cooperazione in tutti i settori legati al commer-cio. L’assistenza relativa al commercio è diventa-ta una componente cruciale della cooperazione esterna dell’UE, anche relativamente all’agenda di sviluppo di Doha dell’OMC e alle trattative in

corso per gli accordi di partenariato economico (APE) con i paesi ACP.

accoRdIdIPaRtenaRIatoeconomIcoGli APE sono volti a consolidare le iniziative di integrazione regionale tra i paesi ACP e a incen-tivare la graduale integrazione dei paesi ACP nell’economia mondiale. Le trattative si basano sulla decisione congiunta dell’UE e dei paesi ACP di superare le precedenti relazioni commerciali basate su preferenze a senso unico garantite alle esportazioni ACP e di concludere nuovi accordi commerciali in linea con le norme dell’OMC. Gli APE tengono conto dei limiti economici, sociali e ambientali dei paesi ACP interessati e della loro abilità ad adattarsi a nuovi scenari commerciali.

PRomozIonedell’IntegRazIoneRegIonaleIl commercio tra Stati membri dell’UE rappresen-ta più del 60% degli scambi commerciali totali intracomunitari; per contro, il dato equivalente relativo agli scambi tra paesi africani è appena

il 10%. Esiste un margine di miglioramento dei mercati regionali dei paesi ACP per promuovere scambi e stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro. Il commercio e l’integrazione re-gionale sono interconnessi e i progressi compiuti nell’integrazione regionale sono una condizione necessaria per l’espansione dei flussi commerciali. L’UE sostiene il commercio e l’integrazione regio-nale dei paesi ACP, concentrandosi sull’ideazione di politiche appropriate per lo sviluppo del com-mercio e del settore privato, tra cui un quadro normativo più vantaggioso per le aziende, pro-cedure semplificate per creare e gestire attività tra regioni, infrastrutture economiche efficienti e provvedimenti per promuovere un quadro legi-slativo stabile e ridurre i costi delle importazioni e delle esportazioni. La dimensione regionale permette di affrontare il problema dell’armoniz-zazione dei processi e delle procedure; in questo modo si potrà ottenere una maggiore integrazio-ne dei mercati regionali che, a sua volta, potrà aumentare le opportunità delle aziende ACP di accedere ai mercati mondiali.

In molti paesi ACP, le esportazioni di frutta, verdura

e fiori sono un volano della crescita economica e

l’UE costituisce il maggior mercato di esportazione.

I produttori e gli esportatori ACP hanno bisogno di

informazioni aggiornate e di personale qualificato per

mantenere l’accesso al mercato e sfruttare le nuove

opportunità. Il commercio di prodotti ortofrutticoli

può potenzialmente contribuire a ridurre la povertà

nei paesi ACP, soprattutto in gruppi di popolazione che

hanno poche opportunità per generare reddito,come

ad esempio le donne delle zone rurali.

Mediante il progetto PIP, l’UE fa sì che il settore delle

esportazioni ortofrutticole ACP sia in grado di ottenere

l’accesso al mercato europeo rispettando le norme eu-

ropee sulla sicurezza alimentare, i requisiti ambientali,

le migliori prassi per il commercio equo e andando

incontro alla crescente domanda dei consumatori di

alimenti biologici. Il progetto aiuta inoltre gli operatori

del settore a rispettare il numero e il rigore crescenti

delle norme del settore privato applicate dalle sin-

gole catene di supermercati europee. Il PIP è stato

istituito nel 2001 come programma facente parte

dell’iniziativa per ridurre l’uso di pesticidi al fine di

soddisfare le norme richieste per le esporta-

zioni in Europa, ma la sua portata è stata

TUTTi i PAESi ACP • Sostegno alla crescita delle esportazioni

ortofrutticole verso l’Europa

poi estesa fino a coprire una vasta gamma di norme

e direttive europee.

Il PIP, dopo una prima fase svoltasi dal 2001 al 2008,

è ora nella seconda fase. Nella versione attuale, il PIP

presta particolare attenzione al sostegno e alla forma-

zione di piccole aziende agricole e ai loro gruppi di

produttori. Un importante risultato del progetto è stato

l’innalzamento delle norme relative alla sicurezza della

frutta e della verdura vendute sui mercati locali ACP.

Grazie al PIP, i fornitori ACP sono stati in

grado di conservare la propria quota

di mercato europeo per i prodotti or-

tofrutticoli. Il tasso di copertura del

programma ha superato l’80% del

flusso di frutta e verdura fresche

dai mercati ACP all’UE.

Titolo del progettoPIP – Per lo sviluppo sostenibile del

settore in Africa, nei Caraibi e nel Pacifico

Durata Fase I 2001-2009 – Fase II 2009-14

Contributo UEPrima fase 38,2 milioni di euro; seconda fase 33 milioni di euro

PartnerCOLEACP (rete di produttori/esportatori ACP,

importatori UE e altri)

http://www.coleacp.org/pip

le migliori prassi per il commercio equo e andando

incontro alla crescente domanda dei consumatori di

alimenti biologici. Il progetto aiuta inoltre gli operatori

del settore a rispettare il numero e il rigore crescenti

delle norme del settore privato applicate dalle sin-

gole catene di supermercati europee. Il PIP è stato

istituito nel 2001 come programma facente parte

dell’iniziativa per ridurre l’uso di pesticidi al fine di

soddisfare le norme richieste per le esporta-

zioni in Europa, ma la sua portata è stata

Grazie al PIP, i fornitori ACP sono stati in

grado di conservare la propria quota

di mercato europeo per i prodotti or-

tofrutticoli. Il tasso di copertura del

programma ha superato l’80% del

flusso di frutta e verdura fresche

dai mercati ACP all’UE.

18 Partenariati per il cambiamento

I 14 paesi della Comunità per lo sviluppo dell’Afri-

ca australe cercano investimenti per espandere e

modernizzare il settore produttivo e hanno biso-

gno di un sostanziale aumento degli investimenti,

sia internamente nella regione, sia dall’esterno, per

dare impulso alla crescita economica e ridur-

re il tasso di povertà. Il programma di

promozione degli investimenti

UE-SADC (ESIPP) è stato ideato

per facilitare e semplificare le

procedure di investimento.

Il programma si è concen-

trato su cinque settori chia-

ve delle economie regionali:

edilizia e materiali da costru-

zione; ingegneria leggera; tu-

rismo; settore minerario; settore

agroindustriale. Gli obiettivi principali

erano due: il primo, rafforzare le capacità e il

ruolo delle organizzazioni di intermediazione (ovve-

ro coloro che provvedono all’incontro tra potenziali

partner di investimento) nei paesi SADC; il secondo,

AfRiCA AUSTRAlE • Promozione dei partenariati per gli investimenti

fornire un supporto diretto alle società SADC or-

ganizzando eventi e mettendole in contatto con

potenziali investitori di altri paesi della regione o

europei.

ESIPP ha organizzato un grande evento per i

partenariati e numerosi workshop in

ognuno dei cinque settori sopra

citati. Gli eventi hanno avuto

luogo in diversi paesi SADC.

L’incontro finale – per il

settore agroindustriale –

si è svolto in Tanzania nel

maggio del 2008 e ha riu-

nito più di 400 partecipan-

ti, oltre a 60 intermediari

commerciali da paesi SADC,

dell’Africa orientale e occidenta-

le e dell’UE, ai quali 128 società SADC

hanno potuto mostrare le proprie oppor-

tunità di investimento. Si sono tenuti più di 1 400

incontri di affari diretti e i potenziali partner hanno

sottoscritto 169 lettere di intenti.

Titolo del progettoUE-SADC Programma di promozione

degli investimenti

Durata2002-2008

Finanziamento dell’UE18,3 milioni di euro

PartnerComunità per lo sviluppo dell’Africa

australe (SADC)

Prima di chiudersi nel giugno del 2008:

• con l’Associazione delle Camere di commercio

SADC (ASCCI), l’ESIPP ha prodotto una serie di

strumenti per piccole, medie e micro imprese

(PMMI) che illustrano passo passo come iniziare e

gestire una piccola impresa nella regione dell’Africa

australe;

• ESSIP ha contribuito all’istituzione del Forum com-

merciale UE-Africa australe (BTFES) per incoraggia-

re il coinvolgimento economico nello sviluppo di

relazioni commerciali tra UE e SADC.

Partenariati per il cambiamento 19

AmbienteIl degrado ambientale costituisce una seria minaccia per il mondo in via di sviluppo. I po-veri che vivono nelle aree rurali, in modo par-ticolare, dipendono dalle risorse naturali per la loro sopravvivenza e, al tempo stesso, sono anche i più vulnerabili agli effetti dei disastri ambientali causati da cambiamenti climatici, distruzione degli ecosistemi, inquinamento ed esaurimento delle risorse naturali. Protegge-re l’ambiente aiuta a promuovere lo sviluppo economico e sociale a lungo termine ed è, pertanto, un elemento chiave per ottenere una riduzione duratura della povertà e uno sviluppo sostenibile nei paesi ACP. Il consen-so europeo in materia di sviluppo sottolinea l’importanza della gestione sostenibile e della

conservazione delle risorse naturali, sia come fonte di reddito, sia come strumento per la salvaguardia e la creazione di posti di lavoro, mezzi di sussistenza delle zone rurali e beni e servizi ambientali.

L’accordo di partenariato ACP-UE integra la sostenibilità ambientale in ogni aspetto della cooperazione allo sviluppo mediante misure correttive relative a specifici problemi am-bientali o misure di integrazione trasversale all’interno di altri settori, come il tentativo di costruire e rafforzare la capacità scientifica e tecnica di tutti i soggetti interessati (governi, istituzioni, organizzazioni della società civile, ecc.). Tra le iniziative concrete adottate dall’UE

nei paesi ACP figurano azioni riguardanti lo sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici, la biodiversità, la desertificazione, le foreste e la loro gestione, le risorse marine, i rifiuti e i prodotti chimici. Vengono altresì promosse le energie rinnovabili, in modo particolare me-diante il sostegno istituzionale e l’assistenza tecnica, la creazione di un quadro legislativo e amministrativo favorevole agli investimenti e l’incoraggiamento alla cooperazione regionale.

©FAO/G. Napolitano

l’importanza della gestione sostenibile e della ecc.). Tra le iniziative concrete adottate dall’UE

20 Partenariati per il cambiamento

L’Africa centrale ospita la più vasta estensione di fore-

sta tropicale dopo il bacino amazzonico. Se sfruttata

in modo razionale, si può rivelare un vettore reale

di sviluppo; le ricchezze della sua ineguagliabile

biodiversità sono ancora ampiamente inesplorate.

Il programma ECOFAC unisce due

principi, conservazione e svi-

luppo, e dimostra l’impegno

dell’UE per la protezione e

l’uso razionale degli eco-

sistemi forestali dell’Africa

centrale.

Questi ultimi sono minac-

ciati dalla deforestazione e

dal disboscamento illegale;

la biodiversità è minacciata dal

commercio di specie selvatiche che

ne mette in pericolo la sopravvivenza. La con-

servazione delle foreste tropicali africane è cruciale

per lo sviluppo sociale ed economico di circa 65

milioni di persone.

L’attuale programma ECOFAC IV copre il periodo dal

2006 al 2010 e coinvolge nelle proprie attività sola-

mente persone del luogo. Vi prendono parte sette

paesi: Camerun, Repubblica Centrafricana, Guinea

Equatoriale, Gabon, São Tomé e Príncipe, Repubblica

del Congo e Repubblica Democratica del

Congo.

Le foreste pluviali tropica-

li si estendono per oltre

1 620 000 km2. Soprattutto

grazie a ECOFAC, un to-

tale di 180 000 km2 sono

ora gestiti come riserve.

L’approccio regionale del

programma ha portato alla

creazione di una rete di zone

protette dell’Africa centrale.

ECOFAC crea alternative alla caccia per le per-

sone del luogo, incluso lo sviluppo dell’ecoturismo

come fonte di reddito e la formazione alle attività di

falegnameria, alla costruzione di laterizi, alle nuove

tecniche agricole e a nuovi modi per sfruttare le

risorse forestali.

ECOFAC contribuisce al piano di azione dell’UE

sull’applicazione delle normative, della governan-

ce e del commercio nel settore forestale (FLEGT)

lavorando con paesi che producono legname, al

fine di affrontare il problema della deforestazione

e ridurre il disboscamento illegale. Sostiene anche

un progetto con l’Unesco e il governo francese per

aumentare la sensibilizzazione presso le popolazioni

delle aree forestali, soprattutto tra i più giovani, sulla

necessità di proteggere i grandi primati che sono

minacciati di estinzione.

AfRiCA CEnTRAlE • Conservazione e gestione delle foreste pluviali tropicali

Titolo del progettoConservazione e uso razionale degli

ecosistemi forestali in Africa centrale (ECOFAC)

Durata2006-2010

Contributi dell’UE38,2 milioni di euro

PartnerIstituzioni nazionali dei sette paesi

partecipanti

Partenariati per il cambiamento 21

InfRastRuttuReetRasPoRtILe infrastrutture e i trasporti rappresentano i principali motori dello sviluppo e assicurano l’accesso a posti di lavoro, sanità, istruzione e altre funzioni vitali per la sicurezza e il benes-sere delle persone nelle aree rurali e urbane. I costi dei trasporti, al fine di rendere possibile la crescita sociale ed economica e far fiorire il commercio e l’integrazione regionale, devono

essere ridotti al minimo. Attualmente lo stato dei trasporti impedisce ancora la crescita di molti paesi ACP, soprattutto i meno sviluppati. Migliorare il contributo dei trasporti allo svilup-po significa renderli sicuri, accessibili, efficienti, sostenibili e con un impatto ridotto sull’am-biente. Il sostegno dell’UE alle infrastrutture di trasporto trova riscontro soprattutto nella cooperazione allo sviluppo con i paesi ACP. Tra

il 1995 e il 2006, la Commissione ha erogato circa 6,5 milioni di euro per i progetti relativi ai trasporti e la regione ACP ha ricevuto circa l’80% dei fondi assegnati. La maggior parte di questi fondi è stata impiegata per migliorare il trasporto su strada al fine di ridurre il costo dei viaggi e aumentare la qualità dei servizi.

AfRiCA SUb-SAhARiAnA • Garanzia di investimenti vitali per le infrastrutture

infrastrutture, comunicazioni e trasporti

Infrastrutture efficienti, specialmente relative a

trasporti, energia, comunicazioni e acqua, sono

fondamentali per lo sviluppo sostenibile, la crescita

economica e la riduzione della povertà in Africa. È

stato stimato che saranno necessari 60 miliardi di

euro ogni anno, dal 2010 al 2015, per migliorare le

infrastrutture dell’Africa sub-sahariana.

Nel 2007, l’UE ha istituito Il Fondo fiduciario per le

infrastrutture per l’Africa con l’intento di incremen-

tare gli investimenti internazionali e dell’UE nelle

infrastrutture regionali e nell’interconnettività in

Africa, collaborando con altre iniziative, soggetti

e strumenti, e sul principio dell’assunzione di re-

sponsabilità africana.

Alla fine del 2009, il Fondo aveva distri-

buito più di 96 milioni di euro di

aiuti, finanziando 19 progetti

di infrastrutture chiave e ul-

teriori 26 milioni di euro

sono stati accantonati

per altri due progetti.

Si prevede che i pre-

stiti dalle istituzioni

finanziarie europee

o internazionali e dal

settore privato arrivino

a 1,5 miliardi di euro.

Si stima che ogni euro di finanziamento approvato

ne generi almeno 14 in investimenti totali. Il finan-

ziamento può avvenire in diverse forme: abbuoni

di interessi, assistenza tecnica, sovven-

zioni dirette e premi assicurativi.

Il Fondo fiduciario è uno stru-

mento chiave del parte-

nariato UE-Africa per le

infrastrutture, gestito

congiuntamente da

un comitato direttivo

con membri europei

e africani.

Il Fondo mette insie-

me le risorse della Com-

missione europea e dei

Titolo del progettoFondo fiduciario per le infrastrutture UE-Africa

Durata2007 - in corso

Contributo dell’UE308,7 milioni di euro (2007-2009)

Partner12 Stati membri dell’UE, Banca europea per gli

investimenti, banche, istituzioni finanziarie e agenzie per lo sviluppo europee, Banca africana di sviluppo

www.eu-africa-infrastructure-tf.net

Partenariati per il cambiamento2222

In quattro settori delle infrastrutture, ovvero ener-

gia, trasporti, acqua e telecomunicazioni, vi sono

progetti che soddisfano i requisiti per ricevere il

finanziamento del Fondo fiduciario. Ecco alcuni

esempi di progetti finanziati:

• impianti idroelettrici (p. es. Felou in Africa occi-

dentale);

• reti di interconnessione elettrica (p. es. Benin-

Togo; Namibia-Zambia);

12 Stati membri dell’UE e le capacità di prestito

della Banca europea per gli investimenti (BEI) e

delle banche o agenzie dell’UE che partecipano

al finanziamento dello sviluppo. La Banca africana

di sviluppo partecipa alle discussioni del Fondo

fiduciario sulla preparazione e la valutazione dei

progetti. Dopo ulteriori contributi nel 2009 ricevu-

ti dalla Commissione europea e dal Regno Unito,

oltre a un primo impegno da parte della Finlandia,

i contributi totali al Fondo fiduciario sono attual-

mente pari a 372,7 milioni di euro.

CiAd • Nuove strade possono portare nuovi affari

• strade, ferrovie, aeroporti e porti (p. es. Beira,

Walvis Bay; Pointe Noire, Port Louis; l’aeroporto

internazionale Jomo Kenyatta, Kenya; Great Ea-

stern Road, Zambia);

• East African Submarine Cable System (EASSy), un

sistema di connessione a fibra ottica tra i paesi

dell’Africa australe e orientale nella rete di comu-

nicazione internazionale;

• studi preliminari per impianti idroelettrici a Sam-

bagalou e Gouina in Africa occidentale e a Ruzizi

e Gibe in Africa centrale e orientale.

Titolo del progettoSostegno alla politica del settore dei trasporti: manutenzione delle strade e vie economiche

Durata2005-2013

Contributo dell’UE84 milioni di euro

PartnerMinistero delle infrastrutture e dei

trasporti del Ciad

Il Ciad ha una superficie pari a due volte quella della

Francia, ma nel 2005 aveva solo 667 km di strade

asfaltate di livello internazionale. Alla fine del

2009 il totale era salito a 1 090 km e

continua a salire, anche grazie al

sostegno dell’Unione europea.

L’UE ha finanziato la strada

asfaltata transfrontaliera che

collega Moundou, sita nel

popoloso e produttivo sud

del Ciad, con N’Gaoundere

in Camerun, e oggi continua

a finanziare l’estensione della

rete stradale permanente verso

la parte sud-orientale del Ciad, un

paese privo di sbocchi sul mare. Il pro-

getto contribuisce a migliorare la rete strada-

le permanente del Ciad e a ridurre il suo isolamento,

in particolare diminuendo il tempo di percorrenza

verso Douala, la città portuale più vicina in Camerun;

stimolerà lo sviluppo economico sostenibile e aiu-

terà a ridurre i livelli di povertà. In precedenza, l’UE

aveva finanziato parte dell’autostrada tra N’Djamena

e Moundou (Ere-Kelo-Moundou, 148 km), comple-

tata nel 2005.

La strada lunga 390 km che col-

lega N’Gaoundere, il punto di

arrivo della rete ferroviaria

proveniente da Douala, e

Moundou, la seconda città

del Ciad per grandezza, è

stata inaugurata nel 2007.

Questo progetto ha rappre-

sentato il maggiore investi-

mento dell’UE su una singola

strada in Africa. La sua apertura ha

coinciso con l’inizio della costruzione

della strada asfaltata tra Moundou e Koumra

(190 km) inaugurata nel dicembre del 2009. L’UE

ha contribuito per il 79% dei costi di costruzione,

mentre la parte rimanente è stata a carico del go-

verno nazionale.

Il completamento della strada tra Moundou e Kou-

mra ha stimolato l’attività economica, portando

per esempio alla creazione di sei nuove agenzie di

viaggio che offrono servizi regolari tra le città me-

ridionali e N’Djamena. L’attività industriale è pronta

a espandersi; man mano che la rete stradale rag-

giunge regioni agricole isolate, aumenta anche il

potenziale per le esportazioni agricole.

Per integrare le attività di costruzione, l’UE ha finan-

ziato diversi progetti di stampo ambientale, finan-

ziando tre ONG che, lungo tale percorso, sono attive

nei campi della sicurezza stradale, della lotta alla

deforestazione e della riduzione della diffusione del-

le malattie a trasmissione sessuale e dell’HIV/AIDS.

Il progetto in corso dell’UE fornisce sostegno istitu-

zionale al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti

e al settore dei trasporti privati, in particolare nella

sfera della manutenzione delle strade. La capacità

del governo del Ciad di gestire la rete stradale e

affrontare il sovraccarico di veicoli è essenziale per

garantire la sostenibilità a lungo termine degli in-

vestimenti nelle strade.

Partenariati per il cambiamento 2323

tecnologIeInfoRmatIcheedellacomunIcazIoneAnche le tecnologie informatiche e della co-municazione (TIC o ICT nell’acronimo inglese) dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo dei paesi ACP contribuendo a mi-gliorarne la competitività commerciale. Uno svi-luppo rapido e positivo delle TIC nei paesi ACP, tuttavia, richiede il coinvolgimento e gli investi-menti del settore privato. La Commissione euro-pea sostiene una serie di progetti nel settore TIC,

in forma di partenariati pubblico-privati, sebbe-ne il finanziamento sia relativamente ridotto. In questo settore l’UE si concentra soprattutto sul sostegno alla riforma normativa e allo sviluppo delle capacità amministrative per garantire che le società private abbiano un accesso equo e paritario ai mercati competitivi. L’UE incoraggia i governi dei paesi ACP a sostenere il settore TIC mediante lo sviluppo delle capacità istituzionali e tramite incentivi, come le riduzioni d’imposta. L’UE incoraggia inoltre i paesi ACP a promuove-

Titolo del progettoSostegno alla rete di conoscenza e

apprendimento caraibica

Durata Fase I 2007-2009 – Fase II 2009-2012

Contributo dell’UEFase I 2 milioni di euro – Fase II 10 milioni di euro

PartnerBanca di sviluppo dei Caraibi, Banca Inter-americana di sviluppo, Organizzazione degli Stati americani, governi

CARICOM, UNDP, Agenzia canadese per lo sviluppo

http://www.ckln.org

dotate di elevati livelli di istruzione e competenze

tecniche, soprattutto nel campo delle TIC e dei servizi

basati su Internet.

Con il sostegno dell’UE, è stata

istituita la rete caraibica della

conoscenza e dell’apprendi-

mento (CKLN) per affron-

tare queste sfide. In una

prima fase, dal 2007 al

2009, l’UE ha sostenuto

la CKLN aiutando a porre

in essere il quadro istitu-

zionale e gli strumenti

per permettere alla rete

di aiutare i propri membri e

agli istituti formativi del settore

terziario (IIT) dei Caraibi di parteci-

pare alla rete.

I piccoli Stati dei Caraibi si trovano ad

affrontare grandi sfide alla com-

petitività, poste dalla globa-

lizzazione, dall’economia

basata sulla conoscenza

e dalla rivoluzione infor-

matica e delle comuni-

cazioni. I Caraibi vivono

soprattutto di agricol-

tura, turismo e servizi

finanziari che richiedono

capacità personali e finan-

ziarie limitate; la competitività

futura dipenderà dalla loro capa-

cità di spostarsi nei settori dei servizi, a

livello regionale e internazionale, con persone

i CARAibi • Come rimanere competitivi nell’era digitale

In termini concreti, ciò è equivalso a:

• migliorare l’efficienza e l’importanza degli istituti for-

mativi del settore terziario e dei ministeri mediante

assistenza tecnica nella pianificazione, nella gestione

finanziaria e nelle risorse umane;

• istituire una rete sostenibile di conoscenza e appren-

dimento;

• sviluppare la capacità di approntare programmi e

servizi di istruzione regionali per l’apprendimento a

distanza.

La fase cruciale consisteva nella formazione e nella

fornitura di assistenza tecnica a oltre 100 istituti for-

mativi del settore terziario con diversi livelli di sviluppo

e ubicati in un’ampia regione. Per mettere in atto la rete,

la CKLN e i suoi membri avevano bisogno di una pre-

parazione in termini di risorse umane qualificate, pia-

nificazione strategica e operativa e gestione finanziaria.

Dopo la prima fase, l’UE sta finanziando quella che

viene chiamata CKLN II, ovvero un piano aziendale

e uno studio di fattibilità per la rete. Vengono forniti

finanziamenti anche per le apparecchiature necessarie

alla rete e per il noleggio dei circuiti di trasmissione

digitale. Una volta completata, la CKNL si interfaccerà

con le reti educative di America Latina, Europa e di

tutto il mondo.

re un più efficace trasferimento della conoscen-za e delle tecnologie a livello globale mediante, per esempio, partenariati internazionali e diritti sulla proprietà intellettuale più flessibili.

24 Partenariati per il cambiamento

acquaL’acqua è essenziale per la vita e lo sviluppo umano. Tuttavia, più di 300 milioni di persone in Africa non hanno accesso ad acqua pulita e a strutture sanitarie di base; queste sono tra le maggiori cause di malattia e morte. In alcuni

La comunità rurale di Coubalan nella regione meri-

dionale di Casamance aveva uno dei livelli più bassi di

accesso ad acqua pulita e strutture igienico-sanitarie

del Senegal: solo il 20% della popolazione aveva

accesso ad acqua potabile sicura. Questo progetto

cofinanziato dallo strumento per l’acqua ACP-UE sta

fornendo accesso sostenibile ad acqua potabile sicura

e a strutture igienico-sanitarie di base a 13 villaggi nella

comunità di Coubalan, per oltre 17 000 abitanti com-

plessivamente. Il progetto copre un’area di 200 km2.

Coubalan è la prima comunità rurale in Senegal dotata

di approvvigionamento idrico e strutture igienico-

sanitarie su tutto il territorio. Le risorse idriche sono

gestite a livello locale dalla comunità rurale mediante

una struttura amministrativa decentrata.

Lo strumento per l’acqua disponeva di un budget di 497

milioni di euro per il periodo 2004-2009, al quale si sono

aggiunti 200 milioni di euro per il periodo 2009-2013.

paesi ACP, le già limitate risorse idriche sono minacciate dalle fluttuazioni stagionali e dai cicli periodici di siccità e inondazioni. Anche i cambiamenti climatici stanno influendo nega-tivamente sull’acqua. La Commissione europea risponde a queste sfide con azioni mirate nel

quadro dei programmi di cooperazione nazio-nale e regionale con i paesi ACP e con strumen-ti politici specifici, come lo strumento per l’ac-qua ACP-UE e l’iniziativa UE “Acqua per la vita”.

Il progetto ha permesso di ottenere:

• tre impianti idraulici collegati a cinque pozzi che

forniscono quantità sufficienti di acqua potabile di

qualità;

• un totale di 923 latrine nei 13 villaggi che coprono

tutto il territorio della comunità rurale di

Coubalan;

• 1 200 case dotate di approvvi-

gionamento idrico;

• due campagne sulle mi-

sure igienico-sanitarie,

svolte in villaggi mi-

rati e nelle scuole;

• le risorse idriche

sono gestite dalla

comunità con la

partecipazione delle

persone del luogo.

Titolo del progettoAcqua potabile e strutture igienico-

sanitarie nella comunità rurale di Coubalan

Durata2006-2009

Contributo dell’UE931 388 euro (67% del totale)

PartnerACRA (Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America

Latina), Italia, organizzazioni della comunità locale guidate dal Consiglio rurale di Coubalan, Senegal

http://ec.europa.eu/europeaid/ water-facility

SEnEGAl • Acqua potabile sicura e migliori strutture igienico-sanitarie per la comunità rurale di Coubalan

Acqua ed energia

Questo progetto è un’iniziativa della società civile

guidata da una ONG italiana in collaborazione con

la comunità rurale di Coubalan. Una serie di altri

partner si sono associati al progetto, tra cui il

Ministero francese degli affari esteri

ed europei, il comune francese di

Cherbourg-Octeville, il Con-

siglio regionale della Bassa

Normandia, l’Agenzia per

l’acqua Seine-Normandie

e l’ente senegalese per i

servizi idraulici.

Partenariati per il cambiamento 25

eneRgIaL’accesso ridotto a servizi energetici affidabili caratterizza i contesti di povertà e i paesi ACP non fanno eccezione. In alcuni paesi, l’accesso a servizi energetici moderni e sostenibili è limi-tato a una percentuale del 10% nelle aree rurali. Inoltre, la dipendenza dai combustibili ricavati dalla biomassa tradizionale, come il carbone

Isolate e relativamente pic-

cole, per la generazione

di elettricità la maggior

parte delle nazioni-isole

del Pacifico fanno affida-

mento sui combustibili

fossili importati. Tuttavia,

questo modo di produrre

elettricità può dimostrarsi spes-

so poco efficace, mentre esiste la

possibilità di sviluppare fonti alternative

di energia. I paesi ACP del Pacifico generalmente sono

molto assolati, ma convertire il sole in energia utilizzabile

non è così semplice; questo era l’obiettivo di cinque

nazioni-isole coinvolte nel progetto REP-5 finanziato dal

9° FES, ossia gli Stati Federati di Micronesia, Nauru, Niue,

Palau e la Repubblica delle Isole Marshall.

REP-5 ha attuato una serie di progetti legati alle energie

rinnovabili e all’efficienza energetica nei cinque paesi

per aiutarli a ridurre la loro dipendenza dai combustibili

fossili importati e a estendere la disponibilità di elettri-

cità nelle comunità isolane più remote.

Occorreva superare diversi ostacoli, tra cui la difficoltà

di far arrivare i pannelli solari e le pesanti batterie e di

procedere alla loro installazione su isole lontane, e poi

REGionE dEl PACifiCo • Energia solare per le isole remote

Titolo del progettoSostegno al settore dell’energia in cinque

nazioni-isole ACP nel Pacifico

Durata2006-2009

Contributo dell’UE 12,39 milioni di euro

PartnerConsorzio internazionale guidato da IT Power, Regno

Unito, con Transenergie e Ademe, Francia

http://www.rep5.eu

la formazione dei team di ogni isola per la

manutenzione di base e i servizi di

installazione. Dal momento che

dovevano essere installate su

piccoli atolli dell’Oceano

Pacifico, le apparecchiatu-

re dovevano essere anche

abbastanza robuste da re-

sistere alla corrosione in

un ambiente fortemente

salino.

Oltre all’elettricità da fonti

rinnovabili per la rete, il progetto

fornisce anche l’energia per le singole

famiglie e gli edifici pubblici, incluse scuole e dispen-

sari, nonché l’installazione di contatori a pagamento,

vegetale e il legno, comporta anche un degra-do ambientale dovuto alla deforestazione e al cattivo uso delle risorse naturali. Nessun paese è mai riuscito a ridurre sostanzialmente la po-vertà senza soddisfare la crescente domanda di fonti efficienti di energia. Ecco perché è essen-ziale migliorarne l’accesso e promuovere l’uso di fonti di energia sostenibili e rinnovabili nei

paesi ACP, in modo da incentivare la fornitura sicura e accessibile dei servizi energetici alle co-munità rurali e urbane. L’UE sta promuovendo questi concetti con diverse misure e iniziative, la più importante delle quali è lo strumento ACP-UE per l’energia e l’iniziativa “Energia” dell’UE.

efficienti fornelli a gas o scaldacqua solari. Parallela-

mente al progetto è stata condotta una campagna

sul risparmio energetico diretta alle comunità locali,

per illustrare come utilizzare i nuovi sistemi e gestirli

nel modo più efficiente possibile. Questi contatti

hanno aumentato anche il grado di coinvolgimento

delle comunità locali nel progetto e hanno stimolato

un senso di appartenenza verso lo stesso.

Dopo la proficua attuazione di REP-5, gli stessi cinque

paesi, con l’aggiunta di Kiribati e Tonga, continueranno

il progetto con il 10° FES.

Il REP-5 si è svolto sotto la responsabilità del Segretariato

del Forum delle isole del Pacifico nelle Figi.

26 Partenariati per il cambiamento

L’agricoltura e lo sviluppo rurale svolgono un ruolo cruciale nella lotta contro la povertà e nel dare impulso alla crescita nei paesi ACP. L’agri-coltura, l’allevamento, la silvicoltura e la pesca costituiscono la base economica per la maggior parte delle popolazioni dei paesi ACP, nonché una delle principali fonti di occupazione e di materie prime per l’industria e le esportazioni, e contribuiscono pertanto in modo significa-tivo al prodotto interno lordo di tali paesi. A causa di un ridotto livello di diversificazione

bElizE • La povertà rurale come principale ostacolo allo sviluppo

La povertà rurale in Belize non è sem-

plicemente il risultato di privazio-

ni economiche, ma è legata a

fatturi strutturali più profondi

come la scarsità di infra-

strutture, di trasporti, di

accesso ai servizi sanitari

e all’acqua potabile e il

ridotto livello delle com-

petenze. Tutti questi fatto-

ri impediscono che le aree

rurali partecipino ad attività

economiche significative.

Ecco perché il finanziamento del pro-

gramma di sviluppo rurale del Beli-

ze (BRDP) è la base del sostegno

dell’UE al paese. L’obiettivo è

aumentare la responsabiliz-

zazione dei poveri che vivo-

no in aree rurali e investire

con loro per creare benes-

sere ed eliminare la povertà.

In questo modo il programma

segue un approccio di parteci-

pazione dal basso e decentrato per

aiutare le comunità e i distretti locali a

definire le proprie strategie e individuare progetti

Titolo del progettoProgramma di sviluppo rurale del Belize

Durata2006-2011

Contributo dell’UE7,2 milioni di euro

PartnerMinistero dello sviluppo economico, autorità locali

e ONG

http://www.brdp.org

e imprese da sostenere. La produttività e la com-

petitività devono essere accresciute nell’agricoltura

tradizionale. Le comunità devono anche diversificare

le attività e dedicarsi ad attività non agricole che

generino reddito.

I risultati a lungo termine previsti di questo progetto

sono:

• creazione di un settore agricolo più efficiente,

produttivo e competitivo, nonché agevolazione

e del limitato numero di prodotti da esporta-zione, l’agricoltura nei paesi in via di sviluppo è particolarmente sensibile alle variazioni dei flussi commerciali; tuttavia, dal momento che fornisce cibo e reddito ai gruppi meno favoriti, è importante per la sicurezza alimentare, l’ac-cessibilità dei servizi sociali e la conservazione degli ecosistemi e la biodiversità. L’UE lavora a diversi livelli per sostenere lo sviluppo agri-colo e rurale nei paesi ACP. Per esempio, a li-vello continentale, l’UE propone un quadro di

cooperazione con l’Unione africana incentrato sullo sviluppo delle capacità e sul rafforzamen-to istituzionale delle organizzazioni regionali africane. Ciò integrerà i programmi di coopera-zione nazionali e stimolerà lo sviluppo agricolo su basi più ampie. L’UE aiuta anche i paesi ACP che dipendono dall’esportazione di materie prime come il caffè, lo zucchero, il cotone e il cacao ad aumentare i guadagni dei produttori e a ridurre le oscillazioni del reddito a livello sia macroeconomico, sia produttivo.

Agricoltura e sviluppo rurale©FAO/G. Napolitano

Partenariati per il cambiamento 27

Titolo del progettoSostegno al programma di garanzia della

produzione (PSNP)

DurataFase I 2005-2009

Contributo dell’UE180,23 milioni di euro

PartnerGoverno etiope, Banca mondiale, PAM, USAID, CIDA,

Irlanda, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito

In Etiopia, negli ultimi anni, shock climatici consecu-

tivi (siccità e inondazioni) hanno portato molte per-

sone sull’orlo dell’indigenza. Molte hanno venduto

tutti i beni che possedevano per sopravvivere e si

sono ritrovate a dipendere interamente dalle con-

segne degli aiuti alimentari. Per arginare la necessità

di soccorsi alimentari d’emergenza di

massa, il governo etiope, in colla-

borazione con i partner per

lo sviluppo, ha creato una

struttura alternativa per

affrontare il problema

cronico dell’incertezza

alimentare: il program-

ma di garanzia della

produzione (PSNP). Il

PSNP dell’Etiopia è un

programma internazio-

nale “ammiraglio” ideato per

rispondere in maniera migliore ai

bisogni delle famiglie con problemi di

incertezza alimentare. Il programma ricorre a inve-

stimenti produttivi per generare reddito, sostenere

la crescita economica rurale e porre rimedio ai danni

ambientali. Il finanziamento dei lavori pubblici crea

posti di lavoro retribuiti e fornisce liquidità alle po-

polazioni bisognose cosicché le famiglie possono

acquistare cibo, ricostituire i propri beni e iniziare

di nuovo a guadagnarsi da vivere.

A livello di comunità, le popolazioni interessate

beneficiano anche dei progetti di lavori pubblici

volti a realizzare scuole, strutture sanitarie, punti di

accesso all’acqua potabile e attività di conservazione

del suolo. Coloro che non possono prendere parte ai

progetti di lavori pubblici, per esempio gli anziani e

le persone più vulnerabili, come le donne incinte o i

disabili, ricevono pagamenti in contanti.

Il programma di garanzia della produzione costa

ogni anno 220 milioni di euro ed è finanziato da

nove donatori, inclusa l’UE e quattro suoi Stati mem-

bri. Esso soddisfa le necessità di circa il 10% della

popolazione etiope, ovvero 7,5 milioni

di persone. I finanziamenti dell’UE

sono accorpati in un fondo fi-

duciario gestito dalla Banca

mondiale.

I trasferimenti di liquidi-

tà servono a finanziare

migliaia di progetti di

lavori pubblici ogni anno

nell’ambito dei piani di svi-

luppo comunitario. I mercati

sono stati sostenuti con iniezio-

ni di liquidità nell’economia locale

ed è stata rafforzata la capacità istituziona-

le di gestire il PSNP. Il programma è completamente

del governo e la sua attuazione effettiva è gestita

a livello locale.

Al fine di aiutare ad affrontare la siccità e l’aumen-

to dei prezzi dei generi alimentari nel biennio

2008-2009, l’UE ha contribuito al programma con

altri 20,23 milioni di euro, in aggiunta alla spesa di 98

milioni di euro prevista per il 2005-2007. Inoltre, l’UE

ha stanziato 20 milioni di euro del proprio strumento

alimentare per proteggere i beneficiari del program-

ma dalle conseguenze dell’aumento dei prezzi dei

generi alimentari. L’UE ha stanziato altri 100 milioni

di euro per il programma nel periodo 2008-2013.

ETioPiA • Miglioramento della sicurezza alimentare mediante un programma di garanzia della produzione

e incoraggiamento di attività economiche non

agricole; l’obiettivo è aiutare la creazione di 75-125

aziende produttive rurali e da 300 a 600 micro-

progetti;

• miglioramento dei servizi di base della popola-

zione rurale; l’obiettivo è garantire l’accesso alle

100-200 nuove infrastrutture sostenute dal BRDP

per 115 000 persone che vivono in aree rurali;

• rafforzamento delle politiche e dell‘ambiente isti-

tuzionale con cui operano i produttori agricoli, i

commercianti, i trasformatori, le organizzazioni e

le comunità locali.

L’obiettivo è che il 10% delle famiglie rurali possa

beneficiare del progetto BRDP e che almeno il 30%

dei beneficiari siano donne o giovani; in tal modo,

il sostegno viene dato a circa 60 villaggi sui 192

presenti nel paese.

28 Partenariati per il cambiamento

Il programma per le materie prime agricole di tutti

i paesi ACP (AAACP) riconosce pienamente il lega-

me esistente tra il commercio e la riduzione della

povertà. Il suo obiettivo è ridurre la povertà

migliorando i proventi e stabiliz-

zando le condizioni di vita

dei produttori di materie

prime agricole nei paesi

ACP. Un terzo del bud-

get di 45 milioni di

euro è stanziato per

il cotone.

Il programma, avviato

nel settembre 2007, si

concluderà nel dicem-

bre 2011. Finora tra i suoi

risultati si annoverano:

• lo sviluppo di 16 strategie settoriali;

• diversi workshop che promuovono i collegamenti

agricoltore-acquirente tra i paesi ACP;

• ampia diffusione delle buone pratiche agricole, so-

prattutto nell’Africa occidentale con la formazione

di circa 7 000 agricoltori;

• un grande incontro regionale sui cereali a Dakar;

• progressi significativi nell’attuazione di progetti

di gestione del rischio relativo alle materie prime.

Nel settore del cotone, una serie di visite di

studio, viaggi sul campo e sessioni

formative di marketing hanno

dato risultati concreti posi-

tivi. Si sono infatti conclu-

se le prime trattative di-

rette sull’esportazione

di cotone tra i produt-

tori africani e i filatori

in Cina, Tailandia e

Bangladesh. È stato

inoltre pubblicato un

lavoro congiunto di riferi-

mento sulle nozioni apprese

in merito alla riforma del settore

del cotone in Africa.

Con la partecipazione dei soggetti interessati sono

stati concordati alcuni cambiamenti di orientamen-

to relativamente agli ultimi due anni del programma:

nel Pacifico, il programma d’ora in avanti si concen-

trerà sulla sicurezza alimentare con azioni mirate al

settore della frutta e della verdura.

TUTTi i PAESi ACP • Supporto mirato ai produttori di materie prime

Titolo del progetto:Programma per le materie prime agricole di

tutti i paesi ACP

DurataSettembre 2007 - dicembre 2011

Contributo dell’UE45 milioni di euro

PartnerBanca mondiale, FAO, Centro per il commercio internazionale

(ITC), Fondo comune per le materie prime (CFC), UNCTAD

http://www.euacpcommodities.eu

Nella regione dell’Africa centrale, le banane “plantain”

e la manioca sono state identificate come materie

prime prioritarie; nell’Africa occidentale il settore

chiave è il cotone, spesso unitamente ai cereali; i

paesi dell’Africa orientale e australe hanno optato

per il sostegno alle coltivazioni alimentari, al settore

dell’orticoltura e dei cereali. Inoltre, è stato definito

un referente in ognuna delle cinque regioni ACP per

promuovere una maggiore assunzione di responsa-

bilità e partecipazione al programma.

Anche la collaborazione tra le agenzie delle organiz-

zazioni partner dell’UE verrà rafforzata per ottenere

migliori sinergie e tagliare i costi mediante attività

come workshop congiunti. I partner dell’UE nell’AA-

ACP sono le organizzazioni internazionali già attive

nell’affrontare i problemi legati alla produzione e

al commercio delle materie prime a livello globale.

Partenariati per il cambiamento 29

Lo sviluppo a lungo termine non può essere raggiunto senza un governo in grado di tute-lare efficacemente gli interessi pubblici. Senza governance, responsabilità e rispetto dello stato di diritto, la prosperità potrà essere otte-nuta solo da pochi a spese degli altri membri della società, soprattutto quelli più bisognosi. I progressi nella riforma della governance sono cruciali per lo sviluppo sostenibile, la riduzione della povertà, la stabilità e la sicurezza. L’UE ha pertanto messo la governance al centro del-le proprie attività di cooperazione con i paesi

partner ACP. L’approccio dell’UE alla governan-ce prende in considerazione le dimensioni po-litiche, economiche, sociali, culturali e ambien-tali, e incoraggia la partecipazione sia a livello nazionale, sia a livello locale, fornendo pari sostegno ai soggetti non statali e alle autorità locali. I programmi di assistenza per promuo-vere la democrazia si concentrano su processi elettorali equi, liberi e trasparenti; sul rafforza-mento delle capacità istituzionali e organizza-tive dei parlamenti; sulla promozione di media indipendenti e sull’incoraggiamento di sistemi

mAli • Responsabilizzazione delle autorità locali

Titolo del progettoProgramma di sostegno per il decentramento e la riforma

dell’amministrazione pubblica

Durata2006-2010

Contributo dell’UE72 milioni di euro

PartnerGoverno del Mali

Governance, democrazia e diritti umanipolitici autenticamente pluralistici. Il sostegno allo stato di diritto comprende programmi di riforma della giustizia che riguardano aspetti della giustizia civile, commerciale e penale, nonché la riforma del settore della sicurezza. Al tempo stesso, l’UE si adopera per promuo-vere i principi della democrazia, del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali che costituiscono i prerequisiti per lo sviluppo e la sicurezza in qualsiasi società e, pertanto, sono parte integrante della lotta contro la povertà.

Uno degli elementi chiave

per lo sviluppo sostenibile

in Mali è la riforma ammi-

nistrativa e il decentra-

mento dei poteri a livello

locale. Nel 2006, l’UE ha

lanciato un programma

di sostegno della durata di

quattro anni per il decentra-

mento e la riforma dell’amministrazione pubblica

(PARAD) al fine di rafforzare la capacità del

governo e delle autorità locali di ela-

borare, guidare e coordinare le

politiche di sviluppo e migliora-

re l’accesso della popolazione

ai servizi di base.

PARAD interessa l’intera

amministrazione del Mali,

inclusi diversi ministeri, i loro

servizi decentrati e le autorità

locali: 703 amministrazioni comu-

nali, 49 circoscrizioni amministrative, otto regioni e il

distretto della capitale Bamako. Il programma forni-

sce al governo del Mali aiuti per il bilancio settoriale.

All’avvio del programma, nel 2006, era la prima volta

che un paese ACP riceveva un aiuto di bilancio nel

settore della governance.

L’aiuto di bilancio permette di distribuire le risorse

dell’investimento sull’intero territorio nazionale e in

tutti settori di intervento; aumenta le risorse accan-

tonate per la modernizzazione e il decentramento

dell’amministrazione, nonché i trasferimenti agli

enti locali mediante il “fondo di investimento per

Partenariati per il cambiamento3030

il governo locale”. Ciò permette il finanziamento

delle infrastrutture locali, come aule, centri sanitari,

attrezzature e pozzi.

Per valutare il programma sono utilizzati gli indi-

catori di performance che misurano i progressi

nell’accesso da parte della popolazione ai servizi di

base, come l’acqua potabile, le visite prenatali e i

livelli di scolarizzazione per le ragazze. Gli indicatori

valutano anche la qualità della governance locale, le

risorse impiegate dagli enti locali per ogni abitante,

la supervisione dei progetti comunali, il decentra-

mento del bilancio e il livello di uso delle tecnologie

informatiche e della comunicazione (TIC).

mAlAwi • Sostegno alla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica

• sostegno all’istituzione di una struttura di sensibi-

lizzazione con 8 000 educatori civici appartenenti

alla comunità;

• maggiore livello di impegno per la tolleranza politi-

ca, soprattutto in distretti dove sono stati costituiti

comitati pluripartitici;

• proficua mobilitazione delle persone in occasione

delle elezioni presidenziali e parlamentari nel 1999,

2004 e 2009.

Il programma ha formato più di 400 scrutatori. Pri-

ma delle elezioni del maggio 2009, tutti gli uffici

distrettuali hanno organizzato e coordinato attività

di educazione civica e al voto nelle varie fasi del

processo elettorale, anche con la partecipazione di

partner locali come assemblee distrettuali e orga-

nizzazioni comunitarie (CBO).

NICE cerca specificamente di agevolare

la partecipazione dei cittadini al

processo decisionale a livel-

lo di comunità, distretto e

nazione; inoltre, sostiene

lo sviluppo delle capa-

cità delle organizzazioni

della società civile e

cerca di incrementare la

responsabilità pubblica di

coloro che rivestono ruoli

decisionali.

Tra i risultati del NICE si annoverano:

• uffici in tutti i 28 distretti del Malawi che consen-

tono di far arrivare il messaggio fino alle comunità

rurali più remote;

• la creazione di 163 biblioteche rurali e centri di ri-

sorse per promuovere l’alfabetizzazione e facilitare

l’accesso all’informazione;

• istituzione di club radiofonici per aumentare la

sensibilizzazione su eventi attuali presso la popo-

lazione rurale;

La democrazia multipartitica è stata intro-

dotta in Malawi nel 1994. Il progres-

so del paese verso una buona

governance e la partecipa-

zione dei cittadini alla vita

pubblica è cruciale per il

rafforzamento del pro-

cesso democratico. Un

tasso di analfabetismo

del 68% rappresenta

una delle sfide principali;

inoltre, la popolazione rura-

le ha un accesso molto ridotto

all’informazione.

È pertanto necessario introdurre l’educazione civica

per aumentare la conoscenza dei diritti e dei dove-

ri dei cittadini, nonché la conoscenza dei concetti

fondamentali dei diritti umani, della responsabilità

democratica, dello stato di diritto e della partecipa-

zione alla governance locale. Questo è il compito

del programma NICE, l’Iniziativa nazionale per l’edu-

cazione civica in Malawi, ora giunto alla terza fase.

Titolo del progettoIniziativa nazionale per l’educazione civica

in Malawi (NICE)

Durata (fase III)Maggio 2006-dicembre 2010

Contributo dell’UE8,9 milioni di euro

PartnerGoverno del Malawi, ONG locali e CBO

http://www.nicemw.org

L’idea alla base del programma è tesa a creare col-

legamenti tra il decentramento e la riforma dell’am-

ministrazione pubblica migliorando l’accesso delle

popolazioni locali ai servizi di base offerti dagli enti

locali.

PARAD è in fase di espansione e diventerà PARAD-

DER (2010-14) con l’integrazione dello sviluppo

economico regionale nel suo mandato.

Partenariati per il cambiamento 3131

SUd AfRiCA • Accesso alla giustizia e ai diritti umani

Titolo del progettoAccesso alla giustizia e promozione dei diritti

costituzionali

Durata2009-2012

Contributo dell’UE25 milioni di euro

PartnerDipartimento della giustizia e degli affari costituzionali,

Fondazione per i diritti umani, organizzazioni della società civile

A partire dalla transizione del Sud Africa dall’apar-

theid alla democrazia, il governo si è impegnato a

porre rimedio alle ineguaglianze e a migliorare la

vita dei cittadini mediante la promozione e il

consolidamento della cultura dei di-

ritti umani. Il Dipartimento della

giustizia e degli affari costi-

tuzionali ha un mandato

per promuovere i diritti

umani e l’accesso alla

giustizia per tutti.

L’obiettivo di questo

programma, avviato

nel 2009, è aiutare a raf-

forzare la democrazia in

Sud Africa migliorando l’ac-

cesso alla giustizia e promuoven-

do i diritti costituzionali. Esso aiuterà il

dipartimento a garantire l’accesso alla giustizia per

i gruppi più vulnerabili ed emarginati, soprattutto

quelli che vivono nelle township e nelle aree rurali.

Il programma intende inoltre rafforzare le capacità

delle organizzazioni della società civile in modo che

possano svolgere attività di difesa e lobby e parte-

cipare al dialogo con il governo e le istituzioni sullo

sviluppo delle politiche.

Dal programma si attendono tre risul-

tati principali: il miglioramento

dell’accesso alla giustizia, in-

cluso il ripristino di mecca-

nismi mirati per i gruppi

più vulnerabili ed emar-

ginati; una maggiore

sensibilizzazione e co-

noscenza dei diritti co-

stituzionali in Sud Africa

per i gruppi più vulnerabili

ed emarginati; una maggio-

re partecipazione ai processi

democratici mediante il dibattito

pubblico sulle politiche e organizzazioni

della società civile più efficienti.

I compiti specifici del programma sono:

• istituire uffici comunitari di consulenza nelle town-

ship e nelle aree rurali, e rafforzarne le capacità;

• istituire tribunali per l’uguaglianza a livello nazio-

nale;

• elaborare un programma nazionale per promuo-

vere la sensibilizzazione e i diritti derivanti dalla

legge sull’uguaglianza;

• trasferire le udienze per reati minori dal sistema

giudiziario a processi alternativi di risoluzione delle

controversie;

• sostenere programmi che contrastino la violenza

nei confronti di donne, bambini, disabili e anziani.

32 Partenariati per il cambiamento

AfRiCA • Azioni dell’UE per aiutare l’Africa a mantenere la pace

I conflitti violenti rallentano drasticamente lo sviluppo economico, politico e sociale. La sicu-rezza e lo sviluppo sono quindi interdipendenti e si rafforzano reciprocamente; lo sviluppo so-stenibile è impossibile in un paese minacciato da insicurezza interna, crisi e conflitti. Al tempo

sostenuto gli sforzi africani per la gestione dei conflitti e la prevenzione mediante lo svilup-po di capacità, l’assistenza tecnica e il finanzia-mento delle missioni di pace e sicurezza.

Titolo del progettoFondo per la pace in Africa

DurataFase I 2004-2008 – Fase II 2009-2011

Contributo dell’UEPrima fase 440 milioni di euro, seconda fase 300 milioni di euro

PartnerL’Unione africana e otto organizzazioni regionali africane

http://ec.europa.eu/europeaid/peace-facility

La persistenza dei conflitti in Africa non rappresenta

una minaccia soltanto alla sicurezza regionale e inter-

nazionale, ma anche allo sviluppo economico e sociale

del continente.

Con la creazione del Fondo per la pace in Africa, l’UE

fornisce un sostegno finanziario agli sfor-

zi dell’Unione africana e delle altre

organizzazioni regionali tesi a

trovare “soluzioni africane a

problemi africani”.

Le operazioni finanziate

dal Fondo sono gestite

ed effettuate da africani,

e questo rinforza la re-

sponsabilità dell’Africa per

il mantenimento della pace

nel continente e le sue capacità

in termini di prevenzione, gestione e

risoluzione dei conflitti. Il Fondo per la pace

è stato creato nel 2004 in risposta alla richiesta dei capi

Pace e sicurezzastesso, non vi può essere una pace sostenibile senza sviluppo. Colpire le potenziali cause dei conflitti come la povertà, le malattie, l’inegua-glianza e la mancanza di governance è essen-ziale per promuovere la pace e lo sviluppo. Grazie al Fondo per la pace in Africa, l’UE ha

di governo dell’Unione africana e si concentra su tre

aspetti chiave:

• un dialogo più approfondito tra UE e Africa sulle sfide

per la pace e la sicurezza;

• la creazione di un’architettura di pace e sicurezza più

stabile in Africa;

• una fonte di finanziamento pre-

vedibile per le operazioni di

sostegno alla pace guidate

da africani.

Il Fondo per la Pace in

Africa è finanziato dal

Fondo europeo di svilup-

po ed è la prima volta che

azioni di pace e sicurezza di

vasta portata vengono finan-

ziate da un programma di aiuti

allo sviluppo.

La natura del programma impone restrizioni in merito

a ciò che il Fondo può pagare. È infatti possibile finan-

ziare le spese locali degli operatori di pace, le indennità,

le razioni, l’assistenza medica e il trasporto, così come il

carburante, le apparecchiature civili e gli strumenti di

comunicazione, ma è impossibile utilizzare il Fondo per

pagare armi, munizioni, attrezzature o pezzi di ricambio

specificamente militari. Sono esclusi anche i salari base

dei soldati e la loro formazione militare.

Il budget del Fondo era di 440 milioni di euro nel pe-

riodo 2004-2008 e di 300 milioni di euro per il periodo

2009-2011. Le principali operazioni di pace finanziate

si sono svolte in Somalia, Repubblica Centrafricana,

Sudan e Isole Comore. Sono stati finanziati anche im-

portanti programmi per lo sviluppo di capacità.

.

©African Union

Partenariati per il cambiamento 33

Lo sviluppo riguarda le persone. Tutti hanno bi-sogno di sentirsi sicuri, di avere cibo, un tetto e l’accesso ai servizi sociali essenziali. Le persone dovrebbero essere protette dalla violenza, dalla discriminazione e dall’ingiustizia, dovrebbero vive-re una vita sana e acquisire le conoscenze e le com-petenze di cui hanno bisogno per crescere come individui e come cittadini. Affinché sia realizzabi-le e sostenibile, lo sviluppo deve essere orientato sulle persone, deve migliorare le possibilità dei membri più poveri e vulnerabili della società, dan-

Nel periodo 2002-2009, l’Unione europea ha stan-

ziato 97,4 milioni di euro per sostenere la vaccina-

zione dei bambini nigeriani al di sotto dei cinque

anni contro le malattie a prevenzione vaccinale. Il

programma, noto come PRIME, è stato avviato in sei

Stati ed è stato poi esteso ad altri 17. Inizialmente,

il programma ha incontrato notevoli difficoltà in

uno dei primi sei Stati, il Kebbi, nella parte nord-

occidentale del paese. Molti membri della comunità

locale musulmana non si fidavano del programma

perché temevano potesse avere conseguenze sulla

fertilità delle donne.

niGERiA • Protezione dei bambini dalle malattie infettive

Sviluppo umanodo loro la possibilità di uscire dalla condizione di povertà. Lo sviluppo umano è un elemento chiave del consenso europeo in materia di sviluppo che racchiude una vasta gamma di problematiche, tra cui la salute, l’istruzione, l’uguaglianza fra uomini e donne, i bambini e i giovani, l’occupazione e la diversità culturale. Per l’UE, lo sviluppo umano è al centro del processo di sviluppo e, al tempo stesso, l’obiettivo più importante della politica di sviluppo. Pertanto, la cooperazione con i paesi ACP è volta a conseguire miglioramenti sostanziali in singole

aree dello sviluppo umano, tra cui: un maggiore e più paritario accesso ai servizi di base e all’istruzio-ne, un livello più elevato di uguaglianza fra uomini e donne e di emancipazione delle donne, miglio-ramenti nel campo dell’occupazione, un lavoro dignitoso e la coesione sociale, il miglioramento dei diritti dell’infanzia e una migliore prevenzione del lavoro minorile, del traffico di bambini, della violenza sui minori e di altre forme di sfruttamen-to, oltre alla protezione e alla promozione della diversità culturale.

Titolo del progettoPartenariato dell’UE per rafforzare l’efficacia

delle vaccinazioni (PRIME)

Durata2002-2009

Contributo dell’UE97,4 milioni di euro

PartnerGestione sanitaria EPOS, Germania, Agenzia nazionale per lo

sviluppo dell’assistenza sanitaria primaria, Nigeria, OMS, Unicef, Programma di immunizzazione DfID a

Kano, Nigeria

Tuttavia, grazie alla positiva collaborazione con i

leader islamici, politici e dei villaggi e al supporto

dei genitori dei bambini vaccinati, è stato gra-

dualmente possibile vincere la diffidenza e

proseguire il programma. La campagna

per l’eradicazione della poliomielite è

stata avviata nel 2002 e il richiamo

della vaccinazione ha invece avuto

inizio nel maggio 2003. In quel mo-

mento, il livello delle vaccinazioni

ordinarie nel Kebbi era dell’1,7%,

molto al di sotto della media nazio-

nale. Alla fine del programma, nel 2009,

aveva raggiunto il 77%, uno dei più alti

della nazione.

Partenariati per il cambiamento3434

KiRibATi • Servizi sanitari migliori per le isole più lontane

Titolo del progettoMiglioramento dei servizi sanitari nelle

isole più lontane della Repubblica di Kiribati

DurataGiugno 2006-dicembre 2010

Contributo dell’UE8,8 milioni di euro

PartnerLa Scuola di medicina delle Figi, il Governo

di Kiribati, l’Associazione delle ONG di Kiribati

Il PRIME si prefigge due obiettivi principali: l’eradi-

cazione della poliomielite e il potenziamento dei

servizi di vaccinazione ordinaria. Le malattie preve-

nibili riscontrate in Nigeria includono poliomielite,

difterite, pertosse, tetano, tubercolosi, rosolia, epa-

tite e meningite.

Il programma ha finanziato migliorie essenziali alle

infrastrutture, inclusi centri sanitari per le cure prima-

rie, formazione del personale, installazione e ripara-

zione di attrezzature fondamentali per la catena del

freddo per la conservazione dei vaccini. Ha anche

migliorato la gestione dei servizi di vaccinazione

all’interno delle strutture sanitarie di base.

Tra i suoi risultati si annoverano:

• un maggiore impegno del governo e della comu-

nità per le attività di vaccinazione ordinaria;

• un sensibile aumento della copertura delle vacci-

nazioni a più dell’80% in tutto il paese;

• la formazione di oltre 73 000 operatori sanitari;

• un incremento del 97% delle strutture sanitarie che

svolgono operazioni di vaccinazioni e ne tengono

un registro;

• la prima strategia nazionale integrata di comuni-

cazione e mobilitazione sociale.

Kiribati è stato classificato dall’ONU come uno dei

paesi meno sviluppati. L’isolamento geografico, le

dimensioni ridotte, una base economica ristretta e

la vulnerabilità all’innalzamento dei livelli del mare

pongono enormi ostacoli al miglioramento degli

standard di vita locali.

L’obiettivo generale del progetto è aiutare a migliorare

in modo sostenibile le condizioni di vita nelle

isole più remote di Kiribati mediante

un accesso più esteso ai servizi

sanitari di base. Il progetto è

destinato alle 18 isole Gil-

bert, con una popolazio-

ne complessiva di 42 000

persone.

Una parte del progetto ri-

guarda la costruzione di 18

centri sanitari e 56 farmacie

dotati di attrezzature, alimen-

tazione idrica e di energia solare,

apparecchiature per la comunicazione

radio e strutture igienico-sanitarie. L’altra parte in-

tende migliorare la qualità dei servizi sanitari offerti

e l’efficienza della gestione e delle prestazioni, oltre

a prevedere programmi di formazione ad ampio

spettro per operatori sanitari professionali nelle isole

remote.

Il progetto ha esercitato un’influenza sulla revisione

dell’elaborazione delle politiche del Ministero della sa-

lute e dei servizi sanitari di Kiribati, soprattutto

per quanto riguarda l’espansione dei

sistemi informatici ai servizi sani-

tari. Il progetto ha inoltre creato

interrelazioni tra le iniziative

del governo e quelle di altri

donatori in settori come la

fornitura di attrezzature

mediche, per la comunica-

zione e computer. Queste

sinergie hanno aumentato

l’efficienza di tutti i soggetti

coinvolti.

Tra gli altri risultati specifici del progetto si annove-

rano:

• un maggiore utilizzo dei servizi sanitari, soprattutto

da parte di donne e bambini;

• una migliore gestione delle scorte di medicinali;

• una maggiore conoscenza clinica, migliori compe-

tenze da parte del personale infermieristico, ridu-

cendo così la necessità di consultare il medico e

migliorando la diagnosi delle malattie;

• un migliore monitoraggio delle malattie grazie ai

nuovi sistemi informatici sanitari;

• la disponibilità di informazioni affidabili ha compor-

tato una migliore gestione della performance e dei

processi di elaborazione delle politiche;

• la gestione dei casi, soprattutto delle emergenze,

è migliorata grazie alla disponibilità di attrezzature

di buona qualità e all’erogazione dell’illuminazione

notturna e dell’acqua corrente pulita.

.

Partenariati per il cambiamento 3535

PARQE I, svoltosi nel periodo dal 2003 al 2007, ha po-

sto l’enfasi sulle infrastrutture, costruendo 300 scuole

elementari e creando 17 strutture modello per la for-

mazione continua degli insegnanti.

PARQE II mira a migliorare la

qualità dell’insegnamento,

garantendo la formazio-

ne a 3 000 insegnanti e

400 presidi e consulen-

ti didattici. PARQE II è

iniziato con la distribu-

zione di oltre 617 000

libri di testo per l’anno

scolastico 2008-2009 e

265 000 libri di testo per il

2009-2010. In questo stesso

anno, inoltre, sono stati distribuiti

100 000 kit scolastici contenenti libri,

matite, gomme, penne, scatole di colori, strumenti

per la geometria e zaini. Il programma affronta anche

il problema degli studenti che hanno superato l’età

scolare e di come poter soddisfare le loro esigenze

specifiche.

Haiti è il paese più povero dell’emisfe-

ro occidentale, gravato da enormi

problemi di sviluppo anche

prima del terribile terremo-

to che lo ha colpito nel

gennaio 2010 con conse-

guenze a lungo termine.

Considerata la mancanza

di insegnanti qualificati in

un paese dove i giovani in

età scolare costituiscono la

maggioranza della popola-

zione, l’istruzione rappresenta

una seria sfida da vincere. Per affron-

tare questo problema e offrire l’istruzione

a tutti, l’UE ha lanciato il programma PARQE che mira

a rafforzare le capacità educative locali e le responsa-

bilità di 4 dipartimenti su 10. Il programma intende

migliorare la qualità della formazione degli insegnanti,

dei metodi di insegnamento e dei materiali didattici.

hAiTi • Istruzione per tutti

Titolo del progettoProgramma di aiuti per migliorare l’istruzione

ad Haiti II (PARQUE II)

Durata Novembre 2007-dicembre 2011

Contributo dell’UE14 milioni di euro

PartnerMinistero dell’istruzione e della formazione professionale,

Haiti

http://a2s.typepad.com/parqe

Il programma continuerà nonostante il terremoto, dal

momento che riguarda quattro dipartimenti a nord

e a sud di Port-au-Prince, quindi a una certa distan-

za dall’epicentro. Tuttavia, 1,6 milioni di euro della

dotazione finanziaria di PARQE II (14 milioni di euro

in totale) sono stati destinati alla ristrutturazione di

scuole e aule nei quattro dipartimenti interessati dal

progetto che stanno gestendo un flusso di bambini

provenienti dalla capitale devastata.

Una delle finalità di PARQE II è la costruzione di un

centro di formazione degli insegnanti a Cap Haitien,

la seconda città del paese. Il progetto, tra l’altro, cerca

di costruire 90 aule, ristrutturare più di 70 scuole e cre-

are una rete nazionale di scuole pubbliche e private,

nonché un comitato di gestione e un’associazione

di genitori per ogni scuola. PARQE II si prefigge an-

che il rafforzamento della capacità istituzionale del

Ministero dell’istruzione, in particolare nei quattro

dipartimenti interessati dal progetto.

Partenariati per il cambiamento3636

RUAndA • Una soap opera radiofonica popolare aiuta la lotta all’AIDS

Una soap opera radiofonica di lungo

corso è diventata la principale

fonte di informazione per le

donne rurali del Ruanda

in materia di HIV/AIDS e

altre minacce alla salute

riproduttiva. Il program-

ma, intitolato Urunana

(“mano nella mano”), ha

un numeroso seguito e ha

trasmesso più di 1 000 episo-

di dalla prima puntata del 1999.

Urunana segue un gruppo di personag-

gi che vivono in un villaggio di fantasia nella regione

dei Grandi Laghi; le trame uniscono intrattenimento

e aspetti educativi concentrandosi sulla salute ses-

suale e riproduttiva, e trattando anche l’HIV/AIDS.

Il contenuto del programma è studiato in base al

pubblico che lo segue e i ricercatori si recano ogni

mese nei villaggi del Ruanda per discutere le proble-

matiche legate alla salute con le persone del luogo

e ricavare possibili tracce per il programma.

Titolo del progettoWell Women Media Project III

DurataAprile 2006-settembre 2010

Contributo dell’UE750 000 euro (63% dei costi complessivi)

PartnerHealth Unlimited (Regno Unito) e UDC (Ruanda)

http://www.healthunlimited.org/Programmes/Africa/Rwanda

Gli attori e la produzione visitano rego-

larmente aree rurali per registrare

gli episodi e queste sessioni di

registrazione attraggono di-

verse migliaia di spettatori,

fornendo la possibilità di

una discussione interatti-

va ancora migliore.

Tali sessioni di discussione

e valutazione da parte di

consulenti indipendenti dimo-

strano che dopo la trasmissione, la

maggior parte degli ascoltatori conti-

nua a parlare degli argomenti sollevati dal program-

ma, quali la pianificazione familiare o il sesso sicuro;

si tratta di un risultato notevole, visto che sono argo-

menti delicati di cui raramente si parla nelle famiglie

del Ruanda. Un dato conferma l’attenzione che le

persone prestano ai messaggi di Urunana: stando a

un sondaggio condotto dai consulenti, fino al 74%

della popolazione del Ruanda ascolta Urunana al-

meno una volta a settimana. Con un tasso di alfabe-

tizzazione che nelle aree rurali supera a malapena il

50%, la radio è il mezzo di informazione dominante.

Urunana è stato originariamente gestito e prodotto

da Health Unlimited, una ONG britannica, che ha

gradualmente ceduto le attività a un partner loca-

le, Urunana Development Communication (UDC),

costituito specificamente a questo scopo. Dal 2006,

il progetto è stato parzialmente finanziato dall’UE, e

nel 2010 dovrebbe essere in grado di autofinanziarsi.

Gli episodi del programma sono trasmessi due volte

a settimana da Radio Ruanda e dal servizio Grandi

Laghi della BBC.

Partenariati per il cambiamento 3737

La Tanzania ospita la più ampia

comunità di rifugiati dell’Afri-

ca, composta soprattutto

da persone in fuga dai vici-

ni stati del Burundi e della

Repubblica Democratica

del Congo, ed è stata scelta

come sede di una delle due

iniziative pilota del program-

ma di protezione regionale (RPP)

dell’UE. L’altra iniziativa interessa Ucrai-

na, Moldova e Bielorussia.

Il programma di protezione regionale della Tanzania

si prefiggeva gli obiettivi di migliorare la capacità

di protezione da parte delle autorità nazionali, mi-

gliorare le condizioni nei campi e nei centri d’ac-

coglienza e creare le condizioni per una soluzione

Titolo del progettoProgramma di protezione regionale

(RPP)

Durata 2006-2009

Contributo dell’UE7 milioni di euro

PartnerUfficio dell’Alto Commissario ONU

per i rifugiati

TAnzAniA • Programma di protezione regionale per i rifugiati

duratura, la quale prevedeva tre opzioni: il rimpatrio

dei rifugiati nel rispettivo paese di origine, l’integra-

zione in Tanzania o il reinsediamento in

un paese terzo.

I risultati finora raggiunti

dall’RPP sono positivi. Le

autorità locali, le ONG e la

società civile sono maggior-

mente in grado di aiutare i

rifugiati, i quali ricevono un

trattamento migliore sia all’in-

terno sia all’esterno dei campi.

Il reinsediamento dei rifugiati con

disabilità o più vulnerabili per altri

motivi è stato affrontato con priorità. Sono

state velocizzate le procedure di elaborazione delle

diverse opzioni per i rifugiati (rimpatrio, integrazione

o reinsediamento). In particolare, sono in corso le

operazioni di rimpatrio volontario o naturalizzazione

dei cittadini del Burundi.

Nella sua fase iniziale dal 2006 al 2009, il program-

ma di protezione regionale in Tanzania ha finanziato

complessivamente quattro progetti:

• il potenziamento della capacità di proteggere e

garantire soluzioni ai rifugiati in Tanzania (Program-

ma Aeneas 2005);

• il rafforzamento delle capacità di protezione della

Tanzania – a integrazione e supporto del progetto

pilota RPP (Aeneas 2006);

• il supporto delle attività dell’UNHCR nella regione

dei Grandi Laghi e nell’Europa orientale nel conte-

sto dei RPP (Programmi tematici di cooperazione

in materia di migrazione e asilo, 2008);

• il sostegno alle domande di naturalizzazione dei

rifugiati nei vecchi insediamenti (FES 2008-2013).

Commissione europeaPartenariati per il cambiamento – La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifi co

Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea

2010 – 40 p. – 21x29,7cmISBN 978-92-79-15503-1

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http://publications.europa.eu/others/agents/index_it.htm).

Europe Direct è un servizio a vostra disposizione per aiutarvi a

trovare le risposte ai vostri interrogativi sull’Unione europea.

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Per maggiori informazioni sull’Unione europea è possibile consultare il sito Internet (http://europa.eu):http://ec.europa.eu/world http://ec.europa.eu/europeaid/where/acp/index_en.htm http://ec.europa.eu/development

Una scheda bibliografi ca fi gura alla fi ne del volume.

Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2010

ISBN: 978-92-79-18707-0doi:10.2783/58049

© Unione europea, 2010Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.

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Né la Commissione europea né qualsiasi persona che agisca a suo nome è responsabile dell’uso fatto delle informazioni seguenti.

Tutte le fotografi e sono ©Unione europea, 2010 tranne laddove diversamente indicatoCopertina © François LenoirConcezione/pre-stampa: Tipik Communication Agency

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Rue de la Loi 41 I 1049 Bruxelles, BELGIO Fax : + 32 22996407 E-mail: [email protected]

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La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifi co

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