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Stati che hanno aderito Stati che non hanno aderito ma firmatari Stati che non hanno aderito Anffas-Onlus Corigliano Via degli Iris 15 Tel. 0983.854879 Fax. 0983.547191 www.anffascorigliano.it LA CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ La ratifica dell’Italia della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, segna un importante traguardo per il Paese intero. La capacità di risposta ai bisogni delle persone disabili è uno degli indicatori principali di un Welfare moderno, maggiormente inclusivo, equo ed efficiente e l’Italia ha fatto un passo avanti decisivo in tale direzione.

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Stati che hanno aderito

Stati che non hanno aderito ma

firmatari

Stati che non hanno aderito

Anffas-Onlus Corigliano

Via degli Iris 15

Tel. 0983.854879

Fax. 0983.547191

www.anffascorigliano.it

LA CONVENZIONE DELLE

NAZIONI UNITE SUI DIRITTI

DELLE PERSONE CON

DISABILITÀ

La ratifica dell’Italia della Convenzione sui diritti delle persone

con disabilità approvata dall’Assemblea Generale delle

Nazioni Unite, segna un importante traguardo per il Paese

intero. La capacità di risposta ai bisogni delle persone disabili

è uno degli indicatori principali di un Welfare moderno,

maggiormente inclusivo, equo ed efficiente e l’Italia ha fatto

un passo avanti decisivo in tale direzione.

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Presentazione

La ratifica dell’Italia della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata

dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, segna un importante traguardo per il Paese intero. La

capacità di risposta ai bisogni delle persone disabili è uno degli indicatori principali di un Welfare

moderno, maggiormente inclusivo, equo ed efficiente e l’Italia da oggi ha fatto un passo avanti

decisivo in tale direzione.

La Convenzione rappresenta pertanto uno strumento condiviso dalla comunità internazionale che

segna valori e obiettivi per ampliare il grado di inclusione sociale delle persone disabili. Governo e

opposizione, regioni ed enti locali, imprese, mondo non profit e società civile sono tutti chiamati a

realizzare, ciascuno con la propria responsabilità, una società dove le persone disabili possano

essere sempre più protagoniste e libere.

La persona al centro, lo sviluppo integrale di ciascuna persona: è questa la nostra stella polare per

riconoscere e promuovere il valore infinito della persona per il solo fatto che esista, così come è. Per

questo mi preme innanzitutto richiamare l’art. 10 della Convenzione che afferma il diritto alla vita

delle persone disabili: “Gli Stati Parti riaffermano che il diritto alla vita è connaturato alla persona

umana ed adottano tutte le misure necessarie a garantire l’effettivo godimento di tale diritto da parte

delle persone con disabilità (…)”. Tale diritto deve essere difeso in ogni istante della vita, dal

concepimento alla morte naturale, proprio perché la disabilità è un’esperienza umana in molti casi

ancora misteriosa, che siamo chiamati a rispettare e a conoscere.

Il concetto di disabilità non indica più un assoluto della persona come in passato ma riguarda il

rapporto tra la persona e il suo ambiente di riferimento. In tal senso, negli ultimi anni, soprattutto con

l’avvento di nuove tecnologie, sono state abbattute numerose barriere riducendo il grado di disabilità,

qualunque fosse il suo genere.

Educazione e lavoro sono due ambiti particolari cui la Convenzione fa riferimento invitando a un

impegno preciso istituzioni e società civile. Come per ogni persona, il percorso di istruzione e

formazione e l’esperienza lavorativa rappresentano momenti essenziali anche per la vita di una

persona disabile. E’ necessario pertanto sviluppare percorsi, servizi e tecnologie nuove che

permettano di rispondere adeguatamente a tali necessità.

Auspichiamo infine che quanto contenuto nella Convenzione venga recepito sempre più

concretamente dall’Italia ed entri a far parte della nostra Costituzione materiale e del nostro vivere

quotidiano. Nessuna legge o convenzione infatti può sostituire la responsabilità dei singoli e ciascuno

di noi, ciascun italiano, su questo tema è chiamato a una responsabilità grande.

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Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità

Preambolo

Gli Stati Parti alla presente Convenzione:

a) Richiamando i principi proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite che riconoscono la

dignità ed il valore connaturati a tutti i membri della famiglia umana ed i diritti uguali e

inalienabili come fondamento di libertà, giustizia e pace nel mondo.

b) Riconoscendo che le Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo

e nei Patti internazionali sui diritti umani, hanno proclamato e convenuto che ciascun

individuo è titolare di tutti i diritti e delle libertà ivi indicate, senza alcuna distinzione.

c) Riaffermando l’universalità, l’indivisibilità, l’interdipendenza e interrelazione di tutti i

diritti umani e libertà fondamentali e la necessità di garantirne il pieno godimento da

parte delle persone con disabilità senza discriminazioni.

d) Richiamando il Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, il Patto

internazionale sui diritti civili e politici, la Convenzione internazionale sull’eliminazione

di tutte le forme di discriminazione razziale, la Convenzione internazionale

sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, la Convenzione

contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, la

Convenzione sui diritti del fanciullo e la Convenzione internazionale per la tutela dei

diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie.

e) Riconoscendo che la disabilità è un concetto in evoluzione e che la disabilità è il

risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed

ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su

base di uguaglianza con gli altri.

f) Riconoscendo l’importanza dei principi e delle linee guida contenute nel Programma

mondiale di azione riguardante le persone con disabilità e nelle Regole standard sulle

pari opportunità delle persone con disabilità e la loro influenza sulla promozione,

formulazione e valutazione delle politiche, dei piani, dei programmi e delle azioni a

livello nazionale, regionale ed internazionale al fine di perseguire pari opportunità per le

persone con disabilità.

g) Sottolineando l’importanza di integrare i temi della disabilità nelle pertinenti strategie

relative allo sviluppo sostenibile.

h) Riconoscendo altresì che la discriminazione contro qualsiasi persona sulla base della

disabilità costituisce una violazione della dignità e del valore connaturati alla persona

umana.

i) Riconoscendo inoltre la diversità delle persone con disabilità-

j) Riconoscendo la necessità di promuovere e proteggere i diritti umani di tutte le persone

con disabilità, incluse quelle che richiedono un maggiore sostegno-

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k) Preoccupati per il fatto che, nonostante questi vari strumenti ed impegni, le persone

con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione alla società

come membri eguali della stessa, e ad essere oggetto di violazioni dei loro diritti umani

in ogni parte del mondo.

l) Riconoscendo l’importanza della cooperazione internazionale per il miglioramento delle

condizioni di vita delle persone con disabilità in ogni paese, in particolare nei paesi in

via di sviluppo.

m) Riconoscendo gli utili contributi, esistenti e potenziali, delle persone con disabilità in

favore del benessere generale e della diversità delle loro comunità, e che la

promozione del pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali e della

piena partecipazione nella società da parte delle persone con disabilità accrescerà il

senso di appartenenza ed apporterà significativi progressi nello sviluppo umano,

sociale ed economico della società e nello sradicamento della povertà.

n) Riconoscendo l’importanza per le persone con disabilità della loro autonomia ed

indipendenza individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte.

o) Considerando che le persone con disabilità dovrebbero avere l’opportunità di essere

coinvolte attivamente nei processi decisionali relativi alle politiche e ai programmi,

inclusi quelli che li riguardano direttamente.

p) Preoccupati delle difficili condizioni affrontate dalle persone con disabilità, che sono

soggette a molteplici o più gravi forme di discriminazione sulla base della razza, colore

della pelle, sesso, lingua, religione, opinioni politiche o di altra natura, origine

nazionale, etnica, indigena o sociale, patrimonio, nascita, età o altra condizione.

q) Riconoscendo che le donne e le minori con disabilità corrono spesso maggiori rischi

nell’ambiente domestico ed all’esterno, di violenze, lesioni e abusi, di abbandono o

mancanza di cure, maltrattamento e sfruttamento.

r) Riconoscendo che i minori con disabilità dovrebbero poter godere pienamente di tutti i

diritti umani e delle libertà fondamentali su base di uguaglianza rispetto agli altri minori,

e richiamando gli obblighi assunti a tal fine dagli Stati Parti alla Convenzione sui diritti

del fanciullo.

s) Sottolineando la necessità di incorporare la prospettiva di genere in tutti gli sforzi tesi a

promuovere il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte

delle persone con disabilità.

t) Riaffermando che la maggior parte delle persone con disabilità vive in condizioni di

povertà, e riconoscendo a questo proposito la fondamentale necessità di affrontare

l’impatto negativo della povertà sulle persone con disabilità.

u) Consapevoli che le condizioni di pace e sicurezza basate sul pieno rispetto degli scopi

e dei principi contenuti nello Statuto delle Nazioni Unite e che l’osservanza degli

strumenti applicabili in materia di diritti umani sono indispensabili per la piena

protezione delle persone con disabilità, in particolare durante i conflitti armati e le

occupazioni straniere.

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v) Riconoscendo l’importanza dell’accessibilità alle strutture fisiche, sociali, economiche e

culturali, alla salute, all’istruzione, all’informazione e alla comunicazione, per consentire

alle persone con disabilità di godere pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà

fondamentali.

w) Consapevoli che ogni individuo, in ragione dei propri obblighi nei confronti degli altri

individui e della comunità di appartenenza, ha una responsabilità propria per la

promozione e l’osservanza dei diritti riconosciuti dalla Dichiarazione universale dei

diritti dell’uomo e dai Patti internazionali sui diritti civili e politici e sui diritti economici,

sociali e culturali.

x) Convinti che la famiglia sia il nucleo naturale e fondamentale della società e che abbia

diritto alla protezione da parte della società e dello Stato, e che le persone con

disabilità ed i membri delle loro famiglie debbano ricevere la protezione ed assistenza

necessarie a permettere alle famiglie di contribuire al pieno ed uguale godimento dei

diritti delle persone con disabilità.

y) Convinti che una convenzione internazionale globale ed integrata per la promozione e

la protezione dei diritti e della dignità delle persone con disabilità potrà contribuire in

modo significativo a riequilibrare i profondi svantaggi sociali delle persone con disabilità

e a promuovere la loro partecipazione nella sfera civile, politica, economica, sociale e

culturale, con pari opportunità, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.

Convengono quanto segue:

Articolo 1

Scopo

1. Scopo della presente Convenzione è promuovere, proteggere e garantire il pieno ed

uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone

con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità.

2. Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni

fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura

possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di

uguaglianza con gli altri.

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Articolo 2

Definizioni

Ai fini della presente Convenzione:

per “comunicazione” si intendono le lingue, la visualizzazione di testi, il Braille, la

comunicazione tattile, la stampa a grandi caratteri, i supporti multimediali accessibili nonché i

sistemi, gli strumenti ed i formati di comunicazione migliorativa ed alternativa scritta, sonora,

semplificata, con ausilio di lettori umani, comprese le tecnologie dell’informazione e della

comunicazione accessibili;

per “linguaggio” si intendono le lingue parlate e la lingua dei segni, come pure altre forme di

espressione non verbale;

per “discriminazione” fondata sulla disabilità” si intende qualsivoglia distinzione, esclusione

o restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o

annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di

tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale,

civile o in qualsiasi altro campo. Essa include ogni forma di discriminazione, compreso il

rifiuto di un accomodamento ragionevole;

per “accomodamento ragionevole” si intendono le modifiche e gli adattamenti necessari ed

appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo adottati, ove ve ne sia

necessità in casi particolari, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio,

su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali;

per “progettazione universale” si intende la progettazione di prodotti, strutture, programmi

e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di

adattamenti o di progettazioni specializzate. La “progettazione universale” non esclude

dispositivi di sostegno per particolari gruppi di persone con disabilità ove siano necessari.

Articolo 3

Principi generali

I principi della presente Convenzione sono:

(a) il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere

le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone;

(b) la non discriminazione;

(c) la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società;

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(d) il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della

diversità umana e dell’umanità stessa;

(e) la parità di opportunità;

(f) l’accessibilità;

(g) la parità tra uomini e donne;

(h) il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei

minori con disabilità a preservare la propria identità.

Articolo 4

Obblighi generali

1. Gli Stati Parti si impegnano a garantire e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti

umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità senza discriminazioni di

alcun tipo sulla base della disabilità. A tal fine, gli Stati Parti si impegnano:

(a) ad adottare tutte le misure legislative, amministrative e di altra natura adeguate ad attuare

i diritti riconosciuti nella presente Convenzione;

(b) ad adottare tutte le misure, incluse quelle legislative, idonee a modificare o ad abrogare

qualsiasi legge, regolamento, consuetudine e pratica vigente che costituisca una

discriminazione nei confronti di persone con disabilità;

(c) a tener conto della protezione e della promozione dei diritti umani delle persone con

disabilità in tutte le politiche e in tutti i programmi;

(d) ad astenersi dall’intraprendere ogni atto o pratica che sia in contrasto con la presente

Convenzione ed a garantire che le autorità pubbliche e le istituzioni agiscano in conformità

con la presente Convenzione;

(e) ad adottare tutte le misure adeguate ad eliminare la discriminazione sulla base della

disabilità da parte di qualsiasi persona, organizzazione o impresa privata;

(f) ad intraprendere o promuovere la ricerca e lo sviluppo di beni, servizi, apparecchiature e

attrezzature progettati universalmente, secondo la definizione di cui all’articolo 2 della

presente Convenzione, che dovrebbero richiedere il minimo adattamento possibile ed il costo

più contenuto possibile per venire incontro alle esigenze specifiche delle persone con

disabilità, promuoverne la disponibilità ed uso, ed incoraggiare la progettazione universale

nell’elaborazione di norme e linee guida;

(g) ad intraprendere o promuovere la ricerca e lo sviluppo, ed a promuovere la disponibilità e

l’uso di nuove tecnologie, incluse tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ausilii

alla mobilità, dispositivi e tecnologie di sostegno, adatti alle persone con disabilità, dando

priorità alle tecnologie dai costi più accessibili;

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(h) a fornire alle persone con disabilità informazioni accessibili in merito ad ausilii alla

mobilità, dispositivi e tecnologie di sostegno, comprese le nuove tecnologie, così come altre

forme di assistenza, servizi di supporto ed attrezzature;

(i) a promuovere la formazione di professionisti e di personale che lavora con persone con

disabilità sui diritti riconosciuti nella presente Convenzione, così da fornire una migliore

assistenza e migliori servizi garantiti da questi stessi diritti.

2. Con riferimento ai diritti economici, sociali e culturali, ogni Stato Parte si impegna a

prendere misure, sino al massimo delle risorse di cui dispone e, ove necessario, nel quadro

della cooperazione internazionale, al fine di conseguire progressivamente la piena

realizzazione di tali diritti, senza pregiudizio per gli obblighi contenuti nella presente

Convenzione che siano immediatamente applicabili in conformità al diritto internazionale.

3. Nell’elaborazione e nell’attuazione della legislazione e delle politiche da adottare per

attuare la presente Convenzione, così come negli altri processi decisionali relativi a questioni

concernenti le persone con disabilità, gli Stati Parti operano in stretta consultazione e

coinvolgono attivamente le persone con disabilità, compresi i minori con disabilità, attraverso

le loro organizzazioni rappresentative.

4. Nessuna disposizione della presente Convenzione può pregiudicare provvedimenti più

favorevoli per la realizzazione dei diritti delle persone con disabilità, contenuti nella

legislazione di uno Stato Parte o nella legislazione internazionale in vigore per quello Stato.

Non sono ammesse restrizioni o deroghe ai diritti umani ed alle libertà fondamentali

riconosciuti o esistenti in ogni Stato Parte alla presente Convenzione in virtù di leggi,

convenzioni, regolamenti o consuetudini, con il pretesto che la presente Convenzione non

riconosca tali diritti o libertà o che li riconosca in minor misura.

5. Le disposizioni della presente Convenzione si estendono a tutte le unità costitutive degli

Stati federali senza limitazione ed eccezione alcuna.

Articolo 5

Uguaglianza e non discriminazione

1. Gli Stati Parti riconoscono che tutte le persone sono uguali dinanzi alla legge ed hanno

diritto, senza alcuna discriminazione, a uguale protezione e uguale beneficio dalla legge.

2. Gli Stati Parti devono vietare ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità e

garantire alle persone con disabilità uguale ed effettiva protezione giuridica contro ogni

discriminazione qualunque ne sia il fondamento.

3. Al fine di promuovere l’uguaglianza ed eliminare le discriminazioni, gli Stati Parti adottano

tutti i provvedimenti appropriati, per garantire che siano forniti accomodamenti ragionevoli.

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4. Le misure specifiche che sono necessarie ad accelerare o conseguire de facto

l’uguaglianza delle persone con disabilità non costituiscono una discriminazione ai sensi della

presente Convenzione.

Articolo 6

Donne con disabilità

1. Gli Stati Parti riconoscono che le donne e le minori con disabilità sono soggette a

discriminazioni multiple e, a questo riguardo, adottano misure per garantire il pieno ed uguale

godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle donne e delle minori

con disabilità.

2. Gli Stati Parti adottano ogni misura idonea ad assicurare il pieno sviluppo, progresso ed

emancipazione delle donne, allo scopo di garantire loro l’esercizio ed il godimento dei diritti

umani e delle libertà fondamentali enunciati nella presente Convenzione.

Articolo 7

Minori con disabilità

1. Gli Stati Parti adottano ogni misura necessaria a garantire il pieno godimento di tutti i diritti

umani e delle libertà fondamentali da parte dei minori con disabilità, su base di uguaglianza

con gli altri minori.

2. In tutte le azioni concernenti i minori con disabilità, il superiore interesse del minore

costituisce la considerazione preminente.

3. Gli Stati Parti garantiscono ai minori con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri

minori, il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni su tutte le questioni che li

riguardano e le loro opinioni sono debitamente prese in considerazione, tenendo conto della

loro età e grado di maturità, assicurando che sia fornita adeguata assistenza in relazione alla

disabilità e all’età, allo scopo di realizzare tale diritto.

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Articolo 8

Accrescimento della consapevolezza

1. Gli Stati Parti si impegnano ad adottare misure immediate, efficaci ed adeguate allo scopo

di:

(a) sensibilizzare la società nel suo insieme, anche a livello familiare, sulla situazione delle

persone con disabilità e accrescere il rispetto per i diritti e la dignità delle persone con

disabilità;

(b) combattere gli stereotipi, i pregiudizi e le pratiche dannose concernenti le persone con

disabilità, compresi quelli fondati sul sesso e l’età, in tutti gli ambiti;

(c) promuovere la consapevolezza delle capacità e i contributi delle persone con disabilità.

2. Nell’ambito delle misure che adottano a tal fine, gli Stati Parti:

(a) avviano e conducono efficaci campagne di sensibilizzazione del pubblico al fine di:

(i) favorire un atteggiamento recettivo verso i diritti delle persone con disabilità;

(ii) promuovere una percezione positiva ed una maggiore consapevolezza sociale nei

confronti delle persone con disabilità;

(iii) promuovere il riconoscimento delle capacità, dei meriti e delle attitudini delle persone con

disabilità, del loro contributo nell’ambiente lavorativo e sul mercato del lavoro;

(b) promuovono a tutti i livelli del sistema educativo, includendo specialmente tutti i minori, sin

dalla più tenera età, un atteggiamento di rispetto per i diritti delle persone con disabilità;

(c) incoraggiano tutti i mezzi di comunicazione a rappresentare le persone con disabilità in

modo conforme agli obiettivi della presente Convenzione;

(d) promuovono programmi di formazione per accrescere la consapevolezza riguardo alle

persone con disabilità e ai diritti delle persone con disabilità.

Articolo 9

Accessibilità

1. Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di

partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati Parti adottano misure adeguate a

garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso

all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le

tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al

pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Queste misure, che includono

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l’identificazione e l’eliminazione di ostacoli e barriere all’accessibilità, si applicano, tra l’altro,

a:

(a) edifici, viabilità, trasporti e altre strutture interne ed esterne, comprese scuole, alloggi,

strutture sanitarie e luoghi di lavoro;

(b) ai servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi informatici e quelli di

emergenza.

2. Gli Stati Parti inoltre adottano misure adeguate per:

(a) sviluppare ed emanare norme nazionali minime e linee guida per l’accessibilità alle

strutture ed ai servizi aperti o forniti al pubblico e verificarne l’applicazione;

(b) garantire che gli organismi privati, che forniscono strutture e servizi aperti o forniti al

pubblico, tengano conto di tutti gli aspetti dell’accessibilità per le persone con disabilità;

(c) fornire una formazione relativa ai problemi di accesso con cui si confrontano le persone

con disabilità a tutti gli interessati;

(d) dotare le strutture e gli edifici aperti al pubblico di segnaletica in caratteri Braille e in

formati facilmente leggibili e comprensibili;

(e) mettere a disposizione forme di assistenza da parte di persone o animali e servizi di

mediazione, incluse guide, lettori e interpreti professionisti esperti nella lingua dei segni, allo

scopo di agevolare l’accessibilità a edifici ed altre strutture aperte al pubblico;

(f) promuovere altre forme idonee di assistenza e di sostegno a persone con disabilità per

garantire il loro accesso all’informazione;

(g) promuovere l’accesso delle persone con disabilità alle nuove tecnologie ed ai sistemi di

informazione e comunicazione, compreso internet;

(h) promuovere alle primissime fasi la progettazione, lo sviluppo, la produzione e la

distribuzione di tecnologie e sistemi di informazione e comunicazione, in modo che tali

tecnologie e sistemi divengano accessibili al minor costo.

Articolo 10

Diritto alla vita

Gli Stati Parti riaffermano che il diritto alla vita è connaturato alla persona umana ed adottano

tutte le misure necessarie a garantire l’effettivo godimento di tale diritto da parte delle

persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri.

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Articolo 11

Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie

Gli Stati Parti adottano, in conformità agli obblighi derivanti dal diritto internazionale,

compreso il diritto internazionale umanitario e le norme internazionali sui diritti umani, tutte le

misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in

situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le

catastrofi naturali.

Articolo 12

Uguale riconoscimento dinanzi alla legge

1. Gli Stati Parti riaffermano che le persone con disabilità hanno il diritto al riconoscimento in

ogni luogo della loro personalità giuridica.

2. Gli Stati Parti riconoscono che le persone con disabilità godono della capacità giuridica su

base di uguaglianza con gli altri in tutti gli aspetti della vita.

3. Gli Stati Parti adottano misure adeguate per consentire l’accesso da parte delle persone

con disabilità al sostegno di cui dovessero necessitare per esercitare la propria capacità

giuridica.

4. Gli Stati Parti assicurano che tutte le misure relative all’esercizio della capacità giuridica

forniscano adeguate ed efficaci garanzie per prevenire abusi in conformità alle norme

internazionali sui diritti umani. Tali garanzie devono assicurare che le misure relative

all’esercizio della capacità giuridica rispettino i diritti, la volontà e le preferenze della persona,

che siano scevre da ogni conflitto di interesse e da ogni influenza indebita, che siano

proporzionate e adatte alle condizioni della persona, che siano applicate per il più breve

tempo possibile e siano soggette a periodica revisione da parte di una autorità competente,

indipendente ed imparziale o di un organo giudiziario. Queste garanzie devono essere

proporzionate al grado in cui le suddette misure incidono sui diritti e sugli interessi delle

persone.

5. Sulla base di quanto disposto nel presente articolo, gli Stati Parti adottano tutte le misure

adeguate ed efficaci per garantire l’uguale diritto delle persone con disabilità alla proprietà o

ad ereditarla, al controllo dei propri affari finanziari e ad avere pari accesso a prestiti bancari,

mutui e altre forme di credito finanziario, e assicurano che le persone con disabilità non

vengano arbitrariamente private della loro proprietà.

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Articolo 13

Accesso alla giustizia

1. Gli Stati Parti garantiscono l’accesso effettivo alla giustizia per le persone con disabilità, su

base di uguaglianza con gli altri, anche attraverso la previsione di idonei accomodamenti

procedurali e accomodamenti in funzione dell’età, allo scopo di facilitare la loro

partecipazione effettiva, diretta e indiretta, anche in qualità di testimoni, in tutte le fasi del

procedimento giudiziario, inclusa la fase investigativa e le altre fasi preliminari.

2. Allo scopo di aiutare a garantire l’effettivo accesso delle persone con disabilità alla

giustizia, gli Stati Parti promuovono una formazione adeguata per coloro che operano nel

campo dell’amministrazione della giustizia, comprese le forze di polizia ed il personale

penitenziario.

Articolo 14

Libertà e sicurezza della persona

1. Gli Stati Parti garantiscono che le persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli

altri:

(a) godano del diritto alla libertà e alla sicurezza personale;

(b) non siano private della loro libertà illegalmente o arbitrariamente, che qualsiasi privazione

della libertà sia conforme alla legge e che l’esistenza di una disabilità non giustifichi in nessun

caso una privazione della libertà.

2. Gli Stati Parti assicurano che, nel caso in cui le persone con disabilità siano private della

libertà a seguito di qualsiasi procedura, esse abbiano diritto su base di uguaglianza con gli

altri, alle garanzie previste dalle norme internazionali sui diritti umani e siano trattate

conformemente agli scopi ed ai principi della presente Convenzione, compreso quello di

ricevere un accomodamento ragionevole.

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Articolo 15

Diritto di non essere sottoposto a tortura, a pene o a trattamenti crudeli, inumani o degradanti

1. Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti crudeli, inumani o

degradanti. In particolare, nessuno può essere sottoposto, senza il proprio libero consenso, a

sperimentazioni mediche o scientifiche.

2. Gli Stati Parti adottano tutte le misure legislative, amministrative, giudiziarie o di altra

natura idonee ad impedire che persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri,

siano sottoposte a tortura, a pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

Articolo 16

Diritto di non essere sottoposto a sfruttamento, violenza e maltrattamenti

1. Gli Stati Parti adottano tutte le misure legislative, amministrative, sociali, educative e di

altra natura adeguate a proteggere le persone con disabilità, all’interno e all’esterno della loro

dimora, contro ogni forma di sfruttamento, di violenza e di abuso, compresi gli aspetti di

genere.

2. Gli Stati Parti adottano altresì tutte le misure adeguate ad impedire ogni forma di

sfruttamento, di violenza e di maltrattamento, assicurando, segnatamente alle persone con

disabilità, alle loro famiglie ed a coloro che se ne prendono cura, appropriate forme di

assistenza e sostegno adatte al genere ed all’età, anche mettendo a disposizione

informazioni e servizi educativi sulle modalità per evitare, riconoscere e denunciare casi di

sfruttamento, violenza e abuso. Gli Stati Parti assicurano che i servizi di protezione tengano

conto dell’età, del genere e della disabilità.

3. Allo scopo di prevenire il verificarsi di ogni forma di sfruttamento, violenza e abuso, gli Stati

Parti assicurano che tutte le strutture e i programmi destinati alle persone con disabilità siano

effettivamente controllati da autorità indipendenti.

4. Gli Stati Parti adottano tutte le misure adeguate per facilitare il recupero fisico, cognitivo e

psicologico, la riabilitazione e la reintegrazione sociale delle persone con disabilità vittime di

qualsiasi forma di sfruttamento, violenza o maltrattamento, in particolare prevedendo servizi

di protezione. Il recupero e la reintegrazione devono aver luogo in un ambiente che

promuova la salute, il benessere, l’autostima, la dignità e l’autonomia della persona e che

prenda in considerazione le esigenze specifiche legate al genere ed all’età.

5. Gli Stati Parti devono adottare una legislazione e delle politiche efficaci, ivi comprese una

legislazione e delle politiche specifiche per le donne ed i minori, per garantire che i casi di

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sfruttamento, di violenza e di abuso contro persone con disabilità siano identificati, indagati e,

ove del caso, perseguiti.

Articolo 17

Protezione dell’integrità della persona

Ogni persona con disabilità ha diritto al rispetto della propria integrità fisica e mentale su base

di uguaglianza con gli altri.

Articolo 18

Libertà di movimento e cittadinanza

1. Gli Stati Parti riconoscono alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, il

diritto alla libertà di movimento, alla libertà di scelta della propria residenza e il diritto alla

cittadinanza, anche assicurando che le persone con disabilità:

(a) abbiano il diritto di acquisire e cambiare la cittadinanza e non siano private della

cittadinanza arbitrariamente o a causa della loro disabilità;

(b) non siano private a causa della disabilità, della capacità di ottenere, detenere ed utilizzare

la documentazione attinente alla loro cittadinanza o altra documentazione di identificazione, o

di utilizzare le procedure pertinenti, quali le procedure di immigrazione, che si rendano

necessarie per facilitare l’esercizio del diritto alla libertà di movimento;

(c) siano libere di lasciare qualunque paese, incluso il proprio;

(d) non siano private, arbitrariamente o a motivo della loro disabilità, del diritto di entrare nel

proprio paese.

2. I minori con disabilità devono essere registrati immediatamente dopo la nascita e hanno

diritto sin dalla nascita a un nome, al diritto di acquisire una cittadinanza, e, per quanto

possibile, al diritto di conoscere i propri genitori e di essere da questi allevati.

Articolo 19

Vita indipendente ed inclusione nella società

Gli Stati Parti alla presente Convenzione riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità

a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e adottano misure

efficaci ed adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con

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disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società, anche

assicurando che:

(a) le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli

altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in

una particolare sistemazione;

(b) le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali

e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per

consentire loro di vivere nella società e di inserirvisi e impedire che siano isolate o vittime di

segregazione;

(c) i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione,

su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattate ai loro

bisogni.

Articolo 20

Mobilità personale

Gli Stati Parti adottano misure efficaci a garantire alle persone con disabilità la mobilità

personale con la maggiore autonomia possibile, provvedendo in particolare a:

(a) facilitare la mobilità personale delle persone con disabilità nei modi e nei tempi da loro

scelti ed a costi accessibili;

(b) agevolare l’accesso da parte delle persone con disabilità ad ausilii per la mobilità, apparati

ed accessori, tecnologie di supporto, a forme di assistenza da parte di persone o animali e

servizi di mediazione di qualità, in particolare rendendoli disponibili a costi accessibili;

(c) fornire alle persone con disabilità e al personale specializzato che lavora con esse una

formazione sulle tecniche di mobilità;

(d) incoraggiare i produttori di ausilii alla mobilità, apparati e accessori e tecnologie di

supporto a prendere in considerazione tutti gli aspetti della mobilità delle persone con

disabilità.

Articolo 21

Libertà di espressione e opinione e accesso all’informazione

Gli Stati Parti adottano tutte le misure adeguate a garantire che le persone con disabilità

possano esercitare il diritto alla libertà di espressione e di opinione, ivi compresa la libertà di

richiedere, ricevere e comunicare informa zioni e idee su base di uguaglianza con gli altri e

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attraverso ogni mezzo di comunicazione di loro scelta, come definito dall’articolo 2 della

presente Convenzione, provvedendo in particolare a:

(a) mettere a disposizione delle persone con disabilità le informazioni destinate al grande

pubblico in forme accessibili e mediante tecnologie adeguate ai differenti tipi di disabilità,

tempestivamente e senza costi aggiuntivi;

(b) accettare e facilitare nelle attività ufficiali il ricorso da parte delle persone con disabilità,

alla lingua dei segni, al Braille, alle comunicazioni aumentative ed alternative e ad ogni altro

mezzo, modalità e sistema accessibile di comunicazione di loro scelta;

(c) richiedere agli enti privati che offrono servizi al grande pubblico, anche attraverso internet,

di fornire informazioni e servizi con sistemi accessibili e utilizzabili dalle persone con

disabilità;

(d) incoraggiare i mass media, inclusi gli erogatori di informazione tramite internet, a rendere i

loro servizi accessibili alle persone con disabilità;

(e) riconoscere e promuovere l’uso della lingua dei segni.

Articolo 22

Rispetto della vita privata

1. Nessuna persona con disabilità, indipendentemente dal luogo di residenza o dalla propria

sistemazione, può essere soggetta ad interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata,

nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, o in altri tipi di comunicazione, o

a lesioni illegali al proprio onore o alla propria reputazione. Le persone con disabilità hanno il

diritto di essere protette dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

2. Gli Stati Parti tutelano il carattere confidenziale delle informazioni personali, di quelle

relative alla salute ed alla riabilitazione delle persone con disabilità, su base di uguaglianza

con gli altri.

Articolo 23

Rispetto del domicilio e della famiglia

1. Gli Stati Parti adottano misure efficaci ed adeguate ad eliminare le discriminazioni nei

confronti delle persone con disabilità in tutto ciò che attiene al matrimonio, alla famiglia, alla

paternità e alle relazioni personali, su base di uguaglianza con gli altri, in modo da garantire

che:

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(a) sia riconosciuto il diritto di ogni persona con disabilità, che sia in età per contrarre

matrimonio, di sposarsi e fondare una famiglia sulla base del pieno e libero consenso dei

contraenti;

(b) sia riconosciuto il diritto delle persone con disabilità di decidere liberamente e

responsabilmente riguardo al numero dei figli e all’intervallo tra le nascite e di avere accesso

in modo appropriato secondo l’età, alle informazioni in materia di procreazione e

pianificazione familiare, e siano forniti i mezzi necessari ad esercitare tali diritti;

(c) le persone con disabilità, inclusi i minori, conservino la loro fertilità su base di uguaglianza

con gli altri.

2. Gli Stati Parti devono garantire i diritti e le responsabilità delle persone con disabilità in

materia di tutela, di curatela, di custodia e di adozione di minori o di simili istituti, ove tali

istituti siano previsti dalla legislazione nazionale; in ogni caso l’interesse superiore del minore

resta la considerazione preminente.

Gli Stati Parti forniscono un aiuto appropriato alle persone con disabilità nell’esercizio delle

loro responsabilità di genitori.

3. Gli Stati Parti devono garantire che i minori con disabilità abbiano pari diritti per quanto

riguarda la vita in famiglia. Ai fini della realizzazione di tali diritti e per prevenire

l’occultamento, l’abbandono, la mancanza di cure e la segregazione di minori con disabilità,

gli Stati Parti si impegnano a fornire informazioni, servizi e sostegni tempestivi e completi ai

minori con disabilità e alle loro famiglie.

4. Gli Stati Parti devono garantire che un minore non sia separato dai propri genitori contro la

sua volontà, a meno che le autorità competenti, soggette a verifica giurisdizionale, non

decidano, conformemente alla legge e alle procedure applicabili, che tale separazione è

necessaria nel superiore interesse del minore. In nessun caso un minore deve essere

separato dai suoi genitori in ragione della propria disabilità o di quella di uno o di entrambi i

genitori.

5. Gli Stati Parti si impegnano, qualora i familiari più stretti non siano in condizioni di

prendersi cura di un minore con disabilità, a non tralasciare alcuno sforzo per assicurare una

sistemazione alternativa all’interno della famiglia allargata e, ove ciò non sia possibile,

all’interno della comunità in un contesto familiare.

Articolo 24

Educazione

1. Gli Stati Parti riconoscono il diritto all’istruzione delle persone con disabilità. Allo scopo di

realizzare tale diritto senza discriminazioni e su base di pari opportunità, gli Stati Parti

garantiscono un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento continuo

lungo tutto l’arco della vita, finalizzati:

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(a) al pieno sviluppo del potenziale umano, del senso di dignità e dell’autostima ed al

rafforzamento del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della diversità umana;

(b) allo sviluppo, da parte delle persone con disabilità, della propria personalità, dei talenti e

della creatività, come pure delle proprie abilità fisiche e mentali, sino alle loro massime

potenzialità;

(c) a porre le persone con disabilità in condizione di partecipare effettivamente a una società

libera.

2. Nell’attuazione di tale diritto, gli Stati Parti devono assicurare che:

(a) le persone con disabilità non siano escluse dal sistema di istruzione generale in ragione

della disabilità e che i minori con disabilità non siano esclusi in ragione della disabilità da una

istruzione primaria gratuita libera ed obbligatoria o dall’istruzione secondaria;

(b) le persone con disabilità possano accedere su base di uguaglianza con gli altri, all’interno

delle comunità in cui vivono, ad un’istruzione primaria, di qualità e libera ed all’istruzione

secondaria;

(c) venga fornito un accomodamento ragionevole in funzione dei bisogni di ciascuno; (d) le persone con disabilità ricevano il sostegno necessario, all’interno del sistema educativo

generale, al fine di agevolare la loro effettiva istruzione;

(e) siano fornite efficaci misure di sostegno personalizzato in ambienti che ottimizzino il

progresso scolastico e la socializzazione, conformemente all’obiettivo della piena

integrazione.

3. Gli Stati Parti offrono alle persone con disabilità la possibilità di acquisire le competenze

pratiche e sociali necessarie in modo da facilitare la loro piena ed uguale partecipazione al

sistema di istruzione ed alla vita della comunità.

A questo scopo, gli Stati Parti adottano misure adeguate, in particolare al fine di:

(a) agevolare l’apprendimento del Braille, della scrittura alternativa, delle modalità, mezzi,

forme e sistemi di comunicazione aumentativi ed alternativi, delle capacità di orientamento e

di mobilità ed agevolare il sostegno tra pari ed attraverso un mentore;

(b) agevolare l’apprendimento della lingua dei segni e la promozione dell’identità linguistica

della comunità dei sordi;

(c) garantire che le persone cieche, sorde o sordocieche, ed in particolare i minori, ricevano

un’istruzione impartita nei linguaggi, nelle modalità e con i mezzi di comunicazione più

adeguati per ciascuno ed in ambienti che ottimizzino il progresso scolastico e la

socializzazione.

4. Allo scopo di facilitare l’esercizio di tale diritto, gli Stati Parti adottano misure adeguate

nell’impiegare insegnanti, ivi compresi insegnanti con disabilità, che siano qualificati nella

lingua dei segni o nel Braille e per formare i dirigenti ed il personale che lavora a tutti i livelli

del sistema educativo. Tale formazione dovrà includere la consapevolezza della disabilità e

l’utilizzo di appropriate modalità, mezzi, forme e sistemi di comunicazione aumentativi ed

alternativi, e di tecniche e materiali didattici adatti alle persone con disabilità.

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5. Gli Stati Parti garantiscono che le persone con disabilità possano avere accesso

all’istruzione secondaria superiore, alla formazione professionale, all’istruzione per adulti ed

all’apprendimento continuo lungo tutto l’arco della vita senza discriminazioni e su base di

uguaglianza con gli altri. A questo scopo, gli Stati Parti garantiscono che sia fornito alle

persone con disabilità un accomodamento ragionevole.

Articolo 25

Salute

Gli Stati Parti riconoscono che le persone con disabilità hanno il diritto di godere del migliore

stato di salute possibile, senza discriminazioni fondate sulla disabilità. Gli Stati Parti adottano

tutte le misure adeguate a garantire loro l’accesso a servizi sanitari che tengano conto delle

specifiche differenze di genere, inclusi i servizi di riabilitazione. In particolare, gli Stati Parti

devono:

(a) fornire alle persone con disabilità servizi sanitari gratuiti o a costi accessibili, che coprano

la stessa varietà e che siano della stessa qualità dei servizi e programmi sanitari forniti alle

altre persone, compresi i servizi sanitari nella sfera della salute sessuale e riproduttiva e i

programmi di salute pubblica destinati alla popolazione;

(b) fornire alle persone con disabilità i servizi sanitari di cui hanno necessità proprio in

ragione delle loro disabilità, compresi i servizi di diagnosi precoce e di intervento d’urgenza, e

i servizi destinati a ridurre al minimo ed a prevenire ulteriori disabilità, segnatamente tra i

minori e gli anziani;

(c) fornire questi servizi sanitari alle persone con disabilità il più vicino possibile alle proprie

comunità, comprese le aree rurali;

(d) richiedere agli specialisti sanitari di prestare alle persone con disabilità cure della

medesima qualità di quelle fornite agli altri, in particolare ottenendo il consenso libero e

informato della persona con disabilità coinvolta, accrescendo, tra l’altro, la conoscenza dei

diritti umani, della dignità, dell’autonomia, e dei bisogni delle persone con disabilità attraverso

la formazione e l’adozione di regole deontologiche nel campo della sanità pubblica e privata;

(e) vietare nel settore delle assicurazioni le discriminazioni a danno delle persone con

disabilità, le quali devono poter ottenere, a condizioni eque e ragionevoli, un’assicurazione

per malattia e, nei paesi nei quali sia consentito dalla legislazione nazionale,

un’assicurazione sulla vita;

(f) prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi

sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità.

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Articolo 26

Abilitazione e riabilitazione

1. Gli Stati Parti adottano misure efficaci e adeguate, in particolare facendo ricorso a forme di

mutuo sostegno, al fine di permettere alle persone con disabilità di ottenere e conservare la

massima autonomia, le piene facoltà fisiche, mentali, sociali e professionali, ed il pieno

inserimento e partecipazione in tutti gli ambiti della vita. A questo scopo, gli Stati Parti

organizzano, rafforzano e sviluppano servizi e programmi complessivi per l’abilitazione e la

riabilitazione, in particolare nei settori della sanità, dell’occupazione, dell’istruzione e dei

servizi sociali, in modo che questi servizi e programmi:

(a) abbiano inizio nelle fasi più precoci possibili e siano basati su una valutazione

multidisciplinare dei bisogni e delle abilità di ciascuno;

(b) facilitino la partecipazione e l’integrazione nella comunità e in tutti gli aspetti della società,

siano volontariamente posti a disposizione delle persone con disabilità nei luoghi più vicini

possibili alle proprie comunità, comprese le aree rurali.

2. Gli Stati Parti promuovono lo sviluppo della formazione iniziale e permanente per i

professionisti e per il personale che lavora nei servizi di abilitazione e riabilitazione.

3. Gli Stati Parti promuovono l’offerta, la conoscenza e l’utilizzo di tecnologie e strumenti di

sostegno, progettati e realizzati per le persone con disabilità, che ne facilitino l’abilitazione e

la riabilitazione.

Articolo 27

Lavoro e occupazione

1. Gli Stati Parti riconoscono il diritto al lavoro delle persone con disabilità, su base di

uguaglianza con gli altri; segnatamente il diritto di potersi mantenere attraverso un lavoro

liberamente scelto o accettato in un mercato del lavoro e in un ambiente lavorativo aperto,

che favorisca l’inclusione e l’accessibilità alle persone con disabilità. Gli Stati Parti devono

garantire e favorire l’esercizio del diritto al lavoro, anche a coloro i quali hanno subìto una

disabilità durante l’impiego, prendendo appropriate iniziative - anche attraverso misure

legislative - in particolare al fine di:

(a) vietare la discriminazione fondata sulla disabilità per tutto ciò che concerne il lavoro in

ogni forma di occupazione, in particolare per quanto riguarda le condizioni di reclutamento,

assunzione e impiego, la continuità dell’impiego, l’avanzamento di carriera e le condizioni di

sicurezza e di igiene sul lavoro;

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(b) proteggere il diritto delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, di

beneficiare di condizioni lavorative eque e favorevoli, compresa la parità di opportunità e

l’uguaglianza di remunerazione per un lavoro di pari valore, condizioni di lavoro sicure e

salubri, la protezione da molestie e le procedure di composizione delle controversie;

(c) garantire che le persone con disabilità siano in grado di esercitare i propri diritti di

lavoratori e sindacali su base di uguaglianza con gli altri;

(d) consentire alle persone con disabilità di avere effettivo accesso ai programmi di

orientamento tecnico e professionale, ai servizi per l’impiego e alla formazione professionale

e continua;

(e) promuovere opportunità di impiego e l’avanzamento di carriera per le persone con

disabilità nel mercato del lavoro, quali l’assistenza nella ricerca, nell’ottenimento e nel

mantenimento di un lavoro, e nella reintegrazione nello stesso;

(f) promuovere opportunità di lavoro autonomo, l’imprenditorialità, l’organizzazione di

cooperative e l’avvio di attività economiche in proprio;

(g) assumere persone con disabilità nel settore pubblico;

(h) favorire l’impiego di persone con disabilità nel settore privato attraverso politiche e misure

adeguate che possono includere programmi di azione antidiscriminatoria, incentivi e altre

misure;

(i) garantire che alle persone con disabilità siano forniti accomodamenti ragionevoli nei luoghi

di lavoro;

(j) promuovere l’acquisizione, da parte delle persone con disabilità, di esperienze lavorative

nel mercato del lavoro;

(k) promuovere programmi di orientamento e riabilitazione professionale, di mantenimento

del posto di lavoro e di reinserimento nel lavoro per le persone con disabilità.

2. Gli Stati Parti assicurano che le persone con disabilità non siano tenute in schiavitù o in

stato di servitù e siano protette, su base di uguaglianza con gli altri, dal lavoro forzato o

coatto.

Articolo 28

Adeguati livelli di vita e protezione sociale

1. Gli Stati Parti riconoscono il diritto ad un livello di vita adeguato alle persone con disabilità

ed alle loro famiglie, incluse adeguate condizioni di alimentazione, abbigliamento e alloggio,

ed al miglioramento continuo delle loro condizioni di vita, e adottano misure adeguate per

proteggere e promuovere l’esercizio di questo diritto senza alcuna discriminazione fondata

sulla disabilità.

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2. Gli Stati Parti riconoscono il diritto delle persone con disabilità alla protezione sociale ed al

godimento di questo diritto senza alcuna discriminazione fondata sulla disabilità, e adottano

misure adeguate a tutelare e promuovere l’esercizio di questo diritto, ivi incluse misure per:

(a) garantire alle persone con disabilità parità di accesso ai servizi di acqua salubre, ed

assicurare loro l’accesso a servizi, attrezzature e altri tipi di assistenza per i bisogni derivanti

dalla disabilità, che siano appropriati ed a costi accessibili;

(b) garantire l’accesso delle persone con disabilità, in particolare delle donne e delle minori

con disabilità nonchè delle persone anziane con disabilità, ai programmi di protezione sociale

ed a quelli di riduzione della povertà;

(c) garantire alle persone con disabilità e alle loro famiglie, che vivono in situazioni di povertà,

l’accesso all’aiuto pubblico per sostenere le spese collegate alle disabilità, includendo una

formazione adeguata, forme di sostegno ed orientamento, aiuto economico o forme di presa

in carico;

(d) garantire l’accesso delle persone con disabilità ai programmi di alloggio sociale;

(e) garantire alle persone con disabilità pari accesso ai programmi ed ai trattamenti

pensionistici.

Articolo 29

Partecipazione alla vita politica e pubblica

Gli Stati Parti garantiscono alle persone con disabilità il godimento dei diritti politici e la

possibilità di esercitarli su base di uguaglianza con gli altri, e si impegnano a:

(a) garantire che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare

alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso

rappresentanti liberamente scelti, compreso il diritto e la possibilità per le persone con

disabilità di votare ed essere elette, tra l’altro:

(i) assicurando che le procedure, le strutture ed i materiali elettorali siano appropriati,

accessibili e di facile comprensione e utilizzo;

(ii) proteggendo il diritto delle persone con disabilità a votare tramite scrutinio segreto, senza

intimidazioni, in elezioni ed in referendum popolari, e a candidarsi alle elezioni, ad esercitare

effettivamente i mandati elettivi e svolgere tutte le funzioni pubbliche a tutti i livelli di governo,

agevolando, ove appropriato, il ricorso a tecnologie nuove e di supporto;

(iii) garantendo la libera espressione della volontà delle persone con disabilità come elettori

e a questo scopo, ove necessario, su loro richiesta, autorizzandole a farsi assistere da una

persona di loro scelta per votare.

(b) promuovere attivamente un ambiente in cui le persone con disabilità possano

effettivamente e pienamente partecipare alla conduzione degli affari pubblici, senza

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discriminazione e su base di uguaglianza con gli altri, e incoraggiare la loro partecipazione

alla vita pubblica, in particolare attraverso:

(i) la partecipazione ad associazioni e organizzazioni non governative impegnate nella vita

pubblica e politica del paese e alle attività e all’amministrazione dei partiti politici;

(ii) la costituzione di organizzazioni di persone con disabilità e l’adesione alle stesse al fine di

rappresentarle a livello internazionale, nazionale, regionale e locale.

Articolo 30

Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport

1. Gli Stati Parti riconoscono il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di

uguaglianza con gli altri alla vita culturale e adottano tutte le misure adeguate a garantire che

le persone con disabilità:

(a) abbiano accesso ai prodotti culturali in formati accessibili;

(b) abbiano accesso a programmi televisivi, film, spettacoli teatrali e altre attività culturali, in

formati accessibili;

(c) abbiano accesso a luoghi di attività culturali, come teatri, musei, cinema, biblioteche e

servizi turistici, e, per quanto possibile, abbiano accesso a monumenti e siti importanti per la

cultura nazionale.

2. Gli Stati Parti adottano misure adeguate a consentire alle persone con disabilità di

sviluppare e realizzare il loro potenziale creativo, artistico e intellettuale, non solo a proprio

vantaggio, ma anche per l’arricchimento della società.

3. Gli Stati Parti adottano tutte le misure adeguate, in conformità al diritto internazionale, a

garantire che le norme che tutelano i diritti di proprietà intellettuale non costituiscano un

ostacolo irragionevole e discriminatorio all’accesso da parte delle persone con disabilità ai

prodotti culturali.

4. Le persone con disabilità hanno il diritto, su base di uguaglianza con gli altri, al

riconoscimento ed al sostegno della loro specifica identità culturale e linguistica, ivi comprese

la lingua dei segni e la cultura dei sordi.

5. Al fine di consentire alle persone con disabilità di partecipare su base di uguaglianza con

gli altri alle attività ricreative, agli svaghi e allo sport, gli Stati Parti adottano misure adeguate

a:

(a) incoraggiare e promuovere la partecipazione più estesa possibile delle persone con

disabilità alle attività sportive ordinarie a tutti i livelli;

(b) garantire che le persone con disabilità abbiano la possibilità di organizzare, sviluppare e

partecipare ad attività sportive e ricreative specifiche per le persone con disabilità e, a tal fine,

incoraggiare la messa a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, di adeguati mezzi

di istruzione, formazione e risorse;

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(c) garantire che le persone con disabilità abbiano accesso a luoghi che ospitano attività

sportive, ricreative e turistiche;

(d) garantire che i minori con disabilità possano partecipare, su base di uguaglianza con gli

altri minori, alle attività ludiche, ricreative, agli svaghi ed allo sport, incluse le attività previste

dal sistema scolastico;

(e) garantire che le persone con disabilità abbiano accesso ai servizi forniti da coloro che

sono impegnati nell’organizzazione di attività ricreative, turistiche, di tempo libero e sportive.

Articolo 31

Statistiche e raccolta dei dati

1. Gli Stati Parti si impegnano a raccogliere le informazioni appropriate, compresi i dati

statistici e i risultati di ricerche, che permettano loro di formulare ed attuare politiche allo

scopo di dare attuazione alla presente Convenzione. Il processo di raccolta e di

conservazione di tali informazioni deve:

(a) essere coerente con le garanzie stabilite per legge, compresa la legislazione sulla

protezione dei dati, per garantire la riservatezza e il rispetto della vita privata e familiare delle

persone con disabilità;

(b) essere coerente con le norme accettate a livello internazionale per la protezione dei diritti

umani e delle libertà fondamentali e dei principi etici che regolano la raccolta e l’uso delle

statistiche.

2. Le informazioni raccolte in conformità al presente articolo devono essere disaggregate in

maniera appropriata, e devono essere utilizzate per valutare l’adempimento degli obblighi

contratti dagli Stati Parti alla presente Convenzione e per identificare e rimuovere le barriere

che le persone con disabilità affrontano nell’esercizio dei propri diritti.

3. Gli Stati Parti assumono la responsabilità della diffusione di tali statistiche e garantiscono

la loro accessibilità sia alle persone con disabilità che agli altri.

Articolo 32

Cooperazione internazionale

1. Gli Stati Parti riconoscono l’importanza della cooperazione internazionale e della sua

promozione, a sostegno degli sforzi dispiegati a livello nazionale per la realizzazione degli

scopi e degli obiettivi della presente Convenzione, e adottano adeguate ed efficaci misure in

questo senso, nei rapporti reciproci e al proprio interno e, ove del caso, in partenariato con le

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organizzazioni internazionali e regionali competenti e con la società civile, in particolare con

organizzazioni di persone con disabilità. Possono, in particolare, adottare misure destinate a:

(a) far sì che la cooperazione internazionale, compresi i programmi internazionali di sviluppo,

includa le persone con disabilità e sia a loro accessibile;

(b) agevolare e sostenere lo sviluppo di competenze, anche attraverso lo scambio e la

condivisione di informazioni, esperienze, programmi di formazione e buone prassi di

riferimento;

(c) agevolare la cooperazione nella ricerca e nell’accesso alle conoscenze scientifiche e

tecniche;

(d) fornire, ove del caso, assistenza tecnica ed economica, anche attraverso agevolazioni

all’acquisto ed alla condivisione di tecnologie di accesso e di assistenza e operando

trasferimenti di tecnologie.

2. Le disposizioni del presente articolo non pregiudicano l’obbligo di ogni Stato Parte di

adempiere agli obblighi che ha assunto in virtù della presente Convenzione.

Articolo 33

Applicazione a livello nazionale e monitoraggio

1. Gli Stati Parti designano, in conformità al proprio sistema di governo, uno più punti di

contatto per le questioni relative all’attuazione della presente Convenzione, e si propongono

di creare o individuare in seno alla propria amministrazione una struttura di coordinamento

incaricata di facilitare le azioni legate all’attuazione della presente Convenzione nei differenti

settori ed a differenti livelli.

2. Gli Stati Parti, conformemente ai propri sistemi giuridici e amministrativi, mantengono,

rafforzano, designano o istituiscono al proprio interno una struttura, includendo uno o più

meccanismi indipendenti, ove opportuno, per promuovere, proteggere e monitorare

l’attuazione della presente Convenzione. Nel designare o stabilire tale meccanismo, gli Stati

Parti devono tenere in considerazione i principi relativi allo status e al funzionamento delle

istituzioni nazionali per la protezione e la promozione dei diritti umani.

3. La società civile, in particolare le persone con disabilità e le loro organizzazioni

rappresentative, è associata e pienamente partecipe al processo di monitoraggio.

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Articolo 34

Comitato sui diritti delle persone con disabilità

1. È istituito un Comitato sui diritti delle persone con disabilità (da qui in avanti denominato

“Comitato”), che svolge le funzioni qui di seguito indicate.

2. Il Comitato si compone, a decorrere dall’entrata in vigore della presente Convenzione, di

dodici esperti. Alla data del deposito di sessanta ratifiche o adesioni alla presente

Convenzione, saranno aggiunti sei membri al Comitato, che raggiungerà la composizione

massima di diciotto membri.

3. I membri del Comitato siedono a titolo personale e sono personalità di alta autorità morale

e di riconosciuta competenza ed esperienza nel settore oggetto della presente Convenzione.

Nella designazione dei propri candidati, gli Stati Parti sono invitati a tenere in debita

considerazione le disposizioni stabilite nell’articolo 4 paragrafo 3 della presente Convenzione.

4. I membri del Comitato sono eletti dagli Stati Parti, tenendo in considerazione i principi di

equa ripartizione geografica, la rappresentanza delle diverse forme di civiltà e dei principali

sistemi giuridici, la rappresentanza bilanciata di genere e la partecipazione di esperti con

disabilità.

5. I membri del Comitato sono eletti a scrutinio segreto su una lista di persone designate

dagli Stati Parti tra i propri cittadini in occasione delle riunioni della Conferenza degli Stati

Parti. A tali riunioni, ove il quorum è costituito dai due terzi degli Stati Parti, sono eletti membri

del Comitato i candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e la maggioranza

assoluta dei voti dei rappresentanti degli Stati Parti presenti e votanti.

6. La prima elezione ha luogo entro sei mesi dopo l’entrata in vigore della presente

Convenzione. Almeno quattro mesi prima della data di ogni elezione, il Segretario Generale

dell’Organizzazione delle Nazioni Unite invita per iscritto gli Stati Parti a proporre i propri

candidati nel termine di due mesi. Successivamente il Segretario Generale prepara una lista

in ordine alfabetico dei candidati così designati, indicando gli Stati Parti che li hanno proposti,

e la comunica agli Stati Parti della presente Convenzione.

7. I membri del Comitato sono eletti per quattro anni. Sono rieleggibili una sola volta.

Tuttavia, il mandato di sei dei membri eletti alla prima elezione scadrà al termine di due anni;

subito dopo la prima elezione, i nominativi dei sei membri sono estratti a sorte dal Presidente

della riunione di cui al paragrafo 5 del presente articolo.

8. L’elezione dei sei membri addizionali del Comitato si terrà in occasione delle elezioni

ordinarie, in conformità con le disposizioni del presente articolo.

9. In caso di decesso o di dimissioni di un membro del Comitato o se, per qualsiasi altro

motivo, questi dichiari di non potere più svolgere le sue funzioni, lo Stato Parte che ne aveva

proposto la candidatura nomina un altro esperto in possesso delle qualifiche e dei requisiti

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stabiliti dalle disposizioni pertinenti del presente articolo, per ricoprire il posto vacante fino allo

scadere del mandato corrispondente.

10. Il Comitato adotta il proprio regolamento interno.

11. Il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite mette a disposizione del

Comitato il personale e le strutture necessari ad esplicare efficacemente le funzioni che gli

sono attribuite in virtù della presente Convenzione, e convoca la prima riunione.

12. I membri del Comitato ricevono, con l’approvazione dell’Assemblea Generale delle

Nazioni Unite, emolumenti provenienti dalle risorse delle Nazioni Unite nei termini ed alle

condizioni fissate dall’Assemblea Generale, tenendo in considerazione l’importanza delle

funzioni del Comitato.

13. I membri del Comitato beneficiano delle facilitazioni, dei privilegi e delle immunità

accordate agli esperti in missione per conto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite come

stabilito nelle sezioni pertinenti della Convenzione sui privilegi e le immunità delle Nazioni

Unite.

Articolo 35

I rapporti degli Stati Parti

1. Ogni Stato Parte presenta al Comitato, tramite il Segretario Generale dell’Organizzazione

delle Nazioni Unite, un rapporto dettagliato sulle misure prese per adempiere ai propri

obblighi in virtù della presente Convenzione e sui progressi conseguiti al riguardo, entro due

anni dall’entrata in vigore della presente Convenzione per lo Stato Parte interessato.

2. Successivamente, gli Stati Parti presentano rapporti complementari almeno ogni quattro

anni ed ogni altro rapporto che il Comitato richieda.

3. Il Comitato stabilisce le linee guida applicabili per quanto attiene al contenuto dei rapporti.

4. Gli Stati Parti che hanno presentato al Comitato un rapporto iniziale completo non sono

tenuti, nei propri rapporti successivi, a ripetere informazioni già fornite. Gli Stati Parti sono

invitati a redigere i propri rapporti secondo una procedura aperta e trasparente e a tenere in

dovuta considerazione le disposizioni di cui all’articolo 4 paragrafo 3 della presente

Convenzione.

5. I rapporti possono indicare i fattori e le difficoltà che incidono sull’adempimento degli

obblighi previsti dalla presente Convenzione.

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Articolo 36

Esame dei rapporti

1. Ogni rapporto viene esaminato dal Comitato, il quale formula su di esso i suggerimenti e le

raccomandazioni di carattere generale che ritiene appropriati e li trasmette allo Stato Parte

interessato. Lo Stato Parte può rispondere fornendo al Comitato tutte le informazioni che

ritenga utili. Il Comitato può richiedere ulteriori informazioni agli Stati Parti in relazione

all’attuazione della presente Convenzione.

2. Se uno Stato Parte è significativamente in ritardo nella presentazione del rapporto, il

Comitato può notificare allo Stato Parte in causa che esso sarà costretto ad esaminare

l’applicazione della presente Convenzione nello Stato Parte sulla base di attendibili

informazioni di cui possa disporre, a meno che il rapporto atteso non venga consegnato entro

i tre mesi successivi alla notifica.

Il Comitato invita lo Stato Parte interessato a partecipare a tale esame. Qualora lo Stato

Parte risponda presentando il suo rapporto, saranno applicate le disposizioni del paragrafo 1

del presente articolo.

3. Il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite dà comunicazione dei

rapporti a tutti gli Stati Parti.

4. Gli Stati Parti rendono i propri rapporti ampiamente disponibili al pubblico nei rispettivi

paesi e facilitano l’accesso ai suggerimenti e alle raccomandazioni generali che fanno seguito

a questi rapporti.

5. Il Comitato trasmette, se lo ritiene necessario, alle agenzie specializzate, ai Fondi e

Programmi delle Nazioni Unite, ed agli altri organismi competenti, i rapporti degli Stati Parti

che contengano una richiesta o indichino l’esigenza di un parere o di assistenza tecnica,

accompagnati, ove del caso, da osservazioni e suggerimenti del Comitato, concernenti tale

richiesta o esigenza.

Articolo 37

Cooperazione tra gli Stati Parti ed il Comitato

1. Gli Stati Parti collaborano con il Comitato e assistono i suoi membri nell’adempimento del

loro mandato.

2. Nelle sue relazioni con gli Stati Parti, il Comitato accorda tutta l’attenzione necessaria alle

modalità ed ai mezzi per incrementare le capacità nazionali al fine dell’attuazione della

presente Convenzione, in particolare attraverso la cooperazione internazionale.

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Articolo 38

Relazione del Comitato con altri organismi

Per promuovere l’applicazione effettiva della presente Convenzione ed incoraggiare la

cooperazione internazionale nel settore interessato dalla presente Convenzione:

(a) le Agenzie specializzate e gli altri organismi delle Nazioni Unite hanno il diritto di farsi

rappresentare in occasione dell’esame dell’attuazione delle disposizioni della presente

Convenzione che rientrano nel loro mandato.

Il Comitato può invitare le istituzioni specializzate e ogni altro organismo che ritenga

adeguato a fornire pareri specialistici sull’attuazione della Convenzione nei settori che

rientrano nell’ambito dei loro rispettivi mandati.

Il Comitato può invitare le istituzioni specializzate e gli altri organismi delle Nazioni Unite a

presentare rapporti sull’applicazione della Convenzione nei settori che rientrano nel loro

ambito di attività;

(b) il Comitato, nell’esecuzione del proprio mandato, consulta, ove lo ritenga opportuno, altri

organismi istituiti dai trattati internazionali sui diritti umani, al fine di garantire la coerenza

delle rispettive linee guida sulla stesura dei rapporti, dei suggerimenti e delle

raccomandazioni generali e di evitare duplicazioni e sovrapposizioni nell’esercizio delle

rispettive funzioni.

Articolo 39

Rapporto del Comitato

Il Comitato riferisce sulle proprie attività ogni due anni all’Assemblea Generale e al Consiglio

Economico e Sociale, e può formulare suggerimenti e raccomandazioni generali basati

sull’esame dei rapporti e delle informazioni ricevute dagli Stati Parti. Tali suggerimenti e

raccomandazioni generali sono inclusi nel rapporto del Comitato accompagnati dai commenti,

ove del caso, degli Stati Parti.

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Articolo 40

Conferenza degli Stati Parti

1. Gli Stati Parti si riuniscono regolarmente in una Conferenza degli Stati Parti per esaminare

ogni questione concernente l’applicazione della presente Convenzione.

2. La Conferenza degli Stati Parti viene convocata dal Segretario Generale

dell’Organizzazione delle Nazioni Unite entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente

Convenzione. Le riunioni successive vengono convocate dal Segretario Generale

dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ogni biennio o su decisione della Conferenza degli

Stati Parti.

Articolo 41

Depositario

Il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è il depositario della presente

Convenzione.

Articolo 42

Firma

La presente Convenzione è aperta alla firma da parte di tutti gli Stati e delle Organizzazioni

d’integrazione regionale presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York,

a decorrere dal 30 marzo 2007.

Articolo 43

Consenso ad essere vincolato

La presente Convenzione è sottoposta a ratifica degli Stati firmatari ed alla conferma formale

delle Organizzazioni d’integrazione regionale firmatarie. E’ aperta all’adesione di ogni Stato o

Organizzazione d’integrazione regionale che non abbia firmato la Convenzione stessa.

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Articolo 44

Organizzazioni d’integrazione regionale

1. Per “Organizzazione d’integrazione regionale” si intende ogni organizzazione costituita

dagli Stati sovrani di una determinata regione, a cui gli Stati membri hanno trasferito

competenze per quanto riguarda le questioni disciplinate dalla presente Convenzione. Nei

propri strumenti di conferma o adesione formale, tali Organizzazioni dichiarano l’estensione

delle loro competenze nell’ambito disciplinato dalla presente Convenzione. Successivamente,

esse notificano al depositario qualsiasi modifica sostanziale dell’estensione delle proprie

competenze.

2. I riferimenti agli “Stati Parti” nella presente Convenzione si applicano a tali organizzazioni

nei limiti delle loro competenze.

3. Ai fini del paragrafo 1 dell’articolo 45, e dei paragrafi 2 e 3 dell’articolo 47 della presente

Convenzione, non vengono tenuti in conto gli strumenti depositati da un’Organizzazione

d’integrazione regionale.

4. Le Organizzazioni d’integrazione regionale possono esercitare il loro diritto di voto nelle

questioni rientranti nell’ambito delle loro competenze, nella Conferenza degli Stati Parti, con

un numero di voti uguale al numero dei propri Stati membri che sono Parti alla presente

Convenzione. Tali Organizzazioni non esercitano il diritto di voto se uno degli Stati membri

esercita il proprio diritto, e viceversa.

Articolo 45

Entrata in vigore

1. La presente Convenzione entrerà in vigore il trentesimo giorno successivo alla data del

deposito del ventesimo strumento di ratifica o di adesione.

2. Per ciascuno degli Stati o Organizzazioni d’integrazione regionale che ratificheranno o

confermeranno formalmente la presente Convenzione o vi aderiranno dopo il deposito del

ventesimo strumento, la Convenzione entrerà in vigore il trentesimo giorno successivo alla

data del deposito da parte dello Stato o dell’Organizzazione del proprio strumento di ratifica,

di adesione o di conferma formale.

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Articolo 46

Riserve

1. Non sono ammesse riserve incompatibili con l’oggetto e lo scopo della presente

Convenzione.

2. Le riserve possono essere ritirate in qualsiasi momento.

Articolo 47

Emendamenti

1. Ogni Stato Parte può proporre un emendamento alla presente Convenzione e sottoporlo al

Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Il Segretario Generale

comunica le proposte di emendamento agli Stati Parti, chiedendo loro di far conoscere se

sono favorevoli alla convocazione di una conferenza degli Stati Parti al fine di esaminare tali

proposte e di pronunziarsi su di esse. Se, entro quattro mesi dalla data di tale

comunicazione, almeno un terzo degli Stati Parti si pronunziano a favore della convocazione

di tale conferenza, il Segretario Generale convoca la conferenza sotto gli auspici

dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Ogni emendamento adottato dalla maggioranza dei

due terzi degli Stati Parti presenti e votanti viene sottoposto dal Segretario Generale

all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per l’approvazione e a tutti gli Stati Parti per la

successiva accettazione.

2. Ogni emendamento adottato ed approvato in conformità alle disposizioni del paragrafo 1

del presente articolo entra in vigore il trentesimo giorno successivo alla data in cui il numero

di strumenti di accettazione depositati raggiunga i due terzi del numero degli Stati Parti alla

data dell’adozione dell’emendamento. Successivamente, l’emendamento entra in vigore per

ogni Stato Parte il trentesimo giorno seguente al deposito del proprio strumento di

accettazione. L’emendamento è vincolante solo per gli Stati Parti che l’hanno accettato.

3. Se la Conferenza degli Stati Parti decide in questi termini per consenso, un emendamento

adottato e approvato in conformità al paragrafo 1 del presente articolo e riguardante

esclusivamente gli articoli 34, 38, 39 e 40 entra in vigore per tutti gli Stati Parti il trentesimo

giorno successivo alla data in cui il numero di strumenti di accettazione depositati raggiunga i

due terzi del numero degli Stati Parti alla data dell’adozione dell’emendamento.

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Articolo 48

Denuncia

Ogni Stato Parte può denunciare la presente Convenzione per mezzo di notifica scritta al

Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La denuncia avrà effetto un

anno dopo la data di ricezione della notifica da parte del Segretario Generale.

Articolo 49

Formati accessibili

Il testo della presente Convenzione viene reso disponibile in formati accessibili.

Articolo 50

Testi autentici

I testi in arabo, cinese, inglese, francese, russo e spagnolo della presente Convenzione

fanno ugualmente fede. In fede di che i sottoscritti Plenipotenziari, debitamente autorizzati dai

rispettivi Governi, hanno firmato la presente Convenzione.

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