La Connessione Svizzera

788
LA CONNESSIONE SVIZZERA Indice INTRODUZIONE INTRODUZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE 1 MATERIALE DA MEDELLIN 8 Il riciclatore Giusee Lottusi condannato! " #IMO OVVERO LA $UONA #EDE 1" Misteriose di%issioni in %assa! Oro e &ioielli! Societ' a resonsa(i lit' li%itata! Un i%%ediato certi)icato *ersil er Cotti! Un colo di su&na! Co%i)in o++ero il coricao %a&ico c,e rende in+isi(ili! Entra in a-ione Mani *ulite! L.uo%o dal iede d.oro! Il residente della #i%o arla c,iaro! Sette%(re nero! S%entita a%(i&ua! /a ini-io il &rande reulisti! S$G0 il &ioco a nascondino riesce! La Giusti-ia Ticinese artorisce un toolino! Con uanta seriet' ,a inda&ato la Del *onte 2 Un caso ese%lare! E3cursus0 Do%ande sen-a risosta dall.Italia! Il caso #idia0 A(uso di )ar%aci! 4 LA MISTERIOSA TRADE DEVELO*MENT $AN5 41 La caitale %ondiale del siste%a (ancario se)ardita! Ed%ond Sa)ra e la T D$! L.esodo da $eirut! Gine+ra6 atria eletti+a! Sa)ra +ende la TD$! La &rande ca%a&na deni&ra toria! Sa)ra restituisce il colo! Decollo in +erticale della nuo+a (anca! Il esce iccolo %an&ia il esce &rosso! Con)essioni a cuore aerto! Il caso )iscale Gra)! Sa)ra6 l.intocca(ile! Niente a c,e )are con Iran7Contra! Critica della &iusti-ia enale di Gine+ra! Se%re a+anti )ino a Zuri&o6 *aradelat- ! *I9 LUCE SUL $USINESS DELL.O##S/ORE : *aradisi arassitari! L.o))s,ore ; utile a %olti! Il Liec,tenstein6 ia--a7o))s,ore! La S+i--era6 ia--a o))s,ore 2 La )onda-ione )a%ilia re Sando-0 No+it' nel (usiness dell.o))s,ore! Il Lusse%(ur&,ese! Ile3 Trust Ser+ices SA6 Gine+ra! Vaste atti+it'! 5olo<an Sto<ano+! =>r& St?u(li! =S /oldin&0 scorrono i %ilioni! Tentati+o di acuisi-ione della *u(licitas! St?u(li +uole di+entare serio! Da St?u(li si retende troo! Una co%eta si se&ne! St?u(li incia%a! *erc,@ *ierre Arnold 2 Se&nale a%(i&uo! MANI *ULITE : Denaro del &rande )ratello! Il co%ro%esso storico liuidato! Giusti-ia contro corru-ione! Il ri%o caso! La sla+ina co%incia a reciitare! Ritorno dell.eterna%ente identico 2 : IL MISTERIOSO CONTO *ROTEZIONE :8 Una +ecc,ia storia! Un &iudice sueriore di de(ole %e%oria! Viene solle+ato il +elo! Ma--ette er i socialisti! Certi)icato *ersil er la S$G! Diri&enti della S$G in +este di testi%oni! Assisten-a &iuridica restritti+a! B ENI 7 LA MADRE DELLA CORRUZIONE ITALIANA B Venti %ilioni disersi a Zuri&o! In carcere! Voce di (ilancio %a--ette! La storia di un.a-ienda di stato! L.ENI si esande! Delitto o incidente2 I socialisti si rendono l.ENI! Il ruolo di Eu&enio Ce)is! Saluti e (aci da Mosca! Societ' le&ali ENI in S+i--era! Il residente della Saie% Ca+elt< in &rande

description

LA CONNESSIONE SVIZZERA

Transcript of La Connessione Svizzera

LA CONNESSIONE SVIZZERA

IndiceINTRODUZIONEINTRODUZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE1 MATERIALE DA MEDELLIN 8Il riciclatore Giuseppe Lottusi condannato.2 FIMO OVVERO LA BUONA FEDE 12Misteriose dimissioni in massa. Oro e gioielli. Societ a responsabilit limitata. Un immediatocertificato Persil per Cotti. Un colpo di spugna. Comifin ovvero il copricapo magico che rendeinvisibili. Entra in azione Mani Pulite. L'uomo dal piede d'oro. Il presidente della Fimo parla chiaro.Settembre nero. Smentita ambigua. Ha inizio il grande repulisti. SBG: il gioco a nascondino riesce. LaGiustizia Ticinese partorisce un topolino. Con quanta seriet ha indagato la Del Ponte ? Un casoesemplare. Excursus: Domande senza risposta dall'Italia. Il caso Fidia: Abuso di farmaci.3 LA MISTERIOSA TRADE DEVELOPMENT BANK 31La capitale mondiale del sistema bancario sefardita. Edmond Safra e la TDB. L'esodo da Beirut.Ginevra, patria elettiva. Safra vende la TDB. La grande campagna denigratoria. Safra restituisce ilcolpo. Decollo in verticale della nuova banca. Il pesce piccolo mangia il pesce grosso. Confessioni acuore aperto. Il caso fiscale Graf. Safra, l'intoccabile. Niente a che fare con Iran-Contra. Critica dellagiustizia penale di Ginevra. Sempre avanti fino a Zurigo, Paradeplatz .4 PI LUCE SUL BUSINESS DELL'OFFSHORE 46Paradisi parassitari. L'offshore utile a molti. Il Liechtenstein, piazza-offshore. La Svizzera, piazzaoffshore ? La fondazione familiare Sandoz: Novit nel business dell'offshore. Il Lussemburghese. IlexTrust Services SA, Ginevra. Vaste attivit. Koloyan Stoyanov. Jrg Stubli. JS Holding: scorrono imilioni. Tentativo di acquisizione della Publicitas. Stubli vuole diventare serio. Da Stubli si pretendetroppo. Una cometa si spegne. Stubli inciampa. Perch Pierre Arnold ? Segnale ambiguo.

5 MANI PULITE 65Denaro del grande fratello. Il compromesso storico liquidato. Giustizia contro corruzione. Il primocaso. La slavina comincia a precipitare. Ritorno dell'eternamente identico ?

6 IL MISTERIOSO CONTO PROTEZIONE 68Una vecchia storia. Un giudice superiore di debole memoria. Viene sollevato il velo. Mazzette per isocialisti. Certificato Persil per la SBG. Dirigenti della SBG in veste di testimoni. Assistenza giuridicarestrittiva.

7 ENI - LA MADRE DELLA CORRUZIONE ITALIANA 75Venti milioni dispersi a Zurigo. In carcere. Voce di bilancio "mazzette". La storia di un'azienda di stato.L'ENI si espande. Delitto o incidente? I socialisti si prendono l'ENI. Il ruolo di Eugenio Cefis. Saluti ebaci da Mosca. Societ legali ENI in Svizzera. Il presidente della Saipem Cavelty in grande difficolt.Speculazioni della "Banda dei sette". Excursus: fila dello scandalo BCCI. L'unica filiale BCCI pulita almondo ? Servizio completo Svizzero.

8 IL CASSIERE DELLE TANGENTI ENI A GINEVRA 89Un allegro terzetto sul Rodano. Che cos' la banca Karfinco ? Il salvataggio della Karfinco. Due grandiaffaires. Fatture da Berna. Chi c'era dietro il gruppo RAD ?

9 LA CENTRALE DEI FONDI NERI DI FERRUZZI A LOSANNA 97Fiducianti in Italia. Inspiegabili operazioni finanziarie a Zurigo. Fiduciari in Svizzera. Il caso Elosua.Un buco di milioni a Lugano. La Revisione Curator dormiva. Enimont: "La madre di tutte le tangenti".I peccati della banca vaticana . Merchantbank Cragnotti & Partners. C' vita dopo Enimont ?

10 LUGANO. L'HINTERLAND DI BERLUSCONI 108L'operazione Mato Grosso. Mani Pulite colpisce Berlusconi. Giudici romani con conti bancari aLugano. Il caso IMI/SIR. La fine di Berlusconi.

11 INTERROGATIVI SU CARLA DEL PONTE 113Scelta ideale o flop? L' attivismo della procuratrice federale. Leggi strapazzate. La "Pizza Connection"ticinese. Il riciclatore Salvatore Amendolito. Il riciclatore Franco Della Torre. Continui rinvii dellagiustizia ticinese. Oliviero Tognoli ritorna. Quale giustizia per Oliviero Tognoli ? L'enigmaAmendolito.

12 NUOVA LUCE SULL' AMBROSIANO 126Ascesa e caduta di Roberto Calvi. La banca vaticana IOR. Il banchiere della mafia Michele Sindona.La P2 salva Calvi. Calvi in grande difficolt. La fine di Calvi. La Banca del Gottardo di Luganosopravvive. Mandati d'arresto nei confronti dei banchieri del Vaticano. Carlo von Castelberg non fa levacanze in Italia. Il caso Duft. Il caso Poncet.

13 LA LOGGIA SEGRETA MASSONICA P2 137Cospiratori sovversivi ? Arricchimento criminale ? La loggia massonica P2. Guerra ai Papi. Alleanzacon la finanza. I Maltesi. Il Gran Maestro Licio Gelli. Politica assassina. Lo stato nello stato.Berlusconi e la P2. Il Grande Oriente viene scomunicato. Licio Gelli e la Svizzera. Scandalo a ChampDollon. Excursus: I massoni svizzeri. Colpo di scena al Brockenhaus di Zurigo. Storie di cantine daBerna.

14 WINNIE TRA I BRIGANTI 151Il delitto quasi perfetto. Winnie cade in trappola. Speculatori e spie. La vendita dei certificati rubati.Inciampata o sfruttata. Che cosa sapeva il ministro della Giustizia Martelli ?

15 LA PIU' GRANDE BANCAROTTA DELLA SVIZZERA 158Economia da clan alla Sasea. Vecchia nobilt napoletana. Nell'orbita della mafia. Comincia l'avventura.I fiori del male della speculazione bancaria. L' istituto di pulizie Sasea. Societ sospette. Guadagnimediante trucchi di registrazione contabile. Flop del petrolio e degli immobili. Il caso Europrogrammi.Crollo a Hollywood. L' inizio della fine. L' arresto. Molto lavoro per la Giustizia. Il direttore di bancaparigino perde le staffe. Chi e responsabile ?

16 IL RE DELL'OFFSHORE TITO TETTAMANTI 175L'asse d'oro Lugano-Vaduz. La Banca Regionale BSI. La bancarotta della Weisskredit. A Montecarlo! AMontecarlo! - L'Iracheno straricco. Alleanza profana con la Banca D G. Finanziere dassalto a WallStreet. Senza successo con la Sulzer. Sfortunato con la Saurer. Il caso Cogefar. Un re abdica. C'qualche rapporto con Martin Ebner?

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE: TECNICHE DEL RICICLAGGIO 190

INDICE DEI NOMI 192

INTRODUZIONE

"Il denaro non puzza" disse al figlio Tito l'imperatore Vespasiano quando 2000 anni fa impose una tassasulle latrine pubbliche.

Questo motto ormai classico vuole mettere in luce un contrassegno positivo dei soldi, vale a dire : illoro valore indipendente dalle circostanze in cui li si fatti . Ma quello che valeva 2000 anni fa per ildenaro dell'imperatore romano , non vale pi oggi nei confronti del crimine organizzato . Soldiguadagnati illegalmente possono essere ritirati dalla circolazione dallo stato anche se sono stati "deodorati " in un graduale processo di lavaggio, come si definisce in tedesco il riciclaggio. Il lavaggiodi denaro o riciclaggio stato fino agli anni 80 inoltrati una metafora pregnante del linguaggiogiornalistico e solo agli inizi degli anni '90 si trasformato in concetto giuridico . Nel 1990 il gruppodelle nazioni economicamente pi importanti (G 7) present delle direttive fatte elaborare dal FinancialAction Task Force on Money ( FATF ) . In seguito numerosi paesi, tra i quali la Svizzera, adeguarono lapropria legislazione .Nel 1990 il codice penale svizzero fu integrato con un articolo sul riciclaggio e sulla insufficientemeticolosit nelle operazioni finanziarie, divenuto una legge sul riciclaggio di denaro nel 1997, al pitardi nel 1998 . A seconda delle legislazioni nazionali vigenti il riciclaggio di denaro perseguibilepenalmente in misura diversa nei singoli paesi . Ci che era permesso in Svizzera fino al 1990, oggi vietato . Ci che ancora permesso in Svizzera nel 1996 gi reato negli USA e sar forse punibile inSvizzera con la prossima legge sul riciclaggio . Ma alle Seychelles, per esempio, lo stesso fatto purestare ancora a lungo impunito . Quando nelle pagine che seguono si parla di riciclaggio di denaro ,pagamento di bustarelle, evasione fiscale ecc . , ci non implica affatto nel caso singolo secondo lalegislazione vigente in quel paese un " comportamento " sempre " criminoso . " Ma il fenomenoeconomico resta lo stesso dovunque . L dove viene riciclato denaro sporco l'economia cade intentazione. A sedurre sono un capitale d' investimento a buon mercato per l' industria , il commercio ele libere professioni cos come onorari lucrosi per il ramo finanziario . Oggi interi settori economici ,anzi intere economie nazionali sono minacciate dall'infiltrarsi del crimine organizzato . I riciclatori didenaro lo aiutano ad accedere alle posizioni di potere dell'economia e della societ legali .Il fondo monetario internazionale ( FMI ) ritiene che nel 1995 siano stati immessi clandestinamente neimercati finanziari legali complessivamente 500 miliardi di dollari di denaro sporco , nonostante si sianorafforzate le misure contro il riciclaggio . Dopo che la " guerra alle droghe " terminata ormai con unasconfitta , lo stesso destino incombe sulla lotta al riciclaggio di denaro.

La Svizzera NON HA una piazza finanziaria , la Svizzera una piazza finanziaria . Il vecchio detto valido oggi pi che mai.Le banche svizzere hanno un ruolo primario a livello mondiale nel campo del " Private Banking ",dell'amministrazione dei beni di individui ricchi. In Svizzera vengono amministrati depositi di clientiche ammontano presumibilmente a 2400 miliardi di franchi. A ci si aggiungono i fondi diinvestimento dell'amministrazione patrimoniale istituzionale ( casse pensione , fondi di investimento ,assicurazioni) . Questi miliardi vengono spostati continuamente qua e la' sui mercati finanziari , acaccia del massimo profitto . Nasce cos un volume d' affari enorme , che crea le nicchie di cui iriciclatori di denaro hanno bisogno per fornire al loro denaro sporco un retroterra apparentementelegale. La fiducia della clientela nella riservatezza del banchiere il cuore del " Private Banking " . Lebanche svizzere hanno fama mondiale di baluardo della discrezione. In questo paese i dettagli di unconto bancario sono protetti meglio dei segreti della camera da letto. Particolarmente gratificante per iriciclatori di denaro che l'evasione fiscale venga considerata una trasgressione perdonabile .Definiscono quindi il loro denaro sporco un capitale che vuole evadere le tasse e con ci si procuranopresso certe banche e certi amministratori fiduciari una legittimazione accettata . Ma il tradizionalevantaggio stanziale della Svizzera nell'amministrazione del patrimonio privato minacciato dalla fortepressione concorrenziale dei cosiddetti centri finanziari offshore, quelle isole e mini stati che hannoadeguato le loro leggi alle necessit degli investitori stranieri. Questa concorrenza ha rafforzatoulteriormente il tradizionale riflesso condizionato alla segretezza di banche, avvocati , fiduciari eamministratori patrimoniali. Mania del mistero anzich trasparenza resta il contrassegno dellepubbliche relazioni in questi ambienti. Un atteggiamento miope, come dimostra l'argomento delpatrimonio dell'Olocausto.Il segreto bancario, favorito dalla guerra fredda, ha certo impedito per 50 anni un' analisi storicaapprofondita del ruolo della Svizzera come piazza finanziaria nella seconda guerra mondiale. Ma lamaledizione dell'oro nazista e del patrimonio dell'olocausto si rivelata alla fine pi forte. Ci chedopo la fine della guerra era stato dissimulato e rimosso si ripresento' nel 1995 come passato nonrielaborato, vergognoso non solo per le banche ma per l'intera Svizzera. Nella primavera 1992 ungruppo di quattro procuratori milanesi, chiamati nei media "Mani pulite", cominciarono le loroinchieste contro la corruzione.Appena due anni dopo il corrotto ordine italiano postbellico era crollato. Alcune delle sentenze di ManiPulite hanno costituito il punto di partenza delle indagini condotte per questo libro. Ben presto fuchiaro che la Svizzera da decenni era servita da piazza - Offshore del sistema di corruzione italiano,definito Tangentopoli . Si consenta il paragone : se l'analisi di questi temi viene rimossa come quella dici che accadde sulla piazza finanziaria Svizzera durante la guerra, ne nascer il passato non rielaboratodi domani. La lotta contro il riciclaggio di denaro considerata in tutto il mondo un compito primario.Altrettanto grande l'interesse generale alla pubblicazione di informazioni e analisi sui percorsi deldenaro sporco.Far luce il motto di questo libro. Non si vuol tanto portare l'attenzione su singoli casi, avvenimenti,scandali quanto render visibili quelle strutture e intrecci finanziari , in cui il flusso del denaro sporco simescola con quello legale . Fare i nomi di societ e persone diventa perci inevitabile.Conformi a questo approccio sono anche le numerose note a pi di pagina disseminate nel testo, checontengono particolari concreti sui punti nodali e le diramazioni di strutture finanziarie invisibili.Questo libro si basa su ricerche condotte dal 1993 al 1995 insieme a Paolo Fusi in Svizzera, Italia,Lussemburgo, Liechtenstein, Inghilterra e Germania. Successivamente ho continuato da solo leindagini che hanno portato alla pubblicazione del presente volume. Le "Swiss Connections" di portatamondiale non possono essere descritte senza collaborazione internazionale.La mia gratitudine va alle tante colleghe e ai tanti colleghi di numerosi paesi che hanno supportato ilmio lavoro.Senza di loro questo libro non sarebbe stato possibile.

Gian Trepp, Zurigo, agosto 1996

INTRODUZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE

Il 17 settembre 1996 "Swiss Connection" fu presentato alla stampa a Zurigo. Lo stesso giorno i giornaliitaliani annunciarono l'arresto di Pierfrancesco Pacini Battaglia, italo-svizzero con doppia nazionalit, lex cassiere di bustarelle del gruppo petrolifero statale italiano ENI a Ginevra,di cui si parla nel capitolo8. Grazie alla sua loquacit negli interrogatori e ai protocolli delle sue conversazioni telefonicheintercettate, cominci una nuova serie di rivelazioni sulla corruzione in Italia. La portata che le sueconfessioni rivestono per la Svizzera non ancora calcolabile. A Ginevra Pacini Battaglia nel settembre1996 era un grosso azionista ( non chiaro se azionista di maggioranza) della Banque de PatrimoinesPrivs di Ginevra (BPG), che aveva contribuito a fondare nel 1987 ancora sotto il vecchio nomeBanque Karfinco e che aveva adoperato come cassa per i fondi neri dell'ENI. Dopo l'arresto di PaciniBattaglia la Procura della Repubblica di La Spezia chiese assistenza legale a Berna. Al centrodell'interesse italiano c'era la BPG. In seguito a ci cominci in Svizzera un singolare gioco aldepistaggio. In un comunicato stampa del 24 settembre 1996 la BPG , erede della Karfinco, sment gliannunci dei media italiani, di aver subito controlli e perquisizioni e sostenne con forza che i suoi organidirigenti non avevano niente a che fare con gli avvenimenti in Italia. Alcuni giorni dopo la BPG parldella "visita" del procuratore federale Carla del Ponte, mentre lei a sua volta dispose il bloccodell'informazione. Secondo notizie di stampa italiana la del Ponte si sarebbe incontrata a Lugano a finesettembre con due giudici istruttori di La Spezia. Il 5 ottobre avrebbe visto addirittura il presidentedell'ENI Franco Bernab, che avrebbe chiesto di prendere misure contro la BPG. Tutte queste notiziedella stampa italiana non furono confermate dalla Procura federale. Gi il 4 ottobre Erwin Heri si eradimesso dal consiglio di amministrazione della BPG. L'esperto finanziario Heri direttore generaledell'assicurazione Winterthur ed era stato portato nel consiglio d'amministrazione dal presidente dellaBPG, Richard Schfer, per elaborare una nuova strategia d'investimento per la banca. Secondo ledichiarazioni dello stesso Heri egli si dimise perch questo compito era stato espletato, e le suedimissioni non avrebbero avuto niente a che fare con l'arresto di Pacini Battaglia. Mentre laprocuratrice federale manteneva un ferreo blocco dell'informazione, si apprendeva alla fine di ottobredalla stampa italiana che un giudice istruttore di La Spezia aveva incontrato di nuovo a Lugano la delPonte. Si sarebbe trattato di documenti da lei sequestrati alla fine di settembre presso la BPG, la cuiconsegna all'Italia sarebbe tuttavia stata bloccata da un ricorso della banca.La confusione creata ad arte sui reali avvenimenti alla BPG evidenziano di nuovo le gravi carenze dellapolitica di informazione della Procura Federale Svizzera. Anche per il libro gli eventi precipitarono gidopo il primo giorno di vendita. La Ilex Trust Services di Ginevra ottenne presso il tribunale di Ginevraun divieto provvisorio cautelativo di Swiss Connection . La stessa richiesta della Iley insieme ad altricinque querelanti non aveva avuto successo un'ora prima a Zurigo. Due settimane pi tardi il tribunaledi Ginevra sospese la disposizione di divieto, obblig i querelanti ad un indennizzo processuale e rinvil'azione giudiziaria a Zurigo. Nell'ambito di trattative concordatarie al tribunale distrettuale di Zurigo siebbe in seguito una rielaborazione del capitolo 4 , che tiene conto delle obiezioni del giudice. In ungiudizio sommario questo aveva rimproverato al testo di accostare ingiustamente la Ilex e gli altriquerelanti all'ambito del riciclaggio di denaro e di fare in alcuni passi offese personali nei confronti disingoli querelanti. Un nuovo titolo del capitolo, modifiche del testo e una rielaborazione redazionaledei passi criticati hanno tenuto conto di questo. Rispetto alla prima edizione stato eliminato ilpassaggio sulla catena di boutiques Trois Pommes della Signora Trudie Gtz . Sulla base diun'indicazione inesatta contenuta in un'opera di consultazione il passo sopracitato del testo ponevaTrois Pommes nell'ambito di un gruppo internazionale Offshore. Alla luce di documenti e informazioniforniti dopo l'apparizione del libro risultato che il supposto collegamento non c' stato mai. Per unospiacevole errore tecnico nella prima edizione si fatto il nome alle pagine 313 e 321 di una dittaIndaco AG, in realt non implicata in alcun modo negli avvenimenti descritti. I passi in questione siriferiscono alla ditta Inadco AG.

Gian Trepp, Zurigo, inizio di novembre 1996

1 MATERIALE DA MEDELLINTutto prese l'avvio per caso il 9 novembre 1988. Nel corso di un controllo di routine sull'autostradaMiami-New York la polizia stradale scopr un carico di cocaina nell'automobile di Giuseppe Cuffaro.L'italoamericano fu arrestato e dopo alcuni mesi di prigione cominci a collaborare con la FBI. Inqualit di teste principale pentito poteva contare su un verdetto pi mite. Siciliano di nascita, Cuffaroera emigrato a New York nel 1970 e l si era legato alla leggendaria famiglia mafiosa Gambino. Nel1983 si spost a Miami, dove prese a collaborare, con un altro emigrante siciliano, John Galatolo, e lasua Scirocco Fan Company. Galatolo riceveva grandi quantit di cocaina dal Sudamerica, cheimmagazzinava provvisoriamente e divideva in porzioni presso la Scirocco. Anche Galatolo era unmafioso, ma non apparteneva alla famiglia Gambino di New York come Cuffaro ma alla famigliaGalatolo di Palermo. I Galatolo operavano in alleanza strategica con il clan dei Madonia. (1) Negli anniseguenti Galatolo e Cuffaro organizzarono un fiorente commercio di cocaina tra la Florida e New York.Cuffaro confess anche di avere collaborato ad una fornitura di cocaina diretta a Palermo dallaColombia. La FBI inform di questa confessione i colleghi a Roma e il 20 gennaio 1990 agentiinvestigativi italiani poterono interrogare nella sua cella Cuffaro tanto ben disposto a parlare.(2) Ipoliziotti italiani non si pentirono del viaggio. Il connazionale emigrato negli USA rivel i dettagli diun commercio di 600 kg. di cocaina della mafia siciliana con il cartello delle droghe di Medellin. Laprocura della repubblica di Palermo inizi quindi un'istruttoria internazionale col nome in codice "BigJohn", che appena due anni dopo avrebbe regalato alla Svizzera lo scandalo Fimo. Fornitore di cocainadei Madonia era il cartello delle droghe di Medellin, rappresentato da Waldino Aponte Romero e AngelLeon Sanchez. Con i due colombiani Galatolo aveva trattato nell'ottobre 1987 ad Aruba (3), isola delleAntille, per il padrino Madonia il prezzo di 21000 dollari al Kg. (in tutto circa 12 milioni di dollari) e leesatte modalit di consegna. La merce doveva essere portata a Castellammare del Golfo presso Palermo(e Trapani n.d.t.) con la nave "Big John" al comando del cileno Allen Nox, detto "Brito", e ltrasbordata su un peschereccio siciliano. Le coordinate esatte del luogo di consegna, le frequenze radioe una foto della "Big John" furono portate a Palermo ai Madonia da Cuffaro. Il trasporto and lisciocome l'olio. Il 9 gennaio 1988 davanti a Castellammare del Golfo 565 Kg. di cocaina poterono esseretrasbordati dalla "Big John" al peschereccio gi in attesa. Alcuni giorni pi tardi Cuffaro, AponteRomero e Leon Sanchez si incontrarono a Roma. I due Colombiani erano nervosi perch la rimessadelle prime rate per la cocaina fornita era in ritardo e insistettero per un rapido pagamento. Cometramite indicarono un uomo di nome Giuseppe, al quale il denaro doveva essere consegnato con ilcontrassegno "Garzon". Come Aponte Romero osserv, questo Giuseppe godeva della fiducia illimitatadel suo "chefe" il dott. Garzn di Medellin, per il quale gi da molti anni aveva organizzato transazionifinanziarie internazionali. Cuffaro e Galatolo (4) rintracciarono questo Giuseppe a Milano e glipagarono il prezzo d'acquisto della cocaina in contanti in banconote italiane.(5) Dell'indirizzo esatto diGiuseppe il Cuffaro pentito non fu pi in grado di ricordarsi nella sua confessione. Aveva solo ancorain mente che il suo ufficio era nelle vicinanze del duomo di Milano e decorato che numerose fotografiedi cavalli da corsa facevano bella mostra alle pareti.A Milano cominci subito la ricerca febbrile del riciclatore di denaro Giuseppe. Il sospetto cadde tral'altro su Giuseppe Lottusi, agente finanziario con ufficio in Piazza S. Maria Beltrade 1, vicino alDuomo. Lottusi era il consigliere d'amministrazione unico di due societ, la Interpart Finanziaria e laScuderia "Gielle", denominata con le iniziali GL. Il 4 giugno funzionari di polizia italiana mostrarono aCuffaro nella sua cella di prigione in America una foto di Giuseppe Lottusi, nel quale egli riconobbeimmediatamente quel Giuseppe. "L'identificazione di Giuseppe Lottusi" si dir pi tardi nella sentenza" fu la rivelazione decisiva per le indagini" (6). La Criminalpol milanese diretta da Gianni De Gennarodel "servizio centrale operativo" lo sottopose a sorveglianza permanente e al controllo delle lineetelefoniche. Dopo pi di un anno fu infine arrestato mentre lasciava la sua abitazione la mattina prestodel 15 ottobre 1991. Era diretto all'aeroporto milanese di Linate e aveva nel bagaglio un biglietto aereoper Zurigo. Contemporaneamente la polizia perquis abitazione e ufficio in Piazza S. Maria Beltrade esequestr una grande quantit di materiale.

IL RICICLATORE GIUSEPPE

Dalla sorveglianza di Lottusi era emerso che per lo meno una volta la settimana faceva la sua comparsaa Chiasso in Corso S.Gottardo 89 presso la Societ Finanziaria Fimo SA, nei cui uffici aveva adisposizione una propria scrivania con linea telefonica. (7) "Di quando in quando portava alla Fimodenaro contante o carte valori"(8) Secondo il vicedirettore della Fimo Enzo Coltamai Lottusi portavasia denaro dall'Italia alla Fimo sia denaro da Chiasso in Italia, all'anno in media da 5 a 6 miliardi di lire,per lo pi in tranche da 500 milioni.(9) Oltre che nel traffico di denaro contante Lottusi aveva inseritola Fimo anche nel suo ingegnoso sistema di pagamenti per assegni o accreditamenti oltreconfine.Inoltre egli stesso o le sue societ e prestanome gestivano tutta una serie di conti, mediante i quali eglipagava denaro in Svizzera, non appena i suoi clienti gli avevano dato in Italia la somma corrispondentein contanti. La consegna veniva fatta per lo pi al suo factotum Bruno Verri nella pasticceria Excelsa inPiazza De Angelis a Milano. Il sistema di compensazione funzionava anche in senso opposto :versamenti sui conti di Lottusi in Ticino, pagamenti in contanti a Milano, detratta la commissione,naturalmente. Tra il giugno 1988 e il novembre 1989 le forniture di denaro si sarebbero raddoppiatefino a pi di dieci miliardi di lire. Lottusi l'avrebbe informato in anticipo di volta in volta dell'arrivo diuna spedizione da Milano. Le banconote italiane da 50.000 e 100.000 lire in in confezioni di plasticasarebbero state messe ,su indicazione di Lottusi, in sacchi delle Poste e Telegrafi Ticinesi e speditecome raccomandate assicurate alla Trade Development Bank (TDB, Ginevra). Beneficiario : Oficina deCambio Internacional , contrassegno "Garzn"(10). Aveva la delega per il conto Giancarlo FormichiMoglia. Tra il 16 giugno 1988 e il 13 febbraio 1990 arrivarono alla TDB complessivamente 11spedizioni assicurate per un totale di 10 miliardi e 275 milioni di lire con il contrassegno "Ref.Garzn".(11) Questo affare era considerato allora alla Fimo una faccenda del principale. Il superioredel vicedirettore Coltamai, il vicepresidente della Fimo Lorenzo Aloisio, conoscente di Lottusi dalunghi anni, aveva approvato la transazione. Dopo che Lottusi gli aveva chiesto se fosse in grado diversare 10 miliardi su un conto della TDB Aloisio gli aveva risposto che la cosa era fattibile. Invii finoa 300 miliardi sarebbero stati trasferiti a Ginevra in forma di bonifico, nel caso di importi pi altisarebbe stato spedito materialmente denaro contante come assicurata.(12) Il controllo del telefono diLottusi aveva rilevato colloqui particolarmente frequenti con Giancarlo Formichi Moglia, titolare delconto "Oficina de Cambio Internacional" presso la TDB a Ginevra.Formichi Moglia, emigrato negli USA agli inizi degli anni '70, era gestore d'affari della ditta R.C.G.Entreprises in South Hill Street 550 a Los Angeles. Allo stesso indirizzo erano domiciliate altre duesociet, l'Oficina de Cambio e L'Oficina de cambio Internacional. Tutte e tre le ditte di FormichiMoglia usavano lo stesso numero di registro presso il registro di commercio californiano (P53728870)e gli stessi conti presso la Security Pacific Bank of Los Angeles.(13) Come societ madre dell'Oficinade Cambio e l'Oficina de Cambio Internacional firmava una societ venezuelana con sede a Caracas,(14) come loro procuratori firmavano Formichi Moglia e la sua segretaria Rose Kirby.(15) Le tresociet di Formichi Moglia a Los Angeles erano sorvegliate nell'ambito dell'azione anti-droghe "Polar-Cap" dell' FBI e furono infine smascherate quale veicolo di riciclaggio di denaro per il cartello diMedellin. Giancarlo Formichi Moglia e la sua segretaria Rose Kirby dalla fine del 1987 alla fine del1988 avevano trasferito da Los Angeles al Venezuela circa 40 milioni di dollari di denaro derivante daltraffico di droga.(16) Dopo l'arresto di Lottusi Formichi Moglia e Kirby se ne andarono in Australia,dove entrambi furono infine arrestati il 13 ottobre 1992 e estradati in Italia.(17)

LOTTUSI CONDANNATO

Quasi due anni dopo l'arresto, Lottusi fu processato a Palermo nel 1993 (insieme con 15 coimputati inparte fuggiti). Fu condannato a 20 anni di prigione, sentenza contro cui il suo avvocato GiorgioSanseverino fece appello. Lottusi non sarebbe stato un mafioso ma semplicemente un galoppino dellamafia che riceveva ordini da Formichi Moglia. L'istanza giudiziaria immediatamente superiore siconform a questa argomentazione e lo condann per riciclaggio di denaro ad una pena ridotta a 12anni.(18) A molti anni di prigione per riciclaggio di denaro furono condannati alla fine del 1994 aPalermo anche Formichi Moglia e la sua segretaria Kirby. Significativo che la loro difesa avevasostenuto una versione dei fatti esattamente contraria a quella di Lottusi, e cio che loro erano solo gliinconsapevoli esecutori delle disposizioni di un Giuseppe Lottusi pienamente informato.Per i giudici di Palermo era provato che il clan Madonia pagava in contanti al riciclatore GiuseppeLottusi il prezzo della cocaina, fornita dal cartello di Medelln. Lottusi versava il denaro via Fimo sulconto di Giancarlo Formichi Moglia, prestanome di Medelln, presso la Trade Development Bank diGinevra. (19) Abbiamo con ci un tipico riciclaggio di denaro in pi stadi attraverso due istitutifinanziari svizzeri. La Fimo (Chiasso) e la Trade Development Bank (Ginevra), usate come stazioni diriciclaggio, vengono esaminate in maniera pi analitica nei due capitoli seguenti.

Note:

1) Francesco Madonia era il capo o capofamiglia della famiglia Resuttana. Dalla fine degli anni '70 finoal suo arresto in seguito all'affare "Big John" fece parte della cosiddetta cupola o commissioneinterprovinciale, il supremo organo mafioso in Sicilia. I Madonia erano alleati al clan dei Corleonesi, ilcui capo Tot Riina era uscito vincitore dalle sanguinose lotte mafiose siciliane dell'inizio degli anni'80. Nel dicembre 1989 fu arrestato a Palermo. (Cfr. Falcone, Giovanni : Cosa Nostra , Parigi 1991)

2) Tribunale Civile e Penale di Palermo: Sentenza contro Aponte Romero,Waldino (Sentenza anno1993 /N:248 bis/ 93 Sent./B163 /91 Reg.Gen./(+131/92 Reg.Gen.)/N.6981/90 P.M.), 24. 3. 93,p.9.Questo verdetto viene qui di seguito citato come TCPP (+14).

3) L'isola caribica Aruba si trova davanti alla costa del Venezuela. Diversamente dall'isola sorellaCuraao, che vuole restare con l'Olanda, nel 1986 Aruba ha votato per la piena indipendenza dlla expotenza coloniale a cominciare dal primo gennaio 1996. Aruba gestisce come Curaao un'importantepiazza finanziaria offshore. Numerosi resoconti documentano il massiccio infiltrarsi ad Aruba delleorganizzazioni criminali, soprattutto dalla Colombia e dall'Italia.

4) John Galatolo fu arrestato nel febbraio 1990 grazie alla confessione di Giuseppe Cuffaro.

5) TCPP (+14), p.12

6) TCPP (+14), p.102

7) TCPP (+14), p.104

8) Criminalpol Milano : Rapporto 9009001, s.d..,pp.14 segg.

9) Interrogato da procuratori italiani a Lugano il 17 dicembre 1991 Enzo Coltamai ha confermato cheLottusi da ben pi di dieci anni intratteneva buoni rapporti con la Fimo e aveva un posto di lavoro contelefono. Era stato presentato dal suo predecessore Ernesto Bongiovanni che aveva lavorato con laFimo gi dall'inizio degli anni '60. Il 5 marzo 1992 Coltamai fu messo a confronto in una prigionemilanese con Lottusi, che conferm per intero le sue dichiarazioni; un giorno prima Lottusi avevaconfermato anche le dichiarazioni di Cuffaro.

10) TCPP (+14), p.104 segg.

11) TCPP (+14), p.109

12) TCPP (+14), p.109

13) TCPP (+14), p.26

14) Nel loro consiglio di amministrazione erano presenti Nelson Manuel Garca Ramirez e AlvaroVelez Trilloz.

15) TCPP (+14),p.109

16) TCPP (+14), p.36

17) Lottusi telefonava spesso anche al fiduciario in pensione Ernesto Bongiovanni a Perugia. Era statolui a insegnargli il mestiere di consulente finanziario, a introdurlo alla Fimo e a lasciargli dopo il suopensionamento la clientela abituale (TCPP [+14], p.103). Altri frequenti partner delle conversazionitelefoniche di Lottusi erano Savino Porcelluzzi, Andrea Palombini e i due lussemburghesi Emile Vogt eMarc Neuen. Neuen lavorava per la Filiale des Crdit Industriel d'Alsace et Lorraine lussemburghese.Vogt faceva parte del consiglio di amministrazione della Compagnie Financire de Gestion e dellaBanque de Luxembourg. La Compagnie Financire de Gestion era gi finita sui giornali un anno primain relazione alla cosiddetta Duomo Connection milanese. Gaetano Nobile, accusato di traffico di droga,aveva parcheggiato l il suo denaro. Nel corso dell'istruttoria contro Lottusi emerse marginalmenteanche il nome della filiale di Henry Ansbacher & C.ic. a St. Peter Port (Guersney). Il suo agente dicollegamento Roberto Pizzuti a St.Peter Port era titolare di numerosi conti presso la locale Filiale dellaHenry Ansbacher & Cic. (Eco di Locarno, 10. 11. 91). Secondo L' Eco il partner di Lottusi Pizzutifaceva parte anche del Plaiderie Trust, St.Peter Port (Guersney) . Oltre ad avere collegamenti aGuersney Lottusi aveva fondato 9 societ anche in inghilterra, e precisamente Varvelta Ltd., VectaGlass Company, Gateway Consultant Company, Rexfinch, Maytime Development, Landama,Riteridge, Trindust, Nordstern.

18) Contro la sentenza si appell da parte sua la Procura della Repubblica. In base alle dichiarazioni delpentito Cuffaro, l'accusa ritiene che Lottusi sia un mafioso. (TCPP [+14], p.114 segg.)

19) Un'ulteriore base d'appoggio di Lottusi in Ticino era la Kreditanstalt svizzera di Lugano che in uncomunicato stampa del 31 ottobre 1991 escluse ogni coinvolgimento negli affari di Lottusi e ribad lasua disponibilit ad una piena collaborazione con la giustizia. La filiale di Lugano del grande mediatoredi borsa statunitense Merril Lynch, che era stata pure messa in relazione con Lottusi, aveva fatto sapereil 18 ottobre attraverso l'avvocato Pier Felice Barchi, di aver agito sempre secondo l'uso comune inambito finanziario. (Nello studio legale di Pier Felice Barchi la del Ponte aveva fatto quasi 20 anniprima i suoi primi passi come avvocatessa). Anche la filiale di Lugano della Ilex Trust Services(Ginevra) fu citata come interlocutrice di Lottusi sulla base di un comunicato di polizia italiano sull'Eco di Locarno (10. 11. 91). Gi il 18 ottobre 1991 il procuratore di stato Carla del Ponte attest allaKreditanstalt (Lugano), a Merill Lynch (Lugano) e alla Ilex Trust Services (Lugano) che poteva essereescluso ogni coinvolgimento di quadri direttivi e consiglieri di amministrazione.

2. FIMO OVVERO LA BUONA FEDE

La Finanziaria Mobiliaria SA, detta in breve Fimo, era stata fondata il 21 marzo 1956 dal notaio ErcoleDoninelli a Chiasso. Il capitale di fondazione ammontava a 100.000 franchi ed era suddiviso in milleazioni, sottoscritte da due ticinesi e cinque italiani, tra cui Carlo Vincenzo Aloisio di Torino. (1) Gliaffari in seguito debbono essere andati bene se nel 1963 il capitale azionario si era decuplicatoraggiungendo il milione di franchi. Le 9000 nuove azioni furono sottoscritte da due direttori dellafiliale di Chiasso della Schweizerische Bankgesellschaft (SBG), Edgardo Botta e Gianfranco Keller.Con ci la SBG (Chiasso) controllava il 90 percento delle azioni Fimo. Contemporaneamente due deiconsiglieri amministrativi ticinesi fino allora in carica (2) diedero le dimissioni e cedettero le loro quotedi capitale in forma fiduciaria a Ercole Doninelli, che entr nel consiglio di amministrazione. Un altronuovo arrivo in questo comitato fu costituito da Lorenzo Aloisio (3), figlio dell'azionista di fondazionetorinese Vincenzo Aloisio, e abitante a Besazio. Negli anni '60 la Fimo continu ad espandersifortemente e nell'aprile 1972 il capitale sal da uno a tre milioni, sottoscritto di nuovo interamente dallaSBG (Chiasso). Nuovo presidente divenne il notaio Ercole Doninelli, nuovo vicepresidente LorenzoAloisio. Nel dicembre 1976 la SBG negozi per il partner Aloisio l'acquisto della piccola bancazurighese Bank Roulston. (4) Aloisio cambi il nome dell' istituto in Banca Albis, raddoppi il capitalea due milioni e prese in affitto uffici pi grandi in Gerbergasse 6, vicino alla Zrcher Bahnhofstrasse. Inseguito la nuova acquisizione di Aloisio serv alla societ finanziaria Fimo, a presentarsi come bancacol nome Albis senza possedere una licenza della commissione bancaria. La Fimo e i suoi clienti eranoallora in assoluto i clienti pi importanti della banca Albis.(5) Nella seconda met degli anni '70,mentre la piazza finanziaria Ticino era sconvolta dallo scandalo della filiale di Chiasso dellaKreditanstalt e dallo scandalo di Weisskredit,di cui non si ancora parlato, il discreto trio di successoSBG-Aloisio-Doninelli, passando del tutto inosservato, incassava con la Fimo lauti guadagni nelmondo degli affari finanziari italo-svizzero. Nel 1982 un'operazione di scambio non ortodossa sistemla posizione contraria alla legge bancaria della societ gemella Fimo-Banca Albis. La Fimo sottoscrisseun aumento di capitale di tre milioni della banca Albis che pag con un apporto di beni in natura. Ciconsistette nel trasferimento dell'attivit di tipo bancario della Fimo alla banca Albis. Concretamenteaccadde questo : La banca Albis apr nei locali della Fimo in Corso San Gottardo 89 a Chiasso unafiliale, che prese 27 dei 30 posti di lavoro e attivi e passivi della Fimo per 30 milioni di franchi, deiquali 10 milioni in oro. Da allora la filiale di Chiasso della banca Albis e la Fimo lavorarono neglistessi uffici in Corso San Gottardo 89. Grazie all'abile operazione si erano adeguati alla legislazionebancaria senza dover veramente mutare qualcosa nell'andamento degli affari. Da un punto di vistaeconomico Fimo e Banca Albis rimasero gemelli monozigotici. Vale a dire che la societ finanziariaFimo non sottoposta alla legislazione bancaria aveva una porta posteriore aperta su una banca. Chequesto stratagemma degno di un azzeccagarbugli non fosse allora in contraddizione con gli standarddell'etica degli affari della SBG significativo. (6) Gi un anno pi tardi, nell'aprile 1983, la Fimoaument il suo capitale da tre a sei milioni, sottoscritto per met rispettivamente da Ercole Doninelli,mediante la sua Stefany Financing Company SA (Chiasso) e da Lorenzo Aloisio. Con ci eranocambiate anche per la prima volta dal 1963 le quote di partecipazione al gruppo Fimo-Banca Albis: laSBG (Chiasso) controllava ora anzich il 90 percento, ancora circa la met delle azioni Fimo, mentreDoninelli e Aloisio ne avevano circa un quarto. Nel gennaio 1986 infine la SBG (Chiasso) ridusse lasua partecipazione alla Fimo a circa il 45 percento. Vendette appena il 5 percento alla Itoko HoldingSA, che (attraverso la GiBi Fiduciaria SA) erano detenuti da Guido Brioschi, Luisa Gianella Brioschi eGiancarlo Tramezzani.(7)

MISTERIOSE DIMISSIONI IN MASSA

Nella primavera 1988 si ebbero dimissioni in massa dal consiglio d'amministrazione della Banca Albis,gemella della Fimo. Nel febbraio e nel marzo 1988 Roberto Feller (8) e Andr W. Cornu (9)annunciarono il loro ritiro solo poche settimane prima dell'assemblea generale a Zurigo. Nel corso diquest'assemblea diede le dimissioni anche il presidente della banca e avvocato Giordano Borradori diLugano. Nell'organo supremo della banca Albis rest solo l'avvocato Fernando Rizzoli, collegad'ufficio del famoso avvocato e consigliere nazionale della CVP, Gianfranco Cotti.(10) I tredimissionari furono sostituiti alla Banca Albis dall'avvocato zurighese Rudolf Hegetschweiler in qualitdi nuovo presidente e dalla allora consigliera nazionale liberale Genevive Aubry, originaria del Giurabernese. La Aubry, priva d'esperienza nel campo delle operazioni bancarie, aveva un ruolo di facciata,come si deduce dal fatto che era l'unica consigliera d'amministrazione a non far parte del comitato.Anche alla Fimo dopo il terremoto presso la Banca Albis affiliata si ebbe nel giugno 1988 un rimpasto.Un'assemblea generale straordinaria elesse nuovo presidente della Fimo Gianfranco Cotti.(11) Divennenuovo membro del consiglio d'amministrazione Demetrio Ferrari, collega di Cotti ed ex granconsiglieredella CVP. Nel mondo politico Ferrari e Cotti erano considerati eminenze grige della CVP ticinese. Ilmotivo dei cambiamenti precipitosi nei consigli di amministrazione del gruppo Fimo / Banca Albis non noto- si tratti o no di un caso : poco prima delle dimissioni Giuseppe Lottusi alla fine del 1987 avevachiesto per sua stessa ammissione a Lorenzo Aloisio, se il gruppo Fimo/ Banca Albis poteva trasferirecirca dieci miliardi di lire in contanti alla Trade Development Bank (Ginevra).(12) Di fatto il gruppoFimo/ Banca Albis fu rafforzato dal rimpasto. I due politici conosciuti a livello nazionale, GeneviveAubry e Gianfranco Cotti, gli procurarono rispettabilit. Sia Cotti, uomo del CVP che la liberale Aubryappartenevano all' ala destra dei loro partiti. Entrambi comparvero nell'agosto 1988 nell'elenco deglioratori del Congresso anticomunista WACL.(13) Il 22 novembre 1988 entr infine nel consiglio diamministrazione della Fimo Valentino Foti, amico di giovent di Lorenzo Aloisio. Gi nel 1971 i dueavevano comprato in Friuli (San Vito, Pordenone) la vetreria Sirix. (14) "Lorenzo credeva allo sviluppodel settore industriale nella Fimo", disse Foti," ogni volta che avevo bisogno di denaro per la Sirix erasempre pronto a condividere il rischio con me".(15) Grazie alle iniezioni di capitale della Fimo, Foti fuin grado di trasformare la Sirix in un gruppo di cinque vetrerie con circa 600 dipendenti e con unvolume di affari annuo di pi di 100 miliardi di lire. (16) Contemporaneamente il suo amico Aloisiofece una brillante carriera in Svizzera. Nel 1988 la Fimo, sotto l'influsso di Foti, che poi entr nelconsiglio di amministrazione, acquist una quota minoritaria della SA Financire Patience Beaujonc(PB Finance) di Antwerpen, un investimento di cui pi tardi la Fimo dovette pentirsi. (17) Ma i sogni diAloisio e Foti di figurare nella prima classe delle vetrerie europee non si realizzarono. Aloisio morall'inizio del 1990 e Foti in caso di problemi finanziari non pot pi contare sull' aiuto della Fimo.Diversamente dal suo amico Lorenzo "il resto della sua famiglia era pi interessata alla finanza (cheall'industria vetraria ). Perci si giunse pi tardi ad una rottura." (18) Gli affari andarono sempre peggioe la Fimo si ritir dalla PB Finance belga.

ORO E GIOIELLI

Prosperava invece il commercio d'oro e gioielli. Il 4 aprile 1991 la Fimo fond la Societ per ilCommercio di gioielli Fimo Gem Stone con un capitale di 300.000 franchi e domicilio in Corso SanGottardo 89. Presidentessa divenne Luisa Gianella Brioschi della Itoko, azionista di minoranza Fimo. Ilconsiglio d'ammministrazione fu composto da Emilio Aloisio di Torino, parente di Lorenzo Aloisio, eda Luigi Tamburini, a lungo direttore della Fimo ticinese e pi tardi consigliere d'amministrazione dellaFimo. Direttore della ditta per il commercio di gioielli Fimo Gem Stone divenne Saverio Repetto (19)di Torino. Dopo l'arresto di Lottusi nell'ottobre 1991 la Fimo Gem Stone cambi nome in FingemsFinancial Gems Invest SA. Nel dicembre 1991 la Fimo costitu una joint-venture con la SocietVietnam Oro, Argento e Pietre preziose (Hanoi), con un capitale di un milione di dollari, versato permet dal partner vietnamita e per met da quello svizzero. Per la Fimo fa parte del consiglio diamministrazione Giovanni Cararra, per la Societ Vietnam Oro, Argento e Pietre preziose Le Thanh-Lung.(20)

SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMITATA

Quando il riciclatore Giuseppe Lottusi fu arrestato a Milano il 15 ottobre 1991, il consigliod'amministrazione della Fimo si presentava cos: oltre al presidente Gianfranco Cotti e al vice EmilioAloisio di Torino ne facevano parte anche Elio Fiscalini (21), Demetrio Ferrari, Lucia Galliano-Aloisioe Valentino Foti. La direzione della Fimo era composta da Piergiorgio Aloisio e Luigi Tamburini,vicedirettore era Enzo Coltamai.(22) Nel consiglio di amministrazione della Banca Albis, affiliata allaFimo, c'era in qualit di presidente Rudolf Hegetschweiler di Zurigo. Membri erano Genevive Aubry,Bernhard Burkhard e Fernando Rizzoli. Direttori erano Fabrizio Donati e Pier Luigi Gallo.(23) Il nomeFimo compare per la prima volta nei media svizzeri il 16 ottobre 1991 sul ticinese "Dovere", dopo chela stampa italiana il giorno prima aveva informato dell'arresto di Lottusi senza nominare ancora laFimo. Il nome della Fimo e del suo presidente Gianfranco Cotti apparvero sia in "Dovere" che sulgiornale italiano "La Repubblica" solamente il 17 ottobre. Il giorno stesso sia la direzione della Fimoche Cotti fecero pervenire ai media dichiarazioni che furono pubblicate il 18 ottobre. La direzione dellaFimo dichiar di aver agito sempre nel rispetto degli obblighi di scrupolosit, usuali nel settore e diessere naturalmente pronta ad ogni collaborazine con le autorit. Non c'era -aggiunse- alcuna inchiestapendente nei confronti di organi o impiegati della Fimo.(24) Cotti da parte sua dichiar che comepresidente della Fimo non aveva constatato alcun atto della societ contrario alla legge vigente e nonaveva mai avuto contatti diretti o indiretti con le persone sospettate.(25)

UN IMMEDIATO CERTIFICATO PERSIL * PER COTTI

Lo stesso giorno della dichiarazione stampa di Cotti si fece sentire a sua volta con una dichiarazionestampa Carla del Ponte allora ancora in carica come procuratore di stato del Ticino. La Signora delPonte comunic che nel caso Lottusi era stato aperto un procedimento penale contro ignoti , per ilsospetto di ripetuto e grave riciclaggio di denaro ed eventuale violazione del dovere di meticolositnegli affari finanziari. Gi nella frase successiva la del Ponte contestava categoricamente ognicorresponsabilit del consiglio di amministrazione e della direzione della Fimo, la possibileimplicazione di impiegati non venne invece esclusa fin da principio. Una simile dichiarazione di unprocuratore di stato che annuncia un' inchiesta penale e nello stesso momento scagiona categoricamentei potenziali responsabili, non si conosceva prima negli annali della giustizia penale svizzera. La delPonte non ha saputo poi mai spiegare da dove abbia tratto allora la giustificazione per l'istantaneocertificato Persil, cosa che non ha nuociuto per in alcun modo alla sua carriera successiva. Alcontrario. Quando Giuseppe Sergi ,consigliere cantonale del partito socialista defin pi tardi discutbileil suo comportamento in questa faccenda e chiese un'inchiesta amministrativa contro il procuratore delPonte, fu duramente biasimato dal governo ticinese: avrebbe voluto gettare di proposito discredito sulladel Ponte.(26) Se l'affare Fimo/ Cotti nonostante il certificato Persil della del Ponte riusc a trasformarsida avvenimento locale ticinese in tema dei media nazionali, ci avvenne grazie alla televisionesvizzera. Il programma televisivo di informazione e intrattenimento "10 minuti alle 10", allora nuovo,aveva bisogno di storie piccanti per aumentare le percentuali d'ascolto. Questo condizionamento fu piforte di tutto il lavorio di lobby da parte di Cotti per far passare sotto silenzio la cosa. Il redattore capodi "10 minuti alle 10" Jrg Wildenberger mand a Palermo il giornalista Klaus Vieli dal procuratoredella repubblica Giusto Schiacchitano che illustr subito l'importante ruolo della Fimo come stazione ditransito nelle transazioni di Lottusi per la mafia e il cartello di Medelln.Nella trasmissione TV del 15 novembre 1991 si accenn anche, come di dovere, al fatto che l'alloraconsigliere nazionale CVP Cotti presiedeva la commissione del parlamento federale che dovevastabilire le norme penali nel caso di infrazioni ai paragrafi di legge sul riciclaggio di denaro, mentreLottusi contemporaneamente portava alla Fimo, presieduta dallo stesso Cotti, il denaro da narcotrafficoin sacchi di plastica. Cotti si oppose con successo alle mozioni di minoranza socialiste che prevedevanoun aggravarsi del fenomeno riciclaggio di denaro- chiese invece fiducia nei confronti delle banche edelle societ finanziarie. Dopo che la televisione aveva reso di pubblico dominio lo scandalo Fimo,Cotti fu costretto ad agire: sul "Corriere del Ticino" del 19 novembre 1991 rese note le sue dimissionida presidente della societ. (27) E non manc naturalmente di far riferimento al certificato Persil delladel Ponte. Alla radio del Ticino Cotti aveva dichiarato gi il 17 novembre di aver lasciato la presidenzadella Fimo il 10 ottobre, dunque gi prima dell'arresto di Lottusi, e che lui non aveva niente a che farecon questultimo. Si sarebbe ritirato perch non era d'accordo sulla gestione della Fimo. Il nome Lottusil'avrebbe appreso dai media. Non avrebbe potuto occuparsi in maniera approfondita dei singoli affaridelle imprese, del cui consiglio di amministrazione faceva parte. Anche degli stretti legami della Fimocon la banca affiliata Albis sostenne di non aver saputo niente- sebbene il suo socio di studio FernandoRizzoli fosse membro del consiglio d'amministrazione della Banca Albis.(28) E sebbene l'assembleagenerale della Fimo del 22 novembre 1988 in base a documenti del dossier Fimo del Registro diCommercio di Mendrisio si sia tenuta nello studio che divideva con Rizzoli. Inattendibile appare lamotivazione delle dimissioni data da Cotti, se confrontata con la sua prima dichiarazione ai media del17 ottobre, in cui non diceva ancora nulla di un ritiro dalla presidenza Fimo. Al contrario egli prendevaqui posizione in maniera chiara e inequivocabile come presidente della Fimo. Anche al Registro diCommercio di Mendrisio manca una lettera di dimissioni del 10 ottobre 1991. C' solo la sua lettera del13 novembre in cui rimanda ad un presunto scritto del 10 ottobre. Il dipartimento di polizia e giustiziadel Ticino gli comunic infine il 14 novembre e ancora il 4 dicembre, che il suo ritiro non era avvenutoin modo conforme alla legge. La data delle dimissioni il 22 novembre, nel Bollettino commercialesvizzero le dimissioni furono rese pubbliche il 25 novembre. Le circostanze quanto mai strane del ritirodi Cotti sono cos destinate a rimanere oscure. Si pu pensare che la sua lettera non sia stata recapitatao che sia andata perduta al Registro di Commercio. Questa fu comunque la spiegazione di Cotti (29).Nei mesi seguenti egli fu preso di mira pesantemente da diverse parti per il suo ruolo di presidente dellaFimo. Il cabarettista Lorenz Keiser lo prese in giro nel suo programma, e Cotti lo denunci peroltraggio al suo onore, cosa che port ad una lunghissima controversia in tribunale. All'assembleagenerale della CS Holding l'addetta stampa di Zurigo Ruth Binde fece la proposta che Cotti non fosseeletto nel consiglio di amministrazione della CS. (30) Non ottenne la maggioranza, ma dalla sala si levun applauso fragoroso. Allorch il presidente dell'assemblea Rainer Gut,a causa del consenso allarichiesta della Binde, deliber per Cotti l'elezione per iscritto, un candidato visibilmente pallido vissealcuni istanti di paura. In una trasmissione della televisione della Svizzera occidentale nel giugno 1994Jean Ziegler, il critico delle banche, cit la Fimo come esempio dell'infiltrazione in Svizzera delcrimine organizzato. In conseguenza di ci fu denunciato dalla Fimo. Ma sia il Consiglio nazionale cheil Consiglio degli Stati rifiutarono di di togliergli l'immunit parlamentare. Il consigliere nazionaleCharles Poncet (PLS,Ginevra) espresse l'opinione che Ziegler avesse esagerato ma chefondamentalmente avesse detto la verit.(31)

UN COLPO DI SPUGNA

Nell'estate 1992 lo scandalo Fimo cominciava gi ad essere dimenticato. A Lugano la del Pontemanteneva un silenzio assoluto, e i media rinunciarono ad ulteriori indagini. Il consigliod'amministrazione della Fimo approfitt abilmente del momento favorevole per limitare i danni e siadatt prontamente sotto il successore di Cotti Elio Fiscalini (32) alla nuova situazione.L'avvocato daffari Fiscalini aveva l'ufficio in Corso San Gottardo a Chiasso e come Cotti era unacolonna portante dell' establishment ticinese. Grazie a questa figura di primo piano la SBG di Chiasso,azionaria Fimo, pot continuare con successo la politica di basso profilo portata avanti dal 1963. Imedia e l'opinione pubblica non sapevano chi in fondo fosse responsabile del gruppo Fimo /BancaAlbis. Anche nel consiglio di amministrazione della Banca Albis, affiliata alla Fimo, che avevasuperato indenne lo scandalo della societ madre, si arriv nel 1992 ad alcuni cambiamenti.Nell'ottobre 1991 l'avvocato Max Schmidlin divenne un nuovo membro di questo organo. Nelnovembre 1992 Fernando Rizzoli, collega di studio di Cotti, fu sostituito dall'avvocato Hans RudolfStaiger. (33) Ma il cambiamento pi importante era gi andato in scena nell' agosto 1992 quando l'exdirettore della banca popolare Bernhard Burkhard era stato sostituito dall'ex procuratore di statoticinese Venerio Quadri.(34) Il predecessore della del Ponte, lasciato il servizio statale nel dicembre1990, aveva aperto uno studio legale a Lugano, e continu tuttavia a far parte dell'apparato giudiziarioticinese come giudice supplente del PPC nel tribunale cantonale di secondo grado. Mutar di campoprocur a Quadri alcuni mandati di non poco interesse finanziario: con la Banca Commerciale diLugano e la Banca Atlantis di Ginevra rappresentava clienti con i quali aveva gi avuto a che fare comeprocuratore di stato.(35) Passaggi simili da parte di un avvocato dall'ambito giuridico a quelloeconomico - a differenza di quanto avviene ad esempio in Italia- in Svizzera non sono vietati ma sonoconsiderati discutibili sul piano etico. (36) perch le conoscenze da insider di un ex magistrato danno aisuoi clienti un vantaggio non fair nel complesso intrico delle vie legali e ostacolano la ricerca dellaverit. Non si dimenticato che il procuratore di stato Quadri nell'ottobre 1990 aveva aperto suiniziativa milanese un procedimento contro ignoti in relazone al caso del riciclatore Lottusi. Una delleprime clienti che sfruttarono le competenti cognizioni da insider del novello libero professionista funella primavera 1992 la Fimo. (37) In estate Quadri entr a far parte del consiglio di amministrazionedella Banca Albis e si mise in luce anche sui giornali come difensore del gruppo Fimo-Banca Albis.Ad esempio su" Le Nouveau Quotidien" di Losanna cerc di ottenere la comprensione dei lettori :"perch la Fimo avrebbe dovuto insospettirsi , Lottusi era conosciuto nel loro ambiente dal 1975."(38)Anche con i mandati da consigliere d'amministrazione presso la Fardafid SA (Lugano) e la FardafinHolding (Lugano) (39), dove aveva un ruolo importante Elio Fiscalini, l'impegno di Quadri per ilgruppo Fimo / Banca Albis risult fruttuoso.(40)

COMIFIN OVVERO IL COPRICAPO MAGICO CHE RENDE INVISIBILI

Il gruppo Fimo-Banca Albis non solo si rinnov con successo a livello di consiglio di amministrazionema si riorganizz anche sul piano operativo. All'inizio del luglio 1992 il vicedirettore della Fimo EnzoColtamai, gi persona di riferimento di Lottusi, lasci la sua vecchia datrice di lavoro e pass allaComifin SA appena fondata. Coltamai non ebbe bisogno di trasferirsi, perch la Comifin aveva gliuffici allo stesso indirizzo della Fimo e della Banca Albis, precisamente in Corso San Gottardo 89 aChiasso. Ben presto fu chiaro che la Comifin portava avanti gli affari della Fimo sotto un nuovo nome.La Comifin era stata fondata il 25 maggio 1992 con un capitale azionario di 200.000 franchi. Azionistadi fondazione fu la Fiduciaria GiBi (Lugano), azionista di minoranza della Fimo, che ricevette 198azioni a 1000 franchi. La Fiduciaria GiBi deteneva attraverso la Itoko SA anche non pi del 5% delleazioni Fimo.(41) La presidentessa della GiBi Luisa Gianella Brioschi firmava anche comepresidentessa Comifin. Gianella Brioschi ricevette un'azione Comifin esattamente come il fiduciarioGiancarlo Tramezzani di Ponte Tresa che era pure entrato nel consiglio di amministrazione dellaComifin.

ENTRA IN AZIONE MANI PULITE

Quando il nome Fimo era stato ormai dimenticato dall'opinione pubblica, la societ comparve il 18marzo 1993 per la prima volta nelle istruttorie dei pubblici ministeri milanesi Antonio Di Pietro eGherardo Colombo contro la corruzione nella societ petrolifera italiana di stato ENI. Il cassiere dellebustarelle ENI Pierfrancesco Pacini Battaglia, vicepresidente e principale azionista della BancaKarfinco di Ginevra, vuot il sacco. Questa storia avventurosa viene narrata in maniera dettagliata piavanti, qui ci interessano solo le dichiarazioni di Pacini Battaglia sulla Fimo. Pacini Battaglia descrisseal pubblico ministero Di Pietro come egli di volta in volta portava a Roma al tesoriere del partitosocialista Vincenzo Balzamo le bustarelle dell' ENI: "Consegnavo le banconote a Balzamo nella suaLancia Tema verde, che lui parcheggiava sotto la finestra del mio ufficio (a Roma). Domanda di DiPietro: Dove prendeva il denaro? Pacini battaglia : da un conto Eni all'estero. Domanda di Di Pietro :Come arrivava in Italia? Pacini Battaglia: Veniva portato da una societ specializzata di spalloni[termine italiano per indicare i contrabbandieri]. Domanda di Di Pietro : Come si chiama questasociet? Pacini Battaglia: Si chiama Fimo.(42) Nel corso della sua testimonianza Pacini Battagliadichiar anche di avere collaborato dall'inizio del 1992 fino al maggio 1992 con un certo "Enzo e unRino presso la Comfin-Fimo in Corso San Gottardo 89 a Chiasso". Pacini Battaglia: "La Comifin-Fimo un'agenzia di cambio che d lavoro a spalloni e che fornisce direttamente denaro contante adeterminati indirizzi" (43)In questo modo contrabbandieri della Comifin-Fimo avrebbero portato direttamente alla sede centraledella Democrazia Cristiana in Piazza del Ges bustarelle dell' Eni. Alla domanda perch avesse sceltoper i suoi trasferimenti di denaro proprio una ditta finita sui giornali per riciclaggio di denaro dellamafia con titoli a caratteri cubitali, Pacini Battaglia rispose: "perch sono i migliori spalloni cheesistano"(44)

L' UOMO DAL PIEDE D' ORO

Il gruppo Fimo- Banca Albis era implicato nel 1994 in altri scandali italiani oltre a quello dellebustarelle ai politici. "I miliardi per Lentini nella banca- tangenti" titolava il "Corriere della Sera".(45)Il riferimento era alla Banca Albis di Chiasso, stazione di transito di mazzette che il club calcistico diBerlusconi AC Milan aveva pagato al presidente Gianmauro Borsano dell'AC Torino. Il motivo era iltrasferimento del campione di calcio Gianluigi Lentini da Torino a Milano. (46) Il "Corriere della Sera"non dimentic di far cenno alla notoriet del gruppo Fimo/ Banca Albis definendolo nel sottotitolo"punto di distribuzione delle tangenti ENI e sportello utilizzato dalla mafia".(47) Il caso Lentinidimostr di nuovo come aveva funzionato il sistema Fimo -Banca Albis . L'AC Milan (propriet privatadi Berlusconi) voleva assolutamente avere nella sua squadra il supercampione Lentini. Ma Lentiniintendeva restar fedele ai suoi fan torinesi. Berlusconi gli offr per tanti soldi che il giocatore trad isuoi fan e pass al Milan. Il presidente del Torino Gianmauro Borsano ricevette una tangente perchorganizzasse rapidamente il trasferimento. (48) Come Borsano rivel al pubblico ministero milaneseGherardo Colombo, si mise in contatto con Emilio Aloisio, il consigliere amministrativo della Fimoresidente a Torino e cugino dell'ex vicedirettore- Fimo Lorenzo Aloisio, morto nel 1990. Nellaprimavera 1992 l'AC Milan vers la prima rata -mazzetta di 4 miliardi di lire alla Banca Albis. Ildenaro proveniva da un conto del manager del Milan Galliani presso la SBG di Chiasso. La BancaAlbis pag la cifra , detratta la commissione, alla societ finanziaria torinese Cambio Corso di Aloisio ,che trasmise al Borsano, lasciatosi corrompere, il controvalore in obbligazioni di stato. Poco tempodopo passarono allo stesso modo ancora tra i 6,5 e gli 8,5 miliardi di lire (49). La procura dellarepubblica di Torino fece una perquisizione domiciliare presso la Cambio Corso e sulla base deidocumenti rinvenuti present una rogatoria alla Svizzera.Circa un anno dopo arriv a Torino ladocumentazione richiesta della transazione della Banca Albis.

IL PRESIDENTE DELLA FIMO PARLA CHIARO

La comparsa del gruppo Fimo - Banca Albis nel vortice delle inchieste di Mani Pulite sembr nonimpressionare pi di tanto il presidente della Fimo Elio Fiscalini. Allo stesso modo non si era lasciatoimpressionare due anni prima dall'affare Lottusi a proposito del quale disse allora ad un giornalista delquotidiano romano "La Repubblica": "La Fimo non ha alcuna responsabili nel caso Lottusi. Fino almomento del suo arresto era stato un uomo incensurato , raccomandato da terze persone al di sopra diogni sospetto. La Fimo ha agito nel caso Lottusi in perfetta buona fede." (50) A proposito delleconfessioni di Pacini Battaglia Fiscalini osserv:" Questi soldi sono arrivati dalla Banca Karfinco [ diPacini Battaglia] a Ginevra. Mi sembra del tutto normale che una societ finanziaria abbia rapporti conistituti di credito. Quando leggo le dichiarazioni di Pacini Battaglia appare chiaro che era informatosulla natura delle sue transazioni. In fin dei conti una parte del denaro andava al suo ufficio aRoma."(51) E ancora: "La Karfinco si rivolse alla Fimo, che a sua volta come altre societ finanziarie sirivolse ad una di quelle organizzazioni che portano materialmente denaro contante oltreconfine. A esserprecisi non si tratta di vere e proprie organizzazioni ma di singole persone che - diciamolo chiaro-realizzano gran parte dei guadagni della piazza finanziaria ticinese".(52) Del resto secondo Fiscalini laFimo dovette essere trasformata in una semplice societ di partecipazione per evitare in futuro questiincidenti. Si rinunci-disse Fiscalini-al traffico delle transazioni , che prima era stato l'attivitprincipale . Per questo l'ex direttore della Fimo Enzo Coltamai sarebbe passato dopo l'arresto diGiuseppe Lottusi alla Comifin appena fondata , che si sarebbe assunta le attivit rischiose della Fimo. "E la Fimo", aggiunse Fiscalini, " detiene solo una piccola quota di partecipazione alla Comifin".(53)

SETTEMBRE NERO

Poco dopo l'offensiva di Fiscalini, la Fimo incass in Belgio il 14 settembre 1993 un altro colpo basso.Il giudice istruttore di Bruxelles, Jean Claude Van Espen, apr un procedimento contro Valentino Foti,consigliere amministrativo della Fimo. (54) Il giudice belga lo accus di manipolazioni finanziarieillegali nelle quali erano stati coinvolti a suo parere anche Lorenzo Aloisio e la Fimo. Valentino Fotiaveva fatto parte dal 22 novembre 1988 fino al 3 febbraio 1993 del consiglio di amministrazione dellaFimo, da cui aveva dovuto dimettersi a causa degli affari andati male in Belgio, ed era un vecchioamico del vicedirettore della Fimo Lorenzo Aloisio, morto all'inizio del 1990. Foti aveva convintoAloisio a fare massicci investimenti nella sua vetreria italiana Sirix.(55) Il nuovo presidente della FimoFiscalini decise di interrompere quello che era stato il coinvolgimento di Aloisio nella Sirix e nellasociet madre belga della Sirix PB Finance. Senza l'aiuto finanziario di Aloisio la Sirix non potsopravvivere e il 5 novembre 1992 fall. La sua filiale francese Eurinval fu messa sotto curatelafallimentare. La societ madre della Sirix, PB-Finance, sub una grave perdita. Foti cominci asmobilitare la PB Finance , cosa che spinse gli azionisti di minoranza ad intraprendere un'azionegiudiziaria. Nel marzo 1993 il presidente della PB Finance Jean Verdoot (56) mor per un infartocardiaco durante il volo di ritorno da Ginevra a Bruxelles. Poco tempo dopo i membri del consigliod'amministrazione della PB-Finance che erano rimasti deposero volontariamente il loro mandato e iltribunale di Lttich nomin due liquidatori d'ufficio. (57)

SMENTITA AMBIGUA

Valentino Foti e la Fimo si diedero da fare per avere visibilit sulla stampa belga, e reagirono poi ad unarticolo critico della rivista di informazione "Le Vif / L'Express" con una replica- cosa che in Svizzera,nonostante accuse analoghe, non avevavo mai osato fare. In essa si diceva:" La Fimo una finanziariasvizzera e si attiene a tutte le norme legali del suo paese. Non ha mai fatto da mediatrice per la famigliaMadonia, un'altra famiglia mafiosa o il cartello di Medelln. La Fimo non ha mai avuto a che fare condenaro di provenienza criminale. L'assenza di tali legami, a differenza di quanto si sostiene nel Suoarticolo del 20 maggio 1994, gi stata confermata pi volte. Da una parte nella relazione della notasociet di revisione Arthur Andersen dell'11 novembre 1991, che stabilisce che alla Fimo non esistevaalcun conto a nome di persone o societ notoriamente coinvolte in affari di riciclaggio di denaro.Inoltre il pubblico ministero del Canton Ticino, dove la Fimo ha sede, ha fatto indagini approfonditeche hanno avuto termine l'11 novembre 1993. Quest'inchiesta ha ridisegnato le transazioni criminaliorganizzate dal Signor Lottusi, per le quali egli fu condannato dalla giustizia penale italiana. Leinchieste contro la Fimo e i suoi organi invece non hanno dato alcun risultato. Da allora non statoaperto alcun procedimento ulteriore contro la Fimo e i suoi organi n in Svizzera n in Italia n altrove.Un'altra informazione errata [ contenuta nell'articolo ] riguarda il signor Tramezzani: non stato maialla Fimo. Era membro del consiglio di amministrazione della Comifin, che non ha niente a che farecon la Fimo. invece vero che il Signor Tramezzani morto e che si suppone si sia trattato di suicidio.Dal momento che Tramezzani non ha mai avuto rapporti con la Fimo, il collegamento fatto tra il suosuicidio e la Fimo deve essere definito un'ipotesi puramente arbitraria ".(58)Con questa replica la Fimo ha manipolato in modo grave i fatti. Gli undici miliardi e passa di lire inbanconote , spediti a Ginevra per Lottusi, non erano forse denaro da narcotraffico? I miliardi di tangentiENI , che portava a Roma attraverso la Banca Karfinco di Pierfrancesco Pacini Battaglia alle sedicentrali di partito dei socialisti e dei democristiani, non erano forse illegali in base al diritto italiano? Eche dire delle mazzette dell' AC Milan di Berlusconi per Gianmauro Borsano, presidente dell' ACTorino alla Banca Albis? Anche l'affermazione che Tramezzani e la Comifin non avevano avuto nientea che fare con la Fimo falsa.La Comifin fu fondata dalla Fimo al suo stesso indirizzo per trasferirvi gli affari rischiosi. Ilvicedirettore della Fimo Enzo Coltamai ne divenne il direttore.La Comifin era controllata dalla Fiduciaria GiBi, che deteneva pure un pacchetto di minoranza di pidel 5% alla Fimo. Viceversa la Fimo come aveva dichiarato Elio Fiscalini, allora suo presidente, ilprimo aprile 1993 al giornale "La Regione", aveva una piccola quota di partecipazione alla Comifin.

HA INIZIO IL GRANDE REPULISTI

Il terzo schiaffo che la Fimo si prese in Belgio fu troppo perfino per Elio Fiscalini : il 15 settembre1993, con una comunicazione telegrafica al Registro commerciale di Mendrisio, egli si dimise senzapreavviso da presidente della Fimo. Come era accaduto a suo tempo con Gianfranco Cotti anche questedimissioni avvennero in modo del tutto inusuale. Le formalit da compiersi in caso di ritiro presso ilRegistro di Commercio vengono espletate di solito dalla ditta interessata con una raccomandata.L'attacco di panico che sembrava aver portato Fiscalini alle dimissioni dipende probabilmentedall'aggravarsi dei suoi problemi in Italia, dove erano finite nel vortice delle inchieste sul denaroriciclato parecchie societ per le cui affiliate svizzere lavorava come consigliere d'amministrazione.L'uscita di scena dalla Fimo dello stimato avvocato d'affari Fiscalini fu contemporaneamente il segnaledel ritiro della famiglia Doninelli, che era stata legata alla Fimo dalla sua fondazione. Con cil'establishment ticinese aveva abbandonato il gruppo Fimo/ banca Albis. (59) Il 16 settembre 1993, duegiorni dopo l'apertura del procedimento contro Foti a Bruxelles e un giorno dopo le dimissioni diFiscalini il consigliere d'aministrazione della Comifin Capitano Giancarlo Tramezzani mor nel corso diun'esercitazione per riservisti. Il comandante di compagnia fu trovato morto presso Rodi-Fiesso nellaLeventina vicino ad un piccolo lago, dopo esser stato dato per disperso per alcune ore. Il portavocedella stampa dell'EMD disse allora:"A causare la morte sono stati probabilmente uno o pi spari di un fucile automatico. Sembra che sitratti di un suicidio. Non si pu escludere per la colpevolezza di terzi."(60) Che Tramezzani si siasparato con un fucile automatico appare strano, perch l'arma personale dell'ufficiale Tramezzani nonera un fucile automatico ma la pistola. Questa morte misteriosa lasci aperte molte domande. Il 20settembre 1993, quattro giorni dopo la morte di Tramezzani, Gianfranco Cotti comunic del tuttoinaspettatamente il suo ritiro dal Consiglio nazionale. Come motivo addusse il peso del suo incarico dipresidente d'amministrazione della Volksbank, che tuttavia egli aveva assunto gi nel marzo 1993. Conla stampa Cotti si lament che venisse sempre rivangata la vecchia storia della Fimo. "Per me questavicenda chiusa. Non so perch venga continuamente riproposta."(61) Il 25 ottobre 1993 la BancaAlbis cambi sorprendentemente il nome in Banca Adamas AG ( in ebraico : diamante) e raddoppi ilcapitale azionario da cinque a dieci milioni di franchi. Con l'aumento del capitale azionario venneroesercitati i diritti di opzione legali, si legge nel Registro di Commercio di Zurigo. Ci significaevidentemente che continu a sussistere il tradizionale partenariato SBG con circa il 45%, i Doninelli egli Aloisio con circa il 25% per uno, e la Itoko con circa il 5%. La filiale di Chiasso venne chiusa, i 27posti di lavoro (62) vennero trasferiti immediatamente in Via Nassa a Lugano. Licenziamenti non ce nefurono,i quadri dirigenti che avevano dato buona prova sotto il direttore Fabrizio Donati restaronoinvariati, altrettanto il consiglio di amministrazione , formato dal presidente Rudolf Hegetschweiler edai membri Max Schmidlin, Genevive Aubry, Venerio Quadri e Hans Rudolf Staiger. Il fulmineocambiamento di sede, la variazione del nome e l'aumento di capitale della Banca Albis si ebberodurante la riunione straordinaria del 25 ottobre 1993 e ci si chiese chi fosse stato in grado nell'esaustogruppo Fimo / Banca Albis di mettere in atto entro pochi giorni un'efficiente strategia per gestire lacrisi. La famiglia di azionisti di Doninelli al momento delle dimissioni di Fiscalini si era decisamentedefilata, e su Aloisio pendeva dal 25 settembre la spada di Damocle di Bruxelles. Nessuno era in gradodi sapere se nel procedimento contro Foti non sarebbero emersi nuovi fatti incriminanti per LorenzoAloisio. Il gruppo Comifin /Itoko/ GiBi si ritrov paralizzato dalla morte di Giancarlo Tramezzani.Solo la SBG , da 30 anni massima azionista della Fimo , aveva le risorse necessarie per contenere idanni. Cosa che fece con la sua strategia di gestione della crisi : raddoppio del capitale come misurarassicurante per i clienti della Banca Albis ,separazione solo apparente dalla non pi efficiente societmadremediante immediato trasferimento di sede e cambiamento di nome.(63)

SBG: IL GIOCO A NASCONDINO RIESCE

La SBG riuscita ad agire totalmente nell'ombra. In Ticino circolava la voce che la Banca Albisappartenesse alla SBG solo come pettegolezzo. La "Regione" del 29 ottobre 1993 inform sulcambiamento di nome e di sede della Banca Albis e accenn al fatto che questa apparteneva allaBankgesellschaft. A stretto giro di posta il direttore della SBG (Chiasso) Claudio Rezzonico fecepervenire alla "Regione" il 30 ottobre 1993 la seguente precisazione :"Tra la SBG e la Banca Albis nonesiste alcun tipo di rapporto." Evidentemente Rezzonico non sapeva che i suoi predecessori alladirezione della filiale SBG di Chiasso Botta, Keller e Pozzi, avevano sottoscritto nel 1963 e nel 1972azioni Fimo complessivamente per 2,9 milioni di franchi e che la Banca Albis dal 1982 era affiliata allaFimo. Sebbene le informazioni sulla posizione della SBG nel registro di commercio di Mendrisio sianoaccessibili al pubblico, per il periodo che va dall'arresto di Lottusi all'imputazione di Foti, alla bancaera riuscito di non venir riconosciuta come azionista principale e quindi anche come principaleresponsabile del gruppo Fimo-Banca Albis. Un risultato eccellente dell' ufficio di pubbliche relazioni ,se si considera il clamore che questo scandalo aveva suscitato in tutta l'Europa nel 1991, nel 1993 eancora nel 1994. Solo nell'edizione del 1996 del catalogo Who owns Whom della casa editrice OrellFssli la SBG si era decisa dopo un decennale imbarazzato silenzio a documentare pubblicamente lapartecipazione alla Fimo per il 50%.

LA GIUSTZIA TICINESE PARTORISCE UN TOPOLINO

Il 27 novembre 1993 il "Corriere del Ticino" titolava nel miglior stile del comunicatogiornalistico:"Fimo: istruzione penale terminata. Il pubblico ministero del Ponte scagiona la finanziariadi Chiasso dall'accusa di riciclaggio di denaro da narcotraffico. Con un decreto la del Ponte ha messofine all' inchiesta giudiziaria per riciclaggio di denaro sporco contro la Fimo e il suo vicedirettore EnzoColtamai. Secondo Carla del Ponte la Fimo non pu aver fatto consapevolmente da riciclatrice diproventi da traffico di droga."64) Inoltre il "Corriere" inform che la del Ponte nella disposizioneemanata gi l'11 novembre aveva stabilito che la tariffa di 1, 5 fino a 1,75 percento per la transazione di10, 2754 miliardi di lire eseguita per Lottusi alla Trade Development Bank di Ginevra (TDB) erausuale. Il vicedirettore Coltamai, che alla Fimo si occupava di queste transazioni, aveva sostenuto inmaniera convincente che non aveva potuto nutrire alcun sospetto nei confronti di Lottusi: Lottusi eraconosciuto alla Fimo e personalmente da lui fin dagli anni '70 e in Italia aveva una vasta clientela.

CON QUANTA SERIETA' HA INDAGATO LA DEL PONTE ?

L' "accurata indagine" del Pubblico Ministero che il "Corriere" liberale e vicino alle banche avevasalutato con giubilo, ad un attento esame deve essere parecchio ridimensionata. La del Ponte non statain grado di spiegare neppure approssimativamente la durata estremamente lunga delle indagini, pi ditre anni, n la mancanza di informazioni precise sull'andamento dell'inchiesta. N inform mai sulleperquisizioni che su richiesta della magistratura italiana lei aveva fatto compiere il 22 ottobre 1991presso la Fimo, la Banca Albis, la Kreditanstalt di Lugano, la Trade Development Bank (Ginevra) epresso Merrill Lynch (Lugano). E questo sebbene per trasportare il materiale raccolto fosse statonecessario un camion. Dopo le perquisizioni la del Ponte interrog Lottusi e alcuni rappresentanti deiquadri della Fimo e della Trade Development Bank. perch abbia avuto bisogno per questo di pi didue anni non si capito. Rest insoluta l'importante questione della data esatta dell'apertura,nellautunno 1990, dell'inchiesta contro ignoti nell'affare Lottusi da parte di Quadri, predecessore delladel Ponte. Carla del Ponte aveva indicato come data vagamente la met di ottobre 1990. (67) L'iniziodelle indagini avvenne su richiesta della polizia milanese quattro mesi dopo che era cominciata lasorveglianza di Lottusi. Quali atti istruttori abbiano avviato in questo procedimento contro ignotiVenerio Quadri dall'ottobre 1990 fino al suo ritiro nel dicembre 1990 e in seguito Carla del Ponte finoal 18 ottobre 1991, restato un segreto di entrambi i magistrati. Manca anche una giustificazione delloscandaloso immediato certificato Persil della del Ponte per Gianfranco Cotti il 18 ottobre 1991. Alladomanda perch n in Ticino n a Ginevra si fosse giunti ad un'incriminazione per riciclaggio di denaronei confronti di Giuseppe Lottusi e Giancarlo Formichi Moglia, la del Ponte aveva risposto nel luglio1992 come segue :" La legge ci consente di fare indagini. Ma si deve esser consapevoli che queste nonpossono aver sempre successo. In Svizzera la giustizia dispone di validi strumenti per combattere ilcrimine organizzato. Il nuovo paragrafo di legge sul riciclaggio di denaro una buona cosa. Ma difficile avere prove sufficienti. Il denaro sporco usa troppo spesso gli stessi canali del denaropulito."(68) perch dopo questa dichiarazione la del Ponte abbia avuto bisogno ancora di 16 mesi perterminare le indagini sulla Fimo -poco dopo la vendita della banca Albis- rester sempre un mistero. Ilgoverno e il comitato di sorveglianza della Giustizia, il cosiddetto Consiglio di Magistratura ticinesihanno fatto di tutto per impedire un'inchiesta amministrativa ufficiale sull'operato della del Ponte. Irappresentanti del primo non si fecero neppure scrupolo di offendere Giuseppe Sergi, consiglierecantonale socialista, che al Consiglio cantonale aveva richiesto l'indagine. Questa la reazione di ungoverno cantonale i cui ex membri tadizionalmente si rendono pi gradevole la vita da pensionati conmandati e incarichi diversi presso banche e societ finanziarie.

UN CASO ESEMPLARE

Lo scandalo della Fimo /Banca Albis pu entrare negli annali della piazza finanziaria Svizzera in questitermini: In Italia fu dimostrato che attraverso i conti e i corrieri di denaro contante di questo gruppofinanziario soldi della mafia italiana e mazzette della centrale svizzera delle tangenti Eni sono passatirispettivamente al cartello della droga di Medelln e a Roma nelle casse di partiti corrotti. La giustiziaticinese ebbe bisogno di tre anni per stabilire che nessuno del gruppo Fimo-Banca Albis avevatrasgredito la legge svizzera. Dall'importante consigliere nazionale che presiedeva la societ fino alladirezione che controllava l'attivit quotidiana, tutte le persone coinvolte agivano sempre con scienza ecoscienza. Quando la Fimo si scontr per la terza volta con la giustizia in Belgio, la SBG, maggioreazionista Fimo, che agiva sempre nell'ombra, entr in azione: la Banca Albis cambi nome, trasfer ildomicilio - e il tran tran di sempre pot continuare.

EXCURSUS : DOMANDE SENZA RISPOSTA DALL' ITALIA.

Non in Svizzera ma in Italia la stampa si occup in maniera pi approfondita della persona delpresidente della Fimo Elio Fiscalini. I giornalisti avevano notato che la Fimo appariva non solo in affaridi tangenti e transazioni mafiose, ma che il suo nuovo presidente compariva anche ai margini di altridue grandi affari di mazzette, legati alla Socimi di Milano e alla Fidia Pharmaceutica di Abano Terme.La Socimi gestiva a Milano e a Brescia fabbriche di veicoli e di armi ( veicoli blindati, pistole, fucili earmi automatiche ) e impiegava circa 1200 persone. Alessandro Marzocco, delegato del consiglio diamministrazione, aveva confessato di aver pagato all'uomo politico socialista ed ex vicepresidentedell'azienda trasporti milanese Sergio Radaelli, dal 1978 al 1990, tangenti di 13 miliardi di lire perforniture alle aziende di trasporto milanesi e alle ferrovie italiane.(69) Numerosi manager delle ferrovievennero poi incarcerati. A quell'epoca la Socimi aveva la maggioranza in due societ ticinesi, la AKGHolding (Mendrisio) e la societ Bremse (Bellinzona) ,ai cui consigli di amministrazione Fiscaliniprendeva parte con il cognato Giuseppe Doninelli. In un'intervista fax concessa a "La Repubblica" diRoma Fiscalini rispose ad alcune domande sull' affare Socimi. Dichiar che come consigliereamministrativo non aveva avuto niente a che fare con la direzione operativa. Delle tangenti avrebbeappreso per la prima volta dalla confessione di Marzocco pubblicata sul giornale.(70) Anche dellefatture truccate che secondo gli inquirenti milanesi erano state rilasciate per legittimare le mazzette dall'Istituto Brakers del Liechtenstein, Fiscalini sostenne di non aver saputo nulla. Chi fossero i proprietaridella AKG e della Bremse, non volle dirlo.(71)

IL CASO FIDIA: ABUSO DI FARMACI

Il secondo grande caso di corruzione riguard la Fidia Pharmaceutica di Abano Terme. La Fidia eracontrollata per quanto concerne il capitale dalla Fidiafin, che a sua volta era detenuta dalla Hyaline(Mendrisio). Presidente della Hyaline era Giuseppe Doninelli , delegata del Consiglio diamministrazione era Stefania Doninelli e Elio Fiscalini faceva parte del Consiglio di amministrazione.La Hyaline era stata creata nel 1964 dal fondatore della Fimo Ercole Doninelli insieme con sua moglieStefania. (72) Sulla scena di Tangentopoli la Fidia era finita al centro dellattenzione con l'arresto il 22giugno 1993 di Francesco Della Valle, suo ex direttore ,ritiratosi nel febbraio 1991, e per il fallimentoannunciato poche settimane dopo.Fino al fallimento l'azienda dava lavoro a circa 1200 dipendenti adAbano Terme e dal 1975 viveva essenzialmente della vendita di farmaci Cronassial e Sygen. DellaValle si era presto assicurato la collaborazione della professoressa Rita Levi Montalcini. Sebbenel'efficacia del Cronassial sia stata sempre molto discussa negli ambienti specialistici, il fatturato dellaFidia sal dalla fine degli anni '70 fino al 1991, soprattutto grazie al Cronassial, da 50 miliardi fino a421 miliardi di lire. Ma poi cominci un forte declino.(73) Dopo che la registrazione del Cronassial inaltri paesi come gli USA, l' Inghilterra, la Germania era fallita, il critico farmaceutico tedesco UlrichMoebius scrisse diversi articoli allarmanti. Secondo Moebius l'assunzione di Cronassial pu provocarela sindrome letale detta di Guillain- Barr. In seguito a ci i rapporti tra la Fidia e il Ministero italianodella salute cominciarono a guastarsi. Della Valle dovette dare le dimissioni, il Cronassial fu vietatodallo stato all'inizio del 1993 e poco dopo riammesso, il fatturato scese del 90 %. Otto mesi dopo ilCronassial fu proibito in maniera definitiva. Una decisione fatale per la Fidia, che perdette circa unterzo del suo giro d'affari. Nel luglio 1993 la Fidia fall. La maggior parte del personale rimasedisoccupata, la ditta pass sotto curatela fallimentare dello stato. Della Valle, presidente della Fidia daanni, giustific sempre il fallimento con la scomparsa del Cronassial, ma la Procura della Repubblica diPadova aveva trovato alcuni inspiegabili buchi neri nel bilancio. Nonostante il crollo vertiginoso dellevendite di Cronassial la Fidia aveva comprato sempre pi materie prime. Materia prima principale perla produzione del farmaco sono i cervelli di bovini:per un chilo di Cronassial ne occorrevano alcuniquintali. La Fidia acquistava decine di migliaia di teste di bovini soprattutto in Brasile e pagava per vieavventurose attraverso diverse societ in Irlanda, Spagna e su piazze offshore. I pubblici ministeri diPadova sospettarono che qualcuno all'interno della Fidia avesse saputo della proibizione del farmaco eavesse svuotato rapidamente le casse a spese del personale prima dell'imminente fallimento. Il 29settembre 1993 Duilio Poggiolini, direttore generale del ministero della salute italiano e capo dellasezione per l' autorizzazione dei farmaci, fu arrestato a Losanna e spedito a Roma. Il pubblico ministeroDi Pietro aveva fatto un cenno alla polizia federale svizzera. Contemporaneamente sua moglie Pirr DiMaria fu arrestata a Roma. La storia dei 200 miliardi e passa di tangenti in lire, in piccola parte dellaFidia, che il corrotto Poggiolini aveva accumulato insieme a sua moglie fu traumatica perfino per gliItaliani ormai a prova di scandalo.(74) Quando i carabinieri durante la perquisizione nella villa deiPoggiolini fecero aprire il grande armadio blindato, non fu poca la meraviglia dei funzionari. Nellacassaforte c'era un vero e proprio tesoro da fiaba in oro, platino e diamanti, valutato poi 200 miliardi diLire. Migliaia di monete d'oro, Krueger-rands, napoleoni, pi di cento lingotti d'oro da 10 grammi finoad un 1 kg., gioielli, diamanti, monete d'oro romane. Duilio e Pirr finirono in galera. Dopo 5 mesi didetenzione nel carcere di Poggioreale a Napoli Poggiolini cominci a collaborare con la giustizia il 31gennaio 1994. La minuta Pirr che pesava appena 40 Kg. rimase invece irremovibile e rifiut ognicollaborazione. Le dichiarazioni di Poggiolini produssero una valanga di ulteriori inchieste diTangentopoli e attizzarono il fuoco che covava sotto la cenere dello scandalo Fidia. Secondo PoggioliniGiulio Andreotti di persona era intervenuto nel 1992 insistentemente presso di lui, perch lasciasse ilCronassial sulla lista dei farmaci passati dalla mutua.(75) Poggiolini dichiar inoltre ai pubbliciministeri che per anni la Fidia aveva esportato illegalmente capitale, acquistando bovini in Brasile aprezzi maggiorati. Questo gliel'avrebbe detto il commendatore Fabio Bertarelli, direttore della AresSerono a Ginevra.(76) Grandissimo stupore suscit Poggiolini con l'affermazione che il direttore dellaFidia Della Valle aveva versato 14 miliardi all'Istituto Nobel in Svezia affinch la principale ricercatricedella sua societ Rita Levi Montalcini ricevesse il premio Nobel. Mentre il comitato per il Nobel diStoccolma sment tutto ci con veemenza, una ricerca del quotidiano svedese "Dagens Nyheter"sembr invece confermare l'assegnazione truccata del Nobel.Note:

1) Gli altri azionisti erano : Germano Sprela (Milano), Fortunato Milanesi (Santa Margherita Ligure),Emilio Bianchi (Vacallo ,TI ), Luigi Veronelli (Morbio Inferiore, TI), Italo Bevilacqua (Como), EnnioSaskia (Genova).

2) Emilio Bianchi e Luigi Veronelli

3) Nel 1981 Aloisio, sua moglie Ines e i due figli ottennero la cittadinanza a Besazio.

4) Questa banca era stata fondata alla fine degli anni '40 e si chiamava in origine Bank Haerry AG.

Cambi nome dopo che nel 1973 era stata acquistata dalla Roulston & Company Inc. (Cleveland,

USA).

5) Lettera della Fimo del 6 aprile 1982 al Registro di Commercio zurighese

6) Anni pi tardi la differenza tra banca e non-banca divent importante per il consigliere federale OttoStich. Allorch il consigliere nazionale ticinese della FDP Sergio Salvioni chiese nell'ottobre 1995perch la Commissione bancaria non fosse intervenuta a proposito delle bustarelle della Fininvest diBerlusconi passate attraverso la Fimo, Stich disse che era compito della Giustizia ticinese e che inoltrela Fimo non era una banca (Neue Zrcher Zeitung, 6. 10. 95.)

7) Luisa Gianella Brioschi e Guido Brioschi lavorano a Lugano in uno stesso studio con DanieleM.Timbal, l'ex marito di Carla del Ponte.

8) All'inizio del 1982, poco prima del fallimento avvenuto nell'ottobre 1982, Roberto Feller entr nelconsiglio di amministrazione della Sasea Holding di Ginevra. Era direttore della Societ finanziariazurighese Glaux AG e faceva parte del consiglio di amministrazione della Buonvicini AG di Zurigo,una ditta per il commercio di frutta e verdura. (Unico consigliere d'amministrazione della Glaux l'avvocato zurighese Hans Rudolf Staiger, che nel 1992 divenne a sua volta consigliered'amministrazione della Banca Albis.)

9) Andr W. Cornu era direttore dell' Amministrazione fiduciaria Refidar a Zurigo.

10) Fernando Rizzoli, che era entrato nel giugno 1987 nel consiglio d'amministrazione della BancaAlbis, lavor dal 1980 al 1994 nello stesso studio di Gianfranco Cotti a Locarno. Nel 1994 si separ daCotti e apr un proprio studio. Il 20 maggio 1995 Rizzoli mor in uno spettacolare incidente nel suogarage a Camedo. (La Regione, 22.5.95)

11) Predecessore di Cotti era stato Piergiorgio Aloisio, succeduto a sua volta a Ercole Doninelli, ilpresidente della Fimo, morto il 26 gennaio 1988.

12) La WACL nacque nel 1966 a Seoul come erede della Lega anticomunista dei popoli dell'Asia diTschang Kai-schek. Negli anni '70 le sezioni europee della WACL furono occupate in gran parte daneonazisti e estremisti di destra. Ne erano membri ad es. il neofascista italiano Giorgio Almirante, maanche i dittatori sudamericani Stroessner, Banzer, Somoza e Pinochet. All'inizio degli anni '80 ilgenerale statunitense in pensione John K.Singlaub in qualit di nuovo presidente ripul la WACL daineofascisti troppo compromettenti. Singlaub pi tardi fu implicato nel caso Iran-Contra. Altri uominiillustri della WACL sono stati Alfonso Calero, capo della FDN antisandinista (Contras) in Nicaragua,l'ideologo della nuova destra francese Jean-Marie Benoist e l'ex capo di stato del Vietnam del Sud finoal 1975, Nguyen Van Thieu. Era annunciato come oratore al XXI. congresso WACL anche l'exconsigliere federale Rudolf Friedrich, ma all'ultimo momento si ritir.( Programmi del XXI. CongressoWACL, 25-28 agosto 1988,Ginevra)

14) Il Mondo, 13./ 20.6.94

15) Vanempten, Jean, e Verduyn, Ludwig: Le Blanchiment en Belgique, Bruxelles 1994, p.92

16) All'inizio degli anni '80 Foti divenne presidente dell'Assovetro, l'associazione vetraria italiana dicategoria.

17) La PB Finance faceva parte di ci che restava del gruppo Empain del barone belga Empain, gi acapo del consorzio Schneider ,ed era diretta da Jean Verdoot. Verdoot dirigeva anche la Cofibel eCofimines a Bruxelles, due societ che amministravano per Schneider i resti dell'ex impero coloniale diEmpain nell'ex Congo belga, divenuto indipendente nel 1960 ,oggi Zaire. In seguito Verdoot port laCofibel come azionista di minoranza alla PB Finance,investimento Fimo.Nell'olandese Aia Foti eAloisio attivarono un'ulteriore Joint-venture nel commercio del vetro, e precisamente la N.V. Euver, dicui Foti tenne il 45% e Aloisio il 55%. ( L'Echo de la Bourse , Bruxelles, 18.4. 89)

18) Vanempten, Jean, e Verduyn, Ludwig: Le Blanchiment en Belgique, Bruxelles, 1994, p.92

19) Saverio Repetto apparteneva anche alla famiglia: il fondatore della Fimo Carlo Vincenzo Aloisioera stato sposato con Maria Repetto di Torino

20) Agence France Press, 8.12.91

21) Era entrato nel Consiglio d'amministrazine Fimo il 22 settembre 1990 dopo la morte di LorenzoAloisio

22) Procuratori erano Tiziana de Piaggi e Daniela Pettinello

23) Facevano le funzioni di vicedirettori Marco Calmes e Hansjrg Giezendanner, procuratori eranoFiorenzo Albisetti e Maurizio Giannetta.

24) Giornale del Popolo, 18.10.91

25) Giornale del Popolo, 18.11.91

* Espressione usata per indicare un certificato con cui soprattutto dopo il 1945 le autorit preposte alladenazificazione certificavano la pulizia morale di un presunto nazista.n.d.t.

26) Neue Zrcher Zeitung, 18. 10. 94

27) Corriere del Ticino, 19.11.91

28) Weltwoche, 21. 11. 91

29) Anche il consigliere dell'amministrazione Fimo Demetrio Ferrari sostiene di aver dato le dimissionidal consiglio di amministrazione il 14 otobre, sebbene la sua lettera di dimissioni sia irreperibile nelRegistro di Commercio di Mendrisio esattamente come quella di Cotti. Le dimissioni di Ferrari sonoavvenute legalmente il 22 novembre.

30) Cotti faceva parte gi da anni del Consiglio d'amministrazione della Banca popolare svizzera eaveva guidato il gruppo Pro SKA (Schweizerische Kreditanstalt)