La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i Paesi dell ... · Palau Papua Nuova Guinea ... parte...
Transcript of La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i Paesi dell ... · Palau Papua Nuova Guinea ... parte...
La c
oope
razi
one
allo
svi
lupp
o de
ll’U
E co
n i p
aesi
del
l’Afr
ica,
dei
Car
aibi
e d
el P
acifi
co
La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifi co
Partenariati per il cambiamento
http
://ec
.eur
opa.
eu/e
urop
eaid
/inde
x_it.
htm
KQ-30-10-333-IT-C
IT
Commissione europeaPartenariati per il cambiamento – La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifi co
Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea
2010 – 40 p. – 21x29,7cmISBN 978-92-79-15503-1
COME PROCURARSI LE PUBBLICAZIONI DELL’UNIONE EUROPEAPubblicazioni gratuite:
• sul sito Internet EU Bookshop (http://bookshop.europa.eu);
• presso le rappresentanze o delegazioni della Commissione europea.
I dati necessari per contattarle possono essere ottenuti consultando il sito
http://ec.europa.eu o inviando un fax al numero +352 2929-42758.
Pubblicazioni destinate alla vendita:
• sul sito Internet EU Bookshop (http://bookshop.europa.eu).
Abbonamenti a pagamento (ad esempio, serie annuale della Gazzetta uffi ciale dell’Unione europea e
le sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea):
• contattando direttamente uno dei distributori commerciali dell’Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea
http://publications.europa.eu/others/agents/index_it.htm).
Europe Direct è un servizio a vostra disposizione per aiutarvi a
trovare le risposte ai vostri interrogativi sull’Unione europea.
Numero verde unico (*):
00 800 6 7 8 9 10 11(*) Alcuni gestori di telefonia mobile non consentono l’accesso ai numeri 00 800 o non ne accettano la gratuità.
Per maggiori informazioni sull’Unione europea è possibile consultare il sito Internet (http://europa.eu):http://ec.europa.eu/world http://ec.europa.eu/europeaid/where/acp/index_en.htm http://ec.europa.eu/development
Una scheda bibliografi ca fi gura alla fi ne del volume.
Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2010
ISBN: 978-92-79-18707-0doi:10.2783/58049
© Unione europea, 2010Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
Stampato in Belgio
STAMPATO SU CARTA RICICLATA A CUI È STATO ASSEGNATO IL MARCHIO COMUNITARIO DI QUALITÀ ECOLOGICA PER LA CARTA GRAFICA (WWW.ECOLABEL.EU)
‘Partenariati per il cambiamento’ è disponibile in 17 lingue uffi ciali dell’Unione europea al seguente indirizzo Internet:http://ec.europa.eu/europeaid/infopoint/publications/index_en.htm
Né la Commissione europea né qualsiasi persona che agisca a suo nome è responsabile dell’uso fatto delle informazioni seguenti.
Tutte le fotografi e sono ©Unione europea, 2010 tranne laddove diversamente indicatoCopertina © François LenoirConcezione/pre-stampa: Tipik Communication Agency
Commissione europea Uffi cio di cooperazione EuropeAid
Rue de la Loi 41 I 1049 Bruxelles, BELGIO Fax : + 32 22996407 E-mail: [email protected]
Partenariati per il cambiamento
La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico
Partenariati per il cambiamento 5
IndiceIntroduzione 9
Partnernellosviluppo 11Una storia di collaborazione 11Gli obiettivi di sviluppo del millennio 11Rispetto degli impegni 12Sostegno ai paesi ACP 13Risposta alle esigenze 14Erogazione degli aiuti in modo più rapido ed efficace 15Aiuti per i più bisognosi 15
Risultatisulcampo 17Commercio e integrazione regionale 17
Tutti i paesi ACP • Sostegno alla crescita delle esportazioni ortofrutticole verso l’Europa 17Africa australe • Promozione dei partenariati per gli investimenti 18
Ambiente 19Africa centrale • Conservazione e gestione delle foreste pluviali tropicali 20
Infrastrutture, comunicazioni e trasporti 21Africa sub-sahariana • Garanzia di investimenti vitali per le infrastrutture 21Ciad • Nuove strade possono portare nuovi affari 22I Caraibi • Come rimanere competitivi nell’era digitale 23
Acqua ed energia 24Senegal • Acqua potabile sicura e migliori strutture igienico-sanitarie per la comunità rurale di Coubalan 24Regione del Pacifico • Energia solare per le isole remote 25
Agricoltura e sviluppo rurale 26Belize • La povertà rurale come principale ostacolo allo sviluppo 26Etiopia • Miglioramento della sicurezza alimentare mediante un programma di garanzia della produzione 27Tutti i paesi ACP • Supporto mirato ai produttori di materie prime 28
Governance, democrazia e diritti umani 29Mali • Responsabilizzazione delle autorità locali 29Malawi • Sostegno alla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica 30Sud Africa • Accesso alla giustizia e ai diritti umani 31
Pace e sicurezza 32Africa • Azioni dell’UE per aiutare l’Africa a mantenere la pace 32
Sviluppo umano 33Nigeria • Protezione dei bambini dalle malattie infettive 33Kiribati • Servizi sanitari migliori per le isole più lontane 34Haiti • Istruzione per tutti 35Ruanda • Una soap opera radiofonica popolare aiuta la lotta all’AIDS 36Tanzania • Programma di protezione regionale per i rifugiati 37
Partenariati per il cambiamento6
Namibia
Angola
BeninNiger
Nigeria
Burkina FasoGhana
Togo
Capo Verde
Liberia
Sierra Leone GuineaGuinea-Bissau Gambia
Costa d’AvorioCamerun
Repubblica del CongoGabon
São Tomée e Príncipe Guinea equatoriale
Repubblica democratica del Congo
Ciad
Repubblica centrafricana
Zambia Zimbabwe
Botswana
Mali Mauritania
Senegal
Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico
HaitiBelize
Bahamas
Giamaica
Repubblica dominicana
Saint Kitts e Nevis
Antigua e Barbuda
Dominica
BarbadosSaint Vincent
e Grenadine
Suriname
Guyana
GrenadaTrinidad e Tobago
Santa Lucia
Portorico (USA)
Turks e Caicos (Regno Unito) Cuba
Partenariati per il cambiamento 7
Swaziland
Mozambico
Seychelles
Mauritius
Tanzania
KenyaUganda
GibutiEritrea
Etiopia SudanSomalia
Malawi
BurundiRuanda
Sud Africa
Madagascar
Palau
Papua Nuova Guinea
Isole SalomoneTimor orientale
Tonga
Tuvalu
Vanuatu Samoa
Niue
Nauru
Isole Marshall
Kiribati
Figi
Stati federati di Micronesia
Isole Cook
Isole Marianne settentrionali
Indonesia
Nuova Caledonia
Wallis e Futuna
Tokelau
Partenariati per il cambiamento 9
IntroduzioneL’Unione europea (UE) e i suoi Stati membri sono i maggiori donatori a livello mondiale e nell’insieme forniscono circa il 60% degli aiuti globali allo sviluppo. Più della metà dei fondi è destinata ai paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP).
La cooperazione con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico è imperniata sull’accordo di partenariato ACP-UE, noto anche come accordo di Cotonou, i cui obiettivi sono la riduzione della povertà mediante il sostegno dello sviluppo sostenibile a livello economico, sociale e ambientale nelle regioni ACP e la loro integrazione nell’eco-nomia mondiale. Al contempo, l’accordo promuove il consolidamento della democrazia, dello stato di diritto, della buona governance e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Mettendo l’equità al centro della sua azione, l'UE dà priorità alla difesa degli interessi dei paesi più svantaggiati e dei gruppi più poveri delle loro popolazioni.
Il Fondo Europeo di Sviluppo (FES) è la principale fonte di aiuti per i 79 stati ACP e i 20 paesi e territori d’oltremare (PTOM) legati a Danimarca, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito e associati con l’UE. Il FES non è parte integrante del bilancio generale dell’UE, ma è finanziato con i contributi dei paesi membri. In seguito all’entrata in vigore dell'accor-do di Cotonou, rivisto il 1° luglio 2008, i fondi del 10° FES sono stati resi disponibili per tutti i paesi ACP che hanno ratificato l’accordo.
Nel corso degli anni, la Commissione europea ha lavorato per fornire aiuti in maniera sempre più consistente, migliore e più rapida. Con il 9° FES, che copriva il periodo 2000-2007, sono stati assegnati 15,8 miliardi di euro alla cooperazione allo sviluppo con i paesi ACP; il 10° FES ha portato tale importo a 22,7 miliardi di euro per il periodo 2008-2013. Inoltre, la Commissione sta compiendo un grandissimo sforzo per rendere i propri aiuti più efficaci, aumentandone la prevedibilità, la flessibilità e concentrandosi sul raggiungimento dei risultati. Parti-colare attenzione è dedicata ai paesi in conflitto, che son appena usciti da un conflitto o che sono caratterizzati da altre situazioni di fragilità.
L’assistenza dell’UE ai paesi ACP si basa sul consenso europeo in materia di sviluppo adottato nel 2005. Esso rappresenta una visione condivisa e fissa un quadro comune di principi, valori e obiettivi che guida le attività dell’UE a sostegno della lotta alla povertà in linea con gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) delle Nazioni Unite, sia a livello dei singoli Stati membri, sia a livello dell'Unione stessa.
L’UE pone grande enfasi sul raggiungimento di tali obiettivi nei paesi ACP e non solo. Essa ritiene che l’obiettivo fondamentale della riduzio-ne della povertà sia strettamente legato agli obiettivi complementari di buona governance e di rispetto dei diritti umani, ossia di quegli stessi valori che sono alla base dell’UE.
I principi di assunzione di responsabilità e di partecipazione costi-tuiscono il fulcro della politica di sviluppo dell’UE. La Commissione europea agevola e promuove il dialogo tra stato e soggetti non sta-tali sulle priorità dello sviluppo e sulle strategie da attuare nei paesi partner. Le sue azioni sono volte a raggiungere i gruppi più poveri e vulnerabili delle società, al fine di migliorarne la partecipazione ai pro-cessi decisionali che li riguardano; in questo modo si cerca di costruire una società civile vitale che rappresenta un elemento essenziale per la democrazia e lo sviluppo.
58%
20%
5%
12%
5%
Esclusi i programmi tematiciACP, comprese le linee di bilancio per Sud Africa, banane e zucchero
Suddivisione geografica degli aiuti 2009
Vicini meridionali 1 137 Vicini orientali 318 Asia 673 America Latina 308 Africa, Caraibi, Pacifico 3 379
(milioni di euro)
Partenariati per il cambiamento 11
Partner nello sviluppoUna storia di collaborazioneL’UE fornisce sostegno ai paesi ACP da oltre cinquant’anni. Già il trattato di Roma del 1957 conteneva disposizioni per la creazione del FES, anche se originariamente il fondo era stato pensato per garantire assistenza tecnica e finanziaria ai paesi africani con cui gli Stati membri avevano legami storici.
Il gruppo di Stati ACP si è formalmente costituito nel 1975 con l’ac-cordo di Georgetown, inizialmente firmato da 46 Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Oggi il gruppo comprende 79 paesi, tutti firmatari dell’accordo di Cotonou, eccezion fatta per Cuba: 48 paesi africani, che comprendono tutta l’Africa sub-sahariana, 15 paesi dei Caraibi e 15 del Pacifico.
Dal 1975 al 2000, le relazioni ACP-UE sono state regolate dalle conven-zioni di Lomé che venivano riviste regolarmente (Lomé I – Lomé IV bis) e che, dopo un processo di modifica, sono state sostituite dall'accordo di partenariato ACP-UE firmato a Cotonou, Benin, nel giugno del 2000 ed entrato in vigore nell’aprile 2003. L’accordo di Cotonou rimarrà in vigore fino al 2020 ed è soggetto a revisione ogni cinque anni, la seconda delle quali ha avuto luogo nel 2010.
Il partenariato ACP-UE definisce un chiaro legame tra la dimensione politica, il commercio e lo sviluppo e si basa su cinque pilastri:
• rafforzamento della dimensione politica delle relazioni tra i paesi ACP e l’Unione europea;
• coinvolgimento della società civile, del settore privato e degli altri soggetti non statali;
• riduzione della povertà, confermata come obiettivo chiave tra quelli concordati a livello internazionale (in particolare gli obiettivi di svi-luppo del millennio);
• un quadro di cooperazione economica e commerciale innovativo;• razionalizzazione degli strumenti finanziari e un sistema di program-
mazione flessibile. L’UE vanta una relazione speciale con il Sud Africa basata su valori po-litici, sociali ed etici fondamentali, come la democrazia, i diritti umani, la buona governance e un forte impegno nel combattere la povertà e l’esclusione sociale. L’accordo sugli scambi, lo sviluppo e la coope-razione ideato per rafforzare la cooperazione bilaterale in vari campi, costituisce la base giuridica per le relazioni tra il Sud Africa e l’UE.
Gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) sono alla base della coope-razione ACP-UE, in particolare per quanto riguarda l’eliminazione delle condizioni di povertà e fame estrema e tutti gli altri obiettivi concordati in seno alle conferenze delle Nazioni Unite.
Gli obiettivi di sviluppo del millennioUna fase fondamentale nel percorso verso l’aumento e il miglioramento degli aiuti è stato l’accordo raggiunto nel 2000 sugli obiettivi di sviluppo del millennio, quando l’Unione europea, con la comunità internaziona-le, si è impegnata a raggiungere una serie di obiettivi di sviluppo, e in particolare a dimezzare la povertà nel mondo entro il 2015.
Gli obiettivi di sviluppo del millennioAl vertice delle Nazioni Unite del Millennio, nel 2000, la comunità internazionale ha fissato 8 obiettivi di sviluppo da conseguire entro il 2015:
• eliminare la povertà estrema e la fame• raggiungere l’istruzione elementare universale • promuovere l’uguaglianza fra i sessi • diminuire la mortalità infantile • migliorare la salute materna• combattere l’HIV/AIDS e altre malattie • assicurare la sostenibilità ambientale • sviluppare una collaborazione globale per lo sviluppo
Nonostante alcune tendenze globali positive, molti paesi sono anco-ra lontani dal raggiungere gli OSM entro il 2015, in particolare i paesi dell’Africa sub-sahariana. Inoltre, sono emerse nuove sfide che possono compromettere gli sforzi verso il raggiungimento degli obiettivi di svi-luppo concordati: la crisi economica e finanziaria globale, nonché l’alto livello e la pronunciata volatilità dei prezzi dei generi alimentari e delle materie prime.
Eliminare la povertà e raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millen-nio rimangono obiettivi fondamentali per l’UE. A tal fine, essa sostiene azioni in settori chiave come l’istruzione, l’ambiente, la sanità, l’acqua e
l’igiene, la sicurezza alimentare, le infrastrutture e l’uguaglianza fra i sessi.
0
500
1999
1 352
2003
2 345
2001
1 779
2005
2 826
2007
2 920
2000
1 640
2004
2 464
2002
1 922
2006
2 826
2008
3 215
2009
3 123
1 000
2 000
3 000
1 500
2 500
3 500
Rispetto degli impegniNel 2002, i leader mondiali hanno adottato il consenso di Monterrey sul finanziamento per lo sviluppo nel quale dichiarano l’intenzione di elimi-nare la povertà, ottenere una crescita economica sostenuta, promuovere lo sviluppo sostenibile e, al contempo, costruire un sistema economico globale che sia inclusivo ed equo. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi di sviluppo, i paesi donatori si sono impegnati ad assegnare lo 0,7% del proprio prodotto interno lordo (PIL) all’aiuto pubblico allo sviluppo (APS). Gli impegni assunti con il consenso di Monterrey sono stati confermati nel 2008 a Doha, in occasione della conferenza internazionale di follow-up sul finanziamento allo sviluppo.
Gli impegni della comunità internazionale dei donatori sopra citati hanno permesso l’erogazione di maggiori aiuti, consentendo alla Commissione europea di introdurre approcci innovativi come i contratti OSM che asse-gnano gli aiuti di bilancio in base ai risultati ottenuti riguardo agli obiettivi
Versamenti FES 1999-2009 (importi lordi – valori nominali)Versamento
di sviluppo del millennio, soprattutto in materia di sanità e istruzione. I con-tratti servono a fornire un sostegno finanziario più prevedibile e a lungo termine ai paesi beneficiari.
Nel 2009, il bilancio della Commissione europea per gli aiuti esterni è stato pari a circa 11,8 miliardi di euro e i maggiori beneficiari sono stati i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Tra il 2005 e il 2008 gli impegni del FES nei confronti dei paesi ACP sono aumentati del 41%, e nel 2008 hanno raggiunto un livello record di 4,4 miliardi di euro. I livelli attuali dei sussidi ai paesi ACP effettuati dal FES e dal bilancio UE, pari mediamente a 3,7 miliardi di euro all’anno nel periodo 2005-2008, sono aumentati del 14% nello stesso periodo. I pagamenti generali sono leggermente diminuiti nel 2009, soprattutto a causa del mancato soddisfacimento delle condizioni di erogazione degli aiuti di bilancio in alcuni paesi beneficiari.
(milioni di euro)
12 Partenariati per il cambiamento
28%
12%
7%
23%
7%5%10%
3%4%
1%
Partenariati per il cambiamento 1313
Consenso europeo: settori relativi alla cooperazione allo sviluppo dell’UE finanziati dal FES
Governance e sostegno a riforme economiche ed istituzionali 426 Commercio e integrazione regionale 228 Infrastrutture e trasporti 795 Acqua ed energia 243 Coesione sociale e occupazione 46 Sviluppo umano e sociale 186 Sviluppo rurale, pianificazione del territorio, agricoltura e sicurezza alimentare 355 Ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali 105 Prevenzione dei conflitti e Stati in condizioni di fragilità 126 Multisettori 992
Settori relativi alla cooperazione allo sviluppo Impegni (milioni di euro)
Sostegno ai paesi ACPLa Commissione europea si avvale di diverse fonti per erogare gli aiuti ai paesi ACP e PTOM. La quota maggiore è versata dal FES, uno strumento finanziario intergovernativo finanziato dagli Stati membri dell’UE i cui singoli contributi sono stabiliti in base a una specifica scala. Il FES ha proprie regole finanziarie ed è controllato da un comitato ad hoc di paesi membri dell’UE.
Per il periodo 2008-2013, il FES gestisce un bilancio generale di 22,7 miliardi di euro; di questi, 22 miliardi sono assegnati ai paesi ACP, 286 milioni ai PTOM e 430 milioni alla Commissione come spesa di sostegno per la programmazione e l’attuazione.
Oltre al FES, il bilancio generale dell’UE fornisce aiuti mediante una serie di strumenti suddivisi per collocazione geografica e tematica. I seguenti strumenti sono destinati ai paesi ACP: lo strumento per la cooperazione allo sviluppo (DCI), lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) e lo strumento per la stabilità (IfS).
Il DCI include la cooperazione con il Sud Africa e programmi tematici riguardanti diversi settori di attività a vantaggio di tutti i paesi in via di sviluppo, inclusi gli Stati ACP. Tali programmi promuovono azioni nei seguenti campi:
• investimento nelle persone (settori sociali); • soggetti non statali (società civile) e autorità locali; • ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali, tra cui l’energia; • sicurezza alimentare; • migrazione e rifugiati. Il DCI comprende anche misure di accompagnamento per 20 paesi ACP esportatori di zucchero, al fine di sostenerne il processo di adattamento alla riforma del mercato dello zucchero dell’UE. Dal 2010 in poi, il DCI fornirà sostegno anche ai paesi ACP che esportano banane.
Inoltre, gli Stati membri dell’UE hanno i propri accordi bilaterali con i paesi in via di sviluppo e attuano singole iniziative di cooperazione sotto la propria completa responsabilità.
Impegni APS 2009 in milioni di euro. Stime marzo 2010. A titolo esclusivamente illustrativo
Risposta alle esigenzeI risultati concreti ottenuti sul campo sono il frutto di un processo esteso di programmazione a vari livelli che permette di affrontare i problemi esistenti in modo efficace. La Commissione europea lavora a stretto contatto con i destinatari degli aiuti per assicurarsi che la responsabilità sia totalmente condivisa, al fine di migliorare il livello di partenariato, l’assunzione di responsabilità e la coerenza delle politiche.
PRogRammazIonedeglIaIutICon i paesi partner e le delegazioni locali dell’UE, la Commissione redige documenti strategici suddivisi per paese e regione, i cosiddetti docu-menti di strategia nazionale e regionale (DSN e DSR). Questi documenti sono integrati da programmi indicativi nazionali e regionali (PIN e PIR) che offrono una descrizione più dettagliata delle azioni programma-te, il loro budget approssimativo e il calendario per l'attuazione. Suc-cessivamente vengono stilati programmi di azione annuali (PAA) che definiscono le azioni specifiche da finanziare in ogni paese e regione partner nel corso di un anno.
Durante il ciclo di programmazione, la Commissione europea assicura il dialogo costante e diretto con il paese partner, incoraggiandone la piena e attiva partecipazione; congiuntamente, la Commissione e il paese monitorano gli sviluppi che potrebbero far modificare le priorità, come ad esempio l’impatto strutturale della crisi economica e finan-ziaria globale.
Le attività di cooperazione sono decentrate; ciò significa che sia la programmazione, sia l'attuazione dell'assistenza allo sviluppo sono affidate in gran parte alle delegazioni UE nel campo della coopera-zione con i governi locali. Con i paesi partner, le delegazioni identifi-cano le azioni da realizzare, ne analizzano la fattibilità, effettuano la
supervisione dell’attuazione e si assicurano che vengano monitorate e valutate. Attualmente oltre l'80% delle operazioni sono gestite da delegazioni UE. Diversamente dai programmi nazionali, alcuni pro-grammi regionali e orizzontali sono gestiti direttamente dalla sede principale di EuropeAid a Bruxelles.
eRogazIonedeglIaIutIL’assistenza allo sviluppo viene prestata mediante due canali principali: l’approccio progettuale o l’aiuto di bilancio. L’approccio progettuale è usato per sostenere iniziative specifiche che hanno obiettivi chiari con un budget fisso e una scadenza. L’aiuto di bilancio comporta, invece, il trasferimento di fondi direttamente al bilancio nazionale di un paese partner sulla base di indicatori di performance concordati. A seconda dell’accordo, l’aiuto di bilancio può essere assegnato a un settore spe-cifico, per esempio la sanità o l’istruzione. In ogni caso, l’ammissibilità per questa forma di sostegno è subordinata al rispetto di criteri rigorosi, comprendenti solide pratiche di gestione finanziaria.
La Commissione europea sta facendo un uso più ampio dell’aiuto di bilancio, poiché ritiene che possa migliorare l’efficacia degli aiuti mediante l’uso di sistemi nazionali e accrescere la responsabilità de-mocratica, la partecipazione diretta e la capacità dei governi riceventi di gestire lo sviluppo nei propri paesi. Nel 2008, l’aiuto generale al bilancio è stato approvato in 22 paesi, ovvero per il 45% degli impegni globali assunti, contro l’11% del 2007. Gli impegni totali per gli aiuti di bilancio sono aumentati del 110%, passando da 3,9 miliardi di euro per il periodo 2001-2004 a 8,5 miliardi di euro per il periodo 2005-2008. In base al 10° FES (2008-2013), circa il 44% delle assegnazioni nazionali programmate per i paesi ACP avverranno sotto forma di aiuto di bilancio.
14 Partenariati per il cambiamento
Partenariati per il cambiamento 15
Erogazione degli aiuti in modo più rapido ed efficace
Negli ultimi anni, la Commissione ha investito energie e risorse sostan-ziali per fornire più aiuti laddove ce n’è maggiormente bisogno e per rendere tali aiuti più tempestivi ed efficaci. Allineamento degli aiuti dei donatori alle strategie e procedure nei paesi partner e attuazione a livel-lo locale dei programmi di sviluppo sono i punti centrali della politica UE in materia di aiuti esterni. Questi e altri obiettivi chiave di sviluppo sono stabiliti nel consenso europeo in materia di sviluppo del 2005, il quale ha portato nel 2007 all'adozione del codice di condotta dell’UE in materia di divisione dei compiti. Entrambi i documenti forniscono una visione della politica di sviluppo condivisa dagli Stati membri e dalla Commissione per aumentare l’efficacia degli aiuti usando sistemi migliori di assegnazione in modo da fruire del valore aggiunto che ogni donatore europeo può apportare. Il consenso conferma gli impegni dell’UE sottoscritti nel 2005 nella dichiarazione di Parigi relativa all’ef-ficacia degli aiuti per aumentare gli sforzi europei di armonizzazione, allineamento e migliore gestione degli aiuti a garanzia dei risultati.
Nel settembre 2008, il Forum di Accra sull’efficacia degli aiuti ha adotta-to il cosiddetto programma di azione di Accra che contiene significativi impegni politici dei donatori e dei paesi in via di sviluppo e provvedi-menti molto ambiziosi per migliorare l’attuazione della dichiarazione di Parigi.
Nel quadro del codice di condotta dell’UE in materia di divisione dei compiti, la Commissione europea si sta muovendo verso l’armonizza-zione delle pratiche dei donatori migliorando il proprio meccanismo di cofinanziamento congiunto con altri donatori e di cooperazione de-legata. Quest’ultima è un accordo di partenariato tra la Commissione e un altro donatore, nell’ambito del quale una parte delega l’altra ad agire per proprio conto in termini di amministrazione di fondi; l’altra parte può essere un altro Stato membro dell’UE, un donatore bilaterale o un'organizzazione internazionale. Questo processo ha offerto nuove opportunità per la riduzione dei costi generali a carico dei donatori e dei paesi partner.
Aiuti per i più bisognosi
È ormai chiaro che, per assistere a un autentico sviluppo favorevole ai più poveri e raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015, la comunità internazionale deve migliorare la propria rispo-sta nei confronti dei paesi che vivono situazioni di fragilità. La fragi-lità fa riferimento a strutture deboli o mancanti, dove lo Stato non è in grado o non vuole ottemperare ai propri doveri di erogazione di servizi essenziali, sicurezza e mantenimento dello stato di diritto. Le situazioni di fragilità pongono ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita equa e alla pace, poiché possono creare instabilità regionali, flussi migratori non controllati e anche rischi per la sicurezza globale. Ecco perché negli ultimi anni l’UE, con la comunità internazionale, ha compiuto uno sforzo congiunto per rispondere ai problemi specifici delle situazioni di conflitto, post-conflitto e altre situazioni di fragilità nelle quali la sicurezza e i servizi di soccorso alla popolazione devono essere assicurati a breve termine, mentre, al contempo, deve essere costruita gradualmente la capacità di fornire servizi sociali, sicurezza e giustizia in modo sostenibile.
La Commissione europea elabora e attua numerosi interventi per af-frontare situazioni umanitarie, di sicurezza e di sviluppo a più lungo termine. Per gestire le nuove sfide e garantire l’efficacia dei programmi anche nei paesi più poveri che vivono situazioni di fragilità e crisi, la Commissione prepara le strategie, la programmazione e le procedure appositamente per rispondere alle circostanze locali; inoltre, ha mi-gliorato la sua efficacia in situazioni di fragilità, rispondendo ai bisogni con una serie di strumenti che variano dall'approccio progettuale agli aiuti di bilancio.
La Commissione sta altresì usando il valore aggiunto delle proprie operazioni nei cosiddetti “paesi orfani”, dove sono attivi pochi altri do-natori. La Commissione sfrutta ogni opportunità per incoraggiare gli Stati membri a impegnarsi in questi paesi. Essa sta, inoltre, facendo un largo impiego delle procedure di cofinanziamento che permettono di attrarre e distribuire fondi ulteriori degli Stati membri in favore di quei paesi in cui mancano donatori.
Partenariati per il cambiamento 17
Risultati sul campo Commercio e integrazione regionaleL’UE rappresenta il principale partner commer-ciale per gran parte dei paesi ACP e praticamen-te per tutti i paesi ACP dell'Africa sub-sahariana. Nel 2008 gli scambi commerciali con i paesi ACP sono ammontati a 92 miliardi di euro. Sebbene i suoi scambi con i paesi ACP rivestano un ruolo marginale, l'UE intende intensificare il contri-buto che il commercio può dare allo sviluppo economico e sociale e aiutare i paesi ACP ad accedere ai mercati globali aperti. Uno degli obiettivi particolari della strategia di assistenza associata al commercio dell’UE consiste nell’aiu-tare la regione ACP a sfruttare pienamente le opportunità commerciali e a massimizzare i benefici delle riforme commerciali. Ciò include la rimozione progressiva degli ostacoli al com-mercio per i produttori ACP, ovvero le barriere tariffarie e non tariffarie, e l’intensificazione della cooperazione in tutti i settori legati al commer-cio. L’assistenza relativa al commercio è diventa-ta una componente cruciale della cooperazione esterna dell’UE, anche relativamente all’agenda di sviluppo di Doha dell’OMC e alle trattative in
corso per gli accordi di partenariato economico (APE) con i paesi ACP.
accoRdIdIPaRtenaRIatoeconomIcoGli APE sono volti a consolidare le iniziative di integrazione regionale tra i paesi ACP e a incen-tivare la graduale integrazione dei paesi ACP nell’economia mondiale. Le trattative si basano sulla decisione congiunta dell’UE e dei paesi ACP di superare le precedenti relazioni commerciali basate su preferenze a senso unico garantite alle esportazioni ACP e di concludere nuovi accordi commerciali in linea con le norme dell’OMC. Gli APE tengono conto dei limiti economici, sociali e ambientali dei paesi ACP interessati e della loro abilità ad adattarsi a nuovi scenari commerciali.
PRomozIonedell’IntegRazIoneRegIonaleIl commercio tra Stati membri dell’UE rappresen-ta più del 60% degli scambi commerciali totali intracomunitari; per contro, il dato equivalente relativo agli scambi tra paesi africani è appena
il 10%. Esiste un margine di miglioramento dei mercati regionali dei paesi ACP per promuovere scambi e stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro. Il commercio e l’integrazione re-gionale sono interconnessi e i progressi compiuti nell’integrazione regionale sono una condizione necessaria per l’espansione dei flussi commerciali. L’UE sostiene il commercio e l’integrazione regio-nale dei paesi ACP, concentrandosi sull’ideazione di politiche appropriate per lo sviluppo del com-mercio e del settore privato, tra cui un quadro normativo più vantaggioso per le aziende, pro-cedure semplificate per creare e gestire attività tra regioni, infrastrutture economiche efficienti e provvedimenti per promuovere un quadro legi-slativo stabile e ridurre i costi delle importazioni e delle esportazioni. La dimensione regionale permette di affrontare il problema dell’armoniz-zazione dei processi e delle procedure; in questo modo si potrà ottenere una maggiore integrazio-ne dei mercati regionali che, a sua volta, potrà aumentare le opportunità delle aziende ACP di accedere ai mercati mondiali.
In molti paesi ACP, le esportazioni di frutta, verdura
e fiori sono un volano della crescita economica e
l’UE costituisce il maggior mercato di esportazione.
I produttori e gli esportatori ACP hanno bisogno di
informazioni aggiornate e di personale qualificato per
mantenere l’accesso al mercato e sfruttare le nuove
opportunità. Il commercio di prodotti ortofrutticoli
può potenzialmente contribuire a ridurre la povertà
nei paesi ACP, soprattutto in gruppi di popolazione che
hanno poche opportunità per generare reddito,come
ad esempio le donne delle zone rurali.
Mediante il progetto PIP, l’UE fa sì che il settore delle
esportazioni ortofrutticole ACP sia in grado di ottenere
l’accesso al mercato europeo rispettando le norme eu-
ropee sulla sicurezza alimentare, i requisiti ambientali,
le migliori prassi per il commercio equo e andando
incontro alla crescente domanda dei consumatori di
alimenti biologici. Il progetto aiuta inoltre gli operatori
del settore a rispettare il numero e il rigore crescenti
delle norme del settore privato applicate dalle sin-
gole catene di supermercati europee. Il PIP è stato
istituito nel 2001 come programma facente parte
dell’iniziativa per ridurre l’uso di pesticidi al fine di
soddisfare le norme richieste per le esporta-
zioni in Europa, ma la sua portata è stata
TUTTi i PAESi ACP • Sostegno alla crescita delle esportazioni
ortofrutticole verso l’Europa
poi estesa fino a coprire una vasta gamma di norme
e direttive europee.
Il PIP, dopo una prima fase svoltasi dal 2001 al 2008,
è ora nella seconda fase. Nella versione attuale, il PIP
presta particolare attenzione al sostegno e alla forma-
zione di piccole aziende agricole e ai loro gruppi di
produttori. Un importante risultato del progetto è stato
l’innalzamento delle norme relative alla sicurezza della
frutta e della verdura vendute sui mercati locali ACP.
Grazie al PIP, i fornitori ACP sono stati in
grado di conservare la propria quota
di mercato europeo per i prodotti or-
tofrutticoli. Il tasso di copertura del
programma ha superato l’80% del
flusso di frutta e verdura fresche
dai mercati ACP all’UE.
Titolo del progettoPIP – Per lo sviluppo sostenibile del
settore in Africa, nei Caraibi e nel Pacifico
Durata Fase I 2001-2009 – Fase II 2009-14
Contributo UEPrima fase 38,2 milioni di euro; seconda fase 33 milioni di euro
PartnerCOLEACP (rete di produttori/esportatori ACP,
importatori UE e altri)
http://www.coleacp.org/pip
le migliori prassi per il commercio equo e andando
incontro alla crescente domanda dei consumatori di
alimenti biologici. Il progetto aiuta inoltre gli operatori
del settore a rispettare il numero e il rigore crescenti
delle norme del settore privato applicate dalle sin-
gole catene di supermercati europee. Il PIP è stato
istituito nel 2001 come programma facente parte
dell’iniziativa per ridurre l’uso di pesticidi al fine di
soddisfare le norme richieste per le esporta-
zioni in Europa, ma la sua portata è stata
Grazie al PIP, i fornitori ACP sono stati in
grado di conservare la propria quota
di mercato europeo per i prodotti or-
tofrutticoli. Il tasso di copertura del
programma ha superato l’80% del
flusso di frutta e verdura fresche
dai mercati ACP all’UE.
18 Partenariati per il cambiamento
I 14 paesi della Comunità per lo sviluppo dell’Afri-
ca australe cercano investimenti per espandere e
modernizzare il settore produttivo e hanno biso-
gno di un sostanziale aumento degli investimenti,
sia internamente nella regione, sia dall’esterno, per
dare impulso alla crescita economica e ridur-
re il tasso di povertà. Il programma di
promozione degli investimenti
UE-SADC (ESIPP) è stato ideato
per facilitare e semplificare le
procedure di investimento.
Il programma si è concen-
trato su cinque settori chia-
ve delle economie regionali:
edilizia e materiali da costru-
zione; ingegneria leggera; tu-
rismo; settore minerario; settore
agroindustriale. Gli obiettivi principali
erano due: il primo, rafforzare le capacità e il
ruolo delle organizzazioni di intermediazione (ovve-
ro coloro che provvedono all’incontro tra potenziali
partner di investimento) nei paesi SADC; il secondo,
AfRiCA AUSTRAlE • Promozione dei partenariati per gli investimenti
fornire un supporto diretto alle società SADC or-
ganizzando eventi e mettendole in contatto con
potenziali investitori di altri paesi della regione o
europei.
ESIPP ha organizzato un grande evento per i
partenariati e numerosi workshop in
ognuno dei cinque settori sopra
citati. Gli eventi hanno avuto
luogo in diversi paesi SADC.
L’incontro finale – per il
settore agroindustriale –
si è svolto in Tanzania nel
maggio del 2008 e ha riu-
nito più di 400 partecipan-
ti, oltre a 60 intermediari
commerciali da paesi SADC,
dell’Africa orientale e occidenta-
le e dell’UE, ai quali 128 società SADC
hanno potuto mostrare le proprie oppor-
tunità di investimento. Si sono tenuti più di 1 400
incontri di affari diretti e i potenziali partner hanno
sottoscritto 169 lettere di intenti.
Titolo del progettoUE-SADC Programma di promozione
degli investimenti
Durata2002-2008
Finanziamento dell’UE18,3 milioni di euro
PartnerComunità per lo sviluppo dell’Africa
australe (SADC)
Prima di chiudersi nel giugno del 2008:
• con l’Associazione delle Camere di commercio
SADC (ASCCI), l’ESIPP ha prodotto una serie di
strumenti per piccole, medie e micro imprese
(PMMI) che illustrano passo passo come iniziare e
gestire una piccola impresa nella regione dell’Africa
australe;
• ESSIP ha contribuito all’istituzione del Forum com-
merciale UE-Africa australe (BTFES) per incoraggia-
re il coinvolgimento economico nello sviluppo di
relazioni commerciali tra UE e SADC.
Partenariati per il cambiamento 19
AmbienteIl degrado ambientale costituisce una seria minaccia per il mondo in via di sviluppo. I po-veri che vivono nelle aree rurali, in modo par-ticolare, dipendono dalle risorse naturali per la loro sopravvivenza e, al tempo stesso, sono anche i più vulnerabili agli effetti dei disastri ambientali causati da cambiamenti climatici, distruzione degli ecosistemi, inquinamento ed esaurimento delle risorse naturali. Protegge-re l’ambiente aiuta a promuovere lo sviluppo economico e sociale a lungo termine ed è, pertanto, un elemento chiave per ottenere una riduzione duratura della povertà e uno sviluppo sostenibile nei paesi ACP. Il consen-so europeo in materia di sviluppo sottolinea l’importanza della gestione sostenibile e della
conservazione delle risorse naturali, sia come fonte di reddito, sia come strumento per la salvaguardia e la creazione di posti di lavoro, mezzi di sussistenza delle zone rurali e beni e servizi ambientali.
L’accordo di partenariato ACP-UE integra la sostenibilità ambientale in ogni aspetto della cooperazione allo sviluppo mediante misure correttive relative a specifici problemi am-bientali o misure di integrazione trasversale all’interno di altri settori, come il tentativo di costruire e rafforzare la capacità scientifica e tecnica di tutti i soggetti interessati (governi, istituzioni, organizzazioni della società civile, ecc.). Tra le iniziative concrete adottate dall’UE
nei paesi ACP figurano azioni riguardanti lo sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici, la biodiversità, la desertificazione, le foreste e la loro gestione, le risorse marine, i rifiuti e i prodotti chimici. Vengono altresì promosse le energie rinnovabili, in modo particolare me-diante il sostegno istituzionale e l’assistenza tecnica, la creazione di un quadro legislativo e amministrativo favorevole agli investimenti e l’incoraggiamento alla cooperazione regionale.
©FAO/G. Napolitano
l’importanza della gestione sostenibile e della ecc.). Tra le iniziative concrete adottate dall’UE
20 Partenariati per il cambiamento
L’Africa centrale ospita la più vasta estensione di fore-
sta tropicale dopo il bacino amazzonico. Se sfruttata
in modo razionale, si può rivelare un vettore reale
di sviluppo; le ricchezze della sua ineguagliabile
biodiversità sono ancora ampiamente inesplorate.
Il programma ECOFAC unisce due
principi, conservazione e svi-
luppo, e dimostra l’impegno
dell’UE per la protezione e
l’uso razionale degli eco-
sistemi forestali dell’Africa
centrale.
Questi ultimi sono minac-
ciati dalla deforestazione e
dal disboscamento illegale;
la biodiversità è minacciata dal
commercio di specie selvatiche che
ne mette in pericolo la sopravvivenza. La con-
servazione delle foreste tropicali africane è cruciale
per lo sviluppo sociale ed economico di circa 65
milioni di persone.
L’attuale programma ECOFAC IV copre il periodo dal
2006 al 2010 e coinvolge nelle proprie attività sola-
mente persone del luogo. Vi prendono parte sette
paesi: Camerun, Repubblica Centrafricana, Guinea
Equatoriale, Gabon, São Tomé e Príncipe, Repubblica
del Congo e Repubblica Democratica del
Congo.
Le foreste pluviali tropica-
li si estendono per oltre
1 620 000 km2. Soprattutto
grazie a ECOFAC, un to-
tale di 180 000 km2 sono
ora gestiti come riserve.
L’approccio regionale del
programma ha portato alla
creazione di una rete di zone
protette dell’Africa centrale.
ECOFAC crea alternative alla caccia per le per-
sone del luogo, incluso lo sviluppo dell’ecoturismo
come fonte di reddito e la formazione alle attività di
falegnameria, alla costruzione di laterizi, alle nuove
tecniche agricole e a nuovi modi per sfruttare le
risorse forestali.
ECOFAC contribuisce al piano di azione dell’UE
sull’applicazione delle normative, della governan-
ce e del commercio nel settore forestale (FLEGT)
lavorando con paesi che producono legname, al
fine di affrontare il problema della deforestazione
e ridurre il disboscamento illegale. Sostiene anche
un progetto con l’Unesco e il governo francese per
aumentare la sensibilizzazione presso le popolazioni
delle aree forestali, soprattutto tra i più giovani, sulla
necessità di proteggere i grandi primati che sono
minacciati di estinzione.
AfRiCA CEnTRAlE • Conservazione e gestione delle foreste pluviali tropicali
Titolo del progettoConservazione e uso razionale degli
ecosistemi forestali in Africa centrale (ECOFAC)
Durata2006-2010
Contributi dell’UE38,2 milioni di euro
PartnerIstituzioni nazionali dei sette paesi
partecipanti
Partenariati per il cambiamento 21
InfRastRuttuReetRasPoRtILe infrastrutture e i trasporti rappresentano i principali motori dello sviluppo e assicurano l’accesso a posti di lavoro, sanità, istruzione e altre funzioni vitali per la sicurezza e il benes-sere delle persone nelle aree rurali e urbane. I costi dei trasporti, al fine di rendere possibile la crescita sociale ed economica e far fiorire il commercio e l’integrazione regionale, devono
essere ridotti al minimo. Attualmente lo stato dei trasporti impedisce ancora la crescita di molti paesi ACP, soprattutto i meno sviluppati. Migliorare il contributo dei trasporti allo svilup-po significa renderli sicuri, accessibili, efficienti, sostenibili e con un impatto ridotto sull’am-biente. Il sostegno dell’UE alle infrastrutture di trasporto trova riscontro soprattutto nella cooperazione allo sviluppo con i paesi ACP. Tra
il 1995 e il 2006, la Commissione ha erogato circa 6,5 milioni di euro per i progetti relativi ai trasporti e la regione ACP ha ricevuto circa l’80% dei fondi assegnati. La maggior parte di questi fondi è stata impiegata per migliorare il trasporto su strada al fine di ridurre il costo dei viaggi e aumentare la qualità dei servizi.
AfRiCA SUb-SAhARiAnA • Garanzia di investimenti vitali per le infrastrutture
infrastrutture, comunicazioni e trasporti
Infrastrutture efficienti, specialmente relative a
trasporti, energia, comunicazioni e acqua, sono
fondamentali per lo sviluppo sostenibile, la crescita
economica e la riduzione della povertà in Africa. È
stato stimato che saranno necessari 60 miliardi di
euro ogni anno, dal 2010 al 2015, per migliorare le
infrastrutture dell’Africa sub-sahariana.
Nel 2007, l’UE ha istituito Il Fondo fiduciario per le
infrastrutture per l’Africa con l’intento di incremen-
tare gli investimenti internazionali e dell’UE nelle
infrastrutture regionali e nell’interconnettività in
Africa, collaborando con altre iniziative, soggetti
e strumenti, e sul principio dell’assunzione di re-
sponsabilità africana.
Alla fine del 2009, il Fondo aveva distri-
buito più di 96 milioni di euro di
aiuti, finanziando 19 progetti
di infrastrutture chiave e ul-
teriori 26 milioni di euro
sono stati accantonati
per altri due progetti.
Si prevede che i pre-
stiti dalle istituzioni
finanziarie europee
o internazionali e dal
settore privato arrivino
a 1,5 miliardi di euro.
Si stima che ogni euro di finanziamento approvato
ne generi almeno 14 in investimenti totali. Il finan-
ziamento può avvenire in diverse forme: abbuoni
di interessi, assistenza tecnica, sovven-
zioni dirette e premi assicurativi.
Il Fondo fiduciario è uno stru-
mento chiave del parte-
nariato UE-Africa per le
infrastrutture, gestito
congiuntamente da
un comitato direttivo
con membri europei
e africani.
Il Fondo mette insie-
me le risorse della Com-
missione europea e dei
Titolo del progettoFondo fiduciario per le infrastrutture UE-Africa
Durata2007 - in corso
Contributo dell’UE308,7 milioni di euro (2007-2009)
Partner12 Stati membri dell’UE, Banca europea per gli
investimenti, banche, istituzioni finanziarie e agenzie per lo sviluppo europee, Banca africana di sviluppo
www.eu-africa-infrastructure-tf.net
Partenariati per il cambiamento2222
In quattro settori delle infrastrutture, ovvero ener-
gia, trasporti, acqua e telecomunicazioni, vi sono
progetti che soddisfano i requisiti per ricevere il
finanziamento del Fondo fiduciario. Ecco alcuni
esempi di progetti finanziati:
• impianti idroelettrici (p. es. Felou in Africa occi-
dentale);
• reti di interconnessione elettrica (p. es. Benin-
Togo; Namibia-Zambia);
12 Stati membri dell’UE e le capacità di prestito
della Banca europea per gli investimenti (BEI) e
delle banche o agenzie dell’UE che partecipano
al finanziamento dello sviluppo. La Banca africana
di sviluppo partecipa alle discussioni del Fondo
fiduciario sulla preparazione e la valutazione dei
progetti. Dopo ulteriori contributi nel 2009 ricevu-
ti dalla Commissione europea e dal Regno Unito,
oltre a un primo impegno da parte della Finlandia,
i contributi totali al Fondo fiduciario sono attual-
mente pari a 372,7 milioni di euro.
CiAd • Nuove strade possono portare nuovi affari
• strade, ferrovie, aeroporti e porti (p. es. Beira,
Walvis Bay; Pointe Noire, Port Louis; l’aeroporto
internazionale Jomo Kenyatta, Kenya; Great Ea-
stern Road, Zambia);
• East African Submarine Cable System (EASSy), un
sistema di connessione a fibra ottica tra i paesi
dell’Africa australe e orientale nella rete di comu-
nicazione internazionale;
• studi preliminari per impianti idroelettrici a Sam-
bagalou e Gouina in Africa occidentale e a Ruzizi
e Gibe in Africa centrale e orientale.
Titolo del progettoSostegno alla politica del settore dei trasporti: manutenzione delle strade e vie economiche
Durata2005-2013
Contributo dell’UE84 milioni di euro
PartnerMinistero delle infrastrutture e dei
trasporti del Ciad
Il Ciad ha una superficie pari a due volte quella della
Francia, ma nel 2005 aveva solo 667 km di strade
asfaltate di livello internazionale. Alla fine del
2009 il totale era salito a 1 090 km e
continua a salire, anche grazie al
sostegno dell’Unione europea.
L’UE ha finanziato la strada
asfaltata transfrontaliera che
collega Moundou, sita nel
popoloso e produttivo sud
del Ciad, con N’Gaoundere
in Camerun, e oggi continua
a finanziare l’estensione della
rete stradale permanente verso
la parte sud-orientale del Ciad, un
paese privo di sbocchi sul mare. Il pro-
getto contribuisce a migliorare la rete strada-
le permanente del Ciad e a ridurre il suo isolamento,
in particolare diminuendo il tempo di percorrenza
verso Douala, la città portuale più vicina in Camerun;
stimolerà lo sviluppo economico sostenibile e aiu-
terà a ridurre i livelli di povertà. In precedenza, l’UE
aveva finanziato parte dell’autostrada tra N’Djamena
e Moundou (Ere-Kelo-Moundou, 148 km), comple-
tata nel 2005.
La strada lunga 390 km che col-
lega N’Gaoundere, il punto di
arrivo della rete ferroviaria
proveniente da Douala, e
Moundou, la seconda città
del Ciad per grandezza, è
stata inaugurata nel 2007.
Questo progetto ha rappre-
sentato il maggiore investi-
mento dell’UE su una singola
strada in Africa. La sua apertura ha
coinciso con l’inizio della costruzione
della strada asfaltata tra Moundou e Koumra
(190 km) inaugurata nel dicembre del 2009. L’UE
ha contribuito per il 79% dei costi di costruzione,
mentre la parte rimanente è stata a carico del go-
verno nazionale.
Il completamento della strada tra Moundou e Kou-
mra ha stimolato l’attività economica, portando
per esempio alla creazione di sei nuove agenzie di
viaggio che offrono servizi regolari tra le città me-
ridionali e N’Djamena. L’attività industriale è pronta
a espandersi; man mano che la rete stradale rag-
giunge regioni agricole isolate, aumenta anche il
potenziale per le esportazioni agricole.
Per integrare le attività di costruzione, l’UE ha finan-
ziato diversi progetti di stampo ambientale, finan-
ziando tre ONG che, lungo tale percorso, sono attive
nei campi della sicurezza stradale, della lotta alla
deforestazione e della riduzione della diffusione del-
le malattie a trasmissione sessuale e dell’HIV/AIDS.
Il progetto in corso dell’UE fornisce sostegno istitu-
zionale al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
e al settore dei trasporti privati, in particolare nella
sfera della manutenzione delle strade. La capacità
del governo del Ciad di gestire la rete stradale e
affrontare il sovraccarico di veicoli è essenziale per
garantire la sostenibilità a lungo termine degli in-
vestimenti nelle strade.
Partenariati per il cambiamento 2323
tecnologIeInfoRmatIcheedellacomunIcazIoneAnche le tecnologie informatiche e della co-municazione (TIC o ICT nell’acronimo inglese) dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo dei paesi ACP contribuendo a mi-gliorarne la competitività commerciale. Uno svi-luppo rapido e positivo delle TIC nei paesi ACP, tuttavia, richiede il coinvolgimento e gli investi-menti del settore privato. La Commissione euro-pea sostiene una serie di progetti nel settore TIC,
in forma di partenariati pubblico-privati, sebbe-ne il finanziamento sia relativamente ridotto. In questo settore l’UE si concentra soprattutto sul sostegno alla riforma normativa e allo sviluppo delle capacità amministrative per garantire che le società private abbiano un accesso equo e paritario ai mercati competitivi. L’UE incoraggia i governi dei paesi ACP a sostenere il settore TIC mediante lo sviluppo delle capacità istituzionali e tramite incentivi, come le riduzioni d’imposta. L’UE incoraggia inoltre i paesi ACP a promuove-
Titolo del progettoSostegno alla rete di conoscenza e
apprendimento caraibica
Durata Fase I 2007-2009 – Fase II 2009-2012
Contributo dell’UEFase I 2 milioni di euro – Fase II 10 milioni di euro
PartnerBanca di sviluppo dei Caraibi, Banca Inter-americana di sviluppo, Organizzazione degli Stati americani, governi
CARICOM, UNDP, Agenzia canadese per lo sviluppo
http://www.ckln.org
dotate di elevati livelli di istruzione e competenze
tecniche, soprattutto nel campo delle TIC e dei servizi
basati su Internet.
Con il sostegno dell’UE, è stata
istituita la rete caraibica della
conoscenza e dell’apprendi-
mento (CKLN) per affron-
tare queste sfide. In una
prima fase, dal 2007 al
2009, l’UE ha sostenuto
la CKLN aiutando a porre
in essere il quadro istitu-
zionale e gli strumenti
per permettere alla rete
di aiutare i propri membri e
agli istituti formativi del settore
terziario (IIT) dei Caraibi di parteci-
pare alla rete.
I piccoli Stati dei Caraibi si trovano ad
affrontare grandi sfide alla com-
petitività, poste dalla globa-
lizzazione, dall’economia
basata sulla conoscenza
e dalla rivoluzione infor-
matica e delle comuni-
cazioni. I Caraibi vivono
soprattutto di agricol-
tura, turismo e servizi
finanziari che richiedono
capacità personali e finan-
ziarie limitate; la competitività
futura dipenderà dalla loro capa-
cità di spostarsi nei settori dei servizi, a
livello regionale e internazionale, con persone
i CARAibi • Come rimanere competitivi nell’era digitale
In termini concreti, ciò è equivalso a:
• migliorare l’efficienza e l’importanza degli istituti for-
mativi del settore terziario e dei ministeri mediante
assistenza tecnica nella pianificazione, nella gestione
finanziaria e nelle risorse umane;
• istituire una rete sostenibile di conoscenza e appren-
dimento;
• sviluppare la capacità di approntare programmi e
servizi di istruzione regionali per l’apprendimento a
distanza.
La fase cruciale consisteva nella formazione e nella
fornitura di assistenza tecnica a oltre 100 istituti for-
mativi del settore terziario con diversi livelli di sviluppo
e ubicati in un’ampia regione. Per mettere in atto la rete,
la CKLN e i suoi membri avevano bisogno di una pre-
parazione in termini di risorse umane qualificate, pia-
nificazione strategica e operativa e gestione finanziaria.
Dopo la prima fase, l’UE sta finanziando quella che
viene chiamata CKLN II, ovvero un piano aziendale
e uno studio di fattibilità per la rete. Vengono forniti
finanziamenti anche per le apparecchiature necessarie
alla rete e per il noleggio dei circuiti di trasmissione
digitale. Una volta completata, la CKNL si interfaccerà
con le reti educative di America Latina, Europa e di
tutto il mondo.
re un più efficace trasferimento della conoscen-za e delle tecnologie a livello globale mediante, per esempio, partenariati internazionali e diritti sulla proprietà intellettuale più flessibili.
24 Partenariati per il cambiamento
acquaL’acqua è essenziale per la vita e lo sviluppo umano. Tuttavia, più di 300 milioni di persone in Africa non hanno accesso ad acqua pulita e a strutture sanitarie di base; queste sono tra le maggiori cause di malattia e morte. In alcuni
La comunità rurale di Coubalan nella regione meri-
dionale di Casamance aveva uno dei livelli più bassi di
accesso ad acqua pulita e strutture igienico-sanitarie
del Senegal: solo il 20% della popolazione aveva
accesso ad acqua potabile sicura. Questo progetto
cofinanziato dallo strumento per l’acqua ACP-UE sta
fornendo accesso sostenibile ad acqua potabile sicura
e a strutture igienico-sanitarie di base a 13 villaggi nella
comunità di Coubalan, per oltre 17 000 abitanti com-
plessivamente. Il progetto copre un’area di 200 km2.
Coubalan è la prima comunità rurale in Senegal dotata
di approvvigionamento idrico e strutture igienico-
sanitarie su tutto il territorio. Le risorse idriche sono
gestite a livello locale dalla comunità rurale mediante
una struttura amministrativa decentrata.
Lo strumento per l’acqua disponeva di un budget di 497
milioni di euro per il periodo 2004-2009, al quale si sono
aggiunti 200 milioni di euro per il periodo 2009-2013.
paesi ACP, le già limitate risorse idriche sono minacciate dalle fluttuazioni stagionali e dai cicli periodici di siccità e inondazioni. Anche i cambiamenti climatici stanno influendo nega-tivamente sull’acqua. La Commissione europea risponde a queste sfide con azioni mirate nel
quadro dei programmi di cooperazione nazio-nale e regionale con i paesi ACP e con strumen-ti politici specifici, come lo strumento per l’ac-qua ACP-UE e l’iniziativa UE “Acqua per la vita”.
Il progetto ha permesso di ottenere:
• tre impianti idraulici collegati a cinque pozzi che
forniscono quantità sufficienti di acqua potabile di
qualità;
• un totale di 923 latrine nei 13 villaggi che coprono
tutto il territorio della comunità rurale di
Coubalan;
• 1 200 case dotate di approvvi-
gionamento idrico;
• due campagne sulle mi-
sure igienico-sanitarie,
svolte in villaggi mi-
rati e nelle scuole;
• le risorse idriche
sono gestite dalla
comunità con la
partecipazione delle
persone del luogo.
Titolo del progettoAcqua potabile e strutture igienico-
sanitarie nella comunità rurale di Coubalan
Durata2006-2009
Contributo dell’UE931 388 euro (67% del totale)
PartnerACRA (Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America
Latina), Italia, organizzazioni della comunità locale guidate dal Consiglio rurale di Coubalan, Senegal
http://ec.europa.eu/europeaid/ water-facility
SEnEGAl • Acqua potabile sicura e migliori strutture igienico-sanitarie per la comunità rurale di Coubalan
Acqua ed energia
Questo progetto è un’iniziativa della società civile
guidata da una ONG italiana in collaborazione con
la comunità rurale di Coubalan. Una serie di altri
partner si sono associati al progetto, tra cui il
Ministero francese degli affari esteri
ed europei, il comune francese di
Cherbourg-Octeville, il Con-
siglio regionale della Bassa
Normandia, l’Agenzia per
l’acqua Seine-Normandie
e l’ente senegalese per i
servizi idraulici.
Partenariati per il cambiamento 25
eneRgIaL’accesso ridotto a servizi energetici affidabili caratterizza i contesti di povertà e i paesi ACP non fanno eccezione. In alcuni paesi, l’accesso a servizi energetici moderni e sostenibili è limi-tato a una percentuale del 10% nelle aree rurali. Inoltre, la dipendenza dai combustibili ricavati dalla biomassa tradizionale, come il carbone
Isolate e relativamente pic-
cole, per la generazione
di elettricità la maggior
parte delle nazioni-isole
del Pacifico fanno affida-
mento sui combustibili
fossili importati. Tuttavia,
questo modo di produrre
elettricità può dimostrarsi spes-
so poco efficace, mentre esiste la
possibilità di sviluppare fonti alternative
di energia. I paesi ACP del Pacifico generalmente sono
molto assolati, ma convertire il sole in energia utilizzabile
non è così semplice; questo era l’obiettivo di cinque
nazioni-isole coinvolte nel progetto REP-5 finanziato dal
9° FES, ossia gli Stati Federati di Micronesia, Nauru, Niue,
Palau e la Repubblica delle Isole Marshall.
REP-5 ha attuato una serie di progetti legati alle energie
rinnovabili e all’efficienza energetica nei cinque paesi
per aiutarli a ridurre la loro dipendenza dai combustibili
fossili importati e a estendere la disponibilità di elettri-
cità nelle comunità isolane più remote.
Occorreva superare diversi ostacoli, tra cui la difficoltà
di far arrivare i pannelli solari e le pesanti batterie e di
procedere alla loro installazione su isole lontane, e poi
REGionE dEl PACifiCo • Energia solare per le isole remote
Titolo del progettoSostegno al settore dell’energia in cinque
nazioni-isole ACP nel Pacifico
Durata2006-2009
Contributo dell’UE 12,39 milioni di euro
PartnerConsorzio internazionale guidato da IT Power, Regno
Unito, con Transenergie e Ademe, Francia
http://www.rep5.eu
la formazione dei team di ogni isola per la
manutenzione di base e i servizi di
installazione. Dal momento che
dovevano essere installate su
piccoli atolli dell’Oceano
Pacifico, le apparecchiatu-
re dovevano essere anche
abbastanza robuste da re-
sistere alla corrosione in
un ambiente fortemente
salino.
Oltre all’elettricità da fonti
rinnovabili per la rete, il progetto
fornisce anche l’energia per le singole
famiglie e gli edifici pubblici, incluse scuole e dispen-
sari, nonché l’installazione di contatori a pagamento,
vegetale e il legno, comporta anche un degra-do ambientale dovuto alla deforestazione e al cattivo uso delle risorse naturali. Nessun paese è mai riuscito a ridurre sostanzialmente la po-vertà senza soddisfare la crescente domanda di fonti efficienti di energia. Ecco perché è essen-ziale migliorarne l’accesso e promuovere l’uso di fonti di energia sostenibili e rinnovabili nei
paesi ACP, in modo da incentivare la fornitura sicura e accessibile dei servizi energetici alle co-munità rurali e urbane. L’UE sta promuovendo questi concetti con diverse misure e iniziative, la più importante delle quali è lo strumento ACP-UE per l’energia e l’iniziativa “Energia” dell’UE.
efficienti fornelli a gas o scaldacqua solari. Parallela-
mente al progetto è stata condotta una campagna
sul risparmio energetico diretta alle comunità locali,
per illustrare come utilizzare i nuovi sistemi e gestirli
nel modo più efficiente possibile. Questi contatti
hanno aumentato anche il grado di coinvolgimento
delle comunità locali nel progetto e hanno stimolato
un senso di appartenenza verso lo stesso.
Dopo la proficua attuazione di REP-5, gli stessi cinque
paesi, con l’aggiunta di Kiribati e Tonga, continueranno
il progetto con il 10° FES.
Il REP-5 si è svolto sotto la responsabilità del Segretariato
del Forum delle isole del Pacifico nelle Figi.
26 Partenariati per il cambiamento
L’agricoltura e lo sviluppo rurale svolgono un ruolo cruciale nella lotta contro la povertà e nel dare impulso alla crescita nei paesi ACP. L’agri-coltura, l’allevamento, la silvicoltura e la pesca costituiscono la base economica per la maggior parte delle popolazioni dei paesi ACP, nonché una delle principali fonti di occupazione e di materie prime per l’industria e le esportazioni, e contribuiscono pertanto in modo significa-tivo al prodotto interno lordo di tali paesi. A causa di un ridotto livello di diversificazione
bElizE • La povertà rurale come principale ostacolo allo sviluppo
La povertà rurale in Belize non è sem-
plicemente il risultato di privazio-
ni economiche, ma è legata a
fatturi strutturali più profondi
come la scarsità di infra-
strutture, di trasporti, di
accesso ai servizi sanitari
e all’acqua potabile e il
ridotto livello delle com-
petenze. Tutti questi fatto-
ri impediscono che le aree
rurali partecipino ad attività
economiche significative.
Ecco perché il finanziamento del pro-
gramma di sviluppo rurale del Beli-
ze (BRDP) è la base del sostegno
dell’UE al paese. L’obiettivo è
aumentare la responsabiliz-
zazione dei poveri che vivo-
no in aree rurali e investire
con loro per creare benes-
sere ed eliminare la povertà.
In questo modo il programma
segue un approccio di parteci-
pazione dal basso e decentrato per
aiutare le comunità e i distretti locali a
definire le proprie strategie e individuare progetti
Titolo del progettoProgramma di sviluppo rurale del Belize
Durata2006-2011
Contributo dell’UE7,2 milioni di euro
PartnerMinistero dello sviluppo economico, autorità locali
e ONG
http://www.brdp.org
e imprese da sostenere. La produttività e la com-
petitività devono essere accresciute nell’agricoltura
tradizionale. Le comunità devono anche diversificare
le attività e dedicarsi ad attività non agricole che
generino reddito.
I risultati a lungo termine previsti di questo progetto
sono:
• creazione di un settore agricolo più efficiente,
produttivo e competitivo, nonché agevolazione
e del limitato numero di prodotti da esporta-zione, l’agricoltura nei paesi in via di sviluppo è particolarmente sensibile alle variazioni dei flussi commerciali; tuttavia, dal momento che fornisce cibo e reddito ai gruppi meno favoriti, è importante per la sicurezza alimentare, l’ac-cessibilità dei servizi sociali e la conservazione degli ecosistemi e la biodiversità. L’UE lavora a diversi livelli per sostenere lo sviluppo agri-colo e rurale nei paesi ACP. Per esempio, a li-vello continentale, l’UE propone un quadro di
cooperazione con l’Unione africana incentrato sullo sviluppo delle capacità e sul rafforzamen-to istituzionale delle organizzazioni regionali africane. Ciò integrerà i programmi di coopera-zione nazionali e stimolerà lo sviluppo agricolo su basi più ampie. L’UE aiuta anche i paesi ACP che dipendono dall’esportazione di materie prime come il caffè, lo zucchero, il cotone e il cacao ad aumentare i guadagni dei produttori e a ridurre le oscillazioni del reddito a livello sia macroeconomico, sia produttivo.
Agricoltura e sviluppo rurale©FAO/G. Napolitano
Partenariati per il cambiamento 27
Titolo del progettoSostegno al programma di garanzia della
produzione (PSNP)
DurataFase I 2005-2009
Contributo dell’UE180,23 milioni di euro
PartnerGoverno etiope, Banca mondiale, PAM, USAID, CIDA,
Irlanda, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito
In Etiopia, negli ultimi anni, shock climatici consecu-
tivi (siccità e inondazioni) hanno portato molte per-
sone sull’orlo dell’indigenza. Molte hanno venduto
tutti i beni che possedevano per sopravvivere e si
sono ritrovate a dipendere interamente dalle con-
segne degli aiuti alimentari. Per arginare la necessità
di soccorsi alimentari d’emergenza di
massa, il governo etiope, in colla-
borazione con i partner per
lo sviluppo, ha creato una
struttura alternativa per
affrontare il problema
cronico dell’incertezza
alimentare: il program-
ma di garanzia della
produzione (PSNP). Il
PSNP dell’Etiopia è un
programma internazio-
nale “ammiraglio” ideato per
rispondere in maniera migliore ai
bisogni delle famiglie con problemi di
incertezza alimentare. Il programma ricorre a inve-
stimenti produttivi per generare reddito, sostenere
la crescita economica rurale e porre rimedio ai danni
ambientali. Il finanziamento dei lavori pubblici crea
posti di lavoro retribuiti e fornisce liquidità alle po-
polazioni bisognose cosicché le famiglie possono
acquistare cibo, ricostituire i propri beni e iniziare
di nuovo a guadagnarsi da vivere.
A livello di comunità, le popolazioni interessate
beneficiano anche dei progetti di lavori pubblici
volti a realizzare scuole, strutture sanitarie, punti di
accesso all’acqua potabile e attività di conservazione
del suolo. Coloro che non possono prendere parte ai
progetti di lavori pubblici, per esempio gli anziani e
le persone più vulnerabili, come le donne incinte o i
disabili, ricevono pagamenti in contanti.
Il programma di garanzia della produzione costa
ogni anno 220 milioni di euro ed è finanziato da
nove donatori, inclusa l’UE e quattro suoi Stati mem-
bri. Esso soddisfa le necessità di circa il 10% della
popolazione etiope, ovvero 7,5 milioni
di persone. I finanziamenti dell’UE
sono accorpati in un fondo fi-
duciario gestito dalla Banca
mondiale.
I trasferimenti di liquidi-
tà servono a finanziare
migliaia di progetti di
lavori pubblici ogni anno
nell’ambito dei piani di svi-
luppo comunitario. I mercati
sono stati sostenuti con iniezio-
ni di liquidità nell’economia locale
ed è stata rafforzata la capacità istituziona-
le di gestire il PSNP. Il programma è completamente
del governo e la sua attuazione effettiva è gestita
a livello locale.
Al fine di aiutare ad affrontare la siccità e l’aumen-
to dei prezzi dei generi alimentari nel biennio
2008-2009, l’UE ha contribuito al programma con
altri 20,23 milioni di euro, in aggiunta alla spesa di 98
milioni di euro prevista per il 2005-2007. Inoltre, l’UE
ha stanziato 20 milioni di euro del proprio strumento
alimentare per proteggere i beneficiari del program-
ma dalle conseguenze dell’aumento dei prezzi dei
generi alimentari. L’UE ha stanziato altri 100 milioni
di euro per il programma nel periodo 2008-2013.
ETioPiA • Miglioramento della sicurezza alimentare mediante un programma di garanzia della produzione
e incoraggiamento di attività economiche non
agricole; l’obiettivo è aiutare la creazione di 75-125
aziende produttive rurali e da 300 a 600 micro-
progetti;
• miglioramento dei servizi di base della popola-
zione rurale; l’obiettivo è garantire l’accesso alle
100-200 nuove infrastrutture sostenute dal BRDP
per 115 000 persone che vivono in aree rurali;
• rafforzamento delle politiche e dell‘ambiente isti-
tuzionale con cui operano i produttori agricoli, i
commercianti, i trasformatori, le organizzazioni e
le comunità locali.
L’obiettivo è che il 10% delle famiglie rurali possa
beneficiare del progetto BRDP e che almeno il 30%
dei beneficiari siano donne o giovani; in tal modo,
il sostegno viene dato a circa 60 villaggi sui 192
presenti nel paese.
28 Partenariati per il cambiamento
Il programma per le materie prime agricole di tutti
i paesi ACP (AAACP) riconosce pienamente il lega-
me esistente tra il commercio e la riduzione della
povertà. Il suo obiettivo è ridurre la povertà
migliorando i proventi e stabiliz-
zando le condizioni di vita
dei produttori di materie
prime agricole nei paesi
ACP. Un terzo del bud-
get di 45 milioni di
euro è stanziato per
il cotone.
Il programma, avviato
nel settembre 2007, si
concluderà nel dicem-
bre 2011. Finora tra i suoi
risultati si annoverano:
• lo sviluppo di 16 strategie settoriali;
• diversi workshop che promuovono i collegamenti
agricoltore-acquirente tra i paesi ACP;
• ampia diffusione delle buone pratiche agricole, so-
prattutto nell’Africa occidentale con la formazione
di circa 7 000 agricoltori;
• un grande incontro regionale sui cereali a Dakar;
• progressi significativi nell’attuazione di progetti
di gestione del rischio relativo alle materie prime.
Nel settore del cotone, una serie di visite di
studio, viaggi sul campo e sessioni
formative di marketing hanno
dato risultati concreti posi-
tivi. Si sono infatti conclu-
se le prime trattative di-
rette sull’esportazione
di cotone tra i produt-
tori africani e i filatori
in Cina, Tailandia e
Bangladesh. È stato
inoltre pubblicato un
lavoro congiunto di riferi-
mento sulle nozioni apprese
in merito alla riforma del settore
del cotone in Africa.
Con la partecipazione dei soggetti interessati sono
stati concordati alcuni cambiamenti di orientamen-
to relativamente agli ultimi due anni del programma:
nel Pacifico, il programma d’ora in avanti si concen-
trerà sulla sicurezza alimentare con azioni mirate al
settore della frutta e della verdura.
TUTTi i PAESi ACP • Supporto mirato ai produttori di materie prime
Titolo del progetto:Programma per le materie prime agricole di
tutti i paesi ACP
DurataSettembre 2007 - dicembre 2011
Contributo dell’UE45 milioni di euro
PartnerBanca mondiale, FAO, Centro per il commercio internazionale
(ITC), Fondo comune per le materie prime (CFC), UNCTAD
http://www.euacpcommodities.eu
Nella regione dell’Africa centrale, le banane “plantain”
e la manioca sono state identificate come materie
prime prioritarie; nell’Africa occidentale il settore
chiave è il cotone, spesso unitamente ai cereali; i
paesi dell’Africa orientale e australe hanno optato
per il sostegno alle coltivazioni alimentari, al settore
dell’orticoltura e dei cereali. Inoltre, è stato definito
un referente in ognuna delle cinque regioni ACP per
promuovere una maggiore assunzione di responsa-
bilità e partecipazione al programma.
Anche la collaborazione tra le agenzie delle organiz-
zazioni partner dell’UE verrà rafforzata per ottenere
migliori sinergie e tagliare i costi mediante attività
come workshop congiunti. I partner dell’UE nell’AA-
ACP sono le organizzazioni internazionali già attive
nell’affrontare i problemi legati alla produzione e
al commercio delle materie prime a livello globale.
Partenariati per il cambiamento 29
Lo sviluppo a lungo termine non può essere raggiunto senza un governo in grado di tute-lare efficacemente gli interessi pubblici. Senza governance, responsabilità e rispetto dello stato di diritto, la prosperità potrà essere otte-nuta solo da pochi a spese degli altri membri della società, soprattutto quelli più bisognosi. I progressi nella riforma della governance sono cruciali per lo sviluppo sostenibile, la riduzione della povertà, la stabilità e la sicurezza. L’UE ha pertanto messo la governance al centro del-le proprie attività di cooperazione con i paesi
partner ACP. L’approccio dell’UE alla governan-ce prende in considerazione le dimensioni po-litiche, economiche, sociali, culturali e ambien-tali, e incoraggia la partecipazione sia a livello nazionale, sia a livello locale, fornendo pari sostegno ai soggetti non statali e alle autorità locali. I programmi di assistenza per promuo-vere la democrazia si concentrano su processi elettorali equi, liberi e trasparenti; sul rafforza-mento delle capacità istituzionali e organizza-tive dei parlamenti; sulla promozione di media indipendenti e sull’incoraggiamento di sistemi
mAli • Responsabilizzazione delle autorità locali
Titolo del progettoProgramma di sostegno per il decentramento e la riforma
dell’amministrazione pubblica
Durata2006-2010
Contributo dell’UE72 milioni di euro
PartnerGoverno del Mali
Governance, democrazia e diritti umanipolitici autenticamente pluralistici. Il sostegno allo stato di diritto comprende programmi di riforma della giustizia che riguardano aspetti della giustizia civile, commerciale e penale, nonché la riforma del settore della sicurezza. Al tempo stesso, l’UE si adopera per promuo-vere i principi della democrazia, del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali che costituiscono i prerequisiti per lo sviluppo e la sicurezza in qualsiasi società e, pertanto, sono parte integrante della lotta contro la povertà.
Uno degli elementi chiave
per lo sviluppo sostenibile
in Mali è la riforma ammi-
nistrativa e il decentra-
mento dei poteri a livello
locale. Nel 2006, l’UE ha
lanciato un programma
di sostegno della durata di
quattro anni per il decentra-
mento e la riforma dell’amministrazione pubblica
(PARAD) al fine di rafforzare la capacità del
governo e delle autorità locali di ela-
borare, guidare e coordinare le
politiche di sviluppo e migliora-
re l’accesso della popolazione
ai servizi di base.
PARAD interessa l’intera
amministrazione del Mali,
inclusi diversi ministeri, i loro
servizi decentrati e le autorità
locali: 703 amministrazioni comu-
nali, 49 circoscrizioni amministrative, otto regioni e il
distretto della capitale Bamako. Il programma forni-
sce al governo del Mali aiuti per il bilancio settoriale.
All’avvio del programma, nel 2006, era la prima volta
che un paese ACP riceveva un aiuto di bilancio nel
settore della governance.
L’aiuto di bilancio permette di distribuire le risorse
dell’investimento sull’intero territorio nazionale e in
tutti settori di intervento; aumenta le risorse accan-
tonate per la modernizzazione e il decentramento
dell’amministrazione, nonché i trasferimenti agli
enti locali mediante il “fondo di investimento per
Partenariati per il cambiamento3030
il governo locale”. Ciò permette il finanziamento
delle infrastrutture locali, come aule, centri sanitari,
attrezzature e pozzi.
Per valutare il programma sono utilizzati gli indi-
catori di performance che misurano i progressi
nell’accesso da parte della popolazione ai servizi di
base, come l’acqua potabile, le visite prenatali e i
livelli di scolarizzazione per le ragazze. Gli indicatori
valutano anche la qualità della governance locale, le
risorse impiegate dagli enti locali per ogni abitante,
la supervisione dei progetti comunali, il decentra-
mento del bilancio e il livello di uso delle tecnologie
informatiche e della comunicazione (TIC).
mAlAwi • Sostegno alla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica
• sostegno all’istituzione di una struttura di sensibi-
lizzazione con 8 000 educatori civici appartenenti
alla comunità;
• maggiore livello di impegno per la tolleranza politi-
ca, soprattutto in distretti dove sono stati costituiti
comitati pluripartitici;
• proficua mobilitazione delle persone in occasione
delle elezioni presidenziali e parlamentari nel 1999,
2004 e 2009.
Il programma ha formato più di 400 scrutatori. Pri-
ma delle elezioni del maggio 2009, tutti gli uffici
distrettuali hanno organizzato e coordinato attività
di educazione civica e al voto nelle varie fasi del
processo elettorale, anche con la partecipazione di
partner locali come assemblee distrettuali e orga-
nizzazioni comunitarie (CBO).
NICE cerca specificamente di agevolare
la partecipazione dei cittadini al
processo decisionale a livel-
lo di comunità, distretto e
nazione; inoltre, sostiene
lo sviluppo delle capa-
cità delle organizzazioni
della società civile e
cerca di incrementare la
responsabilità pubblica di
coloro che rivestono ruoli
decisionali.
Tra i risultati del NICE si annoverano:
• uffici in tutti i 28 distretti del Malawi che consen-
tono di far arrivare il messaggio fino alle comunità
rurali più remote;
• la creazione di 163 biblioteche rurali e centri di ri-
sorse per promuovere l’alfabetizzazione e facilitare
l’accesso all’informazione;
• istituzione di club radiofonici per aumentare la
sensibilizzazione su eventi attuali presso la popo-
lazione rurale;
La democrazia multipartitica è stata intro-
dotta in Malawi nel 1994. Il progres-
so del paese verso una buona
governance e la partecipa-
zione dei cittadini alla vita
pubblica è cruciale per il
rafforzamento del pro-
cesso democratico. Un
tasso di analfabetismo
del 68% rappresenta
una delle sfide principali;
inoltre, la popolazione rura-
le ha un accesso molto ridotto
all’informazione.
È pertanto necessario introdurre l’educazione civica
per aumentare la conoscenza dei diritti e dei dove-
ri dei cittadini, nonché la conoscenza dei concetti
fondamentali dei diritti umani, della responsabilità
democratica, dello stato di diritto e della partecipa-
zione alla governance locale. Questo è il compito
del programma NICE, l’Iniziativa nazionale per l’edu-
cazione civica in Malawi, ora giunto alla terza fase.
Titolo del progettoIniziativa nazionale per l’educazione civica
in Malawi (NICE)
Durata (fase III)Maggio 2006-dicembre 2010
Contributo dell’UE8,9 milioni di euro
PartnerGoverno del Malawi, ONG locali e CBO
http://www.nicemw.org
L’idea alla base del programma è tesa a creare col-
legamenti tra il decentramento e la riforma dell’am-
ministrazione pubblica migliorando l’accesso delle
popolazioni locali ai servizi di base offerti dagli enti
locali.
PARAD è in fase di espansione e diventerà PARAD-
DER (2010-14) con l’integrazione dello sviluppo
economico regionale nel suo mandato.
Partenariati per il cambiamento 3131
SUd AfRiCA • Accesso alla giustizia e ai diritti umani
Titolo del progettoAccesso alla giustizia e promozione dei diritti
costituzionali
Durata2009-2012
Contributo dell’UE25 milioni di euro
PartnerDipartimento della giustizia e degli affari costituzionali,
Fondazione per i diritti umani, organizzazioni della società civile
A partire dalla transizione del Sud Africa dall’apar-
theid alla democrazia, il governo si è impegnato a
porre rimedio alle ineguaglianze e a migliorare la
vita dei cittadini mediante la promozione e il
consolidamento della cultura dei di-
ritti umani. Il Dipartimento della
giustizia e degli affari costi-
tuzionali ha un mandato
per promuovere i diritti
umani e l’accesso alla
giustizia per tutti.
L’obiettivo di questo
programma, avviato
nel 2009, è aiutare a raf-
forzare la democrazia in
Sud Africa migliorando l’ac-
cesso alla giustizia e promuoven-
do i diritti costituzionali. Esso aiuterà il
dipartimento a garantire l’accesso alla giustizia per
i gruppi più vulnerabili ed emarginati, soprattutto
quelli che vivono nelle township e nelle aree rurali.
Il programma intende inoltre rafforzare le capacità
delle organizzazioni della società civile in modo che
possano svolgere attività di difesa e lobby e parte-
cipare al dialogo con il governo e le istituzioni sullo
sviluppo delle politiche.
Dal programma si attendono tre risul-
tati principali: il miglioramento
dell’accesso alla giustizia, in-
cluso il ripristino di mecca-
nismi mirati per i gruppi
più vulnerabili ed emar-
ginati; una maggiore
sensibilizzazione e co-
noscenza dei diritti co-
stituzionali in Sud Africa
per i gruppi più vulnerabili
ed emarginati; una maggio-
re partecipazione ai processi
democratici mediante il dibattito
pubblico sulle politiche e organizzazioni
della società civile più efficienti.
I compiti specifici del programma sono:
• istituire uffici comunitari di consulenza nelle town-
ship e nelle aree rurali, e rafforzarne le capacità;
• istituire tribunali per l’uguaglianza a livello nazio-
nale;
• elaborare un programma nazionale per promuo-
vere la sensibilizzazione e i diritti derivanti dalla
legge sull’uguaglianza;
• trasferire le udienze per reati minori dal sistema
giudiziario a processi alternativi di risoluzione delle
controversie;
• sostenere programmi che contrastino la violenza
nei confronti di donne, bambini, disabili e anziani.
32 Partenariati per il cambiamento
AfRiCA • Azioni dell’UE per aiutare l’Africa a mantenere la pace
I conflitti violenti rallentano drasticamente lo sviluppo economico, politico e sociale. La sicu-rezza e lo sviluppo sono quindi interdipendenti e si rafforzano reciprocamente; lo sviluppo so-stenibile è impossibile in un paese minacciato da insicurezza interna, crisi e conflitti. Al tempo
sostenuto gli sforzi africani per la gestione dei conflitti e la prevenzione mediante lo svilup-po di capacità, l’assistenza tecnica e il finanzia-mento delle missioni di pace e sicurezza.
Titolo del progettoFondo per la pace in Africa
DurataFase I 2004-2008 – Fase II 2009-2011
Contributo dell’UEPrima fase 440 milioni di euro, seconda fase 300 milioni di euro
PartnerL’Unione africana e otto organizzazioni regionali africane
http://ec.europa.eu/europeaid/peace-facility
La persistenza dei conflitti in Africa non rappresenta
una minaccia soltanto alla sicurezza regionale e inter-
nazionale, ma anche allo sviluppo economico e sociale
del continente.
Con la creazione del Fondo per la pace in Africa, l’UE
fornisce un sostegno finanziario agli sfor-
zi dell’Unione africana e delle altre
organizzazioni regionali tesi a
trovare “soluzioni africane a
problemi africani”.
Le operazioni finanziate
dal Fondo sono gestite
ed effettuate da africani,
e questo rinforza la re-
sponsabilità dell’Africa per
il mantenimento della pace
nel continente e le sue capacità
in termini di prevenzione, gestione e
risoluzione dei conflitti. Il Fondo per la pace
è stato creato nel 2004 in risposta alla richiesta dei capi
Pace e sicurezzastesso, non vi può essere una pace sostenibile senza sviluppo. Colpire le potenziali cause dei conflitti come la povertà, le malattie, l’inegua-glianza e la mancanza di governance è essen-ziale per promuovere la pace e lo sviluppo. Grazie al Fondo per la pace in Africa, l’UE ha
di governo dell’Unione africana e si concentra su tre
aspetti chiave:
• un dialogo più approfondito tra UE e Africa sulle sfide
per la pace e la sicurezza;
• la creazione di un’architettura di pace e sicurezza più
stabile in Africa;
• una fonte di finanziamento pre-
vedibile per le operazioni di
sostegno alla pace guidate
da africani.
Il Fondo per la Pace in
Africa è finanziato dal
Fondo europeo di svilup-
po ed è la prima volta che
azioni di pace e sicurezza di
vasta portata vengono finan-
ziate da un programma di aiuti
allo sviluppo.
La natura del programma impone restrizioni in merito
a ciò che il Fondo può pagare. È infatti possibile finan-
ziare le spese locali degli operatori di pace, le indennità,
le razioni, l’assistenza medica e il trasporto, così come il
carburante, le apparecchiature civili e gli strumenti di
comunicazione, ma è impossibile utilizzare il Fondo per
pagare armi, munizioni, attrezzature o pezzi di ricambio
specificamente militari. Sono esclusi anche i salari base
dei soldati e la loro formazione militare.
Il budget del Fondo era di 440 milioni di euro nel pe-
riodo 2004-2008 e di 300 milioni di euro per il periodo
2009-2011. Le principali operazioni di pace finanziate
si sono svolte in Somalia, Repubblica Centrafricana,
Sudan e Isole Comore. Sono stati finanziati anche im-
portanti programmi per lo sviluppo di capacità.
.
©African Union
Partenariati per il cambiamento 33
Lo sviluppo riguarda le persone. Tutti hanno bi-sogno di sentirsi sicuri, di avere cibo, un tetto e l’accesso ai servizi sociali essenziali. Le persone dovrebbero essere protette dalla violenza, dalla discriminazione e dall’ingiustizia, dovrebbero vive-re una vita sana e acquisire le conoscenze e le com-petenze di cui hanno bisogno per crescere come individui e come cittadini. Affinché sia realizzabi-le e sostenibile, lo sviluppo deve essere orientato sulle persone, deve migliorare le possibilità dei membri più poveri e vulnerabili della società, dan-
Nel periodo 2002-2009, l’Unione europea ha stan-
ziato 97,4 milioni di euro per sostenere la vaccina-
zione dei bambini nigeriani al di sotto dei cinque
anni contro le malattie a prevenzione vaccinale. Il
programma, noto come PRIME, è stato avviato in sei
Stati ed è stato poi esteso ad altri 17. Inizialmente,
il programma ha incontrato notevoli difficoltà in
uno dei primi sei Stati, il Kebbi, nella parte nord-
occidentale del paese. Molti membri della comunità
locale musulmana non si fidavano del programma
perché temevano potesse avere conseguenze sulla
fertilità delle donne.
niGERiA • Protezione dei bambini dalle malattie infettive
Sviluppo umanodo loro la possibilità di uscire dalla condizione di povertà. Lo sviluppo umano è un elemento chiave del consenso europeo in materia di sviluppo che racchiude una vasta gamma di problematiche, tra cui la salute, l’istruzione, l’uguaglianza fra uomini e donne, i bambini e i giovani, l’occupazione e la diversità culturale. Per l’UE, lo sviluppo umano è al centro del processo di sviluppo e, al tempo stesso, l’obiettivo più importante della politica di sviluppo. Pertanto, la cooperazione con i paesi ACP è volta a conseguire miglioramenti sostanziali in singole
aree dello sviluppo umano, tra cui: un maggiore e più paritario accesso ai servizi di base e all’istruzio-ne, un livello più elevato di uguaglianza fra uomini e donne e di emancipazione delle donne, miglio-ramenti nel campo dell’occupazione, un lavoro dignitoso e la coesione sociale, il miglioramento dei diritti dell’infanzia e una migliore prevenzione del lavoro minorile, del traffico di bambini, della violenza sui minori e di altre forme di sfruttamen-to, oltre alla protezione e alla promozione della diversità culturale.
Titolo del progettoPartenariato dell’UE per rafforzare l’efficacia
delle vaccinazioni (PRIME)
Durata2002-2009
Contributo dell’UE97,4 milioni di euro
PartnerGestione sanitaria EPOS, Germania, Agenzia nazionale per lo
sviluppo dell’assistenza sanitaria primaria, Nigeria, OMS, Unicef, Programma di immunizzazione DfID a
Kano, Nigeria
Tuttavia, grazie alla positiva collaborazione con i
leader islamici, politici e dei villaggi e al supporto
dei genitori dei bambini vaccinati, è stato gra-
dualmente possibile vincere la diffidenza e
proseguire il programma. La campagna
per l’eradicazione della poliomielite è
stata avviata nel 2002 e il richiamo
della vaccinazione ha invece avuto
inizio nel maggio 2003. In quel mo-
mento, il livello delle vaccinazioni
ordinarie nel Kebbi era dell’1,7%,
molto al di sotto della media nazio-
nale. Alla fine del programma, nel 2009,
aveva raggiunto il 77%, uno dei più alti
della nazione.
Partenariati per il cambiamento3434
KiRibATi • Servizi sanitari migliori per le isole più lontane
Titolo del progettoMiglioramento dei servizi sanitari nelle
isole più lontane della Repubblica di Kiribati
DurataGiugno 2006-dicembre 2010
Contributo dell’UE8,8 milioni di euro
PartnerLa Scuola di medicina delle Figi, il Governo
di Kiribati, l’Associazione delle ONG di Kiribati
Il PRIME si prefigge due obiettivi principali: l’eradi-
cazione della poliomielite e il potenziamento dei
servizi di vaccinazione ordinaria. Le malattie preve-
nibili riscontrate in Nigeria includono poliomielite,
difterite, pertosse, tetano, tubercolosi, rosolia, epa-
tite e meningite.
Il programma ha finanziato migliorie essenziali alle
infrastrutture, inclusi centri sanitari per le cure prima-
rie, formazione del personale, installazione e ripara-
zione di attrezzature fondamentali per la catena del
freddo per la conservazione dei vaccini. Ha anche
migliorato la gestione dei servizi di vaccinazione
all’interno delle strutture sanitarie di base.
Tra i suoi risultati si annoverano:
• un maggiore impegno del governo e della comu-
nità per le attività di vaccinazione ordinaria;
• un sensibile aumento della copertura delle vacci-
nazioni a più dell’80% in tutto il paese;
• la formazione di oltre 73 000 operatori sanitari;
• un incremento del 97% delle strutture sanitarie che
svolgono operazioni di vaccinazioni e ne tengono
un registro;
• la prima strategia nazionale integrata di comuni-
cazione e mobilitazione sociale.
Kiribati è stato classificato dall’ONU come uno dei
paesi meno sviluppati. L’isolamento geografico, le
dimensioni ridotte, una base economica ristretta e
la vulnerabilità all’innalzamento dei livelli del mare
pongono enormi ostacoli al miglioramento degli
standard di vita locali.
L’obiettivo generale del progetto è aiutare a migliorare
in modo sostenibile le condizioni di vita nelle
isole più remote di Kiribati mediante
un accesso più esteso ai servizi
sanitari di base. Il progetto è
destinato alle 18 isole Gil-
bert, con una popolazio-
ne complessiva di 42 000
persone.
Una parte del progetto ri-
guarda la costruzione di 18
centri sanitari e 56 farmacie
dotati di attrezzature, alimen-
tazione idrica e di energia solare,
apparecchiature per la comunicazione
radio e strutture igienico-sanitarie. L’altra parte in-
tende migliorare la qualità dei servizi sanitari offerti
e l’efficienza della gestione e delle prestazioni, oltre
a prevedere programmi di formazione ad ampio
spettro per operatori sanitari professionali nelle isole
remote.
Il progetto ha esercitato un’influenza sulla revisione
dell’elaborazione delle politiche del Ministero della sa-
lute e dei servizi sanitari di Kiribati, soprattutto
per quanto riguarda l’espansione dei
sistemi informatici ai servizi sani-
tari. Il progetto ha inoltre creato
interrelazioni tra le iniziative
del governo e quelle di altri
donatori in settori come la
fornitura di attrezzature
mediche, per la comunica-
zione e computer. Queste
sinergie hanno aumentato
l’efficienza di tutti i soggetti
coinvolti.
Tra gli altri risultati specifici del progetto si annove-
rano:
• un maggiore utilizzo dei servizi sanitari, soprattutto
da parte di donne e bambini;
• una migliore gestione delle scorte di medicinali;
• una maggiore conoscenza clinica, migliori compe-
tenze da parte del personale infermieristico, ridu-
cendo così la necessità di consultare il medico e
migliorando la diagnosi delle malattie;
• un migliore monitoraggio delle malattie grazie ai
nuovi sistemi informatici sanitari;
• la disponibilità di informazioni affidabili ha compor-
tato una migliore gestione della performance e dei
processi di elaborazione delle politiche;
• la gestione dei casi, soprattutto delle emergenze,
è migliorata grazie alla disponibilità di attrezzature
di buona qualità e all’erogazione dell’illuminazione
notturna e dell’acqua corrente pulita.
.
Partenariati per il cambiamento 3535
PARQE I, svoltosi nel periodo dal 2003 al 2007, ha po-
sto l’enfasi sulle infrastrutture, costruendo 300 scuole
elementari e creando 17 strutture modello per la for-
mazione continua degli insegnanti.
PARQE II mira a migliorare la
qualità dell’insegnamento,
garantendo la formazio-
ne a 3 000 insegnanti e
400 presidi e consulen-
ti didattici. PARQE II è
iniziato con la distribu-
zione di oltre 617 000
libri di testo per l’anno
scolastico 2008-2009 e
265 000 libri di testo per il
2009-2010. In questo stesso
anno, inoltre, sono stati distribuiti
100 000 kit scolastici contenenti libri,
matite, gomme, penne, scatole di colori, strumenti
per la geometria e zaini. Il programma affronta anche
il problema degli studenti che hanno superato l’età
scolare e di come poter soddisfare le loro esigenze
specifiche.
Haiti è il paese più povero dell’emisfe-
ro occidentale, gravato da enormi
problemi di sviluppo anche
prima del terribile terremo-
to che lo ha colpito nel
gennaio 2010 con conse-
guenze a lungo termine.
Considerata la mancanza
di insegnanti qualificati in
un paese dove i giovani in
età scolare costituiscono la
maggioranza della popola-
zione, l’istruzione rappresenta
una seria sfida da vincere. Per affron-
tare questo problema e offrire l’istruzione
a tutti, l’UE ha lanciato il programma PARQE che mira
a rafforzare le capacità educative locali e le responsa-
bilità di 4 dipartimenti su 10. Il programma intende
migliorare la qualità della formazione degli insegnanti,
dei metodi di insegnamento e dei materiali didattici.
hAiTi • Istruzione per tutti
Titolo del progettoProgramma di aiuti per migliorare l’istruzione
ad Haiti II (PARQUE II)
Durata Novembre 2007-dicembre 2011
Contributo dell’UE14 milioni di euro
PartnerMinistero dell’istruzione e della formazione professionale,
Haiti
http://a2s.typepad.com/parqe
Il programma continuerà nonostante il terremoto, dal
momento che riguarda quattro dipartimenti a nord
e a sud di Port-au-Prince, quindi a una certa distan-
za dall’epicentro. Tuttavia, 1,6 milioni di euro della
dotazione finanziaria di PARQE II (14 milioni di euro
in totale) sono stati destinati alla ristrutturazione di
scuole e aule nei quattro dipartimenti interessati dal
progetto che stanno gestendo un flusso di bambini
provenienti dalla capitale devastata.
Una delle finalità di PARQE II è la costruzione di un
centro di formazione degli insegnanti a Cap Haitien,
la seconda città del paese. Il progetto, tra l’altro, cerca
di costruire 90 aule, ristrutturare più di 70 scuole e cre-
are una rete nazionale di scuole pubbliche e private,
nonché un comitato di gestione e un’associazione
di genitori per ogni scuola. PARQE II si prefigge an-
che il rafforzamento della capacità istituzionale del
Ministero dell’istruzione, in particolare nei quattro
dipartimenti interessati dal progetto.
Partenariati per il cambiamento3636
RUAndA • Una soap opera radiofonica popolare aiuta la lotta all’AIDS
Una soap opera radiofonica di lungo
corso è diventata la principale
fonte di informazione per le
donne rurali del Ruanda
in materia di HIV/AIDS e
altre minacce alla salute
riproduttiva. Il program-
ma, intitolato Urunana
(“mano nella mano”), ha
un numeroso seguito e ha
trasmesso più di 1 000 episo-
di dalla prima puntata del 1999.
Urunana segue un gruppo di personag-
gi che vivono in un villaggio di fantasia nella regione
dei Grandi Laghi; le trame uniscono intrattenimento
e aspetti educativi concentrandosi sulla salute ses-
suale e riproduttiva, e trattando anche l’HIV/AIDS.
Il contenuto del programma è studiato in base al
pubblico che lo segue e i ricercatori si recano ogni
mese nei villaggi del Ruanda per discutere le proble-
matiche legate alla salute con le persone del luogo
e ricavare possibili tracce per il programma.
Titolo del progettoWell Women Media Project III
DurataAprile 2006-settembre 2010
Contributo dell’UE750 000 euro (63% dei costi complessivi)
PartnerHealth Unlimited (Regno Unito) e UDC (Ruanda)
http://www.healthunlimited.org/Programmes/Africa/Rwanda
Gli attori e la produzione visitano rego-
larmente aree rurali per registrare
gli episodi e queste sessioni di
registrazione attraggono di-
verse migliaia di spettatori,
fornendo la possibilità di
una discussione interatti-
va ancora migliore.
Tali sessioni di discussione
e valutazione da parte di
consulenti indipendenti dimo-
strano che dopo la trasmissione, la
maggior parte degli ascoltatori conti-
nua a parlare degli argomenti sollevati dal program-
ma, quali la pianificazione familiare o il sesso sicuro;
si tratta di un risultato notevole, visto che sono argo-
menti delicati di cui raramente si parla nelle famiglie
del Ruanda. Un dato conferma l’attenzione che le
persone prestano ai messaggi di Urunana: stando a
un sondaggio condotto dai consulenti, fino al 74%
della popolazione del Ruanda ascolta Urunana al-
meno una volta a settimana. Con un tasso di alfabe-
tizzazione che nelle aree rurali supera a malapena il
50%, la radio è il mezzo di informazione dominante.
Urunana è stato originariamente gestito e prodotto
da Health Unlimited, una ONG britannica, che ha
gradualmente ceduto le attività a un partner loca-
le, Urunana Development Communication (UDC),
costituito specificamente a questo scopo. Dal 2006,
il progetto è stato parzialmente finanziato dall’UE, e
nel 2010 dovrebbe essere in grado di autofinanziarsi.
Gli episodi del programma sono trasmessi due volte
a settimana da Radio Ruanda e dal servizio Grandi
Laghi della BBC.
Partenariati per il cambiamento 3737
La Tanzania ospita la più ampia
comunità di rifugiati dell’Afri-
ca, composta soprattutto
da persone in fuga dai vici-
ni stati del Burundi e della
Repubblica Democratica
del Congo, ed è stata scelta
come sede di una delle due
iniziative pilota del program-
ma di protezione regionale (RPP)
dell’UE. L’altra iniziativa interessa Ucrai-
na, Moldova e Bielorussia.
Il programma di protezione regionale della Tanzania
si prefiggeva gli obiettivi di migliorare la capacità
di protezione da parte delle autorità nazionali, mi-
gliorare le condizioni nei campi e nei centri d’ac-
coglienza e creare le condizioni per una soluzione
Titolo del progettoProgramma di protezione regionale
(RPP)
Durata 2006-2009
Contributo dell’UE7 milioni di euro
PartnerUfficio dell’Alto Commissario ONU
per i rifugiati
TAnzAniA • Programma di protezione regionale per i rifugiati
duratura, la quale prevedeva tre opzioni: il rimpatrio
dei rifugiati nel rispettivo paese di origine, l’integra-
zione in Tanzania o il reinsediamento in
un paese terzo.
I risultati finora raggiunti
dall’RPP sono positivi. Le
autorità locali, le ONG e la
società civile sono maggior-
mente in grado di aiutare i
rifugiati, i quali ricevono un
trattamento migliore sia all’in-
terno sia all’esterno dei campi.
Il reinsediamento dei rifugiati con
disabilità o più vulnerabili per altri
motivi è stato affrontato con priorità. Sono
state velocizzate le procedure di elaborazione delle
diverse opzioni per i rifugiati (rimpatrio, integrazione
o reinsediamento). In particolare, sono in corso le
operazioni di rimpatrio volontario o naturalizzazione
dei cittadini del Burundi.
Nella sua fase iniziale dal 2006 al 2009, il program-
ma di protezione regionale in Tanzania ha finanziato
complessivamente quattro progetti:
• il potenziamento della capacità di proteggere e
garantire soluzioni ai rifugiati in Tanzania (Program-
ma Aeneas 2005);
• il rafforzamento delle capacità di protezione della
Tanzania – a integrazione e supporto del progetto
pilota RPP (Aeneas 2006);
• il supporto delle attività dell’UNHCR nella regione
dei Grandi Laghi e nell’Europa orientale nel conte-
sto dei RPP (Programmi tematici di cooperazione
in materia di migrazione e asilo, 2008);
• il sostegno alle domande di naturalizzazione dei
rifugiati nei vecchi insediamenti (FES 2008-2013).
Commissione europeaPartenariati per il cambiamento – La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifi co
Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea
2010 – 40 p. – 21x29,7cmISBN 978-92-79-15503-1
COME PROCURARSI LE PUBBLICAZIONI DELL’UNIONE EUROPEAPubblicazioni gratuite:
• sul sito Internet EU Bookshop (http://bookshop.europa.eu);
• presso le rappresentanze o delegazioni della Commissione europea.
I dati necessari per contattarle possono essere ottenuti consultando il sito
http://ec.europa.eu o inviando un fax al numero +352 2929-42758.
Pubblicazioni destinate alla vendita:
• sul sito Internet EU Bookshop (http://bookshop.europa.eu).
Abbonamenti a pagamento (ad esempio, serie annuale della Gazzetta uffi ciale dell’Unione europea e
le sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea):
• contattando direttamente uno dei distributori commerciali dell’Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea
http://publications.europa.eu/others/agents/index_it.htm).
Europe Direct è un servizio a vostra disposizione per aiutarvi a
trovare le risposte ai vostri interrogativi sull’Unione europea.
Numero verde unico (*):
00 800 6 7 8 9 10 11(*) Alcuni gestori di telefonia mobile non consentono l’accesso ai numeri 00 800 o non ne accettano la gratuità.
Per maggiori informazioni sull’Unione europea è possibile consultare il sito Internet (http://europa.eu):http://ec.europa.eu/world http://ec.europa.eu/europeaid/where/acp/index_en.htm http://ec.europa.eu/development
Una scheda bibliografi ca fi gura alla fi ne del volume.
Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2010
ISBN: 978-92-79-18707-0doi:10.2783/58049
© Unione europea, 2010Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
Stampato in Belgio
STAMPATO SU CARTA RICICLATA A CUI È STATO ASSEGNATO IL MARCHIO COMUNITARIO DI QUALITÀ ECOLOGICA PER LA CARTA GRAFICA (WWW.ECOLABEL.EU)
‘Partenariati per il cambiamento’ è disponibile in 17 lingue uffi ciali dell’Unione europea al seguente indirizzo Internet:http://ec.europa.eu/europeaid/infopoint/publications/index_en.htm
Né la Commissione europea né qualsiasi persona che agisca a suo nome è responsabile dell’uso fatto delle informazioni seguenti.
Tutte le fotografi e sono ©Unione europea, 2010 tranne laddove diversamente indicatoCopertina © François LenoirConcezione/pre-stampa: Tipik Communication Agency
Commissione europea Uffi cio di cooperazione EuropeAid
Rue de la Loi 41 I 1049 Bruxelles, BELGIO Fax : + 32 22996407 E-mail: [email protected]
La c
oope
razi
one
allo
svi
lupp
o de
ll’U
E co
n i p
aesi
del
l’Afr
ica,
dei
Car
aibi
e d
el P
acifi
co
La cooperazione allo sviluppo dell’UE con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifi co
Partenariati per il cambiamento
http
://ec
.eur
opa.
eu/e
urop
eaid
/inde
x_it.
htm
KQ-30-10-333-IT-C
IT